LaStampa_110716

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LaStampa_110716
24 .Lavoro in corso
STAMPA
.LA
LUNEDÌ 11 LUGLIO 2016
lavoro
Premio alle migliori start-up
Chef e pasticcieri parlano inglese
La Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato)
lancia il Premio Cambiamenti, un concorso nazionale
finalizzato a sostenere le migliori startup create dal
2013.L’obiettivo è premiare le giovani realtà
imprenditoriali che si sono distinte per la capacità di
riscoprire le tradizioni, valorizzare il territorio e
innovare. Scadenza: 20 luglio.
Il campus milanese Congusto cerca docenti che
parlino inglese per i corsi di cucina e pasticceria
dedicati al mondo professionale. Si ricercano chef e
pasticcieri formatori nel settore ristorativo con un’età
compresa tra i 30 e i 45 anni in possesso di un’ottima
conoscenza della lingua inglese. Per maggiori
informazioni: www.congusto.com.
CREARE NUOVE
BOTTEGHE
DI FORMAZIONE
WALTER PASSERINI
i chiamano Alveare,
Millepiani, Piano C,
Officine on/off, Talent
Garden, dove trionfa il
coworking, incubatore di
idee, creatività, socialità,
apprendimento. Oppure si
chiamano FabLab (Fabrication Laboratory), laboratori per la fabbricazione di
oggetti dal virtuale al reale,
dove si trasformano idee in
prototipi e prodotti, posti
per giocare, creare, imparare, insegnare e inventare.
Sono i nuovi luoghi del sapere, un nuovo modo di imparare che non ha la puzza
sotto il naso, dove si impara
sbagliando, dove tutti insegnano e imparano.
In Italia il coworking e i
FabLab sono un iceberg
dalla punta emersa sempre
più grande, ma che deve
mantenere la sua immensa
mole sott’acqua, dove vige il
diritto al fare e all’imparare, correggendo gli errori.
Se dovessimo chiedere
quali sono oggi i luoghi del
sapere difficilmente sentiremmo rispondere: le università. I luoghi tradizionali
dell’apprendimento, come
la scuole e gli atenei, oggi
fanno fatica a cogliere la realtà, che avanza tumultuosa, entusiasta e motivata.
Dare spazi ai giovani nei comuni e nelle città diventa
un imperativo come rassettare scuole cadenti, laboratori scadenti e aule universitarie decadute.
Dove si impara ad avere
confidenza con il futuro?
Quasi mai nelle università,
diventate corsifici senz’anima e senza voglia di imparare. Se vogliamo costruire
i saperi del futuro con i giovani dobbiamo regalare loro degli spazi, nei piccoli comuni e nelle metropoli, per
fare e per sbagliare.
S
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Nuovi mestieri
REPORTERS
Nella rete
I blogger italiani e internazionali più famosi per numero di follower* (settore Food, Fashion, Mamme, Travel, Hi-Tech)
ITALIA
MONDO
FASHION
TRAVEL
MOM
FOOD
HI-TECH
Theblondsalad.com
Chiara Ferragni
Vologratis.org
Andrea Petroni
Sweetasacandy.com
Federica Piccinini
Chiaramaci.com
Chiara Maci
Aranzulla.it
Salvatore Aranzulla
8.177.759
143.781
183.709
658.390
378.195
Songofstyle.com
Aimee Song
Nomadicmatt.com
Nomadic Matt
Momblogsociety.com
LaDonna Dennis Maxwell
Davidlebovitz.com
David Lebovitz
Mashable.com
Pete Cashmore
1.400.451
3.564.461
375.815
1.323.833
2.763.567
- LA STAMPA
*La cifra indica la somma di lettori del blog e fan sui social network
L’irresistibile ascesa del blogger,
rabdomante delle storie d’impresa
Food, fashion, tech, viaggi e oroscopi per i professionisti del web e dei social media
n nuovo professionista
si aggira per le imprese.
Nato per riempire un
proprio diario personale quotidiano, il blogger sta diventando
un professionista di comunicazione, un narratore di storie
d’impresa attraverso web e social media, un rabdomante in
grado di scoprire nuovi filoni
sul patrimonio di info-ricchezze di un settore o di un’azienda
per arricchirne il brand.
Nel mondo, secondo uno studio della società di comunicazione Found! per Buitoni, i
blogger sono oltre 156 milioni e
in Italia sono più di 500 mila,
ma molti ne nascono ogni giorno e una quota crescente fa carriera, facendosi assumere dalle
imprese. È capitato di recente a
Ilaria Mazzarotta, foodwriter,
social media strategist, content
& social media manager, autrice radiofonica, giornalista, organizzatrice di eventi, cuoca e
mamma. Una qualifica frutto
U
IMAGOECONOMICA
Artigiani
digitali
I blogger
sono professionisti della
comunicazione che
sempre più
spesso trovano un ruolo
sa svolgere
nelle aziende
dei tempi. Oggi è resident foodblogger di Buitoni: l’azienda ha
deciso di assumerla come consulente interna. Il contatto è arrivato durante un blogger day
dedicato alla presentazione di
nuovi prodotti. È l’incarnazione del target ideale, le cosiddette mamme equilibriste che si
dividono tra famiglia, lavoro e
interessi personali ed è diventata consulente nell’ideazione
di nuovi prodotti, sperimenta le
ricette di prodotti Buitoni e segue tutta la comunicazione digitale del brand. Quella di Ilaria
è una storia originale nella pattuglia dei blogger italiani. Il caso più noto è quello di Chiara
Ferragni, fashion blogger italiana più famosa al mondo. Ha 28
anni, originaria di Cremona è
cresciuta a Milano. Come molti
millennial attenti alla moda,
documentava giorno per giorno il suo outfit su Flickr. Sul suo
blog The Blonde Salad, lanciato
nel 2009, ha iniziato postando
foto di se stessa con outfit così
ben studiati da diventare tendenze. Oggi vive tra Milano e
Los Angeles e ha uno staff di 20
persone. Nel 2014 ha fatturato 8
milioni di dollari.
Un blogger hi-tech è invece
Salvatore Aranzulla, il cui sito
è uno dei 30 più visitati d’Italia,
nel quale risponde con semplicità ai dubbi di tipo tecnologico. In qualità di divulgatore informatico, ha firmato la rubrica tecnologia di Virgilio.it. Dal
2016 Aranzulla.it contribuisce
al traffico del quotidiano Il
Messaggero. Un’altra food
blogger è Chiara Maci, classe
1983, responsabile con la sorella del blog Sorelle in Pentola.
Poi la partecipazione a Cuochi
e Fiamme e il successo, tanto
da tornare in tv su Fox Life con
il programma tv Vita da foodblogger, ispirato alla sua esistenza fra web e realtà.
È sommelier Ais, consulente per le aziende del food, au-
trice di libri di cucina, nonché
mamma a tempo pieno. Un altro blogger è Andrea Petroni,
che ama definirsi un musicista
laureato in economia con la
passione per i viaggi. Nel 2009
ha fondato VoloGratis.org, uno
dei travel blog più influenti in
Italia, che si prefigge di aiutare
a viaggiare di più spendendo
meno, gratis o quasi. Federica
Piccini, nata e cresciuta a Bologna nel 1983. Ha studiato legge e si è laureata all’Alma Mater nel 2008. Nel 2009 ha aperto il blog Sweet as a Candy,
specializzato in cosmesi per
bimbi e future mamme. Una
parola buona per tutti è infine
è il blog nato da un’idea di Ginny Chiara Viola, che reinterpreta il classico oroscopo, declinandolo con diverse tematiche astrali: Astro Beauty,
Astro Cooking, Astro Fashion,
Kamasegno. Utile in tempi di
incertezza.
[W.P.]
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RICERCA SDA BOCCONI SU 400 UNIVERSITARI
La storia
la star degli annunci di
lavoro, ma i giovani
laureandi la snobbano. La professione di venditore permette di costruire
carriere, ma presso il pubblico più giovane gode di scarsa
reputazione e risulta poco
attrattiva. Lo rivela una ricerca condotta dal Commercial Excellence Lab della
Sda Bocconi dedicata al settore delle vendite, da cui i
quasi 400 studenti intervistati di tutte le università risultano prede di diffidenze e
stereotipi.
Dalla survey emerge che
per fare il venditore non sia
necessario un titolo di studio
(54,4%); un quarto del campione pensa che basti un di-
È
“Ai giovani laureandi non piace diventare venditori”
ploma di scuola superiore. In
secondo luogo, la propensione
a lavorare nel commerciale è
medio-bassa.
Se da un lato il campione ritiene di avere un’idea chiara di
che cosa significhi fare il venditore (5,20 in una scala da 0 a
7) e concordi che sia una professione che rende orgogliosi
(5,04), permette di realizzarsi,
interessante ed eccitante, le
affermazioni sulla job reputation rivelano un’opinione del
mestiere più bassa.
Lo studio evidenzia però
come, all’aumentare della conoscenza percepita del mestiere e delle sue attrattività,
aumenti anche l’intenzione di
lavorarvi. Entrando più nel
merito, la media delle risposte
Venditore? No grazie
evidenzia fattori attrattivi come la maggiore autonomia
(4,95), la possibilità di crescita personale, oltre alla percezione di una maggiore rilevan-
za di questa attività per le
aziende (media di condivisione 4,3). Anche se i rispondenti
sottolineano che si tratta di
un lavoro indubbiamente
stressante (4,82).
«Quello del venditore è un
mestiere che gli studenti mostrano di conoscere ancora poco - spiegano Paola Caiozzo e
Paolo Guenzi, responsabili insieme a Marco Aurelio Sisti
del Commercial Excellence
Lab, che hanno svolto la survey - La percezione è condizionata da stereotipi e rivela una
visione antiquata e parziale,
legata all’immagine del venditore porta a porta o alla commessa di negozio. Il mercato
del lavoro richiede invece profili sempre più qualificati: ne-
gli Usa crescono le università
che offrono curriculum specialistici in ambito commerciale e oggi si stima che il 10%
della popolazione sia occupato
in ruoli di vendita».
In Italia i giovani esprimono
stereotipi, ma non per forza
negativi: lo stereotipo positivo
(il venditore è persona molto
competente e preparata ed è
brillante) raccoglie un 4,96 di
consenso, mentre quello negativo (vende cose delle quali
non si ha bisogno, è meno etico
di chi lavora in altre funzioni
aziendali) si ferma a 4,15.
Insomma, un’immagine in
chiaroscuro, che emerge anche dall’analisi delle parole associate al mestiere: se le cinque parole più associate sono
soldi, marketing, prodotti, negozio, furbizia, in generale per
il 44,5 per cento sono parole
positive, mentre le negative
sono il 9,5%; ma per un ulteriore 46% sono parole a valenza
neutra (come furbo, scaltro o
astuto), che possono assumere valenze diverse a seconda
del contesto. «A influenzare
gli stereotipi - concludono i ricercatori - è la mancanza di
una conoscenza reale, articolata e veritiera delle dimensioni e delle sfaccettature che
compongono il mestiere del
venditore. Una cosa su cui è
bene riflettere e lavorare, perché il personale commerciale
di qualità è molto ricercato
[W. P.]
dalle imprese».
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