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Stampato in proprio e distribuito gratuitamente - Numero 5 - Settembre 2011
www.parrocchiasmariamaddalena.it
Sommario
Carissimi parrocchiani,
dopo la straordinaria parentesi estiva,
ci prepariamo alla ripresa delle attività ordinarie con lo spirito colmo
di gioia e attesa dei festeggiamenti
relativi al centenario della morte di
Padre Giacomo Viale, che culmineranno con la “missione popolare interparrocchiale” dal 13 al 27 maggio
2012. Sarà un anno di grazia per le
nostre comunità impegnate a scoprire la figura di quest’umile e semplice frate che ha saputo spargere
fecondi semi di fede e di carità, regalando a Bordighera frutti di bene.
La scoperta della figura del nostro
amato “fratino” si inserirà nel corso ordinario della vita delle nostre
comunità. Ogni mese sarà scandito
da un tema che verrà proposto e
approfondito negli incontri e nelle
attività della comunità oltre che nella catechesi dei gruppi. Settembre ci
ha visto meditare sulla Creazione; a
Ottobre approfondiremo lo scopo e
il fine della vita, a Novembre ci soffermeremo a ringraziare per i doni
ed i benefici di Dio. I temi successivi
saranno presentati nei prossimi numeri del giornale.
Grazie alla vicinanza di questa figura
umile e singolare, riscopriremo i tre
pilastri della vita spirituale: il catechismo, la comunità e la S. Messa.
Catechismo per ragazzi e adulti
In Ottobre riparte il catechismo per
i ragazzi: come già negli anni passa-
Grazie Comunità
Prioresse e massare
pag. 3
Giornata mondiale missionaria
Tutti i santi...
...e i morti pag. 4
Soldato per forza,
vescovo per dovere,
monaco per scelta
pag. 5
Tutto ci fu offerto
Io che non ci volevo andare...
pag. 6
Germogli di uno stesso albero
pag. 8
Ricordi d’estate
ti avvertiamo la necessità di entrare
in dialogo con le famiglie per condividere il cammino educativo dei
ragazzi. Il catechismo non si può
ridurre ad una “scuola di dottrina
cristiana per bambini”, ma deve essere un’esperienza viva di fede ed
un percorso capace di coinvolgere
l’intera comunità in tutti gli aspetti
della persona. Dice Gesù: “Amerai il
Signore Dio tuo con tutto il cuore,
con tutta l’anima, con tutte le tue
forze”: la fede deve essere forza capace di dare forma alla vita e risposte alle domande ultime dell’esistere.
A questo proposito il Papa, presentando il sussidio al catechismo per
1
pag. 10
In piazza con la Maddalena
Madonna della ruota
Le comunità d’ U valun
du Sciasciu ancora in festa!
pag. 12
La festa del mare...
è andata in porto!
Ma che bella giornata pag. 13
Cara vecchia Europa
Suor Margherita
Recensioni
pag. 14
Parole in versi
Anagrafe
pag. 15
Prossimi appuntamenti
pag. 16
i giovani, ha scritto: Studiate il catechismo con passione e perseveranza!
Sacrificate il vostro tempo per esso! Studiatelo nel silenzio della vostra camera,
leggetelo in due, se siete amici, formate
gruppi e reti di studio, scambiatevi idee
su Internet. Rimanete ad ogni modo in
dialogo sulla vostra fede! Dovete conoscere quello che credete; dovete conoscere
la vostra fede con la stessa precisione con
cui uno specialista di informatica conosce
il sistema operativo di un computer; dovete conoscerla come un musicista conosce
il suo pezzo; sì, dovete essere ben più
profondamente radicati nella fede della
generazione dei vostri genitori, per poter
resistere con forza e decisione alle sfide e
alle tentazioni di questo tempo.
Parole anche dure, di condanna, ma
che ci riportano alla realtà del tempo:
capita anche a me di sentire adulti e
genitori affermare: “Io il catechismo
l’ho fatto da bambino, ora sono a posto!”. Come se quell’insegnamento
infantile e l’infarinatura superficiale ricevuta bastassero a dare ragione
della fede e della speranza cristiana.
Come se la fede fosse solo legata ad
aspetti emotivi e sentimentali. Come
se non si avesse bisogno di maturare
e consolidare anche razionalmente il
proprio credere.
Viviamo una cultura atea, materialista ed edonista e siamo convinti di
essere a posto così. Ognuno finisce
per costruirsi una fede a propria misura, prendendo spesso con leggerezza gli insegnamenti della Chiesa
e dissociandosi con non-chalance
su tematiche anche fondamentali.
A noi adulti sarà chiesto conto di
quanto abbiamo trasmesso e lasciato
alle nuove generazioni. Soprattutto
Tra i numerosi segni lasciati da Padre Giacomo spicca, sulla collina di
Montenero, il santuario che volle
dedicare alla sua Castellana, la Madonna della Mercede.
Per la festa del 24 settembre la nostra
comunità si recherà al Santuario per
la Messa delle 17. Vi sarà il tradizionale pellegrinaggio di ragazzi, giovani e quanti si uniranno, partendo
dalla chiesa parrocchiale alle 15.
di come abbiamo trattato i doni e
gli insegnamenti ricevuti e cercato
le risposte alle domande che la vita
inevitabilmente ci pone.
Come si può credere in ciò che non
si conosce? Come si può dire di aver
fede senza fidarsi di ciò che viene
creduto? Come si può affermare di
essere cristiani facendo mille “distinguo” su quanto affermato e voluto da Cristo stesso?
Ci rendiamo conto che è importante avere confronto tra adulti. In
parrocchia, accanto ai pochi obbligatori incontri specifici per i genitori dei ragazzi del catechismo stanno nascendo numerose iniziative di
approfondimento e formazione cristiana. Sono una risorsa per tutti. In
mezzo alle mille cose da fare, si può
scegliere anche di dedicare un po’
di tempo a riflettere e meditare su
ciò che è il mistero della nostra esistenza. Si può decidere di cercare di
conoscere e capire quanto la Chiesa
afferma e tramanda del messaggio
rivelato da Dio agli uomini nel corso dei tempi.
Festa della comunità
Accanto alla ragionevolezza del credere, altro aspetto fondamentale nel
vivere da cristiani sono le relazioni
umane. La fede non può ridursi ad
un rapporto personale, intimistico
con Dio. Gesù non è venuto a predicare una filosofia. Il suo annuncio è principalmente uno stile di
vita basato sull’amore che si realizza
nell’incontro coi fratelli. La prima
cosa che ha fatto, all’inizio della sua
missione, è costituire una comunità
di persone, assai eterogenee. La co-
Appuntamenti comuni alle tre
comunità:
• Adorazione Eucaristica del primo venerdì del mese, ore 21, chiesa di Bordighera Alta: alla presenza reale di Gesù ci metteremo in
ascolto della Sua Parola;
• Incontro di catechesi per l’approfondimento del tema mensile:
secondo mercoledì di ogni mese,
dalle 18,30 alle 19,15, chiesa di
Bordighera Alta.
2
munità è dunque il “banco di prova” della fede. Ecco perché anche
quest’anno, riprendendo le attività,
siamo invitati a scendere in piazza
per condividere un momento di festa. Un invito che si estende a tutte
le Comunità d’U Valun d’u Sciasciu
perché si possa crescere in quel sentire unitario che stiamo cercando di
costruire. Mi auguro che la proposta
sia accolta, e che anche i più restii
condividano la giornata di festa.
Celebrazione feriale della Messa
e Adorazione eucaristica
Il terzo pilastro della vita spirituale è
la preghiera. Nella preghiera il cuore
si scalda! E quale preghiera è più importante di quella istituita e voluta
da Gesù, nella quale continua a farsi
presente per restare con noi, sempre e realmente? Ci tengo a sottolineare l’importanza della Messa ad
iniziare da quella domenicale. È un
precetto: la mancata partecipazione,
ingiustificata da seri e validi motivi,
è un peccato “mortale” che porta la
“morte” della relazione col Signore
e necessita della confessione sacramentale per essere perdonato. Ma
vorrei anche che capissimo come
ogni Messa è un dono gratuito, in
cui il Signore ci offre la Sua stessa
vita. Un dono spesso trascurato, che
ci porterebbe abbondanti grazie spirituali e materiali.
Ciò che avviene nella Messa rimane
un mistero: Dio ci parla, si fa presente e nello stesso tempo si “nasconde”
in un pezzo di pane per rimanere
con noi. Un mistero che si può vivere e capire solo nella preghiera e
con l’adorazione. Ho la fortuna di
poter vedere quanto misteriosamente avviene nei cuori di chi, con
animo semplice, si mette in umile
ascolto alla presenza dell’Eucaristia.
Mi piacerebbe che quanto avviene
il martedì pomeriggio potesse essere
ripetuto in altri giorni della settimana o in altri orari. Per questo motivo
l’ultima settimana di ottobre ci sarà
proposta una settimana eucaristica.
Come i discepoli di Emmaus anche
noi vogliamo imparare a dire a Gesù:
“Resta con noi perché si fa sera”!
Il parroco
don Marco
Grazie comunità
Durante quest’ultimo week-end
estivo mi ritrovo a pensare a tutte le
cose che mi sono successe quest’anno e per la prima volta in vita mia
mi accorgo di sentire la mancanza
del “gruppo”.
Strano, poiché per natura sono una
persona molto solitaria, introversa, diffidente e rigida, la cui vita si
è limitata ad essere casa-lavoro-figli,
seguendo alla lettera le regole e senza troppe relazioni esterne: qualche
hobby sì, ma sempre tra le mura domestiche.
Poi qualcosa è cambiato: il semplice
sorriso, la dolcezza, le giuste parole
di conforto in momenti difficili da
parte di alcune persone con cui non
avevo assolutamente confidenza mi
hanno lentamente fatto cambiare
prospettiva e ho scoperto un mondo
nuovo!
Ho imparato che la pineta di Bordighera alle otto del mattino in inverno è bellissima; che cominciare la
giornata andando a salutare Gesù e
riuscire in qualche modo ad ascoltarlo nel silenzio della chiesa vuota è di grande aiuto. Quando ogni
mattina esco dalla chiesa mi sento
forte, serena e non importa quante
saranno le difficoltà che mi si presenteranno durante il giorno: so che
con Lui riuscirò ad affrontarle. Ho
imparato anche che non siamo soli,
ma la nostra forza viene dall’essere
COMUNITA’. È bello mettere i
propri talenti al servizio degli altri,
sentirsi utili non per essere lodati o
ringraziati, ma per il solo piacere di
farlo.
Questa vita è sempre più sfuggente;
i valori e i contatti umani si diradano fino a sparire quasi del tutto: si
corre per inseguire un piacere che
non si raggiunge mai e si è sempre
più stanchi…
In tutto questo, però, ho trovato un
piccolo spiraglio, una luce che mi ha
permesso di scoprire che da soli la
vita è una lotta, insieme è una festa.
Grazie Gesù, grazie comunità.
Raffaella
Prioresse e massare
di Carmen Etienne Molinari
e Livia Gramagna
A Lei è dedicata la terza cappella a sinistra. Custodita in una nicchia protetta dal vetro, la Madonna
del Rosario sembra rivolgere uno
sguardo benevolo ai suoi figli che
dopo la Messa Le recitano la preghiera dell’Angelus.
Nel passato le ragazze della Compagnia delle figlie di Maria Le dedicavano tutta la loro filiale devozione.
Esisteva una gerarchia composta da
una prioressa, dalla vice-prioressa,
dalla massara e dalla vice-massara.
Questi titoli venivano acquisiti attraverso votazioni che avvenivano
all’interno del gruppo. Giovani ed
anziane avevano compiti specifici
che andavano dalle semplici mansioni della cura dell’altare, all’esercizio
delle pratiche religiose.
Giovannina (Giuanina) era la più anziana; abitava nella casa dove ci sono
le scale vicino a Dino, il barbiere; le
più giovani andavano a prenderla
quando all’una e trenta suonavano
i “ciucheti”, i rintocchi per dare
l’avviso che dopo poco si sarebbe
recitato l’Ufficio della Madonna, le
preghiere e i salmi. Gli inni sacri si
chiamavano lezioni ed erano cantati
in latino. Allora Giuanina intonava
con una voce melodiosa il “Quasi
exaltata sum cedrus in Libano” (“mi
sono elevata come cedro sul Libano,
mi sono innalzata come una palma
di Cades e come un rosaio di Gerico”); era la voce solista a cui faceva seguito il coro accompagnato
dall’organista Luigi Blancardi. Questi inni si sapevano tutti a memoria
ma non se ne conosceva il significato. Allora Monsignor Bernardo
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Veneziano, XIV parroco di Bordighera, aveva fatto arrivare da Roma
i libretti con i canti latini e la relativa
traduzione.
Le figlie di Maria erano sempre presenti a tutte le feste della Madonna,
partecipavano alle processioni e indossavano la divisa: una cappa bianca
di tela fine che formava una veste
plissettata fermata in vita da una fascia azzurra. E azzurro era il nastro
che fungeva da collana, con la medaglia della Madonna. La festa, celebrata nella prima domenica di ottobre, era solenne : si recitava il rosario,
si assisteva alla Messa e a mezzogiorno in punto si leggeva, intercalata da
canti, la supplica di Bartolo Longo.
La processione attraversava i carugi
e la via del lavatoio fino ad arrivare
sulla spianata del Capo, libera e immensa. La statua della Madonna veniva deposta su un tavolo predisposto e ornato da una delicata tovaglia
bianca. Si pregava. Poi il parroco impartiva la benedizione a tutta la città.
Alla cappella della Madonna del
Rosario si sono sposate le nostre
mamme. Le prioresse distendevano
sull’altare le tovaglie più belle, disponevano bouquets di fiori, preparavano il banco degli sposi e sceglievano i canti da eseguire durante la
cerimonia. Una figlia di Maria che
doveva sposarsi si preparava al matrimonio esercitando le pratiche di
pietà per implorare la benedizione
della Madonna sul loro matrimonio.
Si trattava di rispettose preghiere da
recitare per i 15 sabati che precedevano la festa della Madonna di
Pompei.
Giornata
mondiale
missionaria
di Agostino Pepe
Il 26 ottobre si celebrerà la giornata missionaria mondiale. Occasione
per ricordarci che il cristiano è missionario.
Il Mahatma Ghandi ebbe a dire:
“Cristo è la più grande sorgente
di forza spirituale che l’uomo abbia conosciuto. Egli è l’esempio più
nobile di uno che desidera dare tutto senza chiedere nulla. Cristo non
appartiene solo al Cristianesimo, ma
al mondo intero… Sono persuaso
che se Cristo tornasse, benedirebbe
la vita di molti che non hanno mai
sentito il suo nome, ma che con la
vita sono stati un esempio vivente
di virtù da lui stesso praticate: virtù
di amare il prossimo più di se stessi,
di fare del bene a tutti e del male a
nessuno.”
L’opera missionaria deve essere prevalentemente rivolta all’annuncio
e alla testimonianza della presenza
perenne di Gesù e del suo amore universale per tutti gli uomini;
questo indistintamente dalla loro
fede e cultura. In sostanza il compito missionario è un fenomeno
che riguarda anche la nostra comunità parrocchiale (Bordighera
Alta-Sasso-Seborga) che deve essere
“accogliente e con le porte aperte”;
perché avvenga ciò è necessario riflettere sulla preghiera e contemplazione, sul sacrificio e l’impegno,
sulla vocazione e responsabilità, sulla
carità e donazione, sul ringraziamento e sulla gioia.
Tutti i santi...
di Agostino Pepe
Nella festività di tutti i Santi non
si può far a meno di riflettere sulle
Beatitudini del Discorso della Montagna. I Santi, infatti, sono coloro
che hanno meritato la ricompensa
del cielo: poveri in spirito, mansueti, tribolati, giusti, misericordiosi,
puri, pacifici e perseguitati a causa
di Gesù. Tutti Santi, innumerevoli
Santi come dice chiaramente l’Apocalisse. Il calendario presenta una
piccolissima parte di quella infinita
schiera di cui il cielo è gremito. San
Giovanni dice: “nessuno potrebbe
contarli” tranne Dio. Questa grande
festa ha origine dalla Chiesa Orientale e fu accolta a Roma quando il
Papa Bonifacio IV trasformò il Pantheon, dedicato agli dei dell’Olimpo,
in una Chiesa in onore alla Vergine
e di tutti i Santi. Ciò avveniva il 13
maggio del 609. Alcuino, il maestro
di Carlomagno, fu uno dei protagonisti della festa. Egli era un inglese
di York, e i Celti consideravano il
1° novembre giorno di solennità,
perché segnava l’inizio della stagione invernale. Si pensa perciò che lo
spostamento della festa, dal 13 maggio al 1° novembre, sia stato determinato da influenze anglosassoni e
francesi. Ciò avvenne nel 1475, sotto
il pontificato di Sisto IV.
Commemorazione
dei fedeli defunti
Sante Messe di suffragio
Mercoledì 2 novembre
ore 7,00 chiesetta S. Ampelio
per i benefattori defunti
ore 9,30 per i benefattori
della casa riposo
ore 18,30 per tutti i fedeli defunti
Giovedì 3 novembre
ore 18,30 per i sacerdoti
e i parroci defunti
Venerdì 4 novembre
ore 18,30 per le religiose defunte
4
...e i morti
di Franco Zoccoli
Una volta il cimitero era nel Paese Alto, vicino all’Oratorio di San
Bartolomeo. Nel 1870, quando gli
amministratori di Bordighera decisero di cambiargli posto, per motivi
di spazio e d’igiene, non avrebbero
mai pensato che avrebbero collocato
i nostri morti in un posto così bello. Sì perché, se andiamo a vedere,
hanno messo i nostri cari che non ci
sono più in un posto tanto meraviglioso da meritare di essere dipinto
da grandi artisti come Monet.
Il cimitero fu spostato accanto al
più bel palmeto che esisteva a quei
tempi, sotto il Beodo, una delle più
suggestive passeggiate d’allora e di
oggi, di fronte a quello che sarebbe
diventato, per tanto tempo, il magnifico giardino di Bordighera. Si
trova proprio di fronte a Montenero, nel Vallone del Sasso, accanto alla
spiaggia di Arziglia: qui i pescatori
attraccavano i battelli, cucivano le
reti dopo averle stese ad asciugare e i
nostri vecchi avevano forse un pezzo d’orto; qui la gente passava a piedi e le donne, prima che costruissero
il lavatoio, andavano a fare il bucato.
Adesso a visitare il cimitero ci andiamo tutti con l’automobile e sempre di corsa. Nel passato, di sicuro,
ai morti si dedicava un po’ più tempo… Cerchiamo di ritornare un po’
indietro… Non è detto che tutto
quello che è passato sia stato più
brutto: lasciamo la macchina a casa e
scendiamo a piedi, in Arziglia, fino al
cimitero. Facciamo questo pezzo di
strada a piedi, magari recitando un
requiem per i nostri morti, guardandoci un po’ intorno, godendo quello
che la nostra Bordighera continua a
regalarci con i suoi paesaggi.
Soldato per forza,
vescovo per dovere,
monaco per scelta
San Martino Vescovo, patrono di Seborga
di Agostino Pepe
Tratto da Martiri e Santi di Enrico Pepe
E’ stato detto di lui: “Soldato per
forza, vescovo per dovere, monaco
per scelta”.
Suo padre aveva lasciato la Pannonia
– attuale Ungheria – per stabilirsi a
Ticinum – attuale Pavia. Qui aveva
infatti ricevuto, come ricompensa per il sevizio prestato all’impero
in qualità di Tribuno, una magnifica fattoria completa di schiavi che
coltivavano quella fertile terra e gli
assicuravano un alto reddito. La sua
unica preoccupazione era quella di
assicurare al figlio Martino una fulgida carriera militare. Infatti l’aveva
chiamato Martino, piccolo Marte,
dio della guerra. Sembra però che
tale carriera non gli interessasse. Ancora ragazzo, fuggì dalla casa paterna,
fu accolto da una famiglia cristiana,
divenne catecumeno, assumendo
l’impegno di vivere il vangelo, di
amare l’unico vero Dio e il prossimo.
Per non dispiacere ai genitori tornò
a casa dove fu ben accettato anche
perché il padre considerò quella
fuga come una semplice stravaganza adolescenziale. A quindici anni,
secondo la tradizione del tempo,
dovette sottostare alla legge romana e diventato legionario a cavallo,
gli fu assegnato uno schiavo al suo
completo servizio. Fu inviato, con il
corpo dei lancieri, a Reims e poi ad
Amiens; proprio in questa città una
notte si imbatté in un povero intirizzito dal freddo e, senza pensarci
due volte, tagliò con la spada il suo
mantello e ne diede metà al povero.
Si racconta che quella stessa notte
Gesù gli apparve rivestito del mez-
zo mantello donato al povero. Finalmente durante la veglia pasquale
del 339, all’età di 22 anni ricevette
il battesimo e decise di abbandonare le armi. Nel 350 lo ritroviamo a
Poitiers, per completare la sua formazione cristiana sotto la guida del
sapiente Vescovo Ilario che ebbe un
grande influsso sul giovane Martino.
Tornato a casa Martino convinse la
madre ad accogliere la religione cristiana e farsi battezzare, mentre non
riuscì nel suo intento a convertire il
padre. Durante l’esplosione dell’eresia ariana si convinse sempre più
che per convertire il popolo non
sarebbe servito tanto il linguaggio
delle polemiche, quanto quello più
convincente del vangelo vissuto. Si
ritirò perciò nell’isola di Gallinara
sulla costa ligure per condurre vita
eremitica. Quando però seppe che
Ilario era tornato alla guida della
sua comunità, dopo la cacciata da
parte degli ariani, corse di nuovo a
Poitiers. Il Vescovo Ilario propose a
Martino di accettare il diaconato e
poi il sacerdozio e Martino si lasciò
convincere a condizione di poter vivere da asceta e dedicarsi all’evangelizzazione della gente semplice della
campagna. Nel 371 arrivò un gruppetto di cristiani che lo supplicarono di andare a visitare una signora
che stava morendo in un casolare di
campagna. Martino, in buona fede, li
seguì, ma durante il viaggio venne
raggiunto da un gruppo di cristiani
della comunità di Tours che, essendo
rimasta senza vescovo, l’aveva scelto
come suo pastore. Il neo-vescovo,
5
con 54 anni di età e una salute di
ferro, si pose subito al lavoro viaggiando fino alla corte di Treviri ed
evangelizzando le città dove passava. Successivamente, seguendo
l’esempio di Eusebio di Vercelli, di
Ambrogio di Milano e di altri vescovi, si prese cura della formazione
del clero. Fondò poi il monastero di
Marmoutier in una stupenda pianura lungo la Loira, a due miglia
da Tours. Le vocazioni non mancavano, accorrevano anzi numerose.
L’azione pastorale di Martino non si
fermava al mondo monastico e alla
promozione della cultura. Egli inaugurò tra i vescovi la prassi, rimasta
viva ancora oggi, delle visite pastorali. Un’altra sua iniziativa fu la fondazione di piccoli monasteri rurali
creando un importante contatto dei
contadini col carisma dei monaci.
Martino non accettava l’ingiustizia
e l’oppressione, soprattutto quella
esercitata per motivi politici, anche
se rivestita di apparente religiosità.
Riteneva suo dovere di vescovo difendere i più deboli, anche di fronte
ai potenti. Verso la fine del 397, in
autunno, Martino era in visita pastorale a Candes, per mettere pace tra i
presbiteri di quella comunità e, conclusa la missione, venne colto da una
febbre improvvisa che pose termine alla sua vita terrena. Fu il primo
cristiano non martire a ricevere gli
onori degli altari nella chiesa d’Occidente.
Vetrata rappresentante S. Martino
Chiesa di Seborga
Io che non ci volevo andare...
di Claudio Gazzoni
Festa del
Ringraziamento
12-13 novembre 2011
di Milvia Berardi
Sabato 12 e domenica 13 novembre
si celebrerà, in parrocchia, la Festa
del Ringraziamento. E’ un atto di
riconoscenza a Dio, un’espressione
di gratitudine per il dono dei frutti della terra, un gesto che ricorda
la consuetudine citata nell’Antico
Testamento, quando gli uomini offrivano al Creatore le primizie dei
prodotti del proprio lavoro perché
“… tutto ci fu offerto…”.
Durante le Sante Messe, all’inizio della celebrazione eucaristica,
saremo invitati a deporre ai piedi
dell’altare i frutti dei nostri campi,
le verdure, l’olio, il vino, il pane, le
conserve, le marmellate casalinghe.
Questo gesto ci porta a considerare di essere immersi in una natura
di straordinaria bellezza, varietà e
ricchezza. La nostra stessa vita è un
dono meraviglioso, affidato alla nostra responsabilità. La vera bellezza di un dono sta nel riconoscerlo
come tale, quindi esprimere il nostro
grazie a Dio significa riconoscere i
suoi regali. Un cuore che ringrazia
manifesta sensibilità, devozione e
rettitudine.
Da due anni pensavo alle vacanze
da trascorrere nella “mia” verde Irlanda, tra una pinta di Guinness ed
un click della mia macchina fotografica…
“Andiamo in Terrasanta ” mi disse
don Marco, nell’inverno 2010, quasi a sussurrare un invito… Lì per lì
quella frase del Parroco non mi fece
alzare le antenne.“Bene, quando
partite?” Risposi come per rispedire tutto al mittente. Di lì cominciò
una serie di tormenti personali, mi
feci mille domande, pensando anche
che a mia moglie avrebbe fatto sicuramente piacere andare… “Ma intanto tu in Africa ci vai lo stesso” le
dicevo, sapendo che ad ottobre andrà in Camerun a trovare la sorella.
“E poi… cosa credi di vedere dopo
2000 anni … e poi io cosa mangio
in quei posti, sai bene che ho delle difficoltà alimentari”… E via di
seguito. Ma quella semplice comunicazione – invito cominciava come
un tarlo a fracassarmi la testa. Anche
dopo la decisione di partire, per la
verità presa forse con la speranza che
mia moglie rinunciasse al successivo
viaggio in Africa. Non amo molto il
sud del pianeta dal punto di vista del
paesaggio; non sono un tipo mediterraneo, preferisco il nord Europa
con i suoi climi uggiosi e freddi...
Cercavo, quindi, dentro di me mo-
6
tivazioni più forti, per andare. Pensavo che avrei potuto ringraziare il
Buon Dio per la grazie che sempre
ci elargisce e che avrei potuto scattare delle foto in ambienti difficili da
tornare a rivedere. Alla fine partimmo. Atterrammo a Tel Aviv dove una
guida arabo – cristiana, di nazionalità israeliana, ci accolse per portarci,
prima di Nazareth, al Monte Carmelo, con la grotta del Profeta Elia
dove avremmo potuto partecipare
alla celebrazione della prima Messa.
I primi due giorni passarono, semplicemente… Pensavo ai giorni di
ferie che mi restavano una volta tornati in Italia. Neppure la compagnia
dei miei cari compagni di viaggio
serviva a farmi passare l’inquietudine. Poi successe qualcosa…
“Sabato sera a Nazareth nella Basilica dell’Annunciazione, alle 20.30, ci
sarà un rosario con fiaccolata”: l’avviso del Parroco non era di quelli
che si dicono con l’intento di far
sapere “se non avete di meglio da
fare….”
Ecco, pensai, non ci faremo mancare
nulla. E così andai con mia moglie
a questo rosario fiaccolata. All’ingresso del cortile, da dove partiva la
piccola processione, trovammo delle
persone che distribuivano flambeaux con l’Ave Maria scritta in arabo
e poi dei giovani che ci insegnarono
a cantare il ritornello dell’Ave Maria, in arabo. Questo rosario in me
fu devastante, nel senso buono della
parola, come se la Madonna avesse sciolto le funi che mi legavano
al porto e la nave della mia anima
finalmente avesse cominciato a navigare.
Da quel momento in poi ci fu in me
un crescendo di indescrivibili emozioni nel visitare i Luoghi Santi dove
Gesù nacque, visse, crebbe e predicò:
luoghi che hanno cambiato la storia del mondo e quella dell’uomo.
Vedemmo a Nazareth la casa della
Madonna e poi la fontana dove Maria si recava ad attingere l’acqua, ora
conservata in una chiesa greco-or-
Betlemme - iscrizione del luogo della natività
todossa. Nazareth, ai tempi di Gesù,
era un villaggio poverissimo dove
la gente viveva in case poverissime,
quasi delle grotte (ne sono state trovate circa 57), praticamente piccole
stanze dove una volta sdraiati per
trascorrere la notte si occupava tutto
lo spazio che c’era, con una piccola stanza al piano sottostante, per le
bestie. In una di queste, quella appunto considerata la casa della Madonna è stato ritrovato un antichissimo graffito risalente all’età bizantina
che recava la scritta in greco “Ave
Maria”. E poi i posti dove Gesù
predicò, il Monte delle Beatitudini,
la pietra su cui Gesù moltiplicò pani
e pesci, il mare di Galilea con il Sacellum Sancti Petri, la pietra dove
Gesù confermò Pietro come colui
sul quale sarebbe stata fondata la sua
Chiesa, Cafarnao la città dove Gesù
visse per tre anni nella casa di Pietro
e la sinagoga dove predicò. Il mare di
Galilea dove Gesù chiamò gli apostoli e dove recenti studi hanno confermato che l’acustica straordinaria
del luogo consentiva ad un uomo,
posizionato in un punto strategico,
di poter parlare ed essere ascoltato
da cinquemila persone. Una forte
emozione mi procurò il deserto di
Giuda dove Gesù passò 40 giorni e
40 notti tentato da satana. A vederlo,
un uomo non potrebbe passarci più
di due ore: una distesa immensa di
pietre e rocce. Fu un momento di
straordinaria meditazione… poter
passare lì un po’ di tempo, in silenzio …Se Qumran con i ruderi delle costruzioni degli Esseni, le grotte
dove casualmente vennero ritrovati
antichi papiri in rotoli su cui erano trascritti i racconti biblici ed il
bagno nel Mar Morto alleviarono
un po’ l’attenzione a cui don Marco
per tutto il pellegrinaggio ci aveva
chiesto di attenerci, la visita di Betlemme ci riportò al dunque, ed è
inutile cercare di scrivere quello che
si può provare a trovarsi nell’esatto
punto dove Nostro Signore nacque,
in quelle grotte, nella povertà assoluta, nell’umiltà totale. Infine Gerusalemme. Durante i giorni che precedevano la partenza, in balia dei miei
tormenti, avevo comunque pensato
a ciò che avrei desiderato vedere di
più e, non so perché, mi venne in
mente il Calvario, avendo negli oc-
7
chi l’immagine del film “The Passion” di Mel Gibson dove il soldato
romano trafigge con la lancia Gesù
e ne viene inondato dal suo sangue.
Per una serie di situazioni che nella vita succedono, ma non sono mai
casuali, mi ritrovai in quel luogo,
nella basilica del Santo Sepolcro che
comprende anche il Golgota, quasi
senza saperlo, la sera prima della visita, prevista a conclusione della Via
Crucis. Subito non realizzai dove mi
trovavo. Dopo qualche istante capii:
io ero lì dove Gesù era morto per
tutti noi ed io, come un novello Didimo, mettevo la mia mano nell’incavo dove era la Sua Croce. Non
credo di aver mai provato un’esperienza emotiva simile ed ancora a
ripensarci mi viene la pelle spessa.
E dopo la Morte, la Risurrezione: la
visita al Santo Sepolcro, fulcro della nostra fede. Dice San Paolo che
se Cristo non fosse risuscitato dai
morti la nostra fede sarebbe vana.
Durante questo viaggio ci sono stati diversi episodi strani, non voluti,
casuali almeno in apparenza, che ci
hanno fatto vivere momenti straordinari. Certo è che questo pellegrinaggio, e ringrazio di cuore chi mi
ha sopportato, è indimenticabile. Indimenticabile e fondamentale averlo
fatto assieme alle persone con cui
condividiamo l’appartenenza alla
comunità parrocchiale; un viaggio,
anzi un pellegrinaggio, che credo
tutti dovrebbero fare almeno una
volta nella vita, perché tornando a
casa la nostra vita non è più la stessa.
Io che non ci volevo andare…
Germogli di uno
Non esiste un solo modo di vivere la fede: a seconda dell’età e della s
Siamo germogli diversi di u
Arriva l’autunno, ma per la parrocchia è primavera: fioriscono le attività dei
Li presentiamo tutti qui: tante piccole g
Catechismo dei ragazzi
Il 2 ottobre si festeggia in parrocchia l’apertura del nuovo anno catechistico.
Durante la celebrazione della Messa il parroco affiderà il “mandato” ai catechisti ed alle
catechiste che si impegnano, con l’aiuto del Signore, ad accompagnare e guidare i bambini
ed i ragazzi nel loro percorso di fede. È un segno concreto che ci ricorda che i catechisti
non agiscono a titolo personale, ma sono “mandati” appunto, dalla Chiesa.
La catechesi dei fanciulli e dei ragazzi nella nostra parrocchia coinvolge circa un centinaio
di famiglie; si articola in sei corsi, dall’annuncio ai più piccoli che frequentano la seconda
elementare, ai più grandi di seconda media che si preparano a ricevere il sacramento della
Cresima.
Un’accoglienza particolare è riservata ai “piccoli” di seconda elementare: l’incontro con i
bambini viene preceduto da cinque incontri con i genitori che sono invitati a prendere
coscienza delle motivazioni che li hanno portati a chiedere l’ iniziazione ai sacramenti per
i propri figli, a riscoprire le promesse fatte il giorno del battesimo, a condividere con i
catechisti questo delicato bellissimo compito.
Ciascun corso ha degli obiettivi specifici: per il primo anno oltre all’accoglienza c’è la
consegna delle preghiere fondamentali, in particolare il Padre Nostro. Seguono, rispettivamente, le grandi tematiche del cammino di fede: la Riconciliazione (2° anno) , l’Eucarestia
e la Messa (3°), la sequela di Gesù (4°) la Chiesa e la Confermazione (5° e 6°).
Oltre agli incontri settimanali, ai bambini vengono proposte numerose altre iniziative, alcune comuni a tutti i corsi, altre specifiche per la preparazione ai singoli sacramenti, altre
ancora legate ai momenti significativi dell’anno liturgico o alla “missione” che quest’anno
prenderà il via nella nostra parrocchia
È importante che i genitori maturino un atteggiamento positivo nei confronti delle proposte, accettandole come un dono speciale che viene offerto soprattutto ai bambini, ma
che può diventare occasione di crescita per tutta la famiglia. Se, diversamente, le occasioni
d’incontro vengono vissute solo come un impegno in più, il messaggio che passerà perderà
sicuramente in efficacia. Qualora ci fossero delle difficoltà, anche solo di ordine pratico, le
catechiste sono disponibili all’ascolto, i miracoli non li sanno fare …ma hanno tanta buona
volontà!
Ed è proprio nei rapporti con le famiglie che ciascun “team” di catechisti/e gioca la propria originalità: il cammino qui, lo facciamo più che mai insieme, offrendoci reciprocamente stima, fiducia, collaborazione. Tutto ciò può avvenire se ci crediamo e se creiamo
occasioni d’incontro per parlare dei vostri/nostri bambini, per dirci quelle cose profonde
per le quali non sempre troviamo altrove, uno spazio adatto. Ai genitori di ogni corso
vengono inoltre proposti degli incontri tenuti da don Marco relativi alle tematiche di catechesi approfondite dai bambini .
Oltre a ciò che sapremo comunicare a parole speriamo che passi ai bambini questo messaggio: “Io mi prendo cura di te non perché sei bello e simpatico, ma perché il Signore ti
ha affidato a me!”
Buon anno catechistico, dunque! “Sì, ma insieme!”
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o stesso albero
di Simona Currà, Sara Mazzei, Daniela Vidale, Sara Vitetta
situazione personale ognuno di noi ha “esigenze spirituali” differenti.
un unico bellissimo albero!
i gruppi che accompagnano grandi e piccini nel proprio percorso spirituale.
gemme che fioriranno e daranno frutto!
Adolescenti
Gruppo XS
Il gruppo degli adolescenti propone ai giovani della parrocchia, di età compresa tra i 16
e i 20 anni, momenti di condivisione, di riflessione e di preghiera, e campi estivi in cui
si vivono forti ed intense emozioni. Abbiamo
intrapreso un cammino, un accompagnamento nel quale un ruolo importante è svolto dai
nostri educatori Gaelle, Armando e Monica.
Il gruppo è a completa disposizione della
parrocchia: l’anno precedente ha partecipato
all’allestimento del presepe e a diverse giornate con i ragazzi del catechismo.
Gli incontri
Quando: tutti i venerdì e la sera di ogni seconda domenica del mese
A che ora: dalle 15:00 alle 17:00
Dove: Oratorio di S.Rosa
Persone di riferimento:
Gaelle 380.34.14.882
Armando 392.40.32.975
Monica 392.92.02.837
Se hai dai 13 ai 15 anni e tanto entusiasmo il
Gruppo XS è il posto giusto per te! L’esperienza è nata un paio di anni fa per riunire
tutti i ragazzi che, finito il catechismo, volevano continuare a rimanere vicino a Gesù, coltivare splendide amicizie e divertirsi all’insegna della SAN A...llegria! Nel lungo viaggio
per realizzare il Suo progetto su di noi, l’XS
ha una marcia in più! Provare per credere!
Gli incontri
Quando: 1,3 e 5 sabato di ogni mese
A che ora: 15,00
Dove: Oratorio di S.Rosa
Persone di riferimento:
Aldo 329.08.41.847
Sara 348.77.21.578
Contadini della vigna
Attenzione! Sei alla ricerca di risposte alle domande della vita? Senti il desiderio di conoscere
meglio e vivere la vita dello Spirito? Preghi e vai
a Messa la domenica ma ti sembra che ti manchi
qualcosa per essere felice? I Contadini hanno trovato la gioia di lavorare nella vigna del Signore per
gustarne i deliziosi frutti.
Ogni settimana un gruppo di persone dai 30 anni
in su si riunisce per condividere l’entusiasmo di
servire Gesù in un modo sempre nuovo. Vieni ad
ascoltare la voce dello Spirito Santo e a vedere
quali effetti sorprendenti produce!
Per completare l’opera dello Spirito, il primo venerdì del mese l’appuntamento alle ore 21.00 è
in Chiesa per partecipare insieme all’Adorazione
Eucaristica.
Gli incontri
Quando: tutti i venerdì
A che ora: 21,00
Dove:Villa Garnier
Persone di riferimento: don Marco 348.73.44.794
Atleti di Cristo
Il mondo vorrebbe anestetizzarci e renderci pigri, soprattutto spiritualmente, per farci adeguare
a lui... Niente paura, c’è un allenamento speciale
capace di riaccendere anche lo spirito più fiacco e sfiduciato: è quello degli Atleti di Cristo, un
gruppo di ragazzi dai 18 ai 30 anni, uniti nel desiderio di non lasciare intiepidire quella fiamma
che è l’Amore di Dio che arde naturalmente in
ogni cuore!
Gli incontri
Quando: 2, 4 e 5 sabato di ogni mese
A che ora: 21,00
Dove:Villa Garnier
Persone di riferimento: don Marco 348.73.44.794
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Ricordi d'estate
Aneddoti e resoconti delle esperienze estive dei ragazzi
CampOrmea 2011
di Enrica Cabiati
Nel 2007 la prima esperienza, per
saggiare le forze disponibili e, soprattutto, la risposta dei ragazzi. A
quella ne sono seguite altre quattro,
ognuna con temi diversi, ma tutte animate dallo stesso entusiasmo.
L’età dei partecipanti è compresa
tra coloro che frequentano la terza
elementare fino alla terza media e
sono accompagnati dal Parroco, da
catechisti ed educatori, nonché da
alcuni ragazzi appena più grandi
che offrono il loro aiuto come animatori. Luogo di approdo è la casa
diocesana di Ormea che dispone di
ampi spazi sia esterni che interni . Le
giornate sono scandite tra momenti
di preghiera, di riflessione e di gioco.
Naturalmente sono previsti anche i
turni di servizio nelle camerate o in
refettorio, in cui i ragazzi, divisi per
squadre, imparano a d adeguarsi e a
collaborare tra loro.
Quest’anno si è svolto dal 11 al 17
luglio e gli iscritti erano ben 54! Il
tema, in occasione della ricorrenza
del centenario dalla morte di Padre
Giacomo Viale, è stato dedicato alla
scoperta di questo piccolo grande
frate che tanto si è prodigato per la
nostra comunità.
Attraverso la sua figura i ragazzi hanno potuto meditare sul dono della
vita, sul progetto che Dio ha per
ognuno di noi e che si svela giorno
per giorno; infine hanno scoperto
che Lui, nella sua infinita bontà, ha
donato a tutti, nessuno escluso, delle
qualità da mettere a disposizione del
prossimo!
Un’esperienza di fede ed un piccolo
seme posto nel cuore di ogni ragazzo che aspetta solo di essere curato e
fatto crescere...
Hanno detto...
C’è una grande pineta lassù
che ispira a vivere l’avventura del Campo Ormea. Stare
insieme, lontani dal chiasso, è
scoprire e riconoscere la presenza di Dio.
Laura
10 anni
È un tempo che richiede spirito organizzativo e passione
per i fornelli. Nel clima sereno tra pentole, sughi e contorni, c’era sempre occasione
di pregare. Gesù era l’ingrediente che non poteva mancare nella nostra cucina!
Brunella
capo-cuoca
Si era creata un’empatia che
non immaginavo possibile.
Subito alcuni ragazzi si lamentavano che si “calciava”
poco e si rifletteva troppo...
Ma alla fine hanno capito che
le cose che valgono costano fatica!
Armando
educatore
10
Tra le onde
17 agosto 2011
di Simone Panizzi
Con l’uscita in barca del 17 agosto
il Gruppo XS è diventato “ciurma”
per un giorno!
Obiettivo: stare a contatto con la natura e assaporare il tempo insieme.
Il sabato precedente, nell’incontro
abituale, avevamo fatto alcuni esercizi sulle percezioni e abbiamo voluto
ampliare questa stupenda esperienza
con un’esperienza in mare aperto.
Ci siamo trovati alle 18 al porto e,
dopo esserci divisi su quattro imbarcazioni, siamo partiti. Navigando
abbiamo sentito il vento che faceva
muovere la barca e le onde che la facevano saltare, l’odore salmastro del
mare e lo scroscio delle onde sullo
scafo.
Di questi tempi ascoltare la natura ci
sembra una cosa difficile e stupida,
ma, se oltrepassa il pregiudizio, si capisce che è un’occasione per riscoprire emozioni dimenticate.
Ci siamo lasciati prendere dall’esperienza e ci siamo divertiti a governare la barca, rincorrere gli altri e
farci fare le foto da don Marco. Scesi
a terra abbiamo mangiato tutti assieme e abbiamo detto la preghiera
conclusiva della giornata. Il tempo è
trascorso veloce, tra risate e scherzi,
finché non è stato tempo di tornare
a casa.
Porto nel cuore un bellissimo ricordo di questa esperienza, perché
per me era una cosa completamente
nuova e stupenda. E sono convinto che anche i miei amici provano
lo stesso: si leggeva loro in faccia la
gioia dello stare soli con il mare, in
compagnia del gruppo, con la pace
e la gioia che riempivano i cuori.
Pratovecchio
25 luglio - 1 agosto
Il 25 luglio, noi ragazzi del Gruppo
XS siamo partiti per il campo estivo
in Toscana, destinazione Pratovecchio, piccola cittadina del Casentino,
in provincia di Arezzo.
All’alba eravamo pronti sulla spianata del Capo, curiosissimi di scoprire
e vivere la nostra nuova avventura.
Ci siamo imbarcati su due pulmini.
Il viaggio è stato divertente, le ore
sono passate in fretta! Eravamo 11
ragazzi con 4 animatori.
Una volta arrivati a destinazione, abbiamo fatto un giro di “ispezione”
del paese e i pochi abitanti erano
stupiti di vedere dei “turisti” girare
per le vie!
Ci hanno ospitato le suore di clausura del Convento Domenicano,
nella loro “foresteria”.
Abbiamo subito stretto un rapporto
molto familiare con loro e in poco
tempo ci siamo adattati alle loro abitudini e al loro ritmo quotidiano.
La settimana era composta da preghiere, riflessioni, “pomodori” (così
chiamavamo le nostre attività: 25
minuti di ascolto e concentrazione
seguite da una breve pausa di 5 minuti) pranzi e cene molto succulenti,
uscite e divertimento.
Abbiamo visitato il Santuario dei
Francescani a La Verna e Romena,
una Chiesa.
La giornata a La Verna, monte su cui
S. Francesco ricevette le stigmate, è
Limone
5 - 7 settembre
di Marta Balduinotti e Silvia Vivaldi
di Sara Piantoni
stata caratterizzata da assoluto silenzio, per poter riuscire a meditare in
tranquillità. Non è stato semplice
mettere a tacere sia la lingua che i
nostri pensieri per poter rimanere in
ascolto della voce dello Spirito.
A Romena abbiamo incontrato don
Gigi, sacerdote che ha dato vita a una
Comunità dove accogliere e ascoltare le persone “ferite” dalla vita e dagli sbagli per dar loro speranza: ci ha
lasciati senza parole. Eravamo tutti
molto attenti al suo racconto, prima
di sé, poi della vita in generale. Una
persona molto schietta che va dritta
al punto.
Gli argomenti delle conversazioni
guidate da don Marco erano tratti
da Filotea, (nostro libro guida nelle
riflessioni) e anticipavano sempre le
meditazioni, che, di solito, si facevano in Chiesa; per agevolarci, Don
Marco, ci porgeva delle domande a
cui noi cercavamo di rispondere e su
cui dovevamo pensare.
Accanto a tutto questo riflettere abbiamo avuto momenti intensi di gioco e un intero pomeriggio di “San
Allegria”: con gli animatori, Aldo,
Sara,Valeria e don Marco, siamo stati
al fiume, dove ci siamo divertiti tantissimo! Anche se eravamo in piena
estate, l’acqua era gelida! Ma nulla ha
fermato il gruppo XS che nonostante i brividi, si è tuffato con entusiasmo nelle acque dell’Arno!
Nei giorni dal 5 al 7 settembre si è
svolto nella casa diocesana di Limone un mini campo per i ragazzi dalla
prima media alla seconda superiore. L’obiettivo del campo, in sintonia con la programmazione annuale
della parrocchia, è stato quello di far
riflettere i ragazzi sui doni del Creato.
Il lunedì, dopo il viaggio in treno, si
è svolta la prima attività, ovvero fotografare tutti i segni cristiani sparsi
tra le vie della città di Limone.
Nel pomeriggio i lavori sono continuati riflettendo insieme sulle motivazioni che hanno spinto i ragazzi a
partecipare all’iniziativa.
Il giorno successivo, dopo la preghiera delle lodi mattutine, tutti pronti con lo zaino in spalla per
gustare dal vivo la meraviglia della
natura. Durante il cammino si è effettuato un esercizio sulle sensazioni
coscienti: porre cioè l’attenzione al
movimento del nostro corpo, osservare ciò che ci circonda e ascoltare con attenzione; tutto questo per
mantenere la concentrazione. Nel
pomeriggio l’esperienza è culminata
con la visita all’Alpe Papa Giovanni.
Don Bebbe, il responsabile dell’oasi, ci ha spiegato tutta la simbologia
di quel posto incantevole; infatti ciò
che colpisce più di tutto, è ritrovarsi
in un’atmosfera calma e silenziosa,
dove regna l’ordine e l’armonia.
Il campo si è concluso, l’ultimo
giorno, con una riflessione sull’importanza della formazione cristiana
anche dopo la cresima ed il lancio di
una nuova proposta di gruppo. Nonostante piccoli fuori programma, il
campo, seppur breve, è stato vissuto
da tutti molto intensamente e con
tanta serietà, sia nelle attività e riflessioni che nei giochi, creando un
forte senso di gruppo.
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In piazza con
la Maddalena
di Luisella Carbone
22 luglio: dopo la Messa solenne, accompagnata dal coro parrocchiale,
cena comunitaria nell’Oratorio di S.
Rosa. Dalle 21.00 in poi… festa in
piazza!
Una serata dedicata a S. Maria Maddalena, a cui è intitolata la chiesa di
Bordighera alta, ma anche motivo di
aggregazione e occasione per stare
insieme come vera Comunità.
Hanno allietato la serata il Coro S.
M. Maddalena e la compagnia stabile di Bordighera. Ospiti speciali i
ragazzi del Sermig, Servizio Missionario Giovani, che hanno illustrato
la loro missione: sconfiggere la fame
con opere di giustizia e di sviluppo,
vivere la solidarietà verso i poveri,
dedicare una speciale attenzione ai
giovani cercando insieme a loro le
vie della pace. A Torino, in un arsenale di guerra è nato un “arsenale
di pace”, grazie ai “si” di molti che
mantengono viva una fraternità che
crede nel disegno di Dio e cerca di
essere vicino all’uomo del nostro
tempo.
Durante la serata sono state anche
proiettate due sequenze di diapositive del CampOrmea 2011. Nella
piazza si respirava la gioia dell’essere
insieme. Pensavo a Padre Giacomo
che si prodigò, dando tutto se stesso,
per costruire la comunità.
Nel catechismo si legge: ”dove c’è
il popolo di Dio raccolto, dove il
grido è elevato a Dio con un cuore
solo “là c’è qualcosa di più”: l’unisono degli spiriti, l’accordo delle anime, il legame della carità, le preghiere dei sacerdoti”.
Quella sera, in Piazza del Popolo, c’è
stato questo “ qualcosa di più”.
Madonna della ruota
di Franco Zoccoli
Entro sempre con emozione nella
chiesa della Madonna della Ruota. In
questo nostro antico luogo di culto,
amo socchiudere un attimo gli occhi
per pensare a quante persone vi sono
entrate nel tempo a pregare, a chi l’ha
voluta edificare, ai mitici Cavalieri di
Rodi, ai numerosi pellegrini che vi
avranno fatto sosta, a chi nel tempo
la custodiva o a chi vi sarà entrato
soltanto per recitare una prece o per
implorare una grazia...
Ci siamo recati numerosi a questo appuntamento per ricordare la
Vergine, nel giorno della Madonna della Neve, il 5 agosto. Abbiamo
potuto ammirare oltre la chiesa, una
delle strutture sacre più antiche dei
nostri luoghi, anche opere d’arte di
grande pregio: la splendida statua in
marmo bianco raffigurante appunto
l’Annunciazione, gli stucchi che la
contornano e i relativi grandi medaglioni che occupano le pareti laterali,
una lapide a ricordo di un’indulgenza plenaria concessa da Pio VII tangibile traccia del suo passaggio per
queste terre, ed una serie di antichi
banchi di antica e preziosa fattura.
Chissà che socchiudendo ancora per
un attimo gli occhi, qualcuno di noi
non abbia scorto, proprio seduta lì
accanto, in uno di quei grandi banchi tra una grande quantità di cuscini per la gamba fratturata Miss
Lucy con accanto il Dottor Antonio
mentre assistono alla Santa Messa
celebrata da Padre Giacomo Viale.
La Casa del Mattone è a pochi passi
e senza dubbio questi personaggi sia
fantastici che reali in questa chiesa vi
saranno entrati.
Le comunità d' U valun du Sciasciu
ancora in festa!
Domenica 2 ottobre saremo di nuovo insieme...
...per gustare un favoloso pranzo a base delle prelibatezze portate da
ciascuno e la gioia di essere comunità!
Cosa bisogna fare:
~ preparare una propria specialità culinaria e portarla in mattinata
all’oratorio di Santa Rosa
~ partecipare alle funzioni religiose in onore della Madonna del Rosario (ore 10,45 Processione e S. Messa)
~ presentarsi alle 12,30 in Piazza Padre Giacomo (muniti di bavagliolo
se avete paura di macchiar la camicia della festa con il sugo degli spaghetti)
Non prendere impegni fino alle 17,00 per proseguire il divertimento
con i giochi pomeridiani per tutti proposti dal gruppo dei giovani
della parrocchia!
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La Festa del mare...
è andata in porto!
Ma che bella
giornata...
di Franco Zoccoli
di Franco Zoccoli
Buona anche la seconda!.. È andata
in porto, e non è soltanto una metafora. La seconda festa del mare è iniziata con una suggestiva processione
notturna che ha portato i fedeli a
ripercorrere la via Stella Maris tra
i giardini sottostanti il capo fino al
porto, davanti alla statua della Stella del Mare posta alla sommità della
diga foranea. Domenica 7 agosto,
durante la Messa (A Mesa Granda
) delle undici, nel momento dell’offertorio è stato donato al celebrante
il pescato, secondo un antico costume che si era perduto nel tempo.
Molti anni fa i pescatori donavano
all’Abate la quarta parte del pesce
pescato nei giorni festivi perché affrontasse le spese di approvvigionamento dell’olio della lampada votiva che ardeva perennemente nella
chiesetta di Sant’Ampelio. Venivano
anche pagate le piccole spese di
manutenzione della chiesetta. Rifacendoci all’antica usanza il pescato
offerto quest’anno nella “domenica
del mare” è stato poi venduto ... a
l’incantu ... sul sagrato della chiesa
ed i risultati sono stati soddisfacenti. Nel pomeriggio, dopo una breve
preghiera e la benedizione impartita alla gente di mare, ai diportisti,
a tutti gli intervenuti e alle imbarcazioni, si è preso il mare per una
breve parata lungo la costa. Ci si è
fermati poi per ricordare la vecchia
tradizione dei pescatori quando
transitavano nelle acque prospicienti
la chiesetta di Sant’Ampelio. Il capo
barca si alzava in piedi, si scopriva
il capo, recitava un Padre Nostro e
l’equipaggio rispondeva con la formula “Buon passaggio buon viaggio; questo ed altro se Dio vorrà”.
Terminata la piccola crociera, tutti
in porto per un momento di convivialità e di comunità. Grazie a don
Marco (parroco velista) , al diacono
Achille, ai diportisti che hanno messo a disposizione le loro imbarcazioni, al Presidente dello Yacht Club
Sant’ Ampelio Fernando Parmeggiani che ha messo a disposizione
la sede del club, al rappresentante
dei marinai in congedo che sempre
ha presenziato con lo stendardo, al
sott’ufficiale della guardia costiera e
all’equipaggio che hanno vegliato
su tutti in modo che non vi fossero
momenti di pericolo, ai pescatori
professionisti: Jerry, Francesco, Saro,
Rocco e Pino, ai dilettanti ... Piero,
Donato ed Enrico, alla Motonautica
Guglielmi…
13
…E una bella giornata è stata sicuramente il 18 settembre, giorno della gita comunitaria, esperienza che
si ripete ormai da qualche anno ed
è dedicata a tutti i collaboratori e a
chiunque voglia sentirsi parte integrante delle parrocchie du Valun du
Sciasciu.
Quest’anno la meta è stata Albenga, antica città del ponente ligure, la
cui storia è stata ricca di momenti di grande splendore e oblio. I tre
pullman hanno portato i pellegrini
a pochi passi dalla cattedrale ingauna
dedicata a San Michele per ammirarne tutto l’austero splendore e le
opere d’arte qui custodite.
Suggestivo l’adiacente battistero protoromanico, in cui si può ammirare
uno splendido mosaico ricco di simbolismi religiosi, che il parroco della
parrocchia ospitante ha illustrato.
Dopo la S. Messa, celebrata in Cattedrale da don Marco, l’allegra comitiva si è recata poco lontano dove
la attendeva il pranzo, consumato in
grande allegria.
Alle 17 tutti ai Vespri in un piccolo
santuario dedicato alla N.S. di Pontelongo e, una volta terminato, di
nuovo in viaggio per il ritorno.
Arrivederci all’anno prossimo sempre più numerosi!
Cara vecchia Europa... Recensioni
di Giusy Bianchi
Tratto da Con parole mie Raiuno
Tutti al mare per diventare neri di
pelle. Francamente mi interessa
poco l’abbronzatura dell’euroepidermide. Penso invece a chi nasce
nero di pelle in quell’altro continente, altrettanto vecchio come te,
cara vecchia Europa. Penso all’Africa. Qualche tempo fa era partito
un tuo contingente, in aiuto della
Repubblica Democratica del Congo. Non se ne è saputo più niente.
Erano partiti armati, in prevalenza
francesi, per andare a mettere ordine
in un paese nel quale è normale girare armati, ed è altrettanto normale
se a girare armati sono guerrieri ragazzini. Il contingente europeo, era
partito armato, per restituire l’infanzia a quei soldati ragazzini, neri di
pelle e con gli occhi induriti dalla
vita. Mia cara vecchia Europa, che
fine ha fatto quella guerra con tanti
morti? Loro non vanno mai in scena, non si fanno rappresentare in televisione, quindi non esistono per la
coscienza del nostro vecchio mondo, una coscienza catodica, pronta
ad indignarsi di fronte ad immagini
di violenza, per poi cambiare subito canale con il telecomando e nel
giro di un secondo passare dall’indignazione al divertimento, nel nome
dello spettacolo sempre pronto a
continuare. Per fortuna che qualche
uomo è andato al di là della TV, ed
ha visto morire per strada quei ra-
Scrittori cercasi!
Il giornalino A3Voci
cerca nuovi “giornalisti”
per raccontare
la vita della parrocchia,
ma anche per condividere idee,
esperienze, riflessioni...
Tutti, grandi e piccini,
siete invitati a scrivere:
fate sentire la vostra voce!
gazzini a cui i grandi non affidano
giocattoli ma un kalashnikov, raccomandando di farne buon uso, cioè
di uccidere. Quei ragazzini guerrieri
sparano, uccidono per vivere. Però
quegli occhi invecchiati a dodici
anni, quei ragazzini guerrieri neri
di pelle, una volta disarmati dai soldati europei, tornano a disegnare la
mamma accucciata davanti alla porta
di casa mentre pesta la manioca.
Vedi mia cara vecchia Europa, in
questo mondo misurato in pollici e
venduto a peso d’oro è sempre più
difficile pensare alla sofferenza altrui,
specie se questa sofferenza non fa
notizia. Vorremo quindi sentire ancora parlare di quei tuoi soldati. Che
fine hanno fatto? Sono rientrati? Mi
auguro che rientrino tutti sorridenti, dopo aver restituito il sorriso
a quei guerrieri ragazzini dagli occhi assenti, che troppo spesso hanno smesso di rincorrere i grilli per
i campi, per finire nei campi di battaglia, schiavi dei grilletti delle armi
automatiche.
Suor Margherita
di Giancarlo Pignatta
E’ partita in sordina a svolgere la sua
missione da un’altra parte, senza che
noi la ringraziassimo per la preziosa
opera svolta in cinque anni presso
la Casa di Riposo San Giuseppe. Le
varie suore delle diverse congregazioni che operano all’interno della
nostra Parrocchia diventano, durante
la loro permanenza in Paese, quasi di
famiglia e sarebbe bello accoglierle
e salutarle quando ci lasciano, come
appunto si usa nelle famiglie. Suor
Margherita è stata mandata a dirigere una casa nel Veneto. A lei auguriamo ogni bene e nel ringraziarla
del lavoro svolto per la nostra Comunità, speriamo di rivederla ancora
a Bordighera.
14
di Agostino Pepe
La Tua PAROLA mi fa vivere
di Raniero Cantalamessa
Edizioni Ancora, pagg. 131
€ 11,00
Padre Raniero Cantalamessa ci offre la possibilità di vivere la bellezza
della parola di Dio attraverso il versetto del Salmo 119: la tua parola mi
fa vivere. Evidenzia un Dio che parla agli uomini sin dalle origini, con
varie espressioni: “Dio disse ad Adamo”, “così parla il Signore”, “dice il
Signore”. Nel Nuovo Testamento il
Vangelo di Marco inizia: “Il tempo è
compiuto e il Regno di Dio è vicino,
convertitevi e credete al Vangelo”.
(Mc 1,14s). La contemplazione della
Parola ci procura le due conoscenze più importanti per avanzare sulla
strada della sapienza: la conoscenza
di sé e la conoscenza di Dio. La conoscenza di Dio senza la conoscenza
di sè porta alla presunzione; la conoscenza di sé senza la conoscenza
di Dio porta alla disperazione. “Che
io conosca me e che io conosca te
– diceva a Dio Sant’Agostino – che
io conosca me per umiliarmi e che
io conosca te per amarti”. Nel libro
si mette in risalto l’importanza della
pratica della Parola che è la cosa che
sta più a cuore a Gesù: “Mia madre
e miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in
pratica” (Lc 8,21); senza questo “fare
Parola” tutto resta illusione e costruzione sulla sabbia.
Parole in versi
Pensiero a Sant’Ampeglio
di Pierino Musolesi
Brilla in cielo una stella.
E’ un cielo tepido e pallido
ed il lucore del firmamento
chiama a raccolta gentili pensieri
su quella stella…
Non è lontana,
è molto vicina a chi la guarda,
a chi la osserva, tanto vicina
quasi a toccarla con mano.
E’ una stella la cui luce sovrana
rischiara la mente di un popolo,
di gente comune,
di gente che ha chiamato a sé
come maestra, protettrice,
la luce di un Santo.
E Tu sei venuto al suo richiamo
o Ampeglio con le sembianze
di una stella;
una stella che tutt’ora brilla
su questo popolo
e chiede a Te sostegno,
insegnamento, protezione…
Veglia su questo popolo
che ti ama, ti implora
con una semplice, piccola
piccolissima preghiera…
Anagrafe
Battesimi
Matrimoni
Bordighera alta
Hennion Eric
Chambers Virginie
sposati il 16/07/2011
Franco David Jody
Gazzelli Giada
sposati il 23/07/2011
Sanzone Salvatore
Fera Valentina
sposati il 27/08/2011
Speranza Domenico
Varone Loredana
sposati il 03/09/2011
Beirowski Bogdan
Babetto Elisabetta
sposati il 04/09/2011
D’Arco Alessandro
Antoniol Stefania
sposati il 10/09/2011
Seborga
Silvestro Marco Luigi
Farano Marianna
sposati il 10/09/2011
Gorni Flavio
Rebaudengo Emanuela
sposati il 17/09/2011
Defunti
Mantè Ivana
84 anni
deceduta il 11/07/2011
Allavena Annunziata
87 anni
deceduta il 18/08/2011
Bordighera alta
Vignetta Edoardo Silvio
91 anni
deceduto il 28/08/2011
Zimmermann Lois Wilhelmine
Fay
battezzata il 03/09/2011
Valente Giuseppe
60 anni
deceduto il 06/09/2011
Allavena Matteo Vittorio
battezzato il 11/09/2011
Ferrari Jole
101 anni
deceduta il 15/09/2011
Sasso
Loraschi Pietro
battezzato il 14/08/2011
Paolini Paolina
80 anni
deceduta il 18/09/2011
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A 3 Voci
Anno I - Numero 5
24 settembre 2011
A cura delle Parrocchie
d’ U Valun du Sciasciu
Bordighera - Sasso - Seborga
Tiratura: 300 copie
Distribuzione gratuita
Direttore responsabile:
don Marco Gasciarino
Coordinamento redazionale:
Carmen Etienne Molinari
Redazione:
Giusy Bianchi
Achille Grassi
Agostino Pepe
Giancarlo Pignatta
Valeria Rivella
Franco Zoccoli
Altri autori dei testi:
Marta Balduinotti
Milvia Berardi
Enrica Cabiati
Luisella Carbone
Simona Currà
Claudio Gazzoni
Raffaella Moro
Simone Panizzi
Sara Piantoni
Roberto Tesorini
Daniela Vidale
Silvia Vivaldi
Grafica:
Sara Vitetta
Fotografie:
Claudio Gazzoni
La corrispondenza
e altro materiale cartaceo
possono essere inviati a:
A 3 Voci
Parrocchia S. Maria Maddalena
Via Pompeo Mariani, 18
18012 Bordighera (Im)
La spesa sostenuta
dalla parrocchia
per la stampa di ogni copia
è di € 2,00.
Prossima uscita: 17 novembre 2011
Prossimi appuntamenti
Mese di ottobre: Il fine per il quale siamo creati
Parrocchia S. M. Maddalena - Bordighera Alta
7 ottobre (1° venerdì del mese)
ore 21,00 - 22,15 Adorazione Eucaristica
Iniziative per la Festa della Madonna del Rosario
25 settembre - 1° ottobre
Novena di preghiera per la comunità
7,00Esposizione Eucaristica - Ufficio delle Letture
8,00Lodi Mattutine
8,45 Ora Media e conclusione dell’adorazione
18,30 S. Messa (anche mercoledì 28 settembre)
e Adorazione Eucaristica silenziosa
19,30 Conclusione dell’adorazione e Benedizione
12 ottobre (2° mercoledì del mese)
ore 18,30 - 19,15 Catechesi sul tema mensile
Sabato 22 e Domenica 23 ottobre
Giornata missionaria mondiale
Sabato 8 Ottobre
ore 15,00 – 18,30 Festa della catechesi:“Mandato” ai catechisti
Parrocchia Madonna Miracolosa (Taggia)
Mese di novembre: I benefici di Dio
4 novembre (1° venerdì del mese)
ore 21,00 - 22,15 Adorazione Eucaristica
9 novembre (2° mercoledì del mese)
ore 18,30 - 19,15 Catechesi sul tema mensile
Sabato 12 e Domenica 13 novembre
Giornata di Ringraziamento per tutti i benefici ricevuti,
con l’offerta da parte di ciascuno (all’inizio di tutte le
Messe) dei prodotti della terra e del nostro lavoro.
Domenica 6 novembre 2011
Giornata unitaria per i ragazzi e le famiglie del catechismo
Venerdì 7 ottobre
Festa liturgica della Madonna del Rosario
18,00 Santa Messa in latino secondo il rito tridentino
Parrocchia S. Martino Vescovo - Seborga
Mercoledì 5 ottobre
Memoria della morte di S. Ampelio
18,30 Santa Messa nella chiesetta di Sant’Ampelio
Santa Messa festiva
Riprende dal 1 ottobre l’orario invernale:
ore 17,00 - ogni sabato e vigilia di feste
Parrocchia SS. Pietro e Paolo - Sasso
Sabato 1 ottobre
Omaggio alla Madonna del Rosario
ore 16,30 Recita del Rosario meditato
ore 17,00 S. Messa
Domenica 2 Ottobre
Solennità della Madonna del Rosario
Grande festa della comunità!
9,30 Presentazione del programma annuale del catechismo e ritiro iscrizioni nell’oratorio
di San Bartolomeo.
10,45 Processione con la Madonna del Rosario
e S. Messa Solenne
12,30 Pranzo in piazza Padre Giacomo insieme a tutta la comunità d’U Valun du Sciasciu (Pastasciutta per tutti! Ognuno condivide
una propria specialità portandola a S. Rosa)
14,00 Pomeriggio di giochi per tutti
17,00 Merenda a conclusione della giornata
Festa per la ripresa del catechsimo
Domenica 16 ottobre
ore 10,00 S. Messa di inizio anno catechistico,
processione con la Madonna del Rosario
e brindisi a Casa Bianca
Giovedì 13 ottobre
Il parroco incontra la comunità di Seborga
ore 20,45 Programmazione degli appuntamenti
e delle attività comunitarie dell’anno (in chiesa)
Giovedì 6 Ottobre
Il parroco incontra la comunità di Sasso
ore 20,45 Programmazione degli appuntamenti e delle
attività comunitarie dell’anno (in chiesa)
Venerdì 11 novembre
Festa patronale di S. Martino vescovo
ore 10,30 Santa Messa Solenne
ore 15,30 Processione per il paese
Visita ai cimiteri
Lunedì 31 ottobre
ore 16,30 Visita e benedizione del Cimitero di Seborga
Cappella di S. Marcellina - Negi
Mercoledì 2 novembre
ore 15,00 S. Messa al Cimitero di Bordighera (Arziglia)
ore 15,00 S. Messa al Cimitero di Sasso
Nei mesi di ottobre e novembre
la S. Messa è anticipata al 2° mercoledì
(12 ottobre e 9 Novembre) alle ore 16,30
Commemorazione dei fedeli defunti (vedi box a pag. 4)
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