N. 38 - 2014 - Gruppo Botanico Milanese

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N. 38 - 2014 - Gruppo Botanico Milanese
PAGINE
BOTANICHE
PERIODICO
DEL GRUPPO
BOTANICO
MILANESE
N. 38 - 2014
PAGINE
BOTANICHEE
PERIODICO DEL GRUPPO
BOTANICO MILANESE
Direttore responsabile:
Gabriele Galasso
Comitato di redazione:
Enrico Banfi, Gabriele Galasso, Riccardo Mazza,
Roberto Ferranti, Benedetto Prinetti
Coordinamento editoriale:
Sandro Perego, Giorgio Ceffali
Coordinamento tecnico:
Lorenzo Achilli
Direzione e redazione:
c/o Museo Civico di Storia Naturale di Milano
C.so Venezia, 55 - 20121 Milano
C.C.P. n. 36070209 intestato al Gruppo Botanico Milanese
Registrazione Tribunale di Milano:
N. 124 del 3-3-1984
Distribuzione gratuita ai soci
Stampa:
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Finito di stampare: Febbraio 2015
Sito internet:
www.gruppobotanicomilanese.it
Il Gruppo si riunisce ogni lunedì sera dalle 21.00 alle 23.00
presso il Museo di Storia Naturale di Milano, ingresso gratuito
PAGINE
BOTANICHE 2014
PERIODICO DEL GRUPPO BOTANICO MILANESE N
N. 38
SOMMARIO
Le piante tossiche sono soltanto velenose per l'uomo?
Franca Davanzo, Chiara Falciola &
Maria Laura Colombo
Pag.
3
Notulae ad plantas advenas Longobardiae spectantes: 5
(263-310)
Gabriele Galasso & Enrico Banfi
17
Settimana botanica G.B.M.
Dobbiaco. 21-27 giugno 2014
Alberto Sessi
49
XLII Mostra Micologica Milanese
5-6 ottobre 2013
Alberto Sessi & Benedetto Prinetti
57
Il G.B.M. ricorda
Luigi Cagnolaro
Giogio Bardelli, Giorgio Chiozzi, Michela Podestà &
Stefano Scali
63
Alberto Sessi
65
Silene elisabethae Jan
2
PAG. BOT. 2014, 38: 3-16
LE PIANTE TOSSICHE SONO
SOLTANTO VELENOSE
PER L’UOMO?
Franca Davanzo*, Chiara Falciola* & Maria Laura Colombo**
RIASSUNTO – Tutto il regno vegetale, in particolare le angiosperme,
produce una vasta gamma di principi attivi che permettono alla pianta
di sopravvivere nell’ambiente circostante. Tali composti chimici,
presenti a centinaia in ogni vegetale, svolgono il ruolo di molecolesegnale che permettono alla pianta che li produce di interagire con
le altre vicine, con gli animali predatori e anche con gli animali
che, al contrario, sono attratti da queste sostanze (ad es. gli insetti
impollinatori). Alcuni di questi composti sono particolarmente tossici
per i mammiferi, uomo compreso, mentre i medesimi composti
possono non esserlo per gli insetti, dotati di altre vie metaboliche. La
presenza di piante tossiche in natura va sicuramente studiata e l’uomo
deve essere a conoscenza della presenza di piante potenzialmente
tossiche. Tuttavia le piante tossiche, cioè capaci di produrre molecole
in grado di indurre nell’uomo effetti avversi, diventano una fonte
insostituibile di farmaci, anche salvavita, naturalmente da assumersi
sotto stretto controllo medico. Deve quindi essere chiaro a tutti
che ogni essere vivente (piante comprese) contiene al suo interno
centinaia e centinaia di composti chimici, che necessariamente
devono essere valutati anche per i loro potenziali effetti avversi.
Si descrivono alcuni tra i casi più ricorrenti di intossicazione da
ingestione di parti di piante tossiche avvenuti in Italia nel periodo
2010-2012: aconito, colchico, euforbia, fico, mandragora, veratro. I
casi solitamente si verificano per errore durante la raccolta di piante
spontanee e sono supportati dalla radicata e falsa credenza che le
piante, per qualche oscuro motivo, “non conterrebbero sostanze
chimiche” e quindi sarebbero di per sé innocue.
* Centro Antiveleni di Milano, A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda, piazza Ospedale
Maggiore 3, 20162 Milano (MI); [email protected]; [email protected]
** Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, Università degli Studi di Torino,
via P. Giuria 9, 10125 Torino (TO); [email protected]
3
ABSTRACT – ARE TOXIC PLANTS ONLY POISONOUS FOR
HUMANS? The Plant Kingdom and all the flowering plants in particular,
produce a wide range of active ingredients, which allow the plant to
survive in the environment. These chemical compounds are hundreds
in each plant and they play the role of signaling molecules that allow
the plant that produces them to interact with other nearby plants, with
predatory animals and also with the animals that are attracted to the
contrary, by these chemical compounds (e.g. pollinating insects). Some
of these compounds are particularly toxic to mammals, including man,
while the same compounds may not be so for the insects, with other
metabolic pathways. The presence of toxic plants in nature definitely
should be investigated and the person must be aware of the presence
of potentially toxic plants. However, the toxic plants, capable of
producing molecules that can give adverse effects to humans, become
an irreplaceable source of life-saving drugs also, of course, if taken
under direct medical supervision. On the one hand it must be clear
to everyone that all living things (including plants) contains within
it hundreds and hundreds of chemical compounds, which necessarily
must also be evaluated for their potential adverse effects.
We describe some of the most recurrent cases of poisoning from
ingestion of pieces of toxic plants occurred in Italy in the period 20102012: Monk’s-hood, Meadow Saffron, Spurge, Fig, Mandrake, Falsehelleborine. The cases usually occur for confusion in the collection of
wild plants, supported by the false belief that plants, for some reason,
“do not contain chemicals”, and then they would in itself harmless.
INTRODUZIONE
Le intossicazioni causate da specie
vegetali sono un fenomeno troppo
spesso ignorato e sottostimato. L’opinione ormai diffusa che tutto ciò che
è naturale sia effettivamente utilizzabile per mantenersi in buona salute
(MOWRY et al., 2013) non tiene conto
che molte delle sostanze farmacologicamente attive e mortali provengono
proprio dal regno vegetale e sono il
frutto di una attenta selezione naturale, che nel tempo ha agito sulle piante
al fine di rendere inoffensivi o allontanare eventuali aggressori (PICHERSKY & GANG, 2000).
Il Centro Antiveleni (CAV) di Milano
gestisce ogni anno circa 1.000 nuovi
casi di esposizione e/o intossicazione
con vegetali, appartenenti sia a specie esotiche, ma presenti nelle nostre
case, sia a piante selvatiche, autoctone nel nostro Paese (COLOMBO et al.,
2010).
MATERIALI E METODI
Nel periodo 1 gennaio 2010 - 31 dicembre 2012 il CAV di Milano ha
gestito 2.719 richieste di consulenza provenienti dalle varie regioni
italiane, con il coinvolgimento di
2.903 pazienti (157 richieste hanno
riguardato casi multipli, cioè hanno coinvolto contemporaneamente
più soggetti). Questa casistica non
comprende le intossicazioni da miceti.
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PAGINE BOTANICHE 2014
RISULTATI E DISCUSSIONE
Dal 2010 al 2012 la maggior parte
delle consulenze è stata richiesta dal
privato cittadino (n = 1.844; 67,82%),
il 32,07% (n = 872), invece, proveniva
dagli ospedali; solo in 3 casi (0,11%)
la provenienza non è nota. Nel 70,9%
(n = 1.928) la fascia di età maggiormente coinvolta è quella pediatrica
(0-14 anni); nel 93,60% (n = 2.545)
le circostanze di esposizione sono accidentali, nel 4,04% (n = 110) sono
volontarie, mentre nel 2,35% (n = 64)
non se ne conosce la causa. Una quota
pari a circa l’86,17% (n = 2.343) delle
esposizione si verifica in ambiente domestico o nelle sue pertinenze (orto,
giardino, cortile, garage, balcone), in
percentuale minore in ambienti pubblici (scuole, case di cura e luoghi di
lavoro). Il 34,17% dei pazienti era sintomatico al momento della richiesta di
consulenza e la sintomatologia presentata interessava l’apparato gastroenterico, cardiocircolatorio, oculare,
neuromuscolare e il sistema nervoso
centrale. La gravità dell’intossicazione deriva sia dalla natura della tossina
ingerita sia dalla dose assunta; l’esito dell’evento è condizionato dalla
tempestività con cui si interviene e
dall’efficacia della terapia messa immediatamente in atto.
L’elevato numero delle esposizioni,
seppure asintomatiche, deve invitare
alla prudenza, considerando che la
popolazione maggiormente coinvolta
è costituita dai bambini di età inferiore ai 5 anni. L’assenza di sintomi
è legata molto spesso alla precocità
di trattamento messo in atto su consiglio dei medici del CAV: infatti la
breve latenza che si verifica in caso
di intervento tempestivo consente di
approntare un’efficace prevenzione
dell’assorbimento delle eventuali sostanze tossiche presenti nelle piante,
fatto questo che risulta efficace nella maggior parte dei casi. Un fattore
che depone a sfavore e che semmai
favorisce il verificarsi dei casi di intossicazione, è l’assenza quasi totale,
nella maggior parte della popolazione umana e degli animali da compagnia, dell’abitudine al contatto e alla
consuetudine con il regno vegetale.
Tutto ciò ha provocato una carenza
di conoscenze delle piante selvatiche commestibili e, di conseguenza,
di quelle pericolose, causando ogni
anno svariate intossicazioni che possono anche porre in serio pericolo la
vita degli esposti.
Un altro punto da chiarire è che non
esistono antidoti nei confronti delle
sostanze tossiche contenute nelle piante: in caso di intossicazione il medico
può attuare una terapia sintomatica,
che affronta appunto i sintomi, non la
causa della intossicazione. Unica eccezione può essere considerato il trattamento posto in atto nel caso di pazienti intossicatisi mangiando foglie
di digitale (Digitalis spp., Fig. 1) in
quanto confuse con quelle della borragine (Borago officinalis L., Fig. 2). In
quest’ultimo caso vengono somministrati farmaci specifici opportunamente preparati in laboratorio: si tratta di
anticorpi anti-digossina (il principio
attivo presente nella digitale), che in
modo specifico sanno “catturare” le
molecole di digossina e renderle “innocue” per l’individuo.
5
Fig. 1: Digitalis purpurea: pianta prima della fioritura (plant before flowering). (Foto/
Photo Sandro Perego).
Fig. 2: Borago officinalis: pianta all’inizio della fioritura (plant at the beginning of
flowering). (Foto/Photo Sandro Perego).
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PAGINE BOTANICHE 2014
gerito delle foglie di aconito raccolte
dal figlio come “radicchio” (Lactuca
alpina L. ≡ Cicerbita alpina (L.) Wallr., Fig. 4) e poi conservate in barattoli sott’olio. L’uomo ha presentato una
sintomatologia più marcata, probabilmente per averne ingerito una quantità maggiore: tachicardia, ipotensione,
parestesie, oltre a vomito e diarrea.
Il secondo caso ha coinvolto due pazienti di nazionalità cinese, che avevano messo a macerare la radice di
aconito in alcool per poi ingerire circa
150 cm3 di preparato per trattare una
sintomatologia dolorosa a carico delle
articolazioni, come suggerito dalla loro
medicina tradizionale. Hanno presentando parestesie agli arti e bigemini-
Vengono ora fornite alcune brevi informazioni sulle entità vegetali che si
presentano costantemente nella casistica del CAV di Milano e rappresentano un serio rischio per la salute e la
vita di coloro che inconsapevolmente
vi si espongono. La nomenclatura utilizzata segue BANFI et al. (2012).
Aconitum spp.
Le esposizioni ad aconito (Aconitum
spp., Fig. 3) hanno coinvolto 6 pazienti, 4 maschi e 2 donne, tutti soggetti adulti di età compresa tra i 41 e
i 74 anni.
Di particolare interesse sono stati due
casi risalenti al 2010. Il primo riguarda una coppia di coniugi che ha in-
Fig. 3: Aconitum napellus: germoglio (sprout). (Foto/Photo Sandro Perego).
7
Fig. 4: Lactuca alpina: germoglio (sprout). (Foto/Photo Sandro Perego).
smo sporadico. La procedura della macerazione delle radici in alcool, messa
in atto dai due pazienti cinesi, di per sé
non è concettualmente errata. Infatti le
sostanze tossiche presenti nell’aconito,
cioè aconitina e altri alcaloidi diterpenici, di per sé sono molecole labili, che
si idrolizzano facilmente, soprattutto al
variare dell’acidità del solvente, perdendo così parte della loro tossicità
(BISSET, 1981). Tuttavia è chiaramente
sconsigliabile cercare di preparare dei
medicamenti “fai da te” utilizzando
piante potenzialmente mortali e per le
quali non sia noto alcun antidoto.
stati in totale 8, di cui 2 possono essere definiti multipli in quanto hanno
interessato più soggetti contemporaneamente. Uno di questi ultimi è avvenuto mese di marzo 2011: durante
una scampagnata in provincia di Bari,
4 adulti hanno raccolto e poi consumato alcuni bulbi di colchico confuso
col lampascione (Muscari comosum
(L.) Mill. ≡ Leopoldia comosa (L.)
Parl., Fig. 6). La sintomatologia comparsa ha interessato l’apparato gastroenterico (numerosi episodi di vomito)
e si è risolta in breve tempo e in modo
positivo dopo la decontaminazione
con carbone attivato in polvere.
Il secondo caso ha coinvolto, nel
mese di novembre dell’anno 2012,
una famiglia di Desio composta da
padre e figlio di 17 anni; la madre non
Colchicum spp.
I casi di ingestione di colchico (Colchicum spp., Fig. 5) per i quali è pervenuta la richiesta di consulenza sono
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PAGINE BOTANICHE 2014
Fig. 5: Colchicum autumnale: germoglio in fiore (flowering sprout). (Foto/Photo Sandro
Perego).
Fig. 6: Muscari comosum: bulbo (bulb). (Foto/Photo Sandro Perego).
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le quali avviene il contatto e possono provocare, soprattutto nei bambini
molto piccoli, danni gravi con rischio
per la vita (edema della glottide con
conseguente insufficienza respiratoria). La terapia è solo sintomatica e di
supporto alle funzioni vitali.
Particolarmente indicativo è stato un
caso di esposizione a Euphorbia lathyris L. (Fig. 7). L’episodio ha coinvolto un bimbo di 2 anni che stava
giocando con il fratellino in cortile; i
due bimbi sono stati attratti dal vegetale e il fratello maggiore, dopo averne
spezzato un ramoscello, ha spalmato
alcune goccioline di latice fuoriuscite
dal ramo sulle guance del fratellino.
Queste si sono immediatamente arrossate e l’irritazione, simile a ustione, molto dolorosa, è durata circa 2
giorni. Relativamente a E. lathyris
si dice che, piantata negli orti e nei
giardini, tenga lontane le talpe. Probabilmente questa reputazione deriva
dall’uso di introdurre rami spezzati
nelle gallerie sotterranee scavate dalle talpe: l’odore sgradevole del latice
irriterebbe gli animali, tenendoli così
lontani dagli orti coltivati. E. lathyris
è espressamente venduta dai florovivaisti proprio per rispondere a questo
scopo (cfr. <http://www.localharvest.
org/mole-plant-seed-C6395>, ultima
consultazione il 9 ottobre 2014).
ha mangiato il piatto contaminato soltanto per un caso fortuito. Il padre ha
preparato un risotto utilizzando degli
stami di colchico, raccolti 2 mesi prima e poi fatti essiccare; la confusione
è avvenuta con lo zafferano (Crocus
sativus L.). Padre e figlio hanno presentato una sintomatologia piuttosto
marcata e tardiva (dopo 18 e 24 ore
rispettivamente) a carico dell’apparato gastrointestinale, caratterizzata da
nausea e numerosi episodi di diarrea;
la donna, invece, avendone assaggiato soltanto una cucchiaiata scarsa, è
risultata completamente asintomatica.
I due pazienti sono stati ricoverati per
una settimana in medicina d’urgenza,
dove sono stati sottoposti a controlli seriati della funzionalità renale ed
epatica, che ha manifestato alterazioni
regredite nell’arco di una settimana,
mantenendoli in infusione di liquidi.
Si è verificato anche un’alterazione
dei parametri emocromocitometrici
e della coagulazione, rientrati con la
sola terapia sintomatica.
Euphorbia spp.
I casi di esposizione a piante appartenenti al genere Euphorbia sono
numerosi soprattutto nel periodo invernale: generalmente coinvolgono
bambini che, attratti dal colore rosso
della stella di Natale (Euphorbia pulcherrima Willd. ex Klotzsch), vengono a contatto con il latice, ricco di
aghi microscopici di ossalato di calcio
(comunemente detti rafidi), latice presente in tutte le piante di questo genere. Questi aghi provocano la comparsa di edema e dolore alle mucose del
cavo orale e della gola o alla cute con
Ficus carica
Le esposizioni a parti dell’albero del
fico (Ficus carica L.) sono state 15 e
hanno coinvolto 9 maschi, 5 femmine e
un cucciolo di cane di appena 1 anno.
La via di esposizione che provoca sintomi significativi è quella cutanea, con
10
PAGINE BOTANICHE 2014
Fig. 7: Euphorbia lathyris: pianta con frutti (plant with fruits). (Foto/Photo Sandro
Perego).
manifestazioni di fotosensibilità per la
pelle dovute alla presenza nel latice
di questa pianta di alcune sostanze
chimiche che causano la comparsa di
lesioni. Il caso più grave si è verificato
in una donna di 55 anni la quale, a seguito di uso improprio di fico a scopo
abbronzante (la paziente ne aveva preparato un infuso con alcune foglie, poi
utilizzato sulla cute prima di esporsi al
sole), ha presentato ustioni di 2° grado e 2° grado profondo sull’87% della
superficie corporea. Il quadro clinico
risultante è stato molto grave a causa dell’elevata percentuale corporea
esposta, che ha reso necessario il ricovero per un lungo periodo in un centro
ustioni. Si è avuta la guarigione delle
ustioni di 2° grado e un miglioramento di quelle di 2° grado profondo.
L’utilizzo di parti di fico per meglio
acquisire l’abbronzatura è una tecnica tramandata per via orale, scritta
e suggerita da alcune persone prive
di buon senso e che non si documentano consultando fonti sicure,
certe che “il naturale è bello e non
fa male”. Le foglie sono irritanti per
contatto o sfregamento con la pelle
e, in soggetti predisposti, la reazione
di sensibilizzazione è aumentata dal
calore e dalla esposizione ai raggi
ultravioletti. Il latice, presente in tutta la pianta, contiene furocumarine,
bergaptene e psoralene, cumarine
tutte capaci di provocare gravi reazioni di fotosensibilizzazione (JOSEPH & RAJ, 2011). Anche il latice che
sgorga dai tagli delle parti verdi, dai
frutti immaturi e dai giovani rametti
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tensione) e il sistema nervoso centrale
(atassia, confusione, agitazione, allucinazioni, convulsioni), oltre a manifestazioni oculari come pupilla dilatata (midriasi) e diminuzione dell’acuità visiva. Generalmente le foglie
della mandragora sono state raccolte
e consumate al posto della borragine
(Borago officinalis, Fig. 2), nonostante si distinguano da queste ultime
per la mancanza dei caratteristici peli
pungenti (pelosità fitta, omogenea e
pungente nella borragine); in un solo
caso le foglie della pianta sono state
confuse con le erbette selvatiche (Beta
spp.). In tutti i casi la terapia seguita è
stata di tipo sintomatico e la sintomatologia si è risolta nell’arco di alcune
ore o di pochi giorni nei casi più gravi
(per i quali si è resa necessaria la somministrazione di sedativi, benzodia-
contiene sostanze in grado di ustionare e irritare la pelle.
Mandragora autumnalis
I casi di esposizione a mandragora
(Mandragora autumnalis Bertol., Fig.
8) sono numerosi ogni anno e interessano le regioni dell’Italia meridionale, in modo particolare la Sicilia dove
la pianta cresce molto diffusamente.
Il numero complessivo dei pazienti
coinvolti è stato 42: 24 femmine e 17
maschi; in un solo caso non è noto il
sesso del paziente.
La sintomatologia presentata, seppur
con diversa gravità, corrisponde alla
sindrome identificata in tossicologia
col nome “sindrome anticolinergica”.
I segni e i sintomi manifestati hanno
coinvolto principalmente l’apparato
cardiocircolatorio (tachicardia, iper-
Fig. 8: Mandragora autumnalis: foglie (leaves). (Foto/Photo Sandro Perego).
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PAGINE BOTANICHE 2014
causa della giornata estremamente
calda. I bambini, che hanno soltanto
assaggiato e immediatamente sputato la foglia a causa del sapore estremamente amaro e sgradevole, hanno
manifestato una lieve alterazione
del ritmo cardiaco; le due donne
(madre e nonna dei bambini), che si
sono rifiutate di masticare le foglie,
non hanno presentato sintomi; invece i due uomini (padre e nonno),
che hanno masticato e ingerito una
quantità abbondante di foglie, hanno
presentato una grave sintomatologia caratterizzata da ipotensione (80
mmHg di massima per diverse ore) e
bradicardia (41-44 battiti al minuto),
nausea seguita da numerosi episodi
zepine, e fisostigmina per calmare la
grave agitazione psicomotoria).
Veratrum spp.
Nel periodo considerato, l’intossicazione da veratro (Veratrum spp., Fig.
9) ha coinvolto 10 pazienti, 7 maschi
e 3 femmine. La maggior parte dei
soggetti esposti è costituita da persone adulte di età compresa tra 38 e
66 anni, oltre a due bambini rispettivamente di 2 e 8 anni; in soli 2 casi
non si conosce l’età del paziente.
La richiesta di consulenza è giunta
dall’ospedale (medici del Pronto Soccorso) per il 70% dei soggetti, in 3
casi proveniva da fuori ospedale (privati cittadini).
La pianta, raccolta e utilizzata, è stata
confusa con la genziana (Gentiana sp.
sect. Gentiana); l’errore viene indotto
dalla non corretta identificazione delle foglie o delle radici, a seconda della parte che si desidera raccogliere.
I sintomi presentati hanno coinvolto
l’apparato cardiocircolatorio (con abbassamento della pressione arteriosa
-ipotensione- e rallentamento del battito cardiaco -bradicardia-), gastroenterico (nausea, vomito) e oculare
(lacrimazione).
Di particolare rilevanza è la richiesta di consulenza pervenuta nel mese
di aprile 2011 da parte di Regione
Lombardia: durante una passeggiata sul Monte Denervo, nei pressi di
Tignale (BS), una famiglia composta
da marito, moglie, nonni e 2 bimbi
di 8 e 2 anni ha raccolto e succhiato
delle foglie di Veratrum lobelianum
Bernh. (Fig. 9), confondendolo con
genziana, allo scopo di dissetarsi a
Fig. 9: Veratrum lobelianum: parte
inferiore della pianta (lower part of the
plant). (Foto/Photo Sandro Perego).
13
di vomito, lacrimazione degli occhi.
I soggetti più gravi sono stati ricoverati in unità di cure intensive per tre
giorni e, dopo la decontaminazione
mediante la somministrazione di carbone attivato in polvere nelle prime
24 ore e la terapia di supporto cardiocircolatoria, sono stati trasferiti
in un reparto medicina e quindi dimessi. Il riconoscimento della pianta
responsabile dell’intossicazione è
stato effettuato inizialmente mediante l’invio delle foto dei vegetali, in
seguito con l’invio dei campioni freschi direttamente all’esperto botanico, come da procedura.
Relativamente alle esposizioni al veratro, nei mesi primaverili (come in
quest’ultimo caso) esse si verificano
poiché le persone coinvolte erano alla
ricerca di giovani foglie di genziana
per utilizzarne il succo amaro come
dissetante; nei mesi tardo-estivi o autunnali, invece, i pazienti esposti cercavano le radici di genziana (soprattutto Gentiana lutea L., Fig. 10) per
aromatizzare grappa e liquori vari.
Quindi le esposizioni e/o intossicazioni da veratro possono verificarsi in
stagioni diverse dell’anno, a seconda
della parte della pianta che le persone
vorrebbero raccogliere.
Fig. 10: Gentiana lutea: pianta in fiore (plant with flowers). (Foto/Photo Sandro
Perego).
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PAGINE BOTANICHE 2014
CONCLUSIONI
In conclusione, le piante tossiche
possono essere anche utili all’uomo
oppure no?
Le piante tossiche, ovviamente, non
devono essere ingerite e consumate
senza riflettere e senza alcuna motivazione. Anche le apparentemente
innocue carote, se ingerite in quantità
smodata possono dare effetti avversi.
Tuttavia, soprattutto le piante tossiche sono molto utili all’uomo, principalmente dal punto di vista farmacologico. Infatti, è bene sottolineare che
una pianta tossica contiene principi
attivi chimici altamente velenosi, che
tuttavia possono essere proficuamente utilizzati per preparare farmaci,
talvolta anche salvavita. Ricordiamo,
ad esempio, la pianta del tasso (Taxus
baccata L., Taxus brevifolia Nutt. e
altre specie del genere Taxus), che i
florovivaisti comunemente chiamano “albero della morte” talmente è
nota a tutti la sua elevata tossicità.
Eppure, dagli inizi degli anni ’90 del
secolo scorso da parti diverse dell’albero del tasso si ricava e si usa in
terapia un principio attivo altamente
tossico, il tassolo, indispensabile nel
trattamento di alcune forme tumorali
che colpiscono l’utero e le ovaie. Gli
esempi che si potrebbero fare sono
davvero molteplici: tra questi la Digitalis lanata Ehrh., la D. purpurea
e altre specie simili, impiegate nella
terapia dell’insufficienza cardiaca;
alcune specie della famiglia delle
Solanaceae, utilizzate nella preparazione del farmaco Buscopan; Papaver somniferum L., conosciuto
come papavero da oppio, dal quale
si ricavano morfina, papaverina, codeina, tebaina e molti altri composti
che rientrano nella formulazione di
farmaci acquistabili solo con ricetta
medica; e gli esempi potrebbero continuare ancora.
Quindi soltanto la nostra conoscenza,
il desiderio e la curiosità di sapere e
di essere informati ci permettono di
evitare seri guai per la nostra salute
e per quella dei giovani, verso i quali
abbiamo il compito di trasmettere il
nostro sapere. È come dire che l’unico rimedio è studiare.
Ringraziamenti
Per la raccolta dei dati clinici si ringraziano: Francesca Assisi, Maurizio
Bissoli, Rossana Borghini, Tiziana
Della Puppa, Valeria Dimasi, Marcello Ferruzzi, Paola Angela Moro, Ilaria
Rebutti, Angelo Roberto Travaglia,
Paolo Severgnini, Joannhe Georgatos,
Fabrizio Maria Sesana, Antonella Pirina e Giovanni Milanesi, del Centro
Antiveleni dell’Ospedale Niguarda di
Milano. Per il materiale iconografico
si ringrazia Sandro Perego, del Gruppo Botanico Milanese.
BIBLIOGRAFIA
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PEREGO S., 2012 - Le piante velenose della flora italiana nell’esperienza del
Centro Antiveleni di Milano. Natura, Milano, 102 (1): 1-184.
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chemistry, and pharmacology. J. Ethnopharmacol., Lausanne, 4 (3):
247-336.
COLOMBO M. L., ASSISI F., DELLA PUPPA T., MORO P., SESANA F. M., BISSOLI
M., BORGHINI R., PEREGO S., GALASSO G., BANFI E. & DAVANZO F., 2010 Exposures and Intoxications after herb-induced poisoning: A retrospective
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JOSEPH B. & RAJ S. J., 2011 - Pharmacognostic and phytochemical properties
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Oxford, 5 (10): 439-445.
16
PAG. BOT. 2014, 38: 17-48
NOTULAE AD PLANTAS ADVENAS
LONGOBARDIAE SPECTANTES:
5 (263-310)
Gabriele Galasso* & Enrico Banfi*
Notula 263
Eugenio Zanotti, Enrico Banfi* &
Gabriele Galasso*
diretto di E. frumentacea Link, cereale domesticato in India e diffuso,
specialmente nel passato, nelle aree
a clima tropicale e subtropicale per
la produzione di farina alimentare,
birra e foraggio (MICHAEL, 2003). E.
colona è ormai presente in quasi tutte
le regioni italiane, comportandosi da
sinantropica occasionale dei luoghi
umidi, con frequenza massima al centro-sud e nelle isole. In Lombardia la
specie è stata segnalata da TABACCHI
et al. (2006) per le risaie del milanese e qui considerata naturalizzata da
BANFI & GALASSO (2010), come casuale da ARDENGHI (2012) in provincia di Pavia.
Via G. Galilei 10, 25034 Orzinuovi (BS);
[email protected]
* Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale
di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano
(MI); [email protected]; gabriele.galasso@
comune.milano.it
263. Echinochloa colona (L.) Link
(Poaceae)
(≡ Panicum colonum L.)
+ (NAT) BS: Orzinuovi (BS), sponda
sinistra del Fiume Oglio tra Cascina
della Lunga e Casella Corradini (UTM
ED50: 32T 0569405.5031266), 74 m
s.l.m., no exp., greto, 19 Sep 2013,
E. Zanotti (MSNM). - Neofita naturalizzata nuova per la provincia di
Brescia.
Pianta a distribuzione pantropicale, di
origine paleotropica, attualmente diffusa nelle zone temperato-calde del
globo, inclusa l’area mediterranea;
YABUNO (1966), HILU (1994) e YAMAGUCHI et al. (2005) hanno dimostrato che questa specie è il progenitore
BIBLIOGRAFIA
ARDENGHI N. M. G., 2012 - Notulae 51-94. In: Notulae ad plantas
advenas longobardiae spectantes:
2 (29-140). Galasso G. & Banfi E.
(eds.). Pag. Bot., Milano, 35 (2011):
58-78.
BANFI E. & GALASSO G. (eds.), 2010 La flora esotica lombarda. Museo di
Storia Naturale di Milano, Milano.
* Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale di Milano, corso Venezia 55, 20121
Milano; [email protected]; [email protected]
17
HILU K. W., 1994 - Evidence from
RAPD markers in the evolution of
Echinochloa millets (Poaceae). Pl.
Syst. Evol., Wien, 189 (3-4): 247257.
MICHAEL P. W., 2003 - 25.07
.07 Echinochloa P. Beauv. In: Flora of North
America North of Mexico. Flora of
North America Editorial Committee
(ed.). Oxford University Press, New
York, Oxford, 25 (Magnoliophyta:
Commelinidae (in part): Poaceae,
part 2): 390-403.
TABACCHI M., MANTEGAZZA R. &
FERRERO S., 2006 - Morphological traits and molecular markers for
classification of Echinochloa species
from Italian rice fields. Weed Sci., Urbana, 54 (6): 1086-1093.
YABUNO T., 1966 - Biosistematic
study of the genus Echinochloa. Jap.
Journ. Bot., Tokyo, 19 (2): 277-323.
YAMAGUCHI H., UTANO A., YASUDA
K., YANO A. & SOEJIMA A., 2005 - A
molecular phylogeny of wild and
cultivated Echinochloa in East Asia
inferred from non-coding region sequences of trnT-L-F. Weed Biol. Manag., Carlton South, 5 (4): 210-218.
(MSNM). - Neofita casuale nuova per
l’Italia, per la Lombardia e per la provincia di Lecco.
In un bosco umido è presente un arbusto di corniolo sericeo, residuo di
coltivazione, vicino al quale vi sono
alcune plantule nate spontaneamente.
265. Lonicera tatarica L. (Caprifoliaceae) (Fig. 1)
+ (CAS) LOM (LC): Montevecchia
(LC), via delle Sorgenti (UTM ED50:
32T 0529831.5060891), 281 m s.l.m.,
no exp., margine, 17 Apr 2014, M.
Villa (MSNM). - Neofita casuale nuova per l’Italia, per la Lombardia e per
la provincia di Lecco.
In questa località il caprifoglio dei
Tartari è presente con due piante, una
in forma arbustiva al margine della
strada, l’altra come alberello all’interno della fascia boscata.
266. Physalis peruviana L. (Solanaceae)
+ (CAS) LC: Lomagna (LC), loc. Tricudai, a E di via Giotto nell’alveo del
torrente Molgoretta in secca (UTM
ED50: 32T 0528665.5057937), 234
m s.l.m., no exp., bosco, 1 Oct 2013,
M. Villa (MSNM). - Neofita casuale
nuova per la provincia di Lecco.
Una sola pianta cresciuta su ghiaia
fine, spesso inondata. Nelle vicinanze vi sono alcune piante di Amaranthus sp., Lipandra polysperma (L.)
S.Fuentes, Uotila & Borsch (≡ Chenopodium p. L.), Persicaria dubia
(Stein.) Fourr., Solanum lycopersicum L. e S. nigrum L. Un’altra pianta
Notulae 264-266
Milena Villa
Via Lauro 4, 23888 Rovagnate (LC); milena.
[email protected]
264. Cornus sericea L. (Cornaceae)
+ (CAS) LOM (LC): Olgiate Molgora (LC), loc. Olcellera (tra via Mondonico e via Olcellera) (UTM ED50:
32T 0531250.5065040), 299 m s.l.m.,
E, bosco umido, 8 Mai 2014, M. Villa
18
PAGINE BOTANICHE 2014
Fig. 1: Lonicera tatarica. (Foto/Photos Milena Villa).
19
è stata osservata a poche centinaia di
metri di distanza, nell’alveo del torrente Lavandaia.
*Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale
di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano
(MI); [email protected]; gabriele.galasso@
comune.milano.it
Notula 267
Marco Merli
268. Nicotiana sylvestris Speg. &
S.Comes (Solanaceae) (Fig. 2)
Via dei Caputèi 7, fraz. Scelmo, 38070 Stenico
(TN); [email protected]
+ (CAS) LOM (BS): Manerba del
Garda (BS), Porto Dusano, via G.
Carducci, tornante prima del porto,
scarpata sopra la curva appena sopra il
muro di contenimento in calcestruzzo
(UTM ED50: 32T 0622592.5045047),
90 m s.l.m., SW, boscaglia spontanea,
con rifiuti solidi e Robinia pseudoacacia, Celtis autralis, Sambucus nigra, Trachycarpus fortunei, Ulmus
minor, Rubus sp., Hedera helix, Passiflora caerulea e Phytolacca americana, esemplare unico, alto ca. 1.5 m,
prosperoso, 6 Nov 2013, G. Ceffali
(MSNM). - Neofita casuale nuova per
l’Italia, per la Lombardia e per la provincia di Brescia.
Il tabacco silvestre è una pianta erbacea perenne originaria dell’Argentina
(Catamarca, Jujuy, La Rioja, Salta, Tucumán: COCUCCI & HUNZIKER,
2005), bienne o annuale nelle aree
temperate, dove è presente come fiore da giardino. In Italia sembra poco
coltivata, ma è in grado di sfuggire
via seme, determinando avventiziati
più o meno effimeri.
267. Actinidia deliciosa (A.Chev.)
C.F.Liang & A.R.Ferguson (Actinidiaceae)
(≡ Actnidia latifolia (Gardner
& Champ.) Merr. var. deliciosa
A.Chev.)
+ (CAS) BS: Gardone Riviera (BS),
a S di via dei Colli, lungo un ruscello
nelle immediate vicinanze del parcheggio del Museo del Divino-Infante
(UTM ED50: 32T 0622380.5053665),
100 m s.l.m., E, sponda ombrosa
di ruscello, 1 Dec 2013, M. Merli
(MSNM). - Neofita casuale nuova per
la provincia di Brescia.
La zona del rinvenimento è molto
ombrosa e fresca, con abbondanza di
Asplenium scolopedrium L. subsp.
scolopedrium, ambiente che ha sicuramente favorito la nascita del kiwi,
verosimilmente coltivato in qualche
giardino della zona. Lungo il ruscello troviamo anche alcuni individui
di Ligustrum lucidum W.T.Aiton e
Prunus laurocerasus L., mentre nei
dintorni è comunissima la presenza
di Trachycarpus fortunei (Hook.)
H.Wendl.
BIBLIOGRAFIA
COCUCCI A. A. & HUNZIKER A. T.,
2005 - 256. Solanaceae. Subtribu
VIIa. Nicotianinae, parte A. 1. Nicotiana L. In: Flora Fanerogámica Argentina. ProFlora Conicet, Cordoba,
89: 1-15.
Notula 268
Giorgio Ceffali, Enrico Banfi* &
Gabriele Galasso*
Via Anguissola 23, 20146 Milano (MI).
20
PAGINE BOTANICHE 2014
Fig. 2: Nicotiana sylvestris. (Foto/Photo Giorgio Ceffali).
21
Notulae 269-272
Nicola M. G. Ardenghi
(UTM ED50: 32T 0499024.5013075),
72 m s.l.m., no exp., sponda fluviale,
substrato sabbioso, 27 Iun 2013, N. Ardenghi (MSNM, APP). - Neofita: cambiamento di status, da casuale a naturalizzato, per la provincia di Milano.
Circa una trentina di esemplari sono
stati rinvenuti a Motta Visconti, lungo
la sponda orientale del Fiume Ticino,
sia sulle sabbie che tra le pietre ingabbiate utilizzate per la messa in sicurezza spondale. È altamente probabile
che gli esemplari osservati, dotati di
rizomi sotterranei particolarmente
sviluppati, siano presenti da diversi
anni, elemento che consente di modificare lo status d’invasività da casuale
a naturalizzato, analogamente a quanto osservato più a sud lungo il tratto
pavese del fiume (SOLDANO, 1980; osservazioni personali dell’autore).
Dipartimento di Scienze della Terra e
dell’Ambiente, Università degli Studi di Pavia,
via S. Epifanio 14, 27100 Pavia (PV); sahfen@
hotmail.com
269. Bidens connatus Muhl. ex
Willd. (Asteraceae)
+ (NAT) LOM (PV): Pavia (PV),
viale Lungo Ticino Sforza, all’incirca
davanti al bar “Imbarcadero Barbieri”, sponda sinistra del Fiume Ticino
(UTM ED50: 32T 0512252.5003016),
65 m s.l.m., S, sponda fluviale, substrato sabbioso, con Xanthium italicum, Persicaria lapathifolia, Digitaria sanguinalis, Panicum dichotomiflorum, Eragrostis pectinacea,
Amaranthus powellii e A. hybridus
(Polygono-Xanthietum italici), 17 Sep
2013, N. Ardenghi (MSNM, APP);
ibidem, 14 Oct 2013, N. Ardenghi
(MSNM, APP). - Neofita naturalizzata nuova per la Lombardia e per le
province di Pavia e Cremona.
Prima del presente ritrovamento, la
forbicina connata era già stata osservata in Lombardia da Paolo Marenzi
a Stagno Lombardo (CR), nell’ottobre del 2012 (http://www.actaplantarum.org/floraitaliae/viewtopic.
php?f=40&t=42783, ultima consultazione il 29 giugno 2014).
271. Opuntia humifusa (Raf.) Raf.
(Cactaceae)
(≡ Cactus humifusus Raf.)
+ (CAS) PV: Cava Manara (PV),
via G. Marconi, ferrovia a S della
stazione FS di San Martino Siccomario-Cava Manara (UTM ED50:
32T 0509038.4998901), 66 m s.l.m.,
no exp., massicciata ferroviaria, con
Cynodon dactylon, Elytrigia repens e
Convolvulus arvensis, 29 Aug 2014,
N. Ardenghi (MSNM). - Neofita casuale nuova per la provincia di Pavia.
Un singolo esemplare fruttificante è
stato rinvenuto sulla massicciata ferroviaria presso la stazione FS di San
Martino Siccomario-Cava Manara.
La pianta è costituita da numerosi ar-
270. Cyperus eragrostis Lam. (Cyperaceae)
+ (NAT) MI: Motta Visconti (MI),
sponda sinistra del Fiume Ticino,
Bosco Maina, centro parco “Geraci”
22
PAGINE BOTANICHE 2014
ticoli e potrebbe essere presente nel
sito da svariati anni, favorita dalle
condizioni particolarmente termofile
dell’ambiente di crescita. Ulteriori
osservazioni negli anni futuri potranno stabilirne l’eventuale naturalizzazione.
ARDENGHI N., ARRIGONI P., ASSINI S.,
BANFI E., BONA I., BONALI F., BRUSA
G., CATTANEO G., CEFFALI G., COLATORE A., FEDERICI G., FENAROLI F.,
FERRANTI R., FRATTINI S., GALASSO G.,
GARIBOLDI L., GIORDANA F., GRUPPO
BOTANICO MILANESE, GRUPPO FLORA
ALPINA BERGAMASCA, GRUPPO BRESCIANO DI RICERCA FLORISTICA, GUIGGI
A., KLEIH M., MARTINI F., MAURI S.,
PAROLO G., PERICO M., PROSSER F.,
ROVELLI P., SARTORI F., TRUZZI A., VILLA M. & ZANOTTI E., 2010 - Dati su
presenza e distribuzione provinciale.
In: La flora esotica lombarda. Banfi
E. & Galasso G. (eds.). Museo di Storia Naturale di Milano, Milano.
ARDENGHI N. M. G., GALASSO G.,
BANFI E., ZOCCOLA A., FOGGI B. &
LASTRUCCI L., 2014 - A taxonomic
survey of the genus Vitis L. (Vitaceae)
in Italy, with special reference to Elba
Island (Tuscan Archipelago). Phytotaxa, 166 (3): 163-198.
BONALI F. & GALASSO G., 2012 Notula 47. In: Notulae ad plantas advenas longobardiae spectantes: 2 (29140). Galasso G. & Banfi E. (eds.).
Pag. Bot., Milano, 35 (2011): 55-56.
SOLDANO A., 1980 - Naturalizzazione nel pavese di Amaranthus bouchonii Thell. e di altre sette esotiche nuove per la Lombardia. Considerazioni
distributive su altre specie già note.
Atti Ist. Bot. Univ. Lab. Critt. Pavia,
Pavia, s. 6, 13 (1978-1979): 137-143.
272. Vitis ×instabilis Ardenghi, Galasso, Banfi & Lastrucci (Vitaceae)
(= Vitis riparia Michx. × Vitis rupestris Scheele)
+ (NAT) CR: Rivolta d’Adda (CR),
ca. 100 m s.l.m., bordo bosco, 19 Apr
1982, R. Cavani, V. Terzo & R. Zucchetti (PAV sub V. vinifera). - Neofita
naturalizzata: nuovi dati sul periodo
di introduzione in Lombardia e in
Italia.
Notospecie già nota per la provincia di Cremona (BONALI & GALASSO,
2012). Il campione qui citato venne
inizialmente revisionato come V. riparia da ARDENGHI (2012), ma le lamine arrotondato-cordate, dotate di
seno basale a U allargata e prive di
evidenti ciuffi di peli all’ascella delle
nervature sulla pagina inferiore consentono invece di identificare correttamente l’exsiccatum come l’ibrido V.
×instabilis (ARDENGHI et al., 2014). Il
reperto anticipa di 28 anni la prima
segnalazione in Italia e in Lombardia,
fatta da ARDENGHI et al. (2010).
BIBLIOGRAFIA
ARDENGHI N. M. G., 2012 - Notulae
51-94. In: Notulae ad plantas advenas
longobardiae spectantes: 2 (29-140).
Galasso G. & Banfi E. (eds.). Pag.
Bot., Milano, 35 (2011): 58-78.
Notula 273
Gabriele Galasso
Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale
di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano
(MI); [email protected]
23
273. Poncirus trifoliata (L.) Raf.
(Rutaceae)
(≡ Citrus trifoliata L.)
s.l.m., no exp., nata spontaneamente sotto un cespuglieto d’impianto,
9 Mar 2014, G. Ceffali (MSNM);
ibidem, 25 Apr 2014, G. Galasso
(MSNM). - Neofita casuale nuova per
la provincia di Milano.
Specie sinora conosciuta solo per le
province di Varese e Mantova (ARDENGHI et al., 2010). Nella stazione
qui segnalata è presente con un esemplare nato da seme.
+ (CAS) MI: Milano (MI), Trenno, canale scolmatore di nordovest
(sponda ds.), lungo la recinzione
di Boscoincittà (UTM ED50: 32T
0507521.5036921 ± 10m), 126 m
s.l.m., no exp., nata spontaneamente
sotto un cespuglieto d’impianto, 24
Apr 2014, G. Galasso (MSNM). Neofita casuale nuova per la provincia di Milano.
Specie segnalata recentemente per
la Lombardia nel mantovano (TRUZZI, 2014). Nella stazione qui indicata
è presente con un piccolo esemplare
nato da seme.
BIBLIOGRAFIA
ARDENGHI N., ARRIGONI P., ASSINI
S., BANFI E., BONA I., BONALI F., BRUSA G., CATTANEO G., CEFFALI G., COLATORE A., FEDERICI G., FENAROLI F.,
FERRANTI R., FRATTINI S., GALASSO G.,
GARIBOLDI L., GIORDANA F., GRUPPO
BOTANICO MILANESE, GRUPPO FLORA
ALPINA BERGAMASCA, GRUPPO BRESCIANO DI RICERCA FLORISTICA, GUIGGI
A., KLEIH M., MARTINI F., MAURI S.,
PAROLO G., PERICO M., PROSSER F.,
ROVELLI P., SARTORI F., TRUZZI A.,
VILLA M. & ZANOTTI E., 2010 - Dati
su presenza e distribuzione provinciale. In: La flora esotica lombarda.
Banfi E. & Galasso G. (eds.). Museo
di Storia Naturale di Milano, Milano.
BIBLIOGRAFIA
TRUZZI A., 2014 - Notulae 213-222.
In: Notulae ad plantas advenas Longobardiae spectantes: 4 (209-262).
Galasso G. & Banfi E. (eds.). Pag.
Bot., Milano, 37 (2013): 43-46.
Notula 274
Giorgio Ceffali & Gabriele Galasso*
Via Anguissola 23, 20146 Milano (MI).
*Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale
di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano
(MI); [email protected]
Notula 275
Enrico Banfi & Gabriele Galasso
274. Danaë racemosa (L.) Moench
(Ruscaceae) (Fig. 3)
(≡ Ruscus racemosus L.)
Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale
di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano
(MI); [email protected]; gabriele.galasso@
comune.milano.it
+ (CAS) MI: Milano (MI), Trenno,
lungo la recinzione di Boscoincittà,
presso il canale scolmatore di nordovest (sponda ds.) (UTM ED50: 32T
0507456.5037182 ± 5 m), 130 m
275. Narcissus ‘Tête-à-tête’ (Amaryllidaceae)
(= Narcissus cyclamineus DC. × Narcissus tazetta L.)
24
PAGINE BOTANICHE 2014
Fig. 3: Danaë racemosa. (Foto/Photo Giorgio Ceffali).
25
+ (CAS) LOM (MI): Milano (MI),
via Canelli (UTM ED50: 32T
0519852.5037548 ± 5m), 117 m
s.l.m., no exp., margine erboso, 2 Mar
2014, E. Banfi (MSNM). - Neofita casuale nuova per l’Italia, per la Lombardia e per la provincia di Milano.
Il narciso tête-à-tête è un ibrido triploide di origine complessa (WU
et al., 2011), formatosi a seguito
dell’incrocio Narcissus ‘Cyclataz’ (=
N. cyclamineus DC. × N. tazetta L.
‘Soleil d’Or’) × N. cyclamineus DC. e
stabilizzato per via vegetativa con discreta autonomia propagativa. Questa
cultivar costituisce attualmente uno
degli articoli di maggior attenzione
fra le bulbose da aiuola, da vaso e da
giardino. Il reperto in oggetto consiste di pochi individui cresciuti in un
prato marginale a lato della strada che
delimita a ovest il parcheggio del cimitero di Lambrate; tale presenza può
essere in qualche modo correlata con
l’immediata adiacenza di un garden
center.
276. Vitis ×instabilis Ardenghi, Galasso, Banfi & Lastrucci (Vitaceae)
(= Vitis riparia Michx. × Vitis rupestris Scheele)
+ (NAT) LC: Perego (LC), località Galbusera Nera (a monte di via
Galbusera Nera) (UTM ED50: 32T
0528981.5063795), 381 m s.l.m., S,
incolto erboso al margine del sentiero, 28 Mai 2014, M. Villa & P. Arrigoni (MSNM). - Neofita naturalizzata
nuova per la provincia di Lecco.
Per i caratteri distintivi di questo ibrido, osservato anche nella limitrofa località Galbusera Bianca in comune di
Rovagnate, si rimanda ad ARDENGHI et
al. (2014).
BIBLIOGRAFIA
ARDENGHI N. M. G., GALASSO G.,
BANFI E., ZOCCOLA A., FOGGI B. &
LASTRUCCI L., 2014 - A taxonomic
survey of the genus Vitis L. (Vitaceae)
in Italy, with special reference to Elba
Island (Tuscan Archipelago). Phytotaxa, 166 (3): 163-198.
BIBLIOGRAFIA
WU H., RAMANNA M. A., ARENS P. &
TUYL J. M. VAN, 2011 - Genome constitution of Narcissus variety ‘Tête-àtête’, analysed trough GISH and NBS
profiling. Euphytica, Dordrecht, 181
(2): 285-292.
Notula 277
Luca Gariboldi
Via Ghisolfa 3, 20017 Rho (MI); info@
lucagariboldi.it
277. Pterocarya fraxinifolia (Lam.)
Spach (Juglandaceae)
(≡ Juglans fraxinifolia Lam. ≡ Pterocarya fraxinifolia (Lam.) K.Koch,
isonym)
Notula 276
Milena Villa & Pierfranco Arrigoni*
Via Lauro 4, 23888 Rovagnate (LC); milena.
[email protected]
*Via Concordia 8, 23068 Valmadrera (LC);
[email protected]
+ (NAT) LOM (MI): Cesate (MI), via
per Senago, al margine della strada,
entro i confini del Parco delle Groane
26
PAGINE BOTANICHE 2014
(UTM ED50: 32T 0507060.5048605),
194 m s.l.m., no exp., boschetto, 4 Mai
2014, L. Gariboldi (MSNM). - Neofita
naturalizzata nuova per la Lombardia e
per la provincia di Milano.
Nella stazione qui indicata il noce
della Cina è evidentemente naturalizzato in quanto forma un boschetto
chiuso, con individui adulti alti circa
10-15 m e rinnovazione soprattutto al
margine dello stesso.
(≡ Brodiaea laxa (Benth.) S.Watson
≡ Hookera laxa (Benth.) Kuntze ≡
Milla laxa (Benth.) A.C.Baker ≡
Seubertia laxa (Benth.) Kunth ≡ Tulophos laxa (Benth.) Raf. = Triteleia
candida Greene ≡ Brodiaea candida (Greene) Baker ≡ Brodiaea laxa
(Benth.) S.Watson var. candida (Greene) Jeps.)
+ (CAS) LOM (MI): Limbiate (MI),
Mombello, Brughiera di Mombello,
entro i confini del Parco delle Groane
(UTM ED50: 32T 0509136.5051509),
209 m s.l.m., no exp., robinieto, 16
Iun 2014, L. Frezzini & L. Gariboldi
(MSNM). - Neofita casuale nuova per
l’Italia, per la Lombardia e per la provincia di Milano.
La triteleia comune è una geofita bulbosa originaria di America nordoc-
Notula 278
Luca Frezzini & Luca Gariboldi*
Via Giusti 13, 22066 Mariano Comense (CO)
*Via Ghisolfa 3, 20017 Rho (MI); info@
lucagariboldi.it
278. Triteleia laxa Benth. (Themidaceae = Asparagaceae subfam.
Brodiaeoideae) (Fig. 4)
Fig. 4: Triteleia laxa. (Foto/Photo Luca Gariboldi).
27
cidentale e Messico settentrionale,
dove vive in foreste aperte, boschi
misti di conifere o boschi pedemontani e praterie su suolo argilloso, da 0
a 1.500 m s.l.m (CHRIS PIRES, 2002).
La pianta è stata introdotta in Italia a
scopo ornamentale, come altre specie
e cultivar di Triteleia a fiori colorati,
ed è molto apprezzata per le aiuole, il
giardino o come fiore reciso.
La specie, determinata usando le
chiavi dicotomiche di BEIDLEMAN
& KOZLOFF (1994) e di CHRIS PIRES
(2002), è stata rinvenuta in un robinieto vicino a una pista ciclopedonale che lo attraversa, in un gruppetto
sparso di pochi (4-6) individui emergenti tra le foglie di Potentilla reptans
L. e Parthenucissus quinquefolia (L.)
Planch.
*Dipartimento di Scienze della Terra e
dell’Ambiente, Università degli Studi di Pavia,
via S. Epifanio 14, 27100 Pavia (PV); sahfen@
hotmail.com
279. Heracleum mantegazzianum
Sommier & Levier (Apiaceae)
+ (NAT) SO: Valdidentro (SO),
Pian del Vino, greto del torrente
Viola Bormina (UTM ED50: 32T
0601065.5148701), 1.320 m s.l.m.,
no exp., greto ciottoloso, 19 Iul 2014,
S. Pedrini (MSNM). - Neofita naturalizzata nuova per la provincia di
Sondrio.
Benché la prima testimonianza di
Heracleum mantegazzianum sul
territorio nazionale sia stata documentata nella vicina località Bagni
Nuovi di Bormio (SO) (fotografia di
esemplari coltivati risalente all’agosto 1899: CELESTI-GRAPOW et al.,
2009), la specie non risultava ancora nota allo stato spontaneo per la
provincia di Sondrio (ARDENGHI et
al., 2010). Il popolamento copre una
superficie di circa 15-20 m2 ed è costituito da circa una ventina di esemplari, di cui una decina fruttificanti;
gli individui più sviluppati superano
i 3 m di altezza. H. mantegazzianum
non risulta coltivato nelle vicinanze;
il sito di crescita si trova a ridosso di
un parcheggio molto frequentato da
turisti (tra cui svizzeri e tedeschi), il
cui transito potrebbe aver promosso
l’introduzione accidentale dei frutti
(ad esempio attraverso i pneumatici
degli autoveicoli, vettore già preso
in considerazione da PYŠEK et al.,
2007). Non si esclude, tuttavia, che
BIBLIOGRAFIA
BEIDLEMAN L. H. & KOZLOFF E. N.,
1994 - Plants of the San Francisco
Bay Region: Mendocino to Monterey. University of California Press,
Berkeley, Los Angeles.
CHRIS PIRES J., 2002 - 69. Triteleia
Douglas ex Lindley. In: Flora of North
America North of Mexico. Flora of
North America Editorial Committee
(ed.). Oxford University Press, New
York, Oxford, 26 (Magnoliophyta:
Liliidae: Liliales and Orchidales):
338-346.
Notula 279
Simone Pedrini & Nicola M. G. Ardenghi*
Flora Conservation srl società agicola, via
A. Brambilla 34, 27100 Pavia (PV); simone.
[email protected]
28
PAGINE BOTANICHE 2014
i mericarpi, in grado di galleggiare
per almeno tre giorni (PYŠEK et al.,
2007), possano essere giunti attraverso l’acqua del torrente. La popolazione è da tenere sotto controllo in
quanto la panace di Mantegazza può
causare serie fitofotodermatiti caratterizzate da arrossamenti, rash e lesioni papulovescicolari e talvolta necrotiche, anche persistenti (GALASSO
et al., 2010). L’identificazione della
specie (piuttosto simile ad altre entità native dell’Asia sud-occidentale e
introdotte in Europa nord-orientale)
è stata permessa dalla consultazione
di NIELSEN et al. (2005), PYŠEK et al.
(2007) e FRÖBERG (2010).
and Sea Protection, Nature Protection Directorate, Roma: 1-32 + CDROM.
FRÖBERG L., 2010 - 37. Heracleum L.
In: Flora Nordica. Jonsell B. & Karlsson T. (esd.). The Swedish Museum of
Natural History, Stockholm, 6 (Thymelaeaceae to Apiaceae): 224-234.
GALASSO G., BANFI E., CASSETTI F.,
COLOMBO M. L., PEREGO S., MARTINO
M. & DAVANZO F., 2010 - Segnalazione della diffusione della pianta infestante Heracleum mantegazzianum,
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In: 34a mostra del fungo e della natura. AaVv. Associazione Micologica
Bresadola, Gruppo di Villa d’Ogna,
Villa d’Ogna (BG).
NIELSEN, C., RAVN H. P., NENTWIG
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Guidelines for the management and
control of an invasive weed in Europe. Forest & Landscape Denmark,
Hoersholm.
PYŠEK P., COCK M. J. W., NENTWIG
W. & RAVN H. P. (eds.), 2007 - Ecology and Management of Giant Hogweed (Heracleum mantegazzianum).
CABI, Oxfordshire.
BIBLIOGRAFIA
ARDENGHI N., ARRIGONI P., ASSINI S.,
BANFI E., BONA I., BONALI F., BRUSA
G., CATTANEO G., CEFFALI G., COLATORE A., FEDERICI G., FENAROLI F.,
FERRANTI R., FRATTINI S., GALASSO G.,
GARIBOLDI L., GIORDANA F., GRUPPO
BOTANICO MILANESE, GRUPPO FLORA
ALPINA BERGAMASCA, GRUPPO BRESCIANO DI RICERCA FLORISTICA, GUIGGI
A., KLEIH M., MARTINI F., MAURI S.,
PAROLO G., PERICO M., PROSSER F.,
ROVELLI P., SARTORI F., TRUZZI A., VILLA M. & ZANOTTI E., 2010 - Dati su
presenza e distribuzione provinciale.
In: La flora esotica lombarda. Banfi
E. & Galasso G. (eds.). Museo di Storia Naturale di Milano, Milano.
CELESTI-GRAPOW L., PRETTO F.,
BRUNDU G., CARLI E. & BLASI C.
(eds.), 2009 - A thematic contribution
to the National Biodiversity Strategy.
Plant invasion in Italy, an overview.
Ministry for the Environment Land
Notula 280
Nicola M. G. Ardenghi & Sara
Mossini
Dipartimento di Scienze della Terra e
dell’Ambiente, Università degli Studi di Pavia,
via S. Epifanio 14, 27100 Pavia (PV); sahfen@
hotmail.com; [email protected]
280. Erigeron bonariensis L. (Asteraceae)
(≡ Conyza bonariensis (L.) Cronq.)
29
+ (CAS) LO: Sant’Angelo Lodigiano
(LO), via San Martino, parcheggio a
lato della pizzeria “L’Oro di Napoli”
(UTM ED50: 32T 0532563.5009610),
72 m s.l.m., no exp., crepe nell’asfalto
a lato della strada, con Erigeron canadensis e Chamaesyce prostrata, 16
Aug 2014, N. Ardenghi & S. Mossini
(MSNM). - Neofita casuale nuova la
provincia di Lodi.
Nella stazione sopra indicata è stato
rinvenuto un singolo esemplare, presumibilmente veicolato dalle autovetture transitanti nel parcheggio.
mentale e anticamente presente allo
stato spontaneo nel lecchese (GALLO
& ARRIGONI, 2014), la sua presenza
sulla sommità di un muro di cinta a
Pavia è da imputare alla disseminazione di individui presumibilmente
coltivati sui balconi adiacenti. La
presente segnalazione conferma ulteriormente le capacità di diffusione
autonoma di questa specie ipotizzate
da GALLO & ARRIGONI (2014).
BIBLIOGRAFIA
GALLO L. & ARRIGONI P., 2014 - Notula 242. In: Notulae ad plantas advenas Longobardiae spectantes: 4 (209262). Galasso G. & Banfi E. (eds.).
Pag. Bot., Milano, 37 (2013): 58-60.
Notula 281
Fabrizio Bonali & Nicola M. G. Ardenghi*
Via Miglioli 7, 26028 Sesto ed Uniti (CR);
[email protected]
*Dipartimento di Scienze della Terra e
dell’Ambiente, Università degli Studi di Pavia,
via S. Epifanio 14, 27100 Pavia (PV); sahfen@
hotmail.com
Notula 282
Simone Orsenigo
Dipartimento di Scienze della Terra e
dell’Ambiente, Università degli Studi di Pavia,
via S. Epifanio 14, 27100 Pavia (PV); simone.
[email protected]
281.
Hylotelephium
spectabile
(Boreau) H.Ohba (Crassulaceae)
(≡ Sedum spectabile Boreau)
282. Phedimus spurius (M.Bieb.) ‘t
Hart (Crassulaceae)
(≡ Sedum spurium M.Bieb.)
+ (CAS) PV: Pavia (PV), vicolo San
Nicolò del Verzaro, lato E (UTM
ED50: 32T 0512652.5003527), 82 m,
no exp., fessure tra i coppi sopra un
muro di cinta, 19 Dec 2013, F. Bonali
(MSNM, fotografia); ibidem, 20 Dec
2013, N. Ardenghi (MSNM, fotografia). - Neofita casuale nuova per la
provincia di Pavia.
Il reperto qui citato è rappresentato
da un’immagine digitale, in quanto
gli esemplari osservati risultano materialmente irraggiungibili. Neofita
comunemente coltivata a scopo orna-
+ (CAS) SO: Valdidentro (SO), fraz.
Premadio, via Cancano, su scarpata
al margine della strada verso Pedenosso, poco prima dell’incrocio per i
Laghi di Cancano (UTM ED50: 32T
0602926.5148840), 1.340 m s.l.m.,
S, scarpata stradale, 27 Aug 2014, S.
Orsenigo (MSNM). - Neofita casuale
nuova per la provincia di Sondrio.
Si segnala per la prima volta in provincia di Sondrio la presenza di Phedimus spurius, neofita casuale già
30
PAGINE BOTANICHE 2014
indicata per le province di Bergamo,
Brescia e Lecco (ARDENGHI et al.,
2010). Un solo individuo in fioritura,
a fiori rosa, è stato osservato lungo
una scarpata stradale, nei pressi di
alcuni contenitori per rifiuti, dove è
giunto probabilmente attraverso scarti vegetali.
illeg. ≡ Eupatorium rugosum Houtt.
≡ Eupatorium urticifolium Reichard,
nom. illeg. ≡ Eupatorium ageratoides
L.f., nom. illeg. ≡ Ageratina ageratoides Spach, nom. illeg. ≡ Kyrstenia
altissima (L.) Greene)
BIBLIOGRAFIA
ARDENGHI N., ARRIGONI P., ASSINI S.,
BANFI E., BONA I., BONALI F., BRUSA
G., CATTANEO G., CEFFALI G., COLATORE A., FEDERICI G., FENAROLI F.,
FERRANTI R., FRATTINI S., GALASSO G.,
GARIBOLDI L., GIORDANA F., GRUPPO
BOTANICO MILANESE, GRUPPO FLORA
ALPINA BERGAMASCA, GRUPPO BRESCIANO DI RICERCA FLORISTICA, GUIGGI
A., KLEIH M., MARTINI F., MAURI S.,
PAROLO G., PERICO M., PROSSER F.,
ROVELLI P., SARTORI F., TRUZZI A., VILLA M. & ZANOTTI E., 2010 - Dati su
presenza e distribuzione provinciale.
In: La flora esotica lombarda. Banfi
E. & Galasso G. (eds.). Museo di Storia Naturale di Milano, Milano.
Notula 283
Pierfranco Arrigoni, Enrico Banfi*
& Gabriele Galasso*
Via Concordia 8, 23068 Valmadrera (LC);
[email protected]
*Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale
di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano
(MI); [email protected]; gabriele.galasso@
comune.milano.it
283. Ageratina altissima (L.)
R.M.King & H.Rob. (Asteraceae)
(Fig. 5)
(≡ Ageratum altissimum L. ≡ Eupatorium altissimum (L.) L., non L., nom.
Fig. 5: Ageratina altissima. (Foto/Photos
Pierfranco Arrigoni).
31
+ (CAS) PV: Pavia (PV), via Monte Fiascone (UTM ED50: 32T
0513626.5002938), 71 m s.l.m., no
exp., margine stradale ombroso con
microdiscarica abusiva di laterizi, con
Celtis australis, Ailanthus altissima
(juv.), Sambucus nigra (juv.), Acalypha
virginica, Parthenocissus quinquefolia, Myrrhoides nodosa, Chelidonium
majus, 10 Sep 2014, N. Ardenghi &
P. Cauzzi (MSNM). - Neofita casuale
nuova per la provincia di Pavia.
La popolazione qui segnalata è presente da almeno un anno. L’introduzione è quasi certamente dovuta allo
scarto di materiale vegetale.
+ (NAT) LOM (CO): Civenna (CO),
poco a N della Madonna del Ghisallo,
strada per l’Alpe del Piano Rancio,
sulla sinistra, poco dentro il bosco
(CFCE 0021-4-1-3: Vassena)(UTM
ED50: 32T 0520708.5086154), ca.
805 m s.l.m., NE, bosco aperto, numerose piante, 10 Sep 2013, P. Arrigoni (MSNM). - Neofita naturalizzata
nuova per l’Italia, per la Lombardia e
per la provincia di Como.
L’ageratina altissima è un’entità nordamericana diffusa nella metà sudorientale degli Stati Uniti, che presenta
una discreta variabilità riguardante
soprattutto la larghezza delle foglie e
l’altezza della pianta, rispettivamente
crescente e decrescente senza soluzione di continuità dagli stati orientali a
quelli occidentali (NESOM, 2006). La
popolazione lombarda corrisponde
alla var. altissima (NESOM, 2006).
Notula 285
Nicola M. G. Ardenghi & Daniele
Paganelli
Dipartimento di Scienze della Terra e
dell’Ambiente, Università degli Studi di Pavia,
via S. Epifanio 14, 27100 Pavia (PV); sahfen@
hotmail.com; [email protected]
BIBLIOGRAFIA
NESOM G. L., 2006 - 418. Ageratina Spach. In: Flora of North America
North of Mexico. Flora of North America Editorial Committee (ed.). Oxford
University Press, New York, Oxford,
21 (Magnoliophyta: Asteridae (in
part): Asteraceae, part 3): 547-553.
285. Musa basjoo Siebold & Zucc. ex
Iinuma (Musaceae) (Fig. 6)
+ (CAS) LOM (PV): Torre d’Isola (PV), a S di Casa Brughiera, località detta “Turbina”, canale laterale del Ticino (UTM ED50: 32T
0506221.5006122), 69 m s.l.m., no
exp., sponda di canale in vecchio robinieto, substrato sabbioso, con Phyllostachys aurea, Rubus sect. Corylifolii, Brachypodium sylvaticum, Carex
acutiformis, Hedera helix, Urtica dioica, Potentilla indica, 31 Oct 2014, D.
Paganelli & N. Ardenghi (MSNM). Neofita casuale nuova per la Lombardia e per la provincia di Pavia.
Notula 284
Nicola M. G. Ardenghi & Paolo
Cauzzi
Dipartimento di Scienze della Terra e
dell’Ambiente, Università degli Studi di Pavia,
via S. Epifanio 14, 27100 Pavia (PV); sahfen@
hotmail.com; [email protected]
284. Hedera algeriensis Hibberd
(Araliaceae)
32
PAGINE BOTANICHE 2014
diante scarti di materiale vegetale,
nella fattispecie rizomi, come testimoniato anche dalla presenza nei dintorni di Phyllostachys aurea Carrière
ex Rivière & C.Rivière. Musa basjoo,
nota volgarmente come banano cinese (benché nativa di Giappone e Corea: WU & KRESS, 2000), risulta già
segnalata come casuale sul territorio
nazionale a Ortona (Abruzzo), in ambiente affine a quello della stazione
qui segnalata (OLIVIERI, 2014).
Due esemplari, per un totale di undici pseudofusti alti fino a circa 3 m,
sono stati rinvenuti lungo le sponde
acclivi di un canale immissario del
Ticino in sponda sinistra, lontano da
centri abitati. La specie non di rado è
coltivata a scopo ornamentale in tutta la Pianura Padana (PIGNATTI, 1982)
in quanto resiste a temperature comprese tra 0°C e 5°C (Hardiness zone
5; ARGENT, 1984). In questa località
è stata probabilmente introdotta me-
Fig. 6: Musa basjoo. (Foto/Photo Nicola Ardenghi).
33
BIBLIOGRAFIA
ARGENT G., 1984 - 2. Musa Linnaeus. In: The European garden flora. A
manual for the identification of plants
cultivated in Europe, both out-ofdoors and under glass. Walters S. M.,
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Z. Y. & Raven P. H. (eds.). Science
Press, Beijing, and Missouri Botanical Garden Press, St. Louis, 24 (Flagellariaceae through Marantaceae):
297-318.
0580004.4998434), 42 m s.l.m., no
exp., tra il marciapiede e il muro, un
solo esemplare, 9 Oct 2010, F. Bonali
(MSNM). - Neofita casuale nuova per
la provincia di Cremona.
Da una revisione dell’erbario personale è derivato questo campione con
frutti di piccole dimensioni, che era
stato raccolto in una via all’interno
della cinta muraria di Cremona. In
Lombardia la specie è stata segnalata
per la prima volta da FRATTINI (1993)
per Milano e, successivamente, nelle
province di Lecco e Milano (ARDENGHI et al., 2010).
287. Gamochaeta pensylvanica (Willd.) Cabrera (Asteraceae)
(≡ Gnaphalium pensylvanicum Willd.)
+ (CAS) LO: Maccastorna (LO),
Cascina Dossi (UTM ED50: 32T
0566644.4999666), 44 m s.l.m., no
exp., campo con stoppie di mais, 18
Oct 2014, F. Bonali (MSNM, Herb. F.
Bonali). - Neofita casuale nuova per
la provincia di Lodi.
Specie americana segnalata per la prima volta in Italia e Lombardia a Pavia
nel 1980 (ARDENGHI, 2013), quindi in
seguito da SOLDANO (2000) per Campania, Toscana e ancora per la città di
Pavia, da ARDENGHI et al. (2010) per
la provincia di Milano e, ultimamente, da MENEGUZZO et al. (2014) per la
provincia di Varese. In un campo con
stoppie di mais è stato osservato un
singolo esemplare molto vigoroso, dal
quale sono stati prelevati alcuni frammenti per gli erbari. Per il momento
lo status viene considerato casuale.
Notulae 286-289
Fabrizio Bonali
Via Miglioli 7, 26028 Sesto ed Uniti (CR);
[email protected]
286. Capsicum annuum L. (Solanaceae)
(= Capsicum frutescens L.)
+ (CAS) CR: Cremona (CR),
via Bissolati (UTM ED50: 32T
34
PAGINE BOTANICHE 2014
BIBLIOGRAFIA
ARDENGHI N. M. G., 2013 - Notulae
143-161. In: Notulae ad plantas advenas longobardiae spectantes: 3 (141208). Galasso G. & Banfi E. (eds.).
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226-235. In: Notulae ad plantas advenas Longobardiae spectantes: 4 (209262). Galasso G. & Banfi E. (eds.).
Pag. Bot., Milano, 37 (2013): 50-55.
ARDENGHI N., ARRIGONI P., ASSINI S.,
BANFI E., BONA I., BONALI F., BRUSA
G., CATTANEO G., CEFFALI G., COLATORE A., FEDERICI G., FENAROLI F.,
FERRANTI R., FRATTINI S., GALASSO G.,
GARIBOLDI L., GIORDANA F., GRUPPO
BOTANICO MILANESE, GRUPPO FLORA
ALPINA BERGAMASCA, GRUPPO BRESCIANO DI RICERCA FLORISTICA, GUIGGI
A., KLEIH M., MARTINI F., MAURI S.,
PAROLO G., PERICO M., PROSSER F.,
ROVELLI P., SARTORI F., TRUZZI A., VILLA M. & ZANOTTI E., 2010 - Dati su
presenza e distribuzione provinciale.
In: La flora esotica lombarda. Banfi
E. & Galasso G. eds.). Museo di Storia Naturale di Milano, Milano.
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conoscenza della flora della città di Milano. Pianura, Sc. St. Amb. Pad., Suppl. Prov. Nuova, Cremona, 4: 83-127.
MENEGUZZO E., KLEIH M., BANFI E.
& GALASSO G., 2014 - Notula 210.
In: Notulae ad plantas advenas
as Longobardiae spectantes: 4 (209-262).
Galasso G. & Banfi E. (eds.). Pag.
Bot., Milano, 37 (2013): 40.
SOLDANO A., 2000 - Dati su specie
esotiche della flora italiana nuove o
rare. Nat. Bresc., Ann. Mus. Civ. Sc.
Nat. Brescia, Brescia, 32: 69-75.
288. Origanum majorana L. (Lamiaceae)
+ (CAS) CR: Isola Dovarese (CR),
loc. Le Caselle, alla base dell’argine maestro del Fiume Oglio (UTM
ED50: 32T 0603616.5003887), 34 m
s.l.m., no exp., scarpata erbosa, 20 Iul
2002, F. Bonali (MSNM, Herb. F. Bonali). - Archeofita casuale nuova per
la provincia di Cremona.
Da una revisione dell’erbario personale è risultato questo esemplare, raccolto alla base dell’argine maestro del
Fiume Oglio in riva sinistra, nei pressi di una cascina, dalla quale potrebbe
derivare. Specie di origine asiatica,
coltivata come pianta aromatica, è
presente in Lombardia nelle province
di Lecco e Sondrio (ARDENGHI et al.,
2010).
289. Sedum palmeri S.Watson (Crassulaceae)
+ (CAS) MN: Mantova (MN),
via G. Finzi (UTM ED50:
0640830.5002615), 20 m s.l.m., no
exp., tra le grate che coprono le bocche di lupo, una decina di individui,
15 Mai 2013, F Bonali (MSNM). Neofita casuale nuova per la provincia di Mantova.
Specie abbondantemente coltivata
nelle vie circostanti, da cui deriverebbero gli esemplari oggetto della presente segnalazione. La specie viene
indicata, sempre come casuale, nelle
province di Como, Cremona, Lecco,
Milano, Monza e Brianza (ARDENGHI et al., 2010) e Pavia (ARDENGHI,
2014).
35
Notula 290
Fabrizio Bonali, Paolo Marenzi*,
Enrico Banfi** & Gabriele Galasso**
resa in qualità di foraggera e di biomassa per la produzione di energia pulita e a
ciò si ricollega anche la sua recente comparsa nel contesto agricolo mantovano e
cremonese (dove è stata osservata coltivata). La disarticolazione delle spighette
mature, che garantisce al selvatico autonomia di dispersione, si mantiene anche
nelle forme domestiche, implementando
possibili fughe della pianta in coltura.
Al momento, tuttavia, sono stati osservati solo individui più o meno dispersi a
lato della coltura nel mantovano; non è
possibile prevedere se nei prossimi anni
sarà rimasta qualche traccia di spontaneità della specie.
Via Miglioli 7, 26028 Sesto ed Uniti (CR);
[email protected]
*Via Sebenico 19, 26040 Bonemerse (CR);
[email protected]
**Sezione di Botanica, Museo di Storia
Naturale di Milano, corso Venezia 55, 20121
Milano (MI); [email protected]; gabriele.
[email protected]
290. Cenchrus purpureus (Schumach.) Morrone (Poaceae)
(≡ Pennisetum purpureum Schumach.)
+ (CAS) MN: Bagnolo San Vito
(MN), SS413 presso l’incrocio con
via Molinara (UTM ED50: 32T
0651237.4993912), 14 m s.l.m., no
exp., piccolo incolto a margine della
strada, 28 Oct 2014, F. Bonali & P.
Marenzi (MSNM, Herb. F. Bonali);
Bagnolo San Vito (MN), loc. Gazzo
(UTM ED50: 32T 0647791.4993496),
17 m s.l.m., no exp., nato da seme in
campo arato, 9 Nov 2014, F. Bonali &
P. Marenzi (MSNM). - Neofita casuale nuova per l’Italia, per la Lombardia
e per la provincia di Mantova.
Il miglio da foraggio è una specie nativa dell’Africa tropicale occidentale, che
vive nei siti ripariali, nei fondivalle e al
margine delle foreste, su suoli preferenzialmente ricchi, tra 0 e 2.500 m di quota (CLAYTON & RENVOIZE, 1982). È pure
largamente coltivata come foraggera
sia in patria sia in altre aree tropicali e
temperate del mondo e, attraverso la
domesticazione, sono state selezionate
cultivar ornamentali da giardino (WIPFF,
2003). Attualmente ne viene testata la
BIBLIOGRAFIA
CLAYTON W. D. & RENVOIZE S. A.,
1982 - Gramineae (Part 3). In: Flora
of Tropical East Africa. Polhill R. M.
(ed.). Royal Botanic Gardens, Kew.
WIPFF J. K., 2003 - 25.15
.15 Pennisetum Rich. In: Flora of North America North of Mexico. Flora of North
America Editorial Committee (ed.).
Oxford University Press, New York,
Oxford, 25 (Magnoliophyta: Commelinidae (in part): Poaceae, part 2):
515-529.
Notula 291
Claudio Berselli, Fabrizio Bonali*,
Enrico Banfi** & Gabriele Galasso**
Via Corte Madama 49, 26012 Castelleone
(CR); [email protected]
*Via Miglioli 7, 26028 Sesto ed Uniti (CR);
[email protected]
**Sezione di Botanica, Museo di Storia
Naturale di Milano, corso Venezia 55, 20121
Milano (MI); [email protected]; gabriele.
[email protected]
36
PAGINE BOTANICHE 2014
291. Eleusine africana Kenn.-O’Byrne (Poaceae)
(≡ Eleusine coracana (L.) Asch. &
Graebn. subsp. africana (Kenn.O’Byrne) Hilu & de Wet ≡ Eleusine
indica (L.) Gaertn. subsp. africana
(Kenn.-O’Byrne) S.M.Phillips)
MEHRA K. L., 1963 - Differentiation
of the cultivated and wild Eleusine
species. Phyton, Rev. Internat. Bot.
Experim., Vicente Lopez, 20: 189198.
Notulae 292-294
Fabrizio Bonali & Paolo Marenzi*
Via Miglioli 7, 26028 Sesto ed Uniti (CR);
[email protected]
*Via Sebenico 19, 26040 Bonemerse (CR);
[email protected]
+ (CAS) LOM (CR): Castelleone
(CR), a S di Cascina Lamme, lungo via Lamme (UTM ED50: 32T
0560773.5014381), 57 m s.l.m., no
exp., margine di campo di mais, 7 Sep
2014, C. Berselli (MSNM). - Neofita
casuale nuova per l’Italia, per la Lombardia e per la provincia di Cremona.
La gramigna africana è una specie
originaria del continente africano, attualmente pantropicale e in espansione verso le aree temperate del pianeta.
HILU & JOHNSON (1997), riallacciandosi a una precedente ipotesi di MEHRA
(1963), hanno dimostrato che da questa
entità selvatica fu domesticata in Africa E. coracana (L.) Asch. & Graebn.
(miglio indiano, Finger Millet), cereale
di crescente importanza alimentare, attualmente diffuso soprattutto in Africa
e Asia tropicali. Si è altresì dimostrato
che E. indica (L.) Gaertn. rappresenta
una discendenza a sé, senza rapporti, se
non remoti, con quella di E. africana e
che pertanto entrambe le entità vanno
considerate specie a pieno titolo.
292. Ambrosia trifida L. (Asteraceae)
+ (NAT) CR: Torricella del Pizzo
(CR), sinistra idrografica del Fiume Po, a S di Bosco Bodini e a W
di Bosco di Neva (UTM ED50: 32T
0603619.4982811), 30 m s.l.m., no
exp., incolto sabbioso, 7 Oct 2014, F.
Bonali & P. Marenzi (MSNM, Herb.
F. Bonali). - Neofita naturalizzata
nuova per la provincia di Cremona.
Sono stati osservati cinque esemplari
vistosi in frutto lungo la prosecuzione
del “pennello” del Po e un altro esemplare sui bordi di una lanca prospiciente. La specie risulta segnalata in
passato per il pavese (VIOLA, 1953),
dove è naturalizzata (ARDENGHI,
2010), e casuale nel bresciano (ZANOTTI, 1988); ultimamente, con più
frequenza, lungo l’asta del Po nelle
province emiliane confinanti (<http://
www.actaplanturum.org/>,
ultima
consultazione il 25 novembre 2014:
S. Montanari nel 2012 a Torricella
di Sissa (PR); D. Saiani nel 2011 a
Guastalla (RE); V. Morelli nel 2011
a Gualtieri (RE) e nel 2012 a Boretto
(RE)), nel mantovano (TRUZZI, 2014)
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37
e nel bergamasco (FEDERICI, 2013b;
GALASSO, 2015).
& P. Marenzi (MSNM, Herb. F. Bonali). - Neofita naturalizzata nuova
per la provincia di Mantova.
I pochi esemplari di questa specie
sono stati individuati lungo il sentiero
che corre lungo la sponda sinistra del
Po, 200 m a monte del vecchio imbarcadero, in incolti su suolo sabbioso.
La specie, di origine sudamericana,
appare invasiva in provincia di Varese e sporadicamente naturalizzata
nelle province di Bergamo, Brescia,
Como, Cremona, Lodi, Milano, Pavia (ARDENGHI et al., 2010) e Sondrio
(ARDENGHI & PAROLO, 2011; GALASSO,
2012). Risulta segnalata per la prima
volta in Lombardia da BANFI & GALASSO (2005) e MACCHI (2005).
293. Reynoutria bohemica Chrtek &
Chrtková (pro hybr.) (Polygonaceae)
+ (NAT) MN: Viadana (MN), sinistra
idrografica del Fiume Po, poco a monte del vecchio ponte (UTM ED50:
32T 0620706.4975061), 27 m s.l.m.,
no exp., incolto, 28 Oct 2014, F. Bonali & P. Marenzi (MSNM, Herb. F.
Bonali). - Neofita naturalizzata nuova
per la provincia di Mantova.
Gli esemplari, molto vistosi, superano i 2 m di altezza e formano un raggruppamento fitto su di una superficie
di circa 20 m2 tra gli incolti su suolo
sabbioso presenti nei pressi della prima scarpata fluviale poco distante dal
corso del Po, 400 m a monte del vecchio imbarcadero. La specie, segnalata per la prima volta in Lombardia da
GARIBOLDI et al. (2007) e PADULA et
al. (2008), è considerata invasiva per
le province di Monza e Brianza, Milano, Pavia, Varese (ARDENGHI et al.,
2010); in seguito è stata osservata naturalizzata nelle province di Cremona
(BONALI, 2012), Sondrio (ARDENGHI &
PAROLO, 2011; GALASSO, 2012), Como
(GALASSO & BANFI, 2013) e Bergamo
(FEDERICI, 2013a).
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294. Solanum chenopodioides Lam.
(Solanaceae)
+ (NAT) MN: Viadana (MN), sinistra idrografica del Fiume Po, presso
il vecchio ponte (UTM ED50: 32T
0620997.4975050), 22 m s.l.m., no
exp., incolto, 28 Oct 2014, F. Bonali
38
PAGINE BOTANICHE 2014
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Brescia, Brescia, 24 (1987): 91-97.
Notula 295
Andrea Truzzi
Via Concetto Marchesi 21, 46029 Suzzara
(MN); [email protected]
295. Setaria pycnocoma (Steud.)
Henrard ex Nakai (Poaceae)
(≡ Panicum pycnocomum Steud.)
39
+ (NAT) MN: Casalromano (MN),
fraz. Fontanella Grazioli, parcheggio
all’incrocio tra via Roma e la SP3
(UTM ED50: 32T 0604462.5005827),
40 m s.l.m., no exp., tra rottami edili
e terreno di riporto in suolo incolto ai
lati di un parcheggio, 2 Nov 2014, A.
Truzzi (MSNM). - Neofita naturalizzata nuova per la provincia di Mantova.
Prima stazione finora osservata in
provincia di Mantova, già segnalata,
tra l’altro, come invasiva nelle limitritrofe province di Brescia e Cremona (BANFI & GALASSO, 2010), è stata
rinvenuta in pochi esemplari ai confini tra la provincia di Mantova e le
altre due suddette province.
tivo limitrofo, circa 50 piante, 21 Aug
2013, G. Federici (BER). - Neofita
casuale nuova per la provincia di Bergamo.
Specie segnalata da FEDERICI (2013).
297. Bromopsis riparia (Rehmann)
Holub (Poaceae) (Fig. 7)
(≡ Bromus riparius Rehmann ≡ Zerna
riparia (Rehmann) Nevski)
+ (NAT) LOM (MI): Milano (MI)
ferrovia tra le stazioni di Milano Romolo e Milano Porta Romana, sottopasso di via Fedro (UTM ED50: 32T
0514595.5032478), 116 m s.l.m., S,
terrapieno ferroviario non seminato,
con Schedonorus arundinaceus e Ga-
BIBLIOGRAFIA
BANFI E. & GALASSO G. (eds.), 2010 La flora esotica lombarda. Museo di
Storia Naturale di Milano, Milano.
Notulae redazionali 296-310
Gabriele Galasso
Sezione di Botanica, Museo di Storia Naturale
di Milano, corso Venezia 55, 20121 Milano
(MI); [email protected]
Vengono qui riportate alcune segnalazioni apparse su altre riviste o alcune rettifiche di carattere redazionale.
296. Ambrosia trifida L. (Asteraceae)
+ (CAS) BG: Seriate (BG), via Nullo
(CFCE 0324-1: Orio al Serio)(UTM
ED50: 32T 0556445.5058475), 237
m s.l.m., no exp., bordo strada e col-
Fig. 7: Bromopsis riparia. (Foto/Photo
Simone Orsenigo).
40
PAGINE BOTANICHE 2014
lium aparine, 15 Mai 2013, N. Ardenghi & S. Orsenigo (MSNM); ibidem,
terrapieno ferroviario non seminato,
12 Sep 2013, N. Ardenghi & S. Orsenigo (MSNM). - Neofita naturalizzata
nuova per l’Italia, per la Lombardia e
per la provincia di Milano.
Bromopsis riparia (forasacco ripaiolo) è stata segnalata da ARDENGHI &
ORSENIGO (2014b).
& MOSSINI (2014), che la riportano
anche per la Toscana a Firenze. Essa
non è una semplice variante asiatica
di C. flexuosa With. e merita il rango
specifico (LIHOVÁ et al., 2006), per il
quale il nome prioritario è quello qui
riportato.
298. Cardamine hamiltonii G.Don
(Brassicaceae)
(≡ Cardamine debilis D.Don, nom.
illeg. ≡ Cardamine flexuosa With.
subsp. debilis O.E.Schulz)
– LOM (BS). - Neofita esclusa dalla flora dell’Italia, della Lombardia e
della provincia di Brescia.
– LOM (MN). - Neofita esclusa dalla flora dell’Italia, della Lombardia e
della provincia di Mantova.
– LOM (PV). - Neofita esclusa dalla flora dell’Italia, della Lombardia e
della provincia di Pavia.
– LOM (VA). - Neofita esclusa dalla flora dell’Italia, della Lombardia e
della provincia di Varese.
Come evidenziato da ARDENGHI &
GALASSO (2014), questa specie è stata
indicata per errore in tutta l’area europeo-medirrranea, inclusa l’Italia, la
Lombardia e le province di Brescia,
Mantova, Pavia e Varese. Le segnalazioni per il pavese (BOZZI, 1888; PIGNATTI, 1957; PAVAN ARCIDIACO et al.,
1990) sono per la maggior parte da attribuire alla congenere C. communis
L. Un campione del mantovano, raccolto al Bosco Fontana e conservato
in FI (erbario di Firenze), è parimenti
da attribuire a C. communis, mentre
l’indicazione per il bresciano (BANFI
& GALASSO, 2010) deriva da Commelina communis e Tradescantia virginiana L. Infine, la segnalazione per il
varesotto (BANFI & GALASSO, 2010) è
299. Commelina virginica L. (Commelinaceae)
+ (NAT) LOM (MI): Milano (MI),
piazza San Babila (UTM ED50:
0515501.5034980), 132 m s.l.m., no
exp., aiuola pubblica, con Veronica
persica, Euphorbia peplus e Stellaria
sp., 14 Dec 2013, N. Ardenghi & S.
Mossini (MSNM); Milano (MI), via
G. Marconi, all’incrocio con via Dogana (UTM ED50: 0514937.5034608),
131 m s.l.m., no exp., marciapiede,
14 Dec 2013, N. Ardenghi & S. Mossini (MSNM). - Neofita naturalizzata
nuova per la Lombardia e per la provincia di Milano.
+ (NAT) LOM (PV): Pavia (PV),
piazzale della Stazione (UTM ED50:
0511452.5004081), 75 m s.l.m., no
exp., aiuola pubblica, con rose coltivate, Hydrocotyle sibthorpioides,
Stellaria sp. e Poa annua, 11 Dec
2013, N. Ardenghi (MSNM). - Neofita naturalizzata nuova per la Lombardia e per la provincia di Pavia.
Cardamine hamiltonii (billeri di Hamilton) è stata segnalata da ARDENGHI
41
analisi filogenetica delle Delphinieae
(JABBOUR & RENNER, 2011a, 2011b,
2012) ha mostrato che per mantenere
l’autonomia di Aconitum occorre separare Staphisagria (basale a tutta la
tribù) dal genere Delphinium. Inoltre,
diversamente dagli autori sopra citati, che includono Consolida in Delphinium, qui si perefrisce mantenere
l’autonomia di Consolida dividendo
Delphinium in due generi: Delphinium s.s., comprendente le specie annuali, e Delphinastrum, comprendente quelle perenni. Infine, anche se vi
è una certa differenza nelle sequenze
nucleotidiche dei due esemplari utilizzati (JABBOUR & RENNER, 2011a),
Consolida hispanica non appare distinguibile da C. orientalis (MOLERO &
BLANCHÉ, 1984).
stata un refuso per Tradescantia virginiana.
300. Consolida orientalis (J.Gay)
Schrödinger (Ranunculaceae)
(≡ Delphinium orientale J.Gay = Delphinium hispanicum Willk. ex Costa
≡ Consolida hispanica (Willk. ex
Costa) Schrödinger ≡ Consolida hispanica (Willk. ex Costa) Greuter &
Burdet, isonym ≡ Consolida orientalis (J.Gay) Schrödinger subsp. hispanica (Willk. ex Costa) Schrödinger ≡ Consolida orientalis (J.Gay)
Schrödinger subsp. hispanica (Willk.
ex Costa) P.W.Ball & Heywood, isonym ≡ Consolida orientalis (J.Gay)
Schrödinger subsp. hispanica (Willk.
ex Costa) M.Laínz, isonym ≡ Consolida orientalis (J.Gay) Schrödinger
var. hispanica (Willk. ex Costa) Losa
& Rivas Goday ≡ Delphinium orientale J.Gay var. hispanicum (Willk. ex
Costa) Huth)
301. Cyperus esculentus L. (Cyperaceae)
+ (INV) LO: Agro Lodigiano (LO),
territorio Lodigiano propriamente
detto (MORANDINI, 1863). - Amaurogena invasiva: nuovi dati sul periodo
di introduzione.
Sinora si pensava che Cyperus esculentus fosse stato trovato per la prima volta in Lombardia da Soldano
nel 1978 (SOLDANO, 1980). In realtà, come evidenziato da ARDENGHI
(2013a), era già stato segnalato da
MORANDINI (1863).
+ (CAS) LOM (PV): Bressana Bottarone (PV), Cascina Perpetua (UTM
ED50: 32T 0510.4990), 66 m s.l.m.,
no exp., incolto parzialmente umido
(ex campo di frumento), suolo argilloso, con Alopecurus myosuroides,
Papaver rhoeas, Ranunculus arvensis, Kickxia spuria, Euphorbia falcata, Lysimachia arvensis e L. foemina
(Caucalidion lappulae), 29 Mai 2013,
N. Ardenghi & P. Cauzzi (FI, Herb.
N. Ardenghi). - Neofita casuale nuova
per la Lombardia e per la provincia
di Pavia.
Consolida orientalis (speronella
orientale) è stata segnalata da ARDENGHI & CAUZZI (2014). Una recente
302. Cyperus odoratus L. (Cyperaceae)
(≡ Diclidium odoratum (L.) Schrad.
ex Nees ≡ Papyrus odorata (L.)
Kunth [V.1816] ≡ Papyrus odorata
42
PAGINE BOTANICHE 2014
- Neofita naturalizzata nuova per
l’Italia, per la Lombardia e per la provincia di Pavia.
Cyperus odoratus (zigolo odoroso) è
stato segnalato da VERLOOVE (2014); è
presente anche in Emilia-Romagna e
la sua prima raccolta documentata in
Italia e in Lomardia risale al 1958.
(L.) Willd. [1816], isonym ≡ Pycreus
odoratus (L.) Hayek ≡ Torulinium
odoratum (L.) S.S.Hooper)
+ (NAT) LOM (CR): Casalmaggiore
(CR), rives du Pô, 30 m d.n.m., no exp.,
greto, 10 Sep 1958, R. Barbezat (BR
sub C. glomeratus); Casalmaggiore
(CR), river Po, west of railway bridge,
ca. 25 m a.s.l., no exp., river bank,
known at leat since 1958 from this locality, 14 Sep 2014, F. Verloove 11029
(BR); Martignana di Po (CR), river Po,
damp track alongside the river, ca. 25
m a.s.l., no exp., damp track alongside
the river, 14 Sep 2014, F. Verloove
11027 (BR). - Neofita naturalizzata
nuova per l’Italia, per la Lombardia e
per la provincia di Cremona.
+ (NAT) LOM (LO): San Rocco al
Porto (LO), river Po close to SS9
(UTM ED50: 32T 0555.4990), ca. 45
m a.s.l., no exp., muddy river bank,
13 Sep 2014, F. Verloove 11014 (BR).
- Neofita naturalizzata nuova per
l’Italia, per la Lombardia e per la provincia di Lodi.
+ (NAT) LOM (MN): Felonica (MN),
fraz. Quatrelle, river Po, ca. 8 m a.s.l.,
no exp., sandy river bank, 16 Sep
2014, F. Verloove 11042 (BR). - Neofita naturalizzata nuova per l’Italia,
per la Lombardia e per la provincia
di Mantova.
+ (NAT) LOM (PV): Arena Po (PV),
1 Km E dal ponte sul Po (SP199), destra idrografica del fiume Po, ZPS “Po
da Albaredo Arnaboldi ad Arena Po”
(UTM ED50: 32T 0528255.4994169),
50 m s.l.m., no exp., sponda su suolo
sabbioso-limoso, vegetazione pioniera rada, 19 Sep 2009, N. Ardenghi
(Herb. N. Ardenghi sub C. strigosus).
303. Cyperus rigens J.Pesl & C.Presl
(Cyperaceae)
(≡ Mariscus rigens (J.Presl & C.Presl)
C.B.Clarke ≡ Mariscus rigens (J.Presl
& C.Presl) T.Koyama, isonym)
+ (CAS) LOM (VA): Sesto Calende (VA), lungo il Ticino, ca. 200 m
s.l.m., no exp., greto, 14 Aug 1951,
s.coll. (PAV sub C. glomeratus). - Neofita casuale nuova per l’Italia, per la
Lombardia e per la provincia di Varese.
SOLDANO (1980) segnalava Cyperus
rigens presso Palestro (PV); successivamente lo stesso autore (SOLDANO,
2000), in base alla revisione del materiale, rettificava la determinazione in C. congestus. Il vero C. rigens
(zigolo rigido) è stato recentemente
individuato da VERLOOVE (2014) per
la Lomabrdia in base a questa vecchia
raccolta nel varesotto.
304. Cyperus strigosus L. (Cyperaceae)
+ (NAT) LO: San Rocco al Porto
(LO), river Po close to SS9 (UTM
ED50: 32T 0555.4990), ca. 45 m
a.s.l., no exp., muddy river bank, 13
Sep 2014, F. Verloove 11012 (BR).
- Neofita: cambiamento di status, da
43
casuale a naturalizzato, per la provincia di Lodi.
+ (NAT) MI: presso Besate (MI), sul
Ticino, ca. 78 m s.l.m., no exp., greto,
8 Oct 1967, F. Ghisotti & D. Ghisotti
(MSNM). - Neofita naturalizzata nuova per la provincia di Milano.
+ (CAS) VA: Brinzio (VA), ca. 500
m s.l.m., Aug 1979, W. Peracchio
(MSNM). - Neofita casuale nuova per
la provincia di Varese.
Specie segnalata da VERLOOVE (2014).
Lungo i fiumi Ticino e Po può essere
ritenuta naturalizzata, mentre nel varesotto per il momento la consideriamo, prudenzialmente, casuale.
+ (CAS) LOM (PV): Castana (PV),
SP45, Casa Cavagna (UTM ED50:
32T 0521.4987), 214 m s.l.m., ciglio
stradale, con Cynodon dactylon, 6
Aug 2012, N. Ardenghi (FI, Herb. N.
Ardenghi). - Neofita casuale nuova
per l’Italia, per la Lombardia e per la
provincia di Pavia.
Gaillardia ×grandiflora (gaillardia) è
stata segnalata da ARDENGHI (2013b).
307. Juglans nigra L. (Juglandaceae)
+ (NAT) LO: Agro Lodigiano (LO),
sponte exit in sylvis (MORANDINI,
1863). - Neofita naturalizzata: nuovi
dati sul periodo di introduzione.
Sinora si pensava che Juglans nigra
fosse stato segnalato per la prima volta allo stato spontaneo in Lombardia
da GIORDANA (1995). In realtà, come
evidenziato da ARDENGHI (2013a),
era già stato segnalato da MORANDINI
(1863).
305. Datura wrightii Regel (Solanaceae)
(– Datura inoxia auct., non Mill.)
+ (CAS) BG: Gorle (BG), campi al
termine di via ai Campi Bassi (UTM
ED50: 32T 0556286.5061437), 258
m s.l.m., no exp., campi, un’unica
pianta in fiore, 9 Oct 2013, G. Federici & G. Perico (Herb. G. Perico).
- Neofita casuale nuova per la provincia di Bergamo.
Specie segnalata da MANGILI et al.
(2013b), che l’hanno osservata anche a Urgnano (BG), greto del Fiume
Serio all’altezza di Basella (CFCE
0324-3: Zanica) (UTM ED50: 32T
0557894.5051553), 180 m s.l.m., no
exp., greto, un’unica pianta non in
fiore, 28 Sep 2013, L. Mangili.
308. Kolkwitzia amabilis Graebn.
(Linnaeaceae ≡ Caprifoliaceae subfam. Linnaeoideae)
(≡ Linnaea amabilis (Graebn.) Christenh. = Kolkwitzia amabilis Graebn.
var. calicina Pamp. = Kolkwitzia amabilis Graebn. var. tomentosa Pamp.)
+ (CAS) LOM (VA): Lonate Pozzolo (VA), brughiera a S di Malpensa
(ex zona militare), tra via Molinelli (SP14dir) e via De Amicis (UTM
ED50: 32T 0478.5049), 210 m s.l.m.,
no exp., margine di boscaglia con
Prunus serotina, Sambucus nigra,
Acer negundo, Parthenocissus quin-
306. Gaillardia ×grandiflora Van
Houtte (Asteraceae)
(= Gaillardia aristata Pursh × Gaillardia pulchella Foug.)
44
PAGINE BOTANICHE 2014
- Neofita naturalizzata nuova per
l’Italia, per la Lombardia e per la provincia di Milano.
Lycopus lucidus (erba-sega lucida)
è stata segnalata da ARDENGHI et al.
(2014). L’entità naturalizzata in Lombardia corrisponde alla var. hirtus
Regel (= Lycopus lucidus Turcz. ex
Benth. var. formosanus Hayata ≡ Lycopus formosanus (Hayata) Sasaka).
quefolia, Rubus sect. Corylifolii, 24
Mai 2013, N. Ardenghi & S. Orsenigo
(FI, Herb. N. Ardenghi). - Neofita casuale nuova per l’Italia, per la Lombardia e per la provincia di Varese.
Kolkwitzia amabilis (kolkwitzia) è
stata segnalata da ARDENGHI & ORSENIGO (2014a). Qui non si condivide l’ampia circoscrizione del genere
Linnaea proposta da CHRISTENHUSZ
(2013), che includerebbe, tra gli altri, Abelia e Kolkwitzia: in base agli
alberi filogenetici costruiti con le
sequenze nucleotidiche (LANDREIN et
al., 2012) i vari generi possono essere mantenuti grazie alla creazione di
un solo genere in più, Diabelia (LANDREIN, 2010), analogamente alla trattazione di “Flora of China” (YANG &
LANDREIN, 2011).
310. Sesamum indicum L. (Pedaliaceae)
(= Sesamum orientale L.)
+ (CAS) BG: Cavernago (BG), greto
del Fiume Serio all’altezza di Malpaga (CFCE 0324-3: Zanica)(UTM
ED50: 32T 0558047.5051873), 180
m s.l.m., no exp., greto, 4 piante, 27
Sep 2013, G. Federici (BER). - Archeofita casuale nuova per la provincia di Bergamo.
Specie segnalata da MANGILI et al.
(2013a), che l’hanno osservata anche
a Urgnano (BG), greto del Fiume Serio all’altezza della Basella (CFCE
0324-3: Zanica)(UTM ED50: 32T
0557914.5051924), 180 m s.l.m., no
exp., greto, 22 Sep 2013, L. Mangili;
Villa di Serio (BG), greto del Fiume
Serio (CFCE 0324-3: Zanica)(UTM
ED50: 32T 0556665.5063530), 180
m s.l.m., no exp., greto, 3 piante, 27
Sep 2013, G. Perico.
309. Lycopus lucidus Turcz. ex
Benth. (Lamiaceae) (Fig. 8)
+ (NAT) LOM (MI): Milano (MI),
ex-scalo ferroviario di Milano
Porta Romana (UTM ED50: 32T
0516484.5032699), 112 m s.l.m.,
no exp., binari in disuso, assieme ad
Arabidopsis thaliana, Daucus carota,
Papaver rhoeas, popolamento pressoché monospecifico, 3 Mai 2013, N.
Ardenghi & S. Orsenigo (MSNM);
ibidem, binari in disuso, 1 Iul 2013,
N. Ardenghi & S. Orsenigo (MSNM).
45
Fig. 8: Lycopus lucidus. (Foto/Photos Nicola Ardenghi).
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48
PAG. BOT. 2014, 38: 49-56
SETTIMANA BOTANICA G.B.M.
DOBBIACO.
21-27 GIUGNO 2014
Alberto Sessi
Il raduno di quest’anno cade nel quarantesimo anno dalla fondazione del
Gruppo Botanico Milanese ed è per
me una grande soddisfazione averlo
organizzato per la decima volta con
l’amico Domenico Paolucci, che ha
curato diligentemente le incombenze
amministrative.
Come spesso accade, le iscrizioni si
esauriscono in breve tempo ed è stato gioco forza contenere il numero dei
partecipanti in una sessantina, tanti
quanti i posti disponibili nell’albergo. La sistemazione logistica presso
l’Hotel Union è stata giudicata soddisfacente, credo all’unanimità, analogamente ai precedenti soggiorni nello
stesso albergo negli anni 2005 e 2006.
C. froelichiana subsp. dinarica auct.),
Geum rivale, Knautia arvensis, Lathyrus pratensis subsp. pratensis,
Pinguicula vulgaris subsp. vulgaris,
Potentilla erecta, Silene dioica, Symphytum officinale subsp. officinale (a
fiori celesti), Veronica aphylla subsp.
aphylla, V. urticifolia. Arrivati alle
rive del lago troviamo un esteso popolamento di Caltha palustris ed Equisetum palustre, un esemplare di Dactylorhiza majalis (= Orchis latifolia
p.p., nom. rej.), poi varie altre piante
fra cui: Anemonoides trifolia subsp.
brevidentata (≡ Anemone t. subsp.
b.), Berberis vulgaris, Chamaemespilus alpina (= Mespilus chamaemespilus), Dactylorhiza fuchsii (≡
Orchis maculata subsp. f.), Gymnocarpium robertianum, Maianthemum
bifolium, Moneses uniflora, Platanthera bifolia; inoltre bellissimi esemplari di Cypripedium calceolus.
21 giugno
Lago di Dobbiaco
Dopo pranzo escursione al Lago di
Dobbiaco, a circa 2 km dall’albergo.
Il sentiero presenta subito una varietà
di fiori interessanti fra cui: Argentina
anserina subsp. anserina (≡ Potentilla
a.)*, Bistorta vivipara (≡ Polygonum
v.), Campanula patula subsp. patula,
Clematis alpina, Crepis slovenica (–
22 giugno
Lago di Braies, Prato Piazza,
Rifugio Vallandro, Monte Specie
Giornata di bel tempo. Prima tappa al
Lago di Braies, che ci accoglie con la
* La nomenclatura delle specie spontanee segue la Checklist della flora italiana (e successivi aggiornamenti); tra parentesi è riportato il sinonimo secondo la Flora d’Italia di Pignatti.
49
verso il Rifugio Vallandro, indi molti
proseguono fino alla vetta del Monte
Specie. Da questo straordinario punto
panoramico le vedute sono spettacolari, abbracciando un orizzonte immenso, dai Baranci al Popera, alle Tre
Cime di Lavaredo (Fig. 1): si ammirano nitidamente i Cadini, il Cristallo, la
Croda Rossa e tante altre vette famose.
Fra i ritrovamenti botanici: Arabis alpina, Draba aizoides subsp. aizoides,
Gentiana verna subsp. verna, Globularia cordifolia, Oxytropis jacquinii,
Pedicularis elongata subsp. elongata,
Polygala alpestris, Pulsatilla vernalis,
Ranunculus hybridus, Sesleriella sphaerocephala (≡ Sesleria s.), Soldanella
alpina subsp. alpina, S. minima subsp. minima, Veronica aphylla subsp.
aphylla, V. bellidioides.
sua atmosfera incantata. Colori bellissimi e cielo azzurro; percorriamo il giro
del lago in senso orario. Numerose le
piante incontrate: Anemonoides trifolia subsp. brevidentata (≡ Anemone t.
subsp. b.), Aquilegia atrata, Fragaria
moschata, Lonicera alpigena subsp.
alpigena, Melampyrum sylvaticum
subsp. sylvaticum, Ophrys insectifera,
Paederota bonarota, Papaver alpinum
subsp. rhaeticum (≡ P. rhaeticum), Thesium alpinum, Valeriana montana, V.
saxatilis; di nuovo Crepis slovenica (–
C. froelichiana subsp. dinarica auct.).
Successivamente si prosegue in auto
per Prato Piazza. Poiché dalle ore 10 il
transito delle automobili non è ammesso in salita, una provvidenziale navetta
ci porta comodamente in quota. Ora
la comitiva, a gruppi sparsi, si dirige
Fig. 1 - Tre Cime di Lavaredo, panorama. (Foto/Photo Alberto Sessi).
50
PAGINE BOTANICHE 2014
23 giugno
Valle Campo di Dentro, Rifugio
Tre Scarperi, Lago di Landro
Le previsioni del tempo non favorevoli ci inducono a un’uscita di mezza
giornata nella vicina Valle Campo di
Dentro. Durante la mattinata il tempo volge al bello cosicché, lasciate
le auto al parcheggio, si percorre con
una navetta un buon pezzo di salita.
A piedi proseguiamo lungo il bel sentiero che attraversa un bosco di Picea
abies (≡ Picea excelsa), Larix decidua e Pinus mugo. Dopo una buona
mezz’ora di cammino si perviene
all’ampio pianoro sul quale incombe
il poderoso Monte Mattina. Al margine del pascolo è ubicato il Rifugio
Tre Scarperi, dove molti dei nostri si
fermano per godersi questo ameno
luogo davanti a un buon caffè. Altri
soci, invece, continuano l’escursione
rilevando alcune piante: Clematis alpina, Cypripedium calceolus, Daphne
cneorum, Homogyne alpina, Pyrola
rotundifolia subsp. rotundifolia, Tragopogon orientalis. (≡ T. pratensis
subsp. o.).
Nel pomeriggio ci si sposta al Lago di
Landro, percorrendo la ciclabile che
lo costeggia in direzione di Cortina
d’Ampezzo. L’orizzonte cortinese
mostra una nuvolaglia foriera di temporale; ciò nonostante continuiamo
nella nostra escursione per la raccolta
di piante comuni, in vista dell’esposizione floristica serale, ideata dal
nostro solerte tesoriere Paolucci. Una
nutrita schiera di neofiti collabora alla
raccolta e molti si mostrano stupiti di
tanta dovizia di specie. L’esposizione,
corredata di cartellini appositamente
stampati, molto apprezzata dai soci,
sarà oggetto di segnalazione su una
rete locale. Dopo cena, Rosario Lollo presenta e commenta una rassegna
di foto scattate durante le escursioni,
alla quale seguono immagini delle precedenti settimane botaniche a
Dobbiaco, da cui emergono molte
piante viste in questi giorni.
24 giugno
Val Risena, Bagni di Valgrande
Incuranti delle poco favorevoli previsioni meteorologiche, si decide di
partire senza indugio per i Bagni di
Valgrande in Val Risena. Superato il
Passo di Monte Croce di Comelico,
la strada divalla decisamente con numerosi tornanti. Frattanto, il tempo,
da variabile tende a schiarire. Parcheggiate le auto al Rifuglio Lunelli,
dove si giunge mediante una stradina
asfaltata, la comitiva si dirige verso
il Rifugio Berti. Superato il ponticello sul torrente alimentato da una
spettacolare cascata, la valle appare
ricchissima di fiori, mentre alla base
dei torrioni dolomitici del Gruppo
Popera i ghiaioni mostrano un’abbondante quanto insolita coltre nevosa. I
fotografi si sbizzarriscono davanti
alle copiose fioriture di Horminum
pyrenaicum, Primula farinosa, Rhodothamnus chamaecistus, Thalictrum
aquilegifolium subsp. aquilegifolium.
Poi, protetta da un roccione calcareo,
Heliosperma pusillum (– Silene quadridentata auct.); a seguire: Anemonoides trifolia subsp. brevidentata (≡
Anemone t. subsp. b.), Arabis bellidifolia subsp. stellulata (≡ A. pumila
subsp. s.), Daphne striata, Kernera
51
sette impavidi, preferiscono continuare l’escursione risalendo il bel sentiero che porta al Rifugio Comici.
Analogamente a ciò che avevamo già
visto il giorno precedente, essendo il
percorso situato sul versante settentrionale, presto incontriamo estese
lingue di neve che possiamo superare
grazie alla traccia scavata dal custode del rifugio. Cessa la pioggia e ne
siamo ben contenti. Ora la salita si fa
ripida e i tornanti si susseguono uno
dopo l’altro. Volgendoci indietro per
prendere fiato, a valle appare un panorama idilliaco, a monte ci sovrasta
l’ardita cuspide della Lista e sulla destra spicca la famosa Croda dei Toni,
con la sua inconfondibile parete strapiombante. Lungo la salita incontriamo: Gentiana clusii, G. verna subsp.
verna, Lycopodium annotinum subsp.
annotinum, Petasites hybridus subsp.
hybridus, Pulsatilla alpina subsp. austriaca (Fig. 2), Ranunculus hybridus,
Silene acaulis, Soldanella alpina subsp. alpina, Valeriana elongata. Giunti
al rifugio Comici, dopo aver superato
quasi ottocento metri di dislivello ci
aspetta un piatto fumante di canederli
e un’ottima fetta di strudel, che consumiamo in allegra compagnia.
Al rientro in albergo ci aspetta una
nuotata ristoratrice in piscina.
saxatilis subsp. saxatilis, Moehringia
ciliata, Polysticum lonchitis, Primula
auricula, Soldanella minima subsp.
minima, Tephroseris longifolia subsp.
gaudinii (≡ Senecio g.).
Verso mezzogiorno le schiarite si fanno più ampie cosicché, a sprazzi, si
riesce a scorgere il Passo della Sentinella. La nostra socia Jordi ci ragguaglia sugli aspetti geologici della zona
richiamando l’attenzione degli astanti, in particolare, sull’origine delle
strapiombanti pareti rocciose, formatesi nel mare milioni di anni fa, poi
fatte emergere da fenomeni orogenetici e successivamente modellate dai
ghiacciai e dagli agenti atmosferici.
Sulla via del ritorno, a bordo strada
troviamo Lathyrus ochrus e la minuscola Corallorhiza trifida.
25 giugno
Valle Fiscalina
Solitamente a metà settimana è prevista una giornata di riposo o da dedicare alla visita delle località di grande
richiamo turistico. Non paghi della
fatica del giorno precedente e incuranti delle incerte previsioni del tempo, quasi tutti i partecipanti si incamminano per la vicina Valle Fiscalina.
Una pioggerellina ci accompagna per
un certo tratto; non ci si fa caso, anzi
ci si diverte a individuare i vari fiori
comuni che spuntano copiosi lungo la
stradina che conduce a un ristorante:
Geranium sylvaticum, Geum montanum, Phyteuma orbiculare, Rhinanthus alectorolophus subsp. alectorolophus. La maggior parte dei soci preferisce non allontanarsi dal ricovero,
altri, in vero una sparuta pattuglia di
26 giugno
Monte Elmo
Oggi le previsioni sono ottime, cosicché si parte per il Monte Elmo.
Raggiunto Sesto di Pusteria, sulla
terrazza antistante la funivia, la comitiva, pressoché al completo, viene
richiamata dal trillo del fischietto e
52
PAGINE BOTANICHE 2014
Fig. 2 - Pulsatilla alpina subsp. austriaca. (Foto/Photo Alberto Sessi).
inquadrata “militarmente” per facilitare l’appello e l’acquisto dei biglietti
scontati. Con un salto di circa settecento metri, in pochi minuti siamo
tutti a duemila metri di quota!
Comincia una facile salita, prima al
Ristoro Gallo Cedrone, poi verso il
confine italo-austriaco, valicato il
quale perveniamo al Rifugio Sillaner
(2.447 m). Il panorama che si staglia
di fronte a noi è tra i più suggestivi:
si possono distinguere tutte le Dolomiti di Sesto, dalla Croda Rossa alla
Croda dei Toni, ai Tre Scarperi, ai Baranci; in lontananza la sagoma delle
inconfondibili Tre Cime di Lavaredo
(Fig. 1), che quest’anno non abbiamo
potuto raggiungere a causa del forte
innevamento. I fiori ci accompagnano
per tutto il percorso: Atocion rupestre
(≡ Silene r.), Caloscordum victorialis
(≡ Allium v.), Gentiana acaulis (= G.
kochiana), Gymnadenia conopsea,
Hypochaeris uniflora, Pedicularis
elongata subsp. elongata, P. tuberosa, P. verticillata, Platanthera bifolia,
53
Fig. 3 - Primula glutinosa. (Foto/Photo Alberto Sessi).
quello della pedogenesi, essendo risaputo che moltissime piante allignano
in maniera selettiva su terreni acidi,
altre, di contro, sono calcifile e altre
ancora dimostrano una certa indifferenza alla natura del suolo.
Pseudorchis albida, Pulsatilla alpina
subsp. austriaca (Fig. 2), Sibbaldia
procumbens. Copiosissime Primula
glutinosa (Fig. 3) e P. minima e, nelle
stazioni già individuate nelle precedenti escursioni del Gruppo Botanico
Milanese: Achillea moschata subsp.
moschata, Androsace obtusifolia,
Cherleria sedoides (≡ Minuartia s.),
Huperzia selago subsp. selago, Pulsatilla alpina subsp. apiifolia, Ranunculus glacialis (Fig. 4), Saxifraga
bryoides, S. exarata subsp. moschata,
(≡ S. moschata).
Prima di cena la nostra geologa Jordi
Orso, nell’accogliente sala congressi
dell’hotel tiene una interessante conferenza sulla travagliata storia geologica delle Dolomiti e dei monti circostanti. È per tutti noi molto stimolante associare lo studio delle piante a
27 giugno
Anterselva
Benché le previsioni meteorologiche
non siano incoraggianti, si decide
di partire comunque per Anterselva.
Ormai abbiamo capito che la fortuna spesso aiuta gli audaci; infatti ci
aspetta una giornata memorabile sotto tutti gli aspetti.
Cominciamo con un percorso intorno
al Lago di Anterselva. Ambiente di
straordinaria bellezza paesaggistica e
ricco di flora: Alnus incana, Athyrium
filix-femina, Cirsium heterophyllum
54
PAGINE BOTANICHE 2014
Fig. 4 - Ranunculus glacialis. (Foto/Photo Alberto Sessi).
55
a scavare, con minuscole cazzuole,
un appezzamento transennato. Ci informano di aver trovato reperti di un
accampamento di cacciatori del Neolitico, risalenti a circa 9.000 anni fa.
Dopo un’ora di cammino arriviamo
a un cucuzzolo, dominio della Kalmia procumbens (≡ Loiseleuria p.),
dove consumiamo la colazione. Un
panorama incantevole si staglia da
ogni parte. Avvistiamo un paio di camosci, che presto fuggono dai nostri
sguardi indiscreti. Quanto agli aspetti
floristici, si rilevano alcuni imponenti
cirmoli (Pinus cembra) che troneggiano sull’immensa distesa di Rhododendron ferrugineum; nelle zone
pascolive incontriamo il fungo delle
deiezioni bovine Panaeolus fimiputris (Bull.) Quél. (= Anellaria semiovata (Sowerby) A.Pearson & Dennis).
Alquanto interessante il ritrovamento
di Gentiana bavarica, riconoscibile
per l’assenza di rosetta fogliare basale; presenza costante dei ruscelletti montani è Micranthes engleri (=
Saxifraga stellaris subsp. alpigena),
assieme a Eriophorum scheuchzeri,
Pinguicula vulgaris subsp. vulgaris e
Saxifraga aizoides.
La giornata e la settimana botanica si
concludono con una cena di gala, assai gradita da tutti i partecipanti.
(– C. helenioides auct.), Dactylorhiza
fuchsii (≡ Orchis maculata subsp. f.),
Gymnocarpium robertianum, Phegopteris connectilis (= P. polypodioides), Ranunculus aconitifolius, R.
platanifolius, Streptopus amplexifolius, Veronica fruticans, V. officinalis.
Riprese le auto si procede verso il
Passo Stalle. La strada è stretta ma
bene asfaltata; la circolazione è facilitata dal senso unico alternato, regolato da un semaforo. Giunti al passo,
parte della comitiva si dirige oltre la
frontiera divallando fino all’incantevole lago alpino Obersee, dove la nostra Velia va “a colpo sicuro” e ritrova Dianthus glacialis subsp. glacialis
nello stesso luogo di rinvenimento
di qualche anno fa. Altri soci optano, invece, per risalire il versante del
monte Regel: imboccato il piacevole
sentiero n. 7 camminiamo su rocce
metamorfiche, molto più antiche di
quelle dolomitiche. Rileviamo i segni
delle immani pressioni e temperature
subite da queste rocce nel sottosuolo
a seguito di fenomeni di subduzione. Successivamente l’orogenesi le
riportò in superficie, evidenziandone
le corrugazioni e l’aspetto scistoso, a
tratti scolpito dall’azione dei ghiacciai. Su un pianoro erboso incontriamo una decina di archeologi intenti
56
PAG. BOT. 2014, 38: 57-62
XLII MOSTRA MICOLOGICA
MILANESE
5-6 OTTOBRE 2013
Alberto Sessi & Benedetto Prinetti
Allestita nella prestigiosa Aula Magna del Museo di Storia Naturale di
Milano, la Mostra Micologica, che
rappresenta uno dei momenti cruciali
dell’attività micologica del Gruppo
Botanico Milanese, si è svolta con pieno successo, grazie all’abnegazione di
molti soci e simpatizzanti che hanno
fatto a gara sia nella raccolta del materiale fresco sia nell’allestimento dei
tavoli e dei pannelli espositori. A tutti
esprimiamo un sentito ringraziamento
a nome dell’associazione.
I giorni che hanno preceduto la mostra sono stati siccitosi, cosicché si temeva di mettere in vetrina una ridotta
quantità di specie. Alla fine, l’encomiabile impegno dei raccoglitori ha
consentito la determinazione di ben
225 specie, contro le 317 dell’anno
precedente. Il confronto mette in evidenza quanto siano decisive le condizioni di crescita fungina, che nel 2012
furono appunto del tutto eccezionali.
Tuttavia, al di là dei numeri delle specie presentate, ciò che maggiormente
interessa segnalare è il ritrovamento
di specie non comuni, che solo saltuariamente gli appassionati micofili
incontrano. A questo riguardo basta
scorrere gli elenchi dei funghi presentati nelle mostre degli anni passati per
rendersi conto che molte specie ricorrono con persistenza, altre invece si
presentano in modo del tutto casuale.
All’esposizione non sono mancate le
specie tossiche, poste in evidenza e
commentate ai visitatori da parte dei
nostri esperti. In questo modo il gruppo realizza uno dei suoi scopi statutari, ovvero la prevenzione degli avvelenamenti da funghi attraverso una
corretta opera di divulgazione.
Il rigore scientifico delle determinazioni è stato assicurato dal socio onorario, nonché coordinatore della mostra, dr. Riccardo Mazza, che da anni
fornisce il suo prezioso contributo alla
buona riuscita della manifestazione.
Encomiabile l’apporto di Stefano
Vianello, che con la sua collezione
fotografica ha contribuito ad arricchire la mostra rappresentando artisticamente i funghi, colti nel loro
ambiente naturale ed evidenziandone
sapientemente i caratteri peculiari per
il riconoscimento.
Segue l’elenco delle specie esposte*.
* La nomenclatura è quella in uso alle mostre dell'Associazione Micologica Bresadola.
57
var. amethysteus Quél.
Cantharellus cibarius (Fr. : Fr.) Fr.
var. cibarius
Cantharellus friesii Quél.
Cantharellus ianthinoxanthus
(Maire) Kühner
Cantharellus melanoxeros Desm.
Cantharellus tubaeformis Fr. : Fr.
Chalciporus piperatus (Bull. : Fr.)
Bataillle
Chroogomphus rutilans (Schaeff. :
Fr.) Mill.
Clavaria delphustruncatus (Quél.)
Donk
Climacocystis borealis (Fr. : Fr.)
Kotl. & Pouzar
Clitocybe clavipes (Pers. : Fr.)
P.Kumm.
Clitocybe nebularis (Batsch. : Fr.)
P.Kumm.
Clitocybe odora (Bull. : Fr.)
P.Kumm.
Clitopilus prunulus (Scop. : Fr.)
P.Kumm.
Collybia acervata (Fr. : Fr.) P.Kumm.
Collybia butyracea (Bull. : Fr.)
P.Kumm. var. asema (Fr. : Fr.)
Quél.
Collybia butyracea (Bull. : Fr.)
P.Kumm. var. butyracea
Collybia confluens (Pers. : Fr.)
P.Kumm.
Collybia fusipes (Bull. : Fr.)
P.Kumm.
Coprinus comatus (O.F.Müll. : Fr.)
Pers.
Cortinarius azureovelatus P.D.Orton
Cortinarius balteatocumatilis
Rob.Henry ex P.D.Orton
Cortinarius balteatus (Fr.) Fr.
Cortinarius brunneus (Pers. : Fr.) Fr.
Cortinarius camphoratus (Fr. : Fr.) Fr.
Albatrellus subrubescens (Murrill)
Pouzar
Amanita caesarea (Scop. : Fr.) Pers.
Amanita citrina (Schaeff.) Pers.
Amanita crocea (Quél.) Singer var.
subnudipes Romagn.
Amanita franchetii (Boud.) Fayod
Amanita muscaria (L. : Fr.) Pers. var.
aureola Kalchbr.
Amanita muscaria (L. : Fr.) Pers. var.
formosa (Gonn. & Rabenh.) Sacc.
Amanita muscaria (L. : Fr.) Pers. var.
muscaria
Amanita pantherina (DC. : Fr.)
Krombh.
Amanita phalloides (Vaill. ex Fr. :
Fr.) Link
Amanita porphyria (Alb. & Schwin. :
Fr.) Mlady
Amanita rubescens Pers. : Fr.
Armillaria mellea (Vahl : Fr.)
P.Kumm.
Artomyces pyxidatus (Pers. : Fr.)
Jülich
Boletinus cavipes (Opat.) Kalchbr.
f. aureus (Rolland) Singer
Boletus edulis Bull. : Fr.
Boletus erythropus Pers. : Fr.
Boletus fechtneri Velen.
Boletus luridus Schaeff. : Fr.
Boletus luteocupreus Bertéa & Estadès
Boletus permagnificus Pöder
Boletus pseudoregius H.Huber ex
Estadès
Boletus queletii Schulzer var. lateritius (Bres. & Schulzer) E.-J.Gilbert
Boletus queletii Schulzer var. queletii
Boletus radicans Pers. : Fr.
Bovista plumbea Pers. : Pers.
Calocera viscosa (Pers. : Fr.) Fr.
Cantharellus cibarius (Fr. : Fr.) Fr.
58
PAGINE BOTANICHE 2014
Geastrum fimbriatum Fr. : Fr.
Geastrum rufescens Pers.
Gomphidius maculatus (Scop.) Fr.
Gyrodon lividus (Bull. : Fr.) P.Karst.
Gyroporus castaneus (Bull. : Fr.)
Quél.
Hydnum repandum L. : Fr.
Hydnum rufescens Pers. : Fr.
Hygrocybe coccinea (Schaeff. : Fr.)
P.Kumm.
Hygrocybe conica (Schaeff. : Fr.)
P.Kumm.
Hygrocybe glutinipes (J.E.Lange)
R.Haller
Hygrocybe reidii Kühner
Hygrophoropsis aurantiaca (Wulfen :
Fr.) Maire
Hygrophorus agathosmus (Fr.) Fr.
Hygrophorus discoideus (Pers. : Fr.)
Fr.
Hygrophorus discoxanthus (Fr.) Rea
Hygrophorus eburneus (Bull. : Fr.)
Fr.
Hygrophorus penarius Fr.
Hygrophorus persoonii Arnolds
Hypholoma capnoides (Fr. : Fr.)
P.Kumm.
Hypholoma fasciculare (Huds. : Fr.)
P.Kumm.
Inocybe haemacta (Berk. & Cooke)
Sacc.
Laccaria affinis (Singer) Bon
Laccaria amethystina (Huds.) Cooke
Laccaria bicolor (Maire) P.D.Orton
Lactarius azonites (Bull.) Fr.
Lactarius blennius (Fr. : Fr.) Fr.
f. virdis (Schrad.) Quél.
Lactarius chrysorrheus Fr.
Lactarius cimicarius (Batsch) Gillet
Lactarius controversus Pers. : Fr.
Lactarius deliciosus (L. : Fr.) Gray
Lactarius deterrimus Gröger
Cortinarius cinnabarinus Fr.
Cortinarius elegantissimus Rob.Henry
Cortinarius herpeticus Fr.
Cortinarius hinnuleus Fr.
Cortinarius infractus (Pers. : Fr.) Fr.
Cortinarius largus Fr.
Cortinarius melanotus Kalchbr.
Cortinarius nemorensis (Fr.)
J.E.Lange
Cortinarius orellanus Fr.
Cortinarius praestans (Cordier)
Gillet
Cortinarius purpurascens (Fr.) Fr.
Cortinarius rufoolivaceus (Pers. :
Fr.) Fr.
Cortinarius triumphans Fr.
Cortinarius trivialis J.E.Lange
Cortinarius violaceus (L. : Fr.) Gray
Cotylidia pannosa (Sowerby)
D.A.Reid
Cratarellus cornucopioides (L.) Pers.
Cystoderma amianthinum (Scop.)
Fayod
Cystoderma superbum Huijsman
Cystoderma terreyi (Berk. & Br.)
Harmaja
Daedaleopsis confragosa (Bolt. : Fr.)
Schroeter var. confragosa
Daedaleopsis confragosa (Bolt. : Fr.)
Schroeter var. tricolor (Pers. : Fr.)
Bondarcev
Entoloma nidorosum (Fr.) Quél.
Entoloma sinuatum (Bull. : Fr.)
P.Kumm.
Fistulina hepatica (Schaeff. : Fr.) Fr.
Fomitopsis pinicola (Sw. : Fr.)
P.Karst.
Ganoderma adspersum (Schulz.)
Donk
Ganoderma lipsiense (Batsch) Atk.
Ganoderma lucidum (Leyss. : Fr.)
P.Karst.
59
Lyophyllum connatum (Schumach. :
Fr.) Singer
Lyophyllum recaste (Fr. : Fr.) Singer
Macrolepiota konradii (Huijsmann
ex P.D.Orton) M.M.Moser
Macrolepiota mastoidea (Fr. : Fr.)
Singer
Macrolepiota richenii (Velen.) Bellù
& Lanzoni
Marasmius oreades (Bolt. : Fr.) Fr.
Megacollybia platyphylla (Pers. : Fr.)
Kotl. & Pouzar
Merulius tremellosus Schrader : Fr.
Mycena epipterygia (Scop. : Fr.)
Gray
Mycena galericulata (Scop. : Fr.)
Gray
Omphalotus olearius (DC. : Fr.)
Singer
Onnia tomentosa (Fr. : Fr.) P.Karst.
Oudemansiella longipes (Bull. ex
Kumm.) M.M.Moser
Paxillus involutus (Batsch) Fr.
Paxillus rubicundulus P.D.Orton
Phallus impudicus L. : Pers.
Pholiota alnicola (Fr. : Fr.) Singer
Piptoporus betulinus (Bull. : Fr.)
P.Karst.
Porphyrellus porphyrosporus (Fr.)
E.-J.Gilbert
Pseudohydnum gelatinosum (Scop. :
Fr.) P.Karst.
Pycnoporus cinnabarinus (Jacq. :
Fr.) P.Karst.
Ramaria botrytis (Pers. : Fr.) Ricken
Ramaria formosa (Pers. : Fr.) Quél.
Ramaria stricta (Pers. : Fr.) Quél.
Russula aeruginea Lindblad ex Fr.
Russula atropurpurea (Krombh.)
Britzelm.
Russula aurea Pers.
Russula chloroides (Krombh.) Bres.
Lactarius evosmus Kühner &
Romagn.
Lactarius fuliginosus (Fr. : Fr.) Fr.
Lactarius mitissimus (Fr. : Fr.) Fr.
Lactarius picinus Fr.
Lactarius porninsis Rolland
Lactarius pyrogalus (Bull. : Fr.) Fr.
Lactarius quietus (Fr. : Fr.) Fr.
Lactarius rubrocinctus Fr.
Lactarius rufus (Scop. : Fr.) Fr.
Lactarius salmonicolor R.Heim &
Leclair
Lactarius sanguifluus (Paulet) Fr.
Lactarius scrobiculatus (Scop. : Fr.)
Fr.
Lactarius torminosus (Schaeff. : Fr.)
Pers.
Lactarius trivialis (Fr. : Fr.) Fr.
Lactarius turpis (Weinm.) Fr.
Lactarius uvidus (Fr. : Fr.) Fr.
Lactarius vellereus (Fr. : Fr.) Fr.
Lactarius zonarius Kühner & Romagn. var. scrobipes (Kühner &
Romagn.) Bon
Leccinum aurantiacum (Bull.) Gray
Leccinum duriusculum (Schulzer ex
Fr.) Singer
Leccinum quercinum (Pilát)
E.E.Green & Watling
Leccinum scabrum (Bull. : Fr.) Gray
Lentinus lepideus (Fr. : Fr.) Fr.
Lepiota ventriosospora D.A.Reid
Lepista caespitosa (Bres.) Singer
Lepista glaucocana (Bres.) Singer
Lepista nuda (Bull. : Fr.) Cooke
Leucocortinarius bulbiger (Alb. &
Schwein. : Fr.) Singer
Leucopaxillus tricolor (Peck) Kühner
Lycoperdon perlatum Pers. : Pers.
Lycoperdon piriforme Schaeff. :
Pers.
60
PAGINE BOTANICHE 2014
Tricholoma album (Schaeff. : Fr.)
P.Kumm.
Tricholoma cingulatum (Almf. : Fr.)
Jacobasch
Tricholoma columbetta (Fr. : Fr.)
P.Kumm.
Tricholoma imbricatum (Fr. : Fr.)
P.Kumm. var. fusipes (Kosina) Bon
Tricholoma lascivum (Fr. : Fr.) Gillet
Tricholoma orirubens Quél.
Tricholoma portentosum (Fr. : Fr.)
Quél.
Tricholoma saponaceum (Fr. : Fr.)
P.Kumm.
Tricholoma sciodes (Pers.) C.Martin
Tricholoma sejunctum (Sowerby :
Fr.) Quél.
Tricholoma sulphurescens Bres.
Tricholoma terreum (Schaeff. : Fr.)
P.Kumm.
Tricholoma ustale (Fr. : Fr.)
P.Kumm.
Tricholoma ustaloides Romagn.
Tricholoma vaccinum (Schaeff. : Fr.)
P.Kumm.
Tricholomopsis rutilans (Schaeff. :
Fr.) Singer
Xerocomus armeniacus (Quél.) Quél.
Xerocomus badius (Fr. : Fr.) E.-J.
Gilbert
Xerocomus chrysenteron (Bull.)
Quél.
Xerocomus ferrugineus (Schaeff.)
Bon
Xerocomus leonis (D.A.Reid) Bon
Xerocomus pruinatus (Fr.) Quél.
Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.
var. cyanoxantha
Russula cyanoxantha (Schaeff.) Fr.
var. peltereaui Maire
Russula emetica (Schaeff. : Fr.) Pers.
Russula fellea (Fr. : Fr.) Fr.
Russula foetens Pers. : Fr.
Russula heterophylla (Fr.) Fr.
Russula integra (L.) Fr.
Russula laurocerasi Melzer
Russula lepida (Fr. : Fr.) Fr.
Russula mustelina Fr.
Russula nigricans Fr.
Russula ochroleuca Pers.
Russula parazurea Jul.Schäff.
Russula pectinatoides Peck
Russula queletii Fr.
Russula sanguinea (Bull.) Fr.
Russula vesca Fr.
Russula viscida Kudrna
Russula xerampelina (Schaeff.) Fr.
Sarcodon imbricatus (L. : Fr.)
P.Karst.
Scleroderma bovista Fr.
Scleroderma citrinum Pers. : Pers.
Stropharia aeruginosa (Curtis : Fr.)
Quél.
Suillus bovinus (L. : Fr.) Roussel
Suillus collinitus (Fr.) Kuntze
Suillus granulatus (L. : Fr.) Roussel
Suillus grevillei (Klotzch : Fr.)
Singer
Suillus luteus (L. : Fr.) Roussel
Suillus viscidus (L.) Roussel
Trametes gibbosa (Pers. : Fr.) Fr.
Trametes hirsuta (Wulf. : Fr.) Pilát
Tricholoma acerbum (Bull. : Fr.)
Quél.
61
La mostra è stata arricchita anche da
una sezione botanica, curata dal dr.
Gabriele Galasso e da Giorgio Ceffali
e costituita da campioni freschi di 66
specie, raccolte tutte nel comune di Milano al Boscoincittà (tranne Abies alba,
Juniperus communis e Picea abies):
Abies alba Mill.
Acer campestre L.
Acer negundo L.
Acer platanoides L.
Acer pseudoplatanus L.
Ailanthus altissima (Mill.) Swingle
Alnus glutinosa (L.) Gaertn.
Bidens frondosus L.
Carpinus betulus L.
Celtis australis L. subsp. australis
Centaurea nigrescens Willd. subsp.
nigrescens
Clematis vitalba L.
Cornus sanguinea L. s.l.
Corylus avellana L.
Crataegus monogyna Jacq.
Crataegus submollis Sarg.
Cymbalaria muralis G.Gaertn.,
B.Mey. & Scherb. subsp. muralis
Diospyros lotus L.
Erigeron canadensis L.
Euonymus europaeus L.
Eupatorium cannabinum L. subsp.
cannabinum
Fraxinus excelsior L. subsp.
excelsior
Fraxinus oxycarpa Willd.
Hedera helix L.
Heteranthera reniformis Ruiz & Pav.
Humulus lupulus L.
Hypericum tetrapterum Fr.
Hypochaeris radicata L.
Juglans regia L.
Juncus effusus L. subsp. effusus
Juniperus communis L.
Lamium album L. subsp. album
Laurus nobilis L.
Lonicera japonica Thunb.
Lycopus europaeus L.
Morus alba L.
Oryza sativa L.
Persicaria dubia (Stein.) Fourr.
Persicaria hydropiper (L.) Delarbre
Phyllostachys sp. cfr. viridiglaucescens (Carrière) Rivière &
C.Rivière
Phytolacca americana L.
Picea abies (L.) H.Karst.
Populus canescens (Aiton) Sm.
Potentilla indica (Andrews) Th.Wolf
Prunus cerasifera Ehrh.
Prunus laurocerasus L.
Quercus cerris L.
Quercus ×leana Nutt. (= Q.
imbricaria Michx. × Q. velutina
Lam.)
Quercus petraea (Matt.) Liebl.
subsp. petraea
Quercus robur L. subsp. robur
Quercus rubra L.
Robinia pseudoacacia L.
Rubus corylifolius Sm. aggr.
Rubus ulmifolius Schott
Salix alba L.
Sambucus nigra L.
Sicyos angulatus L.
Silene pratensis (Rafn) Godr.
Silene vulgaris (Moench) Garcke
subsp. vulgaris
Solanum nigrum L.
Symphyotrichum lanceolatum
(Willd.) G.L.Nesom
Taxus baccata L.
Tilia americana L.
Tilia cordata L.
Ulmus minor Mill. subsp. minor
Verbena officinalis L.
62
PAG. BOT. 2014, 38: 63-65
© Guido Alberto Rossi - Tips Images/Museo di Storia Naturale di Milano
IL G.B.M. RICORDA
LUIGI CAGNOLARO
(Genova, 20 gennaio 1934 Monza, 26 luglio 2014)
Giogio Bardelli, Giorgio Chiozzi,
Michela Podestà & Stefano Scali
Il dott. Luigi Cagnolaro, conservatore
(1962-1996), vice-direttore (19711996) e infine direttore del Museo
di Storia Naturale di Milano (19962001), si è spento nella sua casa di
63
progetto nazionale di recupero dei
cetacei spiaggiati lungo le coste italiane, che ha portato a un incremento
senza precedenti delle collezioni di
studio non solo del nostro museo ma
di molti altri in tutta Italia. Prima di
lasciarci e fino a pochi giorni prima
della morte, Luigi seguiva con apprensione la pubblicazione di quelle
che considerava il coronamento di
una vita di studi: la grande monografia della “Fauna d’Italia” dedicata ai
cetacei e la monografia dedicata alle
raccolte cetologiche dei musei italiani, che è uscita a fine 2014 sulle
pagine di Museologia Scientifica, la
rivista dell’Associazione Nazionale
dei Musei Scientifici (ANMS).
Cagnolaro è stato e continua a essere il volano delle trasformazioni in
atto al Museo di Storia Naturale di
Milano nel campo delle esposizioni.
Infatti, più di ogni altra cosa egli teneva alla realizzazione del più grande
apparato espositivo italiano modulato
sull’utilizzo di diorami, un progetto
di educazione ambientale da lui iniziato e portato avanti, spesso tra mille
difficoltà, fin dagli anni ’60, quando
venne aperta al pubblico la sala di
erpetologia, con il diorama dell’anaconda (1965) e successivamente con
la sala dei Parchi Nazionali Italiani
(1972). Il suo impegno in questo senso cessò, solo formalmente, nel 2001,
anno del suo pensionamento. A questo
proposito non possiamo dimenticare
il suo vivo ed entusiastico impegno
nell’ambito della conservazione della
natura attraverso iniziative pubbliche
e interventi per la sensibilizzazione e
la crescita della cultura naturalistica,
Monza nella notte tra il 25 e il 26
luglio scorsi, circondato dall’affetto
delle figlie e assistito dalle cure dei
sanitari. Di recente colpito da un aggravamento delle sue condizioni di
salute e duramente provato dalla morte della moglie Margherita avvenuta
solo pochi mesi prima, Luigi ha saputo fronteggiare le asperità dei suoi
ultimi anni di vita con grande forza,
indomita volontà e ferrea speranza,
inaspettate in un uomo dall’aspetto
così fragile e gentile. Luigi, fin nel
profondo del suo essere, era un naturalista, un acuto conoscitore della
zoologia dei vertebrati, un museologo
di grande competenza e l’autore di innumerevoli pubblicazioni scientifiche
e divulgative, molte delle quali hanno
contribuito a fare la storia delle scienze naturali italiane e ancora la faranno
negli anni a venire. A lui si devono la
forza ispiratrice di numerose iniziative scientifiche pionieristiche nel campo dello studio dei mammiferi e la capacità di catalizzare, con l’entusiasmo
che gli era proprio, intere generazioni
di giovani ricercatori, alcuni dei quali
ora validi docenti e scienziati di calibro internazionale.
Cagnolaro è giustamente considerato
il “padre” della cetologia moderna
italiana: sua fu l’idea della creazione di un Centro Studi Cetacei nato in
seno alla Società Italiana di Scienze
Naturali, consesso di cui fu socio fin
dal suo ingresso al Museo di Storia
Naturale di Milano e poi Presidente (1984-1994). Sin dalla fine degli
anni ‘60 del secolo scorso si dedicò
allo studio osteologico dei cetacei e
nel 1985 fu animatore e ispiratore del
64
PAGINE BOTANICHE 2014
specialmente tra i giovani, con pubblicazioni, seminari e convegni.
Al di là dell’indubbio valore degli
aspetti pubblici di Luigi Cagnolaro,
vogliamo anche ricordare con grandissimo affetto l’amico che ci ha lasciato, la sua sensibilità, la sua gentilezza e la sua sempre viva e attenta
partecipazione alle nostre vicende
personali e a quelle della complessa e
non sempre facile vita del nostro istituto. Questo unire competenza e umanità è stato il suo più grande pregio.
Per questo possiamo dire: Luigi, sarai
per sempre tra noi come uno di noi.
Alberto Sessi
della mostra micologica, la cui prima
edizione risale al 1972, ovvero prima
ancora che il Gruppo Botanico fosse costituito e autorizzato a stabilire
presso il Museo la propria sede legale. Proprio in occasione delle mostre
micologiche si sviluppava la massima collaborazione fra il dott. Cagnolaro e il Gruppo Botanico: al museo
il compito della logistica, ai soci del
gruppo l’incombenza di procurare il
materiale fungino e gli esperti per la
determinazione dei reperti. La vigilia
dell’evento era sempre vissuta con
apprensione, essendo i funghi soggetti all’andamento stagionale, cosicché
volendo tutti fare bella figura, ciascuno doveva impegnarsi al massimo
delle proprie capacità.
Ricordo che all’inaugurazione di
molte edizioni della Mostra il dott.
Cagnolaro teneva il discorso di apertura. Dalle sue misurate parole emergeva la sincera soddisfazione di aver
dato fiducia a persone che, in maniera
del tutto volontaria, contribuivano
alla divulgazione scientifica, come
del resto lui amava praticare nelle discipline dove fu maestro insigne.
Quale presidente del Gruppo Botanico Milanese sono lieto di ricordare i
rapporti personali, cordiali e proficui,
coltivati per almeno cinque lustri con
l’amico Luigi Cagnolaro, anni nei
quali sono stato testimone della sua
brillante carriera, culminata nella carica di Direttore del Museo.
Rammento che il Gruppo Botanico
Milanese fu fondato nel 1975, esso
fu accolto nel Museo con entusiasmo
dal direttore pro tempore, prof. Cesare Conci, e appunto dal dott. Luigi
Cagnolaro, all’epoca intraprendente
conservatore che mostrò subito grande interesse riguardo alle nostre iniziative, tese alla divulgazione scientifica. Fu condivisa l’idea di sviluppare
nell’ambito museale un programma
articolato fra conferenze, esame di reperti fungini e floristici con cadenza
settimanale, realizzato dai massimi
esperti residenti nella nostra città, ma
anche con la partecipazione di conferenzieri esterni ingaggiati dal Gruppo
Botanico. Ultima, ma non meno apprezzata, fu l’annuale organizzazione
65
NORME PER GLI AUTORI
Pagine Botaniche sono un periodico fondato nel 1983 da parte del Gruppo Botanico Milanese, che pubblica articoli inerenti la botanica, la micologia e le scienze naturali in genere. I
lavori devono riferirsi a ricerche originali inedite; sono previste una sezione relativa alle attività
sociali ed eventuali rubriche tematiche. La Redazione si riserva il diritto di accettare o meno i
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numerate progressivamente, complete di didascalia (bilingue) e del nome dell’Autore/i. Si tenga
sempre conto della necessaria riduzione che si dovrà apportare in fase di stampa.
La bibliografia va riportata in fondo al testo secondo l’ordine alfabetico e cronologico degli
autori e secondo i seguenti esempi:
HANSON C. G. & MASON J. L., 1985 - Bird seed aliens in Britain. Watsonia, London, 15 (3): 237-252.
PIGNATTI S., 1982 - Flora d’Italia. Edagricole, Bologna, 2.
BRUNDU G., SATTA V. & VENDITTI T., 1998 - Eclipta prostrata (L.) L. as a new weed of rice fields in Sardinia (Italy). In: Plant Invasions: Ecological Mechanisms and Human Responses. Starfinger
U., Edwards K., Kowarik I. & Williamson M. (eds.). Backhuys Publishers, Leiden: 137-141.
KERGUÉLEN M., 1999 - Index synonymique de la Flore de France. <http://www2.dijon.inra.fr/
flore-france/> (ultima consultazione il 28 marzo 2008).
Nel testo le citazioni bibliografiche devono essere poste tra parentesi, indicando il cognome dell’autore in maiuscoletto e l’anno di pubblicazione, separati da una virgola: es. (BANFI
& FRATTINI, 1980). Se le citazione dell’autore fa parte di un discorso va posto fra parentesi solo
l’anno: es. “… anche BANFI & FRATTINI (1980) affermano che …”. Se gli autori sono numerosi si
cita il primo autore seguito da “et al.”: es. (GALASSO et al., 2010).
I nomi scientifici di rango specifico, generico e delle loro suddivisioni vanno scritti in
corsivo, lasciando in tondo la successiva abbreviazione dell’autore (che deve essere secondo
lo standard di ipni: http://www.ipni.org).
Bozze e stampa - Prima dell’accettazione, agli autori verrà inviato il testo con eventuali
indicazioni di errori, suggerimenti o integrazioni consigliate dal redattore/revisore. In questa
fase è ancora possibile inserire modifiche e novità, purché non notevoli. Prima della stampa
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N. 38 - 2014
ISSN 1722-5477