Gazzetta dello Sport - Renault Sport Italia

Transcript

Gazzetta dello Sport - Renault Sport Italia
Boxe R Sabato Mondiale al Madison Square Garden
Avversari comodi?
Ora Golia Klitschko
sfida una nazione
1Jennings ha tutti gli Usa con sé per il titolo dei massimi
L’ucraino insegue Joe Louis: «C’era voglia di avermi qui»
Massimo Lopes Pegna
CORRISPONDENTE A NEW YORK
S
e non fosse per le grida di
Shannon Briggs, l’ultimo
degli americani a detenere un titolo dei massimi (quasi
nove anni fa), che da tempo fa
stalking a Wladimir Klitschko,
nell’atrio del Madison Square
Garden ci sarebbe una calma
pacifica. Anche mentre i due
pugili posano uno di fronte all’altro nella classica foto della
vigilia: nessun insulto, solo un
reciproco sguardo di ghiaccio. Il
suo prossimo ostacolo gli arriva
all’altezza della mascella, un gigante rispetto ai precedenti avversari. E dicono che Bryant
Jennings, 30 anni, imbattuto in
19 incontri, lo sfidante numero
23 del suo lungo regno da campione dei massimi (solo dietro a
Joe Louis che tenne il titolo 11
anni), abbia braccia lunghissime e sproporzionate capaci di
anticiparti in ogni momento.
Pare che le sue chance di spuntarla sabato siano legate soprattutto a quel jab a cui l’ucraino
non è abituato. Per il resto il
pronostico è nettamente in fa-
fIL LIBRO
E
Wladimir Klitschko, 39 anni, e lo sfidante Bryant Jennings, 30 AP
vore di Wladimir, il fratello più
piccolo della dinastia Klitschko.
LA SFIDA Jennings ha poca
esperienza. Ha combattuto la
prima volta a 24 anni, è stato su
un ring per 102 round contro i
334 del campione; gli regala
una decina di chili e in questa
23
● il numero di sfidanti di
Wladimir Klitschko per l’attuale
titolo dei massimi, compreso
Jennings: l’ucraino non perde
dall’aprile 2004, da 11 anni
MERCOLEDÌ 22 APRILE 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
categoria di bombardieri potrebbe creargli qualche difficoltà. Wladimir è certo di battere
Jennings, ma è sempre cauto:
«Sono preparatissimo, ma non
sottovaluto nessuno: Bryant ha
una buona tecnica, non sarà facile». La buona notizia è che su
questo match c’è negli Usa un
ritrovato interesse per la boxe,
finita ultimamente in una nicchia. Non sembrerebbe dalla
minuscola folla di giornalisti
presenti alla conferenza stampa. Ma il Madison Square Garden, una volta La Mecca della
Noble Art, con la sua reputazione è come se avesse dato una
speciale benedizione all’evento.
Non ospitava una sfida per i
massimi dal 2008: proprio Klitschko, che sconfisse Sultan
Ibragimov, e fu quella anche la
sua ultima apparizione negli
Usa. Il campione dice: «Sono
venuto perché c’era la richiesta.
C’era la voglia di avermi qui: diciamo che sono stato costretto
ad accettare».
FLEMMA Gli americani la vivono come l’ennesima occasione
per reimpossessarsi delle corone più prestigiose del pugilato
ormai dominio di Wladimir e fino a qualche tempo fa di Vitali.
Anche se un pugile made in
Usa, Deontey Wilder, a gennaio
è tornato finalmente in cima al
mondo (Wbc). Quando salta
fuori la critica al suo regno che
gli rimproverano aver costruito
con vittorie su pochi avversari
di qualità, Wladimir risponde
con la consueta flemma: «E’ un
fatto che gli anni di Ali, Foreman, Frazier, Norton siano irripetibili. Ma se uno domina come il sottoscritto non significa
che tutti gli altri siano scarsi. Il
mio mantra è: “Continua a vincere, a mettere k.o. i tuoi rivali,
i riconoscimenti verranno di
conseguenza”». Ma alla soglia
dei 40 anni non pare ci sia ancora nessuno in grado di fermarlo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
quattro anni e proprio bellina anche lei. Mi guarda un attimo e salta su: “Ma le mani sono di plastica”. “Eh sì” le spiega la maggiore,
“lei è di plastica, come le nostre
Barbie”. E a quel punto, stupenda,
la piccola mi guarda con gli occhi
sgranati e grida: “Mamma! Ho conosciuto la Barbie!”».
di BEBE VIO
«Alex (Zanardi, ndr) ha un’autoironia fantastica che usa per mettere a proprio agio gli altri, che sa
usare al momento giusto come
modo per sdrammatizzare.
Quando ti capita una cosa come
quella che è successa ad Alex o a
me la gente ha paura ad avvicinarsi perché non sa come comportarsi. È importante che le persone con disabilità per prime non
si piangano addosso e riportino la
situazione alla “normalità” per
far capire che non c’è proprio
niente da temere. Alex è campione anche in questo, e io sto cercando in ogni modo di seguire il
suo esempio».
«La versione originale, in realtà,
è: se non hai dietro una famiglia
che ti ama e ti sostiene, non sei
nessuno».
«Sono stata molto indipendente
fin da piccola (…) non ho mai
avuto bisogno di stare attaccata a
mamma e a papà e ai miei fratelli
per sapere che ci vogliamo bene».
la mia vita non è finita con i 104
giorni che ho passato in ospedale.
È vero che oggi non sarei come sono se non avessi avuto la meningite, ma oggi io sono soprattutto
una che ce l’ha fatta grazie allo
sport e adesso si impegna al massimo per tirare fuori di casa il
maggior numero possibile di persone amputate e far loro riscoprire che la vita è una figata!».
«Il mio primo tempo è cominciato
il 4 marzo 1997, il giorno in cui
sono nata, e si è concluso il 20 novembre 2008, il giorno in cui mi
sono ammalata di meningite. In
mezzo c’è stato un limbo difficile
dal quale sono uscita perché la
mia famiglia e i miei amici non mi
hanno mai lasciata sola».
«Di solito, nel corso di un incontro
o di un’intervista, della meningite
dico solo che l’ho avuta e che mi
sono salvata, ma che hanno dovuto amputarmi le braccia e le gambe. Non mi piace parlarne. Perché? Io non sono la mia malattia e
Imola, Gara 1: Cristian Ricciarini conquista il terzo posto
nell’appuntamento inaugurale della Clio Cup Italia 2015 e regala
così il primo podio di quest’anno al team Essecorse. La squadra di
Stefano Secci, alla sua seconda stagione nel monomarca riservato
alle berline RS 1.6 turbo, punta sul campione 2009, ma allo stesso
tempo scommette anche su un “rookie”, il 25enne Ermes Della Pia.
Esperienza e innovazione per la Essecorse, che dopo avere sfiorato il
titolo Piloti nel 2014, adesso ambisce ancora in alto con Ricciarini.
Se il toscano rappresenta in un certo senso l’asso nella manica,
per Della Pia quello del Santerno è stato senza ombra di dubbio
un buon debutto, considerando che è riuscito a portare a termine
entrambe le gare. Il campano, figlio di quel Sergio protagonista del
trofeo Mégane alla fine degli anni ’90, avrà nel suo compagno di
squadra un eccellente maestro e potrà sempre contare sul supporto
di un team emergente, ma ormai ben collaudato.
Barbie, la famiglia e i 104 giorni
È il mondo di Bebe: «Una figata»
sce domani «Mi hanno regalato un sogno – La scherma, lo spritz e le Paralimpiadi» (Rizzoli, 17 euro, prefazione
di Jovanotti, introduzione di Luca Pancalli), il libro di Beatrice
«Bebe» Vio, 18 anni, campionessa
di scherma paralimpica. Eccone
alcuni estratti.
«Scherma, scuola e scout sono le
mie tre grandi passioni. Anche se
sono una malata di agonismo e di
podio, l’ordine non è d’importanza ma, diciamo così, di apparizione: a cinque anni la scherma, a sei
la scuola, a otto gli scout».
ESSECORSE
A DUE FACCE NELLA
CLIO CUP ITALIA
Beatrice «Bebe» Vio, 18 anni,
talento del fioretto paralimpico, già
tedofora azzurra appena 15enne a
Londra 2012, in alto in posa con il
suo idolo Valentina Vezzali, 41 anni
«Sono stata in televisione e mi
hanno messo così tanto fondotinta in faccia che non si vedevano
più le cicatrici. A me le mie cicatrici piacciono, fanno parte di me.
Io il fondotinta lo uso per coprire i
brufoli, mica le cicatrici. Non riesco a immaginarmi senza cicatrici
e nemmeno a fare scherma con le
gambe».
«Incuriosita da questa nuova amica della sorella grande, arriva la
sorellina più piccola, più o meno
«E allora mi dico che no, no! Io così sto benissimo. Con le mie quattro paia di gambe, le mie mani da
Robocop e le mie cicatrici sul viso
(neanche mi riconoscerei più senza).
Ho una bella famiglia con due fratelli che adoro, la scuola che frequento mi piace da pazzi, ho tantissimi amici e persone che mi vogliono bene, viaggio, faccio sport
e mi diverto, ho davanti a me dei
bellissimi obiettivi da raggiungere e mi gasa da matti il percorso
che sto facendo insieme a tante
altre persone che credono in me.
No, non la vorrei una vita diversa.
Perché quella che ho è davvero
una figata!».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SCHREIBER
TRA I TOP 6… CON UNA
PRECISIONE SVIZZERA
BuonalaprimaperChristjohannesSchreiber.Losvizzerohafatto
il suo debutto nella Clio Cup Italia a Imola e subito ha fatto vedere
cose egregie, centrando il sesto posto in Gara 2. Punti importanti per
questo nuovo arrivo del monomarca targato Fast Lane Promotion.
27 anni, portacolori dello Schreiber Rennsport (team di famiglia
che gestisce assieme a suo fratello Peter-Conradin), il pilota elvetico
si pone fin da subito come uno dei protagonisti di questa stagione.
A Varano, in occasione del secondo round di un calendario di sette
doppi appuntamenti, l’occasione per potere fornire un’ulteriore
prova in un contesto sempre più internazionale e di alto livello.
www.renaultsportitalia.it
a cura di RCS MediaGroup Communication Solutions
33