L`antichissima terra della Borgogna - Istituto Italiano dei Castelli Onlus

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L`antichissima terra della Borgogna - Istituto Italiano dei Castelli Onlus
da Cronache Castellane, n. 166, anno 2007, pagg. 24-26
L’antichissima terra della Borgogna
Alla fine di Aprile, la sezione Toscana ha organizzato un bellissimo viaggio in Borgogna, a cui hanno
partecipato, come sempre, molti entusiasti soci. Cinque giorni passati immersi nella natura e tra
bellissime fortificazioni abbracciati da una temperatura mite con la costante presenza di un sole
splendente. Impossibile vedere tutta la regione, in così pochi giorni, e per questo è stato scelto di
visitare una parte del versante ad est. La Borgogna è una regione della Francia ricchissima di storia,
colma di abbazie e architetture fortificate. Oggi è costituita da quattro dipartimenti francesi che
convergono intorno all'antichissimo zoccolo granitico del Morvan, ricoperto di folte foreste, le cui
acque sorgive scorrono, attraverso la Senna, la Loira, la Saona e il Rodano verso tre mari. Roma con
le sue arti, armi e leggi, vi edificò, sulle rovine della Gallia, delle città libere, una civiltà brillante. La
Borgogna deve il suo nome al popolo scandinavo dei Burgundi che nel V secolo vi si stanziò. Divenne
Ducato intorno all’anno mille, periodo in cui nacque l’architettura monastica e il grande tempio della
fede a Cluny. Infatti erano migliaia le abbazie e i priorati che nel medioevo combattevano dall'Irlanda
alla Polonia dalla Svezia alla Sicilia, battaglie a favore dei poveri contro violenza, ingiustizia e
ricchezza. L'ambizione della Borgogna di creare uno Stato si realizzò nel XIV e XV secolo con i
«Granduchi d'Occidente». Durante l’aggregazione degli stati europei Digione continuava ad essere la
culla culturale dell’epoca. Con Carlo V, il vecchio ducato di Borgogna divenne francese e piano piano i
vecchi abitanti cominciarono ad emigrare lasciando le loro terre a coltivatori amanti del territorio che
con le loro cure e le grandi capacità riuscirono a trasformare il territorio nel bellissimo paesaggio che
ancor oggi ammiriamo.
Prima tappa a Digione, capitale della regione, cittadina posta a nord est, che grazie ai duchi di
Borgogna che ne avevano fatto la capitale del ducato, è rimasta bella nelle sue Chiese, nei suoi
palazzi e nelle sue stradine del centro storico.
Da ricordare è il Palazzo Ducale che oggi ospita grandi tesori d'arte, soprattutto fiamminghi, dato che
nel periodo del massimo suo splendore, tale regione faceva parte del ducato. Posta al centro del
palazzo stesso vi è la torre di Filippo il Buono , da cui è possibile ammirare la città nella sua totalità.
Piacevole è andare per le vie della vecchia Digione dove si possono ammirare tra le tante architetture,
il Palazzo di Vogué dell’inizio del XVII secolo, la chiesa di Notre-Dame, il Palazzo del Parlamento .
E’ seguita la visita alla città di Bearne, famosa per le sue mura e per l'Hotel Dieu, l’ospedale Maggiore
degli Ospizi, addossato proprio alle mura, fondato nel XV secolo come ospizio per poveri e costruito
dal maestro fiammingo Wisecrère. Questo edificio e' un gioiello di architettura medioevale.
Dal cortile è possibile ammirare la vista più suggestiva dell’Ospedale Maggiore. I suoi tetti ricoperti di
tegole in terracotta, verniciate e variopinte disegnano straordinarie figure geometriche. La Grande
Corsia dei Poveri ha conservato le dimensioni originali e vi è riproposto l’antico arredo di origine
medievale. Nell’edificio si trovano tanti capolavori d'arte fra cui la statua lignea "Christ de pitié”,
sublime figura del XV secolo che domina la sala principale ed il Giudizio Universale di Van der Weyden,
nella corsia di San Luigi. Tale pala d’altare (polittico) fu commissionata all’artista nel 1443
appositamente per l’Hotel Dieu dove appunto oggi è conservata.
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Nel pomeriggio visita al Castello di Clos De Vougeot; castello rinascimentale costruito nella prima
metà del XVI secolo dai monaci di Citeaux su di un precedente edificio romanico del XII secolo, oggi è
sede della "Confreríe des Chevaliers du Tastevin”, in difesa della genuinità del vino.
Il giorno seguente, la comitiva si è spostata alla volta della fortezza di Berzè le Chatel posta a sud
della regione. Questa imponente fortezza medioevale, circondata da tre cinte di mura, domina la
vallata su un colle a protezione dell'Abbazia di Cluny. La costruzione, con ponti levatoi e antica
cappella forse di origine carolingia, è avvenuta probabilmente tra il XIII e il XV secolo. Interessanti
sono i grandi torrioni posti all’entrata della fortificazione. Quasi completamente costruita in pietra, oggi
la fortezza è stata ristrutturata e adibita a residenza; sono evidenti infatti interventi di restauro e la
collocazione di finestre con le relative persiane color grigio, con l’applicazione sopra di esse di cornici
“bizantineggianti”.
Nei pressi di Berzé la Ville, poco più a sud della precedente fortezza si trova la cappella des Moines,
romanica del XII secolo che al suo interno possiede preziosi affreschi dell'arte cluniacense. Fin da
1893, la cappella fu classificata come monumento storico. Poco dopo la seconda guerra mondiale, nel
1947, fu donata all'Accademia di Macon.
E’ seguita la visita di Cluny famosa per la sua Abbazia la più potente fondazione monastica d'Europa.
Fondata nel 910 fu il maggior centro dell’Ordine cluniacense che nel medioevo sovrastava a quasi mille
monasteri in tutta Europa. Dal XV secolo iniziò un declino che portò alla sua chiusura nel 1790, con la
conseguenza che le sue pietre furono usate come materiale di costruzione. Oggi ne resta solo parte
del transetto meridionale.
Nel pomeriggio tappa al Castello di Pierreclos poco distante da Cluny. Ha un impianto imponente e
nel suo complesso ben conservato. La cinta muraria, sul perimetro di un fossato ancora esistente,
presenta torrioni circolari non troppo alti ma di diametro piuttosto ampio, sui quali una copertura a
forma di cono sovrasta e snellisce l’architettura. Quasi totalmente in pietra a filaretto, presenta nella
parte superiore della muratura una merlatura modulare, mentre in corrispondenza della porta di
accesso principale è visibile un paramento murario in travertino con l’elemento di coronamento
superiore, a mensole. E’ possibile notare chiaramente gli incavi dove alloggiavano i tiranti dei due ponti
levatoi, l’uno pedonale e l’altro per il passaggio della cavalleria e dei carri.
Al suo interno si trova più di un edificio: interessanti sono la chiesa medioevale, le vecchie cucine, il
forno, le scale a spirale, uniche in Francia.
Il giorno seguente i viaggiatori hanno raggiunto l’Abbazia di Fontenay, posta a nord ovest di Digione.
Questo meraviglioso luogo, capolavoro dell'arte romanica, fu fondata nel 1118 da San Bernardo e
costruita nel mezzo di una foresta, nella pace e nell’isolamento richiesto dai cistercensi. L'epoca di
prosperità dell'abbazia durò dal XII al XV secolo. La decadenza cominciò nel XVI in seguito al regime
della "Commende" sotto il quale gli abati erano nominati per favore reale. Venduta al momento della
Rivoluzione al Signore Hugot di Percy-sous-Thil, questo trasformò l'edificio in una cartiera.
Riacquistata nel 1820 da Elie de Montgolfier, la cartiera diventò molto importante e funzionò fino al
1906. Successivamente Edouard Aynardf acquistò la proprietà e fece sparire gli edifici moderni della
cartiera restituendole l'aspetto iniziale.
A pranzo i nostri soci si sono trasferiti nel borgo fortificato di Flavigny sur Ozeray, posto in una
magnifica posizione, con due porte fortificate del XVI secolo. Nell'interno del borgo, tra strette vie si
trovano varie case antiche e la chiesa di ST Genest dei XIII-XIV secoli, che contiene singolari
matronei, il tramezzo e gli stalli. Durante lo spostamento per visitare il Castello di Bussy Rabutin, la
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guida ha consigliato di fare una sosta presso il Castello di Posanges, residenza privata, che però è
stato possibile vedere solo esternamente.
Il Castello di Bussy Rabutin, del XVI secolo, è decorato da ritratti e da pitture d'intento satirico e
galante. Spesso ospiti a castello, vi erano pittori itineranti, artigiani laboriosi, eruditi accorti che
intrattenevano il proprietario. Roger de Rabutin, esiliato da Luigi XIV a causa del suo comportamento
libertino, si rifugiò nel castello di sua proprietà, cercando di “abbellire” la sua forzata nuova residenza
facendo notevoli migliorie. Uno dei più importanti interventi fu quello di trasformare la facciata
principale in una facciata su modello quattrocentesco inserendo un doppio loggiato a sinistra e a
destra della stessa con decori, colonne, pilastri e frontoni.
Durante il viaggio di ritorno, i partecipanti hanno fatto un’ultima sosta a Bourg en Bresse per visitare
la chiesa di Brou. Essa fa parte del complesso monastico costruito agli inizi del XVI secolo, per volere
di Margherita d'Austria che voleva immortalare la propria gloria e l'amore per il suo sposo. Infatti
Margherita, vedova di Filiberto Il il Bello, alla morte dell’amato marito si impegnò assiduamente per
ricostruirlo, viste le precarie condizioni in cui versava.
Esso fu destinato ad accogliere tre tombe sontuose: quelle di Filiberto, della madre e della stessa
Margherita. Rimase un monastero agostiniano (vi si trovano tre chiostri, la sacrestia ed il capitolo) fino
alla Rivoluzione; a partire dal 1791 fu classificato tra i monumenti di Stato da conservare e venne
assegnato nel XIX secolo al seminario diocesano. Nel 1920, lo Stato cedette la maggior parte del
convento alla città di Bourg-en Bresse che vi ha allestito il suo museo. La chiesa, sconsacrata, oggi è
aperta alla visita. Essa è un gioiello dell'architettura gotico-fiammeggiante, opera del fiammingo Loys
van Boghem. L’interno a tre navate è suggestivo per la semplicità dell'architettura e il colore ambrato
della pietra. Un ricco tramezzo con decorazioni a traforo divide le navate dal coro sui cui lati si
osservano bellissimi stalli intagliati. Al centro tre ricchissime tombe ducali, disegnate dal fiammingo
van Room e costruite dal tedesco Conrad Meit, sono ampiamente decorate da numerosi altri artisti.
Giovanna Taddei
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