segni e simboli del battesimo segni e simboli del battesimo

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SEGNI E SIMBOLI DEL BATTESIMO
“Qui nasce al cielo un popolo di stirpe divina,
Lo genera lo Spirito che rende feconde queste acque.
La madre Chiesa concepisce verginalmente nel suo seno.
queste creature per opera dello Spirito Santo,
e le partorisce nell’acqua viva.
Rinati a questo fonte, aspirate al regno dei cieli:
la vita beata non accoglie chi non è rinato.
Questa è la fonte di vita che bagna il mondo intero,
e scaturisce da fianco di Cristo ferito dalla lancia.
Immergiti in queste acque purificatrici, o peccatore:
da uomo vecchio l’onda ti rifarà uomo nuovo. Se vuoi essere puro,
corri a lavarti in questa acqua:
sarai libero dal grande peccato di Adamo e dalle sue colpe.
Coloro che sono rinati formano una sola cosa:
poiché uno è il battesimo, una la fede .
Nessun timore per la qualità e le quantità del dei peccati:
Chi rinasce in quest’onda sarà santo”.
“Battistero s. Giovanni”
I.
IL SIMBOLO: UNA LINGUA PER IL MISTERO
IL LINGUAGGIO SIMBOLICO
Il linguaggio del simbolo
64. Tutti i sacramenti cristiani sono, all’origine, gesti relativamente semplici: un bagno d’acqua, una
frazione del pane da cui tutti mangeranno e una benedizione sul calice da cui tutti berranno,
un’imposizione delle mani ... Solo più tardi, e con un processo durato molti secoli e mai
completamente esaurito, essi sono andati evolvendo verso forme sempre più articolate e complesse.
65. Tutta l’attività cultuale dell’uomo, presso ogni cultura, è fondata sul simbolo é sul suo
linguaggio. Tutta la storia biblica ne è segnata.
È stato questo il linguaggio di Gesù quando ha imposto il fango sugli occhi del cieco nato (Gv 9,6),
quando ha toccato le orecchie e la bocca del sordo muto (Mc 7,31-35), quando ha imposto le mani
benedicenti sui bambini (Mc 10,16). E la Chiesa ha seguito l’esempio del Maestro.
Poiché l’indicibile non può venir detto.
Esso rifugge da definizioni formali; chiede piuttosto d’essere svelato. E ciò perché il linguaggio
logico-scientifico parla più alla mente che al cuore, mentre il linguaggio del simbolo raggiunge tutto
l’uomo, la sua ragione e i suoi affetti allo stesso modo.
Linguaggio globale, ‘aperto’ per eccellenza, esso trasmette un’esperienza che attende e sollecita una
risposta integrativa da parte del destinatario. Il simbolo può dirsi compiuto e perfetto solo quando
riesce a ‘mettere insieme’ e a far coincidere il contenuto del segno, l’esperienza del comunicante e
quella del destinatario.
Ma come ogni linguaggio, anche quello del simbolo ha un suo lessico, una sua grammatica e una
sua sintassi che occorre conoscere e rispettare se si vogliono ottenere gli effetti voluti. Farvi ricorso
senza conoscerne le regole significa rischiare di stravolgere il senso del messaggio che s’intende
comunicare.
La riforma suppone una indispensabile «conversione» al progetto e allo stile di Dio che ha voluto
attuare e comunicare la sua salvezza attraverso il «sacramento» delle cose più comuni e delle azioni
più quotidiane. Conforme a questo stile dell’agire divino, la Chiesa, guidata dallo Spirito, per
costruire la sua liturgia ha assunto alcune azioni proprie delle culture umane - come riunirsi e agire
comunitariamente, salutare e dialogare, cantare e acclamare, leggere un testo e interpretarlo,
formulare desideri e ringraziare, chiedere perdono e darsi la pace, preparare la mensa e partecipare
al convito, ... - rendendole significative dell’iniziativa divina che salva e della risposta umana che
accetta e corrisponde. (C.E.I. Il rinnovamento liturgico in Italia, 1983, n. 12).
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Dinamismo del simbolo cristiano
66. 11 simbolo sacramentale cristiano è essenzialmente dinamico. Esso tende sempre all’azione
(ergon) (30).
Così l’acqua del Battesimo è per l’immersione, come gli oli sono per l’unzione.
Il pane dell’Eucaristia chiede d’essere spezzato e il vino d’essere versato perché tutti ne mangino e
ne bevano per la comunione con Cristo e con i fratelli. È l’imposizione della mano il simbolo del
sacramento dell’Ordine; ed è nell’unione delle mani il simbolo del patto nuziale e di mutua fedeltà
tra gli sposi (31).
Una ritualità attenta e coerente deve tendere alla piena valorizzazione di questi gesti. Oggi, dopo
secoli di accentuata stilizzazione gestuale, è avvertito il bisogno di restituire ai gesti simbolici
originari tutta la loro “fisicità”, la loro tangibile evidente concretezza espressiva (32).
67. Il rito cristiano del resto, non è mai ambiguo. La polivalenza propria del simbolo — cosa e gesto
— nel rito sacramentale cristiano è superata dalla mediazione della parola che sempre lo
accompagna.
Questa parola è parte costitutiva del rito di cui determina e garantisce il senso. La parola
sacramentale infatti evoca l’evento salvi- fico fondante, professa e manifesta la fede della Chiesa
orante, proclama e rivela il senso e la natura del dono conferito dal sacramento.
L’eloquenza del simbolo
68. Una celebrazione liturgica deve saper far parlare i suoi segni e soprattutto i suoi simboli. Parola
e gesto devono saper tradurre il mistero celebrato e il senso salvifico di ciò che sta avvenendo.
Parole-gesti-simboli: aspetti diversi d’una medesima realtà, unica, inscindibile. La celebrazione può
dirsi corretta solo quando questi diversi aspetti sono ugualmente. presenti, armoniosamente
coerenti, efficacemente operanti (33).
Tale presenza non è sempre simultanea. Un gesto, talvolta, può anche non richiedere
immediatamente una parola, e una parola può talvolta fare a meno di un simbolo. Ma sarà
l’eccezione. In questi casi è la parola che diventa azione, ed è il gesto che parla in luogo della
parola. Allora la comunicazione avverrà su registri dalle risonanze tanto più profonde quanto più
risulteranno inattese e “misteriose”.
Al contrario, la celebrazione risulta incoerente se soffre d’una sproporzione tra parole, gesti e
simboli.
Là dove la parola diventa preponderante, il gesto e il simbolo rimangono soffocati e rischiano di
scomparire.
Là dove la parola è troppo limitata e contenuta, sia il gesto sia il simbolo possono risultare devianti
o mal compresi.
76. I Padri della Chiesa, nelle loro mistagogie, hanno illustrato gli effetti dei sacramenti partendo
dagli effetti naturali e da implicazioni tipologiche dell’elemento usato. È dalle proprietà dell’acqua
e dagli eventi salvifici ad essa legati che per esempio, sono stati desunti, definiti e illustrati gli
effetti del Battesimo (42).
Dalla definizione di queste proprietà e tipologie sono nati quei riti sussidiari (per es. la veste bianca
e la consegna del cero nel rito del Battesimo; l’imposizione dei vangeli, le unzioni sacerdotali e la
consegna degli strumenti nei riti delle ordinazioni), che finché sono rimasti entro certi limiti,
rifuggendo dall’arbitrario e dall’allegorico, sono risultati di prezioso aiuto per una più piena
esperienza del mistero.
II.
IL LINGUAGGIO SIMBOLICO NELLA MISTAGOGIA DI AMBROGIO
CENNI BIOGRAFICI DI AMBROGIO VESCOVO
Ambrogio non era nato a Milano, ma a Treviri, nella Gallia, verso 339. Era figlio di un funzionario
romano in servizio oltralpe quale prefetto del pretorio per le Gallie, e dopo la morte del padre
Ambrogio con la madre e i fratelli Marcellina e Satiro, rientrò a Roma. Marcellina si consacrò a Dio
prendendo il velo delle vergini; Satiro, che per un certo tempo ricoperse un'alta carica statale, morì
nel 378. Ambrogio studiò diritto e retorica, e iniziò la sua carriera giuridica a Sirmio. Divenne
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amministratore della Liguria e dell'Emilia, con sede a Milano, dove si trovava nel 374 quando il
vescovo Assenzio, ariano, morì e scoppiarono in città tumulti tra cattolici e ariani per la nomina del
successore. Per evitare ulteriori disordini, in qualità di governatore, egli radunò i fedeli, parlando
con senno e fermezza, affinché tutto fosse fatto secondo coscienza e nel rispetto della libertà.
Proprio inseguito a questi discorsi che dall’assemblea si alzò un grido: ‘’Ambrogio Vescovo!’’.
Ambrogio sorpreso e anche spaventato, proclamò di non essere neppure battezzato, che era solo un
catecumeno e la sua indegnità; si professò peccatore, tentò perfino di fuggire. Tutto fu inutile.
Ricevette così il Battesimo, e otto giorni dopo, la consacrazione episcopale il 7 dicembre di
quell’anno. Scrupolosissimo nell’adempimento del suo ufficio, si diede perciò alla lettura dei Libri
sacri e allo studio i Padri della Chiesa e i Dottori, sotto la direzione di Simpliciano, che diventerà
poi suo successore, Distribuì tra i poveri il suo non indifferente patrimonio, ed improntò la sua vita
ad una rigorosa ascesi, esercitando la carità verso tutti come grande pastore e dottore del suo
popolo. La sua influenza fu particolarmente decisiva nella situazione ecclesiastica e politica dei suoi
tempi. Lottò strenuamente ed inflessibilmente per il riconoscimento esclusivo della Chiesa di fronte
al paganesimo, all'arianesimo e alle altre eresie; come anche per la sua libertà e autonomia rispetto
al potere politico, sostenne infatti strenuamente dinanzi all’Imperatore non solo i diritti della
Chiesa, ma l’autorità dei suoi pastori, e difese con gli scritti e con l'azione la dottrina della vera fede
contro gli Ariani. Morì il sabato santo 4 aprile del 397.
Realizzò una delle forme più riuscite di pastorale, e appartiene al numero di quei grandi che con il
pensiero e con l'azione posero le basi all'edificio della cultura cristiana medievale. Fu iniziatore
dell'innologia religiosa popolare.
Stupisce che Ambrogio, impegnato su tanti fronti, abbia potuto trovare il tempo per la composizione
di tante opere. La maggior parte di esse non contiene speculazioni dogmatiche, ma è strettamente
legato al suo ministero pastorale, e anche in questo Ambrogio rivela la sua forma mentis
tipicamente romana, cioè pratica.
Dalle “Lettere” di Sant’Ambrogio, vescovo.
Vi è poi un fiume che si riversa sui suoi santi come un torrente. Chiunque abbia ricevuto dalla
pienezza di questo fiume, come l’evangelista Giovanni, come Pietro e Paolo, alza la sua voce; e
come gli apostoli hanno diffuso la voce della predicazione evangelica con festoso annunzio fino ai
confini della terra, così anche questo fiume incomincia ad annunziare il Signore. Ricevilo dunque
da Cristo, perché anche la tua voce si faccia sentire. Raccogli l’acqua di Cristo, quell’acqua che
loda il Signore. Raccogli da più luoghi l’acqua che lasciano cadere le nubi dei profeti. Chi raccoglie
acqua dalle montagne e la convoglia verso di sé, o attinge alle sorgenti, lui pure, come le nubi, la
riversa su altri. Riempine dunque il fondo della tua anima, perché il tuo terreno sia innaffiato e
irrigato da proprie sorgenti. Si riempie chi legge molto e penetra il senso di ciò che legge; e chi si è
riempito può irrigare altri. La Scrittura dice: ‘’Se le nubi sono piene di acqua, la rovesciano sopra la
terra’’. (Qo 11,3).
1). Inizio del trattato «Sui misteri» di sant'Ambrogio, vescovo
(Nn. 1-7; SC 25 bis, 156-158)
Catechesi dei riti pre-battesimali
Ogni giorno abbiamo tenuto un discorso su temi morali mentre si leggevano o le gesta dei patriarchi
o gli insegnamenti dei Proverbi, perché, modellati e ammaestrati da essi, vi abituaste a entrare nelle
vie degli antichi, a percorrere la loro strada e a obbedire agli oracoli divini, cosicché rinnovati dal
battesimo teneste quella condotta che si addice ai battezzati. Ora è venuto il tempo di parlare dei
misteri e di spiegare la natura dei sacramenti. Se lo avessi fatto prima del battesimo ai non iniziati,
avrei piuttosto tradito che spiegato questa dottrina. C'è anche da aggiungere che la luce dei misteri
riesce più penetrante se colpisce di sorpresa, anziché arrivare dopo le prime avvisaglie di qualche
sommaria trattazione previa. Aprite dunque gli orecchi e gustate le armonie della vita eterna infuse
in voi dal dono dei sacramenti. Ve lo abbiamo significato, quando celebrando il mistero
dell'apertura degli orecchi vi dicevamo: «Effatà, cioè: Apriti!» (Mc 7, 34), perché ciascuno di voi,
che stava per accostarsi alla grazia, capisse su che cosa sarebbe stato interrogato e si ricordasse che
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cosa dovesse rispondere. Cristo, nel vangelo, come leggiamo, ha celebrato questo mistero quando
ha curato il sordomuto. Successivamente ti è stato spalancato il Santo dei Santi, sei entrato nel
sacrario della rigenerazione. Ricorda ciò che ti è stato domandato, rifletti su ciò che hai riposto. Hai
rinunziato al diavolo e alle sue opere, al mondo, alla sua dissolutezza e ai suoi piaceri. La tua parola
è custodita non in una tomba di morti, bensì nel libro dei viventi. Presso il fonte tu hai visto il levita,
hai visto il sacerdote, hai visto il sommo sacerdote. Non badare all'esterno della persona, ma al
carisma del ministero sacro. E` alla presenza di angeli che tu hai parlato, com'è scritto: Le labbra del
sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l'istruzione, perché egli è l'angelo
del Signore degli eserciti (cfr. Ml 2, 7). Non si può sbagliare, non si può negare. E' un angelo colui
che annunzia il regno di Cristo, colui che annunzia la vita eterna. Devi giudicarlo non
dall'apparenza, ma dalla funzione. Rifletti a ciò che ti ha dato, pondera l'importanza del suo
compito, riconosci che cosa egli fa. Entrato dunque per vedere il tuo avversario, al quale si suppone
che tu abbia rinunziato con la bocca, ti volgi verso l'oriente: perché chi rinunzia al diavolo si rivolge
verso Cristo, lo guarda diritto in faccia.
2) Dal trattato «Sui misteri» di sant'Ambrogio, vescovo
(Nn. 8-11; SC 25 bis, 158-160)
Rinasciamo dall'acqua e dallo Spirito Santo
Che cosa hai visto nel battistero? L'acqua certamente, ma non essa sola: là c'erano i leviti che
servivano e il sommo sacerdote che interrogava e consacrava. Prima di ogni altra cosa l'Apostolo ti
ha insegnato che non dobbiamo «fissare lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili,
perché le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili invece sono eterne» (2 Cor 4, 18). E
altrove tu leggi che «dalla creazione del mondo in poi, le perfezioni invisibili di Dio possono essere
contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità» (Rm
1, 20) è riconosciuta attraverso le sue opere. Per questo il Signore stesso dice: «Anche se non volete
credere a me, credete almeno alle opere» (Gv 10, 38). Credi dunque che là vi è la presenza della
divinità. Crederesti, infatti, alla sua azione e non crederesti alla sua presenza? Come potrebbe
seguirne l'azione, se prima non precedesse la presenza?
Considera, del resto, come questo mistero è antico e prefigurato fin dall'origine stessa del mondo.
In principio, quando Dio fece il cielo e la terra «lo Spirito», dice il testo, «aleggiava sulle acque»
(Gn 1, 2). Forse non agiva quello che aleggiava? Riconosci che era in azione quando si costruiva il
mondo, mentre il profeta ti dice: «Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua
bocca ogni loro schiera» (Sal 32, 6). Sulla testimonianza profetica sono appoggiate ambedue le
cose: che aleggiava e che operava. Che aleggiasse lo dice Mosè, che operasse lo attesta Davide.
Ecco un'altra testimonianza. Ogni uomo era corrotto a causa dei suoi peccati. E soggiunge: «Il mio
spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne» (Gn 6, 3). Con ciò Dio dimostra che con
l'immondezza della carne e con la macchia di una colpa assai grave la grazia spirituale si allontana.
Così Dio, volendo ristabilire quello che aveva dato, fece venire il diluvio e ingiunse a Noè, giusto,
di salire nell'arca. Cessando il diluvio prima mandò fuori il corvo, in un secondo tempo fece uscire
la colomba, la quale, a quanto si legge, ritornò con un ramo d'olivo. Tu vedi l'acqua, tu vedi l'arca,
tu osservi la colomba, e dubiti del mistero? L'acqua è quella nella quale viene immersa la carne
perché sia lavato ogni suo peccato. In essa è sepolta ogni vergogna. Il legno è quello al quale fu
affisso il Signore Gesù quando pativa per noi. La colomba è quella nella cui figura discese lo Spirito
Santo, come hai imparato nel Nuovo Testamento: lo Spirito Santo che ti ispira pace nell'anima e
tranquillità alla mente.
3) Dal trattato «Sui misteri» di sant'Ambrogio, vescovo
(Nn. 19-21. 24. 26-38; SC 25 bis, 164-170)
L'acqua non purifica senza lo Spirito Santo
Ti è stato detto antecedentemente di non credere solo a ciò che vedi perché non abbia a dire: E'
forse questo quel grande mistero che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrò in cuore
d'uomo? (cfr. 1 Cor 2, 9). Vedo le acque che vedevo ogni giorno. Queste acque nelle quali spesso
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mi sono immerso senza mondarmi, sono proprio esse che devono mondarmi? Da questo impara che
l'acqua non monda senza lo Spirito.
E' per questo che tu hai letto che nel battesimo tre testimoni sono concordi (cfr. 1 Gv 5, 8): l'acqua,
il sangue e lo Spirito, perché se di essi ne togli uno solo, non c'è più il sacramento del battesimo. Di
fatto, che cos'è l'acqua senza lo croce di Cristo, se non una cosa ordinaria senza nessuna efficacia
sacramentale? D'altra parte, senza acqua non vi è mistero di rigenerazione, perché «se uno non
nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3, 5). Anche un catecumeno
crede nella croce del Signore Gesù con la quale è segnato anche lui, ma se non sarà stato battezzato
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo non può ricevere la remissione dei peccati e
neppure attingere il dono della grazia spirituale.
Perciò quel Siro si immerse nell'acqua sette volte sotto la Legge, ma tu sei stato battezzato nel
nome della Trinità. Hai confessato il Padre ricordati ciò che hai fatto, hai confessato il Figlio, hai
confessato lo Spirito. Segui l'ordine delle cose. In questa fede sei morto al mondo, sei risorto a Dio
e, quasi sepolto in quell'elemento del mondo cioè nell'acqua battesimale, sei morto al peccato, sei
risorto alla vita eterna. Credi dunque che le acque non sono inefficaci.
Così quel paralitico della piscina Probatica attendeva un uomo. E quale uomo se non il Signore
Gesù, nato dalla Vergine Maria? Alla sua venuta avrebbe operato la liberazione, non più mediante
la sua ombra, ma con la realtà della sua presenza. Non più di uno solo, ma di tutti.
Era dunque lui di cui si aspettava la venuta, lui del quale Dio Padre disse a Giovanni Battista:
«L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo» (Gv
1, 33). Era colui del quale Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come
una colomba dal cielo e posarsi su di lui» (Gv 1, 32). E qui per quale ragione lo Spirito discese in
forma di colomba se non perché tu vedessi, perché tu conoscessi che anche quella colomba, che il
giusto Noè fece uscire dall'arca, era figura di questa colomba, cioè perché tu riconoscessi la figura
del sacramento?
E perché dubitare ancora dopo che nel vangelo te lo proclama chiaramente il Padre dicendo:
«Questi è il Figlio mio nel quale mi sono compiaciuto?» (Mt 3, 17). Te lo proclama il Figlio sul
quale lo Spirito Santo si è mostrato in forma di colomba. Te lo proclama lo Spirito Santo che è
sceso in forma di colomba. Te lo proclama Davide: «Il Signore tuona sulle acque, il Dio della gloria
scatena il tuono, il Signore, sull'immensità della acque» (Sal 28, 3). La Scrittura stessa ti attesta che
alle preghiere di Gedeone il fuoco discese dal cielo (Gdc 6, 17-21) e a quelle di Elia fu mandato il
fuoco che consacrò il sacrificio (1 Re 18, 38).
Non fare attenzione ai meriti delle persone ma al ministero dei sacerdoti. Che se guardi ai meriti,
come stimi Elia, così terrai conto anche dei meriti di Pietro e di Paolo, i quali ci hanno trasmesso
questo mistero ricevuto dal Signore Gesù. A quelli era mandato un fuoco visibile perché credessero,
invece in noi, che crediamo, agisce un fuoco invisibile; a loro in figura, a noi per proclamazione. Il
Signore Gesù disse: Dove sono due o tre, là sono anch'io (cfr. Mt 18, 20). Credo perciò che quando
è invocato dalle preghiere dei sacerdoti è presente. Quanto più non si degnerà di accordare la sua
presenza dov'è la Chiesa, dove sono i misteri?
Sei sceso dunque nel fonte battesimale. Ricordati che cosa hai risposto: che credi nel Padre, che
credi nel Figlio, che credi nello Spirito Santo. Non hai detto: Credo in un maggiore, in un minore, in
un ultimo, ma, con l'impegno della tua parola, ti sei obbligato a credere nel Figlio come credi nel
Padre, a credere nello Spirito Santo come credi nel Figlio, e, se una differenza fai, è che, trattandosi
della morte in croce, la credi solo di Gesù Cristo.
4 Dal trattato «Sui misteri» di sant'Ambrogio, vescovo
(Nn. 12-16. 19; SC 25 bis, 162-164)
Tutte queste cose accaddero loro come figura
L'Apostolo ti insegna «che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti
furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare» (1 Cor 10, 1-2). Inoltre anche Mosè
stesso dice nel suo cantico: «Soffiasti con il tuo alito: il mare li coprì» (Es 15, 10). Tu scorgi che già
in quel passaggio degli Ebrei, nel quale gli Egiziani perirono e gli Ebrei si salvarono, vi era certo la
figura del battesimo. Che altro infatti ci viene insegnato ogni giorno in questo sacramento se non
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che la colpa è sommersa e l'errore distrutto, mentre la pietà e l'innocenza passano oltre intatte? Tu
senti che i nostri padri furono sotto la nuvola, e certo sotto una buona nuvola, se essa rinfrescò gli
ardori delle passioni. Una buona nuvola davvero! Essa copre con la sua ombra coloro che sono
visitati dallo Spirito Santo. Poi si posò sulla Vergine Maria e la potenza dell'Altissimo stese la sua
ombra su di lei quando generò la redenzione per il genere umano. Se dunque lo Spirito era presente
nella figura, non lo sarà nella verità quando la Scrittura ti dice che «la legge fu data per mezzo di
Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo»? (Gv 1, 17). Mara era una sorgente
amara, Mosè vi getto dentro un legno e diventò dolce. Così l'acqua senza la predicazione della croce
del Signore non serve a nulla per la salvezza. Ma quando è stata consacrata dal mistero della croce
che salva, allora è disposta per servire da bagno spirituale e da coppa di salvezza. Perciò come
Mosè, vale a dire il profeta, gettò un legno in quella sorgente, così il sacerdote pronunzia su questo
fonte una formula di esaltazione della croce del Signore e l'acqua si fa dolce per conferire la grazia.
Non credere, dunque, solamente agli occhi del corpo. Si vede meglio quello che è invisibile, perché
quello che si vede con gli occhi del corpo è temporale; invece quello che non si vede è eterno. E
l'eterno si percepisce meglio con lo spirito e con l'intelligenza che con gli occhi. Del resto, ti
ammaestri la lettura, che noi abbiamo fatto da poco, del libro dei Re. Naaman era Siro, aveva le
lebbra e nessuno poteva mondarlo. Allora una ragazza prigioniera di guerra disse che in Israele vi
era un profeta capace di sanarlo dal contagio della lebbra. Avendo preso, come dice il testo, oro e
argento si recò dal re di Israele. Questi, appreso il motivo della sua venuta, si stracciò le vesti
dicendo che era piuttosto una provocazione il domandargli ciò che non rientrava nel suo potere di
re. Ma Eliseo ingiunse al re di mandargli il Siro perché questi avesse a conoscere che c'era un Dio
in Israele. E quando arrivò gli ordinò di immergersi sette volte nel fiume Giordano. Allora egli
cominciò a pensare che i fiumi della sua patria avevano acque migliori nelle quali si era immerso
spesse volte, ma senza venire mai mondato dalla lebbra, e, trattenuto da questo fatto, non obbediva
ai comandi del profeta. Tuttavia dietro le istanze e le pressioni dei suoi servi, cedette e si immerse.
Mondato subito, egli comprese che l'essere uno mondato istantaneamente non è opera dell'acqua,
ma della grazia. Fu prima di essere sanato che dubitò. Tu invece sei già stato sanato e perciò non
devi dubitare.
III CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA
LA CELEBRAZIONE DEL MISTERO CRISTIANO
SACRAMENTI DELL'INIZIAZIONE CRISTIANA
IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO
1213 Il santo Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d'ingresso alla vita
nello Spirito (« vitae spiritualis ianua »), e la porta che apre l'accesso agli altri sacramenti. Mediante
il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo;
siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione:4 « Baptismus est sacramentum
regenerationis per aquam in verbo – Il Battesimo può definirsi il sacramento della rigenerazione
cristiana mediante l'acqua e la parola ».5
I. Come viene chiamato questo sacramento?
1214 Lo si chiama Battesimo dal rito centrale con il quale è compiuto: battezzare ($"BJ\.,4< in
greco) significa « tuffare », « immergere »; l'« immersione » nell'acqua è simbolo del
seppellimento del catecumeno nella morte di Cristo, dalla quale risorge con lui,6 quale « nuova
creatura » (2 Cor 5,17; Gal 6,15).
1215 Questo sacramento è anche chiamato il « lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello
Spirito Santo » (Tt 3,5), poiché significa e realizza quella nascita dall'acqua e dallo Spirito senza la
quale nessuno « può entrare nel regno di Dio » (Gv 3,5).
1216 « Questo lavacro è chiamato illuminazione, perché coloro che ricevono questo insegnamento
[catechistico] vengono illuminati nella mente ».7 Poiché nel Battesimo ha ricevuto il Verbo, « la
luce vera che illumina ogni uomo » (Gv 1,9), il battezzato, dopo essere stato « illuminato »,8 è
divenuto « figlio della luce »9 e « luce » egli stesso (Ef 5,8):
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II Battesimo « è il più bello e magnifico dei doni di Dio. [...] Lo chiamiamo dono, grazia, unzione,
illuminazione, veste d'immortalità, lavacro di rigenerazione, sigillo, e tutto ciò che vi è di più
prezioso. Dono, poiché è dato a coloro che non portano nulla; grazia, perché viene elargito anche ai
colpevoli; Battesimo, perché il peccato viene seppellito nell'acqua; unzione, perché è sacro e regale
(tali sono coloro che vengono unti); illuminazione, perché è luce sfolgorante; veste, perché copre la
nostra vergogna; lavacro, perché ci lava; sigillo, perché ci custodisce ed è il segno della signoria di
Dio ».10
II. Il Battesimo nell'Economia della salvezza
Le prefigurazioni del Battesimo nell'Antica Alleanza
1217 Nella liturgia della Notte pasquale, in occasione della benedizione dell'acqua battesimale, la
Chiesa fa solenne memoria dei grandi eventi della storia della salvezza che prefiguravano il mistero
del Battesimo:
« O Dio, [...] tu operi con invisibile potenza le meraviglie della salvezza; e in molti modi, attraverso
i tempi, hai preparato l'acqua, tua creatura, ad essere segno del Battesimo ».11
1218 Fin dalle origini del mondo l'acqua, questa umile e meravigliosa creatura, è la fonte della vita
e della fecondità. La Sacra Scrittura la vede come « covata » dallo Spirito di Dio:12
« Fin dalle origini il tuo Spirito si librava sulle acque perché contenessero in germe la forza di
santificare ».13
1219 La Chiesa ha visto nell'arca di Noè una prefigurazione della salvezza per mezzo del
Battesimo. Infatti, per mezzo di essa, « poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo
dell'acqua » (1 Pt 3,20):
« Nel diluvio hai prefigurato il Battesimo, perché, oggi come allora, l'acqua segnasse la fine del
peccato e l'inizio della vita nuova ».14
1220 Se l'acqua di fonte è simbolo di vita, l'acqua del mare è un simbolo di morte. Per questo
poteva essere figura del mistero della croce. Per mezzo di questo simbolismo il Battesimo significa
la comunione alla morte di Cristo.
1221 È soprattutto il passaggio del Mar Rosso, vera liberazione d'Israele dalla schiavitù d'Egitto,
che annunzia la liberazione operata dal Battesimo:
« Tu hai liberato dalla schiavitù i figli di Abramo, facendoli passare illesi attraverso il Mar Rosso,
perché fossero immagine del futuro popolo dei battezzati ».15
1222 Infine il Battesimo è prefigurato nella traversata del Giordano, grazie alla quale il popolo di
Dio riceve il dono della terra promessa alla discendenza di Abramo, immagine della vita eterna. La
promessa di questa beata eredità si compie nella Nuova Alleanza.
Il battesimo di Cristo
1223 Tutte le prefigurazioni dell'Antica Alleanza trovano la loro realizzazione in Gesù Cristo. Egli
dà inizio alla sua vita pubblica dopo essersi fatto battezzare da san Giovanni Battista nel Giordano16
e, dopo la sua risurrezione, affida agli Apostoli questa missione: « Andate dunque e ammaestrate
tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro
ad osservare tutto ciò che vi ho comandato » (Mt 28,19-20).17
1224 Nostro Signore si è volontariamente sottoposto al battesimo di san Giovanni, destinato ai
peccatori, per compiere ogni giustizia.18 Questo gesto di Gesù è una manifestazione del suo «
annientamento ».19 Lo Spirito che si librava sulle acque della prima creazione, scende ora su Cristo,
come preludio della nuova creazione, e il Padre manifesta Gesù come il suo Figlio prediletto.20
1225 È con la sua pasqua che Cristo ha aperto a tutti gli uomini le fonti del Battesimo. Egli, infatti,
aveva già parlato della passione, che avrebbe subìto a Gerusalemme, come di un « battesimo » con
il quale doveva essere battezzato.21 Il sangue e l'acqua sgorgati dal fianco trafitto di Gesù
crocifisso22 sono segni del Battesimo e dell'Eucaristia, sacramenti della vita nuova:23 da quel
momento è possibile nascere « dall'acqua e dallo Spirito » per entrare nel regno dei cieli (Gv 3,5).
« Considera, quando sei battezzato, donde viene il Battesimo, se non dalla croce di Cristo, dalla
morte di Cristo. Tutto il mistero sta nel fatto che egli ha patito per te. In lui tu sei redento, in lui tu
sei salvato ».24
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Il Battesimo nella Chiesa
1226 Dal giorno della pentecoste la Chiesa ha celebrato e amministrato il santo Battesimo. Infatti
san Pietro, alla folla sconvolta dalla sua predicazione, dichiara: « Pentitevi, e ciascuno di voi si
faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il
dono dello Spirito Santo » (At 2,38). Gli Apostoli e i loro collaboratori offrono il Battesimo a
chiunque crede in Gesù: Giudei, timorati di Dio, pagani.25 Il Battesimo appare sempre legato alla
fede: « Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia », dichiara san Paolo al suo
carceriere a Filippi. Il racconto continua: « Subito il carceriere si fece battezzare con tutti i suoi »
(At 16,31-33).
1227 Secondo l'apostolo san Paolo, mediante il Battesimo il credente comunica alla morte di Cristo;
con lui è sepolto e con lui risuscita:
« Quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte. Per mezzo del
Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai
morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova » (Rm
6,3-4).26
I battezzati si sono « rivestiti di Cristo ».27 Mediante l'azione dello Spirito Santo, il Battesimo è un
lavacro che purifica, santifica e giustifica.28
1228 Il Battesimo è quindi un bagno d'acqua nel quale « il seme incorruttibile » della Parola di Dio
produce il suo effetto vivificante.29 Sant'Agostino dirà del Battesimo: « Accedit verbum ad
elementum, et fit sacramentum – Si unisce la parola all'elemento, e nasce il sacramento ».30
III. Come viene celebrato il sacramento del Battesimo?
L'iniziazione cristiana
1229 Diventare cristiano richiede, fin dal tempo degli Apostoli, un cammino e una iniziazione con
diverse tappe. Questo itinerario può essere percorso rapidamente o lentamente. Dovrà in ogni caso
comportare alcuni elementi essenziali: l'annunzio della Parola, l'accoglienza del Vangelo che
provoca una conversione, la professione di fede, il Battesimo, l'effusione dello Spirito Santo,
l'accesso alla Comunione eucaristica.
1230 Questa iniziazione ha assunto forme molto diverse nel corso dei secoli e secondo le
circostanze. Nei primi secoli della Chiesa l'iniziazione cristiana ha conosciuto un grande sviluppo,
con un lungo periodo di catecumenato e una serie di riti preparatori che scandivano liturgicamente
il cammino della preparazione catecumenale per concludersi con la celebrazione dei sacramenti
dell'iniziazione cristiana.
1231 Dove il Battesimo dei bambini è diventato largamente la forma abituale della celebrazione del
sacramento, questa è divenuta un atto unico che, in modo molto abbreviato, integra le tappe
preparatorie dell'iniziazione cristiana. Per la sua stessa natura il Battesimo dei bambini richiede un
catecumenato post-battesimale. Non si tratta soltanto della necessità di una istruzione posteriore al
Battesimo, ma del necessario sviluppo della grazia battesimale nella crescita della persona. È
l'ambito proprio del catechismo.
1232 Il Concilio Vaticano II ha ripristinato, per la Chiesa latina, « il catecumenato degli adulti,
diviso in più gradi ».31 I riti si trovano nell'Ordo initiationis christianae adultorum (1972). Il
Concilio ha inoltre permesso che « nelle terre di missione sia acconsentito accogliere [...] anche
quegli elementi di iniziazione in uso presso ogni popolo, nella misura in cui possono essere adattati
al rito cristiano ».32
1233 Oggi, dunque, in tutti i riti latini e orientali, l'iniziazione cristiana degli adulti incomincia con
il loro ingresso nel catecumenato e arriva al suo culmine nella celebrazione unitaria dei tre
sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell'Eucaristia.33 Nei riti orientali l'iniziazione
cristiana dei bambini incomincia con il Battesimo immediatamente seguito dalla Confermazione e
dall'Eucaristia, mentre nel rito romano essa continua durante alcuni anni di catechesi, per
concludersi più tardi con la Confermazione e l'Eucaristia, culmine della loro iniziazione cristiana.34
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La mistagogia della celebrazione
1234 Il significato e la grazia del sacramento del Battesimo appaiono chiaramente nei riti della sua
celebrazione. Seguendo con attenta partecipazione i gesti e le parole di questa celebrazione, i fedeli
sono iniziati alle ricchezze che tale sacramento significa e opera in ogni nuovo battezzato.
1235 Il segno della croce, all'inizio della celebrazione, esprime il sigillo di Cristo su colui che sta
per appartenergli e significa la grazia della redenzione che Cristo ci ha acquistato per mezzo della
sua croce.
1236 L'annunzio della Parola di Dio illumina con la verità rivelata i candidati e l'assemblea, e
suscita la risposta della fede, inseparabile dal Battesimo. Infatti il Battesimo è in modo tutto
particolare « il sacramento della fede », poiché segna l'ingresso sacramentale nella vita di fede.
1237 Dal momento che il Battesimo significa la liberazione dal peccato e dal suo istigatore, il
diavolo, vengono pronunziati uno (o più) esorcismo(i) sul candidato. Questi viene unto con l'olio
dei catecumeni, oppure il celebrante impone su di lui la mano, ed egli rinunzia esplicitamente a
Satana. Così preparato, può professare la fede della Chiesa alla quale sarà « consegnato » per
mezzo del Battesimo.35
1238 L'acqua battesimale viene quindi consacrata mediante una preghiera di epiclesi (sia al
momento stesso, sia nella Veglia pasquale). La Chiesa chiede a Dio che, per mezzo del suo Figlio,
la potenza dello Spirito Santo discenda su quest'acqua, in modo che quanti vi saranno battezzati
nascano « dall'acqua e dallo Spirito » (Gv 3,5).
1239 Segue poi il rito essenziale del sacramento: il Battesimo propriamente detto, che significa e
opera la morte al peccato e l'ingresso nella vita della Santissima Trinità attraverso la configurazione
al mistero pasquale di Cristo. Il Battesimo viene compiuto nel modo più espressivo per mezzo della
triplice immersione nell'acqua battesimale. Ma fin dall'antichità può anche essere conferito
versando per tre volte l'acqua sul capo del candidato.
1240 Nella Chiesa latina questa triplice infusione è accompagnata dalle parole del ministro: « N., io
ti battezzo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ». Nelle liturgie orientali, mentre il
catecumeno è rivolto verso l'Oriente, il sacerdote dice: « Il servo di Dio, N., è battezzato nel nome
del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo ». E, all'invocazione di ogni Persona della Santissima
Trinità, lo immerge nell'acqua e lo risolleva.
1241 L'unzione con il sacro crisma, olio profumato consacrato dal Vescovo, significa il dono dello
Spirito Santo elargito al nuovo battezzato. Egli è divenuto un cristiano, ossia « unto » di Spirito
Santo, incorporato a Cristo, che è unto Sacerdote, Profeta e Re.36
1242 Nella liturgia delle Chiese Orientali, l'unzione post-battesimale costituisce il sacramento della
Crismazione (Confermazione). Nella liturgia romana, essa annunzia una seconda unzione con il
sacro crisma che sarà effettuata dal Vescovo: cioè il sacramento della Confermazione, il quale, per
così dire, « conferma » e porta a compimento l'unzione battesimale.
1243 La veste bianca significa che il battezzato si è rivestito di Cristo,37 che egli è risorto con
Cristo. La candela, accesa al cero pasquale, significa che Cristo ha illuminato il neofita. In Cristo i
battezzati sono « la luce del mondo » (Mt 5,14).38
Il nuovo battezzato è ora figlio di Dio nel Figlio unigenito. Può dire la preghiera dei figli di Dio: il
Padre nostro.
1244 La prima Comunione eucaristica. Divenuto figlio di Dio, rivestito dell'abito nuziale, il neofita
è ammesso « al banchetto delle nozze dell'Agnello » e riceve il nutrimento della vita nuova, il
Corpo e il Sangue di Cristo. Le Chiese Orientali conservano una viva coscienza dell'unità
dell'iniziazione cristiana amministrando la santa Comunione a tutti i neo-battezzati e confermati,
anche ai bambini piccoli, ricordando la parola del Signore: « Lasciate che i bambini vengano a me e
non glielo impedite » (Mc 10,14). La Chiesa latina, che permette l'accesso alla santa Comunione
solo a coloro che hanno raggiunto l'uso di ragione, mette in luce che il Battesimo introduce
all'Eucaristia accostando all'altare il bambino neo-battezzato per la preghiera del « Padre nostro ».
1245 La benedizione solenne conclude la celebrazione del Battesimo. In occasione del Battesimo
dei neonati la benedizione della madre occupa un posto di rilievo.
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