poldo e la valle dei fantasmi
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poldo e la valle dei fantasmi
POLDO E LA VALLE DEI FANTASMI Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero Partendo dall’incipit di Annachiara Monaco e con il coordinamento dei propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate: Istituto Comprensivo “D. Cimarosa”- IV Circolo di Aversa - Classe IV B Istituto Comprensivo Statale “Vincenzo Mennella” di Lacco Ameno - Classe IV A Circolo Didattico “Ilaria Alpi” di Torino – Classe IV B Scuola Statale Italiana di Madrid - Classe IV C Direzione Didattica Statale I Circolo “E. De Amicis” di Comiso – Classe IV B Scuola primaria “Astori” di Castelletto Monferrato I Circolo di Valenza – Classi IV, V Scuola Primaria Istituto Comprensivo Castellabate di Perdifumo - Classi III, IV, V Scuola Primaria Scuola Primaria “M. Montessori” di Barcellona – Classe IV A Direzione Didattica III Circolo “C. Collodi” di Pagani - Classe IV B Scuola Primaria “11 febbraio 1944” - Istituto Comprensivo “Pescara 7” di Pescara - Classe IV B Editing a cura di: Annachiara Monaco Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali Ente Formatore per docenti accreditato MIUR Il racconto è pubblicato in seno alla Collana dei Raccontiadiecimilamani Staffetta Bimed/Exposcuola 2014 Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero Direzione e progetto scientifico Andrea Iovino Monitoraggio dell’azione e ottimizzazione delle procedure Ermelinda Garofano Segreteria di Redazione e responsabili delle procedure Valentina Landolfi Margherita Pasquale Francesco Rossi Staff di Direzione e gestione delle procedure Angelo Di Maso Adele Spagnuolo Responsabile per l’impianto editoriale Marisa Coraggio Grafica di copertina: l’Istituto Europeo di Design, Torino Docente: Sandra Raffini Impaginazione Tullio Rinaldi Ermanno Villari Relazioni Istituzionali Nicoletta Antoniello Piattaforma BIMEDESCRIBA Gennaro Coppola Angelo De Martino Amministrazione Rosanna Crupi Annarita Cuozzo Franco Giugliano I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione Commerciale RINGRAZIAMENTI I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola 2014 si realizzano anche grazie al contributo erogato in favore dell’azione dalle istituzioni e dai Comuni che la finanziano perché ritenuta esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2014 citiamo: Siano, Bellosguardo, Pisciotta, Pinerolo, Moncalieri, Castellamonte, Torre Pellice, Forno Canavese, Ivrea, Chivasso, Cuorgnè, Santena, Agliè, Favignana, Lanzo Torinese, Sicignano degli Alburni, Petina, Piaggine, San Giorgio a Cremano, l’Associazione in Saint Vincent e l’Associazione Turistica Pro Loco di Castelletto Monferrato. La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione dei Racconti 2014 dai Comuni di Moncalieri, Salerno, Pinerolo e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti. Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il buon esito della Staffetta 2014 e che nella Scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR 01/10/2013 0102715P del PROT SCA/GN/1047-1 Partner Tecnico Staffetta 2014 Si ringraziano per l’impagabile apporto fornito alla Staffetta 2014: i Partner tecnici UNISA – Salerno, Dip. di Informatica; Istituto Europeo di Design - Torino; Cartesar Spa e Sabox Eco Friendly Company; il partner Must Certipass, Ente Internazionale Erogatore delle Certificazioni Informatiche EIPASS By Bimed Edizioni Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo (Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura) Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected] La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2014 viene stampata in parte su carta riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro di ognuno di noi… Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero e riciclo di materiali di scarto. La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola 2013/2014 Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero. Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza l’autorizzazione scritta dell’Editore. La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola. La Staffetta 2013/14 riceve: Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana Patrocini: Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero della Giustizia, Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Ministero dell’Ambiente PRESENTAZIONE Quante attenzioni, quanta positiva tensione e quanto straordinario e felice impegno nella Staffetta di quest’anno. L’emozione che abbiamo provato quando il Presidente della Repubblica ha conferito alla Staffetta la Medaglia di Rappresentanza è stata grande ma ancora e di gran lunga maggiore è stata, l’emozione, nel vedere gli occhi dei nostri ragazzi in visita al Quirinale. Ho avvertito in quegli occhi l’orgoglio di chi sentiva di essersi impegnato in un’attività che le istituzioni gli stavano riconoscendo … È quello che vorrei vedere negli occhi di quei tanti giovani che dopo la scuola, a conclusione del proprio ciclo d’istruzione, invece, in questo tempo sentono l’apprensione di un contesto che, probabilmente, dovrebbe sancire la Staffetta come buona prassi da adottare in funzione del divenire comune. Cos’è, in fondo la Staffetta? E’ un format educativo, un esercizio imperdibile per l’acquisizione gli strumenti necessari a affrontare LA VITA sentendo lo straordinario dono della vita. La Staffetta è una sfida in cui tutti si mettono insieme stando dalla stessa parte, sentendo anche le entità lontane come i compagni di un cammino comune … L’altro che diventa te stesso … Questo è la Staffetta un momento che dura un intero anno e che alla fine ti mette nella condizione di sentirti più forte e orgoglioso per quello che è stato fatto, insieme a tanti altri che hanno concorso a realizzare un prodotto che alla fine è la testimonianza di un impegno che ci ha visti UNITI (!) in funzione di un obiettivo … Si tratta di quello di cui ha bisogno il Paese e di quello che appare indispensabile per qualificare il tempo e lo spazio che stiamo attraversando. Andrea Iovino L’innovazione e la Staffetta: una opportunità per la Scuola italiana. Questo è il secondo anno che operiamo in partnership con Bimed per la realizzazione della “Staffetta di scrittura Creativa e di Legalità”. Siamo orgogliosi di essere protagonisti di questa importante avventura che, peraltro, ci consente di raggiungere e sensibilizzare un così grande numero di persone sull’attualissimo, quanto per molti ancora poco conosciuto, tema che attiene la cultura digitale. Sentiamo spesso parlare di innovazione, di tecnologia e di internet: tutti elementi che hanno rivoluzionato il mondo, dalle amicizie, al tempo libero,lo studio, il lavoro e soprattutto il modo di reperire informazioni. L’innovazione ha travolto il mondo della produzione, dei servizi e dell’educazione, ma non dobbiamo dimenticare che “innovare” significa, prima di tutto, porre la dovuta attenzione alla cultura. Da un punto di vista tecnico, siamo tutti più o meno esperti, ma quanti di noi comprendono realmente l’essenza, le motivazioni, le opportunità e i rischi che ne derivano? La Società è cambiata e la Scuola, che è preposta alla formazione di nuovi individui e nuove coscienze, non può restare ferma di fronte al cambiamento che l’introduzione delle nuove tecnologie e internet hanno portato anche nella didattica: oggi gli studenti apprendono in modo diverso e questo implica necessariamente un metodo di insegnamento diverso. Con il concetto di “diffusione della cultura digitale” intendiamo lo sviluppo del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione, aiutano i docenti e i nostri ragazzi a districarsi nella giungla tecnologica che viviamo quotidianamente. L’informatica entra a Scuola in modo interdisciplinare e trasversale: entra perché i ragazzi di oggi sono i “nativi digitali”, sono nati e cresciuti con tecnologie di cui non è più possibile ignorarne i vantaggi e le opportunità e che porta inevitabilmente la Scuola a ridisegnare il proprio ruolo nel nostro tempo. Certipass promuove la diffusione della cultura digitale e opera in linea con le Raccomandazioni Comunitarie in materia, che indicano nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la vera possibilità evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter anche soltanto raccontare a una comunità così vasta com’è quella di Bimed delle grandi opportunità che derivano dalla cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Premesso che vi sono indagini internazionali da cui si evince l’esigenza di organizzare una forte strategia di ripresa culturale per il nostro Paese e considerato anche che è acclarato il dato che vuole l’Italia in una condizione di regressione economica proprio a causa del basso livello di alfabetizzazione (n.d.r. Attilio Stajano, Research, Quality, Competitiveness. European Union Technology Policy for Information Society IISpringer 2012) non soltanto di carattere digitale, ci è apparso doveroso partecipare con slancio a questo format che opera proprio verso la finalità di determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado di determinare confronto, contaminazione, incontro, partecipazione e condivisione. Promuoviamo, insieme, la cultura digitale e la certificazione delle I-Competence per garantire competenze indispensabili per acquisire a pieno il ruolo di cittadino attivo nella società della comunicazione e dell’ informazione. Partecipiamo attivamente alla diffusione della cultura digitale, perché essa diventi patrimonio di tutti e di ciascuno, accettando la sfida imposta dalle nuove professioni che nascono e dai vecchi mestieri che si trasformano, in modo profondo e radicale. Tutti noi abbiamo bisogno di rigenerare il pensiero accettando nuove sfide e mettendo in gioco tutto quanto imparato fino adesso, predisponendoci al cambiamento per poter andare sempre più avanti e un po’ oltre. Il libro che hai tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere, dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che evoluzione tecnologica! Il Presidente Domenico PONTRANDOLFO INCIPIT ANNACHIARA MONACO Poldo, l’insetto stecco Nella foresta di… iniziava, per così dire, un nuovo giorno, perché lì ogni cosa era uguale all’altra. Stesse case, con gli stessi tetti ricoperti di mattoncini variopinti, vialetti delimitati da aiuole rigogliose e mai incolte. Insomma, nulla in quel luogo sembrava fosse fuori posto quindi nessuno dei suoi abitanti aveva mai pensato di andare via. Ma, c’era qualcuno che, in quell’ordine così meticoloso, non aveva trovato ancora il suo posto. Poldo era l’insetto stecco più giovane della sua specie e, dato il suo aspetto minuto, veniva preso in giro da tutti gli altri suoi compagni che, diversamente da lui, avevano dei corpi vigorosi e longilinei. Ma quel suo essere diverso gli permetteva di sentirsi speciale e destinato a qualcosa di grande. 16 Come tutte le mattine, il piccolo insetto stecco si recò a scuola e, mentre percorreva l’ormai noto sentiero, accadde qualcosa di strabiliante a cui egli stesso stentò a credere. Improvvisamente, tutto divenne nero più della pece e sembrava fosse calata la notte in pieno giorno. Poldo, non sapendo cosa fare, pensò bene di nascondersi tra i sottili rami di un albero che aveva ormai perso il suo vigore. In preda al timore, il piccolo stecco stava lì, immobile, in attesa che quell’oscurità svanisse e, voltatosi, notò che al suo fianco si era posata una splendida farfalla dalle ali multicolori. L’ombra si faceva sempre più vicina e più scura, si ritrovò dinanzi a lui e con uno strano oggetto catturò la farfalla. Il piccolo insetto stecco era pietrificato. Non riusciva davvero a capire perché quella grande figura non avesse preso, al posto di quella meravigliosa creatura, lui che non aveva fatto altro se non nascondersi tra i rami senza vita di quell’albero. 17 Quello che Poldo non sapeva era che, grazie al suo aspetto che ricordava tanto quello di un ramo, era riuscito a salvarsi la vita. Mentre si dirigeva a scuola una marea di domande gli frullavano nella mente: “Chi sono? Perché sono così? Perché la farfalla e non io?” Non vedeva l’ora di conoscere le risposte e far sentire finalmente la sua voce tra tutte quelle dei suoi compagni che, ogni qualvolta provava a parlare, lo sovrastavano con la propria. «Mi scusi signora maestra» iniziò timidamente Poldo «che cosa siamo e soprattutto da dove veniamo?» La domanda fece piombare la classe nel silenzio perché nessuno mai aveva posto un quesito del genere e questa volta non sarebbe bastato ripetere delle inutili parole, messe l’una dietro all’altra come risposta. Infatti, bisognava capire cosa rendesse tutti loro così diversi dagli altri ma allo stesso tempo così speciali e Poldo era determinato a scoprirlo, anche se ciò avrebbe comportato oltrepassare i confini della radura in cui da sempre aveva abitato. 18 CAPITOLO PRIMO L’inizio del viaggio Mai prima d’allora era accaduto che i suoi compagni, sentendolo parlare, avessero ascoltato con tanto interesse. Per la prima volta, infatti, non solo capì di aver attirato su di sé la loro attenzione ma, soprattutto, si era sentito speciale. Tutti si affollarono attorno al suo banco per conoscere il motivo di quelle domande, ma il piccolo Poldo non fece in tempo a rispondere perché la maestra chiese a tutti di ritornare al proprio posto. Colta alla sprovvista, la maestra provò a soddisfare la curiosità dell’insetto, ma senza successo, spingendolo a dover cercare altrove le risposte Uscito da scuola, si rivolse a chiunque e tutti non fecero altro che ripetergli: «Appartieni alla superfamiglia dei Fasmidi, ordine di insetti Pterigoti e in particolare della sottoclasse Euentomata». Poldo sapeva già tutto questo. 20 L’inizio del viaggio Adesso erano le sue origini che voleva conoscere e perché mai fosse così diverso dagli altri. Nella radura abitava un saggio bruco a cui tutti si rivolgevano per chiedere consiglio e il piccolo insetto pensò bene di fare lo stesso. Lorenzo, questo era il nome del bruco, dopo averlo ascoltato, così rispose: «Per conoscere le tue origini dovrai fare molta strada ma il luogo che dovrai cercare è la Valle dei Fantasmi. Solo lì troverai le risposte che cerchi». Prima di congedarlo gli raccomandò di stare molto attento perché il viaggio sarebbe stato più rischioso del previsto. Lasciato Lorenzo, nella mente di Poldo si affollarono una miriade di dubbi: “Sarò pronto ad affrontare da solo difficoltà e insidie? Ce la farò? Troverò le risposte alle mie domande?” Vinto dalla stanchezza, si addormentò. Al risveglio, riacquistate ormai le forze, decise di partire alla volta di quella valle misteriosa. Si voltò un’ultima volta e senza indugio si lasciò la radura alle spalle. Capitolo primo 21 Percorse viottoli e sentieri finché, dopo alcuni giorni, non si ritrovò ai piedi di un’enorme montagna. Nubi gonfie e grigie si rincorrevano nel cielo e si infittivano sempre di più e, in breve tempo, i raggi che fino a poco prima risplendevano, vennero inghiottiti dall’oscurità. Il vento cominciò a soffiare sempre più forte, facendo girare in vortici le foglie cadute ai piedi degli alberi che, a loro volta, si piegavano fino a toccare il suolo con le solo chiome, ormai spoglie. Improvvisamente il cielo fu squarciato da lampi e tuoni assordanti che fecero tremare perfino l’imponente montagna. Una pioggia fitta e fredda cominciò a cadere, costringendo Poldo a rifugiarsi sul ramo dell’albero più vicino. Rimase lì, a fissare le gocce di pioggia che scivolavano velocemente sulla corteccia nodosa dell’albero in attesa che qualcuno accorresse per non farlo sentire più solo. Mentre la pioggia continuava a cadere, l’insetto non riusciva a non pensare alle parole del bruco Lorenzo. 22 L’inizio del viaggio Quel temporale aveva forse un significato? Era la prima tra le tante difficoltà che avrebbe incontrato? Trascorse gran parte della notte a chiedersi se mai avrebbe portato a termine il suo viaggio e, sul far dell’alba, sprofondò in un sonno profondo. Il sole era alto e i suoi raggi facevano capolino tra le nuvole che, aprendosi, lasciavano intravedere l’azzurro del cielo. Poldo, riacquistate le forze e quel po’ di coraggio che aveva perduto, si rimise in viaggio. Di ramo in ramo, di sentiero in sentiero si ritrovò in una piccola radura e sulla foglia di un platano notò un grillo che sonnecchiava. Timidamente gli si avvicinò e, prima che potesse aprir bocca, il grillo spalancò gli occhi e parlò: «Quello che vedo è un piccolo insetto che, nonostante la sua tenera età, sa bene cosa vuole! Non lasciare che siano difficoltà apparentemente insuperabili a ostacolare le tue decisioni. Sappi che la strada giusta è quella che si lascerà percorrere». E, dette queste parole, volò via. Capitolo primo 23 Poldo rimase per un po’ a pensare a quello che il grillo gli aveva detto ma invece di trovare risposte gli sembrava di porsi sempre più domande. A quali difficoltà si riferiva il grillo? Ma soprattutto, cosa avrebbe scoperto? Quale strada si sarebbe lasciata percorrere? Con questi pensieri riprese il cammino e sul calar del giorno si ritrovò su un sentiero che portava in un bosco. A pochi passi da lui, tra le foglie di un castagno, c’era una cicala che, appena si accorse dell’insetto disse: «Cosa sei, piccolo e strano insetto? Cosa fai tutto solo da queste parti?» Poldo, imbronciato, rispose di essere un insetto stecco e che quelli come lui non erano per niente strani ma speciali e che, soltanto dopo aver portato a termine il suo viaggio, avrebbe capito il perché. La cicala ascoltò attentamente e poi si presentò. «Sono la cicala Jasmine e questo bosco è la mia casa. Sarei lieta di ospitarti e mostrarti come ci si diverte in mia compagnia!» 24 L’inizio del viaggio Poldo accettò senza esitare, sperando che almeno per un po’ non avrebbe sentito nostalgia di casa. La giornata trascorse in gran fretta e, nonostante i due insetti si fossero conosciuti da poco, sapevano che qualcosa di speciale li avrebbe legati per sempre. Arrivarono nei pressi di alberi altissimi e sotto uno di essi videro un cumulo di foglie secche. Bastò un solo sguardo per capire cosa fare e in un baleno si ritrovarono a rotolarsi in quel morbido e variopinto tappeto. Ormai erano diventati amici e nulla avrebbe potuto separarli. Purtroppo però, dopo aver salutato la sua nuova amica, fu costretto a rimettersi in cammino e, con aria triste, lasciò il bosco. Sapeva bene di aver già trascorso tanto tempo lontano da casa e che altro ne sarebbe passato prima di potervi fare ritorno, ma la sua voglia di conoscere la verità era così forte che niente lo avrebbe fermato. Era ormai notte inoltrata, quando arrivò nei pressi di uno stagno. Capitolo primo 25 Poldo era così stanco che si addormentò profondamente e… sognò. Si trovava in uno strano paese dove tutto era verde con qualche punta di marrone qua e là. Dappertutto c’erano foglie ammucchiate, alberi giganteschi che sembrava sfiorassero le nuvole e un laghetto su cui fluttuavano ninfee verdi. Il silenzio regnava sovrano, quando, all’improvviso, un continuo rumore di salti... 26 L’inizio del viaggio CAPITOLO SECONDO Tra sogno e realtà Un continuo rumore di salti attirò l’attenzione di Poldo che voltandosi vide quattro grilli vestiti con una livrea verde e oro. Questi si avvicinarono e si disposero ordinatamente di fianco al piccolo insetto. «Chi siete, che cosa volete da me?» chiese Poldo un po’ disorientato. «Che paese è questo?» I grilli, senza rivolgergli la parola, lo invitarono a seguirli e, saltellando all’unisono, si spostarono di foglia in foglia, di ramo in ramo, fino a quando non raggiunsero una foglia gigantesca. Una sottilissima ragnatela, che sembrava brillasse più di una stella grazie alle gocce di rugiada che risplendevano ai raggi del sole, donava un’ombra ristoratrice al saggio bruco che Poldo aveva già incontrato prima di intraprendere il suo viaggio. 28 Tra sogno e realtà Il saggio Lorenzo era disteso su una delicata foglia di rosa e ne mordicchiava il bordo mentre, intorno a lui, tante ninfee si riparavano sotto altre foglie ancora umide della rugiada del mattino. Sembrava fossero in attesa di qualcosa di grande e maestoso che avrebbe lasciato tutti con il fiato sospeso. «Caro Poldo» disse il bruco Lorenzo «hai trovato la tua strada? Hai già portato a termine il tuo viaggio?» E l’insetto rispose: «Purtroppo il mio viaggio è soltanto all’inizio e ho ancora tanta strada da fare, ma ho incontrato già molti amici e tutti diversi. Nessuno di loro, però, mi ha saputo indicare quale fosse la strada per giungere alla Valle dei Fantasmi e nessuno ha dato una risposta alle mie domande. Ma io non demordo». «Bravo Poldo! Era questo che volevo sentirti dire! Prosegui nel tuo viaggio e non arrenderti mai!» «Ma è questa la Valle dei Fantasmi?» chiese Poldo. Il bruco Lorenzo, però, non gli rispose e iniziò ad arrampicarsi sul sottile stelo della rosa e, dopo essersi legato con un lungo filo di bava, cominciò la sua metamorfosi dinanzi agli occhi ancora increduli del piccolo Poldo. Capitolo secondo 29 Quest’ultimo, non riuscendosi a spiegare l’accaduto, rivolgendosi agli altri insetti, con aria preoccupata chiese: «Cosa succede? Non sarà mica...» «Oh, piccolo Poldo, non è come pensi» rispose un lunghissimo millepiedi «il saggio bruco si sta solo trasformando!» «Trasformando? E in che cosa? E io… come posso aiutarlo?» E, mentre continuava a interrogarsi, un raggio accecante avvolse il bruco che, rapidamente, stava mutando forma proprio davanti ai suoi occhi. Non appena la luce si affievolì, ecco che una splendida farfalla distese le sue ali colorate di giallo e arancione che avevano un delicato disegno nero tutto intorno. Il bruco si era trasformato in una meravigliosa farfalla Macaone. La farfalla-Lorenzo, notando che il piccolo insetto era rimasto immobile e a bocca aperta, per risvegliarlo dal torpore in cui era piombato, gli disse: «Vedi Poldo, prima o poi tutti sono destinati a cambiare e sappi che durante il tuo viaggio molti saranno i cambiamenti a cui assisterai. Ed ora va’! Nulla deve più trattenerti». 30 Tra sogno e realtà Poldo, più deciso che mai, aveva ripreso il suo cammino e, senza accorgersene, si imbatté in un grande insetto dalle lunghe zampe anteriori ripiegate. Aveva due enormi occhi che spuntavano da una testa triangolare ed emetteva uno strano suono stridulo. Era una mantide ma, non sapendolo, l’insetto le chiese cosa fosse. L’altra, allora, scontrosamente rispose: «Vai via! Io non parlo con gli sconosciuti». Poldo, che non si dava per vinto, provò ugualmente a presentarsi e senza esitazione si fece avanti: «Mi chiamo Poldo e sono un giovane insetto stecco che vuole trovare la sua strada. Adesso che conosci il mio nome dimmi chi sei!» La mantide, colpita dalla sua determinazione, decise a sua volta di presentarsi: «Il mio nome è Zic e sono una mantide! Vedo che hai intrapreso un viaggio che non sai ancora dove ti porterà e, se non hai nulla in contrario, vorrei farti da guida qui nei dintorni». Poldo rispose che gli sarebbe piaciuto conoscere quel mondo immerso nel verde, ma quello che desiderava di più era ritrovare la sua strada. Capitolo secondo 31 Allora Zic gli rispose: «Non preoccuparti, Poldo! Ti aiuterò io a ritrovare la tua strada e a riprendere il tuo cammino!» Nonostante Poldo avesse accettato di essere accompagnato dalla mantide, ancora non riusciva a fidarsi di quest’ultima che sentiva come una presenza oscura alle sue spalle. All’improvviso, Zic lo afferrò con le sue lunghe zampe e sembrava proprio che volesse fare di Poldo la sua preda… «AIUTOOOOOO!» Il piccolo insetto si svegliò di soprassalto e, dopo aver tirato un sospiro di sollievo, capì che era stato solo un sogno. Ancora assonnato, vide che dinanzi a lui c’era la cicala Jasmine che lo fissava con un grande sorriso. I due, dopo essersi abbracciati, decisero di riprendere insieme il cammino e iniziarono a percorrere un sentiero ricco di aiuole ben curate e punteggiate da una miriade di fiori coloratissimi e profumatissimi, dalle cui corolle facevano capolino api e farfalle. 32 Tra sogno e realtà I due amici a loro insaputa si erano inoltrati nel giardino di una casa che aveva un’aria tutt’altro che rassicurante. Nell’attraversarlo, un ragno spaventoso intrappolò Jasmine nella sua ragnatela. Poldo era scampato al pericolo proprio perché si era mimetizzato tra i rami, ma non voleva abbandonare la sua amica tra le grinfie di quel mostro malvagio e decise quindi di entrare in quella casa oscura. Ed ecco che Poldo si ritrovò faccia a faccia con un’enorme mantide dalle fauci spalancate che sembrava volesse addentarlo proprio come nel sogno ma, questa volta, nulla accadde. Stupitosi, guardò meglio l’insetto e notò che c’era qualcosa che lo teneva immobile finché non si accorse che la mantide era stata fissata con uno spillone a un cartoncino. Pieno di curiosità, vide che le pareti che lo circondavano erano ricoperte da molti altri insetti infilzati da spilli, proprio come la mantide. Mentre un brivido gli percorreva la schiena, sentì una vocina chiedere aiuto. Capitolo secondo 33 Cercando di scrutare nell’oscurità, su un tavolo, in un barattolo, vide la farfalla che era stata catturata dalla strana ombra quel giorno mentre si recava a scuola… 34 Tra sogno e realtà CAPITOLO TERZO La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni Poldo si irrigidì come se fosse stato in pericolo ma sapeva che la sua vita era cambiata grazie alla farfalla e quindi doveva salvarla. Colpì così violentemente il barattolo in cui era rinchiuso l’insetto da farlo rotolare sul tavolo finché non cadde sul pavimento rompendosi. La farfalla, finalmente libera, esclamò: «Tu mi hai salvata!» Dopo essersi presentati, Poldo chiese alla farfalla Betty se avesse visto Jasmine e se volesse aiutarlo a liberarla. Betty si sentiva in debito, quindi insieme raggiunsero il ragno Zigli che li aspettava... per intrappolarli nella sua ragnatela! L’insetto non smetteva di pensare che se avesse dovuto combattere contro quell’aracnide, sarebbe stato sconfitto! Bisognava quindi stringere un patto! Il ragno, che a Poldo sembrava enorme e minaccioso con quegli uncini aguzzi che sporgevano dalle mandi- 36 La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni bole, li guardava con espressione avida, mentre Jasmine, confinata in un angolo, ma sempre sotto il controllo di Zigli, era terrorizzata. «Posso procurarti prede molto più succulente di quanto non lo siamo tutti noi messi insieme. Libera la cicala e non rimarrai deluso». Poldo scandiva con attenzione le sue parole e nello stesso tempo girava intorno al ragno che, per seguire i suoi movimenti, senza avvedersene, divenne prigioniero del suo stesso filo con cui, poco prima, aveva intrappolato Jasmine. Zigli era caduto nella trappola del piccolo insetto! Poldo, ancora stupito per essere riuscito a ingannare il ragno, ne approfittò per guardarsi intorno. I flebili raggi di sole, che filtravano tra le imposte, illuminarono un lungo tavolo. Ovunque erano disseminati colla, cartoncini e strane scatole trasparenti con stoffa umida all’interno. Fu uno spillone in particolare ad attirare la sua attenzione: era più grande degli altri e aveva una capocchia luccicante. Capitolo terzo 37 I tre insetti si avvicinarono per osservarlo meglio e le ali di Betty sfregarono l’estremità brillante. A quel contatto, lo spillone emise una luce accecante che, colpendo tutti gli animali affissi alle pareti, li riportò in vita e li spinse a scagliarsi contro i tre amici. «Presto, nascondiamoci!» urlò Poldo alle amiche. «Vogliono attaccarci!» Ed ecco che una piccola rientranza nel muro attirò la loro attenzione. La cicala e la farfalla vi si nascosero, mentre Poldo coprì con il suo corpo l’apertura mimetizzandosi con il colore dell’intonaco. «Dobbiamo fare qualcosa e subito! Avete qualche idea?» Mentre Jasmine e Betty non sapevano a cosa pensare, Poldo, più sicuro di sé dopo aver sconfitto Zigli, propose: «Ho notato che la luce emessa dallo spillone è già più fioca quindi è probabile che presto non avrà più effetto sugli insetti. «Voi volerete il più velocemente possibile per l’intera stanza, mentre io vi segnalerò l’arrivo degli esemplari più 38 La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni pericolosi perché possiate evitarli. Li porteremo allo sfinimento prima ancora che si esaurisca la luce». Così fecero e poco dopo cicale, mantidi religiose, locuste, cimici, maggiolini... tornarono ad essere senza vita. Poldo, elettrizzato dalla nuova vittoria, pensava: “Per ben due volte sono riuscito a escogitare un piano. Solo poco tempo fa la mia voce sembrava non raggiungesse nessuno, ora invece non solo vengo ascoltato, ma sono in grado di affrontare le difficoltà e di superarle!” All’improvviso, però, uno strano torpore gli fece perdere la sensibilità del suo corpicino minuto e Poldo si accasciò a testa in giù sul bordo del tavolo. Poco dopo sentì la pelle scivolare via dal suo corpo. Contemporaneamente un brivido lo pervase. Era diventato viscido e una nuova pelle lo stava ricoprendo. Vide riflessa la sua immagine in un vetrino e quasi non si riconobbe per quanto era cresciuto. Non comprendeva cosa gli fosse accaduto, ma la farfalla lo rassicurò: «Ricordi la metamorfosi del bruco LoCapitolo terzo 39 renzo? Certo, la tua è stata solo una muta, ma ha consentito che il tuo corpo, diventato più grande, avesse un nuovo rivestimento». Quindi gli rivelò che era stato proprio il saggio Lorenzo a fare in modo che lui la ritrovasse. Poldo avrebbe voluto saperne di più, ma un pesante rumore di passi fece calare il silenzio. I tre insetti si precipitarono sotto il tavolo, non prima però di aver visto entrare un uomo. Doveva essere il proprietario della casa e per di più era un entomologo. Quel vecchietto basso e grassoccio aveva piccole lentiggini che gli ricoprivano quasi interamente il viso, tranne che per una parte della guancia destra attraversata da una profonda cicatrice. I suoi capelli rossicci arruffati e la barba incolta lo facevano somigliare a un vagabondo. Tuttavia le sopracciglia arcuate, gli strani baffi all’insù e un monocolo appoggiato sull’occhio sinistro gli conferivano una certa eleganza. Il suo lavoro consisteva nel catturare gli insetti, determinarli, farli seccare, metterli nelle strane scatole che 40 La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni Poldo aveva intravisto sul tavolo, sottoporli ad altri trattamenti e infine fissarli con uno spillone. Entrando nella stanza e accendendo la luce, l’entomologo vide con sorpresa insetti disseminati ovunque. Nel frattempo i tre amici cercarono di avvicinarsi alla finestra per tentare di fuggire, ma il battito di ali della cicala spinse il vecchietto a voltarsi. «Fermi là, non scappate!» ordinò. Afferrato il retino li rincorse, ma anziano com’era, cadde, lasciando così la strada libera ai tre insetti che balzarono dalla finestra. L’uomo, pur con fatica, riuscì a rialzarsi e riprese l’inseguimento. Arrivati nei pressi di un lago, Poldo e le sue compagne avvistarono un castagno. «Jasmine, Betty, nascondetevi in quel riccio, io mi mimetizzerò su questo ramo!» dispose l’insetto stecco. E, mentre ognuno raggiungeva la propria posizione, tra sé e sé pensava: ”Wow! Prendere decisioni non è poi così difficile!” Intanto l’entomologo, sfinito e dolorante per la caduta, decise di ritornare alla villetta. Capitolo terzo 41 Ancora una volta erano in salvo! A questo punto la cicala avrebbe voluto riposarsi sulle rive del lago, mentre Poldo e Betty, benché stanchi, volevano allontanarsi subito. «Se è stato il saggio Lorenzo a far sì che io ti ritrovassi, sicuramente conoscerai la strada che porta alla Valle dei Fantasmi. Non sarebbe ora di percorrere il giusto cammino?» Così l’insetto si rivolse alla farfalla che replicò: «Altrimenti perché avrei rischiato la mia vita?» Il tono con cui pronunciò queste parole, però, non aveva nulla a che fare con il lampo minaccioso che aveva attraversato i suoi occhi composti... 42 La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni CAPITOLO QUARTO Quando le apparenze ingannano Dopo un primo momento di indecisione, i tre amici pensarono di fermarsi presso il lago per riposare tutta la notte, dopo essersi adagiati su un letto di morbide foglie. Il giorno seguente, Poldo, sentendo un certo languorino, si avvicinò a una foglia per rosicchiarla ma, non appena la morse, sentì un urlo: «Ahi, mi fai male!» L’insetto si guardò intorno, ma non vide nessuno. Riprese a mordicchiarla quando quel grido risuonò. Poi qualcuno disse: «Smettila! Mi fai male! Bada a dove metti la tua boccaccia! Non sono una foglia, ma un insetto-foglia! Lasciami dormire in santa pace! Ho lavorato tutta la notte e ora devo riposare». Poldo, spaventato, esclamò: «Quindi non sei una foglia parlante!» E l’insetto-foglia rispose ironico: «Ah, ah, ah… Non sei affatto spiritoso!» e aggiunse «Sono Billy, l’insetto foglia. Essendo costretto a stare sveglio di notte, di giorno 44 Quando le apparenze ingannano devo riposare. C’è una cosa che di me devi sapere: il pericolo non temo perché immobile io resto». Il piccolo insetto esplose in un’esclamazione: «Ora capisco! Tu sei proprio come me!» Billy, con fare indispettito, disse: «Ma cosa dici? Tu sei uno stecco, mentre io sono largo e piatto». Poldo allora gli spiegò che ad accomunarli era la loro capacità di mimetizzarsi. Lo invitò poi a conoscere le sue amiche Betty e Jasmine e gli raccontò del loro viaggio. Incuriositosi, l’insetto foglia decise di accompagnarli fino alla Valle dei Fantasmi. Poldo, nel frattempo, vide Betty sbuffare con impazienza e prima che potesse chiederne il motivo, la farfalla spiccò il volo come un… razzo! Gli altri insetti si precipitarono al seguito cercando di starle dietro e riuscirono a raggiungerla soltanto dopo essere giunti a un bivio. Dunque i quattro amici si consultarono sulla strada da intraprendere. La farfalla allora disse che la Valle dei Fantasmi era un luogo umido e, rivolgendosi a Jasmine con aria maliCapitolo quarto 45 ziosa, le chiese quale fosse il sentiero che li avrebbe condotti in quel luogo. La cicala si guardò intorno spaesata e infine scelse quello di sinistra. I quattro insetti allora si rimisero in viaggio. Dopo qualche ora arrivarono nei pressi di una valle tetra e arida. Le piante erano tutte appassite e non c’era traccia di vita. Procedendo fino in fondo, si scorgeva una grotta buia e umida. I quattro amici iniziarono a esplorarla e, tutto d’un tratto, videro un flebile raggio di luce filtrare da un’insenatura nella roccia. Si fermarono e notarono che per terra c’erano delle palline scure quasi impercettibili. E all’improvviso sentirono un suono giungere alle loro orecchie: «Hola, Hola, Hola, Yo soy el bichobola. Llego de España y me gusta la… lasagna!» I quattro insetti rimasero a bocca aperta: non capivano da dove venisse la musica, né le parole di quel delizioso motivetto. 46 Quando le apparenze ingannano Quindi Jasmine chiese: «Cosa succede? Da dove arriva questa musica?» Una delle palline si schiuse facendo apparire un piccolo crostaceo terrestre che disse: «Salve a tutti! Sono Felipe, il più vecchio bichobola di questo gruppo». Sono spagnolo perciò non avete capito le parole della mia canzone che fa così: «Ciao, ciao, ciao; sono un porcellino di terra. Vengo dalla Spagna e mi piace la lasagna. Chi siete? Che cosa vi porta qui?» Poldo narrò a Felipe tutti i particolari della loro avventura e gli domandò se quella fosse la Valle dei Fantasmi. Il bichobola scoppiò a ridere a crepapelle e spiegò che, probabilmente, al bivio avevano imboccato il sentiero sbagliato. Quello di destra, nonostante fosse più oscuro e intricato, era il tragitto giusto da seguire. Felipe augurò loro buona fortuna e si richiuse nella sua pallina. I quattro amici, dopo averlo salutato e ringraziato, ripresero il loro cammino e, una volta giunti al bivio, decisero di fermarsi per riposare. Capitolo quarto 47 Betty rimproverò Jasmine: «Ecco! Se non ci avessi guidati non avremmo perso tempo!» E la cicala rispose con aria triste: «Non l’ho fatto di proposito. Mi hai chiesto tu di scegliere e io l’ho fatto. Tutti possono sbagliare, nessuno è perfetto!» Siccome Poldo e Betty erano rimasti in silenzio, Jasmine aggiunse: «In fondo è stato anche divertente, perché abbiamo conosciuto Felipe». Anche Billy intervenne ed esclamò: «Penso che Jasmine non abbia tutti i torti. Non è stato di certo questo a ostacolare il nostro cammino». Poldo era però su tutte le furie e, avendolo notato, Betty, prima di addormentarsi, gli suggerì che sarebbe stato meglio proseguire senza Jasmine, perché avrebbe combinato soltanto altri pasticci. L’insetto rispose che durante la notte ci avrebbe pensato. Il mattino seguente Poldo, Betty e Billy si allontanarono in silenzio, lasciando che Jasmine continuasse a dormire. Il viaggio però non era più lo stesso perché Poldo sentiva di aver abbandonato la sua più cara amica perciò, voltandosi verso la farfalla, disse: «Penso che lasciare 48 Quando le apparenze ingannano indietro Jasmine non sia stata una buona idea. Lei è stata la prima amica che ho incontrato durante questo lungo viaggio e ho la sensazione che tu… ci voglia separare, anche se non capisco il perché». Betty, che ormai era stata smascherata, rispose balbettando: «Ma, ma, ma… è tutta colpa di Jasmine! Io, io, io… mi ero confusa e pensavo che lei sapesse dove andare…» Poldo capì che Betty era in cerca di scuse e decise di ritornare sui propri passi. Quando raggiunsero il bivio si trovarono davanti a una scena spaventosa: Jasmine dormiva tranquilla mentre, accanto a lei, c’era una strana lucertola con una grande testa ovale, un corpo grassoccio e appiattito con una lunghissima coda. Aveva occhi grandi e rotondi puntati fissi sulla cicala. Sembrava volesse divorarla in un sol boccone. Stava lì immobile in attesa del momento adatto per balzare sulla sua preda. I tre amici capirono che questa volta avrebbero dovuto affrontare il loro più acerrimo nemico, ghiotto di qualsiasi tipo di insetto: il geco. Capitolo quarto 49 In un istante Poldo e Billy si mimetizzarono chi tra le foglie e chi tra i rami di un cespuglio e gridarono a squarciagola. Betty svegliò Jasmine e l’aiutò a mettersi in salvo, mentre il geco, spaventato dal rumore assordante, fuggì e si mimetizzò su una grossa roccia… 50 Quando le apparenze ingannano CAPITOLO QUINTO Essere speciale Jasmine, svegliatasi di soprassalto, ancora confusa e spaventata, guardò Betty con aria stupita e, cercando con lo sguardo Poldo e Billy, balbettando chiese: «Che cosa è successo? Dove sono gli altri? Chi era quell’animale che sembrava volesse fare di me il suo spuntino mattutino?» «Stai tranquilla, il peggio è passato! Ormai quella bestiaccia se l’è data a gambe levate!» rispose prontamente Betty. Ma anche lei, non vedendo i suoi amici, si lasciò prendere dal panico. Tutto d’un tratto, tra le due calò il silenzio. Il solo pensiero di essere rimaste sole irrigidiva i loro piccoli corpi ma, allo stesso tempo, le faceva avvicinare perché entrambe avevano bisogno di conforto e calore. Betty si protese in avanti spiegando le sue meravigliose ali variopinte come se volesse spiccare il volo e accolse Jasmine in un caloroso abbraccio. 52 Essere speciale «Oh, Jasmine, è colpa mia. Non avremmo dovuto lasciarti e farti correre un così grave pericolo». La piccola cicala ancora non capiva come si fossero trovati in quella situazione e, soprattutto, perché proprio Poldo l’avesse lasciata sola. Con voce strozzata cominciò a chiamare il suo amico: «Poldo, Poldo dove sei?» Ma nessuno sembrava darle ascolto. Ma ecco che l’insetto stecco e Billy, sentito il richiamo di Jasmine, lasciarono i loro nascondigli e si precipitarono dalle amiche. Tutti trionfanti allora esclamarono: «Da oggi in poi chiamateci EROI! Abbiamo fatto scappare il grande geco! Batti il cinque, Billy! Siamo i migliori!» Le due amiche ancora non potevano credere di aver ritrovato sia Poldo che Billy e, ancora incredule, gli si avvicinarono e tutti e quattro si strinsero in un forte abbraccio. Jasmine, nonostante fosse fuori di sé dalla gioia per aver ritrovato il suo più grande amico, non aveva intenzione di fargliela passare liscia perché voleva ancora capire cosa lo avesse spinto ad abbandonarla. Capitolo quinto 53 «Poldo, sei stato tu a volermi lasciare da sola?» In quel momento il piccolo insetto avrebbe voluto mimetizzarsi pur di non dare la risposta che sapeva avrebbe deluso la sua amica. Purtroppo però le cose stavano così e tutto d’un tratto non si sentì più un eroe perché i veri eroi non si dimenticano mai dei loro amici. I raggi del sole che fino ad allora avevano fatto capolino tra le nuvole, illuminarono completamente la radura. Poldo si sentì pervadere da quel fulgore e finalmente trovò il coraggio di rispondere: «Non avrei mai voluto lasciarti da sola, ma il desiderio di trovare quanto prima possibile le risposte alle mie domande mi ha fatto perdere di vista cosa conta davvero. «Ho dato troppa importanza a quello che secondo gli altri sarebbe stato meglio per il viaggio ma, a questo punto, credo di non essere più in grado di poterlo portare a termine. Quindi ho deciso di tornare a casa. Almeno lì nessuno correrà pericoli a causa mia». Ma Betty sapeva che Poldo si sbagliava e con voce flebile sussurrò: «Poldo non è come pensi, tu hai la ca- 54 Essere speciale pacità di vedere ciò che è giusto. E ritornando sui tuoi passi hai dimostrato di conoscere il vero significato dell’amicizia». Colpito dalle parole di Betty, l’insetto rimase in silenzio, non essendo ancora del tutto convinto. Billy, cercando di rompere il silenzio, disse: «Amici, ho proprio bisogno di sgranocchiare qualche tenera foglia! Volete farmi compagnia?» Si voltò verso un cespuglio di timo e tra il fogliame intravide due strette fessure verticali che lanciavano uno sguardo minaccioso. Indietreggiò gridando a più non posso: «Aiuto! Siamo in pericolo! Scappiamo!» Il geco era ritornato più agguerrito che mai e questa volta non voleva lasciarsi sfuggire le sue prede. Poldo con un balzo si mise tra il geco e il suo amico, facendogli da scudo con il suo corpo. «Se proprio devi mangiare qualcuno mangia me!» Il lucertolone, fissando Poldo, spalancò la bocca e, un attimo dopo, quello che si prospettava essere un tentativo di addentare i piccoli amici divenne un sorriso: Capitolo quinto 55 «Picciuotti, nun vi scantati (spaventate) sugnu un lucertuluni strano nun manciu carni viva ma sulu erba e frutta biologica». A queste parole i quattro tirarono un sospiro di sollievo. Billy scoppiò a ridere: «Ma come parli?!» «Sono Giuliano, il geco vegetariano». «E allora perché volevi addentarci?» «Questa è una lunga storia, ma se avete tempo ve la racconterò». I quattro amici incuriositi dalle parole del geco, accettarono la sua proposta. E Giuliano cominciò:«Picciriddi, vivevo una vita solitaria, meditando tra le rocce laviche e i cespugli di mirto, ai piedi ru granni munti ETNA, respirando gli inebrianti profumi ra zagara. «In una notte di luna piena, la vecchia Civetta mi apparve con i suoi grandi occhi gialli dall’espressione arcigna e mi disse, proprio idda a custori (lei la custode) ra Valli ri Fantasmi, che ero stato prescelto per mettere alla prova tutti coloro che volevano attraversarla. 56 Essere speciale «La prima prova consiste nel testare il coraggio, e tu (indicando Poldo) hai dimostrato di averne!» Gli amici guardarono l’insetto e gli strizzarono l’occhio. Il geco aggiunse: «Adesso dovrete seguire me, vi condurrò fino alle porte della Valle». Detto ciò, con un rapido movimento simile a una piroetta si ritrovò dinanzi ai quattro amici. Durante la prima parte del cammino il calpestio dei loro passi era l’unico rumore che si percepiva. Ognuno rifletteva tra sé e sé. Stava per calare la sera, le ombre incombevano e Betty sentiva di non poter più nascondere la verità a Poldo. Aumentò il passo e gli si avvicinò. Il piccolo insetto stecco avvertì la sua presenza alle spalle e capì che lei voleva dirgli qualcosa. «Betty, tutto bene?» «Sì… ho solo…devo dirti… e va bene! Poldo, tu sei speciale per me! Mi hai colpito fin dal primo momento e, quando mi hai liberata da quell’orribile barattolo, ho capito che tu ed io eravamo destinati a rimanere amici per sempre. Ma ciò non sarebbe stato possibile finché ci fosse stata Jasmine…» Capitolo quinto 57 Colto alla sprovvista, Poldo non seppe cosa dire ma, dopo averci pensato, capì che l’impresa avrebbe avuto l’esito sperato solo se il gruppo fosse rimasto unito. Questo però Betty sembrava non volerlo capire… 58 Essere speciale CAPITOLO SESTO Missione salvataggio Il viaggio proseguiva e Poldo sembrava avesse perso il brio che lo aveva spinto a intraprendere quell’avventura. Betty, nel frattempo, continuava a stargli alle calcagna lasciando intendere al piccolo insetto che c’era ancora qualcosa di cui voleva renderlo partecipe. «Poldo?» disse la farfalla, provando a nascondersi tra le sue grandi ali «Credo di non essere stata del tutto sincera con te». L’insetto, non potendone più di queste continue confessioni che non facevano altro se non mettere ancora più a rischio l’esito del viaggio, voltatosi di scatto disse: «Adesso cosa mi tocca sentire?» «Jasmine!» «Chi?!» rispose Poldo. «Ha escogitato lei il mio rapimento perché sapeva che avrei dovuto guidarti verso la Valle dei Fantasmi e non poteva permettere che qualcun altro potesse giungervi prima di lei perché…» 60 Missione salvataggio Betty si interruppe, sapendo benissimo che Poldo avrebbe voluto saperne di più. Infatti l’insetto esclamò: «Porta a termine quello che hai iniziato!» Allora, la farfalla, approfittando delle ali che nascondevano il suo ghigno maligno, fingendo, scoppiò a piangere e disse: «Jasmine sapeva della profezia e sapeva che soltanto un insetto avrebbe potuto accedere alla valle per ottenere le risposte che cercava». Il fragile corpicino di Poldo non riusciva più a reggere il peso di quelle parole e quindi decise di allontanarsi da tutti. Non sapeva chi avesse ragione tra le due amiche ma in quel momento credeva che lasciare la questione aperta fosse la cosa migliore da fare. Perché quello che si prospettava come un viaggio pieno di incontri e di avventure fantastiche si era trasformato nel suo incubo più grande? Cosa avrebbe fatto? Chi era realmente Jasmine? E Betty? Capitolo sesto 61 Proprio quando sembrava che la Valle dei Fantasmi non fosse più un semplice miraggio, tutte le sue speranze crollavano come un castello di carte. C’era solo una domanda che lo tormentava: sarebbe riuscito a raggiungere da solo la meta? In tutto ciò l’unione fa la forza non avrebbe avuto più alcun significato. Il mattino seguente, al sorgere del sole, ciò che restava del gruppo venne svegliato da un forte abbaiare. A quanto pare altri pericoli aspettavano i nostri piccoli amici perché a pochi metri da loro c’era un bulldog che aveva un’aria tutt’altro che amichevole. Poldo sentì che i suoi amici erano in pericolo e, senza farsi scoprire, escogitò un piano per far allontanare dagli altri quel bestione e permettere che almeno loro giungessero a destinazione. Si lasciò cadere da un ramo e, fingendosi un rametto secco, attirò l’attenzione del bulldog che si voltò immediatamente verso Poldo e con un balzo lo raggiunse, lasciando che gli altri si allontanassero indisturbati. L’insetto stecco sapeva che il bulldog, credendo che 62 Missione salvataggio quello fosse semplicemente un bastoncino che gli era stato lanciato, sarebbe corso per riprenderlo ma c’era qualcosa che non aveva previsto… A un tratto, ancora rigido, venne sollevato da una mano che lo strinse forte. «Su, bello! Andiamo!» disse una voce e, tenendo ancora l’insetto tra le mani, continuò «Bravo Tok, ottimo recupero ma adesso è arrivato il momento di tornare a casa». Poi lasciò cadere l’insetto per terra e scomparve tra gli alberi con il bulldog scodinzolante al seguito. A chi apparteneva quella cosa che lo aveva stretto così forte? Senza pensarci iniziò a farsi strada nella radura finché non sentì qualcuno piangere. Era proprio il bambino che poco prima aveva visto saltellare allegramente. Adesso tutto era cambiato e Poldo voleva conoscerne il motivo. «Ciao, sono Poldo; perché piangi?» Il bambino non si accorse dell’insetto che lentamente gli si era avvicinato ed era saltato sulla mano che poco prima lo aveva stretto. Capitolo sesto 63 «Cosa sei?» gli chiese «Anche tu vuoi prenderti gioco di me?» Poldo a quelle parole capì che qualcosa in più di una mano lo legava a quel bambino… «So cosa si prova a essere sottovalutati da tutti!» rispose il piccolo stecco. «Mi chiamo Cory e sono stanco di dover piangere per colpa degli altri! Perché nessuno mi capisce?» L’insetto capì che Cory era come lui, soltanto più grande, e che gli unici a capirlo erano stati i suoi amici. Lasciarli era stato lo sbaglio più grande. Mentre il bambino conduceva Poldo in casa, gli altri che erano riusciti a mettersi in salvo, assistettero alla scena e pensarono che il loro amico fosse in pericolo. Allora, il geco chiamò il gruppo a raccolta per escogitare un piano per intrufolarsi in quella casa passando inosservati. Nel frattempo Jasmine, ormai stanca, appoggiatasi alla gattaiola della casa, la aprì dando la possibilità agli altri di entrare; ma il cigolio svegliò Tok che in un 64 Missione salvataggio attimo si drizzò su tutte e quattro le zampe e si preparò all’attacco. Jasmine, Betty, Giuliano e Billy cercarono di trovare una soluzione ma senza Poldo tutto sembrava più difficile e forse quella sarebbe davvero stata la fine per loro. Cory, sentendo Tok abbaiare, corse in giardino e Poldo lo seguì. Appena gli amici lo videro, iniziarono a gridare: «Scappa, Poldo! Corri lontano da qui! Distraiamo noi questa brutta bestiaccia!» Il piccolo insetto stecco non poteva credere ai propri occhi: i suoi amici avevano messo a repentaglio la propria vita pur di salvarlo! Quindi lasciare gli altri non aveva fatto altro se non rendere la loro unione ancora più salda e per questo non poteva abbandonarli proprio adesso. «Cory, dì a Tok di lasciare in pace i miei amici!» disse in fretta Poldo, che in un lampo li raggiunse e li abbracciò. Il bambino, in un batter d’occhio, lanciò una palla al bulldog che scodinzolante corse a prenderla. Capitolo sesto 65 Gli amici, dopo un lungo abbraccio, rivolgendosi a Poldo, dissero: «Prometti di non abbandonarci mai più? Senza di te questo viaggio non avrebbe senso perché sei tu a darci la forza per continuare. E ora, mettiamoci in salvo prima che quella strana cosa ci raggiunga!» Quelle parole gli fecero riacquistare la fiducia persa e capì che solo la loro unione avrebbe permesso che il viaggio continuasse. Ma c’era ancora qualcosa che gli altri dovevano sapere su Cory, che gli si avvicinava sempre più… 66 Missione salvataggio CAPITOLO SETTIMO Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore 68 Cory non era né alto né grosso, anzi era così esile che tutti i suoi compagni per deriderlo lo avevano soprannominato lo stecco. Sarebbe stato l’amico perfetto se gli altri gli avessero dato l’opportunità di dimostrarlo, ma erano tutti così impegnati a escogitare modi per poterlo escludere! Non avevano mai pensato di invitarlo a giocare insieme a loro. Per questo motivo, trascorreva le sue giornate in solitudine in attesa che qualcuno finalmente si avvicinasse e gli prendesse la mano per chiedergli di diventare suo amico. Nel frattempo, però, si chiedeva chi mai avesse deciso che proprio lui dovesse essere diverso dagli altri. In cuor suo sapeva che, prima o poi, sarebbe riuscito a mostrare a tutti che il suo posto era tra gli altri e non lontano da loro. Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore Purtroppo, fino ad allora nessuno era stato disposto a dargli quell’opportunità e quindi, mentre gli altri giocavano e si divertivano insieme, Cory era solito accoccolarsi in un angolo e, sperando che nessuno lo sentisse, scoppiava in lacrime. Tutto ciò che aveva era Tok che non lo aveva mai abbandonato ma che anzi gli era stato vicino in ogni avventura. Ma adesso Cory non era più solo perché Poldo era quell’amico che tanto aveva atteso. L’insetto conosceva il significato dell’attesa e soprattutto quanto pesasse la sensazione di inadeguatezza su due corpicini esili come i loro. Anche gli amici del piccolo insetto, dopo aver ascoltato la sua storia, avevano capito che anche chi all’apparenza sembrava grande e grosso in realtà poteva risultare invisibile per molti altri. Poldo, senza pensarci due volte, chiese a Cory di unirsi a loro perché aveva capito che spesso la meta più importante è il viaggio stesso. Ma, prima di ripartire, Betty e Jasmine non avrebbero più dovuto mettersi i bastoni tra le ruote ma… Capitolo settimo 69 «Un attimo, dov’è finita Betty?» chiese Poldo. La farfalla, cercando di farsi notare dall’amico, svolazzava facendo piroette e capriole nell’aria ma… i suoi movimenti attirarono l’animale sbagliato! Tok iniziò a rincorrerla e Jasmine, vedendo Betty in pericolo, capì che non c’era più un attimo da perdere e, senza timore, escogitò un piano che si rivelò essere vincente. Balzò nell’orecchio del cane e con il suo interminabile CRI CRI fece confondere il povero bulldog che stordito si addormentò. Betty per la prima volta non sapeva bene come si sentiva. Da un lato era felice perché si era messa in salvo ma dall’altro avvertiva sensi di colpa perché a salvarla era stata proprio colei che fin dall’inizio del viaggio lei aveva cercato di ostacolare in ogni modo. Jasmine però aveva dimostrato che l’amicizia, quella vera, è disposta a superare mille e mille difficoltà e la morale è una sola (e Betty l’aveva imparata a proprie spese): nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore! 70 Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore Le due amiche, senza dirsi nulla, si strinsero in un forte abbraccio che parlò più di qualsiasi parola. Quando Poldo le trovò, capì che ciò che inizialmente sarebbe potuto essere un ostacolo per il loro viaggio si era rivelato uno dei maggiori punti di forza. Tutto era pronto per partire e Cory, dopo un primo momento di indecisione, pensò che anche per lui fosse arrivato il momento di agire. Li seguì, malgrado gli occhi tristi di Tok che non sembrava felice di intraprendere una nuova avventura senza aver prima fatto un pisolino. Il sole stava per tramontare e i piccoli esploratori accelerarono il passo perché la Valle dei Fantasmi era ancora lontana, ma avevano la certezza che prendendo la strada di destra sarebbero giunti a destinazione. Avevano proceduto così speditamente che tutti, nonostante sapessero quanto quella sosta avrebbe influito sul loro viaggio, sentirono il bisogno di fermarsi. Cory si appoggiò a un albero e la sua mano andò a sfiorare qualcosa di appuntito. Subito lanciò un urlo di dolore, richiamando l’attenzione di tutti. Capitolo settimo 71 Si guardò immediatamente le dita e notò che erano ricoperte di spine. Mentre cercava di estrarre quella che si era conficcata nell’indice, sentì una voce provenire dal dito stesso e iniziò a credere che tutto fosse frutto di un sogno. Capì di essere sveglio quando: «Guagliò, statt’ accorte. Io nun song ‘na spina. Sono Gennarino, l’insetto spina! Sono velenoso e assai, assai insidioso. Si da me te vuò liberà e alla valle vuò arrivà, o’ sole mio avit’ cantà!» Tutti rimasero sbigottiti e poi chi mai aveva parlato in napoletano! Gli amici decisero di mettere da parte l’orgoglio e di pensare cosa sarebbe stato meglio per Cory. Provarono così a canticchiare qualcosa. Ascoltando il loro napoletano, Gennarino scoppiò in una fragorosa risata. «Era solo uno scherzo!» disse l’insetto spina «Non ho intenzione di farvi del male. Noi napoletani siamo così, allegri e giocherelloni… ma soprattutto abbiamo un gran cuore. 72 Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore E per dimostrarvelo ho deciso di offrirvi il mio aiuto. Vi condurrò al lago dove troverete Rocchetta, la rana imperfetta, che vi traghetterà all’altra sponda». E così, in compagnia di Gennarino, la compagnia si rimise in viaggio in attesa di incontrare colei che li avrebbe condotti alla Valle. Giunti al lago ecco spuntare tra le ninfee la rana Rocchetta. Era una splendida rana e dal suo aspetto regale gli amici capirono che si trattava della regina dello stagno. All’apparenza, sembrava una rana come tutte le altre, anzi appariva perfino migliore delle altre, quindi tutti iniziarono a interrogarsi sul perché Gennarino l’avesse definita come imperfetta. «Salve a tutti, miei cari amici. Sono Rocchetta, la regina di questo splendido stagno e sarò più che lieta di condurvi all’altra sponda». La compagnia rimase un po’ stupita dalla presentazione di Rocchetta, anche perché aveva omesso il motivo del suo essere imperfetta. Capitolo settimo 73 Lo era davvero? Perché non lo aveva detto? Agli amici non restava che scoprire cosa si nascondesse dietro l’imponenza di questa rana che però sembrava volesse nascondere qualcosa. E poi le rane, si sa, sono molto ghiotte di insetti... 74 Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore CAPITOLO OTTAVO Un segreto svelato 76 Certo, si sa, le rane sono ghiotte d’insetti… quando riescono a catturarli! Rocchetta non poteva credere che la cena le fosse stata servita su un piatto d’argento e per di più erano ben due giorni che non metteva qualcosa di consistente sotto i denti! “L’insetto stecco è un po’ magrolino” pensò la rana “ma come stuzzichino potrebbe andare più che bene! Come cucino il geco? Mai mangiata una simile pietanza! Essendo bello grassoccio potrei servirlo come portata principale! Per non parlare della cicala… così croccante! La farfalla poi, privata di antenne e ali, mi si scioglierà in bocca! E l’insetto foglia? Sarà perfetto come contorno!” Con tono molto affabile, Rocchetta invitò il gruppo a seguirla: «Cari amici, essendo ormai buio, è meglio che passiate la notte nel mio castello. Nel lago si celano molti pericoli!» Un segreto svelato Non poteva lasciarseli scappare, anche se ormai si era abituata a sopportare il fastidioso languorino allo stomaco, ma le serviva un po’ di tempo per pensare a come cucinare i creduloni. Cory, da parte sua, era sicuro che i suoi amici fossero in buone mani perché quella rana sembrava tutt’altro che crudele. Prima di mettersi in cammino con il suo fedele compagno di avventure Tok, il bambino disse ai compagni di viaggio che li avrebbe aspettati ai piedi del salice piangente che si intravedeva alle spalle del canneto e, detto ciò, li lasciò. Cory e Tok iniziarono a percorrere un lungo sentiero e tutto sembrava stesse andando per il meglio finché una fitta nebbiolina non scese all’improvviso, rendendo quasi impossibile procedere. Ma ciò non scoraggiò l’intrepido Cory che procedeva con cautela ma senza fermarsi. L’inseparabile Tok, sempre al suo fianco, annusava a destra e a sinistra per scovare eventuali pericoli. Intanto Poldo e gli altri, sotto lo sguardo sempre vigile di Rocchetta, su una grande foglia di ninfea, venivano Capitolo ottavo 77 78 accompagnati dal vento verso un angolo oscuro e recondito del lago. La foglia passò attraverso una fitta distesa di canne che nascondevano il sontuoso palazzo della rana. Quest’ultimo si ergeva su una pietra di dimensioni esorbitanti su cui era posto un trono fatto con fili d’erba intrecciati tra di loro e davanti ad esso si stendeva un tappeto di petali di ninfee. La regina accompagnò i suoi ospiti nelle rispettive stanze, che avevano ben poco di regale, anzi erano dei piccoli buchi bui scavati nel terreno! Poldo, nell’oscurità della sua stanzetta, pensava e ripensava: “Perché Gennarino ha chiamato imperfetta la rana Rocchetta? Qui tutto sembra andare meglio di come dovrebbe… Mah, chissà a cosa stava pensando! Che ne sarà stato di Cory?” Tra una pensiero e l’altro il piccolo Poldo non riusciva proprio a chiudere occhio, a differenza degli altri che erano piombati in un sonno profondo. A un tratto sentì degli strani rumori, come se qualcuno stesse tenendo il conto. Un segreto svelato «Un, due! Un, due!» Si alzò e in punta di zampe andò in direzione del rumore. Dalla stanza di Rocchetta proveniva una luce e, incuriosito, si avvicinò alla porta per sbirciare all’interno. Lo spettacolo che si presentò davanti ai suoi occhi era a dir poco… insolito! Rocchetta, grondante di sudore, seguendo il ritmo di Gennarino, era nel bel mezzo di una serie interminabile di flessioni. «VIA!» esclamò Gennarino e, terminate le flessioni, la regina salì sulla punta di una grossa pietra e… si lanciò da essa con tutta l’energia che possedeva. Invece di rimbalzare agilmente, come ci si poteva aspettare da una rana, rotolò su se stessa varie volte e si ritrovò a zampe all’aria! Poldo non riusciva a trattenersi dal ridere ma, per paura di essere scoperto, strinse quanto più forte poteva le labbra, serrandole l’una contro l’altra. Dunque Rocchetta non sapeva saltare! Ecco perché era imperfetta! Capitolo ottavo 79 Per il piccolo insetto era inconcepibile che una regina del calibro di Rocchetta non sapesse saltare e quindi avrebbe escogitato un piano affinché potesse finalmente riuscirci. Si precipitò a svegliare gli amici e raccontò loro ciò che aveva visto. Fu Jasmine ad avere l’idea più brillante. Infatti la cicala conosceva l’insetto giusto che avrebbe fatto proprio al caso loro e, senza esitare, servendosi del battito delle sue ali, chiamò il suo amico fidato che, in un battibaleno, si fiondò dinanzi a loro. Il mattino seguente Gennarino, che da sempre aveva tramato in segreto con Rocchetta, era pronto a entrare in azione: avrebbe invitato Poldo e i suoi amici nella stanza della rana a fare colazione o meglio a fare da colazione. Ma cosa assai strana… nelle stanze non c’era nessuno: dov’erano finiti tutti? Andò di corsa da Rocchetta che, con un fare da regina capricciosa, urlò: «Si può sapere che fine ha fatto la mia colazione?» 80 Un segreto svelato Improvvisamente dietro di lei sbucò uno strano insetto tutto verde che, con un potente balzo, atterrò sulla testa di Rocchetta. La rana per lo spavento spiccò un salto così alto che la fece allontanare quanto la lunghezza di un millepiedi! «Ho saltato? HO SALTATO!» esultò Rocchetta assalita da una gioia incontenibile «Come ci sono riuscita?» L’insetto verde, dopo essersi fatto avanti, si presentò: «Hola, sóc el saltamartí Agustí, mig catalá i mig italiá, el teu mestre per saltar! E io che volevo…» Rocchetta non riusciva a pronunciare la parola mangiarvi perché provava un forte senso di colpa per quegli ospiti che si erano dimostrati così generosi da permetterle di realizzare il suo sogno più grande. Così continuò in tono commosso: «Vi ringrazio, amici. Vi prometto che d’ora in poi mi impegnerò a regnare come una vera regina e, con l’aiuto di Augustì, diventerò una provetta rana saltatrice! Ora salite sulla foglia di ninfea che vi porterà sull’altra sponda. Il vento soffia a vostro favore». Capitolo ottavo 81 E, dopo aver ascoltato quelle parole, gli amici si lasciarono alle spalle la rana Rocchetta che, tra un balzo e l’altro, decise di governare nel suo regno. «Cory e Tok ci staranno sicuramente aspettando!» esclamò Poldo impaziente di riabbracciare i suoi due amici e di continuare il viaggio. Ma di Cory e Tok non c’era nemmeno l’ombra… 82 Un segreto svelato CAPITOLO NONO La compagnia si riunisce Cory e Tok continuavano a camminare lungo il sentiero all’interno del bosco. Il bambino, assorto nei suoi pensieri, non si accorse che, un passo dopo l’altro, insieme a loro avanzava l’oscurità. Il sole era quasi al tramonto e con lui la calda luce dei suoi raggi si andava a nascondere alle spalle degli alti monti. Tutto diventò più buio e la nebbia incalzava sempre più fitta, facendosi sempre più densa. Cory, non vedendo più uno spiraglio di luce, pensò che gli alberi si fossero tutti segretamente messi d’accordo per creare con i loro rami ispidi e intrecciati un labirinto in cui difficilmente avrebbe potuto trovare una via d’uscita. I due amici allora decisero di affrontare quella selva spaventosa e cercarono un rifugio dove avrebbero potuto trascorrere al sicuro la notte. 84 La compagnia si riunisce Il giorno seguente, non appena videro fare capolino tra le montagne quei raggi del sole che gli era sembrato fossero stati divorati dalle tenebre si rimisero in viaggio finché non giunsero in un prato meraviglioso. Cory e Tok rimasero così estasiati da quella visione che, in un batter d’occhio, erano già lì tra la soffice erbetta e i candidi fiori a giocare e rincorrersi. Ma a un certo punto… «Che male!» esclamò il piccolo «Cos’è questo buco?» Ebbene sì! Cory era inciampato nella tana di una talpa che, svegliatasi per il gran clamore e uscita allo scoperto, inciampando tra le zampe di Tok, esclamò: «Ma cosa succede? Chi osa disturbarmi?» Il bambino e il suo piccolo amico si fecero avanti: «Salve, signora talpa, io sono Cory e questo è il mio cane Tok. Ci siamo persi nel bosco e stiamo cercando un modo per raggiungere i nostri amici per proseguire il nostro viaggio verso la Valle dei Fantasmi ma non sappiamo proprio come fare». «Io mi chiamo Malpa» rispose la talpa «e vengo da Malta. E ora, seguitemi miei cari amici, stavo proprio per Capitolo nono 85 86 fare colazione e mi farebbe piacere che vi uniste a me». Detto questo fece loro strada nelle profondità della sua grande tana. Quando Cory vide che il pasto di Malpa consisteva in un vasto assortimento di insetti di tutti i tipi, pensò che gli altri avrebbero di sicuro fatto venire l’acquolina in bocca alla talpa! Non appena capirono che non c’era più tempo da perdere e che bisognava continuare il viaggio, i due amici salutarono la talpa e ritornarono in superficie dove ad aspettarli c’era una sorpresa terrificante: una bestiaccia enorme e tutta nera. Mai nessuno poteva averla vista prima d’allora. «Cosa facciamo?» esclamò Cory «Se proviamo a scappare con un balzo di sicuro ci raggiungerà!» Proprio quando i due amici stavano per perdere tutte le speranze, ecco comparire qualcuno in lontananza. «Ehi, AIUTOOO!» gridò Cory «SALVACI!» Corse in loro aiuto Barry, un bambino paffutello, con gli occhi azzurri, i capelli castani e il naso a patata che, in un batter d’occhio, riuscì a far scappare a gambe levate quella bestiaccia. La compagnia si riunisce Cory e Tok, dopo averlo ringraziato, gli chiesero del salice piangente che si trovava ai piedi della Valle dei Fantasmi e Barry, senza farselo ripetere nemmeno una volta, disse: «Miei nuovi amici lasciate che vi conduca lì! Ho sempre desiderato andarci ma non ho mai avuto nessuno con cui farlo». Ed ecco che anche Barry si unì al gruppo e, durante il cammino, disse: «Sapete, era da tempo che cercavo qualcuno che mi accompagnasse in questa avventura senza deridermi per il mio aspetto... non è mica colpa mia se mia madre prepara le torte migliori del mondo!» E Cory: «Ho imparato che non è la sola apparenza a rendere grande una persona perché è quello che hai dentro che conta realmente». «Finalmente siamo arrivati!» esclamarono in coro gli amici che però vennero distratti da singhiozzi che sembrava provenissero proprio dal salice: «Ahimè, perché sono sempre così triste?» Cory, Barry e perfino Tok non sapevano davvero cosa fare perché mai avevano sentito un albero parlare! Allora il salice parlò: Capitolo nono 87 «Mi chiamano Salice. Anche se sono piangente sono molto saggio e aiuto tutti durante il viaggio. Io vi dirò dove andare, quindi continuate a camminare! La meta è vicina, ma dovrete attraversare una collina, un fiume, una montagna, e lì troverete anche una compagna che vi aiuterà e il viaggio vi divertirà!» 88 Gli amici, ancora sbigottiti, dopo aver ascoltato le parole del saggio salice, decisero di continuare il loro viaggio e, mentre si dirigevano verso la meta, videro da lontano Poldo insieme a tutti gli altri. Erano così felici di essersi ritrovati dopo le numerose avventure che li avevano separati! Cory decise di presentare a tutti Barry dicendo che anche lui era in cerca della Valle dei Fantasmi. La compagnia si riunisce Tutti scrutarono il nuovo arrivato: Jasmine gli si infilò nell’orecchio con un ronzio, mentre Betty gli svolazzò intorno e lo stesso Poldo sembrava non fidarsi. Ma Cory, notando lo strano comportamento degli amici, intervenne dicendo: «Amici, Barry è esattamente come noi e proprio perché lo è non deve rimanere solo! » Gli insetti rimasero colpiti dalle parole di Cory e capirono che non avrebbe mai detto una cosa del genere se non ci avesse creduto. Allora Poldo disse: «Perché secondo voi la Valle dei Fantasmi si chiama così?» Quando sembrava che nessuno lo sapesse, il geco Giuliano diede la risposta che tutti cercavano. Si diceva che la Valle dei Fantasmi fosse un giardino incantato dove era custodita la verità su ogni essere. Ma l’insetto spina sbottò: «Adesso vi svelerò io il segreto! Questi esseri di cui parla Giuliano non sono altro che i compagni di Poldo, che per averlo preso così tanto in giro sono stati puniti e trasformati in fantasmi!» A questo punto Jasmine, che fino ad allora era stata ad ascoltare, si spazientì: «Smettiamola con queste teorie Capitolo nono 89 da strapazzo! Io dico che quei fantasmi non sono altro che dei dinosauri che vogliono riprendersi il mondo!» E Poldo concluse: «Cosa sono non lo so, ma una cosa è certa… lo scopriremo non appena li raggiungeremo». E detto ciò si rimisero in viaggio. 90 La compagnia si riunisce CAPITOLO DECIMO La fine del viaggio Gli amici si rimisero in viaggio pensando alle parole del salice piangente e chiedendosi come avrebbero fatto a trovare chi li avrebbe condotti alla Valle quando, tutto d’un tratto, da una gola profonda sentirono risuonare queste parole: «Sono l’albero fiorito ito ito ito e so che sulla collina ina ina ina c’è una bambina ina ina ina sarà lei che guiderà rà rà rà chi alla Valle dei Fantasmi vuole arrivar ar ar ar». Senza esitare, i piccoli viaggiatori giunsero là dove quella voce misteriosa li aveva condotti e videro che ad aspettarli c’era proprio la guida promessa. «Eccovi finalmente!» esclamò la bambina «Era un po’ che vi aspettavo… ma sapete come si dice… meglio tardi che mai! quindi mettiamoci in cammino. Stavo quasi 92 La fine del viaggio per dimenticare… il mio nome è Asia e, come avrete sicuramente capito, sarò io a guidarvi verso la Valle». Da un lato non vedevano l’ora di poter toccare la destinazione, dall’altro avrebbero voluto sottrarre quella mano che sapevano avrebbe messo fine a quella che era stata l’avventura più bella di sempre dimostrando che, per quanto gli amici credessero di essere diversi gli uni dagli altri, era stato proprio questo a unirli. Guidati dalla bambina, giunsero ai piedi di una montagna che, con voce cavernosa, disse: «Sali la cima trova la scia scivola, scivola, scivola via. Dall’alta vetta discenderai e in tutta fretta ci riuscirai». Allora Asia disse: «Avete sentito cosa ha detto la montagna? Mettiamoci in marcia!» Non appena giunsero sulla cima della montagna Poldo esclamò: «La NEVE!» Capitolo decimo 93 Allora gli amici si fecero un cenno con la testa e, in men che non si dica, scivolando su quella candida e morbida distesa, si lasciarono trasportare lungo tutto il pendio della montagna. Non appena si adagiarono sul terreno, quella valanga di neve che li aveva accompagnati magicamente si dissolse e gli amici si ritrovarono davanti a un bivio. Mentre Poldo si chiedeva quale fosse la strada da prendere, un passerotto blu, becco giallo e vocetta acuta, disse: «Uè uagliù, so’ Ronny, lu passer(e) abruzzes(e). Se vulet ì a la Vall de li Fantasm, avet venì nch mè!» Preceduti dal passero, l’insetto stecco e i suoi compagni si avviarono verso la collina quando a un certo punto Barry urtò contro qualcosa: «Che dolore!» «Fai attenzione a dove metti i piedi!» disse Betty, scoppiando a ridere. «Amici, credo proprio che Barry abbia scelto il masso giusto contro cui urtare!» esclamò Poldo che ancora non credeva ai suoi piccoli occhi increduli: VALLE DEI FANTASMI. 94 La fine del viaggio Gli amici mai prima d’allora si erano sentiti così felici. Se poco prima avevano creduto che a contare fosse il viaggio e non la meta, in quel momento quella scritta a caratteri cubitali aveva fatto in modo che quei pensieri volassero via insieme a Ronny che, dopo aver salutato i piccoli amici, scomparve improvvisamente. «Non posso credere che sia proprio qui, davanti a noi!» disse Jasmine. «Immaginatevi se tutto questo fosse soltanto un’illusione?» chiese Cory ma non fece nemmeno in tempo a dirlo che gli altri già si erano avventurati alla scoperta della Valle. La nebbia era così fitta che nessuno dei compagni capì dove si trovava finché non si ritrovarono tutti in una grande conca. «Dove siamo e cosa sono quelle cose che fluttuano sopra le nostre teste?» si chiesero all’unisono. Tutti videro che in quelle nuvole erano racchiusi i loro timori più grandi e, man mano che si allontanavano, al posto di quella nebbia che sembrava volesse renderli prigionieri, splendidi raggi di sole inondarono la Valle. Capitolo decimo 95 96 «Tutto qui?!» esclamò Poldo, sopraffatto dalla delusione «Quindi i fantasmi sarebbero soltanto le nostre paure? Abbiamo fatto tutta questa strada per scoprire quello che già sapevamo?» Erano così delusi che niente avrebbe potuto tirar loro su il morale ma… qualcosa li fece ricredere. «Bruco, sei tu?» disse Poldo meravigliato «Allora sei diventato veramente una farfalla?» Lorenzo non disse nulla e lasciò cadere una lettera. Poldo corse a prenderla e la lesse ad alta voce: «Caro Poldo, sapevo che saresti rimasto deluso da quello che avresti scoperto nella Valle dei Fantasmi, ma sappi che non sempre ciò che credi di conoscere corrisponde alla realtà. In questo viaggio hai scoperto che spesso l’apparenza inganna e che anche il più piccolo insetto è capace di grandi cose. Seguendo il sentiero, troverai un buco e lì troverai le risposte». Per gli amici non era finita lì perché le parole di Lorenzo avevano suscitato altri interrogativi a cui avrebbero dovuto dare delle risposte, una volta per tutte. La fine del viaggio Quindi, senza perdersi d’animo, si lasciarono guidare dal sentiero che li condusse presso un buco così stretto che soltanto l’insetto più piccolo avrebbe potuto attraversare. «Poldo, tocca a te entrare, noi ti aspetteremo qui». L’insetto si fece forza e non appena ebbe attraversato la galleria si ritrovò in una stanzetta. Lì c’era un vecchissimo insetto stecco, tutto rugoso e con dei lunghissimi fili di barba bianca. «Mi chiamo Romano» disse il vecchio «e sono l’antenato più antico della tua specie, caro Poldo. Vedi, molti anni fa la nostra foresta era meravigliosa: alberi rigogliosi, ruscelli dalle acque limpide, farfalle variopinte ma… il progresso ha cambiato tutto. «Gli alberi sono stati tagliati, i campi inondati di insetticidi e noi insetti stecco, insieme alle api e alle farfalle, stiamo diventando una specie in via di estinzione. Poldo, tu hai un dono: PUOI PARLARE AGLI UMANI. Raccomanda a tutti i bambini, anche a coloro che non leggeranno questa storia, di amare e preservare la natura. Questa è la tua missione!» Capitolo decimo 93 Poldo finalmente capì lo scopo di quel viaggio e seppe che quello sarebbe stato l’inizio di qualcosa di ancora più grande in cui non sarebbe stato solo. Infatti sapeva che sarebbe stata l’amicizia a guidare sia lui che gli altri in giro per il mondo a diffondere l’amore per la natura. Larga la foglia, stretta la via questa è la storia che segue una scia. 98 La fine del viaggio APPENDICE 1. L’inizio del viaggio Istituto Comprensivo “D. Cimarosa”- IV Circolo di Aversa - Classe IV B Dirigente Scolastico Cecilia Amodio Docente referente della Staffetta Angelina Marrone Docente responsabile dell’Azione Formativa Massimiliana Mazzarella Gli studenti/scrittori della classe IV B Simone Barone, Krystian Bogusz, Carlo Cafarelli, Ginevra Caterino, Gaia Cesaro, Giada Coscione, Gioacchino De Vivo, Raffaele Della Volpe, Gaia Di Biase, Emmanuele Di Lucca, Almerinda Ferrante, Luigi Fervido, Lucrezia Gallo, Filomena Gentile, Concetta Guadalupi, Antonia Miniero, Salvatore Motta, Giuseppe Puca, Renato Romagnoli, Matteo Maria Rucco, Salvatore Silvestri, Davide Pio Stabile, Giorgio Vicario, Elena Villano, Francesco Virgilio, Alessia Zucca I disegni sono di Concetta Guadalupi, Ginevra Caterino, Giada Coscione, Elena Villano, Salvatore Silvestri Hanno scritto dell’esperienza: “… L’entusiasmo e l’impegno profusi nella realizzazione del primo capitolo sono stati notevoli, poiché gli alunni per la prima volta si sono sentiti coinvolti in un’esperienza nuova ed affascinante. Subito dopo aver letto l’incipit, infatti, hanno fatto ricerche per conoscere meglio l’insetto stecco, il protagonista della storia, e successivamente si sono confrontati tra di loro facendo ipotesi su una possibile evoluzione della vicenda. Ogni bambino, poi, ha elaborato un percorso personale per dare inizio al racconto, dopodiché sono stati esaminati e scelti personaggi, luoghi, dialoghi e situazioni che hanno richiamato attenzione particolare. Infine e’ stato costruito il primo capitolo. Tutti i bambini,ora, aspettano con ansia di leggere il seguito della storia”. APPENDICE 2. Tra sogno e realtà I.C. Statale “Vincenzo Mennella” di Lacco Ameno - Classe IV A Dirigente Scolastico Lucia Mattera Frallicciardi Docente referente della Staffetta Patrizia Ciaramella Docente responsabile dell’Azione Formativa Patrizia Ciaramella Gli studenti/scrittori della classe IV A Martina Abbate, Giulia Abbruzzese, Rita Apetino, Francesca Jasmine Buono, Sara Cacciapuoti, Francesca Castaldi, Michele De Siano, Sergio Di Massa, Mattia Impagliazzo, Scarlet Jmenez Conception, Ruslan Kudyk, Lorenzo Lombardi, Omarli Luis Garcia, Rebeca Lupu, Mizar Magaldi, Maria Mattera, Marika Monti, Matteo Monti, Francesco Pitone, Bianca Sumila Hanno scritto dell’esperienza: “… Gli alunni si sono mostrati tanto entusiasti del lavoro, che vorrebbero continuare il racconto delle avventure di Poldo, l’insetto stecco, anche al di fuori della staffetta, e sicuramente seguiremo con interesse gli ulteriori sviluppi della storia che le altre scuole posteranno. Poldo si è dimostrato un personaggio molto simpatico, ed il micromondo degli insetti un soggetto affascinante da trattare e da conoscere”. APPENDICE 3. La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni Circolo Didattico “Ilaria Alpi” di Torino – Classe IV B Dirigente Scolastico Celestina Cielo Docente referente della Staffetta Silvia Lovino Docente responsabile dell’Azione Formativa Maria Antonietta Petrarulo Gli studenti/scrittori della classe IV B Nicole Andrade, Alessio Barile, Diego Bertola, Sabrina Bruno, Alice Catanzano, Federico Ciancia, Giorgia Cuoco, Fabrizio Di Dedda, Alice Frisa, Matteo Galati, Ismaele Iennaco, Simone Leonardi, Carlotta Mansella, Chiara Pascarella, Teresa Ricci, Edoardo Rizzieri, Alessia Rosina, Nicolo’ Ruggiero, Bilel Salem, Rocco Sarlo, Sharon Speciale, Martina Todisco Hanno scritto dell’esperienza: “… Siamo entusiasti dell’esperienza, non solo per il lavoro avvincente e interessante, ma anche perché, per la prima volta, abbiamo potuto lavorare in piccoli gruppi per più giorni. Ci siamo confrontati ed abbiamo discusso divertendoci e appassionandoci all’argomento. Siamo lontani fisicamente dalle classi che hanno aderito all’iniziativa, ma ci sentiamo vicini perché il libro sarà di tutti noi!”. APPENDICE 4. Quando le apparenze ingannano Scuola Statale Italiana di Madrid - Classe IV C Dirigente Scolastico Cosimo Guarino Docente referente della Staffetta Marco Madaro Docente responsabile dell’Azione Formativa Giuliana Collesei Gli studenti/scrittori della classe IV C Marina Anton Piolanti, Assia Avogadro Di Vigliano, Mauro Barrachina Torres, Lorena Bejar Schillaci, Martina Bermejo Mendez, Dante Bertucci, Allegra Cassinelli, Matteo Cerioni Serret, Marta Concato Iraizoz, Chiara Dozza Lopez, Henar Duque Escudero, Ana Entrena Bufalà, Daniela Fernandez Folgado, Jorge Fernandez Iruzubieta, Sebastian Galvez Villarruel, Vasco Giovagnoli, Paolo Guillen Caracciolo, Maria Jorro Linares, Giovanni Maserati, Miguel Munoz Moreno, Simone Pallassini, Christian Panisello, Candela Piccioni Frias, Candela Quirante Grao Candela, Marco Rodriguez Serafin, Luca Scotti Hanno scritto dell’esperienza: “…E’ stato molto bello scrivere questo capitolo perché ci piace molto inventare storie. E' stato divertente e abbiamo partecipato tutti con entusiasmo. La storia ci è piaciuta moltissimo e pensiamo che i personaggi siano divertenti e originali. Scrivere non è stato per niente difficile e siamo diventati molto veloci. Abbiamo visto che dall’anno scorso siamo migliorati sia nella scrittura che nel raccogliere le idee. Per i nostri due compagni nuovi è stata un’esperienza molto emozionante ed interessante, ci hanno suggerito tante parole nuove. Abbiamo inserito Felipe perché volevamo scrivere qualcosa di noi, del nostro paese e nella nostra lingua”. APPENDICE 5. Essere speciale Direzione Didattica Statale I Circolo “E. De Amicis” di Comiso – Classe IV B Dirigente Scolastico Antonina Filingeri Docente referente della Staffetta Maria Giuseppa Sallemi Docenti responsabili dell’Azione Formativa Ornella Paiusco, Arcangela Sciortino Gli studenti/scrittori della classe IV B Nicoletta Alì, Benedetta Amato, Rebecca Amato, Alisea Andolina, Essia Ayed, Kalifa Bettayeb, Melissa Bronzino, Alessia Cassano, Michelle Cubisino, Raffaele Cubisino, Serena Ghiani, Alba Gulino, Desireè Gurrieri, Vittorio Guzzo, Niko Iacono, Carlo Lauretta, Salvatore Lombardino, Ikram Mabrouk, Alexandru Madinoaie, Erina Mamoci, Andrea Merlino, Anita Micieli, Maram Mraidi, Serena Pizzardi, Fabiola Sudano, Gabriele Taranto Il disegno è di Alba Gulino, Serena Pizzardi Hanno scritto dell’esperienza: “… Abbiamo vissuto l’esperienza della scrittura come un momento di condivisione di idee, sentimenti ed emozioni. Per noi è stata una gioia scrivere, e ci siamo sentiti protagonisti tanto quanto i personaggi della storia”. APPENDICE 6. Missione salvataggio Scuola Primaria “Astori” di Castelletto Monferrato I Circolo di Valenza – Classi IV, V Scuola Primaria Dirigente Scolastico Maria Elena Dealessi Docente referente della Staffetta Katia Testini Docenti responsabili dell’Azione Formativa Katia Testini, Anna Maria Nembro Gli studenti/scrittori delle classi I V - Andrea Bazzi, Giovanni Bazzi, Giuseppe Bazzi, Gaia Cattaneo, Alice Fusco, Lara Isaia, Albino Kulla, Martina Maimone Baronello, Elisa Praglia, Riccardo Praglia, Marco Ratta, Elisa Vincelli V - Clelia Allemanni, Federico Aprea, Alice Barile, Elena Maria Borromeo, Elettra Casanova, Lucrezia Colombo, Niccolò Costanzo, Sushani Jane Gunasekera, Giulio Isaia, Alessia Lucato, Alice Minetto, Giulia Mischiatti, Gaya Moscardini, Asia Maria Nembro, Olga Stobalo, Maya Zillante Il disegno è di Moscardini Gaya, Zillante Maya Hanno scritto dell’esperienza: “… I nostri alunni hanno così commentato: -La stesura del capitolo è stata divertente e abbiamo sperimentato veramente che “l’unione fa la forza”; -Abbiamo potuto dare spazio alla fantasia e all’immaginazione; -Mentre si procedeva nello scrivere il capitolo, abbiamo rivalutato il concetto di amicizia e l’importanza di lavorare in gruppo; -Leggendo i capitoli precedenti abbiamo sentito l’influenza regionale nel dialetto e nella descrizione dell’ambiente; -Ci siamo sentiti dei veri scrittori; - È stato bello collaborare con altre scuole. Questa esperienza ha risvegliato negli alunni l’amore per lo scrivere e noi insegnanti, come riflessione, ci sentiamo di dire che la condivisione rappresenta un momento di crescita e di arricchimento per tutti!”. APPENDICE 7. Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore I.C. Castellabate di Perdifumo - Classi III, IV, V scuola primaria Dirigente Scolastico Luisa Sicignano Docenti referenti della Staffetta Antonella Fronzuti, Amalia Persico Docenti responsabili dell’Azione Formativa Antonella Fronzuti, Filomena Ripoli Gli studenti/scrittori delle classi III, IV, V scuola primaria Francesco Carrano, Eva Magno, Silvia Magno, Alessia Materazzi, Mattia Stirone, Sara Amoresano, Vincenzo Carrano, Chiara Malandrino, Carmela Materazzi, Chiara Lembo, Yonela Sebu Il disegno è di Chiara Malandrino, Chiara Lembo Hanno scritto dell’esperienza: “… È la prima volta in assoluto che questi alunni svolgono un laboratorio di Scrittura creativa e si sono entusiasmati moltissimo, soprattutto sapendo che si tratta di un libro che, alla fine, sarà scritto da tantissimi alunni di scuole diverse, sparse in tutta Italia e non solo . I vari capitoli precedenti sono stati alla base della programmazione curricolare trasversale, creando l'occasione di stmolare la curiosità e la creatività. Arrivato il nostro turno, scrivere il capitolo non è stato un mero esercizio di composizione ma la naturale evoluzione del lavoro precedentemente svolto”. APPENDICE 8. Un segreto svelato Scuola Primaria “M. Montessori” di Barcellona – Classe IV A Dirigente Scolastico Cristino Cabria Docente referente della Staffetta Giuseppe Allocca Docente responsabile dell’Azione Formativa Daniela Panzeri Gli studenti/scrittori della classe IV A Claudia Ara, Júlia Ascolese, Angela Berni, Giulia Cavallini, Clara Fundaró, Matteo Ghelardoni, Giulia Giuffrida, Johan Sebastian Gonzáles, Georgina Haag, Martina Lugarà, Alice Marangoni, Daniel Martin, Mercé Marucci, Lea Masterson, Isabella Mateo, Augusto Miano, Emma Monaco, Bianca Morano, Blanca Chun Pili, Massimo Pini, Sveva Recapito, Alberto Savio Hanno scritto dell’esperienza: “… Quest’anno non vedevamo l’ora di partecipare ad una nuova staffetta letteraria visti i risultati dello scorso anno. Quando è arrivato il momento di scrivere il nostro capitolo ci siamo messi all’opera con grande impegno ed entusiasmo. Tutti abbiamo dato il nostro contributo. È stato divertente. Il fatto di aver partecipato alla scrittura di un altro vero libro ci rende molto orgogliosi e ci invoglia a continuare a scrivere”. APPENDICE 9. La compagnia si riunisce Direzione Didattica III Circolo “C. Collodi” di Pagani - Classe IV B Dirigente Scolastico Filomena Sannino Docente referente della Staffetta Giusi Cascone Docente responsabile dell’Azione Formativa Giuseppina Manzi Gli studenti/scrittori della classe IV B Luisa Ambrosio, Annarita Barbaria, Marika Califano, Claudio Casalino, Patrizia Coppola, Chiara Costabile, Maria Ferraioli, Alessandro Fezza, Anna Forino, Silvana Forino, Davide Gallo, Gloria Giorgio, Vincenzo Granato, Francesca Pia Latino, Emanuela Laudisio, Giuseppe Maiorino, Pietro Pepe, Maddalena Petrosino, Alessandra Ravano, Luigi Serao, Michele Spagna, Massimo Tortora, Vincenzo Tortora, Rita Vicidomini, Vincenzo Violante, Ilaria Visconti Il disegno è della classe IV B Hanno scritto dell’esperienza: “… L’esperienza della staffetta di scrittura creativa è stata molto emozionante. Abbiamo imparato a lavorare in gruppo, a scrivere, a descrivere e non solo ,ma anche a capire il vero senso dell’amicizia e della diversità in quanto filo conduttore di tutto il racconto. Noi della classe, abbiamo scritto il nono capitolo considerando questi due temi centrali. Tutti i capitoli sono interessanti perché in ognuno di essi sono presenti tanti personaggi bizzarri come Gennarino l’insetto spina, il geco Giuliano, la simpatica rana Rocchetta, l’ospitale talpa Malpa. Insomma, una miriade di personaggi che ci hanno fatto divertire e speriamo di vivere questa esperienza interessante anche il prossimo anno. APPENDICE 10. La fine del viaggio Scuola Primaria “11 febbraio 1944” - Istituto Comprensivo “Pescara 7” di Pescara - Classe IV B Dirigente Scolastico Assunta D' Emilio Docente referente della Staffetta Domenica Di Lello Docenti responsabili dell’Azione Formativa Domenica Di Lello, Agnese Iarussi Gli studenti/scrittori della classe IV B Alessandro Angelone, Nicolò Cagnetta, Chiara Canale, Nicolò Caniglia , Carmine Caprio, Pierpaolo Carbonaro, Camilla Corradi, Tiziano Daneluk, Fabio D'Artista, Alessia Del Gallo, Nina Di Fabio, Alessandro Di Nicola, Beatrice Di Persio, Giammarco Donatelli, Giulia Eboli, Martina Minto, Lorenzo Piscione, Matteo Pompei, Concezio Spinelli, Federico Torlonio, Claudia Zuccarini Il disegno è di Giulia Eboli Hanno scritto dell’esperienza: “… L'esperienza si è rivelata interessantissima e coinvolgente per i bambini e le insegnanti. Noi insegnanti abbiamo fatto scrivere i bambini prima individualmente e poi in gruppi e le idee sono state tantissime! I miei alunni hanno seguito i suggerimenti della tutor, e alla fine si sono inventati una missione per il protagonista che a noi insegnanti è piaciuta molto. Grazie per la bella opportunità”. INDICE Incipit di ANNACHIARA MONACO ..............................................................pag 16 Cap. 1 L’inizio del viaggio......................................................................................» 20 Cap. 2 Tra sogno e realtà......................................................................................» 28 Cap. 3 La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni ..........................» 36 Cap. 4 Quando le apparenze ingannano ......................................................» 44 Cap. 5 Essere speciale............................................................................................» 52 Cap. 6 Missione salvataggio ................................................................................» 60 Cap. 7 Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore ..........................» 68 Cap. 8 Un segreto svelato ....................................................................................» 76 Cap. 9 La compagnia si riunisce ..........................................................................» 84 Cap. 10 La fine del viaggio ..................................................................................» 92 Appendici ..................................................................................................................» 100 Finito di stampare nel mese di aprile 2014 da Industria Grafica Campana, Agropoli (SA) L’inizio del viaggio Tra sogno e realtà La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni Quando le apparenze ingannano Essere speciale Missione salvataggio Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore Un segreto svelato La compagnia si riunisce La fine del viaggio