Il Museo immaginato da Philippe Daverio

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Il Museo immaginato da Philippe Daverio
Il Museo immaginato da
Philippe Daverio
"Come si guarda un quadro: lo si guarda a lungo."
Eccolo il Daverio di Passepartout, quello che con
competenza ma senza prosopopea, con ironia ed estro
Il museo
racconta l'arte nelle sue trasmissioni televisive. Quello
Tytuł
immaginato
che presto rivedremo con un nuovo format, Il Capitale,
sempre dedicato alla cultura e alla storia intellettuale e
Daverio
Autor
artistica ma con lo scopo di valorizzare questo vero
Philippe
patrimonio dell'umanità contro quello fittizio della
Ilość stron
352
finanza e del danaro fine a se stesso.
Wydawnictwo Rizzoli
Ma prima delle puntate di questo nuovo programma tv,
Seria
Varia illustrati
ecco un libro-compendio della storia dell'arte molto
ISBN
9788817052238
personale e costruito come un vero (ma immaginato)
Museo: una villa neoclassica divisa in molte stanze con
l'idea di una collocazione perfetta dell'arte che mette in
relazione - un po' come nel Museo immaginario di
Malraux - arte contemporanea ed eredità artistica, perché
ogni epoca filtra il patrimonio del passato mettendone in
luce quell'aspetto che gli servirà per giustificare il presente, ma nel nostro presente c'è
quell'elemento in più che è la riproduzione fotografica che ci consente di paragonare opere
lontane nel tempo e nello spazio, vederne i particolari, apprezzarne le forme (anche se dal
vivo non si sono mai viste), metterle accanto le une alle altre in modo del tutto trasversale.
Ogni stanza di questo palazzo-museo ha la sua funzione: dall'anticamera si passa al pensatoio,
che deve essere un luogo di riflessione, e dunque di assoluto rilassamento, poi alla biblioteca
un luogo di studio e di approfondimento. Dal Gran Salon alla sala da pranzo, per passare poi
al Petit Salon e alla divertente sala da gioco e delle curiosità. Ma non mancano le cucine che
prevedono solo opere che trattino temi alimentari, una grande galleria a balconata, le camere
da letto, una stanza della musica, la chiesa e il giardino, ovviamente con sole quadri con
soggetto botanico-paesaggistico. Ogni opera, da Roma antica all'arte moderna - ha uno spazio
e un perché.
Marte e Venere (Museo Archeologico Nazionale di Napoli)
Quest’opera, che direttamente dall’antichità ci proviene, è una piccola provocazione. Serve a
far intendere che la pittura di ieri è, come quella dell’altro ieri, una pratica fondamentale e
perenne dei popoli stanziali del Mediterraneo che la esercitano da quando hanno deciso le
sepolture stabili dove si tornava a trovare ed evocare gli antenati. Non si tratta d’un affresco,
tecnica del medioevo, ma d’un encausto che, per il coinvolgimento della materia e la necessità
di muovere gli spessori, è molto simile alla pittura a olio. I motivi sono greci, il gesto
appartiene all’eterno barocco di Roma.
"L'argomento trattato in questo libro non è la pittura ma i quadri." scrive Daverio "La pittura è
una prassi ben vasta rispetto al tema. Qui ci occupiamo solo di un settore molto ristretto,
quello che riguarda i dipinti su supporto mobile, tavola, tela o rame, e che non abbaino una
destinazione prettamente ecclesiale."
Un libro che piacerà agli appassionati, ma anche a chi si avvicina solo saltuariamente
all'arte. Un libro che potrebbe scatenare critiche all'autore per non aver inserito questa o
quell'opera o per averne incluse altre, ma che non presentandosi come un'antologia, una vera
storia dell'arte, ma un libro assolutamente personale, stronca sul nascere ogni contestazione.
Prendere o lasciare, accettare la sua visione e partire da quella.
Come giustamente scrive Daverio nella sua Introduzione, un'opera come questa, che
necessiterebbe di un apparato iconografico (del resto nel volume già completo e di ottima
qualità) e bibliografico gigantesco, si avvantaggia dell'epoca in cui viene pubblicata: l'era di
internet, dove ormai qualsiasi curiosità può essere appagata con una rapida ricerca e ogni
approfondimento è alla portata di tutti.