Cipro, l`isola infestata dalle spie (di Massimiliano Ferraro)

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Cipro, l`isola infestata dalle spie (di Massimiliano Ferraro)
Cipro, l’isola infestata dalle spie (di Massimiliano
Ferraro)
Pubblicato da Redazione il 10/7/10 • nelle categorie Consigliati, Esteri
Cipro, l’isola infestata delle spie
di
Massimiliano Ferraro
Christopher Robert Metsos non si trova. La spia numero 11,
ricercata dagli Stati Uniti con l’accusa di essere il capo di un una
cellula di spionaggio russo attiva in alcune città americane, sembra scomparsa nel nulla. Anche i giornali ciprioti stanno cominciando a
non parlare più di lui, mentre nella vecchia Europa l’attenzione è focalizzata sulla più glamour Anna Chapman e sullo scambio di spie avvenuto ieri a Vienna tra USA e Russia: dieci agenti dello
spionaggio russo per quattro americani. Anche a Washington deve
essere tempo di saldi…
Ma tutto questo non c’entra con la sorte dell’enigmatico Metson,
una spia troppo importante per Mosca, che non può quindi essere messa sul tavolo delle trattative per salvare le apparenze diplomatiche.
Qualcuno dice che è ancora a Cipro, al riparo dai trattati di estradizione nella parte turco-cipriota dell’isola,
altri dicono che sia già in Russia. Quasi certamente non lo troveranno mai più.
In seguito all’arresto avvenuto all’aeroporto di Larnaca il 29 giugno scorso, Metsos è riuscito a far perdere le
sue tracce dopo essere stato rilasciato su cauzione, cosa che ha mandando su tutte le furie il governo degli
Stati Uniti. Alle pesanti accuse di collaborazione con la Russia lanciate a Cipro ha risposto sabato scorso il
presidente Demetris Christofias, difendendo il corretto atteggiamento dell’autorità giudiziaria cipriota nella
gestione del caso: “la colpa è degli Usa, sono loro che non hanno fornito alla nostra polizia alcuni documenti sul sospettato in modo tempestivo”.
Si tratta di un inutile scaricabarile che non riesce certo a nascondere il lampante atteggiamento
ostruzionistico tenuto da Cipro in questa faccenda. Una condotta da stato satellite russo che ci si
aspetterebbe di trovare in Asia centrale ma non certo nel Mediterraneo.
È lecito chiedersi se il forte legame cresciuto negli ultimi anni tra i governo di Cipro e la Russia, il più importante investitore straniero nel paese, abbia influito in misura determinante sulla “leggerezza” che ha
permesso la fuga di Metsos. Un gran bel regalo fatto a Mosca, che in questo modo ha evitato la perdita di un
importante agente segreto. Un “pesce grosso”, come è stato definito da un esperto di sicurezza greco, di cui non si conosce nemmeno il nome e la nazionalità. Perché quella di Christopher Metsos è un’identità rubata ad un bambino morto negli anni novanta ed il passaporto canadese con cui è entrato a Cipro è risultato essere stato misteriosamente rilasciato da un’ambasciata africana.
È difficile mettersi a seguire a ritroso le tracce lasciate da una spia di questo calibro. Si tratta di un professionista che in quindici anni, cioè da quando l’FBI ha iniziato ad indagare su di lui, ha compiuto
pochissimi errori. Uno di questi è datato 1994: Metsos è risultato iscritto per un semestre ai corsi di una università americana presentando un passaporto colombiano e un indirizzo di Bogotà. Entrambi sono risultati falsi…
Mezzi indizi e vicoli ciechi: risalire alla reale identità di spia russa è difficilissimo e in America lo sanno bene. Ecco perché è subito giunta alla polizia cipriota la richiesta dell’FBI di poter almeno visionare gli
effetti personali sequestrati a Christopher Metsos: un computer portatile e diverse chiavi di memoria Usb.
Richiesta respinta, ovviamente, in quanto anche Cipro sostiene di voler utilizzare questo materiale come
oggetto di indagine. Un’indagine, c’è da giurarci, che sarà lunga e infruttuosa…
All’FBI sembrano abbastanza rassegnati a questa sorta di collusione tra i servizi segreti russi ed il governo
locale. D’altra parte Cipro, con la sua posizione strategica tra Europa, Asia e Africa, viene descritta da
sempre come un’isola infestata dalle spie.
Una reputazione nota già negli anni ’50, ai tempi di Kim Philby (noto agente doppiogiochista britannico
passato al KGB), quando i servizi segreti di mezzo mondo erano di casa a Nicosia e dintorni. Philby stesso
amava soggiornare sulla costa cipriota, dove il patrigno gestiva un albergo divenuto poi base
dell’intelligence israeliano.
In un crocevia così importante per ogni attività clandestina non poteva mancare l’MI6 britannico, la cui
presenza sull’isola è servita per decenni a monitorare da vicino la situazione in Medio Oriente. Degno di nota è il caso dell’omicidio irrisolto dell’agente inglese Peter Gray, trovato ucciso a Cipro nel 1961,
probabilmente una vendetta firmata dal KGB per essere riuscito a smascherare il doppiogiochista George
Blake.
Nel 1967 due cittadini russi sono stati espulsi dal governo di Nicosia con l’accusa di spionaggio. In seguito
alle indagini anche dei cittadini ciprioti sono finiti sotto inchiesta con l’accusa di aver passato alla Russia i
testi di alcune telefonate riservate, effettuate dalle ambasciate occidentali presenti sull’isola.
Un altro caso di vendita di documenti segreti al KGB è datato 1985 e ha coinvolto otto militari britannici di istanza in una base sulle coste cipriote.
Molti altri casi di spionaggio sono comparsi sui giornali locali nel corso degli anni senza destare troppi
clamori. Fatti accaduti sotto la luce del sole, nell’isola infestata dalle spie.
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