Untitled - Confindustria Veneto SIAV
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LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 2 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese Cooperazione Intergenerazionale Come operare con le persone e le imprese 3 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 4 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese Contenuti Pag. 1. Il Programma Leonardo ed il Progetto Tacitus Introduzione al programma, gli obiettivi principali del progetto Tacitus e lo scopo di questa pubblicazione 7 2. Cos’è la Cooperazione Intergenerazionale Multilivello? Perché è importante? Nelle organizzazioni spesso il vecchio ed il nuovo convivono e non sempre l’innovazione si afferma. La cooperazione intergenerazionale vista come questione di cultura organizzativa può rappresentare un sostegno all’impresa in un mercato turbolento e poco prevedibile. 10 3. I Saperi Taciti nell’Economia dell’Innovazione Nell’economia “pilotata dall’innovazione” la creazione di conoscenza è una necessità per focalizzare l’Impresa su processi che “creino valore”: di conseguenza le due forme della conoscenza: “Esplicita” e “Tacita” devono venire bilanciate trasferendo la seconda nella prima tutte le volte che ciò si renda utile. 14 4. Identità e cultura nelle PMI La cultura aziendale nelle PMI si basa su due vettori: la cultura della proprietà e quella di gruppo che unite formano una “squadra” forte e cooperativa. Generalmente essa è flessibile e adattabile: se correttamente gestita indirizza l’azienda in coerenza con i suoi obiettivi, dandole un vantaggio competitivo 20 5. Il ruolo della Cooperazione Intergenerazionale: 23 Novizio - Esperto La circolazione del “sapere esperto” all’interno delle organizzazioni riveste una primaria importanza quando coinvolge un “Novizio” ed un “Esperto”: la relazione tra di loro è da considerarsi nell’ambito del “management delle diversità” 5 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 6 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 1. Il Programma Leonardo da Vinci ed il Progetto Tacitus Il Programma Leonardo da Vinci promosso dall’Unione Europea ha come scopo l’implementazione delle politiche di formazione in ambito Comunitario, appoggiando e sostenendo le iniziative prese dai singoli Stati Membri. La sua seconda fase copre il periodo che va dal 2000 al 2006. Il Programma Leonardo da Vinci mira a sviluppare la qualità, l’innovazione e la dimensione europea dei sistemi e delle pratiche della Formazione Professionale grazie alla cooperazione transnazionale. Più in dettaglio, Leonardo persegue tre obiettivi fondamentali: • migliorare le abilità e le competenze delle persone nel campo della Formazione Professionale iniziale a tutti i livelli; • incrementare la qualità e le possibilità di accesso alla Formazione Continua, in modo da acquisire abilità e competenze lungo tutto l’arco della vita per sviluppare ed incrementare l’adattabilità, in particolare per consolidare i processi di cambiamento sia tecnologico che organizzativo; • promuovere e rafforzare il contributo della Formazione Professionale al processo di innovazione, con l’obiettivo di migliorare la competitività e l’imprenditorialità. Particolare attenzione viene posta a favorire la cooperazione tra le istituzioni che 7 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese operano in ambito formativo, comprese le Università, e le Imprese, particolarmente quelle di medie e piccole dimensioni. Il Programma Leonardo da Vinci cofinanzia progetti pilota, azioni tematiche, sviluppo delle competenze linguistiche, costituzione di reti transnazionali e produzione di materiali di riferimento. In questo contesto il Progetto “Tacitus – Incremento e trasferimento degli apprendimenti non formali” costituisce un progetto di rete transnazionale focalizzato sul tema dello sviluppo della forza lavoro e della popolazione anziane. Esso riunisce 15 differenti Organizzazioni di sette Paesi Europei, operanti nei campi della Formazione e del supporto alle Imprese nel cambiamento e nell’innovazione. Gli Organismi sono: Confindustria Veneto SIAV (promotore), Regione del Veneto, DIMEG - Università di Padova, CISL Veneto, ECIPA, EUROSPORTELLO, OBR (Italia), BBW (Germania), UEB, SVO (Belgio), CEISET (Portogallo), CEFORALP (Francia), Università di Reykjavik (Islanda), Università Politecnica di Timisoara, Technical College di Timisoara (Romania). Le tematiche affrontate dalla rete sono la forza lavoro anziana ed il trasferimento delle conoscenze. Infatti il progressivo invecchiamento della forza lavoro diventa sempre più evidente in molte aree produttive d’Europa a causa del sempre minore numero di giovani nuovi occupati. Questo andamento è dovuto al basso tasso di natalità che riguarda tutti gli Stati dell’U.E., sia pure con caratteristiche diverse tra loro e non viene compensato né dalla maggiore presenza nel mercato del lavoro delle 8 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese donne, né dall’incremento del tasso di immigrazione. Ciò significa che, in particolare nelle piccole imprese, per continuarne e salvaguardarne l’attività, sia gli imprenditori che i lavoratori devono trovare le vie ed i mezzi per trasferire le conoscenze pratiche e le competenze tacite in loro possesso agli altri operatori. Conoscenze pratiche e competenze tacite, unite alle abilità tecniche ed operative, vengono così a rappresentare dei valori fondamentali per la prosecuzione dell’attività. Per raggiungere questo scopo la rete ha identificato delle metodologie volte a strutturare dei percorsi di Formazione Continua specificatamente tarati su gruppi specifici (come quelli composti da lavoratori anziani e giovani) in modo da favorire l’interazione e lo scambio di esperienze fra “esperti” e “novizi”, proponendo una nuova strategia di gestione dell’età. Il Progetto “Tacitus” ha così sviluppato un modello di intervento tarato sugli specifici bisogni delle P.M.I. per il ricupero delle competenze. Questo dossier rappresenta uno degli strumenti messi a punto per testare il modello nelle imprese e con gli esperti, strumenti che comprendono una Guida alla cooperazione intergenerazionale nelle imprese e da una serie di dossier tematici sulle modalità operative per gestire la forza lavoro anziana ed il trasferimento delle competenze, oltre che su come operare con i singoli e con le imprese in ambito di cooperazione intergenerazionale per il trasferimento di saperi esperti in campo tecnico, di innovazione e di cambiamento. Un’articolata strategia per la valorizzazione dei risultati ottenuti nel corso della vita del progetto li rende disponibili ad Istituzioni, Professionisti ed Imprese. 9 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 2. Cos’è la Cooperazione Intergenerazionale Multilivello e perché è Importante? Viviamo in un mondo che cambia molto velocemente e le imprese sono parte di queste trasformazioni almeno in due sensi diversi: promuovono le trasformazioni attraverso la proposta di nuovi prodotti e servizi per essere protagoniste nel loro mercato di riferimento; devono adeguarsi ai mutamenti introdotti da altri per non esserne travolte. Ma questi cambiamenti non sono lineari, il vecchio e il nuovo convivono per molto tempo e non sempre le innovazioni si affermano. Questo avviene anche all’interno delle organizzazioni nelle quali: i lavoratori anziani incorporano le esperienze di lavoro consolidate, le buone pratiche che hanno dimostrato di funzionare bene, le modalità organizzative che sono diventate fluide abitudini operative, un prudenza operativa che funziona da filtro verso le innovazioni troppo improvvisate e rischiose; i giovani novizi mancano di esperienza, ma portano apertura mentale, motivazione, energie fresche e spesso una preparazione scolastica aggiornata e approfondita. Ecco allora che il massimo valore aggiunto organizzativo si può ottenere riuscendo a combinare con accortezza giovani e anziani nei gruppi di lavoro in modo da integrare in modo equilibrato la necessità della conservazione di quello che 10 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese funziona con la necessità dell’innovazione per quello che non funziona più. Questo approccio è molto diverso rispetto a quello che prevede la semplice sostituzione degli anziani con i giovani, pensando che i primi siano solo un fattore di rigidità e che i secondi costino di meno e siano più disponibili. In questo modo si rischia che l’intera organizzazione perda sistematicamente esperienza invece che accumularla. 2.1 Un valore nascosto Di solito si pensa che il valore degli anziani consista solo nella loro maggiore esperienza, ma esiste anche un secondo valore che dovrebbe essere meglio conosciuto. Quando una persona ha avuto la capacità e la fortuna di avere avuto una vita lavorativa soddisfacente raggiunge spesso un grande equilibrio personale, un maturità del carattere che gli permette di affrontare situazioni anche molto difficili in modo equilibrato ed efficace. Gli anziani non rischiano facilmente di essere travolti dall’ambizione o di sviluppare una competitività esasperata e distruttiva come a volte invece succede nei giovani che vogliono fare carriera rapidamente. La parola saggezza è impegnativa, ma è di questo che si tratta. 2.2 Quale organizzazione? Le organizzazioni non sono tutte uguali. Alcune hanno sviluppato un modello produttivo ben collaudato, ma rigido e non riescono a cambiarlo facilmente se muta l’ambiente competitivo. Questo avviene specialmente nelle imprese che si fondano su produzioni ad alta intensità di manod’opera, bassi costi di produzione e scarso valore aggiunto 11 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese del prodotto. In questo contesto le risorse umane non hanno un grande valore. Altre sono orientate su prodotti o servizi ad alto valore aggiunto, a competere sull’innovazione continua, alle forme organizzative snelle, poco gerarchiche, reticolari. In questi contesti la “mente-d’opera” e quindi le persone e i gruppi di lavoro sono la risorsa produttiva per eccellenza. Esistono molte sfumature intermedie tra i due modelli e nessuna azienda reale probabilmente realizza al 100% uno dei due estremi, ma man mano che si passa dal primo al secondo l’importanza della cooperazione intergenerazione aumenta. La fig.1 mostra le diverse responsabilità dei novizi nei due casi estremi. Figura 1 - Il novizio e contesti organizzativi Deve adattarsi passivamente se Organizzazione stabile in un ambiente stabile Deve contribuire All’evoluzione se Organizzazione mutevole in un ambiente mutevole Novizio 2.3 Governare il processo Perché la cooperazione intergenerazionale funzioni e dia i suoi frutti migliori non è sufficiente mescolare semplicemente giovani e anziani e stare a vedere che cosa succede. Le differenze potrebbero essere tali da creare incomprensioni e conflitti difficilmente recuperabili. Questo processo 12 deve essere presidiato e sostenuto dal LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese management, dai capi intermedi, dai formatori, attraverso lo sviluppo di una professionalità specifica, ma anche dalla chiara consapevolezza che è una questione di cultura organizzativa, cioè della necessità di modificare convinzioni e pregiudizi molto radicati e poco consapevoli. La fig.2 riassume i fattori chiave che è necessario presidiare per riuscire a combinare in modo efficace l’esperienza degli anziani con le potenzialità dei novizi: Figura 2 – Dall’adattamento allo sviluppo Apprendimento come adattamento Apprendimento come sviluppo Trasferimento di capacità Sviluppo di capacità Inserimento Coinvolgimento Insegnare, valutare Guidare, sostenere Adattarsi Interagire Conoscenza intesa come informazioni Progettazione + controllo Potenziale da sviluppare e valorizzare Orientare, indirizzare Come si vede la cooperazione intergenerazionale è una vera e propria strategia avanzata di gestione delle risorse umane adatta a sostenere in modo efficace le necessità delle imprese innovative che si muovono in un ambiente turbolento e poco prevedibile. Non è invece soltanto (e non solo) un modo di risolvere il problema sociale causato dall’invecchiamento della popolazione, che pure è rilevante ma la cui soluzione compete solo in modo indiretto alle imprese. 13 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 3. I saperi taciti nell’economia dell’innovazione 3.1 Saperi taciti e conoscenze esplicite Tutti i dipendenti, compresi quelli delle PMI, accumulano una notevole quantità di conoscenze durante la loro vita lavorativa. Questa raccolta di conoscenze non si limita solamente alle conoscenze tecniche in generale, bensì comprende anche i saperi relativi ad un'azienda, ad esempio le esperienze relative alla produzione, alle specifiche dei prodotti, alle norme di controllo qualità, ad atteggiamenti e valori dell'azienda, ecc. La conoscenza è un concetto bidimensionale: da una parte ci sono i saperi taciti, dall'altra i saperi espliciti. Nella vita di tutti i giorni si utilizzano perlopiù saperi taciti. Essi sono essenziali per le nostre attività lavorative quotidiane. Le persone utilizzano questo tipo di conoscenza “subconscia” e le relative pratiche di lavoro in tutti i processi organizzativi. Nonaka afferma che i saperi taciti passano da un individuo all'altro grazie ad un processo di socializzazione. I saperi taciti sono considerati per molti aspetti come un valore, un fattore positivo, perché le aziende preferiscono che la loro esperienza specifica non sia esplicitata al di fuori dell'ufficio specifico o non esca dalle mura dell'azienda. In altre parole, questa esperienza deve essere condivisa solamente dai membri dell'azienda o di un suo reparto. Ciononostante, quando lo si ritiene necessario, i saperi taciti possono diventare conoscenze attraverso un processo di “esternalizzazione” 14 esplicite anche se è LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese difficile formalizzare e trasmettere i saperi taciti. Le conoscenze esplicite sono più facili da comunicare, almeno in determinate circostanze. Più affini sono le persone, più si riesce facilmente a condividere le conoscenze in modo dettagliato, attuando un trasferimento di conoscenze esplicite. Tuttavia, esiste un limite all'uso delle conoscenze esplicite. Con i flussi di informazioni che giungono nelle organizzazioni aziendali, le persone cominciano ovviamente a porsi le seguenti domande: “Ma queste informazioni servono davvero?” oppure: “È questo il modo migliore per ottenerle?” Quando aumenta la percentuale di conoscenze esplicite, si ha un forte rallentamento del lavoro, poiché molte attività formalizzate. quotidiane Sarebbe, sono quindi, o devono inappropriato essere utilizzare conoscenze esplicite ovunque. 3.2 Innovazione per tutti Oggigiorno, tutte le imprese operano in una economia "guidata dall'innovazione”, e l'innovazione colpisce tutti gli aspetti della vita di un'azienda. Gli approcci innovativi sono necessari per la strategia aziendale, per la gestione delle risorse umane, le attività di marketing, lo sviluppo dei prodotti, gli aspetti finanziari ecc. L'innovazione è una realtà, e tutte le PMI devono convivere con essa: ciò richiede la capacità di reagire e una strategia per ogni azienda. Per questo motivo, le PMI devono dare il meglio di se stesse per capire completamente questa tendenza e 15 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese riuscire a gestirne l'impatto, anche quando l'innovazione influisce sulla struttura dell'organizzazione, ad esempio quando la necessità di collaborazione con partner esterni diventa una opportunità fondamentale di sviluppo. È una realtà che, fra le PMI, hanno più successo quelle che attuano iniziative di networking e collaborano con i partner su basi innovative. 3.3 Dalla gestione del non sapere alla gestione del sapere. Gestire la raccolta delle informazioni in un'azienda non è un compito semplice. Le aziende non si trovano solamente nel mezzo di un'economia guidata dall'innovazione, ma sono anche esposte a contesti affaristici volatili, e maggiore è questa tendenza, maggiori sono le informazioni e le conoscenze che devono acquisire. In un certo modo, le aziende dovrebbero piuttosto sviluppare la loro capacità di gestire la loro "ignoranza", piuttosto che sviluppare la capacità di gestire le loro conoscenze implicite. Ci sono, inoltre, buone ragioni per imparare ciò che non si conosce già. Il futuro di un'azienda dipende dalla capacità di individuare rischi e opportunità, al di là dello scenario circostante in cui opera l'azienda. Ciò di cui si ha bisogno è la capacità, interna all'azienda, di acquisire e sviluppare una esperienza umana che possa trasformare percezioni in giudizi e decisioni giuste. L'acquisizione della conoscenza deve, inoltre, valorizzare la capacità di predisporre strutture adeguate e durevoli nell'azienda. Il processo di 16 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese acquisizione delle conoscenze può contribuire a focalizzare la strategia dell'azienda su processi che generano valore. Di conseguenza, quando cambia un'organizzazione, o quando la gestione di un'azienda passa alla generazione successiva, le conoscenze esplicite diventano più importanti, e l'attenzione deve essere orientata sulla generazione di conoscenza, oltre che sul trasferimento dei saperi taciti ed impliciti. 3.4 Generare conoscenza: una necessità La conoscenza esplicita si genera non solo attraverso un processo di scambio, di riconfigurazione, di addizione, di nuova categorizzazione delle conoscenze esistenti, bensì abbraccia tutti all'introduzione i di comportamenti nuove associati conoscenze. anche Pensiamo, ad esempio, alle dinamiche operative legate a quella che noi etichettiamo come "innovazione". Nella maggior parte dei casi, infatti, la conoscenza penetra nell'organizzazione attraverso un'ampia serie di meccanismi, molti dei quali non sono facilmente individuabili. Facciamo alcuni esempi: quando si assume un nuovo dipendente, in realtà si ottiene in quel momento l'accesso ad alcune porzioni di conoscenza di quella persona quando si installa un nuovo software di gestione dei clienti, si ottiene l'accesso agli artefatti di conoscenza inseriti in quel software o relativamente alla metodologia quando le aziende formano alleanze, una parte delle conoscenze possedute da una delle due aziende viene messa a disposizione dell'altra. 17 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 3.5 Trasferimento dei saperi taciti: fin dove arrivare, senza andare troppo lontano In ogni caso, ci saranno sempre dei saperi taciti da trasformare in conoscenze esplicite. Si può comunque affermare con chiarezza che trasformare tutti i saperi taciti in espliciti non è un modo efficace di sfruttare il tempo a disposizione nelle organizzazioni aziendali. È necessario, invece, selezionare i saperi taciti utili, relativi alle dinamiche operative attuali e fondamentali, e agli obiettivi commerciali attuali e futuri dell'azienda. Un percorso di formazione completa, intrapreso da un esperto e da alcuni “apprendisti", è il modo migliore per effettuare un trasferimento significativo dei saperi taciti: se la collaborazione tra esperto e apprendista, in un determinato periodo di tempo, rappresenta la pietra miliare nel processo di esplicitazione degli incarichi svolti in un determinato ruolo, è anche possibile introdurre altri "metodi indiretti" per un trasferimento efficace di un tipo più ampio di conoscenza, rappresentata ad esempio da valori e atteggiamenti, da standard di qualità dell'azienda e, in generale, da tutti gli aspetti relativi all'innovazione. Per questo motivo, è utile: • innanzitutto individuare dove si trova questa conoscenza e se c’è la volontà di condividerla • una volta individuata la conoscenza, avviare "metodi" per rafforzare la collaborazione e per diffondere le informazioni • incoraggiare i dipendenti a comunicare le loro esperienze positive o a raccontare fatti 18 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese • organizzare incontri con i colleghi durante la prima colazione • avviare sessioni di brainstorming relativamente a determinati argomenti • promuovere la collaborazione intorno ad un progetto. Tutto ciò che è importante per i dipendenti deve essere a loro disposizione. In tale contesto, un buon responsabile della conoscenza e, più specificatamente, un buon sistema di trasferimento dei saperi taciti valgono tanto oro quanto pesano. 19 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 4. Identità e cultura nelle PMI 4.1 Il ritratto dell’impresa La cultura dell’impresa ritrae la personalità unica o il carattere di un’azienda specifica. Essa rappresenta l’insieme di valori condivisi e di etica aziendale, le regole di comportamento e le pratiche del management e del personale. Di base, essa può essere descritta dalla frase: “ come si fanno le cose qui”. Essa guida il modo in cui il personale pensa, agisce e “sente”. La cultura d’impresa può essere espressa da una “mission” o da altre forme di comunicazione; ma può anche essere materializzata dallo stile architettonico o da come gli uffici sono arredati, da ciò che il personale indossa per lavorare, da come le persone si rivolgono le une alle altre, dai titoli che vengono attribuiti ai vari lavoratori. La cultura d’impresa è importante perché è il principale vettore per la creazione di un team coeso e cooperativo. 4.2 Due dimensioni Le aziende che operano in attività differenti hanno culture differenti. Ma, parlando in termini generali, esiste quella cultura nota come “tipica cultura d’impresa per le PMI”, basata principalmente su due fattori: - i valori e le pratiche del proprietario o dell’imprenditore. In realtà, molte piccole imprese vengono avviate e crescono grazie alle capacità e all’intuito di una singola 20 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese persona o di una famiglia. Questa è la base della “cultura familiare”, tipica delle realtà produttive di piccole e medie dimensioni. A causa delle dimensioni contenute, i valori e le pratiche sono trasferibili più facilmente agli altri lavoratori, poiché ognuno di loro ha contatti personali con il “capo”. - la cultura di gruppo, che coinvolge ogni individuo che lavora in una piccola o media impresa. La cultura d’impresa attribuisce al personale di una PMI non solo un forte senso di appartenenza, ma anche il rafforzamento del singolo nel gruppo, poiché in una piccola organizzazione ognuno conosce il proprio ruolo e ha la percezione chiara che questo ruolo è essenziale. 4.3 La Cultura d’impresa: la culla dell’adattamento e dell’innovazione di successo Le due dimensioni ora ricordate hanno un vantaggio rilevante, se la cultura d’impresa è sufficientemente flessibile. L’ambiente nel quale l’impresa opera (leggi, regole, clima aziendale,…), è in continuo cambiamento. Gli imprenditori di piccole e medie aziende non possono più evitare di adattarsi alla realtà attuale. Il fatto che il mercato “domestico” di una PMI si estenda fino alle frontiere dell’UE ed anche oltre, può costringere l’impresa ad una revisione e razionalizzazione globale della propria struttura. Le piccole imprese debbono acquisire competenze molto specializzate nelle IT, nel marketing e nella tecnologia. Le aziende con una cultura aperta all’adattamento, collegata agli obiettivi aziendali, di norma superano le performance 21 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese dei concorrenti. correttamente Una gestita, cultura crea d’impresa flessibile, consapevolezza in se tutta l’azienda sui cambiamenti in corso. Ciò può trasformare un processo necessario in un processo razionale. Per questo ogni piccola e media azienda dovrebbe insistere a sviluppare il proprio capitale di conoscenza tacita, in modo da essere completamente consapevole della propria cultura d’impresa. 22 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 5. Ruoli della cooperazione intergenerazionale: il novizio e l’esperto. Uno degli obiettivi intergenerazionale più importanti è la della cooperazione circolazione della conoscenza esperta all’interno delle organizzazioni, attuata attraverso l’emersione della conoscenza tacita dei lavoratori esperti e il suo trasferimento verso i colleghi più giovani. L’importanza di questo obiettivo è legata al riconoscimento del valore economico del sapere esperto. Tale valore può essere evidenziato grazie all’analisi di alcuni parametri relativi all’uso del sapere esperto a al suo trasferimento; alcuni di questi parametri sono: la durata (che considera la rapida obsolescenza della conoscenza); il livello (relativo ai livelli del sapere esperto, come la capacità di realizzare un compito sulla base di una procedura prestabilita o della volontà di migliorare la qualità delle proprie abilità); la valutazione della performance (con riferimento specifico ai criteri usati performance); dalle il organizzazioni trasferimento per (che valutare le riguarda la considerazione che i contesti nei quali il sapere esperto può essere trasferito sono molto variabili e difficili da esaminare); il tempo (che si riferisce al tempo necessario per inserire il lavoratore giovane in un ruolo professionale). Un secondo argomento fondamentale da considerare è che la relazione fra esperto e novizio, finalizzata al trasferimento del sapere esperto, non dovrebbe essere limitata alla conoscenza tecnica e pratica. Il senso di appartenenza, l’etica del lavoro, i valori radicati nell’organizzazione sono elementi collegati al processo di crescita personale realizzato nel corso del tempo dai lavoratori esperti, che in tal modo divengono portatori di 23 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese “saggezza” maturata attraverso l’esperienza che non può essere classificata nell’area della competenza tecnica. Questa saggezza arricchisce e connota il sapere esperto al punto che bisogna ritenere fondamentali le componenti generazionali e intergenerazionali, che non debbono essere sottostimate o ignorate. Di conseguenza, bisogna considerare la relazione fra esperto e novizio nel contesto della gestione delle diversità, piuttosto che mirare alla standardizzazione e all’omologazione. In effetti, l’età e il lavoratore anziano sono ciò che fa la differenza per contribuire al miglioramento e al potenziamento della conoscenza. Detto questo, consideriamo più in dettaglio il rapporto fra esperto e novizio; prima di tutto, cos’è un esperto ? L’esperto può essere considerato una persona che sa ottenere risultati di primario rilievo in un determinato contesto, tramite risultati criteri che specifici sono chiaramente appropriati per identificabili quel compito specifico. Per esempio, un tecnico di manutenzione è un esperto se può identificare la causa di un guasto in un numero molto elevato di casi. Similarmente, un venditore esperto è quello che produce vendite al di sopra della media dei suoi colleghi. Qual è la causa di questa eccellenza ? Secondo alcuni studiosi, ciò che fa la differenza è l’abilità di organizzare le percezioni e le informazioni secondo alcuni modelli che hanno un collegamento specifico con l’obiettivo stabilito. L’esperto è costantemente alla ricerca di stimoli situazioni problematiche che egli considera da occasioni d’apprendimento e di ulteriore miglioramento del suo sapere esperto. 24 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese Ma per fare si che l’esperto sappia come risolvere i problemi utilizzando una strategia efficace di ragionamento e azione, l’organizzazione di appartenenza deve adottare un approccio specifico per offrire sostegno e riconoscimento. D’altra parte, anche il novizio rappresenta un punto di vista importante, anche se questo viene spesso negletto da parte delle analisi sul sapere esperto e sul trasferimento della conoscenza tacita. In effetti, c’è la tendenza a considerare il modo in cui l’esperto agisce e ragiona come l’unica cosa importante, mentre al novizio è lasciato soltanto il ruolo di adeguarsi alle procedure di inserimento nel ruolo che lo riguarda. Al contrario, bisogna tenere a mente che il novizio ha già una conoscenza costruita, abilità già sviluppate, abitudini e abilità ad apprendere, un quadro culturale che lo guida nell’interpretazione del mondo e, di conseguenza, anche della nuova situazione lavorativa in cui si trova. Esplorando il nuovo contesto (l’impresa), il novizio deve entrare in un territorio sconosciuto senza avere una mappa affidabile: ad esempio, ogni novizio apprende presto che l’organizzazione descritta ufficialmente negli organigrammi aziendali non corrisponde perfettamente all’organizzazione reale e che nessuna di queste due corrisponde all’organizzazione che il novizio si aspettava di trovare. Pertanto, il novizio ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a sviluppare le sue opportunità. In altre parole, l’esperto non deve semplicemente pensare a trasferire il suo sapere esperto a qualcuno, ma aiutare il novizio a sviluppare il suo sapere esperto. In questo modo, il novizio può confrontare le caratteristiche di valore del sapere esperto con le 25 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese caratteristiche innovative che provengono da altre fonti, come i suoi studi, la formazione, ecc. Se considerato in questo modo, il processo di facilitazione dell’apprendimento dall’esperienza evita di ridurre l’apprendimento alla ripetizione infinita di modelli obsoleti di sapere esperto o di modelli che non sono completamente utilizzabili in un ambiente contraddistinto da circostanze rapidamente dell’apprendimento mutevoli. dall’esperienza è Questa molto visione differente dall’approccio educativo tradizionale; essa dovrebbe essere strutturata in modo da facilitare i processi di apprendimento che comprendono sia attività formative specifiche, sia la considerazione degli aspetti sociali rilevanti. Pertanto, i punti chiave dell’apprendimento dall’esperienza sono: il novizio dovrebbe sempre sapere cosa ci si attende da lui. Ciò significa che i criteri di valutazione dovrebbero essere espliciti e compresi. I risultati richiesti dovrebbero essere definiti in termini di performance in contesti operativi, non in termini di conoscenza teorica, di informazioni memorizzate o di modelli concettuali. Il novizio dovrebbe sempre ricevere un feedback adeguato, frequente ed esplicito, per discutere con l’esperto le ragioni che lo conducono al successo o al fallimento e, con l’aiuto dell’esperto, per cercare i miglioramenti necessari. Il novizio dovrebbe avere tempo per sviluppare i necessari meccanismi di risposta; in altre parole, dovrebbe avere la possibilità di ripetere molte volte le azioni da imparare o le procedure da seguire. Il livello di pratica che egli sarà in 26 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese grado di raggiungere è correlato direttamente al tempo che potrà dedicare a esercitarsi. Perché l’apprendimento dall’esperienza sia efficace, il novizio dovrebbe avere l’opportunità di sperimentare tutte le varianti della situazione che dovrà padroneggiare. Da un punto di vista operativo, l’esperto dovrebbe avere capacità specifiche per realizzare le seguenti attività: “modellizzazione”; l’esperto mostra al novizio come realizzare un compito e gli spiega in modo esaustivo le ragioni per le quali ha agito in tal modo, per dare al suo esempio un significato chiaro; “scaffolding” (letteralmente, costruzione di un ponteggio: è un’attività di supporto o sostegno); l’esperto fornisce al novizio aiuto concreto per realizzare il compito e lo aiuta in vari modi, finché il giovane collega raggiunge un livello sufficiente a realizzarlo da solo; “scomparsa”; l’esperto valuta i progressi del novizio e limita gradualmente il suo aiuto; esplorazione; l’esperto colloca il novizio in una situazione di problem setting, non solo di problem solving. Lo scopo è di incoraggiare il novizio a sviluppare una natura esplorativa che caratterizza lo stesso esperto; “riflessione”; l’esperto stimola il novizio a riflettere sulle sue strategie di problem solving e a compararle con quelle degli altri. Non badando alla propria condizione di lavoratore anziano, l’esperto può sperimentare direttamente processi di apprendimento in situazione che trasformano il novizio in un esperto e può usare questa esperienza per guidare quei novizi che gli sono stati affidati. 27 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 28 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 29 LEONARDO DA VINCI - TACITUS Cooperazione Intergenerazionale: come operare con le persone e le imprese 30