02_Scheda_come funziona il Sistema Nazionale PFU
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02_Scheda_come funziona il Sistema Nazionale PFU
Scheda stampa Ecopneus Una nuova vita per gli Pneumatici Fuori Uso: Come funziona il Sistema nazionale di raccolta e recupero dei PFU Lo scenario Ogni anno arrivano a fine vita in Italia circa 35 milioni di pneumatici, staccati dalle nostre autovetture, mezzi a due ruote, camion, autocarri, fino ai grandi mezzi industriali e mezzi agricoli. Dal 2006 una direttiva dell’Unione Europea ne vieta l’invio in discarica, riconoscendo alla gomma dei PFU (Pneumatici Fuori Uso) qualità e valore per un obbligatorio recupero. Ma fino al 2011 non esisteva in Italia un sistema nazionale che ne gestisse la completa raccolta e recupero, né un attento monitoraggio delle attività e tracciamento dei flussi. Il sistema nazionale di raccolta e recupero Il 7 settembre 2011 tale sistema è entrato in attività (DM 82/2011) ed Ecopneus - insieme ad altre “strutture associate” - opera al suo interno con la responsabilità di rintracciare, raccogliere e inviare a recupero una quota di PFU corrispondente alla quota di mercato rappresentata dalle aziende socie, originariamente responsabili del trattamento dei PFU. Il Decreto Ministeriale attuativo n. 82 dell’11 aprile 2011 affida, infatti, ai produttori e agli importatori, secondo un principio di responsabilità da tempo affermatosi in Europa in materia di rifiuti, il compito di provvedere a queste operazioni. Il principio della “producer responsibility” prevede che ciascuna azienda che immette pneumatici nel mercato nazionale del ricambio sia responsabile e garantisca la gestione di PFU per una quota corrispondente a quanto immesso sul mercato nell’anno solare precedente. Tale responsabilità può essere assolta direttamente dalle aziende o attraverso “strutture associate” come Ecopneus. Come funziona il Sistema Il sistema si fonda sul meccanismo di un contributo ambientale che ogni guidatore di veicolo versa all’atto dell’acquisto di un pneumatico nuovo: diverso per ogni diverso tipo di pneumatico, in relazione al peso. Il contributo ambientale finanzia esclusivamente le operazioni di raccolta e recupero dei PFU e copre le spese di funzionamento del sistema. Un costo che era una volta normalmente inserito nel prezzo del servizio di sostituzione del pneumatico e che la nuova normativa obbliga a rendere visibile nella fattura o scontrino rilasciato all’atto della vendita di ogni pneumatico nuovo, come voce e importo separato, trasparente e verificabile in ogni suo passaggio. Se prima dell’avvio del Sistema, infatti, il cittadino pagava al gommista – a volte senza saperlo – un importo per il trattameto dei suoi PFU, ma non aveva certezza del buon fine di questa operazione, per falle di funzionamento della catena di recupero, oggi il sistema messo in campo garantisce il buon esito di questo meccanismo virtuoso, grazie anche ad una rendicontazione puntuale al Ministero dell’Ambiente, con controlli e sanzioni. Eventuali avanzi di gestione, vengono per legge trattenuti in azienda e riportati nell’anno successivo e per la misura del 30% devono essere destinati a interventi di prelievo presso stock storici presenti in tutta Italia, pur questi non ricadendo sotto la responsabilità del sistema nazionale avviato dal 2011. Per informazioni: Ufficio Stampa Ecopneus Hill+Knowlton Stategies, Alessia Calvanese Tel: +39.06.44.16.40.328 Cell: +39.335.1309390 E-mail: [email protected] Web: www.ecopneus.it Negli ultimi decenni, infatti, prima della partenza del sistema nazionale, si stima andassero fuori controllo da una corretta gestione e recupero circa 100.000 tonnellate l’anno di PFU che poi ricomparivano sotto forma di accumuli nelle campagne, lungo i fiumi, in discariche abusive ed altri depositi illegali. Il nuovo sistema di raccolta, gratuito per il gommista, ha messo fine a tale fenomeno ed ha attuato un sistema di controllo di tutto il percorso del PFU, dall’officina fino alla sua trasformazione in energia o altre interessantissimi impieghi: in asfalti modificati, dalle eccezionali prestazioni di sicurezza, nell’edilizia, come materiale antivibrante, per l’isolamento acustico, come intervento antisismico, e molto altro. Il ruolo di Ecopneus all’interno del Sistema e la sicurezza di un corretto impiego del contributo ambientale Ecopneus, realtà senza fine di lucro, gestisce - a fronte dei contributi ambientali - larga parte delle oltre 350.000 tonnellate di pneumatici che ogni anno arrivano a fine vita in Italia assicurandone la raccolta in tutta Italia, il trattamento in appositi impianti e il recupero. Il sistema delineato dal D.M. 11 aprile 2011, n°82 mira all’efficacia e alla trasparenza, e porta benefici sia per i cittadini, sia per i singoli operatori del settore. ü A vantaggio dei cittadini: oggi viene indicato in modo chiaro e trasparente in fattura (o sullo scontrino fiscale) il contributo ambientale che copre i costi di gestione e recupero dei Pneumatici Fuori Uso (PFU). Ecopneus garantisce un corretto e trasparente impiego delle risorse economiche dei cittadini, assicurando che il processo di recupero sia realizzato in modo economicamente efficiente. ü A vantaggio dei gommisti, Ecopneus monitora il sistema al fine di evitare speculazioni e pratiche illegali, e garantisce un servizio efficiente e uniforme su tutto il territorio nazionale, basato sulla correttezza legale. ü A vantaggio degli operatori del settore del recupero, Ecopneus garantisce una fornitura costante di materiale da lavorare e un aiuto nello sviluppo di nuove applicazioni, anche collaborando con Università e Centri di Ricerca. Di questo percorso Ecopneus deve dimostrarne il buon esito al Ministero dell’Ambiente: l’obbligo di legge è non solo di raccolta, ma di avvenuto recupero. Ciò rappresenta la garanzia che le risorse messe a disposizione da parte dei cittadini sono ben spese e soprattutto per il preciso scopo per cui vengono raccolte. Per informazioni: Ufficio Stampa Ecopneus Hill+Knowlton Stategies, Alessia Calvanese Tel: +39.06.44.16.40.328 Cell: +39.335.1309390 E-mail: [email protected] Web: www.ecopneus.it