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DIR. EDITORIALE ART DIRECTOR EDITOR GRAFICO REDAZIONE UFF. TECNICO Massimo MARIANELLA BARCELLONA Allianz Arena MONACO Wembley LONDRA Santiago Bernabéu MADRID La prima guida turistica ai 43 principali stadi europei. PER VIAGGIARE CON LA SCUSA DEL CALCIO. Massimo Marianella DOVE TI PORTA IL CALCIO Camp Nou con Letizia Conte DOVE TI PORTA IL CALCIO TOUR d’Europa attraverso gli STADI ART DIRECTOR: GIACOMO CALLO PR O G E T TO G R A F I C O: A N D R E A FA L S E T T I I N C O PER T I N A : I M M AG I N I D I A N D R E A FA L S E T T I € 24,00 COP_marianella_brossura_olandese_140x215.indd 1 DIMENSIONE: 144x223 mm - RIFILATO: 140x215 mm 27/02/15 13:33 OLANDESE GERMANIA DORTMUND SQUADRA Borussia Dortmund STADIO Westfalenstadion INTRO Secoli di storia, un cuore d’acciaio e l’orgoglio per la squadra di calcio. Questo dovrebbe scrivere su un ipotetico biglietto da visita Dortmund, città nel cuore dell’Europa che vive di una immeritata pubblicità negativa. Non ne ha aiutato la popolarità l’essere stata centro industriale ed economico del Deutsches Reich. Negli ultimi anni però è stata ripulita, ristrutturata e rimodernata, e oggi è una città all’avanguardia e piacevole per una vacanza di qualche giorno. Se vi piace l’arte Dortmund vi accoglierà con una serie di piccoli teatri che puntellano la città. Monumenti? Non esageriamo, il più importante resta il Westfalenstadion. 1 D O V E T I P O R TA I L C A L C I O va giornalisti di tutto il mondo, mi trovò un passaggio nell’auto di due colleghi francesi che dovevano fare il mio stesso tragitto. A scuola avevo studiato francese e all’epoca lo parlavo molto meglio di oggi. Per carineria partecipai alla conversazione e, visto che, ovviamente, non avevano la più pallida idea di chi fossi, perché non appartenevo ancora a quel mondo, quando me lo chiesero, raccontai loro la mia storia. Una storia che pensai li avesse incuriositi, infatti mi fecero tante domande particolareggiate. Arrivati a Düsseldorf li salutai, ringraziai e ognuno per la sua strada. Una settimana dopo sentii al telefono l’allora segretaria della redazione sportiva di Canale 5, la bella Claudine. Spiritosa e gentile come al solito, all’improvviso mi disse: «Ah, a proposito, quando tornerai in redazione a Milano ti strapperemo i vestiti di dosso e ti chiederemo l’autografo!». Replicai: «Ma di cosa stai parlando?». Lei era simpaticamente sempre un po’ al di sopra delle righe, ma quella battuta non l’avevo davvero capita. «Come non sai niente? Sulla seconda pagina dell’“Équipe” di sabato è uscito un pezzo su di te! Ti rendi conto che il quotidiano sportivo più famoso al mondo parla di te? Però Era l'Europeo dell’88 e in quelle settimane la Germania l’ho girata in lungo e in largo con Roberto Bettega per le telecronache. Un paio di volte, nelle pause più lunghe tra una partita e l’altra, lui tornò a Torino per il consiglio di amministrazione dell’azienda per cui lavorava, io restavo a disposizione per servizi e interviste. Da Düsseldorf, che era la nostra base, mi spostai nella Ruhr, tra Gelsenkirchen e Dortmund, perché lì c’era in ritiro l’Eire e, anche con l’aiuto di Bettega, che era stato suo compagno alla Juventus, andai a intervistare Liam Brady. Mi spostai in macchina con i miei produttori e con Tony Damascelli, firma sportiva prestigiosa della carta stampata, che collaborava anche con Mediaset, per cui in quel momento lavoravo io. Arrivammo nella sede del ritiro degli irlandesi, e dopo la conferenza stampa feci l’intervista a Brady. Chiuso e spedito via satellite il servizio, i miei compagni di viaggio proseguirono verso nord per un’altra partita il giorno seguente, mentre io dovevo tornare a Düsseldorf per ricongiungermi con Bettega. Come però, visto che non avevo più la macchina? Damascelli, che conosce- 2 2 DORTMUND se non ce l’hai, e ormai non la trovi più, ti lascio la copia sulla tua scrivania.» Lei fu deliziosa. E quello per mio padre (che lo inserì addirittura nell’album di famiglia) fu un bel regalo. Il titolo del pezzo era Le Benjamin du micrò (il beniamino del microfono) e lo firmò uno solo, Erik Bilderman, di quei due giornalisti. Evidentemente mentre gli scroccavo un passaggio, erano rimasti colpiti dalla storia di quel ragazzino sconosciuto che stava toccando il cielo con un dito. Quel ragazzino che una grande televisione come Mediaset aveva mandato con una leggenda come Roberto Bettega a commentare l’Italia in un Europeo. Fecero delle ricerche e scoprirono che fino a quel momento ero il più giovane telecronista ad aver commentato la fase finale di un Campionato d’Europa o di un Mondiale. Per loro quella storia valse mezza pagina sull’“Équipe”. Per me tanto inatteso orgoglio. Quella pagina di giornale la conservo ancora oggi e, per una volta, fui contento di aver studiato a scuola il francese e non l’inglese. BORUSSIA DORTMUND senza saperlo, seguendo l’idea di Franz Jacobi (primo vicepresidente del club), una squadra che sarebbe arrivata sul trono del mondo. Il nome Borussia lo presero dall’omonima birreria di Steiger Strasse. La prima maglia fu bianca e blu a strisce con fregi rossi e pantaloncini neri, poi, dopo la fusione con la società Britannia e Renania, i colori divennero il nero e il giallo e da lì il soprannome “la Banda dell’Oro”. L’8 settembre 1913 la prima traccia ufficiale di una partita, quella oggi considerata dell’e- COLORI SOCIALI: giallo-nero INNO: You’ll Never Walk Alone SITO: www.bvb.de Ballspiel-Verein Borussia 1909. Dopo una lunga riunione nel ristorante Zum Wildschutz, al numero 60 di Oesterholzstrasse, a nord-est della città, il 19 dicembre 1909, un gruppo di quaranta ragazzi del Catholic Holy Trinity di Flurstrasse uscì con quel nome. Avevano appena fondato, 3 3 D O V E T I P O R TA I L C A L C I O sordio, vinta 1-0 sul VFB Dortmund con gol di tale Wienke al campo di casa Weissen Wiese di Wambeler Strasse con capacità di 18.000 posti. Lo stadio, il 10 agosto 1924, divenne il Borussia Sport Park per decisione della municipalità che si rese conto, già allora, che la squadra era parte integrante della vita della città. Nello stesso anno però uno scandalo finanziario, per fortuna superato, rischiò di portare il club in bancarotta. La storia del Borussia Dortmund vive delle sue imprese, ma anche della grande rivalità di sempre con lo Schalke 04. I due stadi per esempio distano solo 19 chilometri l’uno dall’altro e uno dei primi derby entrati nel mito si giocò subito dopo la Seconda guerra mondiale, il 19 maggio 1947, e davanti a 30.000 spettatori, il Borussia vinse 3-2 con gol di Michallek, Ruhmhofer e Sandmann conquistando il Campionato della Westfalian. Un successo non da poco perché in quegli anni lo Schalke 04 era più forte visto che, prima della creazione della Bundesliga tra il 1933 e il ’42, aveva raggiunto la finale per il titolo nove volte, vincendola in sei occasioni. Grande, e presto, lo sarebbe diventato anche il Borussia però, grazie alla serie di eccellenti giocatori che, dagli anni Cinquanta, avrebbero vestito la maglia giallo-nera. Il famoso duo d’attacco Konietzka-Schütz, ribattezzati dai tifosi “Max e Moritz”, poi il team vincente ’56-57 con Preissler, Kwiatkowski, Kelbassa e Sandmann. Tra gli attaccanti famosissimi anche Franz Brungs (2 gol all’Inter e 3 al Benfica), August Lenz, il danese Mark Strudal, Charly Schultz e Siggi Held. Mitico il team che nel 1966 giocò la finale contro il Liverpool e vinse la Coppa delle Coppe. In campo c’erano Tilkowski, Cyliak, Libuda, Held, Sturm ed Emmerich, che da solo segnò 31 gol nel ’66 e 28 l’anno successivo. Alla fine degli anni Settanta arrivò un altro grande bomber: Manfred Burgsmuller. Tra tutti però Konietzka ha conservato un posto particolare nella storia del club, in quanto autore del primo gol assoluto del Borussia in Bundesliga, nell’agosto 1963 a Brema contro il Werder. Se questi sono giocatori entrati nella storia, la squadra del 1997, che è arrivata a sollevare la Coppa dei Campioni prima e l’Intercontinentale poi, è già direttamente nel mito. Andreas Moller, Kalle Riedle, Stefan Reuter, Matthias Sammer, Stefan 4 DORTMUND Klos, Jurgen Kohler, Paulo Sousa, Paul Lambert, Michael Zorc, Lars Ricken, Heiko Herrlich. Un gruppo allenato da Ottmar Hitzfeld, che seppe sorprendere tutti giocando un grande calcio e vincendo. Una sensazione che il Borussia è tornata a vivere nell’era Klopp, quando, pur mancando grandi trofei internazionali, ha vinto tanto in Germania, regalando un calcio stellare, per saziare la passione e l’entusiasmo quasi incontenibili della città. PALMA RÈS Campionati di Germania 8 1956∙57∙63∙95∙96∙2002∙11∙12 Coppe di Germania 3 1965∙89∙2012 Supercoppe di Germania 6 1989∙95∙96∙2008∙13∙14 Champions League 1 1997 Coppa delle Coppe 1 1966 Coppa Intercontinentale 1 1997 1 WESTFA LENSTA DION Il Westfalenstadion, soprannominato “Teatro dell’Opera del calcio tedesco”, è stato inaugurato nel 1974. Il nome venne scelto 5 in onore della regione della Westfalia. Fino ad allora il Borussia Dortmund aveva giocato nel vicinissimo Stadio Terra Rossa. 5 D O V E T I P O R TA I L C A L C I O Strobelallee 50, 44139 Dortmund Allo stadio si arriva comodamente dal centro con le linee U45 (Westfalen Stadion) o U46 (Westfalenhallen), in alternativa si può usare la macchina, perché trovare parcheggio al Westfalenstadion è piuttosto semplice. Dal 2008 si può visitare il Borusseum, museo della squadra con filmati, maglie, gagliardetti, giornali, programmi e tutti i trofei vinti in esposizione. Nei pressi dell’impianto dal 2009 c’è anche un cimitero, dove un tifoso della “Banda dell’Oro” per soli €109 compra la possibilità di respirare quell’atmosfera per l’eternità. I negozi ufficiali del Borussia Dortmund (BVB Fans Shop) sono addirittura sette ed è impossibile non imbattersi in uno di questi in qualsiasi giro o passeggiata in città. Uno è ovviamente allo stadio, un altro davanti al Pullman Hotel, uno alla stazione ferroviaria, uno ad Alter Markt, uno a Westenhellweg 102/106, la via pedonale dello shopping e uno al numero 2 di Felicitasstrasse. Troverete veramente ogni cosa. Per tutti i gusti e tutte le età. Pure se i prezzi non sono esattamente economici, sono gli stessi anche se proverete ad acquistare nei grandi magazzini, sportivi e non, della città che vendono i prodotti del BVB. La capienza dell’impianto è di 80.720 spettatori per i match di Bundesliga, mentre non si superano i 65.614 per le partite europee. Fu costruito per il Mondiale del ’74, dopo la rinuncia di Colonia, fu la sede della storica semifinale Olanda-Brasile. Vennero giocate qui anche la finale Uefa 2001 (Liverpool Alavés 5-4) e 6 match del Mondiale 2006 compresa la semifinale Italia-Germania 2-0. Il settore 12 della Sudtribune è quello dei tifosi più caldi che danno vita a uno spettacolo formando il Gelbe Wand, il “muro giallo”: un impressionante movimento d’entusiasmo e passione, un’espressione di tifo tra le più incredibili nel mondo dello sport, anche sulle note (non originali) di You’ll Never Walk Alone. Per arrivarci, dal centro della città, basta seguire le 100 stelle del Walk of Fame, poste nell’anno del centenario della fondazione della squadra, stelle d’oro sullo sfondo nero dedicate ai momenti, alle partite, ai giocatori e agli allenatori (compreso Nevio Scala) che hanno reso grande il club – l’equivalente di quello 6 DORTMUND che accade a Hollywood per gli attori. Seguendole si raggiunge lo stadio con una camminata lunga, forse troppo, e si rilegge la storia del Dortmund. Partendo da Geschwister Scholl Strasse per arrivare al centro nella zona di Alter Markt, quindi per tutta 7 Chemnitzer Strasse, poi Joseph Scherer Strasse, direzione Westfalenstadion. L’impianto dal 2005 è sponsorizzato dalla compagnia di assicurazione Signal Iduna e così andrebbe chiamato, per tutti però ancora oggi è il Westfalenstadion. 7 D O V E T I P O R TA I L C A L C I O RISTORANTI 5 STROBELS Strobelalle 50, 44139 Dortmund, Tel +49 2319995060, www.strobels-dortmund.de, aperto 11-1 Pub, birreria e ristorante proprio di fianco allo stadio, sotto il Fan Shop e il Borusseum. Piatti tipici della cucina tedesca: wurstel in ogni modo, la Wienerschnitzel (la nostra milanese), gulasch, carne di maiale e buoni hamburger giganti. Birra, ovviamente, e prezzi accettabilissimi. Ci sono alcuni piatti di spaghetti (alla carbonara o ai frutti di mare) ma… Il giorno della partita il cibo si acquista presso le bancarelle davanti, poi si entra per sedersi a mangiare, e a fine gara musica a tutto volume. 6 ZUM ALTEN MARKT Markt 3, 44137 Dortmund, Tel +49 231572217, www.altermarkt-dortmund.de, aperto a pranzo e a cena Situato in pieno centro storico, il locale è un’istituzione dal luglio del 1854. Si sviluppa su due piani, ma non è molto grande e soprattutto ha tavoli per poche persone. Vale l’attesa però. Ottimo lo stinco di maiale e birra Their (locale) a fiumi. 8 DORTMUND 7 BRAUHAUS WENKERS Betenstrasse 1, 44137 Dortmund, Tel +49 231527548, www.wenkers.de, aperto 11-24, il venerdì e il sabato fino all’1 Certamente qui potrete gustare la Dortmunder Kronen che è la birra della città. 8 MONGO’S Lindemannstrasse 78, 44137 Dortmund, Tel +49 2315844950, www.mongos.de, aperto a cena, sabato e domenica a pranzo e a cena Proprio a 5 minuti dal Westfalenstadion. Un posto decisamente diverso e adatto anche ai bambini. Cucina di stampo asiatico, ma potrete trovare pure piatti curiosi come carne di canguro o di zebra. Discreto il pesce. Locale allegro e divertente più che raffinato. 9 9