In crescita le buone pratiche nelle piccole e micro imprese

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In crescita le buone pratiche nelle piccole e micro imprese
PERIODICO MENSILE DELLA CONFARTIGIANATO IMPRESE PROVINCIA DI LODI ­ ANNO XXXIII ­ N° 11 ­ DICEMBRE 2011
Botte piena
e volpe ubriaca
MASSIMO FORLANI*
G
iovani e lavoro. Bel guaio. Mi ricordo il primo colloquio di lavoro che feci, avevo 22 anni, finito il militare da un paio di mesi, un diploma, 2 anni di università con la testa da un’altra parte, e tanto tempo
dedicato a gareggiare con la moto, con risultati anche buoni ma certo non sufficienti da farci un lavoro. Colloquio fatto con l’ing. Schiavi di Lodi. Finito l’incontro mi sentivo un cretino, un buono a nulla, uno scansafatiche. Diciamo che non aveva visto nulla di interessante in me, o meglio io non ero stato in grado di fargli vedere nulla di interessante. Ci misi un bel po’ di tempo a convincermi che era
Schiavi a sbagliarsi. E a me è andata bene, certo molto
meglio di molti ragazzi di oggi che con diploma o laurea in
tasca non trovano non solo la loro strada, ma neppure un
sentiero da dove cominciare.
***
Creare lavoro non è facile. Non è facile fare impresa in Italia, figuriamoci a Lodi e dintorni. Ancora più difficile se poi
il fare impresa è agli ultimi posti della propria agenda politica, perché solo così si spiega il fatto, ad esempio, che a
Lodi in 10 anni si è riusciti a partorire una zona industriale
come il PIP di San Grato con vie strette e asfalti rotti, pochi
o nessun servizio pubblico e un accesso da far invidia a
Dedalo. E chi ci dovrebbe venire?
Eppure business che “tirano” ci sono anche in Italia. Imprenditori (pazzi furiosi
probabilmente) che credono che in questo Paese
si possa fare impresa ci
sono ancora.
Si tratta di investire in
uomini e mezzi per intercettare le necessità di
questi business e di questi
imprenditori, proporsi
come interlocutori, spianare la strada, mettere
anche soldi per costruire
gli immobili se serve. Insomma fare sistema fra
Comuni, Provincia, istituzioni e associazioni, e soprattutto non fare troppo i
sofistici, evitando di alzare barricate contro questa
e quella attività, perché
con un po’ di buon senso
e di misura una soluzione
si trova sempre se si vuo- Massimo Forlani
le.
Del resto qualcuno contro lo si trova sempre: contro la
chimica, contro il fotovoltaico, contro le serre, contro gli
outlet, contro la logistica. E questi qualcuno poi trovano
sempre pseudo politici, uomini o donne, pronti a cavalcare
il malcontento di pochi, gente che non avendo alcuna personale visione si attacca in modo parassitario alle (non)
idee degli altri.
Che sia l’industria o la logistica ben vengano, perché magari porteranno via terreno agricolo, ma vero è che la
maggior parte delle nostre attività agricole stanno in piedi
economicamente grazie ai contributi della Comunità europea, e non sono certo queste le attività che attirano i nostri
giovani disoccupati, purtroppo. Tanto che poi, i terreni li
vendono gli agricoltori e non certo sotto la minaccia di una
pistola alla tempia, e se lo fanno una ragione ci sarà pure.
***
E a tutti quelli “contro”, quelli che vogliono avere un bel
giardino fuori dalla porta, senza capannoni, senza serre e
senza fotovoltaico, dove fare passeggiare i nostri figli o
nipoti (disoccupati), rammento che senza le risorse che
arrivano dalle imprese molto presto non ci saranno neppure i soldi per mantenerlo il giardino, e allora da Terra Buona il Lodigiano diventerà Terra Buona a Nulla …se non a
lamentarsi.
In crescita le buone pratiche nelle piccole e micro imprese
Famiglia e lavoro,
una conciliazione
ancora difficile
Nostra inchiesta da pagina 2 a pagina 5
*Presidente Confartigianato
Imprese Provincia di Lodi
SOMMARIO
Il “Bruno Lenta”
e un fatturato
da primato
per la Audio Ohm
SERVIZIO A PAGINA 4
La Camera
di Commercio
premia
Bassanetti
SERVIZIO A PAGINA 9
Crisi e nessun
sostegno dalla
politica per
l’autotrasporto
SERVIZIO ALLE PAGINE 12-13
Pieve Fissiraga
non vuole
allargare il polo
produttivo
SERVIZIO A PAGINA 16
La Presidenza,
la Segreteria Generale,
la Giunta esecutiva
e il Consiglio,
i dipendenti e collaboratori
della nostra Associazione
porgono a tutti gli artigiani
e agli imprenditori lodigiani,
ai loro familiari
e collaboratori,
ai lettori de “Il Cittadino”
e del “Corriere Artigiano”
gli auguri davvero sinceri
di Buon Natale
e di un 2012 sereno
e fecondo
2 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano
Primo Piano
Dicembre 2011
Nella serata dedicata alla consegna del “Bruno Lenta” 2011
Reti, inventiva e... poche risorse
per aiutare le mamme che lavorano
LORENZO RINALDI
E’
possibile conciliare famiglia
e lavoro per le piccole-medie imprese, specie in un
momento di crisi e specie
per quelle realtà di carattere prettamente artigianale? Sembrerebbe di
sì, a patto di saper sfruttare bene le
poche risorse disponibili, saper creare delle “reti” tra aziende e istituzioni e, perché no, utilizzare anche
un po' di inventiva, qualità tipica degli imprenditori, spesso più portati a
creare che a scontrarsi con le mille
“scartoffie” della burocrazia. Per
evidenziare ciò che funziona (e che
può essere imitato da altre aziende)
e segnalare come sono state investite finora le risorse, Confartigianato Imprese della Provincia di Lodi
ha riunito attorno a un tavolo Giulio
Boscagli, assessore alla Famiglia e
alla Conciliazione di Regione Lombardia, Duccio Castellotti, presidente della Fondazione Banca Popolare
di Lodi oltre che vice presidente del
Banco Popolare e Anna Josè Buttafava, imprenditrice e consigliere Il tavolo dei relatori nella sede della Camera di Commercio: da sinistra, Castellotti, Forlani, Boscagli, Buttafava e la giornalista Caterina Belloni
provinciale di Confartigianato. A
condurre il dibattito, andato in sce- di stiratura garantita dall'azienda scorsi mesi ha aperto un bando per menti di conciliazione e sostegno alna mercoledì 30 novembre nella sa- alle dipendenti. Un'idea che è stata finanziare buone prassi di concilia- le mamme che lavorano, dai voula consiglio della Camera di com- la stessa Buttafava a spiegare: zione - ha raccontato l'imprenditrice cher destinati al supporto economimercio di Lodi, il caposervizio del “Faccio parte del gruppo Donne Im- - e a questo punto abbiamo deciso co delle mamme lavoratrici in cassa
quotidiano “il Cittadino”, Caterina presa di Confartigianato e molte di approfittarne, puntando a fare re- integrazione a progetti molto più inBelloni. La quale, andando subito volte mi sono trovata a confronto te e dando vita a un progetto nuovo. novativi”.
all'aspetto pratico del problema, ha con modelli e progetti di conciliazio- L'idea è dare la possibilità alle di- Secondo l'assessore Boscagli, le
affermato senza esitazioni che “la ne famiglia-lavoro. Tuttavia servizi pendenti di usufruire di un servizio buone pratiche e le iniziative finalizconciliazione famiglia-lavoro (cioè come il nido e la lavanderia interna, di baby parking già esistente a Co- zate alla conciliazione famiglia-lala possibilità di “incastrare” con sod- presenti in diverse multinazionali, dogno, soprattutto nelle ore extra voro si inseriscono a pieno titolo nel
disfazione i tempi di lavoro in azien- non mi sembravano alla portata del- scolastiche e il sabato, quando loro cosiddetto sistema di “welfare
da e quelli da dedicare ai familiari, le piccole-medie imprese. Per un sono al lavoro ma i bimbi sono a ca- aziendale”, su cui sarà sempre più
soprattutto i figli, ndr) è oggi un fat- certo periodo dunque mi sono senti- sa. Non sempre infatti sono disponi- importante puntare nel futuro.
tore strategico per le imprese, so- ta un po' esclusa da questo tipo di bili i nonni oppure il marito. Poi ab- L'analisi dell'assessore regionale,
prattutto per le piccole-medie im- progetti, poi sono state le mie stes- biamo pensato di allargare questa per quanto stringata, è risultata
prese, perché permette di lavorare se dipendenti a far nascere l'idea idea, ampliando il servizio alle clien- molto efficace: oggi il sistema tradicon maggior serenità”. “Le aziende dello stiro-amico. Un'idea che alla ti. Infine, siamo andati oltre, esten- zionale di welfare non regge più dal
che hanno buone pratiche di conci- prova dei fatti si è rivelata facile da dendo ulteriormente il servizio, fino punto di vista economico e dunque
liazione - ha aggiunto la giornalista realizzare. Lanciando questo pro- a comprendere i clienti degli altri va riformulato. Accanto alle tutele
sociali garantite dallo Stato è neces- diventano inoltre attrattive per le getto, il timore era accrescere la bu- negozi del centro di Codogno”.
rocrazia:
un
timore
che
si
è
rivelato
Un
progetto
molto
ambizioso
dunsario inserire i servizi offerti dal termamme in gamba che sono nelle alque quello di Anna Jo- zo settore e dal “welfare aziendale”,
tre aziende”.
sè, atteso alla prova cioè quei sistemi di aiuto e sostegno
Serenità del personale
dei fatti, ma che per il (dall'asilo nido aziendale alle assi(che magari diventa Anna Josè Buttafava
momento ha già riscosanche più produttivo) e
IL CORRIERE ARTIGIANO DEL LODIGIANO
so il plauso dell'assescapacità di attirare le
ha
inaugurato
sore
regionale
Giulio
risorse umane migliori.
Periodico mensile di informazione
Boscagli. Che, interdella Confartigianato Imprese Provincia di Lodi
Sono soltanto due devenendo al convegno
gli effetti positivi della
­ Inviato gratuitamente a tutti i soci ­
presso
ANNO XXXIII ­ n° 11 ­ DICEMBRE 2011
promosso da Confarticonciliazione famigliagianato, ha innanzitutlavoro. Un tema che fiDIRETTORE RESPONSABILE
to sottolineato l'imporRenato Goldaniga
no a pochi anni fa semi suoi saloni
tanza degli “accordi
brava destinato a esseDIRETTORE EDITORIALE
territoriali” finalizzati a
re affrontato solo nelle
Vittorio Boselli
progetti di conciliaziodi bellezza
grandi imprese, che ad
COORDINATORE DI REDAZIONE
ne, “già sottoscritti in
esempio sceglievano di
Mauro Parazzi
tutte le province lomcreare nidi aziendali,
COMITATO DI REDAZIONE
l’esperienza
barde”. “La conciliaziosul modello dei paesi
Luigi Albertini, Lino Barbesta, Claudio Bianchessi,
ne
famiglia-lavoro
non
del Nord Europa. Ma si
Domenico Staffieri, Gianpiero Brunelli,
Alberto Ciusani, Laura Ferrari,
è un problema che ripuò parlare di conciliadello
“stiro-amico”
Antonio Gallinari, Enrico Grassi, Emanuele Lupi,
guarda unicamente le
zione anche a livello di
Nicola Peloso, Paolo Roda, Antonio Scarcella,
donne - ha aggiunto
Lorenzo Rinaldi, Andrea Bagatta, Francesco Cancellato,
artigianato. Lo dimoAldo Caserini, Paola Roverselli, Paola Rota
l'assessore Boscagli strano le iniziative atti- per le sue dipendenti
ma coinvolge spesso
va t e d a A n n a J o s è
DIREZIONE REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE
anche gli uomini. Per
Codogno ­ Via Garibaldi, 40
Buttafava nel proprio
[email protected]
campo professionale. Titolare di di- infondato, grazie anche alla consu- affrontarlo occorrono creatività e
STAMPA
versi saloni di bellezza nel Lodigia- lenza della Provincia di Lodi e al fi- inventiva e Regione Lombardia ha
Sigraf Spa ­ Treviglio (Bg)
no, la Buttafava ha una trentina di nanziamento del Dipartimento per deciso di muoversi proprio in questa
FOTOGRAFIE
dipendenti, in maggioranza donne, la famiglia della Presidenza del Con- direzione, andando a valorizzare le
Archivio Confartigianato ­ Archivio Il Cittadino
siglio
dei
ministri”.
buone
pratiche
già
presenti
nel
tesper le quali ha provato a declinare
REGISTRAZIONE
nel miglior modo possibile il concet- Lo “stiro-amico” non è destinato pe- suto imprenditoriale lombardo. Con
Autorizzazione tribunale di Lodi n. 128 del 28/03/1980
to di conciliazione famiglia-lavoro, rò a restare l'unica iniziativa di con- le poche risorse oggi a disposizione,
IDEAZIONE E REALIZZAZIONE GRAFICA
attuando in prima battuta il proget- ciliazione avviata nei negozi di Anna abbiamo proposto accordi territoPmp Srl
to “stiro-amico”: 3 ore la settimana Josè. “Regione Lombardia negli riali che contenevano diversi stru-
Dicembre 2011
Primo piano
Il Corriere Artigiano del Lodigiano- 3
L’assessore regionale Boscagli alla tavola rotonda di Confartigianato
Laconciliazionetrafamigliaelavoro
nonèpiùesclusivadellegrandiimprese
curazioni mediche) forniti direttamente dall'azienda presso cui si lavora.
“Il nostro sistema di welfare non tiene più - ha affermato l'esponente
della giunta Formigoni -: non ci sono
più risorse a sufficienza per finanziarlo interamente e occorre dunque
iniziare a ripensarlo. Il punto cruciale non sono tanto le pensioni, quanto il deficit demografico: oggi in Italia abbiamo molti anziani e troppi
pochi giovani in grado di lavorare e
finanziare pensioni ma anche servizi
sociali. E' un problema reale e per
affrontarlo dobbiamo puntare sul
pubblico e sul privato. Lo Stato continuerà a fare la sua parte, specie
per le situazioni più a rischio, ma
dobbiamo iniziare a guardare con
convinzione alle realtà del terzo settore. Ricordo ad esempio che in
Lombardia ci sono moltissime case
di riposo che fanno riferimento a
fondazioni, cioè soggetti del terzo
settore. Accanto allo Stato e al terzo settore, è necessario affidarsi al
welfare aziendale, cioè ai servizi
sociali offerti direttamente dalle
In primo piano il segretario generale di Confartigianato Imprese Provincia di Lodi Vittorio Boselli e il presidente della Fondazione Banca Popolare di Lodi Duccio Castellotti
imprese ai loro lavoratori. Un tempo gli
imprenditori che coIl presidente
L’assessore
struivano case per i
loro dipendenti erano considerati paterdella Fondazione
regionale
nalisti, oggi sarebbe
interessante esamidella Banca
alla famiglia
nare i loro modelli di
azione. La sfida da
vincere è molto chiaPopolare di Lodi:
Giulio Boscagli:
ra: unire pubblico,
privato del terzo settore e welfare azien«In un territorio
«Attenzione,
dale”.
Alle parole, tuttavia,
occorre spesso far
piccolo
la conciliazione
seguire i fatti. E per
ottenere risultati
come questo
coinvolge spesso
concreti servono
buone idee e risorse
economiche. Ne è
occorre fare rete»
anche gli uomini»
consapevole Duccio
Castellotti, presidente della FondaE la capacità di “fare rete” si dimozione Banca Popolare di Lodi,
stra la carta vincente. Anna Josè
organismo che nei suoi primi tre
Buttafava ha cercato di unire la
anni di vita ha distribuito circa dieci
propria realtà imprenditoriale agli
milioni di euro al servizio di decine
altri negozi del centro di Codogno
e decine di progetti attivati nel terper offrire un innovativo progetto di
ritorio. “La famiglia - ha osservato
conciliazione. Castellotti ha invece
Castellotti - resta un valore a cui afevidenziato come “la Fondazione
fidarsi per superare la crisi econoBpl è impegnata a sviluppare e premica e i tempi difficili che stiamo vimiare progetti in grado di mettere
vendo. La Fondazione Banca Popoinsieme il lavoro di più associaziolare di Lodi, per statuto, non interni”.
viene a sostegno di singoli casi fa“In un territorio piccolo come il
miliari, ma supporta progetti le cui
Lodigiano - ha aggiunto il presiricadute interessano decine di fadente della Fondazione Bpl - ocmiglie sul territorio. In questi primi
corre fare rete, cioè mettere insieanni di lavoro abbiamo impostato la
me le associazioni, le realtà del
nostra azione cercando di premiare
terzo settore, il mondo delle cooi progetti a rete, cioè quelli che
perative sociali. Abbiamo circa
mettono insieme più enti e istitu900 realtà nel nostro territorio,
zioni. In particolare abbiamo stisono una risorsa straordinaria che
molato progetti in due settori ben
tuttavia deve essere riordinata
specifici: la pediatria e l'attenzione
per evitare di disperdere energie e
ai bambini e gli interventi a sostedenaro. In un momento storico in
gno delle famiglie in cui sono pre- Da sinistra gli assessori Cominetti, Peviani, Pedrazzini, il presidente Foroni e la dottoressa Loizzo della Prefettura cui dobbiamo fare i conti con risenti malati oncologici. Siamo insorse economiche decrescenti,
tervenuti, ad esempio, a sostegno dei bambini ricoverati quando i ge- malati oncologici. In generale, me- l'azione delle associazioni, del terzo
delle famiglie con bambini in ospe- nitori sono al lavoro oppure devono tà delle risorse stanziate in questi settore e delle cooperative deve didale: in collaborazione con il mon- sbrigare delle commissioni. Soste- primi anni di vita dalla Fondazione ventare ancora più efficiente. E per
do dell'associazionismo abbiamo gno è andato anche a quei medici di Bpl sono andate a supporto di pro- guadagnare in efficienza la ricetta è
appoggiato un progetto che garan- buona volontà che si occupano di getti dedicati al settore socio-assi- fare rete”.
tisce la presenza di esperti al fianco fornire assistenza domiciliare ai stenziale”.
[email protected]
4 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano
Primo Piano
Dicembre 2011
Il “Bruno Lenta” all’azienda che lavora per marchi europei dell’auto
Audio Ohm, il fatturato vola in alto
grazie a innovazione e formazione
LORENZO RINALDI
C
hi ha detto che ricerca e innovazione sono esclusiva delle grandi
imprese? Provate a chiedere alla
Audio Ohm di Codogno, un’azienda a carattere artigianale che ogni giorno si confronta con successo con alcune
tra le più importanti case automobilistiche mondiali. Caso vuole che i principali
clienti della ditta lodigiana siano i marchi Mercedes, Volkswagen, Audi, Skoda
e Porsche. Marchi che in alcuni casi significano eccellenza in un settore, quello
automobilistico, che vive una concorrenza sfrenata e nel quale la ricerca tecnologica e stilistica è ormai una regola ferrea
per competere sui mercati internazionali. Lo sanno bene alla Audio Ohm, fondata nel 1983 da Bruno Betti e arrivata oggi
alla seconda generazione. L’azienda produce valvole fusibili e componenti elettromeccanici per il settore automobilistico e impiega 32 addetti. Al culmine di un
anno vissuto con il “segno più”, alla Audio
Ohm è stato attribuito da Confartigianato Imprese della provincia di Lodi il premio “Bruno Lenta” per la responsabilità
sociale delle imprese. Un riconoscimento
arrivato ormai alla settima edizione e che
funziona da “cartina tornasole” per individuare le realtà artigianali del territorio
che hanno raggiunto livelli di eccellenza.
Il premio è stato consegnato lo scorso 30
novembre a Bruno e Simona Betti nella
sede della Camera di Commercio di Lodi,
alla presenza del presidente della Provincia, Pietro Foroni, e del sindaco di Codogno, Vincenzo Ceretti. “Audio Ohm - ha
detto Vittorio Boselli, segretario della
Confartigianato Imprese della provincia
di Lodi - è un’azienda familiare che ha
raggiunto livelli di eccellenza e continua a
credere in ciò che fa, anche nel momento
attuale. Audio Ohm vanta un modello organizzativo che promuove l’apporto dei
dipendenti secondo la logica della crescita professionale. Inoltre garantisce attenzione alla sicurezza in azienda attraverso una formazione continua”.
Parole di plauso sono arrivate anche dall’assessore regionale alla Famiglia e Conciliazione Giulio Boscagli, presente alla
cerimonia di premiazione, che ha indicato l’impresa di Codogno come un esempio positivo della manifattura lombarda,
capace di competere anche in periodi di
crisi. Un concetto ribadito da Massimo
Forlani, presidente di Confartigianato
Imprese della provincia di Lodi.
Il premio “Bruno Lenta”, come detto, arriva al termine di un 2011 molto positivo
per Audio Ohm, specie se inserito nel
contesto della durissima crisi che ha colpito molti paesi europei. “Abbiamo già ricevuto i programmi di consegna fino al
31 dicembre e chiuderemo l’anno in corso con un incremento di fatturato del 24
per cento rispetto all’anno precedente ha detto Bruno Betti -: i nostri prodotti
vengono interamente esportati, in Italia
insomma non vendiamo un pezzo”. Parole, queste ultime, che hanno strappato
qualche sorriso in sala, ma che ben inquadrano il mercato di riferimento della
Audio Ohm. Ci sono le case automobilistiche tedesche (o controllate da gruppi
tedeschi) come Mercedes, Volkswagen,
Audi, Skoda e Porsche, ma ci sono anche
importanti aziende intermedie, che producono componenti per le auto, come la
Bosch. Oltre alla Germania, i prodotti re-
A destra, Simona e Bruno Betti e sua moglie
Caterina Tonani tra il pubblico della
manifestazione ospitata dalla Camera di
Commercio di Lodi. Sopra, la premiazione ufficiale
alizzati alla Maiocca di Codogno vengono
esportati in Stati Uniti, Cina, Nord Africa
ed Europa dell’Est. E poi, specie se montati sulle auto di fabbricazione tedesca, i
componenti fabbricati alla Maiocca raggiungono in pratica mezzo mondo.
A testimonianza di quanto siano importanti ricerca e innovazione, Betti ha ricordato che “Audio Ohm ha una dozzina di
brevetti registrati in Germania, sei dei
quali in condivisione con Audi, Volkswagen, Mercedes e Drx”. Inoltre l’azienda di
Codogno vanta “una pubblicazione sulle
principali riviste tecniche tedesche per
una ricerca svolta in collaborazione con
Mercedes, Porsche, Bmw e Università di
Monaco, che ha portato al risparmio di
circa un chilo di rame per vettura, migliorando la sicurezza delle automobili”. L’ultima sfida in ordine di tempo è quella lanciata ancora una volta con l’Università di
Monaco e con Mercedes: “Siamo stati
coinvolti nell’ampliamento di uno studio,
con l’obiettivo di ridurre del 20 per cento
il peso del cablaggio sulle autovetture”,
ha rivelato Simona Betti.
Bruno Betti ha spiegato che nell’azienda
di Codogno lavorano italiani e stranieri e
ai giovani, anche ai diplomati e ai laureati, “chiediamo umiltà, garantendo coinvolgimento e incentivazione: il pezzo di
carta rappresenta le fondamenta su cui
costruire il resto dell’edificio”.
A testimonianza della storia di successo
della Audio Ohm, il riconoscimento di
Confartigianato imprese della provincia
di Lodi rappresenta la prosecuzione ideale di un percorso di crescita: nel 1990 era
arrivato infatti il premio della Camera di
commercio di Milano per l’innovazione
tecnologica nel campo delle valvole fusibili per le auto, mentre risale al 2003 il
premio della Regione Lombardia per l’eccellenza delle imprese artigiane. Il futuro
è rappresentato, ancora una volta, da ricerca, innovazione e confronto continuo
con gli ingegneri tedeschi, al fine di arrivare a soluzioni sempre più sofisticate
per le automobili del domani.
“L’innovazione è il nostro principale
obiettivo - ha affermato Bruno Betti -: da
anni siamo impegnati nel presentare alle
case automobilistiche soluzioni innovative e nello studio di processi innovativi
per prodotti già consolidati e conosciuti
dal mercato”.
E infatti lo stabilimento di Codogno è dotato anche di un laboratorio per effettuare prove sui materiali, secondo la normativa esistente e sulla base delle richieste
dei clienti. I pezzi realizzati a Codogno,
una volta ultimati e “inscatolati” finiscono in magazzino e raggiungono poi i
grandi depositi delle case automobilistiche. Spesso sono proprio queste ultime a
inviare i corrieri nella Bassa, che se ne
tornano al Nord con un “prezioso carico”:
valvole e componenti per le auto, in gra-
do anche di migliorare la sicurezza di chi
guida.
Il premio “Bruno Lenta” alla Audio Ohm,
insomma, può essere interpretato anche
come un segno di speranza in un momento difficile per l’economia lodigiana.
Per usare le parole dell’assessore regionale Boscagli, il “Bruno Lenta” rappresenta il riconoscimento a uno degli
esempi della Lombardia laboriosa, capace di competere con le più evolute regioni europee nonostante una burocrazia
che, talvolta, mette i bastoni tra le ruote
al mondo imprenditoriale. Pensare che
alcuni dei componenti di auto di alta
gamma come le Audi Q5 e Q7 sono prodotti nel Lodigiano rappresenta un’iniezione di fiducia per tutto il territorio e
testimonia come, nonostante le difficoltà del contesto attuale, c’è ancora chi
riesce a vincere la sfida.
[email protected]
Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 5
Dicembre 2011
Primo Piano
I dati confermano una correlazione tra natalità e occupazione
Sorpresa: tanti figli, tanto lavoro!
Perché conciliare aiuta a crescere
FRANCESCO CANCELLATO*
D
ue dati, giusto per abbattere un
paio di stereotipi tuttora imperanti. Il primo: esiste una correlazione positiva – e non lo dico
io, ma l’OCSE – tra il tasso di fecondità
e il tasso di occupazione femminile.
Islanda, Norvegia, Danimarca, Svezia,
Nuova Zelanda, Canada sono i Paesi in
cui l’80% circa delle donne lavora e
,per quanto possa sembrare strano,
sono anche Paesi in cui ci sono mediamente due figli per famiglia.
Può sembrare strano, ovviamente, se
non si considera un terzo dato. Quello
relativo all’assistenza pubblica – sotto
forma di servizi, trasferimenti monetari, sgravi fiscali – che lo Stato e gli
enti territoriali offrono alle famiglie.
Anche in questo caso, i paesi scandinavi, così come la Francia, l’Inghilterra, la Germania, sono ai primi posti,
ben sopra la media OCSE, pari al 2,3%
del PIL.
E l’Italia?, vi starete chiedendo. Già,
l’Italia. L’Italia, con 1,41 figli per famiglia è agli ultimi posti in Europa come
tasso di fecondità totale, ben al di sotto della media OCSE di circa 2 figli a famiglia. Un tasso, peraltro, che aveva
sfiorato anche la soglia del figlio a famiglia e che si è alzato solo negli ultimi
anni grazie al sempre più massiccio arrivo di famiglie migranti. Andiamo
avanti. Il tasso di occupazione femminile italiano, pari al 47%, è il terzultimo, superiore solo a quello della Turchia e del Messico e di ben undici punti
percentuali inferiore a quello della media OCSE. E ancora: la spesa pubblica
per le famiglie non supera nemmeno
l’1,5% del PIL. Meno della metà di
quanto accade in Francia, laddove si
lambisce il 4%. Dobbiamo continuare?
Continuiamo. L’Italia è al diciannovesimo posto, ultima o quasi fra i Paesi
europei, secondo una classifica sullo
“stato delle madri”, basato su un indicatore riassuntivo delle condizioni di
salute, lavoro e pari
opportunità delle
madri elaborato nel
2009 da Save the
children. E occupa il
ventunesimo posto
nella classifica stilata secondo l’indice
GEM –“Gender Empowerment Index”
- che tiene conto
della partecipazione femminile alla
vita politica (UNDP,
2009). Ci sono, infatti, Paesi europei
dove lo sviluppo inteso nella sua accezione basilare e
misurato dall’indice Francesco Cancellato
di sviluppo umano è minore di quello dell’Italia, ma nei
quali la partecipazione al «potere»
economico e politico da parte delle
donne appare ben più alta di quella
delle italiane, quali, ad esempio, la
Spagna, la Grecia, il Portogallo, ma
anche la Repubblica Ceca, la Polonia,
l’Estonia, la Lituania, la Slovacchia, la
Croazia e la Bulgaria.
Scendiamo ulteriormente nel dettaglio, però. Nel 2008, in Lombardia le
donne occupate erano il 57,1% , un
valore che lambisce la media OCSE e
che supera di oltre dieci punti il tasso
di occupazione femminile italiano. Non
a caso, lo stesso tasso di fecondità in
Regione in questi ultimi anni ha conosciuto una leggera crescita, con 1,4
bambini per coppia (nel 2008 era
l’1,3) anch’esso, seppur di poco, superiore alla media nazionale. Considerando la fascia di età
tra i 20 e i 49 anni –
quindi la fascia riproduttiva – le donne lombarde lavorano di più e non di
meno delle loro coetanee europee (sono
invece le ultracinquantenni ad avere
tassi molto più bassi
delle loro coetanee
europee), il modello
di partecipazione al
mercato del lavoro
tipico della Lombardia vede una forte
concentrazione dell’occupazione delle
donne proprio nelle
età riproduttive per
eccellenza, con tassi
superiori al 70%.
Questo non certo grazie alla politica
nazionale, visto che in Lombardia ci
sono i tagli che ci sono altrove. Quanto
piuttosto per le buone pratiche poste
in essere dalle amministrazioni locali,
dalle imprese, dalle fondazioni e dal
terzo settore. Che, soprattutto negli
ultimi anni, hanno dato vita ad interessanti esperimenti per alleviare quel
“doppio carico” di vita lavorativa e vita
famigliare che le donne italiane - il
77% degli adempimenti famigliari caso isolato, sistema. In Italia, in Lompoggiano ancora sulle loro spalle – so- bardia, a Lodi. Per questo, mi pare utino costrette a portare sulle spalle.
le chiudere con il caso di Mantova. Il
L’esperienza di Anna José Buttafava e cui modello per le politiche di conciliadelle politiche di conciliazione da lei zione, partito nel 2005 dalla collaboraposte in essere nei suoi saloni di bel- zione tra alcune aziende e la Consiglielezza, raccontata alle pagine 2 e 3, è ra di Parità di Mantova, è divenuto nel
solo uno degli esempi da cui trarre corso degli ultimi anni la stella polare
ispirazione e da diffondere alle altre per la diffusione e applicazione delle
imprese del territorio, che sovente, va
politiche di concidetto, non hanno
liazione famigliaquesto tipo di sensilavoro sul territorio
Ma l’Italia
b i l i t à . P r o va t e a
(perlomeno, in
chiedere, tanto per
Lombardia). Da
in Europa
fare un esempio,
questo processo,
quante fra esse pregovernato dalla
vedano il part-time
Provincia di Mantoè ben lontana
per le loro lavoratrici
va, dalla Consiglie(in Lombardia, ne
ra Provinciale di
dai parametri
trae beneficio il 19%
Parità e dalla
delle donne lavoraCCIAA di Mantova
trici, mentre la meè scaturito un acdegli altri Paesi
dia europea è del
cordo quadro che è
33%). Oppure,
stato sottoscritto
dove il lavoro
chiedetelo direttada numerosi enti
mente a quel 20%
pubblici e privati.
delle donne occupaLa leva che ha infemminile viene
te che si dimette ducentivato il coinvolrante il primo anno
gimento delle
assecondato
di vita del primo o
aziende è stato
del secondo figlio o
l’art.9 della Legge
perde il lavoro per53/2000 che finanché giunge a scadenza di contratto in zia le aziende che intraprendono azioconcomitanza con la maternità e non ni innovative per la riorganizzazione
viene più rinnovato.
dei tempi e luoghi di lavoro in ottica faTutto questo per dire che le buone pra- mily friendly. Da ottobre 2006 ad oggi
tiche e le mosche bianche non sono sono stati presentati al ministero vensufficienti. Non nel breve periodo, per- tisei progetti per un finanziamento
lomeno. E visto che, per dirla con le complessivo di 2,3 milioni di euro a faparole dell’economista John Kenneth vore delle imprese mantovane e delle
Galbraith, “nel lungo periodo saremo lavoratrici e lavoratori con esigenze di
tutti morti”, occorre darsi da fare affin- conciliazione.
ché la buona pratica diventi legge e il
*Ricercatore Aaster
8 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano
Opinione
Dicembre 2011
Il mercato tra crisi, soluzioni tampone e le incrostazioni franco-tedesche
Si è affermata la civiltà del debito,
ma la finanza si dia una regolata
ALDO CASERINI
L
e parole - certe parole –
incantano sia pure per
significati esogeni, stimolati da fattori esterni, come “Il mercato”, “I
mercati”, “Il giudizio dei
mercati”, “L’approvazione
dei mercati”, “La prudenza
dei mercati”, “La vulnerabilità dei mercati”, “Il lunedì
nero dei mercati”. Piacciono
a coloro che cercano “la pienezza del vivere” a Palazzo
Mezzanotte. Per altri, sono
distinzioni d’impiego quotidiano. Rispettano il parlare,
la vita, la civiltà (oddio!) del
presente. In origine con la
parola mercato si designava un luogo dove si scambiavano merci. Oggi, con la
performatività del capitalismo finanziario il mercato è
qualcosa di inconoscibile.
Secondo un sociologo, professore alla Open University, in una sua definizione
più articolata il mercato
rappresenta tutte le attività
redditizie con “esclusione
degli altri valori sociali o
umani che non possono essere ridotti a cifre” (John
Clarke). Invece, per un suo
collega studioso di teorie
freudiane, il mercato è, al
contrario, semplicemente
“un feticcio” che rimuove il
valore della persona e maschera una realtà sottostante (Jeffrey Weeks). Vi
sono, insomma, tanti filtri
attraverso cui guardare la
realtà. La cultura è una lente che ingrandisce o rimpicciolisce le cose, ne deforma
le proporzioni in un senso o
nell’altro. Le stesse parole
usate rivelano connessioni
fantastiche quando descrivono i mercati finanziari e le
loro vicende. Favoriscono
equivoci se non addirittura
inganni. Assumono “potere
informativo” (sinonimo di
potere contrattuale ed economico). Non è un caso se il
mondo della finanza è pieno
di tabù e pregiudizi. Sia
chiaro, se li porta dietro più
che meritatamente per la
sua storia passata e recente, impiombata da scandali,
abusi e cannibalismi. Benedetti solo dal mostruoso gemellaggio tra politica e affari. Pregiudizi, dicevamo.
Fintanto almeno che un
qualche sboom o fatto delittuoso non obblighi a indagare e a saperne di più. Il
che avviene ormai abbastanza frequentemente. In
tutto il mondo s’intende.
In aritmetica è tutto chiaro:
2+2 fa quattro, e chiunque
dice diversamente è in errore. In campo finanziario
non è così. Le formule applicate ci sono sempre, ma
c’è anche molta teoretica
dietro alle formule inserite
nel computer. Nel rapporto
che avvicina o contrappone
c’è l’autonomia - il cosiddetto sentiment, usato dai
commentatori – e c’è la politica (le scelte della politica). Con tutto questo non si
vuole scoraggiare nessuno,
solo rendere chiaro che la
linea di separazione tra giudizi e pregiudizi negli affari
finanziari - quando in gioco
entrano i danée, gli sghéj, i
scec, le palanche - è più labile e problematica di quanto riconoscano i manuali
della Bocconi o “Milano Finanza”.
L’ u n ic a s tra da è du n qu e
quella di verificare i propri
paradigmi alla luce dei fatti.
Sempre che fatti e antefatti
si possano conoscere attraverso la finanza, che notoriamente controlla l’informazione. Le parole adottat e d a t v, q u o t i d i a n i ,
network, politici, banchieri,
lobbysti, faccendieri, economisti non aiutano molto.
Parlano del mercato finanziario come Abramo parlava
del Dio della Genesi. Senza
porre troppa attenzione alle
contraddizioni, senza mai
fare cenno al potere delle
concentrazioni, delle lobby
e alle scelte della politica
(come è avvenuto per i subprime, trasformati in titoli
finanziari derivati, venduti
o passati ad altri soggetti a
trattativa privata). Assecondando strategie dell’inganno, il mercato delle bolle (considerati i trilioni bruciati) e delle balle. Dagli anni ’80 i maestri di scuola
delle pagine finanziarie veicolano il messaggio unico
della finanza in funzione
dell’economia reale. Oggi
nel mercato finanziario c’è
di tutto. E’ un ipermarket
gigantesco di “prodotti” e
“derivati” più o meno ben
confezionati: titoli obbligazionari complicatissimi, formati da altri titoli, fondi
pensione, fondi speculativi,
eccetera. Non ti accorgi
neppure se te li rifilano. Se
vai in banca per un mutuo
alla tua azienda non puoi dir
di no all’“investitore istituzionale” che ti consiglia un
“derivato sicuro” da parcheggiare (magari) fuori bilancio .
L’immagine che molti hanno dei “mercati che giudicano” continua ad essere
quella di milioni di signor
Bianchi e signor Rossi possessori di risparmi in azioni
o fondi comuni che acquistano o vendono titoli per
cui gli indici salgono o crollano. E’ una rappresentazione di nessun conto: gli
scambi imputabili ai signor
Bianchi e ai signor Rossi
raggiungono in tutto il mondo appena il 5%. L’80% è di
“investitori istituzionali”, il
15% di corporation di vari
settori. A contare sono le
concentrazioni finanziarie,
le grandi banche, l’industria
delle industrie (l’automobile, anche se ha il fiatone,
come ce l’hanno le grandi
banche), la finanza de-regolata, le istituzioni finanziarie che con le loro attività
“invisibili” alle Sorveglianze
consentono ogni sorta di
sregolatezza. E’ da qui che
ogni considerazione sull’andamento dei mercati
dovrebbe partire. Cancellare la finanza? Nessuno lo
pensa. Ma a una regolata sì.
Si sarebbe evitato il recente
spettacolo di infermieri,
anestesisti e chirurghi corsi
in Costa Azzurra per rimediare ai ripetuti collassi finanziari e ridottisi alla somministrazione di aspirine a
mezza Europa (noi compresi), lasciando le arterie (di
tutti, ma di Germania e
Francia in particolare) intasate di sostanze tossiche.
Dicembre 2011
Credito
Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 9
Il Presidente della Centropadana premiato dalla Camera di Commercio
Ha aiutato lo sviluppo lodigiano:
un riconoscimento a Bassanetti
LORENZO RINALDI
U
na vita nelle casse rurali, un presente ai vertici della Federazione
lombarda delle Bcc (la più importante d’Italia) e un futuro che, se i
piani andranno a buon fine, lo vedrà ancora alla guida di una delle più grandi
banche di credito cooperativo del Nord
Italia. E’ Serafino Bassanetti, attuale
presidente della Banca di credito cooperativo Centropadana di Guardamiglio,
“l’uomo dell’anno” della Camera di
Commercio di Lodi. L’avvocato di San
Colombano al Lambro è stato insignito
lo scorso 4 dicembre a Lodi del “Riconoscimento alla personalità della provincia
che ha dato un contributo significativo
allo sviluppo economico del Lodigiano”.
Lunghissimo il curriculum di Bassanetti,
che oltre alla presidenza della Centropadana (di cui è alla guida dalla sua fondazione) ha saputo ritagliarsi negli anni
un ruolo di primo piano all’interno del
mondo del credito cooperativo lombardo e nazionale. Originario di Maleo, Bassanetti ha 61 anni ed è residente a San
Colombano al Lambro. Avvocato del foro di Lodi dal 1976, da tempo l’attività
istituzionale nel credito cooperativo ha
preso il sopravvento rispetto agli impegni dello studio legale. L’ingresso nel
mondo del credito cooperativo risale al
1974, quando Bassanetti è diventato
socio della ex Cassa rurale di San Colombano,
di cui nel 1975 è diventato consigliere.
Nel 1978 ha assunto la
vicepresidenza dell’istituto di credito, che poi
ha presieduto dal 1981
al 1998, “traghettandolo” di fatto all’interno
della Centropadana,
banca nata dalla fusione
di più casse rurali. Dal
1998 Bassanetti è presidente della Centropadana, incarico che ricopre
ininterrottamente da 13
anni.
Nel 1991 l’avvocato banino è entrato nella Delegazione sindacale nazionale di Federcasse (la
federazione che raggruppa le banche di credito cooperativo), assumendone la presidenza
dal 1994 al 2000.
E ancora, è consigliere della Federazione lombarda delle Bcc dal 1992, membro del comitato esecutivo della stessa
dal 2000 e vicepresidente dal 2003.
Dall’aprile 2005 all’aprile 2006 è stato
presidente di Aureo Gestioni. Dal 2005
inoltre è consigliere nazionale di Federcasse.
Dal 2000 al 2003 è stato consigliere di
Iccrea Holding, il maxi istituto nazionale
che fornisce servizi finanziari a tutte le
banche di credito cooperativo presenti
in Italia. Nel dicembre 2003 è stato rieletto consigliere di Iccrea Holding. Il 19
dicembre 2003 è stato inoltre nominato
vice presidente e membro del comitato
esecutivo della stessa Iccrea. Incarico,
questo, che ha mantenuto fino al giugno 2010.
Dall’aprile 2010 Bassanetti è presidente
Il presidente della Bcc Centropadana Bassanetti, riceve il premio dal presidente della Camera di Commercio di Lodi Alessandro Zucchetti. In basso, la sede della banca
del consiglio di amministrazione di Banca Agrileasing, ora Iccrea Banca Impresa, istituto finanziario che fornisce servizi di leasing a tutte le banche di credito
cooperativo italiane.
Da un personaggio nato e cresciuto nel
mondo del credito cooperativo, è logico
attendersi innanzitutto qualche riflessione sul sistema delle banche. “Ammetto
che il sistema del credito ha registrato
negli anni un cambiamento notevole, lo
definirei a 360 gradi - commenta l’avvocato di San Colombano -, quando sono
entrato nel mondo delle banche di credito cooperativo gli interessi si calcolavano
ancora a mano, oggi invece è tutto computerizzato, la tecnologia è entrata pesantemente nelle filiali, anche se l’aspetto umano è ancora importante”.
Se la rivoluzione tecnologica è già stata
assimilata dalle banche (anche dalle ex
casse rurali), c’è un’altra rivoluzione che potrebbe coinvolgere il
mondo del credito cooperativo nei prossimi
anni. Bassanetti ne è
fortemente convinto,
lo ha già dichiarato
pubblicamente più
volte e torna a ripeterlo ora. “La situazione
economica è cambiata
notevolmente e anche
il contesto in cui si
muovono le nostre Bcc
è profondamente mutato - spiega -, queste
riflessioni mi portano
ad affermare che nei
prossimi cinque-sei
anni nel mondo del
credito cooperativo
assisteremo a diverse
fusioni tra banche,
specie tra quelle di più piccole dimensioni. Volendo azzardare, potrei dire che
alla fine di questa rivoluzione potremmo
trovarci con meno banche, anche il 50
per cento in meno rispetto a oggi, ma
con istituti più grandi e solidi, in grado di
servire meglio i territori. La crisi economica che stiamo attraversando è durissima, ma il credito cooperativo ha i piedi
per terra, ha radici solide, è legato ai
territori dai quali raccoglie denaro e ai
quali presta denaro. Per questo vedo un
futuro per le nostre Bcc, a patto che
sappiano mantenere il rapporto strettissimo con il territorio in cui operano:
un rapporto positivo, di vera simbiosi”.
Parole, quelle di Bassanetti, che ben si
inseriscono nella realtà lodigiana e soprattutto nel dibattito, aperto ormai da
mesi, sulla necessità o meno di unificare
le tre Bcc presenti, per dare vita a un
unico istituto più solido. Un dibattito nel
quale, a dire il vero, si confrontano fautori e fieri oppositori del progetto di
un’unica, grande Banca di credito cooperativo del Lodigiano. “Opero nell’economia lodigiana da anni - continua Bassanetti - e constato che purtroppo molte
importanti aziende hanno lasciato il nostro territorio, oppure hanno ridimensionato pesantemente i loro investimenti, con ricadute negative sul fronte
occupazionale. Penso ad esempio alle
multinazionali. Evidentemente il Lodigiano si è dimostrato poco attrattivo e
forse occorrerebbe individuare le ragioni. Segnalo inoltre l’implosione della
storica grande Banca Popolare di Lodi.
In questo momento dunque l’artigianato si conferma la colonna portante dell’economia territoriale, così come in
moltissime altre realtà italiane. A tal riguardo ricordo un’importante iniziativa
da poco avviata dalla Centropadana con
la Provincia di Lodi e la Camera di commercio. Si tratta di un progetto attraverso il quale anticipiamo alle aziende che
lavorano per la Provincia, tra cui molti
artigiani, i pagamenti che la Provincia
stessa non è in grado di effettuare immediatamente a causa dei vincoli di bilancio. E’ un modo concreto per stare vicini al mondo delle piccole e medie imprese, perché siamo convinti che rappresentino una risorsa importante per il
territorio, soprattutto in chiave anti-crisi».
«Quanto al futuro - conclude Bassanetti non mi pare roseo, alla luce anche dello
scenario europeo e delle stime di crescita
del 2012. Credo che ci vorrà del tempo
per riparare i danni provocati dalla crisi
economica in questi anni, di certo occorrerà intraprendere un percorso di maggiore sobrietà”.
[email protected]
Dicembre 2011
10 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano
Credito
Il ruolo di Artigianfidi Lombardia al tempo dello “spread”
Stretta dell’Europa sulle banche:
cortocircuito tra finanza e aziende
l’adozione di modelli standardizzati per il calcolo dei requisiti patrimoniali.
Di fronte a tale situazione, Artigianfidi Lombardia non può che riconfermare il suo ruolo
di assistente a trecentosessanta gradi dei
fabbisogni finanziari dell’Impresa. L’offerta
commerciale della grande struttura che fa
capo alla Confartigianato lombarda, infatti,
ha effetti calmieranti, e questo è un elemento di maggiore tutela per tutte quelle realtà
imprenditoriali che
chiedono finanziamenti, leasing, liquidità.
Così, il mega confidi
si trasforma anche in
ammortizzatore sociale, prosegue nel
suo compito di facilitatore dell’accesso al
credito, migliora le
condizioni dei prestiti
e aumenta la qualità
del credito bancario.
Non dimentichiamo,
infatti, che le imprese
che decidono di rivolgersi ad Artigianfidi Lombardia – e sono
sempre più numerose – ottengono finanziamenti a tassi di interesse più bassi e la valutazione del merito del credito nei loro confronti è migliore. I confidi, poi, contribuiscono in misura significativa a facilitare le pratiche istruttorie: e questo, in un momento in
cui il tempo è denaro, non può far altro che
incoraggiare l’attività imprenditoriale.
CREDITO – CONDIZIONI DELLE OPERAZIONI A BREVE:
ANTICIPI FATTURE, FIDO DI CASSA, SMOBILIZZO
Si riporta qui di seguito il prospetto illustrativo relativo
ai tassi bancari praticati da alcuni Istituti di credito alle imprese
con garanzie prestate da Artigianfidi Lombardia.
BANCA INTESA SAN PAOLO
apertura di credito in c/c
anticipo portafoglio sbf
anticipo fatture
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 1,90% - 4,15% 3,40% - 5,65%
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 1,25% - 3,00% 2,75% - 4,50%
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 1,25% - 3,00% 2,75% - 4,50%
UBI BANCO DI BRESCIA
apertura di credito in c/c
anticipo portafoglio sbf
anticipi fatture
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 3,00% - 8,60% 4,50% - 10,10%
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 1,90% - 7,10% 3,40% - 8,60%
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 2,20% - 7,60% 3,70% - 9,10%
BANCA POPOLARE DI LODI
apertura di credito in c/c
anticipo portafoglio sbf
anticipo fatture
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 6,00% - 8,05% 7,50% - 9,50%
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 2,20% - 7,60% 4,85% - 6,85%
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 2,20% - 7,60% 5,35% - 6,95%
CARIPARMA
apertura di credito in c/c
anticipo portafoglio sbf
anticipi fatture
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 3,735 - 4,50% 4,875% - 6,00%
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 1,75% - 2,50% 3,25% - 4,00%
EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 2,25% - 3,00% 3,75% - 4,50%
BANCA CENTRO PADANA
apertura di credito in c/c
smobilizzo portafoglio sbf
anticipi fatture
EURIBOR 3 MESI + SPREAD 2,75%
EURIBOR 3 MESI + SPREAD 1,25%
EURIBOR 3 MESI + SPREAD 1,50%
4,25%
2,75%
3,00%
Consulta l’elenco completo degli Istituti di credito convenzionati
nello spazio Artigianfidi Lombardia su www.confartigianato.lodi.it
Legenda: MMP = media mese precedente
CONSORZI
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utti noi, ormai, sappiamo comprendere
gli eventi che si celano dietro a numeri
quali 480, 500, differenziale tra Btp e
bund tedeschi: lo spread. E’ il mercato
che somiglia ad una diga: la pressione
sale. Il credito, poi, non è finanza. Le micro e
piccole imprese – secondo l’analisi congiunturale di Unioncamere Lombardia, III trimestre 2011 – vivono ancora momenti difficili.
In tutto questo, le banche: che con la salita
dello spread debbono comprare denaro
ad un costo sempre
più alto. E ciò causa
tassi d’interesse
maggiori praticati alle imprese.
D’altronde, gli stessi
istituti di credito vivono con difficoltà
l’urgenza di finanziarsi. A maggior ragione di fronte ai criteri stabiliti dall’Eba
(European Banking
Authority) sulle ricapitalizzazioni delle
banche. Criteri discutibili perché rischiano di
creare un corto circuito tra finanza ed economia reale e un’ulteriore restrizione del credito da parte degli istituti di credito. La circolazione del denaro non è facile e alcuni parlano
di un ritorno del credit-crunch. E’ importante
che l’Eba rifletta sull’opportunità di non chiedere alle banche un rafforzamento patrimoniale: le banche italiane sono sfavorite dal-
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Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 11
Dicembre 2011
Credito
Il 13 dicembre un incontro gratuito in Confartigianato a Lodi per le imprese
Budget, contributi e voucher:
gli imprenditori vanno a lezione
G
li interventi economico-finanziari e i contributi per le aziende
nel contesto attuale:
è questo il tema dell’incontro che Confartigianato Imprese Provincia di Lodi organizza in collaborazione
con Labor Project Srl per il
pomeriggio di martedì
13 dicembre, dalle ore
14.30 alle 17, presso la
sede di Confartigianato
a Lodi, in via Haussmann
3 (terzo piano, sala riunioni).
L’incontro si pone l’obiettivo di formare e informare
l’utente sui possibili interventi in ambito economico
finanziario e sui contributi
che possono supportare lo
sviluppo aziendale, la riduzione dei costi e l’ottimizzazione dei processi, in particolare attraverso la partecipazione al bando “Voucher
per servizi in ricerca, innovazione e contributi per i
processi di brevettazione” o
l’utilizzo di fondi interprofessionali. Nello specifico, il
pomeriggio permetterà di
affrontare i seguenti temi:
1) Incentivi aperti e requisiti per la presentazione:
bandi e fondi interprofessionali;
2) Il Coaching ed il training
on the job: strumenti di accrescimento pratico delle
competenze;
3) Punti critici aziendali.
L’analisi economica finanziaria, il cash flow e i budget;
4) La generazione dei costi
ed il loro monitoraggio;
5) Le procedure aziendali:
amministrative, organizzative, produttive e logistiche;
6) Esempi pratici e casistiche. Seguiranno dibattito e
possibilità di domande.
Interverranno: Carlo Nessi,
amministratore delegato di
Bcm Project Srl e consulente in ambito di gestione e
Marco Trombadore, consulente di Labor Project Srl
(incentivi pubblici ed agevolazioni alle imprese). Per
la partecipazione all’incontro non è richiesta alcuna
quota di iscrizione. Però,
per motivi organizzativi, si
prega di segnalare la propria adesione entro il 12 dicembre 2011 presso una
delle sedi di Confartigianato.Per informazioni telefonare al n. 0371.439197.
Tredicesima da pagare?
Lasciati guidare.
Con noi:
1.000 euro a dipendente
50.000 euro importo massimo
3% tasso minimo
da 6 a 12 mesi di tempo
50 banche convenzionate
Artigianfidi Lombardia Società Cooperativa - Via Haussmann 3 - Lodi - T_0371 439197 - [email protected]
Sedi territoriali _ Codogno - Via Garibaldi, 40 _ Sant’Angelo Lodigiano - Piazza Libertà, 2 _ Casalpusterlengo - Via Emilia, 32 _ Lodi Vecchio - Via San Rocco, 21
Castiglione d’Adda - Via della Vittoria, 5 _ San Colombano al Lambro - Via Monti, 70 _ San Giuliano Milanese - Via Vespucci, 1/3
www.artigianfidi.net
14 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano
Dicembre 2011
Spazio Rosa
Presentato a livello nazionale il progetto sostenuto da Confartigianato
L’arte per convivere con la malattia:
la solidarietà del Gruppo Donne Impresa
RENATO GOLDANIGA
L’
arte come terapia. La pittura come occasione
di trasferire le emozioni e di rendere almeno
più accettabile il rapporto con il dolore. C’è
questo e molto altro dietro un progetto realizzato all’hospice oncologico dell’Azienda Ospedaliera, a Casalpusterlengo, grazie alla collaborazione tra operatori e volontari. Un
video che racconta questa
esperienza e segue il percorso
fatto da una paziente è stato
presentato al tredicesimo Congresso nazionale di cure palliative, facendone un esempio
virtuoso da seguire e possibilmente applicare altrove.
Nel Lodigiano il progetto di arteterapia – perché è di questo
che si parla - è stato reso possibile grazie al contributo del
Gruppo Donne Impresa di Confartigianato, che ha messo a disposizione l’incasso di un musical di successo allestito proprio
con l’obiettivo di fare del bene:
il “Re Leone” prodotto dal Little
Gospel Choir di Michele Fontana con lo Studio Danza Codogno di Ombretta Cremonesi.
“Aiutare il progetto dell’hospice
di Casale ci sembrava davvero
una bella forma di aiuto, un
obiettivo sicuramente da sostenere con impegno – spiega
Maria Grazia Dotti, presidente
del Gruppo Donne Impresa -.
Dobbiamo ringraziare la compagnia che ha capito subito la
valenza dell’operazione e si è
messa a disposizione con uno
spettacolo che in più repliche
ha fatto il tutto esaurito. Sapere poi che il progetto è andato
in porto e ha ricevuto addirittura un riconoscimento a livello
nazionale ci ha fatto immenso
piacere. Oltre che all’hospice di
Casale, l’incasso era stato in parte devoluto anche a
quello di Codogno”.
A supervisionare l’attività di arteterapia è la dottoressa Federica Solari, psicologa del Dipartimento oncologico dell’Azienda Ospedaliera “Inizialmente –
spiega – abbiamo realizzato un corso di formazione
per gli operatori ospedalieri, medici, infermieri e volontari per avvicinare le persone che si prendono
quotidianamente cura dei pazienti al concetto stesso
di arteterapia. Nella fase successiva è stato avviato il
progetto vero e proprio, con una terapista che, una
volta alla settimana, viene indirizzata verso alcune
persone o è lei stessa a presentarsi ai pazienti per
proporre di usare i colori per rappresentare il loro
stato d’animo o ciò che pensano”. L’obiettivo naturalmente non è quello di produrre opere d’arte da
esporre, “ma piuttosto quello di utilizzare l’arte come
veicolo per comunicare emozioni, per avvicinare il
paziente alla consapevolezza della malattia e al dolore con un’ansia minore”. E le reazioni delle famiglie
quali sono state? “All’inizio provano sconcerto. In
qualche modo non si aspettano di trovare una simile
opportunità in un reparto ospedaliero. Ma quando cominciano a vivere questa esperienza lo apprezzano
molto. Anche perché capiscono – spiega la dottoressa Solari – che non si tratta di un modo per compatire
i pazienti, ma di riconoscere bisogni per i quali ci possono essere risposte. Fino a poco tempo fa l’arteterapia veniva usata solo in ambito psichiatrico, ma dagli
Stati Uniti abbiamo mutuato la consapevolezza che
può essere un’esperienza da estendere anche ad altri
In questi due scatti alcuni momenti dei corsi di
formazione degli operatori dell’Hospice di
Casalpusterlengo per l’attività di arteterapia,
finanziata in parte da una iniziativa benefica del
Gruppo Donne Impresa di Confartigianato.
Più sotto, una delle opere realizzate dai pazienti
durante le ore settimanali dedicate alla pittura
contesti”. Nel Lodigiano l’idea ha trovato terreno fertile. “E’ da anni – spiega ancora Solari – che l’Azienda
Ospedaliera, con l’inserimento di uno psicologo nel
Dipartimento, mostra di volersi fare carico in maniera
“integrata” del paziente oncologico. Non si tratta più
soltanto di una presa in carico di tipo sanitario. Gli
stessi operatori che hanno partecipato al corso di formazione hanno mostrato quanto vogliano conoscere
tecniche e terapie che vanno al di là di quelle tradizionali per andare incontro ai bisogni dei loro pazienti”.
In realtà il progetto non si limita alla pittura, ma si allarga anche alla musicoterapia, con il supporto in
questo caso fornito dall’associazione Il Samaritano
all’interno dello stesso hospice; o ancora alla stessa
musicoterapia e all’autoaiuto, fuori dall’ospedale, garantiti dall’Alao . “Iniziative che non sarebbero possibili senza il contributo del volontariato. Come è accaduto per Donne Impresa, cui va il nostro grazie sincero”. E per il futuro? “Dopo l’hospice – chiude la dottoressa – ci piacerebbe pensare di estendere questa attività anche al reparto oncologico di degenza o alla
sala d’attesa. Il nostro “ritorno” è nel sorriso delle
persone che hanno sperimentato che stare in ospedale può a volte essere meno faticoso”.
Dal canto loro, le Donne Impresa vogliono continuare
a impegnarsi per progetti di stampo solidaristico, accanto alla loro intensa attività “istituzionale” a sostegno delle “aziende in rosa”. “Sì, vogliamo proseguire
su questa strada – conferma convinta Maria Grazia
Dotti -. L’impegno sociale del Gruppo non si fermerà”.
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Dicembre 2011
Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 15
Nuove Imprese
Nonostante la crisi ha accettato la sfida di un negozio a Lodi
Un taglio alla vita da dipendente
per Gioella, parrucchiera 25enne
ANDREA BAGATTA
U
na strada segnata per Gioella
Callea, 25 anni, parrucchiera in
proprio a Lodi a partire dalla fine
di ottobre: giovane e con 10 anni d’esperienza, due fratelli nel settore, una passione nata da piccola con le
visite al loro negozio. E’ una passione,
capire il cliente ed esercitare la professione tagliandosi su misura rispetto a
chi è seduto di fronte.
Gioella ha 25 anni e arriva da una famiglia numerosa, con sette fratelli, di
cui lei è l’ultima arrivata. Una gioia per
i genitori, da cui il nome, italianizzazione del francese Joelle. Fin da piccola Gioella frequenta il negozio di parrucchiere che due suoi fratelli hanno a
Bagnolo Cremasco.
«Lo ricordo ancora adesso: mi colpiva
il movimento della mano, l’uso della
forbice, la ciocca di capelli che cadeva
– racconta Gioella -. È così che, crescendo, mi sono convinta di fare questo lavoro. Da adolescente alle prime
prove mi spronavano tutti, dicendomi
sempre che ero brava, e quindi si è rafforzata quell’idea. Ed ora, eccomi
qui».
Formatasi alla scuola di estetica e acconciatura Calam di Lodi, parte subito
con l’esperienza sul campo a Lodi Vecchio, dove vive, e dopo poco tempo ha
l’occasione per andare a lavorare nei
saloni degli acconciatori Vergottini di
Milano, un nome nel settore. Dopo un
paio d’anni ha l’opportunità di tornare
a lavorare vicino a casa, con un bagaglio di esperienza che comincia a darle
qualche responsabilità. Arriva così in
un salone di Castiraga Vidardo, dove
rimane per sei anni, fino alla scorsa
estate. A luglio la grande decisione di
fare da sé.
«È un cammino normale, credo che
chiunque intraprenda questa professione punti un giorno ad aprire una
propria attività – continua Gioella Callea -. È un’attività artistica e creativa,
e non vuoi ricevere ordini. È un ragionamento che va al di là del trovarsi bene o male con i propri capi. A un certo
Gioella Callea, 25 anni, sorride per la sfida che ha intrapreso: avviare in proprio una nuova attività di acconciatura
punto è giusto provarci, pur in mezzo a
tante difficoltà. Così a giugno ho preso
la decisione, con il supporto decisivo
del mio compagno, e nella seconda
metà di ottobre ho aperto l’attività».
Gioella fa l’investimento e rileva un
negozio da parrucchiera in viale Lombardia, con tutta la strumentazione
ancora recente, lo personalizza e poi è
pronta a partire. Contando solo sulle
proprie capacità, sulla forza del passaparola e sul fare star bene le sue clienti.
«Il lavoro è cambiato tanto rispetto
agli stereotipi di qualche anno fa –
spiega Gioella -. È cambiato lo stile di
vita e tutti sono di corsa, e oggi bisogna saper capire queste nuove esigenze ed accontentarle, senza però perdere di vista il cliente che invece vuole
fare quattro chiacchiere. Ecco, penso
che ci voglia una grande passione, ma
soprattutto che si debba saper trattare
con i clienti, capire chi si ha di fronte e
che cosa vuole. Ormai, se uno è portato, tecnicamente siamo tutti bravi a
tagliare i capelli: c’è un po’ di creatività, è vero, ma la differenza la fa il rapporto con il cliente».
Certo che Gioella non ha scelto un
gran momento per intraprendere la
sua avventura, nel bel mezzo di una
delle peggiori crisi economico-finanziarie che si ricordino e per giunta in
mesi tradizionalmente poveri per il
settore, ottobre e novembre.
«Ma un momento giusto non c’è mai –
conclude Gioella -. Ho preso la decisione, c’è stata l’occasione e sono partita.
È presto per dire come andrà e ci vorrà
qualche mese per capire se il negozio
ha preso piede o no, ma con simpatia e
professionalità sono convinta che alla
lunga ce la farò».
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16 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano
Territorio
Dicembre 2011
L’espansione commerciale ha radicalmente cambiato il volto del paese
Un polo produttivo da primato
per la “nuova” Pieve Fissiraga
LUIGI ALBERTINI
T
ornassero i vecchi di una volta,
stenterebbero di sicuro a riconoscere la loro borgata. Specie quella periferia a nord del paese lungo
la statale che da Lodi porta a Sant’Angelo e nel Pavese. Dopo l’Autosole
ed il casello di Lodi, rifatto più volte per
adattarlo al crescente traffico viario, ecco i grandi centri commerciali ed una serie infinita di aziende artigiane per il polo
produttivo più esplosivo del Lodigiano.
Un dedalo di strade che si intersecano e
che mandano qualche volta in confusione l’automobilista di passaggio, segno di
una modernità simbolo del progresso
che avanza. I vecchi direbbero che siamo al cospetto della classica «americanata», ma così va il mondo e dunque lasciamolo andare come desidera.
Pieve Fissiraga è sempre stata una tranquilla borgata agricola di modeste dimensioni, immersa nel verde della nostra campagna. All’improvviso si è trovata al centro di una metamorfosi davvero esplosiva, per certi versi sensazionale, che ha portato anche alla inevitabile espansione residenziale e demografica. Oggi conta oltre 1.700 abitanti e
deve fare i conti con gli inevitabili adeguamenti delle strutture di servizio per
soddisfare le legittime esigenze dei cit-
Dal luogo prese il nome la famiglia Fissiraga di antichissime
origini, che tenne la
signoria sulla città di
Lodi. Il termine «Pieve» invece si riferisce
all’antica pieve, o
chiesa plebana, esistente, secondo i documenti, nel 1252. Il
ricco e fertile territorio di Pieve fu dal 14°
al 18° secolo di proprietà nobiliare. Vi
possedettero beni e
terreni alcune importanti famiglie lodigiane, quali i Pellati, i
Cadamosto, i Riccardi, e milanesi quali i
marchesi Orsini-RoLa chiesa parrocchiale di Pieve è il monumento più antico del paese
ma, ed appartenne
pure ad ordini monastici e alla curia episcopale.
tadini vecchi e nuovi.
La borgata sorge fra il canale Muzza, La costruzione più importante dal punto
principe della irrigazione della nostra di vista storico è certamente la chiesa
campagna, ed il fiume Lambro. Secondo parrocchiale, a tre navate, costruita nel
lo storico Giovanni Agnelli, il nome Fissi- XIII secolo per volere del vescovo Bonraga deriverebbe da «Fuxiraga», piccola giovanni Fissiraga ed interamente rifatta
stazione posta sull’antica strada romana nel 1728, mentre il campanile risale alche da Bologna conduceva a Milano, per l’anno 1744. Bisogna dire che l’edificio
intenderci appena dopo Laus Pompeia. ha subito grandi lavori di ristrutturazio-
ne interna a metà dell’Ottocento, tanto
che nel 1852 venne riconsacrato. La
chiesa conserva le reliquie di Santa Bona, vergine romana: il corpo della santa
subì in verità numerosi traslochi, da Roma a Milano, quindi nella chiesetta della
Cascina Bonora di Pieve (l’anno 1726)
ed infine nel 1982 la definitiva traslazione nella parrocchiale. Purtroppo irrecuperabile la chiesetta della Cascina Bonora: anche i dipinti che vi sono affrescati,
rovinati dallo stillicidio e dall’umidità, sono ormai difficilmente leggibili.
In una borgata dalle caratteristiche storiche appena ricordate le vicende dell’artigianato non possono che essere intimamente legate al lavoro dei campi e
delle stalle. Quindi fabbri, falegnami,
sellai anzitutto, mestieri che appartengono al passato. L’economia, dunque, si
è sempre basata sulla tradizionale attività agricola, ma nel tempo sono sorte industrie dalle dimensioni senza dubbio
interessanti e discrete, che si sono sviluppate soprattutto a partire dagli Anni
Sessanta quando sorse vicino al casello
autostradale il Quartiere Europa, caratterizzato da insediamenti produttivi. Fra
le industrie maggiori ricordiamo una raffineria che depura oli pesanti e numerose aziende di medie e piccole dimensioni
operanti nei settori metallurgico e meccanico, manifatturiero, dell’arredamento e di materie plastiche.
Il delegato comunale di Confartigianato Cottafava:
«Ma da noi manca ancora l’artigianato di servizio»
Il sindaco Rusconi: «Nei nostri piani urbanistici
non ci sono altre aree da destinare alle aziende»
E
P
ccoci nell'ufficio lindo e ordinato all'interno della moderna officina di Gabriele Cottafava, delegato
comunale di Confartigianato Imprese. Lui, Gabriele Cottafava, è artigiano dalle mille idee, perfetto conoscitore dei problemi della categoria, spirito combattivo ben misurato e colloquiante,
mai una polemica fuori posto, dunque garbato, ma deciso e convinto nell'esprimere le sue valutazioni. L'azienda è del 1978, si chiama "Officina Riparazioni Autoveicoli Cottafava Gabriele"
ed è situata proprio a ridosso del casello dell'Autosole, via Leonardo da Vinci n. 5, tel. 0371-239923.
Classe 1949, gestisce l'azienda con il fratello Gianfranco e, da due anni, con il nipote Gabriele junior,
figlio di Gianfranco. Azienda familiare, condotta con alta professionalità e sempre con assoluta serietà. "Il lavoro non manca - commenta sorridendo Cottafava senior - il problema è recuperare i conti
delle riparazioni: il momento è difficile". Nell'ufficio, si stacca con particolare evidenza una foto che ritrae il nostro interlocutore vestito da "parà": "ero - confida - nella mitica Folgore a Livorno, "15.a Diavoli Neri".
Cottafava, ci parli del vostro gruppo artigiano qui a Pieve Fissiraga.
"Beh, non siamo tantissimi perché il paese è tradizionalmente piccolo, noto però che la borgata cresce, ma artigiani di servizio non crescono. Questo è un problema che andrebbe affrontato con attenzione perché le famiglie devono avere a disposizione tecnici pronti a intervenire per installazioni e riparazioni. Ritengo sia normale e legittimo. Come Confartigianato, siamo in diversi gli iscritti, chiaro
che, come delegato comunale, non posso che auspicare una crescente consapevolezza da parte di
tutti i colleghi nell'aderire al sindacato di categoria. Insieme, possiamo dire la nostra sui problemi che
possono emergere".
Come sono i rapporti degli artigiani con l'amministrazione comunale?
"Senza offesa, li definirei rapporti inesistenti. Intendiamoci bene: intendo il
confronto tra ente ed associazione perché sicuramente sui singoli casi l'interesse ci può essere da parte del Comune: non sono mai stato interpellato come
rappresentante della categoria ed anzi approfitto per auspicare l'apertura di un
confronto, che non deve riguardare soltanto gli artigiani, ma tutte le categorie
produttive che operano nel nostro territorio comunale. Diciamo pure che sono
fiducioso perché ritengo i responsabili municipali persone disponibili al dialogo:
ci dovrà pure essere una prima volta".
Che lei sappia, esistono o mancano nuove aree per insediamenti produttivi?
"Guardi, che io sappia, aree disponibili ne esistono, però non mi pare che siano Gabriele Cottafava
confacenti all'insediamento di piccole e medie imprese, che sono poi quelle tipiche dell'artigianato. Probabilmente è una questione di programmazione urbanistica, anche se non
ritengo che ci siano urgenze impellenti in tal senso. Voglio dire che la zona, a livello artigianale, è abbastanza sviluppata: mancano, lo ripeto, gli artigiani di servizio a disposizione della comunità: il vero
problema, se mai, è proprio questo".
Come sono i collegamenti viari e lo stato dei servizi nelle aree produttive esistenti?
"Beh, direi buoni. Tenga conto che la zona produttiva preminente è qui al Quartiere Europa, proprio
a ridosso del casello dell'Autosole, quindi il massimo che si possa auspicare. Piuttosto, denoto una carenza: mi chiedo, anzi in tanti ci domandiamo, perché la Provincia di Lodi non si decide a concludere
gli ultimi cento metri tra la Località Mulino e il casello autostradale. Un mistero che francamente lascia perplessi".
Cottafava, concludiamo accennando ai problemi generali degli artigiani della sua borgata.
"Sono i problemi di tutto il mondo artigiano alle prese con una recessione che non finisce mai. In
concreto, il tema della liquidità: sta diventando un elastico sempre più gigantesco nella logica
dei rientri. Se il cliente fatica a pagare, l'artigiano è in difficoltà a saldare le sue fatture: un giro vizioso che non sembra avere termine e dire che la questione centrale è proprio questa.
Guardi poi che le banche non mi pare che facciano molto per cercare di facilitare il compito
della "mobilità" dei liquidi: se i soldi girano, l'economia può lievitare, dare segno di ripresa".
L.A.
aola Rusconi guida la comunità nel suo secondo mandato. Negli anni
1999-2004 era consigliere comunale con la carica di capogruppo e il 13
giugno 2004 ecco la elezione a sindaco con il 75 per cento dei suffragi nella
lista "Comune Democratico". Nel marzo 2006 viene nominata presidente
dell'assemblea consortile per il Consorzio Lodigiano Servizi alla Persona e
nel 2008 la conferma, scaduta proprio nell'ottobre scorso e non rinnovabile per
statuto. Nel 2007 è stata nominata rappresentante del Lodigiano nella Consulta
Nazionale ANCI per i piccoli Comuni. La conferma a sindaco è avvenuta il 7 giugno 2009, sempre con la lista "Comune Democratico", con il 49,10 per cento dei
voti, questa volta però su quattro liste concorrenti. Alla fine del 2009 ha ricevuto
l'incarico di revisore dei conti per l'Associazione Comuni del Lodigiano.
Signor sindaco, intanto ci dica come giudica i rapporti con la categoria
degli artigiani della sua borgata.
"Devo dire che i rapporti con gli artigiani del mio territorio sono ottimi: quando
nascono dei problemi, come è d'abitudine nei paesi, ci si siede intorno ad un tavolo e si cerca di trovare una soluzione che vada bene per tutti. Confesso che
ogni volta i risultati sono soddisfacenti, anche perché la nostra attenzione al
tessuto produttivo, come può ben immaginare, è totale".
Le risulta che ci siano problemi in sospeso con il mondo artigiano locale?
"Direi che i problemi che oggi investono il settore artigianale dipendono per lo più dalla crisi nazionale, per uscire dalla
quale occorrerebbero scelte coraggiose e decise, che non mi
pare siano state fino ad ora adottate. La produzione è rallentata, ma fortunatamente tutti stanno andando avanti stringendo la cinghia e nessuno ha cessato l'attività, questo grazie alla costanza ed al duro lavoro che caratterizza i nostri
artigiani, un merito che va dato con tutta evidenza e senza
tanti giri di parole".
Esiste la possibilità di nuove aree per gli insediamenti produttivi?
"Riguardo le nuove espansioni produttive, nel PGT non ci Paola Rusconi
saranno nuove aree di tale indirizzo in quanto abbiamo ancora zone inattive sul nostro territorio. Nel caso ci fosse la necessità di nuovi insediamenti, nel PGT vengono individuate le aree periurbane che potrebbero essere trasformate con una variante, questo è possibile grazie alla flessibilità che
caratterizza il nostro documento urbanistico. Le dico con franchezza che personalmente mi auguro che ci sia richiesta o che almeno le aree che ci sono già a disposizione vengano occupate: vorrebbe dire che la crisi sarebbe terminata, finalmente".
Per finire, come sono i collegamenti viari e lo stato dei servizi nelle zone produttive esistenti?
"La viabilità e gli accessi alle zone artigianali sono migliorati dopo l'intervento
fatto sulla strada provinciale 235. Infatti, si accede a queste aree con una viabilità dedicata e più sicura, anche in questo caso il progetto è stato condiviso con
le diverse realtà che si affacciano su di essa. Vede, la collaborazione tra l'amministrazione comunale ed il mondo artigiano locale c'è stata anche quando, per
porre maggior attenzione all'ambiente, si è proposta l'idea della raccolta differenziata con il servizio porta a porta, naturalmente per i rifiuti che lo consentono, e con l'impiego delle energie rinnovabili, ormai sempre più diffuse, sulle coperture".
L.A.
Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 17
Dicembre 2011
Eureka
Una rete di badanti e di infermieri per arrivare dove il pubblico fatica
Innovazione per servizi e sanità:
Lodi Care rivoluziona l’assistenza
ANDREA BAGATTA
I
nnovare là dove c’è più
bisogno, nei servizi alla
persona e nelle attività
socio-sanitarie: è l‘obiettivo di Lodi Care, ente gestore del centro Privata Assistenza di Lodi: ogni giorno
una schiera di badanti e infermieri dislocati sul territorio sono pronti a offrire servizi professionali garantiti ai
privati di tutta la provincia di
Lodi e San Colombano, al loro domicilio oppure nei luoghi di cura. Dove il pubblico
non può arrivare e dove la
famiglia fatica, la rete assistenziale e sanitaria di Lodi
Care risolve i problemi.
«Forniamo prestazioni professionali soprattutto in due
ambiti, quello sanitario, con
attività infermieristiche e fisioterapiche, e quello socioassistenziale, dalla cura e
assistenza quotidiana al trasporto e accompagnamento
verso i luoghi di cura per finire con il bagno settimanale –
spiega la titolare Barbara
Cremascoli -. Andiamo oltre
la classica badante fornendo
prestazioni e servizi in modo
continuativo ma anche in
modo occasionale. Tutto con
personale qualificato professionalmente e con la garanzia della continuità del servizio. Avendo molti operatori
che lavorano sul territorio
siamo in grado di soddisfare
anche richieste di servizi singoli. E il tutto nel massimo
rispetto della privacy».
Barbara Cremascoli non improvvisa nulla: una laurea
alla Bocconi, opera nella sanità da 12 anni con esperienze in ospedale e responsabilità nell’assistenza domiciliare e nella gestione di case di
riposo, e con un’impresa avviata a Zelo con altri soci tutti giovani proprio nell’ambito
dei servizi sanitari.
«Ero alla ricerca di un buon
compromesso tra l’essere
imprenditore, poter lavorare
in proprio con un margine
d’autonomia decisionale che
non puoi avere da dipendente, e tuttavia avere anche
una rete di supporto per cui
non sei sola ad affrontare le
difficoltà, ma sai di poter
contare su un sostegno continua Barbara Cremascoli -. In questo senso l’accordo con il network Privata Assistenza è perfetto: siamo
affiliati attraverso un contratto d’uso del marchio e
dobbiamo avere determinati
requisiti e garanzie soprattutto di carattere professionale, mentre riceviamo formazione continua in materia
normativa e contrattuale, e
abbiamo i vantaggi di appartenere a una rete di livello
nazionale, dalla presenza su
Internet alla riconoscibilità
del marchio, in esclusiva su
Lodi».
Proprio l’affiliazione al marchio Privata Assistenza impone una serie di requisiti
stringenti sugli standard in
uso e sul personale, che deve essere qualificato professionalmente. «Proprio le risorse umane sono il valore
aggiunto di questa iniziativa
perché i nostri operatori, dopo i contatti di carattere amministrativo e la prima valutazione del caso, lavorano da
soli a contatto con gli utenti
– continua Barbara Cremascoli -. È importante che siano validi dal punto di vista
professionale e nel trattare
con l’utente. Qui purtroppo
arrivano casi difficili, qualche volta disperati. Facciamo per esempio un servizio
di hospice domestico per
malati terminali. In tutti
questi casi trattare con i pazienti è fondamentale, e per
questo facciamo una selezione rigorosa e molto impegnativa. Per fortuna riceviamo ogni giorno tre o quattro
proposte di collaborazione e
quindi ci possiamo permettere di fare selezione vera».
L’utente o più spesso la famiglia contatta Lodi Care.
Lorenza Bulazzi si occupa
della parte organizzativa di
carattere amministrativo e a
quel punto gira la richiesta al
coordinatore infermieristico
PierLuca Narraccio. Il responsabile, che da anni lavora con Barbara Cremascoli, effettua una visita e stila
gratuitamente il piano assi-
stenziale, che si tratti di un
intervento limitato per le vacanze della famiglia, un’assistenza notturna in ospedale oppure un paziente da seguire nel tempo.
«Quasi sempre chi viene da
noi ha le idee abbastanza
confuse e non sa bene quali
servizi richiedere – spiega
Barbara Cremascoli -. Per
questo la valutazione è fondamentale per capire le esigenze e per tagliare una risposta su misura, sia in termini di servizi sia in termini
di operatori da destinare alla
persona. Ci sono anziane
che preferiscono infermiere
italiane di una certa età, chi
per caratteristiche fisiche ha
bisogno di uomini, chi di personale riservato, chi invece
di operatori che facciano anche compagnia. Ognuno ha
le proprie richieste. Spesso
all’inizio i pazienti rifiutano il
nostro aiuto, ma quando ne
colgono i benefici, allora si
instaura un rapporto forte».
Anche perché i vantaggi sono notevoli, sotto diversi
punti di vista, e forse anche
per questo a regime si prevede un’attività di oltre 80
ore al giorno di assistenza,
30 mila ore l’anno in media, con
reperibilità 24
ore su 24, 365
g i o r n i l ’ a n n o.
Obiettivi a cui
Lodi Care non è
distante, nonostante abbia solo un anno di vita. E tra un anno
arriverà l’accreditamento al
servizio sanitario con Regione
Lombardia.
«Forniamo prestazioni professionali e diamo
garanzia di continuità e di risoluzione di ogni
problema, anche grazie alla
copertura assicurativa – conclude Barbara
Cremascoli -.
Siamo qualificati e flessibili,
pronti a dare risposte personalizzate. Infine,
le nostre sono
spese deducibili, perché certificate come spese sanitarie. Lavoriamo sulla qualità,
in un settore in cui è fondamentale dare un servizio
d’eccellenza».
Lodi Care
di Barbara Cremascoli
Ente gestore
del centro di Lodi
Privata Assistenza
Via S.Cremonesi 48/b
(fronte ingresso
ospedale)
Tel. 0371426600
[email protected]
[email protected]
18 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano
Dicembre 2011
Assicurazioni
RTIGIANA X IMPAGINATO2011_Layout 1 24/05/11 10:31 Pagina 26
La Confartigianato propone convenzioni che tutelano gli associati
STORIE D’IMPRESA
Evitare il salasso sulle polizze:
un suggerimento contro la crisi
I
Fronteggiare la crisi è indispensabile, cominciando
dalle cose più semplici
Saranno mesi freddi per le
piccole e medie imprese artigiane, ma non dal punto di vista dell’inverno che arriva. In
poche settimane è precipitata
una situazione che era comunque tangibile, contrariamente ai messaggi di ottimismo che qualcuno tentava di
lanciare.
Ma chi ogni giorno produce lo
sapeva bene, la crisi la viveva
e la vive tuttora; stiamo parlando delle piccole e medie
imprese, che rappresentano il
99% dell’ossatura del sistema
produttivo italiano. Aziende
che si sono fatte, in molti casi,
da sole, sorrette dalla determinazione degli imprenditori e
dalla capacità di lavorare bene
dei dipendenti.
Queste imprese oggi non lamentano la mancanza di lavoro, bensì il ritardo nei pagamenti e la chiusura del credito. Due condizioni che rendono impossibile o di breve durata la capacità di tenuta sul
mercato.
In questa situazione diventa
quindi oltremodo indispensabile, da parte delle aziende,
rafforzare il rapporto con la
rete associativa di appartenenza e utilizzare tutte le misure che l’organizzazione di
categoria può mettere in campo. Un ruolo importante lo
giocano le convenzioni che
E come tutte le cose che scandiscono la
vita sociale delle campagne, Umberto
mi saluta perché, nella pausa pranzo,
deve andare all’ospizio della Pieve, come fa da anni, per fare tagli e permanenti agli anziani ospiti: “La mia più
vecchia cliente vive lì, ha 102 anni e
vuole la permanente”.
quel vincolo.
Per i soci, ad
esempio, non è
stato applicato
nessuno dei rincari che abitualmente sono stati
prodotti in questi mesi; ma non
solo, si sono aggiunte nuove soluzioni che consentono di valorizzare ancor di
più la consulenza che Assiprime
può fornire.
È il caso della
conciliazione obbligatoria che,
da marzo 2012,
prevede l’obbligo di essere accompagnati da
un legale. La
convenzione tra
Assiprime e
ConfartigianatoLodi mette fin
d’ora a disposiPer contenere i costi delle imprese e tutelare il lavoro continua la convenzione tra Confartigianato e Assiprime che ha evitato il rincaro delle polizze per gli associati zione legali che
svolgono questa
consentono alle imprese di che Confartigianato Lodi ha gano spiegate in termini chiari funzione, grazie alla sottoscricontenere i costi di gestione stipulato con il gruppo assicu- e comprensibili a chi ha già zione della tutela legale al
su molte attività.
rativo Assiprime.
mille altri problemi da affron- contenuto costo di 30 euro.
Anche questo è un modo intelUn esempio arriva dalla con- Soprattutto nel comparto del- tare in questo periodo di crisi.
venzione, in essere ormai da le assicurazioni, che in questo Confartigianato Lodi ha messo ligente e concreto di frontegdiversi anni ma costantemen- ultimo anno ha visto rincari a questa come prioritaria condi- giare la crisi con determinate aggiornata e adeguata ai volte esorbitanti, è necessario zione nell’atto di sottoscrivere zione, il tratto distintivo di
bisogni attuali degli artigiani, che le soluzioni proposte ven- la convenzione e il gruppo As- ogni buon artigiano.
Lo scorso anno è uscito un film
sulla vita del parrucchiere Sassoon
mantengo costante l’aggiornamento,
ho capito molto di permanenti e tinture, dei prodotti più naturali. Oggi, nel
mio salone, siamo ad esempio in grado
di realizzare i colpi di sole in sei, sette,
modi diversi. Applichiamo il sistema Farouk di Stanglitz, completamente atossico, che genera una sorta di illusione
ottica nella integrazione dei colori primari”. Molta tecnologia, ancor maggiore ompetenza professionale che fa
pensare ad un salone di Via Montenapoleone trasferitosi nella campagna
piacentina.
Vidal Sassoon The Movie, del regista Craig Teper, racconta la vita del parrucchiere più famoso degli ultimi cinquant’anni. Umberto Ilari commenta così il
personaggio che ha conosciuto: “I tagli di
Sassoon, negli anni Sessanta, crearono un
nuovo stile, al pari delle mini-gonne (inventate, fra l’altro, da una collaboratrice di Sassoon, Mary Quant). Il suo lavoro è veramente straordinario: i tagli cortissimi, l’invenzione del caschetto, come quelli di Penelope
Tree, Twiggy, Mia Farrow, solo per citarne alcune, hanno cambiato la storia di questo mestiere. Il suo successo lo ha ottenuto con la
determinazione ad andare controcorrente e
nonostante abbia avuto in mano le forbici, si
ha la sensazione che se non fosse stato attraverso i capelli, il suo genio sarebbe comunque sbocciato attraverso qualcos'altro.“
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Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 19
Dicembre 2011
Vetrina d’Impresa
I kit da viaggio Alitalia nascono nella Bassa
Con Emar Plast il lavoro prende il volo:
lacolazioneinaereopartedaSomaglia
ANDREA BAGATTA
I
l lavoro prende il volo con Emar
Plast e Alitalia: la ditta di Somaglia stampa plastica e confeziona
imballaggi per ogni settore industriale, ma la sua forza resta l’alimentare, confermato dal rinnovo
dell’appalto per i kit di primi colazione della compagnia di bandiera italiana.
Il core business aziendale, almeno in
termini di numeri, è la produzione e il
confezionamento di bicchieri singoli
in plastica per il settore alberghiero.
Ben tre delle sette linee di produzione sono destinate normalmente a
questa lavorazione. Altre tre linee sono dedicate alle posate di plastica,
l’ultima al confezionamento e ai piatti. Ma la lavorazione della Emar Plast
è flessibile e duttile, pronta al cambiamento in funzione delle esigenze
dei clienti.
“Non può essere diversamente – dicono i titolari Emil e Marco Pizzocri -.
Ogni linea è in teoria adattabile a
ogni tipo di lavorazione, e i macchinari sono stati realizzati su nostra
precisa indicazione, per esempio per
arrivare al confezionamento del bicchiere singolo di qualsiasi misura. La
flessibilità è una caratteristica che il
mercato esige in modo molto spinto.
La difficoltà del momento, anzi, è legata proprio alla mancanza di stabilità del mercato. Il lavoro c’è, ma ha
una prospettiva di qualche settimana, un mese. È difficile avere lavorazioni costanti e durature come capitava una volta. Oggi tra la concorrenza spietata sui prezzi e la crisi del
mercato, ogni commessa va bene,
anche quella di qualche settimana”.
Proprio per questo, al contrario, l’appalto Alitalia per i preset di colazione
è stato una risorsa importante di lavoro. “In questo caso l’appalto è annuale, e questo ci permette di avere
un po’ di programmazione, anche se
poi i margini non sono elevatissimi –
continuano i fratelli Pizzocri -. In questo caso abbiamo fatto l’ideazione,
l’assemblaggio e la fornitura, accontentando in pieno le richieste del
cliente di un kit semplice, maneggevole e adattabile ai bisogni dei pas-
seggeri”.
Il kit si compone di tovagliolo dalle dimensioni contenute e con caratteristiche di alto assorbimento, paletta
per il mixaggio della bevanda e zucchero. Per l’assemblaggio Emar Plast
si avvale di prodotti realizzati appositamente da fornitori propri e i sistemi
di tracciabilità completa dei prodotti,
la certificazione Iso:9001 2008 e
l’Hccp sanitaria costituiscono la miglior garanzia sulla qualità del prodotto. Per Alitalia come per qualsiasi
altro cliente.
“La normativa dispone che qualsiasi
prodotto che entra in contatto con gli
alimentari risponda agli stessi requisiti di sicurezza e igiene – proseguono i fratelli Pizzocri -. Noi abbiamo
adottato tutte le misure imposte per
legge e oggi siamo in grado di risalire
per ogni singolo pezzo al giorno di lavorazione e all’operatore che l’ha lavorato.
Proprio recentemente abbiamo avuto una contestazione su un quantitativo in una confezione, e senza problemi siamo risaliti alla data di lavorazione e all’operatore. E il tutto non
in chiave punitiva nei confronti del dipendente, ma solo per capire di che
natura fosse il problema e quindi intervenire per evitare che si ripeta. Le
procedure di qualità e di controllo sono un intoppo se sono qualcosa di teorico, ma se vengono calate nella
produzione facendo combaciare
l’una alle altre, allora possono essere
d’aiuto per migliorare i sistemi di lavorazione”.
D’altronde, gli stessi dipendenti hanno dimostrato grande professionalità
accettando la flessibilità richiesta dal
mercato e rendendosi disponibili a
doppi turni, quando era necessario, o
a utilizzare le ferie quando invece il
momento non era propizio. Nel 2010
l’azienda ha tenuto aperto anche ad
agosto, tante erano le commesse, poi
a ottobre e novembre ha avuto poco
lavoro ed è andata in esaurimento
delle ferie, e nel 2011 invece ottobre
e novembre sono i mesi di massimo
fatturato. Insomma un rebus quello
della programmazione da affrontare
con spirito di adattamento ogni volta.
Tutto molto diverso da quando papà
Carlo nel 1980 fondò, in Casale, la
società, insieme alla
mamma Lina Corazza,
utilizzando la liquidazione con cui aveva lasciato
le Poste. Con una macchina confezionatrice
aveva iniziato a produrre le posate per la mensa dell’Alfasud. Poi il terremoto in Irpinia aveva
sconvolto la geografia
degli appalti, e la ditta si
era trovata a dover cercare nuovi clienti. Da allora ci sono stati diversi
passaggi ma papà Carlo
lavora ancora insieme ai
figli, entrati come soci
alla scomparsa della
mamma, nel 2000. Oggi
ci sono sette linee di
confezionamento, tre
presse che lavorano in
automatico, sette dipendenti oltre ai tre titolari, e nei picchi di lavorazione, non mancano le
chiamate a due o tre
operai interinali.
“Lavoriamo 60 milioni di
bicchieri singoli per i bagni degli hotel
di tutto il nord Italia, facciamo 10 milioni di confezioni per i kit Alitalia,
produciamo un piatto per microonde
con marchio nostro oltre alle lavorazioni di piatti e posate in conto terzi, e
poi stampiamo plastica per tutti i settori, per esempio guarnizioni per caldaie, e da qualche mese facciamo anche punte per le corone di fiori da
morto – concludono Emil e Marco -.
Solo l’anno scorso abbiamo acquistato una nuova linea di confezionamento e siamo sempre attenti e pronti a
fare nuovi investimenti per seguire i
clienti. È un momento difficile, ma
con la voglia, un po’ di inventiva e
tanto lavoro si riesce a stare sul mercato”.
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Emar Plast snc
di Pizzocri Carlo e figli
vicolo Zavanca - Somaglia
(LO) Tel. 0377 57.776
www.confartigiana
artigianatto.lodi.it
artigiana
Dal 1958 il bene delle piccole
imprese è il nostro lavoro
Una realtà che già garantisce a 2.200 imprese
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