Scoperta una nuova opera di Vincent Van Gogh

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Scoperta una nuova opera di Vincent Van Gogh
La mostra dedicata all’espressionista
francese Gen Paul, torna in Svizzera
LUGANO, 18 ottobre 2013- La Società d’arte Artrust di Melano porta, per la
seconda volta in Svizzera, la mostra
intitolata “ Gen Paul, retrospettiva di
un espressionista di Montmartre”
considerato il massimo esponente
dell’espressionismo francese nonché
precursore dell’Action Painting
americano.
La mostra si è aperta oggi con un’inaugurazione esclusiva che ha visto
esposte più di cento opere realizzate dal pittore e strutturate in un
percorso espositivo davvero unico. L’intento di condurre il pubblico alla
scoperta delle splendide viuzze di Montmartre, attraverso lo sguardo emotivo
dell’autore, ha regalato un momento suggestivo e carico di poesia del colore.
Musica Jazz e atmosfere anni ’20 creeranno il giusto legame con lo spirito
soffice e delicato di una Francia sempre in evoluzione. Gen Paul ha regalato
ai suoi estimatori opere provenienti dalle quattro fasi più significative
della sua esperienza artistica; personaggi clowneschi, musicisti, cavalli e
la sua amata Parigi sono tra i protagonisti indiscussi del suo tratto
dinamico e nevrile che lo ha condotto al vertice della sua corrente
artistica.
L’evento curato da Patrizia Cattaneo Moresi, Direttrice di Artrust, società
che si occupa di commerciare in opere d’arte e nata dall’esperienza
quindicennale di Arvi Arte, ha aperto con questa prima esposizione, un ciclo
di vernissage davvero imperdibile, un’anteprima assoluta sarà quella dedicata
a François Gall con i suoi capolavori romantici.
La retrospettiva ispirata al grande Gen Paul sarà occasione d’incontro
culturale per esperti del settore e amanti del bello, una nota di colore per
collezionisti e critici in cerca di firme senza tempo.
Le opere saranno esposte dal 18 ottobre fino al 3 novembre 2013 tutti giorni
dalle 10.00 alle 18.00, in Via Pedemonte di Sopra 1, Melano, con ingresso
gratuito. Sarà disponibile anche un catalogo critico che permetterà di
conoscere e apprezzare la personalità e i lavori dell’artista.
Rossella Magnani
l’Arte apre gli occhi: al Castello di
Masnago mostra opere di studenti
varesini
VARESE, 11 ottobre 2013– Le ragazze e i ragazzi dell’ISISS Daverio-Casula,
che quest’estate hanno lavorato grazie a
degli stage presso il Museo civico del
Castello di Masnago accogliendo il
pubblico e partecipando attivamente ai
tanti eventi che si sono svolti, nei
giorni di venerdì 11 e sabato 12 ottobre
2013 tra le ore 9.00 e le 12.30 aprono il
Museo alla città e ai propri compagni.
Si tratta della seconda edizione de L’ARTE APRE GLI OCCHI, un’iniziativa che
già lo scorso anno ha portato al Castello di Masnago più di trecento
adolescenti, partecipi di un percorso utile per imparare ad amare il
patrimonio storico e artistico della città.
Alcuni tra i ragazzi hanno scelto le opere più significative conservate
presso il Castello di Masnago e spiegano ai compagni e agli altri visitatori
cosa c’è dietro all’immagine, illustrandone le vicende storiche e critiche. I
ragazzi tratteranno una selezione di temi e soggetti diversi: dalle
decorazioni della Sala degli Svaghi alla Sala delle Virtù, dai dipinti sei e
settecenteschi ai capolavori dell’Ottocento, dai dipinti del Divisionismo dei
primi anni del secolo scorso alla collezione d’arte contemporanea. E’ anche
l’occasione per raccontare al pubblico il percorso fatto insieme durante gli
stage estivi e per approfondire i temi della storia dell’arte.
L’appuntamento è per venerdì 11 e sabato 12 ottobre tra le ore 9.00 e le
12.30 al Castello di Masnago.
Ingresso ridotto a solo 1 Euro per tutti.
www.comune.varese.it – www.varesecultura.it – www.itpacasula.it
tel. Museo 0332.820409 – tel. Uff. Didattica 0332.255473
Giovedì seconda edizione di Art East
a Milano, rassegna di pittura e
fotografia
MILANO, 30 settembre 2013– Giovedì 3 Ottobre, in via Corelli opening della II
edizone di Art East Milano, rassegna di pittura e fotografia a cura di Lucio
Forte.
Espongono: Alessandra Bisi, Francesco Spatara, Giuseppe Giacobino, Lucio
Forte, Marco Sancini, Maurizio Zucchellini, Nairò e VincenzoLa Greca.
Inaugurazione con buffet Giovedi 3 Ottobre ore 18:30-23:30, presso Orygma
Ancient Shed, Via Corelli 34.
Dal Lunedì al Venerdì ore 16:00-19:30 o su appuntamento, fino al giorno 15
Ottobre.
Ingresso libero.
Testo critico
Sovrapposizioni di informazioni specifiche e soggettive.
Art East Milano presenta una commistione di anime e menti che raccontano se
stesse. L’arte in questa condizione di transfert di informazioni diventa il
sistema di espressione di comunicazione, libera nel proprio linguaggio, più
di qualunque altro sistema codificato, più plasmata che mai alla necessità
comunicativa del proprio autore, creata ad hoc per esprimere se stessi, il
proprio inconscio o teorema.
Questa comunicazione è profonda, adotta sistemi linguistici complessi, poco
convenzionabili. Rappresenta il tentativo degli artisti di conoscere il
vuoto, il mistero che ci avvolge, per non smettere mai ogni giorno di cercare
una spiegazione che sia per lo meno accettabile dalla nostra mente, ricerca
limitata a quell’ intervallo minimo di tempo che seppur minimo ora viviamo.
Siamo vivi, ancora vivi, possiamo fare finta di niente oppure possiamo per
tutta la vita, sempre ribadire con insistenza che siamo avvolti dal nulla,
dal buio, il mistero è totalmente intrinseco a ciò che è esterno a noi, nello
spazio e nel tempo.
Dobbiamo continuamente concentrarci per cercare di capire, di cogliere quel
poco, di fronte all’immensità, per trovare una certezza di un’idea.
Un’idea che sia minimamente compatibile con l’assurdità dell’esistenza.
Il nostro cervello ragiona in un modo limitatissimo, costituitosi per
assicurarci l’autosufficienza, la sopravvivenza, meccanismi atti al
mantenimento dell’essere che si muove nel suo habitat.
Con tale strumento noi vogliamo cogliere l’infinito, l’universo; potrebbe
essere adatto ad interpretare ma non a capire.
In questo contesto teorico e suggestivo ad Art East Milano potremo sentire
voci sovrapposte che parlano, che raccontano, che fuoriescono dalle opere in
silenzio come fluida emanazione mnemonica.
Distinguerle, quindi riascoltarle per poi nuovamente sovrapporle.
Questa, un operazione quasi liturgica della II edizione di Art East Milano,
per avvicinarci all’interpretazione delle profondità e dei ricordi nascosti
nelle opere. Per considerare l’arte come il più completo linguaggio
espressivo a nostra disposizione.
Artisti:
Alessandra Bisi: “La mia pittura è astratta. Ricerco il rapporto tra colore e
spazio per realizzare una composizione che è forma ed
espressione. Uso tecniche miste e nei collages la carta viene adoperata come
se fosse un colore.
Ho intenzione di catturare i sentimenti e le emozioni, le
manifestazioni interne ed intense che non si esprimono con le
parole. Articolo il mio processo mentale mediante rapporti cromatici, la
loro forza e forma. La mia fantasia è stimolata dalla natura e dal
flusso della vita quotidiana. Disegno un mondo nel quale avrei voluto vivere,
esprimendo le tracce della mia vita senza raccontarle a
parole, ma semplicementedipingendo.”
Francesco Spatara ha lavorato a fianco del maestro Innocente Salvini e si è
diplomato all’Accademia di Brera di Milano.
Le sue opere mostrano una forza ed una maturità di alto livello espressivo. I
segni decisi e dinamici, frutto di un’immediatezza, una gestualità
incredibile. Nulla è lasciato al caso perchè l’atto creativo è diretta
emanazione dell’inconscio che sa perfettamente come indurre la mano del
pittore ad agire, cosa svelare e nascondere, cosa lasciare intuire, cosa far
ricostruire all’interpretazione soggettiva dell’osservatore. I ritmi aperti,
ben visibili dialogano, le pause scandiscono. Le cromie ai massimi livelli.
Qui possiamo veramente vedere cosa vuol dire “fare” pittura astratta, il
significato è nella suggestione figurativa indotta. L’artista, l’uomo diviene
tramite inconsapevole tra spirito e tela.
Quella di Giuseppe Giacobino è una ricerca artistica a
carattere fenomenologico. Se pur nel suo lavoro fotografico vi sono
riferimenti all’eredità metalinguistica concettuale di autori come
Baldessari, si apre auna ermeneutica di codici referenziali. L’idioletto
della sua messa in opera ha la funzione di destare all’osservatore una
“attesa disattesa”, un effetto straniante, una apparente negazione del
significato, aprendo le porte dei vari incommensurabili sentire e soggettive
interpretazioni. “Negare la narrazione”sembra essere il sottile filo che
conduce al suo lavoro. Una ricerca sull’immagine e coscienza volta a
denunciare il limite di quest’ ultima, quale prodotto del condizionamento
operante di una società sempre più materialista e indotta. I suoi lavori non
offrono un godimento empatico ma autoattivano domande sul senso dei segni
posti.
Lucio Forte artista eclettico alla ricerca di un’arte, caratterizzata da
tecnica, dinamismo e forza, che esalti la suggestione nella pittura di
caratteristiche percepibili non bidimensionali, non visibili, non statiche,
come profondità, movimento, suono e luminosità.
Che sia canale di trasporto al sogno ed alla libertà di cui questo ne è
elemento scatenante.
Marco Sancini, digitalizzazione manuale. L’idea di Marco Sancini è di
invertire il processo di schematizzazione automatica digitale delle immagini,
usando lo stesso strumento che le ha elaborate in pixel, ovvero la
trasformazione digitale appunto. Ciò che viene invertito è il lavoro di
costituzione dei pixel da un soggetto all’altro o meglio da un oggetto la
macchina ad un soggetto l’uomo. La costituzione di questi pixel per l’uomo è
realizzazione, disegno, per la macchina è elaborazione. In questo caso l’uomo
realizza, disegna, manipola, con la computer graphics i pixel, ricoprendo
quelli già elaborati.
Diventa, nell’operazione artistica, una sorta di virus che contamina
l’immagine digitale con il suo stesso strumento generativo, il virus poi si
presenta visivamente nell’opera, un’altro o forse lo stesso virus è presente
anche nella mente dell’artista Marco Sancini che ridisegna centinaia e
centinaia di quadratini al computer!
L’opera finale è una minuziosa elaborazione fotografica con interessanti
richiami al Cyberpunk, nonché ovviamente al divisionismo.
Maurizio Zucchellini “…girando in tondo nella notte consumati dal fuoco”, in
balia di un meccanismo più grande di lui, un indomabile input a creare.
Ci troviamo in un’ incredibile fucina, con richiami importanti,
espressionisti, surrealisti, patafisici, Otto Dix, Max Ernst, Dalì,
contaminazioni interiorizzate, e poi rielaborate in anni di attività e
sperimentazione.
Maurizio Zucchellini, in realtà, non sa più cosa fare perchè è un artista dal
cui genio fuoriescono senza tregua, a ruota libera, continue opere di
pittura, disegni, incisioni e grafica digitale.
Sono rappresentazioni di socialità assurde, teatrali, tragicomiche, con
scambi comunicativi mal funzionanti, in avaria, tra esseri assurdi,
sdoppiati, mitologici, antropomorfi, ma molto strani, monocoli, con doppie
teste ed antenne.
La produzione è inarrestabile. L ‘artista non può opporsi ma solamente
soccombere alla realizzazione continuativa di tutto questo.
Il risultato è interessantissimo, la sua prigionia creativa diventa per noi
un dono, grazie al quale possiamo ammirare questi mostri bicefali, queste
sequenze di immagini, che definiscono storie infinite con elementi
interscambiabili, proprio in linea con la definizione di Patafisica “la
scienza delle soluzioni immaginarie”.
In questa rassegna l’artista presenta la serie: “le figure dell’
aldiqua” tratta dal filone “dal lavoro inconcludente”.
Nairò:” In questa rassegna presento una seria di ritratti realizzati
colorando prima il volto del soggetto e poi acquisendone il negativo su una
tela, Questi ritratti nascono quindi da un contatto (seppur mediato dalla
tela e dal colore) tra l’artista e il soggetto, un contatto che ha
un’intensità maggiore o minore a seconda di come viene vissuta l’interazione
fisico e mentale tra i due attori. Il risultato finale di ogni ritratto è
definito dal caso che questa tecnica genera”
Vincenzo La Greca presenta un’opera interpretativa:
La grande onda di Kokusai.
“…in questo dipinto ho voluto unire ed interpretare più opere del maestro
Kokusai, cercando con molta umiltà di riconfermare la sua filosofia a me
preziosa. L’opera esprime in forma simbolica tre elementi: divino, umano,
terreno.
L’onda più grande si staglia verso il cielo minacciosa, come artigli di un
drago, evidenziando la potenza della natura, senza però sottomettere l’uomo,
elevando faticosamente verso la vetta della vita.
Tecnica: olio su carta di riso.”
La seconda opera si intitola: Lo stagno.
“Il tema rimane l’acqua però di un piccolo stagno dove la vita scorre a
nostra insaputa…nel micro accade di tutto…nel quadro i colori si muovono
indipendenti e separati tra loro con oggetti incollati come in uno stagno
costretto a vivere circondato dall’ uomo. Lo stagno per difesa ingloba gi
elementi estranei.
Tecnica mista su tavola.”
Alle sale Nicolini retrospettiva
dedicata alla pittrice varesina
Rosadele Conti
VARESE, 26 settembre 2013– Sarà inaugurata sabato 28 settembre alle 17.30,
presso le Sale Nicolini, la retrospettiva dedicata a
Rosadele Conti, eclettica artista varesina
recentemente scomparsa che ha coltivato da sempre
l’interesse per la pittura ma ha iniziato a farne
l’attività prevalente solo alla fine degli anni
Novanta, con l’inizio di un intenso lavoro
teorico/pratico sulle implicazioni estetiche del
pensiero di Rudolf Steiner.
Con l’iniziativa Parking Day venerdì
Varese si trasformerà in una piccola
Brera
VARESE, 19 settembre 2012– E se per un giorno al posto della macchina
immaginassimo altro?
Il primo stallo a San Francisco nel 2005
Domani, venerdì 20 settembre,
arriva a Varese PARK(ing) Day, l’evento opensource che si svolge ogni anno in tutto il mondo il terzo venerdì di
settembre in cui artisti, designer, cittadini, associazioni e istituzioni
trasformano delle aree normalmente adibite a parcheggio in spazi e parchi
pubblici temporanei da godere e condividere.
Il progetto PARK(ing) Day ha avuto inizio nel 2005 a San Francisco e si è
rapidamente diffuso fino a essere presente in 162 diverse città di 35
differenti paesi sparsi in tutti e 6 i continenti con 975 installazioni. Nel
tempo si è evoluto adattandosi ai diversi contesti urbani e il progetto
continua ad espandersi per includere interventi ed esperimenti che vanno ben
oltre la semplice installazione: negli ultimi anni, i partecipanti hanno
costruito ambulatori medici gratuiti, piantato fattorie urbane temporanee,
realizzato installazioni artistiche, aperto gratuitamente officine di
riparazione biciclette e persino tenuto una cerimonia di nozze! Tutto questo
nel contesto del più modesto degli spazi urbani: l’area di parcheggio.
L’evento avrà luogo, come in quasi tutte le altre città nel mondo, venerdì 20
settembre (dalle ore 15.00 alle ore 21.00 circa) in via Bernascone e piazza
Monte Grappa ed è organizzato da STUDIO.AP ARCHITETTI di Milano. Architetti
Franco Artifoni, Maria Grazia Pipitone, Angelica Marchetta, Iga Tobis
([email protected] | www.studioap.eu ) che ha richiesto a REBAR
(l’organizzazione che ha inventato la manifestazione e tutt’oggi rimane
depositaria del marchio a livello mondiale) la licenza di utilizzare il
marchio PARK (ing) Day per il Comune di Varese.
La manifestazione è resa possibile grazie al patrocinio e alla collaborazione
del Comune di Varese che tramite l’assessore alla sostenibilità e tutela
ambientale, verde pubblico, parchi, aree protette; protezione civile,
iniziative ecologiche Stefano Clerici e all’architetto Valeria Marinoni, capo
attività prevenzione, progettazione, riqualificazione ambientale ufficio
tempi & orari ha concesso l’utilizzo dello spazio pubblico e supportato
l’organizzazione.
L’organizzazione mette a disposizione di ogni partecipante, o “stallista”, un
parcheggio (linee blu), o “stallo”, di circa m 5,00 x 2,50 su cui poter
realizzare un’installazione temporanea coerente con il tema della
manifestazione cui hanno aderito numerose associazioni e enti che hanno
voluto condividere e promuovere con noi valori quali ecologia, creatività,
impegno civico, generosità e gioco, infatti ricordiamo che PARK (ing) Day è
un progetto non commerciale, destinato a promuovere la creatività, l’impegno
civico, il pensiero critico, le interazioni sociali, la generosità e il
gioco.
Mostra “Ordine e Disordine” di Ivan
Tozzo allo Spazio Zero di Gallarate
GALLARATE, 9 settembre 2013- È dedicata al paziente lavoro delle Muse (come
lo definivano i greci) ovvero il mosaico la prossima mostra allo Spazio Zero
di Gallarate dal 14 al 29 settembre 2013 organizzata da Metamusa arte ed
eventi culturali.
Artista poliedrico ed originale Ivan Tozzo presenta i suoi ultimi lavori
nella mostra Ordine e disordine con una selezione di mosaici contemporanei
per lo più realizzati con materiali di varia natura che apparentemente non
hanno nulla in comune se non il fatto che hanno terminato la propria utilità
e quindi non interessano più ad un mondo che esaurisce tutto velocemente
La mano sapiente di Ivan Tozzo, che divide il suo percorso creativo tra il
mosaico classico, studiato alla scuola di Spilimbergo e quello contemporaneo,
sceglie gli oggetti sparpagliati sul suo tavolo come chiodi, pezzi di ferro,
forchette, scampoli di tessuto, tubetti di colore, materiali, spesso cercati
e trovati anche nelle discariche o tra le cose da buttare per dargli una
rinnovata dignità estetica.
«La scelta dei materiali spiega Erika La Rosa – determina la superficie
dell’opera che produce l’effetto della luce su di essa che implica la
vibrazione delle ombre sulla forma che definisce il cambiamento del colore e
la percezione dell’immagine. Una catena di conseguenze che rendono intriganti
le opere a rilievo di Ivan Tozzo come opere scultoree dove i pieni e i vuoti
hanno pari dignità. E se le “tessere” sono importanti, gli interstizi
diventano fondamentali. Lo spazio tra un elemento ed un altro fa la vera
differenza. L’opera di Ivan diventa dunque il viluppo di segni che trovano la
giusta armonia sul pentagramma dell’arte, dove ispirazione e sapienza,
creatività e competenza non possono fare a meno gli uni degli altri».
La grammatica di Ivan Tozzo con la quale realizza i suoi componimenti
artistici è del tutto personale e autentica. Se nei suoi componimenti si può
trovare un’eco del Nouveau Realisme, è difficile accostarlo, anche solo per
ispirazione, ad un preciso autore. D’altronde l’artista ha studiato ma non ha
mai amato le “cover”, come lui stesso ammette, attingendo dal linguaggio
musicale che tanto gli appartiene.
SPAZIO ZERO, via Ronchetti n. 6 Gallarate VA
tel./fax 0331.777472
Dal 14 al 29 settembre
Inaugurazione sabato 14 settembre alle ore 18.00
da martedì al sabato 17.00-19.00
domenica 10.00-12.00/17.00-19.00; lunedì chiuso
Scoperta una nuova opera di Vincent
Van Gogh: si tratta di “Tramonto a
Montmajour”
(AGI) – AMSTERDAM, 9 settembre 2013 – Per la prima volta dal 1928 e‘ stato
scoperto un nuovo quadro di Vincent Van Gogh. Si intitola ‘Tramonto a
Montmajour’ e la sua attribuzione e’ stata annunciata dal museo di Van Gogh
di Amsterdam, che dopo tre anni di
indagini ha potuto aggiungere un nuovo
capolavoro all’opera del pittore postimpressionista olandese. Il quadro
rappresenta un paesaggio con alberi e
arbusti della Provenza ed e’ datato 1888,
il periodo di Arles di grande creativita’
in cui Van Gogh dipinse la sua opera piu’
famosa, “I girasoli”. Il dipinto, che
sara’ esibito al pubblico dal 24
settembre, era stato scovato in una
collezione privata in Norvegia. Per il
direttore del museo Van Gogh, Axel Ruger,
“una scoperta di simile splendore non era mai accaduta nella storia del
museo”. “E’ una rarita’ che si possa aggiungere un nuovo dipinto all’opera di
Van Gogh”, ha spiegato, “ma e’ ancora piu’ eccezionale il fatto che si tratti
di un lavoro di transizione e di un dipinto ‘a grandezza intera’ di quando
l’artista era al culmine della carriera”.
L’attribuzione e’ avvenuta dopo lunghe analisi riguardanti lo stile, la
tecnica, la pittura, la tela, il soggetto, la provenienza del quadro e alcune
lettere dello stesso pittore olandese.
A Daverio due mesi dedicati all’arte:
domenica inaugurazione con
“Dimensione creativa”
DAVERIO, 7 settembre 2013- A Daverio si prospettano due mesi, settembre ed
ottobre, artisticamente molto intensi, in una serie di eventi organizzata da
“Laboratorio D” e dal Comune di Daverio con le artiste Gallzabs. Sotto questo
acronimo si nascondono Grazia Giani, Anny Ferrario, Lù Demo, Laure Rizzi,
Zoraya Martinez, Anna Clara Beltrami, Bruna Vianello e Stella Ranza. Saranno
proprio loro a vivacizzare il panorama artistico, con mostre personali e
fornendo la possibilità ai visitatori di sperimentare le varie tecniche
artistiche e creare una propria opera.
Si inizia domenica 8 settembre, con Grazia Giani, arteterapeuta, che con
l’arte cerca di sfruttare le potenzialità di ciascuno; nel suo laboratorio
protagonisti gli adulti.
DIMENSIONE CREATIVA
Domenica 8 settembre Palazzina della Cultura, via Verdi, DAVERIO
Ore 11: inaugurazione mostra
Ho cercato di seguire in questi 30 anni la voce interiore che “Reclama” e
offre la via per “Essere”. Giorno dopo giorno ho fatto esperienza, “dentro e
fuori” di me e nel mondo. Così mi sono immaginata in un puzzle che ho
composto e scomposto, l’esistenza individuale sfugge alla comprensione e
assegna a ciascuno una parte che spinge ad “esigere la propria parte”.
dalle 15 alle 18: Laboratorio Arte terapia Solo adulti
L’arte terapia è una disciplina il cui processo creativo e l’uso di modalità
espressive
facilitano lo sviluppo psicosociale, cognitivo ed affettivo dell’individuo.
Questo laboratorio, nella sua articolazione, risponde all’approccio
arteterapeutico.
Laboratorio gratuito. Per iscrizione
Biblioteca comunale di Daverio
via Piave, 8, 21020 Daverio (VA)
tel.
0332 949004
fax
0332 949697
e-mail [email protected]