RESIDENZA POLICELLA - Pia Opera Ciccarelli

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RESIDENZA POLICELLA - Pia Opera Ciccarelli
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RESIDENZA POLICELLA
Le attività della Fondazione Ciccarelli
LA FONDAZIONE PIA OPERA CICCARELLI DI SAN GIOVANNI LUPATOTO, CUI FANNO
CAPO LA RESIDENZA POLICELLA DI CASTEL D’AZZANO, CASA SERENA A SAN
MICHELE EXTRA E LA RESIDENZA BARBARANI DI VERONA, SI OCCUPA IN
PREVALENZA DI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI MULTIPROBLEMATICI E IL SUO
IMPEGNO, IN QUESTO ULTIMO VENTENNIO, SI È CONCENTRATO VERSO UNA
ATTIVITÀ CULTURALE E OPERATIVA PER PROPORRE UNO STILE DI SERVIZIO
ATTENTO ALLA MULTIDIMENSIONALITÀ DEL SOGGETTO, DOVE GLI OPERATORI
POSSANO LAVORARE PER PROGETTI ASSISTENZIALI CHE SAPPIANO COGLIERE,
DELL’ESSERE UMANO, IL VALORE GLOBALE E NON SOLO GLI ASPETTI
FUNZIONALI: UNA RELAZIONE CONCRETA CON LA SOCIETÀ, LA FAMIGLIA, GLI
AMICI E IL TERRITORIO.
LA FONDAZIONE da anni si occupa
anche di persone non autosufficienti dementi: circa il 50% dei residenti. Queste
persone soffrono di demenza di varia natura tra cui il morbo di Alzheimer. La malattia di Alzheimer, già alla fine degli anni
’70, spinse la Pia Opera Ciccarelli ad interrogarsi sulla metodologia di servizio più
idonea per concretizzare delle attività
che, in termini qualitativi, potessero garantire uno standard assistenziale tale da
salvaguardare in modo tangibile la dignità
della persona: elemento fondamentale
evidenziato nelle tavole dello Statuto della
Fondazione da Mons. Giuseppe Ciccarelli. Negli anni ‘70 gli amministratori
investirono il loro impegno e le risorse in
progetti di ristrutturazione ambientale che
sviluppassero la qualità logistica delle
residenze secondo una logica che rispecchiava il pensiero sociale di quegli anni,
per cui progettazioni e costruzioni di ambienti grandi e attrezzati, dove la tensione
era più quella di tranquillizzare le coscienze della società più che valutare obiettivamente le aspettative che gli anziani si
attendevano dalla Terza Età.
Negli anni ’80 la Fondazione, doverosamente interessata agli studi sulla gestione
e sulla formazione delle risorse umane, si
attivò per valutare e soprattutto per ottimizzare al massimo la funzione e le potenzialità degli operatori socio-assistenziali; inoltre, l’interesse degli amministratori
si rivolse anche al territorio circostante sia
per concretizzare l’idea dell’appoggio domiciliare semplice, sia per creare percorsi
di integrazione sociale fra la comunità
locale e la residenza protetta, secondo le
linee guida indicate anche nella L.R.
55/82. In quel periodo, infatti, il mondo dei
servizi socio-sanitari era maggiormente
determinato a garantire un elevato livello
dei servizi più che a promuovere le libere
scelte dell’anziano; la conseguenza di
questo atteggiamento era una crescita
ATTIVITÀ DELLA FONDAZIONE PIA OPERA CICCARELLI SULLO STUDIO
E L’AMPLIAMENTO DELLE RISORSE UMANE INIZIATE NEGLI ANNI ’80
• Ampliamento della pianta organica e adeguamento del personale oltre gli standard regionali.
• Assunzione di personale tecnico specifico: Fkt, logopedista, podologo, educatore professionale.
• Formazione di quadri intermedi con specifica competenza di organizzazione e gestione
delle risorse.
• Attività di riqualificazione del personale in base ai piani regionali che prevedevano il corso
biennale per OAA e la formazione permanente.
• Assunzione di operatori addetti all’assistenza con rapporto contrattuale part-time: l’applicazione di
questo contratto ebbe inizio nella prima metà degli anni ’80 quando non esisteva nel Veneto la
possibilità di una comparazione per poter comprendere al meglio le potenzialità concrete di questa
risorsa.
I riferimenti possibili erano alcuni paesi del Nord Europa e gli Stati Uniti, dove i termini part-time,
mobilità e flessibilità, trovavano un contesto sociale già formato verso questi modelli di organizzazione
che si sarebbero delineati nel nostro tessuto sociale solo dopo un ventennio, per cui il paragone
con quei paesi poteva riferirsi solo a concetti di principio generale.
Una cultura dell’esperienza condivisa con il territorio era prematuro pretenderla, per cui i progetti
della Pia Opera Ciccarelli erano sicuramente una testimonianza isolata verso quel cambiamento
sociale che già la Regione Veneto stava sollecitando come descritto nelle leggi regionali e nei piani
assistenziali dedicati.
La Fondazione era convinta che con l’applicazione del part-time fosse possibile intravedere un
miglioramento della qualità del servizio e anche una ottimizzazione delle risorse umane impiegate,
soprattutto in un contesto assistenziale così delicato come quello delle residenze orientate
all’assistenza di persone dementi dove uno dei problemi più spinosi è quello della contenzione delle
persone e il burn-out degli operatori.
Diciotto o diciannove ore settimanali hanno eliminato quei vuoti patologici del tempo pieno
necessari all’operatore per sopportare il peso dell’assistenza e hanno consentito di ottimizzare la
presenza del personale nei momenti di maggiore necessità del residente.
Tratto da “Legare i Vecchi” di Domenico Marte a cura di A.Cester, EdUP 1995
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ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO ALZHEIMER
Caratteristiche Ambientali
Programmi Terapeutici
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• Attività rapportate alle condizioni cognitive
e funzionali dei singoli residenti
• Attività occupazionale varie
• Attività individuali
Riduzione stimoli negativi
Sicurezza e Vagabondaggio
Illuminazione e Segnaletica
Studio del colore
Ambiente e Stimoli Sensoriali
L’equipe professionale e l’assistenza
La Famiglia
• Piani individualizzati di assistenza
• La contenzione fisica e farmacologica
• Attenzione ed enfasi posta al bisogno
secondario Assistenziale
• La gestione del Gruppo di Residenti
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esponenziale di richieste e servizi per
aiutare il maggior numero di assistiti passivi determinando, inoltre, un incremento
della spesa. Gli anni ‘90 sono stati, in
parte, anni di bilancio dell’esperienza,
considerando gli investimenti fatti sulle
risorse umane e sull’organizzazione:
importante è stata l’attività formativa dei
quadri intermedi che devono garantire
una capacità gestionale diretta della
residenza a loro affidata.
Nel 1994 la Fondazione Pia Opera Ciccarelli da IPAB si è attivata in un processo
di privatizzazione per ritornare soggetto di
diritto privato; nel 1997 ha consolidato
l’importanza della formazione permanente
come strumento fondamentale che accompagnerà gli operatori in tutta la loro
vita professionale e, nello stesso anno, ha
sintetizzato in un progetto scritto tutta
l’esperienza e la metodologia per l’assistenza di persone affette dalla malattia di
Alzheimer: nel 1999 la Pia Opera Ciccarelli iniziava a gestire la residenza
Policella di Castel d’Azzano, totalmente
dedicata a questa problematica.
La stesura del progetto Alzheimer è stato
un momento importante e fondamentale
perché è stato il principio essenziale di
una razionalizzazione dell’esperienza
cominciata già negli anni ’80 e che ora da
fenomeno empirico tenta la strada impegnativa della specializzazione dove tutto
deve avere il valore “scientifico” della misurabilità dell’esperienza.
“La fine degli anni ’90 e gli inizi del 2000
vede la Fondazione impegnata quale
operatore socio-sanitario nella ricerca di
professionalità consapevoli e fuori dagli
schemi empirici, tipici del mondo sociale
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Formazione e Informazione
Partecipazione nelle attività e assistenza
Condivisione del progetto Educativo
Alleanza Terapeutica
Senso di Appartenenza
di antica concezione, per entrare in un
contesto dove il valore multidimensionale
dell’essere umano deve essere garantito
in modo forte dalla società, soprattutto nel
momento in cui il soggetto è maggiormente debole e indifeso”, commenta il dott.
Domenico Marte, della direzione marketing e comunicazione esterna.
La Fondazione Pia Opera Ciccarelli, nel
mese di ottobre del 2000, ha iniziato il
percorso della certificazione UNI EN ISO
9002 certificando sette delle quattordici
residenze complessive: la residenza Policella ha raggiunto l’obiettivo della certificazione il 5 settembre 2002. “Il progetto
di accoglienza per le persone affette da
Alzheimer si oriente verso l’ambiente continua il dott. Marte - le persone e le
attività, ma facendo una analisi di questi
elementi, è interessante scoprire quanto
la cultura della multidimensionalità non è
solo un elemento determinante per la
riuscita di un progetto assistenziale, ma è
soprattutto lo stile più idoneo per stimolare
il senso civico dell’accoglienza secondo
CARATTERISTICHE AMBIENTALI DI UN NUCLEO ALZHEIMER
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Il nucleo si dovrebbe sviluppare su un piano unico e preferibilmente al piano terra.
Studio analitico dei rischi e soluzioni, per l’incolumita’ dei residenti
Pannelli fono-assorbenti per attutire rumori e suoni.
Studio della segnaletica per facilitare l’orientamento.
Studio dell’illuminazione (evitare riflessi - abbagliamento - zone d’ombra)
Aree e percorsi per il vagabondaggio all’interno e all’esterno.
Colori ben contrastanti fra pavimento e pareti.
Tinteggiatura delle pareti uniformi, priva di disegni.
Colore del pavimento in contrasto con le pareti.
Evitare pavimenti a scacchiera o disegni geometrici, preferire colori uniformi e materiale
antisdrucciolo.
Allarmi alle uscite, sistemi di segnalazione.
Giardino protetto e sicuro (studio dell’agronomo per evitare avvelenamenti e ferite).
Evitare rumori (saper usare radio e tv – telefoni e campanelli, toni della voce).
Predisporre delle stanze protette per chi urla.
Favorire privacy per le visite.
Porte e via d’uscita “mimetizzate” al fine di ridurne il riconoscimento.
Porte d’uscita con codice.
Fotografie dei residenti sulla porta di ingresso delle rispettive camere.
(A.Bianchetti - C. Geroldi - M.Trabucchi)
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i principi della condivisione e della responsabilità sociale che sono gli elementi vitali
del comune senso di appartenenza.
Parlare di uno spazio protesico dedicato,
dove si possono elencare alcuni punti
significativi per orientare i progetti architettonici e di arredamento verso una finalità mirata e consapevole, non ha alcun
senso se disgiunto dagli altri elementi
che sono le persone e le attività”.
della tradizione (anche se modificati e
rivisitati) in ambienti caratterizzati da attrezzature ed ambientazioni eccessivamente legate al mondo ospedaliero. L’annullamento della frustrazione ed il recupero della dimensione familiare è un fondamentale tema di ricerca e premessa per
architetti, operatori ed aziende di settore
che operano nei settori specifici dell’assistenza ad anziani e disabili”.
La Residenza Policella
La Residenza Policella ha subito un importante intervento che coniuga soluzioni
di design e decorazione interna fra
tradizione ed aspetti terapeutici. La base
di partenza dell’intervento è stata la sfida
progettuale a combinare la tradizione
decorativa artigianale con le esigenze
terapeutiche degli ospiti. La verifica di tale compatibilità si è concretizzata nell’esigenza e nella volontà dei gestori di
utilizzare attrezzature ed arredi tipici della
cultura veneta. Questo obiettivo ha giustificato il progetto di modifica, rivisitazione
stilistica e funzionale degli arredi.
Lo sviluppo di tale mediazione progettuale
è fondamentale elemento per una ricerca
atta a creare edifici e luoghi che annullino
la frustrazione e il rifiuto di appartenere ad
una età e ad una condizione fisico/mentale registrata come negativa dall’ospite.
“Un tema che merita, a nostro avviso,
approfondimento e studio - sottolinea il
dott. Marte - è l’inserimento di elementi
Il progetto di intervento
architettonico
La RSA Policella è un edificio a blocco
realizzato su preesistente edificio padronale veronese, ed è situata in un contesto
ambientale rurale nella provincia sud/ovest di Verona. L’edificio è di proprietà
dell’I.CI.S.S. e la RSA è gestita dalla Fondazione Pia Opera Ciccarelli la quale si è
occupata direttamente della ristrutturazione, dell’arredamento e della commissione ai professionisti.
La filosofia secondo cui è stato pensato
l’intervento è stato di ricreare, nelle sue
peculiarità principali, la casa padronale
veronese, tipica della zona, compatibilmente con le esigenze degli ospiti che vi
sono alloggiati ( 24 stanze per 54 ospiti).
La finalità dell’edificio è quella di assistere
ospiti non autosufficienti, con patologie
croniche e/o invalidanti come la malattia
di Alzheimer; tutto il piano terra ed il primo
piano sono dedicati ad ospiti anziani affetti
da demenza, mentre il secondo piano
dello stabile accoglie ospiti cronicodegenerativi gravi (l’ultimo stadio della
malattia di Alzheimer).
Lo spazio è costituito da un fabbricato su
tre livelli, la caratteristica esterna più
evidente è la diversa colorazione (in tinte
pastello) delle parti della facciata e degli
scuri; è presente anche un giardino attrezzato ricco di pante e di verde.
Varcata la soglia dell’ingresso principale
si presenta un’ampia e accogliente sala
caratterizzata da una fontana, da pareti in
vetro e legno dove gli ospiti della residenza possono ritrovarsi. Ogni piano possiede una sala da pranzo e uno spazio ricreativo autonomo, arredati con mobili
in arte povera e soluzioni atte a ripristinare
un ambiente accogliente e caldo; le travature, i camini e altre parti in pietra e sasso sono stati inseriti in fase di ristrutturazione.
Design degli arredi
Gli arredi delle sale comuni sono stati
realizzati, su disegno, da artigiani della
bassa veronese (specializzati in mobili in
stile). Il modello delle sedute è stato testato e campionato per verificarne la corretta adattabilità alle esigenze degli ospiti,
sia nella struttura portante, sia nei tessuti;
inoltre era importante salvaguardare di
questi, gli aspetti igienico-sanitari; la
verniciatura è ignifuga. I tavoli delle sale
da pranzo sono stati realizzati su disegno
e modificati in base alle esigenze di
lavabilità, funzionalità e mantenimento
della tradizione.
Segnaletica interna
La segnaletica generale, interna all’edificio, è stata realizzata in maniera da
armonizzarsi con l’ambiente, a tale scopo
si sono usati quadri in stile “arte povera”
che racchiudono elementi efficaci di
segnalazione degli ambienti; le altre segnaletiche sono previste dai piani di sicurezza imposti dalla legge.
All’esterno della stanza sono stati messi
alcuni elementi significativi, racchiusi in
una cornice laccata, che richiamano l’attenzione dell’ospite: una sua foto e il simbolo che identifica solo quel luogo; la
famiglia, inoltre, collabora nella personalizzazione degli spazi, portando da casa
gli oggetti più significativi per il residente.
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PTE EXPO <
Ogni porta delle stanze (a scomparsa) è
stata decorata con una modanatura colorata verticale che rimane visibile anche
quando l’anta è tutta all’interno della
parete, chiaramente il colore richiama lo
stesso colore che caratterizza quel determinato spazio.
Ogni stanza è così personalizzata con un
unico colore su tutte le pareti; un quadro
posto in prossimità del letto riprende più
in grande il simbolo monocromatico del
quadro che si trova all’esterno, a lato
della porta di ingresso.
Decorazioni e colori
Ogni porta interna ai corridoi di piano è
diversa dalle porte delle stanze; queste
sono state camuffate con immagini di
oggetti d’arredo quali quadri, mobilia e
librerie allo scopo di dissimulare la reale
presenza di una porta, percepita dagli
ospiti come “ostacolo da abbattere”. La
soluzione adottata è risultata comunque
particolarmente apprezzata per la sua
valenza estetica e decorativa. L’uso dei
colori differenti per i vari nuclei aiuta la
riconoscibilità delle stanze e dei luoghi di
appartenenza.
“Dopo qualche mese di prova possiamo
già constatare che le soluzioni decorative
adottate per le porte hanno prodotto un
effetto positivo sul comportamento dei
malati di Alzheimer - è il bilancio del dott.
Marte - i quali non si accaniscono più
sulle porte decorate, mentre rimane il
problema per tutte le altre dove non è
stato fatto alcun intervento. E’ nostra
intenzione quindi proseguire in questa
filosofia di rivisitazione degli ambienti di
tutte le nostre strutture”.
L’Unità Neurocomportamentale
L’unità neuro-comportamentale e l’équipe
professionale della Residenza Policella
costituiscono un’unità multidisciplinare
dove diverse figure, profili e competenze
specifiche si coniugano per ottimizzare
l’intervento socio-sanitario della persona
affetta dalla malattia.
Le persone colpite dal morbo di Alzheimer
manifestano un’alta percentuale di disturbi
cognitivi e comportamentali, oltre alle
complicanze fisiche, psichiche e socio
familiari. L’obiettivo di questa unità neurocomportamentale è quello di fornire un
adeguato supporto socio-sanitario e
psicologico alle persone ammalate e ai
loro familiari. La modalità di comunicazione è l’interdisciplinarietà in quanto le
problematiche sono da affrontare in termini multidimensionali. L’equipe del nucleo può sempre contare su una formazione permanente e la sua modalità operativa si sta orientando verso una flessibilità
che deve consolidarsi al fine di poter dare
risposte necessarie ai residenti, ai familiari,
all’ambiente e alle attività. “Lo stile di
accoglienza multidimensionale ci stimola
continuamente a ricercare modalità di
relazione che sappiano rendere significativo l’incontro fra persone, inoltre, personalizzare le attività alle reali capacità del
più debole, sarà per i residenti e i loro familiari un’ulteriore conferma di sensibilità,
prima umana e poi professionale che
porterà a determinare e mantenere la
serenità nelle comunità residenziali”.
CARATTERISTICHE GENERALI DELLA RESIDENZA POLICELLA
La residenza è strutturata su due piani:
• pianoterra
Ingresso - spogliatoi del personale - cappella - cappella del commiato
- direzione - locale cura della persona - segreteria reception - salone.
Centrale - cucina e celle frigorifere - locale tecnico - sala riunioni d’equipe
Nucleo residenti di 14 posti letto.
• primo piano
Nucleo Residenti di 14 posti letto.
Nucleo Residenti di 16 posti letto.
• secondo piano
Nucleo Residenti di 10 posti letto.
Palestra.
• esterno
Parco-Giardino protetto.
• totale posti letto: n. 54
(Relazione del Direttore Generale S.Gambarotto)
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