Gravidanza e sessualità
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Gravidanza e sessualità
GINECOLOGIA-OSTETRICIA A cura di Carmen Iezzoni *, Raffaella Maiorino ** Gravidanza e sessualità: uno studio psico-sociologico a gravidanza è un momento fisiologico nella vita della donna e della coppia; ogni attività precedentemente vissuta dalla donna potrebbe e dovrebbe continuare durante la gestazione, senza particolari modificazioni, compresa l’attività sessuale che è una componente di scambio affettivo, comunicativo, relazionale. In realtà oggi, con la medicalizzazione della gestazione e del parto, con la pletora di indagini più o meno invasive, la gravidanza è diventata un evento parafisiologico, carico di dubbi, incertezze, paure che possono condizionare equilibri preesistenti e alterare atteggiamenti estremamente spontanei quale la gestione della sessualità durante questo periodo. L’ aspetto ludico della sessualità in gravidanza, spesso, si trascura, sottovaluta, rivelando la persistenza di un tabù che coinvolge non solo la donna gravida e la coppia, ma anche il ginecologo, la società e le istituzioni tutte. Come disse Freud “il sessuale è ciò di cui non è lecito parlare ed è sconveniente trattare”. • il rischio coitale, in presenza di patologia della gravidanza, si riflette sulla sfera emotiva, giocando talora un ruolo negativo sull’evoluzione della gestazione; pertanto il consiglio di astensione o meno dall’attività coitale va sempre associato al consiglio rassicurante sull’innocuità dei rapporti sessuali in gravidanza; • l’astensione dal coito durante il III trimestre di gestazione per rischio di infezioni è un preconcetto residuato dall’era preantibiotica; Controindicazioni alla sessualità in gravidanza Nell’attuale convinzione ostetrica non si esprime nessuna proibizione alla sessualità in gravidanza, eccezion fatta per determinate e ben definite condizioni clinichepatologiche che possono riassumersi in poche e definite affermazioni: pugliasalute • nel primo trimestre, l’attività coitale non ha capacità abortigene rilevanti, anche se si consigliano cautele in presenza di gravidanza complicata da minaccia d’aborto, perdite ematiche, poliabortività; • il coito nell’imminenza del parto, cioè in un utero sensibilizzato, può innescare una dinamica di eventi che porta al travaglio, in quanto l’orgasmo, ma sopratutto le prostaglandine presenti nel seme possono indurre contrattilità uterina; ciò non deve allarmare se il feto è pronto alla vita extrauterina. - trentaquattro - aprile 2006 Possono essere forniti altresì consigli pratici sulla posizione coitale, scegliendo la posizione che alla gravida è più congeniale, evitando eccessive pressioni sull’addome e una penetrazione troppo profonda. Continua ad essere, tuttavia, diffusa, anche nella classe medica, il preconcetto che i rapporti sessuali in gravidanza possano “far male”, e di conseguenza si impongono alla coppia limitazioni e restrizioni inutili, privandola così di un’importante componente di scambio affettivo, comunicativo, relazionale, e si riducono gli scambi emotivi tra una psiche che sta nascendo e il contenitore che è il suo primo oggetto di relazione. Modificazioni anatomo- funzionali durante l’atto sessuale carico delle piccole e grandi labbra, che induce a livello vaginale una stimolazione che accentua le possibilità del soddisfacimento sessuale. Nella fase di orgasmo si evidenziano contrazioni cloniche involontarie dell’utero e dei muscoli perineali, risposta contrattile che solo nella 3ª fase della gravidanza, può dare ipertono uterino persistente. Il BCF fetale può diminuire di frequenza transitoriamente. Anche questa modifica non comporta rischio di parto pretermine o danno fetale. Nella fase di risoluzione, nella gravida, permane uno stato vasculo-congestizio pelvico post-orgasmico, che simula una tensione sessuale non risolta, lasciando l’impressione soggettiva che lo stato di piacere e di stimolazione sessuale continui. Modificazioni mammarie Sono tuttora validi gli studi messi a punto da Master & Johnson sulle modificazioni anatomo-funzionali durante l’atto sessuale che possono riassumersi in quattro fasi distinte: • eccitamento • plateau • orgasmo • risoluzione. Sin dall’inizio della gravidanza, le mammelle si ingrossano rapidamente ed aumentano la loro sensibilità cutanea, potenziandosi altresì le reazioni di erezione dei capezzoli e la tumescenza delle areole. Prostaglandine e attività sessuale É risaputo che il liquido seminale contiene prostaglandine che hanno un’azione ossitocino-simile, tanto è vero che le stesse sostanze vengono utilizzate nella pratica clinica per indurre il travaglio di parto a termine o in condizioni di prematurità. Esiste un equilibrio soglia di sensibilità alle prostaglandine che è proporzionale alla preparazione ossitocica dell’utero, che è a sua volta direttamente proporzionale all’età gestazionale. Etiologia delle modificazioni sessuali in gravidanza I risultati degli studi di Master & Johnson sono riportati sul grafico, erroneamente definito tale, ma che tuttora costituisce un parametro eccellente per comprendere e spiegare quello che avviene durante l’atto sessuale. Le modificazioni anatomo-funzionali, riferite solo all’apparato genitale femminile durante l’atto sessuale in gravidanza, sono schematicamente riportate di seguito. Durante la gravidanza le modificazioni della sessualità possono ricondursi ad una serie di fattori ormonali, fisici, meccanici e psichici: 1) la presenza del progesterone, ormone essenziale in gravidanza e per la gravidanza; esso ha effetti periferici e centrali che sono ben noti, tra cui l’attività sedativa sulla muscolatura liscia e uterina in particolare; 2) la paura di danneggiare il prodotto del concepimento; 3) la difficoltà della realizzazione del rapporto con limitazione a trovare nuove posizioni e maniere coitali; 4) l’alterazione dello schema corporeo; 5) il momentaneo disinvestimento erotico della donna dal rapporto sessuale e dall’esercizio della seduttività con paura di non essere attraente per il partner; 6) il contemporaneo disinvestimento delle energie libidiche sul figlio. Modificazioni genitali Nella fase di eccitamento, le grandi labbra si distendono e si appiattiscono nella nullipara, mentre nella pluripara diventano edematose, ed aumenta in entrambe la lubrificazione vaginale. Nella fase di plateau si osserva una vasocongestione a pugliasalute La gravidanza dal punto di vista psicologico La gravidanza può essere un momento di crisi, che può amplificare le incertezze, le paure e i dubbi tipici di questa fase della vita, scandita, oggi, da numerose procedure - trentacinque - aprile 2006 diagnostiche che funzionano da periodico rinforzo e rilascio di ansia e capaci di dissociare la proiezione fantastica della gravida. La vita reale, la sessualità, e le fantasie delle donne gravide possono essere relazionate alle diverse fasi della gravidanza. Nel 1° periodo, che va dal concepimento alla percezione dei movimenti fetali, si evidenzia un aumento dell’investimento oggettuale sul sé. Nella fase successiva, simbiotica, madre e bambino sono inclusi in una unità duale, e la percezione dei movimenti fetali favorisce un’affiliazione emozionale, con segni evidenti di attitudine materna. Al bambino immaginario, solo frutto di fantasie ed emozioni, segue il bambino sentito o preconosciuto, che poi diventerà il bambino visto, toccato, reale. In questo periodo la sessualità migliora anche per l’aumento della lubrificazione vaginale, e per la distensione e l’elevazione dell’utero, ormai organo addominale. La sessualità nel 3° periodo è caratterizzata dall’aumento dell’intimità e dal bisogno di tenerezza e comunicazione. L’orgasmo può essere avvertito in maniera più intensa del solito, fino ad un vero e proprio spasmo doloroso che si protrae a lungo dopo la fine del rapporto. Anche la fase di risoluzione è più intensa lasciando l’impressione soggettiva che lo stato di piacere e di stimolazione continui per più tempo. Il tempo medio per tornare ai livelli pregravidici circa il desiderio, la frequenza dei rapporti e la soddisfazione personale è di circa un anno dal parto. Ruolo della donna, dell’uomo e della coppia L’uomo e la donna, in gravidanza, giocano ruoli e posizioni diverse, rispetto alla duplicazione dei ruoli, alle responsabilità nei confronti di un essere non protetto. L’attesa e poi la nascita del bambino, comportano la ristrutturazione e la verifica del rapporto preesistente. Le diverse emozioni e sensazioni fanno nascere esigenze contrastanti e talora fanno sì che la coppia viva tale periodo in modo disorientato, nell’ambivalenza dei ruoli, con nuove e vecchie emozioni che si mescolano: un po’ partner, un po’ genitore, un po’ amante. Nella gestione della sessualità in gravidanza bisogna pertanto considerare la donna, con il ruolo di moglie e quello contemporaneo e iniziale di madre, l’uomo con la gelosia del futuro padre nei confronti del rapporto privilegiato madre-figlio, e la coppia nella sua unità. Modificazioni psicologiche nella madre Il periodo della gravidanza per la donna è pieno di investimenti emotivi che lo rendono un periodo assolutamente speciale, che inizia spesso sin da prima del concepimento, con sensazioni che si vanno intensificando durante la gravidanza con l’aspettativa della nascita del pugliasalute figlio. La conseguente trasformazione di donna in madre è un momento evolutivo fondamentale nello sviluppo dell’identità, e comporta una grossa ristrutturazione attraverso cui la donna riforma la propria immagine e acquisisce lo status di madre, ridisegnando la relazione sentimentale e sessuale, acquisendo il ruolo genitoriale conciliando le esigenze lavorative con la cura del figlio. Un progetto che non può fallire se di figli se ne hanno 1 o 2. La donna quindi si carica di responsabilità e ansie nuove che si aggiungono a quelle che derivano dall’assetto biologico e comportamentale tipico della gravidanza. Il desiderio di maternità è un desiderio complesso, che inizia nell’infanzia con il gioco della mamma, prosegue quando si incontra un partner, continua con schemi e rappresentazioni che si modificano costantemente, emerge in gravidanza. L’iter è completo quando la donna dà alla luce il proprio bambino. Durante i 9 mesi si ha l’adeguamento psicologico progressivo al bambino reale che viene elaborato non solo attraverso caratteristiche fisiche (gli occhi del padre, i capelli della madre, l’altezza dello zio etc), ma anche attraverso il ruolo che la donna attribuisce a lui e a se stessa. La donna si sente così investita di un nuovo ruolo all’interno della famiglia e della coppia. Tra il bisogno di sessualità e quello di maternità la donna predilige il secondo, con la rimozione del desiderio, con la rinuncia dei rapporti o l’inibizione della soddisfazione, motivando tutto ciò con la paura di abortire o partorire prematuramente, pur in assenza di una condizione ostetrica di rischio. L’evento gravidico radicalizza pertanto nelle donne una dissociazione più o meno latente tra femminilità e maternità, tra attività sessuale e funzione materna, o per dirla con Pasini, illustre sessuologo, tra codice genitale e codice materno. Per questi motivi la gravidanza, come la pubertà e la menopausa è da intendersi come un momento di crisi nella - trentasei - aprile 2006 vita della donna, intendendo per crisi non qualcosa che denunci una patologia, ma nel senso di una fase decisiva nel corso di eventi importanti, una svolta che costringe a eliminare soluzioni abituali, con nuovi compiti e nuovi adattamenti, spesso opposti a quelli di tappe precedenti della vita. Questa è una fase biologica di non ritorno: si diventa madre e si rimane madre anche quando i figli non ci sono più. Ciò non vuole assolutamente dire che la crisi della gravidanza debba essere in forma drammatica o allarmante, ma che bisogna esserne edotti per superare i conflitti creati o amplificati, che possono sfociare nelle psicosi puerperali. Modificazioni psicologiche nel padre L’uomo, durante la gravidanza della moglie, acquisisce il ruolo e l’identità di padre, che continuerà nella relazione post-natale con il bambino. L’identità maschile che si è stabilizzata dopo l’infanzia, durante la gravidanza della moglie può essere rimessa in discussione: il futuro padre potrà provare sentimenti di ambivalenza nei confronti della moglie e del bambino e contemporaneamente si identifica ed entra in competizione con loro. La moglie gravida non fa che affiorare in lui il desiderio inconscio di avere anche lui un bambino che viene identificato come l’unico beneficiario delle preoccupazioni della moglie e dei familiari. Nella patologia psichiatrica esiste una forma esasperata di questa ambivalenza che costituisce la sindrome di Couvade (da couver=covare). Essa si manifesta nel maschio con moglie incinta, più spesso primigravida, ed è caratterizzata da mutamenti psicologici di tipo ansioso-depressivo, o ipocondriaco, sino a disturbi dell’appetito, nausea e addirittura dolori addominali quasi a simulare il travaglio. Il maschio non ancora consapevole della propria paternità genetica si comporta come una madre, la imita, e diventa padre facendo ciò che una madre fa, sia durante la gestazione (ad esempio partecipa attivamente al corso pre-parto), sia al momento del parto, con malessere indefinito, o dopo la nascita, accudendo e curando il neonato esasperatamente. Questa esasperazione ci aiuta a comprendere un fenomeno molto comune che scherzosamente etichettiamo come “il mammo”. Esso non è altro che una rinascita della figura paterna dopo l’autoritarismo della visione patriarcale. Modificazioni psicologiche nella coppia L’attesa e poi la nascita del bambino, comportano la ristrutturazione e la verifica del rapporto preesistente non solo nei singoli elementi della coppia, ma anche nella coppia stessa intesa come unità duale. Le diverse emozioni e sensazioni fanno nascere esigenze contrastanti e talora fanno sì che la coppia viva tale periodo in modo disorientato, nell’ambivalenza dei ruoli, prima come partner soltanto e poi come genitori. Le modificazioni del desiderio, della frequenza dei rapporti e del grado di soddisfazione sessuale, anche in una coppia collaudata, non si correlano al legame affettivo della coppia, ma alla vita sessuale prima del concepimento. La paura di danneggiare il feto rappresenta la motivazione più frequente per giustificare, da parte della coppia, le variazioni della sessualità in gravidanza, e viene definito con terminologia più adeguata come vissuto del pene pericoloso nell’atto sessuale. È interessante rilevare che queste modificazioni dell’attività sessuale in gravidanza spesso sono richieste e attuate dal coniuge, futuro padre, con l’accondiscendenza della donna che sublima, così, la sua simbiosi madre-feto. La coppia tende a chiudere il canale della comunicazione sessuale, dopo la sessualità agìta che li ha portati al concepimento. Solo successivamente emerge il disagio per le modifiche estetiche del corpo della propria donna, specie in presenza di donne “narcisiste” che pongono il loro corpo al centro dell’interesse e presentano sintomi fisici accentuati. Questi atteggiamenti generano insicurezza, possono dar luogo a problemi relazionali, e le incomprensioni possono sfociare anche in separazioni, solitudine, ricerca di nuove rapporti. Studio Per verificare quanto precedentemente affermato abbiamo condotto uno studio selezionando 100 donne a termine di gravidanza tra quante sono afferite nell’ultimo anno all’ambulatorio generale di Clinica Ostetrica e Ginecologica Iª dell’Università degli Studi di Bari. È stato scelto come metodo di indagine un colloquio clinico semi-standardizzato, con un questionario compilato dalle stesse pazienti, e un colloquio clinico semidiretto sulle ipotesi di base della ricerca. In tal modo le donne sono state valutate tenendo conto della loro opinione e del loro comportamento, ma anche del nostro parere sul loro comportamento, cercando di cogliere anche motivazioni inconsce e non sempre riferite. pugliasalute - trentasette - aprile 2006 Con tale tecnica si è cercato di valutare il comportamento sessuale della donna in gravidanza e le sue percezioni emotive. Tutti i dati analizzati hanno tenuto sempre conto di tre parametri: desiderio, frequenza e appagamento, nel 1°, 2° e 3° trimestre di gravidanza e sono stati messi in relazione ai numerosi fattori che possono influenzare il comportamento sessuale: • dati sociologici quali nazionalità, fede, cultura, professione • vita sessuale precedente la gravidanza • parità e concepimento volontario o accidentale • vissuto simbolico della gravidanza e maternità • condizioni fisiche della gravida durante la gestazione • ruolo del ginecologo e informazioni fornite o richieste • presenza di problematiche psicologiche antecedenti la gravidanza. Le relazioni tra i parametri possono essere raggruppate graficamente tenendo conto delle relazioni e delle interpretazioni motivazionali secondo gli schemi seguenti. I° TRIMESTRE FREQUENZA II° TRIMESTRE DESIDERIO Nella tabella riportata sono riassunte le modificazioni di questi tre aspetti della vita sessuale sui 100 casi, e tali dati sono riassuntivi di una mole complessa di variabili. 3 trim 2 trim 1 trim Desiderio Frequenza 11 17 21 25 16 64 64 67 14 7 14 42 49 36 44 44 50 10 3 9 75 86 67 15 11 24 III° TRIMESTRE APPAGAMENTO DESIDERIO FREQUENZA Come possiamo evincere dai dati il desiderio e l’appagamento subiscono una diminuzione progressiva, sia in termini di frequenza coitale che di desiderio e di piacere senza che ci sia relazione diretta tra diminuzione della sessualità e legame affettivo della coppia; gli stessi parametri migliorano nelle donne nelle quali il rapporto sessuale era soddisfacente in precedenza. La diminuzione della frequenza è meno accentuata, ma comunque ridotta in termini progressivi dato che nel determinare la frequenza possono intervenire anche fattori indipendenti da quelli che determinano desiderio ed appagamento. La relazione tra variazione del desiderio e variazione dell’appagamento va interpretata secondo uno schema motivazionale, perchè l’appagamento nel rapporto dipende anche dal desiderio di avere il rapporto, e questo a sua volta dipende dall’appagamento previsto; per cui le variazioni dell’appagamento sono condizionate dalle variazioni del desiderio, che sono a loro volta sganciate dagli esiti positivi o negativi del rapporto. pugliasalute APPAGAMENTO FREQUENZA Appagamento 15 APPAGAMENTO DESIDERIO È interessante notare poi come il periodo critico oscilli tra il 1° e il 2° trim, soprattutto per il desiderio ed appagamento. Quanto più frequenti erano i rapporti prima della gravidanza, tanto più il declino sessuale si verifica solo in gravidanza avanzata; la frequenza dei rapporti è in relazione alla durata dell’unione e all’età della donna nel senso ovvio che più recente è l’unione e più giovane è la donna più frequente è l’attività coitale. L’attività sessuale migliora in termini di desiderio, frequenza ed appagamento nel 50% delle coppie che praticano attività sessuali sostitutive, così come i segni erotici riferiti da ¼ delle donne. Le modificazioni sono state meno evidenti per la donna che presentava una vita sessuale gratificante, con poche modificazioni psicologiche e con una sessualità più stabile sin da prima della gravidanza. Le variabili socio-economiche, nel campione preso in esame, non hanno presentato correlazioni significative, mentre presentano minor cambiamenti sessuali in gravidanza le coppie con livello di studio medio che, meglio informati, vivono la sessualità senza timore, rispetto a coppie con livello sociale inferiore, che forse hanno banalizzato la risposta ai quiz rispondendo in maniera poco conforme alla realtà. Altro parametro tenuto in considerazione è stato - trentotto - aprile 2006 Questi ultimi dati meritano una seria riflessione, perchè sono suscettibili di accrescere le insicurezze della coppia, specie se si forniscono con consigli per lo più restrittivi alla riduzione dei rapporti non accompagnati da giustificazioni sufficienti. Conclusioni l’influenza del concepimento sia esso volontario che casuale. La diminuzione della libido è maggiore in caso di gravidanza volontaria, mentre la gravidanza accidentale, almeno inizialmente, frusta il desiderio di sessualità, che tuttavia migliora con l’accettazione del figlio. Anche la parità può avere una sua influenza essendo la sessualità migliore nelle primipare rispetto alle pluripare. L’influenza dello stato fisico è notevole soprattutto nel 1° trimestre specie se presente vomito e nausea, mentre la minaccia d’aborto influenza la frequenza e il soddisfacimento, ma non il desiderio. Degna di attenzione è l’influenza del partner sulla vita sessuale anche se nella nostra ricerca le impressioni del partner sono raccolte in maniera indiretta attraverso la gestante. Per 94% delle donne con partner fisso ben il 56,4% non ha evidenziato modifiche nel comportamento sessuale del partner. Del 43,6% il comportamento è stato modificato soprattutto in termini di frequenza, spesso con decisione condivisa nella coppia. Persiste nel maschio la fantasia del pene come pericoloso per l’atto sessuale in gravidanza, con paure più o meno inconsce di provocare infezioni, rompere il sacco, determinare anomalie fetali. Sui 94 partners esaminati ben il 68,1% migliora l’atteggiamento psicolocogico mostrandosi affettuosi e comprensivi, mentre in nessuna coppia si evidenzia crisi coniugale. Il ginecologo ha spesso fornito, anche su espressa richiesta, informazioni sessuologiche inadeguate o insoddisfacenti: il 32% delle donne ha affrontato l’argomento col ginecologo di propria iniziativa, ma ben il 97% dei medici non ha fornito consigli adeguati e ben giustificati. Il 68% delle donne che non hanno parlato dell’argomento col medico nè spontaneamente nè su iniziativa del ginecologo lo hanno fatto nel 42,6% per vergogna, nel 22,1% perchè si ritenevano informate, nel 75% per la mancanza di un rapporto confidenziale col medico, ma ben il 22% perchè ritenevano che il medico non fosse disponibile. È importante ancora evidenziare che tali dati sono stati rilevati dalle donne che possono aver elaborato inconsciamente la risposta. pugliasalute Alla base di una cattiva sessualità in gravidanza c’è una cattiva informazione e una scarsa comunicazione tra il medico e la coppia. Pur essendo consci della cronica mancanza di tempo e della scarsa comunicazione, ci chiediamo se non ci sia un tabù che coinvolge il medico piuttosto che la paziente. Solo una minoranza di coppie richiede consigli, ma ancor meno ne riceve di adeguati. Il ginecologo deve valutare il vissuto psicologico della donna alla stessa stregua della pressione, della glicemia e della proteinuria, se vuole che la gravidanza resti quella che è stata sempre per legge di natura: un evento fisiologico della biologia femminile. L’approccio alla sessualità va curata da prima della gravidanza, con interventi specifici che devono coinvolgere la coppia e favorire il più possibile l’intimità sul versante sentimentale e pregenitale facilitando l’integrazione tra i ruoli coniugali e genitoriali. Rafforzare l’investimento della coppia sul progetto figlio serve anche per prevenire l’insorgenza di problematiche sessuali nel post-partum che derivano, il più delle volte, dalla incapacità di ristrutturare la nuova identità di padri e madri con problemi relazionali all’interno della coppia. È indispensabile educare la coppia a vivere la sessualità in gravidanza in maniera serena, salvo precise controindicazioni, mantenendo la frequenza sessuale di prima della gravidanza, a dominare le paure reali o immaginarie di danneggiare il feto, consultando il ginecologo su eventuali problematiche sessuali. * Medico interno, Iª Clinica Ostetrica, Università di Bari ** Ricercatore confermato, Iª Clinica Ostetrica, Università di Bari Bibliografia Bartellas E,Crane JM,Daley M,et.al. – Sexuality and sexual activity in pregnancy. Bjog(England),Aug 2000,107(8),p.964-8 De Judicibus MA, MC Cabe MP – Psychological factors and the sexsuality of pregnant and post partum women. 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