Lettera di un`amica
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Lettera di un`amica
Lettera di un'amica Mi piace ricordarla in sella alla sua bicicletta, con i suoi cappellini bizzarri e la grinta con cui pedalava verso una delle sue mete... E la contemporanea attenzione che poneva nel guardarsi attorno con curiosità e nel salutare, con la sua voce “gagliarda”, chi incontrava nella sua strada. Gianna era così: decisa, convinta, ferma, intransigente per alcuni aspetti, ma sempre attenta e vigile su tutto quello che la circondava, che riguardava la città e la sua gente. A chi, come me, l’ha conosciuta tanti anni fa per esperienza professionale, non sono mancate le occasioni di confronto, di scambio acceso, a volte anche di “scontro”: ma sempre leale, franco, aperto e attento, soprattutto da parte sua, a salvare e preservare, ad ogni costo e a qualunque prezzo, il rapporto e la relazione con chi aveva di fronte. Si sentiva, si percepiva che, nonostante i modi a volte un po’ “ruvidi”, sapeva “volere bene” e quindi, sempre a lei e non ad altri, era concesso qualcosa di più. Poteva “raccomandare”, “sollecitare”, “stimolare”, “premere”, su qualsiasi argomento... e sapeva farlo molto bene... bussando energicamente a tutte le porte di quelli “che contano” e facendo sentire la sua voce squillante e inconfondibile. Certamente gli argomenti a Gianna più “cari” erano quelli che riguardavano le persone più in difficoltà, con meno possibilità, i più fragili... Di lei si può senz’altro affermare che “c’è stata" dentro il suo tempo, dentro la sua città e tra la gente... Una presenza viva, espressiva, capace di confrontarsi con competenza con gli altri chiunque fossero e comunque la pensassero... Alla conclusione di una vita così non c’è che da invidiare l’energia, la forza, la vitalità con cui ha saputo spendersi e vivere, ogni giorno, ogni ora... e sperare che il suo modo di essere, mai banale e facile, possa contagiare un po’ la vita di tutti.