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DIR. EDITORIALE
ART DIRECTOR
EDITOR
GRAFICO
REDAZIONE
UFF. TECNICO
Massimo
MARIANELLA
BARCELLONA
Allianz Arena
MONACO
Wembley
LONDRA
Santiago Bernabéu
MADRID
La prima guida turistica ai 43 principali stadi europei.
PER VIAGGIARE CON LA SCUSA DEL CALCIO.
Massimo Marianella DOVE TI PORTA IL CALCIO
Camp Nou
con
Letizia Conte
DOVE TI
PORTA
IL CALCIO
TOUR
d’Europa attraverso gli
STADI
ART DIRECTOR: GIACOMO CALLO
PR O G E T TO G R A F I C O: A N D R E A FA L S E T T I
I N C O PER T I N A : I M M AG I N I D I A N D R E A FA L S E T T I
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OLANDESE
GERMANIA
DORTMUND
SQUADRA
Borussia Dortmund
STADIO
Westfalenstadion
INTRO
Secoli di storia, un cuore d’acciaio e l’orgoglio per la squadra di calcio.
Questo dovrebbe scrivere su un ipotetico biglietto da visita Dortmund,
città nel cuore dell’Europa che vive di una immeritata pubblicità negativa. Non ne ha aiutato la popolarità l’essere stata centro industriale ed
economico del Deutsches Reich. Negli ultimi anni però è stata ripulita, ristrutturata e rimodernata, e oggi è una città all’avanguardia e piacevole per una vacanza di qualche giorno. Se vi piace l’arte Dortmund
vi accoglierà con una serie di piccoli teatri che puntellano la città. Monumenti? Non esageriamo, il più importante resta il Westfalenstadion.
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D O V E T I P O R TA I L C A L C I O
va giornalisti di tutto il mondo,
mi trovò un passaggio nell’auto
di due colleghi francesi che dovevano fare il mio stesso tragitto. A scuola avevo studiato francese e all’epoca lo parlavo molto
meglio di oggi. Per carineria partecipai alla conversazione e, visto che, ovviamente, non avevano la più pallida idea di chi fossi,
perché non appartenevo ancora a
quel mondo, quando me lo chiesero, raccontai loro la mia storia.
Una storia che pensai li avesse
incuriositi, infatti mi fecero tante
domande particolareggiate. Arrivati a Düsseldorf li salutai, ringraziai e ognuno per la sua strada. Una settimana dopo sentii al
telefono l’allora segretaria della
redazione sportiva di Canale 5, la
bella Claudine. Spiritosa e gentile come al solito, all’improvviso
mi disse: «Ah, a proposito, quando tornerai in redazione a Milano ti strapperemo i vestiti di dosso e ti chiederemo l’autografo!».
Replicai: «Ma di cosa stai parlando?». Lei era simpaticamente
sempre un po’ al di sopra delle
righe, ma quella battuta non l’avevo davvero capita. «Come non
sai niente? Sulla seconda pagina
dell’“Équipe” di sabato è uscito
un pezzo su di te! Ti rendi conto
che il quotidiano sportivo più famoso al mondo parla di te? Però
Era l'Europeo dell’88 e in quelle
settimane la Germania l’ho girata in lungo e in largo con Roberto
Bettega per le telecronache. Un
paio di volte, nelle pause più lunghe tra una partita e l’altra, lui
tornò a Torino per il consiglio di
amministrazione dell’azienda per
cui lavorava, io restavo a disposizione per servizi e interviste.
Da Düsseldorf, che era la nostra
base, mi spostai nella Ruhr, tra
Gelsenkirchen e Dortmund, perché lì c’era in ritiro l’Eire e, anche con l’aiuto di Bettega, che
era stato suo compagno alla Juventus, andai a intervistare Liam
Brady. Mi spostai in macchina
con i miei produttori e con Tony
Damascelli, firma sportiva prestigiosa della carta stampata, che
collaborava anche con Mediaset,
per cui in quel momento lavoravo
io. Arrivammo nella sede del ritiro degli irlandesi, e dopo la conferenza stampa feci l’intervista a
Brady. Chiuso e spedito via satellite il servizio, i miei compagni di viaggio proseguirono verso
nord per un’altra partita il giorno
seguente, mentre io dovevo tornare a Düsseldorf per ricongiungermi con Bettega. Come però,
visto che non avevo più la macchina? Damascelli, che conosce-
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DORTMUND
se non ce l’hai, e ormai non la
trovi più, ti lascio la copia sulla
tua scrivania.» Lei fu deliziosa. E
quello per mio padre (che lo inserì addirittura nell’album di famiglia) fu un bel regalo. Il titolo
del pezzo era Le Benjamin du micrò (il beniamino del microfono)
e lo firmò uno solo, Erik Bilderman, di quei due giornalisti. Evidentemente mentre gli scroccavo
un passaggio, erano rimasti colpiti dalla storia di quel ragazzino
sconosciuto che stava toccando
il cielo con un dito. Quel ragazzino che una grande televisione
come Mediaset aveva mandato
con una leggenda come Roberto Bettega a commentare l’Italia in un Europeo. Fecero delle
ricerche e scoprirono che fino a
quel momento ero il più giovane
telecronista ad aver commentato
la fase finale di un Campionato
d’Europa o di un Mondiale. Per
loro quella storia valse mezza pagina sull’“Équipe”. Per me tanto inatteso orgoglio. Quella pagina di giornale la conservo ancora
oggi e, per una volta, fui contento di aver studiato a scuola il
francese e non l’inglese.
BORUSSIA DORTMUND
senza saperlo, seguendo l’idea
di Franz Jacobi (primo vicepresidente del club), una squadra
che sarebbe arrivata sul trono
del mondo. Il nome Borussia lo
presero dall’omonima birreria di
Steiger Strasse. La prima maglia
fu bianca e blu a strisce con fregi rossi e pantaloncini neri, poi,
dopo la fusione con la società
Britannia e Renania, i colori divennero il nero e il giallo e da lì
il soprannome “la Banda dell’Oro”. L’8 settembre 1913 la prima
traccia ufficiale di una partita,
quella oggi considerata dell’e-
COLORI SOCIALI: giallo-nero
INNO: You’ll Never Walk Alone
SITO: www.bvb.de
Ballspiel-Verein Borussia 1909.
Dopo una lunga riunione nel ristorante Zum Wildschutz, al numero 60 di Oesterholzstrasse, a
nord-est della città, il 19 dicembre 1909, un gruppo di quaranta ragazzi del Catholic Holy Trinity di Flurstrasse uscì con quel
nome. Avevano appena fondato,
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sordio, vinta 1-0 sul VFB Dortmund con gol di tale Wienke al
campo di casa Weissen Wiese di
Wambeler Strasse con capacità
di 18.000 posti. Lo stadio, il 10
agosto 1924, divenne il Borussia Sport Park per decisione della municipalità che si rese conto, già allora, che la squadra era
parte integrante della vita della
città. Nello stesso anno però uno
scandalo finanziario, per fortuna superato, rischiò di portare il
club in bancarotta.
La storia del Borussia Dortmund vive delle sue imprese,
ma anche della grande rivalità di
sempre con lo Schalke 04. I due
stadi per esempio distano solo 19
chilometri l’uno dall’altro e uno
dei primi derby entrati nel mito
si giocò subito dopo la Seconda guerra mondiale, il 19 maggio 1947, e davanti a 30.000
spettatori, il Borussia vinse 3-2
con gol di Michallek, Ruhmhofer e Sandmann conquistando
il Campionato della Westfalian.
Un successo non da poco perché
in quegli anni lo Schalke 04 era
più forte visto che, prima della
creazione della Bundesliga tra il
1933 e il ’42, aveva raggiunto la
finale per il titolo nove volte, vincendola in sei occasioni. Grande,
e presto, lo sarebbe diventato
anche il Borussia però, grazie
alla serie di eccellenti giocatori
che, dagli anni Cinquanta, avrebbero vestito la maglia giallo-nera. Il famoso duo d’attacco Konietzka-Schütz, ribattezzati dai
tifosi “Max e Moritz”, poi il team
vincente ’56-57 con Preissler,
Kwiatkowski, Kelbassa e Sandmann. Tra gli attaccanti famosissimi anche Franz Brungs (2 gol
all’Inter e 3 al Benfica), August
Lenz, il danese Mark Strudal,
Charly Schultz e Siggi Held. Mitico il team che nel 1966 giocò
la finale contro il Liverpool e
vinse la Coppa delle Coppe. In
campo c’erano Tilkowski, Cyliak,
Libuda, Held, Sturm ed Emmerich, che da solo segnò 31 gol nel
’66 e 28 l’anno successivo. Alla
fine degli anni Settanta arrivò un
altro grande bomber: Manfred
Burgsmuller.
Tra tutti però Konietzka ha
conservato un posto particolare
nella storia del club, in quanto
autore del primo gol assoluto del
Borussia in Bundesliga, nell’agosto 1963 a Brema contro il Werder. Se questi sono giocatori entrati nella storia, la squadra del
1997, che è arrivata a sollevare
la Coppa dei Campioni prima e
l’Intercontinentale poi, è già direttamente nel mito. Andreas
Moller, Kalle Riedle, Stefan Reuter, Matthias Sammer, Stefan
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DORTMUND
Klos, Jurgen Kohler, Paulo Sousa, Paul Lambert, Michael Zorc,
Lars Ricken, Heiko Herrlich. Un
gruppo allenato da Ottmar Hitzfeld, che seppe sorprendere
tutti giocando un grande calcio e
vincendo. Una sensazione che il
Borussia è tornata a vivere nell’era Klopp, quando, pur mancando
grandi trofei internazionali, ha
vinto tanto in Germania, regalando un calcio stellare, per saziare
la passione e l’entusiasmo quasi
incontenibili della città.
PALMA RÈS
Campionati di Germania 8
1956∙57∙63∙95∙96∙2002∙11∙12
Coppe di Germania 3
1965∙89∙2012
Supercoppe di Germania 6
1989∙95∙96∙2008∙13∙14
Champions League 1
1997
Coppa delle Coppe 1
1966
Coppa Intercontinentale 1
1997
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WESTFA LENSTA DION
Il Westfalenstadion, soprannominato “Teatro dell’Opera del calcio tedesco”, è stato inaugurato
nel 1974. Il nome venne scelto
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in onore della regione della Westfalia. Fino ad allora il Borussia
Dortmund aveva giocato nel vicinissimo Stadio Terra Rossa.
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D O V E T I P O R TA I L C A L C I O
Strobelallee 50, 44139 Dortmund
Allo stadio si arriva comodamente dal centro con le linee U45 (Westfalen Stadion) o U46 (Westfalenhallen), in alternativa si può usare la macchina, perché
trovare parcheggio al Westfalenstadion è piuttosto semplice.
Dal 2008 si può visitare il Borusseum, museo della squadra con filmati, maglie,
gagliardetti, giornali, programmi e tutti i trofei vinti in esposizione.
Nei pressi dell’impianto dal 2009 c’è anche un cimitero, dove un tifoso della
“Banda dell’Oro” per soli €109 compra la possibilità di respirare quell’atmosfera per l’eternità.
I negozi ufficiali del Borussia Dortmund (BVB Fans Shop) sono addirittura sette
ed è impossibile non imbattersi in uno di questi in qualsiasi giro o passeggiata
in città. Uno è ovviamente allo stadio, un altro davanti al Pullman Hotel, uno
alla stazione ferroviaria, uno ad Alter Markt, uno a Westenhellweg 102/106, la
via pedonale dello shopping e uno al numero 2 di Felicitasstrasse. Troverete
veramente ogni cosa. Per tutti i gusti e tutte le età. Pure se i prezzi non sono
esattamente economici, sono gli stessi anche se proverete ad acquistare nei
grandi magazzini, sportivi e non, della città che vendono i prodotti del BVB.
La capienza dell’impianto è di
80.720 spettatori per i match di
Bundesliga, mentre non si superano i 65.614 per le partite europee. Fu costruito per il Mondiale
del ’74, dopo la rinuncia di Colonia, fu la sede della storica semifinale Olanda-Brasile. Vennero
giocate qui anche la finale Uefa
2001 (Liverpool Alavés 5-4) e 6
match del Mondiale 2006 compresa la semifinale Italia-Germania 2-0. Il settore 12 della Sudtribune è quello dei tifosi più
caldi che danno vita a uno spettacolo formando il Gelbe Wand, il
“muro giallo”: un impressionante
movimento d’entusiasmo e passione, un’espressione di tifo tra
le più incredibili nel mondo dello
sport, anche sulle note (non originali) di You’ll Never Walk Alone. Per arrivarci, dal centro della
città, basta seguire le 100 stelle
del Walk of Fame, poste nell’anno del centenario della fondazione della squadra, stelle d’oro
sullo sfondo nero dedicate ai momenti, alle partite, ai giocatori e
agli allenatori (compreso Nevio
Scala) che hanno reso grande
il club – l’equivalente di quello
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DORTMUND
che accade a Hollywood per gli
attori. Seguendole si raggiunge
lo stadio con una camminata
lunga, forse troppo, e si rilegge
la storia del Dortmund. Partendo
da Geschwister Scholl Strasse
per arrivare al centro nella zona
di Alter Markt, quindi per tutta
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Chemnitzer Strasse, poi Joseph
Scherer Strasse, direzione Westfalenstadion. L’impianto dal
2005 è sponsorizzato dalla compagnia di assicurazione Signal
Iduna e così andrebbe chiamato, per tutti però ancora oggi è il
Westfalenstadion.
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D O V E T I P O R TA I L C A L C I O
RISTORANTI
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STROBELS
Strobelalle 50, 44139 Dortmund, Tel +49 2319995060,
www.strobels-dortmund.de, aperto 11-1
Pub, birreria e ristorante proprio di fianco allo stadio, sotto il Fan
Shop e il Borusseum. Piatti tipici della cucina tedesca: wurstel in
ogni modo, la Wienerschnitzel (la nostra milanese), gulasch, carne
di maiale e buoni hamburger giganti. Birra, ovviamente, e prezzi accettabilissimi. Ci sono alcuni piatti di spaghetti (alla carbonara o ai
frutti di mare) ma… Il giorno della partita il cibo si acquista presso le
bancarelle davanti, poi si entra per sedersi a mangiare, e a fine gara
musica a tutto volume.
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ZUM ALTEN MARKT
Markt 3, 44137 Dortmund, Tel +49 231572217,
www.altermarkt-dortmund.de, aperto a pranzo e a cena
Situato in pieno centro storico, il locale è un’istituzione dal luglio del
1854. Si sviluppa su due piani, ma non è molto grande e soprattutto
ha tavoli per poche persone. Vale l’attesa però. Ottimo lo stinco di
maiale e birra Their (locale) a fiumi.
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DORTMUND
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BRAUHAUS WENKERS
Betenstrasse 1, 44137 Dortmund, Tel +49 231527548,
www.wenkers.de, aperto 11-24, il venerdì e il sabato fino all’1
Certamente qui potrete gustare la Dortmunder Kronen che è la birra
della città.
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MONGO’S
Lindemannstrasse 78, 44137 Dortmund, Tel +49 2315844950,
www.mongos.de, aperto a cena, sabato e domenica a pranzo e a cena
Proprio a 5 minuti dal Westfalenstadion. Un posto decisamente diverso e adatto anche ai bambini. Cucina di stampo asiatico, ma potrete
trovare pure piatti curiosi come carne di canguro o di zebra.
Discreto il pesce. Locale allegro e divertente più che raffinato.
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