Laszlo Moholy-nagy (1895/1946)
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Laszlo Moholy-nagy (1895/1946)
Laboratorio 1 Giammarco Arestia Giulia Epiro Giovanna Di Rosa Giulia Laneri Omar Jebari Claudia Iacobacci Gaetano Consiglio CENNI SULLA SUA BIOGRAFIA Nasce in Ungheria nel 1895; Intraprende gli studi giuridici; Partecipò alla prima guerra mondiale; Fondò il gruppo «MA»; Nel 1923 entra a far parte del Bauhaus; Nel 1928 abbandonò il bauhaus; Nel 1928 pubblica «from material to architecture» Con l’avvento del nazismo, abbandonò l’Europa, trasferendosi a Chicago; Diventerà direttore del New Bauhaus; Nel 1946 muore affetto da leucemia. «si avventurò nel regno della scienza e dell’arte per penetrare i fenomeni di spazio e luce; in pittura, scultura e architettura, in teatro ed in disegno industriale, in fotografia e cinema, nella pubblicità e nelle arti grafiche si sforzò sempre di interpretare lo spazio nel rapporto col tempo, in altre parole, il movimento dello spazio. Moholy ha raggiunto contemporaneamente notevolissimi risultati sia come pensatore sia come artista, come scrittore e come insegnante. Lui solo, grazie alla versatilità più unica che rara che lo distingueva e alla forza di immaginazione, è riuscito a mantenere perfettamente in equilibrio tutta quella validità di interessi che, per qualsiasi altro, sarebbe stata una sfera troppo ampia e ambiziosa» (Walter Gropius) PITTURA La prima esperienza artistica che caratterizzò il pensiero di Moholy- Nagy è la pittura. Egli venne influenzato da artisti quali: Vincent Van Gogh; Futuristi; Avanguardisti Russi. Q 1 S U PR E M AT IST IC SPAZIO Il concetto di spazio costituisce uno dei più importanti concetti nel campo della pittura e non solo. Difatti, secondo l’artista lo spazio « è una molteplicità definita da un sistema di coordinate dove un oggetto può essere individuato» Lo spazio ero concepito come un’esperienza sensoriale; una vera e propria esperienza umana. L’uomo percepisce lo spazio attraverso: la vista; l’udito; il senso dell’equilibrio; i mezzi di movimento. M E T À S C U LT U R A , M E T À M AC C H I N A , I L “ L I C H T R E Q U I S I T ” È FAT TO D I M E TA L LO C RO M ATO , V E T RO , F I LO E B A R R E M E TA L L I C H E . M O H O LYNAGY SI SFORZÒ SEMPRE DI INTERPRETARE LO SPAZIO NEL SUO RAPPORTO CON IL TEMPO. LUCE «Dipingere con la luce» fa parte di un antico capitolo dell’attività umana. La luce era intesa come energia spazio-temporale. Tra il 1922 e il 1930 mette a punto il Modulatore Spazio-Luce, una struttura cinetica che, grazie a un corpo centrale nel quale sono contenuti un motore, lampadine elettriche e varie forme mobili in acciaio, plexiglas e vetro, può creare giochi di luce in movimento. COLORE L’artista riteneva che ci fosse una correlazione tra il colore in se medesimo e come lo percepisse l’essere umano. Il colore aveva una grande importanza all’interno delle opere: doveva suscitare emozioni continue e diverse, complementare o primario che fosse. Light space modulator (1922/1930) MOVIMENTO Proprio come la sua pittura si era basata sulle avanguardie russe e futuristiche, anche nel movimento ci si riallaccia a queste tendenze; il ritmo dell’arte per Moholy- Nagy non era statico, ma dinamico. Nel 1922 pubblicò assieme a Kemeny «il sistema di forze dinamico costruttive» che rappresenta il manifesto del dinamismo. Fulcro centrale sarà anche l’utilizzo del movimento nella scultura attraverso movimenti lenti e rotatori. FOTOGRAMMI E FOTOGRAFIA LA CANEBIÈRE STREET, MARSEILLES Nel 1923, si ha la prima mostra cinematografica. Fotografare vuol dire «scrivere con la luce». Il fotogramma diventava sinonimo con Moholy Nagy di creazione di rapporti ottici e elementari. In un momento di grande tensione tra mondo della fotografie e mondo della pittura, egli dipinse le sue esperienze fotografiche arrivando alla conclusione che si potevano rintracciare percezioni visive quali: Visione astratta; Visione esatta; Visione rapida; Visione lenta; Visione intensificata; Visione penetrante; Visione simultanea; Visione distorta. CINEMA E’ negli anni ‘20 che l’artista si avvicina al mondo del cinema. Realizzò numerosi film quali: Berliner stilleben; Marseille Vieux Port; The New Architecture at the London Zoo. TEATRO Lo stato prussiano finanziava a Berlino due teatri: Nel 1929, per la prima volta, incaricarono Moholy di disegnare le scenografie. In seguito ricevette l’incarico per «Il Mercante di Berlino» La scenografia di Moholy fu un esperimento molto coraggioso. Tra piattaforme che si muovevano verticalmente sul palcoscenico corrispondevano a tre diversi livelli: quello tragico del proletariato, quello tragicomico della media borghesia e quello grottesco del militarismo capitalista. L’anno seguente Moholy fece un altro allestimento, un divertente gioco di luci per il bel testo della Madama Butterfly. Aveva abbandonato gli esperimenti meccanici, ma intendeva proseguire le sue ricerche di una nuova visione attraverso l’uso cinetico della luce, con la deformazione drammatica di ombre in movimento