Fotografare in viaggio - Travel Images Veneto by Pietro Genesini
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Fotografare in viaggio - Travel Images Veneto by Pietro Genesini
È bello viaggiare, ma il viaggio viene presto dimenticato, se non si fissa su un supporto materiale stabile, con una macchina fotografica o una telecamera. Le immagini e le riprese servono sia per ricordare il viaggio a noi, sia per mostrare il viaggio a chi è rimasto a casa. Conviene fare fotografie e riprese con una certa cura e con una certa professionalità. Vediamo i vari problemi che si presentano. Fotografare in viaggio Indice Fotografare in viaggio .......................................1 Fotocamera o telecamera? .............................1 Fotocamera con rullino o digitale?................1 Quale attrezzatura comperare? ......................1 Quale fotocamera e di quale fascia comperare? ....................................................2 Quale marca scegliere?..................................2 Il monitor (o visore) ......................................2 Lo sapevate? ..................................................2 Le fotocamere ibride .....................................2 Che cosa sono i pixel? ...................................2 La scheda di memoria o card.........................2 Il lampeggiatore.............................................3 Serve stampare?.............................................3 Fotografi normali e “fotografi” fanatici dell’attrezzatura .............................................3 Che cosa fotografare in viaggio?...................3 Il tempo per fotografare.................................3 Per far prima..................................................4 E la telecamera?.............................................4 La cosa più importante: l’occhio del fotografo (o del cameraman) .........................................4 Fotocamera o telecamera? La scelta della fotocamera o della telecamera dipende dai gusti personali. Si devono tenere presente gli aspetti tecnici: • la fotocamera costa di meno e richiede meno impegno e meno tempo • la telecamera costa di più e richiede più impegno e più tempo • il peso è per lo più lo stesso. Domanda: quanto tempo intendiamo dedicare alle fotografie o alle riprese? Risposta: poco (e allora fotocamera), una cosa ragionevole (e allora fotocamera o telecamera). Fotocamera con rullino o digitale? Senz’ombra di dubbio si deve scegliere una fotocamera digitale. Le prestazioni sono incomparabilmente superiori ai rullini tradizionali. Essa è infinitamente più versatile. Anche la Leica ha ormai dorsi digitali. Ed anche le fotocamere di formato cm 6 x 6, cioè quelle professionali. Quale attrezzatura comperare? Per le fotocamere digitali ci sono quattro fasce: • le fotocamere ultrasemplici e leggerissime con obiettivo fisso che costano 200 euro circa • le fotocamere semplici con zoom fisso che pesano gr 300-400 e costano 600-700 euro circa • le fotocamere reflex semiprofessionali con obiettivo intercambiabile o con zoom che costano 1.000-1.600 euro e pesano km 1,4 circa • le fotocamere reflex professionali con obiettivo intercambiabile che costano oltre 2.000 euro e pesano km 2,4 circa. Un grande pregio è che la fotocamera pesi molto poco: tenersi per otto ore al collo una fotocamera professionale che con lo zoom pesa kg 3,5 è molto faticoso e alla sera si è distrutti. Le fotocamera di prima fascia si mettono in tasca o nel taschino. Le altre hanno bisogno di una piccola borsa dove sistemare anche gli accessori (cavetti, carica-batterie ecc.). 1 Le fotocamere professionali invece permettono di usare soltanto il mirino di traguardo: tutta l’energia è riservata al funzionamento della parte elettronica. Questo vantaggio delle prime tre fasce si somma anche ad un altro: esse hanno il lampeggiatore incorporato, le macchine professionali no. Sempre per lo stesso motivo: tutta l’energia è riservata al funzionamento della parte elettronica. Quale fotocamera e di quale fascia comperare? Quale fotocamera comperare è questione di gusto personale, di interesse per la fotografia e di denaro disponibile. Ci si può orientare sulla seconda o terza fascia. La differenza tra terza semiprofessionale e quarta fascia professionale è quasi esclusivamente di robustezza. Una macchina professionale poi è notevolmente più affidabile ed è capace di affrontare situazioni impossibili, e ciò giustifica il prezzo elevatissimo. Per determinare l’acquisto si può anche considerare l’ingombro a cui si è disposti: nessun ingombro (e allora fotocamera di prima fascia), un ingombro sostenibile (seconda o terza fascia). Lo sapevate? Le fotocamere montano lo stesso sensore delle telecamere e “fanno il bianco” in automatico ad ogni scatto, ottenendo colori puliti e squillanti. Insomma le foto diventano più belle. Le fotocamere ibride Quale marca scegliere? Ci sono fotocamere che permettono sia di far foto, sia di far brevi filmati. Potrebbero essere una soluzione interessante per le proprie esigenze. Anche la marca da scegliere è questione di gusto personale. Tutte le marche presentano fotocamere delle prime tre fasce. E tutte le case produttrici escono con una fotocamera nuova ogni sei mesi. Le nuove fotocamere sono leggermente migliori, ma non più di tanto. Le “vecchie” di sei mesi si deprezzano rapidamente, ma la cosa non deve interessare: possono continuare a lavorare ancora per decenni. Le fotocamere Canon sono prodotte in grandissima quantità (perciò hanno prezzi contenuti) e sono normalmente all’avanguardia in fatto di tecnologia e di sensori. I fotografi in invece preferiscono fotocamere Nikon e soprattutto Leica: non fanno fot migliori, ma danno più prestigio. Le preferenze non si discutono: al cuore non si comanda. Quel che conta è che le foto scattate siano buone e, ancor più, che il merito sia nostro. Che cosa sono i pixel? Non è importante saperlo. Potrebbero essere la nitidezza dell’immagine… Quel che conta è che anche le fotocamere di prima fascia permettono di fare buone stampe fino a cm 20 x 30, il formato normalmente usato. A maggior ragione le altre. I pixel, la qualità dell’immagine, non si sfruttano mai completamente. Se si fanno presentazioni con il computer, si è normalmente costretti ad alleggerire le foto e a portarle sotto a 1 MB (nel formato .jpg), altrimenti il file troppo pesante rallenta il computer. Tutte le fotocamere digitali memorizzano nel formato .jpg. Alcune semiprofessionali possono memorizzare anche nel formato .raw, ancora più nitido. Ma per gli usi comuni è più che sufficiente il primo formato. Attenzione, però! È meglio non lasciarsi ingannare dalla pubblicità (che vuol piazzare sempre nuovi prodotti) e non cambiare una fotocamera che funziona bene e che ormai conosciamo con un’altra che ha una piccola prestazione in più. Quando si compera qualcosa, è meglio spendere il più possibile, perché alla fin fine si risparmia. In altri termini: è meglio un paio di calzini buono o due paia di calzini mediocri? Ognuno dà la risposta che ritiene più adatta e più conveniente per sé, anche se la prima risposta ci sembra preferibile. La scheda di memoria o card La fotocamera digitale memorizza le immagini su una scheda di memoria o card. Le schede di memoria attuali sono da 1, 2, 3, 4… Giga. In 1 Giga ci stanno 500 foto a definizione normale, che possono divenire anche 2.000 con una definizione più bassa. Suggerimento: conviene fare sempre immagini .jpeg normali o più pesanti del normale. La scheda di memoria lo permette senza difficoltà. Se poi serve, si usa la nitidezza che permettono. Poter fare 500 immagini con una scheda significa, in linguaggio tradizionale, scattare ben 15 rullini senza dover cambiare rullino! Questo è uno dei tanti aspetti in cui le fotocamere digitali superano quelle tradizionali. Il monitor (o visore) Al momento dello scatto le fotocamere delle prime tre fasce permettono di vedere l’immagine sia attraverso il mirino sia sul monitor. Quest’ultimo è un grandissimo vantaggio. 2 Il lampeggiatore è utile. Nelle prime tre fasce è incorporato nella fotocamera, ma, attenzione!, funziona usando le batterie della fotocamera. È meglio avere sempre una seconda batteria di scorta. I lampeggiatori sulla fotocamera sono piccoli ma efficienti. Entrano in funzione automaticamente, quando il sensore della fotocamera ritiene la luce ambiente insufficiente. I lampeggiatori professionali si montano sulla fotocamera, sono leggeri e molto potenti. Anche costosi: 400-500 euro. Il fotografo intelligente cerca di evitare di usarlo in quelle occasioni in cui i difetti si vedono (in genere quando si fotografano forme geometriche) oppure cerca di minimizzare i difetti oppure cerca di correggerli con un programma di fotoritocco oppure, addirittura, cerca di sfruttarli. Il bravo fotografo non si preoccupa dei difetti dell’attrezzatura, va in direzione opposta: cerca tutte quelle situazioni in cui l’attrezzatura dà il meglio di sé e tutte quelle che sono valorizzate e migliorate dall’attrezzatura stessa. Una cosa è chi progetta l’attrezzatura, un’altra è chi la usa. Le riviste sono interessate agli aspetti tecnici e ai limiti (più che ai pregi) dell’attrezzatura. I fotografi “sul campo” sono invece interessati ai pregi e all’uso dell’attrezzatura per produrre fotografie. Non si deve confondere un compito e una funzione con l’altro. Serve stampare? Che cosa fotografare in viaggio? Le foto scattate si scaricano poi sul computer e quindi si registrano su un DVD per archiviarle. Il DVD va conservato lontano da umidità, fonti di calore, polvere e graffi. Il lampeggiatore Se si vuole, si stampano le foto, e soltanto quelle che piacciono (altro vantaggio del digitale). Ma non è necessario: si può sostituire la stampa con una presentazione al computer, nella quale il monitor valorizza la nitidezza e la brillantezza delle foto. Un buon monitor fa vedere la foto in formato gigante, ben cm 30 x 40. Le foto in formato .jpg si possono vedere anche sul televisore di casa a cui si collega la fotocamera o che le riceve da un qualsiasi lettore di CD-ROM. La qualità però è modestissima. Comunque sia, le stampe ora sono stampe digitali: i risultati sono migliorati. In viaggio si può fotografare quel che si vuole, quel che piace, quel che interessa: i propri compagni di viaggio, le vie, le piazze, i monumenti, le chiese, i musei, la gente che si incontra, un pranzo o una cena, il proprio albergo, il panorama, il paesaggio, la flora, la fauna, lo zoo ecc. Quel che conta è fare un adeguato numero di foto digitali che diano una idea del viaggio che si sta facendo. Una volta tornati a casa, si scelgono le foto migliori e si montano con il computer. Programmi come PowerPoint, Nero, Magix, ProShow o altri permettono di mettere i titoli iniziali e di coda e anche di musicarle. Poi si possono vedere per il monitor del computer, per la televisione di casa, per l’home theater sempre di casa. Le foto si spiegano a voce e, finita la spiegazione, con un click del mouse si passa alla foto successiva. Oppure si imposta un tempo standard per tutte: 7-10’ compresa la dissolvenza. Non conviene mostrare più di 80-100 immagini alla volta (sono 9-13 minuti), c’è il rischio di annoiare gli spettatori. Un montaggio semplice non costa niente (Xp presenta in automatico le foto di una cartella). Un montaggio elaborato richiede molto tempo e molte idee. Ma ne vale la fatica! Fotografi normali e “fotografi” fanatici dell’attrezzatura Ci sono certi fotografi che non sono tali: hanno comperato l’attrezzatura fotografica, anche costosissima, non per usarla, bensì per testarla, per misurarne le prestazioni sottoponendola a test. È come comperarsi un’auto e poi usarla per controllare se è vero o no che con un litro di benzina fa km 17,13. Esiste anche la libertà di comportarsi così, anche se noi non proviamo simpatia per chi si comporta in questo modo… Tutta l’attrezzatura ha pregi e difetti, se non altro perché è stata progettata per uno scopo e non per un altro. Un obiettivo grandangolo non si può usare per fotografare la luna, è assolutamente inadeguato! Va usato per lo scopo per cui è stato costruito e nei limiti delle sue capacità. Insomma va usato in modo normale. È chiaro, e lo possiamo sapere in anticipo, che uno zoom ha difetti sia quando si usa come tele, sia quando si usa come grandangolo. In compenso è comodissimo, perché ci evita di andar via con tanti obiettivi e di perder tempo a cambiare obiettivo! Il tempo per fotografare Per fotografare bene serve tempo e concentrazione. È meglio decidere prima della partenza chi si prenderà questo compito e chi si prenderà altri compiti, come badare ai figli al seguito. Eventualmente chi non fotografa può dare l’imbeccata: mi fai questa foto? mi fai quest’altra? Così siamo contenti tutti. 3 La durata deve essere molto breve, al massimo una ventina di minuti di spettacolo, riversati in un DVD. Per far prima Per fotografare bene e rapidamente conviene pre-vedere o comporre mentalmente la foto. E poi si esegue, si scatta. Dobbiamo però avere già le idee chiare in testa. Ritratto significa “dalle spalle in su”. “Piano americano” significa “da sopra il ginocchio in su, compresa tutta la testa”. “Foto di gruppo” significa una disposizione come quella dei calciatori in campo a inizio partita o qualcosa di più disordinato e spontaneo (ma non tanto!). Il linguaggio fotografico poi è preciso e indica tante possibilità: “Vai all’ombra di quella casa, c’è luce diffusa. Mi fai un piano americano quasi frontale e un primo piano di tre quarti ai bambini, sia da soli, sia insieme. Puoi dar loro anche un giocattolo, da tenere in mano”. La cosa più importante: l’occhio del fotografo (o del cameraman) La cosa più importante non è la fotocamera (o la telecamera). La fotocamera professionale è soltanto più veloce, più affidabile, più solida rispetto a una di prima fascia. Quel che conta è il fotografo e l’occhio del fotografo. Il fotografo, se non si impegna a studiare un manuale di fotografia e poi ad affinare il suo occhio, può avere anche tutte le fotocamere più avveniristiche del mondo, ma non fa buone foto. Il fotografo deve imparare a vedere le cose, anzi le… idee: non è affatto semplice far sì che un bambino triste dia allo spettatore quella idea di tristezza capace di coinvolgerlo! La realtà nuda e cruda non dice niente al nostro cuore. Essa si può paragonare agli ingredienti che servono per fare la torta: tutti possono avere gli ingredienti, basta comperarli. Ma soltanto il grande cuoco è capace di trasformarli in una torta eccellente! Il fotografo deve essere come il grande cuoco: trasformare la realtà grezza, cioè gli ingredienti comperati al mercato, in una fotografia potente, affascinante, espressiva, coinvolgente, commovente… E poi non deve mai stancarsi di migliorare. E la telecamera? In vacanza o in ferie si possono fare anche riprese. Ci sono telecamere molto leggere che pesano meno di kg 1 e telecamere professionali che pesano kg 3. Si sceglie tra le prime. Ogni casa ha delle buone proposte. Il prezzo va da 400 a 1.500 euro e oltre, a seconda delle proprie esigenze e delle proprie tasche. Le fotocamere professionali costano oltre 3.000 euro. Sono solide, sono state concepite per un uso massiccio e usurante. Non sono da portare in ferie. Rispetto alla fotocamera la telecamera richiede più tempo durante la ripresa e più tempo nella successiva fase del montaggio degli spezzoni. Le regole di composizione dell’immagine valgono sia per la fotografia sia per la telecamera. Un buon fotografo può diventare facilmente un buon cameraman. Non ci si deve aspettare di fare riprese meravigliose, pensando ai film che si sono visti al cinema o in casa. Un film costa milioni di euro, mentre noi non possiamo intervenire quasi su niente e dobbiamo proprio sperare che al momento della ripresa nessuno passi davanti alla telecamera… Ci si deve accontentare di quello che si porta a casa. Una soluzione ibrida potrebbe essere la fotocamera che permette di fare foto e riprese: non ci sono problemi di card. Una da 4 Giga permette di contenere anche un film da 90’! Il segreto delle riprese è quello di muoversi lentamente e di zoomare lentamente, altrimenti allo spettatore viene poi il mal di mare. Con riprese brevi è possibile migliorare il montaggio finale. Al momento del montaggio sia le foto sia gli spezzoni di ripresa devono seguire un filo conduttore logico, che lo spettatore deve intuire senza fatica. 4