Tecnica - faster96
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Tecnica L ’elettronica (5a puntata) Chi comanda Il polso e la centralina. Seguendo quello che succede nel mondo delle auto, l’acceleratore elettronico si sta diffondendo anche sulle moto di Ivan Merighi Responsabile assistenza tecnica Faster 96 e sviluppo prodotto Dynojet Italia l’elettronica in 6 puntate .Dal carburatore all’iniezione 1 2.Come è fatta l’iniezione 3.I sensori dell’iniezione e sonda lambda 4.Valvole parzializzatrici e cornetti d’aspirazione variabili 5.L’acceleratore elettronico 6.Le mappe I inmoto l feeling che trasmette l’acceleratore cambia, la sensazione è differente ma la resa non diminuisce, anzi, è solo migliore. Non può essere usata come scusa, il ride by wire è di fatto un sistema elettronico di ultima generazione per le moto, che permette al motore di esprimere al meglio il proprio carattere e, anche se la centralina elettronica decide in parte per il pilota “quanto gas dare”, lo fa secondo una logica ben definita, studiata e senza ombre. È possibile adottare corpi farfallati di sezione importante a tutto beneficio della potenza e dell’allungo e per non affogare il motore ai bassi regimi con volumi di aria troppo elevati, la sezione viene mantenuta ridotta (meglio dire parzializzata) dalla centralina elettronica che apre l’acceleratore con dei massimi prestabiliti, indipendentemente dalla volontà di chi lo aziona. È solo una strategia con la quale si 142 combina la richiesta del pilota e la migliore condizione esprimibile dal motore, e dati alla mano ha ragione. Nel ride by wire non c’è un collegamento diretto meccanico fra il pilota e il motore. La manopola dell’acceleratore aziona un sensore che trasmette alla centralina elettronica le informazioni sulla volontà del pilota. La centralina elettronica interpreta questa richiesta e, in base agli altri dati che riceve dai sensori, decide quanto azionare il servomotore che apre la farfalla. Esistono differenti sistemi di ride by wire: la Yamaha è stata la prima ad introdurlo nel 2006 sulle moto di produzione e utilizza un sistema ibrido. Viene definito tale perché, mentre nella fase di apertura dell’acceleratore il controllo è elettronico, rimane presente un collegamento meccanico che chiude il corpo farfallato quando viene chiuso l’acceleratore. Si era di fatto già arrivati a soluzioni analoghe anche con i sistemi più tradizionali: da diversi anni esistono i corpi farfallati con due farfalle sovrapposte dove quella superiore è comandata dalla centralina elettronica e si apre gradualmente in funzione del regime di rotazione del motore anche se la farfalla primaria azionata dal pilota è già totalmente aperta. qui? elettronica al posto del polso destro Sopra, i cavi dell’acceleratore azionano il sensore visibile sulla destra mentre il servomotore presente al centro che apre le farfalle è comandato dalla centralina elettronica. Sotto, l’impianto sulla modernissima BMW S 1000 RR I sistemi non ibridi e più evoluti utilizzano un controllo totale della valvola a farfalla, dove un motorino elettrico comanda al 100% l’apertura e la chiusura delle stesse. Le Case italiane e le famose bicilindriche americane lo hanno introdotto da poco, e la logica di funzionamento è diventata quasi totalmente automobilistica con gestione della mappa benzina che non è più in funzione di RPM (giri motore) e TPS (posizione acceleratore) ma diventa su base RPM e Kpa (pressione all’interno dei condotti di aspirazione). Mentre nel primo caso la centralina decide la quantità di benzina da inviare basandosi sui riferimenti del regime di giri e dalla posizione dell’ac- celeratore comandato dal pilota, in quest’ultimo la centralina varia la posizione della farfalla per regolare l’afflusso di aria in funzione del valore di pressione rilevato all’ininmoto 143 Tecnica L ’elettronica (5a puntata) inmoto terno del condotto di aspirazione. Poter comandare a piacimento la posizione della farfalla significa ottenere il meglio dell’erogazione e dell’accelerazione ma anche gestire la potenza erogata dal motore ed in alcuni casi limitare la coppia o la potenza allo scopo di migliorare la guidabilità del veicolo. Anche il limitatore di giri e la velocità massima del veicolo sono controllabili con il ride by wire con lo stesso principio, evitando la necessità di brusche interruzioni di corrente o benzina a vantaggio di un intervento molto più dolce. Le moto dotate di più mappe selezionabili dal manubrio, che generalmente offrono una soluzione per la condizione di pioggia, utilizzano 144 in abbinamento alla mappa “urban” o “rain” che dir si voglia, una forte limitazione della potenza e un ritardo preimpostato nell’apertura dell’acceleratore rispetto alla volontà del pilota al fine di migliorare il feeling e aumentare la tranquillità nella guida, anche con motori di elevata potenza e coppia, in condizioni di scarsa aderenza. Un altro vantaggio importante con l’utilizzo del ride by wire è l’interazione con i nuovi sistemi di controllo di trazione, dove l’utilizzo di sensori aggiuntivi che rilevano le velocità delle ruote e l’inclinazione della moto permettono alla centralina elettronica di moderare ulteriormente la potenza erogata e quindi evitare perdite di aderenza. n comandi Non ha più importanza dove arrivano i cavi dell’acceleratore: la volontà del pilota viene trasmessa alla centralina da segnali elettrici