didattica - Scuola Italiana Moderna
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didattica - Scuola Italiana Moderna
Poste italiane S.p.A. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1, comma 1 - DCB Brescia Editrice La Scuola - 25121 Brescia Expédition en abonnement postal taxe perçue - tassa riscossa Pubblicazione mensile - Anno 121 - ISSN 0036-9888 SCUOLA ITALIANA MODERNA settembre 2013 1 Contiene Dossier: La progettazione annuale E D I T R I C E LA SCUOLA Si ricomincia Lo ius soli che fa discutere Accogliere e riconoscere i BES Potenziamento cognitivo? Chiediamo alla tecnologia! 4 6 7 8 9 sommario (GLWRULDOH Classe seconda Per chi suona la campanella 38 41 44 47 50 51 52 Italo Fiorin /DÀQHVWUDVXOPRQGR Si ricomincia Antonio Augenti /DÀQHVWUDVXOFRUWLOH A scuola con piacere Damiano Previtali 12 14 17 ,QJOHVH Arte e immagine IRC Speciale Sergio Govi La progettazione annuale TIC Classe terza Potenziamento cognitivo? Chiediamo alla tecnologia! 93 96 99 102 105 106 107 108 109 Digital@mente La classe capovolta Maurizio Gentile ,QWHUFXOWXUD,WDOLDQRFRPH/ Una lingua per scoprirci comunità Monica Oppici BES Accogliere e riconoscere i Bisogni Educativi Speciali Accoglienza Italiano Matematica, Scienze, Tecnologia 6WRULD*HRJUDÀD6WXGLVRFLDOL ,QJOHVH Arte e immagine IRC 0XVLFD &RUSRPRYLPHQWRVSRUW Classe quarta /·DQJRORGHOORSVLFRORJR Cambio classe Maria Chiara Fiorin &RPSHWHQ]HHXURSHHHGLVFLSOLQH Competenze-chiave e curricolo di scuola Mario Castoldi Accoglienza Italiano 110 113 116 119 122 123 124 125 126 127 130 133 136 139 140 141 142 143 Matematica, Scienze, Tecnologia 6WRULD*HRJUDÀD6WXGLVRFLDOL ,QJOHVH Arte e immagine IRC Classe prima/seconda 36 37 6WRULD*HRJUDÀD6WXGLVRFLDOL progettazione Classe prima 21 24 27 30 33 34 35 Matematica, Scienze, Tecnologia Lo ius soli che fa discutere Simone Consegnati - Anna Maria Forini - Teresa Natale 16 Italiano ,OTXDGUDQWHGHOODVFXROD Caterina Cangià 10 Accoglienza 0XVLFD &RUSRPRYLPHQWRVSRUW 1 Accoglienza Italiano Matematica, Scienze, Tecnologia 6WRULD*HRJUDÀD6WXGLVRFLDOL ,QJOHVH Arte e immagine IRC 0XVLFD &RUSRPRYLPHQWRVSRUW Classe quinta Accoglienza Italiano Matematica, Scienze, Tecnologia 6WRULD*HRJUDÀD6WXGLVRFLDOL ,QJOHVH Arte e immagine IRC 0XVLFD &RUSRPRYLPHQWRVSRUW OtTFUUFNCSFtBOOP RMAZIONE FORMAZIONE FORMAZIONE FORMAZIONE FORMAZIONE FORMAZIONE FORMAZIONE FORMAZIONE FORM CONTATTACI! Per richiedere programmi e preventivi: Agenzia di Formazione La Scuola Tel. 030 2993211 Fax 030 2993299 www.lascuola.it › Formazione [email protected] Corsi di formazione a Roma PROGETTARE ITA, MATE, STORIA E GEO Incontri sulla progettazione per classi Roma, da settembre 2013 a marzo 2014 (le date su www.lascuola.it – formazione) Sotto la direzione di Italo FiorinGSSVHMREXSVIHIP'SQMXEXS7GMIRXM½GS2E^MSREPITIVP´EXXYE^MSRIHIPPIIndicazioni nazionali P´)HMXVMGI0E7GYSPETVSTSRITIVP´ERRSWGSPEWXMGSgli incontri di progettazione per classi, a cadenza bimestrale, dedicati alle tre aree disciplinari. Gli incontri si articolano in maniera molto operativa e offrono la progettazione annuale e mensile più tutti i materiali utili al lavoro in classe. Area linguistico-espressiva: Valeria Caricaterra, Rossana Cuccurullo, Antonella Attilia, Raffaella Bonavita Area logico-matematica: Benedetto Scoppola, Anna Maria Bianconi, Lucia Gatta, Francesca Tovena %VIEWXSVMGSKISKVEßGSWSGMEPIValeria Caricaterra LA DIDATTICA DELLE SCIENZE esperimenti e attività in aula Roma 15, 22, 29 ottobre 2013 orario 17.00-19.00 *EVIIWTIVMIR^EHIPPEVIEPXkIQERMTSPEVPEJEZSVMWGIWIQTVIP´ETTVIRHMQIRXS XERXSTM HMGSRSPIRIYVSWGMIR^I quando si tratta di bambini in fase evolutiva. Partendo da questo presupposto, il corso presenterà una ricca serie di esperimentiVIEPM^^EFMPMMREYPEGSRQEXIVMEPMWIQTPMGM½REPM^^EXMEVIRHIVIIZMHIRXM PITVSTVMIXkHIPP´EGUYEIHIPP´EVME MTVSGIWWMHMJSXSWMRXIWMVIWTMVE^MSRIIRYXVMQIRXSGSQIJYR^MSRMIWWIR^MEPMTIVPEZMXE le molteplici funzioni delle piante e degli animali andando a coprire in questo modo gli argomenti basilari del curricolo delle Scienze dalla 1a alla 5a classe. Formatrice: Lucia Gatta L’ALUNNO DISLESSICO E LE TECNICHE PER LA RIDUZIONE DEL TESTO Roma, 24 ottobre 2013 orario 15.00 - 19.00 -P(IGVIXS%XXYEXMZSRHIPPYKPMSEJJIVQE±4IVJEGMPMXEVIP´ETTVIRHMQIRXS RIKPMEPYRRMGSR(7% WSTVEXXYXXSRIKPMWXYHIRXMGSRHMJ½GSPXkPMRKYMWXMGLITY{IWWIVISTTSVXYRSWIQTPM½GEVIMPXIWXSHMWXYHMSEXXVEZIV so la riduzione della complessità lessicale e sintattica”. (YVERXIP´MRGSRXVSMGSVWMWXMWTIVMQIRXERSla tecnica della sottolineaturaTIVWIQTPM½GEVIP´EGGIWWSEPXIWXS 0´ETTPMGE^MSRIHMUYIWXSWXVYQIRXSGSQTIRWEXMZSGSRWIRXIEPP´EPYRRSHMWPIWWMGSHMIWTVMQIVIMPPMZIPPSHIPPITVS prie capacità e accrescere la propria autostima. Laboratori: EREPMWMHIPPEWSXXSPMRIEXYVE WIQTPM½GEVIMPXIWXSTIVUYERXMXkHMTEKMRIHEWXYHMEVIWIR^EVMHYVVIMGSRXIRYXM PEZIVM½GEHIPPEWSXXSPMRIEXYVE Formatrice: Patrizia Marletta Per consultare il programma completo dei corsi e iscriverti vai su www.lascuola.it Sede: Editrice La Scuola – Via Crescenzio, 23 – Roma – tel. 06.68803989 – [email protected] OtTFUUFNCSFtBOOP Editoriale Per chi suona la campanella 4 Italo Fiorin l suono della prima campanella che inaugurerà il nuovo anno scolastico circa 10.000.000 tra studenti e insegnanti varcheranno il cancello della loro scuola. Come è consentito dalla normativa, ci saranno piccole variazioni rispetto alla data di inizio delle attività didattiche, ma, come non dovrebbe essere tollerato, ci saranno enormi diversità circa le condizioni degli edifici luogo di queste attività. Su circa 42.000 edifici scolastici, la maggior parte versa in situazioni critiche, dal momento che oltre la metà di queste costruzioni non ha prodotto un certificato di agibilità e un numero impressionante è a forte rischio idrogeografico. Assumendo come riferimento i dati del documentato XIII Rapporto di Lega Ambiente del 2012, “Ecosistema Scuola”, scopriamo che il 60% degli edifici è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica, che il 33,70% si trova in aree a rischio sismico e il 10,67% in aree ad alto rischio idrogeologico e che gli enti loca- A li proprietari dichiarano che quasi il 36% ha necessità di interventi di manutenzione urgenti. La prima emergenza rimane ancora quella della messa a norma: quasi metà delle scuole non possiede le certificazioni di agibilità e sono ancora tantissime, più del 65%, quelle che non possiedono il certificato di prevenzione incendi. Se poi guardiamo più analiticamente i dati, scopriamo – ma c’è da sorprendersi? – che le disgrazie non sono egualmente distribuite, e ancora una volta appare evidente come quella che noi chiamiamo “scuola italiana” sia, in realtà, qualcosa di inesistente. Ci sono tante diverse scuole, iscritte a campionati diversi, le più fortunate sono di serie A e ben figurano nelle competizioni europee, ma molte non possono nemmeno iscriversi alle serie inferiori. Leggiamo dal Rapporto: «Trento si conferma in vetta alla graduatoria grazie a dati di eccellenza legati al possesso, da parte di tutti gli edifici scolastici, dei certificati di collaudo statico, agibilità, agibilità igienico-sanitaria, impianti elettrici a norma, porte antipanico e requisiti di accessibilità. Su tutti gli edifici è stata inoltre realizzata la verifica di vulnerabilità sismica, un’attenzione alla sicurezza e alla messa a norma che permettono a Trento di non avere alcuna necessità di manutenzione straordinaria urgente nei propri edifici scolastici. Sicurezza, ma anche servizi e buone pratiche a favore delle istituzioni scolastiche, delle famiglie e degli studenti: ben 14 edifici scolastici su 58 è servito OtTFUUFNCSFtBOOP da pedibus con un coinvolgimento complessivo di 2.702 ragazzi; 43 quelli con piste ciclabili nelle aree circostanti; la raccolta differenziata dei diversi materiali viene praticata in tutte le scuole; tutte le mense scolastiche sono dotate di cucina interna, utilizzano posate riutilizzabili e servono acqua di rubinetto; nel 19% degli edifici sono installati impianti di energia rinnovabile (solare termico o fotovoltaico). Anche quest’anno la graduatoria continua a restituirci una forbice molto ampia tra le città del Sud e delle isole e quelle del Nord e del Centro. Lecce (23°) e Benevento (26°) le prime città del Sud in graduatoria, mentre Cagliari (47°) è la prima tra quelle delle isole». E l’ultima in graduatoria, Sassari, con un punteggio di appena 8,26 punti qualità, presenta quasi 70 punti di distanza da Trento, la città prima classificata. Attenzione a non concludere, sbrigativamente: Trento (punteggio qualità 75,26) è ricca, perché gode di una larga e ben remunerata autonomia. È un alibi che non può essere concesso a quelle amministrazioni che, pur avendo ricevuto e ricevendo ingenti risorse, specie attraverso generosi fondi europei, non sono state capaci di invertire la tendenza, non hanno saputo nemmeno spendere la maggior parte delle somme ricevute. Purtroppo la nostra scuola non è sofferente solo per le carenze degli edifici e l’inadeguatezza delle aule. C’è, infatti, un’altra scuola di cui prendersi cura, che non è fatta di mattoni e di attrezzature funzionanti, un’altra scuola che sta cadendo a pezzi. Ci sono dei dati che non è piacevole considerare, ma che non vanno nascosti sotto il tappeto. L’Italia ha il più alto tasso di dispersione scolastica tra i Paesi europei e la più elevata percentuale di popolazione tra i 18 e i 24 anni con solo la licenza media (20%). Il 97% degli alunni consegue la licenza media, ma di questi il 30% ha una preparazione insufficiente. Il 65% della nostra popolazione non ha le competenze richieste per orientarsi criticamente e consapevolmente nella società di oggi (fonte ONU). Secondo la World Literacy Foundation ha il più alto tasso di analfabetismo funzionale (45%). Non manca- no le “eccellenze”, ma nel confronto comparativo la nostra percentuale è veramente poco significativa. E se, invece di parlare di “Italia”, passiamo ad analizzare le diverse realtà, ecco che ritorna quella immagine frammentata di un Paese che è una fiera delle diseguaglianze. Non sono solo le Prove INVALSI che disegnano una geografia accidentata, con punte di eccellenza e abissi. Anche e ancor di più le rilevazioni internazionali confermano questo stato di cose. Così, chi è sfortunato lo è due volte. Perché corre il rischio che gli crollino addosso i calcinacci, perché rischia che gli crolli addosso il futuro. Questa ci sembra la grande emergenza della nostra scuola, che è poi, OtTFUUFNCSFtBOOP secondo noi, la vera prima emergenza di questo povero Paese, molto più dell’emergenza economica. È fin troppo facile constatare che solo dove la scuola è veramente al centro dell’attenzione politica e sociale fiorisce anche l’economia. E si può guardare al futuro con speranza. Potremmo un po’ consolarci, pensando alla nostra scuola dell’infanzia o primaria, che, almeno per quanto riguarda la qualità della didattica, riescono ancora a regalarci motivi di soddisfazione. Ma è una piccola consolazione, perché anche questi ordini di scuola sono sempre più sofferenti, come sanno bene gli insegnanti che si apprestano a iniziare un nuovo anno di lavoro. Che cosa può fare un singolo insegnante, un corpo docente di una piccola scuola, di fronte a un quadro così allarmante e complesso, che chiama in gioco prima di tutto responsabilità politiche? Forse poco. Sappiamo bene che le responsabilità sono altre, che riguardano le scelte politiche e, prima ancora, la cultura di un Paese. Ma, se guardiamo le cose da un’altra prospettiva, forse molto. Dalla buona scuola, diffusa in tutto il Paese, dagli insegnanti che lavorano con passione civica anche nelle situazioni difficili o disperate, può venire un grande contributo alla rigenerazione. All’indomani dell’unità d’Italia, si diceva che il compito della scuola fosse, “fatta l’Italia”, di fare gli Italiani. Oggi, di fronte a un’Italia disfatta, frammentata, diseguale, il compito diventa di “fare gli Italiani”, i “nuovi” cittadini di un Paese che deve essere ri-fatto. Buon anno a tutti gli insegnanti e i dirigenti delle tante scuole italiane, con l’augurio che non perdano la speranza, nella consapevolezza che il loro lavoro costruisce il futuro. 55 La finestra sul mondo Si ricomincia 6 Antonio Augenti i rinnova ogni anno, dopo la parentesi delle vacanze estive, il sentimento di fiducia nelle istituzioni destinate ad accompagnare i processi d’istruzione e di formazione dei bambini e dei giovani. Probabilmente, a causa degli eventi che stanno segnando negativamente la vita individuale e sociale in quasi tutti i Paesi, segni di stanchezza possono essere colti nei comportamenti collettivi, nella volontà di appartenenza e di partecipazione. Ma le aspettative non si piegano del tutto, si cerca di tenere su un’intelligenza costruttiva e un giudizio non demolitore delle consuetudini sociali. Ciò che oggi sembra più far male è il ricorso insistente all’uso di quello che alcuni chiamano il vocabolario dell’incomprensione e del conflitto intergenerazionale, nella società, ma anche all’interno delle stesse famiglie: causa di lacerazioni, di conflitti, di intolleranza e di indebolimento dell’assegnamento che i giovani hanno sempre fatto sugli adulti e sugli anziani. Se c’è un terreno sul quale un “col- S po di reni” potrebbe tentare di ripristinare questa fiducia e riaccreditare il ruolo delle classi dirigenti è quello dell’istruzione e della conoscenza, beni che non dovrebbero essere sottratti ad alcuno, perché diritti riconosciuti e condivisi. Il rinnovo del rito della riapertura delle sedi dove abitualmente si svolgono i processi di apprendimento, in favore di bambini e giovani assistiti da professionalità che si vorrebbero esperte, dovrebbe essere segnato non dalla stanchezza e dalla ripetitività, ma da un processo d’iniziazione a qualcosa che si ritiene utopico ed eccitante, ma non illusorio, verso una comunità senza privilegi, verso uno spazio vitale in cui si apprezzino i valori intellettuali ed etici e dove sia possibile scommettere sul futuro, perché credibile. Non siamo sicuri che le classi dirigenti dei vari Paesi dimostrino d’interpretare pienamente questa esigenza. Gli studi di comparatistica in educazione ci dicono che i governanti in varie parti del mondo cedono ancora alle lusinghe delle tante piccole riforme da attuare: si oscilla tra le grandi operazioni di restauro dei sistemi educativi e le più minuziose attività di manutenzione degli stessi. Ciò avviene negli USA come in Giappone o in Francia. Quasi ovunque si dà certamente importanza al ruolo della scuola nell’odierna società e, per questo, si tenta di uniformarne i metodi di azione. Scuola a pieno tempo o riduzione del tempo da trascorrere nelle aule, pervasività o meno in educazione delle OtTFUUFNCSFtBOOP tecnologie nuove, nuove materie o approfondimenti di quelle esistenti, maggiore autonomia, anche didattica, o indirizzi e linee-guida, migliore formazione dei docenti, più stretto rapporto delle scuole con il mondo delle imprese, rispetto del principio di uguaglianza delle opportunità: non si può ammettere che le politiche dell’educazione possano prescindere dall’affrontare queste ed altre rilevanti questioni. Se ne dà conto nel volume 10, n. 3 di “Policy futures in education”, uscito nel 2012. C’è tuttavia un supplemento di passione che è necessario immettere nella gestione dei sistemi educativi. Andiamo incontro a tempi nei quali i diritti della persona, la sua identità nella relazione con gli altri, il suo modo d’essere a fronte dei grandi interrogativi che gli eventi propongono, tutto viene problematizzato e vissuto rischiando di non poter più credere nelle idee di uguaglianza e di giustizia. Facciamo in modo che ciò non si verifichi; facciamo in modo che l’educazione e la cultura possano ancora stupirci. Antonio Augenti Esperto in sistemi formativi comparati Testo La da finestra inserire sul cortile A scuola con piacere Damiano Previtali ovremmo provare a dare valore alle parole che non hanno più ospitalità e non trovano più il senso di stare nel vocabolario degli insegnanti. In questo sfondo grigio di depressione collettiva, per la mancanza di risorse e di prospettive, dovremmo provare a dare una speranza ai nostri alunni, ma ancor prima a noi stessi. In questo tempo esausto di misurazioni e di quantificazioni dei risultati a tutti i costi e prima di qualunque altro aspetto, rischiamo di dimenticarci le dimensioni vere e profonde che attivano le persone e in definitiva qualificano lo stesso apprendimento. La scuola è innanzitutto una vera comunità, permeata dall’accoglienza e da una convivialità autentica, così da qualificarsi come ambiente positivo sul piano relazionale, che diviene condizione per apprendimenti significativi. Una scuola attenta alle persone nella loro pienezza, prima ancora che allo studente e all’insegnante nei loro ruoli. Lo stesso incipit delle Indicazioni nazionali per il curricolo ci ricorda: D «Nella consapevolezza della relazione che unisce cultura, scuola e persona, la finalità generale della scuola è lo sviluppo armonico e integrale della persona». Lo sviluppo della persona in tutte le sue dimensioni, senza dimenticare quelle relazionali e affettive che, nei primi giorni di scuola e in particolare nelle classi prime, impronteranno in modo decisivo il vissuto di molti studenti. In realtà tutte le scuole hanno cura dell’accoglienza e dell’ascolto nei primi giorni, ma il problema nasce quando questi atteggiamenti spontanei e professionalmente curati, divengono un progetto fine a se stesso, relegato in uno spazio definito, delegato agli esperti incaricati, senza contaminare la quotidianità e lo stile della vita a scuola. Così è per l’affettività, la salute, il gioco, la scoperta, la creatività, che divengono degli spazi separati e specialistici e non penetrano in modo organico in tutte le ore e in tutti gli spazi. «Non è opportuno trasformare le sollecitazioni che le provengono da vari ambiti della società in un moltiplicarsi di microprogetti che investano gli aspetti più disparati della vita degli studenti»1. Come a dire, se vogliamo che i nostri alunni vengano a scuola con piacere non facciamo il progetto di “a scuola con piacere”, ma riscopriamo il piacere dell’Italiano, della Matematica, delle Scienze. In sostanza riscopriamo la passione dell’apprendere. Così 1 MIUR, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, Roma 2013 OtTFUUFNCSFtBOOP è per la salute e il benessere delle persone. Infatti la scuola, pur rimanendo istituzionalmente luogo di apprendimento, rappresenta lo spazio privilegiato dove agiscono i “determinanti” della salute e dove si vive la salute. È necessario diffondere una costante attenzione alla promozione della salute, intesa come processo che mette le persone e le comunità in grado di assumere decisioni autonomamente nel contesto scolastico. È questa l’accezione oggi condivisa, più ampia e significativa, di quella riferibile all’ora di “educazione alla salute”. Ovvero è opportuno passare da un’attività specialistica a qualsiasi iniziativa intrapresa per migliorare e/o proteggere la salute di tutti i soggetti della comunità scolastica. In tal senso abbiamo bisogno di politiche per una scuola sana, di ambienti scolastici come luoghi di benessere fisico, personale e sociale. E così potremmo continuare per molti altri aspetti sostanziali, legati a una convivialità scolastica consapevole e autentica, che invece vengono impropriamente separati dalla vita per divenire forzatamente oggetto di studio artificiale o luoghi di attività per l’accoglienza e il piacere di andare a scuola. Damiano Previtali Dirigente scolastico e consulente INVALSI 7 Il quadrante della scuola una delegazione ministeriale in visita a fine maggio in una scuola primaria di una città del Nord Italia, l’insegnante presenta gli alunni della classe, una ventina, mettendo in evidenza la presenza di bambini di varie etnie. I Paesi di provenienza sono i più disparati: Marocco, Tunisia, Algeria, Nigeria, Romania, Polonia, Albania e Cina. Quanti Italiani? Viene chiesto. Tutti. Siamo tutti Italiani, è la risposta corale. Perché quei ragazzi sono nati tutti in Italia. Già. La provenienza dei genitori passa quasi in secondo piano. Tutti quegli alunni, senza distinzione di etnia e di colore della pelle, si sentono Italiani, senza distinzione. La scuola e la vita d’insieme li fa sentire ancor più non diversi. Sono i cosiddetti “stranieri di seconda generazione”, nati in Italia da genitori con cittadinanza non italiana. Nelle nostre scuole, in questo nuovo anno scolastico che comincia, di stranieri di seconda generazione come loro ce ne sono circa 400 mila. Ogni anno diminuisce il numero di alunni stranieri di recente immigrazione a causa della crisi mondiale, mentre aumenta il numero di quelli nati in Italia da genitori stranieri arrivati negli anni scorsi quando la crisi era ancora lontana. I 400 mila, pur diversi nel colore della pelle e nei cognomi che portano, parlano Italiano e si integrano sempre più nella nostra società molto meglio dei loro genitori. Se li senti parlare, quasi non rilevi la loro origine. Grazie soprattutto alla scuola (in primis quella primaria). A 8 Lo ius soli che fa discutere Per questi ragazzi e per le migliaia che dopo di loro verranno a trovarsi nella stessa condizione è in atto un acceso dibattito per il riconoscimento, anche in Italia, dello ius soli (dal latino, “diritto del suolo”), un’espressione giuridica che indica l’acquisizione della cittadinanza come conseguenza del fatto di essere nati nel territorio dello Stato, qualunque sia la cittadinanza posseduta dai genitori. Si contrappone allo ius sanguinis (“diritto del sangue”), che indica invece l’acquisizione automatica della stessa cittadinanza del proprio genitore. Nel mondo circa 30 Stati, quasi tutti quelli del continente americano, su 194 applicano lo ius soli in modo automatico e senza condizioni. Tra questi vi sono gli Stati Uniti d’America, il Canada, quasi tutti gli Stati del Sud America e il Pakistan. All’inizio del secolo scorso furono migliaia gli Italiani migrati in America; tutti i loro figli nati sul suolo americano acquisirono automaticamente e immediatamente la cittadinanza americana con piena attuazione di questo diritto. In Europa lo ius soli è applicato, con alcune limitazioni, in alcuni Stati, come, ad esempio, la Francia, la Grecia, il Portogallo, l’Irlanda, il Regno Unito, la Finlandia. Nel novembre del 2011 il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva auspicato una legge per realizzare in Italia lo ius soli. A distanza di un anno e mezzo il ministro Cecile Kyenge ha raccolto quell’invito, dichiarando di voOtTFUUFNCSFtBOOP lerlo attuare in modo equilibrato. Le reazioni contrarie non si sono fatte attendere e i toni sono stati immediatamente polemici; per non creare problemi al Governo, è stato detto che una legge del genere non fa parte dell’agenda di governo. I veti incrociati all’interno dell’Esecutivo portano inevitabilmente al rinvio del problema, a meno che non venga accolta la proposta di mediazione dell’on. Carlo Giovanardi, dell’area di centro-destra: dare la cittadinanza ai bambini nati in Italia al momento dell’iscrizione alla prima classe della scuola primaria. Il disegno di legge prevede di concedere la cittadinanza al bambino, nato in Italia da genitori extracomunitari, uno dei quali già nel nostro Paese da almeno un anno, se dopo la nascita vi risiede legalmente, al momento dell’iscrizione alla scuola dell’obbligo. Si tratta di una proposta ragionevole che da un lato può rassicurare verso eventuali utilizzi strumentali dello ius soli e dall’altro rende più efficace l’integrazione nel momento in cui i bambini italiani ed extracomunitari si trovano a frequentare assieme la scuola dell’obbligo. La completa integrazione è, comunque, la condizione e la ragione stessa dello ius soli, se e quando la legge verrà. La scuola primaria, prima ancora degli altri settori, ha la responsabilità per creare nei fatti la condizione dello ius soli. Sergio Govi Esperto in normativa scolastica TIC Potenziamento cognitivo? Chiediamo alla tecnologia! Caterina Cangià he cosa cambia se, invece di guardare gli strumenti compensativi come strumenti di facilitazione, li si guarda come strumenti di potenziamento? Far raggiungere, a chi ha difficoltà, molti obiettivi in autonomia, far nascere la sensazione di potersela cavare da soli, di sentirsi sicuri, di aver voglia di svolgere attività nuove e complesse da soli, soprattutto far assaporare che cosa significa non aver più paura di sbagliare… Che regalo per i bambini con disturbi specifici dell’apprendimento! Bene. Questo si chiama potenziamento cognitivo, ovvero educazione dei processi di pensiero stimolando e sviluppando le funzioni coinvolte. I potenziali intellettivi sono modificabili, educabili e rieducabili grazie all’influenza di mediazioni educative efficaci e noi siamo, per definizione, mediatori, suscitatori di energie. Anche cognitive. Stimoliamo la propensione del bambino al cambiamento e alla crescita. Invitiamolo a cercare connessioni tra l’evento che sta sperimentando e altre esperienze simili. C La domanda a questo punto è: Può la tecnologia facilitare la ricerca di connessioni, diminuire il deficit dell’attenzione, abbassare l’impulsività percettiva e la mancanza di precisione? Senza entrare nel merito dei singoli disturbi specifici dell’apprendimento, affascina esplorare con i lettori e con le lettrici tecnologie hardware e software digitali nobilmente orientate al potenziamento cognitivo e non declassate al rango di “strumenti compensativi”. Per gli alunni con bisogni educativi “speciali”, la tecnologia da cercare e da utilizzare dev’essere “speciale”. Cito Sugata Mitra, professore di tecnologie educative alla Newcastle University: il maestro s’interroga, in un affascinante articolo apparso su «The Guardian» del 15 giugno 2013, sulla presenza della tecnologia quale eccellente aiuto per potenziare cognitivamente i bambini e i ragazzi di oggi e del futuro. «Basta con il romanticismo educativo – scrive – guardiamo in faccia la tecnologia e l’uso che i nostri ragazzi ne fanno e trasformiamo la scuola»1. Trasformiamo gli strumenti compensativi in “soli” di potenziamento cognitivo! Passo passo Come perle infilate una dopo l’altra, ecco le riflessioni che si susseguiranno in quest’annata della rivista. Inizieremo con l’audiolibro, declinato su tutti i supporti possibili, dal registratore digitale all’iPod fino 1 www.guardian.co.uk/education/2013/jun/15 OtTFUUFNCSFtBOOP all’audiolibro felicemente abbinato al libro cartaceo; seguirà il software per la costruzione di mappe e di schemi, che trasforma in immagini i concetti, aiuta a creare legami, facilita il lavoro di sintesi, favorisce la sequenzialità mnemonica; avanzerà poi l’insieme composto da testi digitali (PDF ed e-books) in compagnia dell’editor di testi, una miniera nascosta, spesso, oltre che agli studenti, ai docenti; a seguire la famiglia dei dizionari parlati, in Italiano e in lingue altre, che fanno da corona al rigoroso correttore ortografico vocale e che stanno lietamente su supporti come l’iPad o i Tablet; verrà fatto poi largo a qualcosa di ben più ricco della semplice calcolatrice, in altre parole, ci verrà rivelato un bouquet di applicazioni per il calcolo e sentieri e consigli per potenziare cognitivamente chi dal calcolo rifugge. Esistono applicazioni per la LIM dedicate ai nostri piccoli con difficoltà, e applicazioni per la lingua altra, in particolare l’Inglese? E i programmi più avanzati di sintesi vocale quali novità presentano? Tutto questo riesce davvero a potenziare cognitivamente? La serie di riflessioni si concluderà con alcuni consigli per valutare i prodotti presenti sul mercato. Perché i bambini con bisogni educativi speciali ci stanno molto a cuore. Caterina Cangià Università LUMSA di Roma 9 Digital@mente La classe capovolta on classe capovolta si traduce l’espressione flipped classroom. Di che cosa si tratta? La strategia prevede la visione e l’ascolto di video-lezioni fuori dalla classe. In classe, gli alunni partecipano a discussioni oppure svolgono, con la supervisione dell’insegnante, lavori cooperativi, attività laboratoriali, esercizi individuali. Il momento della “lezione per ascolto” è trasposto fuori dalla classe. Mentre il momento dell’approfondimento e della pratica è trasposto in classe. L’insegnamento è capovolto. C 10 Maurizio Gentile Più tempo si ha per apprendere, più aumenta la probabilità di imparare Due chiavi interpretative della “classe capovolta”. I bambini guardano le video-lezioni tante volte, quanto lo desiderano. Una volta in aula, l’insegnante svolge discussioni, assegna esercizi individuali, predispone un compito collaborativo, valuta la comprensione dei contenuti. I vantaggi per gli alunni possono essere fuori e dentro la classe. A casa, ad esempio, le ripetute visioni potrebbero aiutare a elaborare meglio i contenuti. La decisione, poi, di quante volte vedere un video potrebbe sviluppare un senso di autonomia e controllo nello studio. In classe, al contrario, gli alunni potrebbero ricevere un supporto personalizzato su aspetti ancora non chiari, oppure, migliorare la comprensione del contenuto mediante una “pratica guidata”. Proviamo a immaginare un percorso All’inizio dell’anno scolastico, apriamo una classe virtuale con la piattaforma elearning Edmodo. Allo stesso tempo, creiamo su Youtube il canale video dedicato OtTFUUFNCSFtBOOP www Ulteriore m ate è a disposiz riale ione nel sito www.lascu ola nella sezion .it e RIVISTE alla classe. Adesso dobbiamo individuare l’applicativo che ci permette di realizzare gli screencasting, ovvero la registrazione audio-video dello schermo. Scegliamo il software gratuito CamStudio. Con queste tre tecnologie siamo pronti a realizzare la prima video-lezione. Supponiamo che la classe VC stia studiando la metrica delle poesie. Prendiamo in esame “San Martino” di Giosuè Carducci1. Come mostrato nella figura 1, il video disegna un insieme di “note” associate ai diversi elementi metrici della poesia: le quattro strofe, il verso, il settenario, lo schema ABBC. Mentre le note appaiono a schermo, il video dà voce alla spiegazione: «La poesia San Martino di Giosuè Carducci è formata da quattro strofe…». Abbiamo registrato, così, il testo della poesia, il disegno delle note, la nostra voce. Convertiamo il tutto in un video, carichiamolo su Youtube e successivamente pubblichiamolo in Edmodo. Una volta in classe, possiamo dapprima animare una discussione sul concetto di metrica, e successivamente, assegnare un compito coo1 Da un’idea di Ornella Mazzoldi, insegnante presso l’IC di Arco (Trento) Per saperne di più Gli iniziatori della flipped classroom sono stati Jonathan Bergmann e Aaron Sams. Nel 2007 incominciarono a produrre le prime video-lezioni di Chimica per gli studenti della Woodland Park High School in Woodland Park, Colorado. Dopo sei anni, ha preso forma un vero e proprio “movimento educativo”: il Flipped Class Movement. perativo: Scrivi individualmente due versi, seguendo la metrica di San Martino; revisiona il lavoro con il compagno di coppia; discuti con una altra coppia la metrica utilizzata; seleziona con i compagni quattro versi con lo scopo di comporre una poesia con la metrica di San Martino. Possiamo concludere dicendo che, il successo della strategia non sta tanto nel guardare i video, ma in ciò che succede quando gli alunni ritornano in classe. La classe capovolta, ad esempio, potrebbe rendere più facile la gestione della diffe- renziazione didattica, più ricche e interattive le discussioni in classe, più agevole l’avvio di un apprendimento basato su progetti e/o problemi, dare, in breve, più opportunità per l’elaborazione dei contenuti attinenti a un argomento. Non resta che provare! Maurizio Gentile Ricercatore e docente in Pedagogia sperimentale, Università LUMSA di Roma Figura 1 11 Sitografia Per ulteriori notizie e approfondimenti si vedano s Stati Uniti: http://flippedclassroom.org/ http://flippedlearning.org s Europa: http://www.euronews.com/2012/11/16/flipped-classrooms-improve-learning/ s Italia: http://people.unica.it/gbonaiuti/flipping-the-classroom/ http://prezi.com/x1cwlt_lx3bn/flipped-classroom-presentazione-commentata-26-03-12/ http://www.adirisorse.it/archives/1187 OtTFUUFNCSFtBOOP InterculturaItaliano come L2 Una lingua per scoprirci comunità 12 Monica Oppici www Ulteriore m ate è a disposiz riale ione nel sito www.lascu ola nella sezion .it e RIVISTE ome ben espresso nella Guida per lo sviluppo e l’attuazione di curricoli per una educazione plurilingue, pubblicata dal Consiglio d’Europa nel 2011, l’educazione plurilingue e interculturale è da considerarsi come “il diritto di ogni individuo a una educazione di qualità” e in particolare di ciascun/a bambino/a e ragazzo/a all’interno della propria scuola. Questa educazione si caratterizza per “l’acquisizione di competenze, conoscenze, disposizioni e atteggiamenti, per la varietà delle esperienze di apprendimento e attraverso la costruzione individuale e collettiva di identità culturali. Queste componenti contribuiscono al successo degli studenti che la scuola accoglie e a garantire loro pari opportunità, favoriscono l’inclusione e la coesione sociale, formano alla cittadinan- C za democratica e contribuiscono alla costruzione di una società della conoscenza”. Considerando queste mete principali di una educazione e di un curricolo plurilingue e interculturale riprese in alcuni passaggi anche nelle Indicazioni nazionali per il curricolo, crediamo che nel nostro percorso annuale di formazione linguistica per gli alunni non italofoni, presenti all’interno del gruppo-classe, possano essere messi in rilievo i seguenti obiettivi: U una formazione plurilinguistica e interculturale come forma e condizione dello sviluppo della persona; U l’acquisizione delle competenze linguistiche, componente essenziale e necessaria alla vita sociale; U il possesso della lingua di scolarizzazione con attenzione alla lingua e ai generi di discorso legati alle pratiche sociali, ma anche alle discipline necessarie per avere successo nell’apprendimento a scuola; U la percezione del potenziale creativo di ogni lingua; U la valorizzazione, espansione e conservazione del repertorio linguistico di ciascun alunno, con la considerazione quindi del bagaglio linguistico degli alunni stranieri come una preziosa risorsa identitaria e culturale da promuovere nello sviluppo del loro progetto di vita. Rispetto a un percorso di educazione interculturale – rivolto a tutti gli alunni della classe e della scuola – cercheremo di stimolare il singolo e il gruppo a: U superare il pregiudizio per imparare con e dagli altri; OtTFUUFNCSFtBOOP U interpretare e valorizzare la propria e le altre culture per riconoscere e comprendere le differenze, ma anche ricercare insieme elementi di somiglianza; U partecipare e collaborare all’interno di attività per realizzare progetti condivisi con valori e principi comuni alla base. Questi obiettivi vedranno ovviamente un focus significativo a livello linguistico rispetto agli alunni non italofoni presenti nella classe, ma vogliamo considerarli come un impegno educativo-didattico a vantaggio di tutto il gruppo-classe rispetto a un’importante e necessaria diversificazione di approcci, strumenti e strategie per creare un curricolo plurilingue e interculturale e un progetto di scuola capace di rispondere in modo concreto ai diversi bisogni e caratteristiche di ogni bambino nell’eterogeneità – personale, linguistica e culturale – presente da sempre in ogni comunità. La diversità, da tratto di contesto del gruppo, potrà infatti divenire un mezzo per attivare un’organizzazione flessibile della conduzione didattica da parte dell’insegnante grazie all’utilizzo di: U un approccio nozionale-funzionale per l’apprendimento delle lingue; U un approccio narrativo, ludico e ludomatetico; U TPR e la valorizzazione dei linguaggi non verbali; U approcci quali il cooperative learning e forme diversificate di tutoraggio (peer tutoring); U mediatori didattici diversi (attivo, iconico, simbolico, analogico, multimediale…); U strategie di facilitazione dell’apprendimento; U raggruppamenti diversi (lavoro individuale, in coppia, in piccolo, in grande gruppo, plenaria, gruppi su compito, gruppi per interesse ecc.); U ambienti di apprendimento diversi (classe, laboratorio, angolo attrezzato, spazi aperti, luoghi della scuola, altri luoghi del sociale ecc.); U differenziazione di tempi; U differenziazione delle proposte e dei compiti. In questo senso potrà essere interessante osservare e verificare che una stessa proposta potrà condurre a esiti formativi diversi a seconda dell’approccio, mediatore, raggruppamento, tempi e ambiente adottati. Ovviamente la didattica flessibile richiede un maggiore impegno nella fase di progettazione, aspetto che risulta però un investimento a lungo termine a fronte di graduali, ma percepibili e significativi miglioramenti nell’apprendimento di tutti e di ciascuno e rispetto all’autonomia e responsabilizzazione del proprio apprendere e apprendere ad apprendere. to scaricabile dal sito1 della rivista gli obiettivi di apprendimento come tappe orientative per un’alfabetizzazione funzionale per acquisire la padronanza della lingua per comunicare, veicolo essenziale per comprendere e inserirsi positivamente nella realtà in cui il bambino vive e da considerarsi come prerequisito per poter accedere alla lingua per apprendere e studiare. Questi obiettivi sono espressi come descrittori di competenza comunicativa e linguistica attesi e corrispondenti ai livelli A1 ed A2 del Quadro Comune Europeo di riferimento per le lingue2. Ci sembra importante precisare che, come sottolineato sempre nella Guida per lo sviluppo e l’attuazione di curricoli per una educazione plurilingue, questi livelli dovrebbero essere considerati come un punto di riferimento utile per osservare i progressi e/o le difficoltà di chi apprende la/e lingua/e per arrivare a una progettazione ed interpretazione personalizzata del percorso di ciascuno in termini di “profilo di competenze”. Come è possibile infatti osservare nella pratica didattica, gli alunni – Tracce di percorso 1 Rispetto agli obiettivi del percorso linguistico per gli alunni non italofoni, proponiamo in un documen- Cfr. sito Risorsa 1 Consiglio d’Europa, Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione, La Nuova Italia, Firenze 2002 2 italofoni e non italofoni – evidenziano nell’acquisizione e nell’apprendimento della lingua conoscenze e abilità che non rientrano perfettamente in un unico livello di padronanza; le capacità di ascolto e ricezione sono generalmente maggiori di quelle relative alla produzione e le competenze nella produzione orale differiscono da quelle espresse in quella scritta. I livelli risulteranno quindi utili se utilizzati come criteri generali e parametri per organizzare correttamente, documentare e condividere con i diversi soggetti coinvolti la progressione delle esperienze all’interno del curricolo, ma sarà importante allargare lo sguardo, soprattutto nella progettazione e valutazione, per non sottovalutare le reali potenzialità e competenze (curriculari ed extracurriculari) del singolo alunno, soprattutto se proveniente da ambienti socio-economici svantaggiati. Nel percorso didattico annuale promuoveremo l’acquisizione di un patrimonio lessicale e semantico e morfosintattico di base, con vocaboli, espressioni e strutture riferiti ad ambiti tematici di vita quotidiana quali informazioni personali e bisogni di tipo concreto, la descrizione di sé o di altre persone/personaggi, gli ambienti in cui viviamo (casa, scuola, quartiere), attività personali e di gruppo, giochi e storie e tradizioni. Sarà inoltre dato spazio alla riflessione metalinguistica per aiutare il singolo e il gruppo a sviluppare una “teoria” sulla lingua e sul suo funzionamento, strumenti necessari per ampliare la competenza linguistica generale e facilitare il controllo personale dell’ambito ortografico e morfosintatttico della lingua di scolarizzazione. Monica Oppici Docente e formatore OtTFUUFNCSFtBOOP 13 BES Accogliere e riconoscere i Bisogni Educativi Speciali l tema dei Bisogni Educativi Speciali, attualmente, si presenta come uno degli aspetti che, nel quadro della professionalità docente, apre nuove prospettive e riflessioni. Sicuramente, l’attenzione alle difficoltà di ogni alunno non è mai stata disattesa, nemmeno in passato, ma l’apertura verso una dimensione formativa più ampia ci permette di pensare in termini pedagogicamente e didatticamente significativi. I Centri Territoriali di Supporto, introdotti con la Direttiva Ministeriale 27 dicembre 20121, rappresentano sicuramente una risorsa importante, quanto le prospettive teoriche indicate dalla Direttiva stessa, poiché offrono una cornice concettuale e un ordine teorico a sostegno della pratica. Infatti, nella Direttiva, si sottolinea “che vi è una sempre maggiore complessità nelle nostre classi, dove si intrecciano i temi della disabilità, dei disturbi evolutivi specifici, con le problematiche del disagio sociale e dell’inclusione degli alunni stranieri. Per questo è sempre più urgente adottare una didattica che sia ‘denominatore comune’ per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale”. Infatti, il passaggio dalla didattica speciale alla didattica inclusiva, che trova la sua piena esplicazione nel principio di personalizzazione, rappresenta un ulteriore passo in avanti nella valorizzazione delle differenze: la disabilità, la difficoltà linguistica, lo svantaggio culturale non è più un problema altro rispetto la gestione delle dinamiche relazionali, culturali e di apprendimento interne alla classe. Occorre allora ridare un significato I 14 Simone Consegnati Anna Maria Forini 8IVIWE2EXEPI 1 Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica OtTFUUFNCSFtBOOP nuovo a parole come dialogo, condivisione, relazione, partecipazione poiché i loro significati si legano a un’accoglienza che si realizza nello scambio dialogico tra culture, nella diversità, nelle esperienze professionali, nell’apprendimento condiviso. Oggi sembra difficile concepire la vicinanza come relazione paritaria e vicendevole, in cui tra accolto e accogliente non c’è distinzione di ruolo perché è la circolarità a dare senso e valore allo scambio interpersonale. Accogliere nella scuola primaria Nella scuola primaria, il primo passo verso un’accoglienza veramente significativa, si realizza nella scoperta di sé e dell’altro come parte integrante di un gruppo. Il bambino, ancora egocentrico, deve essere sostenuto nel capire che ognuno di noi rappresenta l’alterità e che lo stare insieme non si realizza nello sperimentare un limite spaziale, ma un’opportunità importante per crescere insieme e per costruire amicizie. Per aiutare i nostri alunni a comprendere l’importanza dello stare insieme agli altri, possiamo proporre loro alcune attività che favoriscono il riconoscimento del valore dell’identità e della cooperazione. A questo scopo, leggiamo la storia (Testo 1) e chiediamo ai nostri alunni quale sia il messaggio trasmesso: ognuno di noi ha delle qualità e delle capacità che lo distinguono dagli altri e, per questo, ognuno di noi è importante. Per sottolineare quest’ultimo aspetto, proponiamo di rappresentare un proprio uovo come descritto nel box Giochiamo. Per sottolineare l’importanza della cooperazione, possiamo svolgere un’altra attività, sempre riferita al racconto “L’uovo più bello”. Testo 1 Giochiamo L’uovo più bello C ’erano una volta tre gallinelle: Pallina, Gambetta e Piumetta. Litigavano sempre perché ognuna sosteneva di essere la più bella. Pallina aveva i vestiti più eleganti. Gambetta aveva le più belle gambe. Piumetta sfoggiava una cresta davvero superba. Siccome non riuscivano a mettersi d’accordo, decisero di chiedere consiglio al Re: - Quella che deporrà l’uovo più bello sarà proclamata vincitrice e diventerà principessa! Per prima toccò a Pallina. Si accomodò tra l’erba, stando ben attenta a non sporcarsi il vestitino e dopo pochissimo tempo era di nuovo in piedi. Si fece da parte e tutto intorno si udì un lungo “OOOOHHH!” di meraviglia. Non si era mai vista una cosa simile: un uovo di forma perfetta, bianco come la neve, senza una macchiolina, liscio e lucente come fosse di marmo. - Più perfetto di così non è possibile! - esclamò il Re, e tutti furono d’accordo. Quando toccò a Gambetta alcuni pensarono che quella poverina non aveva possibilità di vincere: si può superare la perfezione? Dopo una decina di minuti ecco Gambetta alzarsi agile e leggera. Il Re batté le mani con entusiasmo: aveva davanti agli occhi un uovo gigantesco, grosso da far invidia ad uno struzzo! - Più pesante di così non è possibile! - esclamò. Nel frattempo Piumetta si sistemò al suo posto. Stava con gli occhi bassi mentre tutti la guardavano pensando che non aveva speranza. Poi si alzò. Tra l’erba apparve un uovo quadrato, così straordinario come nessuno aveva visto mai. Gli spigoli sembravano tracciati col righello ed ogni faccia aveva un colore diverso. - Più originale di così non è possibile! - esclamò il Re. Non si poteva dire quale fosse l’uovo più bello e nemmeno il Re sapeva cosa fare. E fu così che diventarono principesse tutte e tre: Pallina, Gambetta e Piumetta. L’uovo più bello: il nostro! Materiali: sFOGLIBIANCHI! sCARTONCINIBRISTOL sFORBICI sMATITE sPENNARELLI sCOLLAASTICK sNASTRO Disegniamo, su un foglio bianco, la sagoma speculare di una forma ovale (cfr. sito Risorsa 1). Facciamo incollare la sagoma su un cartoncino (fig. A). Chiediamo ad ogni alunno di tagliare la sagoma (fig. B). Tagliamo una parte della sagoma a metà. Ogni bambino incollerà la parte sottostante e disegnerà, in quella superiore, il proprio ritratto. Al termine, decorerà la parte esterna dell’uovo (figg. C-D). Dopo aver messo il nastrino, possiamo appendere ogni lavoro. Facciamo notare che tutte le uova sono ugualmente belle e che ora, con l’apporto di tutti, l’aula appare più ricca e colorata. Figura A Figura B Figura C Figura D http://www.il-fantamondo.com/favole.htm, visitato il 27 aprile 2013, ore 19.50 Giochiamo Facciamo un collage! Materiali: sFOGLIBIANCHI! sFOGLIODICARTADAPACCO sPUNTINE sCOLLAASTICK sFORBICI sMATITE sPASTELLI sPENNARELLI Disegniamo su ogni foglio bianco, le forme indicate nella storia (cerchio, ovale, quadrato). Possiamo aggiungere altre figure: un ottagono, un rettangolo… Dopo aver distribuito un foglio a ogni bambino, facciamo decorare la forma. Dopo averla fatta tagliare lungo il perimetro, cerchiamo di comporre, sul foglio da pacco, delle immagini (ad esempio, un grande fiore, un robot…) insieme ai bambini. Dopo aver incollato il nostro lavoro, appendiamolo a una parete. Facciamo notare Simone Consegnati che, tutti insieme, con delle semplici forme, Anna Maria Forini abbiamo dato vita a un qualcosa di veraTeresa Natale mente nuovo. Università LUMSA di Roma OtTFUUFNCSFtBOOP 15 L’angolo dello psicologo Cambio classe 16 1EVME'LMEVE*MSVMR Il caso alentina ha 9 anni e deve cominciare la quarta in una classe nuova. Nonostante sia solitamente una bambina molto socievole e disinvolta, quando arriva a scuola, il primo giorno, si mostra timida e impacciata. Si siede in fondo all’aula e quando la maestra le chiede di presentarsi, arrossisce e rimane in silenzio senza proferire parola. Nei giorni successivi la situazione non migliora e la bimba si mostra insicura e triste. Proprio lei che amava andare a scuola e incontrare gli amici, ora piange ogni mattina e sembra inventare ogni scusa pur di restare a casa. V La riflessione Contrariamente a quanto comunemente si pensi, a molti bambini piace andare a scuola. Certo, nessuno ama le verifiche, le lezioni noiose, o le regole troppo rigide, ma fortunatamente la scuola, offre molto di più. I bambini di oggi, tendono a vivere l’ambiente scolastico come un luogo familiare, il punto d’incontro di relazioni importanti e riferimenti affettivi che appartengono alla quotidianità. Il primo giorno di scuola rappresenta quindi l’occasione di ritrovare gli amici e le maestre, cui si desidera raccontare le straordinarie avventure vissute in vacanza. Il primo giorno di scuola, rappresenta un rito importante che prepara all’inizio dell’anno scolastico e rassicura il bambino sulla continuità dell’esistenza del suo gruppo-classe. In un’atmosfera gioiosa, quasi di festa, si può gradualmente riappropriare dello spazio istituzionale e riabituarsi alla vita scolastica. Ogni classe ha un’identità propria, che la caratterizza per i miti e le tradizioni che ciascun alunno, assieme agli insegnanti, ha contribuito a creare. Si tratta della prima esperienza di affiliazione a un gruppo sociale, in cui il bambino si inserisce con un ruolo di cui conserverà le tracce per sempre nella sua identità e storia personale. Cambiare scuola, durante l’infanzia, rappresenta quindi la perdita del legame con la famiglia istituzionale ed è vissuto con sentimenti intensi di lutto da parte del bambino. Entrare in una classe nuova, quando tutti si conoscono, può alimentare inoltre vissuti di esclusione che si vanno a sommare alla tristezza per la perdita dei riferimenti affettivi. Inserirsi in un gruppo precostituito è un’esperienza difficile e il piccolo può sentirsi solo ed esposto di fronte allo sguardo degli altri. Questo genera un senso di vergogna per l’improvvisa quota di attenzione che si riceve nello stare al centro della OtTFUUFNCSFtBOOP scena, consapevoli di essere sottoposti al giudizio e alla curiosità degli altri. Alcuni bambini, particolarmente timidi, possono sviluppare un forte disagio per questa situazione e sperimentare un malessere che si esprime nella tendenza all’evitamento e al rifiuto dell’esperienza dolorosa. Se questa situazione viene affrontata fin da subito con l’aiuto degli adulti, è possibile tuttavia, facilitare un inserimento positivo nella nuova classe. È utile in questi casi, offrire al piccolo una presenza rassicurante, dedicandogli una speciale attenzione per essere pronti a sostenerlo in caso di crisi. Questo avviene più facilmente se il bambino ha già avuto l’occasione di visitare la scuola e familiarizzare con il nuovo ambiente, prima ancora dell’apertura ufficiale. L’arrivo di un nuovo alunno, inoltre può essere accolto con una piccola festa di benvenuto, che preveda dei giochi e delle attività che facilitano la socializzazione, magari organizzate in piccoli gruppi in cui sia più facile il coinvolgimento di tutti. L’atmosfera positiva e accogliente può aiutarlo così affrontare la nuova esperienza con l’impressione che forse anche nella nuova classe potrà trovare degli amici con cui intraprendere il nuovo anno. Maria Chiara Fiorin Nome Cognome Psicoterapeuta testo da inserire mariachiara.fi[email protected] Competenze europee e discipline Mario Castoldi e nuove Indicazioni per il curricolo propongono come quadro di riferimento per l’elaborazione del curricolo di scuola le otto competenze-chiave per l’apprendimento permanente indicate nella Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio europeo del 18 dicembre 2006. Lo stesso profilo dello studente in uscita dal primo ciclo di istruzione è costruito in relazione a tale ambiti di competenza: dopo una premessa sulle caratteristiche generali attese, la descrizione del profilo si articola in rapporto alle otto competenze europee (fig. 1 a pag. 18). Può essere interessante provare a organizzare in un quadro d’insieme le otto competenze europee, per riconoscere le loro reciproche relazioni in modo da evidenziare il profilo formativo che emerge in filigrana. Un’interessante chiave di lettura ce la offre il Progetto DeSeCo (Definition and Selection of Competencies), promosso dall’OCSE allo scopo di fornire una struttura concettuale più solida su cui condurre indagini internazionali di accerta- L mento degli apprendimenti e delle competenze-chiave. L’intento del progetto era di confrontare le opinioni di un’ampia gamma di esperti e di stakeholder allo scopo di produrre un’analisi coerente e condivisa di quali competenze-chiave sono necessarie per la vita adulta (cfr. Rychen-Salganik, 2003). Sulla base di ciò vengono condivisi alcuni criteri utili a identificare le competenze-chiave: U fornire un contributo per il raggiungimento di esiti significativi a livello individuale e sociale; U rappresentare uno strumento per rispondere a domande complesse e importanti e a sfide in un’ampia gamma di contesti; U essere importanti per la generalità degli individui, non solo per specifici gruppi professionali o sociali. Inevitabilmente la scelta di alcune competenze-chiave richiede di appoggiarsi su un insieme di valori condivisi; nel caso del progetto DeSeCo tali valori si sono fondati sui principi della democrazia e dello sviluppo sostenibile, comportando sia l’abilità di realizzare il potenziale degli individui, sia di rispettare gli altri e di contribuire a produrre una società più equa. A partire da tali premesse vengono identificate nove competenze-chiave raggruppate in tre categorie (fig. 2 a pag. 19): U servirsi di strumenti in maniera interattiva - la domanda sociale e professionale dell’economia globale e la società dell’informazione richiedono la padronanza di strumenti socioculturali (linguaggio, informa- 17 zione…) e fisici (computer) per interagire con la conoscenza; usare in modo interattivo gli strumenti apre nuove possibilità nel modo in cui gli individui percepiscono e si connettono con il mondo; U interagire in gruppi eterogenei mentre le società divengono in molti modi sempre più frammentate e diverse, diventa importante gestire produttivamente le relazioni personali, sia per i benefici personali, sia per costruire nuove forme di cooperazione; la costruzione di capitale sociale è importante e implica la capacità di formare reti di legami sociali continuamente modificate e attualizzate; U agire in modo autonomo - l’autonomia nell’azione personale richiede una consapevolezza del proprio ambiente, delle dinamiche sociali e dei ruoli che uno gioca e vuole giocare; richiede agli individui di saper gestire le proprie vite in modi significativi e responsabili per poter esercitare un controllo sopra le proprie condizioni di vita e di lavoro. Le tre categorie del progetto DeSeco richiamano tre ambiti formativi rispettivamente riconducibili allo sviluppo personale, all’alfabetizzazione culturale e alla cittadinanza attiva, in rapporto ai quali possiamo riorganizzare le competenze europee (fig. 3 a pag. 20). In una prospettiva ancora più sincretica possiamo condensare le categorie proposte nel costrutto di capability, proposto da Amartya Sen nell’ambito della scienza economica, ma applicabile anche al benes- OtTFUUFNCSFtBOOP Competenze europee e discipline Competenze-chiave e curricolo di scuola Figura 1 3URÀORGHOORVWXGHQWHLQXVFLWDGDOSULPRFLFORGLLVWUX]LRQH Competenze europee e discipline 0SWXYHIRXIEPXIVQMRIHIPTVMQSGMGPSEXXVEZIVWSKPMETTVIRHMQIRXMWZMPYTTEXMEWGYSPEPSWXYHMSTIVWSREPIPIIWTIVMIR^I educative vissute in famiglia e nella comunità, è in grado di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità, le WMXYE^MSRMXMTMGLIHIPPETVSTVMEIXkVM¾IXXIRHSIHIWTVMQIRHSPETVSTVMETIVWSREPMXkMRXYXXIPIWYIHMQIRWMSRM,EGSRWE pevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti, utilizza gli strumenti di conoscenza per comprendere se stesso e gli EPXVMTIVVMGSRSWGIVIIETTVI^^EVIPIHMZIVWIMHIRXMXkPIXVEHM^MSRMGYPXYVEPMIVIPMKMSWIMRYR´SXXMGEHMHMEPSKSIHMVMWTIXXS VIGMTVSGS -RXIVTVIXEMWMWXIQMWMQFSPMGSGYPXYVEPMHIPPEWSGMIXk SVMIRXEPITVSTVMIWGIPXIMRQSHSGSRWETIZSPI VMWTIXXEPI regole condivise, collabora con gli altri per la costruzione del bene comune esprimendo le proprie personali opinioni e sensibilità. Si impegna per portare a compimento il lavoro iniziato da solo o insieme agli altri. Comunicazione nella madre lingua Dimostra una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere le proprie idee, di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni. Comunicazione nelle lingue straniere 2IPP´MRGSRXVS GSR TIVWSRI HM HMZIVWI RE^MSREPMXk r MR KVEHS HM IWTVMQIVWM E PMZIPPS elementare in lingua inglese e di affrontare una comunicazione essenziale, in semplici situazioni di vita quotidiana, in una seconda lingua europea. Riesce a utilizzare una PMRKYEIYVSTIERIPP´YWSHIPPI-'8 Competenza matematica e competenze di base in Scienza/Tecnologia 0IWYIGSRSWGIR^IQEXIQEXMGLIIWGMIRXM½GSXIGRSPSKMGLIKPMGSRWIRXSRSHMEREPM^ ^EVIHEXMIJEXXMHIPPEVIEPXkIHMZIVM½GEVIP´EXXIRHMFMPMXkHIPPIEREPMWMUYERXMXEXMZIIWXEXM WXMGLITVSTSWXIHEEPXVM-PTSWWIWWSHMYRTIRWMIVSVE^MSREPIWZMPYTTEXSKPMGSRWIRXIHM affrontare problemi e situazioni sulla base di elementi certi e di avere consapevolezza HIMPMQMXMHIPPIEJJIVQE^MSRMGLIVMKYEVHERSUYIWXMSRMGSQTPIWWIGLIRSRWMTVIWXERS EWTMIKE^MSRMYRMZSGLI Competenza digitale ,EFYSRIGSQTIXIR^IHMKMXEPM YWEGSRGSRWETIZSPI^^EPI-'8TIVVMGIVGEVIIERE PM^^EVIHEXMIMRJSVQE^MSRM TIVHMWXMRKYIVIMRJSVQE^MSRMEXXIRHMFMPMHEUYIPPIGLIRI GIWWMXERSHMETTVSJSRHMQIRXS HMGSRXVSPPS HMZIVM½GEITIVMRXIVEKMVIGSRWSKKIXXM diversi nel mondo. Imparare ad imparare Possiede un patrimonio di conoscenze e nozioni di base ed è allo stesso tempo capace di ricercare e di procurarsi velocemente nuove informazioni e impegnarsi in RYSZMETTVIRHMQIRXMERGLIMRQSHSEYXSRSQS Competenze sociali e civiche ,EGYVEIVMWTIXXSHMWqGSQITVIWYTTSWXSHMYRWERSIGSVVIXXSWXMPIHMZMXE%WWM QMPEMPWIRWSIPERIGIWWMXkHIPVMWTIXXSHIPPEGSRZMZIR^EGMZMPI ,EEXXIR^MSRITIVPI JYR^MSRMTYFFPMGLIEPPIUYEPMTEVXIGMTERIPPIHMZIVWIJSVQIMRGYMUYIWXSTY{EZZIRMVI momenti educativi informali e non formali, esposizione pubblica del proprio lavoro, SGGEWMSRM VMXYEPM RIPPE GSQYRMXk GLI JVIUYIRXE E^MSRM HM WSPMHEVMIXk QERMJIWXE^MSRM WTSVXMZIRSREKSRMWXMGLIZSPSRXEVMEXSIGG Spirito di iniziativa imprenditorialità (MQSWXVESVMKMREPMXkIWTMVMXSHMMRM^MEXMZE7MEWWYQIPITVSTVMIVIWTSRWEFMPMXkIGLMIHI EMYXSUYERHSWMXVSZEMRHMJ½GSPXkIWEJSVRMVIEMYXSEGLMPSGLMIHI Consapevolezza ed espressione culturale 7MSVMIRXERIPPSWTE^MSIRIPXIQTSHERHSIWTVIWWMSRIEGYVMSWMXkIVMGIVGEHMWIRWS SWWIVZEIMRXIVTVIXEEQFMIRXMJEXXMJIRSQIRMITVSHY^MSRMEVXMWXMGLI-RVIPE^MSRIEPPI TVSTVMITSXIR^MEPMXkIEPTVSTVMSXEPIRXSWMMQTIKREMRGEQTMIWTVIWWMZMIEVXMWXMGMGLI gli sono congeniali. È disposto ad analizzare se stesso e a misurarsi con le novità e gli imprevisti. 18 OtTFUUFNCSFtBOOP sere personale dei singoli cittadini. Con tale espressione si intende la libertà e l’opportunità che le persone hanno di essere e fare ciò che desiderano nello sviluppo del loro progetto di vita, trasformando in comportamenti effettivi l’insieme delle proprie capacità. Nell’ambito di un contesto sociale che consente e favorisce tale risultato, un fattore chiave di tale costrutto è la possibilità per il soggetto di essere agente attivo nella scelta del proprio progetto di vita e nello sviluppo delle proprie capacità (agency). Ciò comporta lo sviluppo di quelle che Lerner et alii hanno denominato le 5 C: UÊ «iÌiVi - capacità di affrontare efficacemente le situazioni relative ai diversi ambiti di vita; UÊ v`iVi - percezione positiva di sé, del proprio valore e dell’autoefficacia; UÊ iVÌ - partecipazione a scambi e legami con persone e istituzioni; UÊ >À>VÌiÀ - rispetto delle regole sociali, culturali e morali della propria comunità; UÊ >À}Ê- comprensione ed empatia per gli altri. È interessante applicare queste categorie concettuali allo sviluppo delle competenze-chiave, come cornice generale entro le quali individuare gli specifici ambiti di competenza: nella prospettiva della capability, si tratta di potenziare la capacità del soggetto di essere agente attivo del proprio progetto di vita (agency) attraverso lo sviluppo delle 5 C, che si possono ricondurre alle categorie di classificazione delle competenzechiave europee (fig. 4 a pag. 20). Le competenze europee rappresentano, quindi, i traguardi che qualificano la formazione di soggetti in grado di sviluppare autonoma- mente e responsabilmente il proprio progetto di vita, autonomia e responsabilità che sono assunti nella Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio Europeo sul Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli per l’apprendimento permanente (23 aprile 2008) come parametri-chiave della competenza del soggetto, intesa come «comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale». Mario Castoldi Università degli Studi di Torino Figura 2 Competenze-chiave progetto DeSeCo Interagire in gruppi eterogenei Agire in modo autonomo Utilizzare la lingua, i simboli e i testi in maniera interattiva Stabilire buone relazioni con gli altri Agire in un contesto complesso 9XMPM^^EVIPIGSRSWGIR^IIPIMRJSVQE zioni in maniera interattiva Cooperare )PEFSVEVIIVIEPM^^EVITVSKVEQQMHM vita e progetti personali Utilizzare le nuove tecnologie in maniera interattiva +IWXMVIIVMWSPZIVIMGSR¾MXXM Affermare i propri diritti, interessi, limiti e bisogni Bibliografia R.M. Lerner, A. von Eye, J.V. Lerner, L. Bizan, E.P. Bowers, Special Issue Introduction: The Meaning and Measurement of Thriving, in “Youth Adolescence”, n. 39, 2010 M. Pellerey, Un curricolo per lo sviluppo di competenze, in “Rivista dell’Istruzione”, n. 4, Maggioli, Rimini 2008 C. Ruggerini, S. Mazzotti, Capability e Developmental Approach: possibili implicazioni nell’esperienza scolastica, in “Rivista dell’Istruzione”, n. 4, Maggioli, Rimini 2011 A. Sen, Inequality Re-examined, Oxford University Press, Oxford 1992 A. Sen, Development as Freedom, Oxford University Press, Oxford 1999 19 OtTFUUFNCSFtBOOP Competenze europee e discipline Servirsi di strumenti in maniera interattiva Figura 3 3URÀORIRUPDWLYRGHOOHFRPSHWHQ]HHXURSHH Comunicazione nella madre lingua ALFABETIZZAZIONE CULTURALE (servirsi di strumenti in maniera interattiva) Comunicazione nelle lingue straniere Competenza matematica e competenze di base in Scienza/Tecnologia Competenza digitale Imparare ad imparare SVILUPPO PERSONALE (agire in modo autonomo) Competenze sociali e civiche Spirito di iniziativa imprenditorialità CITTADINANZA ATTIVA (interagire in gruppi eterogenei) Consapevolezza ed espressione culturale *MKYVE Il quadro di riferimento delle competenze europee Competenze europee e discipline CAPABILITY AGENCY CONNECTION CHARACTER CARING COMPETENCE CONFIDENCE CITTADINANZA ATTIVA ALFABETIZZAZIONE CULTURALE SVILUPPO PERSONALE 20 OtTFUUFNCSFtBOOP Accoglienza 1 classe prima STORIE, FARFALLE E POIS PER FARE GRUPPO! L’ingresso nella scuola primaria rappresenta per i bambini un evento ricco di significati, aspettative, emozioni, ma anche carico di paure e ansie. È importante far ritrovare ai bambini, nel nuovo ambiente, alcuni elementi di continuità con la scuola dell’infanzia: cartelloni, giochi, musiche, foto, tutti oggetti che possono richiamare esperienze positive pregresse e favorire, così, un inserimento sereno e un benessere interiore, preparando una frequenza scolastica tranquilla e partecipata. È opportuno che noi insegnanti, nei primi giorni di conoscenza, dedichiamo del tempo all’osservazione degli alunni nei diversi momenti di attività (ingresso nell’aula, gioco libero, mensa, interazioni sociali). Tale osservazione sarà utile per ricavare informazioni sulle modalità di relazione utilizzate dai bambini, sulla loro capacità di rispettare le regole, sulle forme di autocontrollo e di autonomia. Interverremo, quando necessario, per dirimere controversie e organizzeremo alcuni momenti di gioco guidato e di lavoro in gruppo in modo da favorire la relazione e la conoscenza tra gli alunni e preparare una serena e più sicura azione educativa. Per sostenere i bambini a intraprendere il percorso che li porterà a essere un gruppo unito possiamo già, durante i primi giorni, organizzare un’esperienza caratterizzata dalla reciprocità e dalla piena accettazione dell’altro. Per questo, possiamo leggere ai nostri alunni la storia delle Tre farfalle (Testo 1). Dopo aver letto il racconto, distribuiamo dei fogli di carta bianca e facciamo loro rappresentare delle farfalle (box Giochiamo a pag. 22). Per aiutare i bambini a conoscersi e socializzare, possiamo proporre delle semplici attività che, con i modi leggeri del gioco, permettano loro di imparare i nomi dei compagni, o di fissare quelli di alcune categorie (come, ad esempio, la frutta o gli animali). Conoscersi con le carte Per far memorizzare agli alunni il nome dei compagni possiamo proporre un semplice gioco con delle carte preparate insieme a loro. Procuriamoci del cartoncino, disegniamo e tagliamo dei rettangoli di 10 per 15 centimetri. Scriviamo, su ogni rettangolo di cartoncino, il nome dei bambini e facciamolo decorare. Al termine, possiamo plastificare le carte per poterle riutilizzare più volte. Mescoliamo le carte e chiamiamo un bambino. Dopo aver detto a voce alta il nome del proprietario della carta, il nostro alunno la dovrà consegnare al legittimo proprietario. Se così non fosse, il proprietario della carta dovrà continuare il gioco. Testo 1 TRE FARFALLE C ’ERANO UNA VOLTA TRE FARFALLE MOLTO AMICHE FRA LORO: UNA ROSSA, UNA GIALLA E UNA BIANCA. SI RINCORREVANO DA UN FIORE ALL’ALTRO ED ERANO COSÌ IMPEGNATE A GIOCARE E A DIVERTIRSI CHE NON SI ACCORSERO DEL TEMPORALE IN ARRIVO. LA PIOGGIA COMINCIÒ A SCENDERE FITTA E LE FARFALLE VOLARONO DAL GIGLIO, PREGANDOLO DI DARE LORO OSPITALITÀ. IL GIGLIO RISPOSE CHE AVREBBE ACCETTATO SOLO QUELLA BIANCA, PERCHÉ ERA DEL SUO STESSO COLORE. LE TRE FARFALLE ALLORA VOLARONO DAL TULIPANO. IL TULIPANO DISSE: «ACCOGLIERÒ VOLENTIERI LA ROSSA E LA GIALLA, MA NON LA BIANCA. VEDETE I MIEI COLORI? IO SONO ROSSO E GIALLO, MA BIANCO PROPRIO NO!» «O TUTTE E TRE O NESSUNA!» RISPOSERO LE FARFALLE. IL SOLE, DA DIETRO LE NUBI, VEDENDO TANTA SOLIDARIETÀ E AMORE FRATERNO, CACCIÒ VIA LA PIOGGIA. http://www.il-fantamondo.com/favole.htm, visitato il 27 aprile 2013, ore 19.50 OtTFUUFNCSFtBOOP 21 Accoglienza 1 classe prima Giochiamo Farfalle Materiali: sFOGLIBIANCHI sCARTONCINIBRISTOLCOLORATI sMATITEEPENNARELLI sCOLLAASTICK Chiediamo ai nostri alunni di riprodurre, su un foglio bianco, la sagoma delle loro mani (fig. A). Facciamo colorare le sagome con i pennarelli (fig. B). Facciamo incollare le sagome su un cartoncino e facciamole tagliare con cura lungo i bordi (fig. C). Infine distribuiamo del cartoncino marrone, sul quale abbiamo disegnato il corpo della farfalla (fig. D). Chiediamo ai nostri alunni di incollare le parti e, finalmente, ecco la nostra farfalla! (fig. E) Dopo aver attaccato a una parete dell’aula le farfalle costruite da ogni bambino, facciamo notare come l’ambiente sia ora più bello grazie al contributo di ognuno. 22 Figura A Figura B Figura C Figura D Figura E OtTFUUFNCSFtBOOP Accoglienza 1 classe prima Giochiamo Giochi per l’accoglienza Materiali: sCARTONCINI sCOLLA sCARTAVELINACOLORATA sMATITECOLORATE sPALLA )LQUADROAPOIS Possiamo proporre ai bambini di decorare, divisi in gruppi, l’immagine di un paesaggio. Si tratta di un modo per iniziare a produrre qualcosa che sia realizzato in gruppo e per il gruppo-classe. Quest’attività viene proposta molto spesso nella scuola dell’infanzia e questo ci permette di porci, in parte, in linea di continuità con il ciclo precedente. Procuriamoci dei cartoncini non molto grandi, sui quali possiamo disegnare dei semplici paesaggi (ad esempio, un tramonto sul mare, delle colline ecc.) che possano ricordare le vacanze. Dividiamo la classe in gruppi e distribuiamo della carta velina colorata. Gli alunni dovranno colorare i disegni incollando le palline di carta velina sul cartoncino. Al termine, appendiamo questi lavori a una parete dell’aula. 0ALLAPAROLA Portiamo i bambini in uno spazio ampio, come il cortile o la palestra, e procuriamoci una palla. Possono giocare insieme tutti i bambini della classe. Facciamo disporre i bambini in cerchio. Chi inizia il gioco sceglie una parola che possa indicare un insieme (ad esempio, frutta, animali ecc.) e tira la palla al compagno. Il bambino che prende la palla deve dire il nome di un frutto (arancia, mela, banana ecc.) e, se non lo dice, deve passare la palla al bambino accanto. ,ARICETTAPAZZA Per questo gioco non occorrono materiali o spazi particolari: si può svolgere anche in classe. Possono partecipare tutti i bambini contemporaneamente. A iniziare il gioco siamo noi insegnanti, esclamando: Voglio fare una torta! Per farla mi occorre… Allora ogni bambino dice, a turno, un ingrediente, cercando di ricordarsi anche gli ingredienti già indicati dai compagni. Quando il gioco s’interrompe, dobbiamo essere pronti a iniziare daccapo con una nuova ricetta. OtTFUUFNCSFtBOOP 23 didattica classe prima www Area linguisticoessiva artistico-espr Ulteriore m ate è a disposiz riale ione nel sito www.lascu ola nella sezion .it e RIVISTE italiano Cristina Bonafini Silvana Zenegaglia Riccio Capriccio Individuare uno sfondo integratore e creare un personaggio con particolari caratteristiche può essere elemento di stimolo che consente di mantenere alto l’interesse, di produrre storie e racconti, di porsi domande e trovare soluzioni, di introdurre nuovi argomenti e attività in modo accattivante. Proponiamo: U come sfondo integratore l’ambiente giardino, in quanto conosciuto e fruibile da ognuno. Nel giardino possiamo trovare aiuole, un piccolo stagno, qualche albero da frutto, un orticello… in base alle nostre esigenze didattiche e “stagionali”. È importante allestire l’aula, insieme ai bambini, in modo da trasformarla in un giardino: possiamo all’inizio dipingere cartelloni con alberi e aiuole, appendere fiori e foglie ritagliati o punteggiati, costruire farfalle con carte colorate; U come personaggio un piccolo riccio capriccioso e curioso che affronta varie situazioni, vive semplici avventure e spesso si comporta come i bambini: il suo nome è Riccio Capriccio! Quando i bambini arriveranno a scuola vedranno sulla porta dell’aula il disegno del giardino. In classe troveranno il cartellone con il personaggio di Riccio Capriccio (fig. 1) e su ogni banco il riccio con il loro nome (fig. 2 e Risorsa 1). Per sottolineare il valore di ognuno è infatti importante che ogni alunno, già Nell’aula-giardino: quanti nomi! Possiamo iniziare le attività sollecitando i bambini con domande-stimolo: U Come mai sulla porta dell’aula è disegnato un giardino? U Chi sarà questo personaggio? U Perché si chiama Riccio Capriccio? U Che cosa farà questo riccetto? U Dove vivrà? U Volete essere suoi amici? Allora presentiamoci! A questo punto è possibile far dire a ogni bambino il proprio nome, anche utilizzando giochi e attività per conoscersi: U Palla-nome. Questo gioco può essere fatto in due versioni: 1) i bambini sono in cerchio, a turno, lanciano la palla ad un compagno dicendo il proprio nome; 2) un bambino si pone al centro del cerchio e lancia la palla pronunciando il nome del compagno al quale la palla è indirizzata; se il compagno chiamato afferra la palla, prende il posto al centro del cerchio. U A scuola incontro tanti amici, io e… Scriviamo alla lavagna e facciamo copiare sul quaderno questa frase, poi chiediamo ai bambini di disegnare i propri vicini di banco e di scrivere il loro nome. U Cantiamo insieme. Per favorire l’affiatamento del gruppo-classe possiamo scegliere una canzone significativa per l’inizio del percorso scolastico e, almeno per la prima settimana, cantarla insieme ogni giorno (cfr. sito Risorsa 2). U Curare il giardino. Proponiamo un lavoro di gruppo (4-5 bambini): ogni gruppo dovrà realizzare con materiali vari (matite, pennarelli, carte colorate ecc.) una parte del giardino. I cartelloni verranno uniti e appesi in classe: in questo modo ognuno contribuisce Figura 1 Figura 2 dal primo giorno, comprenda di avere un suo posto definito nella classe così da sentirsi accolto e rassicurato. Nomi e canzoni da conoscere 24 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe prima ad allestire un ambiente gradevole e colorato per stare bene insieme. Con le risposte date dai bambini alle domande-stimolo possiamo: U allestire un cartellone dove vengono riportate le risposte di ogni bambino; U costruire insieme un racconto per iniziare con Riccio Capriccio il nostro percorso; i bambini illustreranno il racconto inventato. Riti quotidiani I riti sono gesti, pratiche, abitudini che rassicurano il bambino e lo aiutano ad affrontare con maggior serenità ogni giorno (Testo 1). Alcuni giorni prima dell’inizio delle attività didattiche, per poter gestire i ritmi quotidiani, predisponiamo: U il cartellone della classe, con piccole coccarde che riportano il nome Italiano di ogni bambino. Nei primi giorni di scuola ognuno porterà e incollerà la sua foto: questo semplice accorgimento permette ai bambini di ri-conoscersi come singoli e parte di un gruppo e allo stesso tempo di conoscere i nuovi compagni; U il cartellone Per stare bene insieme (fig. 3) con le regole della convivenza (alzo la mano per parlare e aspetto il mio turno; sto seduto composto; gioco con tutti; divido i giocattoli con gli amici; getto i rifiuti nel cestino; aiuto chi ha bisogno di me; mi muovo in classe senza correre per non fare male a me e agli altri) e le “parole gentili” (buongiorno; permesso; per favore; grazie; scusa; mi dispiace; posso ecc.). Ogni mattina, prima di iniziare il lavoro, il “giardiniere” chiamerà a turno alcuni compagni per leggere le azioni del cartellone; U il cartellone degli incarichi quotidiani Oggi il giardiniere sono io (fig. 4). Insieme ai bambini si stabiliscono i compiti che il “giardiniere” deve svolgere per fare in modo che nell’aula-giardino tutto avvenga in modo adeguato. Ogni bambino può disegnare il suo autoritratto da incollare nello spazio accanto al nome; U il cartellone con la ruota della settimana (fig. 5), per sapere sempre che giorno è, era, sarà (è compito del giardiniere spostare la freccia per indicare il giorno della settimana; è utile anche iniziare da subito a ripetere l’elenco dei giorni); U il cartellone dei mesi (fig. 6), per orientarci nel tempo; U il cartellone del tempo meteorologico, per registrare giorni di sole e nuvole. Testo 1 I RITI QUOTIDIANI « SE TU VIENI NON SI SA QUANDO, IO NON SAPRÒ MAI A CHE ORA PREPARARMI IL CUORE… CI VOGLIONO I RITI». «CHE COS’È UN RITO?» DISSE IL PICCOLO PRINCIPE. «ANCHE QUESTA È UNA COSA DA TEMPO DIMENTICATA» DISSE LA VOLPE «È QUELLO CHE FA UN GIORNO DIVERSO DAGLI ALTRI GIORNI, UN’ORA DALLE ALTRE ORE». A. De Saint-Exupéry, Il piccolo principe, Bompiani, Milano 1949 Figura 3 Figura 5 Figura 6 Figura 4 25 OtTFUUFNCSFtBOOP 1 didattica classe prima L’aiuola dei momenti liberi Se lo spazio-aula lo consente, è bello e piacevole per i bambini trovare: U un angolo allestito con giochi, libri, riviste da poter utilizzare nei momenti liberi e durante la ricreazione; U un angolo dedicato alla raccolta di materiali vari (carta, cartoncini, stoffe, matite colorate) con i quali, nei primi giorni di scuola e nei cambi di stagione, i bambini possono realizzare fiori, foglie, animaletti… per abbellire l’aula-giardino. Queste attività consentono ai bambini di imparare a gestirsi e a collaborare con i compagni per la realizzazione di un obiettivo comune. Consigli Quando possibile, per facilitare gli acquisti da parte dei genitori e la tempistica, è opportuno preparare un elenco con i materiali necessari da consegnare ai bambini che frequenteranno la classe prima, nell’ultimo periodo di frequenza alla scuola dell’infanzia. Le nostre scelte, anche in accordo con il parere degli esperti di neuropsichiatria infantile, sono le seguenti: U impiego di quaderni con quadretti da un centimetro; U uso di matite di grafite ergonomiche, soprattutto per il primo periodo di scuola; U utilizzo del metodo sillabico; U attenzione alla scrittura (movimento della mano, direzione del gesto) di ogni grafema; U presentazione di un unico carattere, lo stampato maiuscolo, che consente a tutti gli alunni di scrivere con maggior facilità e di associare ogni fonema a un unico grafema. Lo stampato maiuscolo è il più diffuso nell’ambiente in cui il bambino vive (insegne, manifesti, pubblicità ecc.) e appare anche il più frequente nella scrittura spontanea dei bambini, i quali mostrano, al loro ingresso a scuola, di conoscere più Italiano lettere scritte in questo che in altri caratteri. Lo stampato maiuscolo, inoltre, è il più semplice da eseguire, quindi facilita i bambini nella scrittura. L’assenza di legami tra le lettere, poi, permette ai bambini di individuarle, osservarle, contarle e analizzarle più facilmente: questo è un aiuto nel processo analitico che essi affrontano durante la costruzione della lingua scritta. Una scelta educativa che riteniamo importante è quella di creare momenti di conversazione e confronto: non sottovalutiamo l’importanza del “parlato” che permette ai bambini di confrontarsi, rielaborare azioni compiute e fatti avvenuti, esprimere le proprie idee e proposte e ampliare il lessico (le Indicazioni nazionali mettono l’accento su questa competenza trasversale). I bambini possono imparare una lingua ricca, articolata, varia, multifunzionale, quando sono esposti in famiglia a una lingua di tale genere, oppure quando a scuola si prevede per loro una didattica della lingua che si preoccupi anche dell’apprendimento/insegnamento della lingua orale. È possibile pensare a un momento definito nella settimana e creare così un ulteriore “rito”. Giochi fonologici e grafici Generalmente già alla scuola dell’infanzia i bambini iniziano a giocare con le parole. Proponiamo giochi linguistici di vario genere per sviluppare la consapevolezza del suono iniziale/finale di una parola, della lunghezza delle parole, dei ritmi (divisione in sillabe), delle rime. Inizia con/finisce con U Possiamo iniziare dai nomi dei bambini: parte un bambino dicendo il proprio nome; tutti i bambini che hanno il nome che inizia con lo stesso suono, alzano la mano, pronunciano il loro nome e si riuniscono in un unico gruppo. U Nel giardino di Riccio Capriccio 26 troviamo parole che iniziano con… U Proponiamo una parola che dia il via a una catena di sillabe (meglio partire da parole bisillabe); i bambini a turno pronunceranno una parola che inizia con l’ultima sillaba della precedente (mare, remo, mora, ramo ecc.). Ritmi e lunghezza delle parole U L’insegnante propone una parola e insieme ai bambini la divide in sillabe battendo le mani una volta per ogni sillaba pronunciata; con il passare del tempo possono essere i bambini stessi a proporre parole osservando l’ambiente circostante e a dividerle in sillabe in gruppo o individualmente. Rime U Anche in questo caso possiamo partire con i nomi e cognomi dei bambini e delle maestre e inventare semplici frasi in rima. Costruiamo il Libro delle rime della classe chiedendo a ogni bambino di rappresentare graficamente su un cartoncino la frase in rima che lo riguarda e rilegando poi tutti i disegni (ad esempio, Cristina Bonafini che mangia i tortellini; Cristina Bonafini che indossa i braccialettini). I bambini in genere si divertono molto nello svolgere questo gioco e nel rileggere, anche a distanza di tempo, le rime trovate. Riteniamo importante, oltre all’aspetto fonologico, sollecitare la competenza grafica dei bambini. Gli esercizi di pregrafismo consentono di sviluppare una buona coordinazione oculo-manuale e contemporaneamente permettono all’insegnante di individuare eventuali difficoltà. Sono facilmente reperibili su guide, quaderni operativi, siti didattici, schede di pregrafismo con soggetti di vario genere; noi abbiamo utilizzato fiori, piante, animali presenti nei giardini. Proponiamo anche le classiche e intramontabili cornicette: migliorano la capacità di orientamento spaziale sul quaderno e facilitano l’uso delle linee necessarie per la scrittura dello stampato maiuscolo. OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe prima 1 Area matematico-tecnologica scientiÀco a, Scienze, Tecnologia Matematic Vincenzo Servidio Matematica Pur essendo la Matematica una costruzione di figure astratte, il suo apprendimento deve cominciare dall’esperienza. Ricerche recenti a questo proposito fanno riferimento alla teoria dell’embodiment, ossia alla funzione del gesto nel contare. L’uso del gesto, fortemente integrato con il parlato, riduce il carico cognitivo che gli alunni devono sopportare per ricordare la sequenza dei numeri e coordinare i movimenti con le parole. Il gesto rende molto evidente la segmentazione e aiuta i bambini nel collegare i nomi dei numeri agli oggetti, Linee arcobaleno e numeri quindi l’accuratezza del conteggio aumenta quando gli oggetti vengono materialmente toccati. La gestualità può inoltre ridurre gli effetti negativi dovuti alla limitatezza della memoria di lavoro dei bambini: se una parte della memoria di lavoro viene esternalizzata mediante i gesti, rimangono più risorse disponibili per le operazioni di conteggio e seriazione. L’attività proposta consiste nell’estremizzazione di questa teoria: si rende il bambino stesso l’unità numerica che deve imparare a conoscere, nella convinzione che lo sviluppo del concetto di numero naturale vada stimolato valorizzando le precedenti esperienze de- 27 gli alunni nel contare e nel riconoscere simboli numerici, fatte in contesti di gioco e di vita familiare e sociale. Dato che il gioco è la modalità privilegiata con cui i bambini si aprono alla conoscenza e, nel contempo, rivela molte informazioni sulle loro capacità, le loro nozioni e le loro reazioni emotive, proponiamo di utilizzarlo come strumento di approccio alla materia. Sarà interessante scoprire quanto la Matematica possa fornirci occasioni efficaci per raggiungere l’obiettivo di conoscersi sia tra pari sia con l’insegnante e scoprire il piacere di stare e lavorare insieme (box Giochiamo a pag. 28). OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe prima Matematica, Scienze, Tecnologia Giochiamo Figura A Linee arcobaleno Materiali: cartoncini di colori diversi sBIANCHIsROSSOsVERDECHIAROsVIOLAsGIALLOsVERDESCUROs NERIsMARRONIsBLUsARANCIO Dobbiamo creare delle strisce di cartoncino di colore e grandezza diversi (per maggiore praticità: gli stessi colori dei regoli con cui gli alunni si ritroveranno ad operare durante l’anno scolastico). Le dimensioni di queste strisce, presentate ai bambini semplicemente col nome di “linee arcobaleno”, sono: s 25 cm x 25 cm per quella di colore bianco; s 25 cm x 50 cm per quella di colore rosso; s 25 cm x 75 cm per quella di colore verde chiaro; s 25 cm x 100 cm per quella di colore viola; s 25 cm x 125 cm per quella di colore giallo; s 25 cm x 150 cm per quella di colore verde scuro; s 25 cm x 175 cm per quella di colore nero; s 25 cm x 200 cm per quella di colore marrone; s 25 cm x 225 cm per quella di colore blu; s 25 cm x 250 cm per quella di colore arancio. Figura B Figura C Abbiamo scelto queste dimensioni per ricavare facilmente le nostre LINEEARCOBALE no dai cartoncini Bristol che misurano 50 x 70 cm. Il risultato sarà di ottenere 10 strisce (fig. A) e 10 quadrati bianchi che ci serviranno in seguito (fig. B). Dopo aver disposto in modo casuale sul pavimento le LINEEARCOBALENO la nostra ATTIVITÌGIOCO può avere inizio (fig. C). &ASEOSSERVAREEPROBLEMATIZZARELASITUAZIONE Iniziamo domandando ai bambini quali siano le prime cose che notano e osservano (diversi colori, forme, linee arcobaleno piccole e grandi ecc.) e lasciamoli giocare fino a quando qualcuno non rileverà che la linea di colore bianco è quella più piccola e addirittura non scoprirà che è un quadrato. Figura D &ASECONOSCERE Chiediamo a ogni bambino di posizionarsi accanto a una linea arcobaleno a sua scelta, fino a esaurire tutte le linee. Successivamente i bambini, uno alla volta, con la loro linea arcobaleno si avvicineranno a un loro compagno abbinato ad un’altra linea arcobaleno, che si presenterà dicendo prima il suo nome poi il colore della linea a cui è associato. Infine i due bambini confronteranno le linee fra loro e le disporranno secondo il criterio di lunghezza e così fino all’esaurirsi delle linee arcobaleno. La regola del gioco per disporre correttamente le linee arcobaleno sul pavimento è: la LINEAPIáLUNGASCAVALCASEMPRELAPIáCORTA Il gruppo scoprirà che la linea più lunga è quella arancione, la seconda sarà quella blu, la terza quella marrone e così via. &ASEDOMANDARE A ogni bambino sarà consegnata una linea arcobaleno bianca (il quadrato) e contemporaneamente saranno poste domande-stimolo del tipo: s Come fai a scoprire quanti bambini con la linea arcobaleno bianca servono per fare la rossa? s Quanti bambini occorrono invece per formare la linea arcobaleno più lunga? Collocando tanti bambini con relativi pezzi bianchi parallelamente alla linea del colore che si è scelto di “misurare”, sarà evidente notare che ogni pezzo bianco ha valore 1. Dopo essersi accostati e aver misurato ogni linea arcobaleno i bambini sperimenteranno infatti che le linee bianche fungono da unità di misura per contare tutte le altre linee arcobaleno (fig. D). Il gioco continuerà conferendo ad ogni linea arcobaleno un valore concreto. Quest’attività-gioco favorisce l’apprendimento del concetto di numero come quantità e come lunghezza attraverso i principi dell’operatività concreta e dell’interattività. Soltanto in una fase successiva si articolerà il passaggio al processo di astrazione e simbolizzazione dell’esperienza attraverso il linguaggio matematico. 28 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe prima Matematica, Scienze, Tecnologia Scienze L’acqua è un elemento molto importante perché ha numerose possibilità d’impiego e offre molte opportunità per le prime acquisizioni di leggi scientifiche. Rappresenta un vissuto fondamentale, in quanto favorisce la percezione di stimoli e rappresentazioni che variano a seconda dei livelli evolutivi del bambino e che sono fondamentali ai fini della sua maturazione. Usiamo qui una storia (Testo 1) che favorirà un primo approccio alla conoscenza di questo elemento fondamentale per la nostra vita. Il bambino che inizia la classe prima deve ancora affrontare le Scienze in modo ludico. Faremo drammatizzare ai bambini una storia sull’acqua per parlare dei vari stati della materia e di quali proprietà la caratterizzano. Il racconto introduce i seguenti concetti: U l’acqua è fatta di molecole; U esistono dei legami tra le molecole; U il calore (fornito o sottratto) modifica i legami chimici fra le molecole di acqua. Non viene utilizzato nessun termine difficile, né nominata esplicitamente alcuna proprietà dell’acqua. Semplicemente, ai bambini viene raccontata una storia e viene chiesto loro di muoversi al suo ritmo. Liberiamo l’aula dai banchi e lasciamo uno spazio libero, altrimenti andiamo in cortile o in palestra: diciamo che ognuno di loro rappresenta una gocciolina di acqua. Spieghiamo che la storia che ascolteranno parlerà di goccioline e, quando saranno nominate, i bambini dovranno mimare quel che dice il racconto. La prima cosa è far vedere bene le mosse spiegando che le braccia devono stare sempre alla stessa distanza. Iniziamo lavorando a gruppi. Facciamo fare a ogni bambino un movimento e poi la volta successiva tutti si muovono assieme. Questa storia ci permetterà di introdurre alcuni giochi con l’acqua oppure semplici sperimentazioni sensoriali del ghiaccio, dell’acqua liquida e del vapore acqueo. Testo 1 QUANTE COSE FA L’ACQUA L ’ACQUA È FATTA DI TANTE MINUSCOLE GOCCIOLINE. QUANDO SONO NEI MARI O NEI FIUMI, LE GOCCIOLINE SONO VICINE, MA SENZA TOCCARSI TROPPO: SI MUOVONO INSIEME TENENDOSI PER MANO. [CHIEDIAMO AI BAMBINI DI MUOVERSI E PRENDERSI PER MANO.] LE BRACCIA DRITTE E LUNGHE LE TENGONO UNITE ALLE ALTRE GOCCIOLINE: SI STACCANO E SI ATTACCANO AD ALTRE BRACCIA IN UN MOVIMENTO CONTINUO. [LASCIAMO LORO UN PO’ DI TEMPO PER STACCARSI E RIATTACCARSI.] A VOLTE FA CALDO E LE GOCCIOLINE SI SEPARANO E L’ACQUA DIVENTA UNA NEBBIOLINA. LE BRACCIA SI STACCANO E LE GOCCIOLINE SI MUOVONO MOLTO PIÙ VELOCI, PERCHÉ NON SONO LEGATE AD ALTRE GOCCIOLINE. A VOLTE CAPITA CHE SI TOCCHINO, CHE SI PRENDANO PER MANO PER UN POCHINO, MA POI CONTINUANO A ALLONTANARSI. IN QUESTO MODO OCCUPANO TUTTO LO SPAZIO A DISPOSIZIONE. [FACCIAMOLI MUOVERE VELOCEMENTE, PRENDERSI PER MANO E STACCARSI, ARRIVARE FINO ALLE PARETI DELLA CLASSE.] QUANDO FA FREDDO, INVECE, SI AVVICINANO TRA LORO PER RISCALDARSI E TORNANO A DARSI LA MANO. SI AVVICINANO, MA POICHÉ NON POSSONO PIEGARE LE BRACCIA, RIMANGONO SEMPRE UN PO’ DISTACCATE TRA LORO. SI MUOVONO MOLTO MENO E FORMANO IL GHIACCIO O LA NEVE CHE VEDIAMO NEL FREEZER E QUANDO FA FREDDO. 29 OtTFUUFNCSFtBOOP 1 didattica classe prima Area storicogeograÀco-sociale raÀa, Studi sociali Storia, Geog Elena Mason Un nuovo anno, un nuovo ciclo, una nuova classe. Il settembre della “prima” è sempre un momento da preparare, curare e seguire con attenzione. I bambini devono affrontare un grande cambiamento, noi insegnanti dobbiamo imparare a conoscere i nostri alunni, amalgamare fra loro le diverse individualità, le diverse esperienze e storie personali al fine di formare un gruppo-classe collaborativo e accogliente. Proprio in quest’ottica l’approccio alle discipline geo-storiche avverrà in modo tale da far emergere i propri vissuti e le proprie percezioni. Raccontiamo Iniziamo ponendo ai bambini una semplice domanda: Qual è l’attività che più vi piace fare? E proviamo noi stessi a raccontare: Ad esempio, a me piace moltissimo curare le piante del mio giardino. Il nostro esempio serve per dare il via alla conversazione ed esplicitare la consegna. L’attività di dialogo è molto utile per sottolineare le regole dei turni di parola e ascolto. Per aiutare i bambini in questo possiamo usare un oggetto che sia il simbolo del turno di parola. Una pallina, ad esempio, che permetta a chi la tiene in mano di parlare, mentre tutti gli altri dovranno ascoltare. Quando il bambino termina di esprimere il proprio pensiero la passerà a un compagno e così via. L’oggetto sarà l’elemento visivo che indica il turno: deve essere sempre pas- Un luogo e un tempo per ogni cosa sato a un compagno diverso e non può tornare indietro fino a che tutti non abbiano avuto modo di parlare. Esplicitando le regole invitiamo tutti a pensare a che cosa vogliono dire in modo da completare il proprio pensiero e gli altri ad ascoltare con attenzione. Durante il dialogo cercheremo di intervenire il meno possibile, eccetto quando sia necessario il nostro supporto per la formulazione della risposta di qualcuno. Ritagliandoci uno spazio di osservazione, infatti, potremo cominciare a notare le dinamiche della classe: chi tende a non voler parlare, chi vuole invece ripetere il proprio turno, chi fatica ad ascoltare, chi non riesce a rispettare le regole date. Disegniamo Al termine del dialogo facciamo distribuire dal bambino incaricato un foglio a ciascuno. Poi spieghiamo che quest’azione si ripeterà molto spesso: ognuno avrà un piccolo incarico personale. I compagni in questo caso possono stare tranquilli al posto e tutti riceveranno il proprio foglio. All’inizio è molto importante esplicitare in ogni momento e con ridondanza le piccole regole che costituiscono la routine della classe. Quando tutti hanno pronto il materiale, spieghiamo la consegna: U ognuno disegnerà l’attività che ama fare (quella detta in precedenza); U si dovrà utilizzare tutto lo spazio del foglio (meglio se in formato A5); 30 U prima si disegnerà con la matita e poi si colorerà con le matite colorate; U durante il lavoro ognuno cercherà di concentrarsi il più possibile, senza alzarsi dal posto; U per qualsiasi necessità, alzando la mano, l’insegnante verrà ad aiutare; U per il compito si ha mezz’ora a disposizione. Durante l’attività saremo degli osservatori e interverremo solo su richiesta. Focalizzeremo la nostra attenzione sulle modalità di lavoro dei bambini. Le uniche interferenze saranno i richiami sul ritmo del compito: lavorare con attenzione e in modo accurato poiché si ha ancora molto tempo a disposizione, cercare di concludere il disegno e passare a colorare a metà del tempo, concludere. Per coloro che al termine del tempo stabilito non abbiano concluso il disegno, possiamo decidere se concedere più tempo. Particolare attenzione bisogna attribuire alla “lentezza” di alcuni bambini. Se è da attribuire alla scarsa concentrazione e può essere corretta in modo autonomo è da sollecitare, altrimenti se si è di fronte a difficoltà specifiche non bisogna mai penalizzare l’allievo facendolo concludere in momenti che per gli altri sono di svago o di relax. Una buona prassi potrebbe essere quella di dare come compito a casa la “revisione” dei lavori svolti in classe, per ritagliare un momento in cui ciascuno possa ritornare individualmente su ciò che ha prodotto. OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe prima Riflettiamo Quando tutti avranno il loro disegno davanti (fig. 1), poniamo un’altra semplice domanda: Queste attività che voi avete disegnato le potete fare sempre e dovunque o hanno un tempo e un luogo precisi? Poi esemplifichiamo: Ad esempio, io posso curare le piante solo nel giardino di casa mia, il sabato. Segue nuovamente un dialogo regolato da un oggetto che scandisce il ritmo di ascolto e di parola. Cerchiamo poi di stimolare la discussione per far giungere alla conclusione che ogni attività spesso è svolta in un luogo specifico, dotato di caratteristiche particolari, e in un tempo determinato. Proprio questo concetto diventerà il titolo dell’attività. I bambini quindi copieranno sul loro quaderno C’è un luogo e un tempo per ogni cosa e sotto incolleranno il loro disegno. Verrà poi aggiunta una didascalia che indichi l’azione rappresentata, il luogo e il momento in cui viene svolta. A seconda dell’approccio utilizzato per l’apprendimento della letto-scrittura, questa semplice frase può essere frutto di una scrittura spontanea o copiata. Storia, Geografia, Studi sociali da connettori tra spazi diversi e il cui utilizzo consapevole è necessario per mantenere ordine e sicurezza all’interno di un plesso scolastico. Riprendiamo il dialogo precedente e l’osservazione diretta degli spazi della scuola per poter costruire con i bambini un cartellone (fig. 2 a pag. 32) che illustri le attività scolastiche, dove vengono svolte e in quali momenti. Quest’attività è propedeutica all’introduzione di concetti delle discipline geo-storiche quali gli indicatori spaziali, la cartografia, le funzioni dei luoghi, la contemporaneità, le sequenze temporali ecc. Il cartellone può essere utilizzato per costruire agende giornaliere e settimanali delle attività della classe. Quest’attività è molto utile nella prima classe, per aiutare i bambini ad acquisire il ritmo delle attività, a capire com’è organizzata la scuola primaria, ed è assolutamente necessaria per gli alunni con disturbi di attenzione e comportamentali (con cui regolare piccoli momenti di attività e tempi di svago) o per chi presenta sindromi dello spettro autistico (che ha bisogno di essere regolato e rassicurato dalla routine). Riferimenti per la verifica e la riflessione sul lavoro Come feedback, possiamo in primo luogo chiedere ai bambini di ricostruire le tappe dell’attività svolta. Sarà l’occasione per riordinare le esperienze e verificare se alla classe sono chiari i passaggi che legano i diversi momenti di lavoro. In particolare il nostro obiettivo è quello di appurare che tutti abbiano compreso che ogni attività ha bisogno di un tempo e di un luogo per essere svolta. Passando da un feedback dell’intero gruppo-classe a una richiesta individuale, daremo a ciascun bambino delle tessere che illustrano alcune attività scolastiche (un ricco repertorio è disponibile su www.midisegni.it). Ciascuno dovrà descrivere oralmente l’attività rappresentata dicendo in quali luoghi della scuola è possibile farla e in quali momenti. Sempre con le tessere illustrate possiamo chiedere ai bambini di ricostruire una giornata scolastica mettendo in ordine le diverse attività. Naturalmente supporteremo i bambini con più difficoltà, guidandoli con domande mirate. Esploro la scuola L’attività passa ora dal piano dell’individualità a quello della collettività della vita scolastica. Chiediamo: Anche a scuola facciamo diverse attività? Abbiamo dei tempi e degli spazi specifici per ognuna di queste? Durante la discussione registriamo con attenzione i diversi interventi. Poi chiediamo ai bambini di mettersi in fila e di seguirci in un’esplorazione della scuola. La classe percorre e visita tutti gli spazi dell’edificio, soffermandosi ad analizzare le funzioni di ciascuno e quando può essere utilizzato. Se alcune aule sono occupate, i bambini possono trarre le informazioni direttamente dai compagni delle altre classi. È particolarmente interessante soffermarsi in quei luoghi di “passaggio” come atri, scale e corridoi, spesso dimenticati, ma che fungono Figura 1 31 OtTFUUFNCSFtBOOP 1 didattica classe prima Storia, Geografia, Studi sociali Figura 2 CHE COSA? DOVE? QUANDO? SCRIVERE E FARE I COMPITI IN CLASSE LA MATTINA GINNASTICA IN PALESTRA LUNEDÌ POMERIGGIO PRANZO IN MENSA TUTTI I GIORNI ALLE 12.30 GIOCARE IN CORTILE DOPO PRANZO INFORMATICA LABORATORIO DI INFORMATICA GIOVEDÌ POMERIGGIO 32 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe prima 1 Area linguisticoessiva artistico-espr Inglese Velia Carbonini Linda Edwards An English environment I nostri piccoli alunni non studiano la lingua inglese per loro scelta e ancora non sanno quanto sarà loro utile nella vita, perciò il nostro primo compito è quello di creare una favorevole motivazione allo studio della lingua straniera in bambini che ancora sono impegnati nell’apprendimento della loro lingua madre. È molto importante, quindi, che il primo approccio con la lingua inglese sia positivo e rappresenti un’esperienza piacevole. Come insegnanti abbiamo, inoltre, il fondamentale compito di offrire ai nostri alunni, insieme a una serena atmosfera e un positivo senso di fiducia verso l’Inglese, un’altrettanto chiara consapevolezza dei comportamenti accettabili e non, in modo che i bambini sappiano fin da subito quali sono i confini entro i quali la loro naturale esuberanza sarà accettata. Un ambiente piacevole, sereno e accogliente gioca un ruolo fondamentale per il successo delle vostre lezioni. Se siamo tanto fortunati da avere un’aula laboratorio destinata solamente all’Inglese decoriamola con immagini, una bandiera, oggetti associati al mondo anglosassone o di lingua inglese; in alternativa creiamo in classe un angolo dedicato; nella peggiore delle ipotesi – in cui fossimo costretti a girare per le classi – portiamo con noi una speciale borsa decorata (magari con i colori della bandiera inglese) nella quale First steps! trasporteremo il nostro materiale e che i bambini riconosceranno e assoceranno a noi. The use of English Cerchiamo di usare il più possibile la lingua inglese in classe, ma senza esagerare. Teniamo presente che non è necessario che i bambini comprendano ogni singola parola che diciamo loro, l’importante è che capiscano il messaggio che stiamo comunicando. Un’idea interessante è questa: prepariamo una lista di frasi convenzionali che useremo spesso in classe e introduciamole gradualmente ai bambini. In questo modo, man mano l’anno scolastico trascorrerà, si arricchirà il bagaglio di frasi imparate. Hello! Salutiamo i bambini mentre entrano in classe. Diciamo Hello, I’m… e invitiamoli a sedere Sit down. Salutiamo allegramente col braccio e ripetiamo Hello! Incoraggiamo i bambini a renderci il saluto e mostriamoci contenti di ogni loro sforzo. Indichiamo poi il regalo misterioso che teniamo sulla nostra cattedra; chiediamo in L1 che cosa possa esservi contenuto. Poi chiamiamo un bambino ad aiutarci ed estraiamo il pupazzo che abbiamo deciso di usare per le nostre lezioni: avere un personaggio familiare che parteciperà al processo di apprendimento insieme ai nostri alunni darà loro un senso di fiducia e di continuità. Solleviamo il pupazzo e, mostrandoci fe- 33 lici per la sorpresa, chiediamo: What’s your name? e dando voce diversa al pupazzo rispondiamo I’m Spotty. Invitiamo i bambini a salutare Hello, Spotty e poi con la sua voce chiediamo a tutti i bambini What’s your name? Per assicurarci che imparino tutti i nomi dei compagni invitiamone cinque a sedersi di fronte alla classe. Diciamo a ognuno Stand up, con l’aiuto di Spotty chiediamo il nome, facciamo salutare da tutti e poi diciamo Sit down. Ripetiamo con altri gruppi. Spotty: What’s your name? Child: I’m Michele. Class: Hello, Michele. Make name badges Ritagliamo nel cartoncino la forma di un oggetto collegato col pupazzo. Se, ad esempio, Spotty fosse un cagnolino, ritagliamo la forma di un osso, insegniamo la parola bone e facciamo scrivere ai bambini il loro nome sul cartoncino a forma di osso. Attraverso due buchi facciamo passare un filo e facciamo indossare ad ogni bambino il proprio name badge. Sarà più facile per tutti, anche per noi, imparare i nomi di ciascun bambino. Good Bye Prima di congedare i bambini, chiediamo loro se hanno apprezzato la loro prima lezione di Inglese e facciamoci dire che cosa ritengono di aver imparato. Salutiamoci con Goodbye e incoraggiamoli a salutarci allo stesso modo. OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe prima Figura 1 Figura 3 Figura 2 Area linguisticoessiva artistico-espr Arte e immagine Daniela Antonello Facciamo recuperare ai nostri alunni ricordi e immagini dei paesaggi dell’estate appena trascorsa e facciamoli fissare attraverso la costruzione di una cartolina pop-up che ci permetterà di verificare apprendimenti riguardanti gli elementi di base del linguaggio visivo: colori, linee, forme e capacità d’esecuzione tecniche. Forniamo a ciascun alunno un cartoncino formato A4 e facciamolo piegare a metà; tenendo aperte le due metà a 90° avremo la base del nostro piccolo palcoscenico delle vacanze. Con il biglietto chiuso a metà, nel dorso dov’è la piegatura, facciamo fare alcuni tagli paralleli, lunghi da 3-5 cm come stretti binari, a distanze più o meno ravvicinate (fig. 1). Spingendo verso l’interno del biglietto i “binari” così ottenuti, avremo dei supporti su cui poter incollare forme che andremo a ritagliare da riviste, in sintonia col paesaggio che rappresenteremo nello sfondo: ad esempio, alberi, case, animali ecc. (figg. 2-3). Facciamo dipingere l’interno del biglietto procedendo con la metà in alto, che funzionerà da sfondo, con gli elementi essenziali di un paesaggio visto durante le vacanze: montagne, mare, colline, pianura ecc. L’altra metà funzionerà da base d’appoggio e la faremo dipingere come: mare, terreno, spiaggia (fig. 4). La cartolina pop-up delle vacanze Invitiamo i bambini a dipingere elementi come cespugli, fiori, animali, persone, che faremo incollare su un cartoncino e poi ritagliare con una linguetta che, piegata, ci permetterà di incollarli alla base e di sollevarli tenendoli verticali rispetto al piccolo palcoscenico (fig. 5). Dopo aver disegnato e ritagliato gli elementi da attaccare al cielo (come nuvole, uccelli, aquiloni ecc.), li incolleremo a un fascetta rettangolare piegata a fisarmonica dietro, in modo che rimangano leggermente scostati dallo sfondo, dando un senso di profondità e di spessore (fig. 6). Il biglietto delle vacanze è pronto: lo facciamo chiudere e chiediamo ai bambini di mettere il titolo e l’autore sulla copertina. Quando verrà aperto, tutti gli elementi si alzeranno in primo piano, in verticale e si svelerà il mondo pop-up, tridimensionale, delle nostre vacanze. Figura 4 Figura 5 Figura 6 34 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe prima 1 IRC Francesco De Rossi Le vacanze sono finite, i bambini tornano a scuola, per tutti è un giorno speciale, ma lo è in modo particolare per quelli che si preparano ad affrontare il primo anno di scuola primaria. I nostri alunni si lasciano alle spalle la bella esperienza della scuola materna e si preparano ad affrontare una nuova ed entusiasmante avventura. Ritrovano alcuni compagni con i quali hanno condiviso il cammino della scuola materna, ma anche nuovi amici, nuovi insegnanti, con i quali dovranno condividere un percorso lungo cinque anni. Faremo in modo che questo primo giorno, dedicato all’accoglienza, sia un giorno di festa nel quale un ambiente invitante li stupisca e gli dia lo stimolo giusto per iniziare questo nuovo cammino. Per iniziare chiederemo a ognuno di dire il proprio nome, faremo poi raccontare le precedenti esperienze scolastiche, quali sono le loro aspettative e che cosa sperano riguardo questa nuova esperienza che si preparano ad affrontare. Ognuno racconterà che cosa fa nel tempo libero, quali attività svolge al di fuori della scuola (sport, giochi, ecc.). Prepareremo un cartellone (ad esempio, formato 70x100 cm; si consiglia di utilizzare un cartellone di colore giallo) con al centro un grande sole (fig. 1) e consegniamo a ogni bambino una nuvola (fig. 2), dentro la quale ognuno scriverà il pro- Il primo giorno di scuola prio nome. Inviteremo poi i nostri alunni, uno alla volta, ad attaccare la nuvola, sulla quale hanno scritto il proprio nome, sul cartellone (lasceremo che ogni bambino scelga da solo dove attaccare la nuvola). Poi, prima di attaccarlo in classe, gli insegnanti prepareranno la nuvola con il proprio nome e infine appenderemo il lavoro. Dopo aver svolto questa prima attività, consegneremo una scheda che Figura 1 Figura 2 35 www Ulteriore m ate è a disposiz riale io www.lascu ne nel sito ola nella sezion .it e RIVISTE sarà la copertina del loro quaderno di Religione cattolica (cfr. sito Risorsa 1), nella quale troveranno l’immagine di Gesù, che dovranno colorare, degli spazi dedicati dove scrivere il proprio nome, il cognome e la classe. Il lavoro dovrà essere attaccato sulla prima pagina del quaderno. Proseguiamo mostrando, attraverso delle carte (cfr. sito Risorsa 2) alcuni personaggi e oggetti che loro hanno avuto modo di conoscere durante l’iter della scuola materna. In ogni carta, secondo la difficoltà dell’oggetto o del personaggio da riconoscere, ci sono delle stelline che vanno da un minimo di una ad un massimo di tre. Per ogni risposta esatta consegneremo ai nostri alunni tante stelline quante ne indica la carta di riferimento. Per le stelline vi consigliamo di utilizzare delle fustelle per ritagliare forme. Alla fine del gioco le stelline guadagnate verranno incollate sul quaderno dove metteranno come titolo dell’attività: Giocando ricordo. Continueremo il nostro lavoro, che, fin dall’inizio, vuole instaurare un rapporto interdisciplinare con le altre materie. Proporremo ai nostri alunni alcune schede operative (cfr. sito Risorse 3 e 4), attraverso le quali conosceranno alcuni oggetti e personaggi che ritroveranno durante il lavoro annuale. Quest’attività ci darà modo di dialogare con altre discipline come Italiano, Matematica, Arte e Immagine ecc. OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe 1a - 2a Area linguisticoessiva artistico-espr Musica Francesca Cherubini Con la seguente attività cercheremo di creare un clima festoso per permettere a tutti i bambini di conoscersi meglio e sentirsi a proprio agio, superando i timori e le incertezze del primo periodo scolastico. Ci spostiamo in un ambiente spazioso e ci disponiamo in piedi, l’uno accanto all’altro. La maestra conduce di fronte ai bambini un solo compagno che pronuncia il proprio nome: gli altri lo ripetono tutti insieme. Cambiamo ora compagno e facciamo in modo che ognuno provi a dire il proprio nome, magari sperimentando modalità diverse (a voce alta, sussurrata, da bebè, da persona anziana ecc.). Introduciamo alcune varianti: U la maestra chiama vicino a sé un bambino pronunciando il suo nome, mentre tutti rispondono Urrà!; U esce un compagno senza dire nulla e gli altri bambini gridano il suo nome in maniera gioiosa; U esce nuovamente un bambino che non dice nulla; stavolta i compagni innanzi a lui sono divisi in due gruppetti, un gruppo pronuncia allegramente il nome del compagno, l’altro grida Urrà! Concludiamo la nostra attività con la musica. Consigliamo un brano musicale vivace e scoppiettante, la Danza russa tratta da Lo Schiaccianoci di Tchaikowsky. Formiamo quindi delle coppie e ci muoviamo liberamente seguendo la melodia, pronti a cambiare di volta in volta compagno al segnale della maestra. Urrà! Quando la musica s’interrompe, ci sediamo per recuperare le energie, ascoltando il nostro respiro e il battito del cuore. È questo il momento per raccogliere le riflessioni dei bambini: chiediamo loro come si sono sentiti, che cosa hanno maggiormente gradito dell’attività proposta e che cosa pensano della musica ascoltata. In un momento diverso lavoriamo in classe: consegniamo loro una sagoma (fig. 1) che dovranno arricchire e colorare come fosse il loro ritratto. Una volta completata la sagoma, chiamiamo gli alunni uno a uno per incollare il lavoretto su un cartellone oppure creiamo un grande festone incollando l’una con l’altra le mani delle sagome. Mentre noi incolliamo e aggiungiamo il nome, poniamo alcune domande al bambino, affinché questi spieghi agli altri quali particolari ha aggiunto alla sua sagoma e che cosa vorrebbe raccontare di sé. Figura 1 36 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe 1a - 2a 1 /2 Area linguisticoessiva artistico-espr Corpo, Movimento, Sport Ilaria Federici Manuela Valentini Riscaldamento I sei cerchi: prepariamo più file con cinque cerchi ciascuna e altrettante file di alunni (ossia sei) che si dispongono di fronte al primo cerchio. Invitiamo il primo della fila a entrare con un salto nel primo cerchio e a pronunciare il nome del secondo della fila, accompagnando l’emissione vocale con un movimento. Poi, l’alunno esce dal cerchio e tocca la mano del secondo della fila che salta nel primo cerchio e ripete il gestosuono del precedente, salta poi nel secondo cerchio e inventa un nuovo movimento da associare al nome del terzo della fila. Di nuovo, l’alunno esce dal secondo cerchio e va a toccare la mano del terzo della fila. Si prosegue così fino ad arrivare a saltare nel sesto cerchio. Cambio di pelle: ci disponiamo in fila e fingiamo di essere un serpente che cambia pelle. Ogni alunno passa la mano destra tra le sue gambe e la tende al compagno dietro di lui che la afferra con la sinistra. Quando sono tutti uniti, il primo della fila indietreggia passando sopra il secondo, che indietreggia per passare sopra il terzo. Si prosegue così fino a quando il primo diventa l’ultimo. Fase centrale Il ragno e la mosca: formiamo delle coppie che, tenendosi per mano, si dispongono in schieramento libero nella palestra. Scegliamo due alunni Primi salti a scuola! che saranno uno il “ragno” e l’altro la “mosca”. Il primo dovrà inseguire la mosca e cercare di prenderla, mentre quest’ultima, per mettersi in salvo, potrà avvicinarsi a una coppia e prendere per mano uno dei due dicendo il suo nome. In questo modo, il compagno di coppia diventerà una mosca e sarà costretto a scappare al suo posto. Caccia alle lepri: formiamo due squadre, quella dei cacciatori e quella delle lepri che si dispongono in fila su due linee distanti circa sei metri l’una dall’altra in modo tale che i cacciatori abbiano davanti la squadra delle lepri che, a loro volta danno loro le spalle. Al nostro via, tutti i componenti della squadra dei cacciatori avanzano compiendo tre salti a piedi uniti. Se un cacciatore riesce a toccare un avversario nelle spalle, ottiene un punto per la propria squadra, ma se cade a terra o disgiunge i piedi, per quel turno, non può prendere nessuno. A questo punto, tocca alle lepri compiere tre salti. Continuiamo così alternando i salti delle due squadre fino a raggiungere una linea di arrivo precedentemente stabilita e scambiamo i ruoli. Vince la squadra di cacciatori che ha totalizzato più punti. È consigliabile svolgere questo gioco nel giardino della scuola; se non fosse possibile, è necessario diminuire la distanza di metri tra le due squadre (ad esempio, due metri) e i numeri di salti (ad esempio, uno). 37 Defaticamento La fortezza: dividiamo la classe in due gruppi. I componenti del primo (la fortezza) dovranno legarsi stretti tra di loro usando mani e piedi o in alternativa braccia e pezzi di stoffa tenuti insieme, i componenti del secondo (gli assalitori) dovranno cercare di distruggere la fortezza slegando un pezzo per volta. A mezzanotte: sei alunni si inginocchiano uno accanto all’altro, mentre un terzo alunno si distende sui loro dorsi. Allo scoccare della mezzanotte, il letto inizierà a muoversi e dovrà trasportare “l’addormentato” senza farlo cadere. Figura 1 OtTFUUFNCSFtBOOP Accoglienza 2 classe seconda CHE BELLA LA SCUOLA! 38 Le proposte di accoglienza della classe seconda sono brevi attività che hanno la finalità di incentivare il buonumore del gruppo e di favorire la cooperazione tra gli alunni. Stimolare la voglia di fare le cose insieme, l’interesse per i compiti che via via si affrontano è molto importante perché aiuta a sviluppare l’impegno personale e l’attenzione sostenuta, indispensabili per un procedere costante nell’apprendimento. Cominciamo con un’attività che piacerà molto ai bambini perché devono risolvere alcuni indovinelli. Dividiamo il gruppo-classe in triplette di alunni e consegniamo loro una scheda (Scheda 1) sulla quale sono scritti alcuni indovinelli (senza la soluzione naturalmente): i bambini hanno il compito di scrivere la soluzione o di rappresentarla con un disegno. Sicuramente l’ultimo quesito non avrà soluzione: sarà divertente costruire la risposta insieme ai bambini con la nostra guida. Alla fine di quest’attività possiamo chiedere loro se qualcuno ha un indovinello da proporre alla classe, oppure possiamo inventarne alcuni insieme. Scheda 1 CHI SONO? 1. Solo quando ha appena smesso di piovere e brilla il sole mi puoi vedere. Chi sono? 2. Lavoro al buio senza guadagnare e mi mangio la casa per campare. Chi sono? 3. Parla, ma non ha la bocca, cammina, ma non ha le gambe. Chi è? 4. Sto sempre all’aria e al vento; gli altri mi ascoltano, ma io non mi sento. Chi sono? 5. Da matura sono dolce, ma se mi schiacciano divento un’altra cosa. Chi sono? 6. Come si fa a distinguere un elefante da una fragolina? C. de la Clergerie, 7XSVMIFVIZM¼PEWXVSGGLIIMRHSZMRIPPM traduzione di F. Caleca, Lito Editrice, Milano 1997 Soluzioni 1. L’arcobaleno 2. Il tarlo 3. La lettera 4. La campana 5. L’uva OtTFUUFNCSFtBOOP 6. Semplice: l’elefante ha gli orecchioni, la fragolina il morbillo! Accoglienza 2 classe seconda Come ho vissuto il primo giorno di scuola? Una seconda attività è pensata per dare l’opportunità ai bambini di esprimere ciò che hanno provato e le loro aspettative rispetto al primo giorno di scuola. Realizziamola subito, in modo da consentire loro di ricordarsi i segnali anche corporei delle emozioni provate. Sul quaderno, aperto su due facciate, invitiamo i bambini a disegnare in grande sulla pagina di sinistra il proprio autoritratto del primo giorno di scuola e a dividere, invece, quella di destra in tre parti. Otterremo così tre colonne e in cima a ciascuna scriviamo un titolo (Scheda 2). Quando avranno terminato il disegno, parliamo con i bambini, aiutiamoli a formulare le risposte e ad approfondirle, infine invitiamoli a scriverle sul quaderno. Dovremo aiutarli a capire quali sono state le emozioni invitandoli a descrivere i sintomi: ad esempio, qualcuno dirà di aver sentito una ballerina nello stomaco (ansia), qualche altro ha fatto tante volte la pipì (agitazione/eccitazione), un altro ancora non riusciva a parlare (timore/timidezza), un altro ha avuto paura di non avere le cose giuste in cartella (paura di sbagliare) ecc. I bambini descriveranno minuziosamente che cosa hanno provato e li aiuteremo a dare un nome alle loro emozioni. Terminata questa prima parte del lavoro, forniamo tre cartoncini colorati (di colori diversi) e chiediamo ai nostri alunni di usare la sagoma di un bambino (meglio se fornita dall’insegnante) per disegnarne altre tre, poi di ritagliarle e di trascrivere sulle tre sagome le tre frasi che hanno precedentemente scritto sul quaderno (fig. 1). Possiamo ora appenderle su un cartellone, in modo che si formino catene di bambini, intitolate: Il mio primo giorno di scuola. Scheda 2 IL MIO PRIMO GIORNO DI SCUOLA Il primo giorno di scuola ho provato queste emozioni: ........................... ........................... ........................... ........................... Ho pensato: Quest’anno mi piacerebbe: ........................... ........................... ........................... ........................... ........................... ........................... ........................... ........................... ........................... ........................... Figura 1 Il primo giorno di scuola non ho fatto colazione: ero agitato. Ho pensato che è bello ritrovare i miei amici. OtTFUUFNCSFtBOOP Quest’anno mi piacerebbe una ricreazione più lunga. 39 Accoglienza 2 classe seconda Che cosa porterò delle mie vacanze nell’anno nuovo? 40 Facciamo trovare sulla cattedra tre scatole: su una avremo disegnato una montagna, sull’altra il mare e sull’ultima una casa. Prima di far entrare i bambini in classe spieghiamo loro che sulla cattedra ci saranno tre scatole e diciamo che entrando dovranno pescare dalla scatola che rappresenta il luogo dove hanno trascorso le vacanze. Nella scatola della montagna troveranno una stella alpina, in quella del mare una stella marina e in quella della casa una casetta. Facciamo notare agli alunni che ognuna di queste figure possiede dei lati, sui quali si potranno scrivere le parole, le emozioni, gli oggetti e i luoghi delle vacanze. Dopo una breve discussione lasciamo liberi i bambini di completare l’attività. Al termine, ognuno leggerà le sue parole e andrà a incollare il proprio lavoro su un cartellone preparato in precedenza. Nei giorni seguenti le loro parole potranno essere usate per produrre frasi o semplici testi. ha l’occasione di stare insieme ai compagni e di fare delle amicizie. Chiediamo: U Avete degli amici qui in classe? U Quali sono e perché? U È bello stare insieme agli amici e imparare tante cose con loro? Perché? U Qual è la caratteristica più importante per essere un “vero amico”? Questa discussione introduttiva è molto utile per fissare alcuni concetti fondamentali. Prendiamo un cartellone (Testo 1) e scriviamone alcuni, poi incoraggiamo i bambini a esprimere i loro pensieri e annotiamo anche i più semplici che formulano. Proseguiamo la discussione chiedendo alla classe: U Che cosa vuol dire avere legami di amicizia? U Che cosa succede quando si litiga fra amici? U Hai litigato con qualche amico e che cosa è successo? Racconta. Figura 2 Come sarà l’anno nuovo? Il tempo che passa Nei primi giorni di scuola dedichiamoci alla realizzazione di una linea del tempo illustrata. Costruiamo una striscia contenente i numeri dei giorni, dal primo giorno di scuola fino all’ultimo, in corrispondenza del quale scriviamo il nome del giorno della settimana, sotto a cui possiamo predisporre uno spazio per incollare le figurine del tempo meteorologico fatte costruire dai bambini (la striscia del tempo può essere personalizzata con gli incarichi o le foto dei bambini nel giorno del loro compleanno). Possiamo decidere insieme ai bambini di assegnare un colore per ogni stagione: U giallo = estate; U arancione = autunno; U azzurro = inverno; U verde = primavera. Possiamo poi invitarli a costruire un alberello del colore della stagione da posizionare sul giorno del mese corrispondente all’inizio della stagione. Possiamo far realizzare agli alunni dei cartelloni-mese con tecniche diverse (puntinismo, sabbia, sale, collage, riso, paglia ecc.). La parola più bella per una buona accoglienza Proponiamo il cartello con il quale presentiamo la A con le parole-stimolo AMICO e AMORE (fig. 2). Si vedono due bambini sull’altalena che giocano felici. Spieghiamo agli alunni che venire a scuola è bello proprio perché si Testo 1 Un amico U n amico è colui che gioca con te e si diverte a stare con te. Un amico ti cerca e vuole sedersi vicino al tuo banco. Un amico non ti lascia da solo se i compagni ti prendono in giro, ti difende. Un amico non ti dice le bugie e ti confida dei segreti. Un amico ti aiuta se non sai fare un compito o non hai capito che cosa fare. Un amico ti vuole bene, ti dà la mano in fila. Un amico ti presta le sue cose. A un amico piacciono i giochi o gli sport che piacciono a te. … OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe seconda 2 Area linguisticoessiva artistico-espr italiano Emanuela Antolini Bruna Marcoccio Cristina Monese Iniziamo le attività spiegando al gruppo-classe che in questo nuovo anno impareremo tante cose nuove; informiamoli che spesso verrà utilizzata la metodologia del gioco e che proporremo attività di coppia e di piccolo gruppo per imparare meglio e con piacere, aiutandosi l’uno con l’altro. Spieghiamo però ai bambini che dovranno imparare anche a fare un po’ fatica, perché è solo con uno sforzo personale e un impegno costante che si superano le difficoltà nella scuola e nella vita. Lo scolaro a scuola è come un atleta che si deve allenare per prepararsi alle Olimpiadi: gli esercizi devono essere giornalieri, lo sforzo continuo, ma sarà bello e piacevole raggiungere i risultati sperati. Ritorniamo più volte su questi aspetti Ecco la nostra lingua! durante l’anno scolastico, perché i bambini devono interiorizzare che la fatica e l’impegno continui portano a risultati sorprendenti e sono dei valori da sostenere. Il trenino cifrato Accogliamo gli alunni in modo gioioso organizzando una prima attività divertente, con la quale abbiamo l’occasione di ripassare vocali e consonanti. Presentiamo un messaggio cifrato attraverso un gioco da fare in coppia. Mostriamo ai bambini un cartellone con il disegno di un trenino (fig. 1). Le coppie hanno il compito di inserire nei cartellini cerchiati di blu le vocali e di leggere la frase di buon augurio, poi di scriverla sul quaderno. Prima però ricordiamo che le vocali www Ulteriore m ate è a disposiz riale io www.lascu ne nel sito ola nella sezion .it e RIVISTE sono cinque con un ritornello: A, E, I, O, U: scegli la vocale che vuoi tu! Quando le coppie di bambini hanno finito, chiediamo loro di inventare una frase gentile che esprima un desiderio per l’anno scolastico che sta per cominciare e di scriverla sul quaderno. Poi, con i cartellini, che nel frattempo avremo consegnato, invitiamoli a costruire una frase cifrata con la stessa regola di omettere le vocali e di inserire un cartellino cerchiato di blu al loro posto. Facciamo incollare i biglietti posti in giusta successione su un foglio abbastanza grande, costruendo così dei nuovi trenini cifrati, e chiediamo ai bambini di consegnare la frase da indovinare alla coppia vicina di banco. In questo modo ripasseranno le vocali con divertimento. Possiamo continuare il gioco a piacere. Figura 1 B N N C S N L S T 41 C OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe seconda L’alfabeto degli animali Ecco una seconda attività da proporre alla classe, utile per ripassare l’alfabeto. Prepariamo tanti cartelli con le lettere dell’alfabeto scritte ben visibili in grande. Spieghiamo che la maestra alzerà un cartello alla volta, gli allievi in coppia dovranno pensare i nomi di animali che iniziano con questa letterina e scriverli sul quaderno. Più nomi penseranno e scriveranno e più punti otterranno. Infatti, dopo aver alzato tre/quattro cartelli, facciamo dire ai bambini il numero di animali scritti e assegniamo il punteggio. Continuiamo così finché si conclude l’alfabeto. Aiutiamo le coppie in difficoltà e gli alunni stranieri con la Scheda 1. Se un bambino straniero non conosce un animale facciamolo vedere illustrato collegandoci Italiano al sito http://www.animaliconla.it. La coppia che accumula più punti vince l’assegnazione di un incarico di classe (postino-fotocopie, mantiene silenzio ecc.). Questo gioco piacerà molto ai bambini: potremo continuarlo anche in altri momenti tenendo presente che sarebbe utile, per rinforzare l’automatismo di alcuni suoni/segni grafici corrispondenti, raggrupparli tenendo presenti le loro caratteristiche fonologiche. Possiamo, a questo proposito, recuperare dieci piccole scatole, in ognuna inseriamo dei cartelli sui quali scriviamo le lettere raggruppate secondo il seguente criterio fonologico: le vocali, le labiali (p, b, m), le labiodentali (v, f), le liquide (l, r), le dentali (t, d, n), le palatali/gutturali (c, g) e le sibilanti (s, z). Vi è poi l’h che ha una funzione speciale e così pure la q. Le cinque letterine straniere sono tutte insieme (k, w, x, y, j). I bambini ricopiano le scatole magiche e le rispettive letterine nei vari caratteri: corsivo minuscolo, corsivo maiuscolo, stampato maiuscolo. Proponiamo un dettato da far scrivere ai bambini autonomamente, per verificare quali sono le lettere e i suoni che dovranno rinforzare e il quadro generale degli errori ricorrenti: informazioni utili per impostare il lavoro del primo periodo dell’anno scolastico (Testo 1 a pag. 43). I bambini, dopo la correzione del dettato, possono completare la tabella (Scheda per l’auto-valutazione a pag. 43) per avere l’opportunità di riflettere e verificare quali sono gli aspetti dell’ortografia da migliorare. Scheda 1 1. Leggi i nomi degli animali. A Æ Aquila, Alce, Ape, Anatroccolo, Alligatore B Æ Balena, Bue, Bruco, Bufalo, Bisonte. L Æ Lama, Leone, Lontra, Lupo, Lucertola, Lepre, Lumaca M Æ Mucca, Mosca, Maiale, Marmotta, Maggiolino, Merlo, Mulo C Æ (Suono Dolce) Cervo, Cerbiatto, Cinciallegra, Cinghiale, Civetta N Æ Nasello, Nibbio, Nutria C Æ (Suono Duro) Coccodrillo, Cane, Canarino, Corvo, Calabrone P Æ Pappagallo, Pecora, Pipistrello, Panda, Passero, Pavone, Pellicano D Æ(SRRSPE(EMRS(VSQIHEVMS(IP½RS E Æ Elefante, Ermellino F Æ Faina, Farfalla, Fenicottero, Falco, Faraona, Foca, Formica G Æ (Suono Dolce) Giraffa, Germano Reale, Girino, Giaguaro G Æ (Suono Duro) Gatto, Gallina, Gabbiano, Grillo, Gufo O Æ Orso, Oca, Orata, Orango, Orca Q Æ Quaglia, Quetzal R Æ Rana, Rinoceronte, Renna, Ragno, Rondine, Rospo S Æ Salmone, Serpente, Scimmia, Scoiattolo, Squalo, Struzzo T Æ Topo, Tigre, Toro, Tartaruga, Tacchino U Æ Usignolo, Upupa I Æ Istrice, Iena, Ippopotamo V Æ Volpe, Vipera, Vespa, Verme, Vitello K Æ Koala Z Æ Zebra, Zanzara, Zebù 42 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe seconda Italiano 2 Scheda per l’auto-valutazione ERRORI Scrivi la parola sbagliata e correggila in rosso Scrivi la parola sbagliata e correggila in rosso Scrivi la parola sbagliata e correggila in rosso Scrivi la parola sbagliata e correggila in rosso Scrivi la parola sbagliata e correggila in rosso Frase 1° ............. ............. ............. ............. ............. Frase 2° ............. ............. ............. ............. ............. Frase 3° ............. ............. ............. ............. ............. Frase 4° ............. ............. ............. ............. ............. Frase 5° ............. ............. ............. ............. ............. Testo 1 Il bruco Alfabeto La farfalla vola nel cielo 1.azzurro. 2. La balena nuota nell’acqua profonda dell’oceano. 3. La zebra ha tante strisce bianche e nere. 4. La mamma cuoce una torta per il mio compleanno. 5. La mia gattina mangia la carne di pollo e il pesce. Proponiamo agli alunni un’attività che li aiuti a imparare a mettere in ordine alfabetico i nomi. Consegniamo tanti gettoni disegnati su un cartoncino verde (Scheda 2): ventuno oppure ventisei, se inseriamo le lettere k, w, x, y, j. Facciamo punteggiare e incollare i gettoni su un bel cartoncino di spessore sostenuto e formiamo così il corpo del bruco; i bambini possono disegnare la testa come piace loro. Sarà uno strumento molto utile durante l’anno scolastico come sup- porto per riconoscere le letterine, metterle in ordine alfabetico e fare le prime ricerche sul vocabolario. Consegniamo poi ai bambini una scheda in cui è illustrata una casetta che contiene dei nomi: dovranno metterli in ordine alfabetico e ricopiarli uno sotto l’altro sul quaderno, magari rilevando in rosso la letterina iniziale. È importante che si allenino ad ascoltare storie e racconti, ad apprezzare la narrazione come modo eccellente per imparare, riflettere e scoprire il mondo che ci circonda (cfr. sito Risorsa 1). Scheda 2 1. Il bruco Alfabeto ha tanti amici, che abitano insieme in una casetta nel bosco e vanno XYXXMH´EGGSVHS:IVM½GEGLMWSRSIQIXXMPMMRSVHMRIEPJEFIXMGS*EXXMEMYXEVIHEPFVYGS Alfabeto! A B Z P C 43 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe seconda Area matematico-tecnologica scientiÀco a, Scienze, Tecnologia Matematic Benedetto Scoppola Lucia Gatta Matematica All’inizio della seconda classe i bambini hanno già sentito molte volte i nomi dei numeri fino al 100, e potrebbero aver già iniziato a prendere confidenza con i numeri oltre il 20, dato che la costruzione del loro nome segue una regola che si ripete sempre nello stesso modo. Questo periodo, però, è molto importante per gettare correttamente le basi di tutta l’Aritmetica che seguirà. Infatti la costruzione dei numeri è spesso interiorizzata come un processo puramente verbale, ed è dunque possibile che i bambini tendano spontaneamente a trattare i numeri solo a partire dai loro nomi, tralasciando gli aspetti percettivi che sono invece essenziali per comprendere fino in fondo i contenuti matematici. Se in questo periodo i bambini imparano a svolgere compiti matematici servendosi solo della memoria linguistica, che alla loro età è potentissima e durevole, finiranno poi per studiare sempre la Matematica nel senso della memorizzazione di regole. Lo studio della Matematica diventerà allora arido e incomprensibile, e frequentemente si svilupperà il cosiddetto math panic. Per evitare tutto questo, i recenti risultati delle Neuroscienze ci aiutano a individuare le attività più opportune, perché più vicine alla costruzione spontanea dei concetti numerici. Prima ancora degli aspetti insiemistici, che peraltro con i nu- I numeri fino a 100 e l’acqua meri grandi sono un po’ faticosi, è abbastanza chiaro il fatto che i numeri vengono percepiti naturalmente dal cervello nel senso della linea dei numeri: una rappresentazione in cui i numeri sono immaginati uno dopo l’altro nel senso della lunghezza. Un’altra indicazione importante delle Neuroscienze è il fatto che gli aspetti percettivi e quelli simbolico-linguistici, che dovrebbero essere sviluppati in parallelo, sono naturalmente sollecitati dall’uso di materiali didattici, che ogni bambino deve manipolare per costruire una rappresentazione concreta dei concetti astratti. Giochiamo con la tavoletta quadrettata Per questi motivi, e anche per riprendere i concetti aritmetici che sono stati presentati l’anno precedente, proponiamo un gioco che può essere svolto all’inizio dell’anno, utilizzando il materiale della tavoletta quadrettata, che qui descriviamo brevemente. Figura 1 44 www Ulteriore m ate è a disposiz riale io www.lascu ne nel sito ola nella sezion .it e RIVISTE La tavoletta quadrettata è un quadrato sul bordo del quale è incollata una cornice, sempre di cartoncino. La cornice lascia al suo interno uno spazio quadrato. Sul bordo superiore e sul bordo di sinistra della cornice, a distanza regolare, sono riportate le cifre da 0 a 10. Le due cifre 0 sono in corrispondenza del bordo sinistro e del bordo superiore, in modo che le due cifre 10 risultino in corrispondenza rispettivamente del bordo destro e del bordo inferiore (fig. 1). Il quadrato e la cornice, che possono essere incollati su un cartoncino e poi ritagliati, sono disponibili sul sito (cfr. sito Risorsa 1). Una versione più precisa della tavoletta quadrettata, che è quella rappresentata nelle illustrazioni di questo articolo, viene allegata ai quaderni Esplorare di Editrice La Scuola. Occorrono poi, insieme alla tavoletta, cento quadratini della dimensione opportuna, in modo che 10 di essi entrino esattamente nella cornice. Questi quadratini devono essere colorati in blu da un lato e in rosso dall’altro. Sul sito si può scaricare anche la guida per ritagliare i quadrati (cfr. sito Risorsa 1). Infine, sarà necessario anche costruire una striscia di carta (fig. 2 a pag. 45) in cui gli spazi quadrati hanno le dimensioni dei quadratini della tavoletta. Anche questa figura, in cui i quadrati hanno esattamente le dimensioni dei quadratini della tavoletta quadrettata fornita con i quaderni Esplorare, può OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe seconda essere scaricata dal sito (cfr. sito Risorsa 2). Sarà opportuno incollare uno dopo l’altro diversi di questi fogli, fino a realizzare una striscia (fig. 3) su cui scriveremo le decine, fino al 100. Giochiamo Matematica, Scienze, Tecnologia Figura 3 Scienze Figura A Rappresentazione dei numeri interi Il gioco, che coinvolge due bambini, e che dunque può essere realizzato in ogni banco, si svolge nel modo seguente: i quadratini della tavoletta sono messi in un sacchetto, un alunno ne prende una bella manciata e li mette sulla tavoletta, come mostrato in figura A. Poi il primo bambino dovrà scriFigura B vere il numero di quadretti che ha messo sulla tavoletta. Per far questo, spiegheremo che il nostro modo di scrivere i numeri funziona nel modo seguente: prima di tutto, sulla sinistra, scriFigura C viamo una prima cifra pari al numero completo di strisce da 10 quadretti che sono entrati nella tavoletta. Questo numero può essere letto sulla colonna di sinistra della tavoletta, e nel caso in esame è 3. Poi dovremo, sulla destra della cifra che abbiamo scritto, scrivere il numero di quadretti sciolti dell’ultima striscia, che è rimasta incompleta. Nel caso in esame questo numero è 6, e dunque otteniamo il numero 36. Ora viene il turno del secondo bambino che deve innanzitutto segnare con una freccia di cartoncino il punto della striscia in cui secondo lui vanno a finire i quadratini se vengono messi uno dopo l’altro (fig. B) e poi dovrà verificare l’esattezza della sua risposta mettendo effettivamente i quadretti uno dopo l’altro (fig. C). Il gioco sarà poi ripetuto a parti invertite. Nella realizzazione di quest’attività bisognerà fare attenzione ai tempi che ogni bambino richiede per operare la verifica. Per alcuni il gioco sarà subito facile, e il riempire la striscia sarà, dopo un po’, alquanto ripetitivo. Altri avranno invece bisogno di verificare diverse volte l’esattezza della loro risposta, e la ripetizione paziente del lavoro di riempimento della striscia sarà necessaria per prendere sicurezza riguardo alla scrittura dei numeri oltre il 20. Lasciamo a ognuno il tempo di cui ha bisogno, perché una robusta rappresentazione degli interi sulla linea dei numeri sarà fondamentale nel prosieguo dello studio dell’Aritmetica. L’acqua rappresenta per i bambini un vissuto quotidiano, in quanto favorisce la percezione di stimoli che variano a seconda dei livelli evolutivi del bambino e che sono fondamentali ai fini della sua maturazione. Le Indicazioni nazionali parlano dei laboratori come mezzo per favorire l’apprendimento di saperi scientifici. Usiamo qui un po’ di creatività e semplici materiali per favorire un primo approccio a un elemento fondamentale per la nostra vita: l’acqua. Il bambino che inizia la classe seconda deve ancora affrontare le Scienze in modo ludico. Faremo quindi esperienze di gioco (fig. 4 a pag. 46) con l’acqua per comprenderne le proprietà esclusive. L’acqua non ha odore, né colore, né sapore – Analisi sensoriale Senza dire che cosa è contenuto nella bottiglia con il punto interrogativo, distribuiamo un bicchiere a ogni bambino e versiamo un po’ di acqua dalla bottiglia. Diciamo loro che sono stati scelti per assaggiare una bevanda meravigliosa e che dovranno rispondere a un test. Disegniamo alla lavagna una tabella (fig. 5 a pag. 46). Chiediamo: Di che colore è questo liquido? Usiamo il termine liquido, perché la proprietà, che sperimenteremo poi, dovrà essere acquisita come relativa allo stato liquido. Facciamo rispondere più bambini possibile, insegnando loro a rispondere alle domande poste senza paura di sbagliare. Nessuna risposta è sbagliata, stiamo raccogliendo conoscenze pregresse. Una volta appurato che l’acqua è incolore, scriveremo NESSUNO alla lavagna. Procediamo facendo annusare Figura 2 45 OtTFUUFNCSFtBOOP 2 didattica classe seconda e infine assaggiare l’acqua. La risposta corretta sarà sempre NESSUNO. Prima o poi diranno che è acqua e quindi dovremo accelerare il tutto per evitare che l’esperienza diventi noiosa. Scriviamo ACQUA nella casella finale. Ripetiamo tutti assieme che l’acqua non ha colore, non ha odore e non ha sapore. L’acqua prende la forma del recipiente che la contiene – Analisi sperimentale Mettiamo tanti bicchieri quanti sono i bambini in fila sulla cattedra e li riempiamo con l’acqua mettendo la stessa quantità in ognuno. Diciamo: Ognuno di voi avrà la stessa quantità di acqua; facciamo notare che in tutti i bicchieri l’acqua arriva allo stesso livello. Ora chiediamo loro di versare tutta l’acqua dal bicchiere nei piatti, Matematica, Scienze, Tecnologia quindi nelle ciotole, o in altri bicchieri possibilmente senza versarla. Facciamoci dare spiegazione di ciò che hanno fatto chiedendo: Che cosa è successo all’acqua passando da un contenitore all’altro? E poi: Che forma ha l’acqua? È sempre la stessa o cambia? Concludiamo dicendo che la forma dell’acqua cambia a seconda di dove la versiamo. Facciamo copiare sul quaderno le entrate della tabella senza disegnare la tabella e chiediamo di disegnare sul quaderno l’acqua in un piatto, in un bicchiere e nella ciotolina. Poiché abbiamo imparato che l’acqua non ha colore, chiediamo loro di colorarla nel disegno del colore che più piace. Il lavoro ha come conseguenza logica lo studio degli stati della materia utilizzando l’acqua come esempio, definendo le proprietà più semplici relative alla forma e allo spazio occupato. Figura 4 Esperimenti con l’acqua: che cosa ci serve? U Bicchieri di carta di due diverse dimensioni; U Piatti di plastica fondi e piani; U Ciotoline; U Una bottiglia di acqua potabile coperta, con un grande punto interrogativo disegnato sopra. Una volta in classe, svuotiamo bene i banchi da oggetti e quaderni (giocando con l’acqua, si sa, ci si bagna). Figura 5 COLORE ODORE SAPORE CHE COS’È? 46 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe seconda 2 Area storicogeograÀco-sociale raÀa, Studi sociali Storia, Geog Floriana Cesinaro Nelle prime settimane utilizziamo le attività di accoglienza con la doppia finalità di ristrutturare un clima relazionale positivo e di richiamare e rilevare le conoscenze acquisite l’anno precedente. Oggi mi sento Conduciamo una discussione seduti in circolo e chiediamo a ognuno di presentarsi e di dire come si sente, utilizzando uno smile da scegliere tra quelli che avremo ritagliato (cfr. sito Risorsa 1) e posto al centro del cerchio. Comincerà l’insegnante che prenderà la faccina e dirà: Oggi mi sento… perché… A seguire ogni alunno ripeterà l’operazione e al termine costruiremo un cartellone di sintesi chiedendo a ognuno di collocare il suo smile per costruire un grafico che faremo copiare sui quaderni (fig. 1). Ritroviamoci in seconda Chiediamo agli alunni di dire come immaginano questo nuovo anno scolastico: Che cosa impareranno? Che cosa desiderano? Come vorrebbero che fosse? Registriamo le parole e le frasi-chiave che riporteremo, con il grafico, su un cartellone e che successivamente ricorderanno le sensazioni e le aspettative dei primi giorni. Storia Passato e presente Facciamo osservare che il tempo che stiamo vivendo si chiama presente e quello del nuovo anno scolastico, che deve ancora arrivare, è il futuro. Poi chiediamo: E prima di ricominciare l’anno scolastico? Stabiliamo con gli alunni che abbiamo avuto il tempo delle vacanze, un tempo già passato che possiamo ricordare e raccontare. www Ulteriore m ate è a disposiz riale ione nel sito www.lascu ola nella sezion .it e RIVISTE Facciamo riportare la conversazione sul quaderno attraverso una striscia del tempo da completare con i disegni (Scheda 1 a pag. 48). Apriamo una conversazione sul tempo delle vacanze chiedendo agli alunni di raccontare le loro esperienze, che verbalizzeremo alla lavagna per ricostruire fatti in successione e individuare rapporti di contemporaneità. Facciamo rilevare le parole del tempo anche in altri brevi testi (Scheda 2 a pag. 48) e proponiamo schede integrative per accertare il grado di padronanza nell’uso degli indicatori temporali (cfr. sito Risorse 2-3-4). Concludiamo la riflessione sul tempo delle vacanze con attività utili per verificare la stima della durata di azioni (Scheda 3 a pag. 48) e la successione delle parti della giornata (Scheda 4 a pag. 49). Figura 1 Inizia la seconda. mi sento… Triste Felice In questo anno scolastico vorrei… ............................... ............................... ............................... ............................... ............................... Annoiato Tranquillo Curioso Preoccupato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 47 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe seconda Storia, Geografia, Studi sociali Scheda 1 1. Disegna. PASSATO Prima eravamo in vacanza. PRESENTE Ora siamo a scuola: abbiamo iniziato la classe seconda. FUTURO Passerà un nuovo anno scolastico. Scheda 2 1. Cerchia con due colori diversi le parole della successione e quelle della contemporaneità. U Martina ha visitato un parco. Prima ha fatto una passeggiata nel bosco, successivamente ha osservato gli animali in uno stagno e infine ha fatto un picnic con i genitori. U Luca questa estate prima è stato dai nonni, poi al mare e alla fine delle vacanze è andato qualche giorno in campeggio. U Mentre Marta era in montagna, Simone è andato in campagna dagli zii e Daniele al mare con i nonni. Scheda 3 IN VACANZA 1. Quale azione dura di meno? Cerchiala. Fare un bagno al mare :IHIVIYR½PQEPGMRIQE *EVIYREJSXSKVE½E Ascoltare una canzone Fare una passeggiata Fare un picnic Mangiare un gelato Costruire un castello di sabbia 48 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe seconda Storia, Geografia, Studi sociali Scheda 4 IL GIORNO PIÙ BELLO DELLE VACANZE 1. Mattia ha raccontato il giorno più bello delle sue vacanze, ma ha fatto un po’ di confusione. Riscrivi e disegna sul quaderno il racconto nella corretta successione delle parti della giornata. -PKMSVRSHIPQMSGSQTPIERRSIVSMRZEGER^EEPQEVI2IPTSQIVMKKMSLSMRZMXEXSEKMSGEVI MQMIMEQMGMIPEWIVEEFFMEQSQERKMEXSMRWMIQIPETM^^E%QI^^SKMSVRSLSTVER^EXS WSXXSP³SQFVIPPSRIIEPQEXXMRSWSRSWXEXSMRWTMEKKME *HRJUDÀD Un’aula nuova La sistemazione nella nuova aula ci fornisce l’opportunità di rilevare le abilità acquisite in classe prima, a cominciare da quelle relative alla localizzazione di oggetti. Organizziamo i materiali scolastici negli armadietti della classe e, per fare ciò, chiediamo agli alunni di fare un’ipotesi di sistemazione degli oggetti sulla base di alcune domandestimolo (Scheda 5). Per provvedere alla sistemazione dei banchi proponiamo la Risorsa 5 e conduciamo una conversazione finalizzata a individuare la migliore disposizione in relazione ai bisogni che dobbiamo soddisfare. Concludiamo le attività proponendo di descrivere dal proprio posto, prima oralmente e poi sul quaderno, la posizione occupata. Possiamo utilizzare un’attività esemplificativa (cfr. sito Risorsa 6) in modo da offrire un modello di riferimento per la descrizione. Approfondiamo la rilevazione dei prerequisiti con schede specifiche sull’uso degli indicatori e sul riconoscimento di elementi e funzioni in un ambiente (cfr. sito Risorse 7-8-9). Scheda 5 1. In classe Nicola e i suoi compagni hanno riordinato l’armadietto. Disegna come lo hanno sistemato, seguendo le indicazioni. In alto a destra i barattoli delle tempere In alto a sinistra i pennelli Al centro a destra la colla e le forbici e a sinistra l’abaco In basso, a sinistra i fogli da disegno e a destra il barattolo con i pastelli 2. E tu come sistemeresti l’armadietto dell’aula? Completa l’elenco con gli oggetti che vorresti sistemare e poi disegnali nel posto giusto. In alto a destra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . In alto a sinistra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Al centro a destra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e a sinistra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . In basso a sinistra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . e a destra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49 OtTFUUFNCSFtBOOP 2 didattica classe seconda Area linguisticoessiva artistico-espr Inglese Velia Carbonini Linda Edwards Un nuovo anno scolastico è iniziato e nuove sfide attendono i nostri alunni, si incontrano i vecchi amici, ma magari anche qualche nuovo compagno si aggiunge alla lezione di Inglese. È il momento di avviare una buona revisione degli apprendimenti acquisiti nel primo anno. Ricordiamo che i bambini imparano molto in fretta, ma altrettanto velocemente dimenticano, perciò intraprendiamo una serie di attività interessanti e coinvolgenti, centrate su esperienze fisiche che abbiano come scopo il ripasso di vocaboli e strutture. Le attività proposte ci aiuteranno in questo compito. Action game Appena i bambini entrano in classe salutiamo con Hello, welcome back!, poi diamo a ognuno un numero da 1 a 6. Quando tutti si sono seduti chiediamo che a turno si presentino: Hello, I’m…. (name). Poi spieghiamo che daremo dei comandi utilizzando i numeri che hanno ricevuto. Diciamo: Stand up Hello again number 1! Number 3: point to a boy. Number 6: touch the door… Dopo aver dato diversi comandi facciamo scambiare i numeri tra i bambini. Di nuovo, diamo comandi usando parole e strutture che vogliamo ripassare: Number 5: show me a pencil. Number 1: touch your nose. Friendship leaves Prima della lezione prepariamo con dei rametti un piccolo albero. Appendiamo ai rami alcuni biglietti colorati a forma di foglia. Su uno scriveremo a titolo di esempio: Hello, I’m… (your name). My friend is Sara. Aggiungete: Look, it’s a friendship tree. There are two leaves. What colours are they? Leggiamo il nostro messaggio e coinvolgiamo i bambini a parlare dei loro amici. Chiediamo individualmente Who is your friend? Invitiamoli a rispondere: My friend is... Luca. Dividiamo la classe in coppie. Le coppie possono lavorare simultaneamente: A chiede Who is your friend? e B risponde, poi si scambiano i ruoli. Diamo a ogni bambino due foglie colorate e intanto ripassiamo il nome dei colori chiedendo: What colour are your leaves? Prepariamo scritte alla lavagna le due frasi da copiare: U Hello, I’m…. U My friend is… Facciamo venire ogni bambino vicino all’albero e invitiamolo a leggere il suo messaggio e ad appenderlo all’albero. Questo albero potrebbe trovare un luogo stabile in classe e i messaggi da appendere potrebbero cambiare secondo gli argomenti che tratteremo. Ad esempio: I’m Michele. I’m 8 today. I’m Marta. I’ve got a cat. Friendship chant Riprendiamo o insegniamo questa filastrocca. Chiamiamo cinque bambini di fronte alla classe, man mano contandoli 1, 2, 3, 4, 5. Presentiamo la filastrocca (Testo 1) e incoraggiamo i bambini a partecipare chiamando diversi gruppi a recitarla. Testo 1 F ive little friends standing in a row. Five little friends saying “Hello” (wave hands). “Sorry” said a friend with a sigh. “It’s a time to go… goodbye goodbye (wave and child sits down) Four little friends… three little friends… two little friends… one little friend. 50 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe seconda 2 Area linguisticoessiva artistico-espr Arte e immagine Daniela Antonello Le forme delle vacanze Dopo le vacanze estive abbiamo la necessità di togliere un po’ di ruggine alle abilità espressive degli alunni e di verificare capacità e competenze sedimentate nell’anno precedente. Lavoreremo nel mondo delle forme e dei formati utilizzando la tecnica del frottage. Invitiamo i bambini a portare a scuola tutte le superfici texturizzate (con rilievi) che possono aver raccolto durante le vacanze nei luoghi di villeggiatura, oppure nell’ambiente di vita o nel proprio territorio. Ad esempio, foglie con le loro nervature, alghe o fiori raccolti e seccati, pezzi di corteccia, conchiglie, reti e retine da pesca, sassi levigati dal mare, legni, pigne, stampini ecc. Inizialmente invitiamo gli alunni a rilevare la texture dell’elemento scelto, ponendo sopra a esso un foglio bianco leggero formato A4, del tipo usato per fare fotocopie e, con i pastelli a cera, utilizzati di piatto o a rullo, facciamo fregare il colore sopra il foglio rilevando forma e rilievi (fig. 1). Chiediamo di provare a spostare leggermente il foglio e a rullare sopra l’elemento con altri colori: si otterranno interessanti effetti di spessore. Dopo aver rilevato le varie texture, proponiamo di fare un disegno, con linee semplificate, del luogo di vil- leggiatura o del proprio ambiente e poi chiediamo di riempire i vari spazi cercando le texture più adatte per rappresentarle a frottage (fig. 2). Facciamo costruire con del cartoncino leggero delle matrici di elementi naturali procedendo a strati, incollando via via sopra alla base, ad esempio, una forma semplificata di un albero, le sagome di foglie, fiori, frutti, rami… in almeno tre strati di sagome sovrapposte. In tal modo, spostando le matrici, si potranno ottenere boschi, frutteti ecc. (fig. 3). Quando tutti gli alunni avranno eseguito il loro paesaggio texturizzato, proponiamo di fare una mostra, in classe, dell’estate trascorsa. Figura 1 Figura 2 Figura 3 51 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe seconda www IRC Francesco De Rossi Trascorsa la pausa estiva inizia il nuovo anno scolastico nel quale ci apprestiamo a percorrere un cammino carico di aspettative e all’insegna di tante novità. I nostri alunni sono già un gruppo di lavoro affiatato, in quanto provenienti da un anno di scuola insieme. Il momento dell’accoglienza è molto importante. All’inizio chiediamo loro che cosa hanno fatto in questo periodo di vacanza, poi, per creare un ponte con le attività svolte precedentemente, quali sono i ricordi dell’anno scolastico appena trascorso. Per ripercorrere insieme le tematiche affrontate dividiamo la classe in quattro gruppi di lavoro e consegniamo loro quattro cartelloni di colore diverso (si consiglia di utilizzare cartelloni di colori chiari), sui quali si svilupperanno le seguenti tematiche: U Gruppo 1: Gli oggetti religiosi; U Gruppo 2: La creazione opera di Dio; Ulteriore m ate è a disposiz riale ione nel sito www.lascu ola nella sezion .it e RIVISTE Pronti, via! U Gruppo 3: Natale, nasce Gesù; U Gruppo 4: Pasqua, Gesù risorge. Prepariamo quattro buste (una per ogni gruppo) contenenti ognuna i seguenti materiali: U Lettere da ritagliare e colorare per il titolo di ogni cartellone (cfr. sito Risorse 1.1-1.2-1.3-1.4) U Immagini riguardanti le tematiche in oggetto (cfr. sito Risorse 2.1-2.22.3-2.4) U Didascalie da incollare sotto le immagini (cfr.sito Risorsa 3) Individuiamo nel gruppo-classe quattro alunni ai quali chiediamo di scegliere una busta per uno, spieghiamo il lavoro che dovranno svolgere e Pronti, via! Si inizia. Quando tutti e quattro i gruppi hanno completato l’attività assegnata, attacchiamo i quattro cartelloni nell’aula e chiediamo a ogni gruppo di raccontare ai propri compagni/e la tematica svolta; avremo così l’opportunità di ripercorrere insieme l’iter degli argo- menti svolti durante il primo anno di scuola primaria. L’attività svolta non sarà solo uno strumento per una lettura approfondita dei prerequisiti, ma un indicatore di verifica degli obiettivi di apprendimento raggiunti. Per osservare il consolidamento di quelle che sono state le competenze acquisite con questa prima attività svolta in gruppo, proponiamo ai nostri alunni una scheda, scaricabile dal nostro sito (cfr. sito Risorsa 4), attraverso la quale ognuno dovrà ripercorrere il cammino compiuto. Naturalmente, essendo all’inizio dell’anno scolastico, ogni attività deve essere un momento di gioco, di distensione per dare l’opportunità a ogni alunno di ripercorrere pian piano il passato percorso scolastico. Nella scheda ci saranno delle affermazioni alle quali, per ognuna, seguiranno tre possibili soluzioni, una sola delle quali è quella giusta (Scheda 1). Scheda 1 1. Metti una x sulla risposta esatta. U Quale tra questi è un oggetto religioso: Martello Croce Barattolo U Cosa si festeggia a Natale: La creazione del mondo Il battesimo di Gesù La nascita di Gesù U La mamma di Gesù si chiama: Anna Maria Elisabetta U Quale tra queste cose è creata da Dio: Sole Computer Barca U A Pasqua Gesù: 52 Riceve il battesimo Compie un miracolo Risorge U Tra questi oggetti colora solo quello creato da Dio: OtTFUUFNCSFtBOOP Speciale progettazione La progettazione annuale Le riforme della scuola portano inevitabilmente con sé, in modo evidente o latente, un’idea di persona e di società. Determinante nella riscrittura delle Indicazioni è stato porre al centro di ogni passaggio, valutazione compresa, lo studente nella sua unità ed integralità di persona. Una proposta formativa con al centro la persona non è determinata dall’emergenza e dall’immediato, non è dettata dal contingente, ma guarda all’essenziale in quanto generativo di continua conoscenza. D. Previtali in Dalle Indicazioni al curricolo scolastico, La Scuola, Brescia 2013 53 Speciale Progettazione 2013-2014 Speciale progettazione Progettare il curricolo utilizzando le Indicazioni e Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (2013) sono il documento che gli insegnanti sono tenuti a prendere come riferimento per la loro progettazione curricolare. Rispetto ai Programmi nazionali di un tempo, le Indicazioni si presentano come un testo in larga parte orientativo, da intendersi come una risorsa alla quale attingere, non come un minuto elenco di precetti da eseguire. Nel documento sono, però, anche fissati alcuni punti che vanno considerati prescrittivi e che, pur nella propria libertà della scuola dell’autonomia, chiedono di essere rispettati. Soffermiamoci brevemente su entrambi questi aspetti, iniziando dalle prescrittività. L scipline presenti nel curricolo. Come intenderle? Coerentemente con l’idea di una scuola focalizzata sull’apprendimento, gli insegnamenti scolastici vengono intesi come strumenti per sviluppare competenze e non come depositi di conoscenze già belle a disposizione. La strada didattica che porta a questo è quella della problematizzazione, della ricerca, della collaborazione nella elaborazione delle risposte. Non viene “prescritto” un metodo di insegnamento e vietato un altro, le Indicazioni non si pongono su questo piano, che riguarda la responsabilità dei docenti. Ma non tutto quello che si fa in classe avviene, oggi, attraverso discussioni, cooperazione, ricerca con protagonisti gli alunni. E questo non è più legittimato. La domanda curricolare è: Come vanno impostate le unità di apprendimento, quali sono gli elementi irrinunciabili? 3. Progettare tenendo conto di un arco temporale più ampio del singolo ordine di scuola Le Indicazioni hanno un titolo molto lungo, perché già dalla titolazione richiamano un dato innovativo e impegnativo, quello dell’unitarietà del curricolo 3-13 anni, pur nel riconoscimento, rispetto e valorizzazione dei diversi momenti evolutivi dell’alunno. Dei tre punti richiamati è, forse, il più difficile. Si è ancora fortemente radicati in identità di scuole differenti, ciascuna sospettosa della cultura delle altre, ciascuna con qualcosa da rimproverare o recriminare. La diffusa realtà degli Istitu- Prescrittività 1. Progettare a partire dall’apprendimento Tanto nella parte introduttiva (Cultura, scuola, persona), quanto nella seconda parte, il testo delle Indicazioni mette più volte l’accento su quello che è il punto focale: la persona che apprende. Una lettura superficiale porta a non dedicare attenzione a un’affermazione tanto importante, quanto scontata. Siamo abbastanza abituati a sentir richiamare, a ogni starnuto pedagogico, il valore della persona, la necessità di garantirle un’attenzione centrale. Il problema è che poi la pratica va facilmente nella direzione opposta, e centrale diventa l’insegnante, la cattedra, il manuale, insomma tutto l’armamentario della vecchia e intramontabile “lezione” trasmissiva. Non sarà certamente un testo, per quanto autorevole, a rovesciare una prassi così diffusa. Ma, indubbiamente, il fatto che si faccia quanto è vietato e si trascuri quanto è prescritto dovrebbe aprire qualche interrogativo e provocare qualche iniziativa per riavvicinare richieste (ministeriali) e risposte (professionali). La domanda curricolare è: Che cosa comporta, per la progettazione, definire gli obiettivi a partire dall’apprendimento e non dai contenuti da trasmettere? 2. Progettare finalizzando le discipline allo sviluppo delle competenze Una seconda prescrittività, molto marcata, riguarda le di- 54 Speciale Progettazione 2013-2014 ti Comprensivi dovrebbe favorire il superamento dell’attuale frammentazione e indisponibilità al dialogo, ma siamo ancora lontani da un buon risultato. Molto si fa, sulla carta. Ma quanti sono i collegi docenti che lavorano come comunità professionale dello stesso istituto e non per scuola di appartenenza? Quanti sono i gruppi di lavoro costruiti per problemi e non per ordini di scuola? Quanto sono coerenti i criteri di valutazione utilizzati tra i diversi ordini di scuola e, perfino, tra insegnanti di discipline diverse? La domanda curricolare è: Quali sono gli elementi su cui costruire un vero raccordo all’interno di un percorso curricolare che va dai 3 ai 13 anni? E, per la scuola primaria, che cosa può essere appreso dalla cultura pedagogica della scuola dell’infanzia e da quella della scuola media? Come si vede, si tratta di tre tipi di prescrittività caratterizzate allo stesso tempo da forza e debolezza. La forza è data dall’autorevolezza delle posizioni espresse, dal riconoscimento pedagogico e scientifico che ricevono. La debolezza dal fatto che l’ignorarle non comporta sanzioni, anzi, in molti casi, nessuno se ne accorgerà. un manuale, un posto nell’orario settimanale. L’invito è a ricercare come si possa collegare l’insegnamento disciplinare alla responsabilità personale, in prospettiva civica, coinvolgendo gli alunni. In questo modo aiutano a superare il modello della pacifica convivenza, in favore di uno più impegnativo. Si può convivere, si può perfino essere tolleranti, o di vedute aperte, senza però sporcarsi le mani. Le Indicazioni dicono che in questa società è importante non solo convivere pacificamente insieme, ma fare insieme qualcosa per renderla migliore. La domanda curricolare è: Quali esperienze di cittadinanza attiva si intendono proporre agli alunni? In che modo le discipline possono essere strumenti utili per realizzarle? 3. una scuola che proponga un autentico dialogo tra le discipline, favorendo un pensiero non settoriale e iperspecialistico – gli insegnanti sono molto sensibili al tema dell’unitarietà. Spesso, però, le buone intenzioni naufragano di fronte alla difficoltà di realizzare percorsi veramente unitari. Al massimo si riesce a progettare qualche esperienza un po’ approssimativa, perché il contenuto scelto è troppo vasto, sembra abbracciare tutte le discipline e in realtà si risolve in un insieme di conoscenze disomogenee, accorpate in qualche modo da discutibili analogie, aspetti estrinseci tenuti insieme da un debole e generico “centro di argomento”. Le Indicazioni invitano a esplorare il tema delle aree disciplinari e dei raccordi possibili, anche se al riguardo offrono ben poco. Eppure anche solo così invitano a una attività didattica che si misuri su questa difficile, ma importante questione. La domanda curricolare è: Quali progetti o ricerche possono essere attivati in modo che per la loro realizzazione sia necessario far ricorso al contributo di diverse discipline e, se possibile, anche a quello di diversi colleghi? Orientamenti Come detto, le Indicazioni sono essenziali nelle prescrizioni e si affidano molto all’autonoma responsabilità dei docenti, ai quali offrono però una bussola culturale di grande significato. I quattro punti cardinali sono: 1. una scuola che aiuti ad apprendere lo “stare al mondo” – le Indicazioni sono iscritte nello scenario culturale dei nostri giorni. A partire dalla parte introduttiva, si sente che cercano di porsi in posizione di dialogo con le principali questioni che dominano la nostra quotidianità. Tra le righe del testo scorre la società di oggi, si affacciano i grandi problemi della globalizzazione, le questioni della qualità della vita tanto all’interno dell’aula, quanto come cittadini del mondo e abitanti del pianeta. L’affresco iniziale, ripreso in modi sintetici, ma incisivi in varie altre parti del testo, offre numerosi spunti di riflessione, molto importanti per chi deve elaborare un curricolo. Forse il messaggio più forte riguarda il tema del rapporto tra contenuti del curricolo e questioni antropologicamente significative. Le Indicazioni ci ricordano che la scuola è per la vita, che aiutare uno studente a “stare al mondo” è forse la più importante sfida per l’alfabetizzazione. La domanda curricolare è: Come si può accogliere nel proprio progetto curricolare il tema delle grandi questioni della nostra cultura attuale, in modo da favorire un apprendimento non meramente “accademico”, ma significativo, legato alle questioni oggi rilevanti? 2. una scuola che, attraverso le diverse discipline, sviluppi azioni di cittadinanza attiva – un altro orientamento molto marcato riguarda l’educazione alla cittadinanza. Le Indicazioni ne parlano a più riprese, ma c’è un aspetto, soprattutto, che merita di essere sottolineato. Educare alla cittadinanza richiede azione, non solo ricezione. Ecco perché non è stata proposta una materia, La proposta di SIM Scuola Italiana Moderna non può, né desidera, sostituirsi al lavoro di progettazione degli insegnanti. Può, invece, e intende, essere loro vicino, in questo momento professionalmente molto impegnativo. Come apparirà della lettura del Dossier dedicato alla progettazione annuale, le proposte di SIM si misurano con gli interrogativi che abbiamo posto, senza barare con i lettori, offrendo soluzioni al ribasso, ma, al tempo stesso, cercando di offrire proposte che siano di una qualità sostenibile. L’appuntamento con le Indicazioni è una buona occasione; l’insegnante esperto può utilizzarla per fare meglio quanto già sta facendo bene e con passione; l’insegnante con poca esperienza, ma che desidera garantire una didattica di qualità e che è impegnato a migliorarsi, può trovare nei suggerimenti della rivista un aiuto concreto. Italo Fiorin Direttore di Scuola Italiana Moderna 55 Speciale Progettazione 2013-2014 Speciale progettazione La didattica per competenze egli ultimi vent’anni i curricoli di molti Paesi europei ed extraeuropei hanno assunto come nucleo portante l’approccio per competenze e i contesti formativi scolastici ed extrascolastici si sono orientati nella loro azione didattica concreta verso questa nuova prospettiva. Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (D.M. 16.11.2012) riportano per ogni disciplina “Traguardi di sviluppo delle competenze” che sono resi tra l’altro prescrittivi. La prescrittività dei Traguardi impone ai docenti di rivedere le tre operazioni centrali dell’insegnamento: progettazione, azione didattica nella classe, Û>ÕÌ>âi. In questa sede per ragioni di spazio vengono affrontate solo le prime due. N La progettazione per competenze, ora voluta dalle Indicazioni, in che modo va strutturata, a quali modelli deve ispirarsi? Non si deve pensare che si tratti di un’operazione completamente diversa da quelle precedenti. In verità la sequenza classica prevista per la progettazione per obiettivi resta invariata nelle sue tappe, ma cambiano molti aspetti all’interno di esse: UÊ>>ÃÊ`i>ÊÃÌÕ>âi – quest’operazione è presente in ogni modello e rappresenta la base di partenza anche per la progettazione per competenze; UÊ`ivâiÊ`i}ÊLiÌÌÛ – se prima tale operazione era rimessa alla discrezionalità degli insegnanti che sceglievano gli obiettivi anche dalla letteratura (si pensi alle tassonomie!) e in parte dai “programmi” che erano più centrati sui contenuti e non così ricchi negli obiettivi, ora come elemento innovativo entrano i “Traguardi di sviluppo delle competenze” che, in quanto prescrittivi, devono essere ripresi dalle Indicazioni come anche gli “Obiettivi specifici di apprendimento”. Gli insegnanti hanno il compito di effettuare una loro selezione a seconda delle classi di riferimento e, al limite, a seconda delle esigenze degli alunni, potranno procedere a un loro accorpamento o sdoppiamento e a una graduale o permanente presa in carico nell’arco dei cinque anni. Per gli Obiettivi specifici di apprendimento si può anche effettuare una suddivisione in “Conoscenze” e “Abilità” che rende più visibile e concreto il percorso didattico costruito dagli insegnanti; UÊ ÃiiâiÊ `iÊ VÌiÕÌ – nelle Indicazioni i contenu- La progettazione La progettazione in linea di massima s’ispira ancora alle teorie curricolari definite “per obiettivi” che hanno avuto la loro più grande diffusione negli anni Settanta ed hanno prodotto indubbiamente un grande fermento innovativo ed anche un sensibile miglioramento nella didattica. Nel tempo, tuttavia, la progettazione per obiettivi ha messo in risalto i propri limiti: l’enfasi eccessiva riposta nella definizione degli obiettivi che, oltretutto, spesso hanno un grado di ambiguità e genericità troppo elevato; la non pertinenza degli obiettivi alle situazioni reali, non prevedibili, che chiamano i docenti ad assumere, in quel momento ed in quel contesto, decisioni non programmabili a priori; la previsione, in termini di obiettivi comportamentali, del prodotto finale con la conseguenza di ignorare il processo di apprendimento; la parcellizzazione dell’insegnamentoapprendimento in tasselli troppo minuti (unità didattiche). Proprio partendo dalla constatazione di tali limiti sono sorti altri modelli di progettazione che vengono definiti “processuali” e “strutturalisti” i quali si differenziano essenzialmente per due aspetti: non si concentrano solo sul prodotto finale, ma ipotizzano anche la cura del processo di apprendimento che compie l’alunno; la proposta didattica progettata non risulta parcellizzata e frantumata, ma assume una dimensione globale e strutturale. Aderendo a questi principi nascono e si diffondono modelli diversi: la progettazione per mappe concettuali, per sfondo integratore e per moduli. 56 Speciale Progettazione 2013-2014 ti non sono elencati esplicitamente come nei tradizionali “programmi”. Essi in parte possono essere ricavati dalla descrizione generale che viene effettuata per ogni disciplina, ma essenzialmente devono essere scelti dagli insegnanti, anche nello spirito dell’autonomia didattica. L’elemento innovativo non è tanto nella scelta quanto nella natura e struttura dei contenuti che devono assumere una dimensione più globale e reticolare come nei modelli strutturalisti per evitare che le conoscenze dei ragazzi, come sostiene Edgar Morin1, siano frammenti di sapere dispersi. La reticolarità dei contenuti e il superamento della parcellizzazione si possono assicurare facendo riferimento ai nuclei fondanti delle discipline, messe anche in relazione tra loro. L’approccio per competenze richiede di insistere molto sulle connessioni disciplinari. In questa direzione spingono sia il paragrafo della Premessa intitolato “Per un nuovo umanesimo” sia alcuni passi delle Indicazioni; UÊÃiiâiÊ`iiÊ>ÌÌÛÌDÊiÊ`iiÊiÌ`}i – è questo l’aspetto più innovativo che la progettazione per competenze richiede. Attività e metodologie per lo sviluppo delle competenze non possono essere le medesime utilizzate per gli apprendimenti. Purtroppo sulle competenze finora sono state affrontate e in parte curate la testa (la loro definizione) e la coda (la certificazione): da una parte, infatti, è stata fatta chiarezza sul concetto di competenza con l’adozione della definizione data dall’EQF2 e sono state indicate in modo esplicito e prescrittivo le competenze da raggiungere uscendo da un’imbarazzante eterogeneità, inevitabilmente riscontrabile quando tale operazione era rimessa agli insegnanti; dall’altra parte è stato richiesto dal D.P.R. 122/2009 (Regolamento sulla valutazione) che le competenze al termine della scuola primaria devono essere descritte e certificate, anche se risulta oramai non procrastinabile l’adozione di un modello ministeriale, come è avvenuto per la fine dell’obbligo delle scuole superiori. È rimasto nell’ombra, però, il cuore, ossia il “come” si sviluppano le competenze. I docenti hanno bisogno di avere spunti sulle pratiche didattiche innovative che possano portare alla didattica per competenze, diversamente queste si confonderanno sempre, come avviene adesso, con gli apprendimenti e l’innovazione sarà solo formale e non sostanziale. L’azione didattica È evidente che il “come” si sviluppano le competenze appartiene all’azione didattica che i docenti svolgono nelle classi. L’attività didattica nel corso dell’anno deve essere coerente, come esige ogni modello, con quanto progettato e deve portare a esplosione e realizzazione le attività didattiche previste nelle linee generali. Si forniscono in questa direzione alcuni spunti: UÊVÌiÃÌÕ>ââ>Àiʽ>««Ài`iÌ – molti sostengono che l’approccio per competenze non abbia una specifica teoria di apprendimento a suo sostegno, ma come risposta a questa obiezione si fa riferimento alla cognizione situata e distribuita. Secondo tale teoria l’apprendimento efficace è quello che si sviluppa in un contesto, il più possibile reale, in cui si applicano e si costruiscono conoscenze e abilità. La didattica tradizionale ha sempre considerato la pratica come il luogo di applicazione delle conoscenze, mentre, secondo tale approccio, la pratica è il luogo anche di produzione della conoscenza. Il contesto non è separabile dall’apprendimento e, aspetto ancora più interessante, coproduce la conoscenza. Tutto ciò sta a significare che l’approccio per competenze fa appello a pratiche contestualizzate che chiamano gli alunni a fare. La teoria della cognizione distribuita aggiunge che l’apprendimento efficace è quello che viene distribuito in un contesto in cui sono presenti diversi elementi: l’insegnante, i compagni, i materiali cartacei e quelli tecnologici, il ricorso ad altri ambienti interni ed esterni alla scuola (biblioteche, emeroteche ecc.). Da questo quadro generale discendono altri percorsi didattici che la didattica per competenze richiede e che vengono di seguito illustrati; UÊ`>ÀiÊë>âÊ>iÊ>ÌÌÛÌDÊ>LÀ>ÌÀ> – il laboratorio è già presente nella didattica tradizionale, ora però si richiede che assuma una maggiore sistematicità e coerenza e sfugga alla sporadicità che spesso lo caratterizza. Il laboratorio rappresenta il luogo ideale per fare ricerca con gli alunni su aspetti problematici di natura disciplinare oppure tratti dalla realtà, per integrare le conoscenze apprese in aula in modo decontestualizzato e consolidarle, per creare tra gli alunni un clima socio-affettivo positivo e cooperativo, per personalizzare ossia per creare le condizioni che permettano a ciascun alunno di far esplodere le proprie attitudini ed i propri interessi e, quindi, di accrescere la fiducia in sé, per far crescere negli alunni la motivazione ad apprendere e di conseguenza incrementare per ciascuno le possibilità di successo scolastico; UÊÀVi`iÀiÊ>ÊV«iÀ>âiÊi½>««Ài`iÌ – secondo la cognizione distribuita la nostra mente non opera chiusa in se stessa, ma è distribuita nelle persone con cui siamo a contatto e che abbiamo conosciuto anche nel passato, nei libri che abbiamo usato o sfogliato, nei giornali, nei film, negli appunti e così via. L’apprendimento efficace, quindi, è quello che avviene in maniera distribuita ossia che risulta costruito insieme ad altre persone ed a contatto con materiali diversi. La cognizione distribuita 1 E. Morin, La testa ben fatta, Cortina Editore, Milano 2000 L’EQF (European Qualification Framework o “Quadro Europeo delle Qualifiche”) è un quadro di riferimento che permette di confrontare le qualifiche e i titoli (diplomi, attestati ecc.) rilasciati dai sistemi dell’istruzione e della formazione dei diversi Stati membri dell’Unione con lo scopo di sostenere ogni cittadino europeo nella possibilità di muoversi all’interno dell’Europa facendo valere i crediti formativi acquisiti nel Paese d’origine in modo da poter favorire l’accesso ai percorsi di studio e al mercato del lavoro degli altri Paesi dell’Unione europea. L’EQF adotta un sistema basato sui risultati di apprendimento, ottenuti alla fine del percorso di formazione, definiti in termini di Conoscenze, Capacità e Competenze. La competenza è definita come la «comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Nel contesto del Quadro Europeo delle Qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia». 2 57 Speciale Progettazione 2013-2014 richiede il passaggio dal concetto tradizionale di aula al concetto di “ambiente di apprendimento” che è tale se si caratterizza come “ambiente arricchito” non solo da materiali, ma anche da persone, relazioni e stimoli cognitivi e affettivi. Si tratta di trasformare la classe in una vera “comunità di apprendimento” che costruisce e scambia conoscenze in modo collaborativo. In fondo questa teoria ha sullo sfondo il sociocostruttivismo di Lev S. Vygotskij3 e come esito anche le forme del cooperative learning; UÊ «ÀLi>Ìââ>ÀiÊ ½>««Ài`iÌ – di norma le conoscenze sono state prodotte nel corso dei secoli per dare risposte a problemi o interrogativi che l’uomo ha incontrato. È molto strano che nel momento in cui si trasmettono, l’aspetto problematico da cui all’origine sono scaturite viene posto ai margini o addirittura trascurato. Per apprendere qualcosa la nostra mente ha bisogno di un problema cui dare risposta. Philippe Meirieu4 sostiene che “il vero insegnamento è una risposta”, nel senso che ciascuno di noi insegna qualcosa a un altro solo quando l’insegnamento proposto rappresenta una risposta a un problema, esplicito o implicito, fatto emergere dagli alunni o dallo stesso insegnante. L’approccio per competenze richiede la problematizzazione dell’apprendimento perché la competenza, come ormai sappiamo, è la capacità di un individuo di risolvere una situazione problematica, il più possibile reale, attraverso l’utilizzo delle conoscenze e delle abilità a sua disposizione. Mettere gli alunni di fronte a un problema e chiedere loro di risolverlo non solo fa crescere le loro competenze, ma rende più motivante tutta l’attività di apprendimento; UÊ ÃÛÕ««>ÀiÊ ÃViÊ }VÊ iÊ «ÀViÃÃÊ V}ÌÛ – le situazioni-problema per poter sviluppare le competenze devono assicurare, secondo la letteratura, due condizioni: la complessità e la novità. Per la complessità già è stato detto che i contenuti e le attività devono avere una struttura il più possibile reticolare e globale. Ma in che modo un individuo, messo di fronte a una situazione inedita riesce a risolverla efficacemente? Perché alcuni ci riescono e altri no? Noi rispondiamo con un paradigma mentale tradizionale: è questione di intelligenza! Non è così. La competenza deriva dal possesso, come sostiene Philippe Perrenoud, di schemi logici e cognitivi che consentono la mobilizzazione di conoscenze e abilità da un contesto noto a uno non noto e tali schemi, sempre secondo lo studioso ginevrino, si sviluppano con un’azione intenzionale mediante la pratica. È convinzione personale di chi scrive che la vera innovazione didattica che consenta di sviluppare competenze consista nello sviluppo dei processi cognitivi attraverso cui i nostri alunni trattano, elaborano e trasferiscono le conoscenze: processi percettivi, mnestici, induttivi, deduttivi, dialettici e creativi. Interessanti risultano le ricerche didattiche svolte in questa direzione con scuole e insegnanti. Carlo Petracca già Ispettore e Direttore Generale MIUR 3 L.S. Vygotskij, Il processo cognitivo, Boringhieri, Torino 1980 L.S. Vygotskij, Pensiero e linguaggio, Giunti-Barbera, Firenze 1954 4 P. Meirieu, Imparare… ma come?, Cappelli, Bologna 1990 58 Speciale Progettazione 2013-2014 Speciale progettazione Dalle Indicazioni alla progettazione formativa ’articolazione dei traguardi formativi proposta nel nuovo testo delle Indicazioni nazionali per il curricolo conferma la struttura già presente nel documento del 2007. Per ciascuna disciplina o campo di esperienza, a conclusione di ogni grado scolastico vengono individuati alcuni traguardi per lo sviluppo delle competenze ritenuti essenziali; più analiticamente, per le discipline in cui si articola la proposta curricolare della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado vengono declinati gli obiettivi di apprendimento da conseguire al termine del rispettivo grado scolastico e al termine della classe terza primaria (ad eccezione delle discipline relative all’area artisticoespressiva e tecnologica). L senziali a cui mirare la proposta curricolare a livello di scuola; si tratta del tassello vincolante a cui le scuole devono attenersi per sviluppare la loro proposta formativa. Per chiarire meglio questo punto utilizziamo la mappa di Kerr (fig. 1) per rappresentare lo spazio topologico di un curricolo, organizzato intorno a quattro domande-chiave: Che cosa dicono le Indicazioni Si tratta innanzitutto di capire la funzione che svolgono tali traguardi in relazione alla costruzione di un curricolo di Istituto, a cui le Indicazioni ministeriali sono orientate. Essi rappresentano l’intelaiatura del testo ministeriale, in quanto definiscono e prescrivono i traguardi ritenuti esFigura 1 59 Speciale Progettazione 2013-2014 di profili di competenza. Contemporaneamente potrebbe essere utile correlare i Traguardi per lo sviluppo delle competenze al quadro di competenze-chiave, in modo da rappresentare il contributo che la singola disciplina può dare alla loro maturazione e le potenziali connessioni tra i diversi ambiti disciplinari. Gli Obiettivi di apprendimento rappresentano il riferimento fondamentale per individuare i saperi irrinunciabili e precisare i traguardi di conoscenza e abilità, non solo per la fine dei diversi cicli scolastici, ma anche in relazione alle varie annualità (o periodi biennali); la definizione dei contenuti essenziali non può che partire dagli obiettivi indicati nel testo programmatico, in quanto riferimento prescrittivo su cui riconoscere le conoscenze e abilità fondamentali. In altre parole gli Obiettivi di apprendimento definiscono i contenuti di sapere che devono essere posseduti per poter sviluppare i Traguardi per lo sviluppo delle competenze richiamati in precedenza; in termini insiemistici potremmo affermare che i Traguardi per lo sviluppo delle competenze rappresentano un insieme più ampio, entro il quale collocare gli Obiettivi di apprendimento, articolati in conoscenze e abilità. Tornando alla mappa di Kerr possiamo evidenziare che le Indicazioni ministeriali forniscono un insieme di riferimenti cogenti rispetto alla parte sinistra dello schema (traguardi e contenuti di sapere), mentre lasciano quasi completamente aperta la parte destra dello schema (processi e valutazione), limitandosi ad alcuni indirizzi generali nella premessa alle varie discipline. Ciò riflette il passaggio dai Programmi alle Indicazioni, caratterizzato da una definizione più cogente a livello nazionale dei risultati di apprendimento da perseguire e da una maggiore discrezionalità affidata alle scuole e ai docenti riguardo alle modalità operative con cui perseguirli. Nel contempo precisa dove si deve orientare il lavoro progettuale delle scuole e dei gruppi di insegnanti: non tanto nell’ennesima revisione dei traguardi o nella loro declinazione analitica, quanto nella precisazione delle scelte didattiche e valutative attraverso cui sviluppare tali traguardi. U i traguardi formativi a cui è finalizzata la proposta formativa, ovvero i risultati attesi verso cui tendere; si tratta di un passaggio inevitabile, che tende a rispondere alla domanda “perché insegnare/apprendere?”; U i contenuti culturali che saranno affrontati nella proposta formativa, ovvero la risposta alla domanda “che cosa insegnare/apprendere?”, quali saperi è necessario sviluppare in relazione ai traguardi formativi che ci si è posti; U la predisposizione dei processi formativi attraverso cui sviluppare i traguardi e i contenuti culturali che si sono identificati; la domanda sottesa a questo passaggio è “come insegnare/apprendere?”, ovvero attraverso quali soluzioni educative e didattiche perseguire i traguardi formativi che ci si è posti; U il momento della valutazione che, non solo nella rappresentazione visiva, chiude il circolo, in quanto si riferisce inevitabilmente ai risultati attesi posti alla base della proposta formativa; la domanda sottesa consiste in “come valutare il processo di insegnamento/apprendimento?”. In rapporto a tale rappresentazione è proprio la regione dei traguardi formativi che evidenzia il punto di intersezione tra le Indicazioni ministeriali e l’elaborazione curricolare a livello di scuola; quest’ultima si sostanzia nella declinazione dei traguardi formativi, e dei relativi saperi, nelle diverse annualità e nella declinazione dei processi formativi e delle modalità di valutazione. Il vincolo prescrittivo rimangono i traguardi, definiti a livello ministeriale, a cui la proposta formativa della scuola deve tendere e su cui sarà valutata la produttività complessiva della sua azione formativa. In tale quadro possiamo ritornare sulla distinzione impiegata nel testo tra “Traguardi per lo sviluppo delle competenze” e “Obiettivi di apprendimento”. I primi richiamano in modo esplicito il riferimento alle competenze-chiave di Cittadinanza e sono da intendersi come il contributo essenziale che i diversi saperi disciplinari possono fornire allo sviluppo delle competenze-chiave. I secondi declinano i Traguardi in modo più analitico, con riferimento esplicito alle conoscenze e abilità ritenute necessarie per il sicuro raggiungimento dei traguardi stessi; rappresentano, quindi, una guida per la selezione dei contenuti disciplinari e la loro articolazione nelle diverse annualità. Si tratta di capire che uso possono fare le scuole di questi riferimenti programmatici in funzione dell’elaborazione curricolare a livello di scuola. I Traguardi per lo sviluppo delle competenze richiedono di essere analizzati in termini di processi che occorre padroneggiare per raggiungere tali risultati; si tratta, infatti, di veri e propri traguardi di competenza che aiutano i docenti a declinare le competenze-chiave in relazione ai diversi insegnamenti disciplinari. La loro analisi comporta l’individuazione dei processi-chiave attraverso cui si possono manifestare, in prospettiva della costruzione di rubriche valutative che precisino il raggiungimento di tali traguardi in termini La parola agli insegnanti Il tema dell’insegnare e del valutare per competenze ritornano quindi al centro dell’attenzione e rappresenta il punto focale su cui concentrare l’attenzione del lavoro collegiale: Quali percorsi didattici per promuovere i traguardi di competenza? Quali ambienti di apprendimento per sviluppare competenze? Quale valutazione dei processi e delle prestazioni messe in atto dagli allievi? Sono questi gli interrogativi cruciali su cui si gioca la qualità del lavoro progettuale, non tanto l’ennesima riscrittura degli obiettivi e dei contenuti di sapere. In rapporto a essi proveremo a evidenziare alcuni snodi, nella costruzione di uno schema progettuale, che lo caratterizzano nella direzione indicata. 60 Speciale Progettazione 2013-2014 Il primo di essi riguarda una prospettiva di “progettazione a ritroso” (cfr. Wiggins-McTighe), ovvero uno schema progettuale che parte dalla risposta a due interrogativi: U Qual è il profilo di competenza che voglio contribuire a sviluppare con il mio percorso? U In termini operativi, quale prova di competenza mi aspetto che i miei allievi possano affrontare a conclusione del percorso? Si tratta, come si vede, di anteporre alcune questioni tipicamente valutative alla strutturazione del percorso progettuale, allo scopo di poterlo traguardare in relazione a una idea di competenza definita e articolata. Ciò implica l’esigenza di scegliere un traguardo di competenza focale, su cui centrare l’attenzione del percorso, pur richiamando altre competenze correlate; sebbene possa apparire una semplificazione in rapporto alla complessità di un percorso formativo e alle intersezioni esistenti tra i vari ambiti di competenza, l’orientare il focus sul singolo traguardo di competenza consente di dotarsi di una bussola utile a guidare l’intero percorso. Una volta selezionata la competenza si tratta di analizzarla attraverso l’identificazione delle dimensioni prevalenti che concorrono alla sua manifestazione; analizzare una competenza significa, quindi, ricostruire il processo soggiacente alla prestazione del soggetto, allo scopo di individuare le risorse-chiave che devono essere mobilitate per sviluppare la prestazione richiesta. In termini operativi la messa a fuoco della competenza si realizza attraverso la rappresentazione delle dimensioni implicate nel processo in una mappa concettuale e la successiva elaborazione di una rubrica valutativa, che consenta di descrivere diversi livelli di padronanza in rapporto alle dimensioni previste nella mappa. Si tratta inoltre di ipotizzare una prova di competenza a conclusione del percorso, ovvero la sollecitazione di una prestazione con la quale si ritiene di poter apprezzare la competenza maturata dal soggetto. Un secondo snodo riguarda l’individuazione di una situazione problema intorno a cui strutturare il progetto, ovvero un contesto d’azione proposto in chiave problematica (Come organizzare la nostra gita a…? Come partecipare alla festa di fine anno? Come rispondere agli interrogativi che l’osservazione del giardino ci ha sollecitato?). Potremmo dire che la competenza-focus e la situazione-problema rappresentano i due elementi distintivi del progetto didattico, attraverso un binomio inscindibile nel quale entrambi si richiamano vicendevolmente: la competenza si esercita all’interno di una situazione-problema, la situazione-problema richiede l’esercizio di una competenza. Diversi autori connotano le situazioni-problema come attività funzionali all’integrazione di saperi, mettendo in risalto il rapporto tra esse e lo sviluppo di competenze. La situazione problematica richiede di mobilitare l’insieme delle risorse di cui il soggetto dispone per essere affron- tata, sia interne sia esterne, attraverso una dialettica tra intenzione da perseguire, riflessione sul proprio agire e percezione del contesto reale. In rapporto allo sviluppo del progetto formativo, la situazione-problema definisce l’orizzonte di senso condiviso tra insegnante/i e allievi entro cui strutturare il progetto e prefigura il prodotto verso cui orientare il lavoro progettuale. Un terzo snodo riguarda la logica didattica intorno a cui sviluppare la scansione operativa del percorso, una logica orientata a promuovere gli apprendimenti che si intendono sviluppare negli allievi: anche in questo caso si pone una questione di coerenza tra gli scopi formativi del progetto, la competenza che si intende promuovere, e la scansione operativa attraverso cui si articola il percorso. La domanda di fondo attraverso cui analizzare l’impianto complessivo del progetto, nonché le diverse fasi in cui si articola è: Sono funzionali al raggiungimento degli scopi formativi indicati, ovvero allo sviluppo della competenza prescelta? La costruzione di un progetto formativo che muove da una situazione-problema si configura come un processo di problem-solving applicato alla didattica, attraverso la messa a fuoco dei passaggi che permettono agli allievi a cui è destinato il progetto di prepararsi, abilitarsi, organizzarsi, realizzare le attività necessarie a risolvere il problema posto e, di riflesso, a sviluppare la competenza prescelta. Pertanto i passaggi-chiave che qualificano la logica didattica si possono così riassumere: UÊv>ÃiÊ`Ê«ÀLi>Ìââ>âi, funzionale a sviluppare un senso condiviso da parte di insegnante/i e allievi in rapporto allo sviluppo del progetto; UÊv>ÃiÊ`Ê>i>iÌ, funzionale ad acquisire, potenziare, consolidare le risorse cognitive e i processi necessari per l’esercizio della competenza-focus; UÊv>ÃiÊ`ÊÌi}À>âi, funzionale a portare a frutto il percorso di allenamento nell’affrontare il compito complesso connesso alla situazione problema da cui si è partiti; UÊv>ÃiÊ`ÊÀi>LÀ>âi, funzionale a rileggere il percorso svolto e a riconoscere le possibilità di trasferimento di quanto acquisito in altri contesti. Riguardo alla fase di allenamento, che costituisce il passaggio che richiede la maggiore articolazione nello sviluppo di un progetto formativo, sono in gioco le metodologie formative da impiegare, le quali – pur nella varietà delle proposte metodologiche e delle strategie didattiche – non possono non caratterizzarsi per una costruzione attiva da parte dell’allievo del proprio apprendimento. Il termine “allenamento” vuol quindi richiamare l’allestimento di ambienti di apprendimento funzionali a sviluppare le risorse cognitive e i processi – cognitivi, metacognitivi, motivazionali, relazionali – implicati nella competenza focus. Un quarto snodo riguarda il momento della valutazione, centrata su una verifica del livello di competenza sviluppato dai singoli allievi a conclusione del percorso 61 Speciale Progettazione 2013-2014 didattico; una valutazione, quindi, orientata verso la competenza del soggetto, tesa ad apprezzare il livello di padronanza raggiunto in rapporto allo specifico dominio di competenza che il progetto intendeva sviluppare. Il punto di partenza non può che essere l’identificazione e la focalizzazione della competenza operati nella fase iniziale, in particolare la rubrica valutativa assunta come riferimento all’elaborazione progettuale. Il principio metodologico su cui strutturare il momento valutativo è quello di triangolazione, tipico delle metodologie qualitative, per il quale la rilevazione di una realtà complessa richiede l’attivazione e il confronto di più livelli di osservazione per consentire una ricostruzione articolata e pluriprospettica dell’oggetto di analisi. Non è sufficiente un unico punto di vista per comprendere il nostro oggetto di analisi; occorre osservarlo da molteplici prospettive e tentare di comprenderne l’essenza attraverso il confronto tra i diversi sguardi che esercitiamo, la ricerca delle analogie e delle discordanze che li contraddistinguono. In rapporto alle sfide poste dalla valutazione della competenza, si propone una prospettiva trifocale, un ideale triangolo di osservazione che assuma come baricentro l’idea stessa di competenza oggettivata nella rubrica valutativa e ai tre vertici le seguenti dimensioni di analisi: U la dimensione soggettiva, che richiama i significati personali attribuiti dal soggetto alla sua esperienza di apprendimento: il senso assegnato al compito operativo su cui manifestare la propria competenza e la percezione della propria adeguatezza nell’affrontarlo, delle risorse da mettere in campo e degli schemi di pensiero da attivare; U la dimensione intersoggettiva, che richiama il siste- ma di attese, implicito o esplicito, che il contesto sociale esprime in rapporto alla capacità del soggetto di rispondere adeguatamente al compito richiesto; riguarda quindi le persone a vario titolo coinvolte nella situazione in cui si manifesta la competenza e l’insieme delle loro aspettative e delle valutazioni espresse; U la dimensione oggettiva, che richiama le evidenze osservabili che attestano il comportamento del soggetto in relazione al compito assegnato e al contesto operativo entro cui si trova ad agire; la prova di competenza prefigurata nella fase preliminare del progetto trova qui la sua collocazione, come opportunità di manifestare la competenza maturata durante il percorso. I quattro snodi richiamati rappresentano le condizioni irrinunciabili su cui sviluppare linee-guida per una progettazione formativa, sia individuale sia collegiale, orientata verso lo sviluppo di competenze. Mario Castoldi Università degli Studi di Torino Bibliografia G. Wiggins, J. McTighe, Fare progettazione (2 volumi), LAS, Roma 2004 M. Castoldi, Progettare per competenze, Carocci, Roma 2011 L. Guasti, Didattica per competenze, Erickson, Trento 2012 D. Maccario, A scuola di competenze, SEI, Torino 2012 M. Castoldi, Curricolo per competenze, Carocci, Roma 2013 Dalle Indicazioni al curricolo scolastico Una guida per progettare, insegnare, valutare secondo le nuove Indicazioni nazionali, che cambiano profondamente le tre principali azioni che caratterizzano il compito dell’insegnante: la progettazione, l’azione didattica, la valutazione. La progettazione non ha più il compito di applicare programmi nazionali, ma di interpretare, attraverso il curricolo di scuola, le esigenze e le attese di una specifica comunità sociale. L’azione didattica assume ora la prospettiva delle competenze per interpretare gli apprendimenti attesi nel primo ciclo di istruzione e, di riflesso, i processi di insegnamento e valutazione affidati alla scuola. La valutazione, insieme all’autovalutazione, costituisce la condizione decisiva per il miglioramento delle scuole e del sistema di istruzione. Gli Autori Italo Fiorin insegna Didattica speciale presso la LUMSA di Roma. Presiede il comitato per l’applicazione delle Indicazioni. Mario Castoldi insegna dal 2001 presso l’Università degli Studi di Torino; svolge attività di formazione e consulenza su problematiche didattiche e valutative in collaborazione con scuole dei diversi gradi e ordini. Damiano Previtali, dirigente scolastico ed esperto dei processi di valutazione, è fra i redattori delle Indicazioni nazionali e referente scientifico per la scuola nella SUM del Politecnico di Milano. 62 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 1 classe prima ITALIANO Obiettivi di Apprendimento ASCOLTARE E PARLARE SCRIVERE U Comprendere l’argomento e le informazioni principali dei discorsi affrontati in classe. U Ascoltare testi narrativi mostrando di saperne cogliere il senso globale. U Prendere la parola negli scambi comunicativi (dialogo, conversazione, discussione) rispettando i turni di parola. U Raccontare storie personali fantastiche rispettando l’ordine cronologico. U Ricostruire verbalmente le fasi di un’esperienza vissuta a scuola o in altri contesti. U Acquisire le capacità manuali, percettive, cognitive necessarie per l’apprendimento della scrittura. U Scrivere sotto dettatura curando in modo particolare l’ortografia. U Produrre semplici testi funzionali narrativi legati a scopi concreti (per utilità personale, per comunicare con altri, per ricordare ecc.) connessi con situazioni quotidiane. U Comunicare con frasi semplici e compiute che rispettino le convenzioni ortografiche e di interpunzione. RIFLETTERE SULLA LINGUA U Comprendere in brevi testi il significato di parole non note basandosi sia sul contesto sia sulla conoscenza intuitiva delle famiglie di parole. U Ampliare il patrimonio lessicale attraverso esperienze scolastiche ed extrascolastiche e attività di interazione orale e di lettura. U Usare in modo appropriato le parole man mano apprese. U Prestare attenzione alla grafia delle parole nei testi e applicare le conoscenze ortografiche nella propria produzione scritta. U Riconoscere se una frase è o no completa. LEGGERE U Padroneggiare la lettura strumentale di decifrazione nella modalità ad alta voce. U Leggere testi narrativi e descrittivi cogliendo l’argomento di cui si parla. U Comprendere testi di tipo diverso (continui e non continui, in vista di scopi pratici, di intrattenimento e di svago). U Leggere semplici e brevi testi letterari, sia poetici sia narrativi. Contenuti principali delle Unità di apprendimento duro. Prime frasi, invenzione di finali di racconti. Descrizione di personaggi. Racconto d’inverno di Riccio Capriccio: “Che rischio se disubbidisco!”. Riflessione sui comportamenti non adeguati. Poesie e filastrocche per festeggiare Carnevale. Marzo - Primi profumi di primavera e vento dispettoso Parole con qu, cqu; parole capricciose; l’apostrofo. Riccio Capriccio e l’acqua: idee ed esperimenti. Pensieri e frasi libere. Poesie e filastrocche. Aprile - Il risveglio: gli amici di Riccio Capriccio Digrammi gli e gn; parole che si trasformano e cambiano significato: l’accento. Racconto di primavera di Riccio Capriccio: conosco e rispetto la natura. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Le aiuole del giardino Vocali e prime consonanti tra i fiori. Giochi fonologici, suono e ritmo delle parole, riconoscimento di grafemi. Novembre - Foglie colorate Foglie che volano e cadono incontrandosi e combinandosi per formare prime parole. Giochi con rime e filastrocche. Parole con le doppie. Riccio Capriccio tra foglie, frutti e verdura di stagione: mangio sano! Filastrocche e poesie. Dicembre - I preparativi per il lungo sonno I suoni difficili (tr, fr, pr, mb, mp). Comprensione del testo. Filastrocche e poesie per gli auguri di Natale. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - L’inverno nel giardino Digrammi con e senza h, lettere dal suono dolce e 63 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 2 classe seconda ITALIANO Obiettivi di Apprendimento U Leggere testi per ricavarne informazioni o istruzioni in vista di un compito. U Raccontare una semplice storia personale vissuta o letta/ascoltata rispettando l’ordine cronologico e in modo chiaro per chi ascolta. U Esercitare la memoria con filastrocche e poesie. ASCOLTARE E PARLARE U Sviluppare fiducia e interesse nella comunicazione con i compagni. U Comprendere consegne, istruzioni, sequenze di attività, spiegazione di giochi o compiti proposti. U Ascoltare chi parla e capire che per comprendere bene occorre prestare attenzione. U Inserirsi positivamente in una conversazione rispettando i turni di parola e tenendo conto di quanto già detto dall’insegnante o dai compagni. U Formulare domande per capire meglio o per ampliare il discorso, rispondere a domande in modo pertinente anche per esprimere un proprio pensiero o riflessione. U Comprendere gli eventi principali delle storie ascoltate, individuarne gli elementi fondamentali (azioni in ordine cronologico, protagonisti, aspetti del contesto), riferirne il contenuto rispettando la successione temporale dei fatti. U Descrivere con il linguaggio verbale immagini e saper organizzare i contenuti descrittivi. SCRIVERE U Acquisire le capacità manuali, percettive e cognitive necessarie per l’apprendimento della scrittura. U Scrivere testi sotto dettatura rispettando le convenzioni ortografiche conosciute. U Produrre semplici testi per scopi comunicativi diversi (narrare, descrivere, informare) anche con il supporto di scalette e domande pilota. RIFLETTERE SULLA LINGUA U Eseguire a posteriori il controllo ortografico di quanto scritto servendosi anche di supporti esterni (cartelloni, tabelle, memorie cartacee ecc.). U Compiere semplici osservazioni su una frase per rilevarne alcune regolarità e gli elementi fondamentali. U Prestare attenzione alla grafia delle parole nei testi e applicare le conoscenze ortografiche apprese quando si scrive. U Utilizzare semplici tecniche di memorizzazione e di autocorrezione. U Collocare nel tempo presente, passato, futuro: fatti, eventi, azioni. LEGGERE U Acquisire più sicurezza nella lettura strumentale (di decifrazione) sia nella modalità ad alta voce, sia in quella silenziosa. U Individuare l’idea centrale, le informazioni principali in un testo letto e lo scopo comunicativo dell’autore. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Il mondo della fantasia La fiaba e il testo fantastico. Passaggio al corsivo. Suoni dolci e suoni duri. Il Mago Errore. Novembre - Viaggi e personaggi Favole e storie. La frase minima. I digrammi gl, gn, sc, mp, mb. Leggere in modi diversi per scopi diversi. Dicembre - Lettera a Babbo Natale Filastrocche e poesie. L’uso dell’h e ghi, ghe, chi, che. I nomi e il soggetto. Strategie di memorizzazione. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Racconti ed esperienze Schemi e parole-chiave per comprendere meglio. Articoli e congiunzioni. I digrammi cu, qu, cq, qq. Ascolto attivo: come regolare l’attenzione. Marzo - Descrizione di ambienti, oggetti e animali Ampliamento del lessico. Sinonimi e contrari. L’aggettivo qualificativo. La punteggiatura. Aprile - Dipingiamo con le parole La descrizione di persone. L’autoritratto. Il testo regolativo. Le azioni presenti, passate e future. Il predicato. Accenti e apostrofi. La divisione in sillabe. Maggio - Verifiche quadrimestrali 64 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 3 classe terza ITALIANO Obiettivi di Apprendimento ASCOLTARE E PARLARE SCRIVERE U Prendere la parola negli scambi comunicativi apportando contributi personali, rispettando i turni di parola e tenendo conto del punto di vista altrui. U Ascoltare testi narrativi e informativi, coglierne il senso globale e riesporli in modo comprensibile. U Raccontare storie personali o fantastiche rispettando l’ordine cronologico ed esplicitando in modo chiaro le informazioni. U Ricostruire verbalmente un’esperienza vissuta a scuola o in altri contesti. U Produrre semplici testi funzionali, narrativi e descrittivi legati a scopi concreti e connessi con situazioni quotidiane. U Comunicare con frasi semplici e compiute, che rispettino le convenzioni ortografiche e di interpunzione. RIFLETTERE SULLA LINGUA U Comprendere nei testi il significato di parole non note utilizzando il contesto e le conoscenze intuitive. U Ampliare il patrimonio lessicale, a partire da testi e contesti d’uso e usare in modo appropriato le parole apprese. U Effettuare ricerche su parole ed espressioni presenti nei testi, per ampliare il lessico. U Riconoscere e utilizzare alcune categorie grammaticali (nome, articolo, aggettivo, pronome, verbo, preposizioni, avverbio). U Riconoscere in una frase gli elementi essenziali (soggetto, verbo, complementi). U Utilizzare nella produzione scritta le conoscenze ortografiche e adottare strategie di autocorrezione. LEGGERE U Leggere ad alta voce e in maniera espressiva. U Utilizzare tecniche di lettura silenziosa. U Leggere testi (narrativi, descrittivi, informativi); coglierne l’argomento e le informazioni principali. U Comprendere testi continui e non continui, per scopi pratici. U Leggere testi letterari, sia poetici sia narrativi, cogliendone il senso globale. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - E adesso ti racconto Il racconto realistico e il racconto fantastico. Lessico: sinonimi, contrari, iponimi e iperonimi. Parole con suoni complessi. Novembre - Fotografare con le parole La descrizione di persone, oggetti e ambienti. Il lessico: nomi, aggettivi e verbi. Funzioni del verbo: soggetto e predicato. Parole con suoni complessi. Dicembre - Auguri di Natale La lettera tradizionale, la mail e il diario. Neologismi e slang. Nomi alterati e derivati. Frase minima. Articoli determinativi e indeterminativi. Modo indicativo dei verbi essere e avere. L’apostrofo. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Le storie nel tempo La favola e la leggenda. Modo indicativo dei verbi: i tempi semplici. Discorso diretto e indiretto. Segni di interpunzione. L’accento. Le espansioni. Marzo - C’era una volta Fiabe e giochi nel mondo. Valori e regole. Lessico: nomi collettivi. Gli avverbi. I monosillabi accentati. La divisione in sillabe delle parole con suoni complessi. Modo indicativo dei verbi: i tempi composti. Predicato verbale e nominale. Aprile - Parole di aria, di sole e di cuore Il testo poetico e le figure retoriche della similitudine e della personificazione. Lessico: i nomi composti. I pronomi personali. Le preposizioni semplici e articolate. Maggio - Verifiche quadrimestrali 65 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 4 classe quarta ITALIANO Obiettivi di Apprendimento cite presenti all’interno dei testi. U Formulare ipotesi sull’intenzione comunicativa con cui il testo è stato prodotto. U Attribuire attraverso il contesto testuale il corretto significato a termini non noti. U Cogliere l’argomento centrale selezionando le informazioni secondo un criterio dato. U Riconoscere la struttura delle tipologie testuali affrontate. U Strutturare semplici schemi, in funzione di una sintesi e/o memorizzare le informazioni principali. U Riconoscere e apprendere strategie di lettura selettiva, analitica, globale. U Incrementare progressivamente la comprensione e l’utilizzo del lessico di base. U Migliorare la capacità di comprensione del significato contestuale di termini non noti. U Arricchire il proprio patrimonio lessicale sia attraverso la lettura libera sia mediante lo studio delle differenti discipline. U Individuare relazioni di significato fra parole. U Riconoscere rapporti di significato tra i termini rispetto al contesto. U Riconoscere campi e sfere lessicali. ASCOLTARE E PARLARE U Attivare l’ascolto attivo dei contenuti di differenti contesti e modelli comunicativi (conversazioni/ discussioni, consegne/istruzioni, narrazioni, descrizioni, argomenti di studio). U Attribuire attraverso il contesto il corretto significato a termini non noti. U Prestare attenzione per tempi adeguati. U Prestare attenzione a situazioni comunicative diverse. U Nell’espressione orale utilizzare toni e registri differenziati rispetto alla situazione comunicativa. U Esprimersi focalizzando le informazioni principali rispetto a una situazione comunicativa. U Esprimersi usando un lessico specifico rispetto alla situazione comunicativa. U Formulare domande di confronto. U Intervenire in una conversazione con pertinenza rispetto all’argomento trattato con un linguaggio appropriato. U Riconoscere gli elementi fondamentali della comunicazione verbale. U Interagire in una conversazione/discussione selezionando le informazioni rispetto agli interventi dei compagni in modo pertinente. U Rispondere a domande su argomenti specifici di carattere disciplinare scegliendo tra informazioni date. U Raccontare utilizzando nessi logico-temporali, spaziali, causali. U Raccontare controllando l’uso dei verbi rispetto al tempo. U Riferire un tema affrontato in classe attraverso una semplice sintesi. U Esporre osservazioni rispetto a un argomento conosciuto. U Essere consapevole delle proprie strategie di ascolto. SCRIVERE U Scrivere in modo ortograficamente corretto. U Padroneggiare l’uso della punteggiatura. U Produrre brevi riflessioni personali, commenti motivati su argomenti conosciuti o trattati in classe. U Produrre testi applicando schemi di struttura testuale relativamente ad alcune tipologie. U Narrare secondo un ordine logico-cronologico. U Descrivere secondo un punto di vista. U Dare istruzioni scritte su procedure operative da applicare. U Esporre informazioni seguendo uno schema di riferimento su argomenti esperienziali o di studio. U Usare sinonimi, iperonimi, perifrasi, pronomi ed ellissi per evitare ripetizioni. U Raccogliere individualmente e/o collettivamente le idee, pianificandole seguendo una traccia rispetto al compito di scrittura assegnato. U Presentare le informazioni raccolte secondo un ordine logico-funzionale al testo prodotto. LEGGERE U Leggere correttamente ad alta voce in modo scorrevole e rispettando la punteggiatura. U Leggere in modalità silenziosa. U Individuare il significato della funzione della grafica e dell’impaginazione. U Comprendere il significato di informazioni impli- 66 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 4 classe quarta ITALIANO Obiettivi di Apprendimento U Individuare e classificare le parole rispetto alla funzione grammaticale: sostantivi, verbi, aggettivi, pronomi, preposizioni, interiezioni, congiunzioni, avverbi. U Individuare e riconoscere modi e tempi dei verbi. U Arricchire frasi nucleari attraverso espansioni dirette. U Arricchire frasi nucleari attraverso espansioni indirette. U Stabilire rapporti di concordanza tra le frasi, utilizzando connettivi adeguati. U Riconoscere rapporti di coordinazione tra frasi complesse. U Sviluppare la capacità di ricordare le regole e le strutture grammaticali mediante lo sviluppo di tecniche per attivare la memoria (uso dei colori, mappe concettuali, uso in modo sistematico in situazioni concrete). U Avvio all’utilizzo di strutture grammaticali e strutture sintattiche con consapevolezza. U In alcune situazioni strutturate tener conto del destinatario, della funzione, dello scopo nella propria comunicazione scritta. U Rispondere a domande di comprensione (informazioni esplicite/implicite). U Cogliere le informazioni principali di un testo e produrre una breve sintesi. U Individuare forme scorrette di coesione grammaticale e sintattica e di coerenza nel proprio testo. U Apprendere strategie di pianificazione di un testo. U Riflettere sulla propria abilità di scrittura. RIFLETTERE SULLA LINGUA U Riconoscere la funzione dei diversi codici in relazione alla situazione comunicativa. U Riconoscere la differenza tra linguaggio formale e informale. U Riconoscere rapporti di significato tra i termini rispetto al contesto. U Individuare regole fondamentali di accettabilità semantica (ordine, concordanza, significato). Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - La torta delle parole Avvio alla classificazione morfologica delle parole. Novembre - La frase Il soggetto, il predicato, il gruppo del predicato, il gruppo preposizionale. Dicembre - Le situazioni comunicative Le varietà sociali della lingua e le differenti tipologie di testi. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Il viaggio delle parole nel tempo e nello spazio I dizionari, l’etimologia, i prestiti linguistici. Marzo - La revisione del testo Libertà e regole per esprimere e per comprendere. Aprile - Il testo poetico La trama musicale dei suoni e delle parole. Maggio - Verifiche quadrimestrali 67 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 5 classe quinta ITALIANO Obiettivi di Apprendimento re aperte o brevi articoli di cronaca per il giornalino scolastico o per il sito web della scuola, adeguando il testo ai destinatari e alle situazioni. U Rielaborare testi (parafrasare o riassumere un testo, trasformarlo, completarlo) e redigerne di nuovi. U Produrre testi creativi sulla base di modelli dati (filastrocche, racconti brevi, poesie). U Produrre testi sostanzialmente corretti dal punto di vista ortografico, morfosintattico, lessicale, rispettando le funzioni sintattiche dei principali segni interpuntivi. ASCOLTARE E PARLARE U Interagire in modo collaborativo in una conversazione, una discussione, un dialogo su argomenti di esperienza diretta, formulando domande, dando risposte e fornendo spiegazioni ed esempi. U Comprendere il tema e le informazioni essenziali di un’esposizione (diretta o trasmessa); comprendere lo scopo e l’argomento di messaggi trasmessi dai media (annunci, bollettini ecc.). U Comprendere consegne e istruzioni per l’esecuzione di attività scolastiche ed extrascolastiche. U Cogliere in una discussione le posizioni espresse dai compagni ed esprimere la propria opinione su un argomento in modo chiaro e pertinente. RIFLETTERE SULLA LINGUA U Comprendere e utilizzare in modo appropriato il lessico di base (parole del vocabolario fondamentale e di quello ad alto uso). U Comprendere che le parole hanno diverse accezioni e individuare l’accezione specifica di una parola in un testo. U Comprendere, nei casi più semplici e frequenti, l’uso e il significato figurato delle parole. U Utilizzare il dizionario come strumento di consultazione. U Relativamente a testi o in situazioni di esperienza diretta, riconoscere la variabilità della lingua nel tempo e nello spazio geografico, sociale e comunicativo. U Conoscere i principali meccanismi di formazione delle parole (parole semplici, derivate, composte). U Riconoscere la struttura del nucleo della frase semplice (la cosiddetta frase minima): predicato, soggetto, altri elementi richiesti dal verbo. U Riconoscere in una frase o in un testo le parti del discorso; riconoscerne i principali tratti grammaticali; riconoscere le congiunzioni di uso più frequente (come e, ma, infatti, perché, quando). LEGGERE U Usare, nella lettura di vari tipi di testo, opportune strategie per analizzare il contenuto; porsi domande all’inizio e durante la lettura del testo; cogliere indizi utili a risolvere i nodi della comprensione. U Sfruttare le informazioni della titolazione, delle immagini e delle didascalie per farsi un’idea del testo che si intende leggere. U Leggere e confrontare informazioni provenienti da testi diversi per farsi un’idea di un argomento, per trovare spunti a partire dai quali parlare o scrivere. U Ricercare informazioni in testi di diversa natura e provenienza per scopi pratici o conoscitivi. U Leggere testi letterari narrativi, in lingua italiana contemporanea, e semplici testi poetici cogliendone il senso, le caratteristiche formali più evidenti, l’intenzione comunicativa dell’autore ed esprimendo un motivato parere personale. SCRIVERE U Scrivere lettere indirizzate a destinatari noti, lette- Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Le varietà della lingua Correttezza e appropriatezza; arcaismi e neologismi Novembre - Testo poetico e figure retoriche Giocare con i suoni e con i significati delle parole Dicembre - Coerenza e coesione dei testi Connettivi e punteggiatura Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Le parti del discorso Nomi, aggettivi, pronomi, avverbi e congiunzioni Marzo - La riformulazione Indicazioni per riassumere e parafrasare testi Aprile - Il testo argomentativo Esprimere una tesi e saperla argomentare attraverso ragionamenti ed esemplificazioni Maggio - Verifiche quadrimestrali 68 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 1a e 2a INGLESE Obiettivi di Apprendimento RICEZIONE ORALE PRODUZIONE ORALE U Comprendere semplici indicazioni verbali ed espressioni di uso quotidiano pronunciate chiaramente e con il supporto della gestualità. U Comprendere in modo globale il contenuto di semplici filastrocche o canzoni. U Riprodurre suoni, parole e semplici frasi rispettando pronuncia e intonazione. U Riprodurre filastrocche e canzoni insieme al gruppo classe. U Interagire con i compagni in modo essenziale per presentarsi, per giocare o simulare giochi di ruolo utilizzando espressioni memorizzate, anche se formalmente imperfette. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Monkeys Learn and act out a counting rhyme. Marzo - Mrs. Rabbit Make a puppet and create simple dialogues. Aprile - The Picnic Comprehend a story and dramatize it. Express likes and dislikes about food. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Halloween Introduce Halloween related vocabulary. Work on rhyming sounds. Novembre - My Christmas Stocking Talk about Christmas. Express possession and describe toys. Dicembre - What’s in my school bag? Identify and describe classroom objects. Obiettivi di Apprendimento U Interagire con i compagni per soddisfare bisogni di tipo concreto o all’interno del gioco utilizzando espressioni pertinenti e frasi memorizzate adatte al contesto. RICEZIONE ORALE U Comprendere espressioni e frasi di uso comune. U Comprendere comandi e istruzioni di uso quotidiano anche senza il supporto della gestualità. U Comprendere in modo globale il senso di una breve narrazione da parte dell’insegnante con il supporto della mimica e della gestualità. RICEZIONE SCRITTA U Riconoscere parole ed espressioni scritte con le quali si è familiarizzato. PRODUZIONE ORALE PRODUZIONE SCRITTA U Riprodurre parole, frasi e filastrocche rispettando pronuncia, ritmo e intonazione. U Riprodurre parole familiari con o senza il modello. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - My Pet Name animals and describe them. Marzo - The Magic beans Comprehend a story. Identify the parts of a plant. Aprile - My clothes Identify and describe clothes. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Clean Hands Talk about personal care and make a poster. Novembre - Crackers! Talk about Christmas. Understand and follow simple instructions to make a cracker. Dicembre - The Ant and the grasshopper Comprehend a story and the characteristics of winter. 69 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 3a e 4a INGLESE Obiettivi di Apprendimento RICEZIONE ORALE RICEZIONE SCRITTA U Comprendere vocaboli, istruzioni, espressioni e frasi di uso quotidiano, pronunciati chiaramente e lentamente relativi a se stessi, ai compagni, alla famiglia. U Comprendere cartoline, biglietti e brevi messaggi, accompagnati preferibilmente da supporti visivi o sonori, cogliendo parole e frasi già acquisite a livello orale. PRODUZIONE ORALE U Scrivere parole e semplici frasi di uso quotidiano attinenti alle attività svolte in classe e a interessi personali e del gruppo. PRODUZIONE SCRITTA U Produrre frasi significative riferite a oggetti, luoghi, persone, situazioni note. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Febbraio - Pancake Day Compare traditions. Listen and follow a recipe. Marzo - Dogs A project on dogs describing their bodies, care and working dogs. Aprile - The five senses Describe and talk about the function of the senses. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - My Family Circle Describe members of the family. Novembre - Chicken Licken Identify farm animals and comprehend a story. Dicembre - Move our bodies Identify body parts and learn an action song. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Obiettivi di Apprendimento descrittivo, narrativo o informativo, anche privi del supporto visivo, purché contengano parole e frasi conosciute. RICEZIONE ORALE U Comprendere messaggi, istruzioni e comandi sempre più complessi e articolati. U Ascoltare e comprendere brevi brani narrativi e descrittivi contenenti espressioni o frasi note. PRODUZIONE SCRITTA U Scrivere correttamente un numero ampio di parole con le quali si è familiarizzato oralmente. U Scrivere semplici messaggi o brevi lettere a carattere personale in modo sempre più libero, anche se formalmente imperfetti. U Produrre brevi descrizioni di oggetti, animali o persone utilizzando un lessico sempre più ricco. PRODUZIONE ORALE U Descrivere immagini, scambiare semplici informazioni attinenti alla sfera personale e interagire con espressioni e frasi adeguate alla situazione. RICEZIONE SCRITTA U Comprendere testi sempre più articolati di tipo Contenuti principali delle Unità di apprendimento Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Healthy Eating Talk about food and identify food groups. Marzo - The Great Fire of London Describe a historical event and learn a song. Aprile - My Life Box Write sentences about yourself, describing your family, pets and so on. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Fireworks Introduce the story of Guy Fawkes and talk about firework safety. Novembre - Christmas Shopping Identify shops and products. Ask and answer about prices. Dicembre - Seasons Comprehend a Greek myth. Talk about the seasons and weather. 70 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 5 classe quinta INGLESE Obiettivi di Apprendimento RICEZIONE ORALE RICEZIONE SCRITTA U Comprendere brevi dialoghi, istruzioni, espressioni e frasi di uso quotidiano se pronunciate chiaramente e identificare il tema generale di un discorso in cui si parla di argomenti conosciuti. U Comprendere brevi testi multimediali identificandone parole-chiave e il senso generale. U Leggere e comprendere semplici e brevi testi, accompagnati da supporti visivi, cogliendo il loro significato globale e identificando parole e frasi familiari. PRODUZIONE SCRITTA U Scrivere in forma comprensibile messaggi semplici e brevi per presentarsi, per fare gli auguri, per ringraziare o invitare qualcuno, per chiedere e dare notizie. U Riflessioni sulla lingua e sull’apprendimento: osservare coppie di parole simili come suono e distinguerne il significato, osservare parole ed espressioni nei contesti d’uso e coglierne i rapporti di significato, osservare la struttura delle frasi e mettere in relazione costrutti e intenzioni comunicative, riconoscere che cosa si è imparato e che cosa si deve imparare. PRODUZIONE ORALE U Descrivere persone, luoghi e oggetti familiari utilizzando parole e frasi già incontrate ascoltando e/o leggendo. U Riferire semplici informazioni afferenti alla sfera personale, integrando il significato di ciò che si dice con mimica e gesti. U Interagire in modo comprensibile con un compagno o un adulto con cui si ha familiarità, utilizzando espressioni e frasi adatte alla situazione. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - World Teacher’s Day Describe people’s appearances. Novembre - Australia Identify places, animals and the celebration of Christmas. Dicembre - The Winter Olympics Talk about the history, location and sports included in the Olympics. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Chinese New Year Broaden cultural awareness. Revise animal names and describe dates and numbers. Marzo - Under the Channel Describe transport, and plan a trip to London. Aprile - Let’s go for a Pizza Make suggestions and plan an evening out. Maggio - Verifiche quadrimestrali 71 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 1a 2a 3a MUSICA Obiettivi di Apprendimento ASCOLTARE ESPRIMERSI CON LA VOCE, IL CORPO E SEMPLICI OGGETTI SONORI U Conoscere e attuare le strategie necessarie per un ascolto attivo. U Ascoltare, riconoscere e rappresentare il rumore e il silenzio. U Riconoscere e classificare i rumori presenti nei diversi ambienti di vita, cogliendone le caratteristiche. U Ascoltare brani musicali e canzoni di vario genere, riflettere sulle emozioni trasmesse dalla musica e rielaborarle attraverso il segno grafico. U Esplorare le potenzialità della voce per riprodurre suoni, rumori e semplici canzoni, accostandosi alle prime regole necessarie per la pratica corale. U Mimare il canto. U Esplorare le potenzialità del corpo per riprodurre suoni e rumori. U Conoscere ed esplorare le potenzialità sonore di alcuni oggetti e semplici strumenti a percussione. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Febbraio - La macchina del suono Scoprire che cos’è uno strumento musicale. Marzo - Lo racconta la musica Ascoltare brani di musica classica e coglierne l’espressività. Riflettere sui rumori presenti nei diversi momenti della giornata. Aprile - Bum ratata bum Esplorare le sonorità degli strumenti a percussione. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Rotola e rimbalza Scoprire gli atteggiamenti necessari all’ascolto. Novembre - Nel paese dei rumori Ascoltare e riprodurre il rumore e il silenzio. Cogliere i rumori presenti nei diversi ambienti di vita, classificarli e dividerli in insiemi. Dicembre - The voice Scoprire ed esplorare le potenzialità della voce. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Obiettivi di Apprendimento U Ascoltare e conoscere le varie combinazioni di strumenti. ASCOLTARE U Conoscere e attuare le strategie necessarie per un ascolto attivo. U Cogliere la comunicatività della musica e le emozioni trasmesse. U Ascoltare e conoscere i suoni e i rumori, avvalendosi anche dell’uso delle onomatopee. U Riconoscere, classificare e rappresentare con segno grafico le caratteristiche del suono. U Ascoltare brani musicali per imparare a riconoscere la voce degli strumenti, classificandoli in famiglie. ESPRIMERSI CON LA VOCE, IL CORPO E SEMPLICI OGGETTI SONORI U Modulare la voce nel parlato. U Esplorare le potenzialità della voce nel canto. U Consolidare le regole necessarie per la pratica corale. U Cogliere il valore del canto come mezzo di comunicazione. U Riprodurre i suoni con la voce, il corpo e semplici strumenti a percussione. 72 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 3a e 4a MUSICA Contenuti principali delle Unità di apprendimento Febbraio - Lo dice la musica Mettere in atto le regole dell’ascolto attivo, per cogliere la comunicatività della musica e riconoscere gli strumenti musicali che suonano. Marzo - Parlano così Conoscere le principali famiglie di strumenti musicali. Aprile - L’arcobaleno Sperimentare modi diversi per scrivere il ritmo. Eseguire sequenze ritmiche con la voce e con il corpo. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Naturalmente Cogliere i rumori presenti in natura e creare semplici partiture. Novembre - Slurp! Cogliere e rappresentare suoni e rumori attraverso le onomatopee. Dicembre - Più o meno L’intensità e la durata dei suoni. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Obiettivi di Apprendimento particolare attenzione al ritmo, all’espressività e ai parametri del suono. U Arricchire il coro parlato o cantato con sequenze ritmiche. U Imparare a battere il tempo con le mani, con i piedi o con strumenti a percussione, cogliendo l’importanza della pulsazione ritmica. U Scrivere semplici sequenze ritmiche attraverso una simbologia di classe e scoprirne l’analogia con la notazione tradizionale. U Eseguire sequenze ritmiche con la voce, le mani, i piedi e con semplici strumenti a percussione. ASCOLTARE U Conoscere e attuare le strategie necessarie per un ascolto attivo. U Cogliere la comunicatività della musica e le emozioni trasmesse. U Avvicinarsi alla musica del passato, riflettendo sulla figura del compositore. U Ascoltare brani musicali per imparare a riconoscere la voce degli strumenti, cogliendone le caratteristiche principali. ESPRIMERSI CON LA VOCE, IL CORPO E SEMPLICI OGGETTI SONORI U Modulare la voce nel parlato e nel canto, ponendo Contenuti principali delle Unità di apprendimento Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Un codice sonoro Approcciarsi alla notazione tradizionale. Marzo - La punteggiatura: la musica respira I respiri della musica. Aprile - Musica, maestro! Giochi di direzione corale. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Sillabando Scoprire il ritmo attraverso le parole e sentirlo attraverso il corpo. Novembre - In pista La velocità di una melodia. Dicembre - Su e giù Conoscere e rappresentare l’altezza dei suoni. 73 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 5 classe quinta MUSICA Obiettivi di Apprendimento ASCOLTARE ESPRIMERSI CON LA VOCE, IL CORPO E SEMPLICI OGGETTI SONORI U Attuare le strategie necessarie per un ascolto attivo. U Cogliere la comunicatività della musica e le emozioni trasmesse per comprendere le intenzioni dell’autore e tradurre quanto ascoltato in segno grafico. U Cogliere all’ascolto le peculiarità di un brano musicale e abbinarlo a testi di vario genere. U Ascoltare brani musicali per imparare a riconoscere la voce degli strumenti, cogliendone le caratteristiche principali. U Cantare, anche seguendo uno spartito. U Recitare un testo con espressione. U Eseguire una partitura ritmica, anche usando gli strumenti a percussione. U Accompagnare la voce che canta o che narra con strumenti a percussione, anche realizzando intermezzi ritmici. U Conoscere ed eseguire la notazione tradizionale. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Febbraio - Un cugino lontano Ascoltare e riflettere sulle combinazioni di strumenti musicali diversi. Marzo - La musica racconta Mettere in atto le regole dell’ascolto attivo per cogliere la comunicatività della musica e riconoscere gli strumenti musicali che suonano. Aprile - Sigla! Riflettere sulla funzione della musica. Maggio - Verifiche quadrimestrali Ottobre - Con i piedi... con le mani! Giochi ritmici. Novembre - Suoni dal mondo Creare, eseguire e dirigere partiture di rumori. Dicembre - Sfumature di colore Il timbro. Gennaio - Verifiche quadrimestrali 74 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 1a e 2a ARTE Obiettivi di Apprendimento U Riconoscere in un testo iconico-visivo gli elementi grammaticali e tecnici del linguaggio visivo (linee, colori, forme, volume, spazio) individuando il loro significato espressivo. ESPRIMERSI E COMUNICARE U Elaborare creativamente produzioni personali e autentiche per esprimere sensazioni ed emozioni. U Rappresentare e comunicare la realtà percepita. U Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici. COMPRENDERE E APPREZZARE LE OPERE D’ARTE OSSERVARE E LEGGERE LE IMMAGINI U Guardare e osservare con consapevolezza un’immagine e gli oggetti presenti nell’ambiente descrivendo gli elementi formali, utilizzando le regole della percezione visiva e l’orientamento nello spazio. U Individuare in un’opera d’arte, in modo elementare, gli elementi essenziali della forma e del linguaggio, per comprenderne il messaggio. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Segni-simbolo. Novembre - Illusioni ottiche. Dicembre - Case, casine, casette. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Un cerchio variopinto “magico”. Marzo - Tanti stampini per decorare. Aprile - Ma come ci vestiamo? Maggio - Verifiche quadrimestrali Giochiamo con i cerchi. Obiettivi di Apprendimento grammaticali e tecnici del linguaggio visivo (linee, colori, forme, volume, spazio) individuando il loro significato espressivo. U Individuare nelle immagini le diverse tipologie di codici, le sequenze narrative e decodificare in forma elementare i diversi significati. ESPRIMERSI E COMUNICARE U Elaborare creativamente produzioni personali e autentiche per esprimere sensazioni ed emozioni. U Rappresentare e comunicare la realtà percepita in modo originale. U Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e multimediali. OSSERVARE E LEGGERE LE IMMAGINI COMPRENDERE E APPREZZARE LE OPERE D’ARTE U Guardare e osservare con consapevolezza un’immagine e gli oggetti presenti nell’ambiente descrivendo gli elementi formali, utilizzando le regole della percezione visiva e l’orientamento nello spazio. U Riconoscere in un testo iconico-visivo gli elementi U Individuare in un’opera d’arte, sia antica sia moderna, gli elementi essenziali della forma, del linguaggio, per comprenderne il messaggio e la funzione. U Familiarizzare con alcune forme d’arte e di produzione artigianale appartenenti alla propria e ad altre culture. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - I codici visivi. Novembre - La tecnica degli spatolati. Dicembre - Decoriamo l’ambiente. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Il gioco dei triangoli. Marzo - Campi e piani nelle immagini. Aprile - Le immagini-simbolo. Maggio - Verifiche quadrimestrali La simmetria. 75 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 3a e 4a ARTE Obiettivi di Apprendimento colori, forme, volume, spazio) individuando il loro significato espressivo. U Individuare nelle immagini e nel linguaggio del fumetto le diverse tipologie di codici, le sequenze narrative e decodificare in forma elementare i diversi significati. ESPRIMERSI E COMUNICARE U Elaborare creativamente produzioni personali e autentiche per esprimere sensazioni ed emozioni. U Rappresentare e comunicare la realtà percepita. U Trasformare immagini e materiali ricercando soluzioni figurative originali. U Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e multimediali. COMPRENDERE E APPREZZARE LE OPERE D’ARTE U Individuare in un’opera d’arte, sia antica sia moderna, gli elementi essenziali della forma, del linguaggio, della tecnica e dello stile dell’artista per comprenderne il messaggio e la funzione. U Familiarizzare con alcune forme di arte e di produzione artigianale appartenenti alla propria e ad altre culture. OSSERVARE E LEGGERE LE IMMAGINI U Guardare e osservare con consapevolezza un’immagine e gli oggetti presenti nell’ambiente descrivendo gli elementi formali, utilizzando le regole della percezione visiva e l’orientamento nello spazio. U Riconoscere in un testo iconico-visivo gli elementi grammaticali e tecnici del linguaggio visivo (linee, Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Che si può fare con questa forma? Novembre - Similitudini visive. Dicembre - Lettura denotativa. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - La costanza percettiva. Marzo - Mettiamo in sequenza. Aprile - Ma quante belle linee! Maggio - Verifiche quadrimestrali La tecnica del frottage. Obiettivi di Apprendimento vendo gli elementi formali, utilizzando le regole della percezione visiva e l’orientamento nello spazio. U Riconoscere in un testo iconico-visivo gli elementi grammaticali e tecnici del linguaggio visivo (linee, colori, forme, volume, spazio) individuando il loro significato espressivo. ESPRIMERSI E COMUNICARE U Elaborare creativamente produzioni personali e autentiche per esprimere sensazioni ed emozioni. U Rappresentare e comunicare la realtà percepita. U Trasformare immagini e materiali ricercando soluzioni figurative originali. U Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e multimediali. U Introdurre nelle proprie produzioni creative elementi linguistici e stilistici scoperti osservando immagini e opere d’arte. COMPRENDERE E APPREZZARE LE OPERE D’ARTE U Individuare in un’opera d’arte, sia antica sia moderna, gli elementi essenziali della forma, del linguaggio, della tecnica e dello stile dell’artista per comprenderne il messaggio e la funzione. U Familiarizzare con alcune forme di arte e di produzione artigianale appartenenti alla propria e ad altre culture. OSSERVARE E LEGGERE LE IMMAGINI U Guardare e osservare con consapevolezza un’immagine e gli oggetti presenti nell’ambiente descri- 76 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 4a e 5a ARTE Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Comporre le immagini. Novembre - Immagini mimetiche, stilizzate, astratte. Dicembre - Libri visivi. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Scherzi di Carnevale: le metafore visive. Marzo - Leggiamo le emozioni (lettura connotativa). Aprile - La funzione fatica. Maggio - Verifiche quadrimestrali Divertiamoci con i pastelli. Obiettivi di Apprendimento colori, forme, volume, spazio) individuando il loro significato espressivo. U Individuare nel linguaggio del fumetto, filmico e audiovisivo le diverse tipologie di codici, le sequenze narrative e decodificare in forma elementare i diversi significati. ESPRIMERSI E COMUNICARE U Elaborare creativamente produzioni personali e autentiche per esprimere sensazioni ed emozioni. U Rappresentare e comunicare la realtà percepita. U Trasformare immagini e materiali ricercando soluzioni figurative originali. U Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici, pittorici e multimediali. U Introdurre nelle proprie produzioni creative elementi linguistici e stilistici scoperti osservando immagini e opere d’arte. COMPRENDERE E APPREZZARE LE OPERE D’ARTE U Individuare in un’opera d’arte, sia antica sia moderna, gli elementi essenziali della forma, del linguaggio, della tecnica e dello stile dell’artista per comprenderne il messaggio e la funzione. U Familiarizzare con alcune forme di arte e di produzione artigianale appartenenti alla propria e ad altre culture. U Riconoscere e apprezzare nel proprio territorio gli aspetti più caratteristici del patrimonio ambientale e urbanistico e i principali monumenti storico-artistici. OSSERVARE E LEGGERE LE IMMAGINI U Guardare e osservare con consapevolezza un’immagine e gli oggetti presenti nell’ambiente descrivendo gli elementi formali, utilizzando le regole della percezione visiva e l’orientamento nello spazio. U Riconoscere in un testo iconico-visivo gli elementi grammaticali e tecnici del linguaggio visivo (linee, Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - L’autoritratto. Novembre - I contrasti di qualità. Dicembre - La geometria nell’arte: il Cubismo. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - La funzione emotiva. Marzo - Alla scoperta delle figure strane (retoriche visive). Aprile - Spazio e territorio. Maggio - Verifiche quadrimestrali Per ogni quadro uno stile. 77 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 1a 2a 3a CORPO, MOVIMENTO, SPORT Obiettivi di Apprendimento U Migliorare e consolidare la coordinazione dinamica generale e oculo-manuale nelle diverse attività. U Saper organizzare il proprio movimento nello spazio e nel tempo in relazione a sé, agli oggetti e agli altri. U Utilizzare in forma originale e creativa il corpo e il movimento per esprimersi. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Il circo va a scuola Promuovere lo sviluppo delle capacità coordinative attraverso esercizi insoliti e numeri da circo. Novembre - Attraverso la maschera Costruzione di maschere di cartone, studio del rapporto corpo-maschera, elaborazione di proposte creative. Dicembre - PET: l’arte del riuso Giochi con l’uso della plastica per sviluppare la coordinazione oculo-manuale, segmentaria, intersegmentaria e per promuovere l’espressione di sé. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Stoffe per giocare Attività ludico-motorie con l’utilizzo di stoffe per esercitare la capacità di organizzare il proprio movimento nello spazio. Marzo - Stoffe per travestirsi Attività teatrali, di musica e di danza con stoffe. Aprile - L’elastico Utilizzo dell’elastico per migliorare la capacità di percezione del proprio corpo nello spazio e di esprimersi attraverso il linguaggio mimico-gestuale. Maggio - Verifiche quadrimestrali Obiettivi di Apprendimento U Percepire, conoscere e utilizzare il proprio corpo in relazione allo spazio, al tempo e al movimento. U Gestire e collegare i diversi schemi motori e posturali combinati tra loro. U Assumere comportamenti adeguati per la prevenzione degli infortuni e per la sicurezza nei vari ambienti di vita. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Febbraio - La scimmia e il cammello Attività ludico-motorie per sviluppare una presa delle mani forte e resistente e la capacità di arrampicarsi e rotolarsi come una scimmietta agile. Marzo - I musicanti di Brema Costruzione di piramidi umane, attività motorie con andature e ritmi diversi su imitazione degli animali della storia. Aprile - Il cavallo e il fiume Prove per sperimentare il passaggio da forme di corsa a forme di salto e la capacità di orientamento del corpo nello spazio. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - La rana e il bue Esercizi e giochi mimici sui vari tipi e ritmi della respirazione. Novembre - I tre pesci Salti, saltelli e balzi per stimolare la capacità di coordinazione e di equilibrio. Dicembre - Storia dell’albero di Natale Giochi individuali e collettivi per imparare a gestire in modo fluido il lanciare/afferrare in combinazione con altri schemi motori. Gennaio - Verifiche quadrimestrali 78 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 4a e 5a CORPO, MOVIMENTO, SPORT Obiettivi di Apprendimento U Eseguire movimenti precisi e adattarli a situazioni esecutive sempre più complesse. U Utilizzare la comunicazione non verbale per esprimere, comunicare e trasmettere stati d’animo, idee e situazioni. U Utilizzare in maniera corretta e appropriata spazi e attrezzature per la prevenzione degli infortuni. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Febbraio - Ballerini e Majorette Sperimentare diverse modalità di espressione della propria corporeità con attrezzi e materiali diversi (hula-hoop, twirling, pon pon) e creazione di piccole sequenze di movimento con essi. Marzo - Alla ricerca del clown che c’è in noi Attività di espressione corporea e acquisizione della presenza scenica, improvvisazioni individuali e collettive, creazioni di piccole gag. Aprile - Gli animali entrano in scena Imitazione degli animali del circo per consolidare la capacità di controllare movimenti e posture. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Sfidiamo la gravità Esercizi individuali e a coppie di giocoleria: lancio in aria di fazzoletti e palline. Novembre - Alla scoperta del nostro baricentro Sperimentare situazioni motorie di equilibrismo attivo (su una gamba sola, trampoli, palle) e passivo. Dicembre - Piccoli acrobati crescono Capovolte, ruote, verticali e piramidi umane, semplici giochi di equilibrio sulla fune per potenziare la coscienza del proprio corpo. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Obiettivi di Apprendimento U Consolidare le capacità coordinative e sviluppare le capacità condizionali modulandole in relazione all’intensità e alla durata dello sforzo. U Riconoscere e valutare traiettorie e distanze. U Conoscere e applicare correttamente modalità esecutive di diverse proposte di gioco-sport. U Rispettare le regole nella competizione sportiva; saper accettare la sconfitta con equilibrio e vivere la vittoria esprimendo rispetto nei confronti dei perdenti, accettando le diversità, manifestando senso di responsabilità. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Un pallone per amico Giochi con la palla per migliorare gli schemi motori che caratterizzano la pallamano (presa, tiro, passaggio, palleggio). Novembre - L’ABC della pallamano Esercizi per migliorare le capacità tecniche di base del gioco-sport della pallamano e comprenderne le regole fondamentali. Dicembre - Scherma Avvicinarsi al gioco-sport dello scherma allenando le abilità fondamentali e la rapidità d’esecuzione dei movimenti. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Alla scoperta della palla ovale Attività ludico-motorie per prendere confidenza con il nuovo attrezzo e introduzione delle caratteristiche principali del gioco-sport del rugby. Marzo - Rugby, un gioco da gentiluomini Scoperta dell’altro attraverso il contatto fisico e introduzione delle principali regole del rugby. Aprile - Baseball che passione! Introduzione dei fondamentali individuali del baseball (lancio, presa, impatto). Maggio - Verifiche quadrimestrali 79 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 1a e 2a IRC Obiettivi di Apprendimento DIO E L’UOMO IL LINGUAGGIO RELIGIOSO U Affinare capacità di osservazione dell’ambiente che ci circonda per cogliervi la presenza di Dio Creatore e Padre. U Ricostruire gli aspetti dell’ambiente di vita di Gesù. U Riconoscere nella Chiesa la grande famiglia dei cristiani. U Ricercare e riconoscere i segni che contraddistinguono le feste cristiane del Natale e della Pasqua nell’ambiente. I VALORI ETICI E RELIGIOSI U Rappresentare modi diversi di stare insieme a scuola, con gli amici, in famiglia e nella comunità religiosa. U Riconoscere l’apertura della Chiesa all’intera umanità, secondo il messaggio di Gesù. U Conoscere una nuova realtà scolastica e prendere coscienza dei valori dello stare insieme. LA BIBBIA E L’UOMO U Intuire alcuni elementi essenziali del messaggio di Gesù, attraverso l’ascolto di brani tratti dai Vangeli. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Le cose create da Dio: creare e costruire. Novembre - La creazione opera di Dio. Dicembre - Festa/dono del Natale cristiano. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - L’infanzia di Gesù a Nazaret. Marzo - La Pasqua di Gesù nei racconti evangelici. Aprile - Le parabole e gli incontri di Gesù. Maggio - Verifiche quadrimestrali Obiettivi di Apprendimento DIO E L’UOMO IL LINGUAGGIO RELIGIOSO U Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore, Padre e che fin dalle origini ha stabilito un’alleanza con l’uomo. U Identificare come nella preghiera l’uomo si apra al dialogo con Dio e riconoscere, nel Padre Nostro, la specificità della preghiera cristiana. U Riconoscere i segni cristiani, in particolare del Natale e della Pasqua, nell’ambiente, nelle celebrazioni e nella pietà della tradizione popolare. U Conoscere il significato di gesti e segni liturgici propri della religione cattolica (modi di pregare, di celebrare ecc.). LA BIBBIA E L’UOMO I VALORI ETICI E RELIGIOSI U Leggere, comprendere e riferire alcune parabole evangeliche per cogliervi la novità dell’annuncio di Gesù. U Conoscere gli annunci evangelici riguardo la nascita e la Pasqua di Gesù. U Riconoscere che la morale cristiana si fonda sul comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. U Apprezzare l’impegno della comunità umana e cristiana nel porre alla base della convivenza l’amicizia e la solidarietà. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - La creazione e la rottura dell’amicizia con Dio. Novembre - Rispettare il creato, dono di Dio agli uomini. Dicembre - Il Natale nei Vangeli. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - L’ambiente dove vive Gesù con la sua famiglia e la vita pubblica. Preghiera del Padre Nostro. Marzo - La Pasqua festa della vita nuova in Cristo. Aprile - Le apparizioni di Gesù dopo la Pasqua. Maggio - Verifiche quadrimestrali 80 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 3a e 4a IRC Obiettivi di Apprendimento DIO E L’UOMO LA BIBBIA E LE ALTRE FONTI U Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore, Padre e che fin dalle origini ha stabilito un’alleanza con l’uomo. U Identificare come nella preghiera l’uomo si apra al dialogo con Dio e riconoscere, nel Padre Nostro, la specificità della preghiera cristiana. U Riconoscere i segni cristiani, in particolare del Natale e della Pasqua, nell’ambiente, nelle celebrazioni e nella pietà della tradizione popolare. U Conoscere il significato di gesti e segni liturgici propri della religione cattolica (modi di pregare, di celebrare ecc.). LA BIBBIA E L’UOMO I VALORI ETICI E RELIGIOSI U Conoscere la struttura e la composizione della Bibbia. U Ascoltare, leggere e saper riferire circa alcune pagine bibliche fondamentali, tra cui i racconti della creazione, le vicende e le figure principali del popolo d’Israele, gli episodi-chiave dei racconti evangelici e degli Atti degli Apostoli. U Riconoscere i segni cristiani, in particolare del Natale e della Pasqua, nell’ambiente, nelle celebrazioni e nella pietà della tradizione popolare. U Conoscere il significato di gesti e segni liturgici propri della religione cattolica (modi di pregare, celebrare ecc.). Contenuti principali delle Unità di apprendimento Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Le origini del popolo ebraico (i patriarchi, Giuseppe ecc.). Marzo - Mosè e i dieci comandamenti. Aprile - I Re d’Israele. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - L’origine del mondo (scienza e fede a confronto). Novembre - Le religioni antiche. Le origini del mondo: i miti. Dicembre - Il significato del Natale. Obiettivi di Apprendimento DIO E L’UOMO LA BIBBIA E LE ALTRE FONTI U Descrivere i contenuti principali del credo cristiano. U Sapere che per la religione cristiana Gesù è il Signore, che rivela all’uomo il volto del Padre e annuncia il Regno di Dio con azioni e parole. U Leggere direttamente pagine bibliche ed evangeliche, riconoscendone il genere letterario e individuandone il messaggio principale. U Ricostruire le tappe fondamentali della vita di Gesù, nel contesto storico, sociale, politico e religioso del tempo, a partire dai Vangeli. U Decodificare i principali significati dell’iconografia cristiana. U Saper attingere informazioni sulla religione cattolica anche nella vita dei Santi e in Maria, la madre di Gesù. IL LINGUAGGIO RELIGIOSO U Intendere il senso religioso del Natale e della Pasqua, a partire dalle narrazioni evangeliche e dalla vita della Chiesa. U Individuare significative espressioni d’arte cristiana (a partire da quelle presenti nel territorio) per rilevare come la fede sia stata interpretata e comunicata dagli artisti nel corso dei secoli. U Rendersi conto che la comunità ecclesiale esprime, attraverso vocazioni e ministeri differenti, la propria fede e il proprio servizio umano. I VALORI ETICI E RELIGIOSI U Riconoscere nella vita e negli insegnamenti di Gesù proposte di scelte responsabili in vista di un personale progetto di vita. 81 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione classe 4a e 5a IRC Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Febbraio - La vita pubblica di Gesù. Le parabole e i miracoli. Marzo - I racconti della Pasqua. Aprile - Dalle apparizioni dopo la Pasqua, alla Pentecoste. Maggio - Verifiche quadrimestrali Ottobre - La Palestina al tempo di Gesù. Novembre - Vangeli ed evangelisti. Dicembre - I racconti evangelici del Natale. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Obiettivi di Apprendimento na, per rilevare come la fede sia stata interpretata e comunicata dagli artisti nel corso dei secoli. U Rendersi conto che la comunità ecclesiale esprime, attraverso vocazioni e ministeri differenti, la propria fede e il proprio servizio umano. DIO E L’UOMO U Descrivere i contenuti principali del credo cristiano. U Cogliere il significato dei sacramenti nella tradizione della Chiesa, come segni della salvezza di Gesù e azione dello Spirito Santo. U Riconoscere avvenimenti, persone e strutture fondamentali della Chiesa cattolica sin dalle origini e metterli a confronto con quelli delle altre confessioni cristiane evidenziando le prospettive del cammino ecumenico. U Conoscere le origini e lo sviluppo del Cristianesimo e delle altre grandi religioni individuando gli aspetti più importanti del dialogo interreligioso. LA BIBBIA E LE ALTRE FONTI U Confrontare la Bibbia con i testi sacri delle altre religioni. U Decodificare i principali significati dell’iconografia cristiana. U Saper attingere informazioni sulla religione cattolica anche nella vita dei Santi e in Maria, la madre di Gesù. I VALORI ETICI E RELIGIOSI U Scoprire la risposta della Bibbia alle domande di senso dell’uomo e confrontarla con quella delle principali religioni non cristiane. U Riconoscere nella vita e negli insegnamenti di Gesù proposte di scelte responsabili in vista di un personale progetto di vita. IL LINGUAGGIO RELIGIOSO U Intendere il senso religioso del Natale e della Pasqua, a partire dalle narrazioni evangeliche e dalla vita della Chiesa. U Individuare significative espressioni d’arte cristia- Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Il Cristianesimo delle origini. Novembre - Gli Editti del IV secolo. Il monachesimo. Dicembre - Il Natale nella tradizione cristiana. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Le divisioni all’interno del Cristianesimo (ortodossi, protestanti ecc.). Marzo - La Pasqua ebraica e cristiana. Aprile - La Chiesa Cattolica e le religioni non cristiane. Maggio - Verifiche quadrimestrali 82 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 1 classe prima STORIA, GEOGRAFIA Obiettivi di Apprendimento STORIA GEOGRAFIA USO DELLE FONTI ORIENTAMENTO U Individuare le tracce e usarle come fonti per produrre conoscenze sul proprio passato, su quello degli adulti e della propria comunità. U Muoversi consapevolmente nello spazio circostante, orientandosi attraverso punti di riferimento, utilizzando gli indicatori topologici. ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI LINGUAGGIO DELLA GEOGRAFICITÀ U Riconoscere relazioni di successione e di contemporaneità. U Conoscere la funzione e l’uso di strumenti convenzionali per la misurazione e la rappresentazione del tempo (calendario, linea temporale ecc.). U Rappresentare percorsi e spazi conosciuti. U Usare una semplice simbologia per la rappresentazione dello spazio. PAESAGGIO U Conoscere il territorio circostante attraverso l’approccio percettivo e l’osservazione diretta. STRUMENTI CONCETTUALI U Individuare analogie e differenze tra passato e presente. REGIONE E SISTEMA TERRITORIALE U Comprendere che il territorio è uno spazio che l’uomo ha organizzato e modificato. U Riconoscere nel proprio ambiente di vita le funzioni dei diversi spazi. PRODUZIONE SCRITTA E ORALE U Rappresentare conoscenze e concetti appresi mediante disegni. U Narrare in modo semplice le conoscenze acquisite. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Febbraio - Il tempo passa e poi ritorna L’uso del calendario. La ciclicità del tempo e delle stagioni. I cambiamenti ambientali nelle diverse stagioni. Marzo - L’orto a scuola La ciclicità del tempo nell’osservazione della natura. La rappresentazione di uno spazio. Aprile - Siamo già arrivati? La percezione delle distanze e della durata. Come misurare il tempo e lo spazio. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Scopro la mia scuola Gli indicatori spaziali e temporali. Novembre - Scopro la mia scuola Le relazioni di contemporaneità. Spazi e funzioni. Dicembre - C’era una volta il Natale La narrazione e le fonti come strumento per ricostruire il passato. Gennaio - Verifiche quadrimestrali 83 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 2 classe seconda STORIA, GEOGRAFIA Obiettivi di Apprendimento STORIA GEOGRAFIA USO DELLE FONTI ORIENTAMENTO U Individuare tracce e testimonianze e usarle come fonti per produrre conoscenze sul passato personale e della comunità. U Utilizzare consapevolmente gli indicatori topologici per muoversi e descrivere verbalmente una posizione o un percorso. U Orientarsi in uno spazio noto attraverso l’uso di punti di riferimento fissi. U Arricchire la rappresentazione mentale dello spazio con esplorazioni, osservazioni dell’ambiente, produzioni grafiche. ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI U Verbalizzare e rappresentare graficamente le attività e i fatti vissuti o ricostruiti. U Riconoscere relazioni di successione e di contemporaneità in esperienze vissute e narrate. U Individuare durate, periodi, cicli temporali, trasformazioni in fenomeni ed esperienze personali e non. U Comprendere la funzione e l’uso degli strumenti convenzionali per la misurazione e la rappresentazione del tempo (orologio, calendario ecc.) in riferimento alla propria esperienza. LINGUAGGIO DELLA GEOGRAFICITÀ U Rappresentare gli oggetti e la realtà esperita da più punti di vista. U Rappresentare spazi con simboli e misure arbitrari. PAESAGGIO U Conoscere il territorio prossimo alla scuola attraverso l’approccio percettivo e l’osservazione diretta. U Mettere in relazione gli elementi fisici e antropici che caratterizzano l’ambiente di vita. STRUMENTI CONCETTUALI U Conoscere aspetti del passato recente attraverso l’ascolto o la lettura di storie e racconti. U Ricostruire le esperienze, le attività e i fatti vissuti o narrati rappresentandoli con disegni, linee e schemi temporali. REGIONE E SISTEMA TERRITORIALE U Comprendere che il territorio è uno spazio organizzato per rispondere ai bisogni ed è modificato dalle attività umane. U Riconoscere, nel proprio ambiente di vita, l’organizzazione e le funzioni dei vari spazi. PRODUZIONE SCRITTA E ORALE U Rappresentare e comunicare le conoscenze apprese con linguaggi diversi: verbali e grafici. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Relazioni temporali, causali e spaziali rilevate in elementi, azioni, esperienze vissute e storie ascoltate. Novembre - La durata e la ciclicità. Trasformazioni naturali e non dell’ambiente. Dicembre - Misure e rappresentazioni arbitrarie e convenzionali del tempo e di uno spazio: plastico e pianta. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - La lettura degli indizi e il gioco del detective. Bisogni e spazi dentro la casa. Marzo - La storia personale e l’uso delle fonti. Bisogni e spazi nel quartiere. Reticolo e coordinate. Aprile - Oggetti del passato. Le fonti per ricostruire le storie. Le trasformazioni dell’ambiente nel tempo. Maggio - Verifiche quadrimestrali 84 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 3 classe terza STORIA, GEOGRAFIA Obiettivi di Apprendimento STORIA GEOGRAFIA USO DELLE FONTI ORIENTAMENTO U Riconoscere tracce e fonti per indagare sul passato e interpretare il presente. U Elaborare ipotesi sulla base di tracce e fonti. U Riconoscere e classificare fonti di diverso tipo. U Ricostruire, attraverso le fonti, il passato sia individuale che relativo alla comunità di appartenenza. U Muoversi consapevolmente nello spazio circostante, utilizzando gli indicatori topologici. U Orientarsi nello spazio locale individuando punti di riferimento. U Definire la posizione degli elementi osservati ed estendere la propria carta mentale. ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI LINGUAGGIO DELLA GEOGRAFICITÀ U Rappresentare conoscenze ed esperienze attraverso linguaggi di diverso tipo (orali, scritti, iconografici). U Padroneggiare ordinatori temporali. U Riconoscere permanenze e mutamenti nell’evolversi della cultura umana. U Ricorrere a misurazioni temporali convenzionali. U Manipolare materiali per la ricostruzione esemplificativa di manufatti. U Rappresentare oggetti e ambienti noti in prospettiva verticale. U Tracciare schizzi cartografici e percorsi. U Leggere e interpretare carte di diverso tipo. PAESAGGIO U Conoscere il territorio circostante attraverso l’approccio percettivo e l’osservazione diretta. U Individuare e descrivere gli elementi fisici e antropici che caratterizzano i vari paesaggi, cogliendone le trasformazioni nel tempo. STRUMENTI CONCETTUALI U Interpretare testi di tipo scientifico e narrativo su temi legati alla storia dell’uomo. U Strutturare le conoscenze secondo ordinatori temporali. U Costruire schemi logici e di sintesi. U Confrontare contenuti di tipo storiografico per individuare elementi di continuità ed elementi di discontinuità. REGIONE E SISTEMA TERRITORIALE U Comprendere che il territorio è uno spazio organizzato e modificato dalle attività umane. U Riconoscere nel proprio ambiente di vita le funzioni dei vari spazi e le loro connessioni. U Individuare gli effetti degli interventi umani nel territorio nel corso del tempo. U Sviluppare sensibilità e responsabilità verso il patrimonio naturale e culturale, progettando soluzioni ed esercitando la cittadinanza attiva. PRODUZIONE SCRITTA E ORALE U Esprimere i contenuti appresi in modo personale secondo diverse modalità: in forma orale, scritta e iconica. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - L’origine del mondo. Il racconto mitologico e le ipotesi scientifiche. Osservazione ed esplorazione diretta e indiretta del territorio. Strumenti per organizzare lo spazio. I punti cardinali. Novembre - L’origine della vita. Gli esseri viventi prima della comparsa dell’uomo. Il lavoro del geografo e i suoi strumenti. Le Scienze in aiuto alla Geografia. Dicembre - Gli ominidi e il processo di ominazione. L’iniziale rapporto uomo-ambiente. Il paesaggio della savana e il nostro ambiente. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - L’uomo nel Paleolitico. Dal globo al planisfero. Lettura e interpretazione di carte a varia scala. Marzo - La vita nel Paleolitico: l’economia di sussistenza e i primi strumenti. Le rappresentazioni rupestri. Percorsi nello spazio. I percorsi dei nostri antenati alla scoperta del mondo. Il paesaggio del deserto. Aprile - L’uomo nel Neolitico: l’economia, la tecnica, l’arte. Il villaggio neolitico. Il paesaggio di montagna. Il fiume. Maggio - Verifiche quadrimestrali 85 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 4 classe quarta STORIA, GEOGRAFIA Obiettivi di Apprendimento STORIA GEOGRAFIA USO DELLE FONTI ORIENTAMENTO U Leggere e ricavare informazioni, anche inferenziali, da fonti diverse. U Orientarsi nello spazio e sulle carte. U Ampliare progressivamente le proprie carte mentali, utilizzando fonti diverse. ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI PAESAGGIO U Individuare gli elementi caratterizzanti i quadri di civiltà. U Utilizzare gli elementi per ricostruire alcuni quadri di civiltà del passato antico, usando correttamente la cronologia. U Conoscere, descrivere e interpretare gli elementi caratterizzanti vari tipi di paesaggi. REGIONE E SISTEMA TERRITORIALE U Comprendere il significato polisemico del concetto di regione (amministrativa e naturale). STRUMENTI CONCETTUALI LINGUAGGIO DELLA GEOGRAFICITÀ U Analizzare gli argomenti storici del passato antico individuando permanenze e mutamenti. U Usare il linguaggio della geograficità per acquisire ed esprimere informazioni geografiche. U Individuare problemi nell’organizzazione territoriale italiana. PRODUZIONE SCRITTA E ORALE U Organizzare le informazioni acquisite e comunicarle con codici diversi. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Organizzarsi per vivere meglio L’organizzazione del territorio e del gruppo umano: le conseguenze della rivoluzione neolitica. Le regioni amministrative e le zone climatiche italiane. Novembre - Abitare la propria casa Gli uomini si adattano e sfruttano il territorio. La rivoluzione urbana, le regioni naturali italiane. Dicembre - Un’invenzione senza fine, la città L’Egitto antico. Localizzazione delle città italiane. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Uscire di casa Gli scambi e le vie di comunicazione. I Fenici. Le Alpi. Marzo - Attenzione, si cambia: i grandi cambiamenti I Greci e la cittadinanza. Gli Appennini, il paesaggio come risorsa economica. Aprile - È proprio finita? Le civiltà evolvono e declinano, ma i loro elementi vincenti non scompaiono: risolto un problema, se ne apre un altro. I Greci e la cultura immateriale. I fiumi, risorsa non rispettata. Maggio - Verifiche quadrimestrali 86 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 5 classe quinta STORIA, GEOGRAFIA Obiettivi di Apprendimento STORIA GEOGRAFIA USO DELLE FONTI ORIENTAMENTO U Produrre informazioni con fonti di diversa natura utili alla ricostruzione di un fenomeno storico. U Rappresentare, in un quadro storico-sociale, le informazioni che scaturiscono dalle tracce del passato presenti sul territorio vissuto. U Orientarsi utilizzando la bussola e i punti cardinali. U Estendere le proprie carte mentali al territorio italiano, all’Europa e ai diversi continenti. ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI U Leggere e interpretare vari tipi di carte geografiche. U Utilizzare strumenti tradizionali (carte, grafici, dati statistici, immagini ecc.) e innovativi (telerilevamento e cartografia computerizzata). LINGUAGGIO DELLA GEOGRAFICITÀ U Leggere una carta storico-geografica relativa alle civiltà studiate. U Usare cronologie e carte storico-geografiche per rappresentare le conoscenze. U Confrontare i quadri storici delle civiltà affrontate. PAESAGGIO STRUMENTI CONCETTUALI U Interpretare e confrontare alcuni caratteri dei paesaggi italiani, europei e mondiali, anche in relazione alla loro evoluzione nel tempo. U Conoscere temi e problemi di tutela del paesaggio e progettare azioni di valorizzazione. U Usare il sistema di misura occidentale del tempo storico (avanti Cristo-dopo Cristo) e comprendere i sistemi di misura del tempo storico di altre civiltà. U Elaborare rappresentazioni sintetiche delle società studiate, mettendo in rilievo le relazioni fra gli elementi caratterizzanti. REGIONE E SISTEMA TERRITORIALE U Consolidare il concetto di regione geografica (fisica, climatica, storica, economica). U Analizzare in termini di spazio le interrelazioni tra fatti e fenomeni demografici, sociali ed economici di portata nazionale, europea e mondiale. U Utilizzare modelli interpretativi di assetti territoriali. PRODUZIONE SCRITTA E ORALE U Confrontare aspetti caratterizzanti le diverse società studiate anche in rapporto al presente. U Ricavare e produrre informazioni da grafici, tabelle, carte storiche, reperti iconografici e consultare testi di genere diverso: manualistici e non, cartacei e digitali. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Il Mediterraneo e la nascita della cultura greca L’ambiente geografico: isole e penisole. L’organizzazione delle poleis. La vita quotidiana. Novembre - La Magna Grecia Inquadramento geografico dell’Italia meridionale e insulare. Origine del toponimo Italia. Le colonie greche e i rapporti con la madrepatria. Dicembre - I popoli italici Inquadramento geografico dell’Italia settentrionale. I primi abitatori delle Alpi, i Terramaricoli, i Liguri. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Gli Etruschi Inquadramento geografico dell’Italia centrale. Aspetti della cultura e della società etrusca. Marzo - Le origini di Roma Leggenda e realtà storico-geografica della fondazione. Aprile - La Roma imperiale Aspetti della cultura e della società romana. Utilizzo delle carte storiche. Espansione dell’Impero. Maggio - Verifiche quadrimestrali 87 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 1 classe prima SCIENZE, MATEMATICA Obiettivi di Apprendimento ARITMETICA U Iniziare a conoscere la nozione di percorso. U Contare eventi o oggetti, a voce e mentalmente, in senso progressivo e regressivo, entro il 20. Sviluppare diverse rappresentazioni mentali dei numeri interi (in senso insiemistico, attraverso la linea dei numeri, attraverso misure di lunghezza). U Leggere e scrivere i numeri in notazione posizionale, entro il 20, confrontarli e ordinarli. U Iniziare a conoscere le operazioni di addizione e sottrazione, entro il 20. LOGICA U Classificare figure e oggetti in base a una o più proprietà. U Iniziare a conoscere il significato logico della negazione di una proprietà. STATISTICA E PROBABILITÀ U Rappresentare relazioni e dati attraverso istogrammi. U Conoscere il significato degli attributi certo, possibile, impossibile riferiti a un evento. GEOMETRIA SCIENZE NATURALI E TECNOLOGIA U Comunicare la posizione di oggetti nello spazio fisico, usando termini adeguati (sopra/sotto, davanti/ dietro, destra/sinistra, dentro/fuori). U Avere una conoscenza percettiva, attraverso la manipolazione e il disegno, di alcune figure geometriche nel piano e nello spazio. U Conoscere la differenza fra esseri viventi e non viventi. U I cinque sensi. U Conoscere attraverso tutti i sensi le parti delle piante e degli animali. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Simmetrie delle figure geometriche. Piccole somme e memorizzazione. Attività parallela non scritta: numeri entro il centinaio. Gli animali. Marzo - Disegno geometrico e decorazioni. Rappresentazione dei dati: istogrammi. Semplici sottrazioni, memorizzazioni. Le piante. Aprile - Disegno geometrico: costruzione di vetrate. Problemi: addizioni in colonna. Usiamo i sensi. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Significato e scrittura degli interi: il numero nel senso della lunghezza e gli insiemi. Classificazione di oggetti. Primo approccio alle figure geometriche. I sensi. Novembre - Disegno geometrico. Significato e scrittura degli interi: la linea dei numeri. Le parti della pianta. Dicembre - Binomi del 10. Disegno geometrico e composizione di forme. Viventi e non viventi. 88 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 2 classe seconda SCIENZE, MATEMATICA Obiettivi di Apprendimento U Avere una conoscenza percettiva delle nozioni di simmetria centrale e assiale. U Eseguire semplici percorsi a partire dalla descrizione verbale o dal disegno. ARITMETICA U Contare eventi o oggetti, a voce e mentalmente, entro il 100. Sviluppare diverse rappresentazioni mentali dei numeri interi (in senso insiemistico, attraverso la linea dei numeri, attraverso misure di lunghezza). U Leggere e scrivere i numeri in notazione posizionale, entro il 100, confrontarli e ordinarli. U Conoscere le quattro operazioni, con particolare riguardo alla memorizzazione delle somme di numeri entro il 20 e alle tabelline della moltiplicazione entro il 100. LOGICA U Classificare numeri, figure, oggetti in base a una o più proprietà. U Conoscere il significato logico della negazione di una proprietà. STATISTICA E PROBABILITÀ U Prime esperienze di probabilità attraverso istogrammi e ideogrammi. GEOMETRIA SCIENZE NATURALI E TECNOLOGIA U Iniziare a costruire il quaderno di Geometria, introducendo la nomenclatura specifica riguardo alle rette e ai segmenti e ad alcune figure geometriche. U Avere una conoscenza percettiva, attraverso la manipolazione e il disegno, di alcune figure geometriche nel piano e nello spazio. U La materia. U Eseguire misure di lunghezza. U Comprendere i fenomeni atmosferici. U Iniziare a conoscere il regno animale. U Scoprire le interazioni fra acqua e piante. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Scrittura degli interi fino al 100, la notazione posizionale, il doppio e la metà. I nomi delle figure geometriche. Memorizzazione dei fatti aritmetici: le somme. L’aria. Novembre - Il quaderno di Geometria. Algoritmi per le quattro operazioni: somma e sottrazione. Fenomeni atmosferici. Dicembre - Ancora memorizzazioni: i binomi. Simmetrie delle figure piane con gli incastri. Moltiplicazioni e rettangoli. Le piante. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Misure di lunghezza. Memorizzazione dei fatti aritmetici: le moltiplicazioni. Attributi e classificazioni. Le piante. Marzo - Percorsi. Simmetrie con specchi e carta piegata. Prime proprietà delle operazioni. Gli animali. Aprile - La divisione in senso geometrico. Algoritmi per le quattro operazioni: moltiplicazione. Linee rette, curve, spezzate. Costruzione del museo delle misure: il righello. Maggio - Verifiche quadrimestrali 89 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 3 classe terza SCIENZE, MATEMATICA Obiettivi di Apprendimento U Avere una conoscenza percettiva di alcune trasformazioni isometriche del piano. U Eseguire semplici percorsi a partire dalla descrizione verbale o dal disegno, descrivere un percorso e dare istruzioni affinché qualcuno compia un percorso. U La nozione di perimetro. ARITMETICA U Contare eventi o oggetti, a voce e mentalmente. U Sviluppare diverse rappresentazioni mentali dei numeri interi (in senso insiemistico, attraverso la linea dei numeri, attraverso misure di lunghezza). U Leggere e scrivere i numeri in notazione posizionale, confrontarli e ordinarli. U Iniziare a conoscere le frazioni e i numeri decimali. U Conoscere con sicurezza le quattro operazioni. U Conoscere e scoprire alcune semplici regolarità e proprietà delle tabelline. LOGICA U Classificare numeri, figure, oggetti in base a una o più proprietà con particolare riguardo alla classificazione di figure geometriche. STATISTICA E PROBABILITÀ GEOMETRIA U Esperienze di probabilità e statistica attraverso sistemi classici (monete, dadi). U Costruzione del quaderno di Geometria, introducendo la nomenclatura specifica riguardo a coppie di rette, angoli e alcune figure. U Avere una conoscenza percettiva, attraverso la manipolazione e il disegno, di alcune figure geometriche. SCIENZE NATURALI E TECNOLOGIA U Eseguire misure di grandezze fisiche. U I regni della natura. U Gli ecosistemi e le diversità dei viventi. U Imparare a osservare e classificare. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Febbraio - Introduzione alle frazioni. Rette parallele e quadrilateri. La moltiplicazione con il moltiplicatore a due cifre. I funghi. Marzo - Le frazioni. Prima introduzione ai numeri decimali. Perimetro. Grandezze fisiche. Aprile - Frazioni di una quantità. Uguaglianza, similitudine, equivalenza. Numeri decimali. Poligoni. Le piante. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Numeri entro il 1000. Linee rette e curve. Riscopriamo le tabelline. I regni della natura. Novembre - Proprietà dell’addizione. Moltiplicazioni in colonna. Rette e semirette. Rette incidenti e parallele. Gli ecosistemi. Dicembre - Divisione in colonna: divisore di una cifra. Proprietà della sottrazione. Gli angoli. Parti del corpo degli animali. Gennaio - Verifiche quadrimestrali 90 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 4 classe quarta SCIENZE, MATEMATICA Obiettivi di Apprendimento U Conoscere alcune trasformazioni isometriche del piano. U Determinare il perimetro e l’area dei triangoli e dei principali quadrilateri. ARITMETICA U Leggere e scrivere i numeri interi in notazione posizionale, confrontarli e ordinarli. U Conoscere le quattro operazioni e le loro proprietà, valutando in situazioni concrete l’opportunità di fare uso di algoritmi mentali o scritti oppure della calcolatrice. U Conoscere e scoprire alcune proprietà delle tabelline. U Distinguere multipli e divisori. U Conoscere notazioni numeriche non posizionali per i numeri interi. U Conoscere i numeri decimali e operare con essi. U Conoscere le frazioni, eseguire operazioni sulle frazioni e saper applicare le frazioni a situazioni concrete. U Confrontare e ordinare numeri decimali e frazioni. LOGICA U Conoscere l’alternativa vero/falso per gli enunciati. U Adoperare correttamente congiunzione, disgiunzione e negazione. U Rappresentare enunciati attraverso circuiti. STATISTICA E PROBABILITÀ U Fare esperienze di probabilità e statistica attraverso sistemi classici (monete, dadi). U Rappresentare dati attraverso istogrammi e ideogrammi. U Conoscere media, moda e mediana. U Operare con le percentuali. SCIENZE NATURALI E TECNOLOGIA GEOMETRIA U Eseguire misure di grandezze fisiche. U Individuare le proprietà di alcuni materiali. U Aria e acqua. U Funzioni di animali e piante. U Autotrofi ed eterotrofi. U Energia e calore. U Introdurre la nomenclatura specifica riguardo alle principali figure geometriche piane e solide. U Avere una conoscenza percettiva, attraverso la manipolazione e il disegno, di alcune figure geometriche e dei rapporti che intercorrono tra esse. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Febbraio - Decimali e frazioni. Perimetro. Logica: enunciati e circuiti. Energia: il calore. Marzo - Problemi con frazioni e numeri decimali. Divisori e multipli, divisibilità. Area e pavimentazioni. Simmetria. Piante: il fiore. Aprile - Peso netto, lordo e tara. Ricavo, guadagno e spesa. Statistica: media, moda e mediana. Aree di triangoli e quadrilateri. Animali: le ali. Maggio - Verifiche quadrimestrali Settembre - Accoglienza Ottobre - Numeri entro il milione. Operazioni con i numeri naturali e loro proprietà. Angoli, segmenti e rette. Piano cartesiano. L’aria. Novembre - La divisione in colonna. Frazioni. Poligoni concavi e convessi. Classificazione dei triangoli. Misure di grandezze fisiche/1. Dicembre - Espressioni e problemi. Numeri decimali. Quadrilateri. Misure di grandezze fisiche/2. Gennaio - Verifiche quadrimestrali 91 Speciale Progettazione 2013-2014 Progettazione 5 classe quinta SCIENZE, MATEMATICA Obiettivi di Apprendimento altre figure per scomposizione o utilizzando le più comuni formule. U Riconoscere rappresentazioni piane di oggetti tridimensionali, identificare punti di vista diversi di uno stesso oggetto (dall’alto, di fronte ecc.). U Conoscere la nozione di volume e saper determinare superficie e volume di alcuni solidi. ARITMETICA U Eseguire le quattro operazioni con sicurezza, valutando l’opportunità di ricorrere al calcolo mentale, scritto o con la calcolatrice. U Eseguire la divisione con resto tra numeri naturali, individuare multipli e divisori di un numero. U Conoscere le potenze. U Stimare il risultato di un’operazione. U Operare con le frazioni e i decimali. U Interpretare i numeri interi negativi in contesti concreti. U Rappresentare i numeri conosciuti sulla retta. LOGICA U Conoscere alcuni circuiti logici. U Negare correttamente un enunciato. STATISTICA E PROBABILITÀ U Rappresentare relazioni e dati e, in situazioni significative, utilizzare le rappresentazioni per ricavare informazioni. U Usare le nozioni di frequenza, moda e media aritmetica. GEOMETRIA U Descrivere, denominare e classificare figure geometriche, identificando elementi significativi e simmetrie, anche al fine di farle riprodurre da altri. U Utilizzare il piano cartesiano per localizzare punti. U Costruire e utilizzare modelli materiali nello spazio e nel piano come supporto a una prima capacità di visualizzazione. U Confrontare e misurare angoli utilizzando proprietà e strumenti. U Determinare il perimetro di una figura utilizzando le più comuni formule o altri procedimenti. U Determinare l’area di rettangoli e triangoli e di SCIENZE NATURALI E TECNOLOGIA U Eseguire misure di grandezze fisiche, anche passando da un’unità di misura all’altra. U Il sistema Terra-Sole-Luna. U Grandi numeri in natura. U Atomi e molecole. U Le cellule. U Il corpo umano: organi e apparati. Contenuti principali delle Unità di apprendimento Settembre - Accoglienza Ottobre - Introduzione ai numeri superiori al milione. Le potenze: quadrati e cubi dei numeri. Legame con la scrittura posizionale. Operazioni con i decimali e loro proprietà. Triangoli, quadrilateri e il loro perimetro. Il sistema Sole-Terra. Novembre - Multipli e divisori, numeri primi. Espressioni aritmetiche e problemi. Misura dell’angolo. Angoli interni di un triangolo. Area di triangoli e quadrilateri. La cellula. Dicembre - Numeri negativi. Statistica e rappresentazioni di dati. Calcolo dell’area per scomposizione. Elementi del cerchio. I tessuti. Gennaio - Verifiche quadrimestrali Febbraio - Frazioni. Percentuali e areogrammi. Poligoni regolari, costruzione di figure piane. Grandezze fisiche. Marzo - Spesa, ricavo, guadagno. Area del cerchio e lunghezza della circonferenza. Il volume. Informatica: disegnare con GeoGebra. Aprile - Organi e apparati. Nomenclatura di solidi: superficie e volume del parallelepipedo. Esperienze di probabilità. Aritmetica e Geometria. Simmetria e trasformazioni del piano. Organi e apparati. Maggio - Verifiche quadrimestrali 92 Speciale Progettazione 2013-2014 Accoglienza 3 classe terza QUA LA MANO: SI TORNA A SCUOLA! L’accoglienza riveste un ruolo fondamentale per i bambini che riprendono la vita scolastica e necessitano di un clima sereno, nel quale poter affrontare gli impegni con gradualità, vivere spazi accoglienti e soprattutto sentirsi riconosciuti e accettati. Particolare attenzione andrà riservata nel caso di alunni al loro primo ingresso nella nostra classe: saranno curiosi, ma anche un po’ disorientati. In generale, quest’atteggiamento di accoglienza – che favorisce inserimento e integrazione – sarà rivolto a ciascun bambino, prevedendo tempi distesi e opportunità di conoscenza reciproca, dei loro progressi e delle loro nuove esperienze. Le attività proposte intendono ricreare il senso di appartenenza al proprio gruppo-classe, stimolare i bambini a riconoscere e a esprimere i propri stati d’animo e le emozioni legate al momento del rientro scolastico, migliorare la conoscenza reciproca fra i compagni, rinforzare i legami, riconoscere e apprezzare le caratteristiche positive di ciascun appartenente al gruppo-classe. Tanti bambini, tanti colori Per rendere la classe più colorata e accogliente, pronta per il primo ingresso dei bambini, possiamo utilizzare dei classici palloncini colorati. Dopo averli gonfiati (per farli volare è necessario gonfiarli con dell’elio, in commercio si trovano kit adatti a queste occasioni), possiamo personalizzarli legando a ciascun palloncino il nome di ogni bambino scritto in verticale su un foglio colorato diviso a metà. Oppure, con delle mollettine, possiamo fissare su fili già predisposti i fogli con scritti i nomi di tutti, compresi quelli degli insegnanti. Una ghirlanda di mani Giochiamo La ghirlanda di mani Materiali: sALCUNICARTONCINICOLORATIFORMATO! sUNAPPENDICARTELLI sFORBICI sCOLLA Chiediamo ai bambini di scegliere il cartoncino del colore che preferiscono, ricordando che la nostra ghirlanda sarà ancora più bella se formata da tutti i colori. Mostriamo loro come sia possibile realizzare due mani con un solo cartoncino per non sprecare la nostra preziosa amica carta. I nostri alunni si conoscono ormai da due anni: hanno stabilito relazioni e legami che tendono a diventare stabili e a volte esclusivi. Approfittiamo di questi momenti e attività per rimettere in gioco le sperimentate e rassicuranti coppie, proponendo ai bambini di chiedersi quale compagno lo scorso anno abbiano conosciuto e frequentato meno rispetto agli altri e che vorrebbero invece conoscere meglio. Formate le coppie, invitiamole a tracciare sul foglio colorato il contorno di entrambe le mani con le dita ben distese, ritagliamole poi con cura. Da un cartoncino abbastanza spesso ricaviamo un anello che faccia da base per la nostra ghirlanda: un sostegno sul quale incolleremo le manine, tutte con il pollice verso il centro. L’anello di cartone non dovrà essere molto largo, la sovrapposizione delle mani dovrà infatti coprirlo interamente rendendolo invisibile. Quando il lavoro sarà perfettamente asciutto incolliamo dietro l’anello un appendicartelli e fermiamolo sulla nostra porta. Ritagliamo sempre su carta colorata le lettere per comporre la scritta: “Benvenuti in terza …” Le ghirlande di fiori sono solitamente un segno di affetto, date spesso ai visitatori come simbolo di benvenuto e usate in molte occasioni per fare gli auguri. Proponiamo ai bambini di realizzare una ghirlanda di mani: strumenti preziosi, che ci permettono di realizzare le nostre azioni, i nostri pensieri, positivi e negativi, con i quali possiamo fare cose meravigliose come scrivere, disegnare, accarezzare… e proprio con le nostre mani vogliamo dare il benvenuto a chiunque entri nella nostra classe (box Giochiamo). OtTFUUFNCSFtBOOP 93 Accoglienza 3 classe terza Buon viaggio 94 Invitiamo i bambini a riflettere, grazie anche al Testo 1, sul fatto che l’anno scolastico che sta iniziando è come un lungo viaggio che faremo tutti insieme e che sarebbe bello documentare componendo un libro, il nostro diario di viaggio. Un diario che raccoglierà i momenti più belli passati insieme, le nostre uscite, i laboratori, i nostri compleanni, i lieti eventi ecc. Scegliamo insieme il titolo da dare al nostro diario: Viaggio in terza, Alla scoperta della terza o semplicemente Diario di bordo. Mettiamo ai voti le differenti proposte dopo aver chiesto ai bambini di riflettere e scegliere il titolo più adeguato al libro che stiamo per realizzare, raccomandiamoci che non si facciano influenzare dalle scelte degli amici: reintroduciamo così una modalità responsabile e democratica di gestione delle scelte. Proponiamo ai bambini di comporre il diario scegliendo di volta in volta i fogli più adatti alla situazione: fogli a righe per scrivere, bianchi o colorati per disegnare o sui quali incollare fotografie, biglietti di musei, ricordi di uscite, mappe dei nostri viaggi, articoli di quotidiani locali che ci hanno colpito... senza preoccuparci troppo per la copertina, che potremo poi personalizzare con un collage di fotografie, immagini, disegni o ritagli di carte da regalo. Per iniziare il nostro diario invitiamo ciascun bambino a scrivere un saluto di benvenuto ai propri compagni e decoriamo la pagina con un disegno, un collage, senza dimenticare la nostra firma. Poi proponiamo ai bambini di raccontare sul diario che cosa dispiace loro aver lasciato nel tempo delle vacanze: un amichetto, il mare, le lunghe passeggiate... e che cosa invece non vedevamo l’ora di ritrovare a scuola. Questi lavori, che avremo poi modo di sistemare insieme, abbellire, condividere, ci aiuteranno ad avere il quadro globale della classe, a evidenziare eventuali situazioni di ansia o paure, ma anche punti di forza sui quali far leva per impostare il lavoro dell’anno. Chiediamo poi ai bambini di scrivere su un altro foglio che cosa piacerebbe loro accadesse nel corso dell’anno e che cosa eventualmente proprio non vorrebbero che accadesse. Leggiamo e condividiamo i pensieri di ciascun bambino prima di trasferirli nel diario, confrontiamoli, evidenziamo come nel gruppo si possano avere punti di vista diversi, ma anche aspettative simili, uguali desideri, paure condivise anche con chi non sospettavamo. Quest’attività li aiuterà a comprendere l’utilità e il valore della conoscenza dell’altro, del confronto, farà sentire ciascuno protagonista del percorso comune e per noi insegnanti sarà una guida per programmare e orientare la rotta. Indipendentemente dalle attività proposte per l’accoglienza, il diario potrà continuare a raccogliere bei momenti durante tutto il corso dell’anno. Si potrà utilizzare in molti modi: facendone una copia per ciascun bambino come lavoro conclusivo, regalandolo alla biblioteca di scuola o semplicemente tenendolo tra i libri in aula: il libro della classe. Testo 1 Si torna a scuola B ella l’estate, bella la vacanza niente sveglia, corse e impegni il tempo avanza. Che belle le passeggiate, i giochi all’aperto, i bagni al mare… ma dai compagni volevo tornare. Nella mia classe, nella mia scuola dove si lavora ma il tempo vola. Leggiamo, scriviamo, impariamo a contare, giochiamo, ridiamo, impariamo a fare. Fare amicizia, far pace e poi litigare, a scuola insieme impariamo a stare. Libri, quaderni, penne e matite, a scuola scriviamo le nostre vite. Scriviamo bene, con gioia, senza fretta, giorno per giorno una paginetta. Giorni felici, giorni spesi bene, giorni in cui impariamo che è bello stare insieme. Buon viaggio! OtTFUUFNCSFtBOOP Accoglienza 3 classe terza Giochiamo Giocare è bello! Passiamo ora a proporre dei giochi per creare un clima di gruppo, per incrementare coesione e affiatamento, elementi indispensabili per il nostro viaggio. Questi giochi aiutano a superare eventuali blocchi rispetto al contatto fisico con i compagni, sollecitano in modo divertente alla collaborazione e alla cooperazione tra i membri del gruppo e a riscoprire e muovere parti del corpo un po’ trascurate. 3ALUTIAMOCICOME Proponiamo come ambiente per i nostri giochi spazi all’aperto o la palestra. Facciamo muovere i bambini nello spazio secondo il ritmo di una musica vivace. Quando l’insegnante interrompe la musica, i due bambini che si trovano vicini si dovranno salutare secondo l’indicazione dell’insegnante: come due bambini a scuola al ritorno dalle vacanze, come la maestra e la mamma quando si incontrano all’uscita, come marito e moglie che tornano a casa la sera, come due robot, come i nonni quando incontrano i vicini ecc. Facciamo proporre ai bambini altre possibili forme e rituali di saluto, lasciamo scatenare la loro fantasia e favorire il continuo scambio delle coppie. Una possibile e divertente variante del gioco sarà quella di mimare i saluti. 95 !LZIAMOCIINSIEME Questo gioco ha come obiettivo la cooperazione, il contatto fisico e la sintonia. È un gioco di cooperazione che richiede e permette di valutare anche l’abilità fisica del gruppo. Chiediamo ai bambini di dividersi in coppie della stessa altezza. Ogni coppia si siederà sul pavimento, schiena contro schiena, le braccia intrecciate con quelle del compagno, le gambe raccolte e i piedi ben puntati a terra. Spieghiamo ai bambini che per potersi alzare senza perdere l’equilibrio dovranno partire nello stesso momento, cercando di equilibrare la spinta che partirà dai piedi. I bambini sperimenteranno presto che il gioco non funziona se uno spinge più dell’altro, se non si inizia a spingere concordando il via, in poche parole, se non c’è sintonia. Quando le coppie avranno acquisito un po’ di pratica potremo formare dei quartetti, che cercheranno di alzarsi insieme in quattro, poi magari in otto e così via; l’insegnante valuterà se le capacità fisiche e la sintonia tra compagni lo permetteranno. Facciamo notare ai bambini che alzarsi insieme, aumentando sempre di numero, richiede molta coesione e destrezza, un po’ come il viaggio che a scuola stiamo vivendo insieme. OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe terza Area linguisticoessiva artistico-espr italiano Clicka le tue vacanze Luciano Poli Michele Noricini I primi giorni di scuola non rappresentano per tutti gli alunni un’esperienza semplice: bisogna abbandonare le abitudini, i riti e i ritmi delle giornate estive, riassumere in prima persona il senso di responsabilità e gli impegni da perseguire, dedicare energie e tempo anche a ciò che a prima vista pare non piacere troppo… Altri alunni, invece, vedono l’inizio della scuola come la piacevole ripresa della vita in gruppo, sentono l’entusiasmo di ricreare legami, relazioni e amicizie con i compagni e gli insegnanti. In tutti, comunque, persistono ricordi ed emozioni legati alle esperienze estive e alle avventure vissute con altri amici e compagni: espe- rienze che spesso si desidera comunicare e condividere. Proponiamo, allora, di utilizzare questi primi giorni per dare ai bambini la possibilità di allontanarsi gradualmente dalla vita estiva, creando aspettative e pensieri positivi da proiettare sul nuovo anno scolastico. Le attività che di seguito suggeriamo, ci permetteranno di osservare se gli alunni, dopo la pausa estiva, hanno consolidato le conoscenze e le competenze acquisite negli anni precedenti relativamente alle specifiche abilità linguistiche (ascoltare e parlare, leggere, scrivere, riflettere sulla lingua). Acquisiremo così importanti dati conoscitivi utili per impostare il percorso progettuale e didattico dell’anno che sta iniziando. www Ulteriore m ate è a disposiz riale ione nel sito www.lascu ola nella sezion .it e RIVISTE Vacanze in Power Point Il primo giorno chiediamo agli alunni di portare (se non è già avvenuto spontaneamente) o, ancora meglio, di utilizzare la mail per spedire a scuola, con l’aiuto dei genitori, una cartolina o una fotografia che ricordi le loro vacanze: immagini di località, situazioni o oggetti, scattate durante l’estate. Con i materiali pervenuti procederemo a montare, utilizzando, ad esempio, Power Point, una sequenza di immagini che verranno presentate sulla LIM o sul computer. Chiederemo a ogni bambino di raccontare brevemente l’esperienza che lo lega all’immagine che ha scelto (Scheda 1). Può essere utile proporre inizial- Scheda 1 LE MIE VACANZE IN UNA FOTO È stata scattata a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . U Con me c’era/c’erano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................................................................... U Mi ricordo che . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................................................................... U La foto mi emoziona ancora perché . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ............................................................................................... ............................................................................................... U 96 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe terza Italiano mente i seguenti input: questa immagine si riferisce a…, questa foto mi ricorda… oppure vi racconto un episodio particolare… Durante le presentazioni, valuteremo se l’alunno si attiva spontaneamente alla conversazione, se aspetta il suo turno, se ascolta i compagni, se pone domande pertinenti per ottenere chiarimenti, se si esprime con chiarezza e con un lessico adeguato. wer Point dell’immagine precedentemente selezionata. In questo modo potremo accertare il punto di partenza di ciascun alunno nella produzione scritta autonoma. Per facilitare l’attività forniremo una semplice traccia. Immagini, parole, musica Selezioniamo con gli alunni uno o più brani musicali per sonorizzare la presentazione in Power Point. Faremo notare che la musica deve contribuire a rinforzare o sottolineare i messaggi veicolati dalle immagini e dai testi. Il materiale prodotto potrà Le parole per dirlo Creato il contesto, proporremo di scrivere un breve testo-didascalia da abbinare alla presentazione in Po- essere presentato ai compagni delle altre classi e ai genitori in occasione del primo incontro dell’istituto. Avventure estive Presenteremo il brano Un’avventura incredibile, che utilizzeremo per uno specifico compito di lettura (Scheda 2) e la Scheda 3 di pagina 98 per un esercizio di grammatica. A che punto siamo Per consentire agli alunni di cogliere i rispettivi punti di partenza, li orienteremo a compilare la Scheda per l’autovalutazione (a pag. 98). Scheda 2 1. Leggi ad alta voce il testo. UN’AVVENTURA INCREDIBILE Che notte straordinaria! Il nostro caposquadra è entrato nella tenda e ci ha detto di vestirci di corsa per il raduno per il gioco di notte. Abbiamo fatto il raduno in mezzo al campeggio dove il signor Rastrello, il direttore, ci aspettava. «Cari bambini, il signor Ginocchio, il nostro ragioniere, se n’è andato con la bandiera del campeggio. Dovete ritrovarlo e riportare qui la bandiera. Vi organizzerete a squadre e la squadra che riporterà la bandiera per prima vincerà una razione supplementare di cioccolata. Il signor Ginocchio ci ha lasciato queste indicazioni: “Sono partito in direzione del bosco e davanti a tre sassi bianchi me ne sono andato fra i campi”. Con queste istruzioni, i più astuti ritroveranno il signor Ginocchio». Eravamo davvero contenti: giocare di notte è un’avventura incredibile. Subito dopo, però, ha cominciato a piovere forte e il signor Rastrello ha sospeso il gioco. Il ragioniere Ginocchio è ritornato l’indomani mattina, con la bandiera, nella macchina di un agricoltore: si era nascosto nel bosco e, quando aveva iniziato a piovere, aveva cercato di tornare al campeggio. Ma si era perso, si era messo a gridare e aveva fatto abbaiare il cane dell’agricoltore che così era riuscito a trovare il signor Ginocchio e a riportarlo nella sua fattoria per asciugarlo e fargli passare la notte. Quello che non ci hanno detto, è se avevano dato all’agricoltore la razione supplementare di cioccolata. Eppure gli spettava! Tratto e ridotto da: J.-J. Sempé, R. Goscinny, Le vacanze di Nicola, Emme, Milano 1980 2. Rispondi alle domande. U Perché si parla di “notte straordinaria”? U'LIGSWEWMKRM½GEP´IWTVIWWMSRI±ZIWXMVWMHMGSVWE²# U Che cosa s’intende con l’espressione “passare la notte”? U4IVGLqEPP´EKVMGSPXSVIWTIXXEZEPEVE^MSRIWYTTPIQIRXEVIHMGMSGGSPEXE# U7TMIKEMPWMKRM½GEXSHIPPITEVSPIIZMHIR^MEXIRIPXIWXSraduno, supplementare, incredibile. 97 OtTFUUFNCSFtBOOP 3 didattica classe terza Italiano Scheda 3 1. Leggi il brano, sottolinea le parole che fanno scatenare la macchina ammazza-errori e riscrivile correttamente. Il professor Grammaticus con la sua macchina ammazza-errori ordinò un tè. «Ci vuole il limone o una sprussatina di latte?» La macchina si mise subito al lavoro e a momenti portava via il naso del cameriere. «Aiuto! C’è un passo che mi vuole ammassare!» Sbloff! Di nuovo la macchina diede una sberla al cameriere, proprio sull’orecchio sinistro. Una folla di curiosi si era radunata per assistere al duello fra il cameriere e la macchina. Dopo infiniti sforzi il professor Grammaticus riuscì a calmare la sua macchina. «Ce l’ha la licensa, altrimenti mi deve lassiare un documento!» “Cielo, un vigile urbano!”, pensò il professore e tenne ben stretta la macchina pronta a colpire il vigile. Tratto e ridotto da: G. Rodari, Il libro degli errori)MREYHM8SVMRS ............................................................................................... ............................................................................................... ............................................................................................... ............................................................................................... ............................................................................................... ............................................................................................... Scheda per l’auto-valutazione Colora, nelle diverse righe, un numero di quadretti corrispondente al grado di sicurezza che ti sembra di possedere. Nell’ultima scrivi le tue valutazioni. Mi sento sicuro? Ascoltare e parlare Leggere Scrivere Giocare con le parole Mi serve più esercizio in ....................................................................... ....................................................................... 98 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe terza 3 www Area matematico-tecnologica scientifico ca, Scienze, Tecnologia Matemati Anna Maria Bianconi Lucia Gatta Matematica Moltiplicare Riprendiamo il lavoro del nuovo anno scolastico, con un’esperienza che coinvolge tutti i bambini: dobbiamo cercare il “posto giusto” di qualcosa che fa parte di un tutto, che costruiamo assieme. Si tratta di ricomporre, con i rettangoli della moltiplicazione costruiti l’anno precedente (cfr. SIM 7 p. 55), la Tavola di controllo della moltiplicazione (cfr. sito Risorsa 1) in cui sono riportate tutte le tabelline dall’1 al 9. Sono rettangoli la cui area rappresenta i prodotti, dal piccolo quadratino 1x1 fino al rettangolo più grande 9x10. Sul nostro sito (cfr. sito Risorsa 2) si trova descritto il procedimento per la costruzione dei rettangoli. Disponiamoci intorno a due tavoli uniti, distribuiamo una figura a ogni bambino e chiediamogli di osservarla e di dire a quale moltiplicazione corrisponde. È importante scegliere un modo uguale per tutti di posizionare il rettangolo: facciamo ruotare il rettangolo così che la diagonale vada dal vertice in alto a destra a quello in basso a sinistra: in questo modo sarà facile per tutti trovare le figure che fanno parte di una stessa colonna. Il colore del triangolo in alto a sinistra corrisponde al colore del primo fattore, quello del triangolo in basso a destra al secondo fattore. Un rettangolo fuxia e giallo indica il prodotto di Ulteriore m ate è a disposiz riale ione nel sito www.lascu ola nella sezion .it e RIVISTE Ripassiamo con i rettangoli 4x5: insieme possiamo verificare che è composto di 20 quadratini che sono il risultato della moltiplicazione 4x5. Chiediamo quindi ai bambini dove dobbiamo posizionare questo rettangolo: quarta colonna quinta riga. Con le prime figure dovremo intervenire noi insegnanti per aiutare i bambini a immaginare le giuste distanze tra le colonne e le righe, dopo poco ci riusciranno da soli. A turno, i bambini prendono tutti i rettangoli e li posizionano sul banco. Quando il lavoro è stato completato, mettiamoci tutti dallo stesso lato del tavolo in modo da avere davanti a noi la visione completa della distribuzione (fig. 1). Osserviamola con attenzione: in alto a sinistra c’è il primo quadratino, la figura più piccola 1x1=1. Poi gradualmente le figure aumentano di dimensione, sempre di più, andando verso destra e verso il basso, fino ad arrivare al rettangolo più grande 10x10=100 posizionato nell’an- golo opposto a quello piccolo 1x1. Prendiamo la Tavola di controllo e cerchiamo la corrispondenza tra le figure e le moltiplicazioni scritte nelle varie colonne e righe (fig. 2). Un bambino sceglie una moltiplicazione sulla Tavola, 4x3, un altro bambino cerca il rettangolo che la riproduce individuando colonna e riga e dice il prodotto che si verifica sulla Tavola o viceversa; un bambino prende a caso un rettangolo, ad esempio, quello i cui colori indicano l’operazione 7x8, dice qual è il prodotto e l’altro ne verifica l’esattezza sulla Tavola. In questo modo iniziamo il ripasso delle tabelline che ci accompagnerà, con modalità diverse, per tutto l’anno scolastico. Inoltre, lavorando con le moltiplicazioni per dieci, ripassiamo il fatto che il risultato è dato dall’aggiunta di uno zero al primo numero. Per mettere via il materiale, usiamo una scatola o una busta. Facciamo raccogliere a un bambino tutta la *MKYVE *MKYVE 99 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe terza tabellina dell’1 e uniamo i rettangoli con un fermacampioni, a un altro quella del 2 ecc. Così facendo i bambini imparano a mettere a posto il materiale e, chi ci vuole lavorare, può facilmente utilizzarlo e poi rimetterlo a posto, così come lo ha trovato (fig. 3). Matematica, Scienze, Tecnologia Il passaggio successivo, che possiamo fare in un’altra giornata, è vedere come usare la Tavola di controllo della moltiplicazione per le divisioni. Innanzitutto verifichiamo che i bambini ricordino che la moltiplicazione e la divisione sono operazioni inverse (cfr. SIM 9, p. 46). Se serve possiamo usare di nuovo la tavoletta quadrettata per mostrare come, con la prima operazione, partendo da due numeri ne “produciamo” (giochiamo con le parole facendo la similitudine con “prodotto”) uno più grande: abbiamo quindi moltiplicato, ossia ottenuto qualcosa di più grande dei numeri di partenza. Con la divisione invece partiamo da una quantità di una certa dimensione per dividerla e quindi ridurla: infatti, il risultato di una divisione è più piccolo della quantità di partenza. È molto importante che i bambini abbiano chiara questa grande differenza tra il moltiplicare e il dividere. Usiamo anche la gestualità per rappresentare il significato di moltiplicare, ad esempio, muovendo le braccia con movimenti ampli e ripetitivi, mentre per dividere diamo l’idea di una serie di riduzioni in gruppi uguali di dimensioni piccole, usando le mani come se volessimo racchiudere più volte qualcosa. Possiamo anche scegliere dei gesti che per tutti devono significare la stessa cosa, creando una specie di lessico gestuale della classe. Tutto ciò potrebbe sembrare esagerato e superfluo, ma aiuterà molto i bambini nella scelta delle operazioni da svolgere per risolvere un problema, perché li avvia all’immaginazione e alla capacità di prevedere il risultato. Torniamo alle divisioni e alla Tavola di controllo della moltiplicazione per mostrare come, di fatto, per eseguire divisioni, usiamo la sequenza delle moltiplicazioni. Scriviamo una semplice divisione alla lavagna, 54:6=. Ci dobbiamo chiedere quante volte il 6 sta nel 54, quanti gruppi da 6 possiamo fare. Può essere utile formare sulla cattedra, con i regoli, il numero 54: allineando 5 regoli arancioni e 1 regolo fuxia del 4 (fig. 4). Per scoprire quanti regoli del 6 “stanno nel 54” poggiamo sopra i regoli allineati, tanti regoli verde scuro del 6 fino ad arrivare alla fine della lunghezza del numero 54 (fig. 5). Contiamo quanti sono i regoli del 6 e constatiamo che sono 9. Ripetiamo insieme la tabellina del 6 mentre tocchiamo i nove regoli allineati e verifichiamo che, arrivati a dire 6x9, il prodotto è 54. Andiamo sulla Tavola di controllo della moltiplicazione, nella colonna della tabellina del 6 e cerchiamo, tra i prodotti scritti in rosso, il numero 54. Troviamo scritto 6x9=54. Facciamo notare che il 6 è stato ripetuto 9 volte per ottenere 54 e quindi vuol dire che il 6 nel 54 “ci sta 9 volte”. Diamo ai bambini una piccola Tavola di controllo che devono completare e tenere sempre a portata di mano, ad esempio, nella foderina del quaderno di Matematica. Il ricorso continuo a questa Tavola favorisce la memorizzazione delle tabelline e l’uso che se ne fa per eseguire le divisioni. Facciamo tanti esercizi, facendo lavorare a coppie i bambini ai tavoli: devono formare con i regoli arancioni del 10 e un regolo colorato per le unità il numero del dividendo. Poi devono prendere i regoli del numero che corrisponde al divisore, tante volte quante ne servono per coprire la stessa lunghezza del dividendo, e troveranno il risultato della divisione contando quanti regoli sono stati usati. Andranno poi a controllare sulle loro Tavole di controllo che quanto hanno fatto corrisponda a quanto trovano scritto. Quando pensiamo che sia giunto il momento giusto, scriviamo alla lavagna una moltiplicazione e la divisione inversa e facciamo notare la ripetizione degli stessi numeri così da arrivare a stabilire la regola che il dividendo della divisione corrisponde al prodotto della moltiplicazione. Il divisore è il primo fattore e il quoto il secondo fattore. Facciamo tanti esempi e, a rotazione, chiediamo a ogni bambino di trovare il risultato di una divisione, usando solo la Tavola di controllo della moltiplicazione. Altra attività propedeutica all’esecuzione della divisione è quella di distribuire ai bambini due o tre rettangoli della moltiplicazione che conserviamo in una scatola. La richiesta è di scrivere sul quaderno le operazioni che rappresentano: una o due moltiplicazioni e una o due di- *MKYVE *MKYVE *MKYVE Dividere 100 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe terza visioni. Perché diciamo “una o due operazioni”? L’indicazione di due operazioni con i termini invertiti potrebbe venire dai bambini stessi che si ricordano il lavoro di sovrapposizioni e quindi di scoperta del prodotto uguale dei rettangoli con gli stessi fattori scritti in un ordine opposto. Ad esempio, la figura rossa e blu indica 2x9=18, ma se cerchiamo quella blu e rossa, 9x2, anche il risultato di quest’operazione è 18, quindi in un rettangolo possiamo trovare due moltiplicazioni (fig. 6). Anche per la divisione, quando i bambini arrivano a capire che il dividendo è il numero dei quadratini che riempiono il rettangolo e il divisore è la misura di un lato e il quoto è la misura dell’altro lato, da una figura possono recuperare due divisioni, ad esempio 24:6=4 e 24:4=6 (fig. 7). Matematica, Scienze, Tecnologia Il bambino che arriva in classe terza imparerà nel corso dell’anno a classificare, ossia a dividere e raggruppare per somiglianze di caratteri. Non introduciamo ancora esplicitamente elementi che legano determinate strutture alla loro funzione, ma possiamo rendere evidenti alcune caratteristiche ed evidenziarne la presenza in contesti specifici, sottintendendo i concetti di adattamento e di evoluzione. Le Indicazioni nazionali parlano dei laboratori come mezzo per favorire l’apprendimento di saperi scientifici. Sperimentiamo, quindi, l’elemento fondamentale per la nostra vita: l’acqua. L’acqua è un elemento molto importante perché ha numerose possibilità di impiego e offre molte opportunità per le prime acquisizioni di leggi scientifiche. Rappresenta un vissuto fondamentale, in quanto favorisce la percezione di stimoli e rappresentazioni che variano a seconda dei livelli evolutivi del bambino e che sono fondamentali ai fini della sua maturazione. Utilizzeremo l’acqua per sciogliere i sali, diluire i colori e mescolare polveri sfruttando le sue caratteristiche di liquido e le ottime capacità di solvente. Prima di tutto, vediamo le conoscenze pregresse dei ragazzi. Portiamo in classe l’occorrente per due semplicissime esperienze: U due bicchieri di plastica trasparenti per ogni bambino; *MKYVE *MKYVE Scienze U zucchero; U farina; U cucchiai di plastica; Procuriamoci la Risorsa 3 e chiediamo loro di completare i primi due esercizi, quindi di eseguire i due esperimenti sul proprio banco. Impareranno i primi termini necessari per parlare di miscugli e soluzioni, preparando una soluzione e un miscuglio. Lasciamo che eseguano questi semplicissimi esperimenti e poi analizziamo con loro i due risultati. Noteremo che in un caso la sostanza usata si è sciolta completamente con l’acqua, mentre nell’altro la sostanza si è depositata e non si è sciolta. Questi due diversi comportamenti descrivono le soluzioni e i miscugli e proviamo a evidenziarne le differenze (fig. 8). Ora chiediamo ai bambini di dire quale delle due situazioni sperimentate è una soluzione e quale un miscuglio e facciamo completare l’esercizio 3 della Risorsa 3. Per concludere, ricordiamo che le sostanze che troviamo in una soluzione si chiamano: U solvente (il liquido che scioglie), U soluto (la sostanza che si scioglie). Scriviamo alla lavagna: 7IHSTSEZIVQIWGSPEXSHYISTMWSWXER^I *MKYVE non è possibile HMWXMRKYIVPI WMLEYREsoluzione. 101 è ancora possibile HMWXMRKYIVPI WMLEYRmiscuglio. OtTFUUFNCSFtBOOP 3 didattica classe terza Area storicogeografico-sociale www Tempi e spazi in cui tornare grafia, Studi sociali Storia, Geo Valeria Furnari Teresa Natale Storia Prove d’ingresso Per avviare il nuovo percorso di apprendimento, dobbiamo anzitutto analizzare la situazione di partenza. Per questo, proponiamo ai nostri alunni delle prove d’ingresso che ci permettano di stabilire in quali aree dobbiamo attivare azioni di recupero e rinforzo. Consideriamo, quindi, gli obiettivi di apprendimento annuali stabiliti lo scorso anno e presentiamo, per ogni obiettivo, alcune attività. Fissiamo, come obiettivo trasversale, la verbalizzazione e la rappresentazione grafica di conoscenze e concetti attraverso l’integrazione di diversi linguaggi. Ulteriore m ate è a disposiz riale io www.lascu ne nel sito ola nella sezion .it e RIVISTE Proponiamo alla classe le attività delle Schede 1 e 2-3 (a pag. 103) per rispondere all’obiettivo: prendere consapevolezza del tempo come organizzatore della realtà attraverso relazioni di successione, di contemporaneità e di ciclicità. Rispondiamo poi all’obiettivo: ricorrere a indicatori temporali (con- Scheda 1 PER LEGGERE E COMPRENDERE 1. Leggi con attenzione il seguente brano. IL DELFINO Gli ombrelloni sono ormai chiusi, il sole sta tramontando. C’è silenzio. Marco è ancora sul FEKREWGMYKE HIZI¼RMVIMPWYSGEWXIPPS 5YEPGLIFVMZMHSHMJVIHHSKPMEXXVEZIVWEPEWGLMIRE rMPWIKRSHMYR³IWXEXISVQEM¼RMXE 7IRXIYRSWXVERSWGMEGUYIXXMS EP^EPSWKYEVHS QERSR ZIHIRYPPE4SMMQTVSZZMWEQIRXIMRPSRXERER^EYRHIP¼RSWMEP^EHEPP³EGUYEIJEYRWEPXS¨ EPXMWWMQS-PFEQFMRS QIVEZMKPMEXS KYEVHEMPQEVI (MRYSZS MPHIP¼RSJEYRHSTTMSWEPXS come quelli che si vedono al circo. «Sto sognando?», si chiede Marco. Poi sente la voce della QEQQEGLIPSGLMEQE(MGSVWEMPFMQFSEFFERHSREMPGEWXIPPSPEWGMEMHIP¼RMEMPSVSKMSGLM e corre felice verso sua madre. 6MXEKPMEPIZMKRIXXITSMMRGSPPEPIWYPUYEHIVRSRIPP´SVHMRIGSVVIXXS-R½RIGSPSVE 102 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe terza venzionali e non) per organizzare conoscenze ed esperienze individuali e collettive, per ordinare fatti ed eventi lungo una linea del tempo culturalmente condivisa. Possiamo proporre ai nostri alunni una semplice attività: chiediamo loro di indicare quali esperienze siano state significative per tutta la classe (una visita culturale, una recita, il primo e l’ultimo giorno di scuola delle classi prima e seconda…). Dopo aver appuntato questi avvenimenti alla lavagna non in ordine temporale, scriviamone accanto la data (ad esempio, 14 settembre 2012). Chiediamo loro di trascriverli sul quaderno in ordine di tempo (da ciò che è accaduto prima, a ciò che è accaduto in tempi più recenti). Per completare l’attività possiamo distribuire in classe le risorse disponibili nel sito (cfr. sito Risorse 1-2). Storia, Geografia, Studi sociali *HRJUDÀD Prove d’ingresso Per avviare il nuovo percorso di apprendimento partiamo dal verificare l’acquisizione dei prerequisiti spaziali nei bambini al loro rientro a scuola proponendo un’attività ludica caratterizzata da una stretta connessione tra psicomotricità e geograficità. Invitiamo i nostri alunni a svolgere le prove d’ingresso, sotto forma di caccia al tesoro, per fare in modo che non diventino un momento noioso e per riabituarli gradualmente al ritmo scolastico. Attraverso il gioco proporremo, accanto a prove tradizionali, alcuni compiti autentici, che ci permettano di stabilire in quali aree dobbiamo attivare azioni di recupero e rinforzo in merito agli obiettivi di apprendimento stabiliti lo scorso anno presentando, per ogni obiettivo, alcune attività. Formiamo dei gruppi, da quattro o cinque bambini, abbastanza omogenei, per fare in modo che tutte le squadre arrivino alla fine della caccia al tesoro. Possiamo distinguere le squadre attraverso alcune etichette adesive, in cui avremo scritto o disegnato il nome o il simbolo, che applicheremo sulle magliette dei bambini per rafforzare il loro senso di appartenenza al gruppo. Per ogni squadra l’insegnante sarà l’aiutante, assisterà i partecipanti e consegnerà loro i biglietti per proseguire nella caccia che consisterà in una catena di enigmi e indovinelli da risolvere per capire dove sono nascosti altri biglietti, ognuno dei quali conterrà l’indicazione di una prova da superare per ottenere il successivo. Scheda 2 DAL MATTINO 1. Ordina le seguenti vignette, numerandole da 1 a 4. 1 Scheda 3 1. Rispondi alla seguente domanda. 'LIGSWEWMKRM½GEWIGSRHSXIPETEVSPEcontemporaneità? La parola contemporaneitàMRHMGEYREWYGGIWWMSRI La parola contemporaneitàWMKRM½GEGSQTMIVIXERXIE^MSRMRIPP´EVGSHMYREKMSVREXE La parola contemporaneitàWMKRM½GEnello stesso momento. 2. Sottolinea le parole che, secondo te, indicano la contemporaneità. NELLO STESSO MOMENTO DOMANI INTANTO DOPO INFATTI NEL FRATTEMPO 103 OtTFUUFNCSFtBOOP 3 didattica classe terza Storia, Geografia, Studi sociali Giochiamo Caccia al tesoro Consegniamo il biglietto della Prova 1 dopo aver nascosto le istruzioni, di cui faremo tante copie quanti sono i gruppi. "IGLIETTOL Quando fa freddo sono caldo, quando fa caldo sono freddo, cercate la prima prova nei miei paraggi. 0ROVAL 1. Disponetevi in ordine di altezza, dal più basso al più alto, uno accanto all’altro. 2. Partendo dal più alto, dite chi avete alla vostra destra e alla vostra sinistra. 3. Ciascuno poi dirà di ogni compagno chi ha alla sua destra e alla sua sinistra. 4. Ciascuno di voi disegni la scaletta che avete formato, indicate con una freccia chi siete, indicate il compagno alla vostra destra con DS e il compagno alla vostra sinistra con SN. Ricordatevi di scrivere il vostro nome sul disegno! Teniamo pronti i fogli necessari ai disegni. L’aiutante passerà per i gruppi annotando le osservazioni sulla griglia di rilevazione (cfr. sito Risorsa 3). L’insegnante dovrà aver nascosto sotto alle sedie i biglietti della Prova 2 con del nastro adesivo, sempre uno per gruppo e distribuisce il Biglietto 2. "IGLIETTO Se la usi ha sei gambe, altrimenti ne ha quattro. Cercami là sotto. 0ROVA 1. Prendete un tubetto della colla, ciascuno di voi lo disegni visto: di fronte, dall’alto, dal basso. 2. Disegnate il banco visto dall’alto. 3. Disegnate la sedia vista dall’alto. 4. Eseguite i vostri capolavori sui fogli che vi fornirà l’assistente, ricordatevi di scrivere il vostro nome. Nascondiamo vicino all’orologio i biglietti della Prova 3. "IGLIETTO Vado avanti, vado indietro, corro e mi fermo, ma non cambio mai di posto. Cercami nei paraggi: occhio al tempo che corre! 0ROVA 1. Ricalca al centro dei quadretti: una matita, poi sopra realizzane l’ingrandimento e sotto la sua riduzione. 2. Attraverso l’ingrandimento o la riduzione possiamo cambiare la dimensione di un oggetto senza modificare la sua forma. F V 3. Eseguite riduzioni e ingrandimenti su fogli di carta quadrettata che vi fornirà l’insegnante e rispondete alla domanda con vero/ falso. Buon lavoro. Nascondiamo la Prova 4 nella scatola dei gessi. "IGLIETTO Non son penna eppure scrivo, sopra un duro foglio nero: spiega tu questo mistero! 0ROVA La pianta è: 1. La rappresentazione di uno spazio visto dall’alto e rimpicciolito. 2. La rappresentazione di un territorio rimpicciolito. 3. Per conoscere di quante volte sono state rimpicciolite le misure reali, ogni pianta riporta in un angolo la scala. 4. Per conoscere di quante volte sono state rimpicciolite le misure reali, ogni pianta riporta in un angolo alcuni disegni. 5. La riduzione in scala è il metodo usato per ridurre gli spazi e rappresentarli in una carta geografica. Nascondiamo sotto a delle forbici i biglietti della Prova 5. "IGLIETTO Quando si uniscono si separano. Cercatemi là sotto. V V V V V F F F F F 0ROVA La famiglia Potter, di Londra, è in vacanza a Macerata (cfr. sito Risorsa 4) (Roma, Milano, Napoli, fate voi). Si trova davanti al Palazzo Comunale in Piazza della Libertà e decide di andare a visitare Piazza Strambi. La signora Potter chiede informazioni a un vigile che le offre una pianta della città e le consiglia: «Per arrivare a Piazza Strambi…». Prosegui tu nell’indicare ai signori Potter il percorso sulla pianta per Piazza Strambi; ricordati di usare i nomi delle strade, punti di riferimento uguali per tutti. Questa è una sezione della pianta di Macerata. Il punto indicato è il luogo dove si trova la famiglia Potter. Rileggi le indicazioni da te scritte e segna sulla pianta il percorso che i Potter dovranno seguire. Terminata la Prova possiamo consegnare a ogni gruppo un pacchetto di caramelle e una coccarda da attaccare poi in classe come ricordo del gioco con lo slogan: il tesoro siamo noi! 104 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe terza 3 Area linguisticoessiva artistico-espr Inglese Velia Carbonini Linda Edwards Do you remember? Dopo la lunga vacanza estiva diamo il benvenuto ai nostri alunni ricreando per loro un’atmosfera favorevole all’apprendimento. È importante decorare la classe in modo che ispiri sicurezza, fiducia e vivacità: mettiamo degli attraenti cartelloni alle pareti, scriviamo sulla porta della classe Welcome back e accogliamo i nostri alunni con un bel sorriso. Prima di avviare nuovi contenuti è opportuno verificare quante nozioni i bambini ricordano dello scorso anno. Le attività che seguono ci aiuteranno in questo compito, motivando gli alunni a esprimere ciò che ricordano in modo divertente. U How old are you? Write the number in the triangle. U How many boys/girls are there in your class? Write the number in the big circle. U How many letters are there in your name? Write the number in the square. U Add up all the numbers and write the total in the two small circles: one number in each circle. U Add the numbers in the small circles and write the total in the star. U This is your lucky number! Giriamo fra i banchi e aiutiamo i bambini in difficoltà. Chiediamo loro individualmente: What is your lucky number? What’s your lucky number? Follow instructions Questo gioco utilizza domande che i nostri alunni dovrebbero già conoscere o che comunque potrebbero intuire. Facciamo copiare sul quaderno le forme in figura 1. Diciamo ai bambini che cercheremo di individuare il loro numero fortunato. Rivediamo eventuali parole-chiave che consideriamo importanti prima di porre le seguenti domande: Invitiamo i bambini a seguire le nostre istruzioni. Diciamo: If your lucky number is 8 stand up. If your lucky number is 9 go and stand by the window. If your lucky number is 10 put your hands on your head. If your lucky number is smaller than 12 sit on your desk. If it is bigger than 11 point to the door e così via. Alla fine, dopo aver verificato che i bambini abbiano seguito le nostre istruzioni, chiediamo loro di formare dei gruppi in base al loro numero fortunato. Per ciascun gruppo cerchiamo di individuare una o due caratteristiche in comune tra i bambini. Label the classroom Prepariamo in anticipo rispetto alla lezione una serie di cartoncini sui quali avremo scritto i nomi degli oggetti scolastici, ad esempio: window, door, blackboard, table, desk, chair, book, scissors, pencil, pencil sharpener, floor, wall, waste paperbin/basket, shelf, cupboard ecc. Dividiamo la classe in gruppi e diamo a ciascun gruppo una serie completa di cartoncini. Spieghiamo che a un nostro segnale avranno un tempo stabilito durante il quale dovranno appendere i cartoncini ai rispettivi oggetti. Quando diremo Stop! tutti dovranno sedersi. Se temiamo per la confusione che si può creare in classe, invece di far lavorare tutti i gruppi contemporaneamente facciamo lavorare ogni gruppo a turno. Vince il gruppo che riesce ad abbinare correttamente più cartoncini. *MKYVE 105 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe terza Area linguisticoessiva artistico-espr *MKYVE Arte e immagine Daniela Antonello Chiediamo agli alunni di portare a scuola cartoline e fotografie fatte durante l’estate nei luoghi di villeggiatura o durante escursioni, passeggiate, camminate in piena natura. Facciamo rilevare i colori prevalenti del paesaggio rappresentato. In metà foglio di un formato A4, riportando piegature che lo dividono in 16 piccoli rettangoli, facciamo stendere con i pastelli a cera o, meglio, le tempere, i colori osservati, cercando di trovare le sfumature più vicine: combinando tra loro i tre primari (rosso, giallo, blu) e/o aggiungendo il bianco e il nero (fig. 1). Chiediamo di scegliere un’immagine particolarmente rappresentativa tra quelle raccolte (fig. 2) e, sovrapponendo sopra un foglio trasparente (come, ad esempio, carte veline o carte traslucide usate dagli architetti, che si trovano in qualsiasi cartolibreria), facciamo evidenziare le linee e le forme più importanti (fig. 3). Invitiamoli a trasportare o ricopiare tali linee e forme, liberamente, su un foglio da disegno e, con i pennarelli, proponiamo di riempire il paesaggio così ottenuto con i colori della tavolozza precedentemente elaborata (fig. 4). Tutti i paesaggi così dipinti, faranno parte di un grande cartellone da esporre nell’atrio della scuola per salutare l’estate e le vacanze appena trascorse. I colori dell’estate *MKYVE *MKYVE *MKYVE 106 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe terza 3 IRC Francesco De Rossi Suona la campanella, l’estate è finita e le vacanze rimangono solo un bel ricordo, finalmente si torna a scuola. Riprendere il ritmo, riabituarsi, non è mai semplice, ecco perché dobbiamo accogliere i nostri bambini e fare in modo che riprendano il più velocemente possibile familiarità con quella che è la vita dello studente. Per ripercorrere insieme le tematiche che hanno caratterizzato lo scorso anno scolastico e, dunque, per verificare i prerequisiti, proponiamo un’attività di gruppo che ci darà l’opportunità di rivisitare i seguenti argomenti: U La custodia e il rispetto del creato; U A Natale nasce Gesù; U La vita pubblica di Gesù; U La Pasqua, festa della gioia. In uno spazio dedicato dell’aula attacchiamo un banner intitolato Fotografiamo i nostri ricordi e dividiamo gli alunni in quattro gruppi di lavoro. Consegniamo a ogni bambino un foglio (formato A4) sul quale è raffigurata, in modo stilizzato, una macchina fotografica (cfr. sito Risorsa 1) e diamo a ogni gruppo un cartellone (formato 50x70). Mettiamo dentro una scatola quattro fogli, sui quali saranno scritti i titoli dei temi da svolgere (cfr. sito Risorsa 2), e chiamiamo a estrarre un rappresentante per gruppo. Ogni bambino disegna, sul foglio consegnato, una particolarità della tematica che è stata estratta. In questo modo, all’interno del gruppo, gli alunni devono riper- www Un click di ricordi correre il tema che hanno conosciuto nello scorso anno scolastico e decidere quale parte rappresentarne; una per ogni soggetto del gruppo. Per facilitare il lavoro possiamo proporre per ogni tematica i seguenti argomenti: UÊ>ÊVÕÃÌ`>ÊiÊÊÀëiÌÌ del creato 1. Un bambino/a che raccoglie i rifiuti; 2. Un bambino/a che butta una lattina nell’apposito cestino dei rifiuti; 3. Un giardino con piante e fiori; 4. Dei bambini che fanno un picnic e rispettano l’ambiente circostante. UÊÊ >Ì>iÊ>ÃViÊiÃÙ 1. L’annuncio dell’angelo a Maria; 2. La nascita di Gesù a Betlemme; 3. La visita dei pastori; 4. I Magi che portano i doni a Gesù. UÊ>ÊÛÌ>Ê«ÕLLV>Ê`ÊiÃÙ 1. Gesù riceve il battesimo da Giovanni il Battista; 2. Gesù che annuncia la Buona Notizia; 3. Le parabole di Gesù; 4. I miracoli di Gesù. 107 Ulteriore materiale è a disposizione nel sito www.lascuola.it nella sezione RIVISTE UÊ>Ê*>ÃμÕ>]ÊviÃÌ>Ê`i>Ê}> 1. Gesù entra a Gerusalemme; 2. Gesù fa l’ultima cena con gli Apostoli; 3. Gesù muore sulla croce; 4. Gesù risorge. Alla fine, ogni gruppo deve titolare il proprio cartellone secondo la tematica che ha estratto. Una volta conclusa l’attività, chiediamo ai vari gruppi di esporre ciò che hanno rappresentato (facciamo in modo che tutti si esprimano e partecipino) e alla fine dell’esposizione attacchiamo i quattro cartelloni sotto il banner. In vista del programma che svolgeremo durante l’anno scolastico, nel quale parleremo anche delle religioni antiche e studieremo la nascita e la storia del popolo ebraico e della religione che fonda la fede in un solo Dio, proponiamo ai nostri alunni una scheda/gioco, scaricabile dal nostro sito (cfr. sito Risorse 3-4), attraverso cui i nostri bambini conosceranno due termini di fondamentale importanza: monoteismo e politeismo. OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe terza Area linguisticoessiva artistico-espr Musica Francesca Cherubini La ripresa della scuola è un momento emozionante, in cui i bambini di terza possono rivedere e incontrare con entusiasmo i compagni che ormai conoscono. È proprio ricalcando questo sentimento che ci prepariamo ad affrontare un’attività che ci permetterà di soffermarci sulle voci amiche, facendo festa allegramente tutti insieme. Ci spostiamo in un ambiente abbastanza spazioso da consentire il movimento e ci disponiamo tutti in cerchio, seduti a gambe incrociate, ma con lo sguardo rivolto verso l’esterno. Dentro il cerchio si prepara in piedi un compagno bendato. L’insegnante tocca la spalla di un bambino seduto e questi dice «ciao, ciao» con un tono di voce normale. A questo punto l’alunno bendato deve indovinare chi ha parlato, de- Chi parla? scrivendo la voce ascoltata con semplici parole (voce calda, simpatica, colorata, profonda, sottile...) e nel frattempo noi annotiamo tutto su un cartellone (fig. 1). Se non indovina, saremo semplicemente noi a svelare l’incognita, proprio per non creare un clima di antagonismo. Il bambino bendato va a sedersi, prendendo il posto di chi ha indovinato e quest’ultimo si prepara in mezzo al cerchio. Prima di ricominciare il gioco, prepariamo un brano musicale vivace, affinché gli alunni si muovano in un girotondo festoso attorno al compagno. Ci disponiamo nuovamente seduti con lo sguardo rivolto verso l’esterno del cerchio e proseguiamo come fatto in precedenza, fino a che tutti avranno provato a essere bendati. In un secondo momento pos- siamo introdurre una variante al gioco: i bambini seduti camuffano la loro voce (voce raffreddata, sussurrata ecc.) per mettere in difficoltà il bendato. Anche il girotondo musicale è un po’ diverso: cambiamo il volume della musica e la fermiamo inaspettatamente. Quando il volume è basso i bambini si muovono con la schiena curva, quando è alto in punta di piedi e quando viene spento il registratore, si resta immobili con le mani dietro la schiena. Ci apprestiamo a concludere la nostra attività: raccogliamo le riflessioni dei bambini e i loro stati d’animo, sottolineando quanto hanno maggiormente gradito, che cosa hanno trovato particolarmente difficile e commentando insieme il cartellone che ora sarà completo. *MKYVE Sara = voce sottile Camilla = voce simpatica Federico = voce profonda Luca = voce calda Luigi = voce squillante Elena = voce delicata 108 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe terza 3 Area linguisticoessiva artistico-espr meenntt oo ,S , pSoprtort orop,o,MMoovvim CoCrp Ilaria Federici Manuela Valentini Riscaldamento Alberi viventi: ci disponiamo nella palestra in schieramento libero e proponiamo agli alunni di sollevare le braccia e portarle in alto immaginando di essere i rami di tanti alberi scossi dal vento che, a seconda dell’intensità con cui soffia, produce effetti diversi: prima c’è una leggera brezza che fa frusciare le foglie (eseguiamo delle rotazioni delle mani e dei polsi in entrambi i sensi) e scuote le fronde (eseguiamo delle oscillazioni del busto di lato, in avanti e indietro), poi il vento diventa sempre più forte fino ad arrivare a spezzare i rami (eseguiamo delle flessioni degli avambracci verso il basso) e a contorcerli (ruotiamo in modo circolare il busto e le braccia). Mulini a vento: ci disponiamo nella palestra in schieramento libero e invitiamo gli alunni a immaginare di essere dei mulini, le cui pale girano mosse dal vento. Quindi, eseguiamo delle circonduzioni simultanee portando entrambe le braccia prima avanti e poi indietro e delle circonduzioni contrapposte portando un braccio avanti e l’altro indietro, aumentando o diminuendo il ritmo di esecuzione dell’esercizio, dicendo agli allievi che il vento soffia più o meno forte. Lento risveglio… Ritorno a scuola! posizione supina. Guidiamo con la nostra voce i movimenti degli alunni: All’alba del tempo, tutto era immobile, buio e silenzioso: le montagne, i boschi, i fiumi, i mari, le rocce riposavano. Non c’erano rumori e anche gli animali preistorici potevano dormire profondamente: i loro corpi erano pesanti. Gli alunni sono distesi a terra e cercano la posizione per loro più comoda per rilassarsi. Ma, un giorno, spuntò un raggio di sole e la natura iniziò lentamente a risvegliarsi. Anche i dinosauri abbandonano piano piano il peso del loro corpo, si sentono sempre più leggeri e cominciano a muoversi stupiti dalla potenza dei loro muscoli. Gli alunni iniziano a muoversi lenta- Fase centrale Il risveglio della vita: ci disponiamo in schieramento libero nel giardino della scuola, ci sdraiamo a terra in 109 mente: muovono le caviglie e i polsi, alzano e abbassano le spalle, inspirano e portano le gambe al petto espirando, sollevano il bacino da terra, si stiracchiano. Dalla posizione di quadrupedia, muovono lentamente il sedere a destra e a sinistra seguendo questo movimento con lo sguardo e immaginando di avere una grossa coda. Poi si alzano e iniziano a camminare nello spazio, stando attenti a non urtare i compagni. Una leggera brezza iniziò a soffiare e tutto cominciò a dondolare. Con i piedi uniti e saldi a terra, compiono delle rotazioni, flessioni e slanci del busto, delle braccia e del capo. Ma ecco che un tuono ruppe la quiete, un violento temporale si abbatté sui dinosauri. L’acqua scorreva impietosa e spazzava via rocce e alberi. Gli alunni diventano delle rocce e rotolano sul pavimento. Anche gli alberi vennero spezzati e trascinati via dalla potenza dell’acqua. Ora, gli alunni diventano degli alberi e fingono di cadere e di essere trascinati via. Finalmente tornò il sereno e tutto tornò a vivere tranquillamente. Dopo una prima lettura e, quindi, dopo aver eseguito gli esercizi per migliorare la mobilità e l’elasticità del corpo, rileggiamo il testo una seconda volta, lasciando gli alunni liberi di trovare delle soluzioni motorie per meglio rappresentare ciò che stiamo raccontando. OtTFUUFNCSFtBOOP Accoglienza 4 classe quarta BELLO RI-TROVARSI A SCUOLA! 110 Tornare a scuola dopo alcuni mesi è un’esperienza complessa: si abbandonano i luoghi delle vacanze, il ritmo rilassato delle giornate estive, le piccole abitudini acquisite, gli amici e i compagni di giochi incontrati. Riprendere il ritmo degli impegni scolastici diventa un onere non indifferente: costituisce un cambiamento e tutti i cambiamenti determinano ansia, insicurezza e qualche rinuncia. Ma l’alunno di quarta che ritorna a scuola dopo le vacanze estive è accolto perché viene riconosciuto, dall’insegnante e dai compagni, viene ri-trovato: i mesi estivi hanno determinato un cambiamento. I bambini sono tutti cresciuti e osservano la scuola, l’aula, con una capacità di lettura diversa, ma ricercano elementi e oggetti conosciuti, desiderano incontrare di nuovo spazi e ricordi noti. Portano, però, un nuovo bagaglio, nuove esperienze: percorsi di vita realizzati in vacanza. Desiderano anche ritrovare gli amici e forse dare una lettura nuova del senso dell’amicizia, della vicinanza e della collaborazione reciproca; portano anche il ricordo di amicizie nuove incontrate e coltivate durante le vacanze. Allora proponiamo, per i primi giorni, due attività per accogliere, dare sicurezza e rasserenare i bambini. Per prima cosa facciamo trovare ai nostri alunni sulla parete un cartellone dove collocare immagini, foto, oggetti, esperienze delle loro vacanze (fig. 1). Aiutiamo gli alunni a portare a scuola i propri luoghi delle vacanze, incoraggiamoli al racconto, alla descrizione, al ricordo, confrontando i luoghi delle vacanze propri con quelli dei compagni: favoriremo, così, una graduale ripresa della routine scolastica attraverso attività direttamente legate alla rievocazione delle esperienze estive. Proponiamo, quindi, una conversazione nel gruppo-classe sui luoghi delle vacanze e sulle loro caratteristiche. Poi in- vitiamo i bambini a lavorare a coppie. Ognuno racconta al compagno la propria esperienza: luoghi visitati, particolarità osservate, piatti tipici gustati, oggetti artigianali acquistati o ammirati, attività conosciute, emozioni vissute ecc. Ciascun alunno, successivamente, disegna e poi realizza una composizione scritta sulle esperienze del compagno (questo richiede un ulteriore approfondimento di conoscenza reciproca e di conoscenza dei luoghi esplorati). I lavori realizzati vengono prima esposti nel grande cartellone, tanto da avere una visione d’insieme di tutti i luoghi visitati e vissuti, poi presentati nel grande gruppo e diventano oggetto di conversazione, chiarimenti, discussioni, confronti. E poi, perché non realizzare Il grande libro delle vacanze? Localizziamo i luoghi descritti sulla carta geografica, arricchiamo le esperienze con ulteriori ricerche di informazioni su curiosità e aneddoti propri delle diverse regioni. Le notizie acquisite costituiscono elementi e fattori di conoscenza culturale e socio-economica delle diverse realtà regionali italiane. I luoghi dell’amicizia La scuola è uno spazio aperto al confronto, alla diversità delle esperienze, delle riflessioni, delle abitudini, degli usi e dei costumi, è uno spazio dedicato anche alla valorizzazione delle differenze e, quindi, alla gestione dei conflitti. Durante i primi giorni di scuola possiamo aiutare i nostri alunni a comprendere i valori dell’amicizia e dell’affetto, che vanno oltre ogni diversità. Possiamo partire da una storia da leggere: Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, di Luis Sepúlveda (Testo 1 a pag. 111). Al termine della lettura, possiamo proporre ai nostri alunni alcune attività finalizzate a sperimentare il senso di fiducia nei confronti dell’altro e a ricercare “i luoghi” Figura 1 OtTFUUFNCSFtBOOP Accoglienza 4 classe quarta dell’amicizia: si tratta di attività che possono connotare il senso di amicizia dandole una significatività concreta. Per la prima attività ci occorrono una sciarpa e un nastro, oppure una mascherina costruita con il cartoncino nero e un elastico (fig. 2). Dividiamo la classe in coppie: un bambino è bendato, l’altro assume il ruolo di guida. Prepariamo alcuni brevi itinerari da percorrere in classe o in giardino. Il bambino non bendato, prendendo per mano il compagno, cercherà di seguire il percorso spiegandolo a voce alta e descrivendo gli ostacoli che eventualmente si possono incontrare nel tragitto. L’abbandonarsi, seguendo i suggerimenti e le indicazioni del compagno, consente di sperimentare il senso di fiducia nell’altro. Figura 2 Testo 1 U na radiosa mattina di sole, Mex (il topo) volle sapere a che cosa serviva la scala che c’era in bagno. Paziente, Mix (il gatto) gli spiegò che ormai da tempo non pensava più a quella scala, né alla botola sul tetto che, grazie ai cardini ben oliati, si apriva con appena una lieve spinta verso l’alto. E mentre lo spiegava, per la prima volta sentì che la cecità aveva messo fine alla sua amata libertà di gatto. «In effetti, mi domandavo, ma senza alcuna intenzione di disturbare, se non ti piacerebbe fare una passeggiata, una passeggiatina corta, molto corta, cortissima, sul tetto del palazzo. Non c’è niente di meglio di una bella passeggiata per l’appetito», aggiunse il topo. Prima di rispondere, Mix ricordò con quanta facilità saliva la scala e quale allegria lo invadeva quando i suoi polmoni si riempivano dell’aria fresca, fredda d’inverno e rinfrescante d’estate. «Non posso e non devo farlo. Non saprei dove mettere le zampe e, anche se si dice che noi gatti cadiamo sempre in piedi, non credo sia consigliabile cadere da lassù. E poi che ne sarebbe di te? Non potresti aprire la botola per rientrare.» Il topo si lamentò spiegando che sarebbe stato infelice, incredibilmente infelice, il più infelice dei topi, solo e abbandonato sul tetto, e mentre lo diceva, ritto sulle zampe posteriori, muoveva quelle anteriori davanti agli occhi spenti del gatto. «In effetti sarebbe terribile, ma tu sei forte, Mix, e io ci vedo benissimo, ho due occhi fantastici, più che fantastici, due superocchi. Io potrei vedere quello che tu non vedi…» Ascoltando le parole dell’amico, Mix sentì che i muscoli gli si tendevano, che uno strano calore gli invadeva il corpo e che la coda si agitava per l’eccitazione dell’avventura. I veri amici si aiutano a superare qualsiasi difficoltà e così, quando arrivarono all’ultimo piolo della scala, il piccolo topo aggrappato al pelo sul collo del gatto lo informò che stavano per sfiorare la botola. Mix spinse con la testa e l’aria gli restituì un’allegria che credeva perduta. «Mex, dimmi che cosa vedi.» «Vedo un tetto enorme, più che enorme, deve essere il tetto più grande del mondo, e ci sono dei tubi che salgono in alto, molto in alto, e nel cielo vedo un uccello che vola veloce e si lascia alle spalle due linee bianche come cotone, anche se guardandole meglio più che cotone direi che sembrano due righe di crema bianca e dolce. Oh, sì! In effetti sono due righe di quella crema deliziosa, deliziosissima, che c’era sulla torta di compleanno di Max…» I due amici esplorarono il tetto, Mix posava le zampe dove gli consigliava Mex che, aggrappato forte al suo collo, gli indicava le giunture fra le tegole, la vicinanza del bordo e la grondaia piana di polvere e foglie secche. L. Sepúlveda, Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, Guanda, Parma 2012, pp. 60-63 OtTFUUFNCSFtBOOP 111 Accoglienza 4 classe quarta 112 Una seconda attività, legata al concetto di “luogo” dell’amicizia, consiste nell’approfondire in classe il senso dell’amicizia e nel connotare quali possano essere, in particolare, i “luoghi” più idonei a far nascere un’amicizia, a coltivarla per capirne i valori costitutivi. Quindi ciascun alunno è invitato a definire, anche con una sola parola, ciò che rappresenta l’amicizia. Distribuiamo, perciò, dei cartoncini rettangolari e facciamo scrivere e colorare i termini significativi da loro scoperti. Con un nastro colorato uniamo tutti i cartoncini in modo da creare una striscia molto lunga da attaccare a una parete dell’aula. L’ultimo cartoncino può contenere uno slogan che riassuma in sé tutte le altre parole (fig. 3). La valorizzazione delle esperienze condivise e il ricordo dei nuovi amici sono serviti a tessere quel filo rosso che ha unito vacanze e scuola, riposo e impegno. La promozione del dialogo e del confronto anche sul piano emotivo, la costruzione di rapporti interpersonali positivi hanno favorito l’accoglienza e hanno promosso condizioni di benessere e serenità nella classe. Figura 3 Affetto Solidarietà Comprensione Generosità Unità Lavorare insieme ................... ................... ................... OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quarta 4 www Ulteriore m ate è a disposiz riale io www.lascu ne nel sito ola nella sezion .it e RIVISTE Area linguisticoessiva artistico-espr italiano Lucrezia Pedrali Premessa […] L’educazione linguistica non è confinata nell’ambito della lingua come materia. La formazione nella/e lingua/e di scolarizzazione è necessaria in tutte le altre materie, che talvolta sono considerate, a torto, come materie “non linguistiche” (mentre si tratta in effetti di materie con “contenuto non linguistico”). Le materie come la biologia, la storia, la matematica, l’educazione fisica ecc. richiedono delle capacità di comunicazione diversificate, quali ad esempio: leggere e comprendere testi informativi, la cui struttura varia spesso secondo la disciplina, ascoltare spiegazioni date dall’insegnante su argomenti complessi, rispondere a domande orali o scritte, presentare i risultati di una ricerca o di uno studio, partecipare a dibattiti su temi precisi. […] L’acquisizione di conoscenze relative a una disciplina, come la fisica, la geografia o la matematica, non può avvenire senza mediazione linguistica: l’apprendimento non è possibile se non attraverso la comprensione e gli usi adeguati della lingua, competenze queste che si acquisiscono o vengono attivate nel corso stesso dell’apprendimento della disciplina. Di conseguenza, la competenza linguistica fa parte integrante della competenza nella disciplina: non è né un’aggiunta né un lusso di cui si possa fare a meno. Tale competenza deve essere esplicitamente sviluppata in parallelo con la competenza disciplinare e questo deve essere fatto in tutte le materie e nell’insieme del curri- Settembre: ora di un check-up linguistico? colo; infatti, la dimensione linguistica si intreccia con i modi di pensare propri di ogni contesto disciplinare. Uno studente non può né seguire correttamente ciò che viene insegnato, né comunicare con gli altri su quei contenuti, se non ha le competenze linguistiche adeguate. Al massimo, sarà capace di ricordare e ripetere senza capire e finirà con l’essere respinto agli esami o in altri contesti di selezione. […] La scuola stessa è spesso responsabile dell’insuccesso scolastico perché non rende esplicite agli allievi le esigenze di competenze linguistiche e comunicative legate all’apprendimento di una materia. In più, spesso si pensa erroneamente che queste competenze e capacità si acquisiscano spontaneamente e non si accorda loro la dovuta attenzione in classe, né si sviluppa quanto è stato già acquisito nell’ambito della lingua come materia. D. Coste (et alii), traduzione di R. Calò, S. Ferreri, Un Documento europeo di riferimento per le lingue dell’educazione?, Sette Città, Viterbo 2009 Le proposte di educazione linguistica nella classe quarta della scuola primaria si organizzano intorno alla scoperta di aspetti concreti del funzionamento della lingua, alla constatazione che determinati fenomeni linguistici si ripetono in situazioni diverse, alla rilevazione della loro regolarità, all’acquisizione della regola linguistica. Ciò richiede un’attenzione consapevole nella progettazione delle espe- 113 rienze di apprendimento, che devono tendere alla realizzazione di competenze consolidate circa: UÊ>Ê}À>>ÌV>ÊÌiÃÌÕ>i – la comprensione e la produzione dei tanti tipi di testo mediante i quali si costruisce la presentazione dei significati, nelle loro differenze, nei loro intrecci; UÊ>Ê}À>>ÌV>ÊÃV}ÕÃÌV> – i rapporti che si instaurano tra i parlanti a seconda dei contesti, dei contenuti, degli scopi; UÊ>Ê}À>>ÌV>ÊÀvÃÌ>ÌÌV> – la comprensione e lo studio degli elementi che costituiscono la lingua, le loro funzioni e le loro relazioni. Il codice linguistico In estrema sintesi il percorso può essere schematizzato nel seguente modo: UÊÃÌÕ`Ê`iiÊ«>Ài – analizzate e comprese secondo la loro funzione, classificate morfologicamente, indagate rispetto alla loro derivazione, combinazione, alterazione e considerate sotto il profilo semantico; UÊ `>}iÊ ÃÕÊ ÌiÃÌ – considerati sotto il profilo del contenuto (narrazione, descrizione, informazione) e sotto il profilo delle tipologie (favola, fiaba, leggenda, testo narrativo, testo espositivo, testo di cronaca, testo argomentativo, testo poetico); UÊ `Û`Õ>âiÊ `iiÊ Ài}iÊ `Ê combinazione (concordanza, posizione, funzioni sintattiche); UÊ `Û`Õ>âiÊ iÊ ÀëiÌÌÊ `iiÊ regole costitutive e di uso – ordine OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quarta Italiano espositivo e narrativo, scelta della varietà di lingua (sottocodice, registro), adeguatezza al contesto e alla necessità comunicativa. Rilevazioni iniziali Le proposte di rilevazione iniziale delle competenze/abilità linguistiche non vanno intese come prove da somministrare in forma decontestualizzata. In realtà, possono essere accompagnate da un lavoro di riflessione collettivo per riprendere il filo del discorso. Hanno la funzione di riportare gli alunni dentro il percorso di educazione linguistica che si sta riavviando e nel contempo possono fornire all’insegnante elementi preziosi per la progettazione. Ogni esercitazione può essere manipolata a seconda delle esigenze e delle strategie di lavoro prescelte. Forniamo di seguito, a titolo esemplificativo, alcune proposte e relative possibili modalità di utilizzo. Proposte iniziali 1. Dettato ortografico. Dettiamo il testo (Testo 1) e successivamente invitiamo gli alunni, a coppie, a effettuare la revisione/correzione del dettato. Interveniamo solo a conclusione del lavoro, per l’ultima verifica oppure, in corso d’opera, a richiesta. Per l’auto-osservazione della propria competenza ortografica, gli alunni dovrebbero periodicamente registrare su una tabella i loro errori più frequenti. È preferibile che la costruzione di questo strumento avvenga nel gruppoclasse. Il lavoro di negoziazione circa l’individuazione e la denominazione dell’errore aiuta a diventare sempre più consapevoli delle principali con- venzioni ortografiche e delle loro variabili. È necessario che la tabella possa consentire più registrazioni e le relative date per verificare le variazioni individuali nel tempo (fig. 1). 2. Testo narrativo. Possiamo proporre la scrittura della conclusione del testo utilizzato per il dettato (Scheda 1). Anche questa proposta può essere svolta in un piccolo gruppo di lavoro. 3. Prova di ascolto/comprensione. Leggiamo il testo, lo spieghiamo brevemente, lo rileggiamo (Scheda 2 a pag. 115) e poi chiediamo agli alunni di rispondere individualmente alle domande (cfr. sito Risorsa 1). 4. Prova di comprensione (cfr. sito Risorsa 2). Le domande con risposte non preformulate (aperte) richiedono operazioni importanti sotto il profilo logico-linguistico perché le risposte possono essere: Testo 1 Ghiacciolino A cquaridente è una località ghiacciata del Polo Sud. Vi abita una piccola comunità di pinguini. Le giornate ad Acquaridente trascorrono serene per tutti gli abitanti che, in quel clima freddo, si sentono perfettamente a loro agio. I più giovani si divertono a scivolare sugli specchi ghiacciati o a tuffarsi e a sguazzare nelle piccole pozze d’acqua turchina. Ghiacciolino però è un pinguino diverso dagli altri: ha un aspetto gracile ed è infagottato dalla testa ai piedi, con indumenti di lana dai quali spuntano solo gli occhietti tristi e il becco arancione. Fin da piccolo ha sofferto il freddo e, crescendo, questo difetto si è così accentuato da costringerlo a rimanere in casa tutto il giorno, rannicchiato in un angolino a battere i denti. Figura 1 DATE ERRORI 15 sett. ......... ......... ......... ......... ......... Suoni doppi ecc. Scheda 1 1. Ghiacciolino vuole risolvere il suo problema. Scegli tu la soluzione fra quelle indicate sotto e scrivi lo sviluppo della storia. Ghiacciolino partirà per cercare luoghi più caldi. Ghiacciolino si chiuderà per sempre nel suo igloo. Ghiacciolino imparerà a sopportare il freddo come gli altri pinguini. 114 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quarta U con risposta aperta obbligata (cioè è possibile una sola risposta corretta); U con risposta aperta articolata (dentro i confini posti dal testo è Italiano possibile fornire risposte diverse); U con risposta aperta libera (la risposta richiede una valutazione da parte dell’alunno e lo impegna in un processo di produzione e giusti- ficazione del suo pensiero). La rilevazione iniziale delle competenze metalinguistiche è vincolata dalla progettazione proposta nella classe precedente. Scheda 2 1. Leggi il seguente testo. PANCHITO E IL DELFINO A nord di Manantiales, in Patagonia, sorgono le quindici o venti case di un paesino di pescatori chiamato Angostura. Le case sono abitate soltanto durante la breve estate, poi durante il fugace autunno e il lungo inverno, non sono altro che un punto di riferimento nel paesaggio. Angostura non ha cimitero, ma ha una tomba, un piccolo sepolcro che è stato dipinto di bianco e che guarda verso il mare. Vi riposa Panchito Barria, un ragazzino morto a undici anni. Prima di compiere tre anni, Panchito fu colpito da una poliomielite che lo lasciò invalido. I suoi genitori, pescatori di San Gregorio, in Patagonia, ogni estate attraversavano lo stretto per installarsi ad Angostura. Portavano con loro il bambino, come un amoroso fagotto che se ne stava ben seduto su delle coperte, a guardare il mare. Fino a cinque anni Panchito Barria fu un bambino triste, poco socievole, quasi incapace di TEVPEVI1EYRFIPKMSVRSEGGEHHIYRQMVEGSPSYRKVYTTSHMGMVGEZIRXMHIP¼RMGSQTEVZI davanti ad Angostura. Appena li vide, il bambino si lasciò sfuggire un urlo lacerante, e a QERSEQERSGLIMHIP¼RMWMEPPSRXEREZERSPIWYIKVMHEGVIWGIZERSMRZSPYQIIWGSR JSVXS%PPE¼RIUYERHSMHIP¼RMIVERSSVQEMWGSQTEVWMHEPPEKSPEHIPFEQFMRSWJYKKv un grido acuto, una nota altissima che allarmò i pescatori, ma che fece tornare indietro YRSHIMHIP¼RM-PHIP¼RSWMEZZMGMR{EPPEGSWXEIMRM^M{EJEVIWEPXMRIPP³EGUYE4ERGLMXS lo incoraggiava con le note acute che gli sgorgavano dalla gola. Tutti capirono che tra MP FEQFMRS I MP GIXEGIS WM IVE WXEFMPMXE YRE JSVQE HM GSQYRMGE^MSRI -P HIP¼RS VMQEWI HEZERXMEH%RKSWXYVETIVXYXXEP³IWXEXI)UYERHSP³ETTVSWWMQEVWMHIPP³MRZIVRSMQTSWIHM abbandonare il luogo, i genitori di Panchito e gli altri pescatori notarono stupiti che nel FEQFMRSRSRG³IVEPEQMRMQEXVEGGMEHMHSPSVI'SRYREWIVMIXkWXVESVHMREVMETIVMWYSM GMRUYIERRMHMGLMEV{GLIERGLIMPWYSEQMGSHIP¼RSWEVIFFITEVXMXSTIVGLqEPXVMQIRXMM KLMEGGMPSEZVIFFIVSMRXVETTSPEXSQEGLIP³ERRSHSTSEZVIFFIJEXXSVMXSVRS)P³IWXEXI WYGGIWWMZEMPHIP¼RSXSVR{4ERGLMXSGEQFM{HMZIRRIYRFEQFMRSPSUYEGIEPPIKVSEVVMZ{ EWGLIV^EVIWYPPEWYEGSRHM^MSRIHMMRZEPMHS'EQFM{VEHMGEPQIRXI-WYSMKMSGLMGSRMP HIP¼RSWMVMTIXIVSRSTIVWIMIWXEXM4ERGLMXSMQTEV{EPIKKIVIEWGVMZIVIEHMWIKREVIMP WYSEQMGSHIP¼RS'SPPEFSVEZEGSQIXYXXMKPMEPXVMFEQFMRMEPPEVMTEVE^MSRIHIPPIVIXMTVI TEVEZE^EZSVVIWIGGEZEJVYXXMHMQEVIWIQTVIGSRMPWYSEQMGSGLIWEPXEZERIPP³EGUYE GSQTMIRHSTVSHI^^IWSPSTIVPYM9REQEXXMREH³IWXEXIHIPMPHIP¼RSRSRZIRRIEP suo quotidiano appuntamento. Allarmati, i pescatori lo cercarono, rastrellando lo stretto HEGMQEEJSRHS2SRPSXVSZEVSRSQEMRGSRXVEVSRSYREREZISJ¼GMREVYWWEYREHIPPI assassine del mare, che navigava vicinissimo ad Angostura. Due mesi dopo Panchito &EVVMEQSVvHMXVMWXI^^E7MWTIRWIWIR^ETMERKIVIWIR^EQSVQSVEVIYRPEQIRXS Ridotto e adattato da L. Sepúlveda, traduzione di I. Carmignani, 4EXEKSRME)\TVIWW%TTYRXMHEP7YHHIPQSRHS, Feltrinelli, Milano 1995 115 OtTFUUFNCSFtBOOP 4 didattica classe quarta www Ulteriore m ate è a disposiz riale ione nel sito www.lascu ola nella sezion .it e RIVISTE Area matematico-tecnologica scientiÀco a, Scienze, Tecnologia Matematic Anna Maria Bianconi Lucia Gatta Matematica Riprendiamo il lavoro di Matematica dove lo avevamo lasciato l’anno precedente e utilizziamo un’esperienza fatta con le frazioni e le figure geometriche, in particolare con i quadrati divisi in triangoli e rettangoli (cfr. SIM 9 pag. 71). Ogni bambino aveva ricevuto due foglietti quadrati di diverso colore (fig. 1), su cui erano tracciate delle linee che dividevano il primo in triangoli del valore di 1/2, 1/4 e 1/8, due di 1/16 e l’altro in due rettangoli del valore di 1/2 e 1/8, un quadrato di 1/4 e due piccoli quadrati di 1/16. Avevamo fatto ritagliare le varie parti e chiesto ai bambini di incollarle sul quaderno di Geometria, disposte in modo da creare due colonne, una di triangoli e una di quadrilateri, disposte dalla più grande alla più piccola (fig. 2). Anche se quest’attività non fosse stata svolta, possiamo ugualmente dare ai bambini i quadrati suddivisi e farli incollare sul quaderno come sopra descritto. Nel caso non avessimo ancora introdotto il concetto di frazione possiamo parlare, invece che di 1/2 o 1/4, della metà o della quarta o ottava parte del quadrato ritagliato. Analizziamo insieme la distribuzione delle figure che abbiamo davanti a noi. I triangoli e i rettangoli, posti uno sotto l’altro, sono ognuno la metà di quello che gli sta sopra e il doppio di quello che gli sta sotto. Inol- Triangoli, frazioni e rettangoli tre ognuno, dall’alto verso il basso, ha il valore di 1/2, 1/4, 1/8 e 1/16 del quadrato intero ossia del foglietto non suddiviso. Se poi confrontiamo le figure poste una accanto all’altra, ad esempio, il primo triangolo e il primo rettangolo, vediamo che sono entrambe 1/2 del quadrato iniziale e quindi possiamo dire che sono equivalenti tra loro. E la stessa cosa vale per gli altri triangoli e quadrilateri. Ma mentre i triangoli posti nella prima colonna sono tutti della stessa Figura 1 Figura 2 116 forma anche se con dimensioni diverse, le figure che gli sono a fianco hanno, oltre alle dimensioni, anche forme diverse: infatti abbiamo due rettangoli e due quadrati. Chiediamo ai bambini se, secondo loro, è possibile avere anche nella seconda colonna tutte figure simili, ad esempio, tutti quadrati, che siano ognuno la metà dell’altro. In altre parole domandiamo: Come possiamo ottenere un quadrato che sia la metà di un altro quadrato? Per rispondere dobbiamo scoprire come ottenere dal quadrato grande, quello da cui abbiamo ottenuto, delineando la mediana, due rettangoli che sono la sua metà, due quadrati che siano sempre la metà del quadrato di partenza. Utilizzando il concetto di equivalenza iniziamo la ricerca della soluzione. Rivediamo innanzitutto la definizione di figure equivalenti. Le avevamo descritte come figure che occupano esattamente la stessa parte di piano. Quindi, ad esempio, due foglietti quadrati di quelli che utilizziamo per questa attività e che chiamiamo quadrato grande, li possiamo indicare come equivalenti, infatti se li sovrapponiamo vediamo che i loro bordi coincidono e i due quadrati hanno la stessa dimensione. Per risolvere il nostro problema dobbiamo trovare il modo di ottenere un quadrato equivalente al rettangolo che vale la metà del quadrato grande. Proponiamo di usare dei triangoli OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quarta che sono figure speciali: molte figure piane, infatti, sono il risultato dell’unione di triangoli di varie forme. Possiamo dire che i triangoli sono i costruttori di queste figure. Prepariamo allora dei triangoli di varie dimensioni per costruire il quadrato che stiamo cercando. Scomponiamo tre foglietti quadrati di colori diversi e tracciamo nel primo le due diagonali e individuiamo quattro triangoli che valgono 1/4 del quadrato. Nel secondo tracciamo diagonali e mediane e otteniamo 8 triangoli che valgono 1/8 del quadrato. Nel terzo quadrato tracciamo la diagonale, le mediane e poi uniamo i 4 punti in cui le mediane toccano i lati del quadrato e otteniamo 16 triangoli che valgono 1/16 del quadrato (fig. 3). Già osservando i risultati delle divisioni fatte tracciando le linee nei tre foglietti, alcuni bambini potrebbero intuire come disporre i triangoli per formare un quadrato che vale la metà del quadrato grande. Lasciamo comunque a tutti il tempo di provare e trovare la soluzione, quindi tagliamo tutti i triangolini, 4 di un colore, 8 Figura 3 Figura 4 Matematica, Scienze, Tecnologia di un altro e 16 di un altro ancora e facciamo provare a turno a posizionarli sul quadrato grande bianco per formare un quadrato che vale 1/2 di questo foglietto. Possiamo anche farci aiutare dagli alunni a disegnare sui foglietti le divisioni sopra descritte, farglieli tagliare e preparare tanti triangoli così da formare gruppi di quattro bambini: in questo modo sarà più semplice per tutti lavorare meglio e partecipare attivamente. Dopo varie prove arriveranno a scoprire che, prendendo due triangoli che valgono ciascuno la quarta parte del quadrato grande e unendoli lungo l’ipotenusa, si forma un quadrato che vale la metà di quello grande che li contiene. Stessa cosa avviene con 4 triangoli che valgono 1/8 e con 8 triangoli che valgono 1/16 (fig. 4). Ora dobbiamo trovare un quadrato che sia la metà del quadrato che vale 1/4 del quadrato grande per poterlo sostituire con il rettangolo che abbiamo incollato nel quaderno. Tagliamo allora una quarta parte del quadrato bianco e cerchiamo di formare con i piccoli rettangoli un quadrato che sia la sua metà. In breve i bambini scopriranno che ci si riesce usando due triangoli uniti lungo l’ipotenusa che valgono 1/16 (fig. 5). Spieghiamo che i quadrati colorati, nel nostro caso quello rosso e quello verde della figura 5, sono “inscritti” nel quadrato bianco. Analizziamo il significato di questo termine scomponendo la parola in in-scritta e diciamo che vuol dire che una figura è scritta, nel senso di disegnata “in”, os- sia dentro. Facciamo notare però che per essere inscritta tutti i vertici della figura che è dentro un’altra, devono toccare i lati della figura esterna. Se una figura è inscritta, quella che la contiene e sui cui lati si poggiano i vertici della figura interna, si dice che è circoscritta. Questi termini ci permettono di formulare un enunciato. Se si hanno due quadrati, uno inscritto e l’altro circoscritto: il quadrato inscritto è uguale alla metà di quello circoscritto. Continuiamo con le osservazioni. Soffermiamoci sul quadrato formato con i triangoli che valgono 1/4, il quadrato rosso inscritto in quello bianco e facciamo notare ai bambini come la diagonale del quadrato che noi abbiamo formato coincida con la mediana del quadrato circoscritto (fig. 6). Ma, chiediamoci: La mediana e il lato hanno la stessa misura? È abbastanza evidente che è così e allora possiamo formulare un secondo enunciato: Un quadrato che ha la diagonale uguale al lato di un altro quadrato è equivalente alla metà di quel quadrato. Può sembrare una frase contorta, ma se consideriamo un quadrato con il lato, ad esempio, di 5 cm, per disegnare un quadrato che sia la sua metà tracciamo su un foglio due segmenti perpendicolari di 5 cm che s’incontrano a metà, quindi con il punto di intersezione a 2,5 cm. Uniamo i quattro estremi e otteniamo un quadrato (figg. 7-8-9 a pag. 118). Ritagliamolo e appoggiamolo sopra il quadrato di lato 5 cm, che nel nostro esempio è bianco, in modo da Figura 5 Figura 6 117 OtTFUUFNCSFtBOOP 4 didattica classe quarta far coincidere la mediana del quadrato piccolo (giallo) con il lato del quadrato grande per verificare la loro uguaglianza. Vediamo poi che rapporto c’è tra i due quadrati e verifichiamo che quello piccolo giallo si può inscrivere in quello più grande bianco e questo, sappiamo, vuol dire che vale esattamente la metà di quel quadrato (fig. 10). Concludiamo il lavoro facendo ritagliare a ogni bambino, disegnando i quadrati inscritti e tracciando le mediane, quattro quadrati corrispondenti a 1/2, 1/4, 1/8 e 1/16 del quadrato grande ossia del foglietto di partenza, così da poter mettere una sotto l’altra tutte le figure simili. Facciamo vedere ai bambini come, senza dover tracciare necessariamente le mediane, basti individuare i 4 punti che corrispondono alla metà di ogni lato di un quadrato e unire ognuno di questi al suo consecutivo per formare un quadrato inscritto. Scienze L’acqua è un elemento molto importante perché ha numerose possibilità di impiego e offre molte opportuFigura 7 Figura 8 Matematica, Scienze, Tecnologia nità per le prime acquisizioni di leggi scientifiche. Nel corso degli anni precedenti, il bambino di classe quarta ha acquisito conoscenze e competenze riguardo agli stati della materia e ai passaggi di stato. Ora può iniziare a cercare il perché delle cose, a spiegare le strutture che conosce in termini di funzioni che ne derivano. In questo senso, possiamo cominciare a parlare della molecola H2O come del più piccolo pezzettino in cui possiamo dividere l’acqua. Prima di eseguire l’esperimento, ognuno dovrà avere sotto mano un block notes per scrivere che cosa succede. Potrebbe essere utile fare delle foto. Iniziamo chiedendo a ogni bambino di toccare i cubetti di ghiaccio a disposizione: Quali sono le sensazioni principali che si provano? Quali aggettivi possono descrivere il cubetto di ghiaccio (duro, freddo, liscio scivoloso/bagnato)? Se non emerge dagli alunni, dobbiamo introdurre noi qualche aggettivo. Il calore della stanza sta iniziando a fondere il ghiaccio (la fusione è il passaggio dallo stato solido a quello liquido). Se non lo chiedono i bambini, chiediamo noi: Perché il cubetto risulta scivoloso/ bagnato? Aspettiamo che venga la risposta e facciamo scrivere sul notes l’osservazione che segue. Il ghiaccio è duro, perché le molecole di acqua sono fortemente legate le une alle altre a formare una rete. Questa rete è rigida e per questo il ghiaccio è duro. Il ghiaccio è freddo perché la sua temperatura è vicina allo zero; per ottenerlo, lo abbiamo messo nel freezer, una macchina che toglie calore e raffredda le sostanze. Mentre parliamo di questo, i cubetti continueranno a sciogliersi, fino a divenire acqua liquida. Invitiamo gli alunni a toccare anche questo stato della materia e a descriverlo attraverso degli aggettivi (liquido, caldo/ tiepido, bagnato). Il concetto di liquido come tale è parte della nostra esperienza. Non è facile per i bambini spiegare che cosa è un liquido senza confrontarlo con un altro stato della materia. Il liquido non ha forma, è sfuggente, bagna, scorre e dà in generale l’idea di qualcosa di poco compatto. È proprio questo che vogliamo osservare per poter dire che i legami fra le molecole di acqua nel liquido non sono così forti come nel solido. Ma i legami fra le molecole ci sono? Mettiamo l’acqua in un recipiente e osserviamo: non ci sono zone vuote, il liquido occupa tutto lo spazio necessario. Infine prendiamo l’acqua e la scaldiamo con un fornelletto. Osserveremo insieme agli alunni la formazione del vapore acqueo, la nebbiolina che si alza dal contenitore. Con molta cautela possiamo far passare una mano sul fornelletto. Scopriremo che il vapore acqueo (l’acqua allo stato di gas) è caldo, senza forma, bagnato. È facile e intuitivo capire perché il vapore è caldo, ma va fatto notare, perché ci aiuta a spiegare la sensazione di bagnato. C’è un’analogia con il ghiaccio (il passaggio di stato) ma qui, diversamente dal ghiaccio, è la nostra mano ad essere più fredda (c’è meno calore) della zona sopra al fornelletto. Quindi l’acqua non riesce a rimanere gas e ritorna liquida, condensando raffreddandosi e bagnando la nostra mano. Distribuiamo agli alunni la Risorsa 1. Figura 9 Figura 10 118 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quarta 4 www Ulteriore m ate è a disposiz riale io www.lascu ne nel sito ola nella sezion .it e RIVISTE Area storicogeograÀco-sociale raÀa, Studi sociali Storia, Geog Marina Conti Rita Gregori Premessa al lavoro Le proposte didattiche di Storia e Geografia per la classe quarta sono state pensate come complementari, elaborate intorno al concetto di risorse e procedenti con il metodo della problematizzazione. Sono state fatte delle scelte precise, nella selezione dei quadri di civiltà storici e dei paesaggi italiani. Abbiamo cercato di mettere in luce i vari aspetti del problema delle risorse: l’organizzazione del territorio e del gruppo umano, come ogni popolo si stabilisce su un territorio, si adatta, ne sfrutta le possibilità e gradualmente lo trasforma, facendo di una casa la “sua” casa. Al termine affronteremo il concetto di crisi, che aiuta a conoscere con correttezza lo sviluppo storico, che non è mai lineare e “progressista” e ad approcciare le difficoltà degli abitanti di rispettare le risorse che il territorio offre loro, arrivando a sfruttarlo senza controllo e operando trasformazioni con pesanti conseguenze. La struttura di ogni singola unità di Storia è così pensata: parte iniziale sul metodo di studio, con la proposta di una possibile attività, il più possibile allineata alla proposta di Lingua italiana, facendo riferimento al sussidiario come strumento di lavoro e al suo testo di analisi del quadro di civiltà. A questa parte si unisce uno zoom su un aspetto del quadro di civiltà scelto, operato attraverso l’analisi di una fonte di diverso tipo, che permetta Tempi e luoghi per tornare in classe di aprire un problema fra gli alunni e metta in luce un elemento “fondante” della storia antica. Le scelte operate hanno ovviamente carattere esemplificativo e vogliono offrire una possibile pista di lavoro; la stessa attività può essere svolta su altri quadri di civiltà, ritenuti di maggior interesse. L’attenzione posta è stata quella di rendere il più possibile evidenti alcuni dei valori e degli elementi di cui siamo, oggi, in Italia, debitori del passato, anche di quello così lontano e apparentemente distante da noi, come l’Oriente. Sembra in questo modo di poter scientificamente dimostrare agli alunni perché si studiano ancor oggi alcune civiltà e perché siamo debitori agli altri popoli di gran parte della nostra cultura e della nostra vita economica, sociale, religiosa, politica. La struttura delle proposte di Geografia è fortemente centrata sulla problematizzazione, affrontando la relazione complessa ed essenziale fra il territorio nelle sue componenti fondamentali (acque, suolo, clima ecc.) e l’azione degli uomini che ad esso si adattano, lo sfruttano e gradualmente lo trasformano, fino a creare problemi che depauperano e stravolgono il territorio stesso. L’unità di maggio sarà un esempio, speriamo fecondo, di come la lingua sia veramente trasversale a tutte le nostre proposte disciplinari e di come essa non sia una disciplina separata dai contenuti e dalle testualità specifiche delle discipline dell’area antropo- 119 logica, nel caso di cui ci occupiamo. La proposta delle prove di settembre vuole essere un modo per riprendere il filo con gli alunni, esplorando ciò che hanno acquisito nella classe terza, in termini di abilità e di competenze disciplinari. Proponiamo una prova iniziale di Storia (Scheda 1 a pag. 120). La scelta cade sul patrimonio camuno per il suo valore fondamentale per l’Italia: inserite dall’UNESCO nel regesto dei monumenti appartenenti al patrimonio universale dell’umanità, le incisioni della Valcamonica costituiscono, con i loro oltre 300.000 reperti, il più vasto comprensorio europeo di arte rupestre preistorica. Mostriamo su una carta fisica la posizione della Valcamonica, a nord di Brescia e Bergamo: scende dal cuore delle Alpi, è percorsa dal fiume Oglio e circa 10.000 anni fa era coperta da ghiacci. Proponiamo poi una prova iniziale di Geografia (Scheda 2 a pag. 121). Facciamo preparare ai bambini la presentazione di una località in cui sono stati durante l’estate, che, data l’attuale situazione di crisi, può essere anche un centro commerciale o una visita a parenti o la destinazione della gita di un giorno. Al termine del lavoro, gli elaborati che i bambini hanno realizzato, possono essere montati in un libro a fisarmonica. I libri così ottenuti possono essere ordinati in alcune scatole, divise sulla base del lavoro fatto: paesaggi di mare, paesaggi di montagna, centri commerciali, paesaggi di campagna ecc. OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quarta Storia, Geografia, Studi sociali Scheda 1 1. Analizza le fonti. In classe terza hai studiato i periodi del Paleolitico e l’inizio del Neolitico. Ora hai a disposizione un testo e un disegno che dovrai analizzare da solo, sono due fonti dalle quali ricaverai informazioni su questo tema: P³YSQSGEQYRSMRM^MEEGSPXMZEVIPEXIVVE. Scrivi le informazioni che riesci a dedurre dalle due fonti sotto forma di elenco o di piccolo testo e mostrale all’insegnante. Se hai lavorato bene, il tuo lavoro dovrà servire a preparare dei materiali, basandoti sulle informazioni che hai ricavato, per un/a tuo/a compagno/compagna. Figura 1 Disegno riprodotto del masso Bagnolo 2, periodo Neolitico (5500-3300 a.C.) Testo 0³EVXIVYTIWXVIGEQYREGSRWIVZEEPQIRSWGIRIHMEVEXYVEJVE PI TM ERXMGLI G³r UYIPPE HIP QEWWS HIXXS °&EKRSPS ± P³EVEXVS r rappresentato trainato da una coppia di buoi dalle grandi corna aggiogati ed è condotto da un uomo che impugna la stegola con due mani. Nonostante la rappresentazione sia schematica, è possibile riconoscere la parte che serve da vomere verticale o obliquo rispetto al terreno, una caratteristica che permette di entrarvi facilmente e superare gli ostacoli frequenti dei terreni sassosi di QSRXEKRE - XMTM HM EVEXVS VEJ¼KYVEXM MR :EPGEQSRMGE infatti, sono adatti agli ambienti alpini. Figura 2 Particolare dell’aratro R.C. de Marinis (a cura di), 0³IXkHIPVEQIPETMERYVETEHEREIPI%PTMEPXIQTSHMhX^M, Compagnia della Stampa, Roccafranca 2013 - Catalogo della mostra, p. 7 2. Prepara per il/la tuo/tua compagno/a: U un’immagine disegnata, piuttosto grande, con la didascalia adatta a questo tema; U un esercizio di “vero/falso”, formato da almeno 5 domande. Terminato di costruire il materiale, lo sottoporrai al tuo compagno. 3. Confronta le sue soluzioni all’esercizio con le tue, che avrai tenute da parte, senza mostrarle. Dizionario Rupestre: incisa sulle rocce. 'EQYRE: degli antichi abitanti della Valcamonica. I buoi aggiogati: messi al lavoro, obbligati, attaccati all’aratro (con il giogo). Stegola: l’impugnatura che consente di manovrare l’aratro permettendo di dare ai solchi nel terreno la giusta direzione. Vomere: lama che entra nel terreno per segnare il solco. 120 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quarta Storia, Geografia, Studi sociali Scheda 2 4 DOVE SONO STATO? 1. Presenta il luogo. Per richiamare il ricordo, stendi un elenco degli elementi presenti sul luogo, il più dettagliato possibile e sottolinea solo gli elementi naturali per separarli da quelli antropici RIPJVEXXIQTSTYSMEKKMYRKIVRIEPXVMWIXMZIRKSRSMRQIRXI-R½RIHMWIKREPEPSGEPMXk cercando di rappresentare quanti più elementi riesci. 2. Ordina e disegna il paesaggio naturale. Rileggi gli elementi naturali del tuo elenco e prepara una tabella per metterli in ordine (ad IWIQTMSVMPMIZSEGUYITMERXIERMQEPMIPIQIRXMHIPXIQTS6MGSTMEPMGPEWWM½GERHSPMWI condo le voci che hai individuato e stendi un nuovo disegno, per ora solo degli elementi naturali. Tieni conto di alcune indicazioni: sul foglio traccia solo lo sfondo (gli elementi di rilievo, come mare e spiaggia o vette di montagne e fondovalle); disegna gli altri elementi su un foglio a parte, separati e con una base; ritagliali e incollali sullo sfondo in modo che VMQERKERSMRZIVXMGEPIYWERHSPEFEWIGSQIWSWXIKRS%PPE½RIVIEPM^^EYRTEIWEKKMSHIP tutto naturale e illustralo compilando una tabella come questa: Che cosa c’è (elementi) Cascata Gli elementi naturali del mio paesaggio Quanti sono Dove si trova (numerosità) (localizzazione) 1 7YP½ERGSHIPPE montagna Rocce nell’acqua ..................... ..................... ..................... Perché proprio lì (collegamenti) L’acqua fa un salto per scendere perché la roccia è dritta ..................... ..................... ..................... ..................... 3. Ordina e disegna gli elementi antropici. %RGLITIVUYIWXMTVITEVEYREXEFIPPEEHIWIQTMSIHM½GMPYSKLMHMPEZSVSWXVEHIPYSKLM HMHMZIVXMQIRXSGPEWWM½GEPMHMWIKREPMIMRGSPPEPMWYPHMWIKRS-R½RIGSQTMPEYR´EPXVEXEFIPPE dedicata agli elementi antropici, costruita su modello della Tabella 1. 4. Elenca. Prepara un elenco, in ordine cronologico, delle azioni compiute nel corso di un giorno e sottolinea quelle che sono speciali, perché le puoi compiere solo lì e non normalmente. 5. Che cosa ne pensi. Valuta la località: Che cosa ti è piaciuto di più di questo paesaggio? Perché? Che cosa non ti è piaciuto? Perché? Quale cambiamento suggerisci? Perché? 121 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quarta Area linguisticoessiva artistico-espr Inglese Velia Carbonini Linda Edwards Un’accogliente organizzazione della classe ci aiuterà a rendere più piacevole l’atmosfera e più efficaci le attività: ad esempio, la distribuzione dei banchi può essere pensata per favorire le proposte di attività comunicative, ma se riteniamo che nel contempo possa contrastare la concentrazione e l’attenzione necessarie per altre attività, sarà opportuno stabilire all’inizio del nuovo anno Scheda 1 Back together un “codice di comportamento”. Utilizziamo quindi la L2 per stendere a code of conduct. In L1 concorderemo le regole con i nostri alunni: è noto che il coinvolgimento dei bambini nella loro stesura ne aumenta il valore e ne promuove il rispetto, oltre a creare senso di appartenenza e autodisciplina. Al code of conduct faremo riferimento ogni qualvolta non verrà rispettata una regola. Classroom rules We must ....................... ....................... We must not ....................... ...................... Dividiamo la classe in gruppi e chiediamo a ciascun gruppo di individuare due regole che riporteremo nella Scheda 1. Chiamiamo ogni gruppo a leggere e far votare le regole alla classe. Poi facciamole illustrare e creare il classroom code of conduct poster che ogni alunno firmerà. Ecco alcune regole che potremo mettere nel poster (Scheda 1): U We must listen to our teacher. U We must keep our school clean. U We must keep our classroom tidy. U We must be kind and respect each other. U We must put our hand up when we want to speak. U We mustn’t run in the classroom. Questions and answers Prepariamo alla lavagna una griglia con le categorie degli argomenti affrontati nel precedente anno scolastico (fig. 1). Prepariamo una serie di domande progressivamente più difficili per ognuno degli argomenti della griglia. Daremo un punteggio a ogni domanda in base alla difficoltà, ad esempio: 10 clothes What is it? I put it on my head; 50 clothes - Sing a song about clothes. Dividiamo la classe in gruppi e facciamo scegliere ai bambini il nome del proprio gruppo che a sua volta sceglie a turno un argomento della griglia e sfida un punteggio. Leggiamo la domanda corrispondente al punteggio e lasciamo un tempo stabilito per rispondere. Se la risposta è corretta il gruppo si aggiudica il punteggio. Vince il gruppo che accumula più punti. Figura 1 Numbers Animals Alphabet Clothes Family 10 20 30 40 50 122 OtTFUUFNCSFtBOOP Festivals didattica classe quarta 4 Area linguisticoessiva artistico-espr Arte e immagine Daniela Antonello Il momento dell’accoglienza è importante soprattutto per verificare in modo piacevole le competenze apprese nei tre anni precedenti rispetto alle leggi e alle regole della comunicazione visiva. Dopo aver fornito agli alunni riviste, libri, immagini di opere d’arte di varie epoche, facciamo osser- www L’estate degli artisti vare come i vari artisti hanno interpretato i paesaggi dell’estate. Avendone la possibilità, si possono scegliere e scaricare anche da Internet, con una ricerca mirata. Chiediamo di costruire delle schede di lettura denotativa e connotativa delle immagini procedendo nel modo esemplificato. Ulteriore m ate è a disposiz riale ione nel sito www.lascu ola nella sezion .it e RIVISTE Ciascun bambino sarà invitato a scegliere una delle opere su cui elaborare le informazioni contenute nella Scheda 1. Alla fine della lettura, chiediamo agli alunni di rappresentare la propria estate, utilizzando una tecnica a piacere e attribuendo un titolo. Scheda 1 SCHEMA DI LETTURA DENOTATIVA E CONNOTATIVA Autore: Vincent Van Gogh Titolo: Campo di grano con cipressi Anno: 1889 LETTURA DENOTATIVA Figurativa U Simbolica U Figurativa/astratta (con elementi riconoscibili del reale U Astratta (di tipo informale o di tipo geometrico) Tipo di immagine U Soggetto Religioso - Tipo di paesaggio: marina, collina ecc. Elementi presenti (descrizione) U Luce HI½RM^MSRI U Linee e forme U Tipologia: rette, sinuose, verticali Figure - Sfondo - Contesto ecc. U Particolari Laterale (da destra/da sinistra), controluce, frontale, diffusa, soffusa, con contrasti netti di luce e ombra ecc. U Colore della luce: a pennellate di bianco e giallo ecc. U Colore dell’ombra: a pennellate di nero ecc. ecc. U9WSHI½RM^MSRIHMGSRXSVRMHMWYTIV½GMIPIQIRXM decorativi ecc. 123 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quarta IRC Francesco De Rossi Dopo la lunga pausa estiva si torna a scuola, le vacanze sono finite! La ripresa delle attività scolastiche, il ritorno ai ritmi e alle abitudini, rappresenta un momento di affaticamento e di stress per tutti. D’altro canto le prime settimane di lezione sono decisive per l’organizzazione dei mesi che verranno, ecco perché dobbiamo accogliere i nostri alunni proponendo loro delle attività che diano l’opportunità di riprendere in modo tranquillo la routine della scuola e, soprattutto, che li rassicurino nelle loro conoscenze. Proponiamo un lavoro di gruppo attraverso il quale ripercorrere l’iter di apprendimento dello scorso anno scolastico. Formiamo quattro gruppi di lavoro, ai quali consegniamo (per ogni gruppo) dei fogli colorati (formato A4), utilizzando quattro colori diversi (ad esempio, giallo, verde chiaro, rosa, bianco). Diamo poi delle immagini (cfr. sito Risorse 1-2-3-4) che i bambini devono colorare, ritagliare e attaccare sui fogli colorati, i quali rimandano alle quattro tematiche seguenti: U I giorni della creazione; U I Patriarchi d’Israele; U La storia di Mosè; U I Re d’Israele. Consegniamo poi quattro cartoncini (uno per gruppo) contenenti tante parole (cfr. sito Risorse 5.1-5.2-5.35.4). I bambini devono dapprima ritagliare tutte le parole (che non si trovano in ordine), poi incollarle www Una nuova avventura sotto le immagini in modo da formare, per ognuna, la frase corrispondente. L’attività proposta serve per verificare i prerequisiti e nello stesso tempo per riprendere il ritmo e capire se i nostri alunni hanno padronanza degli argomenti svolti nell’anno scolastico appena trascorso. Quando tutti hanno concluso il lavoro assegnato chiediamo a ogni gruppo di riferire, ai propri compagni di classe, la tematica svolta; ogni alunno racconta il lavoro che ha sviluppato (è importantissimo che ogni bambino riferisca sul proprio lavoro). Ogni gruppo poi attacca i lavori su un cartellone che prende il titolo dal tema sviluppato. Infine, i cartelloni vengono appesi in classe. Introduciamo poi un argomento che 124 Ulteriore m ate è a disposiz riale io www.lascu ne nel sito ola nella sezion .it e RIVISTE sarà di fondamentale importanza per lo svolgimento della programmazione annuale: quello riguardante la figura di Gesù di Nazaret. Il Nuovo Testamento, che sarà il nostro punto d’interesse, è fondato su Gesù di Nazaret del quale tratteremo la globalità del suo Mistero a partire dall’incarnazione, fino alla risurrezione. Assegniamo una scheda/gioco (cfr. sito Risorsa 6) nella quale i bambini trovano l’immagine di Gesù e un’attività dalla quale emergerà una frase programmatica del lavoro, che andremo a dipanare lungo il corso dell’anno scolastico: Gesù di Nazaret fondatore del Cristianesimo. Per concludere, chiediamo ad ogni alunno di disegnare, nello spazio dedicato della scheda, il personaggio soluzione del gioco. OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quarta 4 Area linguisticoessiva artistico-espr Musica Francesca Cherubini Ci prepariamo ad affrontare questa attività, al fine di creare un clima festoso ed accogliente attraverso l’uso della voce e del corpo. Se possibile, ci spostiamo in un ambiente spazioso per disporci in cerchio. L’insegnante scandisce il nome di un alunno cantando e tutti gli altri ripetono insieme. Proseguiamo in questo modo fino a che sarà stato cantato il nome di ogni bambino. In seguito, introduciamo una piccola variante: quando l’insegnante canta il nome, l’alunno interessato si sposta all’interno del cerchio e gli altri cantano almeno 3 volte lo stesso motivetto. Ora proviamo ad aggiungere al nome un intermezzo ritmico da eseguire con le mani o con i piedi, come illustrato nella figura 1. In un secondo momento non è più l’insegnante a dare il via all’attività Mi presento… con le note! cantando, ma è l’alunno stesso a cantare il proprio nome secondo il suo gusto, mentre tutti lo ripetono in coro. Iniziamo da un compagno a caso e procediamo in senso orario o antiorario, affinché non ci siano momenti di pausa per scegliere di volta in volta un bambino. È in questa fase che chiediamo agli alunni di cantare cercando di esprimere qualcosa di sé. Ad esempio: canto il mio nome con delicatezza per trasmettere la mia dolcezza, oppure con tanta energia per comunicare la mia vitalità. Ci avviamo a concludere il nostro lavoro con un’ultima variante, per spendere qualche pensiero sulla meraviglia di essere unici e diversi. Ripetiamo quanto fatto finora senza cantare: siamo sempre in cerchio e ogni bambino scandisce il proprio nome trasmettendo, grazie alla sua voce, una Figura 1 caratteristica personale. Ad esempio: Enrico urla il suo nome per comunicare la sua vivacità, Elisa lo sussurra per trasmettere la sua timidezza, Luigi lo pronuncia ridendo perché si ritiene un tipo davvero spiritoso. Come in precedenza, i compagni ripetono insieme il nome di volta in volta, nel frattempo l’insegnante domanda loro che caratteristica hanno intuito e chiede al compagno interessato di scrivere su un cartellone il proprio nome scegliendo una grafia adatta alle sue qualità. Ad esempio, Enrico, che aveva urlato il suo nome, lo scriverà con un carattere piuttosto grande e segmentato (fig. 2). Ci congediamo condividendo le nostre impressioni, riflettendo sul potere comunicativo della voce e dedicando qualche pensiero al valore dell’amicizia. Figura 2 DA-A-NIE-LE (cantando) due battiti di mani e tre battute con i piedi RO-O-SAN-NA tre battiti di mani sulle cosce e due volte lo schiocco delle dita 125 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica Figura 1 classe quarta Area linguisticoessiva artistico-espr Movimento, S port Corpo, Corpo, Movimento, Sport Ilaria Federici Manuela Valentini Riscaldamento Saluti iniziali: formiamo delle coppie che devono inventare un nuovo modo di salutarsi mettendo in sequenza quattro o cinque movimenti che coinvolgano tutto il corpo. Ogni coppia mostra il proprio saluto e tutte le altre coppie lo riproducono; poi, camminiamo per la palestra, ci incontriamo e ci salutiamo. Contatti ravvicinati: ci spostiamo liberamente (correndo, camminando, saltellando) nello spazio-palestra e quando l’insegnante dice un numero e una o più parti del corpo (ad esempio: 4, spalla destra, piede sinistro), gli alunni devono formare dei gruppetti pari a quel numero e unire le parti del corpo chiamate in causa. Insieme è più bello! il bambino mangia la pappa con il cucchiaio). Individuiamo un gruppo di alunni che devono scegliere un biglietto e rappresentare con i propri corpi le parole della frase pescata mettendosi nella giusta successione. Il resto della classe deve cercare di decodificarla. L’equilibrista: tracciamo una linea e invitiamo gli alunni a disporsi in fila sul suo lato destro e sinistro. A turno, un alunno cammina lungo la Fase centrale Pallaluna: formiamo due squadre e consegniamo un palloncino a ciascuna. Scopo del gioco è passarsi il palloncino senza farlo cadere e senza bloccarlo lanciandolo il più in alto possibile immaginandosi di dover toccare la luna. Non è possibile toccare il palloncino due volte di seguito. Assegniamo un punto per ogni tocco. Vince la squadra che totalizza più punti. Dopo aver ripetuto questo gioco più volte, possiamo sostituire il palloncino con un pallone da mare o una comune palla. Frasi animate: prepariamo una scatola con dentro dei biglietti riportanti delle frasi comuni (ad esempio: linea immaginando di essere un funambolo e può decidere di cadere in qualsiasi direzione e in ogni momento. I compagni devono cercare di non farlo cadere e quindi devono dimostrare ogni volta prontezza di riflessi nel riprenderlo, sostenerlo e riportarlo alla stazione eretta. I gamberi: formiamo dei gruppi da tre che devono mettersi seduti in fila, uno dietro l’altro. Ognuno appoggia le mani sui piedi del compagno e solleva il bacino. Il gruppo deve muoversi in avanti senza staccarsi e raggiungere un traguardo precedentemente stabilito (fig. 1). Percorso al buio: formiamo due gruppi che si dispongono ai due lati opposti della palestra e bendiamo i componenti di un gruppo. Scopo del gioco è quello di scambiarsi di posto senza urtare gli ostacoli che sono stati precedentemente posti lungo il percorso. Il gruppo bendato sarà, quindi, guidato dall’altro gruppo, che dovrà fornirgli indicazioni. Defaticamento La scossa: ci dividiamo a coppie. Un alunno si pone in posizione supina, mentre l’altro si trova di fronte, gli prende i piedi, li solleva, li tira dolcemente verso di lui per distendere i polpacci e scuote dolcemente le gambe. Poi, si sposta dietro la testa del compagno, prende le mani e, sollevando le braccia, le tira verso di sé e poi le scuote dolcemente a destra e a sinistra. 126 OtTFUUFNCSFtBOOP Accoglienza 5 classe quinta www Ulteriore materiale è a disposizione nel sito www.lascuola.it nella sezione RIVISTE CHE COSA HAI FATTO QUEST’ESTATE? Il ritorno a scuola, dopo tre mesi trascorsi lontano dai banchi, è un momento importante: è necessario riprendere gradualmente le attività didattiche, ricostituire un proficuo clima di classe e cercare di trarre vantaggio dall’entusiasmo che sempre accompagna i primi giorni di scuola, quando la stanchezza e la routine non sono ancora sopravvenute. Programmare l’accoglienza per preparare il rientro a scuola diventa, perciò, indispensabile per “riavviare i motori” dell’apprendimento e creare un clima positivo nel gruppo-classe e nei rapporti tra insegnanti e alunni. L’ideale sarebbe poter programmare “l’allegria” ancor prima che l’accoglienza, creando quel clima di serenità necessario per svolgere insieme le prime attività dell’anno. L’aula, innanzitutto: il luogo dove i bambini passeranno nove mesi intensi della loro vita deve essere il primo tassello nella costruzione di questo percorso di riavvicinamento alla scuola e ai suoi impegni. Sappiamo bene che gli alunni delle classi quinte sono ormai gli “anziani” di questo ordine di studi ed è sicuramente difficile sorprenderli con qualcosa di originale che abbiamo preparato in precedenza (decorazioni, vignette, cartelloni ecc.). Possiamo perciò limitarci alla realizzazione di uno o due cartelloni che fungano da Bentornati a scuola e lasciare loro spazio nel personalizzare il proprio spazio, magari lavorando per gruppi. Proponiamo, ad esempio, di individuare alcuni personaggi dei fumetti o dei cartoni animati e di disegnarli (o colorare delle immagini in bianco e nero scaricate da Internet) facendo pronunciare loro una frase sul tema della “scuola in allegria” e usare questi lavori per decorare la classe. Oppure invitiamoli a creare festoni e cartelloni fantasiosi. Intingere le mani nel colore, per poi appoggiarle e stamparle su dei cartelloni bianchi da appendere alle pareti, funziona sempre: li diverte molto e li fa sentire un po’ “artisti”. Sotto ogni mano metteranno il proprio nome insieme a una breve riflessione su che cosa si aspettano dall’anno che sta per iniziare. Un’opzione possibile è quella di ritagliare i disegni delle mani e legarle insieme a mo’ di ghirlanda o festone da appendere in classe. Dopo l’esordio creativo, con insegnanti e alunni impegnati nella decorazione dell’aula, possiamo proporre un’attività divertente, che li coinvolga attivamente e che al con- tempo costituisca un’occasione per recuperare conoscenze e competenze acquisite. Partendo dalle esperienze estive, di villeggiatura e no, invitiamo i bambini a raccontare come hanno trascorso l’estate, facendo divenire il racconto un’occasione di attività pluridisciplinare. Se, ad esempio, alcuni hanno trascorso un periodo di vacanza lontano da casa, proponiamo di costruire una mappa dei luoghi in cui sono andati, calcolare le distanze che hanno percorso, descrivere le cose particolari che hanno visto. Altri potrebbero fare una breve ricerca sui posti che hanno visitato e, divisi in piccoli gruppi, costruire un cartellone arricchito da immagini che li presenti. Quest’attività è particolarmente utile per i bambini stranieri che hanno trascorso l’estate nel luogo d’origine della propria famiglia, che hanno così l’occasione di condividerne con i compagni le peculiarità. Sotto la guida dell’insegnante di Matematica, possono costruire alcuni istogrammi relativi, ad esempio, ai mezzi di trasporto usati. Ipotizziamo che in una classe di 25 bambini, 2 abbiano preso l’aereo, 4 il treno, altri abbiano fatto uso dell’automobile, del camper o del pullman. Riportiamo i dati alla lavagna, riordinandoli secondo la quantità e inserendoli in una tabella (fig. 1). Chiediamo quindi ai bambini di costruire sul quaderno a quadretti un grafico in cui a ogni mezzo di trasporto sono assegnati tanti quaFigura 1 Mezzi di trasporto utilizzati per raggiungere la località di villeggiatura Automobile 9 Treno 4 Aeroplano 2 Camper 1 Pullman 1 OtTFUUFNCSFtBOOP 127 Accoglienza 5 classe quinta 128 dretti quanti sono i compagni che lo hanno usato (fig. 2). Per non escludere i bambini che non hanno viaggiato, possiamo inoltre chiedere a tutti quali mezzi di trasporto abbiano comunque usato durante l’estate (fig. 3). Chiaramente, istogrammi simili potranno essere costruiti anche per altri tipi di attività, come le tipologie di luoghi frequentati (montagna, mare, città, lago, piscina), oppure gli sport praticati (calcio, nuoto, bocce, tennis, trekking ecc.). Un’attività che coinvolgerà sicuramente tutti è quella riguardante le cose fatte durante i mesi estivi. Chiediamo: Quanti di voi hanno letto almeno un libro? Quanti hanno visto almeno un film? E quanti hanno imparato un nuovo ballo, sperimentato un nuovo sport, oppure hanno provato una nuova ricetta? Formiamo dei gruppi a seconda del numero delle attività individuate (indicando ai bambini che hanno fatto più attività a partecipare ai gruppi meno numerosi) e invitiamoli a scegliere un “logo”, come un libro o una penna per il gruppo dei lettori, una sedia per gli spettatori, un cd-rom per i ballerini, un pallone per gli sportivi, un piatto per i cuochi ecc. (cfr. sito Risorsa 1). Spieghiamo quindi ai gruppi quali sono i loro compiti. Ciascun alunno deve raccontare agli altri componenti la propria attività: i lettori si racconteranno la storia narrata in un libro, gli spettatori un film che hanno visto, i danzatori il ballo che hanno imparato, gli sportivi racconteranno l’attività che hanno svolto e ne spiegheranno le regole, i cuochi il piatto che hanno cucinato e come lo hanno fatto. Dopo questa prima fase, ogni gruppo sceglie il libro, il film, il ballo, lo sport o la ricetta che giudica più interessante e si organizza per presentarli davanti a tutta la classe, nelle modalità che preferisce, attraverso un cartellone illustrativo e una semplice narrazione o una performance. Per guidare i gruppi nella costruzione della loro presentazione, distribuiamo due tipologie di schede: una relativa al testo narrativo (per libri e film, Scheda 1), l’altra al testo Figura 2 Figura 3 Mezzi di trasporto usati piedi 25 bicicletta 9 mountain bike 2 monopattino 3 pattini 1 altro 1 Scheda 1 SCHEDA PER IL TESTO NARRATIVO Titolo: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Autore/regista: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Personaggi principali: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Trama (se possibile rispondere a chi, che cosa, dove, quando e perché) . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......................................................................................... ........................................................................................... OtTFUUFNCSFtBOOP Accoglienza 5 classe quinta regolativo (per ballo, sport e piatto, Scheda 2), a seconda del tipo di attività. Ogni gruppo ha a disposizione 5 minuti per presentare l’attività prescelta, ma lo deve fare in maniera da non far capire alle altre squadre chi, tra i suoi componenti, abbia svolto realmente quell’attività e chi, invece, l’abbia solo ascoltata. Finita la presentazione, gli altri gruppi possono porre tre domande ciascuno per cercare di indovinare chi sia il bambino che ha svolto quell’attività. Successivamente, ogni gruppo deve scrivere su un foglietto, accanto al simbolo dell’attività, il nome del bambino o della bambina che ritengono abbia vissuto l’esperienza in prima persona. Dopo che tutti i gruppi avranno presentato la propria attività e si saranno sottoposti alle domande dei compagni, è possibile leggere i foglietti e scoprire quale gruppo è stato più bravo a recitare la parte e quale a smascherare gli altri. Per ogni individuazione corretta si attribuisce un punto, che viene tolto al gruppo smascherato. I punteggi saranno inseriti in una tabella che disegneremo alla lavagna o sulla LIM (cfr. sito Risorsa 2). Vincerà chi otterrà il punteggio più alto. In conclusione, facciamo raccontare ai bambini come hanno vissuto l’attività, spiegando come hanno fatto a smascherare i loro compagni. Ritorniamo quindi alle due tipologie di testo utilizzate e chiediamo di riconoscere e spiegare da che cosa sono caratterizzate, qual è il loro obiettivo e di fare altri esempi oltre a quelli già proposti. Autonomamente o guidati, annovereranno tra i testi regolativi anche gli orari dei mezzi pubblici. Riprendiamo quindi la tabella usata per segnare i punteggi dei gruppi e proviamo a costruire insieme, disegnandola alla lavagna, una tabella con gli orari di un mezzo pubblico che colle- ghi il luogo in cui ci troviamo con un altro. Per farlo, possiamo aiutarci con la fotocopia di una carta geografica. Inseriamo verticalmente il nome delle località in cui passa; nella prima riga orizzontale, gli ipotetici orari di partenza e, in quella finale, quelli di arrivo. Interroghiamo i bambini ponendo delle domande del tipo: La corriera che parte da… alle 6.30, a che ora passa per…? A che ora arriva a…? Quando ci sembra che gli alunni abbiano capito il funzionamento della tabella, invitiamoli a costruirne una individualmente, indicando, ad esempio, i tempi necessari per raggiungere la scuola, partendo da casa, e inserendo almeno due tappe intermedie, ipotizzando di partire alle 8.00, alle 12.00, alle 16.30 e alle 20. Proponiamo poi di costruirne un’altra, ipotizzando di fare lo stesso percorso a ritroso (cfr. sito Risorsa 3). Un’ulteriore attività che potremmo prevedere, con l’eventuale coinvolgimento dell’insegnante di Inglese, è quella di invitare i bambini a interrogarsi, a coppie, sugli orari dei mezzi pubblici. Gli alunni possono chiedersi, in Italiano o in Inglese, informazioni sull’orario di partenza di un certo treno, sull’arrivo di un altro o sulla durata di un viaggio. Scheda 2 SCHEDA PER IL TESTO REGOLATIVO Nome (del ballo, dello sport, del piatto): . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Numero dei partecipanti o degli ingredienti: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tempo necessario: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Regole e procedura: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........................................................................................... ........................................................................................... OtTFUUFNCSFtBOOP 129 didattica classe quinta Area linguisticoessiva artistico-espr italiano Paola Baratter Per riprendere il filo del discorso sospeso a giugno, proponiamo un’attività finalizzata a recuperare alcune nozioni di Riflessione linguistica ed evidenziare alcuni concetti che necessitano di essere ripresi a inizio anno. L’attività è strutturata in una fase preparatoria, durante la quale i bambini predispongono il materiale che servirà per la fase successiva, e una fase di gioco, entrambe da svolgere in piccoli gruppi; la terza fase è invece individuale e consiste nell’autovalutazione dell’attività svolta e nella verifica dei contenuti appresi. Fase preparatoria Invitiamo i bambini a costruire, a gruppi, gli elementi necessari per l’attività/gioco di ripasso (box Giochiamo). Con i materiali pronti, attribuiamo www Giochiamo con le parole a ciascun colore o simbolo un tema tra i seguenti: verbi, nomi, aggettivi, lessico, ortografia e giochi di parole e invitiamo ciascun gruppo a ideare e scrivere sul retro delle tre carte corrispondenti altrettante domande per ciascuno dei 7 temi. Per facilitare il lavoro ai bambini, proponiamo degli esempi in base ai quali possono formulare le domande, chiarendo che possono comunque dar libero sfogo alla creatività. Per i verbi possono, ad esempio, chiedere il tempo e la persona di una forma verbale (acconsentirà), o al contrario chiedere di coniugare un dato verbo secondo un particolare tempo o persona (la terza persona del passato remoto del verbo cuocere); oppure possono elencare in un tempo definito tre verbi per ciascuna delle Ulteriore m ate è a disposiz riale io www.lascu ne nel sito ola nella sezion .it e RIVISTE tre coniugazioni o, ancora, tre verbi che comincino con una particolare lettera o che appartengano a uno stesso campo semantico (sport). Riguardo ai nomi, proponiamo di chiedere di elencare tre parole che indichino animali domestici, o luoghi geografici, o, ancora, nomi composti da un certo numero di lettere. Il criterio semantico può essere ripreso anche per gli aggettivi, chiedendo sinonimi o contrari, diminutivi e accrescitivi, o più termini con la stessa desinenza (-abile) o esempi di aggettivi a desinenza invariabile. Per il lessico le domande riguardano il significato di una parola, o invitano a mimare il significato di una parola di uso comune, che deve essere indovinata dagli altri in un tempo definito (Hai 30 secondi di tempo per far indovi- Giochiamo Costruiamo insieme Materiali: sUNCARTELLONEBIANCODIGRANDIDIMENSIONI sCARTONCINIDICOLORIDIVERSIOPPUREPOTRANNOESSERECOLORATIDAIBAMBINISTESSIOANCORACONTRASSEGNATI DAUNSIMBOLO sPENNEPENNARELLIECOLORIAMATITA Un gruppo di bambini disegna sul cartellone un percorso formato da 50 caselle numerate. Le caselle multiple di 7 vengono lasciate bianche, mentre le restanti caselle vengono colorate di 6 colori diversi (gli stessi dei cartoncini, o contrassegnati dal medesimo simbolo), secondo una sequenza che si ripete dopo ogni casella bianca. Gli altri bambini, divisi in sei piccoli gruppi, si occupano invece dei cartoncini, che vanno piegati e ritagliati in modo da ricavare da ciascuno 8 “carte” (per un totale di 144 carte). Le 24 carte di ciascun colore risultanti (o contrassegnate dal medesimo simbolo) vanno distribuite: sette per gruppo (quindi complessivamente ne avanzano 18). 130 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quinta nare ai compagni la parola “asciugacapelli”; potrai esprimerti solo con i gesti). Il gruppo dell’ortografia si occupa della scrittura corretta di alcune parole riconosciute come difficili. Il tema dei giochi di parole permette di formulare domande relative alle rime (bello - ombrello - cammello), alle catene di parole (sapete - tenera - rapina - natura - radiosa), agli anagrammi (rispettoso/pettirosso), ai metagrammi (da gatto a pesce: gatto - patto - pasto - pesto - pesco - pesce). Mentre i bambini elaborano le domande, giriamo tra i banchi e aiutiamoli a stendere le frasi, consigliandoli sull’opportunità delle richieste formulate. Se vogliamo, possiamo raccogliere le carte avanzate (3 per ciascun tema), formulando noi stessi una domanda. Esse saranno poi mescolate assieme a quelle elaborate dagli alunni. Fase di gioco E ora inizia il gioco vero e proprio (box Giochiamo). Durante le diverse fasi, giriamo tra i Italiano banchi, rilevando le modalità comunicative, il grado di partecipazione, la capacità di collaborare, eventualmente aiutandosi con degli indicatori come quelli proposti nella figura 1 (a pag. 132). L’attività di gruppo viene valutata in relazione ai criteri di autonomia e responsabilità dimostrate. 5 Fase di rielaborazione e di verifica delle conoscenze A conclusione del gioco, chiediamo ai bambini di esprimere a turno le loro impressioni sull’attività svolta e quindi di compilare una scheda di autovalutazione (Scheda per l’autovalutazione a pag. 132). Nella lezione finale proponiamo una verifica delle conoscenze relative agli argomenti trattati. Agli esercizi riportati nella Risorsa 1 possiamo eventualmente aggiungere alcune domande, scelte tra quelle elaborate dai bambini, che ci sembrano particolarmente significative. Approfondimenti Giochi di parole s L’ANAGRAMMA è un gioco di parole il cui scopo è quello di comporre, usando tutte le lettere di una parola, un’altra parola di significato diverso. s Il METAGRAMMA consiste nel trasformare una parola in un’altra di uguale lunghezza, cambiando una lettera alla volta formando sempre parole di senso compiuto. Giochiamo Gioco dell’oca a domande Materiali: sILCARTELLONEEICARTONCINISUDDIVISIINSEIMAZZETTIASECONDADELTEMA sDADO sOSEGNAPOSTOSIPOTRANNOUSAREOGGETTIDUSOQUOTIDIANOCOMEUNTUBETTODELLACOLLAUNAGOMMAUN TEMPERAMATITE Dividiamo la classe in tre o quattro gruppi (per quanto possibile distribuendo i bambini omogeneamente in modo che in ciascun gruppo siano presenti soggetti con abilità, conoscenze e competenze diverse) e spieghiamo come si svolgerà il gioco. Le regole sono quelle del Gioco dell’oca: scelto l’ordine di gioco attraverso il tiro del dado, ad ogni turno il gruppo avanza con il proprio segnaposto in base al numero fatto con i dadi. Per occupare la casella di destinazione deve però rispondere correttamente alla domanda che viene estratta casualmente dal mazzetto di carte relativo al tema corrispondente alla casella. Se la risposta non è corretta (noi ci assumeremo il ruolo di arbitro della correttezza del gioco, ma daremo agli altri gruppi il compito di decidere se la risposta è corretta o meno), il gruppo rimane nella casella di partenza. Le carte già utilizzate vanno messe sotto il mazzo corrispondente. Le caselle bianche possono invece essere occupate senza dover rispondere ad alcuna domanda. Vince la partita il gruppo che occupa per primo la casella numero 50 (che per comodità faremo raggiungere anche se il numero dato dai dadi fosse superiore). Per evitare che siano sempre gli stessi bambini a rispondere alle domande e anche per suggerire una procedura ordinata per le risposte, possiamo decidere che all’interno di ogni gruppo la risposta debba essere data da un bambino sempre diverso, a rotazione. La prima volta che viene affrontato uno dei sei argomenti, cogliamo l’occasione per ripetere, con l’aiuto degli alunni stessi, alcuni concetti principali. Ad esempio: Come facciamo a riconoscere un verbo? E un nome? Che cos’è un aggettivo? L’attività di gioco può essere svolta dall’inizio alla fine o si può decidere di dedicare un’ora al giorno per un periodo definito di tempo. 131 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quinta Italiano Figura 1 INDICATORI PER L’OSSERVAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI GRUPPO COMPETENZE EVIDENZE Comunicare utilizzare un linguaggio appropriato intervenire in modo pertinente al contenuto della comunicazione e in modo coerente rispetto al contesto Collaborare interagire con gli altri in modo corretto attraverso l’autocontrollo della propria emotività collaborare con i compagni ed eventualmente l’insegnante in modo assertivo Partecipare saper ascoltare gli altri rispettare i turni d’intervento partecipare anche come richiesta di spiegazioni e chiarimenti Scheda per l’auto-valutazione 1. Rispondi alle domande. Nome e cognome: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . U Ti è piaciuta quest’attività? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . U Quale fase ti è piaciuta di più? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . U Perché? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........................................................................................... ........................................................................................... ........................................................................................... U Come ti sei sentito durante il lavoro di gruppo? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........................................................................................... ........................................................................................... U C’è stato qualche momento in cui ti sei sentito a disagio? Quale e perché? . . . . . . . . . . . . . . ........................................................................................... ........................................................................................... ........................................................................................... U In che cosa pensi di essere stato più utile al gruppo? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........................................................................................... ........................................................................................... U In che cosa pensi di essere stato meno utile al gruppo? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ........................................................................................... ........................................................................................... 132 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quinta 5 www Area matematico-tecnologica scientiÀco Ulteriore materiale è a disposizione nel sito www.lascuola.it nella sezione RIVISTE a, Scienze, Tecnologia Matematic Francesca Tovena Lucia Gatta Matematica Anticipiamo, attraverso un’attività concreta, un argomento che verrà ripreso nel corso dell’anno: il volume. Sarà un modo per stupire e divertire i bambini, invogliandoli alla concen- Volume e acqua trazione e al lavoro, all’osservazione e alla curiosità. Iniziamo facendo costruire alcune figure solide (box Giochiamo). Il lavoro di ritaglio e la necessità di descrivere il criterio con cui comporre la figura, spinge i bambini in modo na- turale a sviluppare e precisare il linguaggio, inserendo e comprendendo termini della nomenclatura dei solidi. Possiamo chiedere inizialmente che gli alunni completino le prime due righe della tabella (Scheda 1), da interpretare come una carta d’identità Giochiamo Figura A Parallelepipedi e cubi Materiali: sSVILUPPODICUBOPARALLELEPIPEDOEPIRAMIDE sCOLLASTICK sCARTONCINO"RISTOLSEDESIDERIAMO (cfr. sito Risorsa 1). Chiediamo ai bambini di costruire alcune figure solide. Possiamo utilizzare gli sviluppi per costruire un cubo, un parallelepipedo, una piramide a base triangolare. Possiamo ingrandirle a piacere e, se riteniamo, incollarle su un cartoncino Bristol per ottenere figure più solide. Iniziamo da cubi e parallelepipedi: mostriamo ai bambini un cubo e un parallelepipedo già costruiti, illustrando i loro nomi (fig. A). Distribuiamo a ogni coppia lo sviluppo delle due figure, segnalando che con essi è possibile costruire una copia delle figure e che nella figura sono comprese delle linguette per incollare le parti. Lasciamo che i bambini riconoscano le figure, ne scelgano una e la ritaglino con cura. Le linee di piega delle linguette (o di ritaglio) diventeranno gli SPIGOLI del solido, i poligoni le FACCE, mentre i VERTICI manterranno il loro nome. Scheda 1 1. Completa la tabella. numero facce numero spigoli numero vertici cubo parallelepipedo piramide 133 OtTFUUFNCSFtBOOP forma facce didattica classe quinta Matematica, Scienze, Tecnologia Per riprendere il lavoro con le piramidi, dividiamo i bambini in piccoli gruppi, e facciamo lavorare un gruppo alla volta, mentre gli altri sono occupati in attività differenti. È possibile anche lavorare con tutta la classe, purché sia stato preparato un numero sufficiente di piramidi. L’invito che rivolgiamo è quello di utilizzare piramidi per costruire forme differenti, giustapponendole, sempre in modo da far coincidere due facce uguali. Iniziamo provando a studiare le forme che si possono ottenere con due piramidi (fig. 2). È importante che i bambini possano lavorare facendo tutte le prove possibili, identificando le facce da collegare, in modo da produrre le tre figure possibili. Proviamo, in seguito, con 4 e 3 solidi. Notiamo come alcune forme risultino più semplici da rinvenire rispetto ad altre: spesso sono le forme con base più stabile, e, soprattutto, le figure geometriche più note. Nella figura 3, ad esempio, ritroviamo un’altra piramide, con base quadrata: il quadrato di base ha lo spigolo doppio rispetto allo spigolo della piccola piramide da cui siamo partiti. Nella fatica dei vari tentativi, lentamente le piramidi diventano come una unità di misura, dei mattoni per la costruzione; esse permettono il confronto tra due figure, misurandole: le figure 3 e 4 sono figure “da quattro piramidi”. Ma che cosa stiamo misurando? Possiamo dire che è lo spazio occupato, e assegnare il nome di volume. Le figure con 3 piramidi riservano una sorpresa. Con un poco di pazienza, i bambini possono costruire un cubo (fig. 5): discutendo insieme, ne deduciamo che il volume del cubo è il triplo di quello della piramide, e quindi il volume della piramide è un terzo di quello del cubo. Ora abbiamo un nuovo “mattone” per misurare le figure, il cubetto; ma la capacità di scomporlo, che abbiamo appreso, permette confronti più dettagliati: nelle figure 6 e 7, costruzioni da 6 piramidi (o da due cubi). Figura 2 Figura 3 Figura 4 Figura 5 Figura 6 Figura 7 del solido. Nella colonna relativa alla forma delle facce, verranno segnalate tutte le forme presenti. I bambini si renderanno presto conto che, per contare le facce del solido, è più facile utilizzare lo sviluppo, mentre per contare spigoli e vertici è meglio il modello costruito (per non rischiare di contare due volte lo stesso oggetto). Ora mostriamo una piramide già costruita, illustrandone il nome (fig. 1); forniamone lo sviluppo a ciascun bambino, chiedendo di costruire la figura. Di nuovo, lasciamo che i bambini osservino e comprendano lo sviluppo in modo autonomo, intervenendo il meno possibile e incoraggiandoli. A figura costruita, chiediamo di completare anche l’ultima riga della tabella. Osserviamo che la piramide ha una faccia quadrata, mentre le altre sono Figura 1 triangolari. Facciamo rotolare la figura, appoggiandola, a turno, sulle facce differenti. Ci abitueremo a chiamare base la faccia appoggiata sul banco. Con il contributo di tutti, avremo parecchie piramidi con cui giocare. Le riuniremo per utilizzarle in una giornata successiva, lasciandole a disposizione dei bambini. Costruiamo con le piramidi 134 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quinta Assemblando altre piramidi (fig. 8), possiamo costruire un grande cubo, di spigolo doppio rispetto al cubetto da 3 piramidi. Quanti cubetti servono per formare il grosso cubo con lo spigolo doppio? Riportiamo nel quaderno di Geometria la nomenclatura che abbiamo imparato e l’osservazione che per riempire un quadrato di lato doppio di uno assegnato, occorrono 4 quadrati, mentre per creare un cubo di spigolo doppio, occorrono 8 cubi piccoli. Abbiamo messo una base anche verso la comprensione e l’uso delle potenze, che riprenderemo presto in modo più organico. Scienze L’acqua e i passaggi di stato L’acqua è un elemento essenziale per la vita sulla Terra. È semplice progettare esperimenti con essa, perché ha numerose possibilità di impiego e offre molte opportunità per le prime acquisizioni di leggi scientifiche. Nel corso degli anni precedenti, gli alunni hanno acquisito conoscenze riguardo agli stati della materia e ai passaggi di stato. Si tratta ora di trasformarle in competenze per ambiti più ampi, di vedere come le proprietà dell’acqua studiate ci aiutino a capire come essa entri, si muova ed esca dagli esseri viventi. Ora possiamo iniziare a cercare insieme ai bambini il perché delle cose, a spiegare le strutture che conoscono in termini di funzioni che ne derivano. In questo senso, possiamo cominciare a parlare della molecola H2O come del più piccolo pezzettino in cui possiamo dividere l’acqua. Figura 8 Matematica, Scienze, Tecnologia L’alunno che arriva in classe quinta, comincia a sviluppare il pensiero inverso e quello astratto. Quindi, partendo da esperienze concrete, possiamo concentrarci sulle cause dei fenomeni. Prima di tutto, analizziamo le conoscenze pregresse. Chiediamo: Che cosa differenzia lo stato solido da quello liquido? I concetti da recuperare sono che il solido ha una forma propria e un suo volume, mentre il liquido non ha una forma propria, ma ha un suo volume. Il solido, quindi, ha qualcosa che tiene saldamente unite le molecole di cui è formato, mentre nel liquido le molecole sono tenute insieme da forze più deboli. Inoltre nel solido, le molecole sono in una posizione fissa (se spingiamo su un sasso, questo non si deforma), mentre nel liquido le molecole cambiano la loro posizione a seconda del contenitore, adattandosi. Perché il ghiaccio galleggia? Cercheremo qui di capire perché il ghiaccio galleggia sull’acqua. Dividiamo gli alunni in gruppi da quattro e portiamo in classe più ciotole per l’acqua e dei cubetti di ghiaccio. Preleviamo dell’acqua fredda dal rubinetto e mettiamo i cubetti sull’acqua. Facciamo osservare i cubetti. Galleggiano sull’acqua. Chiediamo di spiegare il perché: È una sostanza diversa? No, chiaramente sia il liquido, sia il ghiaccio sono acqua. Sono più leggeri? Visto che galleggiano, dovrebbe essere così. Allora è necessario effettuare un esperienza a casa. Chiediamo ai bambini di realizzare un semplice esperimento a casa: do- vranno riempire una vaschetta di un contenitore fino al limite superiore. È importante che l’acqua arrivi fino all’orlo delle vaschette e che si utilizzino le piccole vaschette per fare i cubetti. In un recipiente più grande, è difficile vedere le differenze di volume, mentre nella vaschetta si vedrà che il cubetto è più voluminoso dell’acqua liquida che abbiamo usato e che la superficie superiore del cubetto sporgerà dalla vaschetta. Diciamo loro di aspettare qualche ora e di osservare che cosa succede. Stiamo chiedendo di realizzare a casa un esperimento molto semplice. Ma non è detto che i bambini abbiano già avuto modo di osservare e di riflettere sul cambiamento di volume dell’acqua che solidifica. Comunque, chiediamo loro di osservare quali cambiamenti ci sono prima e dopo che l’acqua è stata nel freezer e di scriverli sul quaderno. Devono descrivere: spazio occupato, forma, consistenza (duro o morbido). Nell’incontro successivo, riporteranno le osservazioni effettuate. Concluderemo con loro che la stessa quantità di acqua trasformata in ghiaccio occupa più spazio che liquida e daremo una spiegazione a questo fenomeno. Quando le molecole di acqua solidificano, formano un reticolo molto stretto e regolare. Tra una molecola e l’altra si formano degli spazi vuoti. Quindi l’acqua occupa maggiore spazio, si dilata, ed è più leggera (fig. 9). La normale conseguenza è la spiegazione della legge di Archimede e l’approfondimento dei concetti di peso e volume. Figura 9 135 OtTFUUFNCSFtBOOP 5 didattica classe quinta Area storicogeograÀco-sociale Valeria Caricaterra Daniela Pasquinelli D’Allegra Ripartiamo… dal Mediterraneo! Una premessa tecnica Andiamo… in orbita! (G) Anche quest’anno pensiamo sia opportuno fornire, soprattutto ai colleghi che non ci hanno seguito nelle due ultime annate, alcune indicazioni utili per l’uso dei nostri suggerimenti didattici. Accanto al titolo di ogni proposta troverete una lettera in stampatello maiuscolo, corrispondente all’iniziale delle discipline che sono implicate nella proposta stessa: G per Geografia, S per Storia e C per Cittadinanza e Costituzione. Con questo sistema cerchiamo di venire incontro sia alle esigenze degli insegnanti prevalenti o unici, sia alle esigenze di chi insegna una sola di queste discipline. Il principio al quale ci ispiriamo è, in ogni caso, quello della costruzione di un curricolo il più possibile integrato tra Storia e Geografia, per ottimizzare i tempi e soprattutto per consentire agli alunni di conquistare apprendimenti davvero significativi e competenze spendibili nella loro vita. Riprendiamo il discorso portato avanti nella scorsa annata, recuperando e consolidando alcuni apprendimenti. Le attività proposte possono essere utili sia per una verifica iniziale sia per introdurre l’ambiente geografico in cui si sviluppa l’insegnamento di Storia di quest’ultimo anno di scuola primaria. Le competenze già acquisite devono quindi essere risvegliate, perché possano costituire un solido punto di partenza per nuove conquiste dei saperi. Presentiamo ai ragazzi l’immagine da satellite (fig. 1) e invitiamoli a riconoscere qual è l’area geografica raffigurata. Ricordiamo loro, innanzitutto, che le immagini da satellite non sono semplici fotografie: il satellite in orbita, infatti, possiede molti sensori che, come fossero tanti “occhi”, riprendono i diversi aspetti della realtà geografica (la vegetazione, l’idrografia, le città ecc.) e poi trasmettono le informazioni al computer a terra. Il computer le elabora e produce un’immagine molto fedele alla superficie del nostro pianeta, così come ci apparirebbe se la potessimo osservare da un’altezza di tantissimi chilometri. raÀa, Studi sociali Storia, Geog Orientiamoci nel Mediterraneo (G) Dopo aver individuato l’area del bacino del Mar Mediterraneo, invitiamo i nostri alunni, meglio se divisi in gruppi di lavoro, a confrontare l’immagine da satellite con la carta geografica relativa alla stessa area (fig. 2 a pag. 137). Chiediamo dunque di riconoscere all’incirca, sull’immagine da satellite, la posizione che occupano i principali Paesi che affacciano sul Mar Mediterraneo e che possono essere individuati sulla carta. Facciamo poi completare una tabella (Scheda 1 a pag. 137), nella quale andranno collocati i nomi dei Paesi che appartengono a ben tre continenti: Europa, Asia e Africa. Per facilitare Figura 1 136 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quinta Storia, Geografia, Studi sociali l’operazione sulla carta geografica, suggeriamo di procedere da ovest verso est, partendo dalla Spagna in Europa. segnalate sulla carta con una freccia, chiediamo di elencarle in una tabella (Scheda 2), indicando anche di quale continente fanno parte. Quali antiche società conosciamo? (S) Figura 2 Verifichiamo l’abilità dei nostri alunni nella consultazione di una carta storica e, al contempo, le conoscenze pregresse riguardo alla società fenicia. Ora recuperiamo le competenze storiche acquisite lo scorso anno, sempre servendoci della carta e dell’immagine da satellite. Chiediamo pertanto agli alunni di individuare, tra le terre che compaiono nel bacino mediterraneo, quelle appartenenti ai popoli oggetto di studio di Storia nello scorso anno scolastico: Fenici, Cretesi, Ebrei, Egizi (ovviamente facciamo presente ai ragazzi che le società mesopotamiche, studiate per prime lo scorso anno, non rientrano in questo insieme poiché non appartengono al bacino mediterraneo). Dopo averle Scheda 1 1. Completa la tabella. Stati della sponda europea Stati della sponda asiatica Stati della sponda africana ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. Scheda 2 1. Completa la tabella. Antiche società del Mediterraneo già studiate Continente cui appartengono ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. ............................................. 137 OtTFUUFNCSFtBOOP 5 didattica classe quinta Presentiamo la carta storica che indica le rotte seguite dalle imbarcazioni fenicie lungo le coste africane (fig. 3): gli alunni hanno così modo Storia, Geografia, Studi sociali di ricordare che i Fenici si spinsero anche in Italia (nelle due isole maggiori) e in Spagna, per fondarvi le loro colonie. Chiediamo di completare la tabella (Scheda 3), dopo aver individuato sulla carta storica tutte le colonie fenicie. Testimonianze di popoli lontani nel tempo (S) Figura 3 Chiediamo infine ai nostri alunni di osservare le immagini qui proposte, relative a testimonianze storico-artistico-archeologiche (figg. 4-5-6) e di scrivere, sotto ciascuna di esse, il nome dell’antico popolo al quale, secondo loro, è collegata. Si può anche procedere a un’auto-valutazione: dopo aver affrontato l’esercizio individualmente, dividiamo gli alunni in coppie e chiediamo di verificare se, all’interno di ciascuna coppia, siano state fornite le stesse risposte; in caso di difformità, i componenti delle coppie devono discutere per arrivare a una risposta condivisa, da confrontare con quelle che vengono fornite, alla fine, da noi docenti. Scheda 3 1. Completa la tabella. Colonie fenicie in Africa Colonie fenicie in Italia Colonie fenicie in Spagna ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. ............................. Figura 4 Figura 5 Figura 6 ............................... ............................... ............................... 138 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quinta 5 Area linguisticoessiva artistico-espr www Ulteriore m ate è a disposiz riale io www.lascu ne nel sito ola nella sezion .it e RIVISTE Inglese Linda Edwards Velia Carbonini I can remember In classe è molto importante creare le condizioni che favoriscano un’atmosfera amichevole nella quale i bambini possano sperimentare serenamente, senza imbarazzo, la lingua straniera. Al ritorno a scuola abbiamo bisogno di coinvolgere gli alunni nelle attività di ripasso, trovando un percorso vivace e stimolante nel quale si sentano protagonisti attivi del loro apprendimento. Le attività seguenti danno ai bambini la possibilità di dimostrare ciò che ricordano e nel contempo la consapevolezza di ciò che devono rivedere meglio. What is it? Prepariamo un elenco di parole che desideriamo far ripassare ai nostri alunni. Dividiamo la classe in squadre e facciamo scegliere a ciascuna un nome. A turno diamo a ogni squadra, Scheda 1 1. Completa, rispondendo a ogni consegna. 1. A person’s name . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2. The name of a place . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3. The name of a season . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4. A man’s name . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5. A job . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6. A woman’s name . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7. Name of a building . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8. Name of a fruit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9. Name of food . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10. A number from 1-20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11. A number from 1-20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12. An adjective . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13. Name of an animal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14. A person’s name . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139 oralmente, una serie di informazioni per identificare un nome della lista. Se la squadra risponde esattamente e sa scrivere il nome correttamente alla lavagna, vince 2 punti. Se invece la squadra non risponde e un’altra lo fa al suo posto, la squadra vince 1 punto. Ecco qualche esempio: U It’s an animal. It’s got four legs and begins with the letter L. It has four letters. What is it? LION. U It’s a day of the week. It has 9 letters. U What is it? WEDNESDAY. U You wear it around your neck. What is it? SCARF. U It’s your first meal in the morning. What is it? BREAKFAST. U It’s the opposite of dry? It has three letters. What is it? WET. Alla fine del gioco sommiamo i punti per scoprire la squadra vincitrice. Potremmo anche chiedere a ogni squadra di formulare 2 domande da porgere ad altre squadre. Let’s laugh! Diciamo ai bambini di scrivere i numeri da 1 a 14 in colonna dall’alto verso il basso. Poi facciamo loro compilare una serie di richieste (Scheda 1). Completato l’elenco, diamo ai bambini un testo (cfr. sito Risorsa 1), nel quale dovranno inserire in corrispondenza dei numeri le parole del loro elenco. Chiamiamo poi alcuni bambini a leggere il testo completato. Possiamo anche esporre i testi in classe così che tutti gli alunni li possano leggere. OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quinta Figura 2 Area linguisticoessiva artistico-espr Arte e immagine Daniela Antonello Per verificare le capacità e gli apprendimenti di base del linguaggio visivo negli alunni, proponiamo un laboratorio giocoso e creativo, basato sulle tecniche di manipolazione della creta. Chiediamo di portare a scuola piccoli elementi raccolti in vacanza come conchiglie, pezzetti di legno, sassi e qualsiasi altro oggetto che potrebbe lasciare un’impronta sulla creta lavorata, o che si potrà costruire con essa. Con la tecnica della sfoglia facciamo costruire dei “pezzi” che faranno parte delle successive “collane delle vacanze”. Procuriamoci due piccoli blocchi di creta, che costano molto poco e che si trovano in qualsiasi cartolibreria ben fornita, meglio se di due colori: rosso e bianco. Distribuiamo un pezzettino di creta a ciascun alunno che, con un mattarello da cucina o con una bottiglia, può appiattirlo su un piano, proprio come se fosse una sfoglia di pasta fatta in casa. Naturalmente la sfoglia di creta ha un certo spessore, che dev’essere uniforme. Una volta ottenuta la sfoglia, questa si può usare per creare alcuni tipi di oggetti. Innanzitutto facciamo imprimere gli oggetti portati a scuola nella sfoglia, in modo da carpirne la forma e lo stampo, nonché la texture della superficie. Per alcuni, come le conchiglie a ven- Le collane delle vacanze taglio, una volta impresse ben bene nella sfoglia, con un coltellino, facciamone ritagliare la forma seguendo il bordo e, con uno stuzzicadenti, invitiamo a praticare un buchetto, pressappoco al centro, dove poi si dovrà far passare il filo della collana. Chiediamo agli alunni di procedere in tal modo con tutti gli oggettini che possono lasciare uno stampo e una forma particolare, ricordando sempre di fare il buchetto per poterli infilare. Facendo rullare un pezzettino di creta fra i due palmi delle mani invitiamo i bambini a creare delle perle sferoidali o dei sassolini a forma bislunga, che decoriamo con una forchetta o con punte qualsiasi, anche graffiandone la superficie esterna con le unghie, creando tutt’intorno una texture diffusa; ciò si potrà ottenere anche passando le superfici su Figura 1 una grattugia o su carta vetrata texturizzata. Gli alunni possono aggiungere qualche decorazione anche in rilievo, attaccandola col sistema della barbottina, che si ottiene sciogliendo acqua e argilla in quantità variabili, finché diventa un impasto viscoso e di consistenza cremosa che funzionerà, una volta asciutto, come legante liquido (fig. 1). Invitiamo successivamente gli alunni a utilizzare anche la tecnica del colombino prendendo un piccolo blocco di creta e manipolandolo con le mani in modo da ottenere una specie di lungo grissino o serpentello plasmabile, di lunghezza e grossezza variabile, simile a un rametto, un pezzetto di corallo o altro, sul quale praticare sempre il buchetto, soprattutto se si ottengono piccoli cilindretti da infilare. Alcuni di questi serpentelli si possono anche unire ad anello e quindi vengono infilati senza la necessità di bucarli. Una volta essiccati, si scelgono attentamente i pezzetti da infilare nello spaghetto resistente, lungo circa un metro, bloccandolo a un’estremità con una perla fissata come nodo iniziale e alternando pezzi bianchi a rossi, pezzi piatti a quelli cilindrici o a sfera (fig. 2). Appendiamo le lunghe collane in classe, a ricordare l’estate passata. * Le immagini di questa pagina sono state gentilmente concesse dai Laboratori creativi di R. Pittarello. 140 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quinta 5 IRC Francesco De Rossi L’estate volge al termine ed è arrivato il momento di tornare sui banchi di scuola. Per i nostri alunni questo rappresenta un momento di fondamentale importanza, in quanto inizia l’ultimo anno di scuola primaria. Sarà un anno pieno di impegni, ma allo stesso tempo carico di tante aspettative. Concentriamo le nostre forze e le nostre risorse sull’accoglienza degli alunni, con varie attività che favoriscano l’inserimento e la ripresa della vita scolastica. Dobbiamo creare un clima sereno e affrontare con gradualità quelli che sono gli impegni iniziali. All’inizio chiediamo ai nostri bambini quali sono state le loro esperienze estive: che cosa hanno fatto, dove sono stati, quali persone hanno incontrato, i giochi, i passatempi ecc. Successivamente andiamo a proporre delle attività che ci diano l’opportunità di verificare il percorso delle abilità acquisite, ripassando e consolidando così le tematiche svolte in precedenza. Nello scorso anno scolastico abbiamo concentrato l’attenzione in modo particolare sulla letteratura evangelica, incentrata sulla persona di Gesù Cristo, partendo dall’Incarnazione, fino ad arrivare alla Passione, morte e risurrezione. Facciamo allora una verifica dei prerequisiti, proponendo un’attività da svolgersi in gruppo. Come prima cosa dunque dividiamo la classe in quattro gruppi di lavoro, www The last one ai quali assegniamo quattro cartelloni (formato 50x70 cm). Prepariamo quattro buste dentro le quali mettiamo dei fogli con le seguenti citazioni evangeliche e i corrispettivi racconti, raggruppati come segue: Foglio 1 (cfr. sito Risorsa 1.1): Luca 1,26-38 (L’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria); Luca 2,1-7 (La nascita di Gesù); 141 Ulteriore m ate è a disposiz riale ione nel sito www.lascu ola nella sezion .it e RIVISTE Luca 2,41-49 (Gesù tra i dottori della Legge). Foglio 2 (cfr. sito Risorsa 1.2): Marco 1,9-11 (Il battesimo di Gesù al Giordano); Luca 15,3-7 (la parabola della pecorella smarrita); Giovanni 2,1-12 (Il primo miracolo alle nozze di Cana). Foglio 3 (cfr. sito Risorsa 1.3): Matteo 21,1-9 (L’ingresso di Gesù a Gerusalemme); Marco 14,22-25 (L’ultima Cena). Foglio 4 (cfr. sito Risorsa 1.4): Matteo 27,45-50 (Gesù muore sulla croce); Marco 16,1-8 (Gesù risorge). Chiamiamo un rappresentante per gruppo e facciamogli estrarre un foglio per uno. Poi consegniamo dei fogli (formato A4) sui quali sono presenti i simboli dei quattro Evangelisti e uno spazio a disposizione per rappresentare l’episodio evangelico (cfr. sito Risorsa 2). Chiediamo a ogni gruppo di aprire la propria busta, leggere i testi, che devono essere rappresentati sui fogli consegnati in precedenza. Ogni gruppo, infine, incolla il lavoro fatto sul cartellone, rispettando l’ordine cronologico degli avvenimenti. Sotto ogni disegno i bambini devono scrivere una didascalia. Per concludere, i cartelloni vengono attaccati in uno spazio dedicato della classe: un banner sul quale scriviamo I Vangeli raccontano. OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quinta Area linguisticoessiva artistico-espr Musica Francesca Cherubini Con la seguente attività ci accostiamo al concetto di rap per dare inizio al nuovo anno scolastico all’insegna del ritmo e dell’amicizia. Innanzitutto chiediamo agli alunni che cosa sanno a proposito di rap e scriviamo alla lavagna quanto emerge dalle loro riflessioni. Certamente verrà messo in risalto il fatto che in un rap si parla seguendo un certo ritmo e i versi sono spesso in rima: domandiamo dunque ai bambini se sono in possesso di alcuni brani rap in Italiano e facciamoglieli portare a scuola per poterli ascoltare insieme e commentare, in alternativa sarà l’insegnante stessa a procurarne un esempio. Dopo un’analisi collettiva, proviamo a immedesimarci in un rapper. Procuriamo una base rap lenta, facilmente reperibile in rete (www.youtube. com): una volta ascoltata la base proviamo a battere le mani a tempo e a muoverci liberamente. In questa fase inizia la maestra a pronunciare il proprio nome affinché gli alunni lo ripetano insieme almeno 5 volte, poi proseguirà l’esperimento con nomi diversi per far sì che tutti possano entrare nel meccanismo del rap. Siamo dunque pronti per lasciare spazio ai bambini: ci disponiamo in cerchio e proviamo a scandire il nostro nome, naturalmente seguendo il ritmo. Per ogni nome procediamo come prima, ripetendolo tutti insieme almeno 5 volte. Quando tutti avranno provato a calarsi nel ruolo di rapper, proviamo a introdurre alcune varianti. Un nome tutto rap 1. Abbiniamo il nome ad alcuni movimenti del corpo in una piccola sequenza, come mostra l’esempio: Luca Luca (dove indica un battito di mani). 2. Pronunciamo il nostro nome e una qualità personale. Ad esempio: Luca allegro molto molto allegro. 3. Proviamo a creare alcuni versi in rima per presentare la nostra classe, magari dividendoci in piccoli gruppi di lavoro e unendo i versi in un secondo momento. Di seguito un possibile inizio: Questa è la storia di una classe pazzerella, ascoltala fratello perché è molto molto bella… Ad attività conclusa, ci sediamo per condividere le nostre impressioni, facendo emergere ciò che più ci ha coinvolti. Infine, ci congediamo con una semplice attività: consegniamo l’immagine di un sole a ogni alunno (fig. 1), al cui centro ognuno scrive il proprio nome, poi facciamo passare il disegno di banco in banco cosicché i compagni possano scrivere nei raggi una bella caratteristica personale. Tutti avranno così un sole con i raggi colmi di qualità, l’occasione ideale per spendere qualche pensiero sul valore dell’amicizia e sul ritrovarsi insieme dopo i mesi estivi. Figura 1 142 OtTFUUFNCSFtBOOP didattica classe quinta Figura 1 5 Area linguisticoessiva artistico-espr Movimento, S port Corpo, Corpo, Movimento, Sport Ilaria Federici Manuela Valentini Riscaldamento La corsa dei granchi: ci disponiamo a coppie. Ci sediamo per terra dorso contro dorso e incrociamo le braccia per formare un granchio. Le coppie si mettono su una linea di partenza precedentemente stabilita e al segnale dell’insegnante partono per raggiungere la linea di arrivo. I due alunni che formano la coppia devono collaborare per decidere come spostarsi (in avanti trascinando il compagno, a saltelli, di fianco) e per coordinare i movimenti. Vince chi arriva per primo senza scogliere l’intreccio delle braccia. Perdere la bussola: invitiamo gli alunni a disporsi sulla linea di centro campo. Al nostro via, dovranno correre verso una delle due linee di fondo campo indicata all’inizio del gioco e quando sentono battere sul tamburello una volta, invertire il senso di marcia e dirigersi verso l’altra estremità del campo. Quando, infine, sentono battere sul tamburello due volte, devono raggiungere la linea di fondo campo verso cui stavano andando. Vince chi la raggiunge per primo. All’ingresso della scuola stro avanti e il piede sinistro indietro e prendendosi per le mani. Scopo del gioco è far perdere l’equilibrio al compagno, tirandolo o spingendolo. 2. Ci disponiamo a coppie. Dividiamo un campo lungo dieci metri a metà con una fune o una panchina. Ogni alunno riceverà tre cerchi da disporre a proprio piacimento (allineati o sparsi) a 3, 4 e 5 metri dalla linea di divisione. A questo punto, viene consegnata una palla a chi inizia per primo: nella fase d’attacco, scopo del gioco è centrare uno dei cerchi dell’avversario lanciando la palla con una o due mani, mentre nella fase di difesa, bisognerà cercare di intercet- tare la palla con qualsiasi parte del corpo. Vince chi colpisce per primo tutti e tre i cerchi. Gioco “due contro due”: ci dividiamo a coppie e proponiamo un gioco dove si scontrano due coppie di alunni alla volta. Disponiamo ai lati opposti della palestra due scatoloni che servono da canestro, circondati da una fune (a circa un metro di distanza) per segnalare un’area dove non è possibile entrare (in alternativa, se presenti, utilizzare i canestri da minibasket). Scopo del gioco è segnare il maggior numero di canestri possibili in un tempo precedentemente stabilito (ad esempio: 5 minuti). Nella fase di attacco, gli alunni delle due squadre possono avanzare palleggiando la palla oppure decidere di lanciarla al compagno. Nella fase di difesa, bisogna cercare di intercettare la palla oppure tentare di conquistarla scalpando gli avversari (ossia togliendo loro un fazzoletto da dietro la schiena o pestandolo, come in figura 1), mentre hanno il pallone nelle mani (se lo scalpo avviene quando l’avversario non ha nulla in mano, lo scalpo è da considerarsi nullo). Fase centrale Defaticamento Giochi “uno contro uno”: 1. Ci disponiamo a coppie, scegliendo due alunni con caratteristiche fisiche simili. Essi si dispongono l’uno di fronte all’altro a circa mezzo metro di distanza su una linea tracciata a terra, mettendo il piede de- In stazione eretta, inspirando, portiamo le braccia in alto e in fuori, espirando le abbassiamo. Poi, con le gambe unite, inspirando portiamo le braccia in alto ed espirando flettiamo il busto in avanti fino a toccare con le mani la punta dei piedi (senza forzare). 143 OtTFUUFNCSFtBOOP Direttore responsabile Italo Fiorin Comitato di direzione Previtali erina Cangià, Mario Castoldi, Damiano Antonio Augenti, Claudio Girelli, Cat Comitato di redazione , Cristina Giuntini, Enrica Massetti Emanuela Antolini, Luciana Ferraboschi Comitato scientifico di Roma), Mario Comoglio gna), Dario Antiseri (Università Luiss Andrea Canevaro (Università di Bolo di Milano), Mauro Ceruti (Università a tolic onietti (Università Cat Ant ro sand Ales a), sian Sale a tifici Pon iversità Cattolica Milano), (Università sità LUMSA Roma), Luigi D’Alonzo (Un iver (Un esti Agr Di a mel Car ), amo a di Roma), Benedetto di Berg , Gino de Vecchis (Università La Sapienz Giorgio Bolondi (Università di Bologna) Cristiano Giorda (Università di Torino), Armando Matteo a), (Università di Bari), Scoppola (Università di Tor Vergata Rom sità Cattolica Brescia), Antonio Brusa iver (Un Pati i Luig C), AIM le ona nazi (Assistente io Dutto (esperto), Claudio Girelli a Salesiana),Vinicio Ongini (MIUR), Mar tifici Pon sità iver (Un rey Pelle ele Mich io Govi (esperto), Giuseppe i (Vicepresidente nazionale AIMC), Serg Davide Guarneri (Università di Verona), Cristina Giuntin le Macrì (Presidente Naziona FIDAE), o cesc Fran C), AIM le iona Naz nte e la gestione dei conflitti Desideri (Preside (Centro Psicopedagogico per la pace ara Nov iele Dan ), AGE le iona Naz (Presidente sità di Padova) di Padova), Daniela Lucangeli (Univer Piacenza), Lerida Cisotto (Università coni, Lucia Gatta, Francesca Autori della didattica , Benedetto Scoppola, Anna Maria Bian icini Nor ele Mich Poli, ano Luci i, told Mario Cas icaterra, Daniela Pasquinelli Marina Conti, Rita Gregori,Valeria Car ari, Furn ria Vale ale, Nat sa Tere na, Tove ni, Ilaria Federici, Manuela ards,Velia Carbonini, Francesca Cherubi Marcoccio, Paola Baratter, D’Allegra, Floriana Cesinaro, Linda Edw na Bru , Cristina Monese, olini Ant la nue Ema ni, Zilia a Luis i, nett egaglia, Lucrezia Pedrali, Valentini, Laura Pasi De Rossi, Cristina Bonafini, Silvana Zen o cesc Fran llo, one Ant iela Dan on, Elena Mas Vincenzo Servidio Copertina e Area Web La Scuola Redazione Progettazione e Sviluppo Editrice ella ciab Elisa Cian Illustrazioni di copertina Impaginazione Fotolia Overtime di Olivia Ruggeri Progetto Grafico Illustrazioni Studio Mizar, Bergamo Segreteria Luca De Santis 271 3 299 030 Tel. t ola.i lascu Annalisa Ballini - sim@ per la scuola primaria “Scuola Italiana Moderna”, mensile b We a Are ico cia n. 12 del 4 febbraio 1949 tecn to Bres Suppor rizzazione del Tribunale di Auto 325 3 299 [email protected] - Tel. 030 88 i.it scuolaitalianamoderna.lascuolaconvo Quote di abbonamento Abbonamento annuo 2013-2014 Italia: € 60,00 € 105,00 Europa e bacino del Mediterraneo: 00 129, € i: ope Paesi extraeur Il presente fascicolo: € 8,00 incl.) 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