PROMORAMA ::: PRESS

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BAND: HEY WILLPOWER
TITLE: PDA (Public Display of
Affection)
LABEL: TOMLAB
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ROCKSHOCK
http://www.rockshock.it/news.asp?id=2268
Gli Hey Willpower, band di San Francisco formata da Will, Tomo e dai ballerini Erin e Justin, hanno dichiarato
di voler raggiungere un solo obiettivo con la loro musica: far ballare tutti, senza freni, senza inibizioni. Il
risultato raggiunto con il loro primo album, P.D.A, però, inevitabilmente fa sorgere qualche perplessità.
I dieci brani di questo disco sono caratterizzati da atmosfere ibride tra il pop e l’
R&B, senza riuscire a trovare
una direttiva convincente.
Ci sono alcuni brani divertiti che sicuramente sono molto piacevoli all’
ascolto: la prima traccia, Hundredaire,
è godibile e ballabile, grazie a un motivetto molto coinvolgente; Double Fantasy II, che sembra provenire
direttamente da un disco di 50 Cent, è il classico brano che sul dancefloor può riscuotere un grande
successo, a causa dei ritmi suadenti e ammiccanti; Silent Ring è un brano molto d’
atmosfera, rilassante, con
la presenza di un motivetto che si ripete all’
infinito imbellettato da una buona dose di sospiri; Uh-Uh-Uh è il
brano più interessante: ritmo senza dubbio intrigante e voce convincente. Gli altri brani risultano invece più
o meno anonimi, senza molte novità e senza alcun particolare interessante che possa fare la differenza.
Se l’
obiettivo degli Hey Willpower è quello di fare musica evanescente, impalpabile, senza alcuna pretesa,
adatta come sottofondo a una festa in piscina, allora con P.D.A hanno raggiunto il loro scopo; ma se, come
sarebbe auspicabile, la band di San Francisco volesse fare il salto di qualità, e scrivere canzoni più originali e
personali, dovrebbe insistere sulla linea dell’
R&B, lasciando perdere le commerciali trovate pop, e
approfondire quegli elementi interessanti che sono contenuti in germe in questo disco.
INDIEFORBUNNIES
http://www.indieforbunnies.com/2006/10/04/hey-willpower-pda-public-desplay-of-affection/
C’
è un posto in cui potete indossare la vostra maglietta aderente - senza maniche - e fregarvene dei peli che
vi spuntano dal colletto; perchè nessuno è lì, pronto a tirarvi addosso un cassonetto della spazzatura.
C’
è un posto in cui la vostra compagna di banco delle superiori si chiamava Monica Lewinsky e - ogni santo
giorno - vi tirava le palline di carta con l’
elastico; e dato che, con la vostra pettinatura stile pechinese-dopoil-diluvio-universale, non la degnavate di uno sguardo, finita la scuola ha deciso di buttarsi in politica e sui
frappuccini.
In quello chesso posto potrebbe capitare che, mentre tornate a casa - in macchina - dalla discoteca, la
minigonna della vostra amica esegua un “
doppio carpiato frollocchenberg con avvitamento malleolo tibiale”
(® Just) e voi, che di nome fate Will Schwartz (e avete avuto un passato negli Imperial Teen), mentre
ascoltate “
I Know What You Want”di Mariah Carey, non troviate niente di meglio da dire, se non: “
Ehi!
Perchè non mi mandi un demo, in formato wma, con la tua voce - che ho da poco messo l’
adsl - e non
proviamo a fare anche noi un disco?”
. Tempo zero chiamate il vostro amico Tomo (gay o almeno
bisessuale), che è un amgo dell’
elettronica e, dopo averlo convinto ad abbandonare - ogni tanto - il suo
laptop per la dancefloor, lo coinvolgete nel progetto.Tempo (circa) tre anni e siete pronti a pubblicare il
vostro primo album. Dimenticavo: vi chiamate Hey Willpower. E che musica potevate suonare, se non quella
che vi accompagna ogni giorno per strada, mentre andate al lavoro o mentre siete a casa a cucinare?
Non vi siete mai vergognati di dichiarare apertamente il vostro debole per le Top 40 e per certo R’
n'B
danzereccio (avete chiamato il vostro album d’
esordio PDA, Public Display of Affection). Però non volevate
nemmeno essere etichettati come musica commerciale: ed è qui che entra in campo la produzione DIY,
rigorosamente low-budget (per usare un eufemismo); e i bleepy blippy glitch del sintetizzatore di Tomo; e
pure le coreografie con due ballerine in body ed autoreggenti che fanno molto Scissor Sisters. Ecco quindi
che il vostro R’
n'P(op) indipendente è bello che pronto per essere consumato nelle migliori discoteche.
Infine le canzoni: si va dall’
Usher, senza lustrini e gioielli, che cerca di rimorchiare in un club di periferia
(”
Uh-Uh-Uh”
); al Justin Timberlake indie e disgraziato che per tirare avanti fa il benzinaio (”
Not Trippin’
”
,
“
Phenomenon”e “
Too Hot”
), sognando di diventare il Micheal Jackson pre-demenza; fino alle influenze
Scissor Sisters (”
Hundreadaire”e “
Double Fantasy II”
) e Le Tigre (”
Magic Window”e “
Retail Heaven”
).
Un ultimo avviso, prima di cominciare a ballare: ogni innalzamento del testosterone è puramente voluto.
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BAND: HEY WILLPOWER
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MUSICCLUB
http://www.rockclub.it/musicclub/jsp/agenzie/default_one.jsp?id_agenzia=11435383039220
Hey Willpower - P.D.A. (Public Display Of Affection) C'è un posto in cui potete indossare la vostra maglietta
aderente - senza maniche - e fregarvene dei peli che vi spuntano dal colletto; perchè nessuno è lì, pronto a
tirarvi addosso un cassonetto della spazzatura. C'è un posto in cui la vostra compagna di banco delle
superiori si chiamava Monica Lewinsky e - ogni santo giorno - vi tirava le palline di carta con l'elastico; e
dato che, con la vostra pettinatura stile pechinese-dopo-il-diluvio-universale, non la degnavate di uno
sguardo, finita la scuola ha deciso di buttarsi in politica e sui frappuccini In quello chesso posto potrebbe
capitare che, mentre tornate a casa - in macchina - dalla discoteca, la minigonna della vostra amica esegua
un “
doppio carpiato frollocchenberg con avvitamento malleolo tibiale”(® Just) e voi, che di nome fate Will
Schwartz (e avete avuto un passato negli Imperial Teen), mentre ascoltate “
I Know What You Want”di
Mariah Carey, non troviate niente di meglio da dire, se non: “
Ehi! Perchè non mi mandi un demo, in formato
wma, con la tua voce - che ho da poco messo l'adsl - e non proviamo a fare anche noi un disco?”
. Infine le
canzoni: si va dall'Usher, senza lustrini e gioielli, che cerca di rimorchiare in un club di periferia (”
Uh-UhUh”
); al Justin Timberlake indie e disgraziato che per tirare avanti fa il benzinaio (”
Not Trippin'”
,
“
Phenomenon”e “
Too Hot”
), sognando di diventare il Micheal Jackson pre-demenza; fino alle influenze
Scissor Sisters (”
Hundreadaire”e “
Double Fantasy II”
) e Le Tigre (”
Magic Window”e “
Retail Heaven”
). Un
ultimo avviso, prima di cominciare a ballare: ogni innalzamento del testosterone è puramente voluto.
www.willpowermusic.com
IL POPOLO DEL BLUES
http://www.ilpopolodelblues.com/rev/ottobre2006/recensione/Hey-Willpower.html
Hey Willpower è un progetto capitanato dal musicista Will Schwartz, che unendosi ad artisti della scena
elettronica di San Francisco come Tomo porta alla ribalta un long playing di musica dance.
Programmaticamente infatti Hey Willpower dichiarano di essere in missione per conquistare ogni discoteca
d’
America, e lo fanno dando alle stampe per l’
etichetta Tomlab questo album di dieci tracce. Pop
commerciale contemporaneo si fonde con il gusto per efficaci e ripetitivi ritornelli volti a mettere in ginocchio
gli allnighters di tutto il mondo, lasciando spazio per recuperare lo stile di artisti come Michael Jackson e per
belle torniture elettroniche.
Album divertente ma decisamente strano per la scena alternativa. Se invece Hey Willpower salteranno il
fosso e riusciranno davvero a rapire i dance floor di tutto il continente diventando un fenomeno
commerciale, sarà curioso vedere cosa accade. Non sono in molti i gruppi che nascono esplicitamente con
l’
idea di diventare un idolo della musica pop e che ci riescono, per cui sarebbe un bel punto di merito.
DIRADIO
http://www.diradio.it/files/index.cfm?id_rst=6&id_art=28&idr=33409
Will Schwartz e Tomo. Due animali da club, di quelli pieni di sani grooves muscolari e sudore da ballo
scatenato.
Qual'è la novità? Semplicemente che il background dei nostri eroi è tipicamente indie. Quell'ambientino che
schifa alcuanto, di norma, il ballo e soprattutto il disimpegno godereccio, specialmente se poco carbonaro.
Hey Willpower riesce invece a combinare con intelligenza ed efficacia il "sacro" ed il profano, liberando da
gabbie stantie e da definizioni anchilosate le categorie che amano: punk, pop e quant'altro.
In ciò sicuramente più rivoluzionari di tanti parrucconi celebrati a sproposito.
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ONDAROCK
http://www.ondarock.it/recensioni/2006_heywillpower.htm
Gli Hey Willpower nascono da un'idea di Will Schwartz, giovane indie-boy americano con la passione per il
pop e l'r'n'b da classifica. Dopo un paio di Ep, e dopo esser finito a condividere i palchi con Le Tigre e Scissor
Sisters, ecco sugli scaffali dei negozi, giusto allo scadere del duemilasei, anche il primo long-playing della
band, "P.D.A."
Schwartz non è un ragazzo solo e coraggioso che prova a unire due mondi impossibili: mainstream e indie
vanno sempre più flirtando, se non tanto nei fatti, quanto meno nelle idee, e nei gusti del pubblico. L'opera
di riscoperta critica delle produzioni usa e getta, che le vuole non ontologicamente inferiori alle altre, vede
aumentare propugnatori e seguaci, ma, soprattutto, la molteplicità delle proposte tende a creare una classe
di ascoltatori open-mind, segugi del buono in qualsiasi ambito. Il nostro musicista è semplicemente uno di
essi.
Il singolo d'apertura, "Hundredaire", è la sua migliore espressione. Un simpatico motivetto di tastierina, la
sua bella voce a spandersi su, l'arrangiamento ben costruito per chitarra e batteria, i cori femminili in sfondo,
il piglio gradevole e solare. Fare musica per divertirsi, e farla divertendo: questo il segreto. "Not Trippin'" è
invece un grazioso soul-pop a doppia voce, magari non una produzione "da grandi", ma capace di fare il suo
dovere, pur senza ripetere l'exploit iniziale.
Proseguendo si trova tanto buon lavoro sentito e appassionato, ma nulla che brilli o che desti realmente
interesse. "Double Fantasy II" porta con sé l'oscurità, le pulsazioni si fanno sensuali e i testi espliciti;
"Phenomenon" è un rilassato r'n'b medio; "Magic Window" è il suo versante più acido; "Silent Ring" punta
invece su una sognante atmosfera scampanellante.
Sensazioni migliori suscitano invece brani più sexy, come il coro sfacciato e spagnoleggiante "Uh-Uh-Uh" e
"Too Hot", basso pulsante e intrusioni di chitarra sul passo di batteria, per voce ammiccante e ammaliante.
"P.D.A." in definitiva è un dischetto minore, desiderato, ma mediamente poco coinvolgente, ben fatto ma
con poca sostanza (parliamo sempre e comunque in ambito da divertimento: diciamo che per poter parlare
di un buon disco, i pezzi avrebbero dovuto mantere il livello del brano d'apertura). Il problema non è quanto
la band voglia deliberatamente non osare (tra l'altro l'unico brano in cui lo fa, "In The Basament", i cui
cinque minuti portano una struttura più aperta e libera, è probabilmente il secondo migliore), ma quanto le
loro composizioni non riescano a imporsi sull'ascoltatore, anziché fungere da sottofondo passivo.
SENTIREASCOLTARE
http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Recensioni/2006/recensioni/HeyWillpower.htm
Se non fosse per quel marchio posto sul retro copertina –Tomlab –ci troveremmo davanti ad un prodotto
destinato a dominare la programmazione di Mtv. Perché il progetto nato dalla collaborazione tra Will
Schwartz e Tomo, Hey Willpower, parla la stessa lingua –semplice, ipnotica, coinvolgente –di artisti come
Neptunes, Justin Timberlake, Nelly. R’
n’
b usa e getta, direbbe qualcuno, buono per le suonerie dei cellulari.
Ma ciò non è necessariamente un difetto. Perché negli ultimi anni la cosiddetta “
musica di plastica”ha fatto
grandi passi avanti, sia in termini di scrittura che di arrangiamento. Il mondo d’
altronde ha bisogno di un po’
di sana superficialità, e PDA risponde a questa sacrosanta esigenza con stile e divertimento.
I suoni sono curati, le ritmiche mai banali, le melodie orecchiabili. Retail Heaven vive di tastiere ossessive,
giri di basso ricercati e morbide voci –un misto di Michael Jackson e il già citato Timberlake –che avvolgono
come una coperta di Linus l’
intera struttura dei ritornelli. Il frizzante singolo Hundredaire, col suo irresistibile
appeal sbarazzino, è il più riuscito tra i numerosi epigoni di Hey Ya degli Outkast, spuntati come funghi in
ogni latitudine dopo il clamoroso successo del video omonimo. Not Trippin’sembra invece un provino –non
troppo riuscito, per la verità –progettato per sfidare Mariah Carey nel terreno del sexy r’
n’
b. Ma lì, forse,
oltre ai produttori di grido manca pure il physique du rôle.
Che poi queste canzoni siano un po’come il latte fresco è quasi scontato dirlo: restano infatti all’
interno dello
stereo per la durata di una stagione, neanche avessero una data di scadenza nascosta tra le pagine del
booklet. Ciò non toglie che nel frattempo l’
ascolto sia comunque piacevole, godibile, spensierato. Peccato
solo per quel marchio, Tomlab. Se ci fosse stato un ben più maestoso Universal magari un famoso
giornalista indie lo avrebbe incoronato disco dell’
anno. Ma tant’
è. Sarà per la prossima volta.
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DEDICATION
http://www.dedication.it/trlist-heywillpower.htm
Cosa c'entrano Justin Timberlake, Usher, Pharrell Williams e Michael Jackson con l'universo musicale indie?
Niente, o molto. Dipende da chi trae certe influenze a dir poco sacrileghe e da come le utilizza a proprio
vantaggio, stravolgendone quasi completamente senso e contesto.
Gli Hey Willpower fanno esattamente ciò, e rendono questo "P.D.A." un delizioso e divertente coacervo di
R&B moderno, hip hop radio friendly, dance, funk, elettronica commerciale e pop da chart, tutto
interpretato, però, secondo una prospettiva molto personale e lucidamente ironica (anche se loro negano in
modo secco l'intento sarcastico… sarà!).
Se gli Scissor Sisters continuano a piacervi nonostante abbiano fatto successo, andate sicuri anche sugli Hey
Willpower.