Accade all`UE - Confindustria

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Accade all`UE - Confindustria
Accade all’UE
Bollettino d’informazione sulle attività delle Istituzioni Comunitarie
n. 189, dall’8 al 19 luglio 2013
EDITORIALE
DI NUOVO ALLARME SUI FONDI STRUTTURALI
Siamo alle solite: un nuovo rapporto sul tasso di impegno e di utilizzo dei Fondi
strutturali europei colloca l’Italia nelle posizioni più basse. Fanno peggio di noi
solo Romania e Bulgaria, entrati però nell’UE solo nel 2004 quando l’Italia è
invece fra i Paesi fondatori. Ma evidentemente, non basta. L’allarme è di quelli
che fanno paura perché da un lato, con le nuove regole in vigore, se non si
impegnano le somme a disposizione dell’Italia da qui a fine anno si rischia di
perderle - e si parla di miliardi di euro – ma anche perché sulle scorte di basse
performances come questa, c’è chi pensa di introdurre nuove clausole di
condizionalità degli aiuti che rischierebbero di mettere ancora più a repentaglio la
prossima programmazione 2014-2020.
Si tratta di un vero allarme nazionale, che come tale va affrontato. Va
sottolineato peraltro che essendo l’Italia contributore netto del bilancio
comunitario, coi fondi strutturali ci…ripigliamo i soldi nostri.
Buttarli via per incompetenza o sciatteria è un delitto e occorre agire
rapidamente ad esempio nella direzione indicata dal Vice Presidente Laterza,
prima che sia troppo tardi.
I TEDESCHI E LA TELA DI PENELOPE
Racconta l’Odissea che Penelope per ingannare i suoi sequestratori di giorno
filasse e di notte sciogliesse tutti i nodi in modo da prolungare il suo lavoro
all’infinito.
E’ l’impressione che dà la politica europea delle ultime settimane, alle prese con
un protagonismo tedesco sempre più spinto ma anche alquanto schizofrenico che
fa si che decisioni di cui si annuncia il buon esito la mattina, siano poi
sconfessate o ridimensionate il pomeriggio, sempre secondo il buon volere degli
azionisti di maggioranza dell’Unione europea.
E’ andata così sulle soglie di emissioni di CO2 per le auto: ad accordo
faticosamente raggiunto, la Merkel ci ha ripensato e ha imposto un rinvio “sine
die” del provvedimento, perché le misure non soddisfacevano appieno alcune
case di produzione tedesche.
E’ accaduto col meccanismo di risoluzione della crisi bancaria, sulla cui
annunciata “fumata bianca” è già intervenuto un distinguo tedesco che ne
impedisce l’adozione definitiva.
E’ accaduto nel voto parlamentare sul backloading condizionato dall’ondivaga
posizione della CDU.
Accade in vari altri dossier quasi a significare che non solo nulla si muove in
Europa senza che lo voglia la Germania, ma che quando al suo interno le
posizioni non sono pienamente definite si è a rischio di continui “stop and go”.
Salvo poi mettersi tutti in riga quando la Cancelliera propone di adottare un
quadro europeo di tutela della privacy nella gestione dei dati personali su
Internet. (ma non ci poteva pensare direttamente la Commissione?)
Eppure mai come in questi momenti ci sarebbe bisogno di coerenza, di decisione
e di scelte, che invece stentano a manifestarsi su vari fronti. E questo non è un
bene per nessuno.
Con questo numero, rallentato il ritmo dei lavori delle istituzioni UE, anche
l’Accade all’UE va in vacanza.
Ne riprendiamo la pubblicazione il 26 agosto.
Gianfranco Dell’Alba
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ACCADE ALL’UE N. 189
SETTIMANA DAL 15 AL 19 LUGLIO
La Settimana
Dopo una settimana di intensa attività parlamentare, i deputati lavoreranno nelle
rispettive circoscrizioni elettorali o saranno impegnati in missioni nell'ambito delle
varie delegazioni bilaterali, e quindi l'attività al PE di Bruxelles sarà sospesa, e lo
rimarrà fino al prossimo 26 agosto.
Dato che anche l'attività in Commissione europea é ormai rallentata, resta da
segnalare per quanto riguarda il Consiglio, dove si riuniranno i Ministri
dell'Agricoltura, per affrontare importanti aspetti della PAC, quali la modulazione
dei pagamenti diretti e le percentuali di cofinanziamento dello sviluppo rurale,
alla luce dell'accordo raggiunto due settimane fa.
A livello più "basso" segnalo che si riunirà il gruppo di lavoro "consumatori" del
Consiglio, per continuare l'analisi della proposta di regolamento sulla sicurezza
dei prodotti. In particolare, per la prima volta verrà affrontato l'articolo che
riguarda l'indicazione d'origine obbligatoria. Inoltre, innovando rispetto alla prassi
consolidata, la Presidenza lituana ha deciso di invitare alla riunione delle
associazioni europee, a cominciare da BusinessEurope, il BEUC (consumatori) e
Eurocommerce, per spiegare la loro posizione sulla proposta. Di che temere che
l'indicazione d'origine ne uscirà "con le ossa rotte", dato che tutte e tre gli invitati
sono contrari.
Matteo Carlo Borsani
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ACCADE ALL’UE N. 189
1. Accade al Parlamento
RIUNIONI DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI:
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PROBELMI ECONOMICI E MONETARI
2. Accade in Consiglio
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CONSIGLIO AGRICOLTURA
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ACCADE ALL’UE N. 189
SETTIMANA DALL’8 AL
12 LUGLIO
1. Accade in Parlamento
RIUNIONI DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI:
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AMBIENTE
COMMERCIO INTERNAZIONALE
GIURIDICA
PROBLEMI ECONOMICI E MONETARI
OCCUPAZIONE E AFFARI SOCIALI
INDUSTRIA, RICERCA ED ENERGIA
MERCATO INTERNO E PROTEZIONE DEI CONSUMATORI
TURISMO E TRASPORTI
SVILUPPO REGIONALE
2. Accade in Consiglio
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COREPER
ECOFIN
3. Accade in Commissione
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MECCANISMO UNICO DI RISOLUZIONE DELLE CRISI
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ACCADE ALL’UE N. 189
SETTIMANA DAL
15 AL 19 LUGLIO
1. Accade in Parlamento
RIUNIONI DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI:
PROBLEMI ECONOMICI E MONETARI
RELAZIONI TRANSATLANTICHE: VISITA ANNUALE NEGLI STATI UNITI 15-17 LUGLIO
Una delegazione della commissione ECON svolgerà la sua visita annuale a
Washington DC tra il 15 e 17 luglio per discutere le risposte alla crisi economica e
finanziaria globale e specifiche riforme in materia di regole finanziarie, le misure
per rafforzare la ripresa economica e il rafforzamento della governance
economica nell’UE. Saranno discussi anche i negoziati in materia di servizi
finanziari nell’ambito del Trans-Atlantic Trade and Investment Partnership (TTIP).
La delegazione incontrerà membri del Congresso e dell’Amministrazione Obama,
e dirigenti del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, delle
agenzie di regolamentazione statunitensi, del settore finanziario e delle ONG.
Per maggiori informazioni: Viviana Padelli ([email protected])
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ACCADE ALL’UE N. 189
2. Accade in Consiglio
CONSIGLIO AGRICOLTURA
Nel corso del Consiglio Agricoltura e Pesca di lunedì 15 luglio, il primo presieduto
dal Ministro lituano per l'Agricoltura, Vigilijus Jukna, verrà avviato un dibattito
circa l'accordo sulla Politica Agricola Comune raggiunto nelle scorse settimane. I
Ministri, in particolare, affronteranno alcuni aspetti della PAC, tra cui la
modulazione dei pagamenti diretti e le percentuali di confinanziamento dello
sviluppo rurale, legati al Quadro Finanziario Pluriennale e, pertanto, non
compresi nell'accordo interistituzionale.
La Commissione europea, inoltre, presenterà una comunicazione sulle
opportunità in materia di pesca per il 2014.
La sessione di lavori vedrà poi i Ministri impegnati nel tentativo di raggiungere un
accordo sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.
Al Consiglio prenderà parte anche il Commissario alla Salute Tonio Borg, che
aggiornerà i Ministri circa il piano di controlli coordinato varato dalla
Commissione all'indomani della scoperta di presenza di carne di cavallo non
etichettata in taluni prodotti alimentari. I rappresentanti degli Stati membri, a
propria volta, informeranno il Commissario circa i risultati delle investigazioni
compiute al livello nazionale.
Per maggiori informazioni: Paolo Patruno ([email protected]) e Matteo Borsani
([email protected])
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ACCADE ALL’UE N. 189
SETTIMANA DALL’8 AL
12 LUGLIO
1. Accade in Parlamento
RIUNIONI DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI:
AMBIENTE
VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE - PROPOSTA DI MODIFICA DELLA DIRETTIVA 2011/92/UE
CONCERNENTE LA VALUTAZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE DI DETERMINATI PROGETTI PUBBLICI E
PRIVATI.
Lo scorso 11 luglio, la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha
approvato con 48 voti a favore e 13 contrari il progetto di relazione dell’On.
Zanoni (ALDE, Italia) sulla proposta di modifica della Direttiva 2011/92/UE
concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti
pubblici e privati.
Sono stati approvati tutti i 13 compromessi e emendamenti consolidati.
Il Consolidato 7, riguardante la procedura di “screening”, che il PPE non ha
firmato, e’ stato approvato per +43 -25 voti.
Di seguito segnaliamo i principali elementi positivi rispetto alla posizione
espressa da Confindustria sulla proposta dell’Esecutivo comunitario:
 Art. 5.2 (Approvazione emendamenti di compromesso 2 e 9). La procedura
di definizione del campo di applicazione delle informazioni che dovranno
essere riportate nel rapporto ambientale (scoping) non è più vincolante,
come proposto dalla Commissione europea, ma su richiesta specifica del
committente;
 Artt.4, 6, 8. La tempistica della procedura VIA è rimasta vincolante e il
tempo massimo è stabilito in 90 giorni;
 Art. 5.3 - Esperti accreditati (Compromesso 8). E’ stata eliminata la
previsione di esperti accreditati per l’elaborazione del rapporto ambientale
ed e’ stata sostituita con la figura di esperti “qualificati” indipendenti;
 Art. 3 Applicazione retroattiva della nuova Direttiva. La clausola di
retroattività è stata eliminata grazie all’approvazione dell’emendamento
445;
 Art. 2– One-stop-shop. (Emendamento di compromesso 5 e em. 124). E’
stata confermata e meglio specificata la procedura congiunta per progetti
sottoposti a valutazione ambientale a seguito di questa direttiva o di altre
normative comunitarie.
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ACCADE ALL’UE N. 189
Restano invece alcune criticità introdotte dal relatore rispetto alla proposta della
Commissione europea in merito al coinvolgimento del pubblico nella fase
preliminare della procedura di screening (Art. 4, nuovi Allegati II.A e III), le
demolizioni, il monitoraggio e le misure di compensazione (Art 1, 8), gli atti
delegati (Artt. 12a, 12b nuovi ) e l’inclusione dell’esplorazione e estrazione dello
shale gas nella VIA (emendamento 50 introdotto dal relatore), quest’ultimo
adottato a larga maggioranza (+53 -13).
Il progetto di relazione sarà votato dalla Sessione plenaria del Parlamento
europeo tra settembre e ottobre.
BIOCARBURANTI - PROPOSTA DI MODIFICA DELLE DIRETTIVE 98/70/EC SULLA QUALITÀ DEI
COMBUSTIBILI E 2009/28/EC SULLE ENERGIE RINNOVABILI (ILUC)
Lo scorso 11 luglio, la Commissione Ambiente ha approvato con 43 voti a favore
e 26 contrari, il progetto di relazione dell’On. Lepage (ALDE, Francia) sulla
proposta di modifica delle Direttive 98/70/EC sulla qualità dei combustibili e
2009/28/EC sulle energie rinnovabili (ILUC).
Sono stati approvati 11 compromessi e emendamenti consolidati. La relazione
dell’On. Lepage introduce numerose modifiche di natura sostanziale rispetto alla
proposta della Commissione europea.
Di seguito si segnalano i principali elementi di novità rispetto alla proposta
dell’Esecutivo comunitario:
Obiettivi e sotto-obiettivi:
 Limite all’utilizzo dei biocarburanti di prima generazione (Compromesso
1): è stato aumentato a 5.5% il tetto per il quantitativo di biocarburanti di
prima generazione e di bioliquidi utilizzabile ai fini del raggiungimento
dell’obiettivo del 10% di produzione di energia da fonti rinnovabili nel
settore dei trasporti al 2020 (la Commissione europea aveva proposto un
tetto del 5%);
 Obiettivo vincolante minimo per l’utilizzo dei biocarburanti avanzati
(Compromesso 1): si introduce un obiettivo del 2% nell’utilizzo di
biocarburanti avanzati (alcuni tipi di rifiuti, alghe etc.) nel consumo di
energia nel settore dei trasporti al 2020;
 Obiettivo vincolante minimo per l’elettricità nel settore dei trasporti
(Compromesso 5): si introduce un obiettivo minimo del 2% per l’elettricità
generata da fonti rinnovabili nel consumo energetico nel settore dei
trasporti al 2020.
Conteggio multiplo:
 conteggio multiplo dei biocarburanti avanzati (Compromesso 2): il
contributo dei biocarburanti prodotti dalle materie contenute nella lista
Parte A e B dell’Allegato IX è considerato pari a due volte il loro contenuto
energetico ai fini del raggiungimento dell’obiettivo del 10% (diversamente
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ACCADE ALL’UE N. 189
da quanto proposto dall’Esecutivo); il contributo dei biocarburanti prodotti
dalle materie contenuti nella lista Parte C e’ quadruplo;
Fattore ILUC (Indirect Land Use Change):
 Fattore ILUC e sostenibilità dei biocarburanti: il fattore ILUC, sul calcolo
del quale non sono ancora state ottenute conoscenze scientifiche
definitive, è incluso ai fini del calcolo delle emissioni dei biocarburanti nel
contesto delle Direttive 98/70/EC sulla qualità dei combustibili e
2009/28/EC sulle energie rinnovabili. Nella proposta della Commissione
europea, il fattore ILUC aveva solo un valore indicativo nella
rendicontazione;
 Rendicontazione (Compromesso 3): si fissa la data del 2015 per l’obbligo
di rendicontazione da parte de fornitori della produzione, dei volumi, delle
emissioni di GHG del ciclo di vita per unità di energia e del fattore ILUC
stimato;
Qualità dei combustibili
 Traiettoria per la riduzione di emissioni di GHG nei combustibili
(Compromesso 4): è introdotta una lista di obiettivi intermedi per la
riduzione di GHG del ciclo di vita dei combustibili al 2020, con previsione di
strumenti per il raggiungimento di tali obiettivi, inclusi l’utilizzo di
tecnologie come la cattura e lo stoccaggio di carbonio e l’acquisto di crediti
di CO2 previsti dai meccanismi flessibili (CDM) del Protocollo di Kyoto, ai
sensi della Direttiva ETS 2003/87/EC.
Criteri di sostenibilità:
 Sono introdotti specifici criteri di sostenibilità per i biocarburanti di
seconda generazione e per piantagioni forestali (Compromessi 8, 9).
Il progetto di relazione sarà votato dalla Sessione plenaria del Parlamento
europeo tra settembre e ottobre.
Per maggiori informazioni: Barbara Mariani ([email protected])
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COMMERCIO INTERNAZIONALE
PRESENTAZIONE DELLE PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA LITUANA IN MATERIA DI POLITICA COMMERCIALE
INTERNAZIONALE
Mercoledì 10 luglio, la commissione INTA ha ospitato la presentazione delle
priorità della Presidenza di turno lituana del Consiglio in materia di politica
commerciale internazionale a cura di Linas Linkevičius, ministro lituano degli
Affari esteri. Due sono le principali priorità che guideranno l’azione della
Presidenza di turno in questo semestre. Primo, l’avanzamento dei negoziati per
un ambizioso accordo di libero scambio tra l’Unione europea e gli Stati Uniti
(TTIP); secondo, un rilancio della Politica europea di vicinato sul fronte orientale,
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ACCADE ALL’UE N. 189
con particolare attenzione alla conclusione dell’accordo di libero scambio con
l'Ucraina, che idealmente potrebbe avvenire a novembre a Vilnius. Sull’asse
meridionale della Politica di vicinato, altre priorità includono l’avanzamento dei
negoziati in corso volti a creare una Deep and Comprehensive Free Trade Area
(DCFTA) con il Marocco e il lancio di nuovi negoziati con la Tunisia, l’Egitto e la
Giordania. Per quanto riguarda gli accordi economici strategici dell’Unione, il
ministro lituano ha sottolineato come ritenga essenziale la conclusione degli
accordi di libero scambio in atto - o quanto meno una svolta politica - con il
Canada e l’India, benché ciò non debba avvenire “a tutti i costi”. La Presidenza
lituana auspica anche il raggiungimento di significativi progressi nei negoziati
commerciali avviati con il Giappone così come indicato nel rigido mandato
negoziale approvato dal Consiglio, mantenendo un parallelismo tra l’eliminazione
delle barriere tariffarie europee e le barriere non tariffarie in Giappone. Tra i
punti all’ordine del giorno del semestre lituano vi sono anche le relazioni
commerciali con la Cina, in particolare per quanto riguarda il possibile avvio di
negoziati per un accordo bilaterale sugli investimenti (BIT) che comprenda sia la
protezione degli investimenti sia l’accesso al mercato. Sui dossier legislativi, la
Presidenza avanzerà alternative utili per raggiungere il consenso tra Parlamento
europeo e Consiglio nel proseguo delle discussioni sulla reciprocità nel mercato
degli appalti pubblici internazionali.
MODERNIZZAZIONE DEGLI STRUMENTI DI DIFESA COMMERCIALE (TDIS) DELL’UE
Mercoledì 10 luglio, la commissione INTA ha tenuto un primo scambio di opinioni
sulla proposta di Regolamento volta a modernizzare gli strumenti di difesa
commerciale dell’UE (anti-dumping e anti-sovvenzione) che, presentata dalla
Commissione europea lo scorso 10 aprile, è stata attribuita all’On. Fjellner (PPE,
Svezia).
Nell’introdurre il dibattito, il relatore ha immediatamente evidenziato come il
ritardo nella presentazione della proposta ne renda complicata l’adozione, visto
che l’attuale legislatura volge al termine. Al contempo, Fjellner ha sottolineato la
volontà di giungere rapidamente ad un compromesso con gli altri eurodeputati,
indicando i temi principali sui quali, a suo avviso, sono necessari dei chiarimenti
da parte della Commissione europea, ossia: l’obbligo in capo ai produttori
europei di collaborare alle indagini avviate ex officio dalla Commissione europea;
la durata della c.d. “shipping clause”, attualmente fissata in due settimane; la
proposta di non applicare la “lesser duty rule” nei casi di distorsioni nei mercati
delle materie prime; la proposta di rimborsare agli importatori i dazi raccolti nel
corso della fase di riesame alla scadenza, qualora questo non porti ad un rinnovo
delle misure. Infine, per quanto riguarda le bozze di linee guida, anch’esse
presentate lo scorso 10 aprile ma formalmente sottratte all’iter legislativo, il
relatore ha segnalato come sia necessario considerare l’insieme delle proposte in
maniera unitaria, precisando che per quanto riguarda il coinvolgimento del
Parlamento europeo nell’approvazione delle linee guida, il servizio giuridico del
Parlamento sta redigendo un parere che sarà pronto nelle prossime settimane.
La parola è dunque passata ai “relatori ombra” che seguiranno la proposta per
conto degli altri gruppi politici: l’On. Cozzolino (S&D, Italia), che si è soffermato
sull’opportunità di non limitare la discussione agli aspetti tecnici, ma di prendere
in considerazione il contesto politico in cui si situa la proposta di riforma,
andandone ad esaminare gli effetti sull’economia europea nel medio-lungo
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ACCADE ALL’UE N. 189
periodo. L’On. De Sarnez (ALDE, Francia) che ha espresso sostegno ad una
modernizzazione dei TDI purché questa sia volta a rafforzarli e a renderne più
rapido ed efficace l’utilizzo. Sulla stessa linea l’intervento dell’On. Jadot (Verdi,
Francia) il quale, oltre ad invitare la Commissione a fare chiarezza sul processo di
adozione delle linee guida, ha proposto di ridurre sensibilmente i tempi di
indagine, e di facilitare l’utilizzo degli strumenti per le PMI. Di tutt’altro tenore
l’intervendo dell’On. Sturdy (ECR, UK), che ha proposto di rimborsare non solo
l’ammontare dei dazi riscossi durante i riesami alla scadenza, ma anche gli
interessi. Più critici gli interventi degli Onn. Muscardini (ECR, Italia), Rinaldi
(ALDE, Italia) e Berra (PPE, Francia) che hanno sottolineato la necessità di
rafforzare gli strumenti di difesa commerciale europei, già molto più equilibrati di
quelli di cui dispongono i principali partner commerciali dell’UE.
La Commissione europea, nel rispondere alle numerose domande, ha affermato
che l’approvazione delle linee guida richiederà diversi mesi, senza tuttavia
precisare se intenda coinvolgere il Parlamento europeo nel processo, rendendosi
al contempo disponibile ad accorciare da nove a sette mesi la durata delle
indagini e a prestare ascolto ai vari stakeholder nel corso del processo legislativo.
Il calendario dei lavori parlamentari, piuttosto serrato, prevede che il relatore
presenti un primo documento di lavoro per la fine di ottobre, in tempo per
l’audizione pubblica fissata per il 7 novembre, a cui farà seguito la presentazione
della bozza di relazione e un ulteriore dibattito in commissione INTA il 27-28
novembre, a ridosso della scadenza per presentare emendamenti, fissata per il
29 novembre. Gli emendamenti verranno quindi discussi nel corso della riunione
fissata per il 17 dicembre, in vista del voto in commissione INTA che si dovrebbe
tenere a gennaio.
NEGOZIATI FRA L'UNIONE EUROPEA E LA CINA PER LA CONCLUSIONE DI UN ACCORDO BILATERALE IN
MATERIA DI INVESTIMENTI (BIT)
Giovedì 11 luglio, la commissione INTA si è riunita per l’esame del progetto di
risoluzione sui negoziati fra l'Unione europea e la Cina per la conclusione di un
accordo bilaterale in materia di investimenti (BIT), relatore On. Helmut Scholz
(GUE, Germania).
Il relatore per materia ha aperto l’incontro esaminando l’impatto degli
investimenti nelle relazioni commerciali tra l’UE e la Cina. A suo avviso l'accordo
sugli investimenti con la Cina (BIT) dovrebbe essere basato sulle migliori pratiche
tratte dalle esperienze degli Stati membri comprendendo standard come il
principio di non discriminazione (trattamento nazionale e clausola della nazione
più favorita), il riferimento al diritto internazionale consuetudinario, il divieto di
manifesta arbitrarietà nel processo decisionale nonché la protezione contro
l'esproprio diretto prevedendo un’adeguata compensazione che ristori la
proprietà dei danni subiti. L’On. Scholz ritiene altresì essenziale includere
nell’accordo una clausola vincolante di responsabilità sociale e clausole sociali e
ambientali efficaci.
Gli eurodeputati intervenuti nel dibattito hanno reiterato il proprio appoggio ad
un accordo bilaterale sugli investimenti con la Cina che includa un miglioramento
delle clausole di accesso al mercato e preveda una maggior protezione degli
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ACCADE ALL’UE N. 189
investitori mediante l’inclusione
controversie Stato-Stato.
di
meccanismo
di
composizione
delle
A conclusione dell’incontro, la Commissione europea ha manifestato il proprio
appoggio in termini generali alla proposta di risoluzione presentata dall’On.
Helmut Scholz accogliendo con favore la richiesta di maggior certezza giuridica
con particolar riferimento alle clausole di responsabilità sociale d’impresa. A ciò si
aggiungerà, inoltre, la previsione di un meccanismo di risoluzione delle
controversie Stato-Stato che includa lo sviluppo sostenibile.
RISULTATI DEI NEGOZIATI FRA PE E CONSIGLIO SUI REGOLAMENTI “OMNIBUS I E II”
L’11 luglio i deputati della commissione INTA hanno approvato i risultati dei
negoziati fra PE e Consiglio sui regolamenti c.d. Omnibus I (24 favorevoli, 1
contrario, 1 astenuto) e II (22 favorevoli, 4 astenuti, nessun contrario) che
modificano diversi atti di politica commerciale per allinearne le procedure
decisionali al quadro giuridico post-Lisbona. Dopo l’estate, i testi verranno
sottoposti all’esame della sessione plenaria del Parlamento europeo.
ESERCIZIO DEI DIRITTI DELL’UNIONE PER L’APPLICAZIONE E IL RISPETTO DELLE NORME COMMERCIALI
INTERNAZIONALI
L’11 luglio la commissione INTA ha anche esaminato il progetto di relazione
dell’On. Nicolò Rinaldi (ALDE, Italia) sulla proposta di Regolamento relativa
all'esercizio dei diritti dell'Unione per l'applicazione e il rispetto delle norme
commerciali internazionali.
Il relatore ha descritto le principali modifiche che ha inteso apportare alla
proposta della Commissione, concentrandosi in particolare su: l’estensione della
validità del Regolamento da tre a cinque anni; il rafforzamento del processo di
consultazione con gli operatori economici; la previsione che le eventuali
contromisure debbano essere “adeguate e proporzionali” e non solamente
“sufficienti”; ed infine l’ampliamento del regolamento ai servizi, oltre che ai beni.
I relatori ombra intervenuti nel dibattito hanno sostenuto in maniera decisa la
linea del relatore, complimentandosi per la collaborazione intercorsa nella fase di
redazione del progetto di rapporto che ha fatto sì che tutte le principali istanze
dei vari gruppi politici venissero riflesse nel testo. La scadenza per presentare
ulteriori emendamenti è fissata al 26 luglio.
Per maggiori informazioni: Carlo Pirrone ([email protected])
GIURIDICA
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Lunedì 8 luglio, nel corso della riunione della Commissione giuridica s’è tenuta
una mini-audizione relativa al marchio comunitario cui hanno partecipato i
seguenti esperti: il Presidente dell’UAMI, Antonio Campinos, un Rappresentante
del Ministero della Giustizia tedesco, Christoph Ernst, il Direttore Generale
dell’Ufficio svedese per la registrazione dei brevetti e dei marchi, Susanne Ås
Sivborg, il Presidente del Comitato marchi dell’European Brand Association, Dawn
Franklin, e il Capo dell’Ufficio legale di L’Oreal, José Montero.
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ACCADE ALL’UE N. 189
Gli esperti hanno unanimemente sostenuto che il sistema vigente opera in
maniera soddisfacente ma che è necessario introdurre alcune modifiche che
permettano una migliore convivenza dei sistemi nazionali con quello europeo.
Molti interventi si sono soffermati sulle norme in materia di impedimenti alla
registrazione e di diritti conferiti dal marchio d’impresa e sulla questione
dell’eccedenze di bilancio dell’UAMI. Rispetto alle eccedenze, la maggioranza
degli esperti s’è detta contraria allo stanziamento delle stesse a favore del
bilancio generale dell’Unione europea e hanno sottolineato che tali quote devono
essere utilizzate unicamente ai fini della tutela della proprietà intellettuale e dei
marchi.
Per maggiori informazioni: Matteo Borsani ([email protected])
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PROBLEMI ECONOMICI E MONETARI
Tra l’8 e il 9 luglio si è riunita a Bruxelles la Commissione Problemi economici e
monetari del Parlamento europeo. Tra i diversi punti interessanti in agenda, vi
sono state il dialogo monetario con Mario Draghi in qualità di Presidente della
Banca centrale europea, il dialogo economico con Rimantas Šadžius, Ministro
delle Finanze della Lituania in qualità di Presidente di turno del Consiglio ECOFIN,
e un’audizione del Ministro delle Finanze della Slovenia Uroš Čufer, per discutere
lo stato dell’economia slovena e i rischi di spillover sulla stabilità finanziaria
dell’Unione europea.
La riunione si è aperta l’8 luglio 2013 con il “dialogo monetario” tra il presidente
della BCE e del CERS (Comitato europeo per il rischio sistemico), Mario Draghi, e
la commissione ECON del Parlamento europeo.
In una breve introduzione, il Presidente ha illustrato le condizioni economiche
degli ultimi dodici mesi, sottolineando la maggiore stabilità delle condizioni
finanziarie dell’Eurozona rispetto a luglio 2012, nonostante restino ancora alcuni
nodi irrisolti: in primo luogo la frammentazione finanziaria, che crea forti
difficoltà per le PMI nell’accedere al credito, e la questione dell’Unione bancaria,
su cui sono stati fatti passi importanti, ma per la quale rimangono da definire gli
ultimi dettagli. Tra le cause di questa maggiore stabilità economica Mario Draghi
ha individuato sia le riforme e le politiche attuate dagli Stati europei sia le azioni
di politica monetaria della Bce.
Draghi ha quindi trattato tre punti in maniera approfondita:
 l’evoluzione della situazione economica e monetaria;
 la frammentazione finanziaria e il finanziamento delle PMI;
 la concretizzazione dei provvedimenti sull’Unione bancaria.
Circa l’evoluzione della situazione economica e monetaria, il presidente ha
ricordato l’abbassamento del tasso di rifinanziamento dello 0,25% a 0,5% da
parte del Consiglio direttivo della Bce nel maggio 2013 e gli effetti positivi che
questa misura ha avuto, oltre alla promessa di puntare sulla stabilità dei prezzi e
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ACCADE ALL’UE N. 189
a condizioni di mercato monetario stabili “per tutto il periodo necessario”, presa a
luglio 2013.
Mentre sulla frammentazione finanziaria il Presidente ha ricordato come non ci
sia ripresa senza un sistema bancario solido, sul tema specifico del finanziamento
alle PMI egli ha sottolineato come vi sia un doppio problema da considerare
riguardo allo spread: quello che sussiste tra paese e paese e quello che invece
esiste tra piccole e grandi imprese. Nel primo caso la Bce ha cercato di ridurre i
costi di finanziamento bancario, mentre nel secondo le soluzioni proposte, oltre
ad un intervento della Banca europea degli investimenti (BEI), consistono in una
fornitura di garanzie e fideiussioni e nel potenziamento del credito per le PMI.
Infine, con riferimento all’Unione bancaria, Draghi ha ribadito un triplice
impegno: la solidità del sistema, la gestione del sistema bancario secondo regole
comuni, l’integrazione di un quadro di risoluzione che impedisca che avvengano
gli errori del passato. Sulle questioni ancora in corso, Draghi ha ricordato la
stretta collaborazione con le autorità nazionali per la creazione del Single
Supervisory Mechanism (SSM), il meccanismo di supervisione delle banche, per
la quale saranno necessari nei prossimi mesi: una mappatura del settore
bancario della zona euro; lo scioglimento di alcuni nodi giuridici; la preparazione
di un quadro di rendicontazione dei dati di supervisione armonizzato; un manuale
di supervisione; la programmazione e l’attuazione di una valutazione dei bilanci.
C’è stato poi tempo per le domande degli eurodeputati: in primo luogo, è stata
fatta notare dall’On. Werner Langen (PPE, Germania) e da altri membri del PPE la
persistente difficoltà nell’accesso al credito per le PMI, oltre alle differenze
nazionali nei tassi di interesse dei prestiti bancari. Draghi ha risposto che le
banche, pur avendo in alcuni casi disponibilità di capitale, continuano a non
prestare alle PMI perché è troppo alto il rischio del prestito (e,
conseguentemente, il capitale da accontare a fronte di tale attività), mentre
l’acquisto di titoli di stato è meno rischioso. La soluzione è continuare con la
politica di tassi bassi, senza però obbligare le banche a prestare denaro alle PMI.
In uno studio citato dal presidente della Bce, le due difficoltà principali espresse
dai piccoli imprenditori europei sono la mancanza di clienti e di accesso al
credito, in un settore che occupa oltre il 75% della popolazione europea. La BEI,
la Commissione europea e la BCE potrebbero quindi agire insieme per elaborare
una strategia comune, ricorrendo anche alle cartolarizzazioni, ha sostenuto
Draghi.
Sull’Unione bancaria, alla domanda su cosa succede nel momento in cui si arena
la direttiva sulle garanzie di deposito a causa delle resistenze al Consiglio e si
arriva a parlare solo di risoluzione e vigilanza, Draghi ha risposto che l’accordo
raggiunto è un fatto positivo e che il ruolo che potrà svolgere il PE in questo
senso è fondamentale.
Rispondendo all’On. Wolf Klinz (ALDE, Germania) che chiedeva informazioni sulla
sua posizione riguardo alla mutualizzazione del debito, Draghi ha risposto che
mutualizzare significa emettere debito e poi doverlo finanziare e che quindi tutti
gli Stati devono innanzitutto essere convinti di dover rispettare la stessa
disciplina e le stesse regole. Soltanto alla fine di questo processo si potrà parlare
di messa in comune del debito.
15
ACCADE ALL’UE N. 189
L’On. Philippe Lamberts (Verdi, Belgio) si è soffermato sulla decisione
dell’Eurogruppo di limitare i fondi a disposizione dell'ESM per la ricapitalizzazione
diretta delle banche a 60 miliardi in prospettiva dell'asset quality review che sarà
condotta a breve dalla BCE prima di assumere la vigilanza del settore bancario. Il
presidente Draghi, incalzato circa la congruità di tale tetto, ha chiarito che,
qualora l'asset quality review dovesse evidenziare problemi relativi ai bilanci delle
banche, in questa fase la ricapitalizzazione potrà avvenire esclusivamente
mobilitando risorse nazionali o sottoscrivendo un programma di aumento del
debito con l'ESM (la ricapitalizzazione "indiretta" delle banche da parte dell'ESM
tramite lo Stato membro di appartenenza, infatti, è già consentita dal trattato
istitutivo del fondo). La ricapitalizzazione diretta delle banche da parte dell'ESM
potrà essere utilizzata solo una volta che la BCE avrà effettivamente assunto il
ruolo di supervisore, e quindi non prima del settembre 2014.
L’On. Sampo Terho (EFD, Finlandia) ha chiesto il parere di Draghi sulle diverse
strategie di gestione del prestito bancario utilizzate in USA e UE. Questi ha
risposto che la differenza tra UE e USA è principalmente istituzionale, oltre che di
mandato, tra le banche centrali. Negli USA la Fed interviene sui mercati
attraverso i titoli di Stato, mentre in Europa oltre l’80% dell’intervento avviene
attraverso le banche. Non si può però garantire che le banche concedano prestiti,
ha polemicamente ammesso Draghi.
Alla domanda dell’eurodeputata del PPE Danuta Maria Hübner (Polonia)
sull’attivismo monetario, Draghi ha ricordato l’incertezza sul mercato finanziario
dell’Eurozona, oltre alle due LTRO e all’OMT che hanno ridotto di molto il rischio
per l’Eurozona. Per quanto riguarda il terzo LTRO prospettato in una recente
cerimonia a Gerusalemme, Draghi non ha voluto soffermarsi sulla questione.
Rispondendo poi all’On. Olle Schmidt (ALDE, Svezia) sulla futura decisione della
Corte di Karlsruhe sulla legittimità del programma OMT di acquisto dei titoli di
Stato con scadenza massima a 3 anni sul mercato secondario, Draghi ha detto
che si tratta di un back stop efficace e pronto ad essere attivato, ma le condizioni
devono sussistere. Inoltre, ha ricordato che la BCE è soggetta alla giurisdizione
della Corte di Giustizia, ed è stata chiamata da Karlsruhe come esperto, non
come imputato.
Successivamente all’intervento di Mario Draghi, il Ministro Šadžius ha presentato
succintamente il programma della presidenza lituana ed elogiato il lavoro svolto
dalla Presidenza uscente irlandese, rallegrandosi di poter continuare diversi
triloghi già nel mese di luglio. L’obiettivo di rilanciare la crescita, assicurando
opportunità di lavoro ai giovani e credito alle imprese, soprattutto alle PMI, è
stato ribadito con forza. Šadžius ha sottolineato i grandi risultati dell’ingresso
della Croazia nell’UE e della Lettonia nella zona euro, ribadendo che il suo paese
intende adottare la moneta unica nel 2015. Egli vede nell’espansione dell’euro e
dell’UE un segnale di fiducia importante, che deve essere tenuto in
considerazione nelle discussioni, spesso fortemente tecniche, su stabilità
finanziaria e sostenibilità dei conti pubblici. La priorità della presidenza lituana è
sicuramente l’Unione bancaria: il trilogo su risanamento e risoluzione delle crisi
delle banche, dopo il compromesso raggiunto il 27 giugno in sede ECOFIN, è
pronto a partire immediatamente. Il Ministro ha poi sottolineato l’importanza
della completa implementazione delle regole di governance economica e la
necessità di sviluppare un semestre europeo più efficace e trasparente. Inoltre,
Šadžius ha segnalato l’intenzione di lavorare con l’obiettivo di estendere la zona
16
ACCADE ALL’UE N. 189
euro a tutti e 28 gli Stati membri. Grande importanza viene assegnata anche
all’ottenimento di progressi relativamente ai principali dossier finanziari, in
particolare relativamente al “pacchetto Mifid”, alla Market Access Regulation e al
Regolamento sui Central Securities Depositories. Al tempo stesso, è cruciale
continuare il lavoro su Omnibus II per via delle sue implicazioni per le
assicurazioni. Sulla tassazione il ministro Šadžius chiede il sostegno politico del
Parlamento per sconfiggere evasione e frode fiscale, anche alla luce della
mancanza di unanimità in sede di Consiglio. Infine, il Ministro ha ribadito
l’importanza di raggiungere al più presto un accordo definitivo e completo sul
quadro finanziario pluriennale per assicurare il finanziamento di una lunga serie
di programmi europei.
Nel dibattito, il presidente della commissione ECON, l’On. Sharon Bowles (ALDE,
Regno Unito) ha ribadito che il Parlamento esprime da anni un forte sostegno ai
lavori in materia di tassa su risparmi, scambio di informazioni, IVA e base
imponibile consolidata comune per l’imposta sulle imprese (CCCTB). L’On. Jean
Paul Gauzès (PPE, Francia) si è chiesto come la Presidenza lituana intenda
sbloccare i numerosi dossier, e il Ministro Šadžius ha riconosciuto la difficoltà di
affrontare le differenze tra Consiglio e Parlamento e tra gli stessi Stati membri.
In quest’ambito, l’obiettivo della presidenza lituana è quello di concentrarsi sulle
priorità e di coordinarsi più efficacemente con ECON. L’On. Antolín Sánchez
Presedo (S&D, Spagna) ha poi parlato di credito per i mutui, sul quale l’accordo
tra Parlamento e Consiglio è quasi concluso, mentre l’On. Olle Schmidt (ALDE,
Svezia) si è chiesto se le raccomandazioni-paese siano effettivamente
implementate.
Le
difficoltà
nel
misurare
in
maniera
quantitativa
l’implementazione sono state riconosciute dal ministro, anche alla luce
dell’importanza del principio di sussidiarietà, che vede comunque nei governi
nazionali i responsabili ultimi dell’implementazione delle riforme strutturali e della
politica fiscale. L’On. Jean-Paul Besset (Verdi, Francia), invece, ha ribadito la
rilevanza politica delle differenze che rallentano numerosi dossier importanti
(FTT, fondo di redenzione del debito), chiedendo al Ministro se ritiene che il
governo tedesco sia il principale responsabile dell’impasse legislativa.
Quest’ultimo riconosce le diversità degli interessi in gioco, e ritiene che la sua
presidenza debba svolgere un ruolo di mediatore diretto con i Ministri delle
Finanze dell’UE e con gli stessi parlamentari dell’ECON. L’On. Jürgen Klute (GUENGL, Germania) ha poi parlato della direttiva payment account, rallegrandosi
della sua presenza nell’agenda di lavoro della presidenza lituana, mentre l’On.
Marianne Thyssen (PPE, Belgio) ha posto l’enfasi sul meccanismo di supervisione
unico, per il quale il ministro Šadžius ha auspicato un voto quanto più
rapidamente possibile da parte del Parlamento, e sul meccanismo di risoluzione
unico, riguardo al quale il Ministro ha sottolineato che la coerenza della proposta
della Commissione con gli attuali Trattati è stata ribadita dal Commissario Michel
Barnier.
La giornata del 9 luglio è invece ospitato l’audizione del Ministro delle Finanze
sloveno Uroš Čufer, nel formato cd. “dialogo economico”. Durante lo scambio di
vedute, il Ministro si è soffermato su tre punti: l’attuale situazione economica in
Slovenia, i tre pilastri di attività per il governo in carica ed infine le priorità di
breve termine. La Slovenia, ha ricordato Čufer, è reduce da 5 anni di crescita
debole a causa della crisi economica. Il debito è al 55% del Pil, e pur essendo al
di sotto della media nell’UE rimane su valori da monitorare, anche perché in
costante aumento. Vi sono inoltre squilibri nel settore privato e numerose
17
ACCADE ALL’UE N. 189
aziende sono altamente indebitate. Questo si riflette sui bilanci delle banche, con
le quali il governo sloveno intende confrontarsi il prima possibile. Tra le misure
citate dal Ministro come decisive e utili per il paese, vi sono la riforma delle
pensioni, del mercato del lavoro, e il processo di consolidamento dei conti.
La strategia elaborata poggia su tre pilastri. Innanzitutto, il cambiamento del
processo decisionale, in particolare modificando la Costituzione e le soglie per i
referendum, che sono stati la causa per il blocco di molte iniziative governative
negli ultimi anni. In secondo luogo, la modifica del sistema di voto e una riforma
strutturata della corporate governance. Infine, misure di breve termine che
devono essere focalizzate su crescita sostenibile nel lungo termine e
consolidamento del bilancio. Ciò che può favorire la realizzazione di questi
obiettivi sono un sistema giuridico efficace, l’efficienza del settore pubblico, la
riduzione dell’intervento del settore pubblico ed infine i miglioramenti nei settori
della sanità e dell’energia.
Per quanto riguarda il debito, è stata creata con i funzionari della Banca di
Slovenia e con le istituzioni internazionali una bad bank in cui trasferire i titoli
tossici. Per quanto riguarda le privatizzazioni, è già stata trovata una lista
(approvata dal Parlamento) di quindici aziende da privatizzare.
Le domande dei deputati hanno riguardato principalmente la situazione
finanziaria slovena e la questione delle banche. L’On. Jean-Paul Gauzès (PPE,
Francia) ha chiesto informazioni sulla ristrutturazione delle banche, ottenendo
risposta sulla necessità di sistemarne la situazione finanziaria il prima possibile.
Si aspetta adesso il via libera della DG Concorrenza, che deve dare
l’autorizzazione per valutare se il trasferimento degli asset, così come nella
ricapitalizzazione della banca, siano compatibili con le norme UE sugli aiuti di
Stato.
Alla domanda dell’On. Wolf Klinz (ALDE, Germania) sulle strategie di
privatizzazione, il ministro ha risposto che non si può privatizzare senza
riferimenti precisi ed in maniera indiscriminata. Come dimostrano anche le
esperienze degli altri paesi europei, è necessario mantenere le industrie
strategiche che operano nel pubblico, se si ritrova un interesse comune nel
mantenimento del profilo statale.
Per maggiori informazioni: Viviana Padelli ([email protected])
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OCCUPAZIONE E AFFARI SOCIALI
Il 9 luglio si è riunita la Commissione parlamentare per l’Occupazione e gli Affari
sociali.
La commissione ha proceduto a uno scambio di opinioni con le parti sociali
europee BusinessEurope, ETUC, UEAPME e CEEP sul Quadro d’Azione contro la
disoccupazione giovanile, approvato l’11 giugno e accolto con favore da tutti gli
oratori intervenuti durante l’incontro.
Ad oggi il tasso di disoccupazione giovanile si attesta attorno al 24.4% nell’area
euro e al 23.5% nell’area EU27. Per questo motivo, Maxime Cerutti
18
ACCADE ALL’UE N. 189
(BusinessEurope) ha affermato che è necessaria un’azione immediata per aiutare
i giovani nella ricerca di un impiego.
Secondo Patrick Itschert (ETUC), il testo approvato dalle parti sociali è ben
equilibrato e si propone di migliorare la qualità degli stage e dei percorsi di
apprendistato, in modo che costituiscano un punto di partenza per i giovani e
non una fonte di abuso. A tal fine occorre che la “Garanzia per i giovani” sia
attuata rispettando alcune condizioni ed evitando che dia luogo solo a brevi
stage. I sindacati si sono detti preoccupati per il problema del “brain drain”, che
priva gli Stati membri, e in particolare la periferia, del loro capitale sociale, del
quale altri Stati potranno disporre come mano d’opera a buon mercato. La fuga
dei cervelli è dovuta essenzialmente al taglio della spesa pubblica operato dalla
maggior parte dei Governi europei, il quale è a sua volta conseguenza diretta
delle politiche di austerità. A differenza della libera circolazione delle persone a
cui fanno riferimento i trattati di Roma, che deve essere ulteriormente rafforzata
all’interno dell’UE, questa emigrazione dei giovani è una forma di mobilità forzata
che deve essere risolta.
Liliane Volozonskis (UEAPME) ha commentato le 80 raccomandazioni di breve e
lungo periodo contenute nel Quadro d’Azione, che affronta alcune questioni
essenziali: la capacità di indirizzare i giovani verso quei settori nei quali è più
richiesta la manodopera (attraverso open days e partenariati), la necessità di
affrontare i limiti che ostacolano l’assunzione dei giovani e la diffusione,
all’interno dell’Unione europea, dello spirito imprenditoriale e di una maggiore
flessibilità. Gli Stati membri dovrebbero adottare modelli di formazione duale,
che prevedano un periodo di apprendimento in piccole e medie imprese. Inoltre,
è importanti concentrarsi non solo sui programmi di mobilità indirizzati agli
studenti, ma anche e soprattutto a quelli rivolti ai giovani lavoratori.
Andreas Persson (CEEP) ha sottolineato l’importanza di investire nell’educazione
e nell’insegnamento, favorendo i percorsi di formazione professionale in
alternanza scuola/lavoro.
Il 9 luglio in commissione parlamentare EMPL si è svolta anche un’audizione
pubblica sulla dimensione sociale dell’Unione Economica e Monetaria, che ha
affrontato la possibile istituzione di un sistema europeo di indennità di
disoccupazione.
Hanno partecipato all’incontro quattro esperti: Georg Fischer (DG EMPL,
Commissione europea), Thomas Philippon (New York University), Ferdinand
Fichtner (DIW) e l’economista Manuel Caldeira Cabral.
A partire dal Blue print della Commissione europea dello scorso novembre “Un
piano per un’Unione economica e monetaria autentica e approfondita - Avvio del
dibattito europeo” gli ospiti hanno commentato l’attuale situazione, caratterizzata
da una forte interconnessione tra le diverse economie europee, non
accompagnata da appropriati meccanismi di condivisione del rischio. Le economie
degli Stati membri sono esposte agli stessi cicli congiunturali, tuttavia le
fluttuazioni non sono allineate e mancano degli stabilizzatori automatici comuni
per i periodi di recessione.
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ACCADE ALL’UE N. 189
Gli esperti e la commissione hanno quindi discusso le tappe verso la piena
capacità fiscale e la completa unione politica, economica e monetaria. Particolare
attenzione è stata dedicata alla possibile introduzione di un fondo di
disoccupazione assicurativo a livello europeo.
Infine, la commissione EMPL ha avuto un momento di confronto con il Ministro
lituano per il Lavoro e la Sicurezza sociale, Algimanta Pabedinskiene.
Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected])
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INDUSTRIA, RICERCA ED ENERGIA
Lo scorso 9 luglio è stato approvato dalla commissione industria, ricerca ed
energia (ITRE) la proposta di risoluzione dal titolo “Imprenditorialità 2020:
rilanciare lo spirito imprenditoriale in Europa” con 49 voti a favore, 2 contrari e
nessun astenuto, relatore l’On. Paul Rübig (PPE, Austria).
Sempre in commissione ITRE è stato esaminato il progetto di relazione dell’On.
Butikofer (Verdi, Germania), “Reindustrializzare l'Europa per promuovere la
competitività e la sostenibilità”.
Il relatore ha iniziato il dibattito sottolineando come sia necessario, per uscire
dalla crisi, aspirare, in linea con quanto dice la Commissione europea nella sua
Comunicazione pubblicata nell’ottobre 2012, a una politica industriale europea.
Il potenziamento dell’industria è un obiettivo che deve essere portato avanti da
tutti, ha continuato Butikofer, e ciò deve essere fatto attraverso un approccio
orizzontale, che definisca le condizioni quadro e individui i settori sui quali
concentrarsi per arrivare ad una politica industriale comune ed efficace.
Condividendo il punto di vista della Commissione il relatore ha rilevato come
all’Unione serva un’industria europea sostenibile che punti sull’innovazione e sul
potenziamento delle tecnologie.
Inoltre, il relatore ha sottolineato l’importanza, nel contesto industriale,
dell’accesso al credito delle PMI e come questo debba essere migliorato e reso
maggiormente attendibile e sicuro.
È intervenuto poi l’On. Proust (PPE, Francia) il quale ha sottolineato come sia
necessario creare misure concrete, semplici e innovatrici in modo da delineare
una politica industriale che risolva i problemi dell’industria e proponga soluzioni
concrete ai cittadini europei. I paesi europei devono allearsi per avere un’unica
politica industriale ed essere in grado di parlare con una sola voce per rilanciare
l’industrializzazione dell’Europa e per rispondere con maggior competitività alle
economia dei paesi emergenti.
La maggior parte dei MEP intervenuti ha convenuto con quest’ultima analisi,
sottolineando, inoltre, come sia necessario mettere al centro della futura politica
industriale l’innovazione, finalizzata a rendere le imprese europee, ed in
particolare le PMI, maggiormente competitive sul mercato globale.
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ACCADE ALL’UE N. 189
È intervenuto, poi, l’On. Prodi (S&D, Italia) che ha rilevato come sia necessaria
una politica industriale improntata sul ritorno alla manifattura. Secondo l’On.
Prodi sarà molto importante, per rivalutare l’industria e rimetterla al centro
dell’agenda europea, mantenere la cultura manifatturiera europea. La futura
politica industriale europea, secondo Prodi, dovrà, inoltre, spostare la fiscalità dal
lavoro ai consumi e porsi come obiettivo centrale quello dell’efficienza.
Infine, è stato fissato a venerdì 19 luglio il termine per presentare emendamenti.
La commissione ha quindi ricevuto la visita dei ministri lituani Sinkevicius,
Gustas, Pavalkis e Neverovic e sarà ospite a Vilnius la prossima settimana.
Rimantas Sinkevicius, Ministro dei trasporti e delle telecomunicazioni, ha
ricordato che la Presidenza lituana sarà l’ultima a collaborare con l’attuale
Parlamento e l’attuale Collegio dei commissari. Sarà dunque prioritario il lavoro
sulle reti di comunicazione transeuropee, la Direttiva sulla sicurezza delle reti
dell’informazione e la proposta di Regolamento per la riduzione dei costi per la
banda larga. Il Ministro Sinkevicius ha inoltre promosso l’evento ICT 2013 che
avrà luogo a Vilnius a novembre.
Evaldas Gustas, Ministro dell’Economia, ha affermato l’importanza della
collaborazione interistituzionale per la definizione di una politica industriale
integrata e competitiva basata sull’innovazione. Nel suo intervento ha indicato
come priorità l’accesso alle materie prime e alle fonti energetiche a prezzi
competitivi, la definizione di un ambiente normativo favorevole alla crescita e
all’occupazione, la promozione dei cluster e delle reti d’impresa e
l’incoraggiamento della domanda di beni e servizi innovativi. Il tema degli appalti
pubblici per l’innovazione sarà oggetto di un consiglio informale a Vilnius il 23
luglio. Altri appuntamenti importanti saranno il Consiglio Competitività di
settembre e dicembre e il Consiglio europeo di febbraio 2014. Infine, il Ministro
Gustas ha sottolineato il valore delle PMI come forza trainante dell’economia e
ricordato la celebrazione del quinto anniversario dello Small Business Act che ha
affermato il principio think small first.
Dainius Pavalkis, Ministro dell’Educazione e della Scienza, ha affrontato il
programma Horizon 2020 e il suo budget, il rapporto tra mobilità e fuga dei
cervelli e le politiche di promozione dello spirito imprenditoriale.
Jarolslav Neverovic, Ministro dell’Energia, ha sottolineato l’importanza di
completare il mercato interno dell’energia, avanzare nella discussione sulla
Direttiva sui biocarburanti e definire un quadro di riferimento su energia e clima.
La commissione ITRE ha inoltre approvato, con 51 voti a favore, la questione
orale sul completamento della European Research Area, posta dalla Presidente
Sartori.
Per maggiori informazioni: Gaia Della Rocca ([email protected])
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ACCADE ALL’UE N. 189
SFRUTTARE IL POTENZIALE DEL CLOUD COMPUTING IN EUROPA
Lunedì 8 luglio, la commissione parlamentare per l’Industria, la Ricerca e
l’Energia (ITRE) si è riunita per l’esame del progetto di relazione dell’On. Pilar del
Castillo Vera (PPE, Spagna) sulla comunicazione della Commissione europea
“Sfruttare il potenziale del cloud computing in Europa”.
La relatrice ha presentato le forti potenzialità del cloud computing come
strumento di crescita, occupazione e competitività globale dell'Unione
europea. Tuttavia, data la natura commerciale dei sistemi di cloud, la
relatrice ritiene che alcuni aspetti della strategia della Commissione non
siano stati trattati in modo esaustivo. Tra tutti, rimangono prioritari alcuni
temi come:
 Le questioni tecnologiche legate allo sviluppo del cloud computing;
 La gestione e la scalabilità dei sistemi cloud;
 La flessibilità per lo sviluppo del cloud nel settore dell'informatica per non
ostacolare l'innovazione di fronte ai problemi legati alla normalizzazione,
alla riservatezza dei dati e alla sicurezza.
Su questi ultimi aspetti, la relatrice ha auspicato l’approvazione, in tempi brevi,
del nuovo quadro normativo europeo sulla protezione dei dati, anche alla luce
dell'urgente necessità di adattare il regime in vigore previsto dalla Direttiva sulla
privacy del 1995 alla società digitale. Inoltre, per assicurare la diffusione dei
servizi cloud, per la relatrice è importante che il quadro sulla protezione dei dati
istituisca una chiara delimitazione dei ruoli e delle responsabilità degli incaricati
del trattamento dei dati.
In questo contesto, il gruppo PPE ha accolto con favore anche la recente
proposta di direttiva sulla sicurezza delle reti e dell'informazione. Il cloud
computing, infatti, agli occhi del consumatore, rischia di aggiungere un'ulteriore
dimensione di incertezza nella percezione della sicurezza e della protezione dei
dati a causa della propria natura fondata sull'esternalizzazione.
In quest’ottica, la relatrice ha individuato cinque settori d’azione complementari
rispetto alle tre aree identificate nella Comunicazione della Commissione
europea:
 Promozione delle competenze informatiche e di iniziative d'istruzione
digitale nello sviluppo del cloud computing al fine di far fronte alla
crescente disoccupazione in Europa;
 Sicurezza del cloud computing e parità di trattamento nello sviluppo di un
mercato unico digitale anche attraverso il sostegno all'Agenzia europea per
la sicurezza delle reti e dell'informazione (ENISA) nell'attivazione della
piattaforma di informazioni d'interesse pubblico di cui alla direttiva sul
servizio universale;
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ACCADE ALL’UE N. 189
 Promozione di una leadership comune del settore pubblico tramite il
partenariato europeo per il cloud computing, prevedendo sia un elevato
livello di coordinamento sia la piena digitalizzazione delle pubbliche
amministrazioni;
 Una portabilità completa e semplice mediante un elevato grado
d’interoperabilità di base tra servizi di cloud. In tal senso, la relatrice ha
annunciato la pubblicazione, entro il 4 settembre, di una serie di standard
europei sul cloud;
 Aumento della trasparenza nei servizi di cloud per il progresso del mercato
unico digitale.
Gli eurodeputati intervenuti al dibattito hanno accolto con ampio favore il
progetto di relazione presentato. Le maggiori perplessità, tuttavia, si riferiscono
all’impatto sociale del cloud computing e alla necessità di maggiori garanzie circa
la sicurezza nel trattamento dei dati di fronte a tentativi esterni di manipolazione
e spionaggio. Gli eurodeputati hanno mostrato interesse anche rispetto al legame
tra cloud computing e diritti di autore, con particolare riferimento ai c.d. copying
levy, ossia l’equo compenso per la copia privata imposto ai produttori e agli
importatori di prodotti elettronici finalizzati alla riproduzione o alla registrazione
di contenuti digitali come indennizzo sull'utilizzo delle opere protette da diritto
d'autore.
Il rappresentante della Commissione europea ha preso atto innanzitutto dei
timori espressi sulle problematiche connesse al diritto d’autore e allo sviluppo del
cloud computing. Tuttavia ha mostrato un certo scetticismo nel considerare un
adeguato sviluppo infrastrutturale dei servizi cloud come unico strumento utile a
limitare il rischio di accesso indebito ai dati personali da parte di strutture
intergovernative.
Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per il 4 settembre, il
voto in commissione ITRE è previsto per il 14 ottobre e il voto in seduta plenaria
nel mese di novembre.
Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected])
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UN’EUROPA LIBERA DAL ROAMING NEL 2015
Martedì 9 luglio, la commissione ITRE ha approvato, all’unanimità, la proposta di
risoluzione “L’Agenda digitale europea – Guidare la crescita digitale dell’Europa –
Un’Europa libera dal roaming nel 2015” del relatore Jens Rohde (ALDE,
Danimarca).
Tutti i partiti della commissione ITRE hanno appoggiato la risoluzione non
legislativa che chiede la fine della “tassa di roaming” all'interno dei paesi UE
entro il 2015. Secondo gli eurodeputati i margini di profitto sbilanciati sul
roaming, non solo creano costi eccessivi per gli utenti, ma ostacolano anche la
crescita e la prosperità dell’UE. A loro avviso, essi rappresentano uno dei motivi
per cui non esiste ancora un mercato unico delle telecomunicazioni. L'Organismo
dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche calcola che, in media,
23
ACCADE ALL’UE N. 189
l'industria e gli utenti privati pagano il doppio di quanto gli operatori paghino sul
mercato all'ingrosso per le chiamate in roaming.
Per il relatore Jens Rohde, «questo voto unanime per un'Europa libera dal
roaming entro il 2015 è un forte segnale di sostegno alle iniziative della
commissaria all’Agenda digitale Neelie Kroes per garantire il pieno funzionamento
del mercato delle telecomunicazioni». India e Stati Uniti hanno già abolito le
tariffe roaming e – secondo Rohde - è giunto il momento che l’UE faccia
altrettanto.
Il Gruppo S&D ha accolto con favore il risultato del il voto in quanto rafforza il
processo di creazione di un mercato europeo veramente unico per le
comunicazioni mobili.
Secondo l’eurodeputato del gruppo S&D e autore della risoluzione Francesco De
Angelis «l'istituzione di una rete di comunicazione paneuropea senza costi di
roaming rappresenta una vittoria per i consumatori europei».
Il portavoce del gruppo S&D per la questione “roaming” Robert Goebbels ha,
invece, dichiarato che «nel negoziare il regolamento sul roaming, poco più di un
anno fa, nessun altro gruppo politico, né il Consiglio né la Commissione, si
sarebbe detto pronto a sostenere l’obiettivo di creare un mercato della telefonia
mobile europeo senza costi di roaming, all’infuori del Gruppo S&D».
La risoluzione sarà adesso votata dalla plenaria del Parlamento nella sessione del
9-12 settembre, mentre la Commissione presenterà una proposta legislativa in
autunno. La questione sarà anche trattata al Vertice UE di ottobre dedicato ai
temi dell’Agenda digitale.
Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected])
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SVILUPPO DELLE RETI TRANSEUROPEE DI TELECOMUNICAZIONI
Il 9 luglio, la commissione ITRE ha approvato il progetto di relazione del relatore
On. Evžen Tošenovský (ECR, Repubblica Ceca) sulle linee guida per lo sviluppo
delle reti transeuropee di telecomunicazioni, per la quale la Commissione ha
recentemente adottato una proposta modificata.
Il progetto di relazione emendato è stato approvato con 43 voti favorevoli e 6
astenuti. La risoluzione parlamentare che accompagna il documento è stata
approvata con 44 voti a favore 6 astenuti. È stato quindi votato il mandato per il
trilogo con 50 voti a favore e 1 astenuto.
Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected])
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QUADRO NORMATIVO PER LE COMUNICAZIONI ELETTRONICHE
Nel pomeriggio del 9 luglio, la commissione ITRE ha ospitato l’esame del
progetto di relazione del relatore Catherine Trautmann (S&D, Francia)
sull'attuazione del quadro normativo per le comunicazioni elettroniche.
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ACCADE ALL’UE N. 189
Nel presentare il progetto di relazione, l’On. Trautmann ha innanzitutto
constatato come, a distanza di sei anni dalla proposta della Commissione, il
mercato europeo delle comunicazioni elettroniche risulti ancora incompleto.
Benché la relatrice ritenga essenziale la creazione di un mercato unificato,
richiede altresì la revisione articolata del pacchetto legislativo armonizzato per le
reti e i servizi di comunicazione elettronica accompagnata da una valutazione
d’impatto sulle ripercussioni socio-economiche ex-post derivanti dalla sua
applicazione.
Trattandosi di una “direttiva quadro”, la relatrice rileva, inoltre, una certa
riluttanza degli Stati membri nell’avviare la sua trasposizione mediante l’adozione
di misure nazionali sull’accesso alle comunicazioni elettroniche. Vista la
persistente frammentazione normativa tra gli Stati dell’Unione, l’On. Trautmann
ha manifestato un certo scetticismo verso la volontà della commissaria per
l’Agenda digitale Neelie Kroes di lanciare un pacchetto completo e definitivo di
proposte legislative per creare un mercato interno per le comunicazioni
elettroniche entro Pasqua 2014.
Dal canto suo la relatrice si sarebbe aspettata ulteriori misure per utilizzare
meglio gli strumenti del quadro normativo già a disposizione, piuttosto che una
nuova iniziativa, la cui adozione da parte dei colegislatori, prima della fine della
legislatura, sembra alquanto impossibile.
Gli eurodeputati intervenuti al dibattito si sono detti soddisfatti del lavoro fin qui
svolto dalla relatrice con particolare riferimento alle preoccupazioni derivanti
dalla non realizzazione del mercato unico delle comunicazioni elettroniche
derivante dalla persistente frammentazione legislativa tra gli Stati dell’Unione,
ancora troppo preponderante in alcuni settori come lo spettro.
Al termine dell’incontro l’Onorevole Trautmann ha ricordato che il termine per la
presentazione degli emendamenti è stato fissato per giovedì 11 luglio.
Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected])
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SCAMBIO DI OPINIONI CON IL COMMISSARIO EUROPEO PER L’AGENDA DIGITALE, NEELIE KROES
Martedì 9 luglio si è tenuto, in commissione ITRE, uno scambio di opinioni con il
commissario europeo per l’Agenda Digitale Neelie Kroes, sulle prossime iniziative
legislative: “Assicurare la connettività per l’economia digitale”.
Se l’evoluzione dell’economia digitale a livello globale è ormai un dato evidente basti pensare che l’America, il Giappone e la Corea possono contare sull’88%
degli abbonamenti 4G mentre l’Europa ne possiede il 6% - l’Unione europea,
secondo la Kroes, deve ancora adeguarsi al progresso del mondo digitale
mediante un mercato unico delle telecomunicazioni dotato di un efficiente
sistema ICT. Il problema primario per l’Europa – ha continuato la Kroes – è
rappresentato dalla frammentazione normativa da cui si generano ingenti oneri
aggiuntivi per le imprese europee.
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ACCADE ALL’UE N. 189
In quest’ottica, la Commissione europea intende presentare, nel mese di
settembre, un nuovo pacchetto legislativo per facilitare l’interconnessione
europea sulla base del quadro normativo esistente. Il pacchetto s’incentrerà su
tre azioni prioritarie:
 Semplificare
la
comunicazione
transfrontaliera
mediante
un’armonizzazione normativa che riduca progressivamente la burocrazia
amministrativa e gli oneri per le imprese. In tal modo, gli operatori
saranno facilitati nell’operare in Europa anche attraverso l’istituzione di
sistema di autorizzazione unico con supervisione dello Stato membro
d’origine.
 Assicurare agli operatori parametri fissi di accesso alle reti – come i
prodotti bitstream - e servizi di interconnessione di alta qualità. In questo
scenario, risulta peraltro fondamentale la definizione di condizioni più
congrue per lo spettro wireless.
 Garantire ai cittadini diritti equi e la neutralità della rete in tutta l’Unione.
In un mercato unico delle telecomunicazioni europeo, la Commissione
europea intende includere il divieto ad aumenti tariffari ingiustificati o
artificiali sul roaming garantendo altresì che i prezzi per le chiamate nel
mercato interno siano concorrenziali.
Fondamentale risulta anche la portabilità dei dati, su cui Neelie Kroes ha
sottolineato l’eccellente lavoro condotto nel progetto di relazione dell’On. Jens
Rohde (ALDE, Danimarca), relatore per la proposta legislativa “Un’Europa senza
roaming 2015”. Tuttavia, ha ricordato che solo mediante la creazione di un
mercato unico è possibile abbassare i prezzi di roaming. In questo scenario,
s’inseriscono anche i problemi legati alla frammentazione legislativa europea
sullo spettro, vista la non obbligatorietà di attribuzione delle frequenze in alcuni
Stati membri tale da incrinare la possibilità di competere per le imprese europee
e da creare costi aggiuntivi per i consumatori.
Se da un lato, per la Kroes, il sistema europeo delle telecomunicazioni è una
pietra miliare per il settore ICT tale da poter difendere un mercato competitivo,
dall’altro anche le imprese, siano esse di grandi o piccole dimensioni, chiedono
una connettività che le trasformi. La commissaria ha poi sottolineato l’importanza
di un approccio pragmatico nella modernizzazione delle comunicazioni
elettroniche al fine di adeguare in modo immediato la normativa esistente. In tal
senso, Neelie Kroes ritiene che una ristrutturazione complessa della legislazione
si dilaterebbe in un arco temporale troppo esteso comportando la perdita di
opportunità.
Concludendo l’intervento, la Commissaria ha presentato gli elementi combinati
della strategia europea in materia: prezzi equi, offerta di servizi qualitativamente
alti per le imprese, eliminazione progressiva delle tariffe di roaming e net
neutrality.
Gli eurodeputati intervenuti al dibattito hanno manifestato quasi un unanime
scetticismo nei confronti del nuovo quadro normativo che sarà presentato a
settembre dalla Commissione europea sul mercato unico delle telecomunicazioni,
ritenendolo poco fattibile in termini procedurali e temporali.
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ACCADE ALL’UE N. 189
Altri quesiti sono stati avanzati con riferimento agli strumenti previsti all’interno
del pacchetto normativo per la banda larga ultraveloce, l’accesso alle reti
transeuropee dello spettro e alla strategia da seguire nel prossimo futuro dopo lo
scandalo datagate.
Nel rispondere ai quesiti sollevati dagli eurodeputati, la commissaria per l’Agenda
digitale ha ribadito l’urgenza, per l’Europa, di colmare il divario nel mercato delle
telecomunicazioni promuovendo una banda larga ad alta velocità ed eliminando
le barriere esistenti nell’accesso al mercato. Il nuovo quadro normativo si
comporrà di vari elementi come l’accessibilità al mercato interno, la contrazione
dei costi, lo spettro e la banda larga, il passaporto europeo, l’apertura di internet
e il roaming. La Commissione europea intende inoltre promuovere una banda
larga di 700 mega herzt, considerando anche lo sviluppo delle comunicazioni
senza fili. Per quanto riguarda la sicurezza informatica, la Kroes prevede
l’inclusione nella proposta legislativa del rafforzamento della piattaforma NTS per
il monitoraggio delle reti degli incidenti informatici.
Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected])
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MERCATO INTERNO E PROTEZIONE DEI CONSUMATORI
PRIMO SCAMBIO DI OPINIONI SUL PACCHETTO IN MATERIA DI SICUREZZA DEI
PRODOTTI
Lunedì 8 luglio, nel corso della riunione della Commissione per il Mercato Interno,
l’on. Christel Schaldemose (S&D, Danimarca) e l’on. Sirpa Pietikäinen (PPE,
Finlandia) hanno presentato i loro progetti di relazione nell’ambito del pacchetto
legislativo sulla sicurezza dei prodotti di consumo e la vigilanza del mercato.
L’on. Schaldemose, rapporteur per il regolamento in materia di sicurezza dei
prodotti (2013/0049(COD), ha fatto presente che il proprio progetto di relazione
introdurrà quattro temi di natura trasversale:
 La necessaria complementarietà tra il futuro regolamento e le normative
settoriali, con l’obiettivo di istituire una rete di sicurezza per i prodotti (c.d.
safety-net);
 L’introduzione del principio di precauzione;
 L’allineamento tra il regolamento adottando e la decisione 768/2008/CE
relativa ad un quadro comune per la commercializzazione dei prodotti,
soprattutto con riguardo alle definizioni in essa contenute;
 L’introduzione del concetto di “sicurezza in fase di progettazione”.
Il progetto di relazione della deputata danese prevede inoltre alcuni temi di
natura specifica, ossia:
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ACCADE ALL’UE N. 189
 Una maggiore protezione dei consumatori vulnerabili, in particolare dei
bambini;
 L’introduzione del marchio CE+, attraverso il quale si certificherà che il
prodotto è stato testato da un organismo terzo, accreditato ed
indipendente;
 La semplificazione delle sanzioni amministrative, le quali dovranno avere
efficacia deterrente
Inoltre, l’On. Schaldemose si dichiara favorevole all’introduzione del marchio
d’origine in quanto strumento per ottenere una maggiore protezione dei
consumatori. Rispetto al marchio d’origine, la deputata danese s’è dichiarata
aperta al compromesso e ha dichiarato di voler introdurre una norma che non
comporti oneri amministrativi per le imprese europee.
L’On. Pietikäinen, rapporteur per il regolamento in materia di vigilanza del
mercato dei prodotti, s’è dichiarata piuttosto soddisfatta dalla proposta della
Commissione, ma ha provveduto ad indicare alcuni punti rispetto ai quali ella
ritiene indispensabile intervenire, ossia:
 L’introduzione di una definizione più ampia di “rischio”: infatti, il rischio
può derivare sia dalla scarsa sicurezza di un prodotto che da un uso
improprio dello stesso;
 Il miglioramento del sistema delle sanzioni amministrative per la violazione
delle norme contenute nel regolamento e del criterio di commisurazione
delle stesse;
 L’aumento della consapevolezza dei consumatori, affinché sappiano quali
sono i loro diritti e quali gli standard di sicurezza dei prodotti;
 Il rafforzamento della collaborazione tra il foro di vigilanza del mercato e le
autorità nazionali.
Per maggiori informazioni: Matteo Borsani ([email protected])
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WORKSHOP SUL PACCHETTO IN MATERIA DI SICUREZZA DEI PRODOTTI
Sempre in ambito di sicurezza dei prodotti di consumo e vigilanza del mercato,
giovedì 11 luglio ha avuto luogo un workshop organizzato dal Policy Department
A cui hanno partecipato l'On. Schaldemose, l'On. Raffaele Baldassarre (shadow
rapporteur del PPE per la proposta in materia di sicurezza dei prodotti) e alcuni
esperti. Il dibattito è stato moderato dal Presidente della Commissione IMCO,
l'On. Harbour (ECR, Regno Unito). Si indicano qui di seguito i punti salienti
affrontati nel corso del dibattito-presentazione:
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ACCADE ALL’UE N. 189
 Indicazione d'origine: due esperti, Rahbek (independent consultant
danese) e Maniet (ricercatrice dell'Università del Quebec) si sono
chiaramente detti contrari all'introduzione dell'indicazione d'origine sui
prodotti (eccessivi oneri amministrativi e scarsa efficacia sul piano della
tutela dei consumatori). Il Direttore della Commissione per la sicurezza dei
prodotti per i consumatori degli Stati Uniti (CPSC), Richard O’ Brien, ha
invece presentato il sistema attualmente vigente negli USA, facendo
presente che esso contempla l'indicazione d'origine.
 CE marking: il Vice direttore dell'Autorità nazionale francese per la
vigilanza, Thonier, ha sostenuto che il marchio CE non apporta alcun
valore aggiunto sul piano della tutela dei consumatori, fatte salve alcune
ipotesi particolari. L'On. Schaldemose ha dichiarato che i casi-limite non
costituiscono una ragione sufficiente per mantenere il CE marking.
 Obbligo dell'art. 4 di immettere nel mercato unico prodotti sicuri: la Maniet
ha dichiarato che l'articolo 4 permette di combinare perfettamente la
normativa generale dell'adottando regolamento con le normative settoriali.
L'esperta ha inoltre aggiunto che si dovrebbe rendere più esplicito il
bisogno di integrare le due normative attraverso una modifica anche
dell'art. 2 par. 4 (si veda, ad esempio, l'emendamento 37 del progetto di
relazione dell'On. Schaldemose). La Maniet ha inoltre citato uno studio
della Commissione del 2012 in cui si attesta che il 90% delle imprese
europee già applica congiuntamente l'attuale direttiva in materia di
sicurezza dei prodotti (2001/95/EC) e le normative settoriali.
 Tracciabilità: secondo l'esperto danese l’introduzione dell'obbligo della
tracciabilità lungo tutta la catena di fornitura potrebbe avere effetti
negativi sul piano della concorrenza. Egli ha sostenuto che molti operatori
economici, in particolare importatori, potrebbero essere riluttanti ad
indicare il fornitore di un determinato prodotto: infatti, mantenendo
segreti i loro fornitori gli importatori si assicurano un vantaggio
competitivo.
 Sicurezza già in fase di progettazione: l'esperto danese ha sottolineato la
necessità di bilanciare la normativa, tenendo in conto anche l'uso
improprio di un prodotto da parte dei consumatori ovvero i rischi non
neutralizzabili (es. i rischi intrinseci al prodotto).
Per maggiori informazioni: Matteo Borsani ([email protected])
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UN MERCATO INTEGRATO DELLA CONSEGNA DEI PACCHI PER LA CRESCITA DEL COMMERCIO ELETTRONICO
NELL’UE
Il 9 luglio, la commissione per il Mercato interno e la Protezione dei consumatori
(IMCO) si è riunita per uno scambio di opinioni, guidato dal relatore Pablo Arias
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ACCADE ALL’UE N. 189
Echeverría (PPE, Spagna), sul libro verde della Commissione europea “Un
mercato integrato della consegna dei pacchi per la crescita del commercio
elettronico nell’UE”, lanciato nel novembre 2012.
Il relatore, nel suo intervento introduttivo, ha sottolineato come l’accelerazione
dello sviluppo dei servizi online e, in particolare, del commercio elettronico in
Europa sia fondamentale per un’economia più solida e competitiva e rappresenti
un pilastro nel completamento di un mercato unico digitale.
Punto particolarmente importante per la strategia UE sull’e-commerce è
l’affidabilità delle consegne delle merci acquistate online, anche da un paese
all’altro, poiché rappresenta l’ultimo tassello della catena per lo sviluppo e il
rilancio del commercio elettronico.
Secondo il relatore, i due problemi principali che non consentono un adeguato
sviluppo dell’e-commerce sono: 1. la scarsa fiducia dei consumatori nella
consegna effettiva dei prodotto comprati online e 2. il sistema di consegna delle
merci transfrontaliero non favorevole alle PMI, dal momento che, spesso, i costi
per gli invii transfrontalieri rendono le consegne non redditizie per le imprese.
Nella sua relazione, l’On. Echeverría ha indicato pertanto alcune aree prioritarie
su cui continuare ad agire per facilitare l’offerta transfrontaliera di prodotti e
servizi online e per assicurare servizi di consegna accessibili, a basso prezzo e di
alta qualità.
1. Per potenziare la fiducia dei consumatori europei, secondo il relatore, serve:
 Informazione dettagliata sullo stato della consegna;
 Flessibilità nei tipi di consegna;
 Rapidità nella consegna;
 Efficacia della consegna;
 Prezzi accessibili per i consumatori;
 Disponibilità nei servizi di consegna in tutta l’UE, anche in zone remote e
rurali.
2. Per rendere, invece, il sistema di consegna transfrontaliero delle merci più
favorevole alle PMI, il relatore chiede:
 Maggiore trasparenza degli operatori nel calcolo di prezzi e un’ampia
offerta di servizi;
 Sorveglianza
concorrenza;
delle
Autorità
competenti
rispetto
alle
regole
della
 Standardizzazione delle procedure a livello europeo (a tal proposito, il
relatore auspica che la Commissione obblighi gli operatori ad applicare le
30
ACCADE ALL’UE N. 189
regole relative alla normalizzazione e standardizzazione previste già dalla
“direttiva servizi postali” del 2008);
 Creazione di piattaforme per lo scambio di informazioni e proposte
migliorative rispetto alle soluzioni esistenti.
Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected])
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STRATEGIA DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULLA SICUREZZA INFORMATICA
Il 9 luglio, la commissione IMCO ha approvato, con 33 voti a favore, 1 astenuto e
un contrario, il progetto di proposta di risoluzione dei due correlatori Malcolm
Harbour (ECR, Regno Unito) e Andreas Schwab (PPE, Germania) sulla strategia
della Commissione europea sulla sicurezza informatica (cyber security).
Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected])
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TURISMO E TRASPORTI
Martedì 9 luglio la commissione parlamentare per i Trasporti e il Turismo (TRAN)
ha avuto un confronto con la Commissione europea sul tema dell’allineamento
della rete TEN con gli attuali corridoi ferroviari di trasporto. Lo scopo
dell’allineamento è garantire una gestione uniforme del progetto complessivo,
collegamenti più efficienti e una reale multimodalità dei trasporti. Le priorità del
programma di lavoro annuale saranno la promozione delle tecnologie di trasporto
pulito e l’integrazione di finanziamenti privati e finanziamenti pubblici per la
realizzazione dei prossimi corridoi.
La Commissione europea ha inoltre illustrato i risultati della valutazione delle
proposte presentate per il periodo 2012/2013. È pervenuto alla Commissione un
numero di progetti cinque volte superiori alle possibilità di finanziamento dettate
dal budget di 1.3 miliardi. Sono state quindi selezionate le proposte a maggior
valore aggiunto e di più immediata realizzazione, tali da essere concluse entro il
2015.
PRIORITÀ DELLA PRESIDENZA DI TURNO LITUANA PER IL SETTORE TRASPORTI
Il 9 luglio, nel corso della riunione della commissione Trasporti e Turismo (TRAN)
del Parlamento europeo, la Presidenza di turno lituana ha illustrato i calendari
degli eventi, i metodi di lavoro e le priorità del semestre per il settore.
Il Consiglio Trasporti: si terrà il 10 ottobre a Lussemburgo ed il 5 dicembre a
Bruxelles.
Il Consiglio Informale: si terrà il 16 settembre a Vilnius e sarà dedicato nella al
trasporto aereo (Cielo Unico Europeo II plus) e al trasporto stradale.
I Gruppi di lavoro al Consiglio: le riunioni si terranno secondo le seguenti
modalità:
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ACCADE ALL’UE N. 189
 lunedì: aviazione;
 martedì: trasporto terrestre (ferroviario e stradale);
 mercoledì: Galileo;
 giovedì: marittimo;
 venerdì: orizzontali.
Per quanto riguarda le priorità, si segnalano, in particolare:
 per il trasporto ferroviario
 IV Pacchetto ferroviario: la Presidenza lituana cercherà di raggiungere
un orientamento generale sulla proposta di direttiva sulla sicurezza
ferroviaria al Consiglio trasporti di Lussemburgo del 10 ottobre; mentre
avrà come obiettivo almeno il progress report (o addirittura un
orientamento generale) sul nuovo regolamento dell’Agenzia Ferroviaria
Europea (ERA)
 per il trasporto stradale
 “Pacchetto revisioni stradali” (3 proposte: la proposta di direttiva che
modifica la direttiva 1999/37/CE relativa ai documenti di
immatricolazione dei veicoli; il regolamento relativo ai controlli tecnici
su strada dei veicoli commerciali circolanti nell'Unione e che abroga la
direttiva 2000/30/CE; l’allegato alla proposta di regolamento sul
controllo tecnico dei veicoli a motore e dei loro rimorchi e che abroga la
direttiva 2009/40/CE): la Presidenza vorrebbe raggiungere un accordo
con il Parlamento europeo entro dicembre 2013
 per il trasporto aereo
 Istituzione del Cielo Unico Europeo (Cielo Unico II plus): la Presidenza
intende avviarne i lavori in sede tecnica solo successivamente al
Consiglio informale del 16 settembre; in tale occasione i Ministri
saranno chiamati ad un scambio di vedute sulla proposta. In occasione
del Consiglio di dicembre la Presidenza presenterà una relazione sullo
stato dei lavori

“Pacchetto aeroporti” (3 proposte: il Regolamento sulle emissioni
acustiche, il Regolamento per l’assegnazione delle bande orarie ed il
Regolamento in materia di servizi di assistenza a terra): la Presidenza
lituana valuterà se avviare il negoziato con il Parlamento solo sulla
prima proposta
 per il trasporto marittimo
 Quadro normativo per l’accesso al mercato dei servizi portuali e la
trasparenza finanziaria dei porti: la Presidenza intende avviarne i lavori
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ACCADE ALL’UE N. 189
solo dopo la sessione consiliare di ottobre, per presentare una relazione
sullo stato dei lavori al Consiglio del 5 dicembre
 “Finanziamento pluriennale per l’attività antiinquinamento dell’EMSA”:
la Presidenza ha già avviato i lavori sulla proposta di Regolamento, con
l’obiettivo di conseguire un orientamento generale in occasione del
primo Consiglio, per poi avviare e concludere entro l’anno il negoziato
con il Parlamento europeo
 Revisione della Direttiva 96/98 sull’equipaggiamento marittimo: la
Presidenza avvierà il negoziato non appena il Parlamento (relatore
Dominique Riquet, Francia, PPE) avrà votato gli emendamenti in
Commissione TRAN
 per le questioni orizzontali
 Negoziato sul pacchetto per la realizzazione di un'infrastruttura per i
combustibili alternativi (una Direttiva e due Comunicazioni): i lavori in
sede tecnica saranno avviati già a luglio, con l’obiettivo del
conseguimento di un orientamento generale in occasione del Consiglio
di dicembre
 Regolamento “Connecting Europe Facility” (CEF): la Presidenza lituana
intende conseguire (presumibilmente in ottobre) un accordo di prima
lettura con il Parlamento europeo, una volta definite le disposizioni
relative al settore energia e telecomunicazioni
 TEN-T: la Presidenza intende attribuire particolare enfasi ad
un’iniziativa sull’allargamento delle reti TEN ad Est, nell’ambito del
Partenariato Orientale, che si svolgerà a Lussemburgo il 9 ottobre a
ridosso del Consiglio trasporti
 Galileo: la Presidenza intende proseguire i lavori in sede tecnica sul
regolamento che modifica il regolamento (UE) n. 912/2010 che
istituisce l'Agenzia del GNSS europeo con l’obiettivo di un orientamento
generale in occasione del Consiglio di ottobre
Per maggiori informazioni: Maria Cristina Scarfia ([email protected])
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SVILUPPO REGIONALE
DISPOSIZIONI COMUNI SUI FONDI EUROPEI
Il 10 luglio, la commissione per lo Sviluppo regionale (REGI) ha adottato, con 41
voti favorevoli, 3 contrari e 0 astensioni, il progetto di relazione sulle
“Disposizioni comuni sui Fondi europei e abrogazione del regolamento (CE) n.
1083/2006” dei correlatori Constanze Angela Krehl (S&D, Germania) e Lambert
van Nistelrooij (PPE, Paesi Bassi).
La relazione riflette l'esito dei negoziati tra la Commissione europea, il
Parlamento europeo e gli Stati membri sui cambiamenti previsti nella gestione
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ACCADE ALL’UE N. 189
dei programmi di politica regionale per ricavarne il massimo impatto. Il nuovo
approccio concentra la maggior parte degli investimenti dell'UE in settori chiave
per la crescita e l'occupazione, esige obiettivi predefiniti per poter misurare i
risultati e stabilisce nuove condizioni per il finanziamento.
Gli elementi chiave della riforma, confermati dal voto di oggi, possono essere
così sintetizzati:
 Gli investimenti saranno concentrati in settori chiave per la crescita e
l'occupazione, come indicato nella strategia Europa 2020, attraverso una
serie di norme comuni che si applicano a tutti i cinque Fondi strutturali
europei (Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo sociale europeo,
Fondo di coesione, il Fondo europeo per lo sviluppo rurale e Fondo europeo
per la pesca);
 La maggior parte del bilancio deve essere concentrato su poche priorità
strettamente legate alla strategia di crescita UE 2020. In particolare:
-
Tra il 50% e l'80% del bilancio FESR si concentra sulle misure per
sostenere l'innovazione e la R&S, l'agenda digitale, la competitività
delle piccole e medie imprese e la transizione verso un'economia a
basse emissioni di carbonio.
-
Su un'economia a basse emissioni vi è un ulteriore obbligo di
destinare almeno tra il 12% e il 20% per l'efficienza energetica e le
energie rinnovabili.
 Stati membri e regioni devono inoltre stabilire obiettivi chiari e
quantificabili sull'impatto degli investimenti e misurare i progressi
compiuti.
 Sono previste misure per ridurre la burocrazia e semplificare l'utilizzo dei
fondi comunitari: norme più comuni tra tutti i fondi, più mirate, minor
numero di richieste di segnalazione e maggior utilizzo della tecnologia
digitale ("e-coesione").
La commissione REGI ha quindi sostenuto il mandato alla squadra negoziale del
Parlamento, che dovrà continuare a negoziare con il Consiglio una serie di aspetti
altamente politici e tecnici quali la riserva di efficacia e la condizionalità
macroeconomica.
Aver chiuso con successo la maggior parte dei capitoli – secondo il relatore van
Nistelrooij - dimostra la volontà del Parlamento di accelerare i negoziati per
giungere al più presto a un accordo definitivo. I co-relatori hanno sottolineato i
risultati positivi raggiunti dalla squadra negoziale del Parlamento che, a loro
avviso, ha migliorato i progetti di testi legislativi su una serie di questioni.
Il relatore van Nistelrooij ha infine ringraziato i colleghi per l’eccellente
collaborazione su un tema tanto complesso e ha auspicato il raggiungimento di
un accordo in prima lettura.
34
ACCADE ALL’UE N. 189
In occasione di una conferenza stampa tenutasi dopo il voto in commissione
REGI, il commissario europeo per la Politica regionale Johannes Hahn ha
ricordato che all'ultimo Consiglio europeo, l'UE ha invitato gli Stati membri ad
accelerare l'utilizzo dei fondi strutturali e degli investimenti europei per la
crescita e l'occupazione. Il voto della commissione REGI – a suo avviso – fornisce
loro tutti gli strumenti necessari per agire. Gli investimenti dell’UE – ha ribadito
Hahn – si concentreranno nei settori chiave per lo sviluppo economico: sostegno
alle PMI, ricerca e innovazione, agenda digitale e low carbon economy, come
stabilito dalla strategia Europa 2020.
Per quanto riguarda lo stato dei negoziati, ricordiamo che è stato raggiunto un
accordo sulla maggior parte dei capitoli, a partire dai requisiti per la
programmazione, fino ad arrivare alla concentrazione tematica, al contenuto del
quadro strategico comune, alle norme specifiche di ciascun Fondo che
determinano il campo di applicazione e le priorità di investimento per ciascun
comparto. Sono stati inoltre concordati alcuni capitoli relativi all'attuazione dei
fondi, come ad esempio i sistemi di gestione e di controllo, regole di
ammissibilità e requisiti per il monitoraggio e la valutazione.
Progressi concreti nei negoziati sono stati compiuti anche sui restanti capitoli,
quali quelli della condizionalità ex ante e degli strumenti finanziari.
Le altre questioni finanziarie che rientrano nell'accordo sul quadro finanziario
pluriennale, comprese le disposizioni relative all’iniziativa per l'occupazione
giovanile e alle modalità di gestione finanziaria devono ancora essere integrate
nel pacchetto.
Le posizioni del Parlamento europeo e degli Stati membri divergono ancora su
due importanti punti, che rimangono quindi in sospeso, relativi alla condizionalità
macroeconomica e alle modalità di attuazione della riserva di efficacia. Infatti,
mentre il Consiglio, in linea di principio, sostiene la condizionalità
macroeconomica, il Parlamento europeo è contrario. Per quel che riguarda la
riserva di performance, il cui obiettivo è di garantire e premiare i migliori nella
realizzazione dei programmi, la proposta della Commissione per la dimensione
della riserva è stata del 5% della dotazione totale; il Consiglio ha proposto di
aumentarla al 7%, mentre il Parlamento non è convinto della necessità di una
riserva di efficacia.
Ricordiamo, infine, che dopo l'accordo politico tra il Parlamento europeo, la
presidenza del Consiglio e la Commissione europea sul quadro finanziario
pluriennale 2014-20, del 27 giugno 2013, il budget destinato alla politica di
coesione 2014-20 sarà di 325.1 miliardi.
Il voto in Plenaria è previsto per il mese di ottobre. L'adozione definitiva del
nuovo quadro legislativo è previsto per l'autunno 2013.
Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected])
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ACCADE ALL’UE N. 189
SCAMBIO DI OPINIONI CON RIMANTAS ŠADŽIUS, MINISTRO DELLE FINANZE LITUANO
Nel pomeriggio del 10 luglio, in commissione REGI si è tenuto uno scambio di
opinioni con Rimantas Šadžius, Ministro delle Finanze lituano, per discutere le
priorità della Presidenza lituana del Consiglio dell'Unione europea per il secondo
semestre del 2013.
La Presidenza ha annunciato le seguenti priorità nel campo della politica di
coesione, delle strategie macro-regionali e della disoccupazione giovanile:
 Politica di coesione
La Presidenza proseguirà i negoziati con il Parlamento europeo sui regolamenti
per il periodo 2014-2020, con l'obiettivo di adottare la nuova normativa entro la
fine del 2013. Una riunione informale dei ministri responsabili della politica di
coesione è prevista per il mese di novembre. La Presidenza lituana lavorerà
anche sulla proposta della Commissione relativa alla modifica del regolamento
generale per il periodo 2007-2013, al fine di fornire alcune misure di supporto
per i paesi europei in difficoltà a causa della crisi economico-finanziaria.
 Strategie macroregionali
La Presidenza proporrà l'adozione delle conclusioni del Consiglio sul valore
aggiunto delle strategie macroregionali e continuerà il dibattito in merito alle
ulteriori misure da adottare per l'effettiva attuazione delle strategie
macroregionali. Particolare attenzione sarà rivolta al coordinamento e alla
sinergia tra le diverse politiche dell'UE, con l’obiettivo di favorire la crescita delle
economie regionali e di dare ulteriore impulso per il rilancio della competitività
del mercato interno dell'UE. La Presidenza ospiterà inoltre, nei giorni 11-12
novembre 2013, il 4° Forum annuale della strategia per il Mar Baltico, dedicato
alla tutela dell'ambiente.
 La disoccupazione giovanile
La Presidenza si concentrerà sull'attuazione della “garanzia per i giovani” e si
impegna ad avviare discussioni con le parti sociali con riferimento all'Alleanza
europea per l’apprendistato. A tal riguardo, la Presidenza auspica l'adozione di
una dichiarazione del Consiglio. Un altro punto all'ordine del giorno della
Presidenza sarà il miglioramento della cooperazione dei servizi pubblici per
l'impiego.
Per maggiori informazioni: Cinzia Guido ([email protected])
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ACCADE ALL’UE N. 189
2. Accade in Consiglio
COREPER
Il 10 luglio i Rappresentanti Permanenti degli Stati membri (COREPER) hanno
approvato il compromesso raggiunto da Consiglio e Parlamento europeo nei
negoziati sul Meccanismo per Collegare l’Europa (Connecting Europe Facility,
CEF), il futuro strumento di finanziamento per le reti transeuropee nei settori dei
trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni.
Il progetto di regolamento determina le condizioni, i metodi e le procedure per il
finanziamento dei progetti TEN. L'obiettivo generale del CEF è quello di
contribuire alla realizzazione di reti interconnesse eco-sostenibili e ad alta
prestazione, favorendo la crescita economica e la coesione sociale e territoriale
all'interno dell'Unione europea.
I dati di bilancio definitivi devono ancora essere determinati alla luce dei risultati
dei negoziati sul prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) per
gli anni 2014-2020. Tuttavia, è probabile che corrispondano a quelli stabiliti dal
Consiglio europeo di febbraio: un bilancio complessivo CEF di 29 299 miliardi di
euro, di cui 23 174 miliardi assegnati al settore dei trasporti, 5 126 miliardi di
euro al settore dell'energia e 1 miliardo di euro al settore delle telecomunicazioni.
Per poter beneficiare di un contributo del Meccanismo per Collegare l’Europa, i
progetti devono essere in linea con i requisiti stabiliti nel regolamento CEF e nelle
linee guida di settore. Le linee guida per il settore energetico sono già state
adottate e pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (Regolamento
347/2013). Il Consiglio e il Parlamento hanno inoltre raggiunto un accordo sulle
linee guida per il settore dei trasporti. Le linee guida per il settore delle
telecomunicazioni, invece, devono ancora essere discusse con la Commissione
europea e il Parlamento.
Ulteriori investimenti privati e pubblici possono poi essere raccolti attraverso
l'utilizzo di strumenti finanziari innovativi, come i project bond. In sede di
negoziato è stato stabilito che il contributo del CEF a tali strumenti finanziari non
può superare il 10% del bilancio complessivo e che l'iniziativa project bond verrà
avviata progressivamente tra il 2014 e il 2015 e pienamente implementata a
seguito di una valutazione dei risultati della prima fase.
Per quanto riguarda il settore dei trasporti, la possibilità di co-finanziamento sarà
estesa al nuovo sistema di gestione del traffico aereo SESAR e ai progetti di
miglioramento dell’accesso alle infrastrutture per i disabili. Inoltre, l’elenco dei
progetti ammissibili comprenderà anche la realizzazione dei nodi della rete
centrale, gli studi per i progetti transfrontalieri prioritari, le azioni per colmare i
collegamenti mancanti e l’implementazione dello European Rail Traffic
Management System (ERTMS). Il testo concordato prevede anche l'allineamento
della rete centrale con gli attuali corridoi ferroviari di trasporto merci.
Per quanto riguarda il settore energetico, l'assistenza finanziaria dell'Unione
europea verrà fornita in via prioritaria sotto forma di strumenti finanziari, in
modo da rafforzare l'effetto moltiplicatore dell’aiuto. Gli obiettivi saranno la fine
37
ACCADE ALL’UE N. 189
dell'isolamento energetico, la risoluzione del problema dei colli di bottiglia e il
completamento del mercato interno dell'energia.
In materia di telecomunicazioni, le conclusioni sono state adattate alla luce della
proposta per le linee guida 10201/13, adottata dalla Commissione a
fine di maggio.
Una forte enfasi è stata posta sulle sinergie tra i tre settori, per esempio
prevedendo che la Commissione lancerà almeno un invito multisettoriale
alla presentazione di proposte.
Il testo concordato deve ancora essere formalmente approvato dal Parlamento, il
cui voto in plenaria è previsto per l'autunno, e a seguire dal Consiglio.
Per maggiori informazioni: Maria Cristina Scarfia ([email protected])
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ECOFIN
Il 9 luglio si sono riuniti i ministri delle finanze dei 28 Stati membri (ECOFIN). Nel
corso della riunione sono state adottate formalmente le raccomandazioni
specifiche per paese, che concludono il sistema di monitoraggio delle politiche
economiche noto come Semestre europeo. I ministri hanno anche approvato i
testi che implementano due Regolamenti sulla disciplina fiscale negli Stati
membri dell’eurozona (il two-pack), in vigore dal 30 maggio, in base ai quali i
governi nazionali dovranno inviare alla Commissione entro il 15 ottobre le bozze
delle leggi finanziarie. Nella riunione, la prima sotto presidenza lituana, il
ministro Šadžius ha confermato che essa assegnerà un ruolo prioritario alla lotta
contro l’evasione e la frode fiscale durante nel corso del semestre appena
iniziato. Vilnius intende stabilire un sistema paneuropeo per uno scambio
automatico di informazioni tra le amministrazioni fiscali dell’UE, con l’obiettivo di
raggiungere un accordo politico sulla revisione della direttiva UE sulla tassazione
dei risparmi al Consiglio ECOFIN del 15 ottobre, e un accordo sulla revisione della
direttiva sulla cooperazione amministrativa in materia fiscale il 15 novembre. Le
difficoltà maggiori, in tal senso, saranno causate dal Lussemburgo, che non
intende muoversi più rapidamente degli altri attori globali sul tema della
segretezza dei depositi. Inoltre, la Lituania cercherà di far proseguire i lavori su
Tassa sulle Transazioni Finanziarie, riforma del sistema IVA e CCCTB.
Per maggiori informazioni: Viviana Padelli ([email protected])
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ACCADE ALL’UE N. 189
3. Accade in Commissione
MECCANISMO UNICO DI RISOLUZIONE DELLE CRISI
Il 10 luglio 2013 la Commissione ha proposto un Meccanismo unico di risoluzione
delle crisi finalizzato a completare il meccanismo di vigilanza unico (IP/12/953),
che sarà operativo alla fine del 2014, e in base al quale la Banca centrale
europea (BCE) eserciterà una vigilanza diretta sulle banche nella zona euro e
negli altri Stati membri che decidono di aderire all’Unione bancaria.
Nel caso in cui, malgrado tale Meccanismo di vigilanza unico e i requisiti
prudenziali rafforzati (cfr. MEMO/13/272), una banca soggetta allo stesso
dovesse trovarsi in gravi difficoltà, il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi
permetterebbe di gestire la sua risoluzione in modo efficiente, riducendo al
minimo i costi per i contribuenti e l’economia reale.
La vigilanza e la risoluzione delle crisi nel settore bancario, secondo la
Commissione, devono essere allineate ed esercitate allo stesso livello centrale
per ridurre l’incertezza ed evitare l'assalto agli sportelli e il contagio ad altre
parti della zona euro.
Il Meccanismo unico di risoluzione delle crisi proposto applicherebbe le norme
sostanziali sul risanamento e sulla risoluzione delle crisi delle banche (cfr.
IP/12/570), la cui adozione è prevista a breve, all'interno dell'Unione bancaria
(attualmente in fase di negoziato tra Consiglio e Parlamento europeo).
Nella proposta della Commissione, gioca un ruolo determinante il Comitato unico
di risoluzione delle crisi composto da rappresentanti della BCE, della
Commissione europea e delle autorità nazionali pertinenti, incaricato di
preparare la risoluzione della crisi della banca e supervisionare la sua
applicazione da parte delle autorità nazionali. Spetta invece alla Commissione
prendere la decisione di avviare la risoluzione della crisi e la definizione del
quadro di risoluzione, in modo da garantire la coerenza con il mercato unico e
con le norme UE in materia di aiuti di Stato e tutelando al tempo stesso
l'indipendenza e la responsabilità dell’intero Meccanismo.
Al Consiglio europeo del 27 e 28 giugno, i leader dell’Unione europea si sono
prefissi di raggiungere un accordo sul Meccanismo entro la fine del 2013 perché
possa essere adottato entro la fine dell'attuale legislatura del Parlamento
europeo, che scade nel 2014. Questo consentirebbe di applicarlo da gennaio
2015, insieme alla direttiva relativa al risanamento e alla risoluzione delle crisi
nel settore bancario.
Fino all'entrata in vigore delle norme proposte, le crisi bancarie continueranno
ad essere gestite sulla base dei regimi nazionali. Questi regimi, tuttavia, sono
destinati a convergere progressivamente verso i principi concordati in materia di
risoluzione delle crisi, vale a dire l’addebitamento delle perdite bancarie ad
azionisti e creditori anziché ai contribuenti. Questo obiettivo sarà raggiunto, da
un lato, attraverso gli orientamenti riveduti sugli aiuti di Stato alle banche,
anch'essi adottati oggi (cfr. IP/13/672), e, dall’altro, grazie alla possibilità di una
ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del Meccanismo europeo di
stabilità. Entrambi subordinano il sostegno statale proveniente dalle risorse
nazionali e dal Meccanismo europeo di stabilità a un’adeguata “condivisione degli
oneri” con gli investitori privati di una banca.
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ACCADE ALL’UE N. 189
Lo stesso giorno, la Commissione ha pubblicato gli orientamenti riveduti
provvisori sugli aiuti di Stato alle banche nel contesto della crisi. I cambiamenti
sono finalizzati a migliorare il processo di ristrutturazione e assicurare condizioni
di concorrenza eque tra le banche situate nei vari paesi. In particolare, sarà
richiesto alle banche di definire un piano efficace per la ristrutturazione o
risoluzione prima che esse possano ricevere ricapitalizzazioni con denaro
pubblico o misure di protezione degli asset. Inoltre, i proprietari e creditori junior
della banca dovranno contribuire alla ricapitalizzazione prima che la banca
chieda il sostegno dello Stato.
Per maggiori informazioni: Viviana Padelli ([email protected])
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Informiamo i lettori che il numero attuale dell’ACCADE all’UE è l’ultimo prima
della chiusura estiva, il prossimo appuntamento è fissato al prossimo 26
agosto.
Buone Vacanze!
Buone
A cura di Matteo Borsani e Giuliana Pennisi
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ACCADE ALL’UE N. 189