In crescita le buone pratiche nelle piccole e micro imprese
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In crescita le buone pratiche nelle piccole e micro imprese
PERIODICO MENSILE DELLA CONFARTIGIANATO IMPRESE PROVINCIA DI LODI ANNO XXXIII N° 11 DICEMBRE 2011 Botte piena e volpe ubriaca MASSIMO FORLANI* G iovani e lavoro. Bel guaio. Mi ricordo il primo colloquio di lavoro che feci, avevo 22 anni, finito il militare da un paio di mesi, un diploma, 2 anni di università con la testa da un’altra parte, e tanto tempo dedicato a gareggiare con la moto, con risultati anche buoni ma certo non sufficienti da farci un lavoro. Colloquio fatto con l’ing. Schiavi di Lodi. Finito l’incontro mi sentivo un cretino, un buono a nulla, uno scansafatiche. Diciamo che non aveva visto nulla di interessante in me, o meglio io non ero stato in grado di fargli vedere nulla di interessante. Ci misi un bel po’ di tempo a convincermi che era Schiavi a sbagliarsi. E a me è andata bene, certo molto meglio di molti ragazzi di oggi che con diploma o laurea in tasca non trovano non solo la loro strada, ma neppure un sentiero da dove cominciare. *** Creare lavoro non è facile. Non è facile fare impresa in Italia, figuriamoci a Lodi e dintorni. Ancora più difficile se poi il fare impresa è agli ultimi posti della propria agenda politica, perché solo così si spiega il fatto, ad esempio, che a Lodi in 10 anni si è riusciti a partorire una zona industriale come il PIP di San Grato con vie strette e asfalti rotti, pochi o nessun servizio pubblico e un accesso da far invidia a Dedalo. E chi ci dovrebbe venire? Eppure business che “tirano” ci sono anche in Italia. Imprenditori (pazzi furiosi probabilmente) che credono che in questo Paese si possa fare impresa ci sono ancora. Si tratta di investire in uomini e mezzi per intercettare le necessità di questi business e di questi imprenditori, proporsi come interlocutori, spianare la strada, mettere anche soldi per costruire gli immobili se serve. Insomma fare sistema fra Comuni, Provincia, istituzioni e associazioni, e soprattutto non fare troppo i sofistici, evitando di alzare barricate contro questa e quella attività, perché con un po’ di buon senso e di misura una soluzione si trova sempre se si vuo- Massimo Forlani le. Del resto qualcuno contro lo si trova sempre: contro la chimica, contro il fotovoltaico, contro le serre, contro gli outlet, contro la logistica. E questi qualcuno poi trovano sempre pseudo politici, uomini o donne, pronti a cavalcare il malcontento di pochi, gente che non avendo alcuna personale visione si attacca in modo parassitario alle (non) idee degli altri. Che sia l’industria o la logistica ben vengano, perché magari porteranno via terreno agricolo, ma vero è che la maggior parte delle nostre attività agricole stanno in piedi economicamente grazie ai contributi della Comunità europea, e non sono certo queste le attività che attirano i nostri giovani disoccupati, purtroppo. Tanto che poi, i terreni li vendono gli agricoltori e non certo sotto la minaccia di una pistola alla tempia, e se lo fanno una ragione ci sarà pure. *** E a tutti quelli “contro”, quelli che vogliono avere un bel giardino fuori dalla porta, senza capannoni, senza serre e senza fotovoltaico, dove fare passeggiare i nostri figli o nipoti (disoccupati), rammento che senza le risorse che arrivano dalle imprese molto presto non ci saranno neppure i soldi per mantenerlo il giardino, e allora da Terra Buona il Lodigiano diventerà Terra Buona a Nulla …se non a lamentarsi. In crescita le buone pratiche nelle piccole e micro imprese Famiglia e lavoro, una conciliazione ancora difficile Nostra inchiesta da pagina 2 a pagina 5 *Presidente Confartigianato Imprese Provincia di Lodi SOMMARIO Il “Bruno Lenta” e un fatturato da primato per la Audio Ohm SERVIZIO A PAGINA 4 La Camera di Commercio premia Bassanetti SERVIZIO A PAGINA 9 Crisi e nessun sostegno dalla politica per l’autotrasporto SERVIZIO ALLE PAGINE 12-13 Pieve Fissiraga non vuole allargare il polo produttivo SERVIZIO A PAGINA 16 La Presidenza, la Segreteria Generale, la Giunta esecutiva e il Consiglio, i dipendenti e collaboratori della nostra Associazione porgono a tutti gli artigiani e agli imprenditori lodigiani, ai loro familiari e collaboratori, ai lettori de “Il Cittadino” e del “Corriere Artigiano” gli auguri davvero sinceri di Buon Natale e di un 2012 sereno e fecondo 2 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano Primo Piano Dicembre 2011 Nella serata dedicata alla consegna del “Bruno Lenta” 2011 Reti, inventiva e... poche risorse per aiutare le mamme che lavorano LORENZO RINALDI E’ possibile conciliare famiglia e lavoro per le piccole-medie imprese, specie in un momento di crisi e specie per quelle realtà di carattere prettamente artigianale? Sembrerebbe di sì, a patto di saper sfruttare bene le poche risorse disponibili, saper creare delle “reti” tra aziende e istituzioni e, perché no, utilizzare anche un po' di inventiva, qualità tipica degli imprenditori, spesso più portati a creare che a scontrarsi con le mille “scartoffie” della burocrazia. Per evidenziare ciò che funziona (e che può essere imitato da altre aziende) e segnalare come sono state investite finora le risorse, Confartigianato Imprese della Provincia di Lodi ha riunito attorno a un tavolo Giulio Boscagli, assessore alla Famiglia e alla Conciliazione di Regione Lombardia, Duccio Castellotti, presidente della Fondazione Banca Popolare di Lodi oltre che vice presidente del Banco Popolare e Anna Josè Buttafava, imprenditrice e consigliere Il tavolo dei relatori nella sede della Camera di Commercio: da sinistra, Castellotti, Forlani, Boscagli, Buttafava e la giornalista Caterina Belloni provinciale di Confartigianato. A condurre il dibattito, andato in sce- di stiratura garantita dall'azienda scorsi mesi ha aperto un bando per menti di conciliazione e sostegno alna mercoledì 30 novembre nella sa- alle dipendenti. Un'idea che è stata finanziare buone prassi di concilia- le mamme che lavorano, dai voula consiglio della Camera di com- la stessa Buttafava a spiegare: zione - ha raccontato l'imprenditrice cher destinati al supporto economimercio di Lodi, il caposervizio del “Faccio parte del gruppo Donne Im- - e a questo punto abbiamo deciso co delle mamme lavoratrici in cassa quotidiano “il Cittadino”, Caterina presa di Confartigianato e molte di approfittarne, puntando a fare re- integrazione a progetti molto più inBelloni. La quale, andando subito volte mi sono trovata a confronto te e dando vita a un progetto nuovo. novativi”. all'aspetto pratico del problema, ha con modelli e progetti di conciliazio- L'idea è dare la possibilità alle di- Secondo l'assessore Boscagli, le affermato senza esitazioni che “la ne famiglia-lavoro. Tuttavia servizi pendenti di usufruire di un servizio buone pratiche e le iniziative finalizconciliazione famiglia-lavoro (cioè come il nido e la lavanderia interna, di baby parking già esistente a Co- zate alla conciliazione famiglia-lala possibilità di “incastrare” con sod- presenti in diverse multinazionali, dogno, soprattutto nelle ore extra voro si inseriscono a pieno titolo nel disfazione i tempi di lavoro in azien- non mi sembravano alla portata del- scolastiche e il sabato, quando loro cosiddetto sistema di “welfare da e quelli da dedicare ai familiari, le piccole-medie imprese. Per un sono al lavoro ma i bimbi sono a ca- aziendale”, su cui sarà sempre più soprattutto i figli, ndr) è oggi un fat- certo periodo dunque mi sono senti- sa. Non sempre infatti sono disponi- importante puntare nel futuro. tore strategico per le imprese, so- ta un po' esclusa da questo tipo di bili i nonni oppure il marito. Poi ab- L'analisi dell'assessore regionale, prattutto per le piccole-medie im- progetti, poi sono state le mie stes- biamo pensato di allargare questa per quanto stringata, è risultata prese, perché permette di lavorare se dipendenti a far nascere l'idea idea, ampliando il servizio alle clien- molto efficace: oggi il sistema tradicon maggior serenità”. “Le aziende dello stiro-amico. Un'idea che alla ti. Infine, siamo andati oltre, esten- zionale di welfare non regge più dal che hanno buone pratiche di conci- prova dei fatti si è rivelata facile da dendo ulteriormente il servizio, fino punto di vista economico e dunque liazione - ha aggiunto la giornalista realizzare. Lanciando questo pro- a comprendere i clienti degli altri va riformulato. Accanto alle tutele sociali garantite dallo Stato è neces- diventano inoltre attrattive per le getto, il timore era accrescere la bu- negozi del centro di Codogno”. rocrazia: un timore che si è rivelato Un progetto molto ambizioso dunsario inserire i servizi offerti dal termamme in gamba che sono nelle alque quello di Anna Jo- zo settore e dal “welfare aziendale”, tre aziende”. sè, atteso alla prova cioè quei sistemi di aiuto e sostegno Serenità del personale dei fatti, ma che per il (dall'asilo nido aziendale alle assi(che magari diventa Anna Josè Buttafava momento ha già riscosanche più produttivo) e IL CORRIERE ARTIGIANO DEL LODIGIANO so il plauso dell'assescapacità di attirare le ha inaugurato sore regionale Giulio risorse umane migliori. Periodico mensile di informazione Boscagli. Che, interdella Confartigianato Imprese Provincia di Lodi Sono soltanto due devenendo al convegno gli effetti positivi della Inviato gratuitamente a tutti i soci presso ANNO XXXIII n° 11 DICEMBRE 2011 promosso da Confarticonciliazione famigliagianato, ha innanzitutlavoro. Un tema che fiDIRETTORE RESPONSABILE to sottolineato l'imporRenato Goldaniga no a pochi anni fa semi suoi saloni tanza degli “accordi brava destinato a esseDIRETTORE EDITORIALE territoriali” finalizzati a re affrontato solo nelle Vittorio Boselli progetti di conciliaziodi bellezza grandi imprese, che ad COORDINATORE DI REDAZIONE ne, “già sottoscritti in esempio sceglievano di Mauro Parazzi tutte le province lomcreare nidi aziendali, COMITATO DI REDAZIONE l’esperienza barde”. “La conciliaziosul modello dei paesi Luigi Albertini, Lino Barbesta, Claudio Bianchessi, ne famiglia-lavoro non del Nord Europa. Ma si Domenico Staffieri, Gianpiero Brunelli, Alberto Ciusani, Laura Ferrari, è un problema che ripuò parlare di conciliadello “stiro-amico” Antonio Gallinari, Enrico Grassi, Emanuele Lupi, guarda unicamente le zione anche a livello di Nicola Peloso, Paolo Roda, Antonio Scarcella, donne - ha aggiunto Lorenzo Rinaldi, Andrea Bagatta, Francesco Cancellato, artigianato. Lo dimoAldo Caserini, Paola Roverselli, Paola Rota l'assessore Boscagli strano le iniziative atti- per le sue dipendenti ma coinvolge spesso va t e d a A n n a J o s è DIREZIONE REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE anche gli uomini. Per Codogno Via Garibaldi, 40 Buttafava nel proprio [email protected] campo professionale. Titolare di di- infondato, grazie anche alla consu- affrontarlo occorrono creatività e STAMPA versi saloni di bellezza nel Lodigia- lenza della Provincia di Lodi e al fi- inventiva e Regione Lombardia ha Sigraf Spa Treviglio (Bg) no, la Buttafava ha una trentina di nanziamento del Dipartimento per deciso di muoversi proprio in questa FOTOGRAFIE dipendenti, in maggioranza donne, la famiglia della Presidenza del Con- direzione, andando a valorizzare le Archivio Confartigianato Archivio Il Cittadino siglio dei ministri”. buone pratiche già presenti nel tesper le quali ha provato a declinare REGISTRAZIONE nel miglior modo possibile il concet- Lo “stiro-amico” non è destinato pe- suto imprenditoriale lombardo. Con Autorizzazione tribunale di Lodi n. 128 del 28/03/1980 to di conciliazione famiglia-lavoro, rò a restare l'unica iniziativa di con- le poche risorse oggi a disposizione, IDEAZIONE E REALIZZAZIONE GRAFICA attuando in prima battuta il proget- ciliazione avviata nei negozi di Anna abbiamo proposto accordi territoPmp Srl to “stiro-amico”: 3 ore la settimana Josè. “Regione Lombardia negli riali che contenevano diversi stru- Dicembre 2011 Primo piano Il Corriere Artigiano del Lodigiano- 3 L’assessore regionale Boscagli alla tavola rotonda di Confartigianato Laconciliazionetrafamigliaelavoro nonèpiùesclusivadellegrandiimprese curazioni mediche) forniti direttamente dall'azienda presso cui si lavora. “Il nostro sistema di welfare non tiene più - ha affermato l'esponente della giunta Formigoni -: non ci sono più risorse a sufficienza per finanziarlo interamente e occorre dunque iniziare a ripensarlo. Il punto cruciale non sono tanto le pensioni, quanto il deficit demografico: oggi in Italia abbiamo molti anziani e troppi pochi giovani in grado di lavorare e finanziare pensioni ma anche servizi sociali. E' un problema reale e per affrontarlo dobbiamo puntare sul pubblico e sul privato. Lo Stato continuerà a fare la sua parte, specie per le situazioni più a rischio, ma dobbiamo iniziare a guardare con convinzione alle realtà del terzo settore. Ricordo ad esempio che in Lombardia ci sono moltissime case di riposo che fanno riferimento a fondazioni, cioè soggetti del terzo settore. Accanto allo Stato e al terzo settore, è necessario affidarsi al welfare aziendale, cioè ai servizi sociali offerti direttamente dalle In primo piano il segretario generale di Confartigianato Imprese Provincia di Lodi Vittorio Boselli e il presidente della Fondazione Banca Popolare di Lodi Duccio Castellotti imprese ai loro lavoratori. Un tempo gli imprenditori che coIl presidente L’assessore struivano case per i loro dipendenti erano considerati paterdella Fondazione regionale nalisti, oggi sarebbe interessante esamidella Banca alla famiglia nare i loro modelli di azione. La sfida da vincere è molto chiaPopolare di Lodi: Giulio Boscagli: ra: unire pubblico, privato del terzo settore e welfare azien«In un territorio «Attenzione, dale”. Alle parole, tuttavia, occorre spesso far piccolo la conciliazione seguire i fatti. E per ottenere risultati come questo coinvolge spesso concreti servono buone idee e risorse economiche. Ne è occorre fare rete» anche gli uomini» consapevole Duccio Castellotti, presidente della FondaE la capacità di “fare rete” si dimozione Banca Popolare di Lodi, stra la carta vincente. Anna Josè organismo che nei suoi primi tre Buttafava ha cercato di unire la anni di vita ha distribuito circa dieci propria realtà imprenditoriale agli milioni di euro al servizio di decine altri negozi del centro di Codogno e decine di progetti attivati nel terper offrire un innovativo progetto di ritorio. “La famiglia - ha osservato conciliazione. Castellotti ha invece Castellotti - resta un valore a cui afevidenziato come “la Fondazione fidarsi per superare la crisi econoBpl è impegnata a sviluppare e premica e i tempi difficili che stiamo vimiare progetti in grado di mettere vendo. La Fondazione Banca Popoinsieme il lavoro di più associaziolare di Lodi, per statuto, non interni”. viene a sostegno di singoli casi fa“In un territorio piccolo come il miliari, ma supporta progetti le cui Lodigiano - ha aggiunto il presiricadute interessano decine di fadente della Fondazione Bpl - ocmiglie sul territorio. In questi primi corre fare rete, cioè mettere insieanni di lavoro abbiamo impostato la me le associazioni, le realtà del nostra azione cercando di premiare terzo settore, il mondo delle cooi progetti a rete, cioè quelli che perative sociali. Abbiamo circa mettono insieme più enti e istitu900 realtà nel nostro territorio, zioni. In particolare abbiamo stisono una risorsa straordinaria che molato progetti in due settori ben tuttavia deve essere riordinata specifici: la pediatria e l'attenzione per evitare di disperdere energie e ai bambini e gli interventi a sostedenaro. In un momento storico in gno delle famiglie in cui sono pre- Da sinistra gli assessori Cominetti, Peviani, Pedrazzini, il presidente Foroni e la dottoressa Loizzo della Prefettura cui dobbiamo fare i conti con risenti malati oncologici. Siamo insorse economiche decrescenti, tervenuti, ad esempio, a sostegno dei bambini ricoverati quando i ge- malati oncologici. In generale, me- l'azione delle associazioni, del terzo delle famiglie con bambini in ospe- nitori sono al lavoro oppure devono tà delle risorse stanziate in questi settore e delle cooperative deve didale: in collaborazione con il mon- sbrigare delle commissioni. Soste- primi anni di vita dalla Fondazione ventare ancora più efficiente. E per do dell'associazionismo abbiamo gno è andato anche a quei medici di Bpl sono andate a supporto di pro- guadagnare in efficienza la ricetta è appoggiato un progetto che garan- buona volontà che si occupano di getti dedicati al settore socio-assi- fare rete”. tisce la presenza di esperti al fianco fornire assistenza domiciliare ai stenziale”. [email protected] 4 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano Primo Piano Dicembre 2011 Il “Bruno Lenta” all’azienda che lavora per marchi europei dell’auto Audio Ohm, il fatturato vola in alto grazie a innovazione e formazione LORENZO RINALDI C hi ha detto che ricerca e innovazione sono esclusiva delle grandi imprese? Provate a chiedere alla Audio Ohm di Codogno, un’azienda a carattere artigianale che ogni giorno si confronta con successo con alcune tra le più importanti case automobilistiche mondiali. Caso vuole che i principali clienti della ditta lodigiana siano i marchi Mercedes, Volkswagen, Audi, Skoda e Porsche. Marchi che in alcuni casi significano eccellenza in un settore, quello automobilistico, che vive una concorrenza sfrenata e nel quale la ricerca tecnologica e stilistica è ormai una regola ferrea per competere sui mercati internazionali. Lo sanno bene alla Audio Ohm, fondata nel 1983 da Bruno Betti e arrivata oggi alla seconda generazione. L’azienda produce valvole fusibili e componenti elettromeccanici per il settore automobilistico e impiega 32 addetti. Al culmine di un anno vissuto con il “segno più”, alla Audio Ohm è stato attribuito da Confartigianato Imprese della provincia di Lodi il premio “Bruno Lenta” per la responsabilità sociale delle imprese. Un riconoscimento arrivato ormai alla settima edizione e che funziona da “cartina tornasole” per individuare le realtà artigianali del territorio che hanno raggiunto livelli di eccellenza. Il premio è stato consegnato lo scorso 30 novembre a Bruno e Simona Betti nella sede della Camera di Commercio di Lodi, alla presenza del presidente della Provincia, Pietro Foroni, e del sindaco di Codogno, Vincenzo Ceretti. “Audio Ohm - ha detto Vittorio Boselli, segretario della Confartigianato Imprese della provincia di Lodi - è un’azienda familiare che ha raggiunto livelli di eccellenza e continua a credere in ciò che fa, anche nel momento attuale. Audio Ohm vanta un modello organizzativo che promuove l’apporto dei dipendenti secondo la logica della crescita professionale. Inoltre garantisce attenzione alla sicurezza in azienda attraverso una formazione continua”. Parole di plauso sono arrivate anche dall’assessore regionale alla Famiglia e Conciliazione Giulio Boscagli, presente alla cerimonia di premiazione, che ha indicato l’impresa di Codogno come un esempio positivo della manifattura lombarda, capace di competere anche in periodi di crisi. Un concetto ribadito da Massimo Forlani, presidente di Confartigianato Imprese della provincia di Lodi. Il premio “Bruno Lenta”, come detto, arriva al termine di un 2011 molto positivo per Audio Ohm, specie se inserito nel contesto della durissima crisi che ha colpito molti paesi europei. “Abbiamo già ricevuto i programmi di consegna fino al 31 dicembre e chiuderemo l’anno in corso con un incremento di fatturato del 24 per cento rispetto all’anno precedente ha detto Bruno Betti -: i nostri prodotti vengono interamente esportati, in Italia insomma non vendiamo un pezzo”. Parole, queste ultime, che hanno strappato qualche sorriso in sala, ma che ben inquadrano il mercato di riferimento della Audio Ohm. Ci sono le case automobilistiche tedesche (o controllate da gruppi tedeschi) come Mercedes, Volkswagen, Audi, Skoda e Porsche, ma ci sono anche importanti aziende intermedie, che producono componenti per le auto, come la Bosch. Oltre alla Germania, i prodotti re- A destra, Simona e Bruno Betti e sua moglie Caterina Tonani tra il pubblico della manifestazione ospitata dalla Camera di Commercio di Lodi. Sopra, la premiazione ufficiale alizzati alla Maiocca di Codogno vengono esportati in Stati Uniti, Cina, Nord Africa ed Europa dell’Est. E poi, specie se montati sulle auto di fabbricazione tedesca, i componenti fabbricati alla Maiocca raggiungono in pratica mezzo mondo. A testimonianza di quanto siano importanti ricerca e innovazione, Betti ha ricordato che “Audio Ohm ha una dozzina di brevetti registrati in Germania, sei dei quali in condivisione con Audi, Volkswagen, Mercedes e Drx”. Inoltre l’azienda di Codogno vanta “una pubblicazione sulle principali riviste tecniche tedesche per una ricerca svolta in collaborazione con Mercedes, Porsche, Bmw e Università di Monaco, che ha portato al risparmio di circa un chilo di rame per vettura, migliorando la sicurezza delle automobili”. L’ultima sfida in ordine di tempo è quella lanciata ancora una volta con l’Università di Monaco e con Mercedes: “Siamo stati coinvolti nell’ampliamento di uno studio, con l’obiettivo di ridurre del 20 per cento il peso del cablaggio sulle autovetture”, ha rivelato Simona Betti. Bruno Betti ha spiegato che nell’azienda di Codogno lavorano italiani e stranieri e ai giovani, anche ai diplomati e ai laureati, “chiediamo umiltà, garantendo coinvolgimento e incentivazione: il pezzo di carta rappresenta le fondamenta su cui costruire il resto dell’edificio”. A testimonianza della storia di successo della Audio Ohm, il riconoscimento di Confartigianato imprese della provincia di Lodi rappresenta la prosecuzione ideale di un percorso di crescita: nel 1990 era arrivato infatti il premio della Camera di commercio di Milano per l’innovazione tecnologica nel campo delle valvole fusibili per le auto, mentre risale al 2003 il premio della Regione Lombardia per l’eccellenza delle imprese artigiane. Il futuro è rappresentato, ancora una volta, da ricerca, innovazione e confronto continuo con gli ingegneri tedeschi, al fine di arrivare a soluzioni sempre più sofisticate per le automobili del domani. “L’innovazione è il nostro principale obiettivo - ha affermato Bruno Betti -: da anni siamo impegnati nel presentare alle case automobilistiche soluzioni innovative e nello studio di processi innovativi per prodotti già consolidati e conosciuti dal mercato”. E infatti lo stabilimento di Codogno è dotato anche di un laboratorio per effettuare prove sui materiali, secondo la normativa esistente e sulla base delle richieste dei clienti. I pezzi realizzati a Codogno, una volta ultimati e “inscatolati” finiscono in magazzino e raggiungono poi i grandi depositi delle case automobilistiche. Spesso sono proprio queste ultime a inviare i corrieri nella Bassa, che se ne tornano al Nord con un “prezioso carico”: valvole e componenti per le auto, in gra- do anche di migliorare la sicurezza di chi guida. Il premio “Bruno Lenta” alla Audio Ohm, insomma, può essere interpretato anche come un segno di speranza in un momento difficile per l’economia lodigiana. Per usare le parole dell’assessore regionale Boscagli, il “Bruno Lenta” rappresenta il riconoscimento a uno degli esempi della Lombardia laboriosa, capace di competere con le più evolute regioni europee nonostante una burocrazia che, talvolta, mette i bastoni tra le ruote al mondo imprenditoriale. Pensare che alcuni dei componenti di auto di alta gamma come le Audi Q5 e Q7 sono prodotti nel Lodigiano rappresenta un’iniezione di fiducia per tutto il territorio e testimonia come, nonostante le difficoltà del contesto attuale, c’è ancora chi riesce a vincere la sfida. [email protected] Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 5 Dicembre 2011 Primo Piano I dati confermano una correlazione tra natalità e occupazione Sorpresa: tanti figli, tanto lavoro! Perché conciliare aiuta a crescere FRANCESCO CANCELLATO* D ue dati, giusto per abbattere un paio di stereotipi tuttora imperanti. Il primo: esiste una correlazione positiva – e non lo dico io, ma l’OCSE – tra il tasso di fecondità e il tasso di occupazione femminile. Islanda, Norvegia, Danimarca, Svezia, Nuova Zelanda, Canada sono i Paesi in cui l’80% circa delle donne lavora e ,per quanto possa sembrare strano, sono anche Paesi in cui ci sono mediamente due figli per famiglia. Può sembrare strano, ovviamente, se non si considera un terzo dato. Quello relativo all’assistenza pubblica – sotto forma di servizi, trasferimenti monetari, sgravi fiscali – che lo Stato e gli enti territoriali offrono alle famiglie. Anche in questo caso, i paesi scandinavi, così come la Francia, l’Inghilterra, la Germania, sono ai primi posti, ben sopra la media OCSE, pari al 2,3% del PIL. E l’Italia?, vi starete chiedendo. Già, l’Italia. L’Italia, con 1,41 figli per famiglia è agli ultimi posti in Europa come tasso di fecondità totale, ben al di sotto della media OCSE di circa 2 figli a famiglia. Un tasso, peraltro, che aveva sfiorato anche la soglia del figlio a famiglia e che si è alzato solo negli ultimi anni grazie al sempre più massiccio arrivo di famiglie migranti. Andiamo avanti. Il tasso di occupazione femminile italiano, pari al 47%, è il terzultimo, superiore solo a quello della Turchia e del Messico e di ben undici punti percentuali inferiore a quello della media OCSE. E ancora: la spesa pubblica per le famiglie non supera nemmeno l’1,5% del PIL. Meno della metà di quanto accade in Francia, laddove si lambisce il 4%. Dobbiamo continuare? Continuiamo. L’Italia è al diciannovesimo posto, ultima o quasi fra i Paesi europei, secondo una classifica sullo “stato delle madri”, basato su un indicatore riassuntivo delle condizioni di salute, lavoro e pari opportunità delle madri elaborato nel 2009 da Save the children. E occupa il ventunesimo posto nella classifica stilata secondo l’indice GEM –“Gender Empowerment Index” - che tiene conto della partecipazione femminile alla vita politica (UNDP, 2009). Ci sono, infatti, Paesi europei dove lo sviluppo inteso nella sua accezione basilare e misurato dall’indice Francesco Cancellato di sviluppo umano è minore di quello dell’Italia, ma nei quali la partecipazione al «potere» economico e politico da parte delle donne appare ben più alta di quella delle italiane, quali, ad esempio, la Spagna, la Grecia, il Portogallo, ma anche la Repubblica Ceca, la Polonia, l’Estonia, la Lituania, la Slovacchia, la Croazia e la Bulgaria. Scendiamo ulteriormente nel dettaglio, però. Nel 2008, in Lombardia le donne occupate erano il 57,1% , un valore che lambisce la media OCSE e che supera di oltre dieci punti il tasso di occupazione femminile italiano. Non a caso, lo stesso tasso di fecondità in Regione in questi ultimi anni ha conosciuto una leggera crescita, con 1,4 bambini per coppia (nel 2008 era l’1,3) anch’esso, seppur di poco, superiore alla media nazionale. Considerando la fascia di età tra i 20 e i 49 anni – quindi la fascia riproduttiva – le donne lombarde lavorano di più e non di meno delle loro coetanee europee (sono invece le ultracinquantenni ad avere tassi molto più bassi delle loro coetanee europee), il modello di partecipazione al mercato del lavoro tipico della Lombardia vede una forte concentrazione dell’occupazione delle donne proprio nelle età riproduttive per eccellenza, con tassi superiori al 70%. Questo non certo grazie alla politica nazionale, visto che in Lombardia ci sono i tagli che ci sono altrove. Quanto piuttosto per le buone pratiche poste in essere dalle amministrazioni locali, dalle imprese, dalle fondazioni e dal terzo settore. Che, soprattutto negli ultimi anni, hanno dato vita ad interessanti esperimenti per alleviare quel “doppio carico” di vita lavorativa e vita famigliare che le donne italiane - il 77% degli adempimenti famigliari caso isolato, sistema. In Italia, in Lompoggiano ancora sulle loro spalle – so- bardia, a Lodi. Per questo, mi pare utino costrette a portare sulle spalle. le chiudere con il caso di Mantova. Il L’esperienza di Anna José Buttafava e cui modello per le politiche di conciliadelle politiche di conciliazione da lei zione, partito nel 2005 dalla collaboraposte in essere nei suoi saloni di bel- zione tra alcune aziende e la Consiglielezza, raccontata alle pagine 2 e 3, è ra di Parità di Mantova, è divenuto nel solo uno degli esempi da cui trarre corso degli ultimi anni la stella polare ispirazione e da diffondere alle altre per la diffusione e applicazione delle imprese del territorio, che sovente, va politiche di concidetto, non hanno liazione famigliaquesto tipo di sensilavoro sul territorio Ma l’Italia b i l i t à . P r o va t e a (perlomeno, in chiedere, tanto per Lombardia). Da in Europa fare un esempio, questo processo, quante fra esse pregovernato dalla vedano il part-time Provincia di Mantoè ben lontana per le loro lavoratrici va, dalla Consiglie(in Lombardia, ne ra Provinciale di dai parametri trae beneficio il 19% Parità e dalla delle donne lavoraCCIAA di Mantova trici, mentre la meè scaturito un acdegli altri Paesi dia europea è del cordo quadro che è 33%). Oppure, stato sottoscritto dove il lavoro chiedetelo direttada numerosi enti mente a quel 20% pubblici e privati. delle donne occupaLa leva che ha infemminile viene te che si dimette ducentivato il coinvolrante il primo anno gimento delle assecondato di vita del primo o aziende è stato del secondo figlio o l’art.9 della Legge perde il lavoro per53/2000 che finanché giunge a scadenza di contratto in zia le aziende che intraprendono azioconcomitanza con la maternità e non ni innovative per la riorganizzazione viene più rinnovato. dei tempi e luoghi di lavoro in ottica faTutto questo per dire che le buone pra- mily friendly. Da ottobre 2006 ad oggi tiche e le mosche bianche non sono sono stati presentati al ministero vensufficienti. Non nel breve periodo, per- tisei progetti per un finanziamento lomeno. E visto che, per dirla con le complessivo di 2,3 milioni di euro a faparole dell’economista John Kenneth vore delle imprese mantovane e delle Galbraith, “nel lungo periodo saremo lavoratrici e lavoratori con esigenze di tutti morti”, occorre darsi da fare affin- conciliazione. ché la buona pratica diventi legge e il *Ricercatore Aaster 8 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano Opinione Dicembre 2011 Il mercato tra crisi, soluzioni tampone e le incrostazioni franco-tedesche Si è affermata la civiltà del debito, ma la finanza si dia una regolata ALDO CASERINI L e parole - certe parole – incantano sia pure per significati esogeni, stimolati da fattori esterni, come “Il mercato”, “I mercati”, “Il giudizio dei mercati”, “L’approvazione dei mercati”, “La prudenza dei mercati”, “La vulnerabilità dei mercati”, “Il lunedì nero dei mercati”. Piacciono a coloro che cercano “la pienezza del vivere” a Palazzo Mezzanotte. Per altri, sono distinzioni d’impiego quotidiano. Rispettano il parlare, la vita, la civiltà (oddio!) del presente. In origine con la parola mercato si designava un luogo dove si scambiavano merci. Oggi, con la performatività del capitalismo finanziario il mercato è qualcosa di inconoscibile. Secondo un sociologo, professore alla Open University, in una sua definizione più articolata il mercato rappresenta tutte le attività redditizie con “esclusione degli altri valori sociali o umani che non possono essere ridotti a cifre” (John Clarke). Invece, per un suo collega studioso di teorie freudiane, il mercato è, al contrario, semplicemente “un feticcio” che rimuove il valore della persona e maschera una realtà sottostante (Jeffrey Weeks). Vi sono, insomma, tanti filtri attraverso cui guardare la realtà. La cultura è una lente che ingrandisce o rimpicciolisce le cose, ne deforma le proporzioni in un senso o nell’altro. Le stesse parole usate rivelano connessioni fantastiche quando descrivono i mercati finanziari e le loro vicende. Favoriscono equivoci se non addirittura inganni. Assumono “potere informativo” (sinonimo di potere contrattuale ed economico). Non è un caso se il mondo della finanza è pieno di tabù e pregiudizi. Sia chiaro, se li porta dietro più che meritatamente per la sua storia passata e recente, impiombata da scandali, abusi e cannibalismi. Benedetti solo dal mostruoso gemellaggio tra politica e affari. Pregiudizi, dicevamo. Fintanto almeno che un qualche sboom o fatto delittuoso non obblighi a indagare e a saperne di più. Il che avviene ormai abbastanza frequentemente. In tutto il mondo s’intende. In aritmetica è tutto chiaro: 2+2 fa quattro, e chiunque dice diversamente è in errore. In campo finanziario non è così. Le formule applicate ci sono sempre, ma c’è anche molta teoretica dietro alle formule inserite nel computer. Nel rapporto che avvicina o contrappone c’è l’autonomia - il cosiddetto sentiment, usato dai commentatori – e c’è la politica (le scelte della politica). Con tutto questo non si vuole scoraggiare nessuno, solo rendere chiaro che la linea di separazione tra giudizi e pregiudizi negli affari finanziari - quando in gioco entrano i danée, gli sghéj, i scec, le palanche - è più labile e problematica di quanto riconoscano i manuali della Bocconi o “Milano Finanza”. L’ u n ic a s tra da è du n qu e quella di verificare i propri paradigmi alla luce dei fatti. Sempre che fatti e antefatti si possano conoscere attraverso la finanza, che notoriamente controlla l’informazione. Le parole adottat e d a t v, q u o t i d i a n i , network, politici, banchieri, lobbysti, faccendieri, economisti non aiutano molto. Parlano del mercato finanziario come Abramo parlava del Dio della Genesi. Senza porre troppa attenzione alle contraddizioni, senza mai fare cenno al potere delle concentrazioni, delle lobby e alle scelte della politica (come è avvenuto per i subprime, trasformati in titoli finanziari derivati, venduti o passati ad altri soggetti a trattativa privata). Assecondando strategie dell’inganno, il mercato delle bolle (considerati i trilioni bruciati) e delle balle. Dagli anni ’80 i maestri di scuola delle pagine finanziarie veicolano il messaggio unico della finanza in funzione dell’economia reale. Oggi nel mercato finanziario c’è di tutto. E’ un ipermarket gigantesco di “prodotti” e “derivati” più o meno ben confezionati: titoli obbligazionari complicatissimi, formati da altri titoli, fondi pensione, fondi speculativi, eccetera. Non ti accorgi neppure se te li rifilano. Se vai in banca per un mutuo alla tua azienda non puoi dir di no all’“investitore istituzionale” che ti consiglia un “derivato sicuro” da parcheggiare (magari) fuori bilancio . L’immagine che molti hanno dei “mercati che giudicano” continua ad essere quella di milioni di signor Bianchi e signor Rossi possessori di risparmi in azioni o fondi comuni che acquistano o vendono titoli per cui gli indici salgono o crollano. E’ una rappresentazione di nessun conto: gli scambi imputabili ai signor Bianchi e ai signor Rossi raggiungono in tutto il mondo appena il 5%. L’80% è di “investitori istituzionali”, il 15% di corporation di vari settori. A contare sono le concentrazioni finanziarie, le grandi banche, l’industria delle industrie (l’automobile, anche se ha il fiatone, come ce l’hanno le grandi banche), la finanza de-regolata, le istituzioni finanziarie che con le loro attività “invisibili” alle Sorveglianze consentono ogni sorta di sregolatezza. E’ da qui che ogni considerazione sull’andamento dei mercati dovrebbe partire. Cancellare la finanza? Nessuno lo pensa. Ma a una regolata sì. Si sarebbe evitato il recente spettacolo di infermieri, anestesisti e chirurghi corsi in Costa Azzurra per rimediare ai ripetuti collassi finanziari e ridottisi alla somministrazione di aspirine a mezza Europa (noi compresi), lasciando le arterie (di tutti, ma di Germania e Francia in particolare) intasate di sostanze tossiche. Dicembre 2011 Credito Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 9 Il Presidente della Centropadana premiato dalla Camera di Commercio Ha aiutato lo sviluppo lodigiano: un riconoscimento a Bassanetti LORENZO RINALDI U na vita nelle casse rurali, un presente ai vertici della Federazione lombarda delle Bcc (la più importante d’Italia) e un futuro che, se i piani andranno a buon fine, lo vedrà ancora alla guida di una delle più grandi banche di credito cooperativo del Nord Italia. E’ Serafino Bassanetti, attuale presidente della Banca di credito cooperativo Centropadana di Guardamiglio, “l’uomo dell’anno” della Camera di Commercio di Lodi. L’avvocato di San Colombano al Lambro è stato insignito lo scorso 4 dicembre a Lodi del “Riconoscimento alla personalità della provincia che ha dato un contributo significativo allo sviluppo economico del Lodigiano”. Lunghissimo il curriculum di Bassanetti, che oltre alla presidenza della Centropadana (di cui è alla guida dalla sua fondazione) ha saputo ritagliarsi negli anni un ruolo di primo piano all’interno del mondo del credito cooperativo lombardo e nazionale. Originario di Maleo, Bassanetti ha 61 anni ed è residente a San Colombano al Lambro. Avvocato del foro di Lodi dal 1976, da tempo l’attività istituzionale nel credito cooperativo ha preso il sopravvento rispetto agli impegni dello studio legale. L’ingresso nel mondo del credito cooperativo risale al 1974, quando Bassanetti è diventato socio della ex Cassa rurale di San Colombano, di cui nel 1975 è diventato consigliere. Nel 1978 ha assunto la vicepresidenza dell’istituto di credito, che poi ha presieduto dal 1981 al 1998, “traghettandolo” di fatto all’interno della Centropadana, banca nata dalla fusione di più casse rurali. Dal 1998 Bassanetti è presidente della Centropadana, incarico che ricopre ininterrottamente da 13 anni. Nel 1991 l’avvocato banino è entrato nella Delegazione sindacale nazionale di Federcasse (la federazione che raggruppa le banche di credito cooperativo), assumendone la presidenza dal 1994 al 2000. E ancora, è consigliere della Federazione lombarda delle Bcc dal 1992, membro del comitato esecutivo della stessa dal 2000 e vicepresidente dal 2003. Dall’aprile 2005 all’aprile 2006 è stato presidente di Aureo Gestioni. Dal 2005 inoltre è consigliere nazionale di Federcasse. Dal 2000 al 2003 è stato consigliere di Iccrea Holding, il maxi istituto nazionale che fornisce servizi finanziari a tutte le banche di credito cooperativo presenti in Italia. Nel dicembre 2003 è stato rieletto consigliere di Iccrea Holding. Il 19 dicembre 2003 è stato inoltre nominato vice presidente e membro del comitato esecutivo della stessa Iccrea. Incarico, questo, che ha mantenuto fino al giugno 2010. Dall’aprile 2010 Bassanetti è presidente Il presidente della Bcc Centropadana Bassanetti, riceve il premio dal presidente della Camera di Commercio di Lodi Alessandro Zucchetti. In basso, la sede della banca del consiglio di amministrazione di Banca Agrileasing, ora Iccrea Banca Impresa, istituto finanziario che fornisce servizi di leasing a tutte le banche di credito cooperativo italiane. Da un personaggio nato e cresciuto nel mondo del credito cooperativo, è logico attendersi innanzitutto qualche riflessione sul sistema delle banche. “Ammetto che il sistema del credito ha registrato negli anni un cambiamento notevole, lo definirei a 360 gradi - commenta l’avvocato di San Colombano -, quando sono entrato nel mondo delle banche di credito cooperativo gli interessi si calcolavano ancora a mano, oggi invece è tutto computerizzato, la tecnologia è entrata pesantemente nelle filiali, anche se l’aspetto umano è ancora importante”. Se la rivoluzione tecnologica è già stata assimilata dalle banche (anche dalle ex casse rurali), c’è un’altra rivoluzione che potrebbe coinvolgere il mondo del credito cooperativo nei prossimi anni. Bassanetti ne è fortemente convinto, lo ha già dichiarato pubblicamente più volte e torna a ripeterlo ora. “La situazione economica è cambiata notevolmente e anche il contesto in cui si muovono le nostre Bcc è profondamente mutato - spiega -, queste riflessioni mi portano ad affermare che nei prossimi cinque-sei anni nel mondo del credito cooperativo assisteremo a diverse fusioni tra banche, specie tra quelle di più piccole dimensioni. Volendo azzardare, potrei dire che alla fine di questa rivoluzione potremmo trovarci con meno banche, anche il 50 per cento in meno rispetto a oggi, ma con istituti più grandi e solidi, in grado di servire meglio i territori. La crisi economica che stiamo attraversando è durissima, ma il credito cooperativo ha i piedi per terra, ha radici solide, è legato ai territori dai quali raccoglie denaro e ai quali presta denaro. Per questo vedo un futuro per le nostre Bcc, a patto che sappiano mantenere il rapporto strettissimo con il territorio in cui operano: un rapporto positivo, di vera simbiosi”. Parole, quelle di Bassanetti, che ben si inseriscono nella realtà lodigiana e soprattutto nel dibattito, aperto ormai da mesi, sulla necessità o meno di unificare le tre Bcc presenti, per dare vita a un unico istituto più solido. Un dibattito nel quale, a dire il vero, si confrontano fautori e fieri oppositori del progetto di un’unica, grande Banca di credito cooperativo del Lodigiano. “Opero nell’economia lodigiana da anni - continua Bassanetti - e constato che purtroppo molte importanti aziende hanno lasciato il nostro territorio, oppure hanno ridimensionato pesantemente i loro investimenti, con ricadute negative sul fronte occupazionale. Penso ad esempio alle multinazionali. Evidentemente il Lodigiano si è dimostrato poco attrattivo e forse occorrerebbe individuare le ragioni. Segnalo inoltre l’implosione della storica grande Banca Popolare di Lodi. In questo momento dunque l’artigianato si conferma la colonna portante dell’economia territoriale, così come in moltissime altre realtà italiane. A tal riguardo ricordo un’importante iniziativa da poco avviata dalla Centropadana con la Provincia di Lodi e la Camera di commercio. Si tratta di un progetto attraverso il quale anticipiamo alle aziende che lavorano per la Provincia, tra cui molti artigiani, i pagamenti che la Provincia stessa non è in grado di effettuare immediatamente a causa dei vincoli di bilancio. E’ un modo concreto per stare vicini al mondo delle piccole e medie imprese, perché siamo convinti che rappresentino una risorsa importante per il territorio, soprattutto in chiave anti-crisi». «Quanto al futuro - conclude Bassanetti non mi pare roseo, alla luce anche dello scenario europeo e delle stime di crescita del 2012. Credo che ci vorrà del tempo per riparare i danni provocati dalla crisi economica in questi anni, di certo occorrerà intraprendere un percorso di maggiore sobrietà”. [email protected] Dicembre 2011 10 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano Credito Il ruolo di Artigianfidi Lombardia al tempo dello “spread” Stretta dell’Europa sulle banche: cortocircuito tra finanza e aziende l’adozione di modelli standardizzati per il calcolo dei requisiti patrimoniali. Di fronte a tale situazione, Artigianfidi Lombardia non può che riconfermare il suo ruolo di assistente a trecentosessanta gradi dei fabbisogni finanziari dell’Impresa. L’offerta commerciale della grande struttura che fa capo alla Confartigianato lombarda, infatti, ha effetti calmieranti, e questo è un elemento di maggiore tutela per tutte quelle realtà imprenditoriali che chiedono finanziamenti, leasing, liquidità. Così, il mega confidi si trasforma anche in ammortizzatore sociale, prosegue nel suo compito di facilitatore dell’accesso al credito, migliora le condizioni dei prestiti e aumenta la qualità del credito bancario. Non dimentichiamo, infatti, che le imprese che decidono di rivolgersi ad Artigianfidi Lombardia – e sono sempre più numerose – ottengono finanziamenti a tassi di interesse più bassi e la valutazione del merito del credito nei loro confronti è migliore. I confidi, poi, contribuiscono in misura significativa a facilitare le pratiche istruttorie: e questo, in un momento in cui il tempo è denaro, non può far altro che incoraggiare l’attività imprenditoriale. CREDITO – CONDIZIONI DELLE OPERAZIONI A BREVE: ANTICIPI FATTURE, FIDO DI CASSA, SMOBILIZZO Si riporta qui di seguito il prospetto illustrativo relativo ai tassi bancari praticati da alcuni Istituti di credito alle imprese con garanzie prestate da Artigianfidi Lombardia. BANCA INTESA SAN PAOLO apertura di credito in c/c anticipo portafoglio sbf anticipo fatture EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 1,90% - 4,15% 3,40% - 5,65% EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 1,25% - 3,00% 2,75% - 4,50% EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 1,25% - 3,00% 2,75% - 4,50% UBI BANCO DI BRESCIA apertura di credito in c/c anticipo portafoglio sbf anticipi fatture EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 3,00% - 8,60% 4,50% - 10,10% EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 1,90% - 7,10% 3,40% - 8,60% EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 2,20% - 7,60% 3,70% - 9,10% BANCA POPOLARE DI LODI apertura di credito in c/c anticipo portafoglio sbf anticipo fatture EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 6,00% - 8,05% 7,50% - 9,50% EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 2,20% - 7,60% 4,85% - 6,85% EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 2,20% - 7,60% 5,35% - 6,95% CARIPARMA apertura di credito in c/c anticipo portafoglio sbf anticipi fatture EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 3,735 - 4,50% 4,875% - 6,00% EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 1,75% - 2,50% 3,25% - 4,00% EURIBOR 3 MESI + SPREAD DA 2,25% - 3,00% 3,75% - 4,50% BANCA CENTRO PADANA apertura di credito in c/c smobilizzo portafoglio sbf anticipi fatture EURIBOR 3 MESI + SPREAD 2,75% EURIBOR 3 MESI + SPREAD 1,25% EURIBOR 3 MESI + SPREAD 1,50% 4,25% 2,75% 3,00% Consulta l’elenco completo degli Istituti di credito convenzionati nello spazio Artigianfidi Lombardia su www.confartigianato.lodi.it Legenda: MMP = media mese precedente CONSORZI O ARTI GI ANAUTO del l aPr ov i nc i adiLodi SEDEDILODIVi adel l eI ndus t r i e15Tel :0371411822-Fax:0371411875 Tar i f f e Pr eRevi si one:€15, 00 Revi si oneUf f . :€64, 80 Orari odiapertura dalLUNEDÌalVENERDÌ dal l e8: 30al l e12: 00edal l e14: 00al l e18: 00 SABATO dal l e8: 30al l e12: 00 09064739 pmp. ah T utti noi, ormai, sappiamo comprendere gli eventi che si celano dietro a numeri quali 480, 500, differenziale tra Btp e bund tedeschi: lo spread. E’ il mercato che somiglia ad una diga: la pressione sale. Il credito, poi, non è finanza. Le micro e piccole imprese – secondo l’analisi congiunturale di Unioncamere Lombardia, III trimestre 2011 – vivono ancora momenti difficili. In tutto questo, le banche: che con la salita dello spread debbono comprare denaro ad un costo sempre più alto. E ciò causa tassi d’interesse maggiori praticati alle imprese. D’altronde, gli stessi istituti di credito vivono con difficoltà l’urgenza di finanziarsi. A maggior ragione di fronte ai criteri stabiliti dall’Eba (European Banking Authority) sulle ricapitalizzazioni delle banche. Criteri discutibili perché rischiano di creare un corto circuito tra finanza ed economia reale e un’ulteriore restrizione del credito da parte degli istituti di credito. La circolazione del denaro non è facile e alcuni parlano di un ritorno del credit-crunch. E’ importante che l’Eba rifletta sull’opportunità di non chiedere alle banche un rafforzamento patrimoniale: le banche italiane sono sfavorite dal- SEDEDICASALPUSTERLENGO ( LO)Vi aGal i mber t i8/ ATel :0377910062-Fax:0377833380 .Aut obussuperi orea9ef i noa16post icompresoquel l o delconducent e,f i noa35q.dimassacompl essi va .Aut oambul anze .Aut ovei col ieMot ovei col idapi azzaodanol eggi oconconducent e QUESTIVEI COLIDEVONO RI SPETTAREI LSEGUENTECALENDARI O r oi lmesecor r i spondent ea A)Ent r oi lmesedipr i mai mmat r i - B)Ent quel l odel l ' ul t i mar evi si one,pervei col i col azi onepervei col ii mmat r i coi mmat r i col at inegl iannipr ecedent ie l at inel2010 gi àsot t opost iar evi si one Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 11 Dicembre 2011 Credito Il 13 dicembre un incontro gratuito in Confartigianato a Lodi per le imprese Budget, contributi e voucher: gli imprenditori vanno a lezione G li interventi economico-finanziari e i contributi per le aziende nel contesto attuale: è questo il tema dell’incontro che Confartigianato Imprese Provincia di Lodi organizza in collaborazione con Labor Project Srl per il pomeriggio di martedì 13 dicembre, dalle ore 14.30 alle 17, presso la sede di Confartigianato a Lodi, in via Haussmann 3 (terzo piano, sala riunioni). L’incontro si pone l’obiettivo di formare e informare l’utente sui possibili interventi in ambito economico finanziario e sui contributi che possono supportare lo sviluppo aziendale, la riduzione dei costi e l’ottimizzazione dei processi, in particolare attraverso la partecipazione al bando “Voucher per servizi in ricerca, innovazione e contributi per i processi di brevettazione” o l’utilizzo di fondi interprofessionali. Nello specifico, il pomeriggio permetterà di affrontare i seguenti temi: 1) Incentivi aperti e requisiti per la presentazione: bandi e fondi interprofessionali; 2) Il Coaching ed il training on the job: strumenti di accrescimento pratico delle competenze; 3) Punti critici aziendali. L’analisi economica finanziaria, il cash flow e i budget; 4) La generazione dei costi ed il loro monitoraggio; 5) Le procedure aziendali: amministrative, organizzative, produttive e logistiche; 6) Esempi pratici e casistiche. Seguiranno dibattito e possibilità di domande. Interverranno: Carlo Nessi, amministratore delegato di Bcm Project Srl e consulente in ambito di gestione e Marco Trombadore, consulente di Labor Project Srl (incentivi pubblici ed agevolazioni alle imprese). Per la partecipazione all’incontro non è richiesta alcuna quota di iscrizione. Però, per motivi organizzativi, si prega di segnalare la propria adesione entro il 12 dicembre 2011 presso una delle sedi di Confartigianato.Per informazioni telefonare al n. 0371.439197. Tredicesima da pagare? Lasciati guidare. Con noi: 1.000 euro a dipendente 50.000 euro importo massimo 3% tasso minimo da 6 a 12 mesi di tempo 50 banche convenzionate Artigianfidi Lombardia Società Cooperativa - Via Haussmann 3 - Lodi - T_0371 439197 - [email protected] Sedi territoriali _ Codogno - Via Garibaldi, 40 _ Sant’Angelo Lodigiano - Piazza Libertà, 2 _ Casalpusterlengo - Via Emilia, 32 _ Lodi Vecchio - Via San Rocco, 21 Castiglione d’Adda - Via della Vittoria, 5 _ San Colombano al Lambro - Via Monti, 70 _ San Giuliano Milanese - Via Vespucci, 1/3 www.artigianfidi.net 14 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano Dicembre 2011 Spazio Rosa Presentato a livello nazionale il progetto sostenuto da Confartigianato L’arte per convivere con la malattia: la solidarietà del Gruppo Donne Impresa RENATO GOLDANIGA L’ arte come terapia. La pittura come occasione di trasferire le emozioni e di rendere almeno più accettabile il rapporto con il dolore. C’è questo e molto altro dietro un progetto realizzato all’hospice oncologico dell’Azienda Ospedaliera, a Casalpusterlengo, grazie alla collaborazione tra operatori e volontari. Un video che racconta questa esperienza e segue il percorso fatto da una paziente è stato presentato al tredicesimo Congresso nazionale di cure palliative, facendone un esempio virtuoso da seguire e possibilmente applicare altrove. Nel Lodigiano il progetto di arteterapia – perché è di questo che si parla - è stato reso possibile grazie al contributo del Gruppo Donne Impresa di Confartigianato, che ha messo a disposizione l’incasso di un musical di successo allestito proprio con l’obiettivo di fare del bene: il “Re Leone” prodotto dal Little Gospel Choir di Michele Fontana con lo Studio Danza Codogno di Ombretta Cremonesi. “Aiutare il progetto dell’hospice di Casale ci sembrava davvero una bella forma di aiuto, un obiettivo sicuramente da sostenere con impegno – spiega Maria Grazia Dotti, presidente del Gruppo Donne Impresa -. Dobbiamo ringraziare la compagnia che ha capito subito la valenza dell’operazione e si è messa a disposizione con uno spettacolo che in più repliche ha fatto il tutto esaurito. Sapere poi che il progetto è andato in porto e ha ricevuto addirittura un riconoscimento a livello nazionale ci ha fatto immenso piacere. Oltre che all’hospice di Casale, l’incasso era stato in parte devoluto anche a quello di Codogno”. A supervisionare l’attività di arteterapia è la dottoressa Federica Solari, psicologa del Dipartimento oncologico dell’Azienda Ospedaliera “Inizialmente – spiega – abbiamo realizzato un corso di formazione per gli operatori ospedalieri, medici, infermieri e volontari per avvicinare le persone che si prendono quotidianamente cura dei pazienti al concetto stesso di arteterapia. Nella fase successiva è stato avviato il progetto vero e proprio, con una terapista che, una volta alla settimana, viene indirizzata verso alcune persone o è lei stessa a presentarsi ai pazienti per proporre di usare i colori per rappresentare il loro stato d’animo o ciò che pensano”. L’obiettivo naturalmente non è quello di produrre opere d’arte da esporre, “ma piuttosto quello di utilizzare l’arte come veicolo per comunicare emozioni, per avvicinare il paziente alla consapevolezza della malattia e al dolore con un’ansia minore”. E le reazioni delle famiglie quali sono state? “All’inizio provano sconcerto. In qualche modo non si aspettano di trovare una simile opportunità in un reparto ospedaliero. Ma quando cominciano a vivere questa esperienza lo apprezzano molto. Anche perché capiscono – spiega la dottoressa Solari – che non si tratta di un modo per compatire i pazienti, ma di riconoscere bisogni per i quali ci possono essere risposte. Fino a poco tempo fa l’arteterapia veniva usata solo in ambito psichiatrico, ma dagli Stati Uniti abbiamo mutuato la consapevolezza che può essere un’esperienza da estendere anche ad altri In questi due scatti alcuni momenti dei corsi di formazione degli operatori dell’Hospice di Casalpusterlengo per l’attività di arteterapia, finanziata in parte da una iniziativa benefica del Gruppo Donne Impresa di Confartigianato. Più sotto, una delle opere realizzate dai pazienti durante le ore settimanali dedicate alla pittura contesti”. Nel Lodigiano l’idea ha trovato terreno fertile. “E’ da anni – spiega ancora Solari – che l’Azienda Ospedaliera, con l’inserimento di uno psicologo nel Dipartimento, mostra di volersi fare carico in maniera “integrata” del paziente oncologico. Non si tratta più soltanto di una presa in carico di tipo sanitario. Gli stessi operatori che hanno partecipato al corso di formazione hanno mostrato quanto vogliano conoscere tecniche e terapie che vanno al di là di quelle tradizionali per andare incontro ai bisogni dei loro pazienti”. In realtà il progetto non si limita alla pittura, ma si allarga anche alla musicoterapia, con il supporto in questo caso fornito dall’associazione Il Samaritano all’interno dello stesso hospice; o ancora alla stessa musicoterapia e all’autoaiuto, fuori dall’ospedale, garantiti dall’Alao . “Iniziative che non sarebbero possibili senza il contributo del volontariato. Come è accaduto per Donne Impresa, cui va il nostro grazie sincero”. E per il futuro? “Dopo l’hospice – chiude la dottoressa – ci piacerebbe pensare di estendere questa attività anche al reparto oncologico di degenza o alla sala d’attesa. Il nostro “ritorno” è nel sorriso delle persone che hanno sperimentato che stare in ospedale può a volte essere meno faticoso”. Dal canto loro, le Donne Impresa vogliono continuare a impegnarsi per progetti di stampo solidaristico, accanto alla loro intensa attività “istituzionale” a sostegno delle “aziende in rosa”. “Sì, vogliamo proseguire su questa strada – conferma convinta Maria Grazia Dotti -. L’impegno sociale del Gruppo non si fermerà”. [email protected] Dicembre 2011 Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 15 Nuove Imprese Nonostante la crisi ha accettato la sfida di un negozio a Lodi Un taglio alla vita da dipendente per Gioella, parrucchiera 25enne ANDREA BAGATTA U na strada segnata per Gioella Callea, 25 anni, parrucchiera in proprio a Lodi a partire dalla fine di ottobre: giovane e con 10 anni d’esperienza, due fratelli nel settore, una passione nata da piccola con le visite al loro negozio. E’ una passione, capire il cliente ed esercitare la professione tagliandosi su misura rispetto a chi è seduto di fronte. Gioella ha 25 anni e arriva da una famiglia numerosa, con sette fratelli, di cui lei è l’ultima arrivata. Una gioia per i genitori, da cui il nome, italianizzazione del francese Joelle. Fin da piccola Gioella frequenta il negozio di parrucchiere che due suoi fratelli hanno a Bagnolo Cremasco. «Lo ricordo ancora adesso: mi colpiva il movimento della mano, l’uso della forbice, la ciocca di capelli che cadeva – racconta Gioella -. È così che, crescendo, mi sono convinta di fare questo lavoro. Da adolescente alle prime prove mi spronavano tutti, dicendomi sempre che ero brava, e quindi si è rafforzata quell’idea. Ed ora, eccomi qui». Formatasi alla scuola di estetica e acconciatura Calam di Lodi, parte subito con l’esperienza sul campo a Lodi Vecchio, dove vive, e dopo poco tempo ha l’occasione per andare a lavorare nei saloni degli acconciatori Vergottini di Milano, un nome nel settore. Dopo un paio d’anni ha l’opportunità di tornare a lavorare vicino a casa, con un bagaglio di esperienza che comincia a darle qualche responsabilità. Arriva così in un salone di Castiraga Vidardo, dove rimane per sei anni, fino alla scorsa estate. A luglio la grande decisione di fare da sé. «È un cammino normale, credo che chiunque intraprenda questa professione punti un giorno ad aprire una propria attività – continua Gioella Callea -. È un’attività artistica e creativa, e non vuoi ricevere ordini. È un ragionamento che va al di là del trovarsi bene o male con i propri capi. A un certo Gioella Callea, 25 anni, sorride per la sfida che ha intrapreso: avviare in proprio una nuova attività di acconciatura punto è giusto provarci, pur in mezzo a tante difficoltà. Così a giugno ho preso la decisione, con il supporto decisivo del mio compagno, e nella seconda metà di ottobre ho aperto l’attività». Gioella fa l’investimento e rileva un negozio da parrucchiera in viale Lombardia, con tutta la strumentazione ancora recente, lo personalizza e poi è pronta a partire. Contando solo sulle proprie capacità, sulla forza del passaparola e sul fare star bene le sue clienti. «Il lavoro è cambiato tanto rispetto agli stereotipi di qualche anno fa – spiega Gioella -. È cambiato lo stile di vita e tutti sono di corsa, e oggi bisogna saper capire queste nuove esigenze ed accontentarle, senza però perdere di vista il cliente che invece vuole fare quattro chiacchiere. Ecco, penso che ci voglia una grande passione, ma soprattutto che si debba saper trattare con i clienti, capire chi si ha di fronte e che cosa vuole. Ormai, se uno è portato, tecnicamente siamo tutti bravi a tagliare i capelli: c’è un po’ di creatività, è vero, ma la differenza la fa il rapporto con il cliente». Certo che Gioella non ha scelto un gran momento per intraprendere la sua avventura, nel bel mezzo di una delle peggiori crisi economico-finanziarie che si ricordino e per giunta in mesi tradizionalmente poveri per il settore, ottobre e novembre. «Ma un momento giusto non c’è mai – conclude Gioella -. Ho preso la decisione, c’è stata l’occasione e sono partita. È presto per dire come andrà e ci vorrà qualche mese per capire se il negozio ha preso piede o no, ma con simpatia e professionalità sono convinta che alla lunga ce la farò». [email protected] 16 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano Territorio Dicembre 2011 L’espansione commerciale ha radicalmente cambiato il volto del paese Un polo produttivo da primato per la “nuova” Pieve Fissiraga LUIGI ALBERTINI T ornassero i vecchi di una volta, stenterebbero di sicuro a riconoscere la loro borgata. Specie quella periferia a nord del paese lungo la statale che da Lodi porta a Sant’Angelo e nel Pavese. Dopo l’Autosole ed il casello di Lodi, rifatto più volte per adattarlo al crescente traffico viario, ecco i grandi centri commerciali ed una serie infinita di aziende artigiane per il polo produttivo più esplosivo del Lodigiano. Un dedalo di strade che si intersecano e che mandano qualche volta in confusione l’automobilista di passaggio, segno di una modernità simbolo del progresso che avanza. I vecchi direbbero che siamo al cospetto della classica «americanata», ma così va il mondo e dunque lasciamolo andare come desidera. Pieve Fissiraga è sempre stata una tranquilla borgata agricola di modeste dimensioni, immersa nel verde della nostra campagna. All’improvviso si è trovata al centro di una metamorfosi davvero esplosiva, per certi versi sensazionale, che ha portato anche alla inevitabile espansione residenziale e demografica. Oggi conta oltre 1.700 abitanti e deve fare i conti con gli inevitabili adeguamenti delle strutture di servizio per soddisfare le legittime esigenze dei cit- Dal luogo prese il nome la famiglia Fissiraga di antichissime origini, che tenne la signoria sulla città di Lodi. Il termine «Pieve» invece si riferisce all’antica pieve, o chiesa plebana, esistente, secondo i documenti, nel 1252. Il ricco e fertile territorio di Pieve fu dal 14° al 18° secolo di proprietà nobiliare. Vi possedettero beni e terreni alcune importanti famiglie lodigiane, quali i Pellati, i Cadamosto, i Riccardi, e milanesi quali i marchesi Orsini-RoLa chiesa parrocchiale di Pieve è il monumento più antico del paese ma, ed appartenne pure ad ordini monastici e alla curia episcopale. tadini vecchi e nuovi. La borgata sorge fra il canale Muzza, La costruzione più importante dal punto principe della irrigazione della nostra di vista storico è certamente la chiesa campagna, ed il fiume Lambro. Secondo parrocchiale, a tre navate, costruita nel lo storico Giovanni Agnelli, il nome Fissi- XIII secolo per volere del vescovo Bonraga deriverebbe da «Fuxiraga», piccola giovanni Fissiraga ed interamente rifatta stazione posta sull’antica strada romana nel 1728, mentre il campanile risale alche da Bologna conduceva a Milano, per l’anno 1744. Bisogna dire che l’edificio intenderci appena dopo Laus Pompeia. ha subito grandi lavori di ristrutturazio- ne interna a metà dell’Ottocento, tanto che nel 1852 venne riconsacrato. La chiesa conserva le reliquie di Santa Bona, vergine romana: il corpo della santa subì in verità numerosi traslochi, da Roma a Milano, quindi nella chiesetta della Cascina Bonora di Pieve (l’anno 1726) ed infine nel 1982 la definitiva traslazione nella parrocchiale. Purtroppo irrecuperabile la chiesetta della Cascina Bonora: anche i dipinti che vi sono affrescati, rovinati dallo stillicidio e dall’umidità, sono ormai difficilmente leggibili. In una borgata dalle caratteristiche storiche appena ricordate le vicende dell’artigianato non possono che essere intimamente legate al lavoro dei campi e delle stalle. Quindi fabbri, falegnami, sellai anzitutto, mestieri che appartengono al passato. L’economia, dunque, si è sempre basata sulla tradizionale attività agricola, ma nel tempo sono sorte industrie dalle dimensioni senza dubbio interessanti e discrete, che si sono sviluppate soprattutto a partire dagli Anni Sessanta quando sorse vicino al casello autostradale il Quartiere Europa, caratterizzato da insediamenti produttivi. Fra le industrie maggiori ricordiamo una raffineria che depura oli pesanti e numerose aziende di medie e piccole dimensioni operanti nei settori metallurgico e meccanico, manifatturiero, dell’arredamento e di materie plastiche. Il delegato comunale di Confartigianato Cottafava: «Ma da noi manca ancora l’artigianato di servizio» Il sindaco Rusconi: «Nei nostri piani urbanistici non ci sono altre aree da destinare alle aziende» E P ccoci nell'ufficio lindo e ordinato all'interno della moderna officina di Gabriele Cottafava, delegato comunale di Confartigianato Imprese. Lui, Gabriele Cottafava, è artigiano dalle mille idee, perfetto conoscitore dei problemi della categoria, spirito combattivo ben misurato e colloquiante, mai una polemica fuori posto, dunque garbato, ma deciso e convinto nell'esprimere le sue valutazioni. L'azienda è del 1978, si chiama "Officina Riparazioni Autoveicoli Cottafava Gabriele" ed è situata proprio a ridosso del casello dell'Autosole, via Leonardo da Vinci n. 5, tel. 0371-239923. Classe 1949, gestisce l'azienda con il fratello Gianfranco e, da due anni, con il nipote Gabriele junior, figlio di Gianfranco. Azienda familiare, condotta con alta professionalità e sempre con assoluta serietà. "Il lavoro non manca - commenta sorridendo Cottafava senior - il problema è recuperare i conti delle riparazioni: il momento è difficile". Nell'ufficio, si stacca con particolare evidenza una foto che ritrae il nostro interlocutore vestito da "parà": "ero - confida - nella mitica Folgore a Livorno, "15.a Diavoli Neri". Cottafava, ci parli del vostro gruppo artigiano qui a Pieve Fissiraga. "Beh, non siamo tantissimi perché il paese è tradizionalmente piccolo, noto però che la borgata cresce, ma artigiani di servizio non crescono. Questo è un problema che andrebbe affrontato con attenzione perché le famiglie devono avere a disposizione tecnici pronti a intervenire per installazioni e riparazioni. Ritengo sia normale e legittimo. Come Confartigianato, siamo in diversi gli iscritti, chiaro che, come delegato comunale, non posso che auspicare una crescente consapevolezza da parte di tutti i colleghi nell'aderire al sindacato di categoria. Insieme, possiamo dire la nostra sui problemi che possono emergere". Come sono i rapporti degli artigiani con l'amministrazione comunale? "Senza offesa, li definirei rapporti inesistenti. Intendiamoci bene: intendo il confronto tra ente ed associazione perché sicuramente sui singoli casi l'interesse ci può essere da parte del Comune: non sono mai stato interpellato come rappresentante della categoria ed anzi approfitto per auspicare l'apertura di un confronto, che non deve riguardare soltanto gli artigiani, ma tutte le categorie produttive che operano nel nostro territorio comunale. Diciamo pure che sono fiducioso perché ritengo i responsabili municipali persone disponibili al dialogo: ci dovrà pure essere una prima volta". Che lei sappia, esistono o mancano nuove aree per insediamenti produttivi? "Guardi, che io sappia, aree disponibili ne esistono, però non mi pare che siano Gabriele Cottafava confacenti all'insediamento di piccole e medie imprese, che sono poi quelle tipiche dell'artigianato. Probabilmente è una questione di programmazione urbanistica, anche se non ritengo che ci siano urgenze impellenti in tal senso. Voglio dire che la zona, a livello artigianale, è abbastanza sviluppata: mancano, lo ripeto, gli artigiani di servizio a disposizione della comunità: il vero problema, se mai, è proprio questo". Come sono i collegamenti viari e lo stato dei servizi nelle aree produttive esistenti? "Beh, direi buoni. Tenga conto che la zona produttiva preminente è qui al Quartiere Europa, proprio a ridosso del casello dell'Autosole, quindi il massimo che si possa auspicare. Piuttosto, denoto una carenza: mi chiedo, anzi in tanti ci domandiamo, perché la Provincia di Lodi non si decide a concludere gli ultimi cento metri tra la Località Mulino e il casello autostradale. Un mistero che francamente lascia perplessi". Cottafava, concludiamo accennando ai problemi generali degli artigiani della sua borgata. "Sono i problemi di tutto il mondo artigiano alle prese con una recessione che non finisce mai. In concreto, il tema della liquidità: sta diventando un elastico sempre più gigantesco nella logica dei rientri. Se il cliente fatica a pagare, l'artigiano è in difficoltà a saldare le sue fatture: un giro vizioso che non sembra avere termine e dire che la questione centrale è proprio questa. Guardi poi che le banche non mi pare che facciano molto per cercare di facilitare il compito della "mobilità" dei liquidi: se i soldi girano, l'economia può lievitare, dare segno di ripresa". L.A. aola Rusconi guida la comunità nel suo secondo mandato. Negli anni 1999-2004 era consigliere comunale con la carica di capogruppo e il 13 giugno 2004 ecco la elezione a sindaco con il 75 per cento dei suffragi nella lista "Comune Democratico". Nel marzo 2006 viene nominata presidente dell'assemblea consortile per il Consorzio Lodigiano Servizi alla Persona e nel 2008 la conferma, scaduta proprio nell'ottobre scorso e non rinnovabile per statuto. Nel 2007 è stata nominata rappresentante del Lodigiano nella Consulta Nazionale ANCI per i piccoli Comuni. La conferma a sindaco è avvenuta il 7 giugno 2009, sempre con la lista "Comune Democratico", con il 49,10 per cento dei voti, questa volta però su quattro liste concorrenti. Alla fine del 2009 ha ricevuto l'incarico di revisore dei conti per l'Associazione Comuni del Lodigiano. Signor sindaco, intanto ci dica come giudica i rapporti con la categoria degli artigiani della sua borgata. "Devo dire che i rapporti con gli artigiani del mio territorio sono ottimi: quando nascono dei problemi, come è d'abitudine nei paesi, ci si siede intorno ad un tavolo e si cerca di trovare una soluzione che vada bene per tutti. Confesso che ogni volta i risultati sono soddisfacenti, anche perché la nostra attenzione al tessuto produttivo, come può ben immaginare, è totale". Le risulta che ci siano problemi in sospeso con il mondo artigiano locale? "Direi che i problemi che oggi investono il settore artigianale dipendono per lo più dalla crisi nazionale, per uscire dalla quale occorrerebbero scelte coraggiose e decise, che non mi pare siano state fino ad ora adottate. La produzione è rallentata, ma fortunatamente tutti stanno andando avanti stringendo la cinghia e nessuno ha cessato l'attività, questo grazie alla costanza ed al duro lavoro che caratterizza i nostri artigiani, un merito che va dato con tutta evidenza e senza tanti giri di parole". Esiste la possibilità di nuove aree per gli insediamenti produttivi? "Riguardo le nuove espansioni produttive, nel PGT non ci Paola Rusconi saranno nuove aree di tale indirizzo in quanto abbiamo ancora zone inattive sul nostro territorio. Nel caso ci fosse la necessità di nuovi insediamenti, nel PGT vengono individuate le aree periurbane che potrebbero essere trasformate con una variante, questo è possibile grazie alla flessibilità che caratterizza il nostro documento urbanistico. Le dico con franchezza che personalmente mi auguro che ci sia richiesta o che almeno le aree che ci sono già a disposizione vengano occupate: vorrebbe dire che la crisi sarebbe terminata, finalmente". Per finire, come sono i collegamenti viari e lo stato dei servizi nelle zone produttive esistenti? "La viabilità e gli accessi alle zone artigianali sono migliorati dopo l'intervento fatto sulla strada provinciale 235. Infatti, si accede a queste aree con una viabilità dedicata e più sicura, anche in questo caso il progetto è stato condiviso con le diverse realtà che si affacciano su di essa. Vede, la collaborazione tra l'amministrazione comunale ed il mondo artigiano locale c'è stata anche quando, per porre maggior attenzione all'ambiente, si è proposta l'idea della raccolta differenziata con il servizio porta a porta, naturalmente per i rifiuti che lo consentono, e con l'impiego delle energie rinnovabili, ormai sempre più diffuse, sulle coperture". L.A. Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 17 Dicembre 2011 Eureka Una rete di badanti e di infermieri per arrivare dove il pubblico fatica Innovazione per servizi e sanità: Lodi Care rivoluziona l’assistenza ANDREA BAGATTA I nnovare là dove c’è più bisogno, nei servizi alla persona e nelle attività socio-sanitarie: è l‘obiettivo di Lodi Care, ente gestore del centro Privata Assistenza di Lodi: ogni giorno una schiera di badanti e infermieri dislocati sul territorio sono pronti a offrire servizi professionali garantiti ai privati di tutta la provincia di Lodi e San Colombano, al loro domicilio oppure nei luoghi di cura. Dove il pubblico non può arrivare e dove la famiglia fatica, la rete assistenziale e sanitaria di Lodi Care risolve i problemi. «Forniamo prestazioni professionali soprattutto in due ambiti, quello sanitario, con attività infermieristiche e fisioterapiche, e quello socioassistenziale, dalla cura e assistenza quotidiana al trasporto e accompagnamento verso i luoghi di cura per finire con il bagno settimanale – spiega la titolare Barbara Cremascoli -. Andiamo oltre la classica badante fornendo prestazioni e servizi in modo continuativo ma anche in modo occasionale. Tutto con personale qualificato professionalmente e con la garanzia della continuità del servizio. Avendo molti operatori che lavorano sul territorio siamo in grado di soddisfare anche richieste di servizi singoli. E il tutto nel massimo rispetto della privacy». Barbara Cremascoli non improvvisa nulla: una laurea alla Bocconi, opera nella sanità da 12 anni con esperienze in ospedale e responsabilità nell’assistenza domiciliare e nella gestione di case di riposo, e con un’impresa avviata a Zelo con altri soci tutti giovani proprio nell’ambito dei servizi sanitari. «Ero alla ricerca di un buon compromesso tra l’essere imprenditore, poter lavorare in proprio con un margine d’autonomia decisionale che non puoi avere da dipendente, e tuttavia avere anche una rete di supporto per cui non sei sola ad affrontare le difficoltà, ma sai di poter contare su un sostegno continua Barbara Cremascoli -. In questo senso l’accordo con il network Privata Assistenza è perfetto: siamo affiliati attraverso un contratto d’uso del marchio e dobbiamo avere determinati requisiti e garanzie soprattutto di carattere professionale, mentre riceviamo formazione continua in materia normativa e contrattuale, e abbiamo i vantaggi di appartenere a una rete di livello nazionale, dalla presenza su Internet alla riconoscibilità del marchio, in esclusiva su Lodi». Proprio l’affiliazione al marchio Privata Assistenza impone una serie di requisiti stringenti sugli standard in uso e sul personale, che deve essere qualificato professionalmente. «Proprio le risorse umane sono il valore aggiunto di questa iniziativa perché i nostri operatori, dopo i contatti di carattere amministrativo e la prima valutazione del caso, lavorano da soli a contatto con gli utenti – continua Barbara Cremascoli -. È importante che siano validi dal punto di vista professionale e nel trattare con l’utente. Qui purtroppo arrivano casi difficili, qualche volta disperati. Facciamo per esempio un servizio di hospice domestico per malati terminali. In tutti questi casi trattare con i pazienti è fondamentale, e per questo facciamo una selezione rigorosa e molto impegnativa. Per fortuna riceviamo ogni giorno tre o quattro proposte di collaborazione e quindi ci possiamo permettere di fare selezione vera». L’utente o più spesso la famiglia contatta Lodi Care. Lorenza Bulazzi si occupa della parte organizzativa di carattere amministrativo e a quel punto gira la richiesta al coordinatore infermieristico PierLuca Narraccio. Il responsabile, che da anni lavora con Barbara Cremascoli, effettua una visita e stila gratuitamente il piano assi- stenziale, che si tratti di un intervento limitato per le vacanze della famiglia, un’assistenza notturna in ospedale oppure un paziente da seguire nel tempo. «Quasi sempre chi viene da noi ha le idee abbastanza confuse e non sa bene quali servizi richiedere – spiega Barbara Cremascoli -. Per questo la valutazione è fondamentale per capire le esigenze e per tagliare una risposta su misura, sia in termini di servizi sia in termini di operatori da destinare alla persona. Ci sono anziane che preferiscono infermiere italiane di una certa età, chi per caratteristiche fisiche ha bisogno di uomini, chi di personale riservato, chi invece di operatori che facciano anche compagnia. Ognuno ha le proprie richieste. Spesso all’inizio i pazienti rifiutano il nostro aiuto, ma quando ne colgono i benefici, allora si instaura un rapporto forte». Anche perché i vantaggi sono notevoli, sotto diversi punti di vista, e forse anche per questo a regime si prevede un’attività di oltre 80 ore al giorno di assistenza, 30 mila ore l’anno in media, con reperibilità 24 ore su 24, 365 g i o r n i l ’ a n n o. Obiettivi a cui Lodi Care non è distante, nonostante abbia solo un anno di vita. E tra un anno arriverà l’accreditamento al servizio sanitario con Regione Lombardia. «Forniamo prestazioni professionali e diamo garanzia di continuità e di risoluzione di ogni problema, anche grazie alla copertura assicurativa – conclude Barbara Cremascoli -. Siamo qualificati e flessibili, pronti a dare risposte personalizzate. Infine, le nostre sono spese deducibili, perché certificate come spese sanitarie. Lavoriamo sulla qualità, in un settore in cui è fondamentale dare un servizio d’eccellenza». Lodi Care di Barbara Cremascoli Ente gestore del centro di Lodi Privata Assistenza Via S.Cremonesi 48/b (fronte ingresso ospedale) Tel. 0371426600 [email protected] [email protected] 18 - Il Corriere Artigiano del Lodigiano Dicembre 2011 Assicurazioni RTIGIANA X IMPAGINATO2011_Layout 1 24/05/11 10:31 Pagina 26 La Confartigianato propone convenzioni che tutelano gli associati STORIE D’IMPRESA Evitare il salasso sulle polizze: un suggerimento contro la crisi I Fronteggiare la crisi è indispensabile, cominciando dalle cose più semplici Saranno mesi freddi per le piccole e medie imprese artigiane, ma non dal punto di vista dell’inverno che arriva. In poche settimane è precipitata una situazione che era comunque tangibile, contrariamente ai messaggi di ottimismo che qualcuno tentava di lanciare. Ma chi ogni giorno produce lo sapeva bene, la crisi la viveva e la vive tuttora; stiamo parlando delle piccole e medie imprese, che rappresentano il 99% dell’ossatura del sistema produttivo italiano. Aziende che si sono fatte, in molti casi, da sole, sorrette dalla determinazione degli imprenditori e dalla capacità di lavorare bene dei dipendenti. Queste imprese oggi non lamentano la mancanza di lavoro, bensì il ritardo nei pagamenti e la chiusura del credito. Due condizioni che rendono impossibile o di breve durata la capacità di tenuta sul mercato. In questa situazione diventa quindi oltremodo indispensabile, da parte delle aziende, rafforzare il rapporto con la rete associativa di appartenenza e utilizzare tutte le misure che l’organizzazione di categoria può mettere in campo. Un ruolo importante lo giocano le convenzioni che E come tutte le cose che scandiscono la vita sociale delle campagne, Umberto mi saluta perché, nella pausa pranzo, deve andare all’ospizio della Pieve, come fa da anni, per fare tagli e permanenti agli anziani ospiti: “La mia più vecchia cliente vive lì, ha 102 anni e vuole la permanente”. quel vincolo. Per i soci, ad esempio, non è stato applicato nessuno dei rincari che abitualmente sono stati prodotti in questi mesi; ma non solo, si sono aggiunte nuove soluzioni che consentono di valorizzare ancor di più la consulenza che Assiprime può fornire. È il caso della conciliazione obbligatoria che, da marzo 2012, prevede l’obbligo di essere accompagnati da un legale. La convenzione tra Assiprime e ConfartigianatoLodi mette fin d’ora a disposiPer contenere i costi delle imprese e tutelare il lavoro continua la convenzione tra Confartigianato e Assiprime che ha evitato il rincaro delle polizze per gli associati zione legali che svolgono questa consentono alle imprese di che Confartigianato Lodi ha gano spiegate in termini chiari funzione, grazie alla sottoscricontenere i costi di gestione stipulato con il gruppo assicu- e comprensibili a chi ha già zione della tutela legale al su molte attività. rativo Assiprime. mille altri problemi da affron- contenuto costo di 30 euro. Anche questo è un modo intelUn esempio arriva dalla con- Soprattutto nel comparto del- tare in questo periodo di crisi. venzione, in essere ormai da le assicurazioni, che in questo Confartigianato Lodi ha messo ligente e concreto di frontegdiversi anni ma costantemen- ultimo anno ha visto rincari a questa come prioritaria condi- giare la crisi con determinate aggiornata e adeguata ai volte esorbitanti, è necessario zione nell’atto di sottoscrivere zione, il tratto distintivo di bisogni attuali degli artigiani, che le soluzioni proposte ven- la convenzione e il gruppo As- ogni buon artigiano. Lo scorso anno è uscito un film sulla vita del parrucchiere Sassoon mantengo costante l’aggiornamento, ho capito molto di permanenti e tinture, dei prodotti più naturali. Oggi, nel mio salone, siamo ad esempio in grado di realizzare i colpi di sole in sei, sette, modi diversi. Applichiamo il sistema Farouk di Stanglitz, completamente atossico, che genera una sorta di illusione ottica nella integrazione dei colori primari”. Molta tecnologia, ancor maggiore ompetenza professionale che fa pensare ad un salone di Via Montenapoleone trasferitosi nella campagna piacentina. Vidal Sassoon The Movie, del regista Craig Teper, racconta la vita del parrucchiere più famoso degli ultimi cinquant’anni. Umberto Ilari commenta così il personaggio che ha conosciuto: “I tagli di Sassoon, negli anni Sessanta, crearono un nuovo stile, al pari delle mini-gonne (inventate, fra l’altro, da una collaboratrice di Sassoon, Mary Quant). Il suo lavoro è veramente straordinario: i tagli cortissimi, l’invenzione del caschetto, come quelli di Penelope Tree, Twiggy, Mia Farrow, solo per citarne alcune, hanno cambiato la storia di questo mestiere. Il suo successo lo ha ottenuto con la determinazione ad andare controcorrente e nonostante abbia avuto in mano le forbici, si ha la sensazione che se non fosse stato attraverso i capelli, il suo genio sarebbe comunque sbocciato attraverso qualcos'altro.“ Via Gorra, 53/55 (ang. Corso Europa Tel. 0523.642200 - Fax 0523.642214 www.assiprime.it [email protected] 26 - aprile 2011 Ma quest’attività, ca va sans dire, è gratuita. Guido Parri Umberto Ilari Styling Via Genova, 13 siprime, ormai Rivergaro (PC) da anni, ha dimostrato di saTel. 0523 956266 per rispettare Il Corriere Artigiano del Lodigiano - 19 Dicembre 2011 Vetrina d’Impresa I kit da viaggio Alitalia nascono nella Bassa Con Emar Plast il lavoro prende il volo: lacolazioneinaereopartedaSomaglia ANDREA BAGATTA I l lavoro prende il volo con Emar Plast e Alitalia: la ditta di Somaglia stampa plastica e confeziona imballaggi per ogni settore industriale, ma la sua forza resta l’alimentare, confermato dal rinnovo dell’appalto per i kit di primi colazione della compagnia di bandiera italiana. Il core business aziendale, almeno in termini di numeri, è la produzione e il confezionamento di bicchieri singoli in plastica per il settore alberghiero. Ben tre delle sette linee di produzione sono destinate normalmente a questa lavorazione. Altre tre linee sono dedicate alle posate di plastica, l’ultima al confezionamento e ai piatti. Ma la lavorazione della Emar Plast è flessibile e duttile, pronta al cambiamento in funzione delle esigenze dei clienti. “Non può essere diversamente – dicono i titolari Emil e Marco Pizzocri -. Ogni linea è in teoria adattabile a ogni tipo di lavorazione, e i macchinari sono stati realizzati su nostra precisa indicazione, per esempio per arrivare al confezionamento del bicchiere singolo di qualsiasi misura. La flessibilità è una caratteristica che il mercato esige in modo molto spinto. La difficoltà del momento, anzi, è legata proprio alla mancanza di stabilità del mercato. Il lavoro c’è, ma ha una prospettiva di qualche settimana, un mese. È difficile avere lavorazioni costanti e durature come capitava una volta. Oggi tra la concorrenza spietata sui prezzi e la crisi del mercato, ogni commessa va bene, anche quella di qualche settimana”. Proprio per questo, al contrario, l’appalto Alitalia per i preset di colazione è stato una risorsa importante di lavoro. “In questo caso l’appalto è annuale, e questo ci permette di avere un po’ di programmazione, anche se poi i margini non sono elevatissimi – continuano i fratelli Pizzocri -. In questo caso abbiamo fatto l’ideazione, l’assemblaggio e la fornitura, accontentando in pieno le richieste del cliente di un kit semplice, maneggevole e adattabile ai bisogni dei pas- seggeri”. Il kit si compone di tovagliolo dalle dimensioni contenute e con caratteristiche di alto assorbimento, paletta per il mixaggio della bevanda e zucchero. Per l’assemblaggio Emar Plast si avvale di prodotti realizzati appositamente da fornitori propri e i sistemi di tracciabilità completa dei prodotti, la certificazione Iso:9001 2008 e l’Hccp sanitaria costituiscono la miglior garanzia sulla qualità del prodotto. Per Alitalia come per qualsiasi altro cliente. “La normativa dispone che qualsiasi prodotto che entra in contatto con gli alimentari risponda agli stessi requisiti di sicurezza e igiene – proseguono i fratelli Pizzocri -. Noi abbiamo adottato tutte le misure imposte per legge e oggi siamo in grado di risalire per ogni singolo pezzo al giorno di lavorazione e all’operatore che l’ha lavorato. Proprio recentemente abbiamo avuto una contestazione su un quantitativo in una confezione, e senza problemi siamo risaliti alla data di lavorazione e all’operatore. E il tutto non in chiave punitiva nei confronti del dipendente, ma solo per capire di che natura fosse il problema e quindi intervenire per evitare che si ripeta. Le procedure di qualità e di controllo sono un intoppo se sono qualcosa di teorico, ma se vengono calate nella produzione facendo combaciare l’una alle altre, allora possono essere d’aiuto per migliorare i sistemi di lavorazione”. D’altronde, gli stessi dipendenti hanno dimostrato grande professionalità accettando la flessibilità richiesta dal mercato e rendendosi disponibili a doppi turni, quando era necessario, o a utilizzare le ferie quando invece il momento non era propizio. Nel 2010 l’azienda ha tenuto aperto anche ad agosto, tante erano le commesse, poi a ottobre e novembre ha avuto poco lavoro ed è andata in esaurimento delle ferie, e nel 2011 invece ottobre e novembre sono i mesi di massimo fatturato. Insomma un rebus quello della programmazione da affrontare con spirito di adattamento ogni volta. Tutto molto diverso da quando papà Carlo nel 1980 fondò, in Casale, la società, insieme alla mamma Lina Corazza, utilizzando la liquidazione con cui aveva lasciato le Poste. Con una macchina confezionatrice aveva iniziato a produrre le posate per la mensa dell’Alfasud. Poi il terremoto in Irpinia aveva sconvolto la geografia degli appalti, e la ditta si era trovata a dover cercare nuovi clienti. Da allora ci sono stati diversi passaggi ma papà Carlo lavora ancora insieme ai figli, entrati come soci alla scomparsa della mamma, nel 2000. Oggi ci sono sette linee di confezionamento, tre presse che lavorano in automatico, sette dipendenti oltre ai tre titolari, e nei picchi di lavorazione, non mancano le chiamate a due o tre operai interinali. “Lavoriamo 60 milioni di bicchieri singoli per i bagni degli hotel di tutto il nord Italia, facciamo 10 milioni di confezioni per i kit Alitalia, produciamo un piatto per microonde con marchio nostro oltre alle lavorazioni di piatti e posate in conto terzi, e poi stampiamo plastica per tutti i settori, per esempio guarnizioni per caldaie, e da qualche mese facciamo anche punte per le corone di fiori da morto – concludono Emil e Marco -. Solo l’anno scorso abbiamo acquistato una nuova linea di confezionamento e siamo sempre attenti e pronti a fare nuovi investimenti per seguire i clienti. È un momento difficile, ma con la voglia, un po’ di inventiva e tanto lavoro si riesce a stare sul mercato”. [email protected] Emar Plast snc di Pizzocri Carlo e figli vicolo Zavanca - Somaglia (LO) Tel. 0377 57.776 www.confartigiana artigianatto.lodi.it artigiana Dal 1958 il bene delle piccole imprese è il nostro lavoro Una realtà che già garantisce a 2.200 imprese rappresentanza e servizi competitivi: Servizio Fare Impresa Servizio Credito agevolato Servizio Fiscale e Aziendale Servizio Categorie - Consorzi – Gruppi Servizio Lavoro e Sindacale Servizio Formazione Servizio Ambiente e Sicurezza Servizio Qualità e Innovazione Servizio Imprese e Bandi Servizio Medicina del Lavoro Servizio Internazionalizzazione Servizio Legale e Contrattualistica Contattaci per maggiori informazioni e preventivi Lodi via Haussmann, 3 Tel. 0371 439197 Fax 0371 431139 [email protected] Codogno via Garibaldi, 40 Tel. 0377 41541 Fax 0377 431578 [email protected] Casalpusterlengo via Emilia, 32 Tel. 0377 46401 Fax 0377 919338 [email protected] Sant'Angelo Lodigiano piazza Libertà, 2 Tel. 0371 217010 Fax 0371 935478 [email protected] Lodi Vecchio via San Rocco, 21 Tel./Fax 0371 460643 [email protected] Castiglione d'Adda via della Vittoria, 5 Tel./Fax 0377 900005 [email protected] San Colombano al Lambro via Monti, 70 Tel./Fax 0371 899002 [email protected] San Giuliano Milanese via Vespucci, 1/3 Tel. 02 98240516 Fax 02 98241460 [email protected] nostre sedi: