attualita maggio 09-16

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attualita maggio 09-16
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ARTI FIGURATIVE E ATTUALITA
N. 5. MAGGIO 2012
ECCO
MASTER ZERO
Guglielmina Agnoli,
“Fiat” (olio su tela 100 x 70)
“Maria, madre dell'intera umanità, Ella ormai è consapevole
di dover adempiere al suo compito, e di quanto questo sia di
un valore incommensurabile.
L’universalità della sua maternità non lenisce il profondo
dolore per la perdità di Suo figlio, e il volto è inversobilmente statuario e al contempo
umano. Alle Sue spalle, il tunnel della luce di Dio dissipa le
ombre del mondo degli uomini
e illumina il cammino di
Maria”. Info, email: [email protected]
ANGELO
A R P I S TA
Si chiama Fabio, ha 23 anni ed è di
Roma. Il cognome non ha voluto
dirmelo. I testi di alcune canzoni,
dice, potrebbe causargli dei problemi. A livello underground, è conosciuto come Master Zero. Non
è famoso, né ricco. Anzi, dalla musica non ha ricevuto neanche l’ombra di un quattrino. Quando gli
chiedo che lavoro fa, mi risponde
che fa il “lavoro di cercare il lavoro. In attesa di fare l’unica cosa
che nella vita so fare davvero
bene”. Fabio è un rapper. Dopo
aver lasciato la scuola al quarto
anno di liceo, ha iniziato a suonare,
nel 2010. Un po’ tardi, come lui
stesso ammette. Ma è come se in
questi due anni avesse tentato di
recuperare tutto il tempo perduto.
“In questi mesi ho scritto quasi trecento canzoni” precisa immediatamente “e ho pubblicato un
mixtape. Il secondo è in corso
d’opera”. A questi livelli, in cui per
incidere canzoni bisogna pagare di
tasca propria, è molto difficile farsi
conoscere. È un mondo strano
quello della musica, e Fabio lo sa.
Un mondo che ti può regalare un
successo incredibile, e levartelo in
qualsiasi momento. Un mondo che
ti può assicurare una vita magnifica, o proprio niente. Questo rischio non sembra spaventarlo.
Anzi, è come se il ragazzo fosse
stimolato da questa sfida. Per farsi
conoscere, mi dice che si muove
come web-rapper. Oltre a internet,
utilizza il passaparola, e cerca di
parlare con chi organizza serate.
Fin’ora ha suonato in sei locali diversi. Master Zero non suona da
solo, ma fa parte di una crew,chiamata Largo Click, formata da altri
nove membri. Me li elenca tutti:
Karisma, Consumo, Oltraggio,
Don Andres, Quest, Biggaman,
Dissidia, Dj Logan. Mi stupisce la
sua sicurezza di sfondare, la sua
consapevolezza di essere bravo e
di non poter passare inosservato.
“Sono tantissimi quelli che rimangono nell’anonimato, e può succedere che uno bravo non sfondi. Ma
dieci bravi, no”. Lasciando la
scuola e passando gran parte della
giornata a scrivere e
cantare, Fabio ha
scelto di dedicare
la sua vita alla
musica,
chiudendo tutte le
altre porte. Ma
questo non lo preoccupa. “c’è qualcosa che cambierei? Bhè, sì. Avrei
iniziato a farlo prima”.
Luigi Giorgi
PREGEVOLE OPERA
DI ANGELO CHIAUZZI
Con quanta leggerezza imprime
nel duro granito un “Angelo Arpista”, lo scultore Raffaele Russo.
Dal caleidoscopio dell’ispirazione,
trae le figure che si propongono
alla sua immaginazione, libera dai
lacci del tempo e dello spazio e
sembra approdare ad un era mesopotamica. È guidato a dare una testimonianza dell’antico passato, in
cui la Musica veniva insegnata agli
uomini da Esseri alati. Il numero
cinque è il numero della Madre
Universale e le cinque stelle indicano cinque ere di rigenerazione
nell’acqua, indicate nel basamento; mentre in quello superiore
indica l’era terrestre, gli uccelli e
gli uomini educati all’Armonia, attraverso la voce e gli strumenti e
contemporaneamente a dedicarsi
all’agricoltura, perché la terra raggiunga la nota giusta nel concerto
dei mondi.
Angela Furcas
Studio d’Arte: via Augusto Vera n.
41 - Roma. Info, email:
[email protected]
youtube chiauzzi
“IL R.A.P. SIGNIFICA RABBIA A PAROLE”
Abbiamo intervistato Master Zero: Canti da solo o fai parte di un
gruppo? Faccio parte di un collettivo chiamato Largo Click. Siamo
tanti: Karisma, Consumo, Oltraggio, Don Andres, Quest, Biggaman,
Dissidia, Dj Logan. Perché ti sei chiamato Master Zero? Ho un lieve
disturbo bipolare maniaco-depressivo che mi fa percepire due realtà diverse, e due immagini di me totalmente opposte, stesso motivo per cui
chiudo molte volte le rime usando le stesse parole dandogli significati
diversi. Che cos’è il rap? Rabbia A Parole. Per me è il modo migliore
di esprimere le mie sensazioni negative, limitando i comportamenti
autodistruttivi tipici della mia generazione, specie di chi tiene le emozioni imbottigliate dentro sé stesso. È anche un modo per conoscere sé
stessi e confrontarsi con gli altri. Quanto ti sta dando la musica? Materialmente molto poco, anzi nulla. Ma è solo da quando la musica è
entrata nella mia vita che riesco a sperare nel domani, non sono molte
le cose che riescono a darti questo. Quanto la musica occupa le tue
giornate? Tra lo scrivere testi, registrare e suonare direi che la musica
occupa le mie giornate come un lavoro a tempo pieno, anche se finora
più che di lavoro si tratta di volontariato. Come ti vedi tra cinque
anni? E tra dieci? Tra cinque anni, spero di poter vivere della mia
passione. Tra dieci, vorrei invece arrivare abbastanza in alto da poter
aiutare ragazzi che vivono la stessa situazione che io e molti altri viviamo oggi. Hai iniziato a fare musica da due anni. Qual è stata in
questi mesi la soddisfazione più grande che hai avuto? Aprire il
live dei “Lato Oscuro Della Costa”. Hai scritto tantissime canzoni.
Ce n’è una che preferisci? Credo che sia “Ha Perso L’Umanità”, contenuta nel prossimo mixtape.
Luigi Giorgi
L’ATTUALITÀ, pag. 9
TURISMO, IL MOTORE DELL’ECONOMIA UN BUON ARCHITETTO È ANCHE UNO PSICOLOGO
Nessun museo italiano nella top ten dei luoghi espositivi più visitati al mondo della classifica stilata da “Art Newspaper”, mensile britannico sulle arti visive. Pollice verso per i tesori d’Italia:
gli Uffizi sono solo al 19° posto con oltre 1 milione 700 mila visitatori, mentre i Musei Vaticani, che l’anno scorso avevano registrato 5 milioni di ingressi, non sono stati neppure considerati
nella lista. Strano a dirsi, ma il Bel Paese non fa più gola a (quasi)
nessuno. In vetta alla classifica troviamo il Louvre, che conferma
la sua leadership con ben 8 milioni e 880mila visitatori. Seconda
piazza per il New York’s Metropolitan Museum of Art, terzo il
British Museum di londra. Al quarto e quinto posto rispettivamente la National Gallery e la Tate Modern. Mentre la National
Gallery of Art di Washington si è aggiudicata il sesto posto seguita
da National Palace Museum di Taipei, il Centre Pompidou di Parigi, il National Museum of Korea e il Musee d’Orsay di Parigi.
Durante una crisi economica così profonda come quella attuale,
la cultura e l’arte in Italia sono settori che hanno subito i maggiori
danni ed i tagli selvaggi degli ultimi anni ai fondi destinati alle
strutture museali certamente hanno contribuito ad evidenziare
l’abissale distanza tra i musei italiani e quelli mondiali. Per ovviare a cotal “inconveniente” da anni il MiBaC organizza la “Settimana della Cultura”, giunta quest’anno alla sua XIV edizione,
una settimana in cui l’Italia offre le sue bellezze culturali gratis:
Musei, ville, monumenti, aree archeologiche, archivi e biblioteche
statali su tutto il territorio nazionale, apriranno le porte per nove
giorni a costo zero per i visitatori. Un’occasione per conoscere, o
riscoprire, l’immenso e variegato patrimonio artistico della Penisola:dal Nord al Sud, dai piccoli centri alle grandi città, tutta l’Italia sarà un fiorire di iniziative con un ricco calendario di eventi,
mostre, convegni. Tra le tante opportunità a spiccare è il progetto
‘Benvenuti al Museo’, proposto dal Centro per i Servizi Educativi
del Mibac, che coinvolgerà 1650 studenti tra i 16 e i 19 anni. Per
nove giorni i ragazzi faranno attività di accoglienza e orientamento per i visitatori italiani e stranieri in circa 50 musei. “Con
‘Benvenuti al Museo’ - commenta il ministro per i Beni Culturali,
Lorenzo Ornaghi- il patrimonio culturale italiano si apre una volta
di più ai giovani, coniugando divulgazione e formazione”. Il turismo che il nostro patrimonio artistico e culturale ha attratto nel
tempo e che può ancora attrarre dovrebbe essere il motore trainante dell’economia italiana.
Cristina Canci
LA “RELIGIONE” DELLA PIETRA
Le pietre di Luni si collocano in un ambiente estremamente suggestivo,
alla sommità della costa ripida e precipite delle Cinque Terre, su uno
spartiacque aereo che, alla sera, illuminato dall’ultimo raggio del tramonto,doveva apparire agli occhi degli uomini eneolitici come la fine
del mondo: al di là c’era il grande fiume, e il sole, basso all’orizzonte,
sembrava iniziare il suo lento viaggio nel regno dei morti. Lo stesso profilo evanescente della Corsica, che emergeva talvolta improvviso come
sospeso nell’azzurro, doveva evocare l’isola dei beati, oltre il limite che
separava il mondo dei vivi da quello dei morti. Per tutte queste ragioni
ci pare di capire perché, insieme alla grande corrente megalitica ed al
suo esaurirsi, si sia rinnovata la “ religione della pietra”, la fede e la speranza di vincere il tempo dando a questo tenace elemento, tanto presente
nell’ambiente, il contenuto ed il valore che la dimensione umana poteva
esprimere; il macigno stesso divenuto Grande Madre o guerriero potente
ed invincibile, doveva mantenere a lungo il suo potere carismatico a difesa del clan, degli armenti e dei prodotti campestri. Purtroppo di questo
misterioso mondo sappiamo poco o nulla, ma la creazione di un museo
dedicato soltanto a questi monumenti, a Pontremoli, in un castello che
domina dall’alto l’intera vallata, ha dato ordine e rilevanza all’intero fenomeno. Il ricco Pantheon degli antichi Liguri, in originale o in copia, è
qui raccolto e disposto in un ambiente molto suggestivo, ove una sobria
e misurata scenografia fa risaltare gli attributi di ogni scultura, lasciandola però immersa in una penombra che evoca immancabilmente il mistero della loro origine.
Daisy Alessio
“SANT’ANNA”: L’ULTIMO CAPOLAVORO LEONARDESCO
Che cosa spinse nell’anno 1501, a mettersi in fila i fiorentini; tra cui Raffaello da Urbino, il toscano Michelangelo Buonarroti e il Vasari, per andare a vedere l’Opera di “Sant’Anna”? Certamente il mistero stesso
dell’opera di Leonardo da Vinci, il Genio rinascimentale; il sorriso enigmatico, che caratterizza sia la Madonna che afferra Gesù Bambino, sia
Anna sua madre. L’opera si distende secondo il pensiero di Leonardo e
la rotondità di questa la rende unica. Oltre a ciò i contemporanei di Leonardo videro, e ciò è evidente, un corpo accanto all’altro in orizzontale,
un corpo dietro l’altro in verticale e dopo queste due formule, un corpo
sotto l’altro, formula piramidale. Il Capolavoro leonardesco, rappresenta
l’ultima opera della sua vita, trasformata in una tavola dipinta ad olio di
dimensioni 168 centimetri per 130, ha ricevuto le attenzioni anche di artisti come: Odilon Redon, pittore e scultore, precursore del Simbolismo
e del Surrealismo, Max Ernest uno dei più grandi surrealisti e Sigmund
Freud, Padre della psicanalisi. Il dipinto di Leonardo si potrà vedere al
Louvre dal 29 marzo al 25 giugno, insieme al Capolavoro di Ernest, “Le
Baiser” del 1927, che si basa su una riproduzione personale di Sant’Anna, mantenendo, lo sviluppo dell’Opera di Leonardo. Si potrà, osservare il risultato del suo restauro, che ha creato molte polemiche, con le
dimissioni due commissari, Jean Pierre Cuzin e Ségolèn Bergeon Langle,
sostituiti dalla scuola inglese, diretta da Larry Keith e Luke Syont. Ciò
su cui si è discusso, una questione filologica e ontologica, è: fino a quale
punto è giusto togliere al dipinto leonardesco la patina del tempo, o, meglio le lacche che sono state applicate. La risposta l’ha data la commissaria italiana del restauro di “Sant’Anna”, Cecilia Frosinini dell’opificio
delle Pietre Dure, affermando che nessuno ha toccato il colore originario,
sono state tolte solamente le molte vernici trasparenti, che venivano usate
in passato per rinfrescare l’opera. Oggi vi sono a disposizione strumenti
tecnici e chimici molto sofisticati, che permettono interventi di massima
precisione.
Emanuele Moretti
MANTOVA, IL PALAZZO TE
Lo stilista Giorgio Armani ha scelto il Palazzo Te come location per la collezione primavera-estate. Sono passati quei tempi in cui la reggia dei Gonzaga era un fervido centro culturale. Dopo le dimissioni di Alain Elkann
il sindaco di Mantova, Nicola Sodano, ha dovuto risolvere contrasti all’interno del consiglio di amministrazione. Il problema politico nasce nel
2010, quando i berlusconiani si sono insediati da padroni nel Palazzo Te,
compreso il ministro Sandro Bondi, amico del sindaco. Una giuliva compagnia di bontemponi con alla presidenza del consiglio d’amministrazione
Angelo Crespi, legato a Marcello Dell’Utri e sostenuto da Sgarbi. Per cercare gli sponsor, Crespi ha chiamato due donne, anche loro scelte con logiche scacchistiche: la gallerista romana Cinzia Chiari e l’avvocato Anna
Lisa Baroni. Sembra assurdo, sennonché, il critico d’arte ferrarese e cioè
Sgarbi, legato al PDL è tornato all’attacco per esporre la sua collezione
d’arte, già rifiutata dal precedente sindaco di Mantova. Il 2012 avrebbe
dovuto essere l’anno della grande esposizione su Giulio Romano. È stata
archiviata, inquantoché troppo cara; Dante Ferretti aveva proposto un intervento scenografico nella sala dei Giganti ed è stato bocciato poiché lo
stesso intervento è stato ritenuto troppo filologico. Tuttavia il Palazzo Te
ospita in questi giorni la mostra dei venticinque anni della Pixar, la società
che produce i film di animazione della Disney. Non vi sono stati privati
che avrebbero dovuto portare liquidità e il Comune, proprietario del complesso, s’è appoggiato alla Confindustria, che con una sponsorizzazione
triennale da ventimila euro l’anno, potrà affittare la villa a condizioni di
favore.
Emanuele Moretti
L’architettura, insieme con la scultura e la pittura, rappresenta uno
dei tanti modi in cui un artista si esprime. L’architetto, però,
svolge una funzione specifica inimitabile: oltre ad arredare gli interni degli stabili con fregi, colonne, mobili, soffitti, può “arredare” anche gli spazi esterni (piazze, strade, paesaggi) rendendoli
spettacolari. Può, pertanto, rendere ameno e salubre l’habitat
umano. Si tratta di obiettivi di enorme importanza per l’eco-ambiente, in un momento in cui il nostro pianeta sta per essere soffocato da molti fattori inquinanti. Un buon architetto, dunque,
deve essere anche uno psicologo. Scegliendo i mobili, il colore
dei pavimenti, delle pareti e dei suppellettili, deve cercare di interpretare i gusti dei suoi clienti. Non é cosa da poco. Ci sono architetti così bravi da sistemare i punti-luce, i panneggi e gli
specchi in modo tale da far apparire un appartamento più grande
e più accogliente. Artisti si nasce, non si diventa.
Rosanna Sinopoli
XX GIORNATA F.A.I. DI PRIMAVERA
Il 24 e 25 marzo si è svolta la ventesima giornata Fai di primavera, monumenti, ville e musei aperti gratuitamente in tutta Italia. Il Fai (fondo
ambiente italiano), da oltre 35 anni protegge il nostro paesaggio, l’arte e
la natura per tutti. È una fondazione senza scopo di lucro che si muove
con il sostegno dei cittadini, restaura e apre al pubblico monumenti e
luoghi di arte e cultura; sensibilizza la collettività e le istituzioni al rispetto della natura; vigila e interviene attivamente sul territorio. Ad oggi
sono 48 i beni salvati, di cui 24 aperti al pubblico in tutta Italia: Dal giardino della Kolymbetra alla Valle dei Templi. Nella giornata del 25 marzo
ho visitato a Roma il Complesso Borrominiano dell’Oratorio dei Filippini. L’edificio è detto anche oratorio perché San Filippo Neri istituì e
praticò una forma musicale nuova che consisteva nella recitazione di sermoni sacri alternati a musiche polifoniche. All’interno infatti vi è la sala
con un bellissimo organo dove si svolgevano le funzioni religiose cantate; infatti il Santo diceva che Dio è dolce musica. Usava coinvolgere i
ragazzi in picnic di primavera e in lunghe passeggiate per le vie di Roma.
La costruzione dell’intero complesso durò circa un secolo, ebbe inizio nel
1575. Vari architetti si cimentarono nell’opera ma il più grande fu il Borromini che realizzò la facciata, la biblioteca e la torre dell’orologio. Il
palazzo è sede di varie istituzioni culturali quali: L’archivio Capitolino,
il Teatro Dell’Orologio, L’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, ampiamente ristrutturato nel 1930, in stile seicentesco. L’Archivio Storico
Capitolino ha la sua sede qui dal 1922; conserva nella sala ovale un camino del Borromini, importanti documenti notarili del 1519 e, molti quadri e calchi in gesso provenienti dal Museo della Civiltà Romana. Al
secondo piano si trova la biblioteca Vallicelliana, la più antica aperta al
pubblico, fu lasciata in eredità al Santo e progettata dal Borromini. Di incantevole bellezza anche il Giardino degli Aranci. Aiutiamo quindi il Fai
alla conservazione del nostro patrimonio !
Francesca Pagano
80 VOGLIA DI CURIOSITÀ
Vi ricordate di Ufo Robot-Goldrake? Penso proprio di si! Goldrake, ovvero
Atlas UFO Robot, è il nome con cui è conosciuta nel nostro paese la prima
e probabilmente la più famosa serie giapponese trasmessa in Italia, prodotta
dalla Toei Animation e ideata da Go Nagai. La serie, il cui nome originale è
UFO Robot Grendizer, risultò seguitissima in tutto il mondo oltre che in
Giappone negli anni ottanta: Francia e Italia in testa, ma anche nel mondo
arabo, soprattutto in Egitto e Arabia Saudita. Ancora oggi, a distanza di decenni dalla sua trasmissione, è ricordata da migliaia di fan, soprattutto in Europa. Non tutti sanno che per sfruttare il successo di pubblico incontrato dalle
prime due serie, Koji Kabuto, ovvero Mazinga Zeta (del tutto assente nel
numero zero) venne inserito come trait d’union nella trama. Lo stile del robot
e le sue fattezze furono inoltre modificate per essere più in linea con le due
precedenti serie di Nagai, in modo da far sì che Grendizer formasse con loro
una trilogia. Tuttavia in Italia la serie fu trasmessa prima delle altre due, e così
nelle edizioni italiane la continuità tra le tre storie si è completamente perduta, anche per l’alterazione dei nomi originali.
Alessandra Angotti
ARTE E VEGETARIANESIMO
Acceso dibattito il giorno 23 marzo presso la sede “ Fiori della mente” a
Capranica (Vt), il tema proposto nella serata era sul vegetarianismo e la
sua influenza nell’ arte. Il primo a parlare dell’ argomento è stato l’ artista
Pietro Sarandrea che ha portato nella sede di “ Fiori della mente” alcune
sue ultime opere, l’ artista essendo vegetariano da circa 20 anni spiega al
pubblico i motivi che lo
hanno portato a fare questa
scelta alimentare e come è
cambiato il suo percorso artistico. L’esigenza di abbandonare l’ alimentazione
carnea, spiega Pietro Sarandrea, è stata naturale
mentre frequentava corsi di
yoga. Cita, poi, il mito della
caverna di Platone che all’epoca bandiva l’arte figurativa perché era copia di
copia divina; l’artista deve
interpretare la realtà e trasmettere l’emozione.
Prende, in seguito, la parola
il dott. Franco Libero
Manco, presidente dell’ Franco Libero Manco, Pietro Sarandrea,
A.V.A. (associazione vegeRoberto Bisconti (Moderatore)
tariana animalista), che fa
un discorso più tecnico ed
etico; afferma che oltre alla disgustosa prassi dell’ uccisione di un animale, che ha una coscienza ed è in grado di provare sentimenti come
quelli umani, ci sono anche ragioni salutistiche, in quanto una alimentazione vegetariana, povera di grassi, tiene lontano molte malattie. Per l’
aspetto economico, inoltre, spiega che il 70% della produzione mondiale
di cereali viene utilizzata per gli animali di allevamento; l’alimentazione
carnea fa consumare sostanze 10 volte superiori a quella vegetariana: un
vegetariano consuma meno acqua di un carnivoro. Il dibattito è stato moderato magistralmente da Roberto Bisconti, padrone di casa e ideatore insieme alla moglie Letizia De Berardinis di questi appuntamenti culturali,
che hanno generalmente cadenza mensile.
Paola Lamonica
OGNI DONNA PUÒ ESSERE UNA PRINCIPESSA
L’estate sta arrivando, le belle giornate regalano quel magnifico senso
di leggerezza, per lo più illusione regalata dall’assenza di quegli abiti ultrapesanti che hanno caratterizzato il nostro inverno piuttosto lungo e
freddo. E dopo esserci incappucciate, e nascoste sotto sciarpe e cappottoni antiforme, la moda per la primavera estate 2012 è ultra femminile.
La silhouette sottolinea e accentua le forme femminili. Un invasione di
fiocchi, piume e rouche abbellirà ogni capo d’abbigliamento reso già eccentrico dai tantissimi colori, Il color blocking è infatti la tendenza per
eccellenza per l’anno in arrivo. Abbinate colori accesi con colori più
tenui. Scegliete superfici grandi!Questo è il consiglio degli esperti! Il
mood è: glamour. Abiti ‘da favola’ in organza e tulle fanno di ogni donna
una vera e proprio principessa… chissà che non sia il momento buono
per trovare un principe azzurro… o anche qualsiasi altro colore va bene!
Alessandra Angotti
L’ATTUALITÀ, pag. 10
“21 JUMP STREET”
(Dalla nostra corrispondente da Los Angeles) La popolare serie televisiva
“21 Jump Street”, creata per incentivare un indice d’ascolto di giovani, è
stata riadattata a film comico d’azione interpretato da Jonah Hill e Channing Tatum. La serie televisiva mandata in onda sulla Fox Network dal
1987 al 1991 in103 episodi, con la partecipazione di Johnny Depp nella
parte di Tom Hanson, ha contribuito alla popolarità dell’attore, allora astro
nascente nel firmamento di Hollywood, confermandolo idolo nazionale
dei teen. Gli episodi di “21 Jump Street” sviluppavano storie i cui protagonisti erano poliziotti giovani, dall’aspetto di teenagers, per cui facilmente potevano essere inseriti nelle scuole superiori o nelle università
come studenti per scoprire traffici di droga, alcool, crimini, abusi sessuali
e omofobia. In ogni episodio, della durata di un’ora, veniva risolto un problema con relativo impatto morale. Nel film “21 Jump Street” la sceneggiatura ha mantenuto la storia di base focalizzandola su due personaggi ,
in antitesi sia nel fisico che nella personalità.Phil Lord e Christopher Miller, nella versione cinematografica di “21 jump Street” hanno codiretto
Jonah Hill (Schmidt) e Channing Tatum (Jenko) nella parte di due poliziotti un po’ inesperti, nemici alle scuole superiori, amici solidali da poliziotti. Dopo un inseguimento terminato con un arresto, i giovani
poliziotti rischiano d’essere quasi degradati per non aver usato, secondo
la legge, la formula d’arresto. I due vengono spediti nel quartier generale
segreto di polizia in 21 Street, organizzato in una chiesa sconsacrata e diretto da Capitan Dickson (Ice Cube, perfetto per la parte). Lo scopo del
trasferimento è dare un’opportunità ai poliziotti di rifarsi una reputazione,
infatti, a Schmidt e Jenco viene assegnato il compito d’investigare in una
scuola superiore eventuali traffici di droga. Sotto falso nome si ritrovano
studenti senza esserlo, costretti a rivivere nel mondo teenegers che non riconoscono perchè le abitudini sono cambiate e lo devono affrontare con responsabilità diverse. Il film è divertente, con
poche cadute di tono, la coppia Hill- Tatum è equilibrata,
i due attori si confrontano compensandosi. Hill, rispetto
al personaggio interpretato in ‘‘Moneyball’’ per il quale
è stato nominato come miglior attore non protagonista,
è decisamente dimagrito. Tra le sorprese del film troviamo l’attore Dave Franco, fratello di James Franco,
nella parte di Eric Molson e Johnny Depp che forse, per i
ricordi legati alla serie televisiva, ha voluto contribuire simpaticamente al film…..
Maristella Santambrogio
“QUELL’IDIOTA
DI NOSTRO FRATELLO”
È di prossima uscita, in tutte le sale italiane, “Quell’idiota di nostro fratello”, film diretto dal regista e musicista americano Jesse Peretz. La divertente commedia indipendente è interpretata da Paul Rudd (già nel cast
di “Molto Incinta”, “Una notte al museo”, “I Love You, Man” e “A cena
con un cretino”), nel ruolo di Ned Rochlin, il fratello “idiota” del titolo,
personaggio surreale e idealista che stravolgerà la vita tranquilla della
madre e delle sorelle, Zooey Deschanel, Elizabeth Banks e Emily Mortimer. Uscito ad Agosto 2011 negli USA, il film di Peretz si è distinto sin
da subito come un “caso” cinematografico con ben 25 milioni di dollari
incassati. Nonostante i toni leggeri e spesso ironici, “Quell’idiota di nostro
fratello” si caratterizza per una profondità di sentimenti, resa eccezionalmente dall’interpretazione del protagonista Paul Rudd. Al cast partecipano, inoltre, la brava cantante e attrice Zooey Deschanel, già impegnata
nella serie televisiva “New Girl”, in onda su Fox, l’attrice e produttrice
Elizabeth Banks (“The Next Three Days”, “40 Anni Vergine”) ed Emily
Mortimer (“Shutter Island”, “Young Adam” e il pluripremiato “Elisabeth”). La trama è semplice, ma incalzante. Ned (Paul Rudd) è un
“buono” che si ritrova spesso nei guai, sia con la sua famiglia, sia con la
giustizia. Arrestato e rilasciato per spaccio di droga, Ned perde lavoro, fidanzata e persino la custodia del suo amato cane. Così non gli resta che
chiedere aiuto alla propria famiglia con conseguenze sorprendenti.
Maria Rita Salustri
“THE WALKING DEAD”
Si è conclusa, lo scorso 19 marzo, la seconda stagione della fortunata
serie sui morti viventi: The walking dead. La serie, ispirata al fumetto
di Robert Kirkman, e andata in onda su Sky, ha raggiunto importanti record di ascolti rendendola una delle serie di maggior successo dell’anno.
La storia, racconta la vita, le paure, i disaccordi, di un gruppo di persone
che tentano di sopravvivere in un mondo che ormai non è più loro, completamente invaso da Zombie. Il protagonista, Rick, interpretato da Andrew Lincoln, è un vice sceriffo che entra
in coma dopo una sparatoria con due malviventi. Al suo
risveglio il mondo è cambiato, ma la situazione non lo
scoraggia, il suo unico pensiero è ritrovare la famiglia
perduta. Con due stagioni concluse e una terza prevista
per ottobre 2012 la serie ha superato ogni più rosea
aspettativa, facendo rinascere negli appassionati di questo
genere di Horror, la curiosità e la tensione che solo con i
film di Romeo si può ritrovare.
Flavio Girlando
“HAPPY DAYS” AL BRANCACCIO
Ha debuttato a Roma il 12 Aprile al Teatro Brancaccio il coloratissimo
Musical “Happy Days” con la compagnia della Rancia diretta da Saverio
Marconi, in occasione del quale ho avuto modo di fare una intervista a
Richie Cunningham, al secolo Luca Giacomelli. Considerato il ruolo
che gli hanno assegnato: l’artista completo al posto giusto. A quando risale l’inizio dei tuoi studi artistici e dove hai studiato? “Fin da piccolo
sentivo forte dentro di me la passione per il Teatro ed in particolare per
il mondo dell’Opera, un amore che si è tradotto col tempo nello studio
del canto lirico sotto la guida del soprano Alida Ferrarini. Successivamente ho cominciato ad approcciarmi all’arte della recitazione con Luciana Ravazzin e gipeto e da quel momento ho capito che questa doveva
essere la mia professione.” Happy Days è uno spettacolo frizzante, coloratissimo rivela spensieratezza, sinonimo degli anni 60. La spensieratezza di “Happy Days”è data proprio dalla rappresentazione di valori e
sentimenti autentici quali la famiglia, la bellezza delle piccole cose,
l’onestà e l’amicizia, valori che oggi, purtroppo, sono andati un po’ affievolendosi. Data la tua giovane età mi permetto di chiederti: cosa
vuoi fare da grande? Ricordo che in prima elementare risposi alla maestra voglio lavorare in teatro. Il percorso per fare bene questo mestiere è
interminabile. Il mio obiettivo è quello di continuare a studiare, sperimentare e scoprire giorno per giorno, le meravigliose sfaccettature di
quest’arte. Avete debuttato nei teatri delle più grandi città italiane
tra le quali Milano e Roma hai percepito delle differenze tra il pubblico di Milano e quello di Roma? “Happy Days” ha toccato più di 50
città italiane, 80.000 spettatori e devo dire che ogni replica, ogni serata
è stata un mondo a sé stante. Il gradimento dello spettatore è dato soprattutto dalla conoscenza della serie TV e dall’energia del gruppo. Ho potuto constatare l’entusiasmo del pubblico in sala tu cosa provi durante
questa risposta del pubblico? “L’emozione nel percepire che gli spettatori
amano il tuo personaggio è indescrivibile, il mio lavoro è proprio questo,
far rivivere Richie Cunningham e riuscire a trasmettere le sensazioni e i
disagi che prova alla platea. Sentirsi accolti con un caloroso applauso ripaga pienamente.” Quali sono state le principali esperienze professionali precedenti ad Happy Days? “A 18 anni ho cominciato a lavorare
all’Arena di Verona e da allora ho avuto la possibilità di incontrare registi
del calibro di Arnaud Bernard, Liliana Cavani, Hugo De Ana, Gilbert
Deflo, Denis Krief, Pier’Alli e Franco Zeffirelli il quale mi ha affidato il
ruolo del Principe di Persia nella “Turandot” pucciniana nella Stagione
2010 all’Arena di Verona.”
Grazie Luca, “in bocca al lupo” per la tua carriera.
Rosa Spano
CINEMA, TEATRO E MODA
LA SECONDA PRIMAVERA
DEL TEATRO VALLE
Continua l’occupazione dello storico teatro Valle di Roma con l’adesione
sempre più massiccia dei tanti lavoratori dello spettacolo. Il tutto per
continuare a combattere la chiusura e la prevista gestione lobbistica che
si va sempre più consolidando nell’ambito teatrale e della cultura italiana
in generale. Il passaggio del Teatro al Comune di Roma, con un prospettato anno di programmazione, sembra sempre più poco trasparente e non
convince gli occupanti che con una sala operativa approntata nel foyer
proseguono la loro battaglia. Ogni giorno ci sono assemblee e spettacoli
di attori, registi e cantanti che si esibiscono fino a tarda notte per portare
il loro sostegno e cercare una soluzione a questo scandalo.
Va ricordato che il Teatro Valle è un emblema, è il più antico teatro della
capitale ancora in vita, progettato dall’architetto Tommaso Morelli e
inaugurato nel 1727 con la rappresentazione della tragedia “Matilde” di
Falconio Pratoli. È un tipico teatro classico con la sala a ferro di cavallo,
con quattro ordini di palchi ed un loggione. La sua storia annovera il passaggio dei più grandi autori, registi e attori italiani, basti ricordare Goldoni, Salvini, Duse, Fregoli, Scarpetta, Musco, Viviani, Pirandello, Totò
e i fratelli De Filippo per continuare con Gassman, Ronconi, Strehler e
Dario Fo. Per questa storica importanza non bisogna cedere ai dictat del
governo. Non si deve dimenticare che il blocco del Valle parte da lontano
ed è stato creato da più poteri politici, iniziando dal ministro Tremonti
che volle lo scioglimento dell’Ente Teatrale Italiano, proseguendo con i
vari tagli alla cultura. Quello che oggi al Valle si sta cercando di promuovere e di portare avanti, dopo i tanti interventi istituzionali che nulla
hanno assicurato, è un teatro che sia un laboratorio dove sperimentare,
formare e dare visibilità alle tante arti visive, alla tante drammaturgie e
alle tante scritture sceniche. Inoltre è in corso l’elaborazione pubblica di
uno Statuto, in un ottica di democrazia diretta e partecipata, e una Campagna per un Teatro che sia un agorà, che sia un crocevia di esperienze
nazionali e internazionali, ma soprattutto che sia un bene comune, gestito
con azionariato diffuso oltre che dal finanziamento pubblico garantito
dai principi costituzionali.
Ernesto De Benedictis
MODA E… NON SOLO
(a cura di Lucilla Petrelli)
BEAUTY NEWS. Monica Bellucci, la nostra famosa attrice umbra, ha
firmato una collaborazione con Dolce&Gabbana che la vedrà protagonista, con una propria collezione di rossetti, nelle profumerie a partire da
maggio. La “Monica Lipstick Collection” sarà una mini linea di 6 tonalità di rossetti, diverse nuances a seconda dell’umore del giorno, dello
stato d’animo. Non è la prima volta che l’attrice ed i due stilisti collaborano insieme, infatti sono legati da anni da profonda amicizia. L’ultima
campagna è stata quella di presentazione primavera-estate 2012 di
Dolce&Gabbana dove l’attrice ha posato insieme a Bianca Balti.
PERFUMERY NEWS. Una bella novità per quanto riguarda i profumi
da donna. “Signorina” è la nuova Eau de Parfum di Salvatore Ferragamo, un mix elegante di uva sultanina, peonia e patchouli con una nota
gustosa di panna cotta! Testimonial per il lancio di questa essenza, l’indossatrice Bianca Balti che con grande entusiasmo ha raccolto l’invito
dello stilista. La Maison Ferragamo viene non si piega alle mode ma resiste nel tempo.
FASHION NEWS. Primi caldi, voglia più che mai d’alleggerirsi e allora si indossa con piacere una bella camicia! Restare in camicia è il
must di stagione! La più classica è quella azzurra, copiata e rubata dal
guardaroba maschile. Il Denim impazza in tutte le forme, dai taschini
con borchie alle impunture.
WOMAN’S JEWELS. È noto che il Made in Italy piace in tutto il
mondo ed anche il noto brand italiano “Queriot” non smentisce questa
fama! L’idea è venuta ad un veterano della gioielleria, Francesco Minoli
che vista la crisi ed il prezzo dell’oro, ha utilizzato quello a 9 carati, altrettanto bello ed accessibile come costi, per il bracciale-polsino in maglia d’oro rosa impreziosito da un granato, anche nelle varianti, oro
giallo, rosa e bianco in pezzi d’argento con pietre e piccoli diamanti. E
le americane, oltre che le italiane sono letteralmente impazzite per questo
originale gioiello.
BOOKS NEWS. Esce in Francia a maggio e negli States a settembre il
bellissimo libro in due volumi edito da Rizzoli la storia della fascinosa
Maison Dior, 240 pagine e 250 fotografie con le testimonianze delle dive
che hanno amato e amano il mondo di Dior. La storia interessante di
questa Maison, dalla moda al make up fino alla sua trasformazione all’interno dell’Haute Joaillerie. Le star e le donne in generale hanno sempre amato la moda Dior, sontuosa ed a volte eccentrica. Nel libro si
alternano foto d’autore delle grandi dive del passato, tra cui Charlize
Theron, in copertina, fotografata da Alexi Lubomiraki.
FACEBOOK, ARRIVA ENEMY GRAPH
In barba alle originarie intenzioni dell'inventore di Facebook Mark Zuckerberg, uno studente dell'Università di Dallas, Dean Terry, ha progettato
una nuova funzionalità per il social network più famoso al mondo: The
Enemy Graph ossia una lista di nemici che ogni utente potrebbe inserire
sul proprio profilo facebook. Tanta "amicizia" e "socievolezza" è sembrata banale ed irreale a Dean, che per avvicinare la dimensione virtuale
alla realtà quotidiana ha pensato che sia diritto di ogni "facebookiano" far
conoscere non solo gli amici e i post che piacciono, ma anche le persone
che ritiene antipatiche e i post pubblicati sulle bacheche che pensa siano
stupidi o inutili. Se lo studente di Dallas riuscisse nel suo intento, si creerebbe una vera e propria guerra tra internauti consumata a colpi di click;
ma Dean è consapevole del fatto che presto il team Facebook eliminerà
l'applicazione da lui creata, applicazione che lui stesso definisce «una
bestemmia per i social network».
Erika Carpinella
RUBRICA DELLA SALUTE
MARMELLATA DI BACCHE DI SAMBUCO
Le dovrete raccogliere da una pianta che con la stagione calda darà 1
KG. Ben lavate e fatte bollire mescolate di tanto in tanto e quando
saranno ben cotte, passatele al setaccio, rimettetele al fuoco con 350 g.
di zucchero, un bicchiere di acqua, fate bollire e per tre o quattro minuti,
ripassare al setaccio aggiungere due limoni spremuti, e fate cuocere fino
a densificare la vostra marmellata.
BARCHETTE DI UOVA E POMODORI FARCITI
Sei uova sode, tagliate in lungo, mettete tutti i torli sodi in una scodella,
versate una scatolina di tonno, pestate in un mortaio una manciata di capperi, unendo la crema di alici di mezzo tubetto oppure di più a vostro piacere. Tagliate sei pomodori a metà vuotateli con un cucchiaino, mettete
la polpa, in tutto l’impasto e fatene una densa crema controllate se serve
del sale. Riempite le 12 metà dell’uovo e fate uguale con i pomodori
mettendo nel dentro un po’ di sale. Per la vela: con uno stuzzicadente
fare con della lattuga una specie di vela infilzarla allo stecchino. Chiuderla con una oliva nera e metterla sopra l’uovo, uguale fate con i pomodori farciti.
Liana Botticelli
N. 5. MAGGIO 2012
ANDROFOBIA E CINEGUSTOLOGIA
“Ciliegine” è una commedia sentimentale dove la raffinata attrice toscana Laura Morante si cimenta per la prima volta nella regia, nella sceneggiatura ed interpretazione. La pellicola di circa 100 minuti, è stata
prodotta in Francia da La Maison du Cinema e distribuita in Italia dalla
Bolero Film in sole 50 copie. Il cast è quello delle grandi occasioni , selezionato dopo un lungo travaglio e composto soprattutto da attori d’oltrealpe . Ricordiamo tra tutti Pascal Elbè, Isabelle Carrè, Frederic Pierrot
e il nostro Ennio Fantastichini. La protagonista principale del film è
Amanda (Laura Morante) una donna con una vera e propria paura degli
uomini con cui ha sempre avuto rapporti complicati e inaffidabili. Questa
fobia la porta a non lasciarsi andare, a non accettare compromessi e distruggere così ogni possibile storia. Ma ad una festa di capodanno accade
qualcosa di insolito, incontra Antoine e tutte le sue resistenze sembrano
sparire. Colpo di fulmine? In realtà Amanda è vittima di un equivoco, è
convinta che l’uomo sia gay e quindi innocuo. Gli amici si accorgono
del malinteso, ma per far sì che lei finalmente guarisca dalla sua nevrosi
architettano un piano. Il lungometraggio è stato girato in una calda atmosfera parigina e si basa su un opera di Freud , l’interpretazione sulla
Gradiva di Jensen, dove è meglio mentire e non rivelare la verità, come
meccanismo di autodifesa. La scena della succulenta ciliegina sulla torta
che viene mangiata improvvisamente dal compagno di Amanda durante
il loro anniversario, metafora dell’egoismo riassume bene la trama e inserisce l’artifizio del cinegusto molto sfruttato nelle produzioni filmiche
degli ultimi decenni. La fotografia è molto curata, ma il montaggio lascia
un po’ a desiderare soprattutto nella seconda parte dove perde di ritmo e
di mordente. La sceneggiatura è scorrevole e gradevolmente accompagnata dalle musiche del maestro Piovani che sembrano porre delle virgole
ad ogni gesto e parola. E’un film che segue da vicino i rapporti di coppia
e che si dovrebbe consigliare a chi vuole cogliere la complessità dei sentimenti del gentil sesso, anche se ai più potrebbe sembrare una parodia
radical-chic piena di stereotipi.
Ernesto De Benedictis
ACADEMY AWARDS AL FILM MUTO
The Artist del francese Michel Hazanavicius è un film revival degli anni
del muto che ha sbaragliato la concorrenza aggiudicandosi ben cinque
statuette all’ 84° edizione degli Oscar. E’ stata premiata la regia, il film,
l’attore protagonista Jean Dujardin, la colonna sonora e i costumi.
La pellicola ci parla della Hollywood degli anni ’20 dove George Valentin è una grande star del cinema muto che però deve fare i conti con l’avvento del sonoro. La sua fama rischia una prematura fine mentre quella
della sua amata, la divertente comparsa Peppy Miller (Berenice Bejo), sta
per trasformarsi in quella di una diva. Dopo mille peripezie Peppy, diventata oramai una delle attrici più acclamate e ricercate dalle Majors, riuscirà a convincere i produttori a far ritornare George alla ribalta per
recitare insieme a lei in un musical. Oltre ai due attori francesi, protagonisti principali, ci sono molti attori anglofoni come John Goodman, Malcolm McDowell ed uno strepitoso cane Jack Russell perfettamente
addestrato, che con i suoi sguardi sembra parlare. Le riprese del lungometraggio sono durate solo 36 giorni e si sono svolte quasi interamente
a Los Angeles con un budget complessivo di circa 15 milioni di dollari.
La fotografia è molto elegante, si nota subito per un bianco e nero retrò
che rispecchia molto bene l’epoca. I costumi sono stati ricercati con minuziosa passione e sono un contorno ideale alla sceneggiatura e al sonoro. Le inquadrature sono giocate magistralmente ed accompagnate da
luci studiate a tavolino. Caratteristiche sono le didascalie che compaiono
con precisione. Il tema affrontato nel film è quello che rassicura il pubblico, l’ascesa e la caduta seguita da un riscatto con un lieto “The End”,
a ricordarci che la settima arte alla fine ci regala sempre un sogno.
Si può affermare che nell’era del 3D la proiezione di un film “preistorico” può ancora riuscire a strappare applausi e convincere la critica.
Questo genere, altresì, potrebbe segnare un primo passo per un ritorno ad
una comunicazione cinematografica di altri tempi anche se rivisitata e
adattata al terzo millennio.
Ernesto De Benedictis
LA FILOSOFIA DEL “MEGLIO UN UOVO
OGGI, …” UCCIDE IL CINEMA ITALIANO
Fausto Brizzi, sceneggiatore e regista di vari film recenti (tra cui “Notte
prima degli esami”(2006), “Notte prima degli esami oggi”(2007),
“Ex”(2009), “Maschi contro femmine”(2010), “Femmine contro maschi”(2011), “Com’è bello far l’amore”(2012).), si racconta e rivela alcuni problemi del cinema italiano, durante l’incontro con gli studenti del
corso magistrale di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università Roma Tre. Brizzi ha da poco messo su una piccola casa produttrice
ed espone con chiarezza che la filosofia “meglio un uovo oggi, …” contribuisce a sminuire il prodotto cinematografico italiano privilegiando
quello americano. In America, spiega il regista, quando vengono richiesti
i preventivi per un effetto speciale non si tende a risparmiare, vengono
offerti più soldi affinché l’effetto sia in modo ottimale e non sufficiente
come accade per molti film italiani. Il vero cancro del nostro cinema è
dato dal fatto che si tende a voler guadagnare prima che il film venga
messo in onda nelle sale cinematografiche nell’acquisto esagerato della
pellicola. Secondo il regista questo ci differenzia nettamente dall’industria cinematografica americana che basa il suo guadagno sull’affluenza
degli spettatori nelle sale. Naturalmente, conclude Brizzi, un grosso problema viene anche dalla pirateria che, così come per i prodotti musicali,
porta allo smantellamento di questo mercato cinematografico.
Maddalena Barba
LA CAMPANIA RESTA A PIEDI
Sembra proprio che la “Campania rimanga a piedi”. Un pomeriggio di
fine Marzo 2012 lavoratori, studenti e cittadini vengono lasciati alle fermate dei bus perché la CSTP, l’azienda di trasporto pubblico salernitana,
già da tempo in una grave crisi economica-finanziaria, fallisce.
Nessun preavviso ma tanto disagio. La situazione appare molto grave e
difficile da risolvere. Molti studenti universitari sono costretti a restare
a casa o ad organizzarsi con mezzi propri per raggiungere Fisciano, lavoratori costretti ad automunirsi, caricandosi delle spese di carburante,
ormai insostenibili, per raggiungere il luogo di lavoro, cittadini che non
sanno come raggiungere strutture pubbliche o sanitarie. L’ 11 aprile
scorso le fasce colpite dal disagio e i dipendenti, prossimi al licenziamento, si sono uniti in un corteo di protesta verso tutte le autorità politiche che sembrano far nulla, o molto poco, per rimettere in ordine il
trasporto pubblico di tutta la provincia. Varie sono le opzioni di risoluzione proposte, tra cui quella dell’affidamento dell’azienda a privati. Risolto il problema trasporto pubblico, la questione sarebbe risolta se, però,
ad aggravare la situazione non ci fossero in arrivo i tagli del 50 %, indetti
da Trenitalia, su tutti i treni regionali in arrivo e in partenza dalla Campania. Migliaia di pendolari che ogni mattina raggiungono sedi fuori regione (Roma, Latina, Formia, ecc) e dentro (Salerno, Caserta, Benevento,
ecc). La regione uffici e strutture varie, per lavoro o altri sevizi, dovranno
trovare un’alternativa al viaggio su strada ferrata. Le motivazioni di questi tagli, stando alle “voci di scompartimento”, sono date dal voler indurre
i passeggeri a scegliere i treni “freccia rossa” ai treni regionali. Ultima,
ma non meno importante, è la riduzione delle corse della Circumvesuviana, linea che collega Napoli a tutti i paesi alle pendici del Vesuvio.
Treni che saltano le corse, ragazzi che non raggiungono gli edifici scolastici in orario, quantità di passeggeri evidentemente in esubero per la
normale portata dei treni. La situazione è ormai insostenibile e i cittadini
campani sono messi in ginocchio da una questione che, da ormai un
anno, sembra peggiorare di giorno in giorno.
Maddalena Barba
N. 5. MAGGIO 2012
L’ATTUALITÀ, pag. 11
L’ANGOLO DELLA POESIA
noce / allalah! che scorpacciata! /
Lo scoiattolo è piccino, / la sua
coda è gonfia, eretta; / ha il colore
d’un volpino; / fa pensare ad una
statuetta. / Salta, scappa com’è sua
natura; / è allegro e spensierato /
or s’arrampica su una altura / ed è
sempre indaffarato. / La sua casa è
in mezzo ai boschi, / li piccina lo
trovai / ma degli elementi loschi /
allor lo misero nei guai. / Lo feci
uscir dalla tagliola / poi curai la
sua ferita; / mi ringraziò come
avesse parola / e ritornò felice alla
sua vita! Leda Panzone Natale
VITE IN BILICO
Hanno affidato ad un malconcio
barcone / tutti i sogni di una vita
perduti, esausti e tribolati nel mare
dell’ingiustizia / dove si vende la
dignità per un forestiero. / Gli
occhi gonfi di pianto, simili a specchi / trasmettono emozioni perdute
/ nel vento di chissà quale spiaggia.
/ Mani che tendono / ad allontanare
la miseria. / Volti, espressioni della
nostra passata tracotanza, attendono inermi il proprio destino. /
Per i sopravvissuti noi siamo mete
ritrovate, speranze di una quiete
dopo la tempesta. E noi attoniti
cerchiamo risposte vaghe / a simili
nefandezze compiute.
Florinda Battiloro
NUOVA IDENTITÀ
È nello scrigno del cuore / e nella
profondità dell’inconscio / che avviene la trasformazione / da una
vecchia a una nuova identità / che
ci fa vedere la Luce, / vivendo
quei valori / di nuova consapevolezza e comprensione / verso il fratello sofferente / e la dedizione al
Signore. / La voce dell’anima / ci
permette di percepire / il grado di
dimensione spirituale / per vivere
e crescere nella verità / rivelata da
Gesù. / La rinata coscienza spirituale / ci porta al processo di
ascesa / in un mondo invisibile /
ove si concretizza in noi / la certezza di essere figli di Dio.
Marcella Croce de Grandis
LA MARINA NASCOSTA
Nel cuneo / della marina nascosta,
/ lucida la sabbia, / limpido il tramonto, / e l’Arechi sicuro / nello
sguardo. / Dell’ampia risacca / il
suono e parole / all’umile vento. /
I sapienti odori / dell’offerta natura / col gusto delle labbra tue. /
Tutto il bene che ti voglio è / nel
gabbiano solo della spiaggia!
Maria Serritiello
NEL CUORE
Mi manchi / mamma cara / nella
preghiera / nel dolore / nel silenzio
della sera / mi manchi sempre /
amore. / Nel lontano, / altrove
nella grazia / del Signore nel
sogno / in ogni ora, mi manchi /
mamma cara / nello scontorto del
mio cuore. / Nel rispecchio dèlla
vita le tue labbra / sorridenti incantano il ricordo, / mi manchi
mamma mia / mi manchi immensamente.
Vittorio Pesca
LO SCOIATTOLINO
Lo scoiattolo veloce / la strada ha
attraversata: / dirimpetto vive un
DI NUOVO È PRIMAVERA
Fischiano i merli, cinguettano altri
uccelli, / sul davanzale della mia
finestra. / Distinguo i merli dai br
becchi gialli... / Nei prati è comparsa la ginestra, / anch’ essa con i
suoi petali gialli, / insieme con le
bianche margherite / e gli eleganti,
rosei ciclarnini... / Uccelli e fiori
in livree colorate! / Gorgheggiano
i maschi cardellini, / che hanno il
canto più dolce tra i fringuelli / e
son dei nostri uccelli fra i più
belli... / Che assolato tripudio di
colori, / tra quelle piume risplendono gli ori! / Col loro canto gloriano il Signore / ed io, che sono il
minimo cantore, / lo invoco perché
il mondo sia migliore. / Sono gli
araldi della primavera; / dell’inverno è passata la bufera, / in festa
è la natura, / e nel tempo sereno
l’uomo spera. / Solo l’anima mia
resta dubbiosa, / ché la vecchiaia
è cattiva consigliera / e la fede è
una cosa misteriosa, / a vero dir,
cosa meravigliosa, / che Dio concede solo a quegli eletti / che in
comunione sua sono perfetti.
Sergio Scalia
LA VITA È AMORE
Questa mattina ho avuto un risveglio diverso / dal solito, per un attimo ho provato una sensazione
nuova / il sole che filtrava attraverso gli alberi mi ha riportata / indietro nel tempo;, di quando
vivevo in campagna, / un attimo di
quasi distensione, di quasi serenità. / Chiedo a me stessa “che
cose la vita”? / La vita è amore di
chi non ha mai avuto amore, / non
lo sà dare,e non lo sà ricevere. / Il
mio pensiero va a mia madre ottantaduenne / sola ormai da venticinque anni. / La immagino che
parla alla macchina da cucire, / la
sua lingua di sarta, la sua lingua di
provincia. / E io sono qui lontana
paralizzata nel lavoro / di questo
mondo egoista, / ormai perso per
sempre: / perché l’essere umano
non ha ancora capito / che la semplicità di una parola, una carezza,
/ può durare tutta la vita.
Giannina Nardecchia Orsini
FOTOGRAFIA
Mi accingo / A salutarti / Quand
‘ecco / Che vedo una foto, / Una
foto / Ingiallita dal tempo / Una
donna v’è dentro, / Bella, altera,
scura / E fiera, / non rammento chi
sia cerco / cerco annaspo nei ricordi / e all’improvviso mi vieni in
mente, / donna d’altri tempi /
d’inizio novecento capelli all’indietro / vestito frou frou / bracciali
anelli e ninnoli vari, / sei la mia bisnonna / che bella che eri, / mi
viene la nostalgia del tempo / che
fu / A te m’inchino orsù!
Francesca Pagano
GATTI DI STRADA
Un bel micetto, povero randagio,/
mantello bianco, pezzato di grigio,/
mangiava la sua carne, adagio,
adagio./ Erano “bocconcini”,
messi sul fondo di una scodellina,/
da una canuta, dolce vecchina,/
come, per lui, una bella fatina,/ che
guardava quel gatto, sorridente,/
lieta, così, felicemente,/ di sfamare
quel povero animale,/ con un pranzetto forse abituale,/ perché i buoni
vecchietti, se son soli,/ amano di
più questi animali,/ che pure son
dell’uomo un gran conforto,/
quanto più sente prossimo il suo
porto,/ laddove farà l’ultimo approdo,/ benché sia natural nostro
malgrado./ E verso me, che m’ero
avvicinato,/ anch’io sorridente e
incuriosito,/ quel povero micio ha
pur guardato,/ con occhio timoroso, come per dirmi: “Non mi far
del male,/ sono soltanto un povero
animale,/ che ha “conglobato” il
pranzo con la cena,/ quando ci
scappa, grazie a sora Nena!”/ E
l’ho capito, e me ne sono andato,/
non senza prima aver salutato/
quella vecchina, dolce, di buon
cuore,/ ancora giovane per dare
tanto amore.
Sergio Scalia
TERRA SANTA
In quella terra tu hai camminato/
Sotto gli ulivi del Getsemani io ho
pregato/ Sul monte Tabor ti ho veduto la veste bianca, candida al
sole trasfigurato./ A Cafarnao il Vescovo la Messa ha celebrato,/ ma
quando la barca, sul lago di Tiberiade ha navigato/ si è sciolto il
mio cuore in un pianto beato,/ nelle
mani quell’acqua, ho toccato,/
dove tu o Gesù eri passato/ sulle
acque del mare di Galilea/ a piedi
nudi hai camminato/ i pani e i pesci
hai moltiplicato,/ cinquemila persone hai sfamato./ La vista ai ciechi hai ridonato/ ai morti la vita hai
resuscitato.
Liana Botticelli
A SUOR SAMUELA
Giovane ancella luce del Signore,/
luminosa e bella l’anima tua./
Dono immenso al mondo tu dai,/
il tuo cor felice quando amor
doni./ Senza confini, è lungo il tuo
cammino,/ spine e grovigli togli al
lor passare/ anche alle altrui sorelle che son dietro di te!/ Suor Samuela sposa di Dio angelo in
terra/ A vegliar il mondo.
Liana Botticelli
VINELLO BIANCO
Al ricordo sembra / Che si gonfi il
cuore / E che si spacchi il petto. /
Con te occhi negli occhi / E quel
vinello con sull’etichetta / Il Gambero Rosso. / È passato tanto
tempo! / Era tutto amorevole /
Tutto straordinario, particolare /
Erano i primi tempi della nostra /
Magnifica unione / Del nostro
grande amore. / Così i ricordi affollano la mente / E il nodo fa
scendere le lacrime. / Così vivo
ora, senza te. / Srotolando la pellicola della Nostra vita, / che passo
passo / Rivivo ad ogni fotogramma, / Nell’attesa di raggiungerti / Dove non c’è sofferenza /
Dove un abbraccio / Sarà eterno /
In primis con Dio.
Nadia Balduini Bentivoglio
GILBERTO LA SCALA, UN GRANDE ARTISTA
Nel leggere a pag. 15 del n. di Febbraio di questo periodico l’articolo di Gilberto La Scala: “Quel malefico idolo chiamato denaro”, papà prese lo spunto dal titolo di questo articolo che gli ricordava una sua poesia “Denaro idolo soterico” e, trovato anche il recapito telefonico su internet, lo contattò. Così, papà dice: “oltre al piacere di un cordiale
colloquio, ho avuto quello di scoprire che il tenore La Scala (“Nomen est homen?”) è uno dei tanti personaggi che
onora anche all’estero la sua e mia terra calabra”. La documentazione ricevuta sull’attività artistica e di impegno umanitario di questo suo quasi coetaneo corregionale, ha evidenziato la sua sensibilità umana e di filosofo nel senso etimologico del termine (retaggio della Magna Grecia che continua a esercitare il suo influsso negli abitanti dell’ Amara
terra mia”) che si manifesta in composizioni poetiche, in aforismi, in un libro del 1993: “Storia italiana contemporanea dal 1943 al 2008”, scritto con Claudio Furlani. Sulla copertina, dove è disegnata una mostruosa immagine che
rappresenta il “Dio Denaro quello che non divora lo Distrugge”, ha aggiunto a penna che “ il Dio Denaro ha in
bocca il Pianeta”. Altre sue significative pubblicazioni sono: “La ricchezza di essere poveri”; “La povertà di essere
ricchi” (che a papà ricordano un suo articolo degli anni ’80: ”Poveri ricchi – ricchezza materiale e miseria umana”).
Da anni La Scala canta nelle cappelle vaticane e nella basilica di San Pietro all’apertura del Concilio Vaticano Secondo. Tra la documentazione inviatami in fotocopia, diverse lettere dalla Segreteria vaticana dove, unitamente alle
benedizioni papali, vi sono espressi sentiti riconoscimenti del suo valore di artista. Altrettanti lusinghieri riconoscimenti in articoli di rotocalchi stranieri tra cui diversi dalla Germania e dall’Argentina.
Anton Luca Lando
ALDA MERINI, POETESSA DEI NAVIGLI
Alda Merini era nata a Milano in via Mangone, il 21 marzo 1931. Durante la guerra la sua casa fu distrutta dalle
bombe. Alda aveva 12 anni, quando dovette fare l’ostetrica per forza, aiutò la madre, portando alla luce il piccolo
fratellino. Andarono a Vercelli, dove furono ospitati da una zia per ben tre anni. Finita la guerra tornò a Milano
dove si sposò, all’età di 18 anni, con un operaio, Ettore Canniti, da cui ebbe quattro figlie; Emanuela, Flavia,
Barbara e Simona. Nel frattempo presero una panetteria in via Lipari, la chiamavano la fornaretta. Una donna
che ha amato profondamente il marito, un uomo geloso, ma poco incline a capire e a condividere la passione
per la poesia. Durante il matrimonio le figlie furono affidate ad altre famiglie. Iniziò tutto una notte, il marito
rientrare a casa dopo essere andato in giro con gli amici e aver speso tutti i soldi, ella gli scaraventò contro una
sedia facendolo finire all’ospedale. Veniva picchiata quando lui era ubriaco, ma lei lo amava e si crogiolava nell’illusione che lui cambiasse. Smise di scrivere quando fu ricoverata presso l’Ospedale Psichiatrico Paolo Pini
di Milano. Nel 1979 fece definitivo ritorno a casa e ricominciai a scrivere raccontando la sua esperienza, gli orrori
e le torture nell’ospedale psichiatrico. Nel 1983, dopo una lunga malattia, venne a mancare il marito. Fece amicizia con il poeta Michele Pierri. L’intesa fra i due si fa sempre più forte, fino a quando, nel 1983 decise di sposarlo, e si trasferì a Taranto dove rimase per circa quattro anni. Questo periodo di apparente tranquillità non
durò però a lungo. L’aggravarsi delle condizioni di salute di Pierri preso come pretesto dai figli del medico-poeta,
da sempre contrari al loro matrimonio, per allontanarla. Un profondo stato depressivo la riportò a vivere nuovamente le torture e gli orrori dell’ospedale psichiatrico. Nel 1986, rientrò a Milano, sulle rive dell’amato Naviglio ottenne diversi premi letterari e una laurea honoris causa dall’Università di Messina. Si è spenta il 1°
novembre 2009 all’Ospedale San Paolo di Milano, in seguito ad un tumore, fumando le sue amatissime sigarette,
una dietro l’altra fino all’ultimo, incurante dei divieti.
Nicole Danhielle Calabretta
COME VOLARE
Senza le ali / non si può volare, / il
crollo è subito sovrano. / Con la
fantasia / si può andar molto lontano, / ma tornando sul suolo vivo
/ l’impatto non è indolore, / né
educativo. / Volare, trasportati dal
vento / si va in tutte le direzioni, /
confortati dai fumi della droga, /
delle rapine, dei soprusi, / e della
violenza... con non senza / complicazioni e sofferenza / Volare,
quindi, è bello sì, / ma colle ali
vere; / con l’onestà degli intenti, /
con la saggezza del vivere, / portarsi verso il giusto, / il bene ed il
sano, / si va molto lontano. / Solo
così si potrà volare in alto, / sempre più in alto, / vicino a Dio per
raggiungere / il fine ultimo dell
vita umana in serenità. / Ciascuno
è artefice / di se stesso e questo lo
si sa.
Sebastiana D’Avola
L’UOMO DI EMMAUS
L’uomo di Emmaus / Uomo itinerante / sia nella vita terrena / sia
dopo il martirio / ama calpestare la
strada. / Il cammino sempre / conduce ad un sito / ed è l’occasione
certa / d’incontrare il volto / dell’uomo della strada / Cerca il suo
incontro / e gli va incontro. / L’osserva intensamente / con amore lo
ammaestra.. / Lo ispira a vivere /
a Sua sequela / che rileva l’uomo /
e si rivela all’uomo. / “Resta con
noi Signore / il giomo volge alla
fine”. Anna Cardelli Marena
GOCCE DI PIOGGIA
Ascolta, / piove dai cirri corrosi, /
il bosco odiato / rimane senza
voci. / Ascolta, / sono gocce e lacrime / su tamerici e rovi, / parole
umane / che fuggono lontano. /
Ascolta, / piove sui pensieri / che
l’anima dischiude / all’intensità
del cielo. / Ascolta, / cade il pianto
/ dei voli dei gabbiani, / si posa
sulle fronde, / ormai rade, / dei
rami illusi. / Ascolta, il canto della
cicala / posata sul ginepro, / racconta una favola / d’amore infranto, / abbandonato / all’isola dei
ricordi.
Giovanni Iodice
ESPERANZA
La primavera/ nos trae la capacidad/ de renovar el deseo/ y la determinacion/ para renacer/ con las
flores./ La gloria y el pesar/ de
ayer se hacen sabia/ erudicion de
humo/ y se van para siempre/ dejando poco incentivo/ para mantener la vida./ Solo al futuro
pertenece/ toda la esperanza/
mientras celebramos/ una nueva
primavera,/ el pasover y la pascua.
Teresinka Pereira
ER BER PAESE. GUIDATO
DA N’ ESERCITO
“DE RODITORI”
Er ber Paese guidato da n’esercito,
de roditori Ce se’avventno tutti!!
come ponno rosicà stà forma de
formaggio, der ber paese Italiano,
cominceno dar centro, continuànno a destra e poi a sinistra,
lassànno quarche sbriciola, a li
partiti piccoli, cor quattro per
cento d’adesioni. Er popolo Sovrano, fiducioso s’aspetta sempre
Un “Pifferaro” bono che possa
sterminà sfesercito de “sorci roditori” pe’ assaporà stà fetta de stò
ber Paese, che ar popolo Sovrano,
solo la coccia jia lassàto in mano.
Renzo Frisardi (detto Raunz)
È FINITO IL TEMPO... ED È
COMINCIATO IL TEMPO!
È la fine di un principio / È il principio di una fine / È finito il tempo
dove imperava l’incoscenza dei
forti / È incominciata la presa di
coscenza dei deboli / È finito il
tempo dei furbi creduti saggi / È incominciato il tempo dei santi giudicati pazzi / È finito il tempo della
potenza dei ricchi / È incominciato
il tempo del rispetto verso i poveri
/ È finito il tempo di volare alla velocitò della luce / È incominciato il
tempo di camminare a piedi / È
finito il tempo del rispetto verso il
dio denaro / È incominciato il
tempo di lodare la natura / È finito
il tempo di venerare la bellezza esteriore / È incominciato il tempo di
scrutare nella bellezza interiore / È
finito il tempo di invidiare la ricchezza / È incominciato il tempo di
apprezzare la povertà / È finito il
tempo di pensare che con il denaro
si può comprare la vita / È incominciato il tempo di pensare che la
povertà è libertà / È finito il tempo
di produrre cose inutili se non
vogliamo morire soffocati dalla immondizia / È incominciato il tempo
di programmare a livello mondiale
solo cose utili / È finito il tempo dei
governi locali per soddisfare il proprio egoismo / È incominciato il
tempo di governare l’umanità a livello mondiale / È finito il tempo del
colore dei partiti / È incominciato
il tempo per il rispetto a tutte le
forme di vita. Gilberto La Scala
IL RISVEGLIO DELLA PRIMAVERA
L’alba è ancora assopita, il mio sguardo si
perde nell’azzurro del
Cielo a me vicino.
Vedo una pallida luna
sognante ma stanca
delle
sue
notti
bianche. Mi travolge
un sentimento di
fede, per il suo misterioso, divino mondo
fra le vie del firmamento. Il primo spiraglio di sole invita
una flotta di rondini a
cinguettare, la dolce
primavera, avvolta da
petali di fiori, rose
cangianti dal soave
profumo di orchidea.
Simile ad una dama
in abito da sera, la sua
folta chioma intrecciata raggi di sole.
Felice, gioiosa sente
lo stridere del treno in
ferrovia, 1’inverno lontano porterà, nel suo freddo giaciglio, si addormenterà. La Primavera, di fretta, sale al solaio, in una vecchia panca racchiude cappotti, logore sciarpe, antico cappello assieme al nostro amico
di sempre utile ombrello. Nell’aria tutto ritorna solare, sorrisi al sole, il
cinguettare di usignoli. Gli innamorati a piedi nudi sulla calda riva del
mare, abbracciati sotto il chiarore lunare, fra ardenti baci e promesse
d’amore. La primavera risveglia ogni cuore. Un usignolo canta melodie
sul far della sera. Sopra la folta chioma della Signora Primavera.
Elena Andreoli
L’AMANTE VENTO DELLA GITANA
Stridono le ruote, alla vecchia carovana. Oscilla... tentenna i brandelli, pian piano si allontana. Il sole si stringe al tramonto. Sosta
tra rovi e cespugli, l’attesa dell’alba è ancora
lontana. Il cielo accende le piccole stelle; la
luna radiosa passeggia mondana. Invita ad uscire una bruna gitana. Nella quiete, scalza,
lascia la sua carovana; si distende sopra una
roccia, che magicamente diventa un morbido
cuscino. Lo sguardo, lo perde nel cielo
turchino. Socchiude gli occhi.., sparisce il suo
mondo. Sognando, gli appare un cavaliere. La
stringe sotto il suo grande mantello, cavalcando su di un bianco cavallo, che sfreccia fra
le ombre della notte verso un castello dorato.
L’amante vento la fa ridestare baciando impetuoso la sua bocca ardente, scompigliando
i suoi lunghi capelli. Una folata.. innalza quel malizioso vestito, che fa
intravedere un corpo procace. Sirena, uscita dal fondo del mare. Il vento
furioso fugge dileguandosi fra le tenebre. La bruna gitana ricompone i
suoi reali pensieri. Al risveglio... l’alba addolcisce la sua delusione. Quel
mondo, per lei mai arriverà. Una lacrima amara, riga quel triste volto
bruno. Nella sua carovana, si aggroviglia in un angolo a testa china. Vola
la mente... Pensieri d’amore... passioni... illusioni, placano il suo cuore.
Stridono le ruote della vecchia carovana. Senza una meta, pian piano si
allontana. Sogna un cavaliere, la bruna gitana.
Elena Andreoli
A RAIMONDA
Intanto va.../scorre la vita/in modo difforme/comunque innovata/e tu..Raimonda.../da sempre
imbrigliata/scivoli via senza sapere/perché non
puoi/senza volere/perché non sai/senza
potere/perché è solo Suo./Intanto vai.../cara Raimonda/in
modo
difforme/comunque
innovata/con fare altero/o barcollando/con
sguardo fiero/o molto stanco/ma con la mente
/contro corrente che.../ribellandosi.../ti fa brillare
di memoria/ riempiendo gli animi/d’ognun di
noi./Continua pure.../cara Raimonda/sii di stimolo per noi/e una carica per tutti/perché...
vedrai.../ce la farai/proprio grazie/a quella forza
naturale/che hai tu/ sostenuta sempre/da Qualcuno che è lassù.
Albano Laporta
CONVEGNO ORGANIZZATO DALLA FILDIS
Nel corso del convegno organizzato a Palermo dalla Federazione Italiana
Laureate e Diplomate (presieduta dall’avv. Liana Tumbiolo), l’on. dott.
Albano Laporta ha illustrato le caratteristiche e le finalità del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace (fondato nel 1975 dall’arcivescovo ortodosso Victor Busà e dal arcivesco ortodosso Makarios III,
Primo Presidente della republica di Cipro).
Il Parlamento dispone di una organizzazione capillare composta da due
Assemblee, da Ministri, Ambasciatori, Plenipotenziari, Incaricati di Affari e Consilieri Diplomatici.
È un’Organizzazione intergovernativa creata ai sensi della convenzione
di Vienna 1961. Tra i risultati importanti ottenuti dal Parlamento Mondiale c’è anche la liberazione in Guinea di padre Samba Monesori (ortodosso), con altri 37 prigionieri. Al Lord Presidente, in base al diritto
internazinale, è riconosciuto il rango di Capo di Stato.
PREGA COSÌ IL PADRE NOSTRO
Figlio Mio che stai sulla Terra/e ti senti preoccupato, confuso/disorientato, solo, triste/e angosciato/io conosco perfettamente/il tuo nome e
lo pronuncio/benedicendolo, perché ti amo e ti accetto così/come
sei./Insieme costruiremo il Mio Regno,/del quale tu sei mio erede,/e in
esso non sarai solo perché.../Io sono in te come tu sei in me./Desidero
che tu faccia sempre/la Mia volontà perché la Mia volontà/è che tu sia
umanamente felice/Avrai il pane quotidiano, non ti preoccupare./Però
ricorda, non è solo tuo:/ti chiedo di dividerlo sempre con il tuo
prossimo.../Perdòno sempre le tue offese,/anzi ti assolvo prima che tu
le commetta.../So che le commetterai,/però so anche che a volte è l’unica via che hai per /imparare,/crescere e avvicinarti a me/Ti chiedo
solo che in egual modo,/perdoni te stesso/e perdoni coloro che ti
feriscono./So che avrai tentazioni e sono certo che le
supererai./Stringimi la mano, aggrappati sempre a Me.../Ed io ti darò
il discernimento e la forza/perché ti liberi dal male.../Non dimenticare
mai che ti amo/da prima che tu nascessi.../ E che ti amerò oltre la
fine/dei tuoi giorni, perché/io sono in te come tu sei in me.../Che la Mia
benedizione scenda e rimanga su di te/sempre e con il mio Amore
eterno ti accompagnerò sempre./Solo da Me potrai ottenerli e solo Io
posso darteli perché.../Io sono l’amore e la pace/Condividi la mia
preghiera/con le persone che ami perché/sappiano che li benedico come
ho benedetto te. Così sia.
Cosimo Roberto Vento
L’ATTUALITÀ, pag. 12
PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI
N. 5. MAGGIO 2012
LO STRANO “CASO PAROLISI” DISABILI, INCLUSIONE O EMARGINAZIONE? PASQUINATE MODERNE
Dalla morte della povera Melania Rea, abbiamo visto il marito Salvatore
Parolisi, prima inquisito come “persona informata sui fatti” , poi indagato e gettato in carcere con l’accusa terribile di aver ucciso la moglie,
a quanto s’è capito, con ben 35 coltellate, quindi, rinviato a giudizio per
questo delitto. Ma dove sono le prove? Alla TV, soprattutto a “Chi l’ha
visto?” e a “Quarto grado”, ci hanno fatto ascoltare un’infinità di intercettazioni, che possono non essere credibili, ma ci sembra che tutto quel
che è emerso è che il Parolisi ha avuto un’amante, la misteriosa Ludovica, (della quale ci hanno fatto vedere solo i bellissimi occhi verdi), e
“chattava” (brutto neologismo informatico!) pure con dei transessuali.
Insomma era uno spregiudicato “sciupafemmine”, nonostante fosse sposato con la pur bellissima Melania, dal sorriso “incantatore”. E pare assodato che il Parolisi abbia pure telefonato alla sua amante e “chattato”,
quando invece avrebbe dovuto partecipare alle ricerche della moglie,
misteriosamente scomparsa. Il cadavere di Melania è stato rinvenuto,
grazie alla telefonata di una persona rimasta sconosciuta. Veramente un
fattaccio di cronaca nera. Il DNA del Parolisi trovato sulle gengive o
sulle labbra di Melania, ha indotto i P.M. a disporre la sua custodia cautelare in carcere in attesa di giudizio, con l’accusa di omicidio volontario
aggravato dal rapporto di coniugio. Manca, però, l’arma del delitto (sarebbe stato rinvenuto solo un coltello multiuso) e, francamente, il movente ci sembra piuttosto debole, poiché da molti anni, per fortuna, non
esiste più nel nostro codice penale il reato di adulterio e Parolisi, avrebbe
potuto lasciare semplicemente sua moglie per unirsi alla Ludovica,
senza alcun spargimento di sangue. Oggi si separano tranquillamente
anche fior di magistrati, senza più suscitare alcuno scandalo, se non
nell’ambito di Santa Romana Chiesa, che neppure lancia più anatemi
dal pulpito, come ai tempi di Fausto Coppi. Tutto ciò che è emerso dalle
innumerevoli intercettazioni, è che il Parolisi mostrava desiderio di vendetta nei confronti di chi gli aveva ucciso la moglie; che una volta scoperto quel, o quei criminali, avrebbero dovuto “temere i suoi occhi”
(sic!). Eppure, secondo i media, sono state rinvenute altre importanti
tracce proprio nel luogo dove giaceva la povera Melania e sul suo
corpo: all’esterno di quel chiosco maledetto, l’impronta di una scarpa
più piccola di quella che avrebbe lasciato una scarpa di Parolisi, e tra le
unghie della vittima un DNA sospetto che potrebbe essere quello del
vero aggressore. Inoltre, un soldato che era di sentinella non ha visto
passare l’auto del Parolisi. Tutti questi indizi, pur rilevanti, sono stati
dalle Procure ritenuti ininfluenti. I P.M., con tutto il dovuto rispetto per
il loro operato di Magistrati, non ci convincono, ancorché sia provato
che il Parolisi fosse un “femminaro” impenitente.
Sergio Scalia
INVITO A VIVERE
(a cura di Stefano Madonna)
ELOGIO DEL GIAPPONE
La mia rubrica tende a far comprendere il valore fondamentale della
vita, un prezioso dono che oggi non è apprezzato pienamente.
Sovente assistiamo a episodi che palesano l'assoluta mancanza del
dovuto rispetto per la vita di chiunque. Non è tollerabile che questo bene
primario sia umiliato. Nessuno può sopprimere l'esistenza altrui perché
nessuno potrà mai ergersi a giudice del destino di un'altra creatura. E' un
gravissimo crimine disporre a proprio arbitrio del segmento cronologico,
così mi piace indicare il nostro percorso terreno, di altri. Nella nostra
realtà attuale, purtroppo, la violenza domina incontrastata perché le
norme regolatrici del vivere civile sono assolutamente ignorate e ne consegue che gli abusi di ogni genere e i più odiosi reati sono all' ordine del
giorno. C'è un luogo, però, dove il modello organizzativo funziona molto
bene. Si tratta del Giappone. Mi ritengo davvero un privilegiato perché
ho conosciuto questo paese. Ho conosciuto città e villaggi, mi rimane il
solo rammarico di avere trascorso pochi mesi in quel territorio davvero
straordinario. Ho avuto modo, tuttavia, di capire lo spirito del popolo
giapponese e sono entusiasta di questo paese splendido. E' un popolo
che si distingue da tutti gli altri perché ha capito l'incommensurabile
valore della vita e nutre profondo rispetto per la comunità. La giustizia,
l'onestà, la dignità, la solidarietà non sono astratte formule retoriche per
il popolo giapponese. Essi credono nell'onestà quale elemento fondamentale in tutti i rapporti umani e quindi respingono quelle azioni che,
pur se procurano notevoli vantaggi materiali, calpestano i valori fondamentali del giusto procedere. Il popolo giapponese ha dimostrato recentemente le sue elevate virtù superando un gravissimo dramma
esclusivamente con le proprie eccezionali risorse tecnologiche e spirituali. Forse nessun’altra nazione ci sarebbe riuscita! Oserei dichiarare che
in Giappone non ci sia posto per le miserie umane che affliggono gli
altri popoli i quali, pur avendo raggiunto un elevato livello tecnologico,
hanno perduto le migliori tradizioni del passato che risultano indispensabili per evitare il sopravvento del male. Esiste, dunque, un esempio
concreto da emulare. Non resta che fare tesoro del modo di essere semplice e nobile di questo popolo per potere finalmente godere anche noi
di una qualità di vita giusta e serena.
TUTTO È FALSIFICABILE
Sia questa economia neoliberista sia l'euro hanno superato la prova della
falsificabilità, un "debito fasullo" sta esigendo ricchezze vere impoverendo tutta l'Europa, a cominciare dalla Grecia. La prima falsificazione
è avvenuta nel concetto di democrazia, dando l'illusione al popolo di
auto- governarsi ma sappiamo che la delega in bianco data ai partiti per
effettuare la rappresentanza ha fallito su tutti i fronti. Un detto di Napoleone Bonaparte per ricondurci alla ragione dice: "Quando uno stato dipende per il denaro dai banchieri, sono questi e non i capi dello Stato
che dirigono le cose. La mano che dà sta sopra a quella che prende. I finanzieri sono senza patriottismo e senza decoro". I banchieri avevano e
hanno la necessità storica di falsificare tutto anche il concetto di "Democrazia". Questa sembra l'unica via per l'esistenza umana per ottenere
uguaglianza, benessere e sovranità, sventolando sempre lo spauracchio
della "dittatura" confezionata storicamente. Una contraddizione: eliminare le dittature con sistemi dittatoriali. Nell'era della falsificazione, le invasioni di stati sovrani vengono chiamate "missioni umanitarie di pace"
(peacekeeping) mlti sono i falsificatori della realtà cambiando ed invertendo i significati: il capitalismo è benessere, liberismo libertà ed eguaglianza, la competizione è competenza, l'euro inteso come "moneta"
quando è una cambiale a scadenza strumento legale di impoverimento
delle nazioni e arricchimento delle oligarchie. L'ultima grave falsificazione sta nel "domino del tempo", ci stanno rubando il nostro tempo da
vivere l'unica ricchezza che ogni vita umana possiede. Stanno togliendo
tempo a molti fino al suicidio per dare tempo da vivere ai banchieri e
tutto questo avviene senza chiederci il consenso.
Giuseppe Turrisi
RAPPORTI INTERPERSONALI
In questi ultimi anni i rapporti interpersonali sono cambiati moltissimo.
Un cambiamento dovuto all’evolversi della tecnologia che ha reso quasi
superfluo l’incontro o addirittura lo scambio vocale. Il motivo di questo
cambiamento è dovuto in larga parte al cellulare e ai social network. In
particolare i social network come Facebook hanno permesso di mantenere i contatti con tutte le persone conosciute ma dall’altro canto hanno
svilito anche il senso di amicizia. Chi non possiede il social network è tagliato fuori dalla comunità che ormai si evolve di pari passo con il computer. I lati positivi sono molteplici, ma non bisogna dimenticare che i
computer rendono sterile il rapporto, il quale non trasmette quelle emozione che solo l’incontro visivo può dare.
Flavio Girlando
Sono sempre più avare le nuove finanziarie che limitano le risorse a disposizione dei soggetti deboli e disabili; inoltre i titoli dei più diffusi quotidiani
gridano “ all’untore”, come se la disabilità fosse una pestilenza, ma i “diversamente abili” altro non sono che cittadini e persone come noi. Titoli sensazionali come “Scoperto falso cieco che guidava la macchina” rattristano i
medesimi, che vivono situazioni di disagio fisco e psichico e forte D.L. n.
78/2009 art 20 (Contrasto alle frodi in materia d’invalidità civile) l’INPS la
fa da padrone. E’ doveroso osservare che non tutti sono falsi invalidi, e che
i diversamente abili, se hanno capacità residue idonee, chiedono di essere
inseriti in un posto di lavoro e di essere utili alla società. Al riguardo, è valida
la legge n. 12 marzo 1999 n. 68, che di fatto non è stata ancora attuata per
mancanza successiva regolamentazione. Un altro scoglio è rappresentato
dalle barriere architettoniche, ci sono infatti nel nostro Paese studi di medici
di famiglia, Sistema Sanitario Nazionale, che non consentono l’accesso a
una sedia a rotelle o a una non vedente. Solo alcune Regioni hanno predisposto i PEBA - Piani di eliminazione delle barriere architettoniche -, tra queste
ricordiamo la Toscana con Pistoia, che ha reso possibile l’accessibilità a monumenti, musei e parchi. E le altre città della nostra stupenda penisola? La
convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, 13 dicembre 2006,
ratificata dall’Italia con legge 3 marzo 2009 n. 18 con l’istituzione dell’Osservatorio per le politiche sulla disabilità, presieduto dal Ministro del lavoro
e delle Politiche sociali, è sempre più un’utopia. L’art. 3 così recita: I principi
della presente Convenzione sono: (a) il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone; (b) la non discriminazione; (c) la piena ed effettiva
partecipazione e inclusione nella società; (d) il rispetto per la differenza e
l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana
e dell’umanità stessa; (e) la parità di opportunità; (f) l’accessibilità; (g) la
parità tra uomini e donne; (h) il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e il rispetto del diritto dei minori con disabilità a preservare
la propria identità. Significativi , ma siamo ben lontano da una piena applicazione, nella vita quotidiana. Farraginoso presentare una domanda d’invalidità civile, altrettanto presentare un ricorso contro il verbale delle
Commissioni Medico Legali che hanno ridotto la percentuale di invalidità.
Di fatto è stato eliminato il ricorso gerarchico. Successivamente è stato prescritto di fare ricorso al giudice ordinario e pertanto si è presentata la necessità
per il povero malcapitato di rivolgersi ad una avvocato, con aggravio di
spese. Dal 1 gennario 2012 è prescritto che il ricorrente- soggetto invalido o
chi per lui - art 38 Legge n. 111 del 2011 - debba presentare istanza di perizia
tecnica preventiva al tribunale, per verificare se esistano presupposti che legittimano la sua pretesa, e risolvere il tutto con la conciliazione della lite.
Unicamente in caso di mancato accordo tra le parti, si va in causa. Lascio a
voi i commenti. Non è questa una politica discriminatoria nei confronti dei
soggetti invalidi? La motivazione reale di questa disposizione è che le cause
d’invalidità civile contro l’Inps sono aumentate in maniera esponenziale circa
363.000 nel 2010- dati Corte dei Conti - e nel 60% dei casi l’INPS è perdente.
Cristina Di Maio
LEGANORD, AL CAPOLINEA
La Lega Nord, nata come partito politico autonomista fondato da Umberto
Bossi ed originariamente sostenitrice del federalismo e del secessionismo,
si fa strada grazie al voto di protesta popolare causato dalla lontananza delle
istituzioni con i cittadini con il famoso motto “Roma ladrona” ma negli ultimi mesi sta subendo un vero e proprio colpo al cuore: tra perquisizioni e
indagini sta uscendo un quadretto tutt’altro che chiaro che rischia di portare
il partito al capolinea. In seguito allo scandalo sui rimborsi elettorali della
Lega, che sarebbero stati usati dai familiari per spese personali, Umberto
Bossi prima e “il trota” Renzo Bossi poi si sono dimessi dalle rispettive cariche con la speranza che questo gesto possa salvare il partito. Renzo ha
spiegato la sua scelta con queste parole: "In questo momento di difficoltà,
senza che nessuno me l'abbia chiesto faccio un passo indietro e mi dimetto
da consigliere regionale. Sono sereno, so cosa ho fatto e soprattutto cosa
non ho fatto e non sono indagato. In consiglio regionale negli ultimi mesi
ci sono stati avvenimenti che hanno visto indagate alcune persone. Il Senatùr non ha accennato all’inchiesta sull’eventuale uso privato dei finanziamenti pubblici, ha appoggiato le dimissioni del figlio dicendo: "Erano mesi
che mi diceva che era stufo di stare in Regione. Ha fatto bene a dimettersi".
Alessandro Martello, autista del giovane Bossi, lo ha accusato di appropriazione indebita e ha fornito dei video come prova: "Non ce la faccio più, non
voglio continuare a passare soldi al figlio di Umberto Bossi in questo modo:
è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia
responsabilità. Lui incassa e non fa una piega, se lo mette in tasca come
fosse la cosa più naturale del mondo. Adesso basta, sono una persona onesta,
a questo gioco non ci voglio più stare".
L’ex ministro Maroni ha chiesto che venisse fatta pulizia all’interno del partito, ma non sono in pochi a credere che anche la Lega sia un partito che
volge al termine.
Isacco Cicala
ECCO LE CASE EARTHSHIP
Risvegliare le coscienze per moralizzare la vita pubblica.
* La Corte dei Conti ha accertato che nel Consiglio Nazionale delle
Ricerche su 10 euro di spesa ben 7 vanno a coprire le spese correnti
(stipendi ai consiglieri d’amministrazione e ai dirigenti). Soltanto tre
euro sono spesi per la ricerca. Il CNR sta diventando uno dei tanti carrozzoni pubblici. La Ragioneria dello Stato ha rilevato “gravi irregolarità”. E i politicanti continuano a negare che questa Repubblica é
fondata su”sprecopoli”.
* Vent’anni dopo Tangentopoli i leaders politici non riescono ancora a
mettersi d’accordo per emanare un decreto anti-corruzione, nè una riforma elettorale con Parlamento monocamerale, nè una legge che abolisca i “rimborsi” elettorali e tagli gli enormi sprechi di denaro
pubblico, nè una norma che faccia pagare l’IMU a tutti coloro che posseggono beni immobili per usi commerciali.700 miliardi di euro potrebbero entrare nelle casse dello Stato. Altrimenti, il “pareggio” di
bilancio (auspicato per il 2013) sarà raggiunto imponendo ulteriori sacrifici a pensionati, salariati, stipendiati, cassintegrati, studenti, proprietari di unica casa e automobilisti che comprano carburanti gravati
da scandalose “accise”.
IL LABIRINTO FRA STORIA E MITO
(ultima parte) Non avere la sicurezza della meta, ma la necessità, nel soliloquio interiore, di affrontare la vertiginosa sfida di percorrere il cammino, e il centro da raggiungere non è il traguardo a cui arrivare per primi,
ma la possibilità di accedere al dualismo esoterico, all’equazione microcosmo-macrocosmo, alla ricomposizione, dopo la lotta, fra natura Divina
e Bestiale dell’Uomo, spirito e Materia. Riemerge così il profilo alchemico dei Labirinti delle cattedrali, come santuario interiore, quel substrato
nascosto, quella lettura altra, in connessione con l’ordine cosmico: al di
là della storia, e delle sue varie interpretazioni, al di là del mito, come
aspetto solo umano, al di là dell’archetipo, come struttura solo della psiche, al di là dell’allegoria, come concetto razionalizzato, al di là della religione, come percorso solo “essoterico”. Tutto ciò ai giorni nostri, nella
vita quotidiana, sembra trovare accenni solo nelle varie espressioni artistiche, e relegato a forme isolate di intuizione creativa: L’Uomo si è nuovamente perso nella Babele della comunicazione, dell’apparire, appiattito
com’è nella necessità di essere visibile, ad ogni costo, dimostrando di aver
perso il Centro, il senso di esso, come luogo in cui si stabilisce una relazione con l’incomunicabile. Ora più che mai avremmo bisogno di vivere
l’esperienza labirintica dove l’anima ricorderebbe che la sua origine è
fuori dal tempo e dallo spazio, ma soprattutto fuori dalle immagini, tornando a circolare, come nella Ruota Buddistica, nel ciclo Zodiacale,
nell’Opus degli Alchimisti. La sfida del labirinto per noi oggi è forse
quella di “tentare di iscrivere l’amore umano nel cuore delle cose”, perdendosi nella peregrinazione attraverso i suoi meandri per riconquistarla
e ritrovarla.
Daisy Alessio
DUE MANOSCRITTI BIRMANI
SULLA VITA DEL BUDDHA
(ultima parte) In seguito il principe non ebbe più pace e decise di abbandonare il palazzo per cercare il vero significato della vita. Si fece monaco
e passò i sei anni seguenti sottoponendosi a grandi sacrifici in una infruttuosa ricerca della verità sulla vita e sull’universo. Tuttavia, solo dopo
aver rinunciato a pratiche eccessive come il digiuno prolungato, mentre
stava seduto in meditazione sotto l’albero “Bodhi a Bodh Gaya”, raggiunse finalmente l’illuminazione: la Verità Suprema. Tutto questo è narrato nel suo primo e ben noto sermone tenuto al Parco dei Cervi di
Sarnath, vicino a Benares. Il sermone del Buddha contiene i principi fondamentali del suo insegnamento, espressi successivamente nelle Quattro
Nobili Verità, ovvero: la vita è piena di sofferenza; la causa della sofferenza è il desiderio;smettere di desiderare pone fine alla sofferenza;il
modo per porre fine alla sofferenza è il “Sentiero Otto Volte Nobile”:
giuste opinioni, giusti scopi, giusto parlare, giusto agire, giusto sostentamento, giusto sforzo, giusta consapevolezza e giusta concentrazione. I
cinque monaci ai quali il Buddha rivolse il primo sermone diventarono
i suoi primi seguaci e discepoli. Il Buddha passò il resto della sua lunga
vita viaggiando e predicando, principalmente nei regni di Magadha e Kosala, nei pressi delle zone centrali della valle del Gange, oggi Bihar e
Uttar Pradesh. Morì a Kusinagara, nel Bihar settentrionale, all’età di ottant’anni. L’evento della sua morte è conosciuto come il raggiungimento
del Nirvana, l’eterna Felicità o il Non-Essere, l’uscita dal ciclo della rinascita e della morte. Gli episodi della vita del Buddha illustrati in questi
manoscritti sono ben noti ai buddisti birmani; gli eventi più importanti
della vita del Bhudda sono occasione di cerimonie pubbliche.
Daisy Alessio
Una Earthship, letteralmente nave di terra, è una casa solare passiva, costruita con materiali naturali e riciclati, come vecchi pneumatici e lattine
di alluminio, secondo criteri di responsabilità nei confronti dell’ambiente,
in grado soprattutto di generare il loro fabbisogno energetico senza contribuire all’aumento delle emissioni di CO2, facendo uso di materiali riciclati
e minimizzando l’utilizzo di risorse. L’acqua è piovana e l’energia è principalmente solare, ma anche eolica. Oltre alle risorse di energia rinnovabili
e non inquinanti, il design intelligente permette di ottenere quasi del tutto
il calore necessario, il raffreddamento e il fabbisogno energetico. Il termine
Earthship, coniato dal bioarchitetto Michael Reynolds è diffuso in tutto il
mondo, ma in particolar modo a Taos, nel New Mexico, USA, dove da 40
anni moderni pionieri dell’abitare costruiscono queste case. Questo progetto nato 40 anni fa è diventato filosofia di vita in questa parte del mondo
perché porta a seguire i ritmi della natura. Tra le caratteristiche principali
di queste case così innovative, oltre ai muri costruiti con pneumatici, lattine
e bottiglie di vetro che in inverno trattengono il calore le finestre esposte
a sud per far entrare il sole d’inverno ma non d’estate: inclinate in modo
tale che i raggi del sole d’inverno siano perpendicolari e determinino un sistema termico passivo. La temperatura dell’aria interna rimane intorno ai
20°C e non c’è bisogno di radiatori e di condizionatori. Si tratta di un’architettura integrata in cui nulla va disperso, usa poco o niente carburante
fossile (petrolio o carbone). L’elettricità è fornita da un gruppo fotovoltaico
solare o eolico che produce energia. Infine l’impianto di rete fognaria contiene, usa e riusa tutte le acque dell’abitazione in contenitori all’interno e
all’esterno dell’abitazione. Michael Reynolds sostiene:”Ciò che contribuisce a migliorare il proprio ambiente rinforza costantemente la propria esistenza” Si può dire che queste case ecologiche rappresentano una soluzione
concreta per salvare questo pianeta e sono da copiare per avere un futuro
migliore.
Maria Rosa Nicastri
Per quanto riguarda l'aspetto mediatico su internet si trova tutto ed il contrario di tutto e quando si pensa che ci siano tante prove a favore, o contrarie in ogni argomento.Vi è la necessità di una continua "falsificazione"
della realtà di tipo Popperiano, per far sì che si rimanga volutamente nel
mistero.Sulle condizioni degli aerei, ad esempio, vi sono state tante interrogazioni parlamentari, tante riprese video e foto addirittura l'aviazione civile ha redatto un studio di 170 pagine per dire che è una frottola.
Veramente interessante il balletto dell'incertezza, ma a chi giova? Perché
vi è la necessità di mettere su uno studio per dimostrare che è un frottola?
Certamente c'è la voglia di lasciare il mistero anche da parte delle istituzioni, al fine di gestire la "paura delle masse", forse anche di distrarre.
Fare irrorazioni a pieno cielo, farebbe pensare ad una follia suicida. Molte
riflessioni e sospetti si stanno sollevando per l'inaridimento volontario dei
terreni che accoglierebbero solo sementi geneticamente modificate. Inoltre risultano sospette le siccità sempre più frequenti, e i nubifragi; sembra
che la meteorologia ha perso il senso della misura. Fanno dubitare certi accordi commerciali con imprese straniere per fare irrorare i cieli di certe regioni per far piovere, in una parata a Mosca passarono degli aerei per non
fare piovere, le incognite sembrerebbero risolte.
Giuseppe Turrisi
I.M.U., REGNA ANCORA L’INCERTEZZA
A CHI DAVANO FASTIDIO I CENTURIONI?
A metà giugno è previsto il pagamento dell’acconto dell’Imu ma a seguito
del caos in cui si sono ritrovati i Comuni italiani che devono decidere su
quale aliquota calcolare la nuova tassa che va a modificare le entrate degli
enti statali, il governo ha deciso di calcolare la prima rata con le aliquote
base mentre gli aumenti deliberati dai Comuni saranno applicati a conguaglio sul saldo di dicembre. I cittadini pagheranno quindi la metà della
somma ottenuta applicando il 4 per mille sull’abitazione principale e il 7,6
per mille sugli altri immobili. Le aliquote relative alle case vanno calcolate
sulla rendita catastale moltiplicata per 160 e dal risultato solo per la prima
casa va sottratta la detrazione di 200 euro, incrementata di 50 euro per ciascun figlio residente sino a 26 anni di età con un massimo di 300 euro. A
dicembre poi una volta che i Comuni avranno stabilito le aliquote definitive
che potranno variare dal 2 al 6 per mille sarà detratto dal saldo quanto già
pagato con l’acconto. Rispetto all’ICI si dovrebbe pagar più o meno lo
stesso importo sulla prima casa mentre la stangata avverrà sulle seconde
case e pertinenze.
Isacco Cicala
Il Comune d Roma ha fatto pulizia al Colosseo, le bancarelle abusive,
sono state tolte, è molto giusto, anche per rispetto di chi paga le tasse! La
bellezza del Colosseo la sera della via Crucis. In un luogo storico ci stavano bene i Centurioni. L’unica cosa sbagliata è averli eliminati! Perché
ogni cosa buona che il Cittadino fa viene annullata? È la Storia del tempo
dei Romani. Perchè viene annullata?
Delusi molti turisti. Amavano visitare il Colosseo facendosi fotografare
con i Centurioni, come ricordo dell’antica Roma.
Perché il Comune non li regolarizza? Facciamoli lavorare facendo pagare
una piccola parcella al Comune. La parcella il Comune già se la prende,
multando e diffidando 30 centurioni. Dal comune e dallo Stato abbiamo
avuto il peggio di tutto quello che potevamo avere. Ora abbiamo 30 famiglie che non avranno di che vivere. L’importante è che finanziamo i
partiti ladroni con i “rimborsi elettorali”.
Liana Botticelli
VOGLIA DI FROTTOLE ?
N. 5. MAGGIO 2012
PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI
L’ATTUALITÀ, pag. 13
VILE SILENZIO SULLA“SHOAH” ROMANA
MARTIRI, VITTIME D’INGENUITÀ ?
Mentre il lungo treno merci dei deportati, ripartito da Padova, si avvicinava al Brennero, superato il quale
sarebbe stato completamente nelle grinfie del Terzo Reich, che aveva già deciso la “soluzione finale”, nel campo
di sterminio di Auschwitz, a Roma si continuava a perdersi in chiacchiere: da un lato il vice del console Moellhausen, Albrecht von Kessel, ed il Segretario di Legazione tedesco in Vaticano, Gerhard Gumpert, avevano cercato di far intervenire l’ambasciatore von Weizsäcker sul ministro degli esteri von Ribbentrop, per fermare “in
extremis” la deportazione degli ebrei romani, rappresentando il pericolo di un’aperta rottura con il Vaticano, vista
la lettera del portavoce del Papa, il vescovo Alois Hudal; dall’altro, lo stesso console Moellhausen, era stato
“bloccato” da un’intemerata dell’Ambasciatore presso la neonata R.S.I., Rudolf Rahn, che lo aveva rimproverato
per essersi indebitamente intromesso nella delicata questione. “Avrebbe dovuto riferire a me - gli aveva scritto
in via riservatissima Rahn -, e io avrei cercato di arrangiare le cose con Wolff (il comandante supremo delle SS
in Italia). Ha fatto chiasso e rovinato tutto. Malissimo!”. Dunque, la cosa, secondo Rahn, chiamato “il Viceré
d’Italia” presso la Repubblica di Salò, si sarebbe potuta “arrangiarla” senza scomodare l’ombroso Ministro
degli Esteri a Berlino. Forse la deportazione degli ebrei romani avrebbe potuto essere fermata dall’intervento
di quelle due onnipotenti autorità naziste nell’Italia repubblichina. Ma intanto che faceva Pio XII?... Il 19 aveva
concesso un’udienza al diplomatico americano presso la Santa Sede Harold Tittmann, che ne aveva riferito a
Washington, dicendo che il Pontefice temeva che sarebbero potuti scoppiare disordini a Roma, causati dalla “situazione anormale”, alludendo, evidentemente, alla “grande razzia” degli ebrei effettuata il 16 ottobre (R.Katz,
op. cit., pagg. 247-248 e “passim”). E aveva anche chiesto e ottenuto assicurazioni circa la vigilanza della polizia
dall’ambasciatore Weizsäcker, che si era impegnato a parlarne al gen. Stahel. Ma intanto, se erano cessati i rastrellamenti su larga scala, non erano affatto cessate le catture e le deportazioni individuali (e più tardi, infatti,
i giudici del Tribunale Militare Territoriale di Roma non credettero alle “excusationes” di H. Kappler, proprio
perché ormai questi non poteva più imputare al Dannecker il compimento di tali ulteriori misfatti). E “l’Osservatore Romano”(25-26 ottobre) si fece nuovamente interprete della disapprovazione dell’ “Augusto Pontefice”,
di fronte al protrarsi “dell’immane deflagrazione”, causa di infiniti lutti e sofferenze alle popolazioni colpite. Ed
ecco, in estrema sintesi, come l’ambasciatore Weizsäcker commentò l’articolo, che subito aveva provveduto a
far tradurre e spedire a Berlino. “Benché sollecitato da ogni parte, il Papa non si è lasciato convincere ad esprimere alcuna ufficiale riprovazione in merito alla deportazione degli ebrei da Roma… Non vi è da obiettare sul
testo di questo messaggio, di cui allego traduzione, dato che soltanto un ristretto numero di persone vi possono
rilevare una particolare allusione alla questione ebraica” (ib.). Tanto bastò perché qualcuno alla Wilhelmstrasse
Sergio Scalia
archiviasse la pratica. (Continua)
Non è la prima volta che papà solleva la questione dei probabili motivi per cui “i buoni”, “i benefattori”, “i promotori di pace” finiscono come vittime di violenti ai quali avevano cercato di fare del bene. A un certo punto
della sua pratica “da psicoterapeuta”, egli si dovette rendere conto che l’esigenza primaria di chi ricorreva al
suo aiuto era quella di scaricare insopportabili tensioni represse. Successivamente riscontrò analoghe esigenze
anche al di fuori della pratica professionale, in persone peraltro “normali”. Queste osservazioni confermavano
e confermano l’assunto della ricerca eco-psico-sociale che siamo più o meno tutti organismi inquinati e in tensione. Del resto gli era già chiaro il riscontro che gli proveniva anche dalla sua pratica di medico di famiglia
e cioè che, al contrario delle attese e delle convinzioni, i rapporti in seno alla famiglia erano e sono essenzialmente conflittuali, giacché i componenti hanno medesime esigenze di cure, attenzioni insomma di ciò che si
chiama affetto, amore materno, paterno, fraterno e via di questo passo. Quindi più i componenti sono “immaturi” più forte è la conflittualità: si pensi quando lo sono anche i genitori che si aspettano dai figli ciò che dovrebbero dare a questi. L’inversione dei ruoli non è un fenomeno raro. In seno al gruppo famiglia, dal momento
che si cerca a livello razionale, di conformarsi ai miti secolari (famiglia come focolare e luogo di affetti ecc.)
sia pure in perfetta buona fede, si fa di tutto per apparire secondo le suddette attese (definita “maschera familiare-sociale” da un gruppo di scolari incontrati da papà), rimuovendo risentimenti e reprimendo le connesse
tensioni. Chi non favorisce la scarica di dette tensioni, ma si presenta come chi le ignora, rischia di brutto.
Anton Luca Lando
PREMIO LIVIO TEMPESTA
Nella giornata del 2 aprile c.a, sul Colle del Campidoglio a Roma, la scuola italiana ha manifestato la parte
più bella ed interessante della sua azione pedagogica e didattica, la bontà, la solidarietà, l’altruismo degli
alunni, frutto nascosto, silenzioso e paziente dei docenti i quali nell’insegnamento donano la parte più nobile
del loro animo, costruita su amore e saggezza. Il Centro Nazionale della Bontà nella Scuola “Livio Tempesta”,
nella Sessantunesima edizione ha premiato gli alunni protagonisti di bontà nelle scuole italiane elementari,
medie e superiori, con una imponente e festosa cerimonia. Nella mattinata si è tenuto l’incontro alla Basilica
di S. Maria in Ara Coeli la messa solenne celebrata da P. Rosario Piazzolla OMD, assistente ecclesiastico del
Centro con l'accensione della Fiaccola, “luce e profumo di ogni gesto di bontà”. Nella Sala della Protomoteca
in Campidoglio, si è svolta la cerimonia della premiazione degli alunni segnalati dalle scuole e prescelti dal
Centro. Il Premio “Presidente della Repubblica Italiana” è stato consegnato agli alunni della scuola elementare
G.B. Basile di Roma (nel quartiere di Tor Bellamonaca) nella quale convivono 35 etnie diverse e si formano
nel rispetto delle tradizioni, della cultura, della religione di ciascuna. Altri Premi sono stati assegnati alla scuola
media di 2 grado “Marconi” di Cerignola (Foggia), alla Scuola secondaria di Cesena. Il Premio speciale “Livio
Tempesta” è stato direttamente consegnato a due alunne dell'Istituto Comprensivo “P. Straneo” di Alessandria
da Desirè, figlia dell'ambasciatore Franco Tempesta e cugina di Livio. Alla cerimonia hanno partecipato personalità delle Istituzioni nazionali e locali: Assessore Fabrizio Santori, rappresentante del Sindaco, dott. Caterina Spezzano, dirigente Miur, on Francio Narducci, prof Alessandro Boldi ed altri. Il prof Antonio Lerario,
presidente del Centro nazionale “Livio Tempesta”. Nel suo discorso di accoglienza e di ringraziamento, ha sottolineato che questo avvenimento lo ricorderemo per tutta la vita. È il NOBEL DELLA BONTÀ.
Angela Abozzi Cecchetto
L’EURO NON È UNA MONETA “SOVRANA”
Dispiace che una giornalista che si è fatta la reputazione con tante grandi inchieste presti il suo testimonial all'ascesa della più grande dittatura imperialista della storia. Infatti non è tanto la notizia che ci sconvolge. Quanto
il tono di sponsorizzazione assunto la sistematica demonizzazione dell'evasore, visto come "parassita" che non
vuole sottostare alla schiavitù del "sistema debito" imposto, non è forse peggiore, il fatto di non chiarire come
stanno veramente le cose e chi siano i veri parassiti? (gli speculatori). Magari una bella inchiesta su chi ha
messo l'Italia su un piatto d'argento direttamente in bocca al sistema dell'eurotruffa e degli speculatori internazionali non sarebbe male, ma sarebbe forse è per il popolo imbecille a cui bisogna togliere anche gli spicci
per il caffè pagando solo con la "credit card". Se vuoi esistere devi essere un conto corrente su cui esercitare
usura. Del resto a noi piace vedere solo il film, non ci informiamo mai su chi ha scritto il soggetto, la biografia,
chi è il regista, perché è stato scritto quel film, chi è il produttore, ci limitiamo solo a criticare il film dopo la
proiezione, non ci piace e ne aspettiamo un altro. Quando capiremo che l'euro non è la nostra moneta, sarà sempre troppo tardi. Il governo Monti fa bene a togliere il contate, sta facendo quello che è giusto sia fatto, ogni
uno dispone come vuole delle proprie cose. I proprietari dell'euro stanno facendo quello che vogliono della loro
moneta. L'euro non è ne degli Italiani, ne degli europei, quindi "loro" se lo gestiscono come vogliono, lo danno
a chi vogliono, lo tolgono a chi vogliono. L'euro non è una moneta sovrana, ormai lo hanno capito anche i sassi,
e come ogni moneta "non sovrana", serve solo a fare arricchire chi la emette e chi la gestisce. Di cosa ci scandalizziamo? Dovremmo scandalizzarci solo della nostra tombale ignoranza e di come ancora non facciamo
niente per tornare ad una "moneta sovrana". Ma dove non arriva l'intelligenza di solito arriva la rivoluzione.
Giuseppe Turrisi
“LOTTA ALLA CORRUZIONE, RISORSA PER IL PAESE”
Il recente Convegno nazionale “Lotta alla corruzione, risorsa per il Paese”, promosso dalle organizzazioni sindacali del personale della Polizia di Stato S.I.A.P. e A.N.F.P., tenuto presso la Sala Capranichetta dell’Hotel
Nazionale, ha focalizzato l’attenzione sul fenomeno scottante dell’illegalità dilagante e della corrispettiva mancanza di mezzi adeguati a fronteggiare questa vera e propria emergenza. Si tratta, infatti, di una “crisi di legalità” che va di pari passo con quella economica. In particolare, l’indebolimento del sistema di sicurezza fa
innalzare il livello di corruzione che affligge la nostra politica e le amministrazioni pubbliche, come evidenziato
dai recenti scandali emersi. Franco Maccari, Segretario Generale del Sindacato C.O.I.S.P., intervenuto al Convegno, ha messo in luce come un rafforzamento della lotta all’evasione fiscale, a partire dall’elaborazione di
una black list dei commercianti evasori, permetterebbe di arginare anche il conseguente fenomeno della corruzione e della criminalità organizzata, affinchè non siano i cittadini onesti a “dover pagare per le malefatte di
evasori e corruttori”. Bisogna tener presente, ha poi sottolineato Enzo Marco Letizia, Segretario Nazionale
A.N.F.P., che “il furto delle risorse pubbliche è il crimine che sottrae denaro per lo sviluppo di questo Paese”
con risultati “devastanti per la democrazia”, per la credibilità delle Istituzioni, per la politica italiana e per la
coesione sociale. In questo clima poco rassicurante, il Convegno ha inteso porre l’attenzione sull’urgenza di
rafforzare il sistema dei controlli “sulle transazioni di denaro a favore di funzionari pubblici, di portaborse e
politici” tramite un organismo preposto veramente indipendente dal governo e dalla pubblica amministrazione,
fornito di mezzi e strumenti incisivi di intervento. Sul piano normativo Claudio Giardullo, Segretario Generale
del Silp-Cgil, ha invece ribadito “l’urgenza di una nuova disciplina, ispirata alla Convenzione di Strasburgo,
che preveda il reato di corruzione tra privati, la responsabilità delle persone giuridiche e termini di prescrizione
che siano adeguati alla complessità delle indagini”. Tutto ciò, sul modello più avanzato ed efficace degli organismi di garanzia anglosassoni, al fine di valorizzare la giurisdizione invece dell’inquisizione.
Maria Rita Salustri
ORIGINI STORICHE DELL’EUROPA
Siamo cittadini dell’Europa, ma molti non conoscono la sua origine. Innanzitutto dobbiamo chiederci donde proviene il nome Europa? Il nome deriva dalla lingua greca, che significa “occidente”, mentre nella mitologia greca
Europa era la figlia di Agenore, re di Tiro, antica città fenicia e colonia greca, oggi è una bellissima città del Libano
a sud di Beirut. Il re Agenore, figlio del dio Poseidone, ebbe molti figli maschi e una sola femmina, cioè Europa,
che era bellissima. Zeus, se ne innamorò e decise di rapirla. Per raggiungere questo scopo Zeus si trasformò in
uno splendido bianco toro. Europa, mentre si divertiva a giocare in riva al mare, vide il suddetto toro ed ebbe paura,
ma il toro si sdraiò ai suoi piedi e, quindi, Europa si tranquillizzò tanto da salire sulla sua groppa. Il toro cominciò
a correre e, attraversato il mare, la condusse a Creta, dove Zeus si ritrasformò in dio e le potette così rivelare il
suo grande amore. Ebbero tre figli, tra cui Minosse, che divenne re di Creta e diede inizio alla civiltà cretese, culla
della civiltà europea. Da allora il nome Europa si estese ai Paesi siti a nord del Mar Mediterraneo, ma Europa era
soltanto un termine geografico indefinito, di cui non si conoscevano gli esatti confini settentrionali. Gli autori latini
non usavano i termini “Europa” ed “europei”. Il primo che li usò fu l’abate irlandese San Colombiano alla fine
del VI secolo d.C.. San Colombano citò in una lettera inviata al Papa Gregorio Magno l’espressione latina “totius
Europae” con cui intendeva affermare che “gli europei devono essere un unico popolo, un corpo solo, che viene
unito da radici cristiane in cui le barriere etniche e culturali vanno superate”. Con tale espressione si può giustamente affermare che San Colombano è un Europeista ante litteram. Un altro monaco, Isidoro Pacensis, indicò
come “europei” i soldati che combatterono a Poitiers. In questa occasione venne usato l’aggettivo “europei” per
attribuire ai guerrieri, che avevano con coraggio fermato gl’invasori musulmani, un’identità collettiva. Con l’impero di Carlo Magno, tra la fine dell’8° e inizio del 9° secolo, si concretizzò per la prima volta una nuova realtà
politica. Occorre che si realizzi l’Europa Unita anche politicamente, che possa avere un Governo federale.
Mario Coletti
UNA TREMENDA SETE DI GIUSTIZIA
Capita abbastanza spesso di osservare reazioni di familiari che hanno perso tragicamente e inspiegabilmente
loro congiunti. Tali reazioni danno l’impressione che l’esigenza di avere giustizia possa emergere in modo più
forte del luttuoso dolore. A parte la discutibilità di tale impressione, qualche giorno fa rimanemmo sorpresi da
un’analoga reazione di una madre, la cui figlia era stata ammazzata dal partner, che lanciava un appello anche
all’attuale governo perché si provvedesse alla “certezza della pena”, affinché si ponesse riparo alla quasi quotidiana uccisione di donne da parte di partner apparentemente e follemente innamorati. Insomma a fini deterrenti! Lamentava, inoltre, l’inadeguatezza della pena nei confronti del genero condannato in un carcere militare
dove poteva avere dei riguardi particolari. È esperienza comune che nella maggior parte dei casi all’uxoricidio
segue il suicidio... e quale misura deterrente potrà indurre un suicida a desistere? Un’esasperata sete di giustizia
che assume le connotazioni di una spietata vendetta può avere le sue radici in esperienze nei primi anni di vita,
allorché si siano realmente sperimentati metodi pseudo-educativi eccessivamente severi o siano stati vissuti
come tali gli atteggiamenti e i comportamenti dei genitori nei propri confronti. Potrà permanere lungo il corso
della vita una coattiva tendenza a cogliere ogni occasione per smaltire le connesse tensioni a suo tempo represse. Questo bisogno di “attachment” potrà segnare per la vita un soggetto in età evolutiva, al punto che se
avrà sperimentato che, per instaurare e mantenere un rapporto con una figura parentale, sia pure cattivissima,
gli toccherà subire ciò che avrà subito nel precedente rapporto, rischierà di rimanere condizionato a rapporti
“sado-masochisti”, cioè disposto a subire di tutto. Questa, è una delle conseguenze più perverse dei metodi di
allevamento troppo severi, erroneamente ritenuti educativi.
Anton Luca Lando
NON MINARE IL RAPPORTO DI FIDUCIA COL BAMBINO
Sempre più convinto che, per un avvenire migliore, degno dell’Homo Sapiens, si debbano adottare ben precise
conoscenze di una pedagogia integrata con altre provenienti da discipline attinenti, papà, polemizzando con il
lancio di messaggi semplicistici e pericolosi, come quello della “capacità di dire NO!”, perché potrebbero
giungere a cervelli predisposti a rinforzare tendenze troppo direttive, intende invitare quanti siano disposti a
partecipare a un gruppo di lavoro che funga da interfaccia tra settori accademici e destinatari sul campo, specialmente educatori primari e secondari. In proposito, richiamandosi al concetto autentico di educazione che,
a sua volta, lo riporta alla funzione dell’agricoltore che favorisce lo sviluppo delle potenzialità di un seme, ritiene che, propedeuticamente, piuttosto che preoccuparci di dettare ben precise norme di comportamento agli
educandi, come se si trattasse di programmare un computer, ci si dovrebbe impegnare ad apprestare quei fattori
e quelle condizioni per favorire l’attualizzazione di ben precise potenzialità che l’essere umano ha nel suo genoma (v. su internet e nel sito www.pierluigilando.net: condizioni e fattori di crescita psico-sociali). Prevale
la convinzione da parte di tanti che, sommersi dall’ansia di “educare”, anzi programmare i figli secondo propri
modelli, non tengono conto delle informazioni genetiche che costituiscono una specie di progetto personale,
peculiari di ciascuno di noi. Così, non tenendo conto di ciò che avviene nel cervello di un soggetto in età evolutiva, quindi dipendente da chi lo accudisce, si discute spesso sull’opportunità del ricorso a qualche sculacciata.
Le prestazioni educative non dovranno in alcun modo minare la fiducia di base dell’educando nei confronti del
genitore. Papà auspicherebbe che con altri corrispondenti e lettori di questo periodico si stabilisse un rapporto
di scambi culturali diretti e personali così come è avvenuto con Gilberto La Scala.
www.pierluigilando.net - [email protected]
Anton Luca Lando
NUOVI REQUISITI PER LA PENSIONE DI VECCHIAIA
Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, a decorrere dal 1° gennaio 2012, i soggetti in possesso di anzianità
contributiva al 31 dicembre 1995 possono conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia al perfezionamento
dei seguenti requisiti: 1) Requisito anagrafico; per le lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria
dei lavoratori dipendenti ed alle forme sostitutive della medesima: dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 201262
annidal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 201362 anni e 3 mesi dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 201563 anni
e 9 mesi dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 201765 anni e 3 mesi dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2020
66 anni e 3 mesi- per le lavoratrici iscritte alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla gestione separata
di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335: dal 1° gennaio 2012 al 31dicembre 201263
anni e 6 mesi dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013 63 anni e 9 mes idal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre
2015 64 anni e 9 mesidal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 201765 anni e 9 mesi dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2020 66 anni e 3 mesi - per i lavoratori dipendenti sia pubblici che privati, per i lavoratori autonomi e
per le lavoratrici del settore pubblico: dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 201266 annidal 1° gennaio 2013 al
31 dicembre 201566 anni e 3 mesidal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 202066 anni e 3 mesi 2) Requisito contributivo. Il diritto alla pensione di vecchiaia si consegue in presenza di un’anzianità contributiva minima pari
a 20 anni. Ai fini del raggiungimento di tale requisito è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o
accreditata in favore dell’assicurato.
Giacomo Bove
ADDIO CARTA: ENCICLOPEDIA A PORTATA DI CLICK
Si conclude dopo 244 anni l’era dell’Enciclopedia britannica su carta. L’edizione del 2010, con i suoi 32
volumi sarà l’ultima. “La carta il giorno dopo è già obsoleta. Sull’online la storia può essere aggiornata continuamente” così Jorge Cauz, presidente dell’Enciclopedia, ha motivato la scelta di abbandonare il supporto
che nel lontano I secolo d.C. ha rivoluzionato il mondo della conoscenza, per abbracciare le nuove tecnologie. E così L’opera inglese, la più antica enciclopedia in circolazione si trasferisce completamente sul web
in modo da facilitare la a fruizione da parte degli utenti che al posto di sfogliare l’indice della Britannica
potranno ricercare una parola chiave semplicemente con un click. Ma oltre alla motivazione d’ordine strettamente pratico – simbolica di un mondo che cambia, ce n’è un’ altra che sembra aver avuto un perso maggiore sulla scelta di passare al web messa in luce dalle dichiarazioni del responsabile editoriale della
Britannica, Dale Hoiberg, ovvero una motivazione economica: troppo costosa la stampa e troppo lunghi i
tempi che la carta impone al processo di aggiornamento dei contenuti. Un’opera realizzata prima della rivoluzione francese e da allora diventata un punto di riferimento per il sapere dismette il supporto tradizionale per adattarsi al nuovo che avanza. Wikipedia, col suo ritmo di revisione incalzante e l’espandersi
costante delle voci grazie al contributo dei molti suoi redattori, “docet et imperat”, o almeno pare. Infatti,
già tre anni orsono, nel 2009, la Britannica si era dovuta adeguare a seguire in parte il modello dettato da
Jimmy Wales ( fondatore di Wikipedia ndr.), aprendo al pubblico e rendendo possibile agli utenti modificare
e migliorare i contenuti anche se l’approvazione restava sempre sotto lo scrutinio del suo referenziatissimo
staff. Lo storico annuncio dell’addio alla carta per la Britannica segue quello analogo fatto da un altra colonna della cultura europea, l’enciclopedia tedesca Brockhaus. Ma non tutte le enciclopedie hanno scelto
di dare una svolta così netta ed ambiziosa alla loro “vita”. Per fare un esempio, la nostrana enciclopedia
Treccani ha deciso che i suoi volumi pregiati continueranno a convivere con i contenuti gratis sul web. I
motivi di questa insolita resistenza per Francesco Tatò, A.D. Di Treccani, sono dovuti a una certa lentezza
italica: “Anche in Italia siamo testimoni dello stesso tipo di cambiamento, i ricavi dell’enciclopedia si riducono ogni anno, ma a differenza dei Paesi anglosassoni abbiamo due peculiarità: un’evoluzione culturale
più lenta e un’infrastruttura di rete peggiore”. Non solo “Il nostro modello di business cavalca la transizione
in atto con una duplice mossa: da una parte continuiamo con l’aggiornamento cartaceo, riferendoci a un
pubblico ‘alto’ e realizzando oggetti di prestigio che offrono eccellenza di contenuti ed elevata fattura materiale (la carta su cui viene stampata è garantita duecento anni, ndr). Così facendo ci riferiamo a una fascia
altissima di mercato. Dall’altra, dato che è impensabile che un patrimonio culturale tale sia riservato a
pochi, abbiamo deciso di diffondere gratuitamente i contenuti online. Il lusso finanzia la diffusione del sapere”. Si prosegue quindi nel tradizionale modello di business basato sulla vendita di molti volumi affiancata dalla presenza di un portale online, in cui sono consultabili quasi 500mila lemmi aggiornati
quotidianamente, e dalla disponibilità del proprio dizionario come App per iPhone e iPad.
Cristina Canci
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L’ATTUALITÀ, pag. 14
EVENTI DI STORIA E DI ATTUALITA
ADUA: LA FUGA DEI SUPERSTITI
Della Brigata Dabormida era rimasto solo un pugno di eroi, che agli ordini del magg. Prato, continuava a sparare contro gli Abissini, protetto da un rilievo del terreno sulle pendici del M.te Adi Jacob, per mantenere libera
la via della ritirata agli ultimi superstiti sulla “strada del C. Dongollo” (Bellavita, op. cit., pagg. 388 e ss.). E
a questi combattenti, si unì pure l’Aiutante di Campo del Dabormida, cap. Bellavita, che ancora vagava, “colla
divisa in brandelli e a testa nuda” (ib.), cercando invano la salma del suo Generale, di cui un attendente gli riportò il berretto. La salma del povero Dabormida, non verrà mai più ritrovata, nonostante le più diligenti ricerche successivamente fatte dalla missione del ten. col. Arimondi, fratello del Generale comandante la 2da
Brigata, anche lui caduto sul campo. Anche gli Scioani, però, erano stanchi di quello schioppettio cominciato
all’alba e, “come di loro abitudine, si davano già al saccheggio dei morti e dei feriti e raccoglievano prigionieri.
Venne infine un temporalaccio con un acquazzone tale da far cessare il fuoco completamente” (ib.). Sull’imbrunire “il magg. Prato si decise a ritirarsi, formando un drappello coi pochi rimasti” (ib.). Anche il cap. Bellavita organizzò la tragica ritirata “verso Saurià-Mai Maret-Adi Cajè”, in cui perirono “numerosi feriti e gli
estenuati che si dovettero abbandonare lungo il percorso” (ib.), alla mercé degli indigeni predoni. Anche il
magg. Prato, che, dice il Bellavita, “fu l’eroe della ritirata”, mentre la leggenda lo disse ferito tre volte e poi
morto combattendo, “sparì prima di giungere a Debra Damo, e la sua morte rimase sempre un mistero” (ib. in
nota). Giunti al Mai Maret, speravano di trovarvi quel Reggimento Di Boccard, da poco giunto dall’Italia, da
cui invano avevano sperato soccorso e che invece, smarrita la via, si era ritirato nel forte di Adi-Cajè. E nell’ascesa sull’altipiano che sovrasta il Mai Maret furono, invece, accolti dalle fucilate dei soldati di ras Sebath,
dal quale, peraltro, presto si ritirarono, e così la colonna dei superstiti, nel frattempo ingrossatasi, riunendosi
via, via ad altri drappelli in fuga, poté raggiungere “il giorno 4 marzo” il forte di Adi Cajè, dove, scrive il Bellavita, “eravamo ben 300”, ma, prosegue, “nessuno ci aspettava più, anzi molti di noi, e anche chi scrive, erano
già stati segnalati come morti”! Non meno tragica fu la ritirata del comandante Baratieri, da lui descritta con
dovizia di particolari nelle sue “Memorie d’Africa” (pagg. 444 e ss.). Era rimasto solo con due carabinieri, due
o tre zaptiè, il suo attendendente indigeno e “con avanzi dei Reggimenti Brusati, Stevani e Nava, principalmente
con bersaglieri ed alpini”. Più avanti, presso il Rebbi Arienni, aveva incontrato il gen. Ellena e molti soldati
bianchi superstiti del distrutto Reggimento Romero; avrebbero ancora voluto organizzare una resistenza, ma
“il nemico irrompeva da ogni parte” e avrebbero corso il “grave rischio di essere avviluppati”, cosicché dovettero proseguire nella ritirata. Incontrarono ancora il ten. col. Menini, comandante del Battaglione Alpini del
Rgt. Nava, e altri valorosi ufficiali e soldati, che, chiamati a raccolta, caricarono alla baionetta, ma invano. “Un
gruppo così piccolo - dice il Baratieri -, anche eroico, non poteva bastare per trattenere la furente foga scioana”.
Il nemico si era attestato a Gundapta, per tagliare la via della ritirata verso Saurià. (Continua) Sergio Scalia
ASSURDE VIOLENZE SULLE DONNE
Ci sono Paesi dove nascere donna è una maledizione, dove per sopravvivere bisogna tacere, obbedire, strisciare, sposarsi vergini e fare figli
maschi. In Cisgiordania, una donna araba non può alzare lo sguardo. Perché il suo sguardo può disonorare la sua famiglia. È la legge degli uomini, un’insensata legge di superiorità che considera “normale” la
violenza contro una donna. Anche quella mortale. In Afghanistan, Bangladesh e Pakistan le donne subiscono violenze fisiche e psicologiche.
Alcune sono state obbligate a sottoporsi a chirurgia per 20-30 volte, al
fine di potere vedere qualcosa o di poter respirare un po’, o udire qualcosa, forse per poter mangiare o farsi comprendere, perché è stato gettato
acido sulle loro facce. Si perde la vista, il capello non ricresce, si blocca
il movimento facciale, costringendo spesso ad alimentarsi di liquidi per
mezzo di una cannuccia. L’acido penetra fino alle ossa, intaccando i muscoli. In alcuni casi le vittime muoiono.
Altre tentano il suicidio. I danni causati dall’acido sono
molto più gravi delle ustioni da fuoco, perchè l’acido
continua a corrodere anche molto tempo dopo. Donne
punite spesso nel momento in cui sono più indifese, nel
sonno. Il Bangladesh ha imposto controlli sulle vendite
di acido, ma è abbastanza facile entrare in un negozio, in
Asia, e comprare acido solforico o idrocloridrico.
Nicole Danhielle Calabretta
SEPARAZIONE: E POI?
Il testo di legge sul divorzio breve ha conosciuto un’ulteriore battuta
d’arresto con il rinvio alle sabbie mobili della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati. I contenuti in discussione sono
sostanzialmente due: il primo riduce la durata della separazione ad un
anno, che può salire a due nel caso in cui la coppia abbia figli minorenni,
il secondo riguarda l’aspetto economico e stabilisce una maggiore celerità nello scioglimento del regime di comunione patrimoniale. Questa
proposta legislativa dovrebbe favorire un divorzio più rapido e meno doloroso. Si è ponderato il rischio di trasformare il divorzio in una vicenda
burocratica più corta accantonando aspetti decisamente più importanti
ed incisivi?
Nel dramma della crisi e conseguente separazione coniugale con eventuale problematico rapporto con i figli, non vi è nulla di facile e accorciabile. Sono dolori che richiedono tempo per essere elaborati e prendere
consapevolezza degli errori propri e di quelli dell’altra parte.
Da questa considerazione nasce l’opportunità di concentrarsi non tanto
sulla velocizzazione dei tempi di dissolvimento di una coppia, quanto
sull’uso del periodo necessario per il divorzio. Il riferimento è ad una
adeguata rete di servizi e di supporti agli sposi che si separano, che li
faccia sentire ascoltati ed accolti. Troppo spesso i separati vengono lasciati soli nella gestione sia del loro mutato status, sia delle nuove relazioni con i figli. Non è facile per i Tribunali attribuire i diritti e gli
obblighi a ciascun coniuge.
Il Legislatore potrebbe stabilire l’obbligo di accompagnamento e la mediazione familiare, come previsto in molti Paesi europei.
Fiorella Ialongo
PER NON DIMENTICARE !
Sarno (SA) – 5 maggio 1998, dopo 172 ore di pioggia incessante una decina di frane sovrastano il paese. I 140 mm. di pioggia hanno fatto si che
il substrato, permeabile e facilmente erodibile, del Pizzo D’Alvano, si
trasformasse in un fiume di qualche milione di metri cubi di acqua che
scende a valle. Le vittime ufficiali, tenendo conto anche degli altri paesi
colpiti dalla furia della montagna (Siano, Bracigliano, Quindici), sono
200; 137 solo a Sarno. Secondo alcune testimonianze, quella notte è stata
molto lunga. L’alba del mattino seguente, pone agli occhi dei cittadini
uno scenario agghiacciante: case invase dal fango, edifici senza muri trasportati in zone diverse da dove sono sorti, strade bloccate, collegamenti
telefonici, corrente ed acqua staccati. Si iniziano a cercare familiari,
amici e conoscenti che non rispondono alle chiamate dei soccorsi e dei
parenti. I giorni seguenti sono stati oggetto di ricerche, verifiche e accertamenti per riuscire a dare una spiegazione alla catastrofe. Le cause,
a quanto pare, sono molteplici: il terreno friabile della montagna e il suo
disboscamento, costruzioni alle pendici del monte Saro, canali utili per
drenare le abbondanti acque pieni di rifiuti urbani. Sono trascorsi 14 anni
da quel 5 Maggio ’98.
Come si presenta Sarno oggi? E cosa è stato fatto per la sua messa in sicurezza? In questi anni nel comune dell’Agro-Nocerino-Sarnese si sono
alternati tre sindaci, due commissari prefettizi e tre commissari straordinari delegati a gestire l’emergenza. Ad oggi sono stati spesi 451 milioni
di euro nella sola Sarno, portati a termine circa 90 interventi complessivi,
ricostruite circa 160 case. Ci sono ancora circa 48 famiglie che ricevono
indennizzi da parte del comune. Nonostante questo sistema ingegneristico (formato da 11 enormi vasche e 20 km di canali (già iniziato dai barbari) che, nell’ipotesi di una nuova colata, dovrebbero far defluire in
modo ordinato le acque), in paese non si respira aria di ottimismo. Il
sindaco Amilcare Mancasi sostiene che se prima il rischio era cento ora
è trenta. L’assurdo del post-frana risiede nell’idea di molti cittadini di ricostruire le case dove erano posizionate prima del disastro.
Portato a compimento, invece, in un posto distante dalle minacce della
“montagna maledetta”, è l’ospedale ex “Villa Malta”, ribattezzato con il
nome “Martiri del Villa Malta” proprio a seguito dell’evento che vide un
alto numero di morti (infermieri, pazienti, dottori,ecc) nel plesso. Forse
c’è ancora qualcosa da fare per l’incolumità dei sarnesi per non rivivere
ad ogni pioggia le stesse paure di 14 anni fa.
Maddalena Barba
L’OPINIONE PUBBLICA
Non c’è niente di più irrazionale della
“opinione pubblica”, chi conosce la
tecnica della comunicazione conosce
questo fondamento e sa perfettamente
che le scelte fatte dall’opinione pubblica non hanno niente a che vedere
con le reali esigenze dettate da studio,
tecnica, ragione. L’ illusione nasce dal
fatto che fin da piccoli ci hanno obbligato a pensare (programmati) che
siamo “esseri razionali”, purtroppo la
realtà è un’altra, la ragione è uno strumento che possediamo si, ma utilizziamo molto poco, sia perché non
siamo stati abituati ad utilizzarla, sia
perché la macchina umana vive di
altri strumenti operativi che non controlliamo che sono l’emozione, l’abitudine, che ci fanno agire secondo
criteri diversi di quelli che crediamo
di avere. Uno dei meccanismi della
comunicazione è mantenere un livello
culturale molto basso, senza mai fare
approfondimenti, che possano aumentare la capacità del senso critico.
Inondare di informazioni sempre inutili e diverse che si auto annullano, insistere sempre su alcune informazioni
(selezionate) affinché si crei lo strato
emozionale di base su cui poi i trascinatori (politici di turno) potranno facilmente orientare la discussione
(ingegneria del consenso). Gli elementi di base, per poi gestire le opinioni della massa, iniettate in
N. 5. MAGGIO 2012
UNA SOPRAVVISSUTA SACRIFICI SOLO PER I DISAGIATI
Gianna Jessen è nata a Los Angeles
in una clinica per aborti legata alla
associazione Planned Parenthood.
La clinica aveva consigliato alla
madre di Gianna, giunta alla fine del
sesto mese di gravidanza, di abortire
con aborto salino, una tecnica abortista usata prevalentemente dopo il
terzo trimestre. Essa consiste nell’iniettare nell’utero una soluzione
salina che corrode il feto e porta alla
sua morte, dovuta, all’alterazione
delle funzioni della placenta. In seguito, a causa delle contrazioni uterine, il feto viene espulso entro le
seguenti 24 ore. Nel caso di Gianna
la tecnica non funzionò. Rimasta
nella soluzione per circa 18 ore è
stata partorita viva il 6 aprile 1977
alle 6 del mattino. Gianna venne trasferita in ospedale e riuscì a sopravvivere, nonostante pesasse solo nove
etti; tuttavia la carenza di ossigeno
causata dall’aborto le ha procurato
una paralisi cerebrale e muscolare.
Nonostante ciò Gianna imparò a
camminare con tutore all’età di 3
anni fu adottata. A vent’anni, grazie
alle cure mediche e alla fisioterapia,
riuscì a camminare senza tutore. Nonostante la grave paralisi cerebrale,
Gianna è sempre stata molto attiva
nei movimenti che si oppongono
all’aborto e ha raccontato la sua storia al Congresso degli Stati Uniti
d’America e alla Camera dei Comuni del Regno Unito. Il suo caso è
divenuto noto quando, in occasione
del novantesimo anniversario dalla
fondazione dell’associazione abortista Planned Parenthood, celebrata
dal Senato del Colorado, il senatore
Ted Harvey invitò Gianna a raccontare la sua storia ai membri del Senato. Si definisce “una ragazza dura
a morire”. La Beata Madre Teresa di
Calcutta disse: “Dio sta usando
Gianna per ricordare al mondo che
ogni essere umano è prezioso per
Lui. È bello vedere la forza dell’amore di Gesù che Egli ha riversato nel suo cuore. La mia preghiera
per Gianna, e per tutti quelli che la
ascoltano, è che il messaggio dell’amore di Dio ponga fine all’aborto
con il potere dell’amore”.
Nicole Danhielle Calabretta
continuazione dai media a livello
emozionale sono le seguenti: paura,
angoscia, aspettativa, incertezza, ecc,
su queste basi, poi è facile costruire
un “programma e trovare un nemico
(finto o vero non importa) da abbattere. C’è poi da dire poi che innescato
questo meccanismo, il gruppo da solo
si autosuggestiona e si “conforma“,
gli esperimenti di ASCH (si cerchi
Asch experiment) non hanno quasi
mai fallito.
Giuseppe Turrisi
CI SONO TANTE ITALIE !
Abbiamo da poco festeggiato i 150 dell'Unità d'Italia; giorno nel quale, come
recita l'art.5 della Costituzione, l'Italia è divenuta:" una Repubblica, una ed indivisibile". E se guardiamo la carta geografica, effettivamente, quello "stivale", riporta il nome "Italia" stampato per tutta la sua superficie. Dal Nord
al Sud perciò, nonostante le sfumature dialettali, le differenze culturali, gli
orientamenti politici, suggeriscano che ci sono tante italie l'una dentro l'altra,
l'Italia è innegabilemente una, sola, indivisibile. Anche se... a ben guardare...
oltre all'aspetto culturale altre differenze ci separano. A cominciare dagli anni
dell'infanzia, infatti, c'è chi può contare su scuole private, con lavagne digitali
senza gessetti, e chi invece d'inverno soffre il freddo degli spifferi dalle finestre allentate. C'è il figlio del politico, a cui la provvidenza assegna un diploma
e poi il figlio dell'operaio, quello che ha lasciato la scuola per andare a lavorare. E chi riesce a sfondare nel mondo dello spettacolo su raccomandazione
del "santo" di turno, guadagnando migliaia di euro per sfoggiare sorrisi smaglianti ed abiti firmati, mentre un imprenditore è costretto, a chiudere bottega
e, per la vergogna, ad uccidersi. E questo elenco potrebbe continuare a lungo,
e vedere contrapposti figli di papà e "mammoni", generali in Maserati e disabili privati dell'assistenza, club privati evasori e anziani costretti a pagare
l'Imu sulla seconda casa per soggiornare in ospizio. Un simile elenco lo recitiamo ogni giorno, senza più accorgercene, essendoci persino assuefatti a
tutto questo, senza più riuscire a distinguere da che parte stiamo e come ci
siamo finiti. Forse è per questo che quando sentiamo la parola "Italia" non riusciamo a nascondere un mezzo sorriso, simile a quello di chi le battute le capisce sempre un pò in ritardo.
Riccardo Fondi
IL FENOMENO FACEBOOK
Nel 2004 lo studente universitario Mark Zuckerberg con i suoi compagni Saverin, Hughes e Moskovitz, fonda a Cambridge, per la sola Università di Harvard, un servizio di rete sociale che chiama “Facebook”. L’idea era stata
pensata per far conoscere in modo agevole e veloce i ragazzi del college, sfruttando la vena protagonistica che ognuno possiede, ma che vuole mostrare solo
a persone conosciute . Successivamente il progetto fu esteso anche ad altre
scuole e nel giro di pochi anni si è trasformato in una gallina dalle uova d’oro,
un enorme successo al livello mondiale. La registrazione gratuita al sito, le
tante piccole e immediate soluzioni, come il poter indicare la situazione sentimentale, il “mood” o la possibilità di postare qualcosa nella propria bacheca
per segnalare iniziative ed altro agli amici, il creare il proprio profilo con fotografie e liste di interessi personali, hanno fatto si che quella che sembrava una
banale pagina in rete, diventasse un’intuizione così creativa da cambiare per
sempre il pianeta dei social networks. Dopo Google, è Facebook infatti il sito
più cliccato nel web e sono ormai diventate frasi di uso comune, soprattutto tra
gli adolescenti, “ accettare l’amicizia” o “taggare un amico”. Essere amico di
una persona o non esserlo più si riduce ad un click. La rete sociale viene utilizzata dai ragazzi e sempre di più dagli adulti, anche per misurare la popolarità
di un argomento, di un link e via dicendo. Spingendo un bottone si esprime la
propria preferenza tra ciò che piace e ciò che non piace, e quindi tra cosa è “in”
o alla moda” e cosa è “out”o fuori moda. I competitors Myspace, Twitter e
LinkedIn per quanto molto usati non riescono neanche lontanamente a sfiorare
i traguardi del social network di Zuckerberg che nel 2011 ha fatturato ben 3,7
miliardi di dollari. Lo slogan del s.n. recita molto romanticamente: “Facebook
ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita”. Il sito
da semplice social network diventa Facebook Inc. e quest’anno si è presentato alla Securities Exchange Commission USA con tutta la documentazione
per l’offerta pubblica di vendita e il conseguente collocamento in Borsa. L’idea
geniale di un ragazzo è diventata purtroppo o per fortuna un disegno economico.
Ernesto De Benedictis
Umberto Bossi si è dimesso, seguito a ruota da suo figlio Renzo. Le vicende che hanno portato a tali sconvolgimenti all'interno della Lega Nord
sono ben note a tutti. Quel che meraviglia davvero è il quadro nel quale
queste vicissitudini si sono dipanate e le conseguenze cui probabilmente
daranno luogo. Si era parlato di "clima di maggiore serietà", addirittura
di una rinnovata "sobrietà" nel panorama politico italiano, un risveglio
delle coscienze, mosse magari dalle tinte tetre di una crisi che ci sta chiamando tutti pesantemente in causa. Qualcuno ci aveva persino creduto,
sentendo il discorso di insediamento del governo Monti che evocava "sobrietà", "equità", "efficienza", esaltandoli a valori portanti innanzitutto
dell'azione del governo, quindi della classe politica in generale, però
qualcosa sembra essere andato storto. Il governo riesce sistematicamente
ad attuare solo quei provvedimenti (riforma delle pensioni e riforma dell'art.18) che, sponsorizzati dall'Europa sempre più tedesca, permettono di
fare cassa nel breve periodo, giusto il tempo di far scendere un pò quello
Spread che fa tanta paura; vengono messi del tutto da parte quegli interventi di carattere strutturale che rappresenterebbero un passo importante
nel cammino verso l'equità. Categorie forti fanno la voce grossa (pensiamo all'abolizione delle Province); e per aggiungere al danno la beffa,
i Tg vengono invasi da intercettazioni che testimoniano quanto il tesoriere della Margherita prima, quello della Lega poi, siano in grado di utilizzare il denaro pubblico per soddisfare ogni loro interesse. In tutto
questo, come disse la Fornero nel memorabile discorso incorniciato da lacrime che fanno tanto pensare al coccodrillo, tutti siamo chiamati a fare
dei "sacrifici" per superare questa crisi. Probabilmente, si stava riferendo
ad un sacrificio di pazienza: quello si, è davvero pesante e si rinnova
Riccardo Fondi
quotidianamente.
È BENE NON CAPIRE
Il 71% della popolazione si trova al di sotto del livello minimo di lettura
e comprensione di un testo scritto in italiano di media difficoltà. A dirlo
sono due recenti studi internazionali, riportando un dato impressionante
in base al quale gli italiani non siano in grado di interpretare nemmeno
un articolo. In un quadro del genere, viene da sorridere amaramente pensando al bel parlare di una classe politica che non fa economia quando
si tratta di citare il "rinnovamento profondo", le "grandi riforme" e il "rilancio della crescita" che dovrebbe guidare il cammino del paese. Questa
"ricostruzione" presuppone delle solide basi: senza stabili fondamenta,
non si può costruire un palazzo. È evidente il fatto che un 71% della popolazione che versi in simili condizioni non possa costituire la base per
alcunchè, e ancora meno per un progetto di rilancio della vita economica,
culturale e sociale di un paese in crisi.
La priorità di un governo lungimirante dovrebbe essere quella di correggere un dato simile, intervenendo il più possibile innanzitutto su un settore, quello dell'istruzione, da troppo tempo messo in secondo piano.
Durante i tre anni dell'ultimo governo Berlusconi abbiamo assistito a
tagli nel settore per oltre otto miliardi di euro; il nuovo governo, con le
politiche espresse finora, non sembra voler segnare un netto distacco con
il passato. A questo punto qualcuno potrebbe porre una domanda: c'è
davvero una volontà di cambiare le cose? O si tratta semplicemente di recitare slogan, sotto il quale si annida il desiderio di conservare inalterati
i tratti di un sistema i cui disegni valicano le nostre conoscenze. Verrebbe
la tentazione di rientrare in quel 71%, per non intravedere i contorni della
risposta.
Riccardo Fondi
“FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA”
L’Italia è un paese che invecchia e questa è cosa nota. Ma forse poco
noto è che, crescendo il numero di anziani, aumenta anche il numero di
coloro che giungono alla terza età non completamente autosufficienti,
affetti da malattie croniche o situazioni psicofisiche invalidanti. Al di là
delle fonti Censis o ISTAT, possiamo constatare di persona un indebolimento delle relazioni parentali, soprattutto al Centro-Nord, che si concretizza nei frequenti casi di anziani lasciati alle cure di badanti o,
addirittura, soli. In Italia, con l’aumento dell’aspettativa di vita, si assiste
alla difficoltà di soddisfare la domanda crescente di assistenza, soprattutto alla luce dei recenti tagli economici alle risorse sociali.
Allo stato attuale, il principale supporto per gli anziani non autosufficienti resta l’indennità di accompagnamento (L.18/1980), ma si tratta di
un contributo esiguo di 492 euro mensili, fissi per tutti, che non tiene
conto dei bisogni diversificati e della situazione reddituale. Le spese delle
badanti e dell’assistenza generale grava sempre di più sulle famiglie. Nel
corso del Convegno di presentazione del progetto di un “Fondo per la
non autosufficienza”, tenutosi presso la Sala Capranichetta, a piazza
Montecitorio, è stato evidenziato come la non autosufficienza degli anziani sia diventata la prima causa di impoverimento delle famiglie italiane, dopo la perdita o l’irreperibilità del lavoro.
Di fronte ad una problematica sociale drammatica, la nostra politica sanitaria e sociale non sembra fornire soluzioni adeguate. Ancora una volta,
guardare all’Europa potrebbe essere d’ispirazione. In Francia per le prestazioni di sostegno agli anziani si tiene conto delle condizioni reddituali
e i sussidi sono commisurati alla gravità delle condizioni psicofisiche
con margini che vanno dai 344 ai 1.107 euro mensili.
In Germania, invece, sono previsti contributi in base a quattro livelli di
gravità il cui costo varia dai 205 ai 1.688 euro. L’ipotesi proposta nel
corso del Convegno è quella della realizzazione di un Fondo che possa
garantire interventi di sostegno mirati ed efficienti, con una gamma di
prestazioni differenziate sulla base dei livelli di gravità dell’anziano e
della situazione reddituale familiare.
Ciò potrebbe contribuire a riequilibrare il sistema di welfare, determinando risparmi sulla sanità pubblica, ma potrebbe favorire anche il
mondo del lavoro. Infatti, una politica adeguata in materia assistenziale
vedrebbe crescere l’occupazione nel settore, specie tra le figure degli assistenti familiari.
Maria Rita Salustri
L’ARTE COME VALORE CULTURALE
Anche in un periodo complesso come quello attuale, l’arte e specialmente
quella pittorica mantiene un elevato numero di appassionati. Tempo fa ho
avuto il piacere di intervistare Gabriele Boni figlio del noto Francesco
Boni, esperto di arte con tanti anni fra aste,trasmissioni televisive e importanti contatti con i più grandi musei del mondo. Gabriele Boni dopo
la laurea, ha conseguito un dottorato di ricerca presso la I.U.L.M. di letterature comparate.Ma la sua esperienza lavorativa si colloca nel giornalismo, lavorando con valenti giornali sportivi. Ma l’amore per l’arte,
permette a questo valente professionista di scrivere per cataloghi dedicati di arte pittorica.Tra di questi il catalogo per Mario Schifano. Ma
non è quest’ultimo il più importante, in quanto Gabriele ha curato anche
la monografia dedicata a Salvatore Emblema.
E poi i contatti, le collaborazioni con musei simbolo per L’Italia e non
solo, come la Casa del Pane a Milano e il Museo del Mare a Genova.
Gabriele studia e cresce culturalmente in varie città italiane, vivendo diciassette anni a Palermo e dal 1999 ad oggi a Milano. Non
trascurando un periodo anche a Roma, tappa fondamentale
per il mondo dell’arte. Oggi Gabriele Boni cura una importante rubrica di arte su internet e su alcune emittenti
televisive con un vasto pubblico ed un ottimo successo.
Tra le tante mostre in cui Gabriele ha collaborato, voglio
citare quella di Gastone Biggi a Shangai e quella di Renato Mambor a Londra.
Eventi storici nel panorama artistico internazionale che lasciano una traccia costruita non solamente dall’artista ma anche da giovani critici e studiosi dell’arte.
Mauro Boschetti
,
N. 5. MAGGIO 2012
PROBLEMATICHE RELIGIOSE E DI ATTUALITA
LA VERGINE DELLA RIVELAZIONE A ROMA PREGHIAMO LA MADRE DI TUTTI NOI
Come ogni anno, il 12 aprile si festeggia a Roma l'anniversario dell'apparizione della Vergine al tranviere Bruno Cornacchiola. La grotta del
miracolo (via Laurentina n. 400), allora squallida spelonca maleodorante,
si è trasformata in un Santuario, denominato da Giovanni Paolo II:
"Chiesa del Terzo Millennio" ove fedeli, da tutto il mondo, vengono a
rendere omaggio alla Madre di Dio. 65 anni sono trascorsi da quando,
con in mano il Libro Sacro, la Vergine apparve al Cornacchiola ed ai suoi
tre bambini dicendo: “Sono la Vergine della Rivelazione: tu mi perseguiti, ora basta! Torna all'Ovile Santo, Corte Celeste in Terra ed obbedisci all'autorità del Papa.” Si proclamò anche Madre degli Incurabili ed
affidò a Bruno un messaggio da consegnare a Pio XII. Bruno Cornacchiola, convertito, spese tutta la vita al servizio della Chiesa, portando la
sua testimonianza in quasi tutto il mondo e fondò, per ordine della
Vergine, l'Associazione Catechistica S.A.C.R.I. (Schiere Arditi Cristo Re
Immortale), che ha sede in Roma, Via Antonio Zanoni 44. Tante furono
le apparizioni, sempre documentando il tutto alle autorità competenti
della Chiesa. Il Papa già sapeva da dieci anni, attraverso la mistica Luigina Sinapi, che in quel luogo e in quella data la Vergine
avrebbe convertito un gran peccatore, per cui benedisse la
Statua che a bordo di una carrozza reale trainata da sei
cavalli bianchi, partendo dal Vaticano, raggiunse le Tre
Fontane (15/10/1947). Durante la santa Messa, celebrata
da S.E. Card. Mauro Piacenza, numerosi fedeli hanno
assistito al “prodigio del sole” in cui l’astro rotea su se
stesso, cambia colore e lo si può vedere ad occhio nudo.
Tale fenomeno avviene dal 1980 (tranne il 1981).
Marcella Croce de Grandis
CHE LA CHIESA SIA COERENTE
Il noto cantante Adriano Celentano, tanto stimato per le sue canzoni e
per aver donato il compenso del Festival di San Remo ad alcune famiglie
bisognose, ha annichilito il suo nobile gesto caritatevole con le sue accuse
al quotidiano “Avvenire” e al settimanale “Famiglia cristiana”, nei quali
non si parla solo di Dio, di Gesù, della Madre Celeste e del Vangelo, ma
anche dei vari problemi sociali ed umani. Ha parlato per un'ora e mezza
in due serate. Forse non ha letto bene l'Avvenire e Famiglia Cristiana,
altrimenti non avrebbe espresso giudizi negativi verso i responsabili dei
due giornali. A Famiglia Cristiana collaborano personaggi di un certo
peso profetico e biblico, di cui cito il Card. Dionigi Tettamanzi, il biblista Card. Gianfranco Ravasi e il Priore di
Bose Enzo Bianchi. Nella nostra epoca, purtroppo, i giovani si allontanano dalla Chiesa, perchè forse sono disperati, non trovano lavoro, non possono formare una
famiglia, comprarsi una casa. Celentano avrebbe dovuto
dire anche che è necessario che la Chiesa torni alla purezza originaria, quando i sacerdoti potevano sposarsi,
perchè permettendo ai preti di sposarsi si ridurrebbe il numero dei preti pedofili e aumenterebbero le vocazioni sacerdotali.
Mario Coletti
IL PIÙ ANTICO SANTUARIO DEL LAZIO
Conosciuto e visitato da tanti pellegrini del mondo, il Santuario della
Mentorella, dedicato alla Madre delle Grazie, sorge su una rupe ripida e
selvaggia dei monti Prenestini all'altezza di quasi 1200 metri s.l. m. ad
est di Roma e distante una cinquantina di km. Si raggiunge in automobile
con un percorso di circa un'ora, per proseguire a piedi attrezzati come
dovessimo scalare le Dolomiti. Una magnifica opportunità primaverile
per uscire dalla città piuttosto provata dal rigido e nevoso inverno 2012.
In breve tempo, ci troviamo in un estremo monte del Lazio, in un luogo
sacro che splende come un faro. Circondato da tanti paesini e villaggi
come a segnare le tappe del viaggio. Il Santuario della Mentorella era
uno dei luoghi preferiti di papa Giovanni Paolo II quale, affascinato dalla
bellezza del luogo, faceva il percorso in salita a piedi per raccogliersi in
preghiera. “Ho desiderato di venire qui, tra queste montagne, per cantare
dietro le orme di Maria il 'Magnificat... Questo luogo mi ha aiutato molto
a pregare... La preghiera, che in vari modi esprime il rapporto dell'uomo
con Dio vivo, è anche il primo compito e quasi il primo annuncio del
Papa”. Parole pronunciate il 28 ottobre 1978 in occasione della sua prima
uscita ufficiale da pontefice. Per salutare il Santo Padre alla Mentorella,
pervennero circa 20 mila persone in maggioranza giovani e scout. Il 29
ottobre del 2005, seguendo le orme di Giovanni Paolo II, ha visitato il
Santuario il papa Benedetto XVI, ha celebrato la Santa messa ed ha pregato con la comunità della Mentorella a cui ha fatto seguito una bella
passeggiata sul Monte Cerella. Quando, durante i viaggi in elicottero percorreva le località del Lazio, si abbassava per salutare e benedire i pellegrini nella piazza dall'alto. La Mentorella è il più antico Santuario
mariano d'Italia, monumento storico che risale circa al dodicesimo secolo. La storia ricorda di questo luogo tre grandi figure: il martire sant'Eustachio. l'imperatore Costantino e san Benedetto. Tra periodi di
splendore e periodi di abbandono, è nota una fase di assestamento e di
grande vitalità dovuta ai Benedettini che vi si stabilirono per circa due
secoli, dal XII al XIV sec. Il XVII secolo segna una nuova vita. Nel 1661
lo scienziato gesuita p. Atanasio Kircher intraprese un grande progetto di
ristrutturazione dell'edificio e di risveglio della devozione alla Madonna
della Mentorella. Alla sua morte chiese che il proprio cuore fosse sepolto
vicino alla Madonna. Il papa Innocenzo XII ebbe la stessa intenzione.
Tuttora dal 1857, il Santuario della Mentorella è affidato alla custodia e
alle cure religiose dei Padri Redenzionisti. Angela Abozzi Cecchetto
UN TUBERO PRODIGIOSO
Friederich Engels, celebre economista tedesco, ha detto che la patata ha
rivoluzionato la storia quanto la scoperta del ferro. Pochi alimenti hanno
una storia così importante come la patata. Tubero appartenente alla famiglia delle Solanacee, fu importata in Europa dagli Spagnoli che l'avevano
conosciuta durante la conquista del Perù, attorno al 1580. Per molti anni
fu considerata solamente una curiosità botanica poi, più tardi, dalla Spagna si diffuse in Italia, in Germania e in Francia. Divenuta il principale
cibo delle popolazioni agricole nel nord Europa, la pianta della patata
può essere considerata la più importante causa di emigrazione verso
l'America. Una malattia del tubero, che determinò la famosa carestia
della metà del XIX sec. costrinse infatti, centinaia di migliaia di contadini
irlandesi, tedeschi, inglesi ed olandesi ad abbandonare le loro case per
cercare condizioni di vita migliori nel nuovo mondo. Oggi, il Paese europeo che detiene il primato del consumo è il Belgio, più di 200 Kg annui
pro capite. In Italia la regione che ha la maggiore coltivazione è la Campania, e ne sono state selezionate circa 200 specie diverse. La patata contiene il 18% di glicidi sotto forma di amido. Un luogo comune la fa
ritenere un alimento ingrassante, di difficile digestione. Ma non è così.
Poiché la buccia contiene il caiapo, una sostanza che riduce la glicemia,
anche i diabetici possono mangiarla tranquillamente. Pochi sanno che
uno degli scienziati più celebri di tutti i tempi, Alessandro Volta, contribuì
a lasciare un’impronta nella storia della nostra gastronomia. Al ritorno da
un suo viaggio dalla Francia portò come dono alla sua famiglia uno
strano ortaggio dalla forma ovoidale, chiamato dai francesi “pomme de
terre”. Al mondo, oggi, ne esistono più di 7.500 varietà, e i modi di cucinarla sono tanti, si conserva per sei mesi senza bisogno del freezer, preferibilmente al fresco e al buio. La patata può essere usata come antico
“rimedio della nonna”, si dice infatti che mangiata cruda toglie la nausea
alle donne in gravidanza. Per pulire l’argenteria basta immergerla nell’acqua di cottura delle patate. Per le scottature, una fetta applicata sulla parte
ustionata per quindici, venti minuti, lenirà il dolore. Alessandra Angotti
Il mese di maggio è dedicato alla Madonna seguendo una tradizione
niente affatto antica, anzi piuttosto recente. Si pensa che Maggio, mese
del rifiorire della natura, ci ricordi appunto l’idea dei fiori e la Madonna
certamente è il fiore più bello, dopo Cristo, creato da Dio”. Lo afferma
il prof. Luigi Gambero, noto mariologo e sacerdote. Anche tra i pagani,
vi erano delle feste dedicate ad eventi stagionali e climatici, quindi non
vi è assolutamente nulla di strano e rivoluzionario. La cosa più ambigua
è forse il fatto che la liturgia della Parola del mese è poco incentrata su
Maria, ma con ogni probabilità questo dipende dal fatto che la devozione
Mariana legata al mese di maggio è appunto una tradizione piuttosto recente, che risale su per giù al settecento, e soprattutto al fatto che la stessa
Sacra Scrittura parla poco di Maria in generale, lei è una protagonista
importante, ma silenziosa e comunque poco portata alla parola, alle affermazioni. Maria è la donna del silenzio e della meditazione”. Ad
ognuno di noi è dovuta una riflessione maggiore, un pensiero rivolto alla
Madre di tutti.
Alessandra Angotti
L’INSOSTITUIBILE RUOLO DEI FILOSOFI E DEI TEOLOGI
Nella società odierna, imperniata sulla praticità e sulla tecnologia, sembra
che i filosofi siano stati emarginati. La principale responsabilità di tale
emarginazione é da addebitare ai mass-media. L’informazione si limita
a mettere in evidenza i fenomeni criminali (individuali e organizzati)
senza analizzarne le cause. Errore gravissimo. Per estirpare le radici di
tutti i comportamenti devianti é necessario scandagliare la natura dei rapporti causa-effetto. Omettere questa ricerca significa andare incontro ad
un futuro denso di incognite disastrose. Significa lasciare che la società
umana si trasformi, gradualmente e inesorabilmente, in una giungla popolata da bestie feroci. Analogamente colpevole é il tentativo di sminuire
l’importanza della teologia, intesa come scienza rivolta alla comprensione del rapporto Divinità-Umanità, tra il Creatore e le creature. Soffocare questa ricerca significa ignorare il profondo significato della nostra
esistenza terrena: agire in modo tale da meritare la vita eterna promessa
dal divino Redentore. Avere fede nella Divinità significa scegliere di
schierarsi al fianco degli operatori di pace che saranno chiamati “figli di
Dio”. Alla fine dei tempi le forze del Bene annienteranno quelle del Male.
Ecco come bisogna rispondere a coloro che si pongono drammatici interrogativi esistenziali.
Rosanna Sinopoli
DIALOGO ECUMENICO
L’ATTUALITÀ, pag. 15
IL MESSAGGIO DELLA PASQUA
Il periodo pasquale si è concluso. Con quali messaggi? Poter vivere ricordandoci di quella Croce, il pesante fardello che Cristo ha portato per
noi fino al Golghota e che, purtroppo, continua a portare perchè ogni
peccato è paragonabile ad un chiodo che penetra nella carne del Salvatore. Ancor oggi ascoltiamo le parole “Padre, perdona loro perché non
sanno quello che fanno…”. Ecco la speranza. Ecco il messaggio che la
Pasqua ci dona ogni anno: il perdono. Lui è risorto e dall’alto ci guarda,
ci protegge, vigila su di noi. Se solo riuscissimo a comprendere appieno
il senso del perdono e della fiducia, forse la nostra vita sarebbe più completa. Ma scorgiamo anche messaggi carichi di oscurità e che preoccupano. La cattiveria umana non ha fine. Si uccide, si beffeggia il prossimo,
si truffa, non si ha rispetto per la povertà. Del resto Dio ci ha donato il
libero arbitrio e noi al massimo possiamo pregare per chi non
segue la retta via e sperare che qualcosa cambi. Purtroppo
alcuni pastori non sono più tali, non lasciano più le 99
pecore per andare a salvare l’unica smarrita. Allora,
chiediamo alla Chiesa di ritornare ad essere l’esempio
per tutti noi. Una volta le amate Parrocchie erano il
luogo dell’accoglienza. Oggi non è più così. Il grave rischio è il totale abbandono che spesso coincide con l’addio alla fede. Dio non voglia che in futuro, nel mondo, ci
siamo solo lupi e pecorelle smarrite…
Gianluca Lari
LUTTO
Il 25 marzo u.s. la Signora Clara Ferrante (moglie del nostro assiduo redattore Dott. Cav. Mario Coletti) é stata chiamata nel Regno dei Cieli.
Altri due eventi hanno addolorato il Dott. Coletti: il 1° aprile é morto il
suo consuocero Carlo De Franceschi e il 9 aprile é venuta a mancare sua
cognata Anna Valente (docente di Scuola Superiore). Tutta la Redazione
si unisce al cordoglio del Dott. Coletti, invitando i lettori a visitare il sito
www.claraferrante.com
Vero é che le persone care, quando vengono a mancare, lasciano un vuoto
incolmabile. Ma é vero anche che la fede in Cristo Risorto, che ha sconfitto la morte, é un pilastro incrollabile sul quale poggia la nostra esistenza terrena, che é un passaggio obbligato prima di trasferirci nella
sublime dimensione della vita eterna. Non bisogna mai dimenticare la
grande promessa: “Chi crede in me continuerà a vivere per sempre in
Paradiso”. Al Dott. Coletti, uomo di fede cristallina, il nostro affettuoso
abbraccio.
C.G.S.S.
ASSEMBLEA NAZIONALE FLAI-CGIL
a cura di Aurora Simone Massimi
FESTIVAL BIBLICO
È stata presentata ufficialmente la VII edizione del Festival Biblico, che
si terrà a Vicenza dal 18 al 27 maggio. A presentare l’imminente evento
è stato Padre Ermes Ronchi, che per l’occasione ha tenuto una meditazione sul tema scelto per la manifestazione: «Perché avete paura? (Mc
4,40) La speranza delle Scritture».
L’evento, la cui serata inaugurale si svolgerà il 24 maggio nella Cattedrale di Vicenza, avrà come protagonisti il priore della Comunità di Bose
Enzo Bianchi che dialogherà con Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della sera, in un omaggio al card. Carlo Maria Martini, grande conoscitore della Scrittura. Tra gli studiosi di Sacra Scrittura: Romano
Penna, Ugo Vanni, Francesco Rossi de Gasperis, Bruna Costacurta, Luca
Mazzinghi, Lidia Maggi, Martino Signoretto, Riccardo Lufrani, Stefano
De Luca, e altri. Gli ambiti di approfondimento del Festival saranno quattro: biblico-teologico («La Speranza dalla Parola»), socio-culturale («La
Speranza dall’Uomo»), storico-archeologico («La Speranza dalle
Terre»), artistico musicale («La Speranza dalla bellezza»). I centri della
diocesi vicentina interessati dal Festival sono dodici: Bassano del
Grappa- Nove, Valdagno- Brogliano, Arzignano- Chiampo, Lonigo,
Montecchio Maggiore, Dueville, Marola, Schio, Piazzola sul Brenta.
CONTRO IL TRAFFICO DI ESSERI UMANI NEL SINAI
I Vescovi di Terra Santa, riuniti in Assemblea, hanno lanciato un accorato
appello al fine di salvare la sorte degli ostaggi del Sinai, attraverso un documento firmato a Gerusalemme. Si sono rivolti direttamente alle Autorità egiziane e israeliane, per chiedere un intervento deciso contro la tratta
di esseri umani nel Sinai e contro le violenze, le torture, gli omicidi. Infatti, i Vescovi sono profondamente preoccupati per la terribile situazione
dei richiedenti asilo detenuti in ostaggio nel Sinai, profughi africani: soprattutto eritrei, etiopi e somali, in fuga da Paesi in guerra. I Porporati
hanno, inoltre, assicurato il loro impegno «nell’assistenza spirituale dei
cattolici tra i richiedenti asilo», chiedendo alle autorità israeliane di «permettere ai cappellani e ai loro assistenti di incontrare i richiedenti asilo
incarcerati nelle strutture di confino in Israele, per offrire loro consolazione spirituale».
PRESENTATO IL LIBRO SU PAPA WOJTYLA
Si è tenuta in Campidoglio, presso la Sala del Carroccio la presentazione
di un particolare volume circa l’esperienza terrena di Papa Giovanni
Paolo II, vista dall’autrice Prof.ssa Aurora Simone con gli occhi di chi
ha condiviso con Lui un rapporto misto tra la collaborazione professionale e l’amicizia sincera nei confronti dell’intera famiglia dell’autrice.
Tale data è stata scelta dal Consigliere capitolino On. Ludovico Maria
Todini, che ha fatto gli onori di casa, poiché in questo giorno la Chiesa
commemora la conversione di San Paolo al Cristianesimo, ed anche per
ricordare la storica visita di Papa Wojtyla in Campidoglio del 18 gennaio
1998. Il volume dal titolo: “Giovanni Paolo II – il mio Santo in terra” racconta con l’esperienza relativa alla conoscenza del Papa polacco vissuta
da parte dell’intera famiglia dell’autrice, e soprattutto di suo figlio Alessandro, che da piccolo nel 1980 oltrepassò le transenne di sicurezza durante un’udienza papale per consegnare una lettera a Sua Santità e rimase
colpito dal fatto che Wojtyla lo lasciò avvicinare, fedele alle parole di
Cristo: lasciate che i pargoli vengano a me. Illustre il tavolo dei correlatori: dal Prof. Giancarlo Carlini - teologo, al Prof. Gaspare Mura –
Professore emerito di Filosofia presso l’Università Sapienza di Roma, a
Mons. Pawel Ptasznik – membro della Segreteria di Stato vaticana, che
per lunghi anni stilò i discorsi di Giovanni Paolo II e che ne è oggi il
principale biografo/agiografo vivente, avendo peraltro fornito la consulenza teologica a tutti i film prodotti sulla vita del grande Papa polacco.
Perfetta moderatrice dell’incontro la d.ssa Annapaola Ricci, video-giornalista del TG1 RAI.
Il libro di Aurora Simone è uno strumento per ricordare il principale messaggio evangelico di Giovanni Paolo II, vale a dire la “Catechesi Itinerante”, che le diede il compito di portare – nel suo piccolo – il Vangelo
in ogni luogo della propria esperienza quotidiana di madre, moglie e studiosa di sacri testi nonché professoressa di scuola secondaria. Un particolare accenno è stato fatto all’avvio del dialogo interreligioso intrapreso
da Giovanni Paolo II il 27/10/1986 in Assisi tramite l’organizzazione
dell’incontro tra tutti i capi delle religioni del pianeta, sia monoteiste che
non. Incontro che poi è stato ripetuto da Papa Benedetto XVI in data
27/10/2011. L’evento si è concluso con l’intervento del poeta-pittore
Bolia, che ha voluto dare la sua testimonianza dell’incontro avuto con il
beato Giovanni Paolo II, nel mostrargli il dipinto della Croce Cosmica
con stupore e meraviglia, nel linguaggio del silenzio, che il Poeta ha elaborato in poesia e che ha declamato: Alziamo le braccia dentro il cielo e
muoviamo a parole i segni e se tu Dio passi da questa parte del cielo
fermati… ci siamo noi.
Angela Abozzi Cecchetto
Mario Guidi, Susanna Camusso, Stefania Crogi,
Colomba Mongello, Morena Piccinini
A Roma, presso lo studio 10 di Cinecittà nella suggestiva location di
Roma Antica il 20 aprile si è tenuta la 3° assemblea nazionale della FLAI
CGIL per la salute e sicurezza Art. 18. Diritto di tutte è il titolo dell’appuntamento nel quale ampio spazio è stato dato al tema
della sicurezza nei luoghi di lavoro. I settori dell’agricoltura e dell’industria alimentare dove le donne rappresentano rispettivamente il 28% ed il 40,5% degli
occupati del settore, vedono una forte presenza di rischi
di infortuni per questo è necessario un grande investimento nello sviluppo della prevenzione e informazione
affinchè sia ridotto ed annullato il rischio di infortuni o
patologie. Il segretario generale della FLAI, Stefania
Crogi, ha parlato con alcune delegate della categoria
riguardo la sicurezza sui posti di lavoro, organizzazione
del lavoro e ruolo svolto dalle delegate. Al dibattito
hanno partecipato Morena Piccinini, Pres. Nazionale Susanna Camusso
INCA, Colomba Mongello, componente del Consiglio
della Presidenza del Senato, Mario Guidi, Pres. Confindustria, Susanna
Camusso, Segretario Generale CGIL. In sala erano presenti più di 2000
persone provenienti da ogni regione d’Italia.
Giacomo Bove
IL SULTANATO DELLE DONNE
(Terza parte) Chi erano queste donne eccezionali, la cui influenza si estese
al di là delle pareti dell’harem ? Le più notevoli furono consorti favorite,
i cui figli salirono al trono. La madre di un Sultano regnante occupava una
posizione unica per rango e autorità. Portava il titolo di “Valid Sultan” o
Regina Madre, il rispetto accordato alla madre del sultano era un riflesso
della struttura sociale ottomana, in cui costei occupava un posto particolare;
come recita un detto islamico”Il Paradiso è ai piedi delle madri”, la Valid
Sultan si trovava al sommo della gerarchia dell’harem, e la sua autorità era
simboleggiata dall’ubicazione centrale del suo appartamento all’interno
del complesso di edifici dell’harem stesso. Salire alla posizione di Valid
Sultan non era questione di pura fortuna: all’apogeo dell’Impero Ottomano
l’harem contava almeno alcune centinaia di donne, e il semplice fatto di
giungere in presenza del Sultano non era per nulla facile. Prima di incontrarlo una giovane ospite dell’harem doveva (grazie anche alla sua bellezza,
abilità e carattere) richiamare l’attenzione di qualcuno che potesse spingere
avanti la sua “carriera”, forse una delle sovraintendenti o maestre delle
fanciulle, forse la stessa Valid Sultan. Se una giovane era abbastanza fortunata o abile tanto da raggiungere il letto del Sultano, doveva tener desto
l’interesse di questi abbastanza a lungo da assicurarsi una progenie, augurandosi di dare alla luce un maschio per poter così aspirare a diventare una
futura Valid Sultan. Ci fu solo una donna nell’arco di tempo di 130 anni (
tanto durò il Sultanato delle donne) che divenne leggendaria rispetto alle
altre: Hurrem Sutan, conosciuta in Occidente con il nome di Rosselana
…(Continua).
Daisy Alessio
OMAGGIO AI SOCI
A coloro che rinnoveranno la quota associativa a questo
periodico verrà offerto in omaggio uno dei seguenti libri di
COSMO G. SALLUSTIO SALVEMINI
* Informazione manipolata dalle lobby.
* Dalla corrotta oligarchia alla demo-sorte-merito-crazia.
* Pace nel mondo, traguardo possibile.
* Storia di moderne devianze della Giustizia.
* Matrimonio o convivenza?
* Stato e Chiesa - Storia dei concordati.
* La questione cattolica - Privilegi concordatari.
* Papato e Conclave, storia dei rapporti con il potere politico.
* Il potere temporale del Papato.
* Europa, problemi giuridici ed economici (sesta ediz. Giuffrè).
* Istituzioni di diritto civile. * Istituzioni di diritto pubblico.
* Istituzioni di diritto commerciale.
* Elementi di economia politica.
L’ATTUALITÀ, pag. 16
N. 5. MAGGIO 2012
L’ATTUALITÁ
Editore: Movimento G. Salvemini, fondato nel 1962
Comitato d’Onore del periodico “L’Attualità”
Direzione: Via Aquilonia 93
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Lord Presidente del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace,
a cui spetta il rango di Capo di Stato, a norma della Convenzione di Vienna del 1961.
Direttore responsabile
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COMITATO DI REDAZIONE
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Volpato, Maurizio Volpes, Leonardo
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Capi Redattori Regionali
Lombardia: Ferruccio Ciavatta.
Piemonte: Daniela Cozza.
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On. Alfredo Arpaia (Presidente Lega Italiana Diritti dell’Uomo); Prof. Andrea Bixio (Ordinario Sociologia,
Univ. La Sapienza, Roma); Prof. Giorgio Bosco (Ambasciatore); On. Avv. Pasquale Calvario (già Assessore
Cultura Regione - Puglia); Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni; Prof. Javier de la Rosa (Università di
Tenerife - Isole Canarie - Spagna); Prof. Claudio De Rose (Presidente Onorario Corte dei Conti); Prof. Francesca Ferragine (Psichiatra-Psicoterapeuta); Duca Riccardo Giordani, Duca di Willemburg; On. dott. Albano
Laporta (P.M.S.P.); Prof. Giuseppe Lembo (sociologo); On. Dott. Giacomo Leopardi, (Presidente Ordine
Nazionale Farmacisti); Amm. Stefano Madonna; Sen. Col. Giancarlo Martini (P.M.S.P.), On. dott. Pasquale
Moncada (P.M.S.P.), Gen. Stefano Murace (Aeronautica Militare); Gen. Enrico Muzi (Guardia di Finanza);
Gen. C. A. Rocco Panunzi; Comm. Dott. Rodolfo Ricottini (medico chirurgo); Prof. Tito Lucrezio Rizzo
(Consigliere Capo Servizi del Quirinale); Prof. Natale Santucci (neurochirurgo); Comm. Giancarlo Serafini
(presidente Lions Roma Palatinum); Gen. C. A. Bruno Simeone; Prof. Giulio Tarro (Scienziato, PhD-Md);
Gen. Div. CC. Raffaele Vacca.
MILANO CITY MARATHON
Giunge alla sua edizione la Milano City Marathon che domenica 15
aprile 2012 vedrà il capoluogo lombardo invaso da decine di migliaia di
maratoneti che partiranno dai padiglioni di Rho Fiera e percorrendo 42
chilometri giungeranno in Piazza Castello attraversando il "Bosco in
Città", lo stadio di San Siro, l’Arco della Pace, corso Vittorio Emanuele
e suggestivi Navigli. Il Sindaco di Milano vede questa come una splendida occasione per la città che ha visto impegnate tutte le istituzioni insieme a partner di rilievo: c’è stata una collaborazione proficua
nell’interesse di Milano. “Quest’anno la maratona è abbinata alla domenicAspasso: una scelta che renderà la corsa ancora più vicina alla città.
Sono certo che sarà una grande festa di sport sia per gli atleti professionisti che per gli appassionati". Il 15 aprile l’Amministrazione comunale
ha organizzato la seconda domenicAspasso dell’anno, cioè un giorno
dove la città sarà senza auto, da vivere di corsa, camminando o pedalando, con decine di iniziative dal centro alla periferia. Ci saranno feste
di strada, biciclettate, mercatini. Lungo il percorso della maratona ci saranno otto pedane per gli artisti di strada. La Milano City Marathon sta
affermandosi sempre più come un appuntamento irrinunciabile nel calendario internazionale delle competizioni professionistiche.
Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha detto: "la
dodicesima edizione di questo appuntamento riconfermerà gli ingredienti
che l'hanno reso un classico: un percorso adatto a stabilire record, la partecipazione di atleti nazionali e internazionali di primo piano, l'attenzione
alla solidarietà, la sensibilità verso l'ambiente e le aree urbane".
Isacco Cicala
COME NASCE LA BOXE ACTION
Antonella Rossi, Tecnico Federale e Thierry Ayala Direttore Artistico,e
preparatore Atletico. La Boxe in Action, è una armoniosa congiunzione
dell’Arte del pugilato amatoriale ad un nuovo metodo di potenziamento
psichico e fisico alla musica. Ad ogni seduta di allenamento si bruciano
fino a 500 calorie, tonificando e modellando il corpo e la preparazione
alla difesa personale. Uno sport, ormai definito il Fitness del pugilato
Amatoriale, quando si parla di BOXE ACTION. Questo antico Sport, è
in continua evoluzione, viene praticato dai bambini sopra i cinque anni
fino ai sessantacinque, è uno sport che dà armonia al corpo, rafforza i
muscoli, mentre si fa Pugilato ballando. Nella Domenica dedicata allo
Sport, in piazza del Popolo, una stupenda dimostrazione di giovani, bambini e adulti, ha tenuto inchiodati, una immensità di spettatori e turisti
nel vedere danzare e boxsare con una eleganza di movimenti straordinari, per più di un’ora hanno danzato, con le bravissime, Antonella Rossi
e Thierry Ayala coordinatrici dei movjment seguiti dai sportivi. Questo
Sport fantastico che tonifica i muscoli e dà vita allo spirito, andrebbe
praticato da tutti noi.
Liana Botticelli
NAPOLI, TRA DELUSIONE E VENDETTA
Si è conclusa lo scorso 14 marzo, l’avventura del Napoli calcio in Champions League. Dopo un girone di qualificazione avvincente, la squadra
partenopea era riuscita ad eliminare squadre del calibro di Villareal e
Manchester city. Dopo il passaggio del turno, agli ottavi di finale, incontrò il Chelsea. Squadra temibile del magnate Roman Abramovic. Incredibilmente il Napoli vince l’andata 3-1 ma l’inesperienza in campo
europeo ha fatto in modo di non riuscire a gestire il poderoso vantaggio
allo Stanford Bridge e perdere 4 -1 contro il Blues. Peccato. Il Napoli in
ogni caso esce a testa alta dalla competizione più importante del mondo.
Ora si deve concentrare ai due obbiettivi che gli rimangono, terzo posto
e coppa italia. Difatti nel prossimo maggio la compagine partenopea incontrerà la temibile Juve nella finale di coppa Italia a Roma. Una bellissima sfide tra due squadre affamate di successo.
Flavio Girlando
Fotocomposizione: Euroselect, via Aquilonia 93, Roma
Stampa: S T R press, via Carpi 19, Pomezia
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non commerciale
(art. 4, D.P.R. 26/10/72,
n 633 e successive modifiche)
Gli articoli firmati e le foto, inediti ed esenti
da vincoli editoriali, esprimono le opinioni
personali degli autori che ne assumono direttamente la responsabilità. La Direzione, in
base agli spazi disponibili, si riserva la facoltà
di selezionare ed abbreviare gli articoli pervenuti. In linea di massima la collaborazione è a
titolo gratuito. È prevista una retribuzione
solo per i corrispondenti dall’estero. Proprietà letteraria riservata.
Tiratura programmata:
120.000 copie
ECCO IL GIRO
D’ITALIA
Il Giro d’Italia quest’anno non
avrà il protagonista d’eccellenza
Alberto Contador, che è stato il
vincitore del Giro nel 2008 e nel
2011. Contador, corridore spagnolo, vuole essere protagonista in
corse, che si effettueranno in altre
Nazioni. Nel Giro d’Italia i controlli antidoping saranno molto severi. I corridori, che verranno
sorpresi ad usare sostanze dopanti,
non solo saranno multati e squalificati, ma la squalifica durerà per
tutta la vita. Considerando l’assenza del campione spagnolo Contador ci si domanda chi ha più
possibilità a vincere il Giro d’Italia. Gli addetti ai lavori ritengono
che l’uomo da battere sia Ivan
Basso, che ha 34 anni. Altri concorrenti alla vittoria possono essere Cavedish, Cunego, Petacchi,
Michele Scarponi e Nibali, se vi
parteciperà. Gli stranieri, oltre a
Cavedish, che hanno possibilità di
vincere il Giro sono: il danese Fulsang, il francese Gadret, gli spagnoli Anton, Rodriguez e Cobo,
che ha vinto l’anno scorso la
Vuelta. Potrebbe fare una sorpresa
uno dei seguenti emergenti italiani:
Belletti, Guardini, Modolo e Viviani. Forse Stefano Garzelli parteciperà per l’ultima volta al Giro.
Il Giro d’Italia quest’anno inizierà
il 5 maggio in Danimarca e terminerà il 27 dello stesso mese. Il totale dei Km. del Giro d’Italia è di
3.476,4. Ci auguriamo che il Giro
dia grandi soddisfazioni agli appassionati di ciclismo.
Mario Coletti
Filomena Claps (madre
di Elisa, il cui cadavere
fu trovato nel sottotetto
della chiesa S. Trinità),
nel corso della trasmissione televisiva “Chi l’ha
visto?”, ha dichiarato:
“Mons. Agostino Superbo, vescovo di Potenza, è un gran
bugiardo”.
AUDIO VIDEO CENTER
RICORDANDO GLI EROI DI SUPERGA
“Gli eroi sono sempre immortali
agli occhi di chi in essi crede, e
così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è solo in trasferta”! Queste le parole di Indro
Montanelli, sulla tragedia che 63
anni fa ha colpito Superga e il resto
d’Italia, quando l’intera squadra di
calcio del Torino, con dirigenti e
qualche giornalista, si schiantò con
il suo aereo su quella collina piemontese. Era il 4 maggio 1949, il
Torino vincitore di cinque scudetti
consecutivi, tornava da Lisbona con una sconfitta di 4 goal a tre subiti dal
Benfica, segnarono Ossola, Bongiorni e Menti, gli ultimi tre goal di una
squadra leggendaria. Capitan Mazzola e compagni persero la vita,
schiantandosi sulla basilica di Superga. Due giorni dopo in occasione dei
funerali ben 600 mila persone parteciparono ai funerali, la cosa sorprendente è che Torino, all’epoca, contava circa 400mila abitanti. In contemporanea, in tutto il Paese, centinaia di italiani rendevano omaggio al
Torino affollando chiese e piazze. A distanza di 63 anni vogliamo onorare
la memoria di quei ragazzi. Che non si spenga mai il ricordo di quel
sogno chiamato: GRANDE TORINO.
Alessandra Angotti
UNA VITA SFORTUNATA
Quella di Morosini è solo l’ultima tragedia in campo nella storia dello
sport e del calcio italiano. Il ricordo corre immediatamente al piovoso
pomeriggio del 30 ottobre 1977. Quel giorno toccò a Renato Curi, 24
anni, giocatore del Perugia. Il centrocampista del Livorno Piermario Morosini muore a 26 anni, nel bel mezzo di una partita di calcio Pescara-Livorno. Si conclude così una vita costellata da drammi, in cui il giovane
bergamasco non è mai riuscito a essere sereno e libero da pensieri. Si
conclude nel modo più imprevedibile e tragico, per un arresto cardiaco
e vari tentativi di salvataggio falliti. Una disgrazia dietro l’altra per il
giovane talento di proprietà dell’Udinese. Nel 2001 Piermario aveva
perso la madre Camilla, e dopo soli due anni, nel 2003, il padre Aldo.
Qualche tempo dopo anche il fratello maggiore di Piermario è venuto a
mancare e negli ultimi mesi anche sua sorella sembrava essersi ammalata. Lui, nonostante tutto, non si era mai perso d’animo. Morosini aveva
esordito in Serie A nell’Udinese, aveva giocato nelle Nazionali giovanili,
compresa l’Under 21. Il 2011/12 con il Livorno doveva essere l’ennesima
stagione di conferma a buoni livelli. L’Udinese, era pronta a chiamarlo
nella massima categoria. Lo scorso anno aveva spiegato in un’intervista:
“La scomparsa dei miei genitori e di mio fratello è una cosa che mi ha
segnato la vita, ma che allo stesso tempo mi ha messo in corpo tanta rabbia e mi ha aiutato a dare sempre tutto per realizzare quello che era un
sogno anche dei miei cari.”
Nicole Danhielle
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