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ALIMENTAZIONE, ARTE E NATURA
“Pur riconoscendo che uomini nutriti male o grossolanamente hanno realizzato cose grandi nel passato,
noi affermiamo questa verità: si pensa, si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia ”
Marinetti
“L’arte non è l’inutile creazione di cose che svaniscono nel vuoto, bensì una forza che ha un fine e deve
servire sensatamente allo sviluppo e all’affinamento dell’animo umano. E’ un linguaggio che parla all’anima
con parole proprie, di cose che sono il pane quotidiano dell’animo e che esso può cogliere, ricevere solo
in quella forma” . Kandinsky
L’uomo primitivo dipinge le immagini dei prodotti alimentari sulle pareti delle caverne,
offerte di cibo sono incise sulle piramidi egiziane, e ogni tipo di frutta, verdura,
selvaggina e frutti di mare hanno ispirato gli artisti nel corso dei secoli per creare
immagini che esprimono la ricchezza della terra e l’inevitabilità della vita che passa.
Il cibo dall’Antico Egitto a tutto l’800 si è sicuramente caricato di significati
allegorici. Ma è nel corso del ‘900 che il ruolo del cibo nell’arte assume aspetti a dir
poco sorprendenti: negli anni ’60, in seguito al “Boom” economico, non ci si nutre solo di
cibo ma anche di immagini e di pubblicità. Con gli artisti della Pop Art, il cibo non viene
più rappresentato nella sua veste “naturalistica” ma piuttosto nella sua nuova veste
“industriale”. Così, per ANDY WARHOL, la zuppa non è un piatto di brodo fumante ma
una fredda lattina sulla quale compare la scritta piatta e colorata “Campbell’s” (marca
di zuppa condensata in scatola).
Nei modi più diversi il cibo entra nei circuiti artistici, ma se è vero che il cibo diventa
arte, è vero innanzitutto che l’arte diventa cibo, un cibo, potremmo dire, per
eccellenza, perché nutre l’uomo in modo “integrale”. L’arte è cibo per gli occhi, per la
mente, la sensibilità, ma soprattutto, è cibo dell’anima.
Andy Warhol
“Barattolo di minestra Campbell’s” 1962
New York, Collezione Irving Blum
Modalità operativa
Il nostro approccio seguirà due direttrici:
1.Rappresentazione della FRUTTA/ VERDURA
Opere considerate
Fiori, 1964, Andy Warlow
I bambini sceglieranno un cibo per loro significativo e lo rappresenteranno seguendo la
filosofia della Pop Art.
Il cibo più gradito ai bambini sarà riprodotto da ogni componente della classe e
incollato sullo spazio – tela appositamente predisposto.
Sullo sfondo sarà rappresentata l’erba con le tempere e/o i colori acrilici.
Gli oggetti verranno creati in gommapiuma e diventeranno dei veri e propri messaggi
pubblicitari.
Pop art è il nome di una corrente artistica della seconda metà del XX secolo che
deriva dalla parola inglese "popular art" ovvero arte popolare. Questa nuova forma
d'arte rivolge la propria attenzione agli oggetti, ai miti e ai linguaggi della società dei
consumi. L'appellativo "popolare" deve essere inteso non come arte del popolo o per il
popolo ma come arte di massa, cioè prodotta in serie. E poiché la massa non ha volto,
l'arte che la esprime deve essere il più possibile anonima. In un mondo dominato dal
consumo, la Pop art respinge l'espressione dell'interiorità e guarda, invece, al mondo
esterno, al complesso di stimoli visivi che circondano l'uomo contemporaneo . È infatti
un'arte aperta alle forme più popolari di comunicazione: i fumetti, la pubblicità, i
quadri riprodotti in serie.
Materiali
Opera n° 1
Griglia cibi
2.la frutta/la verdura sono occasioni per parlare d’altro
Il pomeriggio soave (Le Doux Après midi), 1916, De Chirico
Che cosa significa per noi “pomeriggio soave”? Che cibo ci ricorda dei momenti di
grande gioia?
De Chirico per primo ha utilizzato questo appellativo per indicare luoghi o opere di
artisti del passato.
La Pittura metafisica è una corrente pittorica del XX secolo che vuole rappresentare
ciò che è oltre l'apparenza fisica della realtà, al di là dell'esperienza dei sensi.
Il termine «metafisica» venne usato per la prima volta dal filosofo Andronico da Rodi
(I secolo a.C.) per titolare quelle opere di Aristotele che non trattavano del
precedente argomento, la fisica per l'appunto, e che proprio per questo furono
catalogate nella "metafisica" (letteralmente "metà" "tà" "physikà"), termine che se
tradotto significa "dopo la fisica". Oggi, dimenticato il significato originario, si usa più
in generale per esprimere ciò che esiste oltre l'apparenza sensibile della realtà
empirica. (da Wikipedia)
I bambini, guidati dalle insegnanti, metteranno sul vassoio dell’opera di De Chirico ciò
che per loro rende “soave” un pomeriggio.
I cibi scelti saranno realizzati con carta, cartone ed altro materiale di recupero.