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NEWS PERUVIANE 5 16 DICEMBRE: La mamma di Nancy (sempre lei, La Nancy, la robina di 9 anni di cui parlo sempre) mi porta con lei a SU TIERRA, il posto dove é nata e vissuta e dove vivono la famiglia del suo ESPOSO e la sua. Si chiama HUALLAPAMPA, é un villaggetto sopra Cajamarca, nel CAMPO. Vacche, asini, maiali,tacchini e polli. Case di adobe (mattoni di paglia e fango). Ci andiamo una domenica, presto in mattinata con un taxi. Nancy é tutta contenta perché ci sará la distribuzione di JUGUETES, giocattoli, vista la vicinanza col Natale. Qui per le famiglie che non possono permettersi di comprare regali ai propri pargoli, ci sono associazioni che donano giocattoli, panettone (poi ve lo spiego, il panettone in Perú) e cioccolata ai bambini delle periferie e del campo. Lucia ha bazzicato tanto la scuola, ogni volta che non si presenta una mamma a cucinare e il carico di lavoro é tanto, parte la chiamata a suo marito perché lei venga ad appoggiare per 10 soles. E lei c’é sempre, super disponibile e sorridente. E poi bella, una meraviglia. Insomma, come direbbero qui, mi incariño bastante e lei altrettanto. Quindi voglio vedere da dove viene, conoscere SU TIERRA, la sua famiglia. Ci sono la sorella, il fratello, le cognate, i nipotini sgambettanti qui e lá. Io che mi sento in vacanza, al sicuro quando sto con lei, mi appisolo al sole e mi godo una giornata di relax totale mentre Nancy si unisce ai tanti bimbi di Huallapampa riuniti per i regali. Ci scappa anche un po di calcio! E infine, i regali: Nancy riceve una bambola bionda e vestita alla moda che canta una canzone in voga (che significa: una bambola orribile che canta una canzone tamarra) ed é felicissima. E poi... Il PANETTONE! Lo avreste mai detto? Qui ormai é tradizione mangiare panettone con cioccolata nelle feste natalizie, abbiamo addirittura trovato il panettone Motta. Lucia mi racconta che da che lei ha ricordi, il panettone c’e sempre stato. Mi immagino un milanese nostalgico che emigra in Sud America col suo panettone sotto il braccio (ué,alla fine mette su una fabrichetta...). 24 DICEMBRE, IL NATALE A SAN MARCOS. Je e Marina sono in viaggio, io e Chiara restiamo a Cajamarca. Siamo un pó preoccupate di come passeremo il Natale, é vero che siamo una famiglia, ma il pranzone in 2 sarebbe un po tristino... Felizmente ci invita Nayu, una amica peruviana, a passarlo a San Marcos con la sua famiglia. L’atmosfera natalizia é praticamente assente, anche perché il clima ci manda un po lontano dai ricordi delle nevi e dei freddi natali. Qui sole che spacca le pietre, cieli tersi, frutta tropicale e caldo. Ma la famiglia di Nayu é un quadro vivente. Yolanda, la mamma, si preoccupa perché Chiara non mangia carne (e infatti poi Chiara mangia eccome la carne), e io non mangio nulla perché sono ancora un pó provata da un parassita intestinale (storia lunga). Suo padre ci chiede di noi, delle nostre famiglie. Poi arrivano la abuelita, la nonna, e gli zii. Ci raccontano di quando a San Marcos arrivó la televisione, o di quando il Perú vinse la copa america nel ’75 e tutti gli abitanti di San Marcos erano in cima all’unico monte dove la radio prendeva il segnale! Bello stare in famiglia, natale o non natale era quello di cui avevamo bisogno. E I MIEI RAGAZZI? C’é stata la celebrazione della promozione dei ragazzi di sexto grado, cioé quelli che passano alla scuola secondaria l’anno prossimo. E io sono stata la loro madrina, il che significa che ho contribuito alle spese per le foto, le cornici, i regali. E soprattutto, li ho portati a Cumbemayo. Una giornata fantastica, piú per loro che per me (fa sempre parte della storia lunga sul parassita intestinale), come direbbe mia madre “ne han fatta na pelle!!”, si sono arrampicati ovunque, hanno corso, giocato a pallone... Eccoli qui, i miei pupilli di sesto, pronti per passare alle scuole medie-superiori. Il 15 dicembre la grande celebrazione, io che un’ora prima che inizi riesco a comprare qualcosa che mi dia una parvenza un po piú elegante (con il fatto dell’educazione fisica, ho vissuto un anno in tuta), grandi preparativi, torte, palloncini, festoni e tanta emozione da parte dei ragazzi, che arrivano vestiti come in un cartone di Barbie. Le ragazze tutte lilla e rosine con i boccoli brillantinati, i ragazzi in giacca e cravatta (e io con i lucciconi perché sono troppo belli). É il loro giorno! Fanno praticamente tutti parte delle squadre di pallone: Raúl, Roberto, Waldir, Jhony, Nolberto, Oswaldo, Miguel, poi Karina, Carmen, Milagros e Rosmery. La festa é bellissima, si balla ore ed ore, i ragazzi ballano con i genitori (nella foto sotto Waldir con sua madre), tra di loro, con la madrina (pure un walzer mi é toccato ballare, mannaggia!). É incredibile, mi permetto di generalizzare un momentino ma devo davvero dire che i peruviani sanno fare festa, e vanno avanti tanto tempo,non so fino a quando perché non ci sono arrivata mai alla fine!! Ballano, ballano, ci sono canzoni che durano 15 minuti e loro non si fermano mai! Wow. IL MERCATO Non ne ho mai parlato molto, se non un accenno nelle news iniziali, dei miei lunedí mattina al mercato S.Antonio, o mercadillo, il piú grande di Cajamarca. La mia settimana inizia cosi, in compagnia di Jana (prima c’era Teresa) e di una mamma, per comprare verdure, legumi e frutta per la mensa della scuola. Ormai abbiamo i fornitori fissi; La señora della frutta: “¿Seño, cuanto está su cien de naranjas?” “Gringuita, para usted le dejo a 15 no más!” Le arance qui le compriamo con il prezzo al “cento”, 100 arance a 15 soles. Poi le lenticchie o i fagioli: “gringuita, ¿qué va a llevar?” “media arroba de lenteja por favor” “Ya, está riquísima, no lleva frejoles? Alberjas partidas?” La signora é la nostra fornitrice di legumi di fiducia! La verdura: Cecilia: la stuzzico sempre perché é sempre seria, sembra arrabbiata, allora comincio a prenderla un pó in giro “A ver seño, una sonrisa! Siempre enojada esta!” e le strappo una risatina. Che donna, la Ceci. Una imprendidora, lei con tutta la sua famiglia, mattina e pomeriggio al mercato, la penna perennemente infilata nei capelli per fare subito i conti. E li ci compriamo di tutto: carote, broccoli, pomodori, mele, maiz morado, zucca, patate, cipolle, aglio... Il pollo Una mattanza, ma s’ha dda fá... E poi loro, i veri protagonisti del lunedí mattina: I CARRETILLEROS: sono bambini che lavorano al mercato aiutando a trasportare le compere, di solito lavorano la mattina e studiano il pomeriggio. Sono tanti, almeno almeno una trentina. I piú piccoli hanno circa 8-9 anni. Jana ed io abbiamo i nostri afecionados, appena ci vedono al mercato ci vengono incontro con la carriola vuota “Gringuitas!! Para ayudarles!” Wilmer vince il premio simpatia, poi ci sono Luis, Juan, Hanibal e gli altri. Uno spasso,con loro sono sempre giochi e risate, ci chiedono di parlare un pó in inglese, in italiano e tedesco. Spesso partono le competizioni per “chi carica il baule del taxi piú velocemente”! Il manthoc ha iniziato recentemente un percorso per formare un gruppo organizzato di carettilleros, cosi da aiutare a migliorarne le condizioni di lavoro (per esempio, alcuni di loro non sono proprietari delle carriole con cui lavorano e quindi oltre al poco guadagno hanno anche la spesa del noleggio), ma per adesso sembra sia difficile riuscire a riunirli, sono indipendenti e hanno turni diversi, ma chissá... fattostá che svegli come sono mi aspetterei che organizzino un sindacato di bimbi carretilleros! Vi saluto con Juan Carlos Chalan Minchan che sembra Dragon Ball Z, invece é solo una prova di salto in lungo nella mia ora di ed. Fisica. La parte degli addii (la scuola é finita e ho dovuto giá salutare la maggior parte dei bambini e delle mamme) dei singhiozzi e nostalgie, forse la metto nelle prossime news, o forse ve la risparmio (propendo per la seconda, ma vedremo...). Adesso che la scuola é chiusa sto lavorando in ufficio e ho realizzato delle visite domiciliari alle famiglie dei nuovi immatricolati, per verificare che abbiano le condiizioni per poter venire alla scuola del MANTHOC, siano cioé famiglie di “bajos recursos” economicos. Un lavoro che mi é piaciuto tanto, un pó invasivo visto che dovevo chiedere di entrare nelle loro abitazioni e fare delle foto, ma ancora una occasione per vivere qualcosa che a casina italiana non c’é piú, perché ormai é storia. Intere famiglie che vivono un una stanzetta buia e senza pavimento, un solo letto per 5 persone. Capito? E adesso vado in vacanza, in un posto da ricchi, perché il mio anno di vita qui é stato cosí, il ricco e il povero che camminano sullo stesso marciapiede. Con tutte le riflessioni, i sensi di colpa e anche un pó di vaffanculi mandati a situazioni,governi,storia,circostanze,macroeconomia. Welcome to Perú. A presto, les quiero mucho.