update n. 50 - Musicletter.it

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La prima non-rivista che sceglie il meglio della musica in circolazione - www.musicletter.it - Anno III - Update N. 50
Interviste a Cristina Donà e Moltheni
M USICA
PJ H a r ve y, Am on
Tobin , Livin g Colou r , Ye llow
Ca pr a , Swod,
The Defectors, Paul Collins Beat, A Tribe Called Quest, Mad Season,
Ba by W oodr ose , Pit ch , M ice Pa r a de , Bla ck Sa bba t h , The Cult,
Monster Magnet, Th e Big St iff Box Se t , Th e Re a l Tu e sda y W e ld,
Tram, Radio Birdman, Liars, Menomena, Okkervil River.
ALTRI PERCORSI: TV
Rino Gaetano
© ML 2007 - FREE
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chi siamo
Lu ca D Am br osio
Domenico De Gasperis
Nicola Guerra
Jori Cherubin i
Massimo Bernardi
Marco Archilletti
Manuel Fiorelli
Pier Angelo Cantù
Pasquale Boffoli
Franco Dimauro
Gianluca Lamberti
Luigi Farina
Tutto deve essere fatto con passione
Björk, 1992
Luca Mezzone
Daniele Briganti
Massimo Del Papa
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Domenico Marcelli
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Michele Camillò
Luca Rea
Claudia De Luca
Fedr a Grillotti
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copertina update n. 50 2007- 10 - 30
Cristina Donà e Moltheni
(per gentile concessione della EMI e Moltheni)
Fot o Autumn by Luka
ML 2
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update n. 50
sommario
Special Interview
4
CRISTINA DONÀ
8
MOLTHENI
by Jori Cherubini
by Luca D Am brosio
Recensioni
13 MICE PARADE S.T.
(2007) by Massimo Bernardi
1 4 PJ HARVEY White Chalk
( 2007) by Jori Cherubini
1 5 AMON TOBIN Foley Room
( 2007) by Claudia De Luca
1 6 PAUL COLLINS BEAT Flying High
1 7 YELLOW CAPRA Chez Dèdè
1 8 SWOD Sekunden
( 2007) by Pasquale Boffoli
(2007) by Nicola Guerra
(2007) by Claudia De Luca
1 9 THE CULT Born Into This
(2007) by Franco Dimauro
20 THE DEFECTORS Bruise and Satisfied
21 BABY WOODROSE Chasing Rainbow
(2007) by Pasquale Boffoli
(2007) by Pasquale Boffoli
22 VARIOUS ARTIST The Big Stiff Box Set
23 THE DRAGONS Here Are The Roses
24 MONSTER MAGNET 4 - Way Diablo
( 2007) by Franco Dimauro
(2007) by Massimo Bernardi
( 2007) by Franco Dimauro
25 THE REAL TUESDAY WELD The London Book Of The Dead
26 PITCH A Violent Dinner
(2007) by Marco Archilletti
27 TRAM Heavy Black Frame
28 MAD SEASON Above
( 2007 ) by Claudia De Luca
( 1999) by Massimo Bernardi
( 1995) by Nicola Guerra
29 A TRIBE CALLED QUEST
Pe ople s I nst inct ive Tr a ve ls a nd Pa t hs Rhyt m n ( 1990) by Domenico De Gasperis
30 A TRIBE CALLED QUEST The Low End The Theory
31 LIVING COLOUR Vivid
( 1991) by Domenico De Gasperis
(1988) by Manuel Fiorelli
32 BLACK SABBATH Heaven and Hell (1980)
by Manuel Fiorelli
Live Review
33 OKKERVIL RIVER Roma, Circolo degli Artisti
( 17.11.2007) by Fedra Grillotti
34 RADIO BIRDMAN Grosseto, Casolare privato
( 17.10.2007) by Marco Archilletti
35 MENOMENA Milano, La Casa 139
36 LIARS Roma, Init
( 09.10.2007) by Nicola Guerra
( 15.11.2007) by Marco Archilletti
Altri Percorsi / TV
37 RINO GAETANO
by Luca Rea
© ML 2005-2007
BY L UCA D AMBROSI O
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special interview
CRISTINA DONÀ
Intervista
© 2007 di
Jori Cherubini
È dopo una riunione ot t obrina che Crist ina Donà ci
concede m ezz ora del suo t em po libero.
int eressant e
int ervist a
t elefonica
Una
at t raverso
la
quale la cant aut rice lom barda si confida con noi di
ML a proposit o del suo ult im o lavoro La Quint a
Stagione, dei num erosi proget t i che la legano al
mondo della musica e di molto altro ancora. Buona
lettura.
Pe r la m e dicin a cine se la qu int a st a gione r a ppr e se n t a qu e lla fa se in t e r m e dia , t r a e st a t e
e a u t u nn o, ch e se r ve a ll e sse r e u m a no a pr e pa r a r si pe r r a ccoglie r e le for ze ne ce ssa r ie
a d a ffr on t a r e l inve r n o. È per questo che hai scelto il titolo?
Sì. Mi piaceva il concet t o che esprim e la presenza di una st agione che da noi non esist e. I n più
quando ho saput o cosa rappresent asse ho capit o che si avvicinava al m om ent o che st avo
vivendo. Un m om ent o in cui t u decidi di preparart i a un periodo che deve arrivare. I l concet t o di
preparazione alle cose è utile in quanto metti in atto una serie di meccanismi che ti permettono di
agire m eglio, una sort a di presa di coscienza. Mi affascina anche se, purt roppo, non lo met t o in
pratica molto spesso.
A m io m odo di ve de r e in que st o a lbum si r e spir a a n ch e un a r ia di spe n sie r a t e zza , di
le gge r e zza . Un a t m osfe r a qua si in ca n t e vole ch e m e t t e di buon u m or e , se bbe n e i t e st i
non siano sempre allegri
I o credo m olt o nella capacit à della pot enza di un m essaggio im port ant e, fat t o passare at t raverso
l esperienza. La leggerezza, quando non divent a superficialit à, credo abbia m olt o pot ere, penso a
Bat t ist i e Mogol, e riesce a port are nel cuore delle persone m essaggi non sem pre posit ivi, m a
cost rut t ivi, vale la pena affront arla. Per quest o, quando m i m et t o a lavorare e ho in t est a dei
pensieri negat ivi, cerco di non appesant irli ult eriorm ent e. I l periodo che ho vissut o durant e la
lavorazione del disco è stato pesante, avevo bisogno di alleggerirlo.
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Con
La
Qu in t a
spe r im e nt a zion i
St a gione
ha i
m e sso
da
pa r t e
a lcu ne
che in piccola dose ca r a t t e r izza va no D ove
Se i Tu ( pe n so, a d e se m pio, a Give Ba ck To M e ca n t a t a in
in gle se ) . L in t e n t o e r a a n che qu e llo di cr e a r e un a st r u t t u r a
più organica rispetto al passato?
Sì, m i sono rifat t a m olt o, m a con un occhio diverso, a Tregua che olt re ad essere il disco più om ogeneo - present ava dei suoni
part icolari, est rem i. Manuel ( Agnelli, ndr) ha lavorat o in quel senso.
Ho parlat o con Pet er Walsh ( produt t ore de La Quint a St agione, ndr) che ha fat t o un lavoro
magistrale, anche lui sentiva questa esigenza.
I n a lcun i pa ssa ggi, in pa r t icola r e in Migrazioni, m i è se m br a t o di a vve r t ir e qua lch e
rimando lirico a Battisti. E u n t u o pu n t o di r ife r im e nt o?
A livello m usicale e di t est i loro ( Bat t ist i e Mogol, ndr) hanno creat o quello che in I t alia è il t op.
Certo, di quel periodo apprezzo anche altre cose: De Andrè, ad esempio, che forse a livello di testi
ha fat t o qualcosa in più. Ma quello che m i provoca Bat t ist i, a livello fisico- m ent ale, è
indescrivibile, com e se facesse part e della m ia vit a. La voce di Bat t ist i m i piace t ant issim o.
Quando ho scritto Migrazioni arrivava da lì.
N e l 2 0 0 3 u sciva D ove Se i Tu . Un a n no
dopo ha i r ica n t a t o il disco pe r ch é si
a da t t a sse
a
or e cch ie
e st e r e ,
in
particolare del pubblico inglese benché il
cd
sia
u scit o in
giu dica r e
di 3 0
da ll a t t e n zion e
su scit a t o
posit iva .
più
si
pu ò
Pe n si
di
dir e
pa e si.
ch e
A
hai
u n e spe r ie n za
r ipe t e r e
la
st e ssa
pratica con La Quinta Stagione?
È st at a un esperienza posit iva per diverse
ragioni. Alcune rivist e st raniere, t ra le quali
Billboard, Downbeat , Moj o e Uncut , hanno
recensit o il disco m olt o bene ( Moj o con
quat t ro st elle,
ndr) , sono cose che farò
leggere ai m iei nipot ini.. ( ride, ndr) . Ho
avut o la possibilit à di suonare fuori dall I t alia,
di fare un t our europeo accom pagnat a dal
t ast ierist a dei R.E.M. ( Ken St ringfellow, ndr),
e suonare assiem e al gruppo dei Nouvelle Vague. Alt ro pubblico, alt ra lingua e allo st esso t em po
devi rispolverare nuove t ecniche. I ncont ri persone int eressant i che affront ano la m usica in alt ro
m odo. Un esperienza che noi it aliani non riusciam o a fare spesso.
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Cosa h a
com por t a t o pe r
u n e t ich e t t a
piccola
ma
te
pa ssa r e
m olt o fe r r a t a
da
e
d e spe r ie nza qu a le la M e sca l a lla bla sona t a
Emi? Cambiano molto le dinamiche?
Da una parte sì, dall alt ra no perché sono ancora
legat a alla Mescal, e non m e ne sarei andat a se
non fossi st at a obbligat a. D accordo con loro
abbiam o
deciso
m ant enut o
di
m olt i
lavorare insiem e.
spost arci,
cont at t i
e
anche
se
cont inuiam o
ho
a
La libert à della Mescal è
im pagabile, anche se con la Em i non ho avut o
m olt e im posizioni. La cosa assurda - dat o che le
major sono in m ano a dei
gruppi
che non
fanno part e della m usica - è che applicano dei
t agli pazzeschi. Tant i di quelli con cui collaboro
sono giovani che hanno voglia di lavorare, m a la
carenza di fondi perm et t e ben poco. Ad esem pio
una svolt a com e quella dei Radiohead per noi sarebbe im pensabile. ( Si riferisce a I n Rainbows:
ult im o album degli I nglesi m esso
in ret e
affinché pot esse essere scaricat o previa offert a,
creando così un im port ant e precedent e per l indust ria m usicale, ndr).
A proposito. Credi che in Italia sarebbe possibile un esperimento del genere?
Penso di sì. Magari un Ligabue. Poi, ad ogni m odo, dipende dal cont rat t o che hai. Se Ligabue ha
firm at o con la Universal un cont rat t o per due dischi, sarà obbligat o a consegnarli. Dipende anche
da quello che possono offrirt i le case discografiche. I n I t alia, a capo del sist em a, ci sono
personaggi di una cert a et à che difficilm ent e rest ano al passo coi t em pi ( vedi m ercat o digit ale o
t ecnologia
open disc
che da noi st a arrivando adesso m a all est ero esist e da anni) . La Em i
d alt ro cant o ha fat t o un ot t im a produzione. I l m io disco è passat o da Radio Dj , e passare di lì vuol
dire avere una cert a esposizione. Non che la Mescal non fosse capace, sem plicem ent e riceveva
meno attenzione da parte di questi media.
Sa i be ne ch e Robe r t W ya t t st r a ve de pe r t e . H a i a vu t o m odo di la vor a r ci in sie m e , a i
tempi di Nido, 1997. Immagino che le tue colleghe, per questo, saranno invidiose.
Non lo so. Sono stata molto fortunata. Robert è una persona che vorrei come vicino di casa. Mi ha
cam biat o la percezione della m usica, non è st at o solt ant o un incont ro um ano m eraviglioso, m i
ha fat t o venire la voglia di guardare olt re. Tut t i quelli che lo conoscono ne parlano con un sorriso.
Il proget t o Soupsongs è st at o ideat o da Annie Whit ehead ( t rom bonist a inglese, m olt o am ica di
Robert) che ha avut o l incarico di im bast ire un concert o di canzoni sue con vari m usicist i. I n I t alia
siam o io, Sarah Jane Morris insiem e a Jennifer Maidm an, bravissim a chit arrist a. I concert i sono
pochi
però è bellissim o, anche perché Robert nel nost ro Paese ha un seguit o alt issim o e ha
deciso di farm i questo regalo.
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M a n ue l Agn e lli h a pr odot t o i pr im i due
disch i de lla t ua ca r r ie r a . A qu a ndo u n
disco a quattro mani con Mr. Afterhours?
Guarda io spero che si faccia, prim a o poi,
sarebbe m olt o bello. Ho una st im a im m ensa
di Manuel sia com e m usicist a- cant ant e che
com e persona. Tregua è il prim o album che
ha prodot t o, c è st at a da subit o una buona
sint onia e per m e è st at o un bat t esim o.
Personalm ent e m i piacerebbe sent ire Manuel
in una sit uazione m inim ale:
ha una voce
bellissim a e m olt o profonda e in t ut t o quel
casino di chit arre elet t riche un po si perde.
Se dovessi suonare con lui preferirei la part e
acust ica. A t al proposit o st o appront ando un
disco acust ico di m ie canzoni
già pubblicat e!
No, non st o divent ando iper- produt t iva! ( ride,
ndr).
Pa ssia m o u n a t t im o da lla m u sica a lla le t t e r a t u r a . I l t u o cu r r icu lu m , t r a dive r si disch i,
va n t a fina n ch e du e libr i: la r a ccolt a di poe sie e pa gin e di dia r io Appe na Sot t o Le N u vole
( M onda dor i, 2 0 0 0 ) e God Le ss Am e r ica ( M on da dor i, 2 0 0 3 ) che r a ccon t a u n via ggio t r a
le st r a de de gli St a t i Un it i. N on c è du e se n za t r e ?
Non lo so. God Less Am erica è st at o scrit t o prevalent em ent e da Michele ( Monina, ndr) . Se
dovesse uscire com unque non sarà un rom anzo, non ne sarei capace! Accum ulo m olt o m at eriale
per i t est i delle canzoni, Appena Sot t o Le Nuvole è st at o realizzat o grazie a quest o m at eriale. Ma
chi lo sa, mi piacerebbe molto. Magari oltre ai testi inserirei anche delle foto.
N e l 2 0 0 5 t i e sibist i vicin o a Fir e n ze pe r u n con ce r t o in cu i int e r pr e t a vi a lcu ne ca nzon i
de i
Ra dioh e a d.
Data
l e sibizion e
e
il
lu ogo,
ch ie sa
di
Ba dia
Fie sola n a ,
r icor do
u n a t m osfe r a m olt o be lla e un pu bblico ch e n on le sin ò a ppla u si. D ur a n t e il pr ossim o
tour come ci sorprenderai?
Con le canzoni di quest o album e una band st repit osa. St o im bast endo una sort a di t our t eat rale
che avrà luogo nel 2008. I nt ant o, per il t our im m inent e ci sarà una sort a di rit orno alle sonorit à
rock. Ho voglia di far suonare i m iei m usicist i, di rispolverare qualcosa di fort e. ( Per ogni
informazione riguardante, date e luogo dei concerti, collegarsi al sito www.cristinadona.it, ndr).
Foto - Per gentile concessione della EMI
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MOLTHENI
Intervista
© 2007 di
Lu ca D Am br osio
Dopo due lavori prettamente rock come Natura In Replay
( 1999) e Fiducia Nel Nulla Migliore ( 2001) , realizzat i per
la Cyclope Records del grande Francesco Virlinzi, e una
part ecipazione al Fest ival di Sanrem o nel 2000 con il
brano Nutriente, la carriera di Um bert o Giardini ( alias
Moltheni) è segnat a im provvisam ent e dalla scom parsa
dell am ico Francesco che decret erà anche la fine
dell et ichet t a cat anese Cyclope Records. Così, dopo un
lungo periodo di riflessione durat o quat t ro anni, con in
m ezzo un album m ai pubblicat o ( Form a Ment is) , nel
2005 il cant aut ore, nat o a Sant Elpidio a Mare, si rim et t e
in gioco con Splendore Terrore, un disco indipendent e
che sancisce la sua m at urit à art ist ica at t raverso
com posizioni int ense ma allo st esso t em po schelet riche.
L anno successivo è la volt a di Toilet t e Mem oria ( 2006)
che, invece, lascia t rapelare una lat ent e vivacit à che nel
2007 si assottiglia notevolmente at t raverso le not e di Io
Non Sono Com e Te, m ini fat ica dai t oni bucolici che
m et t e in risalt o il carat t ere di un com posit ore schivo,
int im ist a e decisam ent e fuori dal coro
Um be r t o, t e la se n t i di r ia ssum e r e in poch e r igh e i m om e n t i più sign ifica t ivi, be lli e
brutti che siano, della tua evoluzione artistica?
I l m om ent o più bello è st at o quando al m io esordio cercai il m io cd nei negozi e di fat t o lo vidi
Ero felicissim o. I l m om ent o più brut t o invece è st at o di sicuro quando è scom parso Francesco
Virlinzi. I l vuot o lasciat o da Francesco è rim ast o incolm abile un po' per t ut t i, anche per la
discografia italiana in genere.
Qu a n do n e l 1 9 9 1 com pr a i l e sor dio de i Flor D e M a l, u scit o a ppu n t o pe r la Cyclope
Re cor ds di Ca t a n ia , m i r e si subit o con t o ch e Fr a n ce sco Vir linzi st a vo osa n do qua lcosa in
più . Tu che l h a i conosciu t o m olt o be n e , cosa ha pe r so il n ost r o a m bie nt e m u sica le con
la sua scomparsa?
La realt à m usicale it aliana ha perso m olt issim o con la scom parsa di Francesco Virlinzi, non solo
per un discorso diplom at ico che lo vedeva com unicare con le Maj or in m aniera um ana, riuscendo
a farle ragionare, ma anche per quel grande buon gusto che dava la possibilità ai nuovi progetti di
esprim ersi com e volevano, uscire cioè discograficam ent e solo ed esclusivam ent e per le proprie
qualità.
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special interview
Cr e do ch e n on sia st a t o a ffa t t o fa cile r ipa r t ir e
da ze r o dopo la pa r t e cipa zion e a l Fe st iva l di
Sa n r e m o n e l 2 0 0 0 , u n a lbum ( Fidu cia N e l N u lla
Migliore) r e gist r a t o n e gli St a t i Un it i e pr odot t o
da ll e x pr odu t t or e de i R.E.M. Je ffe r son H olt e e ,
soprattutto,
dopo
la
ch iu sur a
de lla
Cyclope
Re cor ds la cu i dist r ibu zione e r a cu r a t a da lla
Sony BM G
Sì è st at o m olt o difficile, difficilissimo, m a superat o
l'ostacolo
di
liberarm i
della
BMG
è
st at o
tutto molto più semplice.
Su cce ssiva m e n t e ci fu a n che la de lu sion e di u n
tuo album (Forma Mentis)
snobba t o
Sì, anche
una
se
delusione
è
t erm ine
un
po'
esagerat o per descrivere il m io st at o d'anim o di quel
periodo. Sapevo che le persone con cui st avo avendo un approccio di lavoro erano inaffidabili,
pertanto la delusione è stata molto relativa.
Pr im a di pa r la r e de l t u o u lt im o la vor o, I o N on Son o Com e
Te,
r e ce nsit o
pr opr io
su
qu e st e
pa gin e
nel
n um e r o
pr e ce de n t e , vor r e i pa r la r e di Sple n dor e Te r r or e , la vor o de l
2005
ch e
ha
de cr e t a t o in na nzit u t t o il soda lizio t r a
La
Te m pe st a de i Tr e Alle gr i Ra ga zzi M or t i e M olt h e n i. Com e è
a vve n u t o l in con t r o con D a vide Toffolo & Co. e qu a li sono
st a t e
le
pr im e
cose
ch e
vi
sie t e
de t t i
a ll in izio
de lla
collaborazione?
L'approccio iniziale in realt à è st at o con Enrico Molt eni, durant e un
live dei Tortoise a Ferrara. È stato tutto molto genuino; ci siamo parlati e stretti la mano. Fu come
una parola d'onore t ra due persone serie e decise di lavorare insiem e, t ut t o qua
poche
settimane dopo , si era già a buon punto, fino alla registrazione dell'album qualche mese dopo.
H o le t t o da qu a lche pa r t e ch e Sple n dor e Te r r or e è st a t o
pe n sa t o e r e a lizza t o in poco t e m po. Son o con vin t o pe r ò ch e
per fa r e u n a lbum così in t e n so, a l di là de ll ispir a zion e ,
bisogna a ve r e le ide e be n ch ia r e
Può darsi. I o le ho sem pre m olt o chiare le cose in t est a che debbo
poi realizzare. È anche vero, però, che la grossa ispirazione che
avevo in quei giorni ha fat t o da buona consigliera, fu regist rat o
tutto in brevissimo tempo.
ML 9
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special interview
Con Sple ndor e Te r r or e e sce fuor i u n M olt h e n i ch e si m u ove
t r a nqu illa m e n t e
evocative,
tra
pie ne
com posizioni
di
pa t hos
e
st r u m e n t a li
ca pa ci
di
e
ca n zon i
sin t e t izza r e
sple ndida m e n t e le a m a r e zze de lla vit a
Non lo so, a m e appare t ut t o m olt o sem plicem ent e naturale... è
Moltheni
Poi Sple ndor e Te r r or e è a n che l a lbum che se gn a la t u a m a t ur it à a r t ist ica e ch e t oglie
ogni dubbio a t u t t i color o ch e t i h a n no se m pr e pa r a gona t o a M a n ue l Agn e lli
Probabile, con Splendore Terrore m i sono sent it o veram ent e io. Mi sono guardat o allo specchio e
m i sono finalm ent e riconosciut o. Per ciò che riguarda i paragoni, lasciano sem pre il t em po che
t rovano, è anche vero che senza i paragoni m olt i giornalist i o addet t i alla m usica sarebbero persi
e senza più riferimenti, quindi, tanto vale leggerli e riderci su.
Ascoltando
Toile t t e
M e m or ia
ho
a vve r t it o
invece
una
m isu r a t a e la t e n t e viva cit à sia n e lle r it m ich e ch e ne i t e st i. È
solo la mia impressione?
No, è di fat t o un album più lum inoso; è anche vero però che nelle
m ie com posizioni la luce e la giocosit à di alcuni episodi, và vist a e
int erpret at a in un ot t ica diversa rispet t o ad album qualsiasi o a
proget t i pop. È la m elanconia
l'ingredient e che, in un m odo o
nell'alt ro,
velo
st ende
sem pre
un
sot t ilissim o
sopra
le
m ie
produzioni. È com e una ragnat ela invisibile che quando ci si
avvicina, ci tocca, e qualcosa cambia.
N e ll a lbum
cè
a n ch e
un
br a no
ca n t a t o
da
Fr a n co
Ba t t ia t o.
Com e
è
na t a
la
colla bor a zion e e l a m icizia con l a r t ist a sicilia no?
L'am icizia con Franco è nat a precedent em ent e alle regist razioni di
Toilette Memoria , esisteva
già. La collaborazione è nat a dall'idea di far cant are il brano ad una voce fort em ent e evocat iva. Il
brano era perfetto per lui. Franco ha accettato subito. È bastata una telefonata.
Cosa ci puoi raccontare a proposito della tuo ultimo lavoro Io Non Sono Come Te? Come
è nato il disco, dove è stato registrato?
Non ho nulla da raccont are; sono una m anciat a di dolci canzoni che rilassano e, com e spesso
accade, fanno pensare alla vit a. È st at o regist rat o da Giacom o Fiorenza a Bologna e due brani da
Gigi Galmozzi a Milano, il tutto poi mixato in Svezia da Kalle Gustafsson.
ML 10
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Con questo EP si scorge un Moltheni dai toni decisamente più
bu colici. Cr e di che il pr ossim o se gu ir à que st a st r a da oppu r e
è a r r iva t o il m om e n t o di t ir a r e fuor i da l ca sse t t o Forma
Mentis, casomai riveduto e corretto?
Che dire, non m i faccio m ai m olt e dom ande sulla st rada da
percorrere per il fut uro. So di cert o che quest a è la m ia st rada e
non la lascerò per vendere più dischi o per una visibilit à m aggiore
che snat uri Molt heni. Form a Ment is è un album m ai pubblicat o e
t ale rim arrà. Ogni cosa è figlia del suo t em po, e il t em po di quest o lavoro è passato. Non si può
morire e rinascere, purtroppo o per fortuna, non si può.
Or a m a i
i
t u oi
a r r a n gia m e n t i
sono
un
m a r ch io
di
fa bbr ica
e
la
t ua
voce
è
r iconoscibilissim a
Può darsi, il tempo a volte aiuta anche in questo...
Ra ggiu n ge r e u na pr opr ia ide nt it à a r t ist ica n on è così fa cile
No, non lo è affat t o. Bisogna essere se st essi nel t em po, ed essere convint i di quello che si fa.
Forse bisogna anche un po piacersi ...
Se
Toile t t e
Te r r or e
M e m or ia
e
Sple ndor e
e r a no t it oli a bba st a n za cr ipt ici
I o N on Son o Com e Te
è , a l con t r a r io, un a
in t e st a zion e de cisa m e n t e la pa lissia na . D a
cosa sono sca t u r it i i t it oli di qu e st i t r e
album?
Non lo so bene. I t it oli che at t ribuisco ai m iei
lavori rispecchiano i m iei st at i d'anim o, è come
un nom e che dai a un figlio/ a, in quel m om ent o
fai quella scelt a, spesso solam ent e est et ica.
Dubito che dietro i titoli degli album ci siano pensieri profondi.
Tu
ch e
ha i a vu t o l occa sione
di vive r e
e
ve de r e
da
vicin o sia
il m on do de lle
m u lt ina zion a li che qu e llo de lle e t ich e t t e in dipe n de n t i, pe n si ch e t u t t o som m a t o sia
m e glio st a r e da lla pa r t e de lle piccole la be l e a ccon t e n t a r si di a nda r e in gir o a fa r e
concerti in piccoli club?
Decisament e quello che ci si guadagna è t ant issim o. È pur vero che però dipende da com e è fatto
ognuno di noi. Da un punto di vista etico, credo che uscire per un etichetta indipendente sia molto
più grat ificant e, m a credo anche che ci siano alcune Maj or che possano com port arsi onest am ent e
e professionalm ent e, il problem a è t rovarle e inst aurare un buon rapport o di lavoro con loro.
Questo
è
m olt o
difficile,
alm eno
qui
nell'est rem o
sud
del
continente.
ML 11
musicletter.it
update n. 50
special interview
St a
ca m bia ndo
n e ll in dust r ia
oppu r e
qu a lcosa
discogr a fica
sia m o
al
colla sso
in
qu a n t o la sit u a zione è or a m a i
irreversibile?
Non m e lo sono m ai chiest o, di
sicuro
società.
la
discografia
Quindi
riflet t e
la
siam o
vicini
al
da lla
pa r t e
di
capolinea.
Se i
a n ch e
color o
che
tu
pe nsa no,
com e
i
Ra dioh e a d, ch e a que st o pu n t o sia m e glio m e t t e r e i pr opr i i la vor i in r e t e gr a t is o a l
massimo dietro sottoscrizione o libera offerta?
Sì.
Sa ppia m o be n issim o ch e se i u n gr a nde e spe r t o di m u sica r ock . Qu a li disch i di qu e st i
ultimi anni non dovrebbero mancare nella nostra discografia?
Sono t ant issim i i dischi che non dovrebbero m ancare ad alcuni di noi. Dico alcuni di noi, poiché
non t ut t i i dischi che considero fondam ent ali, vanno bene nel let t ore di m olt i. Di cert o ne posso
citare 3:
- Stars of The Lid
The Ballasted Orchestra
- Elliott Smith - XO
- Tortoise - Millions Now Living Will Never Die
Ci m e t t ia m o a n che u n a lbum di M olt h e n i, a lm e n o pe r qu a n t o r igu a r da la se zion e
riservata alla musica italiana?
No, non mi interessa proprio.
C è qua lcosa ch e da vve r o n on soppor t i de l ge n e r e u m a no e di qu e st o m ondo? Cosa
invece salveresti di questa epoca?
Salverei gli animali e la natura, non sopporto più la gente, lo ammetto.
Se i m olt o le ga t o a lle t u e or igin i? Qu a nt o ha n no in flu it o su lla t ua cr e scit a cult ur a le e
professionale?
No non hanno influito per niente, poiché non sono legato affatto alle mie origini.
Un u lt im a cu r iosit à : la fa r m a cia da cu i pr e n de st i il nom e e sist e a n cor a ?
No, chiuse circa 4 anni fa
Non esiste più.
Foto - Per gentile concessione di Moltheni
ML 12
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: MICE PARADE
TITLE:
S.T.
LABEL:
Fat Cat
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.myspace.com/miceparadeband
MLVOTE: 7 /10
7 dischi all at t ivo con quest o, che per la prim a volt a non ha un t it olo bizzarro. E a m e sem bra
forse il più bello e m i chiedo se m i appare t ale solo perché è appena leggerm ent e m eno eclet t ico
dei precedent i. Post rock, si disse ad un cert o punt o dei 90 e l iniziale Sneaky Red m i riport a a
certe pagine di Gastr del Sol, per l uso del drum m ing, incisivo seppur libero di variare appena sul
t em a appront at o m a anche per i cam biam ent i repent ini, nei rit m i com e nelle at m osfere. E se la
partenza è ottima, Tales of las negras non è da meno, delineando un ennesimo piccolo capolavoro
che sarà ad appannaggio purt roppo di pochi. Eppure in M ice Pa r a de , soprat t ut t o creat ura di
Ada m Pie r ce , nulla risult a part icolarm ent e ingrat o nell accost am ent o di t em at iche, che suonano
abbast anza lat e Bost on St yle, da risult are oram ai possibili da digerire per chiunque. E sarebbe
com unque un bel desinare, vist a l alt a carat ura delle cibarie, con brani m ai eccessivam ent e
dilungat i, dove im past i di acust ica ed elet t rica, elet t ronica finissim a e not e di piano ( anche
elet t rico) disegnano affreschi urbani dal cesello fine e delicat o, ove t rovano post o im provvisi st op
nei t em pi, spesso, dispari e st rum ent i che in alt ri casi avrem m o definit o folkie ( m a il folk a t ut t o
t ondo, cert e volt e persino una kora ci st arebbe bene) . Deliziosa per at m osfere im provvisam ent e
plum bee nel finale The t en last hom es, che chiunque am i il suono indie dovrebbe t rovarsi ad
apprezzare. Maggiore m elodia per la voce di bim ba non ancora esorcizzat a di Kr yst in An n
Valtysdottir, già nei Mum, in Double dolphins on t he nickel, alt ra preziosa t essit ura dell album .
E proprio un gran disco, quest o M ice Pa r a de , ove si perdona facilm ent e una cert a m onot onia
nella voce di Pierce, che non fa il cantante di professione e che, opportunamente, si fa aiutare da
voci fem m inili, giust o un at t im o prim a di scadere nel ripet it ivo. Un album che è facile t rovarsi a
suonare e risuonare in cont inuazione, per alt ernanza azzeccat a t ra gli episodi più rit m ici e quelli
più int im ist i, una volt a che si è ent rat i nel m ood sognant e e cinem at ico proprio dell im m aginario
solitario ma ricchissimo di Pierce.
Massimo Bernardi
ML 13
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: PJ HARVEY
TITLE:
White Chalk
LABEL:
Island / Universal
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.pjharvey.net
MLVOTE: 8 /10
Uh H u h H e r , penult im o lavoro della H a r ve y, ci im pressionò per la fort e carica espressiva che
sovent e scat uriva da st erzat e punk. C era un gioco di luci e om bre. Un arrendevolezza m ai arresa
e una voglia di riscat t o palese. Fu la st essa Polly Je a n H a r ve y, nel 2003, a riassum ere con le
seguent i parole il proprio m odus operandi:
Con ogni album cerco di lavorare in cont rast o con il
precedent e per cercare nuovi orizzont i . Oggi con W h it e Ch alk - ot t avo album in st udio dal 1992
- l obiet t ivo è st at o m ut at o e sgranat o in favore di una visione d insiem e, di cert o non pacificat a,
m a neanche schizofrenica com e appariva nel recent e passat o. La punkantessa inglese - fort e di
un equilibrio int eriore presum ibilm ent e raggiunt o
riesce a incasellare il proprio st at o d anim o in
undici quadrat i sonori im pegnat i a m agnet izzare chi ascolt a. La voce, m eno ruvida m a più
proporzionata e carezzevole rispetto al consueto, è posta in primo piano. Gli strumenti, pianoforte
su t ut t i, disegnano not e dall andat ura decisa, filt rat i fino all essenziale, e privi di fronzoli. I l disco
com incia con la m arcet t a crepuscolare di The Devil e finisce con The Mount ain: crocevia t ra i
Blon de Re dh e a d e Goldfrapp più invernali. Nel m ezzo c è il grande pat hos della t it le t rack. I
sussurri di Silence alt erat i in rit ornelli d agrodolce solennit à. L asse cent rale Broken Harp,
accarezzat a dall arpa, t rasm et t e una singolare t ranquillit à che invero cozza un po
st risciant e pessim ism o del t est o. I nsom m a, un disco
adult o
con lo
e aut unnale che, grazie anche
all aiut o degli adept i Flood e John Pa r ish in cabina di regia, ci m ost ra un profilo bellissim o di
un art ist a poliedrica che non st anca m ai di st upire. Chapeau.
Jori Cherubini
ML 14
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: AMON TOBIN
TITLE:
Foley Room
LABEL:
Ninja Tune
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.amontobin.com
MLVOTE: 9 /10
Am on Tobin è sicuram ent e uno degli art ist i più geniali del panoram a elet t ronico. Nat o a Rio de
Janeiro si è prest o t rasferit o in I nghilt erra dove ha com inciat o a m anifest are il suo int eresse per
l Hip Hop, il Blues e il Jazz, cim ent andosi anche nella realizzazione di m usiche per videogam es,
soundt rack e spot pubblicit ari. La sua m usica infat t i suggerisce sem pre delle im m agini m ent ali
particolarissime: visioni notturne, ambientazioni esotiche, situazioni inquietanti, rese per mezzo di
suoni dist ort i, arrangiam ent i orchest rali, cont am inazioni j azz e drum n bass, livelli sovrappost i di
suoni cam pionat i, t rasform at i in presenze che sgorgano all im provviso dalle pieghe della m elodia.
I l 6 m arzo scorso è uscit a per la Ninj a Tune la sua ult im a release, Fole y Room ( che prende il
nom e dagli st udi in cui vengono realizzat i gli effet t i sonori) , sicuram ent e il suo disco più bello, un
capolavoro assolut o. Negli album precedent i Am on Tobin si è spesso servit o di st ralci presi da
vecchi vinili per rielaborarli e riut ilizzarli t rasform andoli in qualcosa di nuovo e anche st avolt a
infat t i ha pot ut o giovarsi della m usica di art ist i com e Th e Kr on os Qu a r t e t ( in Bloodst one) ,
St e fa n Sch n e ide r e Sa r a h Pa gé . I n Fole y Room però va olt re. St anco delle possibilit à
espressive degli st rum ent i e degli effet t i m usicali più o m eno canonici, secondo quant o riport at o
anche sul sit o ufficiale della Ninj a Tune, ha raccolt o e ha usat o i suoni più disparat i: dal ruggit o di
una t igre a gat t i che m angiano t opi, dal ronzio delle vespe a ut ensili da cucina, rubinet t i
sgocciolant i, il rom bo di una m ot ociclet t a, ecc t rasform andoli in elem ent i cardine della sua
sperim ent azione m usicale. Fole y Room è un album che colpisce im m ediat am ent e per la purezza
e la ricchezza dei suoni, la sperim ent azione port at a all est rem o, il t ent at ivo di port are ordine nel
caos e di fondere insiem e m usica e suoni. È un album im prevedibile. Eccit ant e. Pieno di sorprese.
A ogni ascolto si materializzano nuove profondità, si scoprono nuove interpretazioni, si sviluppano
nuovi intrecci sonori. Bloodstones apre l album con rit m i balcanici, Esther s è un pezzo travolgente
dai ritmi spezzati e incessanti, Keep Your Distance è l evoluzione nat urale della fam osissim a 4 Ton
Mantis. Kit chen Sink ha un t it olo decisam ent e descrit t ivo m ent re la bellissim a At The End Of The
Day che chiude l album è un incast ro di lam e e suoni m et allici. I n t ut t i i pezzi com unque è facile
perdersi nel gioco di riconoscere suoni e rumori che ci accompagnano nella vita di tutti i giorni ma
che qui acquist ano t ut t alt ra dim ensione e divent ano la leva per suscit are delle fort issime
emozioni.
Claudia De Luca
ML 15
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: PAUL COLLINS BEAT
TITLE:
Flying High
LABEL:
Lucinda Records / Get Hip
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.paulcollinsbeat.com
MLVOTE: 7 /10
Pioniere del power- pop a st elle e st risce, ovvero di quel filone rock che a part ire dalla m et à degli
anni 70 univa all elet t ricit à d est razione punk una predilezione spiccat a per m elodie ariose e corali
e per
arrangiam ent i pim pant em ent e pop, Paul Collins ha at t raversat o con energia sem inale i
70 prim a con Th e N e r ve s ( nei quali m ilit ava anche Pe t e r Ca se fut uro Plim souls) e poi gli 80
con i celeberrimi The Beat, dei quali è essenziale ricordare almeno tre capolavori power- pop, The
Beat ( 1979) , Th e Kids Ar e Th e Same ( 1981) e Long t im e gone ( 1985) . Nei 90 Collins fa della
Spagna dove può cont are su uno zoccolo duro di fans la sua nuova pat ria e dopo alcuni album
solist i m olt o count ry- orient ed com e Pa u l Collin s ( 1992) , Fr om Tow n To Tow n ( 1993) e Live
I n Spa in ( 1997) e Pau l Collin s ( 2000)
m et t e a punt o una nuova line- up di Th e Be a t fort e di
ot t im i m usicist i spagnoli com e Gin e s M a r t in e z ( drum s) e Ca r los Gua r da do ( bass) olt re
Oct a vio Vin ck alla lead guit ar e incide nel 2004 per la Lucinda Rec. un album m olt o ispirat o,
Flying H igh che oggi viene rist am pat o dalla Get Hip di Pit t sburgh. Quasi si st ent a a riconoscerlo,
con quella pelata e quegli occhiali da manager ma il disco parla chiaro: alcuni episodi resuscitano
alla grande l energia elet t rizzant e e cont agiosa dei Beat, come Rock n roll shoes, Helen, All over
town, Silly love, che offre un ent usiasm ant e e ruvida perform ance chit arrist ica di Vinck, m a che il
t em po sia t rascorso da quegli anni gloriosi si sent e e Collins dà il m eglio di sé in ballat e
vagam ent e count ry- folk, m alinconiche e dall ispirazione pensosa: la com m ovent e Bobby, Afton
place, I m on fire, Will you be a wom an, More t han yest erday ( un m id- t em po da ant ologia) sono
godibilissim e e m at ure prove di un uom o- art ist a che m et t e sul piat t o t ut t e le sue em ozioni più
int im e
acquist ando
alla
grande
in
int ensit à
espressiva
e
int erpret at iva.
Suggestioni
spagnoleggiant i sparse qua e là t ra i solchi, e non pot eva essere alt rim ent i, soprat t ut t o nell uso
delle chit arre acust iche ed una Paco & Juan palpit ant e che pare un out t ake dei prim issim i Dire
Straits: c è qualcosa di Knopfler anche nella voce di Paul. Ma è la finale Flying High a nobilit ar e
come nessun alt ra song quest o disco:
we could be forever / flying high ! , Paul Collins, la voce
rot t a dall em ozione, sublim a la leggerezza degli spensierat i inizi di carriera in una t occant e,
vissut a e vibrant e perform ance vocale che riesce a st ringert i il cuore. Grazie Paul
m a non fart i
aspettare!
Pasquale Boffoli
ML 16
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: YELLOW CAPRA
TITLE:
Chez Dèdè
LABEL:
Piloft Records
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.myspace.com/yellowcapra
MLVOTE: 7,5/10
I m m aginat e di inseguire ricordi con la m ent e, avvolt i nelle vost re cert ezze e nelle bellezze che
ogni giorno il m ondo ci elargisce. Ferm at evi a guardare i colori di un aut unno m ai così bello,
esplorat e le inesat t ezze di un onda che si infrange o di due innam orat i che nel silenzio cercano
int im it à. Sono im m agini che a guardare bene sono consuet udini di t ut t i i giorni, m a se
accom pagnat e da quest o secondo disco dei m ilanesi Ye llow
Ca pr a , possono assum ere
dim ensioni di sproporzionat a bellezza. Chez Dèdè difat t i, non è solo il disco di un sest et t o che
cerca di coniugare la m usica classica con lo spigoloso m ondo di un post - rock ancora in via di
evoluzione, m a un opera cinem at ografica int ensa e a t rat t i una colonna sonora per la nost ra vit a
che scorre inevit abilm ent e t roppo veloce. Sono rim ast o abbagliat o dall arm onia dei pezzi che si
diram ano com e nebbia e poi esplodono in rarefazioni j azz not t urne e fum ose, deflagrant i,
m alinconiche e piene di sent im ent o, e m i piace pensare che quest o non sia il solit o disco sem ist rum ent ale che affolla le m ent i di gent e m alat a alla ricerca di st ranezze in am bit o underground,
ma un modo come un altro di mettere in musica la volontà di avere un mondo migliore. Per questi
m ot ivi è quindi facile perdersi nel blues di Cassavetes, che incat ena il sax in una danza cont rat t a
e poi det ona in un uragano dove gli st rum ent i vagano alla ricerca della libert à assolut a; ed è
facile anche riconoscere nella voce di Francesca Giomo usat a a m o di st rum ent o il t occo dei
Sigur Rós però t esi a raccogliere idee sul naviglio grande anziché nelle desolat e lande dei geyser
islandesi. I ronia non cit at a a sproposit o vist i i t it oli dei brani ( Califoggia e I l Mozzicone di
Morricone per m e geniali) che rendono ancora più um ano un gruppo che si dilet t a con nat urale
predisposizione
verso
un
genere
m usicale
dalle
m ille
sfaccet t at ure
e
dalla
personale
int erpret azione visiva e udit iva. E così pot rei narravi di quando vidi m ille farfalle in 20 Minut i nel
buio oppure raccont arvi l aneddot o della bellezza della A4 at t raversat a di dom enica m at t ina
ascolt ando le rarefat t e at m osfere di Gazebo Papet t i Crack ( Sunday Bloody Samba). Ma quest o è
un disco al quale ogni persona assegnerà un preciso m om ent o della propria vit a. Bast a port arselo
sempre dietro. E basta solo amare la musica.
Nicola Guerra
ML 17
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: SWOD
TITLE:
Sekunden
LABEL:
City Center Offices
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.swod- music.de
MLVOTE: 8 /10
In un mondo usa- e- getta si possono sempre trovare cose per cui vale la pena di dedicare tempo e
at t enzione e quando si è st anchi dell odore di chiuso, in un panoram a m usicale sat uro di prodot t i
om ologat i, cercando un po è possibile scovare art ist i non convenzionali e respirare una boccat a
d aria fresca. Quest a è la m usica di Swod, proget t o della coppia Oliver Doerell ( che com pone
anche con lo pseudonim o di Dict aphone) e St ephan Wohrm ann, avanguardia del m ovim ent o neo
classico. I due art ist i t edeschi hanno finalm ent e pubblicat o il loro secondo album , lungam ent e
at t eso dopo il sorprendent e esordio di t re anni fa
Gehen
sem pre per la Cit y Cent er Offices,
et ichet t a not a per la pubblicazione di prodot t i di elet t ronica m inim ale/ idm / am bient . Quella di
Swod non è il t ipo di m usica che scat urisce da esperienze ed em ozioni personali dell art ist a m a è
piut t ost o una m usica che suggerisce e vuole creare ed evocare em ozioni e st at i d anim o
nell ascolt at ore com e se fosse la colonna sonora di un film im m aginario o di un sogno. Non hanno
una form a i nove pezzi di Sekunden; sono elaborat e sovrapposizioni di suoni, effet t i sint et ici,
voci sussurrat e, su una t raccia punt eggiat a dalle not e del pianofort e, t essit ure m usicali
dilat at issim e in cui la dest rut t urazione del brano si t rasform a in poesia. Apre l album Montauk che
con il suo assolo di pianofort e dà subit o l idea di cosa ci si deve aspet t are da quest o disco,
sviluppandosi lent am ent e grazie alle not e di un basso, sospiri, glit ch e fruscii appena percet t ibili.
In Ja, voci sussurrat e che sem brano provenire dalle profondit à dello spazio si incast rano in un
t icchet t io frenet ico che cont raddice il rit m o della dilat at issim a t ram a m elodica. Deer è uno
splendido pezzo di m usica classica cont em poranea, un t urbinio di not e su cui germ oglia una
forest a t ecnologica di dist orsioni e sofist icat e elaborazioni elet t roniche m ent re in Belgien
l im m ancabile pianofort e, il prot agonist a assolut o dell int ero album , è accom pagnat o da un
m ist erioso dialogo a due voci che sem bra t rat t o da un film . I l capolavoro di Sekunden è però la
t raccia di chiusura dell album : Patinage. La reit erazione del t em a m elodico che sem bra arrivare
com e un onda da dist anze siderali si sm orza e riprende vigore a fasi alt erne lasciando il post o a
crepit ii indefinit i. E poi finalm ent e arriva la m elodia com e un regalo inat t eso. Una seconda prova
m eravigliosam ent e riuscit a: fram m ent i di parole sussurrat e com e echi lont ani, il suono del giorno
che si t rasform a in not t e, la luce che passa dall alba al t ram ont o, uno scorrere inint errot t o e fluido
di sensazioni e im m agini, indefinit e e crist alline allo st esso t em po, che si inseguono nel vent o
rivelando paesaggi lum inosi; un crescendo evocat ivo di versi di inset t i, gocce di pioggia, suoni
sint et ici che disegnano at m osfere oniriche. I m possibile spiegare com è il sole a qualcuno che non
l ha m ai vist o. I m possibile esprim ere la bellezza di quest o album a qualcuno che non ha m ai
ascoltato Swod.
Claudia De Luca
ML 18
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: THE CULT
TITLE:
Born Into This
LABEL:
Roadrunner
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.the- cult.com
MLVOTE: 6,5/10
Facile parlare m ale dei Cult. Talm ent e scont at o che so di qualcuno che ha scrit t o ( m ale, ovvio) di
quest o disco prim a ancora di averlo ascolt at o. Per part it o preso. Perché i Cult del post - Love
andavano m ale sem pre e com unque. Electric svolt ava di net t o verso gli Ac/Dc: m ale. Sonic
Temple era t roppo AOR- orient ed: m ale. E poi, quando il rock sciam anico si è annacquat o t ra le
penne indiane di Ceremony o ha t ent at o di riat t ualizzarsi sui dischi successivi, be
m ale, m ale
anzi m alissim o. I an e i suoi hanno perso sput i in faccia per qualsiasi cosa facessero ( Holy
Barbarians, Colorsound, lo I a n At sbu r y solist a, i Doors) , fosse anche sulla t int a dei capelli.
Minchia ..il m ondo si sucava pant om im e com e gli Slipknot e qualcuno osava crit icare una
ossigenazione o un t aglio di capelli pur di parlare m ale di qualcuno che gli st ava sulle palle. Ora,
quest a non sarà cert o una arringa in difesa dei Cult , è un dat o di fat t o che la band abbia già dat o
il m eglio di se. Esist e forse una band in giro da t rent a anni che abbia ancora qualcosa da dire, a
part e i Cram ps che si lim it ano a riprodurre se st essi, e in quest o sono credibili? Bor n I n t o Th is è
dunque un album di una band in et à m at ura, di una band di m est iere . Ma è un album onest o,
non una roba m essa fuori solo per
cont rat t o , anche perché di cont rat t i in corso i Cult non ne
avevano alcuno. Chi da loro cont inua ad aspet t arsi chissà quale disco m iracoloso ( chissà poi,
perché) è in m ala fede. I Cult , st avolt a in com pagnia di M a r t in Glove r ( ovvero Youth, bassist a
dei Killin g Jok e e produt t ore di m olt issim i dischi, nonché uno dei det ent ori del m ist ero at t orno a
Chinese Dem ocracy dei G n R, NdLYS) , t ornano a lavorare al loro suono classico che ha orm ai
da anni abbat t ut o ogni pont e con l eredit à got ica dei Sout hern Deat h Cult m a è invece un hard
rock fort em ent e evocat ivo. Billy D uffy m isura i suoi int ervent i e lavora su riff elem ent ari m a
senza eccedere nel m ost rare i bicipit i. Senza m achism i, con m isura. I an dal cant o suo non ha più
la voce di un t em po e quest o st ranam ent e di avvert e di più quando i t oni si fanno rilassat i com e
in Holy Mount ain, unico pezzo veram ent e inut ile della raccolt a. I l rest o, com e già det t o, m et t e in
m ost ra una band che scrive ancora delle canzoni sufficient em ent e pot ent i e accat t ivant i,
certamente un gradino sopra quelle dei Velvet Revolver, unica band che mi sento di accostare ai
m oderni Cult , e buone soprat t ut t o per la resa live.
Franco Dimauro
ML 19
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: THE DEFECTORS
TITLE:
Bruise And Satisfied
LABEL:
Bad Afro
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.thedefectors.com
MLVOTE: 7 /10
Giunt i al loro quart o lavoro i D e fe ct or s, danesi di casa alla Bad Afro scolpiscono nello spazio
garage at em porale con Bruise And Satisfied 13 brani davvero st upefacent i per violenza
espressiva. M or t H a r de r ( vocals), vocalist pot ent e e crudele, Kr ist W e st e r n (guitars), M a r t in
Budde ( farfisa organ) & C. adot t ano nei prim i 7 brani in Br u ise d An d Sa t isfie d una penet rant e
est et ica horror non cert o nuova in quest o genere: ciò che colpisce é la convinzione e l'aut oironia
con cui ripropongono con darkissim a ot t ica b- m ovie ( dopo il grezzo int ro cinem at ografico/ recit at o
Welcom e All Sinners degno di uno Scr e a m in g Lor d Su t ch , livido del t herem in di Budde) , st orie
di m ort i t ragiche e violent e, di zom bi resuscit at i asset at i di sangue e di vit a che non ne vogliono
sapere di t rapassare definit ivam ent e, in brani com e Creepy Crawl, Dancing Ghouls, Bruised and
Satisfied, Resurrect ion, I Want Blood, The Final Thrill. I l suono in quest i brani é denso di
riferim ent i: prim a di t ut t o i Fuzztones di Lysergic Em anat ions, le cui at m osfere paludose e
cript iche e riem ergono in più di un'occasione; poi la voce t orbida e viziosa di Mort Harder in
Creepy Crawl, Dancing Ghouls e Resurrection che pare affondare il colt ello nella ferit a incarnando
un Rudi Pr ot r udi dai t oni ancor più assat anat i, ben coadiuvat o dai cori di Hell- Eye (bass) e
M.Budde. Ma come non far notare che le tastiere gotico/criptiche di Martin Budde (in alcuni casi
l'int ero sound in generale! ) conferiscono più di un t occo Stranglers, che in Final Thrill ( in odore
di spaghet t i west ern) , lent a e percorsa da una fascinosa arm onia colm a di inelut t abilit à, dal
t herem in inquiet ant e di Budde , e dai brividi t im brici di Krist Western rivive un po dello
psychobilly crepuscolare dei Cramps. Nella not t urna e m alat a I Want Blood poi Harder pare
addirit t ura ispirarsi al Tom Wait s più arruffat o e decadent e: una zom bie- ballad st rappalacrim e
bruscam ent e int errot t a dall'assalt o alla baionet t a di Get t in' I t On, prim o di 6 brani che sanciscono
la seconda parte di Bruised and Satisfied, rigorosamente secondo lato della versione in vinile. The
Defectors cont inuano da qui sino alla fine a galvanizzare la part e più 'raw' e 'wild' della nost ra
psiche: 6 brani eseguit i con la cost anza perforant e di un m art ello pneum at ico, perform ances
all'insegna del garage- punk più brut ale e m isogino che si possa im m aginare: sì perché t it oli com e
Love I s Evol, Fuck You, Cause You're Lookin' Good, Baby When You're Gone, Lose I t parlano
chiaro dandoci un quadro non proprio idilliaco dei rapport i con l'alt ro sesso. I n più dei riff
all'unisono sem plici, secchi m a cat t ivissim i e rabbia cieca in Lose It e Get t in' I t On, You Bet t er:
sem brano quasi dei Troggs del nuovo m illennio inacidit i e ben shakerat i con la sem inale
essenzialit à garage dei Sonics. Ciliegina sulla t ort a: il fuzz di Kr is W e st e r n, schiavo per l'int ero
disco della prepot enza cinica di M or t H a r de r , sem bra im pazzire nella finale Baby When You're
Gone ( che ha un refrain corale degno di un hit garage dei '60) , esce allo scopert o t ra le urla
isteriche di Mort disegnando un memorabile solo minimale che naufraga genialmente in allucinate
distorsioni nella breve ripresa finale del brano. The Defectors rappresentano quanto di più trash,
virulent o e shoccant e possiat e t rovare nel panoram a int ernazionale del m oderno garage. Un'altra
produzione Ba d Afr o ( uscit a in cont em poranea con i Dragont ears nel m arzo del 2007) che
corrisponde ad un cent ro pieno e che la qualifica com e la più accredit at a et ichet t a punk- garage
europea in questo momento
Pasquale Boffoli
ML 20
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: BABY WOODROSE
TITLE:
Chasing Rainbows
LABEL:
Bad Afro
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.babywoodrose.com
MLVOTE: 8 /10
I Ba by W oodr ose di Ch a sin g Ra in bow s hanno lo st esso sound sfavillant e e inconfondibile di
Money for soul, Blows your m ind, Dropout! e Love Com es Down, m a il recent e side- project
Dragontears del leader Lorenzo Woodrose li ha m archiat i a fuoco! La psichedelia liquida e
ossessiva che lì st rabordava dai lim it i angust i della song t radizionale, in Cha sin g Ra inbow s è
splendidam ent e im brigliat a ed organizzat a in 11 brani int risi di m ist icism o e chiaroscuri
crepuscolari, nei quali l aggressivit à hard è sacrificat a a favore di una vena acida più riflessiva, a
volt e onirica nella sua lent ezza accent uat a: insom m a i 1 3 t h Floor Ele va t or s ( band sem inale cui
m i riesce più nat urale accost are i B.W.) ed il Rok y Er ick son m ist ico- acidi di We sell soul
piut t ost o che quelli disperat i di You re gonna m iss m e! Che i Ba by W oodr ose siano cam biat i è
chiaro anche dalla ricerca palese di valori di vit a più posit ivi e int rospet t ivi che t raspare già dai
t it oli dei brani: la ricerca dell am ore di Som eone t o love, I m gonna m ake you m ine, la ricerca
della luce int eriore di No m ore darkness, la liberazione psichica e sensuale di Let yourself go, In
your life, m a anche l anelit o alla bellezza cosm ica di Chasing Rainbows, l est asi lisergica di
Twilight princess, Madness of your own m aking e delle oscure Dark t win, Renegade soul, i due
brani più com plessi e drogat i di Ch a sin g Ra in bow s, dove i t re B.W. riescono a scavare con
m esm erica int ensit à gli anfrat t i più angust i del nost ro inconscio. Ecco, il fascino incom parabile di
Ch a sin g Ra in bow s è la coesist enza perfet t a t ra i suddet t i episodi profondi e brani
sm accat am ent e poppish com e Som eone t o love, I m gonna m ake you m ine, Let Yourself go,
Lilith, No m ore darkness, sot t olineat i da ricorrent i riffs all 80 % t ast ierist ici di Lorenzo, a volt e
m aest osi, alt re m ist ici. La prevalenza dell organo negli arrangiam ent i non im pedisce sue fugaci
ed energiche sort it e chit arrist iche com e quella aggressiva t ut t a wah- wah di Let yourself go.
Affascinant e la fusione chit arre elet t riche/ acust iche- keyboards m essa in at t o; geniali le num erosi
int uizioni st rum ent ali: la st eel guit ar delicat a che perm ea int eram ent e la fascinosa Lilit h, sit ar in
grande evidenza, t am bura e glockenspiel nell orient aleggiant e I n your life, dalla fascinosa lunga
coda st rum ent ale. La m orbida ed om ogenea successione di brani t ut t i m id- tempo pare rivelare
l int enzione di una concept - opera di planant e psichedelia nella prim a part e, più incisiva a part ire
dalla vit ale Chasing Rainbows, sem pre più int rospet t iva, dark ed acida giù giù at t raverso Dark
twin, Renegade soul sino alla conclusiva Madness of your own m aking, t re episodi im pagabili, t re
preghiere sospese t ra inferno e paradiso. Lorenzo le int erpret a con int ensit à quasi religiosa,
dilat ando sorprendent em ent e il suo m ood vocale soprat t ut t o in Dark Twin. Renegade soul é
arricchit a di un flaut o fat at o e si dipana sulla t enebrosa sezione rit m ica di Fu zz D a ddy ( drum s) e
M oody Gur u ( bass) , t ra ant iche t ent azioni pinkfloydiane ed abbacinant i rifrazioni 1 3 t h Floor
Elevators. Madness of your own m aking conclude con ispirat issim a pacat ezza at m osferica e
cont urbant i riflessioni esist enziali un opera pressoché perfet t a, che lascia presagire ult eriori
mature sorprese artistiche per il futuro della band danese e della psichedelica scandinava.
Pasquale Boffoli
ML 21
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: VARIOUS ARTIST
TITLE:
The Big Stiff Box Set
LABEL:
Salvo
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.salvo- music.co.uk
MLVOTE: 8,5/10
Con il Nat ale orm ai dappresso spero abbiat e la voglia di farvi un regalo. Parlo di un regalo vero,
ovviam ent e. Non un let t ore I pod per com prim ere in 4 cm ² t ut t a la discografia di Fr a n k Za ppa
m agari abbinandola alle arie sacre di Bocelli, giust o per rendere t ut t o un po più Xm as- oriented. E
neppure uno di quei megaschermi che vi costringeranno ad abbattere le pareti divisorie del salone
per pot er godere appieno di cent inaia di pixel che divorano ogni cent im et ro delle cosce di Adriana
Volpe port andovi prest o dall oculist a nonché dall urologo. No, no. Parlo di un regalo vero.
Qualcosa che, com e Adriana Volpe, sia bello possedere, aprire, accarezzare e scoprire m a che, a
differenza di lei, sia soprat t ut t o bello da ascolt are. E che, se avet e 25 anni e il cuore perso per
gruppi com e Enemy o Pige on D e ct e ct ive s, possa riaccendere luce su una delle icone
imprescindibili del rock inglese di t rent a anni fa, da poco t ornat a nuovam ent e sugli scudi,
agguerrit a oggi com e allora. Parliam o della St iff Records, o giovent ù beat a. Anni in cui un
et ichet t a divent ava uno st ile di vit a, e non solo un m archio regist rat o per fare la guerra al peerto- peer e all upload su rapidshare. Nel 78, chiunque sia nat o nel 45 avrà 33 anni e . Uno
slogan indecifrabile per chi è cresciut o nell era dell mp3 ma che allora era un messaggio in codice
fin t roppo chiaro. I m possibile da cont raddire, im possibile non rim anerne at t rat t i. I neffabile e
m aledet t am ent e Brit ish, com e gran part e del proprio cat alogo. Quest o cofanet t o ne raccoglie la
st oria riassum endola in 98 canzoni e un im perdibile libret t o di 68 pagine. Dent ro ci sono, ovvio,
anche delle cose t rascurabili, m a per Dio anche delle canzoni che per nient e al m ondo dovrest e
farvi sfuggire e alt re che, sono cert o, fanno già part e del vost ro I pod, m agari nella cart ella
oldies o qualcosa di sim ile. Non so, New Rose dei Damned o Sex & Drugs & Rock and Roll di
I a n D u r y. O, parlando di covers, la Satisfation decervellat a dei Devo o quella One St ep Beyond
resa miracolosa dal tocco dei Madness. Bene, se avet e già fam iliarit à con sim ili delizie pot et e ora
scavare più in fondo, per vedere schiudersi gem m e com e St yrofoam della Tyla Ga n g, Lie t o m e
dei D ir t y Look s ( recuperat e anche la ret rospet t iva curat a dalla cat anese St ereoblige cinque anni
fa, se non siet e pigri, ne vale la pena NdLYS) , I Spy degli Untouchables, Police car di Larry
Wallis, Here is m y num ber dei Makin t im e che pare uscit a dom ani e invece ha vent i anni sul
groppone o Whenever I m gone dei leggendari Prisoners, pubblicat e ent ram be per la frangia
m od della label, ovvero la Count down. Oppure uno qualsiasi dei quat t ro sput i di cat ram e dei
Pogues finit i qui dent ro. I l box affonda i dent i nella st oria della label, dal prim o singolo firm at o
N ick Low e uscit o la vigilia di Ferragost o del 76 fino alle nuove leve con cui la St iff è t ornat a a
pubblicare dopo vent i anni di silenzio. E non parlo di nuove leve qualsiasi m a di bands com e
Enemy (che qui presenziano con la B- side del loro primo e già introvabile singolo), Eskimo Disco
( la versione um ana dei Daft Punk) e degli anfet am inici Tranzmitors, appena uscit i con un
ot t im o album su Deranged. Una st oria carica di follia, int raprendenza e fant asia quella della label
di Dave Robinson e Jake Riviera, cost ellat a di idee beffarde com e quella di pubblicare una fot o di
Eddie a nd Th e H ot Rods sul ret ro della prim a t irat ura di Damned!Damned!Damned! per
com prare la quale dovrest e adesso m et t ere in vendit a vost ra m oglie, o organizzando il celebr e
concert o di prot est a im provvisat o da Elvis Cost e llo davant i alla sede della convent ion londinese
della CBS che port ò all arrest o di Riviera e dello st esso Cost ello m a che frut t ò nel giro di pochi
m esi un accordo per la dist ribuzione del cat alogo in U.S.A
O pubblicando un disco
com plet am ent e m ut o int est at o addirit t ura a Ronald Reagan. O ancora dando una dat a e un ora
precisa alla nascit a discografica del punk: le 9 del m at t ino del 22 Ot t obre 1976, quando i negozi
di Londra aprirono le saracinesche e si rit rovarono con un 7 pollici fresco di st am pa infilat o sot t o
la port a: New Rose era il t it olo del pezzo, quel vam piro di Dave Vanian e la sua dannat a ballot t a
gli autori del misfatto. I Sex Pistols erano fot t ut i. Ancora una volt a, com e t ant i anni fa: if it ain t
St iff it ain t wort h a fuck!
Franco Dimauro
ML 22
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: THE DRAGONS
TITLE:
Here Are The Roses
LABEL:
OM H /Cargo
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.thedragons.com
MLVOTE: 6,5/10
Quello dei Dragons è uno di quegli album che m i m et t e in difficolt à. Devo decidere in che m odo
viverlo e, vist o che ho una cert a dim est ichezza, decido di ascolt arlo per il solo puro piacere
udit ivo. Riesco perfino a svincolarm i dalle cat ene t em porali, alt rim ent i sarebbe davvero un
problem a. Tut t e quelle volt e che ci siam o t rovat i a chiacchierare t ra am ici e/ o addet t i ai lavori ho
sent it o quella punt a di fast idiosa saccenza che dim ost rano quelli che han raggiunt o i 40 o che li
hanno superat i da un pezzo ( beh lasciam o perdere quelli che erano giovani nei 60, int ollerabili,
nulla per loro è accadut o di rilevant e dopo il 1970) . E la t rist ezza di quei crit ici nerd ( è pieno,
ragazzi) che eran così già a 22 anni, noiosi, boriosi, fondam ent alm ent e inut ili per uno che ha 20
anni. Com e sm et t ere di suonare perché, dopo i Beatles, beh, è inut ile cont inuare a suonare
chit arrine, che oram ai nel rock t ut t o è st at o e t ut t o è det t o. Casi da m anuale di cont am inazione
da idiozia e da m ancanza di passione e calore. Sì, perché, insom m a, bisogna pur capire che a
volte la musica va ascoltata senza metterci troppo della propria testa (sulla capacità della quale di
produrre int elligenza andrebbe, poi, fat t a piena luce, per onest à con sé st essi ) . Vedet e, vado in
crisi, perdo il filo spesso. E allora m i risult a inut ile dire che gli Interpol, i National e Dio solo sa
quant i alt ri negli ult im i 20 anni sono derivat ivi, copie, conio di quart a generazione. Che la m usica
è finita e gli amici se ne vanno. Il disco dei Dragons sarebbe da libretto di istruzioni, sotto questo
punt o di vist a: Here are t he roses, la titletrack, è un m inest rone di Sim ple M in ds e Gary
Numan, m ent re gli scozzesi, periodo Em pir e s a n d D a n ce , dom inano sulla seguent e Condition.
Qui e là I a n M c Culloch si affaccia a reclam are posizioni di predom inio aut orale, Ju lia n Cope
best em m ia perché non gli hanno accredit at o Epiphany, i D e pe che M ode insult ano a m odo loro
per gli apocrifi di Treasure e Obedience. I a n Cur t is dalla t om ba ghigna per le closerianerie
im past at e e diffuse su t ut t o il m et acrilat o, m ent re i N e w Or de r int ent ano la causa per Where is
t he love ( prat icam ent e una out t ake da Pow e r Cor r upt ion & lie s). Devo cont inuare? Ci sono
dent ro i Section 2 5 ( che ci sono sem pre ogni volt a che un gruppo si fa esist enzialist a) , i Sound,
persino cert e cose di Soft Ce ll t rist i e gli Ultravox, su t ut t i. Pure i Breathless e m ezza albione
got hic wave. Volet e ancora di più ? La copert ina sem bra uno scart o di Garlands. O una fot o
m ancat a in Th is M or t a l Coil, episodio Filgr e e & sha dow s. Ricordo una divert ent e ( a post eriori,
direi) recensione su Rockerilla di quasi 30 anni fa, a proposit o di non ricordo neanche più chi, in
cui lo scrivente, sollevando un allora comune immaginario urbano fatto di neon, cappotti, capelli a
fungo, sciarpe nere e luci vivide dell alba, t erm inava la sua recensione chiosando con un lapidario
rabbrividendo,all uscit a di un m et ro ( ) . A suo m odo genialm ent e descrit t ivo. Una schiera di
giovani ot t im am ent e vest it i ( fot t ut i poseurs ! dissero quelli con le crest e, Ferret t i replicò in m odo
più divert ent e) sognava com e in un ist ant anea londinese, pur abit ando a La Spezia o ad Acit rezza
(azz!, La metropolitana etnea! Ce la vedi ?). Questo è il disco dei Dragons : un disco da ascoltare
senza far part ire il relè aut om at ico del crit ico m usicale at t em pat o, alt rim ent i vi rit roveret e com e
t ant i fuori in un piazzale, già im biancat i e t rist i, a ricordare gruppi che i vent enni non conoscono
( né si sforzeranno m ai di) ed a fare la figura dei vecchi zii un po rincoglionit i che, però, a
vent anni m io zio era un figo ( sent it o con le m ie orecchie da un nipot e coglione, m ancava poco
finissi sui giornali) . Svincolat i da ciò scopriret e un m azzo di canzoni in realt à m olt o belle,
com posit ivam ent e parlando, che vanno a form are un disco che perde un pochino di qualit à verso
la fine m a che è piacevolissim o ascolt are. Canzoni facili ( perché in qualche m odo consuet e) m a
non banali, canzoni di pregio che si sarebbero com unque rivelat e t ali anche se fossero uscit e nel
1980, anno di loro precisa appart enenza. E non c è nient e da fare, ci risiam o di nuovo. E forse
aveva ragione mio nipote.
Massimo Bernardi
ML 23
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: MONSTER MAGNET
TITLE:
4 - Way Diablo
LABEL:
SPV
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.monstermagnet.net
MLVOTE: 7 /10
4 - W a y D ia blo è il disco della resurrezione, e non solo a livello art ist ico, per i M on st e r M a gn e t ,
ovvero una delle band cardine degli anni Novant a, in culo ai t rist issim i profet i del post rock e ai
fisici fallit i del m at h- rock. La novit à più rilevant e è che D a ve W yn dor f non ci ha lasciat o le
penne. Un overdose quasi m ort ale aveva appeso a un filo la sua vit a e ibernat o quella della sua
band alla vigilia del t our europeo di M on olit h ic Ba by: rivedere ancora una volt a il caprone
galat t ico sulla cover di un disco non è m ai st at o così piacevole. Ma veniam o all album : i Monst er
Magnet non sono più una band di space rock t out - court , non nell accezione allucinat a e dopat a
dei loro t re
classici
( Spine of God, Superjudge e, in m isura leggerm ent e inferiore, Dopes t o
Infinity), ma una band di potente rock moderno con forte eco di psichedelia heavy dei sessanta. Il
loro suono orm ai da anni si è disint ossicat o
pur senza rom pere del t ut t o i pont i con le orbit e
cosm iche che da sem pre hanno cost it uit o il lat o più seducent e e alieno del loro suono. 4 - Way
Diablo è dunque un disco di rock quadrat o, granit ico, governat o dalle chit arre di Dave e Ed
Mundell che riserva ot t im i m om ent i ( l im placabile uno- due delle iniziali 4- Way Diablo e Wall of
fire; Cyclone, solcat a da gelidissim e folat e di una qualche t em pest a spaziale; l algido blues di I
m calling you; il rassicurant e m id- t em po di A Thousand St ars introdot t o dagli oscilloscopi di
Freeze and Pixelate che celebra il rit orno alle soundt racks per film im m aginari t ant o cari alla band
newyorkese e sulle quali t orneranno a breve a lavorare) , cadut e di t ono ( You re alive, con una
linea m elodica presa di peso, anche se credo in assolut a buona fede, dalla I wanna hand t o hold
di Spe n ce r P. Jon e s e la cover di 2000 Light Years From Hom e degli St ones psichedelici i t onfi
più clamorosi) e qualche insolita sorpresa (la conclusiva Little bag of gloom: 2 minuti e 11 secondi
di organo ecclesiast ico su cui si st ende la voce di Dave, t rasform at o per l occasione in un crooner
venusiano che ci raccont a la sua discesa nell oblio del com a dello scorso anno) . I l t ut t o suona
però più naturale e meno costruito rispetto alle ultime sfocate prove in studio, da Powertrip in poi,
recuperando in part e il calore garage dei loro esordi, prova ne sia che una delle t racce è un
rifacim ent o di un loro vecchio dem o dell 88 ( andat e a risent irvi l orm ai int rovabile Love Monst er,
NdLYS) . Malgrado abbiano già scrit t o i loro capolavori, i Monst ers rest ano una delle poche band
per cui valga ancora la pena mettere mano al portafogli.
Franco Dimauro
ML 24
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: THE REAL TUESDAY WELD
TITLE:
The London Book Of The Dead
LABEL:
Six Degrees
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.tuesdayweld.com
MLVOTE: 8 /10
Proprio quando pensiam o che sia una not t e buia e senza st elle, ecco spunt are la luna da diet ro le
nuvole e nella pallida luce com inciano a volt eggiare nell aria m igliaia di farfalle colorat e m ent re
im probabili dam erini in frac e cilindro ballano il t ipt ap insiem e a incant at ori di serpent i e odalische
che agit ano i loro veli. È un sogno? Forse. Ma è anche il m ondo m agico e incant at o dove ci port a
Ste ph e n Coa t e s, anim a dei Re a l Tu e sda y W e ld, con il suo ult im o album , The Lon don Book
Of The D e a d. Coat es deve essere un t ipo davvero part icolare: ha dichiarat o più volt e di usare i
sogni come ispirazione per la sua musica (anche il nome del gruppo è dovuto a un sogno in cui gli
appariva l at t rice am ericana Tue sda y W e ld) e confessa anche di essere un fan di Al Bow ly
cant ant e inglese della scena j azz degli anni 30 ( anche lei gli sarebbe apparsa in sogno) . Quest e
atmosfere da cabaret e le sonorità jazz che fanno parte del suo background vengono riproposte in
chiave cont em poranea nella sua m usica, non solo ut ilizzando i più disparat i st rum ent i classici
( fiat i e ot t oni, archi, pianofort e, percussioni, banj o, kazoo ) m a anche con l uso est ensivo, seppur
discreto, dell elet t ronica. The London Book Of The Dead è il sest o album dei Re a l Tue sda y
Weld, uscito il 28 agosto scorso per la Six Degrees. Il titolo si riferisce al Libro Tibetano dei Morti,
che descrive le fasi di passaggio di un anim a da una vit a alla successiva, e che è stato usato come
spunt o da Coat es in una fase della sua vit a in cui si è t rovat o fra la nascit a del suo prim o figlio e
la m ort e di suo padre, un dualism o vit a/ m ort e che gli ha ispirat o un album in cui vengono t rat t at i
t ut t i i t em i significat ivi dell esist enza m a con una leggerezza e un irona spiazzant i. L album
composto da ben 16 pezzi, si apre con Blood Sugar Love un int ro delicat am ent e som m essa, che ci
port a in punt a di piedi verso un esperienza ricchissim a, piena di sorprese. A seguire, The Decline
and Fall of t he Clerkenwell Kid ( in cui rit roviam o il personaggio im m aginario alt er ego rom ant ico
di Coat es) che ci offre m elodie esot iche orchest rat e da violini, fiat i e percussioni, sot t olineat e da
una voce fuori cam po com e in un vecchio film in bianco e nero. Poi arriva il pezzo più lieve
dell album I t s a Wonderful Li( f) e; lieve alm eno all apparenza perchè Coat es disquisisce sul senso
della vit a, la m ort e, la religione e l et ica alt ernandosi fra rom ant icism o e disincant o: You say it s a
wonderful life but you know t hat s a wonderful lie. Ma siam o appena all inizio e Cloud
Cuckooland è una vera perla, part icolarissim a e irresist ibile, con un rit m o da cabaret , arricchit o
da cori e voci sovrappost e ed effet t i di t ut t i i t ipi. La passione di Coat es per le at m osfere j azz è
invece evidentissima in Kix che riprende uno standard di Cole Porter del 1934 I Get a Kick Out of
You con una leggerezza che fa venir voglia di ballare anche sot t o la pioggia. Ma il pezzo che
preferisco è Dorot hy Parker Blue con la sua base di pianofort e e chit arra int recciat i su cui si
avvolgono le linee m elodiche. Pur essendo il pezzo più classicam ent e canzone , ha una dolcezza
infinit a che lo fa splendere fra gli alt ri. A chiudere Bringing The Body Back Hom e cupa e
malinconica m a anche lum inosa e piena di speranza proprio a conclusione del viaggio che port a
dalla m ort e a una nuova vit a e conclude l album cant ando Love hurt s for sure but i s st ill t he one
t hing wort h living for. I nsom m a, The Re a l Tu e sda y W e ld è un gruppo dalla personalità
vulcanica e im prevedibile e la sua m usica è qualcosa che infrange le regole e viaggia sopra le
righe regalandoci più di una sorpresa. Sem bra venire dal passat o m a è qualcosa di m ai ascolt at o
prima.
Claudia De Luca
ML 25
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: PITCH
TITLE:
A Violent Dinner
LABEL:
Savage Jaw
RELEASE: 2007
WEBSITE:
www.myspace.com/pitchsound
MLVOTE: 6,5/10
C'è una canzone nel nuovo disco dei Pitch che fa pensare alla m usica che Alessandra Gism ondi
suonava una decina d'anni fa: si chiam a Just m arried? Per il rest o, il rockarolla brillant e di
Bam bina At om ica è divent at o un'alt ra cosa, il power- pop di quella piccola m eraviglia discografica
è st at o sost it uit o da un solido e affascinant e indie- rock cant at o ( bene) in inglese e vicino a cert e
cose di un college rock am ericano m olt o underground e m olt o bello. Nient e a che vedere, a part e
la conclusiva e splendida Last days of happiness, con i gruppi 4AD o con la new wave et erea. La
band è completamente rinnovata, è rimasta Alessandra ed è rimasta la ragione sociale; l'etichetta
è la desert ica Savage Jaw, ovviam ent e nella nost ra nazione nessuno parlerà di quest o album
quasi ci si vergognasse di esport are idee che non abbiano a che fare con le m acchine da corsa e
con
l'alt a
m oda.
Nessun
Bruno
Vespa
ma
anche
nessun
Ernest o
Assant e
esalt erà
il
rock'n'roll aggraziat o dei Pit ch, form azione che non fa t endenza perché t roppo vecchia per essere
una prom essa e t roppo giovane per cont are qualcosa, eppure l'album ha un suono eccellent e che
fa piedino ai Son ic You t h leggeri e deliziosi di Ra t h e r Rippe d, le canzoni non ent reranno nella
storia ma non ci sono riempitivi né punti deboli. Non c'è cinismo nella musica dei Pitch, c'è invece
l'innocenza t ipica del rock it aliano degli anni Novant a, quella degli Scisma e degli Estra, degli
Uzeda e dei Flor D e M a l, t ut t i splendidi out sider di una scena che ebbe un quart o d'ora di gloria
poi sepolta dall'idiozia imperante negli uffici delle cosiddette major...
Marco Archilletti
ML 26
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: TRAM
TITLE:
Heavy Black Frame
LABEL:
Jet Set
RELEASE: 1999
WEBSITE:
MLVOTE: 8 /10
Beh, già la sola, est at ica Not hing left t o say, in apert ura, bast erebbe da sola a qualificare il disco,
il primo a nome Tram (londinesi, tre dischi, questo è il primo). Malinconia senza spreco, sapore di
qualcosa che è andat o perdut o, che non rit orna. Che lascia t ut t avia una speranza fort e dent ro al
futuro. Poi giunge Expectations e t ale m alinconia scava fino a provocare le lacrim e. Oddio, e
siam o solo alla seconda canzone! Per fort una Too scared t o sleep ha una pedal st eel ironica che
rest it uisce un at m osfera da sogno un po
più art icolat a, com e giust am ent e ogni sogno è o
dovrebbe essere. E la recensione, fondam ent alm ent e, pot rebbe t erm inare qui. Quest o non è il
disco per cui è il caso di sprecarsi t roppo in parole. Dolcezza est rem a, sogno, est asi, serenit à,
pioggia, inquiet udine, eco e riverbero ( nell anim a) . Le canzoni hanno m ediam ent e già dieci anni di
vit a, il disco poco m eno, Ascolt are quest o album , oram ai da diversi anni, m i rende più calm o, più
buono ( proprio com e il Nat ale) e più propenso a perdonare l abuso di im becillit à che pervade
oram ai senza possibilit à di rit orno il nost ro vivere giornaliero. Ascolatare Like clockwork oppure
Home m i dà un agrest e ferm a im pressione che nulla di ciò m i possa veram ent e t occare. I n
qualche m odo m i eleva, com e succedeva in cert e pagine eccelse dei Floyd, di Hendrix, di Cale.
Decisam ent e m eglio e t ut t o som m at o senza esagerare col prozac. È solo che, dopo l ascolt o di
H e a vy Bla ck Frame, m i rim balzat e t ut t i, com e am ava dire il som m o poet a pregno di quella
rom anit à non arcaica che, a volt e, è un salvagent e dell anim a ( qui da noi, al sud) . Reason why mi
infonde consapevolezza. H e a vy Bla ck Fr a m e è un disco bellissim o, per gent e che possiede un
cuore. Gli altri, perché esistono e sono pure tanti, si annoieranno.
Massimo Bernardi
ML 27
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: MAD SEASON
TITLE:
Above
LABEL:
Columbia
RELEASE: 1995
WEBSITE:
www.riverofdeceit.tk
MLVOTE: 9 ,5/10
È in un luogo per il recupero dalla dipendenza da alcool e droghe che prese forma uno dei progetti
più im port ant i degli anni 90. L era del grunge aveva gia t rascinat o a riva il suo cadavere più
illustre e influente, quel Kurt Coba in che ancora oggi miete sentimenti forti e che inevitabilmente
ricorda a noi quant o abbiam o am at o quel periodo m usicale. Senza una linea guida, i gruppi che
nel frat t em po avevano t rat t o beneficio da un filone divent at o carne da m acello per le m asse, si
inabissarono in un periodo di lot t a int erna, devast at i dai loro dem oni e dalle insicurezze. Era il
1994 quando M ik e M cCready, chit arrist a dei Pe a r l Ja m , decise di liberarsi dall alcool ( nel
frat t em po il gruppo di Eddie Ve dde r e soci era giunt o al secondo album e st ava per pubblicare
Vitalogy) e conobbe il bassist a Joh n Ba k e r Saunders (1954- 1999) e il bat t erist a degli
Scr e a m in g Tr e e s Ba r r e t t M a r t in . I l gruppo iniziò la disint ossicazione dal m ale at t raverso j am
session che divent arono un disco vero e proprio all arrivo di un alt ro illust re personaggio della
scena di Seat t le: quel La yne St a le y ( 1967- 2002) già voce carism at ica degli Alice in Ch a in s
incatenati anch essi in gravi problem i di eroina. Above, nonost ant e il t it olo che può far pensare
alla resurrezione t ot ale, è un disco anim at o da sent im ent i cont rast ant i, m olt o diverso dal rock
vigoroso che i part ecipant i al proget t o adot t avano nei loro gruppi di origine, m a piut t ost o una
reale analisi di sofferenza e una dom anda di aiut o lanciat a nel vuot o. È con il blues che quest i
t orm ent i vengono a galla, m a è solo leggendo le liriche scrit t e da Layne che si int uiscono la
purezza e la verità di questo importantissimo disco; il fiume dell'inganno tira giù l'unica direzione
dove fluiam o è il basso giù.. oh giù.., il m io dolore è aut o inflit t o il nost ro dolore è aut o inflitto
cant a con delicat o t rasport o la voce nasale e bruciant e dello sfort unat o aut ore. Ma non è solo
blues quello che si t rova qui dent ro, perché la lunga m arcia iniziale di Wake Up è un abbandono
puro e sem plice a un rock cat art ico con la chit arra di McCreedy a cercare di rappresent are in
tutto il suo st ruggim ent o la volont à di quat t ro uom ini a rialzarsi da una sit uazione dram m at ica. E
poi l inno I m Above, da cantare al cielo per liberarsi dai peccati; l aiut o dell am ico Mark Lanegan
( anche lui im plicat o in sit uazioni non proprio idilliache) nella st upenda int erpret azione a due voci
di Long Gone Day, il m ant ra psichedelico del blues Art ificial Red, Novembre Hotel fino alla lit ania
della conclusiva All Alone che invoca solam ent e Aaaaah...Aaaaah...Siam o t ut t i soli...Siam o t ut t i
soli... . E chi è rim ast o davvero da solo è st at o proprio Layne, sprofondat o in quel buco
maledet t o t roppo prest o. Un disco im port ant e e un personale ricordo alla voce più vera di quegli
anni. Nonostante gli errori, nonostante tutto, ora, non rimarrà mai più da solo.
Nicola Guerra
ML 28
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: A TRIBE CALLED QUEST
TITLE:
Pe ople s Instinctive Travels and the Paths of Rhythm
LABEL:
Jive
RELEASE: 1990
WEBSITE:
www.atribecalledquest.com
MLVOTE: 9 /10
ARTIST: A TRIBE CALLED QUEST
TITLE:
The Low End The Theory
LABEL:
Jive
RELEASE: 1 991
WEBSITE:
www.atribecalledquest.com
MLVOTE: 10/10
Provenient i dal Queens, la Cont ea più popolosa di New York, gli A Tr ibe Ca lle d Que st hanno
rappresent at o nella st oria della m usica rap degli anni Novant a un fenom eno che si pot rebbe
definire di cont rot endenza, assolut am ent e non allineat i a quelle t em at iche violent e, spesso
m isogine e descrit t ive del degrado sociale, fat t e proprie dai più im port ant i gruppi del periodo. Per
quant o riguarda l im piant o sonoro, gli ATCQ sono st at i t ra i m aggiori innovat ori introducendo
nell hip hop cam pionam ent i j azz. Bisogna com unque riconoscere che in quest o non sono st at i né i
primi né gli unici ( l esperim ent o era st at o ant icipat o qualche anno prim a già dai Ga n g St a r ,
Stetsasonic, D e La Sou l e Ju ngle Br ot h e r s) , m a lo st ile e la qualit à della loro m usica li hanno
resi prot agonist i di un esperienza veram ent e sui generis, da m andare a m em oria non solo dagli
appassionat i del genere. Sono st at i soci fondat ori ( insiem e ai D e La Sou l e Ju n gle Br ot h e r s)
della Native Tongues Posse, una comunità musicale sorta verso la fine degli anni Ottanta e tuttora
in at t ivit à, cont raddist int a cult uralm ent e, dalla filosofia Afrocentrica ( l ident it à dei neri d am erica
deve essere radicat a nella loro origine africana e non essere succube dei valori della cult ura
occident ale) , dalla scrit t ura di t est i im pegnat i e grondant i di m essaggi posit ivi e dall avere com e
font e d ispirazione m usicale il j azz. Nella t ransizione t ra la vecchia e la nuova scuola, il t rio
com post o da Q- Tip, Ph ife D a w g e Ali Shahee d M uha m m a d ha lasciat o veram ent e il segno
nella cult ura black cont em poranea. Tra quelli che ne hanno raccolt o l insegnam ent o e la lezione
di st ile
si possono fare i nom i di Common, Th e Root s e Ju r a ssic 5 , bast erebbe quest o per
definire il Com bo newyorkese, qualora ce ne fosse ancora bisogno: gruppo sem inale. Pe ople s
Instinctive Travels and the Paths of Rhythm, esordio discografico degli ATCQ è uno dei dischi
più rivoluzionari del periodo d oro dell hip hop. Negli anni in cui t ut t i volevano essere cat t ivi, loro
porgevano il ram oscello d ulivo, e allo st esso t em po elaboravano un suono m ult iform e ed elegant e
dove la fluidit à delle rim e raggiungeva livelli inusit at i. I l piant o di un bam bino int roduce Push I t
Along, m em orabile prim a t raccia dell album , perfet ta sintesi tra funk, jazz e fusion anni Settanta.
ML 29
musicletter.it
update n. 50
recensioni
Ancora funk a volont à nella successiva Luck of Lucine m ent re la t ecnica dello scrat ching la fa da
padrone in Aft er Hours. Si rest a abbagliat i dalle sonorit à lat ine che colorano il beat ossessivo di I
Left My Wallet in El Segundo e divert it i dall arrangiam ent o alla D e La Sou l di Pubic Enem y. E
ancora, le raffinat ezze sonore di Bonit a Applebum , il Lou Reed decadent e di Walk on The Wild
Side in Can I Kick I t e la fant ast ica base j azz di Yout hful Expression. Ult im a t raccia del disco è
Descript ion of a Fool, un funk veram ent e t rascinant e che uscì com e singolo l anno precedent e. Le
rest ant i canzoni che m ancano all appello sono in ogni m odo validissim e e fanno part e di un opera
che non può che definirsi t out court un capolavoro. Parlare di Th e Low En d Th e or y è quasi
im possibile. Com e si fa a giudicare, e il sot t oscrit t o non crede di averne la com pet enza, un opera
che si pone t ra le m assim e espressioni art ist iche della cult ura afroam ericana, nonché uno dei
dischi più im port ant i ed epocali della m usica black. Det t o quest o, t ent o impunemente di esporre
la m ia opinione, perfet t am ent e consapevole, che quando si analizza un prodot t o art ist ico i valori
non sono m ai assolut i: t roppo im port ant e è la variabile legat a alla sogget t ivit à. Tut t avia, ciò non
m i t rat t iene dall afferm are che Th e Low End Th e or y rappresent a per l hip hop quello che Kind
of Blue e Otis Blue significano rispettivamente per il jazz e la musica soul. Le quattordici gemme
dell album , realizzat e su basi j azz e rock anni Set t ant a, scorrono ( divinam ent e) in m odo soffice e
incisivo, non c è m ai t regua nel godim ent o dell ascolt at ore, t erm inat o l ult im o pezzo si ripart e di
nuovo dall inizio: non bast a m ai! Quest o disco a sedici anni dalla sua uscit a non ha perso un
gram m o in freschezza e fascino, e non si riesce a capire se è l hip hop a farsi j azz o viceversa.
Descrivere a parole la bont à di quest e canzoni risult erebbe un im presa t it anica e allo st esso
t em po poco adeguat a. Mi lim it o solo a delle brevi segnalazioni: l incredibile linea di basso
present e in
Excursions,
una
bot t iglia
di
cham pagne t raboccant e di
j azz,
funk
e soul;
l arrangiam ent o asciut t o e signorile della favolosa Butter; i fiat i, le percussioni e le fluide rim e di
Ph ife D a w g e Q- Tip in Check t he Rhim e e per finire l immane jazz per la quale non t rovo le
parole per descriverne la bellezza.
Domenico De Gasperis
ML 30
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: LIVING COLOUR
TITLE:
Vivid
LABEL:
Epic
RELEASE: 1988
WEBSITE:
www.livingcolourmusic.com
MLVOTE: 7,5/10
Figli della Black Rock Coalit ion, un organizzazione nat a con l obiet t ivo di support are e prom uovere
i m usicist i di colore dedit i alla m usica rock e fondat a, t ra gli alt ri, anche dallo st esso chit arrist a
Ve r non Re id, i newyorkesi Livin g Colou r , seppur at t ivi già dal 1983, sono st at i uno dei
fenom eni di crossover più int eressant i nella scena rock di fine anni ot t ant a. I l loro è st at o senza
dubbio uno st ile eclet t ico, sfaccet t at o, a volt e perfino spiazzant e, ne è t est im one la m iscela
esplosiva di elem ent i che vanno dal rock al funk, dal m et al all hardcore passando per il free j azz,
il tutto sorretto da una sbalorditiva proprietà tecnica collettiva; è anche grazie a Reid & Co. che la
st am pa specializzat a com inciò a parlare di scena funk- m et al includendo nella st essa anche
form azioni com e i Fishbone, i 2 4 / 7 Spyz, gli Ur ba n D a n ce Squa d e i Liqu id H ips. Com e ogni
buona band provenient e dalla Big Apple, anche i Living Colour si sono fat t i le ossa sulle assi del
CBGB s ( st orico m usic club di Manhat t an chiuso nel 2006 dopo t rent at ré anni di at t ivit à) ed è
proprio durant e uno di quegli infuocat i live set che, nel 1987, furono not at i dal grande Mick
Jagger, un incont ro det erm inant e per il dest ino del gruppo. I l front m an degli St ones si è
occupat o non solo della regia del dem ot ape m a ha anche co- prodot t o, insiem e a Ed St a sium ,
Vivid, disco d esordio pubblicat o dalla Epic nel m aggio 1988. A dispet t o della loro st essa vivace e
variopinta iconografia, le liriche dei Living Colour scavano nel disagio e nelle problematiche delle
m inoranze nere, esalt andone orgoglio e cult ura, una cost ant e che si sarebbe m ant enut a viva
anche negli album successivi. Cult of personalit y è il pluriprem iat o singolo che apre il lavoro, un
ironico sguardo sugli at t eggiam ent i di alcuni celebri leader polit ici del vent esim o secolo,
perfet t am ent e adagiat o su un t essut o sonoro solido m a orecchiabile. L incipit st rum ent ale di
Desperat e people è una corsa sfrenat a che sfocia in un riff che schioda la t est a dal collo, un
episodio assolut am ent e coinvolgent e, uno dei m igliori del lot t o m algrado non abbia godut o della
st essa prom ozione di alt ri brani. Cor e y Glove r è un cant ant e dalle infinit e risorse, capace di
assum ere im post azioni soul ( Open let t er t o a Landlord) che t rasform a in un bat t er d occhi in un
vero ruggit o rock. I l funk di Funny vibe, la prim a com posizione scrit t a da Reid per quest album , è
anfet am inico ed energet ico, una palest ra nat urale per i virt uosism i non solo della chit arra m a
anche della sezione rit m ica form at a dal t alent uoso bassist a M u zz Sk illin gs e dal bat t erist a
W illia m Ca lh ou n. C è t em po anche per il divert issem ent di Glam our boys ( che prende di m ira i
fighet t i armati di credit cards) e What s your favorit e color e per una riuscit issim a cover di
Mem ories can t wait dei Talking Heads. Non è un m ist ero che negli ult im i anni il rock duro sia
t ornat o ad avvalersi di t im briche essenziali e m eno art efat t e perciò quello dei Living Colour, che
alla fine degli anni Ottant a sem brava un suono m oderno e avanguardist a, pot rebbe oggi risult are
di conseguenza alquant o anacronist ico; a m io parere si t rat t erebbe dell unico vero difet t o di
questo album.
Manuel Fiorelli
ML 31
musicletter.it
update n. 50
recensioni
ARTIST: BLACK SABBATH
TITLE:
Heaven And Hell
LABEL:
Vertigo
RELEASE:1980
WEBSITE:
www.heavenandhelllive.com
MLVOTE: 9 /10
Te ch n ica l Ecst a sy ( 1976) e N e ve r Sa y D ie ( 1978) erano st at e prove in st udio onestamente
poco convincent i per via di una vena creat iva alquant o inaridit a e di un sem pre più flebile
coinvolgim ent o di Ozzy Osbourne; quest i dischi non avevano saput o reggere il confront o con i
m onum ent ali predecessori, bisogna infat t i risalire a Sabotage del 1975 per parlare dell ult im o
vero grande album dei Bla ck Sa bba t h . Se all involuzione appena descrit t a aggiungiam o la
dipart it a del front m an più fam oso nella scena hard e m et al, viene fuori un quadro della sit uazione
che indurrebbe al pessim ism o circa le sort i del Sabba Nero, uno scenario t ut t alt ro che
rassicurant e nel quale Heaven and Hell ha finit o col rappresent are l album della rinascit a t ant o
art ist ica quant o com m erciale per la band di Birm ingham . L ingresso in form azione di Ronnie
Ja m e s D io ( un passat o st repit oso con gli Elf e soprat t ut t o con i Rainbow di Rit chie Blackm ore)
avrebbe rielaborat o non poco l aspet t o com posit ivo della band; l ascendent e del piccolo follet t o
dalla voce di t uono è infat t i evident e dal m om ent o che t ra quest i solchi il suono dei Sabbat h ha
preso le dist anze sia dalle cript iche at m osfere ossianiche degli esordi che dalle influenze bluesy
dell ult im o periodo di m arca Osbourne, a favore di una form a più ort odossa di heavy m et al. La
vigilia delle regist razioni era st at a alquant o concit at a. I l bassist a Ge e ze r Bu t le r aveva lasciat o la
band che aveva provveduto a sostituirlo con Geoff Nicholls il quale si era occupato della maggior
part e della st esura delle linee di basso per l album , prim a ancora che But ler venisse reint egrat o
nella line up; ad ogni m odo Nicholls part ecipò ugualm ent e alla regist razione in qualit à di
t ast ierist a seppur non accredit at o. Quest o disco, rappresent at o dalla celebre copert ina con gli
angeli licenziosi che fum ano e giocano a cart e, ha t rat t eggiat o una nuova ed ent usiasm ant e
sfaccet t at ura dell universo Sabbat h, bast a un solo ascolt o per accorgersene e gli ot t im i risult at i si
avvert ono a part ire dalla rit rovat a vena del riffm ast er per eccellenza, Tony I om m i, passando per
l ugola invincibile di Ronnie Jam es Dio fino alla rodat issim a, com pat t a e rocciosa sezione rit m ica
But ler/ Ward la cui forza propulsiva viene post a bene in evidenza da M a r t in Bir ch, produt t ore per
dieci anni dei dischi m igliori degli I ron Maiden nonché di quel fram m ent o di leggenda del rock che
corrisponde al nom e di M a de in Ja pa n ( D e e p Pu r ple ). H e a ve n a nd H e ll si snoda at t raverso
una scalet t a superlat iva la cui spina dorsale è rappresent at a da brani duri, int ensi e m elodici che
sono ent rat i di dirit t o a far part e della st oria della seconda era sabbat hiana. Mi riferisco per
esem pio all opener Neon Knights, un brano che int eso nell accezione hard rock, possiede groove,
andam ent o e m elodie che rasent ano la perfezione, m a anche a brani com e Die young, alla
cadenzat a t it le t rack e all im m ort ale Children of t he sea ( not oriam ent e il prim o pezzo com post o
successivam ent e all arrivo di Ronnie Jam es Dio) . Un classico assolut o nella st oria dei Black
Sabbath e del rock duro in generale.
Manuel Fiorelli
ML 32
musicletter.it
update n. 50
live review
ARTIST: OKKERVIL RIVER
LOCATION:
Roma, Circolo degli Artisti
DATE: 17- 11- 2007
WEBSITE:
www.okkervilriver.com
photo by Fedra Grillotti
Salgono sul palco senza t ant i fronzoli, gli Ok k e r vil Rive r . Nessun gruppo spalla a scaldare la
serat a, m a a giudicare dal pienone e dalla calca nelle prim e file non ce n'è proprio bisogno: alle
22.30 il Circolo degli Art ist i sem bra sul punt o di scoppiare. Forse perché fa un freddo esagerat o,
forse perché gli Okkervil River sono davvero la band dell'anno ( nonost ant e gli album precedent i
fossero - ciascuno a suo m odo - piccoli capolavori, si può dire che è con The St a ge N a m e s che
hanno iniziat o a farsi un nom e anche dalle nost re part i) , fat t o st a che il pubblico let t eralm ent e
scalpit a, e quando la band ent ra in scena gli applausi la accolgono calorosam ent e. W ill Sh e ff,
carism at ico front m an, conquist a la folla con la sua voce calda, quasi disperat a, che int ona le
prim e not e della st ruggent e War Criminal: ed è subito amore. Perché il maggior pregio della band
t exana è proprio quest o, la capacit à di creare una st raordinaria em pat ia con gli spet t at ori. È la
forza di quelle canzoni che parlano drit t o al cuore e allo st om aco a rendere la loro perform ance
una delle più belle e t occant i dell'anno, forse di sem pre. Lo am m et t o, io sono un po' di part e
avendoli seguit i anche a Parigi e Firenze pochi giorni prim a della dat a rom ana, eppure
quest 'ult im a è st at a davvero una serat a m agica ed indim ent icabile, nel bene e nel m ale. I l m ale,
in questo caso, è rappresent at o dall im piant o elet t rico del Circolo degli Art ist i. Dopo poche canzoni
infat t i la corrent e salt a più di una volt a ( provocando ripet ut i, inquiet ant issim i t onfi sim ili a
esplosioni che lasciano presagire il peggio) e i nost ri sono cost ret t i ad im provvisare un paio di
brani acust ici: Happy Heart s e Okkervil River Song, parzialm ent e reinvent at e da Will Sheff, che
visibilm ent e scosso dal blackout non riesce a ricordare t ut t e le parole. Al t em po st esso però sono
episodi assurdi come questo a trasformare un concerto qualsiasi in un evento indimenticabile, che
lascia addosso la sensazione di aver preso part e a qualcosa di unico e irripet ibile. Risolt i i
problem i t ecnici la band rit rova coraggio ed inizia a dare il m eglio di sé. L affiat am ent o fra i sei
ragazzi è evident e, e nonost ant e la band abbia riscont rat o negli anni parecchi cam bi di
form azione ( Jona t h a n M e ibour g, t ast ierist a e co- fondat ore degli Okkervil River ha
m om ent aneam ent e cedut o il proprio post o in t our per dedicarsi agli Shearwater, di cui è il
cantant e) si riesce a creare, sot t o la guida del leader Will Sheff, una com pat t ezza m elodica
invidiabile anche dai gruppi più collaudati. Il momento più apprezzato dello show arriva infatti con
l exploit m usicale che fa da int ro alla bellissim a For Real: Brian Ca ssidy, chit arrist a da
sant ificazione im m ediat a, prende per pochi int ensi m om ent i le redini della serat a creando un
pot ent issim o, inat t eso m uro sonoro. La m usica si int errom pe t ant o bruscam ent e così com e era
iniziat a, com e per prendere fiat o e ripart ire con rinnovat a energia, per poi procedere in un unica
inarrest abile cavalcat a fino a Westfall, ult im a canzone prim a dell uscit a di scena. I m possibile
sm et t ere di bat t ere le m ani, im possibile accont ent arsi così: Sheff t orna poco dopo sul palco,
letteralmente acclam at o, e si siede alle t ast iere ( A Glow) , m ent re gli alt ri lo raggiungono subit o
dopo per John Allyn Sm it h Sails, m eraviglioso crescendo m usicale che ci condurrà alla fine della
serat a. E " m eraviglioso" è un agget t ivo di cui sent o di pot er abusare a fine concert o, quando la
m usica lent am ent e si esaurisce e una lacrim a m i at t raversa il viso. È finit o, non posso crederci.
Gli Ok k e r vil Rive r hanno suonat o quasi un'ora e m ezza m a il t em po è volat o, e io avrei voglia di
ricom inciare t ut t o dall'inizio. Over and over and over and over again, com e cant ano proprio
nell ult im a canzone dell encore ( Missing Children/ Last Love Song for Now) , m ent re la folla
applaude pazza di gioia, appagat a e insoddisfat t a allo st esso t em po. Meraviglioso. Ma forse l ho
già detto.
Fedra Grillotti
ML 33
musicletter.it
update n. 50
live review
ARTIST: RADIO BIRDMAN
LOCATION:
Grosseto, Casolare privato
DATE: 17- 10- 2007
WEBSITE:
www.radio- birdman.com
photo by Roberto Calabrò
Alessandro ha un casolare, ha t ant i soldi, è evident e. Ha anche una m oglie e una figlia, e ha un
terreno attorno a quel casolare, subito dopo il cartello d'ingresso nella città. Lo vedo di notte, quel
t erreno, quindi non riesco a farm i un'idea precisa dell'est ensione della propriet à. Siam o arrivat i
per vedere la st alla dove, al post o delle vacche, c'è un palco pront o ad accogliere i Radio
Birdman. Alessandro è st at o appresso al m anager per m esi, doveva convincerlo che un concert o
in una casa privat a non sarebbe st at o pericoloso. Nient 'alt ro che una fest a. Lo dice Deniz Tek
present ando la band, lo ripet erà più avant i. Per loro, gli aust raliani che incendiarono la scena nel
1977 ( e quando sennò?) , è uno show vero, professionale. Sono st at i pagat i dal padrone di casa
per suonare in una st alla circondat a da paret i di fieno davant i a sessant a fanat ici del rock'n'roll.
C'è anche il banchet t o dei dischi, c'è qualche vecchia gloria della scena underground t oscana, ci
siam o anche noi: Bruno m i aveva avvert it o t re m esi prim a, sem brava uno scherzo t ant o che
qualcuno ha credut o fino al giorno st esso che fosse una bufala, una bufala in t erra di vacche. I
carabinieri sanno che c'è una fest a e che suonerà un gruppo, quindi nessuno pot rà lam ent arsi del
volum e alm eno fino a m ezzanot t e. A cena Rob You n ge r non è insieme agli altri, dopo il concerto
mangerà un piat t o di ravioli, m a non fa la st ar, è lì con la birret t a prim a e dopo lo show, risponde
alle dom ande di t ut t i gli invit at i. Deniz, invece, ha la faccia t ruce m a è il vero leader, il più
com unicat ivo olt re a essere un'enciclopedia vivent e del riff assassino. Le suonano t ut t e, le nost re
preferite, rispolverando ogni magico ricordo, si chiami esso Anglo Girl Desire oppure Hand of Law.
Sono vecchi, della vecchia form azione sono rim ast i in t re ( con l'aggiunt a di due nuovi m em bri, al
basso e alla batteria) ma sanno ancora comunicare lo spirito del rock'n'roll più leggendario, quello
che ha così poca voglia di morire...
Marco Archilletti
ML 34
musicletter.it
update n. 50
live review
ARTIST: MENOMENA
LOCATION:
Milano, La Casa 139
DATE: 09- 1 0 - 2007
WEBSITE:
www.menomena.com
photo by Silvia V.
L int ervist a fat t a ai Menomena dal nost ro diret t ore Luca D Am brosio nell Updat e num ero 44 è
st at a a dir poco profet ica; il gruppo di Portland infat t i, conscio di aver realizzat o uno dei più bei
dischi di quest o 2007 ( Fr ie nd a n d Foe ) m a di non aver m ai viaggiat o olt reoceano per
prom uovere la propria m usica, sperava in un piccolo t our europeo che t occasse anche qualche
cit t à it aliana. Det t o fat t o;
il gruppo grazie al passaparola e al pot ere oram ai quasi m agico di
m yspace, ha realizzat o quello che dopo l int ervist a t ut t i noi avrem m o sperat o. Tour nei club dalle
piccole dim ensioni, adat t i a creare quel connubio t ra gruppi e appassionat i, con conseguent e
rit rovo post - concert o a scam biarsi idee e com plim ent i m ai di rit o. L onore di quest a unica dat a
it aliana è t occat a alla casa 139, st orico locale m ilanese che negli anni si è dist int o per la qualit à
delle propost e m usicali e per il carat t erist ico st ile raffinat o della sua locat ion nel cuore della cit t à.
Pot ere m agico della ret e, dicevo, che m i perm et t e di andare al concert o accom pagnat o da una
ragazza conosciut a nello spazio, appassionat a del gruppo e fot ografa per passione, e barat t are il
giorno prim a con Brant, bat t erist a del gruppo, l ingresso al post o di qualche buona bot t iglia di
vino it aliano. Un concert o at t eso e pienam ent e riuscit o quello dei t re ragazzi dell Oregon, che si
sono prodigat i in una m iscela caleidoscopica di generi alt ernandosi alla voce e ai vari st rum ent i,
m ent re alle loro spalle andava in scena l art e grafica di Cr a ig Thom pson, disegnat ore am ericano
che a suon di m usica ha let t eralm ent e regalat o un m urale su cart a sim ile alla follia fum et t ist ica
dell art work di Fr ie n d a n d Foe ( disegnat o dallo st esso Craig) . Un album che viene ripropost o in
m aniera net t am ent e più rock m a che non perde un solo gram m o della sua alt alenat e e liquida
om ogeneit à; il concert o si apre con la giungla funk di Weird, con il sassofono del cant ant e Justin
a riem pire lo spazio che va dai Morphine fino agli at t uali TV on t h e r a dio, e poi prosegue su
binari inst abili di progressioni sint et iche m a dannat am ent e viscerali con The Pelican e Boyscout N
e brani di pop alt o che il sot t oscrit t o vorrebbe sem pre veder aleggiare nella sua st anza com e
Rot t en Hell ( i Blur di Think Thank), My My ( i Fla m in g Lips in preda ad un rom ant icism o
cosm ico ) e Wet and Rusty, brano che m iscela elet t ronica e acust ica in m aniera a t rat t i
com m uovent e. Da I am t he Fun Blam e Monst er ( 2003) vengono ripescat e le ipnot iche E is st able,
Twent y Cell Revolt e Cough Coughing, m a è di nuovo Fr ie n d a n d Foe che ruba la scena con una
conclusiva Evil Bee che regala applausi al gruppo e pezzet t i di m urale cart aceo a t ut t i i present i.
Per una volt a non dem onizzo la t ecnologia che m i ha fat t o conoscere delle belle persone e che m i
ha fatto brindare con un buon Chianti a un gruppo veramente di un altro pianeta.
Nicola Guerra
ML 35
musicletter.it
update n. 50
live review
ARTIST: LIARS
LOCATION:
Roma, Init
DATE: 15- 1 1 - 2007
WEBSITE:
www.liarsliarsliars.com
Concert o m oscio, bello m a m oscio. Pier ha vist o esibizioni m igliori dei Liars. I l loro concert o più
moscio. Caizzi a dieci m et ri di dist anza ripet e la st essa frase. L'alt ra volt a spingevano di più,
erano quasi indust rial. Anche Davide appare freddino. Allora dit elo che volet e il m anifest arsi
esplicit o del dem onio! Da part e m ia, essendo st at o il m io esordio con i Sonic Yout h del Duem ila,
non posso che dare la giust a im port anza al parere di persone già iniziat e al rit o. Tut t avia lo show
è una goduria per le orecchie, il suono m inaccioso del gruppo di New York nasce dalle ceneri di
Ba d M oon Risin g e approda a un linguaggio ugualm ent e eret ico e beffardo, m a m eno
int ellet t uale e più variopint o. La follia, la m alat t ia e l'alienazione dei nost ri giorni sono evocat e e
poi esorcizzate da una danza senza melodia e senza speranza. In un locale, l'Init, dove finalmente
la m usica è valorizzat a, il suono dei Liars è im pressionant e, furioso e com pat t o. Si dice spesso
che una band può essere apprezzat a davvero solo dopo aver superat o l'esam e del live: bene, i
Liars ( con il loro show) m i hanno convint o a com prare alm eno gli ult im i due dischi, i più
rappresentati dalla scaletta di stasera. Grazie a loro, il noise- rock si è sdoganato dalla patina snob
e ha raggiunt o un punt o di congiunzione con Elvis Pr e sle y. Non sarà st at o il loro concert o più
rum oroso m a nei Liars c'è t ut t o quello di cui la m usica di oggi ha bisogno: il suono, le idee,
l'efferat ezza, la credibilit à. Det t aglio non t rascurabile: suonano in m odo creat ivo e im peccabile,
ma non è una sorpresa trattandosi di un gruppo americano.
Marco Archilletti
ML 36
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update n. 50
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RINO GAETANO
© 2007 di
E così
Luca Rea
dom enica 11 novem bre del 2007 si provò a t ornare indiet ro nel t em po, più o m eno negli
orm ai favolosi anni '70. Va in onda in prim a serat a sul nazionale ( scrivo in m odalit à vint age ) lo
sceneggiat o " Rino Gaet ano" , che dovrebbe riport arci in quegli anni e raccont arci la st oria del
com piant o Marinet t i della m usica leggera it aliana, m a appena la punt at a inizia com incio ad
avvert ire la sensazione del m alfunzionam ent o del gioco: si part e infat t i con Sant am aria, nel ruolo
del t it olo, che finge di essere ubriaco, bevendo da una bot t iglia palesem ent e vuot a e svenendo
nella sua villa con piscina ( di cui non si ha not izia dalle reali cronache gaet ane, m a fosse solo
quella ) . Lo farà riprendere suo padre e da lì
ret rolam po
( flashback, in it aliano ) e inizio
della st oria del Nost ro, ossia la ricost ruzione del passat o più cialt ronesca che io ricordi dai t em pi
di
Tot ò cont ro il pirat a nero . Dappert ut t o riferim ent i non raccordat i cronologicam ent e: aut o,
furgoni, cit ofoni, sem afori con pulsant i e persino una t elecam era degli anni 90 in uno st udio rai
del 1975! Quest i non sono sem plici bloopers ( anche perché ve ne sono a t onnellat e) , quest i sono
il sapore del film , un sapore da prodot t o degno di cinem at ografie ( sebbene t elevisive) assai
inferiori a quello che dovrebbe essere lo st andard della nost ra nazione. Che dire poi dei cost um i?
Che paiono pescat i dagli at t ori da un cest one e indossat i un at t im o prim a del ciak. Che dire delle
parrucche?
Cadut e sulle t est e [ degli at t ori] volando da una finest ra del palazzo sot t o cui
passavano . Che dire della fot ografia? Di una piat t ezza e anonim at o unica, in cui t ut t i sem brano
film at i cont ro un m uro. Che dire soprat t ut t o dei dialoghi, didascalici e im probabili? Su t ut t i quello
in cui si fa dire a Rino che "Gianna non sono io, non mi rappresenta, è una canzone commerciale",
per sint et izzare il suo opporsi iniziale alla part ecipazione a Sanrem o. Com e se Gaet ano scrivesse
m usiche im pegnat e sperim ent ali e gli fosse scappat a quest a canzoncina com m erciale suo
m algrado, com e fosse una flat ulenza insom m a. Addirit t ura poi, nella seconda punt at a,
Gianna
divent a un nodo cent rale nella crisi del nost ro, che nello sceneggiat o rim ane bloccat o
art ist icam ent e dal successo di quest a canzone e dalle pressioni della RCA affinché ne scrivesse
alt re dello st esso t ipo. Lui, sem pre nella fict ion, non ne esce più, fa un brut t o disco
ant icom m erciale e si blocca t ot alm ent e. Com incia a bere com e un pazzo e a non fare alt ro, fino
all incident e fat ale. MA DE CHE? Ma che ve st at e a invent à ?!
ML 37
musicletter.it
update n. 50
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Rino ne ha scritte a pacchi di canzoni orecchiabilissim e e allo st esso t em po alt e ( com e era anche
Gianna , perché davvero non si capisce com e far passare inosservat a la grandezza di quest o
pezzo) , t ant o per dire:
Bert a filava ,
Spendi, spandi, effendi ,
Ahi Maria
ecc. Tut t e canzoni,
guarda caso, bellam ent e ignorat e dalla ricost ruzione t elevisiva. È una colossale forzat ura quella
invent at a per esigenze di copione, che fa avvicinare la st oria di Gaet ano a quella di Kurt Cobain
( ! ) , senza che, ogget t ivam ent e, ce ne fosse bisogno per fare com unque il buon ascolt o che, sulla
scort a della popolarit à del personaggio, si sarebbe fat t o. Tra gli at t ori Sant am aria ( Rino Gaet ano)
si dist ingue per l aver ricant at o davvero t ut t e le canzoni che si sent ono, con un t im bro di voce
m olt o vicino all originale, m a rest a discut ibile la sua rappresent azione del Gaet ano uom o,
perennem ent e congelat o in una fissit à t rist e che ( a giudicare dai num erosi film at i di repert orio
esist ent i) il vero Rino proprio non aveva, apparendo sem pre gioviale e sorrident e. I n più ci si
m et t e anche lo script e la m essinscena, che lo rappresent ano com e uno zom bie cui, di volt a in
volt a, una serie di grilli parlant i ( la ragazza, l am ico bolognese, l am ant e, l im presario ) dicono:
cant a , scrivi , firm a ecc. Tranne che per alcuni sbalzi umorali da poeta maledetto e puro, vedi
ad esem pio la ribellione al playback in una fint a part ecipazione a un fint o discoring del 77, in
cui un fint o Gianni Boncom pagni lo obbliga a far fint a di cant are e gli dice pure vorrei farla t ipo
videoclip , com e se nel 1977 già si usasse il t erm ine videoclip ( per giunt a in I t alia) e com e se
nella realt à il 90% delle esibizioni t elevisive di Gaet ano non fossero proprio in playback ( lo sono
persino alcune esibizioni live in pubblico, t ipo quelle del Cant agiro ! ) . Bene invece le due donne,
m alissim o il rest o degli at t ori ( spesso t roppo evident em ent e am at oriali nella recit azione) , t ranne
l espert o Ninet t o Davoli ( che som iglia di più al vero Gaet ano di Sant am aria) . I nsom m a peccat o e
povero Rino, ancora una volt a ci m anchi. La fict ion t erm ina con un m ont aggio di pezzi t elevisivi
del vero Gaet ano, m ent re quello fint o della fict ion, nella m aledet t a not t e del giugno 1981, guida
pericolosam ent e la sua Volvo st at ion wagon del 1988
La ricost ruzione degli anni 70 però
domenica 11 novembre 2007 è stata realizzata molto bene fuori dalla tv, con una bella giornata di
pioggia, con la gent e t ut t a in casa a guardare lo sceneggiat o, perchè la part it a di serie A in t v
mica c'è e fuori siamo agli anni di piombo, piombo vero, sparato ad altezza uomo. "Rino Gaetano"
ha fatto un gran bell'ascolto, ma chissà cosa direbbe il buon vecchio indice di gradimento.
ML 38
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Fot o by Silvia V.
Menom ena - Milano ( 2007)
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