Immagini dei diritti umani - Bagno di Romagna

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Immagini dei diritti umani - Bagno di Romagna
Comune di Bagno di Romagna
Assessorato alla Cultura
LUCIANO NADALINI
IMMAGINI DEI DIRITTI UMANI
Mostra fotografica
Bagno di Romagna - Palazzo del Capitano
10 marzo - 6 maggio 2012
«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.
Essi sono dotati di ragione e di coscienza e
devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.»
Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite proclamava la Dichiarazione
universale dei diritti umani. Per la prima volta nella storia dell'umanità, era stato prodotto un documento che riguardava tutte le persone del mondo, senza distinzioni. Per la
prima volta veniva scritto che esistono diritti di cui ogni essere umano deve poter godere
per la sola ragione di essere al mondo. Eppure, ad oltre 60 anni dalla sua proclamazione la
Dichiarazione è ancora disattesa.
La nostra Costituzione, entrata in vigore all’inizio dello stesso 1948, anticipava molti dei
contenuti della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Dopo più di 60 anni anche il
Trattato dell’Unione Europea riprende quei principi generali, riaffermando la grande attualità di quelle idee di universalità dei diritti e la spinta positiva che esse contengono
per il futuro comune dell’Umanità.
A guardare però alle tante guerre ancora in corso, alle crisi che attraversano il nostro pianeta, alle migliaia di persone oggetto di persecuzioni e ingiustizie, alle numerose tragedie collettive, parafrasando il Candido di Voltaire, viene da affermare che questo non è certo il migliore dei mondi possibili.
L’informazione sulle ingiustizie e le violazioni dei diritti umani sono però spesso relegate a circuiti ristretti di persone e l’opinione pubblica, soprattutto nel ricco nord del mondo, nonostante la crisi economica e finanziaria che lo attanaglia, sembra non prestare attenzione a quanto avviene in tanti Paesi e, sempre più spesso, anche “nel cortile di casa
nostra”. Distogliere lo sguardo dai nostri interessi, dal nostro piccolo mondo sembra essere sempre più difficile.
Per questo l’occhio di chi gira il mondo e si sofferma con la propria macchina fotografica
per testimoniare un mondo contraddittorio e complesso, ci aiuta a capire come i diritti umani, il rispetto della dignità e libertà siano ancora lontani per molti uomini e donne
Soffermarsi a guardare quei luoghi e quegli sguardi forse può aiutarci a non girare sempre
altrove il nostro sguardo e a condividere una responsabilità collettiva che indica ancora
oggi, dopo 60 anni, quello dell’orizzonte proposto dall’assemblea delle nazioni unite come
un orizzonte forse solo un po’ più vicino, ma ancora troppo lontano.
La mostra che proponiamo quest’anno viene inaugurata in occasione dell’8 marzo per sottolineare la particolare gravità di una condizione di discriminazione che ancora oggi subiscono le donne nel mondo ma anche per richiamarne, attraverso le foto di Nadalini, l’inesauribile forza e la capacità di “resistenza” attiva. Ed è proprio grazie all’impegno e dalle
rivendicazioni di queste donne, che abbiamo imparato quanto sia necessario estendere e
ripensare l’ universalismo dei diritti, a partire sia dalla differenza del corpo femminile che
dalla rilettura dei diritti umani universali attraverso la prospettiva di genere.
Negli anni abbiamo voluto sottolineare attraverso le esposizioni di artisti impegnati socialmente e culturalmente la centralità dei temi della libertà, della giustizia e dei diritti
legandoli ad eventi o ricorrenze che riguardavano la liberazione (il 25 aprile), il lavoro (il
primo maggio), o la resistenza. La condizione femminile oggi è il simbolo di quanto questo nostro mondo sia, dopo più di 2 secoli da quella rivoluzione che parlava di Libertà,
uguaglianza e solidarietà, ingiustificatamente iniquo e di come, provare ad attenuare questa condizione delle nostre società, possa ancora dare un senso all’impegno di una vita.
Monia Giovannetti
Assessore alla Cultura
Comune di Bagno di Romagna
Di fronte a una serie di fotografie dal mondo nasce quasi istintivamente la curiosità di
calarsi tra i pensieri di chi scatta e chiedersi, sulle orme di Chatwin, perché quel fotografo
fosse esattamente lì in quel momento, in un mondo distante fisicamente e socialmente
dal proprio. In quell'atto di partire, precedente a ognuno degli scatti in mostra, c'è qualcosa di pre-razionale, di difficilmente esplorabile e probabilmente variabile di volta in
volta. Su di esso si può solo indagare o meglio immaginare per via indiretta, magari partendo da piccoli accenni, come l'ombra, presumibilmente quella del fotografo, che si affianca alla madre con il bambino nel villaggio Samara in Algeria nel 1994.
La giustapposizione delle immagini agli articoli della dichiarazione sui diritti umani però
stimola anche un'altra riflessione. Dà anima e sostanza alla formulazione giuridica. La
norma, per sua natura e dottrina, si declina astratta e puntuale in questo percorso espositivo così come in ogni corpus di leggi, ma, con a fianco l'immagine, chi guarda si sente
parte del corpo sociale a cui il dettato si riferisce e teme, come qualcosa di concreto e pericoloso, quanto può accadere laddove quel disposto è disatteso. Attraverso la lente di
Nadalini la tutela della libertà di riunione e associazione, articolo 20, diventa l'energia di
migliaia di donne in marcia: le leader, forse le più coraggiose, forse coloro con una coscienza civile più forte e raffinata, in primo piano, e, dietro, la collettività che le rappresenta e le sostiene, legittimandone il messaggio e condividendone la gioia.
Infine ci sono le tante scene individuali: persone che mangiano, studiano, giocano, pregano, dormono, si curano. Quei frammenti, che la buona fotografia sa ritagliare dal fluire
del tempo senza ritagliare l'energia del contesto, danno quell'ebbrezza di condivisione
che si prova quando, finalmente vicini, si dona o si riceve una parte del proprio vissuto
senza filtri o mediazioni.
Silvio Mini
Ufficio Turismo e Cultura
Comune di Bagno di Romagna
Gli articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
La Dichiarazione è stata firmata a Parigi il 10 dicembre 1948 su iniziativa delle Nazioni Unite. Rappresenta un codice etico di importanza fondamentale, composta da un preambolo e da trenta articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona.
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di
colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. 2) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del Paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale Paese o territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi
altra limitazione di sovranità.
Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.
Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; La schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a trattamento o punizioni crudeli, inumani o degradanti.
Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.
Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un'eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad
un'eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.
Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibiltà di ricorso a competenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.
Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale,
al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonchè della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.
Articolo 11
1) Ogni individuo accusato di reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo
nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie per la sua difesa. 2) Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo
che, al momento in cui sia stato perpetrato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.
Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, nè a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
Articolo 13
1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. 2) Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi
Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.
Articolo 14
1) Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni. 2) Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Articolo 15
1) Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza. 2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, nè del diritto di
mutare cittadinanza.
Articolo 16
1) Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione.
Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento. 2) Il matrimonio potrà essere concluso soltanto
con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi. 3) La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla
società e dallo Stato.
Articolo 17
1) Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà privata sua personale o in comune con gli altri.
2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.
Articolo 18
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di
manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
Articolo 19
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Articolo 20
1) Ogni individuo ha il diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica. 2) Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.
Articolo 21
1) Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio Paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti. 2) Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio Paese. 3) La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto
segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
Articolo 22
Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale nonchè alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua
dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
Articolo 23
1) Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione. 2) Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro. 3) Ogni individuo che lavora ha diritto ad
una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia un'esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, ad altri mezzi di protezione sociale. 4) Ogni individuo ha il diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24
Ogni individuo ha il diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.
Articolo 25
1) Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
2) La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
Articolo 26
1) Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione
elementare deve essere obbligatoria.
L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base
del merito. 2) L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e
delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve
favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace. 3) I genitori hanno diritto di priorità nella scelta di istruzione da impartire ai loro
figli.
Articolo 27
1) Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici. 2) Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e la libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.
Articolo 29
1) Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità. 2) Nell'esercizio dei
suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e della libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale
in una società democratica.
3) Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite.
Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di qualsiasi Stato gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione dei diritti e delle libertà in
Algeria. 1994. Campo profughi Saharawi: la scuola nel villaggio di Smara
Algeria. 1994. Campo profughi Saharawi: villaggio di Smara
Algeria. 2006. Campo profughi Saharawi: la palestra nel villaggio di Smara
Algeria. 2006. Campo profughi Saharawi: abitazioni nel villaggio Auser distrutte da una violenta alluvione
Luciano Nadalini è nato a Castelfranco Emilia (MO). Attualmente vive e lavora a Bologna.
Nel 1987 con il fotografo Gilberto Veronesi ha costituito lo studio Camera Chiara. Fotografo del quotidiano Unita’
dal 1984 , ha collaborato con altre testate e periodici, tra i quali l’Espresso, Panorama, Famiglia Cristiana ed il
Venerdi di Repubblica.
Dal 1990 al 2003 è stato fotografo dell’ufficio stampa del Comune di Bologna, e ha lavorato per la Provincia di Bologna
e gli Assessorati alle Politiche Sociali ed Industriali della Regione Emilia Romagna.
Ha realizzato servizi fotografici in vari paesi del mondo: Paesi Baschi, Canada. Siria, Algeria, campi profughi Saharaui,
Angola e Burundi, Nicaragua e Honduras dopo l’uragano Mitch.
Nel 1991 è stato a Bagdag , per poi andare nel Kurdistan Irakeno, dopo la “prima guerra del Golfo”. Nel 2003 è ritornato in Iraq prima e dopo lo scoppio del recente conflitto. Tra il 2000 e 2004 ha compiuto vari reportage in
Colombia.
Attualmente collabora con diverse testate e con organizzazioni non governative, tra cui il Gruppo Volontariato
Civile di Bologna.
Tra le mostre principali: “Cronaca”, sulla città di Bologna (1990); “Angola e Burundi: tra guerra e pace” (1994); ” L’odio”,
dieci anni di guerra nei Balcani (1999)
Nel 1998 ha esposto a Chiasso in Svizzera, durante i festeggiamenti dei duecento anni della nascita di quella
Nazione e nel 2000 a Luanda in Angola con il patrocinio del Ministero degli Esteri, a Parigi in una collettiva dedicata
ai Rom d’Europa, ed a Praga con immagini su Bologna.
E’ del 2001 la mostra fotografica sulle condizioni di vita del popolo Saharaui, nei campi profughi di Tindouf in Algeria
(l’indagine è stata completata nel 2002, sulle condizioni di vita di questa popolazione nei territori del Sahara Occidentale).
Ha realizzato libri fotografici su diversi temi, manifestando la sua sensibilità verso le problematiche sociali sia italiane- si vedano i lavori dedicati alla lotta degli studenti della Pantera, alla condizione dei manicomi in Emilia Romagna,
alla vita delle comunità d’immigrati nella Provincia di Ravenna- sia internazionali, spaziando dal Burundi, all’Angola,
al Nicaragua, Mozambico fino al conflitto dei Balcani.
Nel 2002 invitato dall’Ambasciata del Regno del Marocco ha realizzato un servizio fotografico sulle città e regioni
di provenienza degli immigrati di quel paese, che hanno trovato lavoro nella nostra Regione.
Tra il 2003 ed il 2006 ha realizzato mostre sul conflitto Palestinese-Israeliano, sul tema “Acqua, una risorsa di vita e
di pace”, e sulle condizioni di vita delle popolazioni irakene con il libro fotografico “La Guerra Continua , immagini
di dodici anni di conflitti nell’Iraq”.
Nel 2005 ha partecipato ad una mostra collettiva sulla condizione della donna in Mozambico.
Nel 2008 è stato in Libano come accompagnatore di giovani giornalisti per un corso di formazione sui conflitti e la
pace,organizzato dalla Provincia di Bologna e dall’Ordine dei giornalisti della Emilia Romagna
Nel 2008 è stata allestita la mostra "Dalle parole ai diritti. Perché i diritti umani non rimangano solo una dichiarazione". E’ del 2009 la mostra fotografica “SETE” .
Nel 2010 insegna ”fotografia e comunicazione sociale” all’Accademia di Belle Arti di Bologna.