attualita maggio 09-16
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, ARTI FIGURATIVE E ATTUALITA N. 5. MAGGIO 2012 ECCO MASTER ZERO Guglielmina Agnoli, “Fiat” (olio su tela 100 x 70) “Maria, madre dell'intera umanità, Ella ormai è consapevole di dover adempiere al suo compito, e di quanto questo sia di un valore incommensurabile. L’universalità della sua maternità non lenisce il profondo dolore per la perdità di Suo figlio, e il volto è inversobilmente statuario e al contempo umano. Alle Sue spalle, il tunnel della luce di Dio dissipa le ombre del mondo degli uomini e illumina il cammino di Maria”. Info, email: [email protected] ANGELO A R P I S TA Si chiama Fabio, ha 23 anni ed è di Roma. Il cognome non ha voluto dirmelo. I testi di alcune canzoni, dice, potrebbe causargli dei problemi. A livello underground, è conosciuto come Master Zero. Non è famoso, né ricco. Anzi, dalla musica non ha ricevuto neanche l’ombra di un quattrino. Quando gli chiedo che lavoro fa, mi risponde che fa il “lavoro di cercare il lavoro. In attesa di fare l’unica cosa che nella vita so fare davvero bene”. Fabio è un rapper. Dopo aver lasciato la scuola al quarto anno di liceo, ha iniziato a suonare, nel 2010. Un po’ tardi, come lui stesso ammette. Ma è come se in questi due anni avesse tentato di recuperare tutto il tempo perduto. “In questi mesi ho scritto quasi trecento canzoni” precisa immediatamente “e ho pubblicato un mixtape. Il secondo è in corso d’opera”. A questi livelli, in cui per incidere canzoni bisogna pagare di tasca propria, è molto difficile farsi conoscere. È un mondo strano quello della musica, e Fabio lo sa. Un mondo che ti può regalare un successo incredibile, e levartelo in qualsiasi momento. Un mondo che ti può assicurare una vita magnifica, o proprio niente. Questo rischio non sembra spaventarlo. Anzi, è come se il ragazzo fosse stimolato da questa sfida. Per farsi conoscere, mi dice che si muove come web-rapper. Oltre a internet, utilizza il passaparola, e cerca di parlare con chi organizza serate. Fin’ora ha suonato in sei locali diversi. Master Zero non suona da solo, ma fa parte di una crew,chiamata Largo Click, formata da altri nove membri. Me li elenca tutti: Karisma, Consumo, Oltraggio, Don Andres, Quest, Biggaman, Dissidia, Dj Logan. Mi stupisce la sua sicurezza di sfondare, la sua consapevolezza di essere bravo e di non poter passare inosservato. “Sono tantissimi quelli che rimangono nell’anonimato, e può succedere che uno bravo non sfondi. Ma dieci bravi, no”. Lasciando la scuola e passando gran parte della giornata a scrivere e cantare, Fabio ha scelto di dedicare la sua vita alla musica, chiudendo tutte le altre porte. Ma questo non lo preoccupa. “c’è qualcosa che cambierei? Bhè, sì. Avrei iniziato a farlo prima”. Luigi Giorgi PREGEVOLE OPERA DI ANGELO CHIAUZZI Con quanta leggerezza imprime nel duro granito un “Angelo Arpista”, lo scultore Raffaele Russo. Dal caleidoscopio dell’ispirazione, trae le figure che si propongono alla sua immaginazione, libera dai lacci del tempo e dello spazio e sembra approdare ad un era mesopotamica. È guidato a dare una testimonianza dell’antico passato, in cui la Musica veniva insegnata agli uomini da Esseri alati. Il numero cinque è il numero della Madre Universale e le cinque stelle indicano cinque ere di rigenerazione nell’acqua, indicate nel basamento; mentre in quello superiore indica l’era terrestre, gli uccelli e gli uomini educati all’Armonia, attraverso la voce e gli strumenti e contemporaneamente a dedicarsi all’agricoltura, perché la terra raggiunga la nota giusta nel concerto dei mondi. Angela Furcas Studio d’Arte: via Augusto Vera n. 41 - Roma. Info, email: [email protected] youtube chiauzzi “IL R.A.P. SIGNIFICA RABBIA A PAROLE” Abbiamo intervistato Master Zero: Canti da solo o fai parte di un gruppo? Faccio parte di un collettivo chiamato Largo Click. Siamo tanti: Karisma, Consumo, Oltraggio, Don Andres, Quest, Biggaman, Dissidia, Dj Logan. Perché ti sei chiamato Master Zero? Ho un lieve disturbo bipolare maniaco-depressivo che mi fa percepire due realtà diverse, e due immagini di me totalmente opposte, stesso motivo per cui chiudo molte volte le rime usando le stesse parole dandogli significati diversi. Che cos’è il rap? Rabbia A Parole. Per me è il modo migliore di esprimere le mie sensazioni negative, limitando i comportamenti autodistruttivi tipici della mia generazione, specie di chi tiene le emozioni imbottigliate dentro sé stesso. È anche un modo per conoscere sé stessi e confrontarsi con gli altri. Quanto ti sta dando la musica? Materialmente molto poco, anzi nulla. Ma è solo da quando la musica è entrata nella mia vita che riesco a sperare nel domani, non sono molte le cose che riescono a darti questo. Quanto la musica occupa le tue giornate? Tra lo scrivere testi, registrare e suonare direi che la musica occupa le mie giornate come un lavoro a tempo pieno, anche se finora più che di lavoro si tratta di volontariato. Come ti vedi tra cinque anni? E tra dieci? Tra cinque anni, spero di poter vivere della mia passione. Tra dieci, vorrei invece arrivare abbastanza in alto da poter aiutare ragazzi che vivono la stessa situazione che io e molti altri viviamo oggi. Hai iniziato a fare musica da due anni. Qual è stata in questi mesi la soddisfazione più grande che hai avuto? Aprire il live dei “Lato Oscuro Della Costa”. Hai scritto tantissime canzoni. Ce n’è una che preferisci? Credo che sia “Ha Perso L’Umanità”, contenuta nel prossimo mixtape. Luigi Giorgi L’ATTUALITÀ, pag. 9 TURISMO, IL MOTORE DELL’ECONOMIA UN BUON ARCHITETTO È ANCHE UNO PSICOLOGO Nessun museo italiano nella top ten dei luoghi espositivi più visitati al mondo della classifica stilata da “Art Newspaper”, mensile britannico sulle arti visive. Pollice verso per i tesori d’Italia: gli Uffizi sono solo al 19° posto con oltre 1 milione 700 mila visitatori, mentre i Musei Vaticani, che l’anno scorso avevano registrato 5 milioni di ingressi, non sono stati neppure considerati nella lista. Strano a dirsi, ma il Bel Paese non fa più gola a (quasi) nessuno. In vetta alla classifica troviamo il Louvre, che conferma la sua leadership con ben 8 milioni e 880mila visitatori. Seconda piazza per il New York’s Metropolitan Museum of Art, terzo il British Museum di londra. Al quarto e quinto posto rispettivamente la National Gallery e la Tate Modern. Mentre la National Gallery of Art di Washington si è aggiudicata il sesto posto seguita da National Palace Museum di Taipei, il Centre Pompidou di Parigi, il National Museum of Korea e il Musee d’Orsay di Parigi. Durante una crisi economica così profonda come quella attuale, la cultura e l’arte in Italia sono settori che hanno subito i maggiori danni ed i tagli selvaggi degli ultimi anni ai fondi destinati alle strutture museali certamente hanno contribuito ad evidenziare l’abissale distanza tra i musei italiani e quelli mondiali. Per ovviare a cotal “inconveniente” da anni il MiBaC organizza la “Settimana della Cultura”, giunta quest’anno alla sua XIV edizione, una settimana in cui l’Italia offre le sue bellezze culturali gratis: Musei, ville, monumenti, aree archeologiche, archivi e biblioteche statali su tutto il territorio nazionale, apriranno le porte per nove giorni a costo zero per i visitatori. Un’occasione per conoscere, o riscoprire, l’immenso e variegato patrimonio artistico della Penisola:dal Nord al Sud, dai piccoli centri alle grandi città, tutta l’Italia sarà un fiorire di iniziative con un ricco calendario di eventi, mostre, convegni. Tra le tante opportunità a spiccare è il progetto ‘Benvenuti al Museo’, proposto dal Centro per i Servizi Educativi del Mibac, che coinvolgerà 1650 studenti tra i 16 e i 19 anni. Per nove giorni i ragazzi faranno attività di accoglienza e orientamento per i visitatori italiani e stranieri in circa 50 musei. “Con ‘Benvenuti al Museo’ - commenta il ministro per i Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi- il patrimonio culturale italiano si apre una volta di più ai giovani, coniugando divulgazione e formazione”. Il turismo che il nostro patrimonio artistico e culturale ha attratto nel tempo e che può ancora attrarre dovrebbe essere il motore trainante dell’economia italiana. Cristina Canci LA “RELIGIONE” DELLA PIETRA Le pietre di Luni si collocano in un ambiente estremamente suggestivo, alla sommità della costa ripida e precipite delle Cinque Terre, su uno spartiacque aereo che, alla sera, illuminato dall’ultimo raggio del tramonto,doveva apparire agli occhi degli uomini eneolitici come la fine del mondo: al di là c’era il grande fiume, e il sole, basso all’orizzonte, sembrava iniziare il suo lento viaggio nel regno dei morti. Lo stesso profilo evanescente della Corsica, che emergeva talvolta improvviso come sospeso nell’azzurro, doveva evocare l’isola dei beati, oltre il limite che separava il mondo dei vivi da quello dei morti. Per tutte queste ragioni ci pare di capire perché, insieme alla grande corrente megalitica ed al suo esaurirsi, si sia rinnovata la “ religione della pietra”, la fede e la speranza di vincere il tempo dando a questo tenace elemento, tanto presente nell’ambiente, il contenuto ed il valore che la dimensione umana poteva esprimere; il macigno stesso divenuto Grande Madre o guerriero potente ed invincibile, doveva mantenere a lungo il suo potere carismatico a difesa del clan, degli armenti e dei prodotti campestri. Purtroppo di questo misterioso mondo sappiamo poco o nulla, ma la creazione di un museo dedicato soltanto a questi monumenti, a Pontremoli, in un castello che domina dall’alto l’intera vallata, ha dato ordine e rilevanza all’intero fenomeno. Il ricco Pantheon degli antichi Liguri, in originale o in copia, è qui raccolto e disposto in un ambiente molto suggestivo, ove una sobria e misurata scenografia fa risaltare gli attributi di ogni scultura, lasciandola però immersa in una penombra che evoca immancabilmente il mistero della loro origine. Daisy Alessio “SANT’ANNA”: L’ULTIMO CAPOLAVORO LEONARDESCO Che cosa spinse nell’anno 1501, a mettersi in fila i fiorentini; tra cui Raffaello da Urbino, il toscano Michelangelo Buonarroti e il Vasari, per andare a vedere l’Opera di “Sant’Anna”? Certamente il mistero stesso dell’opera di Leonardo da Vinci, il Genio rinascimentale; il sorriso enigmatico, che caratterizza sia la Madonna che afferra Gesù Bambino, sia Anna sua madre. L’opera si distende secondo il pensiero di Leonardo e la rotondità di questa la rende unica. Oltre a ciò i contemporanei di Leonardo videro, e ciò è evidente, un corpo accanto all’altro in orizzontale, un corpo dietro l’altro in verticale e dopo queste due formule, un corpo sotto l’altro, formula piramidale. Il Capolavoro leonardesco, rappresenta l’ultima opera della sua vita, trasformata in una tavola dipinta ad olio di dimensioni 168 centimetri per 130, ha ricevuto le attenzioni anche di artisti come: Odilon Redon, pittore e scultore, precursore del Simbolismo e del Surrealismo, Max Ernest uno dei più grandi surrealisti e Sigmund Freud, Padre della psicanalisi. Il dipinto di Leonardo si potrà vedere al Louvre dal 29 marzo al 25 giugno, insieme al Capolavoro di Ernest, “Le Baiser” del 1927, che si basa su una riproduzione personale di Sant’Anna, mantenendo, lo sviluppo dell’Opera di Leonardo. Si potrà, osservare il risultato del suo restauro, che ha creato molte polemiche, con le dimissioni due commissari, Jean Pierre Cuzin e Ségolèn Bergeon Langle, sostituiti dalla scuola inglese, diretta da Larry Keith e Luke Syont. Ciò su cui si è discusso, una questione filologica e ontologica, è: fino a quale punto è giusto togliere al dipinto leonardesco la patina del tempo, o, meglio le lacche che sono state applicate. La risposta l’ha data la commissaria italiana del restauro di “Sant’Anna”, Cecilia Frosinini dell’opificio delle Pietre Dure, affermando che nessuno ha toccato il colore originario, sono state tolte solamente le molte vernici trasparenti, che venivano usate in passato per rinfrescare l’opera. Oggi vi sono a disposizione strumenti tecnici e chimici molto sofisticati, che permettono interventi di massima precisione. Emanuele Moretti MANTOVA, IL PALAZZO TE Lo stilista Giorgio Armani ha scelto il Palazzo Te come location per la collezione primavera-estate. Sono passati quei tempi in cui la reggia dei Gonzaga era un fervido centro culturale. Dopo le dimissioni di Alain Elkann il sindaco di Mantova, Nicola Sodano, ha dovuto risolvere contrasti all’interno del consiglio di amministrazione. Il problema politico nasce nel 2010, quando i berlusconiani si sono insediati da padroni nel Palazzo Te, compreso il ministro Sandro Bondi, amico del sindaco. Una giuliva compagnia di bontemponi con alla presidenza del consiglio d’amministrazione Angelo Crespi, legato a Marcello Dell’Utri e sostenuto da Sgarbi. Per cercare gli sponsor, Crespi ha chiamato due donne, anche loro scelte con logiche scacchistiche: la gallerista romana Cinzia Chiari e l’avvocato Anna Lisa Baroni. Sembra assurdo, sennonché, il critico d’arte ferrarese e cioè Sgarbi, legato al PDL è tornato all’attacco per esporre la sua collezione d’arte, già rifiutata dal precedente sindaco di Mantova. Il 2012 avrebbe dovuto essere l’anno della grande esposizione su Giulio Romano. È stata archiviata, inquantoché troppo cara; Dante Ferretti aveva proposto un intervento scenografico nella sala dei Giganti ed è stato bocciato poiché lo stesso intervento è stato ritenuto troppo filologico. Tuttavia il Palazzo Te ospita in questi giorni la mostra dei venticinque anni della Pixar, la società che produce i film di animazione della Disney. Non vi sono stati privati che avrebbero dovuto portare liquidità e il Comune, proprietario del complesso, s’è appoggiato alla Confindustria, che con una sponsorizzazione triennale da ventimila euro l’anno, potrà affittare la villa a condizioni di favore. Emanuele Moretti L’architettura, insieme con la scultura e la pittura, rappresenta uno dei tanti modi in cui un artista si esprime. L’architetto, però, svolge una funzione specifica inimitabile: oltre ad arredare gli interni degli stabili con fregi, colonne, mobili, soffitti, può “arredare” anche gli spazi esterni (piazze, strade, paesaggi) rendendoli spettacolari. Può, pertanto, rendere ameno e salubre l’habitat umano. Si tratta di obiettivi di enorme importanza per l’eco-ambiente, in un momento in cui il nostro pianeta sta per essere soffocato da molti fattori inquinanti. Un buon architetto, dunque, deve essere anche uno psicologo. Scegliendo i mobili, il colore dei pavimenti, delle pareti e dei suppellettili, deve cercare di interpretare i gusti dei suoi clienti. Non é cosa da poco. Ci sono architetti così bravi da sistemare i punti-luce, i panneggi e gli specchi in modo tale da far apparire un appartamento più grande e più accogliente. Artisti si nasce, non si diventa. Rosanna Sinopoli XX GIORNATA F.A.I. DI PRIMAVERA Il 24 e 25 marzo si è svolta la ventesima giornata Fai di primavera, monumenti, ville e musei aperti gratuitamente in tutta Italia. Il Fai (fondo ambiente italiano), da oltre 35 anni protegge il nostro paesaggio, l’arte e la natura per tutti. È una fondazione senza scopo di lucro che si muove con il sostegno dei cittadini, restaura e apre al pubblico monumenti e luoghi di arte e cultura; sensibilizza la collettività e le istituzioni al rispetto della natura; vigila e interviene attivamente sul territorio. Ad oggi sono 48 i beni salvati, di cui 24 aperti al pubblico in tutta Italia: Dal giardino della Kolymbetra alla Valle dei Templi. Nella giornata del 25 marzo ho visitato a Roma il Complesso Borrominiano dell’Oratorio dei Filippini. L’edificio è detto anche oratorio perché San Filippo Neri istituì e praticò una forma musicale nuova che consisteva nella recitazione di sermoni sacri alternati a musiche polifoniche. All’interno infatti vi è la sala con un bellissimo organo dove si svolgevano le funzioni religiose cantate; infatti il Santo diceva che Dio è dolce musica. Usava coinvolgere i ragazzi in picnic di primavera e in lunghe passeggiate per le vie di Roma. La costruzione dell’intero complesso durò circa un secolo, ebbe inizio nel 1575. Vari architetti si cimentarono nell’opera ma il più grande fu il Borromini che realizzò la facciata, la biblioteca e la torre dell’orologio. Il palazzo è sede di varie istituzioni culturali quali: L’archivio Capitolino, il Teatro Dell’Orologio, L’Istituto Storico Italiano per il Medioevo, ampiamente ristrutturato nel 1930, in stile seicentesco. L’Archivio Storico Capitolino ha la sua sede qui dal 1922; conserva nella sala ovale un camino del Borromini, importanti documenti notarili del 1519 e, molti quadri e calchi in gesso provenienti dal Museo della Civiltà Romana. Al secondo piano si trova la biblioteca Vallicelliana, la più antica aperta al pubblico, fu lasciata in eredità al Santo e progettata dal Borromini. Di incantevole bellezza anche il Giardino degli Aranci. Aiutiamo quindi il Fai alla conservazione del nostro patrimonio ! Francesca Pagano 80 VOGLIA DI CURIOSITÀ Vi ricordate di Ufo Robot-Goldrake? Penso proprio di si! Goldrake, ovvero Atlas UFO Robot, è il nome con cui è conosciuta nel nostro paese la prima e probabilmente la più famosa serie giapponese trasmessa in Italia, prodotta dalla Toei Animation e ideata da Go Nagai. La serie, il cui nome originale è UFO Robot Grendizer, risultò seguitissima in tutto il mondo oltre che in Giappone negli anni ottanta: Francia e Italia in testa, ma anche nel mondo arabo, soprattutto in Egitto e Arabia Saudita. Ancora oggi, a distanza di decenni dalla sua trasmissione, è ricordata da migliaia di fan, soprattutto in Europa. Non tutti sanno che per sfruttare il successo di pubblico incontrato dalle prime due serie, Koji Kabuto, ovvero Mazinga Zeta (del tutto assente nel numero zero) venne inserito come trait d’union nella trama. Lo stile del robot e le sue fattezze furono inoltre modificate per essere più in linea con le due precedenti serie di Nagai, in modo da far sì che Grendizer formasse con loro una trilogia. Tuttavia in Italia la serie fu trasmessa prima delle altre due, e così nelle edizioni italiane la continuità tra le tre storie si è completamente perduta, anche per l’alterazione dei nomi originali. Alessandra Angotti ARTE E VEGETARIANESIMO Acceso dibattito il giorno 23 marzo presso la sede “ Fiori della mente” a Capranica (Vt), il tema proposto nella serata era sul vegetarianismo e la sua influenza nell’ arte. Il primo a parlare dell’ argomento è stato l’ artista Pietro Sarandrea che ha portato nella sede di “ Fiori della mente” alcune sue ultime opere, l’ artista essendo vegetariano da circa 20 anni spiega al pubblico i motivi che lo hanno portato a fare questa scelta alimentare e come è cambiato il suo percorso artistico. L’esigenza di abbandonare l’ alimentazione carnea, spiega Pietro Sarandrea, è stata naturale mentre frequentava corsi di yoga. Cita, poi, il mito della caverna di Platone che all’epoca bandiva l’arte figurativa perché era copia di copia divina; l’artista deve interpretare la realtà e trasmettere l’emozione. Prende, in seguito, la parola il dott. Franco Libero Manco, presidente dell’ Franco Libero Manco, Pietro Sarandrea, A.V.A. (associazione vegeRoberto Bisconti (Moderatore) tariana animalista), che fa un discorso più tecnico ed etico; afferma che oltre alla disgustosa prassi dell’ uccisione di un animale, che ha una coscienza ed è in grado di provare sentimenti come quelli umani, ci sono anche ragioni salutistiche, in quanto una alimentazione vegetariana, povera di grassi, tiene lontano molte malattie. Per l’ aspetto economico, inoltre, spiega che il 70% della produzione mondiale di cereali viene utilizzata per gli animali di allevamento; l’alimentazione carnea fa consumare sostanze 10 volte superiori a quella vegetariana: un vegetariano consuma meno acqua di un carnivoro. Il dibattito è stato moderato magistralmente da Roberto Bisconti, padrone di casa e ideatore insieme alla moglie Letizia De Berardinis di questi appuntamenti culturali, che hanno generalmente cadenza mensile. Paola Lamonica OGNI DONNA PUÒ ESSERE UNA PRINCIPESSA L’estate sta arrivando, le belle giornate regalano quel magnifico senso di leggerezza, per lo più illusione regalata dall’assenza di quegli abiti ultrapesanti che hanno caratterizzato il nostro inverno piuttosto lungo e freddo. E dopo esserci incappucciate, e nascoste sotto sciarpe e cappottoni antiforme, la moda per la primavera estate 2012 è ultra femminile. La silhouette sottolinea e accentua le forme femminili. Un invasione di fiocchi, piume e rouche abbellirà ogni capo d’abbigliamento reso già eccentrico dai tantissimi colori, Il color blocking è infatti la tendenza per eccellenza per l’anno in arrivo. Abbinate colori accesi con colori più tenui. Scegliete superfici grandi!Questo è il consiglio degli esperti! Il mood è: glamour. Abiti ‘da favola’ in organza e tulle fanno di ogni donna una vera e proprio principessa… chissà che non sia il momento buono per trovare un principe azzurro… o anche qualsiasi altro colore va bene! Alessandra Angotti L’ATTUALITÀ, pag. 10 “21 JUMP STREET” (Dalla nostra corrispondente da Los Angeles) La popolare serie televisiva “21 Jump Street”, creata per incentivare un indice d’ascolto di giovani, è stata riadattata a film comico d’azione interpretato da Jonah Hill e Channing Tatum. La serie televisiva mandata in onda sulla Fox Network dal 1987 al 1991 in103 episodi, con la partecipazione di Johnny Depp nella parte di Tom Hanson, ha contribuito alla popolarità dell’attore, allora astro nascente nel firmamento di Hollywood, confermandolo idolo nazionale dei teen. Gli episodi di “21 Jump Street” sviluppavano storie i cui protagonisti erano poliziotti giovani, dall’aspetto di teenagers, per cui facilmente potevano essere inseriti nelle scuole superiori o nelle università come studenti per scoprire traffici di droga, alcool, crimini, abusi sessuali e omofobia. In ogni episodio, della durata di un’ora, veniva risolto un problema con relativo impatto morale. Nel film “21 Jump Street” la sceneggiatura ha mantenuto la storia di base focalizzandola su due personaggi , in antitesi sia nel fisico che nella personalità.Phil Lord e Christopher Miller, nella versione cinematografica di “21 jump Street” hanno codiretto Jonah Hill (Schmidt) e Channing Tatum (Jenko) nella parte di due poliziotti un po’ inesperti, nemici alle scuole superiori, amici solidali da poliziotti. Dopo un inseguimento terminato con un arresto, i giovani poliziotti rischiano d’essere quasi degradati per non aver usato, secondo la legge, la formula d’arresto. I due vengono spediti nel quartier generale segreto di polizia in 21 Street, organizzato in una chiesa sconsacrata e diretto da Capitan Dickson (Ice Cube, perfetto per la parte). Lo scopo del trasferimento è dare un’opportunità ai poliziotti di rifarsi una reputazione, infatti, a Schmidt e Jenco viene assegnato il compito d’investigare in una scuola superiore eventuali traffici di droga. Sotto falso nome si ritrovano studenti senza esserlo, costretti a rivivere nel mondo teenegers che non riconoscono perchè le abitudini sono cambiate e lo devono affrontare con responsabilità diverse. Il film è divertente, con poche cadute di tono, la coppia Hill- Tatum è equilibrata, i due attori si confrontano compensandosi. Hill, rispetto al personaggio interpretato in ‘‘Moneyball’’ per il quale è stato nominato come miglior attore non protagonista, è decisamente dimagrito. Tra le sorprese del film troviamo l’attore Dave Franco, fratello di James Franco, nella parte di Eric Molson e Johnny Depp che forse, per i ricordi legati alla serie televisiva, ha voluto contribuire simpaticamente al film….. Maristella Santambrogio “QUELL’IDIOTA DI NOSTRO FRATELLO” È di prossima uscita, in tutte le sale italiane, “Quell’idiota di nostro fratello”, film diretto dal regista e musicista americano Jesse Peretz. La divertente commedia indipendente è interpretata da Paul Rudd (già nel cast di “Molto Incinta”, “Una notte al museo”, “I Love You, Man” e “A cena con un cretino”), nel ruolo di Ned Rochlin, il fratello “idiota” del titolo, personaggio surreale e idealista che stravolgerà la vita tranquilla della madre e delle sorelle, Zooey Deschanel, Elizabeth Banks e Emily Mortimer. Uscito ad Agosto 2011 negli USA, il film di Peretz si è distinto sin da subito come un “caso” cinematografico con ben 25 milioni di dollari incassati. Nonostante i toni leggeri e spesso ironici, “Quell’idiota di nostro fratello” si caratterizza per una profondità di sentimenti, resa eccezionalmente dall’interpretazione del protagonista Paul Rudd. Al cast partecipano, inoltre, la brava cantante e attrice Zooey Deschanel, già impegnata nella serie televisiva “New Girl”, in onda su Fox, l’attrice e produttrice Elizabeth Banks (“The Next Three Days”, “40 Anni Vergine”) ed Emily Mortimer (“Shutter Island”, “Young Adam” e il pluripremiato “Elisabeth”). La trama è semplice, ma incalzante. Ned (Paul Rudd) è un “buono” che si ritrova spesso nei guai, sia con la sua famiglia, sia con la giustizia. Arrestato e rilasciato per spaccio di droga, Ned perde lavoro, fidanzata e persino la custodia del suo amato cane. Così non gli resta che chiedere aiuto alla propria famiglia con conseguenze sorprendenti. Maria Rita Salustri “THE WALKING DEAD” Si è conclusa, lo scorso 19 marzo, la seconda stagione della fortunata serie sui morti viventi: The walking dead. La serie, ispirata al fumetto di Robert Kirkman, e andata in onda su Sky, ha raggiunto importanti record di ascolti rendendola una delle serie di maggior successo dell’anno. La storia, racconta la vita, le paure, i disaccordi, di un gruppo di persone che tentano di sopravvivere in un mondo che ormai non è più loro, completamente invaso da Zombie. Il protagonista, Rick, interpretato da Andrew Lincoln, è un vice sceriffo che entra in coma dopo una sparatoria con due malviventi. Al suo risveglio il mondo è cambiato, ma la situazione non lo scoraggia, il suo unico pensiero è ritrovare la famiglia perduta. Con due stagioni concluse e una terza prevista per ottobre 2012 la serie ha superato ogni più rosea aspettativa, facendo rinascere negli appassionati di questo genere di Horror, la curiosità e la tensione che solo con i film di Romeo si può ritrovare. Flavio Girlando “HAPPY DAYS” AL BRANCACCIO Ha debuttato a Roma il 12 Aprile al Teatro Brancaccio il coloratissimo Musical “Happy Days” con la compagnia della Rancia diretta da Saverio Marconi, in occasione del quale ho avuto modo di fare una intervista a Richie Cunningham, al secolo Luca Giacomelli. Considerato il ruolo che gli hanno assegnato: l’artista completo al posto giusto. A quando risale l’inizio dei tuoi studi artistici e dove hai studiato? “Fin da piccolo sentivo forte dentro di me la passione per il Teatro ed in particolare per il mondo dell’Opera, un amore che si è tradotto col tempo nello studio del canto lirico sotto la guida del soprano Alida Ferrarini. Successivamente ho cominciato ad approcciarmi all’arte della recitazione con Luciana Ravazzin e gipeto e da quel momento ho capito che questa doveva essere la mia professione.” Happy Days è uno spettacolo frizzante, coloratissimo rivela spensieratezza, sinonimo degli anni 60. La spensieratezza di “Happy Days”è data proprio dalla rappresentazione di valori e sentimenti autentici quali la famiglia, la bellezza delle piccole cose, l’onestà e l’amicizia, valori che oggi, purtroppo, sono andati un po’ affievolendosi. Data la tua giovane età mi permetto di chiederti: cosa vuoi fare da grande? Ricordo che in prima elementare risposi alla maestra voglio lavorare in teatro. Il percorso per fare bene questo mestiere è interminabile. Il mio obiettivo è quello di continuare a studiare, sperimentare e scoprire giorno per giorno, le meravigliose sfaccettature di quest’arte. Avete debuttato nei teatri delle più grandi città italiane tra le quali Milano e Roma hai percepito delle differenze tra il pubblico di Milano e quello di Roma? “Happy Days” ha toccato più di 50 città italiane, 80.000 spettatori e devo dire che ogni replica, ogni serata è stata un mondo a sé stante. Il gradimento dello spettatore è dato soprattutto dalla conoscenza della serie TV e dall’energia del gruppo. Ho potuto constatare l’entusiasmo del pubblico in sala tu cosa provi durante questa risposta del pubblico? “L’emozione nel percepire che gli spettatori amano il tuo personaggio è indescrivibile, il mio lavoro è proprio questo, far rivivere Richie Cunningham e riuscire a trasmettere le sensazioni e i disagi che prova alla platea. Sentirsi accolti con un caloroso applauso ripaga pienamente.” Quali sono state le principali esperienze professionali precedenti ad Happy Days? “A 18 anni ho cominciato a lavorare all’Arena di Verona e da allora ho avuto la possibilità di incontrare registi del calibro di Arnaud Bernard, Liliana Cavani, Hugo De Ana, Gilbert Deflo, Denis Krief, Pier’Alli e Franco Zeffirelli il quale mi ha affidato il ruolo del Principe di Persia nella “Turandot” pucciniana nella Stagione 2010 all’Arena di Verona.” Grazie Luca, “in bocca al lupo” per la tua carriera. Rosa Spano CINEMA, TEATRO E MODA LA SECONDA PRIMAVERA DEL TEATRO VALLE Continua l’occupazione dello storico teatro Valle di Roma con l’adesione sempre più massiccia dei tanti lavoratori dello spettacolo. Il tutto per continuare a combattere la chiusura e la prevista gestione lobbistica che si va sempre più consolidando nell’ambito teatrale e della cultura italiana in generale. Il passaggio del Teatro al Comune di Roma, con un prospettato anno di programmazione, sembra sempre più poco trasparente e non convince gli occupanti che con una sala operativa approntata nel foyer proseguono la loro battaglia. Ogni giorno ci sono assemblee e spettacoli di attori, registi e cantanti che si esibiscono fino a tarda notte per portare il loro sostegno e cercare una soluzione a questo scandalo. Va ricordato che il Teatro Valle è un emblema, è il più antico teatro della capitale ancora in vita, progettato dall’architetto Tommaso Morelli e inaugurato nel 1727 con la rappresentazione della tragedia “Matilde” di Falconio Pratoli. È un tipico teatro classico con la sala a ferro di cavallo, con quattro ordini di palchi ed un loggione. La sua storia annovera il passaggio dei più grandi autori, registi e attori italiani, basti ricordare Goldoni, Salvini, Duse, Fregoli, Scarpetta, Musco, Viviani, Pirandello, Totò e i fratelli De Filippo per continuare con Gassman, Ronconi, Strehler e Dario Fo. Per questa storica importanza non bisogna cedere ai dictat del governo. Non si deve dimenticare che il blocco del Valle parte da lontano ed è stato creato da più poteri politici, iniziando dal ministro Tremonti che volle lo scioglimento dell’Ente Teatrale Italiano, proseguendo con i vari tagli alla cultura. Quello che oggi al Valle si sta cercando di promuovere e di portare avanti, dopo i tanti interventi istituzionali che nulla hanno assicurato, è un teatro che sia un laboratorio dove sperimentare, formare e dare visibilità alle tante arti visive, alla tante drammaturgie e alle tante scritture sceniche. Inoltre è in corso l’elaborazione pubblica di uno Statuto, in un ottica di democrazia diretta e partecipata, e una Campagna per un Teatro che sia un agorà, che sia un crocevia di esperienze nazionali e internazionali, ma soprattutto che sia un bene comune, gestito con azionariato diffuso oltre che dal finanziamento pubblico garantito dai principi costituzionali. Ernesto De Benedictis MODA E… NON SOLO (a cura di Lucilla Petrelli) BEAUTY NEWS. Monica Bellucci, la nostra famosa attrice umbra, ha firmato una collaborazione con Dolce&Gabbana che la vedrà protagonista, con una propria collezione di rossetti, nelle profumerie a partire da maggio. La “Monica Lipstick Collection” sarà una mini linea di 6 tonalità di rossetti, diverse nuances a seconda dell’umore del giorno, dello stato d’animo. Non è la prima volta che l’attrice ed i due stilisti collaborano insieme, infatti sono legati da anni da profonda amicizia. L’ultima campagna è stata quella di presentazione primavera-estate 2012 di Dolce&Gabbana dove l’attrice ha posato insieme a Bianca Balti. PERFUMERY NEWS. Una bella novità per quanto riguarda i profumi da donna. “Signorina” è la nuova Eau de Parfum di Salvatore Ferragamo, un mix elegante di uva sultanina, peonia e patchouli con una nota gustosa di panna cotta! Testimonial per il lancio di questa essenza, l’indossatrice Bianca Balti che con grande entusiasmo ha raccolto l’invito dello stilista. La Maison Ferragamo viene non si piega alle mode ma resiste nel tempo. FASHION NEWS. Primi caldi, voglia più che mai d’alleggerirsi e allora si indossa con piacere una bella camicia! Restare in camicia è il must di stagione! La più classica è quella azzurra, copiata e rubata dal guardaroba maschile. Il Denim impazza in tutte le forme, dai taschini con borchie alle impunture. WOMAN’S JEWELS. È noto che il Made in Italy piace in tutto il mondo ed anche il noto brand italiano “Queriot” non smentisce questa fama! L’idea è venuta ad un veterano della gioielleria, Francesco Minoli che vista la crisi ed il prezzo dell’oro, ha utilizzato quello a 9 carati, altrettanto bello ed accessibile come costi, per il bracciale-polsino in maglia d’oro rosa impreziosito da un granato, anche nelle varianti, oro giallo, rosa e bianco in pezzi d’argento con pietre e piccoli diamanti. E le americane, oltre che le italiane sono letteralmente impazzite per questo originale gioiello. BOOKS NEWS. Esce in Francia a maggio e negli States a settembre il bellissimo libro in due volumi edito da Rizzoli la storia della fascinosa Maison Dior, 240 pagine e 250 fotografie con le testimonianze delle dive che hanno amato e amano il mondo di Dior. La storia interessante di questa Maison, dalla moda al make up fino alla sua trasformazione all’interno dell’Haute Joaillerie. Le star e le donne in generale hanno sempre amato la moda Dior, sontuosa ed a volte eccentrica. Nel libro si alternano foto d’autore delle grandi dive del passato, tra cui Charlize Theron, in copertina, fotografata da Alexi Lubomiraki. FACEBOOK, ARRIVA ENEMY GRAPH In barba alle originarie intenzioni dell'inventore di Facebook Mark Zuckerberg, uno studente dell'Università di Dallas, Dean Terry, ha progettato una nuova funzionalità per il social network più famoso al mondo: The Enemy Graph ossia una lista di nemici che ogni utente potrebbe inserire sul proprio profilo facebook. Tanta "amicizia" e "socievolezza" è sembrata banale ed irreale a Dean, che per avvicinare la dimensione virtuale alla realtà quotidiana ha pensato che sia diritto di ogni "facebookiano" far conoscere non solo gli amici e i post che piacciono, ma anche le persone che ritiene antipatiche e i post pubblicati sulle bacheche che pensa siano stupidi o inutili. Se lo studente di Dallas riuscisse nel suo intento, si creerebbe una vera e propria guerra tra internauti consumata a colpi di click; ma Dean è consapevole del fatto che presto il team Facebook eliminerà l'applicazione da lui creata, applicazione che lui stesso definisce «una bestemmia per i social network». Erika Carpinella RUBRICA DELLA SALUTE MARMELLATA DI BACCHE DI SAMBUCO Le dovrete raccogliere da una pianta che con la stagione calda darà 1 KG. Ben lavate e fatte bollire mescolate di tanto in tanto e quando saranno ben cotte, passatele al setaccio, rimettetele al fuoco con 350 g. di zucchero, un bicchiere di acqua, fate bollire e per tre o quattro minuti, ripassare al setaccio aggiungere due limoni spremuti, e fate cuocere fino a densificare la vostra marmellata. BARCHETTE DI UOVA E POMODORI FARCITI Sei uova sode, tagliate in lungo, mettete tutti i torli sodi in una scodella, versate una scatolina di tonno, pestate in un mortaio una manciata di capperi, unendo la crema di alici di mezzo tubetto oppure di più a vostro piacere. Tagliate sei pomodori a metà vuotateli con un cucchiaino, mettete la polpa, in tutto l’impasto e fatene una densa crema controllate se serve del sale. Riempite le 12 metà dell’uovo e fate uguale con i pomodori mettendo nel dentro un po’ di sale. Per la vela: con uno stuzzicadente fare con della lattuga una specie di vela infilzarla allo stecchino. Chiuderla con una oliva nera e metterla sopra l’uovo, uguale fate con i pomodori farciti. Liana Botticelli N. 5. MAGGIO 2012 ANDROFOBIA E CINEGUSTOLOGIA “Ciliegine” è una commedia sentimentale dove la raffinata attrice toscana Laura Morante si cimenta per la prima volta nella regia, nella sceneggiatura ed interpretazione. La pellicola di circa 100 minuti, è stata prodotta in Francia da La Maison du Cinema e distribuita in Italia dalla Bolero Film in sole 50 copie. Il cast è quello delle grandi occasioni , selezionato dopo un lungo travaglio e composto soprattutto da attori d’oltrealpe . Ricordiamo tra tutti Pascal Elbè, Isabelle Carrè, Frederic Pierrot e il nostro Ennio Fantastichini. La protagonista principale del film è Amanda (Laura Morante) una donna con una vera e propria paura degli uomini con cui ha sempre avuto rapporti complicati e inaffidabili. Questa fobia la porta a non lasciarsi andare, a non accettare compromessi e distruggere così ogni possibile storia. Ma ad una festa di capodanno accade qualcosa di insolito, incontra Antoine e tutte le sue resistenze sembrano sparire. Colpo di fulmine? In realtà Amanda è vittima di un equivoco, è convinta che l’uomo sia gay e quindi innocuo. Gli amici si accorgono del malinteso, ma per far sì che lei finalmente guarisca dalla sua nevrosi architettano un piano. Il lungometraggio è stato girato in una calda atmosfera parigina e si basa su un opera di Freud , l’interpretazione sulla Gradiva di Jensen, dove è meglio mentire e non rivelare la verità, come meccanismo di autodifesa. La scena della succulenta ciliegina sulla torta che viene mangiata improvvisamente dal compagno di Amanda durante il loro anniversario, metafora dell’egoismo riassume bene la trama e inserisce l’artifizio del cinegusto molto sfruttato nelle produzioni filmiche degli ultimi decenni. La fotografia è molto curata, ma il montaggio lascia un po’ a desiderare soprattutto nella seconda parte dove perde di ritmo e di mordente. La sceneggiatura è scorrevole e gradevolmente accompagnata dalle musiche del maestro Piovani che sembrano porre delle virgole ad ogni gesto e parola. E’un film che segue da vicino i rapporti di coppia e che si dovrebbe consigliare a chi vuole cogliere la complessità dei sentimenti del gentil sesso, anche se ai più potrebbe sembrare una parodia radical-chic piena di stereotipi. Ernesto De Benedictis ACADEMY AWARDS AL FILM MUTO The Artist del francese Michel Hazanavicius è un film revival degli anni del muto che ha sbaragliato la concorrenza aggiudicandosi ben cinque statuette all’ 84° edizione degli Oscar. E’ stata premiata la regia, il film, l’attore protagonista Jean Dujardin, la colonna sonora e i costumi. La pellicola ci parla della Hollywood degli anni ’20 dove George Valentin è una grande star del cinema muto che però deve fare i conti con l’avvento del sonoro. La sua fama rischia una prematura fine mentre quella della sua amata, la divertente comparsa Peppy Miller (Berenice Bejo), sta per trasformarsi in quella di una diva. Dopo mille peripezie Peppy, diventata oramai una delle attrici più acclamate e ricercate dalle Majors, riuscirà a convincere i produttori a far ritornare George alla ribalta per recitare insieme a lei in un musical. Oltre ai due attori francesi, protagonisti principali, ci sono molti attori anglofoni come John Goodman, Malcolm McDowell ed uno strepitoso cane Jack Russell perfettamente addestrato, che con i suoi sguardi sembra parlare. Le riprese del lungometraggio sono durate solo 36 giorni e si sono svolte quasi interamente a Los Angeles con un budget complessivo di circa 15 milioni di dollari. La fotografia è molto elegante, si nota subito per un bianco e nero retrò che rispecchia molto bene l’epoca. I costumi sono stati ricercati con minuziosa passione e sono un contorno ideale alla sceneggiatura e al sonoro. Le inquadrature sono giocate magistralmente ed accompagnate da luci studiate a tavolino. Caratteristiche sono le didascalie che compaiono con precisione. Il tema affrontato nel film è quello che rassicura il pubblico, l’ascesa e la caduta seguita da un riscatto con un lieto “The End”, a ricordarci che la settima arte alla fine ci regala sempre un sogno. Si può affermare che nell’era del 3D la proiezione di un film “preistorico” può ancora riuscire a strappare applausi e convincere la critica. Questo genere, altresì, potrebbe segnare un primo passo per un ritorno ad una comunicazione cinematografica di altri tempi anche se rivisitata e adattata al terzo millennio. Ernesto De Benedictis LA FILOSOFIA DEL “MEGLIO UN UOVO OGGI, …” UCCIDE IL CINEMA ITALIANO Fausto Brizzi, sceneggiatore e regista di vari film recenti (tra cui “Notte prima degli esami”(2006), “Notte prima degli esami oggi”(2007), “Ex”(2009), “Maschi contro femmine”(2010), “Femmine contro maschi”(2011), “Com’è bello far l’amore”(2012).), si racconta e rivela alcuni problemi del cinema italiano, durante l’incontro con gli studenti del corso magistrale di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università Roma Tre. Brizzi ha da poco messo su una piccola casa produttrice ed espone con chiarezza che la filosofia “meglio un uovo oggi, …” contribuisce a sminuire il prodotto cinematografico italiano privilegiando quello americano. In America, spiega il regista, quando vengono richiesti i preventivi per un effetto speciale non si tende a risparmiare, vengono offerti più soldi affinché l’effetto sia in modo ottimale e non sufficiente come accade per molti film italiani. Il vero cancro del nostro cinema è dato dal fatto che si tende a voler guadagnare prima che il film venga messo in onda nelle sale cinematografiche nell’acquisto esagerato della pellicola. Secondo il regista questo ci differenzia nettamente dall’industria cinematografica americana che basa il suo guadagno sull’affluenza degli spettatori nelle sale. Naturalmente, conclude Brizzi, un grosso problema viene anche dalla pirateria che, così come per i prodotti musicali, porta allo smantellamento di questo mercato cinematografico. Maddalena Barba LA CAMPANIA RESTA A PIEDI Sembra proprio che la “Campania rimanga a piedi”. Un pomeriggio di fine Marzo 2012 lavoratori, studenti e cittadini vengono lasciati alle fermate dei bus perché la CSTP, l’azienda di trasporto pubblico salernitana, già da tempo in una grave crisi economica-finanziaria, fallisce. Nessun preavviso ma tanto disagio. La situazione appare molto grave e difficile da risolvere. Molti studenti universitari sono costretti a restare a casa o ad organizzarsi con mezzi propri per raggiungere Fisciano, lavoratori costretti ad automunirsi, caricandosi delle spese di carburante, ormai insostenibili, per raggiungere il luogo di lavoro, cittadini che non sanno come raggiungere strutture pubbliche o sanitarie. L’ 11 aprile scorso le fasce colpite dal disagio e i dipendenti, prossimi al licenziamento, si sono uniti in un corteo di protesta verso tutte le autorità politiche che sembrano far nulla, o molto poco, per rimettere in ordine il trasporto pubblico di tutta la provincia. Varie sono le opzioni di risoluzione proposte, tra cui quella dell’affidamento dell’azienda a privati. Risolto il problema trasporto pubblico, la questione sarebbe risolta se, però, ad aggravare la situazione non ci fossero in arrivo i tagli del 50 %, indetti da Trenitalia, su tutti i treni regionali in arrivo e in partenza dalla Campania. Migliaia di pendolari che ogni mattina raggiungono sedi fuori regione (Roma, Latina, Formia, ecc) e dentro (Salerno, Caserta, Benevento, ecc). La regione uffici e strutture varie, per lavoro o altri sevizi, dovranno trovare un’alternativa al viaggio su strada ferrata. Le motivazioni di questi tagli, stando alle “voci di scompartimento”, sono date dal voler indurre i passeggeri a scegliere i treni “freccia rossa” ai treni regionali. Ultima, ma non meno importante, è la riduzione delle corse della Circumvesuviana, linea che collega Napoli a tutti i paesi alle pendici del Vesuvio. Treni che saltano le corse, ragazzi che non raggiungono gli edifici scolastici in orario, quantità di passeggeri evidentemente in esubero per la normale portata dei treni. La situazione è ormai insostenibile e i cittadini campani sono messi in ginocchio da una questione che, da ormai un anno, sembra peggiorare di giorno in giorno. Maddalena Barba N. 5. MAGGIO 2012 L’ATTUALITÀ, pag. 11 L’ANGOLO DELLA POESIA noce / allalah! che scorpacciata! / Lo scoiattolo è piccino, / la sua coda è gonfia, eretta; / ha il colore d’un volpino; / fa pensare ad una statuetta. / Salta, scappa com’è sua natura; / è allegro e spensierato / or s’arrampica su una altura / ed è sempre indaffarato. / La sua casa è in mezzo ai boschi, / li piccina lo trovai / ma degli elementi loschi / allor lo misero nei guai. / Lo feci uscir dalla tagliola / poi curai la sua ferita; / mi ringraziò come avesse parola / e ritornò felice alla sua vita! Leda Panzone Natale VITE IN BILICO Hanno affidato ad un malconcio barcone / tutti i sogni di una vita perduti, esausti e tribolati nel mare dell’ingiustizia / dove si vende la dignità per un forestiero. / Gli occhi gonfi di pianto, simili a specchi / trasmettono emozioni perdute / nel vento di chissà quale spiaggia. / Mani che tendono / ad allontanare la miseria. / Volti, espressioni della nostra passata tracotanza, attendono inermi il proprio destino. / Per i sopravvissuti noi siamo mete ritrovate, speranze di una quiete dopo la tempesta. E noi attoniti cerchiamo risposte vaghe / a simili nefandezze compiute. Florinda Battiloro NUOVA IDENTITÀ È nello scrigno del cuore / e nella profondità dell’inconscio / che avviene la trasformazione / da una vecchia a una nuova identità / che ci fa vedere la Luce, / vivendo quei valori / di nuova consapevolezza e comprensione / verso il fratello sofferente / e la dedizione al Signore. / La voce dell’anima / ci permette di percepire / il grado di dimensione spirituale / per vivere e crescere nella verità / rivelata da Gesù. / La rinata coscienza spirituale / ci porta al processo di ascesa / in un mondo invisibile / ove si concretizza in noi / la certezza di essere figli di Dio. Marcella Croce de Grandis LA MARINA NASCOSTA Nel cuneo / della marina nascosta, / lucida la sabbia, / limpido il tramonto, / e l’Arechi sicuro / nello sguardo. / Dell’ampia risacca / il suono e parole / all’umile vento. / I sapienti odori / dell’offerta natura / col gusto delle labbra tue. / Tutto il bene che ti voglio è / nel gabbiano solo della spiaggia! Maria Serritiello NEL CUORE Mi manchi / mamma cara / nella preghiera / nel dolore / nel silenzio della sera / mi manchi sempre / amore. / Nel lontano, / altrove nella grazia / del Signore nel sogno / in ogni ora, mi manchi / mamma cara / nello scontorto del mio cuore. / Nel rispecchio dèlla vita le tue labbra / sorridenti incantano il ricordo, / mi manchi mamma mia / mi manchi immensamente. Vittorio Pesca LO SCOIATTOLINO Lo scoiattolo veloce / la strada ha attraversata: / dirimpetto vive un DI NUOVO È PRIMAVERA Fischiano i merli, cinguettano altri uccelli, / sul davanzale della mia finestra. / Distinguo i merli dai br becchi gialli... / Nei prati è comparsa la ginestra, / anch’ essa con i suoi petali gialli, / insieme con le bianche margherite / e gli eleganti, rosei ciclarnini... / Uccelli e fiori in livree colorate! / Gorgheggiano i maschi cardellini, / che hanno il canto più dolce tra i fringuelli / e son dei nostri uccelli fra i più belli... / Che assolato tripudio di colori, / tra quelle piume risplendono gli ori! / Col loro canto gloriano il Signore / ed io, che sono il minimo cantore, / lo invoco perché il mondo sia migliore. / Sono gli araldi della primavera; / dell’inverno è passata la bufera, / in festa è la natura, / e nel tempo sereno l’uomo spera. / Solo l’anima mia resta dubbiosa, / ché la vecchiaia è cattiva consigliera / e la fede è una cosa misteriosa, / a vero dir, cosa meravigliosa, / che Dio concede solo a quegli eletti / che in comunione sua sono perfetti. Sergio Scalia LA VITA È AMORE Questa mattina ho avuto un risveglio diverso / dal solito, per un attimo ho provato una sensazione nuova / il sole che filtrava attraverso gli alberi mi ha riportata / indietro nel tempo;, di quando vivevo in campagna, / un attimo di quasi distensione, di quasi serenità. / Chiedo a me stessa “che cose la vita”? / La vita è amore di chi non ha mai avuto amore, / non lo sà dare,e non lo sà ricevere. / Il mio pensiero va a mia madre ottantaduenne / sola ormai da venticinque anni. / La immagino che parla alla macchina da cucire, / la sua lingua di sarta, la sua lingua di provincia. / E io sono qui lontana paralizzata nel lavoro / di questo mondo egoista, / ormai perso per sempre: / perché l’essere umano non ha ancora capito / che la semplicità di una parola, una carezza, / può durare tutta la vita. Giannina Nardecchia Orsini FOTOGRAFIA Mi accingo / A salutarti / Quand ‘ecco / Che vedo una foto, / Una foto / Ingiallita dal tempo / Una donna v’è dentro, / Bella, altera, scura / E fiera, / non rammento chi sia cerco / cerco annaspo nei ricordi / e all’improvviso mi vieni in mente, / donna d’altri tempi / d’inizio novecento capelli all’indietro / vestito frou frou / bracciali anelli e ninnoli vari, / sei la mia bisnonna / che bella che eri, / mi viene la nostalgia del tempo / che fu / A te m’inchino orsù! Francesca Pagano GATTI DI STRADA Un bel micetto, povero randagio,/ mantello bianco, pezzato di grigio,/ mangiava la sua carne, adagio, adagio./ Erano “bocconcini”, messi sul fondo di una scodellina,/ da una canuta, dolce vecchina,/ come, per lui, una bella fatina,/ che guardava quel gatto, sorridente,/ lieta, così, felicemente,/ di sfamare quel povero animale,/ con un pranzetto forse abituale,/ perché i buoni vecchietti, se son soli,/ amano di più questi animali,/ che pure son dell’uomo un gran conforto,/ quanto più sente prossimo il suo porto,/ laddove farà l’ultimo approdo,/ benché sia natural nostro malgrado./ E verso me, che m’ero avvicinato,/ anch’io sorridente e incuriosito,/ quel povero micio ha pur guardato,/ con occhio timoroso, come per dirmi: “Non mi far del male,/ sono soltanto un povero animale,/ che ha “conglobato” il pranzo con la cena,/ quando ci scappa, grazie a sora Nena!”/ E l’ho capito, e me ne sono andato,/ non senza prima aver salutato/ quella vecchina, dolce, di buon cuore,/ ancora giovane per dare tanto amore. Sergio Scalia TERRA SANTA In quella terra tu hai camminato/ Sotto gli ulivi del Getsemani io ho pregato/ Sul monte Tabor ti ho veduto la veste bianca, candida al sole trasfigurato./ A Cafarnao il Vescovo la Messa ha celebrato,/ ma quando la barca, sul lago di Tiberiade ha navigato/ si è sciolto il mio cuore in un pianto beato,/ nelle mani quell’acqua, ho toccato,/ dove tu o Gesù eri passato/ sulle acque del mare di Galilea/ a piedi nudi hai camminato/ i pani e i pesci hai moltiplicato,/ cinquemila persone hai sfamato./ La vista ai ciechi hai ridonato/ ai morti la vita hai resuscitato. Liana Botticelli A SUOR SAMUELA Giovane ancella luce del Signore,/ luminosa e bella l’anima tua./ Dono immenso al mondo tu dai,/ il tuo cor felice quando amor doni./ Senza confini, è lungo il tuo cammino,/ spine e grovigli togli al lor passare/ anche alle altrui sorelle che son dietro di te!/ Suor Samuela sposa di Dio angelo in terra/ A vegliar il mondo. Liana Botticelli VINELLO BIANCO Al ricordo sembra / Che si gonfi il cuore / E che si spacchi il petto. / Con te occhi negli occhi / E quel vinello con sull’etichetta / Il Gambero Rosso. / È passato tanto tempo! / Era tutto amorevole / Tutto straordinario, particolare / Erano i primi tempi della nostra / Magnifica unione / Del nostro grande amore. / Così i ricordi affollano la mente / E il nodo fa scendere le lacrime. / Così vivo ora, senza te. / Srotolando la pellicola della Nostra vita, / che passo passo / Rivivo ad ogni fotogramma, / Nell’attesa di raggiungerti / Dove non c’è sofferenza / Dove un abbraccio / Sarà eterno / In primis con Dio. Nadia Balduini Bentivoglio GILBERTO LA SCALA, UN GRANDE ARTISTA Nel leggere a pag. 15 del n. di Febbraio di questo periodico l’articolo di Gilberto La Scala: “Quel malefico idolo chiamato denaro”, papà prese lo spunto dal titolo di questo articolo che gli ricordava una sua poesia “Denaro idolo soterico” e, trovato anche il recapito telefonico su internet, lo contattò. Così, papà dice: “oltre al piacere di un cordiale colloquio, ho avuto quello di scoprire che il tenore La Scala (“Nomen est homen?”) è uno dei tanti personaggi che onora anche all’estero la sua e mia terra calabra”. La documentazione ricevuta sull’attività artistica e di impegno umanitario di questo suo quasi coetaneo corregionale, ha evidenziato la sua sensibilità umana e di filosofo nel senso etimologico del termine (retaggio della Magna Grecia che continua a esercitare il suo influsso negli abitanti dell’ Amara terra mia”) che si manifesta in composizioni poetiche, in aforismi, in un libro del 1993: “Storia italiana contemporanea dal 1943 al 2008”, scritto con Claudio Furlani. Sulla copertina, dove è disegnata una mostruosa immagine che rappresenta il “Dio Denaro quello che non divora lo Distrugge”, ha aggiunto a penna che “ il Dio Denaro ha in bocca il Pianeta”. Altre sue significative pubblicazioni sono: “La ricchezza di essere poveri”; “La povertà di essere ricchi” (che a papà ricordano un suo articolo degli anni ’80: ”Poveri ricchi – ricchezza materiale e miseria umana”). Da anni La Scala canta nelle cappelle vaticane e nella basilica di San Pietro all’apertura del Concilio Vaticano Secondo. Tra la documentazione inviatami in fotocopia, diverse lettere dalla Segreteria vaticana dove, unitamente alle benedizioni papali, vi sono espressi sentiti riconoscimenti del suo valore di artista. Altrettanti lusinghieri riconoscimenti in articoli di rotocalchi stranieri tra cui diversi dalla Germania e dall’Argentina. Anton Luca Lando ALDA MERINI, POETESSA DEI NAVIGLI Alda Merini era nata a Milano in via Mangone, il 21 marzo 1931. Durante la guerra la sua casa fu distrutta dalle bombe. Alda aveva 12 anni, quando dovette fare l’ostetrica per forza, aiutò la madre, portando alla luce il piccolo fratellino. Andarono a Vercelli, dove furono ospitati da una zia per ben tre anni. Finita la guerra tornò a Milano dove si sposò, all’età di 18 anni, con un operaio, Ettore Canniti, da cui ebbe quattro figlie; Emanuela, Flavia, Barbara e Simona. Nel frattempo presero una panetteria in via Lipari, la chiamavano la fornaretta. Una donna che ha amato profondamente il marito, un uomo geloso, ma poco incline a capire e a condividere la passione per la poesia. Durante il matrimonio le figlie furono affidate ad altre famiglie. Iniziò tutto una notte, il marito rientrare a casa dopo essere andato in giro con gli amici e aver speso tutti i soldi, ella gli scaraventò contro una sedia facendolo finire all’ospedale. Veniva picchiata quando lui era ubriaco, ma lei lo amava e si crogiolava nell’illusione che lui cambiasse. Smise di scrivere quando fu ricoverata presso l’Ospedale Psichiatrico Paolo Pini di Milano. Nel 1979 fece definitivo ritorno a casa e ricominciai a scrivere raccontando la sua esperienza, gli orrori e le torture nell’ospedale psichiatrico. Nel 1983, dopo una lunga malattia, venne a mancare il marito. Fece amicizia con il poeta Michele Pierri. L’intesa fra i due si fa sempre più forte, fino a quando, nel 1983 decise di sposarlo, e si trasferì a Taranto dove rimase per circa quattro anni. Questo periodo di apparente tranquillità non durò però a lungo. L’aggravarsi delle condizioni di salute di Pierri preso come pretesto dai figli del medico-poeta, da sempre contrari al loro matrimonio, per allontanarla. Un profondo stato depressivo la riportò a vivere nuovamente le torture e gli orrori dell’ospedale psichiatrico. Nel 1986, rientrò a Milano, sulle rive dell’amato Naviglio ottenne diversi premi letterari e una laurea honoris causa dall’Università di Messina. Si è spenta il 1° novembre 2009 all’Ospedale San Paolo di Milano, in seguito ad un tumore, fumando le sue amatissime sigarette, una dietro l’altra fino all’ultimo, incurante dei divieti. Nicole Danhielle Calabretta COME VOLARE Senza le ali / non si può volare, / il crollo è subito sovrano. / Con la fantasia / si può andar molto lontano, / ma tornando sul suolo vivo / l’impatto non è indolore, / né educativo. / Volare, trasportati dal vento / si va in tutte le direzioni, / confortati dai fumi della droga, / delle rapine, dei soprusi, / e della violenza... con non senza / complicazioni e sofferenza / Volare, quindi, è bello sì, / ma colle ali vere; / con l’onestà degli intenti, / con la saggezza del vivere, / portarsi verso il giusto, / il bene ed il sano, / si va molto lontano. / Solo così si potrà volare in alto, / sempre più in alto, / vicino a Dio per raggiungere / il fine ultimo dell vita umana in serenità. / Ciascuno è artefice / di se stesso e questo lo si sa. Sebastiana D’Avola L’UOMO DI EMMAUS L’uomo di Emmaus / Uomo itinerante / sia nella vita terrena / sia dopo il martirio / ama calpestare la strada. / Il cammino sempre / conduce ad un sito / ed è l’occasione certa / d’incontrare il volto / dell’uomo della strada / Cerca il suo incontro / e gli va incontro. / L’osserva intensamente / con amore lo ammaestra.. / Lo ispira a vivere / a Sua sequela / che rileva l’uomo / e si rivela all’uomo. / “Resta con noi Signore / il giomo volge alla fine”. Anna Cardelli Marena GOCCE DI PIOGGIA Ascolta, / piove dai cirri corrosi, / il bosco odiato / rimane senza voci. / Ascolta, / sono gocce e lacrime / su tamerici e rovi, / parole umane / che fuggono lontano. / Ascolta, / piove sui pensieri / che l’anima dischiude / all’intensità del cielo. / Ascolta, / cade il pianto / dei voli dei gabbiani, / si posa sulle fronde, / ormai rade, / dei rami illusi. / Ascolta, il canto della cicala / posata sul ginepro, / racconta una favola / d’amore infranto, / abbandonato / all’isola dei ricordi. Giovanni Iodice ESPERANZA La primavera/ nos trae la capacidad/ de renovar el deseo/ y la determinacion/ para renacer/ con las flores./ La gloria y el pesar/ de ayer se hacen sabia/ erudicion de humo/ y se van para siempre/ dejando poco incentivo/ para mantener la vida./ Solo al futuro pertenece/ toda la esperanza/ mientras celebramos/ una nueva primavera,/ el pasover y la pascua. Teresinka Pereira ER BER PAESE. GUIDATO DA N’ ESERCITO “DE RODITORI” Er ber Paese guidato da n’esercito, de roditori Ce se’avventno tutti!! come ponno rosicà stà forma de formaggio, der ber paese Italiano, cominceno dar centro, continuànno a destra e poi a sinistra, lassànno quarche sbriciola, a li partiti piccoli, cor quattro per cento d’adesioni. Er popolo Sovrano, fiducioso s’aspetta sempre Un “Pifferaro” bono che possa sterminà sfesercito de “sorci roditori” pe’ assaporà stà fetta de stò ber Paese, che ar popolo Sovrano, solo la coccia jia lassàto in mano. Renzo Frisardi (detto Raunz) È FINITO IL TEMPO... ED È COMINCIATO IL TEMPO! È la fine di un principio / È il principio di una fine / È finito il tempo dove imperava l’incoscenza dei forti / È incominciata la presa di coscenza dei deboli / È finito il tempo dei furbi creduti saggi / È incominciato il tempo dei santi giudicati pazzi / È finito il tempo della potenza dei ricchi / È incominciato il tempo del rispetto verso i poveri / È finito il tempo di volare alla velocitò della luce / È incominciato il tempo di camminare a piedi / È finito il tempo del rispetto verso il dio denaro / È incominciato il tempo di lodare la natura / È finito il tempo di venerare la bellezza esteriore / È incominciato il tempo di scrutare nella bellezza interiore / È finito il tempo di invidiare la ricchezza / È incominciato il tempo di apprezzare la povertà / È finito il tempo di pensare che con il denaro si può comprare la vita / È incominciato il tempo di pensare che la povertà è libertà / È finito il tempo di produrre cose inutili se non vogliamo morire soffocati dalla immondizia / È incominciato il tempo di programmare a livello mondiale solo cose utili / È finito il tempo dei governi locali per soddisfare il proprio egoismo / È incominciato il tempo di governare l’umanità a livello mondiale / È finito il tempo del colore dei partiti / È incominciato il tempo per il rispetto a tutte le forme di vita. Gilberto La Scala IL RISVEGLIO DELLA PRIMAVERA L’alba è ancora assopita, il mio sguardo si perde nell’azzurro del Cielo a me vicino. Vedo una pallida luna sognante ma stanca delle sue notti bianche. Mi travolge un sentimento di fede, per il suo misterioso, divino mondo fra le vie del firmamento. Il primo spiraglio di sole invita una flotta di rondini a cinguettare, la dolce primavera, avvolta da petali di fiori, rose cangianti dal soave profumo di orchidea. Simile ad una dama in abito da sera, la sua folta chioma intrecciata raggi di sole. Felice, gioiosa sente lo stridere del treno in ferrovia, 1’inverno lontano porterà, nel suo freddo giaciglio, si addormenterà. La Primavera, di fretta, sale al solaio, in una vecchia panca racchiude cappotti, logore sciarpe, antico cappello assieme al nostro amico di sempre utile ombrello. Nell’aria tutto ritorna solare, sorrisi al sole, il cinguettare di usignoli. Gli innamorati a piedi nudi sulla calda riva del mare, abbracciati sotto il chiarore lunare, fra ardenti baci e promesse d’amore. La primavera risveglia ogni cuore. Un usignolo canta melodie sul far della sera. Sopra la folta chioma della Signora Primavera. Elena Andreoli L’AMANTE VENTO DELLA GITANA Stridono le ruote, alla vecchia carovana. Oscilla... tentenna i brandelli, pian piano si allontana. Il sole si stringe al tramonto. Sosta tra rovi e cespugli, l’attesa dell’alba è ancora lontana. Il cielo accende le piccole stelle; la luna radiosa passeggia mondana. Invita ad uscire una bruna gitana. Nella quiete, scalza, lascia la sua carovana; si distende sopra una roccia, che magicamente diventa un morbido cuscino. Lo sguardo, lo perde nel cielo turchino. Socchiude gli occhi.., sparisce il suo mondo. Sognando, gli appare un cavaliere. La stringe sotto il suo grande mantello, cavalcando su di un bianco cavallo, che sfreccia fra le ombre della notte verso un castello dorato. L’amante vento la fa ridestare baciando impetuoso la sua bocca ardente, scompigliando i suoi lunghi capelli. Una folata.. innalza quel malizioso vestito, che fa intravedere un corpo procace. Sirena, uscita dal fondo del mare. Il vento furioso fugge dileguandosi fra le tenebre. La bruna gitana ricompone i suoi reali pensieri. Al risveglio... l’alba addolcisce la sua delusione. Quel mondo, per lei mai arriverà. Una lacrima amara, riga quel triste volto bruno. Nella sua carovana, si aggroviglia in un angolo a testa china. Vola la mente... Pensieri d’amore... passioni... illusioni, placano il suo cuore. Stridono le ruote della vecchia carovana. Senza una meta, pian piano si allontana. Sogna un cavaliere, la bruna gitana. Elena Andreoli A RAIMONDA Intanto va.../scorre la vita/in modo difforme/comunque innovata/e tu..Raimonda.../da sempre imbrigliata/scivoli via senza sapere/perché non puoi/senza volere/perché non sai/senza potere/perché è solo Suo./Intanto vai.../cara Raimonda/in modo difforme/comunque innovata/con fare altero/o barcollando/con sguardo fiero/o molto stanco/ma con la mente /contro corrente che.../ribellandosi.../ti fa brillare di memoria/ riempiendo gli animi/d’ognun di noi./Continua pure.../cara Raimonda/sii di stimolo per noi/e una carica per tutti/perché... vedrai.../ce la farai/proprio grazie/a quella forza naturale/che hai tu/ sostenuta sempre/da Qualcuno che è lassù. Albano Laporta CONVEGNO ORGANIZZATO DALLA FILDIS Nel corso del convegno organizzato a Palermo dalla Federazione Italiana Laureate e Diplomate (presieduta dall’avv. Liana Tumbiolo), l’on. dott. Albano Laporta ha illustrato le caratteristiche e le finalità del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace (fondato nel 1975 dall’arcivescovo ortodosso Victor Busà e dal arcivesco ortodosso Makarios III, Primo Presidente della republica di Cipro). Il Parlamento dispone di una organizzazione capillare composta da due Assemblee, da Ministri, Ambasciatori, Plenipotenziari, Incaricati di Affari e Consilieri Diplomatici. È un’Organizzazione intergovernativa creata ai sensi della convenzione di Vienna 1961. Tra i risultati importanti ottenuti dal Parlamento Mondiale c’è anche la liberazione in Guinea di padre Samba Monesori (ortodosso), con altri 37 prigionieri. Al Lord Presidente, in base al diritto internazinale, è riconosciuto il rango di Capo di Stato. PREGA COSÌ IL PADRE NOSTRO Figlio Mio che stai sulla Terra/e ti senti preoccupato, confuso/disorientato, solo, triste/e angosciato/io conosco perfettamente/il tuo nome e lo pronuncio/benedicendolo, perché ti amo e ti accetto così/come sei./Insieme costruiremo il Mio Regno,/del quale tu sei mio erede,/e in esso non sarai solo perché.../Io sono in te come tu sei in me./Desidero che tu faccia sempre/la Mia volontà perché la Mia volontà/è che tu sia umanamente felice/Avrai il pane quotidiano, non ti preoccupare./Però ricorda, non è solo tuo:/ti chiedo di dividerlo sempre con il tuo prossimo.../Perdòno sempre le tue offese,/anzi ti assolvo prima che tu le commetta.../So che le commetterai,/però so anche che a volte è l’unica via che hai per /imparare,/crescere e avvicinarti a me/Ti chiedo solo che in egual modo,/perdoni te stesso/e perdoni coloro che ti feriscono./So che avrai tentazioni e sono certo che le supererai./Stringimi la mano, aggrappati sempre a Me.../Ed io ti darò il discernimento e la forza/perché ti liberi dal male.../Non dimenticare mai che ti amo/da prima che tu nascessi.../ E che ti amerò oltre la fine/dei tuoi giorni, perché/io sono in te come tu sei in me.../Che la Mia benedizione scenda e rimanga su di te/sempre e con il mio Amore eterno ti accompagnerò sempre./Solo da Me potrai ottenerli e solo Io posso darteli perché.../Io sono l’amore e la pace/Condividi la mia preghiera/con le persone che ami perché/sappiano che li benedico come ho benedetto te. Così sia. Cosimo Roberto Vento L’ATTUALITÀ, pag. 12 PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI N. 5. MAGGIO 2012 LO STRANO “CASO PAROLISI” DISABILI, INCLUSIONE O EMARGINAZIONE? PASQUINATE MODERNE Dalla morte della povera Melania Rea, abbiamo visto il marito Salvatore Parolisi, prima inquisito come “persona informata sui fatti” , poi indagato e gettato in carcere con l’accusa terribile di aver ucciso la moglie, a quanto s’è capito, con ben 35 coltellate, quindi, rinviato a giudizio per questo delitto. Ma dove sono le prove? Alla TV, soprattutto a “Chi l’ha visto?” e a “Quarto grado”, ci hanno fatto ascoltare un’infinità di intercettazioni, che possono non essere credibili, ma ci sembra che tutto quel che è emerso è che il Parolisi ha avuto un’amante, la misteriosa Ludovica, (della quale ci hanno fatto vedere solo i bellissimi occhi verdi), e “chattava” (brutto neologismo informatico!) pure con dei transessuali. Insomma era uno spregiudicato “sciupafemmine”, nonostante fosse sposato con la pur bellissima Melania, dal sorriso “incantatore”. E pare assodato che il Parolisi abbia pure telefonato alla sua amante e “chattato”, quando invece avrebbe dovuto partecipare alle ricerche della moglie, misteriosamente scomparsa. Il cadavere di Melania è stato rinvenuto, grazie alla telefonata di una persona rimasta sconosciuta. Veramente un fattaccio di cronaca nera. Il DNA del Parolisi trovato sulle gengive o sulle labbra di Melania, ha indotto i P.M. a disporre la sua custodia cautelare in carcere in attesa di giudizio, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal rapporto di coniugio. Manca, però, l’arma del delitto (sarebbe stato rinvenuto solo un coltello multiuso) e, francamente, il movente ci sembra piuttosto debole, poiché da molti anni, per fortuna, non esiste più nel nostro codice penale il reato di adulterio e Parolisi, avrebbe potuto lasciare semplicemente sua moglie per unirsi alla Ludovica, senza alcun spargimento di sangue. Oggi si separano tranquillamente anche fior di magistrati, senza più suscitare alcuno scandalo, se non nell’ambito di Santa Romana Chiesa, che neppure lancia più anatemi dal pulpito, come ai tempi di Fausto Coppi. Tutto ciò che è emerso dalle innumerevoli intercettazioni, è che il Parolisi mostrava desiderio di vendetta nei confronti di chi gli aveva ucciso la moglie; che una volta scoperto quel, o quei criminali, avrebbero dovuto “temere i suoi occhi” (sic!). Eppure, secondo i media, sono state rinvenute altre importanti tracce proprio nel luogo dove giaceva la povera Melania e sul suo corpo: all’esterno di quel chiosco maledetto, l’impronta di una scarpa più piccola di quella che avrebbe lasciato una scarpa di Parolisi, e tra le unghie della vittima un DNA sospetto che potrebbe essere quello del vero aggressore. Inoltre, un soldato che era di sentinella non ha visto passare l’auto del Parolisi. Tutti questi indizi, pur rilevanti, sono stati dalle Procure ritenuti ininfluenti. I P.M., con tutto il dovuto rispetto per il loro operato di Magistrati, non ci convincono, ancorché sia provato che il Parolisi fosse un “femminaro” impenitente. Sergio Scalia INVITO A VIVERE (a cura di Stefano Madonna) ELOGIO DEL GIAPPONE La mia rubrica tende a far comprendere il valore fondamentale della vita, un prezioso dono che oggi non è apprezzato pienamente. Sovente assistiamo a episodi che palesano l'assoluta mancanza del dovuto rispetto per la vita di chiunque. Non è tollerabile che questo bene primario sia umiliato. Nessuno può sopprimere l'esistenza altrui perché nessuno potrà mai ergersi a giudice del destino di un'altra creatura. E' un gravissimo crimine disporre a proprio arbitrio del segmento cronologico, così mi piace indicare il nostro percorso terreno, di altri. Nella nostra realtà attuale, purtroppo, la violenza domina incontrastata perché le norme regolatrici del vivere civile sono assolutamente ignorate e ne consegue che gli abusi di ogni genere e i più odiosi reati sono all' ordine del giorno. C'è un luogo, però, dove il modello organizzativo funziona molto bene. Si tratta del Giappone. Mi ritengo davvero un privilegiato perché ho conosciuto questo paese. Ho conosciuto città e villaggi, mi rimane il solo rammarico di avere trascorso pochi mesi in quel territorio davvero straordinario. Ho avuto modo, tuttavia, di capire lo spirito del popolo giapponese e sono entusiasta di questo paese splendido. E' un popolo che si distingue da tutti gli altri perché ha capito l'incommensurabile valore della vita e nutre profondo rispetto per la comunità. La giustizia, l'onestà, la dignità, la solidarietà non sono astratte formule retoriche per il popolo giapponese. Essi credono nell'onestà quale elemento fondamentale in tutti i rapporti umani e quindi respingono quelle azioni che, pur se procurano notevoli vantaggi materiali, calpestano i valori fondamentali del giusto procedere. Il popolo giapponese ha dimostrato recentemente le sue elevate virtù superando un gravissimo dramma esclusivamente con le proprie eccezionali risorse tecnologiche e spirituali. Forse nessun’altra nazione ci sarebbe riuscita! Oserei dichiarare che in Giappone non ci sia posto per le miserie umane che affliggono gli altri popoli i quali, pur avendo raggiunto un elevato livello tecnologico, hanno perduto le migliori tradizioni del passato che risultano indispensabili per evitare il sopravvento del male. Esiste, dunque, un esempio concreto da emulare. Non resta che fare tesoro del modo di essere semplice e nobile di questo popolo per potere finalmente godere anche noi di una qualità di vita giusta e serena. TUTTO È FALSIFICABILE Sia questa economia neoliberista sia l'euro hanno superato la prova della falsificabilità, un "debito fasullo" sta esigendo ricchezze vere impoverendo tutta l'Europa, a cominciare dalla Grecia. La prima falsificazione è avvenuta nel concetto di democrazia, dando l'illusione al popolo di auto- governarsi ma sappiamo che la delega in bianco data ai partiti per effettuare la rappresentanza ha fallito su tutti i fronti. Un detto di Napoleone Bonaparte per ricondurci alla ragione dice: "Quando uno stato dipende per il denaro dai banchieri, sono questi e non i capi dello Stato che dirigono le cose. La mano che dà sta sopra a quella che prende. I finanzieri sono senza patriottismo e senza decoro". I banchieri avevano e hanno la necessità storica di falsificare tutto anche il concetto di "Democrazia". Questa sembra l'unica via per l'esistenza umana per ottenere uguaglianza, benessere e sovranità, sventolando sempre lo spauracchio della "dittatura" confezionata storicamente. Una contraddizione: eliminare le dittature con sistemi dittatoriali. Nell'era della falsificazione, le invasioni di stati sovrani vengono chiamate "missioni umanitarie di pace" (peacekeeping) mlti sono i falsificatori della realtà cambiando ed invertendo i significati: il capitalismo è benessere, liberismo libertà ed eguaglianza, la competizione è competenza, l'euro inteso come "moneta" quando è una cambiale a scadenza strumento legale di impoverimento delle nazioni e arricchimento delle oligarchie. L'ultima grave falsificazione sta nel "domino del tempo", ci stanno rubando il nostro tempo da vivere l'unica ricchezza che ogni vita umana possiede. Stanno togliendo tempo a molti fino al suicidio per dare tempo da vivere ai banchieri e tutto questo avviene senza chiederci il consenso. Giuseppe Turrisi RAPPORTI INTERPERSONALI In questi ultimi anni i rapporti interpersonali sono cambiati moltissimo. Un cambiamento dovuto all’evolversi della tecnologia che ha reso quasi superfluo l’incontro o addirittura lo scambio vocale. Il motivo di questo cambiamento è dovuto in larga parte al cellulare e ai social network. In particolare i social network come Facebook hanno permesso di mantenere i contatti con tutte le persone conosciute ma dall’altro canto hanno svilito anche il senso di amicizia. Chi non possiede il social network è tagliato fuori dalla comunità che ormai si evolve di pari passo con il computer. I lati positivi sono molteplici, ma non bisogna dimenticare che i computer rendono sterile il rapporto, il quale non trasmette quelle emozione che solo l’incontro visivo può dare. Flavio Girlando Sono sempre più avare le nuove finanziarie che limitano le risorse a disposizione dei soggetti deboli e disabili; inoltre i titoli dei più diffusi quotidiani gridano “ all’untore”, come se la disabilità fosse una pestilenza, ma i “diversamente abili” altro non sono che cittadini e persone come noi. Titoli sensazionali come “Scoperto falso cieco che guidava la macchina” rattristano i medesimi, che vivono situazioni di disagio fisco e psichico e forte D.L. n. 78/2009 art 20 (Contrasto alle frodi in materia d’invalidità civile) l’INPS la fa da padrone. E’ doveroso osservare che non tutti sono falsi invalidi, e che i diversamente abili, se hanno capacità residue idonee, chiedono di essere inseriti in un posto di lavoro e di essere utili alla società. Al riguardo, è valida la legge n. 12 marzo 1999 n. 68, che di fatto non è stata ancora attuata per mancanza successiva regolamentazione. Un altro scoglio è rappresentato dalle barriere architettoniche, ci sono infatti nel nostro Paese studi di medici di famiglia, Sistema Sanitario Nazionale, che non consentono l’accesso a una sedia a rotelle o a una non vedente. Solo alcune Regioni hanno predisposto i PEBA - Piani di eliminazione delle barriere architettoniche -, tra queste ricordiamo la Toscana con Pistoia, che ha reso possibile l’accessibilità a monumenti, musei e parchi. E le altre città della nostra stupenda penisola? La convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, 13 dicembre 2006, ratificata dall’Italia con legge 3 marzo 2009 n. 18 con l’istituzione dell’Osservatorio per le politiche sulla disabilità, presieduto dal Ministro del lavoro e delle Politiche sociali, è sempre più un’utopia. L’art. 3 così recita: I principi della presente Convenzione sono: (a) il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone; (b) la non discriminazione; (c) la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società; (d) il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa; (e) la parità di opportunità; (f) l’accessibilità; (g) la parità tra uomini e donne; (h) il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e il rispetto del diritto dei minori con disabilità a preservare la propria identità. Significativi , ma siamo ben lontano da una piena applicazione, nella vita quotidiana. Farraginoso presentare una domanda d’invalidità civile, altrettanto presentare un ricorso contro il verbale delle Commissioni Medico Legali che hanno ridotto la percentuale di invalidità. Di fatto è stato eliminato il ricorso gerarchico. Successivamente è stato prescritto di fare ricorso al giudice ordinario e pertanto si è presentata la necessità per il povero malcapitato di rivolgersi ad una avvocato, con aggravio di spese. Dal 1 gennario 2012 è prescritto che il ricorrente- soggetto invalido o chi per lui - art 38 Legge n. 111 del 2011 - debba presentare istanza di perizia tecnica preventiva al tribunale, per verificare se esistano presupposti che legittimano la sua pretesa, e risolvere il tutto con la conciliazione della lite. Unicamente in caso di mancato accordo tra le parti, si va in causa. Lascio a voi i commenti. Non è questa una politica discriminatoria nei confronti dei soggetti invalidi? La motivazione reale di questa disposizione è che le cause d’invalidità civile contro l’Inps sono aumentate in maniera esponenziale circa 363.000 nel 2010- dati Corte dei Conti - e nel 60% dei casi l’INPS è perdente. Cristina Di Maio LEGANORD, AL CAPOLINEA La Lega Nord, nata come partito politico autonomista fondato da Umberto Bossi ed originariamente sostenitrice del federalismo e del secessionismo, si fa strada grazie al voto di protesta popolare causato dalla lontananza delle istituzioni con i cittadini con il famoso motto “Roma ladrona” ma negli ultimi mesi sta subendo un vero e proprio colpo al cuore: tra perquisizioni e indagini sta uscendo un quadretto tutt’altro che chiaro che rischia di portare il partito al capolinea. In seguito allo scandalo sui rimborsi elettorali della Lega, che sarebbero stati usati dai familiari per spese personali, Umberto Bossi prima e “il trota” Renzo Bossi poi si sono dimessi dalle rispettive cariche con la speranza che questo gesto possa salvare il partito. Renzo ha spiegato la sua scelta con queste parole: "In questo momento di difficoltà, senza che nessuno me l'abbia chiesto faccio un passo indietro e mi dimetto da consigliere regionale. Sono sereno, so cosa ho fatto e soprattutto cosa non ho fatto e non sono indagato. In consiglio regionale negli ultimi mesi ci sono stati avvenimenti che hanno visto indagate alcune persone. Il Senatùr non ha accennato all’inchiesta sull’eventuale uso privato dei finanziamenti pubblici, ha appoggiato le dimissioni del figlio dicendo: "Erano mesi che mi diceva che era stufo di stare in Regione. Ha fatto bene a dimettersi". Alessandro Martello, autista del giovane Bossi, lo ha accusato di appropriazione indebita e ha fornito dei video come prova: "Non ce la faccio più, non voglio continuare a passare soldi al figlio di Umberto Bossi in questo modo: è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia responsabilità. Lui incassa e non fa una piega, se lo mette in tasca come fosse la cosa più naturale del mondo. Adesso basta, sono una persona onesta, a questo gioco non ci voglio più stare". L’ex ministro Maroni ha chiesto che venisse fatta pulizia all’interno del partito, ma non sono in pochi a credere che anche la Lega sia un partito che volge al termine. Isacco Cicala ECCO LE CASE EARTHSHIP Risvegliare le coscienze per moralizzare la vita pubblica. * La Corte dei Conti ha accertato che nel Consiglio Nazionale delle Ricerche su 10 euro di spesa ben 7 vanno a coprire le spese correnti (stipendi ai consiglieri d’amministrazione e ai dirigenti). Soltanto tre euro sono spesi per la ricerca. Il CNR sta diventando uno dei tanti carrozzoni pubblici. La Ragioneria dello Stato ha rilevato “gravi irregolarità”. E i politicanti continuano a negare che questa Repubblica é fondata su”sprecopoli”. * Vent’anni dopo Tangentopoli i leaders politici non riescono ancora a mettersi d’accordo per emanare un decreto anti-corruzione, nè una riforma elettorale con Parlamento monocamerale, nè una legge che abolisca i “rimborsi” elettorali e tagli gli enormi sprechi di denaro pubblico, nè una norma che faccia pagare l’IMU a tutti coloro che posseggono beni immobili per usi commerciali.700 miliardi di euro potrebbero entrare nelle casse dello Stato. Altrimenti, il “pareggio” di bilancio (auspicato per il 2013) sarà raggiunto imponendo ulteriori sacrifici a pensionati, salariati, stipendiati, cassintegrati, studenti, proprietari di unica casa e automobilisti che comprano carburanti gravati da scandalose “accise”. IL LABIRINTO FRA STORIA E MITO (ultima parte) Non avere la sicurezza della meta, ma la necessità, nel soliloquio interiore, di affrontare la vertiginosa sfida di percorrere il cammino, e il centro da raggiungere non è il traguardo a cui arrivare per primi, ma la possibilità di accedere al dualismo esoterico, all’equazione microcosmo-macrocosmo, alla ricomposizione, dopo la lotta, fra natura Divina e Bestiale dell’Uomo, spirito e Materia. Riemerge così il profilo alchemico dei Labirinti delle cattedrali, come santuario interiore, quel substrato nascosto, quella lettura altra, in connessione con l’ordine cosmico: al di là della storia, e delle sue varie interpretazioni, al di là del mito, come aspetto solo umano, al di là dell’archetipo, come struttura solo della psiche, al di là dell’allegoria, come concetto razionalizzato, al di là della religione, come percorso solo “essoterico”. Tutto ciò ai giorni nostri, nella vita quotidiana, sembra trovare accenni solo nelle varie espressioni artistiche, e relegato a forme isolate di intuizione creativa: L’Uomo si è nuovamente perso nella Babele della comunicazione, dell’apparire, appiattito com’è nella necessità di essere visibile, ad ogni costo, dimostrando di aver perso il Centro, il senso di esso, come luogo in cui si stabilisce una relazione con l’incomunicabile. Ora più che mai avremmo bisogno di vivere l’esperienza labirintica dove l’anima ricorderebbe che la sua origine è fuori dal tempo e dallo spazio, ma soprattutto fuori dalle immagini, tornando a circolare, come nella Ruota Buddistica, nel ciclo Zodiacale, nell’Opus degli Alchimisti. La sfida del labirinto per noi oggi è forse quella di “tentare di iscrivere l’amore umano nel cuore delle cose”, perdendosi nella peregrinazione attraverso i suoi meandri per riconquistarla e ritrovarla. Daisy Alessio DUE MANOSCRITTI BIRMANI SULLA VITA DEL BUDDHA (ultima parte) In seguito il principe non ebbe più pace e decise di abbandonare il palazzo per cercare il vero significato della vita. Si fece monaco e passò i sei anni seguenti sottoponendosi a grandi sacrifici in una infruttuosa ricerca della verità sulla vita e sull’universo. Tuttavia, solo dopo aver rinunciato a pratiche eccessive come il digiuno prolungato, mentre stava seduto in meditazione sotto l’albero “Bodhi a Bodh Gaya”, raggiunse finalmente l’illuminazione: la Verità Suprema. Tutto questo è narrato nel suo primo e ben noto sermone tenuto al Parco dei Cervi di Sarnath, vicino a Benares. Il sermone del Buddha contiene i principi fondamentali del suo insegnamento, espressi successivamente nelle Quattro Nobili Verità, ovvero: la vita è piena di sofferenza; la causa della sofferenza è il desiderio;smettere di desiderare pone fine alla sofferenza;il modo per porre fine alla sofferenza è il “Sentiero Otto Volte Nobile”: giuste opinioni, giusti scopi, giusto parlare, giusto agire, giusto sostentamento, giusto sforzo, giusta consapevolezza e giusta concentrazione. I cinque monaci ai quali il Buddha rivolse il primo sermone diventarono i suoi primi seguaci e discepoli. Il Buddha passò il resto della sua lunga vita viaggiando e predicando, principalmente nei regni di Magadha e Kosala, nei pressi delle zone centrali della valle del Gange, oggi Bihar e Uttar Pradesh. Morì a Kusinagara, nel Bihar settentrionale, all’età di ottant’anni. L’evento della sua morte è conosciuto come il raggiungimento del Nirvana, l’eterna Felicità o il Non-Essere, l’uscita dal ciclo della rinascita e della morte. Gli episodi della vita del Buddha illustrati in questi manoscritti sono ben noti ai buddisti birmani; gli eventi più importanti della vita del Bhudda sono occasione di cerimonie pubbliche. Daisy Alessio Una Earthship, letteralmente nave di terra, è una casa solare passiva, costruita con materiali naturali e riciclati, come vecchi pneumatici e lattine di alluminio, secondo criteri di responsabilità nei confronti dell’ambiente, in grado soprattutto di generare il loro fabbisogno energetico senza contribuire all’aumento delle emissioni di CO2, facendo uso di materiali riciclati e minimizzando l’utilizzo di risorse. L’acqua è piovana e l’energia è principalmente solare, ma anche eolica. Oltre alle risorse di energia rinnovabili e non inquinanti, il design intelligente permette di ottenere quasi del tutto il calore necessario, il raffreddamento e il fabbisogno energetico. Il termine Earthship, coniato dal bioarchitetto Michael Reynolds è diffuso in tutto il mondo, ma in particolar modo a Taos, nel New Mexico, USA, dove da 40 anni moderni pionieri dell’abitare costruiscono queste case. Questo progetto nato 40 anni fa è diventato filosofia di vita in questa parte del mondo perché porta a seguire i ritmi della natura. Tra le caratteristiche principali di queste case così innovative, oltre ai muri costruiti con pneumatici, lattine e bottiglie di vetro che in inverno trattengono il calore le finestre esposte a sud per far entrare il sole d’inverno ma non d’estate: inclinate in modo tale che i raggi del sole d’inverno siano perpendicolari e determinino un sistema termico passivo. La temperatura dell’aria interna rimane intorno ai 20°C e non c’è bisogno di radiatori e di condizionatori. Si tratta di un’architettura integrata in cui nulla va disperso, usa poco o niente carburante fossile (petrolio o carbone). L’elettricità è fornita da un gruppo fotovoltaico solare o eolico che produce energia. Infine l’impianto di rete fognaria contiene, usa e riusa tutte le acque dell’abitazione in contenitori all’interno e all’esterno dell’abitazione. Michael Reynolds sostiene:”Ciò che contribuisce a migliorare il proprio ambiente rinforza costantemente la propria esistenza” Si può dire che queste case ecologiche rappresentano una soluzione concreta per salvare questo pianeta e sono da copiare per avere un futuro migliore. Maria Rosa Nicastri Per quanto riguarda l'aspetto mediatico su internet si trova tutto ed il contrario di tutto e quando si pensa che ci siano tante prove a favore, o contrarie in ogni argomento.Vi è la necessità di una continua "falsificazione" della realtà di tipo Popperiano, per far sì che si rimanga volutamente nel mistero.Sulle condizioni degli aerei, ad esempio, vi sono state tante interrogazioni parlamentari, tante riprese video e foto addirittura l'aviazione civile ha redatto un studio di 170 pagine per dire che è una frottola. Veramente interessante il balletto dell'incertezza, ma a chi giova? Perché vi è la necessità di mettere su uno studio per dimostrare che è un frottola? Certamente c'è la voglia di lasciare il mistero anche da parte delle istituzioni, al fine di gestire la "paura delle masse", forse anche di distrarre. Fare irrorazioni a pieno cielo, farebbe pensare ad una follia suicida. Molte riflessioni e sospetti si stanno sollevando per l'inaridimento volontario dei terreni che accoglierebbero solo sementi geneticamente modificate. Inoltre risultano sospette le siccità sempre più frequenti, e i nubifragi; sembra che la meteorologia ha perso il senso della misura. Fanno dubitare certi accordi commerciali con imprese straniere per fare irrorare i cieli di certe regioni per far piovere, in una parata a Mosca passarono degli aerei per non fare piovere, le incognite sembrerebbero risolte. Giuseppe Turrisi I.M.U., REGNA ANCORA L’INCERTEZZA A CHI DAVANO FASTIDIO I CENTURIONI? A metà giugno è previsto il pagamento dell’acconto dell’Imu ma a seguito del caos in cui si sono ritrovati i Comuni italiani che devono decidere su quale aliquota calcolare la nuova tassa che va a modificare le entrate degli enti statali, il governo ha deciso di calcolare la prima rata con le aliquote base mentre gli aumenti deliberati dai Comuni saranno applicati a conguaglio sul saldo di dicembre. I cittadini pagheranno quindi la metà della somma ottenuta applicando il 4 per mille sull’abitazione principale e il 7,6 per mille sugli altri immobili. Le aliquote relative alle case vanno calcolate sulla rendita catastale moltiplicata per 160 e dal risultato solo per la prima casa va sottratta la detrazione di 200 euro, incrementata di 50 euro per ciascun figlio residente sino a 26 anni di età con un massimo di 300 euro. A dicembre poi una volta che i Comuni avranno stabilito le aliquote definitive che potranno variare dal 2 al 6 per mille sarà detratto dal saldo quanto già pagato con l’acconto. Rispetto all’ICI si dovrebbe pagar più o meno lo stesso importo sulla prima casa mentre la stangata avverrà sulle seconde case e pertinenze. Isacco Cicala Il Comune d Roma ha fatto pulizia al Colosseo, le bancarelle abusive, sono state tolte, è molto giusto, anche per rispetto di chi paga le tasse! La bellezza del Colosseo la sera della via Crucis. In un luogo storico ci stavano bene i Centurioni. L’unica cosa sbagliata è averli eliminati! Perché ogni cosa buona che il Cittadino fa viene annullata? È la Storia del tempo dei Romani. Perchè viene annullata? Delusi molti turisti. Amavano visitare il Colosseo facendosi fotografare con i Centurioni, come ricordo dell’antica Roma. Perché il Comune non li regolarizza? Facciamoli lavorare facendo pagare una piccola parcella al Comune. La parcella il Comune già se la prende, multando e diffidando 30 centurioni. Dal comune e dallo Stato abbiamo avuto il peggio di tutto quello che potevamo avere. Ora abbiamo 30 famiglie che non avranno di che vivere. L’importante è che finanziamo i partiti ladroni con i “rimborsi elettorali”. Liana Botticelli VOGLIA DI FROTTOLE ? N. 5. MAGGIO 2012 PROBLEMATICHE STORICHE E SOCIALI L’ATTUALITÀ, pag. 13 VILE SILENZIO SULLA“SHOAH” ROMANA MARTIRI, VITTIME D’INGENUITÀ ? Mentre il lungo treno merci dei deportati, ripartito da Padova, si avvicinava al Brennero, superato il quale sarebbe stato completamente nelle grinfie del Terzo Reich, che aveva già deciso la “soluzione finale”, nel campo di sterminio di Auschwitz, a Roma si continuava a perdersi in chiacchiere: da un lato il vice del console Moellhausen, Albrecht von Kessel, ed il Segretario di Legazione tedesco in Vaticano, Gerhard Gumpert, avevano cercato di far intervenire l’ambasciatore von Weizsäcker sul ministro degli esteri von Ribbentrop, per fermare “in extremis” la deportazione degli ebrei romani, rappresentando il pericolo di un’aperta rottura con il Vaticano, vista la lettera del portavoce del Papa, il vescovo Alois Hudal; dall’altro, lo stesso console Moellhausen, era stato “bloccato” da un’intemerata dell’Ambasciatore presso la neonata R.S.I., Rudolf Rahn, che lo aveva rimproverato per essersi indebitamente intromesso nella delicata questione. “Avrebbe dovuto riferire a me - gli aveva scritto in via riservatissima Rahn -, e io avrei cercato di arrangiare le cose con Wolff (il comandante supremo delle SS in Italia). Ha fatto chiasso e rovinato tutto. Malissimo!”. Dunque, la cosa, secondo Rahn, chiamato “il Viceré d’Italia” presso la Repubblica di Salò, si sarebbe potuta “arrangiarla” senza scomodare l’ombroso Ministro degli Esteri a Berlino. Forse la deportazione degli ebrei romani avrebbe potuto essere fermata dall’intervento di quelle due onnipotenti autorità naziste nell’Italia repubblichina. Ma intanto che faceva Pio XII?... Il 19 aveva concesso un’udienza al diplomatico americano presso la Santa Sede Harold Tittmann, che ne aveva riferito a Washington, dicendo che il Pontefice temeva che sarebbero potuti scoppiare disordini a Roma, causati dalla “situazione anormale”, alludendo, evidentemente, alla “grande razzia” degli ebrei effettuata il 16 ottobre (R.Katz, op. cit., pagg. 247-248 e “passim”). E aveva anche chiesto e ottenuto assicurazioni circa la vigilanza della polizia dall’ambasciatore Weizsäcker, che si era impegnato a parlarne al gen. Stahel. Ma intanto, se erano cessati i rastrellamenti su larga scala, non erano affatto cessate le catture e le deportazioni individuali (e più tardi, infatti, i giudici del Tribunale Militare Territoriale di Roma non credettero alle “excusationes” di H. Kappler, proprio perché ormai questi non poteva più imputare al Dannecker il compimento di tali ulteriori misfatti). E “l’Osservatore Romano”(25-26 ottobre) si fece nuovamente interprete della disapprovazione dell’ “Augusto Pontefice”, di fronte al protrarsi “dell’immane deflagrazione”, causa di infiniti lutti e sofferenze alle popolazioni colpite. Ed ecco, in estrema sintesi, come l’ambasciatore Weizsäcker commentò l’articolo, che subito aveva provveduto a far tradurre e spedire a Berlino. “Benché sollecitato da ogni parte, il Papa non si è lasciato convincere ad esprimere alcuna ufficiale riprovazione in merito alla deportazione degli ebrei da Roma… Non vi è da obiettare sul testo di questo messaggio, di cui allego traduzione, dato che soltanto un ristretto numero di persone vi possono rilevare una particolare allusione alla questione ebraica” (ib.). Tanto bastò perché qualcuno alla Wilhelmstrasse Sergio Scalia archiviasse la pratica. (Continua) Non è la prima volta che papà solleva la questione dei probabili motivi per cui “i buoni”, “i benefattori”, “i promotori di pace” finiscono come vittime di violenti ai quali avevano cercato di fare del bene. A un certo punto della sua pratica “da psicoterapeuta”, egli si dovette rendere conto che l’esigenza primaria di chi ricorreva al suo aiuto era quella di scaricare insopportabili tensioni represse. Successivamente riscontrò analoghe esigenze anche al di fuori della pratica professionale, in persone peraltro “normali”. Queste osservazioni confermavano e confermano l’assunto della ricerca eco-psico-sociale che siamo più o meno tutti organismi inquinati e in tensione. Del resto gli era già chiaro il riscontro che gli proveniva anche dalla sua pratica di medico di famiglia e cioè che, al contrario delle attese e delle convinzioni, i rapporti in seno alla famiglia erano e sono essenzialmente conflittuali, giacché i componenti hanno medesime esigenze di cure, attenzioni insomma di ciò che si chiama affetto, amore materno, paterno, fraterno e via di questo passo. Quindi più i componenti sono “immaturi” più forte è la conflittualità: si pensi quando lo sono anche i genitori che si aspettano dai figli ciò che dovrebbero dare a questi. L’inversione dei ruoli non è un fenomeno raro. In seno al gruppo famiglia, dal momento che si cerca a livello razionale, di conformarsi ai miti secolari (famiglia come focolare e luogo di affetti ecc.) sia pure in perfetta buona fede, si fa di tutto per apparire secondo le suddette attese (definita “maschera familiare-sociale” da un gruppo di scolari incontrati da papà), rimuovendo risentimenti e reprimendo le connesse tensioni. Chi non favorisce la scarica di dette tensioni, ma si presenta come chi le ignora, rischia di brutto. Anton Luca Lando PREMIO LIVIO TEMPESTA Nella giornata del 2 aprile c.a, sul Colle del Campidoglio a Roma, la scuola italiana ha manifestato la parte più bella ed interessante della sua azione pedagogica e didattica, la bontà, la solidarietà, l’altruismo degli alunni, frutto nascosto, silenzioso e paziente dei docenti i quali nell’insegnamento donano la parte più nobile del loro animo, costruita su amore e saggezza. Il Centro Nazionale della Bontà nella Scuola “Livio Tempesta”, nella Sessantunesima edizione ha premiato gli alunni protagonisti di bontà nelle scuole italiane elementari, medie e superiori, con una imponente e festosa cerimonia. Nella mattinata si è tenuto l’incontro alla Basilica di S. Maria in Ara Coeli la messa solenne celebrata da P. Rosario Piazzolla OMD, assistente ecclesiastico del Centro con l'accensione della Fiaccola, “luce e profumo di ogni gesto di bontà”. Nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, si è svolta la cerimonia della premiazione degli alunni segnalati dalle scuole e prescelti dal Centro. Il Premio “Presidente della Repubblica Italiana” è stato consegnato agli alunni della scuola elementare G.B. Basile di Roma (nel quartiere di Tor Bellamonaca) nella quale convivono 35 etnie diverse e si formano nel rispetto delle tradizioni, della cultura, della religione di ciascuna. Altri Premi sono stati assegnati alla scuola media di 2 grado “Marconi” di Cerignola (Foggia), alla Scuola secondaria di Cesena. Il Premio speciale “Livio Tempesta” è stato direttamente consegnato a due alunne dell'Istituto Comprensivo “P. Straneo” di Alessandria da Desirè, figlia dell'ambasciatore Franco Tempesta e cugina di Livio. Alla cerimonia hanno partecipato personalità delle Istituzioni nazionali e locali: Assessore Fabrizio Santori, rappresentante del Sindaco, dott. Caterina Spezzano, dirigente Miur, on Francio Narducci, prof Alessandro Boldi ed altri. Il prof Antonio Lerario, presidente del Centro nazionale “Livio Tempesta”. Nel suo discorso di accoglienza e di ringraziamento, ha sottolineato che questo avvenimento lo ricorderemo per tutta la vita. È il NOBEL DELLA BONTÀ. Angela Abozzi Cecchetto L’EURO NON È UNA MONETA “SOVRANA” Dispiace che una giornalista che si è fatta la reputazione con tante grandi inchieste presti il suo testimonial all'ascesa della più grande dittatura imperialista della storia. Infatti non è tanto la notizia che ci sconvolge. Quanto il tono di sponsorizzazione assunto la sistematica demonizzazione dell'evasore, visto come "parassita" che non vuole sottostare alla schiavitù del "sistema debito" imposto, non è forse peggiore, il fatto di non chiarire come stanno veramente le cose e chi siano i veri parassiti? (gli speculatori). Magari una bella inchiesta su chi ha messo l'Italia su un piatto d'argento direttamente in bocca al sistema dell'eurotruffa e degli speculatori internazionali non sarebbe male, ma sarebbe forse è per il popolo imbecille a cui bisogna togliere anche gli spicci per il caffè pagando solo con la "credit card". Se vuoi esistere devi essere un conto corrente su cui esercitare usura. Del resto a noi piace vedere solo il film, non ci informiamo mai su chi ha scritto il soggetto, la biografia, chi è il regista, perché è stato scritto quel film, chi è il produttore, ci limitiamo solo a criticare il film dopo la proiezione, non ci piace e ne aspettiamo un altro. Quando capiremo che l'euro non è la nostra moneta, sarà sempre troppo tardi. Il governo Monti fa bene a togliere il contate, sta facendo quello che è giusto sia fatto, ogni uno dispone come vuole delle proprie cose. I proprietari dell'euro stanno facendo quello che vogliono della loro moneta. L'euro non è ne degli Italiani, ne degli europei, quindi "loro" se lo gestiscono come vogliono, lo danno a chi vogliono, lo tolgono a chi vogliono. L'euro non è una moneta sovrana, ormai lo hanno capito anche i sassi, e come ogni moneta "non sovrana", serve solo a fare arricchire chi la emette e chi la gestisce. Di cosa ci scandalizziamo? Dovremmo scandalizzarci solo della nostra tombale ignoranza e di come ancora non facciamo niente per tornare ad una "moneta sovrana". Ma dove non arriva l'intelligenza di solito arriva la rivoluzione. Giuseppe Turrisi “LOTTA ALLA CORRUZIONE, RISORSA PER IL PAESE” Il recente Convegno nazionale “Lotta alla corruzione, risorsa per il Paese”, promosso dalle organizzazioni sindacali del personale della Polizia di Stato S.I.A.P. e A.N.F.P., tenuto presso la Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale, ha focalizzato l’attenzione sul fenomeno scottante dell’illegalità dilagante e della corrispettiva mancanza di mezzi adeguati a fronteggiare questa vera e propria emergenza. Si tratta, infatti, di una “crisi di legalità” che va di pari passo con quella economica. In particolare, l’indebolimento del sistema di sicurezza fa innalzare il livello di corruzione che affligge la nostra politica e le amministrazioni pubbliche, come evidenziato dai recenti scandali emersi. Franco Maccari, Segretario Generale del Sindacato C.O.I.S.P., intervenuto al Convegno, ha messo in luce come un rafforzamento della lotta all’evasione fiscale, a partire dall’elaborazione di una black list dei commercianti evasori, permetterebbe di arginare anche il conseguente fenomeno della corruzione e della criminalità organizzata, affinchè non siano i cittadini onesti a “dover pagare per le malefatte di evasori e corruttori”. Bisogna tener presente, ha poi sottolineato Enzo Marco Letizia, Segretario Nazionale A.N.F.P., che “il furto delle risorse pubbliche è il crimine che sottrae denaro per lo sviluppo di questo Paese” con risultati “devastanti per la democrazia”, per la credibilità delle Istituzioni, per la politica italiana e per la coesione sociale. In questo clima poco rassicurante, il Convegno ha inteso porre l’attenzione sull’urgenza di rafforzare il sistema dei controlli “sulle transazioni di denaro a favore di funzionari pubblici, di portaborse e politici” tramite un organismo preposto veramente indipendente dal governo e dalla pubblica amministrazione, fornito di mezzi e strumenti incisivi di intervento. Sul piano normativo Claudio Giardullo, Segretario Generale del Silp-Cgil, ha invece ribadito “l’urgenza di una nuova disciplina, ispirata alla Convenzione di Strasburgo, che preveda il reato di corruzione tra privati, la responsabilità delle persone giuridiche e termini di prescrizione che siano adeguati alla complessità delle indagini”. Tutto ciò, sul modello più avanzato ed efficace degli organismi di garanzia anglosassoni, al fine di valorizzare la giurisdizione invece dell’inquisizione. Maria Rita Salustri ORIGINI STORICHE DELL’EUROPA Siamo cittadini dell’Europa, ma molti non conoscono la sua origine. Innanzitutto dobbiamo chiederci donde proviene il nome Europa? Il nome deriva dalla lingua greca, che significa “occidente”, mentre nella mitologia greca Europa era la figlia di Agenore, re di Tiro, antica città fenicia e colonia greca, oggi è una bellissima città del Libano a sud di Beirut. Il re Agenore, figlio del dio Poseidone, ebbe molti figli maschi e una sola femmina, cioè Europa, che era bellissima. Zeus, se ne innamorò e decise di rapirla. Per raggiungere questo scopo Zeus si trasformò in uno splendido bianco toro. Europa, mentre si divertiva a giocare in riva al mare, vide il suddetto toro ed ebbe paura, ma il toro si sdraiò ai suoi piedi e, quindi, Europa si tranquillizzò tanto da salire sulla sua groppa. Il toro cominciò a correre e, attraversato il mare, la condusse a Creta, dove Zeus si ritrasformò in dio e le potette così rivelare il suo grande amore. Ebbero tre figli, tra cui Minosse, che divenne re di Creta e diede inizio alla civiltà cretese, culla della civiltà europea. Da allora il nome Europa si estese ai Paesi siti a nord del Mar Mediterraneo, ma Europa era soltanto un termine geografico indefinito, di cui non si conoscevano gli esatti confini settentrionali. Gli autori latini non usavano i termini “Europa” ed “europei”. Il primo che li usò fu l’abate irlandese San Colombiano alla fine del VI secolo d.C.. San Colombano citò in una lettera inviata al Papa Gregorio Magno l’espressione latina “totius Europae” con cui intendeva affermare che “gli europei devono essere un unico popolo, un corpo solo, che viene unito da radici cristiane in cui le barriere etniche e culturali vanno superate”. Con tale espressione si può giustamente affermare che San Colombano è un Europeista ante litteram. Un altro monaco, Isidoro Pacensis, indicò come “europei” i soldati che combatterono a Poitiers. In questa occasione venne usato l’aggettivo “europei” per attribuire ai guerrieri, che avevano con coraggio fermato gl’invasori musulmani, un’identità collettiva. Con l’impero di Carlo Magno, tra la fine dell’8° e inizio del 9° secolo, si concretizzò per la prima volta una nuova realtà politica. Occorre che si realizzi l’Europa Unita anche politicamente, che possa avere un Governo federale. Mario Coletti UNA TREMENDA SETE DI GIUSTIZIA Capita abbastanza spesso di osservare reazioni di familiari che hanno perso tragicamente e inspiegabilmente loro congiunti. Tali reazioni danno l’impressione che l’esigenza di avere giustizia possa emergere in modo più forte del luttuoso dolore. A parte la discutibilità di tale impressione, qualche giorno fa rimanemmo sorpresi da un’analoga reazione di una madre, la cui figlia era stata ammazzata dal partner, che lanciava un appello anche all’attuale governo perché si provvedesse alla “certezza della pena”, affinché si ponesse riparo alla quasi quotidiana uccisione di donne da parte di partner apparentemente e follemente innamorati. Insomma a fini deterrenti! Lamentava, inoltre, l’inadeguatezza della pena nei confronti del genero condannato in un carcere militare dove poteva avere dei riguardi particolari. È esperienza comune che nella maggior parte dei casi all’uxoricidio segue il suicidio... e quale misura deterrente potrà indurre un suicida a desistere? Un’esasperata sete di giustizia che assume le connotazioni di una spietata vendetta può avere le sue radici in esperienze nei primi anni di vita, allorché si siano realmente sperimentati metodi pseudo-educativi eccessivamente severi o siano stati vissuti come tali gli atteggiamenti e i comportamenti dei genitori nei propri confronti. Potrà permanere lungo il corso della vita una coattiva tendenza a cogliere ogni occasione per smaltire le connesse tensioni a suo tempo represse. Questo bisogno di “attachment” potrà segnare per la vita un soggetto in età evolutiva, al punto che se avrà sperimentato che, per instaurare e mantenere un rapporto con una figura parentale, sia pure cattivissima, gli toccherà subire ciò che avrà subito nel precedente rapporto, rischierà di rimanere condizionato a rapporti “sado-masochisti”, cioè disposto a subire di tutto. Questa, è una delle conseguenze più perverse dei metodi di allevamento troppo severi, erroneamente ritenuti educativi. Anton Luca Lando NON MINARE IL RAPPORTO DI FIDUCIA COL BAMBINO Sempre più convinto che, per un avvenire migliore, degno dell’Homo Sapiens, si debbano adottare ben precise conoscenze di una pedagogia integrata con altre provenienti da discipline attinenti, papà, polemizzando con il lancio di messaggi semplicistici e pericolosi, come quello della “capacità di dire NO!”, perché potrebbero giungere a cervelli predisposti a rinforzare tendenze troppo direttive, intende invitare quanti siano disposti a partecipare a un gruppo di lavoro che funga da interfaccia tra settori accademici e destinatari sul campo, specialmente educatori primari e secondari. In proposito, richiamandosi al concetto autentico di educazione che, a sua volta, lo riporta alla funzione dell’agricoltore che favorisce lo sviluppo delle potenzialità di un seme, ritiene che, propedeuticamente, piuttosto che preoccuparci di dettare ben precise norme di comportamento agli educandi, come se si trattasse di programmare un computer, ci si dovrebbe impegnare ad apprestare quei fattori e quelle condizioni per favorire l’attualizzazione di ben precise potenzialità che l’essere umano ha nel suo genoma (v. su internet e nel sito www.pierluigilando.net: condizioni e fattori di crescita psico-sociali). Prevale la convinzione da parte di tanti che, sommersi dall’ansia di “educare”, anzi programmare i figli secondo propri modelli, non tengono conto delle informazioni genetiche che costituiscono una specie di progetto personale, peculiari di ciascuno di noi. Così, non tenendo conto di ciò che avviene nel cervello di un soggetto in età evolutiva, quindi dipendente da chi lo accudisce, si discute spesso sull’opportunità del ricorso a qualche sculacciata. Le prestazioni educative non dovranno in alcun modo minare la fiducia di base dell’educando nei confronti del genitore. Papà auspicherebbe che con altri corrispondenti e lettori di questo periodico si stabilisse un rapporto di scambi culturali diretti e personali così come è avvenuto con Gilberto La Scala. www.pierluigilando.net - [email protected] Anton Luca Lando NUOVI REQUISITI PER LA PENSIONE DI VECCHIAIA Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, a decorrere dal 1° gennaio 2012, i soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 possono conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia al perfezionamento dei seguenti requisiti: 1) Requisito anagrafico; per le lavoratrici iscritte all’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti ed alle forme sostitutive della medesima: dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 201262 annidal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 201362 anni e 3 mesi dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 201563 anni e 9 mesi dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 201765 anni e 3 mesi dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2020 66 anni e 3 mesi- per le lavoratrici iscritte alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi e alla gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335: dal 1° gennaio 2012 al 31dicembre 201263 anni e 6 mesi dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013 63 anni e 9 mes idal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015 64 anni e 9 mesidal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 201765 anni e 9 mesi dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2020 66 anni e 3 mesi - per i lavoratori dipendenti sia pubblici che privati, per i lavoratori autonomi e per le lavoratrici del settore pubblico: dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 201266 annidal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 201566 anni e 3 mesidal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 202066 anni e 3 mesi 2) Requisito contributivo. Il diritto alla pensione di vecchiaia si consegue in presenza di un’anzianità contributiva minima pari a 20 anni. Ai fini del raggiungimento di tale requisito è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurato. Giacomo Bove ADDIO CARTA: ENCICLOPEDIA A PORTATA DI CLICK Si conclude dopo 244 anni l’era dell’Enciclopedia britannica su carta. L’edizione del 2010, con i suoi 32 volumi sarà l’ultima. “La carta il giorno dopo è già obsoleta. Sull’online la storia può essere aggiornata continuamente” così Jorge Cauz, presidente dell’Enciclopedia, ha motivato la scelta di abbandonare il supporto che nel lontano I secolo d.C. ha rivoluzionato il mondo della conoscenza, per abbracciare le nuove tecnologie. E così L’opera inglese, la più antica enciclopedia in circolazione si trasferisce completamente sul web in modo da facilitare la a fruizione da parte degli utenti che al posto di sfogliare l’indice della Britannica potranno ricercare una parola chiave semplicemente con un click. Ma oltre alla motivazione d’ordine strettamente pratico – simbolica di un mondo che cambia, ce n’è un’ altra che sembra aver avuto un perso maggiore sulla scelta di passare al web messa in luce dalle dichiarazioni del responsabile editoriale della Britannica, Dale Hoiberg, ovvero una motivazione economica: troppo costosa la stampa e troppo lunghi i tempi che la carta impone al processo di aggiornamento dei contenuti. Un’opera realizzata prima della rivoluzione francese e da allora diventata un punto di riferimento per il sapere dismette il supporto tradizionale per adattarsi al nuovo che avanza. Wikipedia, col suo ritmo di revisione incalzante e l’espandersi costante delle voci grazie al contributo dei molti suoi redattori, “docet et imperat”, o almeno pare. Infatti, già tre anni orsono, nel 2009, la Britannica si era dovuta adeguare a seguire in parte il modello dettato da Jimmy Wales ( fondatore di Wikipedia ndr.), aprendo al pubblico e rendendo possibile agli utenti modificare e migliorare i contenuti anche se l’approvazione restava sempre sotto lo scrutinio del suo referenziatissimo staff. Lo storico annuncio dell’addio alla carta per la Britannica segue quello analogo fatto da un altra colonna della cultura europea, l’enciclopedia tedesca Brockhaus. Ma non tutte le enciclopedie hanno scelto di dare una svolta così netta ed ambiziosa alla loro “vita”. Per fare un esempio, la nostrana enciclopedia Treccani ha deciso che i suoi volumi pregiati continueranno a convivere con i contenuti gratis sul web. I motivi di questa insolita resistenza per Francesco Tatò, A.D. Di Treccani, sono dovuti a una certa lentezza italica: “Anche in Italia siamo testimoni dello stesso tipo di cambiamento, i ricavi dell’enciclopedia si riducono ogni anno, ma a differenza dei Paesi anglosassoni abbiamo due peculiarità: un’evoluzione culturale più lenta e un’infrastruttura di rete peggiore”. Non solo “Il nostro modello di business cavalca la transizione in atto con una duplice mossa: da una parte continuiamo con l’aggiornamento cartaceo, riferendoci a un pubblico ‘alto’ e realizzando oggetti di prestigio che offrono eccellenza di contenuti ed elevata fattura materiale (la carta su cui viene stampata è garantita duecento anni, ndr). Così facendo ci riferiamo a una fascia altissima di mercato. Dall’altra, dato che è impensabile che un patrimonio culturale tale sia riservato a pochi, abbiamo deciso di diffondere gratuitamente i contenuti online. Il lusso finanzia la diffusione del sapere”. Si prosegue quindi nel tradizionale modello di business basato sulla vendita di molti volumi affiancata dalla presenza di un portale online, in cui sono consultabili quasi 500mila lemmi aggiornati quotidianamente, e dalla disponibilità del proprio dizionario come App per iPhone e iPad. Cristina Canci , L’ATTUALITÀ, pag. 14 EVENTI DI STORIA E DI ATTUALITA ADUA: LA FUGA DEI SUPERSTITI Della Brigata Dabormida era rimasto solo un pugno di eroi, che agli ordini del magg. Prato, continuava a sparare contro gli Abissini, protetto da un rilievo del terreno sulle pendici del M.te Adi Jacob, per mantenere libera la via della ritirata agli ultimi superstiti sulla “strada del C. Dongollo” (Bellavita, op. cit., pagg. 388 e ss.). E a questi combattenti, si unì pure l’Aiutante di Campo del Dabormida, cap. Bellavita, che ancora vagava, “colla divisa in brandelli e a testa nuda” (ib.), cercando invano la salma del suo Generale, di cui un attendente gli riportò il berretto. La salma del povero Dabormida, non verrà mai più ritrovata, nonostante le più diligenti ricerche successivamente fatte dalla missione del ten. col. Arimondi, fratello del Generale comandante la 2da Brigata, anche lui caduto sul campo. Anche gli Scioani, però, erano stanchi di quello schioppettio cominciato all’alba e, “come di loro abitudine, si davano già al saccheggio dei morti e dei feriti e raccoglievano prigionieri. Venne infine un temporalaccio con un acquazzone tale da far cessare il fuoco completamente” (ib.). Sull’imbrunire “il magg. Prato si decise a ritirarsi, formando un drappello coi pochi rimasti” (ib.). Anche il cap. Bellavita organizzò la tragica ritirata “verso Saurià-Mai Maret-Adi Cajè”, in cui perirono “numerosi feriti e gli estenuati che si dovettero abbandonare lungo il percorso” (ib.), alla mercé degli indigeni predoni. Anche il magg. Prato, che, dice il Bellavita, “fu l’eroe della ritirata”, mentre la leggenda lo disse ferito tre volte e poi morto combattendo, “sparì prima di giungere a Debra Damo, e la sua morte rimase sempre un mistero” (ib. in nota). Giunti al Mai Maret, speravano di trovarvi quel Reggimento Di Boccard, da poco giunto dall’Italia, da cui invano avevano sperato soccorso e che invece, smarrita la via, si era ritirato nel forte di Adi-Cajè. E nell’ascesa sull’altipiano che sovrasta il Mai Maret furono, invece, accolti dalle fucilate dei soldati di ras Sebath, dal quale, peraltro, presto si ritirarono, e così la colonna dei superstiti, nel frattempo ingrossatasi, riunendosi via, via ad altri drappelli in fuga, poté raggiungere “il giorno 4 marzo” il forte di Adi Cajè, dove, scrive il Bellavita, “eravamo ben 300”, ma, prosegue, “nessuno ci aspettava più, anzi molti di noi, e anche chi scrive, erano già stati segnalati come morti”! Non meno tragica fu la ritirata del comandante Baratieri, da lui descritta con dovizia di particolari nelle sue “Memorie d’Africa” (pagg. 444 e ss.). Era rimasto solo con due carabinieri, due o tre zaptiè, il suo attendendente indigeno e “con avanzi dei Reggimenti Brusati, Stevani e Nava, principalmente con bersaglieri ed alpini”. Più avanti, presso il Rebbi Arienni, aveva incontrato il gen. Ellena e molti soldati bianchi superstiti del distrutto Reggimento Romero; avrebbero ancora voluto organizzare una resistenza, ma “il nemico irrompeva da ogni parte” e avrebbero corso il “grave rischio di essere avviluppati”, cosicché dovettero proseguire nella ritirata. Incontrarono ancora il ten. col. Menini, comandante del Battaglione Alpini del Rgt. Nava, e altri valorosi ufficiali e soldati, che, chiamati a raccolta, caricarono alla baionetta, ma invano. “Un gruppo così piccolo - dice il Baratieri -, anche eroico, non poteva bastare per trattenere la furente foga scioana”. Il nemico si era attestato a Gundapta, per tagliare la via della ritirata verso Saurià. (Continua) Sergio Scalia ASSURDE VIOLENZE SULLE DONNE Ci sono Paesi dove nascere donna è una maledizione, dove per sopravvivere bisogna tacere, obbedire, strisciare, sposarsi vergini e fare figli maschi. In Cisgiordania, una donna araba non può alzare lo sguardo. Perché il suo sguardo può disonorare la sua famiglia. È la legge degli uomini, un’insensata legge di superiorità che considera “normale” la violenza contro una donna. Anche quella mortale. In Afghanistan, Bangladesh e Pakistan le donne subiscono violenze fisiche e psicologiche. Alcune sono state obbligate a sottoporsi a chirurgia per 20-30 volte, al fine di potere vedere qualcosa o di poter respirare un po’, o udire qualcosa, forse per poter mangiare o farsi comprendere, perché è stato gettato acido sulle loro facce. Si perde la vista, il capello non ricresce, si blocca il movimento facciale, costringendo spesso ad alimentarsi di liquidi per mezzo di una cannuccia. L’acido penetra fino alle ossa, intaccando i muscoli. In alcuni casi le vittime muoiono. Altre tentano il suicidio. I danni causati dall’acido sono molto più gravi delle ustioni da fuoco, perchè l’acido continua a corrodere anche molto tempo dopo. Donne punite spesso nel momento in cui sono più indifese, nel sonno. Il Bangladesh ha imposto controlli sulle vendite di acido, ma è abbastanza facile entrare in un negozio, in Asia, e comprare acido solforico o idrocloridrico. Nicole Danhielle Calabretta SEPARAZIONE: E POI? Il testo di legge sul divorzio breve ha conosciuto un’ulteriore battuta d’arresto con il rinvio alle sabbie mobili della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati. I contenuti in discussione sono sostanzialmente due: il primo riduce la durata della separazione ad un anno, che può salire a due nel caso in cui la coppia abbia figli minorenni, il secondo riguarda l’aspetto economico e stabilisce una maggiore celerità nello scioglimento del regime di comunione patrimoniale. Questa proposta legislativa dovrebbe favorire un divorzio più rapido e meno doloroso. Si è ponderato il rischio di trasformare il divorzio in una vicenda burocratica più corta accantonando aspetti decisamente più importanti ed incisivi? Nel dramma della crisi e conseguente separazione coniugale con eventuale problematico rapporto con i figli, non vi è nulla di facile e accorciabile. Sono dolori che richiedono tempo per essere elaborati e prendere consapevolezza degli errori propri e di quelli dell’altra parte. Da questa considerazione nasce l’opportunità di concentrarsi non tanto sulla velocizzazione dei tempi di dissolvimento di una coppia, quanto sull’uso del periodo necessario per il divorzio. Il riferimento è ad una adeguata rete di servizi e di supporti agli sposi che si separano, che li faccia sentire ascoltati ed accolti. Troppo spesso i separati vengono lasciati soli nella gestione sia del loro mutato status, sia delle nuove relazioni con i figli. Non è facile per i Tribunali attribuire i diritti e gli obblighi a ciascun coniuge. Il Legislatore potrebbe stabilire l’obbligo di accompagnamento e la mediazione familiare, come previsto in molti Paesi europei. Fiorella Ialongo PER NON DIMENTICARE ! Sarno (SA) – 5 maggio 1998, dopo 172 ore di pioggia incessante una decina di frane sovrastano il paese. I 140 mm. di pioggia hanno fatto si che il substrato, permeabile e facilmente erodibile, del Pizzo D’Alvano, si trasformasse in un fiume di qualche milione di metri cubi di acqua che scende a valle. Le vittime ufficiali, tenendo conto anche degli altri paesi colpiti dalla furia della montagna (Siano, Bracigliano, Quindici), sono 200; 137 solo a Sarno. Secondo alcune testimonianze, quella notte è stata molto lunga. L’alba del mattino seguente, pone agli occhi dei cittadini uno scenario agghiacciante: case invase dal fango, edifici senza muri trasportati in zone diverse da dove sono sorti, strade bloccate, collegamenti telefonici, corrente ed acqua staccati. Si iniziano a cercare familiari, amici e conoscenti che non rispondono alle chiamate dei soccorsi e dei parenti. I giorni seguenti sono stati oggetto di ricerche, verifiche e accertamenti per riuscire a dare una spiegazione alla catastrofe. Le cause, a quanto pare, sono molteplici: il terreno friabile della montagna e il suo disboscamento, costruzioni alle pendici del monte Saro, canali utili per drenare le abbondanti acque pieni di rifiuti urbani. Sono trascorsi 14 anni da quel 5 Maggio ’98. Come si presenta Sarno oggi? E cosa è stato fatto per la sua messa in sicurezza? In questi anni nel comune dell’Agro-Nocerino-Sarnese si sono alternati tre sindaci, due commissari prefettizi e tre commissari straordinari delegati a gestire l’emergenza. Ad oggi sono stati spesi 451 milioni di euro nella sola Sarno, portati a termine circa 90 interventi complessivi, ricostruite circa 160 case. Ci sono ancora circa 48 famiglie che ricevono indennizzi da parte del comune. Nonostante questo sistema ingegneristico (formato da 11 enormi vasche e 20 km di canali (già iniziato dai barbari) che, nell’ipotesi di una nuova colata, dovrebbero far defluire in modo ordinato le acque), in paese non si respira aria di ottimismo. Il sindaco Amilcare Mancasi sostiene che se prima il rischio era cento ora è trenta. L’assurdo del post-frana risiede nell’idea di molti cittadini di ricostruire le case dove erano posizionate prima del disastro. Portato a compimento, invece, in un posto distante dalle minacce della “montagna maledetta”, è l’ospedale ex “Villa Malta”, ribattezzato con il nome “Martiri del Villa Malta” proprio a seguito dell’evento che vide un alto numero di morti (infermieri, pazienti, dottori,ecc) nel plesso. Forse c’è ancora qualcosa da fare per l’incolumità dei sarnesi per non rivivere ad ogni pioggia le stesse paure di 14 anni fa. Maddalena Barba L’OPINIONE PUBBLICA Non c’è niente di più irrazionale della “opinione pubblica”, chi conosce la tecnica della comunicazione conosce questo fondamento e sa perfettamente che le scelte fatte dall’opinione pubblica non hanno niente a che vedere con le reali esigenze dettate da studio, tecnica, ragione. L’ illusione nasce dal fatto che fin da piccoli ci hanno obbligato a pensare (programmati) che siamo “esseri razionali”, purtroppo la realtà è un’altra, la ragione è uno strumento che possediamo si, ma utilizziamo molto poco, sia perché non siamo stati abituati ad utilizzarla, sia perché la macchina umana vive di altri strumenti operativi che non controlliamo che sono l’emozione, l’abitudine, che ci fanno agire secondo criteri diversi di quelli che crediamo di avere. Uno dei meccanismi della comunicazione è mantenere un livello culturale molto basso, senza mai fare approfondimenti, che possano aumentare la capacità del senso critico. Inondare di informazioni sempre inutili e diverse che si auto annullano, insistere sempre su alcune informazioni (selezionate) affinché si crei lo strato emozionale di base su cui poi i trascinatori (politici di turno) potranno facilmente orientare la discussione (ingegneria del consenso). Gli elementi di base, per poi gestire le opinioni della massa, iniettate in N. 5. MAGGIO 2012 UNA SOPRAVVISSUTA SACRIFICI SOLO PER I DISAGIATI Gianna Jessen è nata a Los Angeles in una clinica per aborti legata alla associazione Planned Parenthood. La clinica aveva consigliato alla madre di Gianna, giunta alla fine del sesto mese di gravidanza, di abortire con aborto salino, una tecnica abortista usata prevalentemente dopo il terzo trimestre. Essa consiste nell’iniettare nell’utero una soluzione salina che corrode il feto e porta alla sua morte, dovuta, all’alterazione delle funzioni della placenta. In seguito, a causa delle contrazioni uterine, il feto viene espulso entro le seguenti 24 ore. Nel caso di Gianna la tecnica non funzionò. Rimasta nella soluzione per circa 18 ore è stata partorita viva il 6 aprile 1977 alle 6 del mattino. Gianna venne trasferita in ospedale e riuscì a sopravvivere, nonostante pesasse solo nove etti; tuttavia la carenza di ossigeno causata dall’aborto le ha procurato una paralisi cerebrale e muscolare. Nonostante ciò Gianna imparò a camminare con tutore all’età di 3 anni fu adottata. A vent’anni, grazie alle cure mediche e alla fisioterapia, riuscì a camminare senza tutore. Nonostante la grave paralisi cerebrale, Gianna è sempre stata molto attiva nei movimenti che si oppongono all’aborto e ha raccontato la sua storia al Congresso degli Stati Uniti d’America e alla Camera dei Comuni del Regno Unito. Il suo caso è divenuto noto quando, in occasione del novantesimo anniversario dalla fondazione dell’associazione abortista Planned Parenthood, celebrata dal Senato del Colorado, il senatore Ted Harvey invitò Gianna a raccontare la sua storia ai membri del Senato. Si definisce “una ragazza dura a morire”. La Beata Madre Teresa di Calcutta disse: “Dio sta usando Gianna per ricordare al mondo che ogni essere umano è prezioso per Lui. È bello vedere la forza dell’amore di Gesù che Egli ha riversato nel suo cuore. La mia preghiera per Gianna, e per tutti quelli che la ascoltano, è che il messaggio dell’amore di Dio ponga fine all’aborto con il potere dell’amore”. Nicole Danhielle Calabretta continuazione dai media a livello emozionale sono le seguenti: paura, angoscia, aspettativa, incertezza, ecc, su queste basi, poi è facile costruire un “programma e trovare un nemico (finto o vero non importa) da abbattere. C’è poi da dire poi che innescato questo meccanismo, il gruppo da solo si autosuggestiona e si “conforma“, gli esperimenti di ASCH (si cerchi Asch experiment) non hanno quasi mai fallito. Giuseppe Turrisi CI SONO TANTE ITALIE ! Abbiamo da poco festeggiato i 150 dell'Unità d'Italia; giorno nel quale, come recita l'art.5 della Costituzione, l'Italia è divenuta:" una Repubblica, una ed indivisibile". E se guardiamo la carta geografica, effettivamente, quello "stivale", riporta il nome "Italia" stampato per tutta la sua superficie. Dal Nord al Sud perciò, nonostante le sfumature dialettali, le differenze culturali, gli orientamenti politici, suggeriscano che ci sono tante italie l'una dentro l'altra, l'Italia è innegabilemente una, sola, indivisibile. Anche se... a ben guardare... oltre all'aspetto culturale altre differenze ci separano. A cominciare dagli anni dell'infanzia, infatti, c'è chi può contare su scuole private, con lavagne digitali senza gessetti, e chi invece d'inverno soffre il freddo degli spifferi dalle finestre allentate. C'è il figlio del politico, a cui la provvidenza assegna un diploma e poi il figlio dell'operaio, quello che ha lasciato la scuola per andare a lavorare. E chi riesce a sfondare nel mondo dello spettacolo su raccomandazione del "santo" di turno, guadagnando migliaia di euro per sfoggiare sorrisi smaglianti ed abiti firmati, mentre un imprenditore è costretto, a chiudere bottega e, per la vergogna, ad uccidersi. E questo elenco potrebbe continuare a lungo, e vedere contrapposti figli di papà e "mammoni", generali in Maserati e disabili privati dell'assistenza, club privati evasori e anziani costretti a pagare l'Imu sulla seconda casa per soggiornare in ospizio. Un simile elenco lo recitiamo ogni giorno, senza più accorgercene, essendoci persino assuefatti a tutto questo, senza più riuscire a distinguere da che parte stiamo e come ci siamo finiti. Forse è per questo che quando sentiamo la parola "Italia" non riusciamo a nascondere un mezzo sorriso, simile a quello di chi le battute le capisce sempre un pò in ritardo. Riccardo Fondi IL FENOMENO FACEBOOK Nel 2004 lo studente universitario Mark Zuckerberg con i suoi compagni Saverin, Hughes e Moskovitz, fonda a Cambridge, per la sola Università di Harvard, un servizio di rete sociale che chiama “Facebook”. L’idea era stata pensata per far conoscere in modo agevole e veloce i ragazzi del college, sfruttando la vena protagonistica che ognuno possiede, ma che vuole mostrare solo a persone conosciute . Successivamente il progetto fu esteso anche ad altre scuole e nel giro di pochi anni si è trasformato in una gallina dalle uova d’oro, un enorme successo al livello mondiale. La registrazione gratuita al sito, le tante piccole e immediate soluzioni, come il poter indicare la situazione sentimentale, il “mood” o la possibilità di postare qualcosa nella propria bacheca per segnalare iniziative ed altro agli amici, il creare il proprio profilo con fotografie e liste di interessi personali, hanno fatto si che quella che sembrava una banale pagina in rete, diventasse un’intuizione così creativa da cambiare per sempre il pianeta dei social networks. Dopo Google, è Facebook infatti il sito più cliccato nel web e sono ormai diventate frasi di uso comune, soprattutto tra gli adolescenti, “ accettare l’amicizia” o “taggare un amico”. Essere amico di una persona o non esserlo più si riduce ad un click. La rete sociale viene utilizzata dai ragazzi e sempre di più dagli adulti, anche per misurare la popolarità di un argomento, di un link e via dicendo. Spingendo un bottone si esprime la propria preferenza tra ciò che piace e ciò che non piace, e quindi tra cosa è “in” o alla moda” e cosa è “out”o fuori moda. I competitors Myspace, Twitter e LinkedIn per quanto molto usati non riescono neanche lontanamente a sfiorare i traguardi del social network di Zuckerberg che nel 2011 ha fatturato ben 3,7 miliardi di dollari. Lo slogan del s.n. recita molto romanticamente: “Facebook ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita”. Il sito da semplice social network diventa Facebook Inc. e quest’anno si è presentato alla Securities Exchange Commission USA con tutta la documentazione per l’offerta pubblica di vendita e il conseguente collocamento in Borsa. L’idea geniale di un ragazzo è diventata purtroppo o per fortuna un disegno economico. Ernesto De Benedictis Umberto Bossi si è dimesso, seguito a ruota da suo figlio Renzo. Le vicende che hanno portato a tali sconvolgimenti all'interno della Lega Nord sono ben note a tutti. Quel che meraviglia davvero è il quadro nel quale queste vicissitudini si sono dipanate e le conseguenze cui probabilmente daranno luogo. Si era parlato di "clima di maggiore serietà", addirittura di una rinnovata "sobrietà" nel panorama politico italiano, un risveglio delle coscienze, mosse magari dalle tinte tetre di una crisi che ci sta chiamando tutti pesantemente in causa. Qualcuno ci aveva persino creduto, sentendo il discorso di insediamento del governo Monti che evocava "sobrietà", "equità", "efficienza", esaltandoli a valori portanti innanzitutto dell'azione del governo, quindi della classe politica in generale, però qualcosa sembra essere andato storto. Il governo riesce sistematicamente ad attuare solo quei provvedimenti (riforma delle pensioni e riforma dell'art.18) che, sponsorizzati dall'Europa sempre più tedesca, permettono di fare cassa nel breve periodo, giusto il tempo di far scendere un pò quello Spread che fa tanta paura; vengono messi del tutto da parte quegli interventi di carattere strutturale che rappresenterebbero un passo importante nel cammino verso l'equità. Categorie forti fanno la voce grossa (pensiamo all'abolizione delle Province); e per aggiungere al danno la beffa, i Tg vengono invasi da intercettazioni che testimoniano quanto il tesoriere della Margherita prima, quello della Lega poi, siano in grado di utilizzare il denaro pubblico per soddisfare ogni loro interesse. In tutto questo, come disse la Fornero nel memorabile discorso incorniciato da lacrime che fanno tanto pensare al coccodrillo, tutti siamo chiamati a fare dei "sacrifici" per superare questa crisi. Probabilmente, si stava riferendo ad un sacrificio di pazienza: quello si, è davvero pesante e si rinnova Riccardo Fondi quotidianamente. È BENE NON CAPIRE Il 71% della popolazione si trova al di sotto del livello minimo di lettura e comprensione di un testo scritto in italiano di media difficoltà. A dirlo sono due recenti studi internazionali, riportando un dato impressionante in base al quale gli italiani non siano in grado di interpretare nemmeno un articolo. In un quadro del genere, viene da sorridere amaramente pensando al bel parlare di una classe politica che non fa economia quando si tratta di citare il "rinnovamento profondo", le "grandi riforme" e il "rilancio della crescita" che dovrebbe guidare il cammino del paese. Questa "ricostruzione" presuppone delle solide basi: senza stabili fondamenta, non si può costruire un palazzo. È evidente il fatto che un 71% della popolazione che versi in simili condizioni non possa costituire la base per alcunchè, e ancora meno per un progetto di rilancio della vita economica, culturale e sociale di un paese in crisi. La priorità di un governo lungimirante dovrebbe essere quella di correggere un dato simile, intervenendo il più possibile innanzitutto su un settore, quello dell'istruzione, da troppo tempo messo in secondo piano. Durante i tre anni dell'ultimo governo Berlusconi abbiamo assistito a tagli nel settore per oltre otto miliardi di euro; il nuovo governo, con le politiche espresse finora, non sembra voler segnare un netto distacco con il passato. A questo punto qualcuno potrebbe porre una domanda: c'è davvero una volontà di cambiare le cose? O si tratta semplicemente di recitare slogan, sotto il quale si annida il desiderio di conservare inalterati i tratti di un sistema i cui disegni valicano le nostre conoscenze. Verrebbe la tentazione di rientrare in quel 71%, per non intravedere i contorni della risposta. Riccardo Fondi “FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA” L’Italia è un paese che invecchia e questa è cosa nota. Ma forse poco noto è che, crescendo il numero di anziani, aumenta anche il numero di coloro che giungono alla terza età non completamente autosufficienti, affetti da malattie croniche o situazioni psicofisiche invalidanti. Al di là delle fonti Censis o ISTAT, possiamo constatare di persona un indebolimento delle relazioni parentali, soprattutto al Centro-Nord, che si concretizza nei frequenti casi di anziani lasciati alle cure di badanti o, addirittura, soli. In Italia, con l’aumento dell’aspettativa di vita, si assiste alla difficoltà di soddisfare la domanda crescente di assistenza, soprattutto alla luce dei recenti tagli economici alle risorse sociali. Allo stato attuale, il principale supporto per gli anziani non autosufficienti resta l’indennità di accompagnamento (L.18/1980), ma si tratta di un contributo esiguo di 492 euro mensili, fissi per tutti, che non tiene conto dei bisogni diversificati e della situazione reddituale. Le spese delle badanti e dell’assistenza generale grava sempre di più sulle famiglie. Nel corso del Convegno di presentazione del progetto di un “Fondo per la non autosufficienza”, tenutosi presso la Sala Capranichetta, a piazza Montecitorio, è stato evidenziato come la non autosufficienza degli anziani sia diventata la prima causa di impoverimento delle famiglie italiane, dopo la perdita o l’irreperibilità del lavoro. Di fronte ad una problematica sociale drammatica, la nostra politica sanitaria e sociale non sembra fornire soluzioni adeguate. Ancora una volta, guardare all’Europa potrebbe essere d’ispirazione. In Francia per le prestazioni di sostegno agli anziani si tiene conto delle condizioni reddituali e i sussidi sono commisurati alla gravità delle condizioni psicofisiche con margini che vanno dai 344 ai 1.107 euro mensili. In Germania, invece, sono previsti contributi in base a quattro livelli di gravità il cui costo varia dai 205 ai 1.688 euro. L’ipotesi proposta nel corso del Convegno è quella della realizzazione di un Fondo che possa garantire interventi di sostegno mirati ed efficienti, con una gamma di prestazioni differenziate sulla base dei livelli di gravità dell’anziano e della situazione reddituale familiare. Ciò potrebbe contribuire a riequilibrare il sistema di welfare, determinando risparmi sulla sanità pubblica, ma potrebbe favorire anche il mondo del lavoro. Infatti, una politica adeguata in materia assistenziale vedrebbe crescere l’occupazione nel settore, specie tra le figure degli assistenti familiari. Maria Rita Salustri L’ARTE COME VALORE CULTURALE Anche in un periodo complesso come quello attuale, l’arte e specialmente quella pittorica mantiene un elevato numero di appassionati. Tempo fa ho avuto il piacere di intervistare Gabriele Boni figlio del noto Francesco Boni, esperto di arte con tanti anni fra aste,trasmissioni televisive e importanti contatti con i più grandi musei del mondo. Gabriele Boni dopo la laurea, ha conseguito un dottorato di ricerca presso la I.U.L.M. di letterature comparate.Ma la sua esperienza lavorativa si colloca nel giornalismo, lavorando con valenti giornali sportivi. Ma l’amore per l’arte, permette a questo valente professionista di scrivere per cataloghi dedicati di arte pittorica.Tra di questi il catalogo per Mario Schifano. Ma non è quest’ultimo il più importante, in quanto Gabriele ha curato anche la monografia dedicata a Salvatore Emblema. E poi i contatti, le collaborazioni con musei simbolo per L’Italia e non solo, come la Casa del Pane a Milano e il Museo del Mare a Genova. Gabriele studia e cresce culturalmente in varie città italiane, vivendo diciassette anni a Palermo e dal 1999 ad oggi a Milano. Non trascurando un periodo anche a Roma, tappa fondamentale per il mondo dell’arte. Oggi Gabriele Boni cura una importante rubrica di arte su internet e su alcune emittenti televisive con un vasto pubblico ed un ottimo successo. Tra le tante mostre in cui Gabriele ha collaborato, voglio citare quella di Gastone Biggi a Shangai e quella di Renato Mambor a Londra. Eventi storici nel panorama artistico internazionale che lasciano una traccia costruita non solamente dall’artista ma anche da giovani critici e studiosi dell’arte. Mauro Boschetti , N. 5. MAGGIO 2012 PROBLEMATICHE RELIGIOSE E DI ATTUALITA LA VERGINE DELLA RIVELAZIONE A ROMA PREGHIAMO LA MADRE DI TUTTI NOI Come ogni anno, il 12 aprile si festeggia a Roma l'anniversario dell'apparizione della Vergine al tranviere Bruno Cornacchiola. La grotta del miracolo (via Laurentina n. 400), allora squallida spelonca maleodorante, si è trasformata in un Santuario, denominato da Giovanni Paolo II: "Chiesa del Terzo Millennio" ove fedeli, da tutto il mondo, vengono a rendere omaggio alla Madre di Dio. 65 anni sono trascorsi da quando, con in mano il Libro Sacro, la Vergine apparve al Cornacchiola ed ai suoi tre bambini dicendo: “Sono la Vergine della Rivelazione: tu mi perseguiti, ora basta! Torna all'Ovile Santo, Corte Celeste in Terra ed obbedisci all'autorità del Papa.” Si proclamò anche Madre degli Incurabili ed affidò a Bruno un messaggio da consegnare a Pio XII. Bruno Cornacchiola, convertito, spese tutta la vita al servizio della Chiesa, portando la sua testimonianza in quasi tutto il mondo e fondò, per ordine della Vergine, l'Associazione Catechistica S.A.C.R.I. (Schiere Arditi Cristo Re Immortale), che ha sede in Roma, Via Antonio Zanoni 44. Tante furono le apparizioni, sempre documentando il tutto alle autorità competenti della Chiesa. Il Papa già sapeva da dieci anni, attraverso la mistica Luigina Sinapi, che in quel luogo e in quella data la Vergine avrebbe convertito un gran peccatore, per cui benedisse la Statua che a bordo di una carrozza reale trainata da sei cavalli bianchi, partendo dal Vaticano, raggiunse le Tre Fontane (15/10/1947). Durante la santa Messa, celebrata da S.E. Card. Mauro Piacenza, numerosi fedeli hanno assistito al “prodigio del sole” in cui l’astro rotea su se stesso, cambia colore e lo si può vedere ad occhio nudo. Tale fenomeno avviene dal 1980 (tranne il 1981). Marcella Croce de Grandis CHE LA CHIESA SIA COERENTE Il noto cantante Adriano Celentano, tanto stimato per le sue canzoni e per aver donato il compenso del Festival di San Remo ad alcune famiglie bisognose, ha annichilito il suo nobile gesto caritatevole con le sue accuse al quotidiano “Avvenire” e al settimanale “Famiglia cristiana”, nei quali non si parla solo di Dio, di Gesù, della Madre Celeste e del Vangelo, ma anche dei vari problemi sociali ed umani. Ha parlato per un'ora e mezza in due serate. Forse non ha letto bene l'Avvenire e Famiglia Cristiana, altrimenti non avrebbe espresso giudizi negativi verso i responsabili dei due giornali. A Famiglia Cristiana collaborano personaggi di un certo peso profetico e biblico, di cui cito il Card. Dionigi Tettamanzi, il biblista Card. Gianfranco Ravasi e il Priore di Bose Enzo Bianchi. Nella nostra epoca, purtroppo, i giovani si allontanano dalla Chiesa, perchè forse sono disperati, non trovano lavoro, non possono formare una famiglia, comprarsi una casa. Celentano avrebbe dovuto dire anche che è necessario che la Chiesa torni alla purezza originaria, quando i sacerdoti potevano sposarsi, perchè permettendo ai preti di sposarsi si ridurrebbe il numero dei preti pedofili e aumenterebbero le vocazioni sacerdotali. Mario Coletti IL PIÙ ANTICO SANTUARIO DEL LAZIO Conosciuto e visitato da tanti pellegrini del mondo, il Santuario della Mentorella, dedicato alla Madre delle Grazie, sorge su una rupe ripida e selvaggia dei monti Prenestini all'altezza di quasi 1200 metri s.l. m. ad est di Roma e distante una cinquantina di km. Si raggiunge in automobile con un percorso di circa un'ora, per proseguire a piedi attrezzati come dovessimo scalare le Dolomiti. Una magnifica opportunità primaverile per uscire dalla città piuttosto provata dal rigido e nevoso inverno 2012. In breve tempo, ci troviamo in un estremo monte del Lazio, in un luogo sacro che splende come un faro. Circondato da tanti paesini e villaggi come a segnare le tappe del viaggio. Il Santuario della Mentorella era uno dei luoghi preferiti di papa Giovanni Paolo II quale, affascinato dalla bellezza del luogo, faceva il percorso in salita a piedi per raccogliersi in preghiera. “Ho desiderato di venire qui, tra queste montagne, per cantare dietro le orme di Maria il 'Magnificat... Questo luogo mi ha aiutato molto a pregare... La preghiera, che in vari modi esprime il rapporto dell'uomo con Dio vivo, è anche il primo compito e quasi il primo annuncio del Papa”. Parole pronunciate il 28 ottobre 1978 in occasione della sua prima uscita ufficiale da pontefice. Per salutare il Santo Padre alla Mentorella, pervennero circa 20 mila persone in maggioranza giovani e scout. Il 29 ottobre del 2005, seguendo le orme di Giovanni Paolo II, ha visitato il Santuario il papa Benedetto XVI, ha celebrato la Santa messa ed ha pregato con la comunità della Mentorella a cui ha fatto seguito una bella passeggiata sul Monte Cerella. Quando, durante i viaggi in elicottero percorreva le località del Lazio, si abbassava per salutare e benedire i pellegrini nella piazza dall'alto. La Mentorella è il più antico Santuario mariano d'Italia, monumento storico che risale circa al dodicesimo secolo. La storia ricorda di questo luogo tre grandi figure: il martire sant'Eustachio. l'imperatore Costantino e san Benedetto. Tra periodi di splendore e periodi di abbandono, è nota una fase di assestamento e di grande vitalità dovuta ai Benedettini che vi si stabilirono per circa due secoli, dal XII al XIV sec. Il XVII secolo segna una nuova vita. Nel 1661 lo scienziato gesuita p. Atanasio Kircher intraprese un grande progetto di ristrutturazione dell'edificio e di risveglio della devozione alla Madonna della Mentorella. Alla sua morte chiese che il proprio cuore fosse sepolto vicino alla Madonna. Il papa Innocenzo XII ebbe la stessa intenzione. Tuttora dal 1857, il Santuario della Mentorella è affidato alla custodia e alle cure religiose dei Padri Redenzionisti. Angela Abozzi Cecchetto UN TUBERO PRODIGIOSO Friederich Engels, celebre economista tedesco, ha detto che la patata ha rivoluzionato la storia quanto la scoperta del ferro. Pochi alimenti hanno una storia così importante come la patata. Tubero appartenente alla famiglia delle Solanacee, fu importata in Europa dagli Spagnoli che l'avevano conosciuta durante la conquista del Perù, attorno al 1580. Per molti anni fu considerata solamente una curiosità botanica poi, più tardi, dalla Spagna si diffuse in Italia, in Germania e in Francia. Divenuta il principale cibo delle popolazioni agricole nel nord Europa, la pianta della patata può essere considerata la più importante causa di emigrazione verso l'America. Una malattia del tubero, che determinò la famosa carestia della metà del XIX sec. costrinse infatti, centinaia di migliaia di contadini irlandesi, tedeschi, inglesi ed olandesi ad abbandonare le loro case per cercare condizioni di vita migliori nel nuovo mondo. Oggi, il Paese europeo che detiene il primato del consumo è il Belgio, più di 200 Kg annui pro capite. In Italia la regione che ha la maggiore coltivazione è la Campania, e ne sono state selezionate circa 200 specie diverse. La patata contiene il 18% di glicidi sotto forma di amido. Un luogo comune la fa ritenere un alimento ingrassante, di difficile digestione. Ma non è così. Poiché la buccia contiene il caiapo, una sostanza che riduce la glicemia, anche i diabetici possono mangiarla tranquillamente. Pochi sanno che uno degli scienziati più celebri di tutti i tempi, Alessandro Volta, contribuì a lasciare un’impronta nella storia della nostra gastronomia. Al ritorno da un suo viaggio dalla Francia portò come dono alla sua famiglia uno strano ortaggio dalla forma ovoidale, chiamato dai francesi “pomme de terre”. Al mondo, oggi, ne esistono più di 7.500 varietà, e i modi di cucinarla sono tanti, si conserva per sei mesi senza bisogno del freezer, preferibilmente al fresco e al buio. La patata può essere usata come antico “rimedio della nonna”, si dice infatti che mangiata cruda toglie la nausea alle donne in gravidanza. Per pulire l’argenteria basta immergerla nell’acqua di cottura delle patate. Per le scottature, una fetta applicata sulla parte ustionata per quindici, venti minuti, lenirà il dolore. Alessandra Angotti Il mese di maggio è dedicato alla Madonna seguendo una tradizione niente affatto antica, anzi piuttosto recente. Si pensa che Maggio, mese del rifiorire della natura, ci ricordi appunto l’idea dei fiori e la Madonna certamente è il fiore più bello, dopo Cristo, creato da Dio”. Lo afferma il prof. Luigi Gambero, noto mariologo e sacerdote. Anche tra i pagani, vi erano delle feste dedicate ad eventi stagionali e climatici, quindi non vi è assolutamente nulla di strano e rivoluzionario. La cosa più ambigua è forse il fatto che la liturgia della Parola del mese è poco incentrata su Maria, ma con ogni probabilità questo dipende dal fatto che la devozione Mariana legata al mese di maggio è appunto una tradizione piuttosto recente, che risale su per giù al settecento, e soprattutto al fatto che la stessa Sacra Scrittura parla poco di Maria in generale, lei è una protagonista importante, ma silenziosa e comunque poco portata alla parola, alle affermazioni. Maria è la donna del silenzio e della meditazione”. Ad ognuno di noi è dovuta una riflessione maggiore, un pensiero rivolto alla Madre di tutti. Alessandra Angotti L’INSOSTITUIBILE RUOLO DEI FILOSOFI E DEI TEOLOGI Nella società odierna, imperniata sulla praticità e sulla tecnologia, sembra che i filosofi siano stati emarginati. La principale responsabilità di tale emarginazione é da addebitare ai mass-media. L’informazione si limita a mettere in evidenza i fenomeni criminali (individuali e organizzati) senza analizzarne le cause. Errore gravissimo. Per estirpare le radici di tutti i comportamenti devianti é necessario scandagliare la natura dei rapporti causa-effetto. Omettere questa ricerca significa andare incontro ad un futuro denso di incognite disastrose. Significa lasciare che la società umana si trasformi, gradualmente e inesorabilmente, in una giungla popolata da bestie feroci. Analogamente colpevole é il tentativo di sminuire l’importanza della teologia, intesa come scienza rivolta alla comprensione del rapporto Divinità-Umanità, tra il Creatore e le creature. Soffocare questa ricerca significa ignorare il profondo significato della nostra esistenza terrena: agire in modo tale da meritare la vita eterna promessa dal divino Redentore. Avere fede nella Divinità significa scegliere di schierarsi al fianco degli operatori di pace che saranno chiamati “figli di Dio”. Alla fine dei tempi le forze del Bene annienteranno quelle del Male. Ecco come bisogna rispondere a coloro che si pongono drammatici interrogativi esistenziali. Rosanna Sinopoli DIALOGO ECUMENICO L’ATTUALITÀ, pag. 15 IL MESSAGGIO DELLA PASQUA Il periodo pasquale si è concluso. Con quali messaggi? Poter vivere ricordandoci di quella Croce, il pesante fardello che Cristo ha portato per noi fino al Golghota e che, purtroppo, continua a portare perchè ogni peccato è paragonabile ad un chiodo che penetra nella carne del Salvatore. Ancor oggi ascoltiamo le parole “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno…”. Ecco la speranza. Ecco il messaggio che la Pasqua ci dona ogni anno: il perdono. Lui è risorto e dall’alto ci guarda, ci protegge, vigila su di noi. Se solo riuscissimo a comprendere appieno il senso del perdono e della fiducia, forse la nostra vita sarebbe più completa. Ma scorgiamo anche messaggi carichi di oscurità e che preoccupano. La cattiveria umana non ha fine. Si uccide, si beffeggia il prossimo, si truffa, non si ha rispetto per la povertà. Del resto Dio ci ha donato il libero arbitrio e noi al massimo possiamo pregare per chi non segue la retta via e sperare che qualcosa cambi. Purtroppo alcuni pastori non sono più tali, non lasciano più le 99 pecore per andare a salvare l’unica smarrita. Allora, chiediamo alla Chiesa di ritornare ad essere l’esempio per tutti noi. Una volta le amate Parrocchie erano il luogo dell’accoglienza. Oggi non è più così. Il grave rischio è il totale abbandono che spesso coincide con l’addio alla fede. Dio non voglia che in futuro, nel mondo, ci siamo solo lupi e pecorelle smarrite… Gianluca Lari LUTTO Il 25 marzo u.s. la Signora Clara Ferrante (moglie del nostro assiduo redattore Dott. Cav. Mario Coletti) é stata chiamata nel Regno dei Cieli. Altri due eventi hanno addolorato il Dott. Coletti: il 1° aprile é morto il suo consuocero Carlo De Franceschi e il 9 aprile é venuta a mancare sua cognata Anna Valente (docente di Scuola Superiore). Tutta la Redazione si unisce al cordoglio del Dott. Coletti, invitando i lettori a visitare il sito www.claraferrante.com Vero é che le persone care, quando vengono a mancare, lasciano un vuoto incolmabile. Ma é vero anche che la fede in Cristo Risorto, che ha sconfitto la morte, é un pilastro incrollabile sul quale poggia la nostra esistenza terrena, che é un passaggio obbligato prima di trasferirci nella sublime dimensione della vita eterna. Non bisogna mai dimenticare la grande promessa: “Chi crede in me continuerà a vivere per sempre in Paradiso”. Al Dott. Coletti, uomo di fede cristallina, il nostro affettuoso abbraccio. C.G.S.S. ASSEMBLEA NAZIONALE FLAI-CGIL a cura di Aurora Simone Massimi FESTIVAL BIBLICO È stata presentata ufficialmente la VII edizione del Festival Biblico, che si terrà a Vicenza dal 18 al 27 maggio. A presentare l’imminente evento è stato Padre Ermes Ronchi, che per l’occasione ha tenuto una meditazione sul tema scelto per la manifestazione: «Perché avete paura? (Mc 4,40) La speranza delle Scritture». L’evento, la cui serata inaugurale si svolgerà il 24 maggio nella Cattedrale di Vicenza, avrà come protagonisti il priore della Comunità di Bose Enzo Bianchi che dialogherà con Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della sera, in un omaggio al card. Carlo Maria Martini, grande conoscitore della Scrittura. Tra gli studiosi di Sacra Scrittura: Romano Penna, Ugo Vanni, Francesco Rossi de Gasperis, Bruna Costacurta, Luca Mazzinghi, Lidia Maggi, Martino Signoretto, Riccardo Lufrani, Stefano De Luca, e altri. Gli ambiti di approfondimento del Festival saranno quattro: biblico-teologico («La Speranza dalla Parola»), socio-culturale («La Speranza dall’Uomo»), storico-archeologico («La Speranza dalle Terre»), artistico musicale («La Speranza dalla bellezza»). I centri della diocesi vicentina interessati dal Festival sono dodici: Bassano del Grappa- Nove, Valdagno- Brogliano, Arzignano- Chiampo, Lonigo, Montecchio Maggiore, Dueville, Marola, Schio, Piazzola sul Brenta. CONTRO IL TRAFFICO DI ESSERI UMANI NEL SINAI I Vescovi di Terra Santa, riuniti in Assemblea, hanno lanciato un accorato appello al fine di salvare la sorte degli ostaggi del Sinai, attraverso un documento firmato a Gerusalemme. Si sono rivolti direttamente alle Autorità egiziane e israeliane, per chiedere un intervento deciso contro la tratta di esseri umani nel Sinai e contro le violenze, le torture, gli omicidi. Infatti, i Vescovi sono profondamente preoccupati per la terribile situazione dei richiedenti asilo detenuti in ostaggio nel Sinai, profughi africani: soprattutto eritrei, etiopi e somali, in fuga da Paesi in guerra. I Porporati hanno, inoltre, assicurato il loro impegno «nell’assistenza spirituale dei cattolici tra i richiedenti asilo», chiedendo alle autorità israeliane di «permettere ai cappellani e ai loro assistenti di incontrare i richiedenti asilo incarcerati nelle strutture di confino in Israele, per offrire loro consolazione spirituale». PRESENTATO IL LIBRO SU PAPA WOJTYLA Si è tenuta in Campidoglio, presso la Sala del Carroccio la presentazione di un particolare volume circa l’esperienza terrena di Papa Giovanni Paolo II, vista dall’autrice Prof.ssa Aurora Simone con gli occhi di chi ha condiviso con Lui un rapporto misto tra la collaborazione professionale e l’amicizia sincera nei confronti dell’intera famiglia dell’autrice. Tale data è stata scelta dal Consigliere capitolino On. Ludovico Maria Todini, che ha fatto gli onori di casa, poiché in questo giorno la Chiesa commemora la conversione di San Paolo al Cristianesimo, ed anche per ricordare la storica visita di Papa Wojtyla in Campidoglio del 18 gennaio 1998. Il volume dal titolo: “Giovanni Paolo II – il mio Santo in terra” racconta con l’esperienza relativa alla conoscenza del Papa polacco vissuta da parte dell’intera famiglia dell’autrice, e soprattutto di suo figlio Alessandro, che da piccolo nel 1980 oltrepassò le transenne di sicurezza durante un’udienza papale per consegnare una lettera a Sua Santità e rimase colpito dal fatto che Wojtyla lo lasciò avvicinare, fedele alle parole di Cristo: lasciate che i pargoli vengano a me. Illustre il tavolo dei correlatori: dal Prof. Giancarlo Carlini - teologo, al Prof. Gaspare Mura – Professore emerito di Filosofia presso l’Università Sapienza di Roma, a Mons. Pawel Ptasznik – membro della Segreteria di Stato vaticana, che per lunghi anni stilò i discorsi di Giovanni Paolo II e che ne è oggi il principale biografo/agiografo vivente, avendo peraltro fornito la consulenza teologica a tutti i film prodotti sulla vita del grande Papa polacco. Perfetta moderatrice dell’incontro la d.ssa Annapaola Ricci, video-giornalista del TG1 RAI. Il libro di Aurora Simone è uno strumento per ricordare il principale messaggio evangelico di Giovanni Paolo II, vale a dire la “Catechesi Itinerante”, che le diede il compito di portare – nel suo piccolo – il Vangelo in ogni luogo della propria esperienza quotidiana di madre, moglie e studiosa di sacri testi nonché professoressa di scuola secondaria. Un particolare accenno è stato fatto all’avvio del dialogo interreligioso intrapreso da Giovanni Paolo II il 27/10/1986 in Assisi tramite l’organizzazione dell’incontro tra tutti i capi delle religioni del pianeta, sia monoteiste che non. Incontro che poi è stato ripetuto da Papa Benedetto XVI in data 27/10/2011. L’evento si è concluso con l’intervento del poeta-pittore Bolia, che ha voluto dare la sua testimonianza dell’incontro avuto con il beato Giovanni Paolo II, nel mostrargli il dipinto della Croce Cosmica con stupore e meraviglia, nel linguaggio del silenzio, che il Poeta ha elaborato in poesia e che ha declamato: Alziamo le braccia dentro il cielo e muoviamo a parole i segni e se tu Dio passi da questa parte del cielo fermati… ci siamo noi. Angela Abozzi Cecchetto Mario Guidi, Susanna Camusso, Stefania Crogi, Colomba Mongello, Morena Piccinini A Roma, presso lo studio 10 di Cinecittà nella suggestiva location di Roma Antica il 20 aprile si è tenuta la 3° assemblea nazionale della FLAI CGIL per la salute e sicurezza Art. 18. Diritto di tutte è il titolo dell’appuntamento nel quale ampio spazio è stato dato al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. I settori dell’agricoltura e dell’industria alimentare dove le donne rappresentano rispettivamente il 28% ed il 40,5% degli occupati del settore, vedono una forte presenza di rischi di infortuni per questo è necessario un grande investimento nello sviluppo della prevenzione e informazione affinchè sia ridotto ed annullato il rischio di infortuni o patologie. Il segretario generale della FLAI, Stefania Crogi, ha parlato con alcune delegate della categoria riguardo la sicurezza sui posti di lavoro, organizzazione del lavoro e ruolo svolto dalle delegate. Al dibattito hanno partecipato Morena Piccinini, Pres. Nazionale Susanna Camusso INCA, Colomba Mongello, componente del Consiglio della Presidenza del Senato, Mario Guidi, Pres. Confindustria, Susanna Camusso, Segretario Generale CGIL. In sala erano presenti più di 2000 persone provenienti da ogni regione d’Italia. Giacomo Bove IL SULTANATO DELLE DONNE (Terza parte) Chi erano queste donne eccezionali, la cui influenza si estese al di là delle pareti dell’harem ? Le più notevoli furono consorti favorite, i cui figli salirono al trono. La madre di un Sultano regnante occupava una posizione unica per rango e autorità. Portava il titolo di “Valid Sultan” o Regina Madre, il rispetto accordato alla madre del sultano era un riflesso della struttura sociale ottomana, in cui costei occupava un posto particolare; come recita un detto islamico”Il Paradiso è ai piedi delle madri”, la Valid Sultan si trovava al sommo della gerarchia dell’harem, e la sua autorità era simboleggiata dall’ubicazione centrale del suo appartamento all’interno del complesso di edifici dell’harem stesso. Salire alla posizione di Valid Sultan non era questione di pura fortuna: all’apogeo dell’Impero Ottomano l’harem contava almeno alcune centinaia di donne, e il semplice fatto di giungere in presenza del Sultano non era per nulla facile. Prima di incontrarlo una giovane ospite dell’harem doveva (grazie anche alla sua bellezza, abilità e carattere) richiamare l’attenzione di qualcuno che potesse spingere avanti la sua “carriera”, forse una delle sovraintendenti o maestre delle fanciulle, forse la stessa Valid Sultan. Se una giovane era abbastanza fortunata o abile tanto da raggiungere il letto del Sultano, doveva tener desto l’interesse di questi abbastanza a lungo da assicurarsi una progenie, augurandosi di dare alla luce un maschio per poter così aspirare a diventare una futura Valid Sultan. Ci fu solo una donna nell’arco di tempo di 130 anni ( tanto durò il Sultanato delle donne) che divenne leggendaria rispetto alle altre: Hurrem Sutan, conosciuta in Occidente con il nome di Rosselana …(Continua). Daisy Alessio OMAGGIO AI SOCI A coloro che rinnoveranno la quota associativa a questo periodico verrà offerto in omaggio uno dei seguenti libri di COSMO G. SALLUSTIO SALVEMINI * Informazione manipolata dalle lobby. * Dalla corrotta oligarchia alla demo-sorte-merito-crazia. * Pace nel mondo, traguardo possibile. * Storia di moderne devianze della Giustizia. * Matrimonio o convivenza? * Stato e Chiesa - Storia dei concordati. * La questione cattolica - Privilegi concordatari. * Papato e Conclave, storia dei rapporti con il potere politico. * Il potere temporale del Papato. * Europa, problemi giuridici ed economici (sesta ediz. Giuffrè). * Istituzioni di diritto civile. * Istituzioni di diritto pubblico. * Istituzioni di diritto commerciale. * Elementi di economia politica. L’ATTUALITÀ, pag. 16 N. 5. MAGGIO 2012 L’ATTUALITÁ Editore: Movimento G. Salvemini, fondato nel 1962 Comitato d’Onore del periodico “L’Attualità” Direzione: Via Aquilonia 93 00177 Roma Presieduto da Mons. Sen. Viktor Busà, Lord Presidente del Parlamento Mondiale per la Sicurezza e la Pace, a cui spetta il rango di Capo di Stato, a norma della Convenzione di Vienna del 1961. Direttore responsabile Sen. Prof. C. G. S. Salvemini Parlamento Mondiale Sicurezza e Pace (cell. 347.0333846) Vice Direttore Editor’s Salvatore Veltri Vice direttori: Adalgisa Biondi, Paolo Macali, Liliana Speranza, Gabriele Zaffiri COMITATO DI REDAZIONE Elena Andreoli, Mario Barbini, Antonio Bartalotta, Flora Battiloro, Lisa Biasci, Biagio Bonetti, Mauro Boschetti, Liana Botticelli, Gianfederico Brocco, Valentina Cerenza, Mario Coletti, Antonietta Del-Bue Prencipe, Nicoletta Di Bello, Gabriella Di Luzio, Michele Forte, Andrea Lando, Pier Luigi Lando, Giovanni Maggi, Antonietta Mancuso, Mario Monica, Lucilla Petrelli, Simonetta Scafi, Fiorella Silvestri, Aurora Simone Massimi, Liliana Speranza, Nico Valerio, Franco Vivona, Amelia Volpato, Maurizio Volpes, Leonardo Zonno. Capi Redattori Regionali Lombardia: Ferruccio Ciavatta. Piemonte: Daniela Cozza. Valle D’Aosta: Pietro Buttiglieri. Trentino-Alto Adige:G. Giordani, Lara Cavaliere. Friuli-Venezia Giulia: Pietro Jacono Veneto: Gilberto Antonioli. Liguria: Carmela De Nitto. Emilia Romagna:Vincenzo Scozzafave (Inviato speciale) Toscana: Silvia Renzi. Marche: Ivo Costamagna. Umbria: Cosimo Roberto Vento Lazio:Antonio Bartalotta, Lucilla Petrelli. Campania: Florinda Battiloro. Abruzzo:A. De Frassina, E. Vanni. Molise: Maria Cristina Bernardo. Puglia:Marianina Sponzilli. Basilicata: Giovanni Di Lena. Calabria:Antonio Bartalotta, Michele Biafora. Sicilia:Albano Laporta, Pietro Fratantaro. Sardegna: M. Contini, G. Lutzu, M. Mariano. REDAZIONI ESTERE Argentina: Pino Aprigliano Belgio: Francoise Vercruysse Bolivia: Emma Rosario Imanà Canada: Giuseppe Cannizzaro Cina: Pietro Fiocchi Costarica: Olga Coll Croazia: Sania Mihalina Federazione Russa e C.S.I.: Pietro Fiocchi Francia: Maria Salamone Germania: Giancarlo Sordon Gran Bretagna: E. Caprarella, C. Di Massimo Olanda: Teresa Van Der Hallen, Tosca Poggialini Portogallo: Maria Rego Romania: Eugen Evu Serbia: Dubravka Stegnjaic Spagna: Javier de la Rosa, Carmen del Vando Blanco Slovacchia: Marina Hostacna Ucraina: Nataliya Kudryk Usa: Teresinka Pereira, Maristella Santambrogio On. Alfredo Arpaia (Presidente Lega Italiana Diritti dell’Uomo); Prof. Andrea Bixio (Ordinario Sociologia, Univ. La Sapienza, Roma); Prof. Giorgio Bosco (Ambasciatore); On. Avv. Pasquale Calvario (già Assessore Cultura Regione - Puglia); Conte Prof. Fernando Crociani Baglioni; Prof. Javier de la Rosa (Università di Tenerife - Isole Canarie - Spagna); Prof. Claudio De Rose (Presidente Onorario Corte dei Conti); Prof. Francesca Ferragine (Psichiatra-Psicoterapeuta); Duca Riccardo Giordani, Duca di Willemburg; On. dott. Albano Laporta (P.M.S.P.); Prof. Giuseppe Lembo (sociologo); On. Dott. Giacomo Leopardi, (Presidente Ordine Nazionale Farmacisti); Amm. Stefano Madonna; Sen. Col. Giancarlo Martini (P.M.S.P.), On. dott. Pasquale Moncada (P.M.S.P.), Gen. Stefano Murace (Aeronautica Militare); Gen. Enrico Muzi (Guardia di Finanza); Gen. C. A. Rocco Panunzi; Comm. Dott. Rodolfo Ricottini (medico chirurgo); Prof. Tito Lucrezio Rizzo (Consigliere Capo Servizi del Quirinale); Prof. Natale Santucci (neurochirurgo); Comm. Giancarlo Serafini (presidente Lions Roma Palatinum); Gen. C. A. Bruno Simeone; Prof. Giulio Tarro (Scienziato, PhD-Md); Gen. Div. CC. Raffaele Vacca. MILANO CITY MARATHON Giunge alla sua edizione la Milano City Marathon che domenica 15 aprile 2012 vedrà il capoluogo lombardo invaso da decine di migliaia di maratoneti che partiranno dai padiglioni di Rho Fiera e percorrendo 42 chilometri giungeranno in Piazza Castello attraversando il "Bosco in Città", lo stadio di San Siro, l’Arco della Pace, corso Vittorio Emanuele e suggestivi Navigli. Il Sindaco di Milano vede questa come una splendida occasione per la città che ha visto impegnate tutte le istituzioni insieme a partner di rilievo: c’è stata una collaborazione proficua nell’interesse di Milano. “Quest’anno la maratona è abbinata alla domenicAspasso: una scelta che renderà la corsa ancora più vicina alla città. Sono certo che sarà una grande festa di sport sia per gli atleti professionisti che per gli appassionati". Il 15 aprile l’Amministrazione comunale ha organizzato la seconda domenicAspasso dell’anno, cioè un giorno dove la città sarà senza auto, da vivere di corsa, camminando o pedalando, con decine di iniziative dal centro alla periferia. Ci saranno feste di strada, biciclettate, mercatini. Lungo il percorso della maratona ci saranno otto pedane per gli artisti di strada. La Milano City Marathon sta affermandosi sempre più come un appuntamento irrinunciabile nel calendario internazionale delle competizioni professionistiche. Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha detto: "la dodicesima edizione di questo appuntamento riconfermerà gli ingredienti che l'hanno reso un classico: un percorso adatto a stabilire record, la partecipazione di atleti nazionali e internazionali di primo piano, l'attenzione alla solidarietà, la sensibilità verso l'ambiente e le aree urbane". Isacco Cicala COME NASCE LA BOXE ACTION Antonella Rossi, Tecnico Federale e Thierry Ayala Direttore Artistico,e preparatore Atletico. La Boxe in Action, è una armoniosa congiunzione dell’Arte del pugilato amatoriale ad un nuovo metodo di potenziamento psichico e fisico alla musica. Ad ogni seduta di allenamento si bruciano fino a 500 calorie, tonificando e modellando il corpo e la preparazione alla difesa personale. Uno sport, ormai definito il Fitness del pugilato Amatoriale, quando si parla di BOXE ACTION. Questo antico Sport, è in continua evoluzione, viene praticato dai bambini sopra i cinque anni fino ai sessantacinque, è uno sport che dà armonia al corpo, rafforza i muscoli, mentre si fa Pugilato ballando. Nella Domenica dedicata allo Sport, in piazza del Popolo, una stupenda dimostrazione di giovani, bambini e adulti, ha tenuto inchiodati, una immensità di spettatori e turisti nel vedere danzare e boxsare con una eleganza di movimenti straordinari, per più di un’ora hanno danzato, con le bravissime, Antonella Rossi e Thierry Ayala coordinatrici dei movjment seguiti dai sportivi. Questo Sport fantastico che tonifica i muscoli e dà vita allo spirito, andrebbe praticato da tutti noi. Liana Botticelli NAPOLI, TRA DELUSIONE E VENDETTA Si è conclusa lo scorso 14 marzo, l’avventura del Napoli calcio in Champions League. Dopo un girone di qualificazione avvincente, la squadra partenopea era riuscita ad eliminare squadre del calibro di Villareal e Manchester city. Dopo il passaggio del turno, agli ottavi di finale, incontrò il Chelsea. Squadra temibile del magnate Roman Abramovic. Incredibilmente il Napoli vince l’andata 3-1 ma l’inesperienza in campo europeo ha fatto in modo di non riuscire a gestire il poderoso vantaggio allo Stanford Bridge e perdere 4 -1 contro il Blues. Peccato. Il Napoli in ogni caso esce a testa alta dalla competizione più importante del mondo. Ora si deve concentrare ai due obbiettivi che gli rimangono, terzo posto e coppa italia. Difatti nel prossimo maggio la compagine partenopea incontrerà la temibile Juve nella finale di coppa Italia a Roma. Una bellissima sfide tra due squadre affamate di successo. Flavio Girlando Fotocomposizione: Euroselect, via Aquilonia 93, Roma Stampa: S T R press, via Carpi 19, Pomezia Attività editoriale di natura non commerciale (art. 4, D.P.R. 26/10/72, n 633 e successive modifiche) Gli articoli firmati e le foto, inediti ed esenti da vincoli editoriali, esprimono le opinioni personali degli autori che ne assumono direttamente la responsabilità. La Direzione, in base agli spazi disponibili, si riserva la facoltà di selezionare ed abbreviare gli articoli pervenuti. In linea di massima la collaborazione è a titolo gratuito. È prevista una retribuzione solo per i corrispondenti dall’estero. Proprietà letteraria riservata. Tiratura programmata: 120.000 copie ECCO IL GIRO D’ITALIA Il Giro d’Italia quest’anno non avrà il protagonista d’eccellenza Alberto Contador, che è stato il vincitore del Giro nel 2008 e nel 2011. Contador, corridore spagnolo, vuole essere protagonista in corse, che si effettueranno in altre Nazioni. Nel Giro d’Italia i controlli antidoping saranno molto severi. I corridori, che verranno sorpresi ad usare sostanze dopanti, non solo saranno multati e squalificati, ma la squalifica durerà per tutta la vita. Considerando l’assenza del campione spagnolo Contador ci si domanda chi ha più possibilità a vincere il Giro d’Italia. Gli addetti ai lavori ritengono che l’uomo da battere sia Ivan Basso, che ha 34 anni. Altri concorrenti alla vittoria possono essere Cavedish, Cunego, Petacchi, Michele Scarponi e Nibali, se vi parteciperà. Gli stranieri, oltre a Cavedish, che hanno possibilità di vincere il Giro sono: il danese Fulsang, il francese Gadret, gli spagnoli Anton, Rodriguez e Cobo, che ha vinto l’anno scorso la Vuelta. Potrebbe fare una sorpresa uno dei seguenti emergenti italiani: Belletti, Guardini, Modolo e Viviani. Forse Stefano Garzelli parteciperà per l’ultima volta al Giro. Il Giro d’Italia quest’anno inizierà il 5 maggio in Danimarca e terminerà il 27 dello stesso mese. Il totale dei Km. del Giro d’Italia è di 3.476,4. Ci auguriamo che il Giro dia grandi soddisfazioni agli appassionati di ciclismo. Mario Coletti Filomena Claps (madre di Elisa, il cui cadavere fu trovato nel sottotetto della chiesa S. Trinità), nel corso della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”, ha dichiarato: “Mons. Agostino Superbo, vescovo di Potenza, è un gran bugiardo”. AUDIO VIDEO CENTER RICORDANDO GLI EROI DI SUPERGA “Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede, e così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è solo in trasferta”! Queste le parole di Indro Montanelli, sulla tragedia che 63 anni fa ha colpito Superga e il resto d’Italia, quando l’intera squadra di calcio del Torino, con dirigenti e qualche giornalista, si schiantò con il suo aereo su quella collina piemontese. Era il 4 maggio 1949, il Torino vincitore di cinque scudetti consecutivi, tornava da Lisbona con una sconfitta di 4 goal a tre subiti dal Benfica, segnarono Ossola, Bongiorni e Menti, gli ultimi tre goal di una squadra leggendaria. Capitan Mazzola e compagni persero la vita, schiantandosi sulla basilica di Superga. Due giorni dopo in occasione dei funerali ben 600 mila persone parteciparono ai funerali, la cosa sorprendente è che Torino, all’epoca, contava circa 400mila abitanti. In contemporanea, in tutto il Paese, centinaia di italiani rendevano omaggio al Torino affollando chiese e piazze. A distanza di 63 anni vogliamo onorare la memoria di quei ragazzi. Che non si spenga mai il ricordo di quel sogno chiamato: GRANDE TORINO. Alessandra Angotti UNA VITA SFORTUNATA Quella di Morosini è solo l’ultima tragedia in campo nella storia dello sport e del calcio italiano. Il ricordo corre immediatamente al piovoso pomeriggio del 30 ottobre 1977. Quel giorno toccò a Renato Curi, 24 anni, giocatore del Perugia. Il centrocampista del Livorno Piermario Morosini muore a 26 anni, nel bel mezzo di una partita di calcio Pescara-Livorno. Si conclude così una vita costellata da drammi, in cui il giovane bergamasco non è mai riuscito a essere sereno e libero da pensieri. Si conclude nel modo più imprevedibile e tragico, per un arresto cardiaco e vari tentativi di salvataggio falliti. Una disgrazia dietro l’altra per il giovane talento di proprietà dell’Udinese. Nel 2001 Piermario aveva perso la madre Camilla, e dopo soli due anni, nel 2003, il padre Aldo. Qualche tempo dopo anche il fratello maggiore di Piermario è venuto a mancare e negli ultimi mesi anche sua sorella sembrava essersi ammalata. Lui, nonostante tutto, non si era mai perso d’animo. Morosini aveva esordito in Serie A nell’Udinese, aveva giocato nelle Nazionali giovanili, compresa l’Under 21. Il 2011/12 con il Livorno doveva essere l’ennesima stagione di conferma a buoni livelli. L’Udinese, era pronta a chiamarlo nella massima categoria. Lo scorso anno aveva spiegato in un’intervista: “La scomparsa dei miei genitori e di mio fratello è una cosa che mi ha segnato la vita, ma che allo stesso tempo mi ha messo in corpo tanta rabbia e mi ha aiutato a dare sempre tutto per realizzare quello che era un sogno anche dei miei cari.” Nicole Danhielle AVVISO UTILE PER FAMIGLIE E AZIENDE * Ristrutturazione di appartamenti. * Manutenzione straordinaria di edifici. * Progetto e calcolo di strutture di nuova realizzazione. * Valutazione della vulnerabilità di strutture esistenti. * Progetto di impianti fotovoltaici (pannelli solari per produrre energia elettrica a basso costo, usufruendo di incentivi statali) * Certificazione energetica di edifici Per informazioni: Ing. 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