La Vera arma dell`Islam

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La Vera arma dell`Islam
Anno 2 N. 8- Agosto- Settembre- Ottobre 1998- HJK ED. Lire 4000
Pubblicazione trimestrale Giornale autoprodotto senza scopo di lucro
Tutte le foto ed articoli hanno puro valore documentativo e i relativi Copyrights appartengono alle
persone, Case Editrici ed agenzie che ne detengono i diritti.
Redazione:
Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo e Willy Salveghi
Ha collaborato: Sayed Abdel Kawi e Ahmad Aly
SOMMARIO
NEWS FROM…ALAM BAID P. 2
IL MONDO NEL PALLONE P. 4
MUSICA HABIBI P. 6
IL TAOISMO P. 9
EGYPTIAN MEMORIES (ARABO/ ITALIANO) P. 10
LA VERA ARMA DELL’ISLAM P. 13
VOCI DAL NILO “I LIBRI PIU’ BELLI” P. 15
IL FASCINO DEL MISTERO P. 18
TRACCE SULLA SABBIA
“Frammenti di cinematografica lontana” P. 19
I SAPORI DEL GIAPPONE P. 23
IL RICETTARIO P. 24
In copertina: “El Misr” di Mamdouh
Retro copertina: “Egitto totale” di Willy
Inoltre si ringrazia: Yasser Abdallah Abdallah Aly.
Il nostro nuovo numero telefonico: 0339-2786478
EDITORIALE
Con questo numero 8 festeggiamo 1 anno di vita del nostro giornale, e lo festeggiamo
con l’uscita di 2 numeri speciali: la ristampa del primo numero speciale che contiene il
meglio dei primi tre numeri, e la pubblicazione del secondo numero speciale che
contiene il meglio dei numeri: 4, 5, 6. Ordinateli telefonando al nostro numero. “Mondi
lontani” uscirà come bimestrale, solo con questo siamo usciti con un mese di ritardo e
chiediamo scusa ai nostri lettori.
In questo numero torniamo a parlare, in maniera un po’ più approfondita, dell’Egitto, a
un anno di distanza dal primo numero. Dedichiamo persino la copertina, con un bel
panorama del Cairo –in Mondi Lontani 7 c’era Marrakech, città del Marocco- e con i
volti di alcuni dei cantanti egiziani più popolari: gli indimenticabili AbdEl Halìm e Oum
Kalthoum, con il nuovo Hisham Abbas e il più ricco Amr Diab- che ha pubblicato una
nuova cassetta di cui ci occuperemo prossimamente-. Dedichiamo un articolo anche sui
mondiali di calcio, conclusi lo scorso 12 Luglio, Parlando del Giappone, Iran, Tunisia,
Nigeria, ecc. La religione di cui ci occupiamo questa volta è la Taoista. Nuova rubrica:
“Il fascino del mistero”, luoghi, avvenimenti misteriosi e affascinanti. E tornando
all’Egitto c’è un articolo di Sayed AbdEl Kawi intitolato “Egyptian Memories”. Anche
in questo numero 8 due sono le copertine a colori. BUONA LETTURA!!!
Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo
Nella foto l’editore con la maglietta del giornale.
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NEWS FROM… ALAM BÂ‫ﻉ‬ÎD
Lo sapevate che, oltre ad avere Alessandria, in Italia abbiamo un’altra città omonima con un’altra
egiziana? Si tratta di un comune ligure nel savonese dal curioso nome di Cairo Montenotte. E non è
finita: nel Lazio, in cioceria, esiste sul confine tra Kentucky, Missouri e Illinois, la cittadina di…Cairo!
Il Blolo è il luogo ultraterreno dove ciascuno di noi ha una moglie o un marito, dalla cui gelosia può
derivare sterilità nella donna o impotenza nell’uomo. Per questa ragione le statuette Blolo-Bian (marito
del Blolo) e Blolo-Bla (moglie del Blolo) sono oggetto di devozione e ricevono sacrifici ed offerte
votive, dalla tribù Baoulè della costa d’Avorio.
La parola Yogurt deriva dal turco “Jugurt” che tradotto significa “Latte dolce denso”. I popoli antichi
conservano il latte degli animali domestici in otri fatti con lo stomaco degli stessi animali. Si sa che lo
stomaco contiene caglio e succhi acidi e qui si svolgeva la fermentazione che portava allo Yogurt.
Dopo il consumo, gli otri venivano riempiti di nuovo con latte fresco e grazie ai residui ancora presenti
che fungevano da innesco, si otteneva nuovo Yogurt. Insomma, il piccolo precursore del caseificio.
Per i musulmani, il più importante luogo sacro, dopo la Mecca e Medina, è Al Koz in Palestina. Un
altro luogo visitato è la tomba di Eyup a Istanbul. Dicono che Eyup morì sotto le mura di
Costantinopoli quando gli arabi tentarono per la prima volta di conquistare la capitale bizantina. La sua
tomba è meta di pellegrinaggio da parte del mondo islamico.
Nel Marzo 1952, sull’Isola De La Reunion, nell’oceano indiano, caddero 1.870 millimetri di pioggia in
24 ore.
Abidjan è la capitale provvisoria della Costa d’Avorio, in Africa, stato che si affaccia sul golfo di
Guinea. La città di Yamoussoukro, ora in costruzione, ne prenderà il posto.
L’antico nome dato alla Nuova Zelanda dai suoi primi abitanti è “Aotearoa”, che letteralmente significa
“terra dalla lunga bianca nuvola”. Con tutta probabilità, tale nome è originato dal fatto che nella parte
settentrionale dell’arcipelago si sprigionava dal suolo un candido vapore bianco: è dovuto ai Geyser, i
getti intermittenti d’origine vulcanica che erompono a temperatura molto elevata.
Il 17 Luglio 1966 il padre della Cina moderna Mao Tse- Tung, nato nel 1893 e scomparso nel 1976, si
immerge nelle acque del fiume Yangte Kiang. Il suo celebre bagno, che farà il giro del mondo su
giornali e TV, doveva confermare le sue buone condizioni di salute.
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“Ringraziamo Dio che Bill Clinton, dopo tanto tempo, è arrivato alla conclusione che Islam e
terrorismo sono 2 cose diverse. L’Islam è contrario al terrorismo. Quel terrorismo che anche gli USA a
volte perseguono, mascherandosi dietro lo specchio dei diritti umani”. Così ha detto Faezeh Hashemi
deputato del parlamento e figlia dell’ex presidente della Repubblica Iraniana Rfsanjani.
È scomparso di recente il famoso regista giapponese Akira Kurosawa, nato in Giappone il 1919. Dal
’43 al ’93 ha girato più di 30 film (vedi “Mondi lontani n. 5”).
Il 9 Luglio in Piazza Oberdan di Milano si è tenuta la manifestazione per la Pace. Dopo 30 anni di
guerra, l’Eritrea aveva finalmente conosciuto la pace, ma, il 13 Maggio la dichiarazione di guerra del
parlamento etiopico, il bombardamento aereo di Asmara, blocco aereo e marittimo a seguito di minacce
di bombardamenti indiscriminati da parte etiopica, arresti ed espulsioni di eritrei residenti in Etiopia.
Il Reiki negli Stati Uniti è diventato materia di studio in alcune facoltà di medicina e già utilizzato nei
ospedali per interventi di pronto soccorso. È molto utile per guarire più rapidamente da disturbi
psicosomatici, (non ha niente a che fare con la pranoterapia). Si può guarire anche da un raffreddore
ostinato. Come? Appoggiando le mani su zone particolari del corpo. E per i dolori acuti? “In questi
casi, per portare aiuto e sollievo immediati si appoggiano le mani sulla zona interessata e si effettua una
leggera pressione”, dicono gli esperti. Utilissimo per vincere lo stress. Per informazioni in Italia
chiamare Tinari e Guntert al numero 039-368786
Bombay ha il miglior negozio di stoffe di tutta l’India. Il Kala Niketan (95 Queen’s Road, nell’area di
Churchgate, tel. 0091-22-292-520). Si trovano tessuti di diverso tipo, i sari e i panjab (i completi
pantaloni e lunga casacca dell’India del nord).
Fate un salto al negozio di Giuliana Cella, in via Monte di Pietà 19 (interno) a Milano, tel. 86460850, ci
sono antiche giacche nere da kimono, sciarpe giapponesi con ricamo cibori (da 100 mila lire), batik
indonesiani, preziosi scialli indossati dalle spose indiane ecc.
10 mila metri quadrati di esposizione, 20 mila di parco e 40 mila di verde, questa è Karibuni, il
villaggio africano ricostruito a Calcinate (Bg), a non più di 40 chilometri da Milano
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IL MONDO NEL PALLONE
Resoconto degli ultimi campionati mondiali
Finalmente, in data 12 Luglio, si sono conclusi questi campionati mondiali di
calcio “Francia 1998” di cui tanto si è (stra)parlato. In queste pagine vogliamo
soltanto rendere partecipi i nostri lettori di come è andata per le nostre squadre
preferite, anche se non sono particolarmente tifosi, come noi della redazione,
del resto, che però bene o male, abbiamo seguito l’evento.
Inutile parlare tanto della nostra nazionale, che, tra varie polemiche, sia pure a
testa alta, è uscita prima delle semifinali ad opera della Francia, organizzatrice
della manifestazione, nonché vincitrice dopo la finale con il Brasile. E proprio
del Brasile e delle squadre centro-sudamericane cominceremo a parlare;
innanzitutto una curiosità: la Coppa del Mondo nasce nel 1930 proprio in
Sudamerica, in Uruguay, dove si organizzò un campionato mondiale battezzato
Coppa Rimet, che questo stato organizzò (e vinse) per festeggiare il centenario
della sua indipendenza: da allora, ogni 4 anni, una nazione lo organizza per
assegnare il titolo di campione con l’odierna Coppa F.I.F.A.
Cominciamo quindi dal Brasile, che, tra molte polemiche, specialmente quelle
riguardanti lo stato di salute del suo attuale e giovanissimo asso Ronaldo, resta
comunque la squadra più amata, temuta, ammirata e spesso la più forte del mondo con lo spettacolo
che offre sul campo (e anche sugli spalti, grazie ai suoi coloriti tifosi). Dopo 4 coppe vinte, il maggior
numero per una nazionale, e un buon inizio di mondiale con quasi ogni incontro vinto nettamente e
spettacolarmente, il Brasile è giunto in finale perdendo clamorosamente per 0-3 con la Francia, pur
aggiudicandosi il secondo posto è un peccato, perché sarebbe stato bello vedere un’altra festa
brasiliana. Anche l’Argentina, altra nazione maestra nel calcio, ha fatto un buon campionato, pur
fermandosi prima, battuta nella partita con l’Olanda. C’era poi il convincente Paraguay, eliminato però
dalla solita Francia; anche il Cile si è comportato bene, e, tra l’altro, ha pareggiato con l’Italia
all’inizio, pur meritando la vittoria (Non ce ne vogliate!), ma ha dovuto in seguito cedere al Brasile. La
Columbia non ha brillato molto, mentre il Messico si era illuso di finire nel girone finale dopo diversi
successi, ma è stato eliminato dopo l’1-2 con la Germania. C’era poi la Giamaica, per la prima volta
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nella sua storia a qualificarsi, una squadra non ancora professionistica sotto molti aspetti, ma
sicuramente molto brillante e simpatica. I cosiddetti “reggae boys” hanno comunque ottenuto una
soddisfazione nella loro ultima partita a spese dello sfortunato Giappone.
Passando poi all’Asia, era presente la Corea del sud, che si è rivelata una “squadra materasso” facendo
vedere veramente poco (catastrofica nei gol subiti), e poi il Giappone, eliminato anch’esso nel primo
girone, quello tipo torneo, a punti; una squadra veramente simpatica, come i suoi fedeli tifosi giunti in
moltissimi negli stadi francesi per sostenerla. Peccato che, nonostante la buona volontà e spesso la
supremazia in campo sugli avversari, non arrivava alla conclusione in rete per la poca determinazione:
ne è un esempio la partita vinta dalla Giamaica per 2-1. I giapponesi dovranno organizzare in casa i
prossimi campionati mondiali, nel 2002, e dovranno preparare anche una squadra più sicura per quel
momento. A rappresentare l’Africa mancava la simpatica nazionale egiziana, eliminata prima di questa
fase finale, ma c’era il solito, allegro Camerun, che, partito bene, è stato poi superato dall’Italia. Il
problema delle squadre africane è stato che sono sempre partite bene, con un gioco sorprendente e
diverso da quello europeo, ma alla fine non sono riuscite a raggiungere gli obbiettivi sperati, crollando
come è successo al Camerun, alla Tunisia, o alla Nigeria, che nella prima partita aveva addirittura
battuto per 3-2 la fortissima Spagna, per poi essere in seguito travolta dalla Danimarca. L’Arabia
Saudita e il Sudafrica, nello stesso girone iniziale, non sono riuscite né a vincere, né a passarlo, finendo
a pareggiare nella loro ultima partita l’una contro l’altra. Un po’ meglio ha fatto l’Iran, che ha battuto
solo la mediocre squadra degli USA per 1-0, in una partita dai connotati più politici che sportivi.
Speriamo in meglio per le squadre che seguiremo nel prossimo campionato mondiale, perché in questo,
tranne alcune soddisfazioni iniziali, non abbiamo visto granchè e ha finito per prevalere il solito
strapotere europeo, e, solo in parte, quello sudamericano. Notiamo infine il grande interesse che ha
avuto questa manifestazione come forma di intrattenimento e di tifo sia da parte degli stranieri qui in
Italia (nonostante spesso mancassero le loro nazionali), che delle ragazze in genere, spesso molto belle
che tifano in modo molto sexy sugli spalti!
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Prima di cominciare con le recensioni di dischi e cassette ecco alcune notizie. Il cantante egiziano
Addaweya ha cantato in America ed esiste la cassetta “Addawaya in America” che speriamo di riuscire
a trovare. Assala (di origine siriana) famosa nel mondo arabo per canzoni come “Allighara” in italiano
“Quello che è successo”, da dieci anni a questa parte ha registrato molte cassette. Attualmente vive in
Egitto.
Ecco i nomi di alcuni dei cantanti arabi famosi. Tutte le notizie che trovate su queste pagine non le ha
fornite internet, ma alcuni amici egiziani, fra questi Yasser Abdallah Abdallah Aly.
La maggior parte dei cantanti sono egiziani:
Amr Diab, Hakim, Mohammed Mounir, AbdEl Halim Hafez, Mohammed Fowad, Ihab Tawfik, Ahmad
Gohar, Moustafa Hamar, Hisham Abbas, Mohammed Mohee, Hamid Shaery, Ragheb Alame
(libanese), Hany Sheker, George Wassuf (siriano).
Noi di Mondi Lontani li conosciamo tutti. Purtroppo non possiamo dire la stessa cosa delle interpreti
femminili, che speriamo di approfondire l’argomento su uno dei prossimi numeri. Ecco, per la prima
volta, alcuni nomi: Warda (algerina, vive in Egitto), Assala (siriana, anche lei in Egitto), Fayza Ahmad
(egiziana morta giovane), Mona AbdEl Ghani, Simone (anche attrice), Samira Sayd (marocchina),
Hanel, Annaghem. Concludiamo con la più grande Oum Kalthoum naturalmente.
Guardate la copertina sembrerebbe che
questa cassetta “Ya lela/ la nottata” di
Hisham Abbas fosse dal vivo e invece no!
Nella prima canzone “Ya lela” ad esempio,
hanno usato astutamente le urla e gli
applausi del pubblico, dando la sensazione
di ascoltare una canzone dal vivo, ma si
capisce subito che il pubblico è stato
inserito dopo. Abbas ha una bella voce e
l’intera cassetta è godibile, allegra, senza
però discostarsi dagli altri prodotti egiziani.
Ricorda Amr Diab e Ragheb Alame, e
quindi non è niente di nuovo. All’inizio del
lato B c’è ancora “Ya lela” questa volta in
versione normale, senza il pubblico. Bisogna anche dire però che la prima versione, con quell’effetto
live è migliore e più coinvolgente.
Bella la voce di Mohamed Lamine cantante Rai algerino. Lo stile sembra che si avvicini
di più a quello egiziano, che a quello algerino. Musica ascoltabile, ballabile, soft come
lo sfondo della copertina in bianco, con scritte in viola e il volto sorridente del bel
Mohamed –come la foto qui a sinistra-, che potrebbe piacere benissimo alle ragazzine
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romantiche. “Rai sur Casbah” è del 1995, distribuito dalla Blue Silver. Fra le canzoni: Bache netfahem
mak, Omri nbighik, Achek hall, Inti liya e Premier Pas. 12 in tutto.
Straordinaria questa cassetta di Youssou’ Dour “Nelson Mandela”.
Ogni canzone è qualcosa di allegro, c’è il sound di fine anni 70,
inizi 80 in certe canzoni, quindi ritmi africani mescolati a quelli
occidentali (si canta anche in inglese in questa cassetta). I titoli
sono: Nelson Mandela, Moule Moule, Samayahe, The Rubberband
man, Badou, N’Dobine, Donkaasi gi, Wareff, Magninde,
Immigres.
Meira Asher è un’artista israeliana e il suo ultimo lavoro, su LP o
CD, è edito dall’etichetta belga Crammed. “Dissected” ci offre
felici intuizioni che coniugano la musica etnica (suggestioni arabe,
indiane, e chi più ne ha più ne metta…) con quella elettronica: un
disco affilato e drammatico, delicato e sofferto, a tratti straziante e poetico.
A Fes, la più antica città imperiale del Marocco, si è svolto, dal 23 al 30 Maggio, il “Festival of world
sacred music” (Festival delle musiche sacre del mondo), un grande incontro di musiche e confessioni
nel luogo-simbolo della civiltà ispano-araba. Giunto alla 4° edizione, il festival è stato comunque
un’occasione d’incontro per artisti che eseguono musica religiosa, al di là delle rispettive confessioni.
Cosa centra “When I was born for the 7th time” dei Cornershop con la
musica di questa rubrica? Centra, eccome, visto che i musicisti sono
quasi tutti indiani e suonano strumenti come il temboura, il sitar ecc. e
cantano in inglese, ma anche in indiano, mescolando suoni asiatici con
quelli occidentali. Il risultato di questo disco? Davvero qualcosa di
interessante. “Cominciò tutto a Leicester –spiegano- con un sitar rubato
ad un antiquario, e tutto si perfezionò in un college di Preston”. “Sleep
on the left side” e “Brimful of Asha” sono i singoli estratti dall’album,
ma è “We’re in Yr Corner” e “Norwegian wood” dei Beatles, qui
cantata in indiano, a rendere questo disco ancora più bello e impedibile.
Per l’etichetta Real world è uscito il disco “The Journey” di Maryam Mursal, una cantante somala, che,
oltre alla musica della sua terra, include elementi e culture diverse, africane ed europee, fuse in un
racconto personale. Con passione, lei ci racconta la sua storia e ci trasmette che vuole essere cittadina
del mondo.
E sempre per la Real World di Peter Gabriel, ecco Yung Chen Lhamo con “Coming home”, un’artista
tibetana che si batte anche con la sua musica per la causa del proprio popolo invaso dai cinesi. Nel
disco suonano, oltre a Peter Gabriel, diversi musicisti provenienti da diverse culture, che creano una
trama elettro rock intorno alla voce di Yung.
Una curiosità dal Giappone: “Music of the world- National Anthems” di Sesi Oawa (Philips), che, in 77
minuti raccoglie ben 67 inni nazionali suonati con la New Japan Philharmonic Orchestra. Interessante
lavoro, però, purtroppo, viene privilegiata l’Europa a scapito di Asia e Africa.
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Due raccolte della casa discografica francese Declic Communicator e diffuse dalla Virgin France S.A.
vi consigliamo. La prima è “Planet Maghreb”, con cantanti di Musica Rai, ma anche di musica più
tradizionale algerina: Cheb Aarab, Cheb Khaled, Orchestre Faycal, Najat Aatabou, Chants Sacres du
Sahara algerien, El Kahlaoui tounsi, Cheikha Remitti, Cheikh Salah, Cheb Mami, Cheb Hasni ed altri.
La seconda raccolta si chiama “Planet Rai”: Cheb Mami, Cheb Khaled, Chaba Fadela, Cheb Kader,
Cheb Hasni, Cheb Kada con Khaled, sono solo alcuni nomi degli artisti presenti. Molto bella “Ana
Mazel” di Mami.
Un’interessante colonna sonora di un recente film è quella di “Cyclo”, distribuita dalla Milan Asia e
composta da Ton That Tiet, che si produce in una suite sinfonica di oltre 30 minuti nella quale mescola
le atonalità di occidente e oriente. In aggiunta, ci sono i brani vietnamiti per voci, coro e mandolini e
anche due brani rock, “Creep” dei Radiohead e “Just like you” della Rollins Band.
Forse qualcuno di voi si ricorderà del gruppo rock australiano Midnight Oil, attivi già da due decadi e
sotto contratto per la CBS, per la quale hanno inciso diversi album, l’ultimo dei quali ci risulta essere
“20.000 Watt” del 1997. Rock dai testi impegnati: temi sociali, inquinamento, aborigeni e tutti i
problemi che soprattutto l’uomo porta nell’amata e difficile Australia: terre sconfinate e desertiche,
grandi città e lunghi viaggi in una terra ancora aspra e troppo poco nota…E’ questo che fanno venire in
mente i Midnight Oil, dei quali vi consigliamo “Diesel and Dust” 1987, l’album che li ha portati alla
notorietà e “Blue sky mining” del 1990.
Molti di voi conosceranno senz’altro i Deep Forest, un gruppo che ama fondere tra loro musiche molto
diverse. Con il nuovo album “Comparsa” (Sony) i ritmi adottati si ispirano alla musica latinoamericana e del Madagascar, e i temi che vi ricorrono sono: il sole, il calore in ogni suo aspetto, e la
fraternità fra le persone che appartengono a differenti credi religiosi e politici e vogliono stare insieme
e divertirsi con canti e balli.
Noa “Firt steps” (Universal) è una raccolta su doppio cd contenente “Live in Concert” 1991 e
“AchinoamNini- Gil Dor” 1993, i primi lavori della cantante e autrice israeliana Achinoam Nini, in arte
Noa. Due lavori piuttosto diversi che mettono però in luce un personaggio eclettico che, soprattutto dal
vivo, dimostra di saper spaziare dai Beatles (“I will”, “Drive my car”) agli standards americani degli
anni 40 per finire con la Madonna di “Material girl”. Nel disco di studio, sempre naturalmente
accompagnata dal fedele chitarrista Gil Dor, Noa si addentra in sonorità più etniche che preludono alla
sperimentazioni vocali degli anni successivi.
L’8 Giugno a Palermo in Piazza Politeama si è esibito Khaled, per sensibilizzare
l’opinione pubblica su temi come l’integralismo e il mancato rispetto dei diritti
umani.
Il 20 Luglio in Piazza Duomo di Milano “Milano di note”, abbiamo avuto modo
di ascoltare “gratis” la bellissima voce di Antonella Ruggiero che ha eseguito
anche brani indiani, alcuni tratti dall’album “Libera” del 1996.
Non potevamo concludere, anche se a distanza di mesi dalla sua uscita, con il cd
“India” de LaRepubblica, davvero molto bello, ecco i nomi: Ali Akbar Khan,
Black Bombay, Ravi Shankar, Najma, Dissidenten, Alman, Third man, Krishna Batth con Akir
Hussain, Jai Uttal, e il trio Garbarek, Brehem, Hussain.
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TAOISMO
Libro: Tao The ching è uno dei testi fondamentali del Taoismo scritto da Lao-Tzu
Filosofia: Tutto nella vita è relativo, solo il Tao è verità
Il Taoismo, in cinese “Tao-chia” indica la scuola taoista che segue gli insegnamenti di Lao-Tzu,
fondatore di quest’antico sistema filosofico-religioso cinese e contemporaneo di Confucio. Taoismo in
cinese si dice anche “Tao-chiao” ovvero la chiesa taoista. Tutto ciò che esiste sia nel mondo fisico, che
in quello morale è governato da una legge d’eterna armonia, il Tao “La via”, l’essere assoluto e
indeterminato, da cui derivano tutti gli esseri finiti, principio dell’ordine cosmico enorma per l’agire
umano.
L’uomo deve obbedire al Tao e tale obbedienza non vuol dire essere inoperoso, ma è un’azione
positiva, una conquista. La morale taoista si riassume in 5 proibizioni: uccisione degli esseri viventi,
alcoolismo, ipocrisia, furto e scostumatezza. 10 sono i consigli: ubbidire ai genitori, servire
l’Imperatore e il proprio maestro, essere buono verso tutte le creature, sopportare il male ricevuto,
cercare di portare la pace quando ci sono discussioni e quindi togliere l’odio, sacrificare i propri
interessi per aiutare i poveri, liberare gli animali catturati e nutrire gli esseri viventi, scavare pozzipiantare alberi e costruire ponti, rendersi utile ai propri simili curandosi dei loro interessi e illuminando
la loro ignoranza, recitare i libri taoisti e bruciare l’incenso per onorarli.
Il Taoismo quindi, anche se si è ispirato al Buddismo, ha messo in maggior rilievo il “valore salvifico
della moralità”che nel Confucianesimo. Tutto nella vita è relativo, solo il Tao rappresenta la verità.
Dopo la morte il corpo torna alla materia e lo spirito torna allo spirito e vi si confonde, perdendo la
propria individualità. Il tempio taoista non è dedicato a nessun Dio, è piuttosto un luogo di ritrovo di
tutti gli spiriti.
Un tempo il culto si svolgeva all’aperto, oggi in un tempio. La maggior parte degli dei taoisti sono
uomini deificati, si chiamano Shen, o spiriti e sono considerati come ministri del Dio Supremo
“Yuhuang” ossia “Imperatore-Giada” e si confonde con “Yuan-shi T’ien-tzuen” il Sovrano nel cielo
nel Primo inizio” che è la personificazione del Tao. Nel Pantheon taoista si trovano pure i demoni. Lao
Tze “o Lao Tzu” è il filosofo cinese, come già detto, del Taoismo ed è del sesto secolo avanti Cristo.
Non si conosce nulla con esattezza sulla sua vita, solo che è autore di “Tao the ching”, uno dei testi
fondamentali del Taoismo. Molti sinologi mettono in dubbio persino l’esistenza di questo personaggio,
vissuto all’epoca di Confucio (551-479 a. C) del quale era più anziano di 30 anni. Amareggiato dalla
corruzione della corte, rinunciò alla carica e partì verso Occidente. Accogliendo la richiesta del
guardiano della frontiera, scrisse un opera in versi, con circa 5000 caratteri, poi sparì verso Occidente
lasciando perdere le sue tracce.
“Chi conosce gli altri è sapiente ma chi conosce se stesso è saggio. Chi vince gli altri è forte ma chi
vince se stesso è potente. Chi accumula è ambizioso ma chi si accontenta è ricco. Chi non lascia il
giusto posto vive a lungo. Morire e non perire, ecco la vera longevità.
(Lao-Tzu)
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La Vera arma dell’Islam
Di Mamdouh AbdEl Kawi
Con la collaborazione di Ahmed Aly
Di questi tempi è un continuo parlare dell’Islam, in bene e in male, molte volte in male:
alla radio, sui giornali, alla televisione.
Proprio oggi ho sentito che parlavano in TV sui musulmani, dicevano che ci sono due
tipi di musulmani: i terroristi –veri nemici dei musulmani e quindi dell’Islam- e i veri
musulmani –quelli che tengono alla pace- noi siamo fra questi inshallah. Mi ha fatto
molto piacere sentire parole di questo tipo, visto che sono un musulmano ed anche
perché appena sentono parlare dei musulmani la gente pensa subito al terrorismo, a
gente ancora arretrata, con donne che vivono male con uno shadòr imposto dal marito,
ecc. Ma non è vero. Purtroppo qui in Occidente, soprattutto in Italia, la gente non sa
ancora nulla e pensano solo a quelle tre cose che ho appena citato. “Chi è il vostro Dio,
Allah?” domandano, ma non sanno invece che il loro Dio è il nostro stesso Dio e
viceversa. Non sanno anche che noi non vogliamo imporre la nostra religione, chi lo fa
sbaglia. Se dobbiamo parlare dell’Islam lo facciamo solo con chi è veramente
interessato, poi sta a quella persona pensare con la propria testa. Su questo giornale ad
esempio, non trattiamo solo l’argomento Islam, visto che non tutti della redazione e i
collaboratori sono musulmani, anche perché non ci sembra giusto parlare solo di questo.
Trattiamo ad esempio anche le altre religioni, senza cambiare nulla, rispettandole
ognuna. Senza soffermarsi troppo sull’argomento terrorismo, vorrei infine dire che i
terroristi così facendo non fanno altro che attirare odio su di noi e sull’Islam. Creando
così pregiudizi inutili.
E dell’Algeria che dire? Non sono algerino e quindi non conosco molto i problemi che ci
sono in questo paese, posso solo spiegare che il vero musulmano non ammazza né un
altro musulmano, né un cristiano, un ebreo ecc. Noi ci difendiamo solo quando qualcuno
ci attacca, è lecito e logico, ma non siamo violenti. Prima di giudicare e parlare
sull’Islam consiglierei alle persone di leggere qualcosa sull’Islam, o anche una piccola
parte del Corano. Cosè l’Islam? È Pace ed è contro l’ingiustizia e la violenza, è questa la
verità. Le armi dell’Islam sono le parole del Corano e solo queste possiamo avere.
Cercate di capire –senza giustificare- i motivi della violenza, da dove proviene e chi è
l’artefice. Vi chiediamo di essere leali nel giudicare l’Islam, leggete prima, senza
giudicare solo perché l’avete sentito da qualche parte o visto cose negative, informatevi
prima. Per concludere vorrei citare due parole che mi ha detto Iman conosciuto a Roma:
“Se non ci fossero tutte queste cose negative, la gente conoscerebbe meglio l’islam, lo
capirebbe e amerebbe di più, poiché l’Islam ha preso le cose più belle della religione
ebraica e cristiana”.
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Sotto la foto della moschea a Roma
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“Il Faraone delle sabbie” è un romanzo tra l’archeologico e l’intrigo
internazionale scritto dall’italiano Valerio Massimo Manfredi per la Mondadori,
£ 30.000. L’egittologo William Blake da la caccia a un misterioso papiro in un
thriller con un intreccio di storie e misteri che dall’epoca dei faraoni si snoda
fino alla Chicago di oggi.
“Vietnam a Cambogia” di Flavia Amabile, Airplane Edizioni, £ 28.000 è una
giuda che accompagna, in 300 pagine, il viaggiatore in percorsi non solo
geografici, mettendolo in condizioni di compiere le scelte giuste in un’area
difficile.
“Ti ho amata per la tua voce”, titolo originale “Oum” di Selim Nassib,
Edizioni e/o, lire 15.000, è una storia d’amore ambientata al Cairo, per la
cantante egiziana di tutti i tempi Oum Kalthoum. Ma non solo. Racconta anche
il Medio Oriente, la posizione della donna nelle società musulmane e narra
anche del poeta Ahmad Rami, che amò Oum per tutta la vita, scrivendole i
testi per le canzoni. L’autore Selim Nassib è nato nel 1946 a Beirut e vive a
Parigi. Ha pubblicato diversi romanzi e racconti.
Dopo “Pappamondo” e “Vacanze contromano”, l’Editrice Berti, quella di
“Terre di mezzo”, pubblica “Mi manca Topolino!”. Ma non fatevi ingannare
dal titolo perché il libro scritto da Davide Franzi e Carlo Giorgi, £ 12.000, vale
la pena di leggerlo. Parla di volontariato in Uganda, Rwanda, Sudan, exJugoslavia. Il protagonista è proprio Franzi, che appena 17enne, nell’83 si
trova per la prima volta in Africa, a contatto con la gente, la povertà e quindi con i mille problemi che
si possono trovare in un paese come l’Africa. La prima cosa che viene in mente “al viziato ragazzino”,
così si autodefinisce Franzi, è di tornare in Italia, dove ha lasciato il benessere e tutto. Quindi ecco
perché “Mi manca Topolino”. Giorgi invece è il redattore del giornale di strada “Terre di mezzo”.
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Finalmente ecco un libro sulla musica RAÏ, di Marcello Lorrai e Chawki Senouci, Zelig
Editore, £ 16.000. Il titolo è “La battaglia del RAÏ”. Racconta delle difficoltà in Algeria di
essere libero esponendo le proprie idee, della politica, dei sogni dei giovani di lasciare la loro
terra per andare in Occidente. Tutto questo è riassunto nei testi dei Cheb “ragazzi” Khaled,
Mami, Hasni di Chaba Fadela, Noria, Zohra.
“Lettere dall’India” di Guido Gozzano, EDT, £ 22.000. Il viaggio indiano del “poeta delle piccole
cose”, intrapreso nel 1912 per motivi di salute tra Bombay, Goa, Golconda, Agra, Jaipur e Benares.
“Gli dei dell’Egitto” di Claude Traunecker, Xenia, £ 10.000 è utilissimo per capire l’antica civiltà del
Nilo, e ci guida tra i culti dell’antico popolo, mentre per i più interessati consigliamo “Testi religiosi
egizi”. A cura di Sergio Donadoni, Garzanti, £ 22.000.
E, dopo l’incredibile successo dei 5 volumi dedicati a Ramses: “Il figlio della luce”, “La dimora
millenaria”, “La battaglia di Qadesh”, “La regina di Abu Simbel” e “L’ultimo nemico”, il solito
Christian Jacq continua a battere il ferro finchè è caldo sfornando un libro dopo l’altro, ma
sinceramente il troppo storpia e non ci invoglia più a leggere cose di questo tipo. Comunque non
possiamo non segnalarvelo, quindi ecco, sempre dello stesso autore per Mondadori, in edizioni
economiche “Le egiziane”, che ci fa conoscere le donne ai tempi dei faraoni con le loro funzioni, dalle
più umili alle più nobili. “Le donne dei faraoni” in cui troviamo l’invidiabile status delle antiche regine.
“Il ragazzo che sfidò Ramses il grande”, il battello a vapore ED, lire 24.000, dedicato ai ragazzi che si
vogliono avvicinare all’argomento, e poi per la nuova saga dedicata a Keops, cioè Cheope, sulla quale
ritorneremo prossimamente.
Sempre riguardo all’antica civiltà più in voga al momento, ecco, “Ramses II il figlio del sole” di
Christian Desroches Noblecourt, Sperling e Kupfer, £ 32.500, la storia del leggendario faraone scritta
dalla ricercatrice e curatrice della mostra dedicata nel 76 dal Louvre e Ramses.
Margaret George ci propone l’affascinante storia di Cleopatra in ben 4 romanzi, “Io, Cleopatra”,
Sperling e Kupfer, £ 16.900 a volume. Questa potente donna dalla grande personalità che risollevò le
sorti dell’Egitto, in realtà era una Macedone di origine ebrea, stimata e amata da Pompeo, Cesare e
Antonio e odiata da Ottaviano Augusto. Un’altra lunga saga quindi.
Sotto Cleopatra e Ramses
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Sempre su Cleopatra,questa volta solo volumi singoli, ecco anche “Cleopatra Regina d’Egitto” di
Maffio Muffii, Giunti, £ 15.000 e “Cleopatra” di Michel Peyramaure, Rizzoli, £ 16.900
“Le braccia del sole- Il diario di Nefertiti” di Roberto Zacco, Mondadori, £ 32.000 ci riporta indietro di
3.500 anni e ci fa rivivere l’epoca di Akhenaton, cioè Amenofi 4 e di Nefertiti, donna intelligentissima
dalla sconvolgente modernità –arrivava persino a travestirsi da uomo per combattere!- . Dopo il reale
ritrovamento del diario di questa regina scritto su tavolette d’argilla e su papiri, l’egittologo Roberto
Zacco ne ha ricavato un libro integrato con la sua fantasia.
“Cile e l’Isola di Pasqua” di Wayne Bernardson, EDT, £ 49.000. Una guida per tutto quello che c’è da
sapere e da fare in Cile. Gli spettacolari ghiacciai e i fiordi della Patagonia; i siti archeologici delle
regioni Inca del nord; la remota Isola di Pasqua con le sue statue giganti stilizzate e l’arcipelago Juan
Fernandez; le eccentriche case di Pablo Neruda a Santiago.
“Permesso di soggiorno” di M.C Martinetti, M. De Lourdes Jesus e R. Genovese, RAI- ERI Edizioni,
153 pagine, £ 18.000. Opera delle conduttrici e del regista della trasmissione di RadioUno dedicato agli
immigrati in Italia, con schede e notizie essenziali che riguardano i vari paesi.
“Al sole dell’India” di Guido Gozzano, Touring Club, £ 20.000 è un racconto di viaggio sospeso tra
mito, fuga ed iniziazione di un giovane dandy torinese delicato e perplesso, pervaso dalla malinconia
poetica e minato da un male incurabile. Lasciata l’Europa della Belle Epoque nel 1914 per svagarsi e
ritemprare la salute, arriva in India.
“Il segreto di Cheope” di R. Giacobbe e R. Luna, Newton e Compton, £ 22.900. Un’affascinante
percorso attraverso i misteri dell’antico Egitto: sette storie vere e un finale fantastico.
“Figlia del mattino” di Pauline Gedge, Sonzogno, £ 16.900 è la storia di Hatshepsut, la donna-faraone
di cui i posteri cercarono di far perdere le tracce.
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-LE LINEE DI NAZCA-
Da questo numero, abbiamo deciso di fare partire un’altra rubrica “fissa” che ha che fare con i temi che
ci interessano, “IL FASCINO DEL MISTERO”. Sottoporremo così alla vostra attenzione e, soprattutto
alla vostra curiosità, luoghi e avvenimenti misteriosi di luoghi lontani di cui spesso si è sentito parlare
solo superficialmente. Come primo mistero parleremo delle leggendarie linee di Nazca (dal nome dell’
altopiano del Perù ove si trovano), visto che ultimamente è giunta notizia di un altro ritrovamento
analogo, come vedremo più avanti.
Questa zona presenta una peculiare caratteristica: percorrendola a piedi o in auto sembra un luogo del
tutto normale: arido, caldo, desertico come altri territori di quella zona; invece, sorvolandola a qualche
centinaio di metri d’altezza, scoprirete che è costellato da disegni, i quali, da terra sembrano soltanto
tracce di vecchi sentieri o avvallamenti naturali del terreno. Proprio per questo la più colossale opera
d’arte del mondo è stata scoperta solo in tempi recentissimi. Infatti, gli sconcertati piloti di una
flottiglia aerea che, nel 1939, sorvolarono per la prima volta quel territorio desertico, avvistarono le
curiose linee e avvertirono il dipartimento archeologico. Dapprima si pensò ad un sistema
d’irrigazione, poi ci si rese conto che esse rappresentavano delle figure. Migliaia di anni fa, dunque, la
misteriosa tribù dei Nazca si è presa la briga di realizzare un’opera titanica, pur sapendo di non poterla
mai contemplare. Perché?
Tra le teorie, sempre molto fantasiose e poco credibili, ci sarebbero: l’ipotesi extraterrestre, cioè le
linee sarebbero state fatte con lo scopo di poter inviare messaggi ad astronavi extraterrestri in orbita
attorno alla terra, oppure che i Nazca sarebbero riusciti a creare delle rudimentali mongolfiere tessendo
un particolare tipo di tela talmente sottile e compatta che poteva essere riempita di aria calda come i
“palloni” delle mongolfiere, e con loro sarebbero riusciti a dirigere e contemplare i lavori dall’alto: un
po’ troppo. Forse si tratta solo di immagini votive realizzate in favore di una divinità, probabilmente il
sole, ma per il momento il caso resta insoluto.
Nel mese di Luglio, infine, è giunta notizia di un analogo ritrovamento in Australia, dove, in una zona
assolata, sarebbe stato avvistato sul terreno un gigantesco ritratto di aborigeno, ma gli esperti si sono
rivelati piuttosto scettici: si tratterebbe quasi sicuramente di un falso tracciato da qualcuno con un
automezzo agricolo per pubblicizzare la zona o di uno scherzo di un burlone. Per quanto riguarda le
linee di Nazca, vi rimandiamo alla lettura del volume “Le piste di Nazca” di Simone Waisbard, Sugar
edizioni.
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In questo numero cominceremo finalmente a parlare dell’infinita serie dei kung fu movies, dopo
aver preso in esame il “solito” Bruce Lee nei passati “Mondi Lontani”. Iniziamo con un
capostipite come “I giganti del karaté” girato nel periodo d’oro di questo filone, gli anni ’70, poi
parleremo di diverse etnie con film e nazionalità molto lontane anche tra loro, e di lungometraggi
tratti da popolari serie di cartoni animati giapponesi, oltre ai più recenti titoli. Aspettiamo anche
vostre segnalazioni!
YELEEN – LA LUCE (Yeleen), drammatico/fantasy, Mali, 1987, di Souleymane Cissé , durata: 105’,
con:Issiaka Kane, Niamento Sanogo, Balla Moussa Keita. Distribuzione: I.M.C.-COE. Nell’Africa primitiva,
dove la legge è dettata dagli stregoni, è in atto un conflitto tra uno di essi e suo figlio; il padre vorrebbe che i
segreti della magia non venissero divulgati: la trasgressione agli ordini paterni porterà a dure conseguenze. Un
film di matrice fantastica regolarmente distribuito anche in Italia anche in videocassetta. Da recuperare.
NOTTE E NEBBIA DEL GIAPPONE
(Nihon no yoru to
kiri), drammatico, Giappone, 1960, di Nagisa Oshima, durata: 106’, con:
Miyuki Kuwano, Fumio Watanabe, Hiroshi Akutagawa. Distribuzione:
Shochiku Ofuna. Durante un matrimonio vengono ricordati i momenti di
lotta degli studenti contro l’approvazione del trattato di sicurezza al quale
si susseguirono le manifestazioni, fino allo scoppio della guerra
giapponese. Ora sono passati 15 anni da quei tumulti. Oshima è l’autore
di punta del Nuovo Cinema Giapponese e questo è considerato un film
“maledetto”, sequestrato e arrivato in Occidente soltanto nel 1972.
WEST BEYROUTH
(West Beyrouth), drammatico, Bel/Fra/Lib/Nor, 1998, di Ziad Doueiri, durata:
107’, con: Joseph Bou Nassar, Liliane Nemry. Distribuzione: Lucky Red. Beirut, 13-4-75, primo giorno
ufficiale della guerra civile in Libano. I passeggeri di un autobus palestinese vengono massacrati dalla milizia
davanti agli occhi di Tarek e Omar, due adolescenti che vivono nei quartieri occidentali di Beirut, la parte
musulmana della città. Insieme a May, una giovane cristiana del quartiere, vivono alla giornata cercando di
ignorare il dramma del loro popolo ormai diviso, comportandosi quasi come in un gioco, ma vengono
progressivamente trascinati nell’ingranaggio della violenza. Presentato all’ultimo Festival di Cannes.
THE HOLE – IL BUCO
(Dong), drammatico, Taiwan/Francia, 1997, di Tsai Ming-liang, durata: 93’,
con: Yang Kuei-Mei, Lee Kang-sheng. Distribuzione: Lucky Red. Un film piuttosto difficile dell’ormai
noto regista taiwanese Tsai Ming-Liang, già vincitore di numerosi premi con i precedenti “Vive l’amour” e “Il
fiume”; quest’anno, con “The hole” ha mancato per poco la Palma d’Oro a Cannes, comunque il suo film è stato
distribuito con successo, recentemente, anche da noi. Taiwan, all’alba del 21° secolo, in un ambiente totalmente
inquinato, dove la pioggia batte senza tregua mentre imperversa una strana epidemia sull’isola. Nell’edificio di
un quartiere deserto, in una zona dichiarata sinistrata, un uomo rifiuta di andarsene e scopre che
nell’appartamento contiguo del piano inferiore vive una ragazza sola, quando un idraulico lascia aperto un buco
tra le due case. Attraverso il foro nasce una comunicazione simbolica tra i due esseri solitari, dapprima
conflittuale, poi che dà speranza in un mondo vuoto…
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I GIGANTI DEL KARATÈ (Temple of Shaolin), azione, Hong Kong, 1975, di Chang Cheh e Wu Ma,
durata: 121’, con: Fu Sheng, Chi Kuan Chun. Distribuzione: Kent. Nella Cina tiranneggiata dai Manchu, l’unica
oasi di libertà è il tempio di Shao Li, dove i bonzi insegnano ai giovani le discipline spirituali e le arti marziali.
Nonostante verrà distrutto dal governatore della zona, i pochi sopravvissuti cominceranno la ribellione per la
libertà.
FEMMES…ET FEMMES
(Nissa... wa nissa), commedia, Marocco, 1997, di Saâd Chraïbi, durata:
98’,con: Mouna Fettou, Fatema Khair, Touria Alaoui. Inedito in Italia. Come ci indica il titolo del film, visto al
recente Festival del Cinema Africano di Milano, siamo di fronte alla storia di tre donne e all’incontro di alcune
amiche di vecchia data; questa unione rafforza in tutte loro la volontà di andare avanti. La protagonista è una
conduttrice di trasmissioni televisive con difficoltà nell’ambiente di lavoro e nella vita privata.
(India favolosa), documentario, Italia, 1954, di Giulio Macchi, durata: 70’
Distribuzione: Titanus. “India favolosa” è un altro documentario che il nostro paese ha dedicato alla nazione dai
mille volti e dai mille contrasti, nel quale l’India viene vista soprattutto attraverso le manifestazioni
folkloristiche.
INDIA FAVOLOSA
TILAI – LA LEGGE
(Tilai), drammatico, Burkina Faso/Fra/Svi, 1990, di Idrissa Ouedraogo, durata:
83’, con: Rasmane Ouedraogo, Ina Cisse’. Distribuzione: Lucky Red. Il regista de “La
nonna” ritorna nel 1990 con un film se possibile ancora più duro ed estremo. Ben
recitato e diretto con sobrietà, questo è un buon esempio di come il cinema africano,
ancora poco conosciuto in occidente, si sia in questi anni arricchito tecnicamente ed
artisticamente. Vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, parla del
ritorno di Saga presso la sua piccola comunità, dopo essersene allontanato da tempo ed
avere lasciato la fidanzata, che ora scopre il padre ha fatto la sua seconda moglie.
I CAVALIERI DI ALLAH
(The desert sons),
avventura, U.S.A.,1953, di H. Bruce Humberstone, durata: 110’,
con: Gordon MacRae, Kathryn Grayson. Distribuzione: Warner
Bros. La legione Straniera è in lotta contro arabi malvagi , ma
sarà proprio un arabo a decidere le sorti della battaglia, tale El
Khobar, dalla parte dei buoni e civilizzato, laureato ad Harvard,
che batte l’infido emiro nemico e ottiene una pace onorevole dalla
Francia. Un interessante film di ambientazione araba, ormai
dimenticato ai nostri giorni. Peccato per l’infelice titolo italiano,
scelto per non confonderlo con l’ omonimo “Figli del deserto” di
Stanlio e Ollio.
FERRO
&
SETA
(Iron & silk), drammatico, U.S.A.,1990, di Shirley Sun,
durata: 92’, con: To
Funglin, Zhuang Genyuan, Dong Hancheng. Distribuzione:
Filmauro. Dopo il successo dei film di Yimou ecco un altro prodotto cinese, pero’ di contenuti più occidentali. Il
regista e il cast fanno parte delle comunità cinesi in America e provengono dagli Stati Uniti. Un giovane
americano cerca di percorrere il difficile cammino che porta all’apprendimento della filosofia del kung fu, ma di
mezzo ci si mette l’amore e non mancheranno le delusioni. Disponibile in videocassetta.
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GOLDRAKE E MAZINGA
Alla conquista del grande schermo!
Sicuramente questa pagina farà la gioia di tanti di voi che hanno amato e tuttora ammirano i mitici eroi
dei cartoon giapponesi degli anni 70 con tanta nostalgia, e chi ora è sui 30 anni ci può capire –per
queste tematiche vi rimandiamo allo scorso numero di “Mondi lontani” dove parlavamo dei manga-.
Forse non tutti ricordano che, alla fine degli anni 70, uscirono nelle sale cinematografiche dei
lungometraggi tratti da quei favolosi cartoon che tanto facevano viaggiare la fantasia di quegli allora
bambini, e dedicati in particolare ai primi e più amati giganti di metallo di sempre, Godrake e Mazinga.
Sul valore di quei film, sicuramente i critici avrebbero molto da dire, viste le critiche negative
(ingiustificate), che anche sociologi e psicologi si sono affrettati ad affibbiare a questo tipo di prodotti,
ma queste sono argomentazioni che a noi non interessano, visto che li consideriamo dei capolavori
irripetibili!!!
Nel 1977 o 1978 fece la sua apparizione “La più grande avventura di Ufo Robot: Goldrake all’attacco”
(Ufo Robot Grendizer Rads, di Toshio e Hideki Mori, spezzoni tratti dai prima 4 episodi televisivi),
sull’eroe dei fumetti del solito Go Nagai, creatore anche dei due Mazinga, seguito l’anno successivo da
“Goldrake l’invincibile” (Ufo Robot Grendizerraid, degli stessi registi, con spezzoni sempre di
episodi televisivi, e addirittura da “Mazinga contro gli Ufo Robot” (Great Mazinga Vs Getta Robot, di
Masayuki Akari). I tre episodi inediti contenuti nel film sono: Mazinga Z contro Devilman, Ufo Robot
Goldrake contro il Grande Mazinga, Il Grande Mazinga contro Getta Robot. C’è da dire che si tratta in
alcuni casi di vari episodi inediti dei cartoon per la gioia dei piccoli che avevano l’opportunità di
vedere tutti i loro eroi per la prima volta insieme, costringendo così i poveri genitori a correre al cinema
e sorbirsi ogni genere di scontri con i malvagi invasori di turno, ma non per questo i suddetti eroi dal
Sol Levante perdevano il loro fascino sul grande schermo, anzi! Tutti questi film non superavano l’ora
e mezza di durata, ed in genere contenevano tre episodi; i primi due di cui abbiamo parlato, sono stati
dedicati alle avventure dell’indimenticabile Goldrake: il pianeta Vega, è divenuto inabitabile, e perciò
il suo capo, Re Vega, decide l’invasione della terra. Allo scopo fissa una base sulla luna, ma i
collaboratori del Professor Procton, tra i quali c’è anche l’invincibile robot umano Goldrake
(Grendizer, per i giapponesi), riusciranno a ricacciare gli invasori. Nel 1980 uscì “Daimos- il figlio di
Goldrake” (My own Daimos Kasuja intrap, del solo Toshio Mori), ma non ci risulta che abbia a che
fare con i personaggi di Go Nagai. Tre episodi e tre vittorie del Grande Mazinga, sono invece racchiuse
in “Mazinga contro gli Ufo Robot”, e la macchina da guerra a forma di gigante torna al cinema nel
1979 chiudendo questo ciclo con “Mazinga contro Goldrake” (Adventure of Tora-Jan, di Masayuki
Akahi), in cui troviamo ben sei episodi di Mazinga, qui aiutato dall’amico Goldrake a combattere
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mostruosi nemici che vorrebbero distruggere il nostro pianeta. Da notare che questi rimontaggi
cinematografici di episodi speciali, sono stati particolarmente importanti per i vari passaggi di consegne
tra i due Mazinga Z e il Grande Mazinga), e per la coesistenza nel medesimo universo degli altri
personaggi di Nagai: troviamo anche, in questi film, altri nemici e amici, come Devilman, Space Robot
(Getter Robot), Jet Robot (Getter Robot G). Esiste anche “Goldrake Addio!” con altri spezzoni, tutti
collage fatti dai produttori italiani, non sono prodotti originali giapponesi. Dobbiamo anche notare
l’assoluta confusione creata, come al solito, dai traduttori italiani in merito a titoli e nomi dei
personaggi sempre cambiati, e alla scarsa resa sonora; a proposito, i suddetti film sono stati editi negli
anni 80 in videocassetta, e ci risulta che recentemente è uscito “Mazinga contro Goldrake”
rimasterizzato e con i nomi originali, quindi non perdetelo!
Ecco tutti i lungometraggi:
1. Mazinga Z contro Devilman
2. Mazinga Z contro il Generale Nero
3. Il Grande Mazinga contro Getta Robot
4. Il Grande Mazinga contro Getta Robot G
5. Ufo Robot Goldrake contro il Grande Mazinga
6. Ufo Robot Goldrake, Getta Robot G, il Grande Mazinga contro il Dragosauro
7. Goldrake all’attacco
8. Goldrake l’invincibile
9. Goldrake Addio!
10. Mazinga contro Goldrake
11. Mazinga contro gli Ufo Robot
12. Gli Ufo Robot contro gli invasori spaziali
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I sapori del Giappone
Naturalezza e perfezione sono i principi della cucina
giapponese. Le verdure vengono solo scottate, la
carne e il pesce spesso è cruda o cotti pochissimo e
gli ingredienti sono un accostamento ai cibi, non
mescolati, poichè è importante mantenere i sapori
intatti e distinti. Spesso i cibi sono serviti con
fantasia estetica, per dare un’immagine armoniosa.
Il riso è cotto a vapore e le verdure sono cotte in
modo da avere un risultato croccante in bocca. In
tavola vengono serviti tutti i cibi, come succede con
la cucina araba, indiana e cinese.
Il Chawan mushi è una crema a base di uova e
brodo leggero di pesce “dashi”, guarnita con gamberi, verdure, pollo, funghi, e fogli di
spinaci.
Il Donburi è il pollo in brodo dashi con salsa di soia e sakè, l’Oden è lo spezzatino,
l’Okonomiyaki è un po’ simile alla nostra pizza, la base è un impasto di farina e cavolo,
composto da verdure e carne.
l’Onigiri sono involtini a base di riso e alghe crude a volte sono ripiene di pesce o carne,
il Ramen è la zuppa con carne, spaghetti di grano, uova e alghe crude, i Soba sono i
spaghettini di grano saraceno.
Il Sushi sono polpettine di riso cotto al vapore trattate con aceto di riso, zucchero e sale,
ripieni di pesce, Yakitori sono gli spiedini di pollo.
Ecco alcuni ristoranti di Milano:
Akasaka in via Durini 23, tel. 76023679
Fuji in viale Montello 9, tel. 6552517
Ran in via Bordoni 8, tel. 6696997
Suntori in via verdi 6, tel. 862210
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IL RICETTARIO
CURRY DI ANANAS
Per 6 persone. Sbucciate un ananas e tagliatelo a dadi. Tritate una cipollina e 3 peperoncini
verdi piccanti. Mescolate tutto insieme e unite 2 cucchiaini di peperoncino rosso in polvere, un
cucchiaino di cumino nero in polvere, un cucchiaino e ½ di senape gialla in polvere, un
cucchiaino di coriandolo in polvere, cm. 2 di cannella in stecca e dl. 3 di latte di cocco
(ottenuto con cocco fresco passato nel mixer e allungato con acqua tiepida). Cuocete,
mescolate di tanto in tanto, per 15 minuti, finchè la salsa si sarà addensata. Servite con riso
bianco.
BIGNE’ DI GAMBERONI E POLLO
Pulite 300 g di gamberoni e tritateli insieme con 150 g di petto di pollo: tritate una cipolla e
unitela agli ingredienti precedenti, poi aggiungete un cucchiaino di zenzero tritato, uno di
lievito in polvere, un pizzico di glutammato, un cucchiaio di sherry e un cucchiaio di amido di
mais. Date una mescolata in modo da amalgamare gli ingredienti, aggiungete un cucchiaio
alla volta, un albume sbattuto fino a ottenere un composto ben legato. Insaporitelo con del
sale mescolando piano per non smontare l’albume. Fate scaldare abbondante olio nella
padella dei fritti: prelevate con un cucchiaino dei mucchietti di composto e tuffateli nell’olio
(non più di 7-8 per volta). Fate friggere i bignè finchè saranno gonfi e dorati, sgocciolateli con
una schiumarola e passateli su carta assorbente. Tenete in caldo quelli pronti, mentre friggete
gli altri.