Mi chiamo Francesco e sono nato a Roma. Roma, la

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Mi chiamo Francesco e sono nato a Roma. Roma, la
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i chiamo Francesco e sono nato a Roma.
Roma, la città più bella del mondo.
Una città da visitare, da conoscere e da scoprire.
Io sono un personaggio abbastanza famoso.
Diciamo pure molto famoso.
Uno di quelli che non possono andare in giro fra la
folla con estrema tranquillità.
Se io passeggiassi in via del Corso un sabato pomeriggio,
quelli che mi amano per le mie gesta sportive,
mi assalirebbero per un autografo, una foto col telefonino,
una stretta di mano, una pacca sulle spalle.
Per non parlare, poi, di quelli che mi amano meno,
sempre in virtù di ciò che rappresento nel calcio...
Quelli, come si suol dire, dell’altra sponda del Tevere,
che probabilmente manifesterebbero in maniera
diversa la loro opinione nei miei confronti.
Ciò che voglio dire, insomma, è che da alcuni anni
non posso passeggiare tranquillamente per Roma,
la mia città.
È un peccato, perché gironzolare a piedi in via dei
Fori Imperiali, in piazza San Pietro, perdersi nei vicoli
di Trastevere sono cose semplici e allo stesso tempo
bellissime, che tutti dovrebbero poter fare.
Be’, quasi tutti.
Io per ora non posso.
Sicuramente lo farò fra qualche anno, così come è
capitato tante volte quando ero pischello, che in romano
significa guaglione, cinno, caruso. (Sì, modestamente
so le lingue.)
Mi piace questa sensazione di essere nato e cresciuto
nella città più bella del mondo.
Quando i calciatori delle altre squadre, soprattutto
straniere, vengono a giocare a Roma, quasi sempre
fanno un giro turistico in pullman fra le bellezze
della città. Di certo sarà capitato anche a voi di incrociarli,
i giocatori di squadre come lo Stoccarda, il Liverpool,
il Göteborg, il Manchester, la Stella Rossa di
Belgrado, il Borussia Mönchengladbach... Con alcune
mi è persino capitato di giocarci!
Sono state partite sempre dure, con difensori rocciosi,
che intervenivano spesso ai limiti del regolamento,
che mi scalciavano anche un po’ più del dovuto.
E poi ho capito.
In queste occasioni, all’onesto centrocampista della
periferia bulgara, al terzino di fascia ucraino, al trequartista
moldavo, gli si alza l’indice di rosicamento.
Perché noi stiamo a Roma e loro no.
Potranno pure strappare un 1 a 1 con un colpo di
fortuna, un gol dell’ex, un offside dubbio, ma poi,
al fischio finale, io me ne resto qui, a vivere la mia
vita a Roma e tu, mediano del Borussia Mönchengladbach,
te ne devi ritornare nel grigio inverno
della Westfalia in una cittadina, Mönchengladbach,
che molti ragazzi della squadra primavera neanche
riescono a pronunciare, perché questo benedetto nome si comincia a imparare per bene solo intorno
ai vent’anni.
Quanti calciatori passano dal Borussia Mönchengladbach
al Borussia Dortmund solo per ragioni di
pronuncia!!!
Niente da fare, quando vengono a Roma, i giocatori
stranieri rosicano. Fateci caso alla prossima partita
della Roma contro una squadra europea se non
picchiano giù duro: è per colpa della bellezza dei nostri
monumenti.
Uno sgambetto per l’Altare della Patria. Un tackle
in scivolata per la Domus Aurea. Un’entrata da dietro
per le Catacombe di San Callisto.
Allora mi sono detto: un po’ per il famoso fair play
della Champions League, un po’ per il tifoso che
viene in trasferta con la sua squadra, un po’ per la
voglia di parlare della mia città – che è un po’ come
se ci potessi passeggiare –, mo’ la scrivo io una piccola
guida di Roma.
Una cosetta semplice, con i luoghi più rappresentativi,
i personaggi famosi e qualche curiosità storica.
Sperando, alla prossima partita, di avere un calcio
negli stinchi in meno e un turista in più: il mediano
del Borussia Mönchengladbach.