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lavoro Ti pagano in ritardo? Ora la fattura si salda in 30 giorni Sonia, libera professionista, si lamenta di dover aspettare troppo a lungo ciò che le spetta. Per fortuna un decreto legge accorcia i tempi. Vediamo le novità B uongiorno, ho letto che il governo ha approvato un decreto legislativo che stabilisce un limite per i pagamenti delle fatture da parte della pubblica amministrazione. Mi interessa sapere se questa nuova legge vale anche per le aziende private. Sono una libera professionista che lavora sia con il settore pubblico sia con quello privato, ma nella maggior parte dei casi devo fare i conti con i ritardi dei pagamenti dei miei clienti. C’è un limite entro al quale una fattura deve essere saldata altrimenti si può avviare una procedura legale di riscossione? Come si stabilisce questo limite? Con un contratto scritto? Grazie. Sonia La risposta di Cristina Ravanelli Cara Sonia, confermo quanto hai letto. La tanto auspicata svolta circa i tempi entro i quali una fattura deve essere saldata è arrivata. Per il nostro Paese si tratta di una piccola grande rivoluzione. In Italia, infatti, i crediti vengono corrisposti, in media, dopo sei mesi. Un record negativo in Europa: siamo i peggiori. Ho chiesto al dottor Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro (www.fondazionestudi.it) di spiegarci le nuore regole. I pagamenti vanno fatti entro un mese Dal primo gennaio le pubbliche amministrazioni hanno l’obbligo di pagare i loro fornitori entro 30 giorni dal ricevimento della fattura. È questa la nuova regola, stabilita dal decreto legislativo 192/2012, che dovrà essere rispettata da tutti gli enti pubblici salvo qualche eccezione. Sono previste, infatti, delle deroghe per gli ospedali, le imprese pubbliche e gli enti che forniscono assistenza sanitaria (il pagamento potrà slittare sino a un massimo di 60 giorni). Vale anche per gli affari tra privati Le nuove regole valgono anche per i liberi professionisti come te, Sonia, e per tutte le transazioni commerciali che avvengono tra due aziende private: le parcelle vanno saldate entro un mese dalla loro emissione. Questo limite può essere superato a patto, però, che siano stati stipulati specifici accordi scritti tra il debitore e il creditore. In ogni caso il tempo di attesa per incassare la fattura non può superare 60 giorni. Sono previste delle sanzioni Se i tuoi clienti non rispettano le scadenze verranno sanzionati. E dovranno versare anche gli interessi moratori. Inoltre avrai diritto al rimborso dei costi sostenuti per il recupero del credito non corrisposto tempestivamente: si tratta di un importo forfetario di 40 euro che ti spetta automaticamente una volta superato il termine di pagamento. ....... Posso trasformare l’attività di blogger in un lavoro? G entile Cristina, sono una ragazza di 24 anni appassionata di Internet. In Rete seguo molti siti di moda fatti da giovani come me e scarico parecchi video musicali di artisti emergenti. Anch’io vorrei imparare a creare un blog o un canale su YouTube e, perché no, fare di queste attività un vero e proprio mestiere. Secondo te è possibile? E quanto si potrebbe guadagnare? Pamela Risposta Cara Pamela, c’è molta curiosità intorno a questi temi, ma le informazioni che circolano sono piuttosto confuse. Sono ricorsa alla consulenza di un’esperta, Giovanna Gallo, Social Media Strategist per aziende, brand e agenzie di marketing. Ecco cosa mi ha detto. cristina ravanelli Giornalista esperta di lavoro, si mette nei tuoi panni. Ogni settimana, con la collaborazione di un esperto, risponde alle tue lettere dandoti consigli per la carriera o aiutandoti a risolvere dubbi e problemi. Scrivile a: [email protected] In poche mosse sei online (ed è gratis) Se il tuo desiderio è creare un blog, la buona notizia è che ci vogliono pochissimi passaggi: le piattaforme gratuite che permettono di farlo sono tantissime. Da Wordpress (www.wordpress.com) a Blogger.com (www.blogger.com) fino a Tumblr (www.tumblr.com). Non serve essere particolarmente esperti. Per personalizzare la grafica e pubblicare i contenuti bastano pochi e intuitivi passaggi. In pratica devi creare un profilo e poi “renderlo tuo”, individuando un argomento ben preciso e lavorando su quello senza divagare. Anche il canale YouTube non richiede costi: basta caratterizzarlo con una veste grafica, i tuoi riferimenti, nonché con un numero consistente di video sul tema che hai scelto. Non sono attività remunerative La brutta notizia, invece, è che quello del blogger e del youtuber non è quasi mai un lavoro: in entrambi i casi, se i contenuti che offri sono interessanti e innovativi, puoi sperare di farti un nome nell’ambiente e creare una rete di contatti che possono fruttarti visibilità e, di conseguenza, delle piccole entrate (magari sotto forma di banner sul tuo blog o spot pubblicitari sul tuo canale di YouTube). Ma non ci sperare: sono pochissimi i casi di persone che sono riuscite a sfondare trasformando la loro partecipazione in Rete in un vero lavoro. Il mio consiglio, Pamela, è di coltivare queste attività nel tuo tempo libero. 139