poldo e la valle dei fantasmi

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poldo e la valle dei fantasmi
POLDO
E LA VALLE DEI FANTASMI
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Partendo dall’incipit di Annachiara Monaco e con il coordinamento dei
propri docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle
classi appresso indicate:
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa”- IV Circolo di Aversa - Classe IV B
Istituto Comprensivo Statale “Vincenzo Mennella” di Lacco Ameno - Classe IV A
Circolo Didattico “Ilaria Alpi” di Torino – Classe IV B
Scuola Statale Italiana di Madrid - Classe IV C
Direzione Didattica Statale I Circolo “E. De Amicis” di Comiso – Classe IV B
Scuola primaria “Astori” di Castelletto Monferrato I Circolo di Valenza – Classi
IV, V Scuola Primaria
Istituto Comprensivo Castellabate di Perdifumo - Classi III, IV, V Scuola Primaria
Scuola Primaria “M. Montessori” di Barcellona – Classe IV A
Direzione Didattica III Circolo “C. Collodi” di Pagani - Classe IV B
Scuola Primaria “11 febbraio 1944” - Istituto Comprensivo “Pescara 7” di Pescara
- Classe IV B
Editing a cura di: Annachiara Monaco
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali
Ente Formatore per docenti accreditato MIUR
Il racconto è pubblicato in seno alla Collana dei Raccontiadiecimilamani
Staffetta Bimed/Exposcuola 2014
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Direzione e progetto scientifico
Andrea Iovino
Monitoraggio dell’azione
e ottimizzazione delle procedure
Ermelinda Garofano
Segreteria di Redazione
e responsabili delle procedure
Valentina Landolfi
Margherita Pasquale
Francesco Rossi
Staff di Direzione
e gestione delle procedure
Angelo Di Maso
Adele Spagnuolo
Responsabile per l’impianto editoriale
Marisa Coraggio
Grafica di copertina:
l’Istituto Europeo di Design, Torino
Docente: Sandra Raffini
Impaginazione
Tullio Rinaldi
Ermanno Villari
Relazioni Istituzionali
Nicoletta Antoniello
Piattaforma BIMEDESCRIBA
Gennaro Coppola
Angelo De Martino
Amministrazione
Rosanna Crupi
Annarita Cuozzo
Franco Giugliano
I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione Commerciale
RINGRAZIAMENTI
I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola 2014 si
realizzano anche grazie al contributo erogato in favore dell’azione dalle istituzioni e dai
Comuni che la finanziano perché ritenuta esercizio di rilevante qualità per la formazione
delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana
Staffetta 2014 citiamo: Siano, Bellosguardo, Pisciotta, Pinerolo, Moncalieri, Castellamonte,
Torre Pellice, Forno Canavese, Ivrea, Chivasso, Cuorgnè, Santena, Agliè, Favignana, Lanzo
Torinese, Sicignano degli Alburni, Petina, Piaggine, San Giorgio a Cremano, l’Associazione
in Saint Vincent e l’Associazione Turistica Pro Loco di Castelletto Monferrato.
La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di
presentazione dei Racconti 2014 dai Comuni di Moncalieri, Salerno, Pinerolo e dal Parco
Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti.
Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il
buon esito della Staffetta 2014 e che nella Scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in
favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria
azione qualificando lo start up dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni
Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito
alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR 01/10/2013 0102715P del PROT SCA/GN/1047-1
Partner Tecnico Staffetta 2014
Si ringraziano per l’impagabile apporto
fornito alla Staffetta 2014:
i Partner tecnici
UNISA – Salerno, Dip. di Informatica;
Istituto Europeo di Design - Torino;
Cartesar Spa e Sabox Eco Friendly
Company;
il partner Must
Certipass, Ente Internazionale Erogatore
delle Certificazioni Informatiche EIPASS
By Bimed Edizioni
Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
(Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura)
Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY
Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected]
La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2014 viene stampata in parte su carta
riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di
autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della
tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per
il futuro di ognuno di noi…
Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di
recupero e riciclo di materiali di scarto.
La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura
Bimed/Exposcuola 2013/2014
Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero.
Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo)
senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.
La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati
unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura
Bimed/ExpoScuola.
La Staffetta 2013/14 riceve:
Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana
Patrocini:
Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero della Giustizia,
Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Ministero dell’Ambiente
PRESENTAZIONE
Quante attenzioni, quanta positiva tensione e quanto straordinario e felice impegno
nella Staffetta di quest’anno. L’emozione che abbiamo provato quando il Presidente
della Repubblica ha conferito alla Staffetta la Medaglia di Rappresentanza è
stata grande ma ancora e di gran lunga maggiore è stata, l’emozione, nel vedere
gli occhi dei nostri ragazzi in visita al Quirinale. Ho avvertito in quegli occhi
l’orgoglio di chi sentiva di essersi impegnato in un’attività che le istituzioni gli stavano
riconoscendo … È quello che vorrei vedere negli occhi di quei tanti giovani che
dopo la scuola, a conclusione del proprio ciclo d’istruzione, invece, in questo tempo
sentono l’apprensione di un contesto che, probabilmente, dovrebbe sancire la
Staffetta come buona prassi da adottare in funzione del divenire comune. Cos’è, in
fondo la Staffetta? E’ un format educativo, un esercizio imperdibile per l’acquisizione
gli strumenti necessari a affrontare LA VITA sentendo lo straordinario dono della vita.
La Staffetta è una sfida in cui tutti si mettono insieme stando dalla stessa parte,
sentendo anche le entità lontane come i compagni di un cammino comune …
L’altro che diventa te stesso … Questo è la Staffetta un momento che dura un intero
anno e che alla fine ti mette nella condizione di sentirti più forte e orgoglioso per
quello che è stato fatto, insieme a tanti altri che hanno concorso a realizzare un
prodotto che alla fine è la testimonianza di un impegno che ci ha visti UNITI (!)
in funzione di un obiettivo … Si tratta di quello di cui ha bisogno il Paese e di
quello che appare indispensabile per qualificare il tempo e lo spazio che stiamo attraversando.
Andrea Iovino
L’innovazione e la Staffetta: una opportunità per la Scuola italiana.
Questo è il secondo anno che operiamo in partnership con Bimed per la realizzazione
della “Staffetta di scrittura Creativa e di Legalità”. Siamo orgogliosi di essere
protagonisti di questa importante avventura che, peraltro, ci consente di raggiungere
e sensibilizzare un così grande numero di persone sull’attualissimo, quanto per
molti ancora poco conosciuto, tema che attiene la cultura digitale.
Sentiamo spesso parlare di innovazione, di tecnologia e di internet: tutti elementi
che hanno rivoluzionato il mondo, dalle amicizie, al tempo libero,lo studio, il lavoro
e soprattutto il modo di reperire informazioni. L’innovazione ha travolto il mondo
della produzione, dei servizi e dell’educazione, ma non dobbiamo dimenticare
che “innovare” significa, prima di tutto, porre la dovuta attenzione alla cultura.
Da un punto di vista tecnico, siamo tutti più o meno esperti, ma quanti di noi
comprendono realmente l’essenza, le motivazioni, le opportunità e i rischi che
ne derivano?
La Società è cambiata e la Scuola, che è preposta alla formazione di nuovi
individui e nuove coscienze, non può restare ferma di fronte al cambiamento che
l’introduzione delle nuove tecnologie e internet hanno portato anche nella
didattica: oggi gli studenti apprendono in modo diverso e questo implica
necessariamente un metodo di insegnamento diverso.
Con il concetto di “diffusione della cultura digitale” intendiamo lo sviluppo del
pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione,
aiutano i docenti e i nostri ragazzi a districarsi nella giungla tecnologica che
viviamo quotidianamente.
L’informatica entra a Scuola in modo interdisciplinare e trasversale: entra perché
i ragazzi di oggi sono i “nativi digitali”, sono nati e cresciuti con tecnologie di cui
non è più possibile ignorarne i vantaggi e le opportunità e che porta inevitabilmente
la Scuola a ridisegnare il proprio ruolo nel nostro tempo.
Certipass promuove la diffusione della cultura digitale e opera in linea con le
Raccomandazioni Comunitarie in materia, che indicano nell’innovazione e
nell’acquisizione delle competenze digitali la vera possibilità evolutiva del
contesto sociale contemporaneo. Poter anche soltanto raccontare a una comunità
così vasta com’è quella di Bimed delle grandi opportunità che derivano dalla
cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti
informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Premesso che vi sono indagini
internazionali da cui si evince l’esigenza di organizzare una forte strategia di
ripresa culturale per il nostro Paese e considerato anche che è acclarato il dato
che vuole l’Italia in una condizione di regressione economica proprio a causa del
basso livello di alfabetizzazione (n.d.r. Attilio Stajano, Research, Quality,
Competitiveness. European Union Technology Policy for Information Society IISpringer 2012) non soltanto di carattere digitale, ci è apparso doveroso
partecipare con slancio a questo format che opera proprio verso la finalità di
determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali
alle moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado
di determinare confronto, contaminazione, incontro, partecipazione e condivisione.
Promuoviamo, insieme, la cultura digitale e la certificazione delle I-Competence
per garantire competenze indispensabili per acquisire a pieno il ruolo di cittadino
attivo nella società della comunicazione e dell’ informazione.
Partecipiamo attivamente alla diffusione della cultura digitale, perché essa diventi patrimonio di tutti e di ciascuno, accettando la sfida imposta dalle nuove
professioni che nascono e dai vecchi mestieri che si trasformano, in modo profondo
e radicale.
Tutti noi abbiamo bisogno di rigenerare il pensiero accettando nuove sfide e
mettendo in gioco tutto quanto imparato fino adesso, predisponendoci al
cambiamento per poter andare sempre più avanti e un po’ oltre.
Il libro che hai tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere,
dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro
collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione
tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante
di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che evoluzione tecnologica!
Il Presidente
Domenico PONTRANDOLFO
INCIPIT
ANNACHIARA MONACO
Poldo, l’insetto stecco
Nella foresta di… iniziava, per così dire, un nuovo
giorno, perché lì ogni cosa era uguale all’altra.
Stesse case, con gli stessi tetti ricoperti di mattoncini variopinti, vialetti delimitati da aiuole rigogliose e mai incolte.
Insomma, nulla in quel luogo sembrava fosse fuori posto
quindi nessuno dei suoi abitanti aveva mai pensato di
andare via.
Ma, c’era qualcuno che, in quell’ordine così meticoloso,
non aveva trovato ancora il suo posto. Poldo era l’insetto stecco più giovane della sua specie e, dato il suo
aspetto minuto, veniva preso in giro da tutti gli altri suoi
compagni che, diversamente da lui, avevano dei corpi
vigorosi e longilinei. Ma quel suo essere diverso gli permetteva di sentirsi speciale e destinato a qualcosa di
grande.
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Come tutte le mattine, il piccolo insetto stecco si recò a
scuola e, mentre percorreva l’ormai noto sentiero, accadde qualcosa di strabiliante a cui egli stesso stentò
a credere.
Improvvisamente, tutto divenne nero più della pece e
sembrava fosse calata la notte in pieno giorno.
Poldo, non sapendo cosa fare, pensò bene di nascondersi tra i sottili rami di un albero che aveva ormai perso
il suo vigore.
In preda al timore, il piccolo stecco stava lì, immobile, in
attesa che quell’oscurità svanisse e, voltatosi, notò che
al suo fianco si era posata una splendida farfalla dalle
ali multicolori.
L’ombra si faceva sempre più vicina e più scura, si ritrovò
dinanzi a lui e con uno strano oggetto catturò la farfalla.
Il piccolo insetto stecco era pietrificato.
Non riusciva davvero a capire perché quella grande figura non avesse preso, al posto di quella meravigliosa
creatura, lui che non aveva fatto altro se non nascondersi tra i rami senza vita di quell’albero.
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Quello che Poldo non sapeva era che, grazie al suo
aspetto che ricordava tanto quello di un ramo, era riuscito a salvarsi la vita.
Mentre si dirigeva a scuola una marea di domande gli
frullavano nella mente: “Chi sono? Perché sono così?
Perché la farfalla e non io?”
Non vedeva l’ora di conoscere le risposte e far sentire
finalmente la sua voce tra tutte quelle dei suoi compagni che, ogni qualvolta provava a parlare, lo sovrastavano con la propria.
«Mi scusi signora maestra» iniziò timidamente Poldo «che
cosa siamo e soprattutto da dove veniamo?»
La domanda fece piombare la classe nel silenzio perché
nessuno mai aveva posto un quesito del genere e questa volta non sarebbe bastato ripetere delle inutili parole, messe l’una dietro all’altra come risposta.
Infatti, bisognava capire cosa rendesse tutti loro così
diversi dagli altri ma allo stesso tempo così speciali e
Poldo era determinato a scoprirlo, anche se ciò
avrebbe comportato oltrepassare i confini della radura
in cui da sempre aveva abitato.
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CAPITOLO PRIMO
L’inizio del viaggio
Mai prima d’allora era accaduto che i suoi compagni,
sentendolo parlare, avessero ascoltato con tanto interesse.
Per la prima volta, infatti, non solo capì di aver attirato
su di sé la loro attenzione ma, soprattutto, si era sentito
speciale.
Tutti si affollarono attorno al suo banco per conoscere
il motivo di quelle domande, ma il piccolo Poldo non
fece in tempo a rispondere perché la maestra chiese a
tutti di ritornare al proprio posto.
Colta alla sprovvista, la maestra provò a soddisfare la
curiosità dell’insetto, ma senza successo, spingendolo a
dover cercare altrove le risposte
Uscito da scuola, si rivolse a chiunque e tutti non fecero
altro che ripetergli: «Appartieni alla superfamiglia dei
Fasmidi, ordine di insetti Pterigoti e in particolare della
sottoclasse Euentomata».
Poldo sapeva già tutto questo.
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L’inizio del viaggio
Adesso erano le sue origini che voleva conoscere e
perché mai fosse così diverso dagli altri.
Nella radura abitava un saggio bruco a cui tutti si rivolgevano per chiedere consiglio e il piccolo insetto
pensò bene di fare lo stesso.
Lorenzo, questo era il nome del bruco, dopo averlo ascoltato, così rispose: «Per conoscere le tue origini dovrai fare
molta strada ma il luogo che dovrai cercare è la Valle dei
Fantasmi. Solo lì troverai le risposte che cerchi».
Prima di congedarlo gli raccomandò di stare molto attento perché il viaggio sarebbe stato più rischioso del
previsto.
Lasciato Lorenzo, nella mente di Poldo si affollarono una
miriade di dubbi: “Sarò pronto ad affrontare da solo difficoltà e insidie? Ce la farò? Troverò le risposte alle mie
domande?”
Vinto dalla stanchezza, si addormentò.
Al risveglio, riacquistate ormai le forze, decise di partire
alla volta di quella valle misteriosa.
Si voltò un’ultima volta e senza indugio si lasciò la radura alle spalle.
Capitolo primo
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Percorse viottoli e sentieri finché, dopo alcuni giorni, non
si ritrovò ai piedi di un’enorme montagna.
Nubi gonfie e grigie si rincorrevano nel cielo e si infittivano sempre di più e, in breve tempo, i raggi che fino a
poco prima risplendevano, vennero inghiottiti dall’oscurità.
Il vento cominciò a soffiare sempre più forte, facendo
girare in vortici le foglie cadute ai piedi degli alberi che,
a loro volta, si piegavano fino a toccare il suolo con le
solo chiome, ormai spoglie.
Improvvisamente il cielo fu squarciato da lampi e tuoni
assordanti che fecero tremare perfino l’imponente montagna.
Una pioggia fitta e fredda cominciò a cadere, costringendo Poldo a rifugiarsi sul ramo dell’albero più vicino.
Rimase lì, a fissare le gocce di pioggia che scivolavano
velocemente sulla corteccia nodosa dell’albero in attesa che qualcuno accorresse per non farlo sentire più
solo.
Mentre la pioggia continuava a cadere, l’insetto non
riusciva a non pensare alle parole del bruco Lorenzo.
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L’inizio del viaggio
Quel temporale aveva forse un significato? Era la
prima tra le tante difficoltà che avrebbe incontrato?
Trascorse gran parte della notte a chiedersi se mai
avrebbe portato a termine il suo viaggio e, sul far dell’alba, sprofondò in un sonno profondo.
Il sole era alto e i suoi raggi facevano capolino tra le
nuvole che, aprendosi, lasciavano intravedere l’azzurro del cielo. Poldo, riacquistate le forze e quel po’
di coraggio che aveva perduto, si rimise in viaggio.
Di ramo in ramo, di sentiero in sentiero si ritrovò in una
piccola radura e sulla foglia di un platano notò un
grillo che sonnecchiava.
Timidamente gli si avvicinò e, prima che potesse aprir
bocca, il grillo spalancò gli occhi e parlò: «Quello
che vedo è un piccolo insetto che, nonostante la sua
tenera età, sa bene cosa vuole! Non lasciare che
siano difficoltà apparentemente insuperabili a ostacolare le tue decisioni. Sappi che la strada giusta è
quella che si lascerà percorrere».
E, dette queste parole, volò via.
Capitolo primo
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Poldo rimase per un po’ a pensare a quello che il grillo gli
aveva detto ma invece di trovare risposte gli sembrava
di porsi sempre più domande.
A quali difficoltà si riferiva il grillo? Ma soprattutto, cosa
avrebbe scoperto? Quale strada si sarebbe lasciata percorrere?
Con questi pensieri riprese il cammino e sul calar del
giorno si ritrovò su un sentiero che portava in un bosco.
A pochi passi da lui, tra le foglie di un castagno, c’era
una cicala che, appena si accorse dell’insetto disse:
«Cosa sei, piccolo e strano insetto? Cosa fai tutto solo da
queste parti?»
Poldo, imbronciato, rispose di essere un insetto stecco e
che quelli come lui non erano per niente strani ma speciali e che, soltanto dopo aver portato a termine il suo
viaggio, avrebbe capito il perché.
La cicala ascoltò attentamente e poi si presentò.
«Sono la cicala Jasmine e questo bosco è la mia casa.
Sarei lieta di ospitarti e mostrarti come ci si diverte in mia
compagnia!»
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L’inizio del viaggio
Poldo accettò senza esitare, sperando che almeno per
un po’ non avrebbe sentito nostalgia di casa.
La giornata trascorse in gran fretta e, nonostante i due
insetti si fossero conosciuti da poco, sapevano che qualcosa di speciale li avrebbe legati per sempre.
Arrivarono nei pressi di alberi altissimi e sotto uno di essi
videro un cumulo di foglie secche.
Bastò un solo sguardo per capire cosa fare e in un baleno si ritrovarono a rotolarsi in quel morbido e variopinto
tappeto.
Ormai erano diventati amici e nulla avrebbe potuto separarli.
Purtroppo però, dopo aver salutato la sua nuova amica,
fu costretto a rimettersi in cammino e, con aria triste, lasciò
il bosco.
Sapeva bene di aver già trascorso tanto tempo lontano
da casa e che altro ne sarebbe passato prima di potervi
fare ritorno, ma la sua voglia di conoscere la verità era
così forte che niente lo avrebbe fermato.
Era ormai notte inoltrata, quando arrivò nei pressi di uno
stagno.
Capitolo primo
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Poldo era così stanco che si addormentò profondamente e… sognò.
Si trovava in uno strano paese dove tutto era verde con
qualche punta di marrone qua e là.
Dappertutto c’erano foglie ammucchiate, alberi giganteschi che sembrava sfiorassero le nuvole e un laghetto
su cui fluttuavano ninfee verdi.
Il silenzio regnava sovrano, quando, all’improvviso, un
continuo rumore di salti...
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L’inizio del viaggio
CAPITOLO SECONDO
Tra sogno e realtà
Un continuo rumore di salti attirò l’attenzione di Poldo
che voltandosi vide quattro grilli vestiti con una livrea
verde e oro.
Questi si avvicinarono e si disposero ordinatamente di
fianco al piccolo insetto.
«Chi siete, che cosa volete da me?» chiese Poldo un
po’ disorientato.
«Che paese è questo?»
I grilli, senza rivolgergli la parola, lo invitarono a seguirli
e, saltellando all’unisono, si spostarono di foglia in foglia, di ramo in ramo, fino a quando non raggiunsero una
foglia gigantesca.
Una sottilissima ragnatela, che sembrava brillasse più di
una stella grazie alle gocce di rugiada che risplendevano ai raggi del sole, donava un’ombra ristoratrice al
saggio bruco che Poldo aveva già incontrato prima di
intraprendere il suo viaggio.
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Tra sogno e realtà
Il saggio Lorenzo era disteso su una delicata foglia di
rosa e ne mordicchiava il bordo mentre, intorno a lui,
tante ninfee si riparavano sotto altre foglie ancora
umide della rugiada del mattino.
Sembrava fossero in attesa di qualcosa di grande e
maestoso che avrebbe lasciato tutti con il fiato sospeso.
«Caro Poldo» disse il bruco Lorenzo «hai trovato la tua
strada? Hai già portato a termine il tuo viaggio?»
E l’insetto rispose: «Purtroppo il mio viaggio è soltanto
all’inizio e ho ancora tanta strada da fare, ma ho incontrato già molti amici e tutti diversi. Nessuno di loro,
però, mi ha saputo indicare quale fosse la strada per
giungere alla Valle dei Fantasmi e nessuno ha dato una
risposta alle mie domande. Ma io non demordo».
«Bravo Poldo! Era questo che volevo sentirti dire! Prosegui nel tuo viaggio e non arrenderti mai!»
«Ma è questa la Valle dei Fantasmi?» chiese Poldo.
Il bruco Lorenzo, però, non gli rispose e iniziò ad arrampicarsi sul sottile stelo della rosa e, dopo essersi legato
con un lungo filo di bava, cominciò la sua metamorfosi
dinanzi agli occhi ancora increduli del piccolo Poldo.
Capitolo secondo
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Quest’ultimo, non riuscendosi a spiegare l’accaduto, rivolgendosi agli altri insetti, con aria preoccupata
chiese: «Cosa succede? Non sarà mica...»
«Oh, piccolo Poldo, non è come pensi» rispose un lunghissimo millepiedi «il saggio bruco si sta solo trasformando!»
«Trasformando? E in che cosa? E io… come posso aiutarlo?»
E, mentre continuava a interrogarsi, un raggio accecante avvolse il bruco che, rapidamente, stava mutando forma proprio davanti ai suoi occhi.
Non appena la luce si affievolì, ecco che una splendida
farfalla distese le sue ali colorate di giallo e arancione
che avevano un delicato disegno nero tutto intorno.
Il bruco si era trasformato in una meravigliosa farfalla
Macaone.
La farfalla-Lorenzo, notando che il piccolo insetto era
rimasto immobile e a bocca aperta, per risvegliarlo dal
torpore in cui era piombato, gli disse: «Vedi Poldo, prima
o poi tutti sono destinati a cambiare e sappi che durante il tuo viaggio molti saranno i cambiamenti a cui
assisterai. Ed ora va’! Nulla deve più trattenerti».
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Tra sogno e realtà
Poldo, più deciso che mai, aveva ripreso il suo cammino
e, senza accorgersene, si imbatté in un grande insetto
dalle lunghe zampe anteriori ripiegate. Aveva due
enormi occhi che spuntavano da una testa triangolare
ed emetteva uno strano suono stridulo.
Era una mantide ma, non sapendolo, l’insetto le chiese
cosa fosse.
L’altra, allora, scontrosamente rispose: «Vai via! Io non
parlo con gli sconosciuti».
Poldo, che non si dava per vinto, provò ugualmente a
presentarsi e senza esitazione si fece avanti: «Mi chiamo
Poldo e sono un giovane insetto stecco che vuole trovare la sua strada. Adesso che conosci il mio nome
dimmi chi sei!»
La mantide, colpita dalla sua determinazione, decise a
sua volta di presentarsi: «Il mio nome è Zic e sono una
mantide! Vedo che hai intrapreso un viaggio che non
sai ancora dove ti porterà e, se non hai nulla in contrario, vorrei farti da guida qui nei dintorni».
Poldo rispose che gli sarebbe piaciuto conoscere quel
mondo immerso nel verde, ma quello che desiderava di
più era ritrovare la sua strada.
Capitolo secondo
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Allora Zic gli rispose: «Non preoccuparti, Poldo! Ti aiuterò io a ritrovare la tua strada e a riprendere il tuo cammino!»
Nonostante Poldo avesse accettato di essere accompagnato dalla mantide, ancora non riusciva a fidarsi di
quest’ultima che sentiva come una presenza oscura alle
sue spalle.
All’improvviso, Zic lo afferrò con le sue lunghe zampe e
sembrava proprio che volesse fare di Poldo la sua
preda…
«AIUTOOOOOO!»
Il piccolo insetto si svegliò di soprassalto e, dopo aver
tirato un sospiro di sollievo, capì che era stato solo un
sogno.
Ancora assonnato, vide che dinanzi a lui c’era la cicala
Jasmine che lo fissava con un grande sorriso.
I due, dopo essersi abbracciati, decisero di riprendere
insieme il cammino e iniziarono a percorrere un sentiero
ricco di aiuole ben curate e punteggiate da una miriade
di fiori coloratissimi e profumatissimi, dalle cui corolle facevano capolino api e farfalle.
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Tra sogno e realtà
I due amici a loro insaputa si erano inoltrati nel giardino
di una casa che aveva un’aria tutt’altro che rassicurante. Nell’attraversarlo, un ragno spaventoso intrappolò Jasmine nella sua ragnatela.
Poldo era scampato al pericolo proprio perché si era
mimetizzato tra i rami, ma non voleva abbandonare la
sua amica tra le grinfie di quel mostro malvagio e decise quindi di entrare in quella casa oscura.
Ed ecco che Poldo si ritrovò faccia a faccia con
un’enorme mantide dalle fauci spalancate che sembrava volesse addentarlo proprio come nel sogno ma,
questa volta, nulla accadde.
Stupitosi, guardò meglio l’insetto e notò che c’era qualcosa che lo teneva immobile finché non si accorse che
la mantide era stata fissata con uno spillone a un cartoncino.
Pieno di curiosità, vide che le pareti che lo circondavano erano ricoperte da molti altri insetti infilzati da
spilli, proprio come la mantide.
Mentre un brivido gli percorreva la schiena, sentì una
vocina chiedere aiuto.
Capitolo secondo
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Cercando di scrutare nell’oscurità, su un tavolo, in un
barattolo, vide la farfalla che era stata catturata dalla
strana ombra quel giorno mentre si recava a scuola…
34
Tra sogno e realtà
CAPITOLO TERZO
La crescita di Poldo tra nuove idee
ed emozioni
Poldo si irrigidì come se fosse stato in pericolo ma sapeva
che la sua vita era cambiata grazie alla farfalla e quindi
doveva salvarla.
Colpì così violentemente il barattolo in cui era rinchiuso
l’insetto da farlo rotolare sul tavolo finché non cadde sul
pavimento rompendosi.
La farfalla, finalmente libera, esclamò: «Tu mi hai salvata!»
Dopo essersi presentati, Poldo chiese alla farfalla Betty se
avesse visto Jasmine e se volesse aiutarlo a liberarla.
Betty si sentiva in debito, quindi insieme raggiunsero il
ragno Zigli che li aspettava... per intrappolarli nella sua ragnatela!
L’insetto non smetteva di pensare che se avesse dovuto
combattere contro quell’aracnide, sarebbe stato sconfitto! Bisognava quindi stringere un patto!
Il ragno, che a Poldo sembrava enorme e minaccioso
con quegli uncini aguzzi che sporgevano dalle mandi-
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La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni
bole, li guardava con espressione avida, mentre Jasmine, confinata in un angolo, ma sempre sotto il controllo di Zigli, era terrorizzata.
«Posso procurarti prede molto più succulente di quanto
non lo siamo tutti noi messi insieme. Libera la cicala e
non rimarrai deluso».
Poldo scandiva con attenzione le sue parole e nello
stesso tempo girava intorno al ragno che, per seguire i
suoi movimenti, senza avvedersene, divenne prigioniero
del suo stesso filo con cui, poco prima, aveva intrappolato Jasmine.
Zigli era caduto nella trappola del piccolo insetto!
Poldo, ancora stupito per essere riuscito a ingannare il
ragno, ne approfittò per guardarsi intorno. I flebili raggi
di sole, che filtravano tra le imposte, illuminarono un
lungo tavolo.
Ovunque erano disseminati colla, cartoncini e strane
scatole trasparenti con stoffa umida all’interno.
Fu uno spillone in particolare ad attirare la sua attenzione: era più grande degli altri e aveva una capocchia luccicante.
Capitolo terzo
37
I tre insetti si avvicinarono per osservarlo meglio e le ali
di Betty sfregarono l’estremità brillante.
A quel contatto, lo spillone emise una luce accecante
che, colpendo tutti gli animali affissi alle pareti, li riportò
in vita e li spinse a scagliarsi contro i tre amici.
«Presto, nascondiamoci!» urlò Poldo alle amiche.
«Vogliono attaccarci!»
Ed ecco che una piccola rientranza nel muro attirò la
loro attenzione.
La cicala e la farfalla vi si nascosero, mentre Poldo coprì
con il suo corpo l’apertura mimetizzandosi con il colore
dell’intonaco.
«Dobbiamo fare qualcosa e subito! Avete qualche
idea?»
Mentre Jasmine e Betty non sapevano a cosa pensare,
Poldo, più sicuro di sé dopo aver sconfitto Zigli, propose: «Ho notato che la luce emessa dallo spillone è
già più fioca quindi è probabile che presto non avrà
più effetto sugli insetti.
«Voi volerete il più velocemente possibile per l’intera
stanza, mentre io vi segnalerò l’arrivo degli esemplari più
38
La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni
pericolosi perché possiate evitarli. Li porteremo allo sfinimento prima ancora che si esaurisca la luce».
Così fecero e poco dopo cicale, mantidi religiose, locuste, cimici, maggiolini... tornarono ad essere senza
vita.
Poldo, elettrizzato dalla nuova vittoria, pensava: “Per
ben due volte sono riuscito a escogitare un piano. Solo
poco tempo fa la mia voce sembrava non raggiungesse
nessuno, ora invece non solo vengo ascoltato, ma sono
in grado di affrontare le difficoltà e di superarle!”
All’improvviso, però, uno strano torpore gli fece perdere
la sensibilità del suo corpicino minuto e Poldo si accasciò a testa in giù sul bordo del tavolo.
Poco dopo sentì la pelle scivolare via dal suo corpo.
Contemporaneamente un brivido lo pervase.
Era diventato viscido e una nuova pelle lo stava ricoprendo.
Vide riflessa la sua immagine in un vetrino e quasi non si
riconobbe per quanto era cresciuto.
Non comprendeva cosa gli fosse accaduto, ma la farfalla lo rassicurò: «Ricordi la metamorfosi del bruco LoCapitolo terzo
39
renzo? Certo, la tua è stata solo una muta, ma ha consentito che il tuo corpo, diventato più grande, avesse un
nuovo rivestimento».
Quindi gli rivelò che era stato proprio il saggio Lorenzo
a fare in modo che lui la ritrovasse.
Poldo avrebbe voluto saperne di più, ma un pesante rumore di passi fece calare il silenzio.
I tre insetti si precipitarono sotto il tavolo, non prima
però di aver visto entrare un uomo.
Doveva essere il proprietario della casa e per di più era
un entomologo.
Quel vecchietto basso e grassoccio aveva piccole lentiggini che gli ricoprivano quasi interamente il viso,
tranne che per una parte della guancia destra attraversata da una profonda cicatrice. I suoi capelli rossicci arruffati e la barba incolta lo facevano somigliare
a un vagabondo.
Tuttavia le sopracciglia arcuate, gli strani baffi all’insù e
un monocolo appoggiato sull’occhio sinistro gli conferivano una certa eleganza.
Il suo lavoro consisteva nel catturare gli insetti, determinarli, farli seccare, metterli nelle strane scatole che
40
La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni
Poldo aveva intravisto sul tavolo, sottoporli ad altri trattamenti e infine fissarli con uno spillone.
Entrando nella stanza e accendendo la luce, l’entomologo vide con sorpresa insetti disseminati ovunque.
Nel frattempo i tre amici cercarono di avvicinarsi alla finestra per tentare di fuggire, ma il battito di ali della cicala spinse il vecchietto a voltarsi.
«Fermi là, non scappate!» ordinò.
Afferrato il retino li rincorse, ma anziano com’era, cadde,
lasciando così la strada libera ai tre insetti che balzarono dalla finestra.
L’uomo, pur con fatica, riuscì a rialzarsi e riprese l’inseguimento.
Arrivati nei pressi di un lago, Poldo e le sue compagne
avvistarono un castagno.
«Jasmine, Betty, nascondetevi in quel riccio, io mi mimetizzerò su questo ramo!» dispose l’insetto stecco.
E, mentre ognuno raggiungeva la propria posizione, tra
sé e sé pensava: ”Wow! Prendere decisioni non è poi
così difficile!”
Intanto l’entomologo, sfinito e dolorante per la caduta,
decise di ritornare alla villetta.
Capitolo terzo
41
Ancora una volta erano in salvo!
A questo punto la cicala avrebbe voluto riposarsi sulle
rive del lago, mentre Poldo e Betty, benché stanchi, volevano allontanarsi subito.
«Se è stato il saggio Lorenzo a far sì che io ti ritrovassi,
sicuramente conoscerai la strada che porta alla Valle
dei Fantasmi. Non sarebbe ora di percorrere il giusto
cammino?»
Così l’insetto si rivolse alla farfalla che replicò: «Altrimenti
perché avrei rischiato la mia vita?»
Il tono con cui pronunciò queste parole, però, non
aveva nulla a che fare con il lampo minaccioso che
aveva attraversato i suoi occhi composti...
42
La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni
CAPITOLO QUARTO
Quando le apparenze ingannano
Dopo un primo momento di indecisione, i tre amici pensarono di fermarsi presso il lago per riposare tutta la
notte, dopo essersi adagiati su un letto di morbide foglie.
Il giorno seguente, Poldo, sentendo un certo languorino,
si avvicinò a una foglia per rosicchiarla ma, non appena
la morse, sentì un urlo: «Ahi, mi fai male!»
L’insetto si guardò intorno, ma non vide nessuno. Riprese
a mordicchiarla quando quel grido risuonò.
Poi qualcuno disse: «Smettila! Mi fai male! Bada a dove
metti la tua boccaccia! Non sono una foglia, ma un insetto-foglia! Lasciami dormire in santa pace! Ho lavorato tutta la notte e ora devo riposare».
Poldo, spaventato, esclamò: «Quindi non sei una foglia
parlante!»
E l’insetto-foglia rispose ironico: «Ah, ah, ah… Non sei
affatto spiritoso!» e aggiunse «Sono Billy, l’insetto foglia.
Essendo costretto a stare sveglio di notte, di giorno
44
Quando le apparenze ingannano
devo riposare. C’è una cosa che di me devi sapere: il
pericolo non temo perché immobile io resto».
Il piccolo insetto esplose in un’esclamazione: «Ora capisco! Tu sei proprio come me!»
Billy, con fare indispettito, disse: «Ma cosa dici? Tu sei
uno stecco, mentre io sono largo e piatto».
Poldo allora gli spiegò che ad accomunarli era la loro
capacità di mimetizzarsi.
Lo invitò poi a conoscere le sue amiche Betty e Jasmine e
gli raccontò del loro viaggio. Incuriositosi, l’insetto foglia
decise di accompagnarli fino alla Valle dei Fantasmi.
Poldo, nel frattempo, vide Betty sbuffare con impazienza
e prima che potesse chiederne il motivo, la farfalla
spiccò il volo come un… razzo!
Gli altri insetti si precipitarono al seguito cercando di
starle dietro e riuscirono a raggiungerla soltanto dopo
essere giunti a un bivio.
Dunque i quattro amici si consultarono sulla strada da intraprendere.
La farfalla allora disse che la Valle dei Fantasmi era un
luogo umido e, rivolgendosi a Jasmine con aria maliCapitolo quarto
45
ziosa, le chiese quale fosse il sentiero che li avrebbe
condotti in quel luogo.
La cicala si guardò intorno spaesata e infine scelse
quello di sinistra.
I quattro insetti allora si rimisero in viaggio.
Dopo qualche ora arrivarono nei pressi di una valle
tetra e arida.
Le piante erano tutte appassite e non c’era traccia di vita.
Procedendo fino in fondo, si scorgeva una grotta buia
e umida.
I quattro amici iniziarono a esplorarla e, tutto d’un tratto,
videro un flebile raggio di luce filtrare da un’insenatura
nella roccia.
Si fermarono e notarono che per terra c’erano delle palline scure quasi impercettibili.
E all’improvviso sentirono un suono giungere alle loro
orecchie: «Hola, Hola, Hola, Yo soy el bichobola. Llego
de España y me gusta la… lasagna!»
I quattro insetti rimasero a bocca aperta: non capivano
da dove venisse la musica, né le parole di quel delizioso motivetto.
46
Quando le apparenze ingannano
Quindi Jasmine chiese: «Cosa succede? Da dove arriva
questa musica?»
Una delle palline si schiuse facendo apparire un piccolo crostaceo terrestre che disse: «Salve a tutti! Sono
Felipe, il più vecchio bichobola di questo gruppo».
Sono spagnolo perciò non avete capito le parole della
mia canzone che fa così: «Ciao, ciao, ciao; sono un porcellino di terra. Vengo dalla Spagna e mi piace la lasagna. Chi siete? Che cosa vi porta qui?»
Poldo narrò a Felipe tutti i particolari della loro avventura e gli domandò se quella fosse la Valle dei Fantasmi.
Il bichobola scoppiò a ridere a crepapelle e spiegò
che, probabilmente, al bivio avevano imboccato il sentiero sbagliato.
Quello di destra, nonostante fosse più oscuro e intricato,
era il tragitto giusto da seguire.
Felipe augurò loro buona fortuna e si richiuse nella sua
pallina.
I quattro amici, dopo averlo salutato e ringraziato, ripresero il loro cammino e, una volta giunti al bivio, decisero di fermarsi per riposare.
Capitolo quarto
47
Betty rimproverò Jasmine: «Ecco! Se non ci avessi guidati
non avremmo perso tempo!»
E la cicala rispose con aria triste: «Non l’ho fatto di proposito. Mi hai chiesto tu di scegliere e io l’ho fatto. Tutti
possono sbagliare, nessuno è perfetto!»
Siccome Poldo e Betty erano rimasti in silenzio, Jasmine
aggiunse: «In fondo è stato anche divertente, perché
abbiamo conosciuto Felipe».
Anche Billy intervenne ed esclamò: «Penso che Jasmine
non abbia tutti i torti. Non è stato di certo questo a ostacolare il nostro cammino».
Poldo era però su tutte le furie e, avendolo notato,
Betty, prima di addormentarsi, gli suggerì che sarebbe
stato meglio proseguire senza Jasmine, perché avrebbe
combinato soltanto altri pasticci. L’insetto rispose che
durante la notte ci avrebbe pensato.
Il mattino seguente Poldo, Betty e Billy si allontanarono
in silenzio, lasciando che Jasmine continuasse a dormire.
Il viaggio però non era più lo stesso perché Poldo sentiva di aver abbandonato la sua più cara amica perciò,
voltandosi verso la farfalla, disse: «Penso che lasciare
48
Quando le apparenze ingannano
indietro Jasmine non sia stata una buona idea. Lei è
stata la prima amica che ho incontrato durante questo
lungo viaggio e ho la sensazione che tu… ci voglia separare, anche se non capisco il perché».
Betty, che ormai era stata smascherata, rispose balbettando: «Ma, ma, ma… è tutta colpa di Jasmine! Io, io, io…
mi ero confusa e pensavo che lei sapesse dove andare…»
Poldo capì che Betty era in cerca di scuse e decise di
ritornare sui propri passi.
Quando raggiunsero il bivio si trovarono davanti a una
scena spaventosa: Jasmine dormiva tranquilla mentre,
accanto a lei, c’era una strana lucertola con una
grande testa ovale, un corpo grassoccio e appiattito
con una lunghissima coda. Aveva occhi grandi e rotondi
puntati fissi sulla cicala.
Sembrava volesse divorarla in un sol boccone. Stava lì
immobile in attesa del momento adatto per balzare sulla
sua preda.
I tre amici capirono che questa volta avrebbero dovuto
affrontare il loro più acerrimo nemico, ghiotto di qualsiasi tipo di insetto: il geco.
Capitolo quarto
49
In un istante Poldo e Billy si mimetizzarono chi tra le foglie e chi tra i rami di un cespuglio e gridarono a squarciagola.
Betty svegliò Jasmine e l’aiutò a mettersi in salvo, mentre
il geco, spaventato dal rumore assordante, fuggì e si mimetizzò su una grossa roccia…
50
Quando le apparenze ingannano
CAPITOLO QUINTO
Essere speciale
Jasmine, svegliatasi di soprassalto, ancora confusa e
spaventata, guardò Betty con aria stupita e, cercando
con lo sguardo Poldo e Billy, balbettando chiese: «Che
cosa è successo? Dove sono gli altri? Chi era quell’animale che sembrava volesse fare di me il suo spuntino
mattutino?»
«Stai tranquilla, il peggio è passato! Ormai quella bestiaccia se l’è data a gambe levate!» rispose prontamente Betty.
Ma anche lei, non vedendo i suoi amici, si lasciò prendere dal panico. Tutto d’un tratto, tra le due calò il silenzio.
Il solo pensiero di essere rimaste sole irrigidiva i loro piccoli corpi ma, allo stesso tempo, le faceva avvicinare perché entrambe avevano bisogno di conforto e calore.
Betty si protese in avanti spiegando le sue meravigliose
ali variopinte come se volesse spiccare il volo e accolse Jasmine in un caloroso abbraccio.
52
Essere speciale
«Oh, Jasmine, è colpa mia. Non avremmo dovuto lasciarti
e farti correre un così grave pericolo».
La piccola cicala ancora non capiva come si fossero
trovati in quella situazione e, soprattutto, perché proprio Poldo l’avesse lasciata sola.
Con voce strozzata cominciò a chiamare il suo amico:
«Poldo, Poldo dove sei?»
Ma nessuno sembrava darle ascolto.
Ma ecco che l’insetto stecco e Billy, sentito il richiamo di
Jasmine, lasciarono i loro nascondigli e si precipitarono
dalle amiche.
Tutti trionfanti allora esclamarono: «Da oggi in poi chiamateci EROI! Abbiamo fatto scappare il grande geco!
Batti il cinque, Billy! Siamo i migliori!»
Le due amiche ancora non potevano credere di aver ritrovato sia Poldo che Billy e, ancora incredule, gli si avvicinarono e tutti e quattro si strinsero in un forte abbraccio.
Jasmine, nonostante fosse fuori di sé dalla gioia per aver
ritrovato il suo più grande amico, non aveva intenzione
di fargliela passare liscia perché voleva ancora capire
cosa lo avesse spinto ad abbandonarla.
Capitolo quinto
53
«Poldo, sei stato tu a volermi lasciare da sola?»
In quel momento il piccolo insetto avrebbe voluto mimetizzarsi pur di non dare la risposta che sapeva
avrebbe deluso la sua amica.
Purtroppo però le cose stavano così e tutto d’un tratto
non si sentì più un eroe perché i veri eroi non si dimenticano mai dei loro amici.
I raggi del sole che fino ad allora avevano fatto capolino tra le nuvole, illuminarono completamente la radura.
Poldo si sentì pervadere da quel fulgore e finalmente
trovò il coraggio di rispondere: «Non avrei mai voluto
lasciarti da sola, ma il desiderio di trovare quanto prima
possibile le risposte alle mie domande mi ha fatto perdere di vista cosa conta davvero.
«Ho dato troppa importanza a quello che secondo gli
altri sarebbe stato meglio per il viaggio ma, a questo
punto, credo di non essere più in grado di poterlo portare a termine. Quindi ho deciso di tornare a casa. Almeno lì nessuno correrà pericoli a causa mia».
Ma Betty sapeva che Poldo si sbagliava e con voce
flebile sussurrò: «Poldo non è come pensi, tu hai la ca-
54
Essere speciale
pacità di vedere ciò che è giusto. E ritornando sui tuoi
passi hai dimostrato di conoscere il vero significato dell’amicizia».
Colpito dalle parole di Betty, l’insetto rimase in silenzio,
non essendo ancora del tutto convinto.
Billy, cercando di rompere il silenzio, disse: «Amici, ho
proprio bisogno di sgranocchiare qualche tenera foglia! Volete farmi compagnia?»
Si voltò verso un cespuglio di timo e tra il fogliame intravide due strette fessure verticali che lanciavano uno
sguardo minaccioso.
Indietreggiò gridando a più non posso: «Aiuto! Siamo in
pericolo! Scappiamo!»
Il geco era ritornato più agguerrito che mai e questa
volta non voleva lasciarsi sfuggire le sue prede.
Poldo con un balzo si mise tra il geco e il suo amico, facendogli da scudo con il suo corpo.
«Se proprio devi mangiare qualcuno mangia me!»
Il lucertolone, fissando Poldo, spalancò la bocca e, un
attimo dopo, quello che si prospettava essere un tentativo di addentare i piccoli amici divenne un sorriso:
Capitolo quinto
55
«Picciuotti, nun vi scantati (spaventate) sugnu un lucertuluni strano nun manciu carni viva ma sulu erba e
frutta biologica».
A queste parole i quattro tirarono un sospiro di sollievo.
Billy scoppiò a ridere: «Ma come parli?!»
«Sono Giuliano, il geco vegetariano».
«E allora perché volevi addentarci?»
«Questa è una lunga storia, ma se avete tempo ve la
racconterò».
I quattro amici incuriositi dalle parole del geco, accettarono la sua proposta.
E Giuliano cominciò:«Picciriddi, vivevo una vita solitaria, meditando tra le rocce laviche e i cespugli di mirto,
ai piedi ru granni munti ETNA, respirando gli inebrianti
profumi ra zagara. «In una notte di luna piena, la vecchia Civetta mi apparve con i suoi grandi occhi gialli
dall’espressione arcigna e mi disse, proprio idda a custori (lei la custode) ra Valli ri Fantasmi, che ero stato
prescelto per mettere alla prova tutti coloro che volevano attraversarla.
56
Essere speciale
«La prima prova consiste nel testare il coraggio, e tu
(indicando Poldo) hai dimostrato di averne!»
Gli amici guardarono l’insetto e gli strizzarono l’occhio.
Il geco aggiunse: «Adesso dovrete seguire me, vi condurrò fino alle porte della Valle».
Detto ciò, con un rapido movimento simile a una piroetta
si ritrovò dinanzi ai quattro amici.
Durante la prima parte del cammino il calpestio dei loro
passi era l’unico rumore che si percepiva. Ognuno rifletteva tra sé e sé.
Stava per calare la sera, le ombre incombevano e Betty
sentiva di non poter più nascondere la verità a Poldo.
Aumentò il passo e gli si avvicinò.
Il piccolo insetto stecco avvertì la sua presenza alle spalle
e capì che lei voleva dirgli qualcosa. «Betty, tutto bene?»
«Sì… ho solo…devo dirti… e va bene! Poldo, tu sei
speciale per me! Mi hai colpito fin dal primo momento e,
quando mi hai liberata da quell’orribile barattolo, ho
capito che tu ed io eravamo destinati a rimanere amici
per sempre. Ma ciò non sarebbe stato possibile finché ci
fosse stata Jasmine…»
Capitolo quinto
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Colto alla sprovvista, Poldo non seppe cosa dire ma,
dopo averci pensato, capì che l’impresa avrebbe avuto
l’esito sperato solo se il gruppo fosse rimasto unito.
Questo però Betty sembrava non volerlo capire…
58
Essere speciale
CAPITOLO SESTO
Missione salvataggio
Il viaggio proseguiva e Poldo sembrava avesse perso il
brio che lo aveva spinto a intraprendere quell’avventura.
Betty, nel frattempo, continuava a stargli alle calcagna
lasciando intendere al piccolo insetto che c’era ancora
qualcosa di cui voleva renderlo partecipe.
«Poldo?» disse la farfalla, provando a nascondersi tra le
sue grandi ali «Credo di non essere stata del tutto sincera con te».
L’insetto, non potendone più di queste continue confessioni che non facevano altro se non mettere ancora più
a rischio l’esito del viaggio, voltatosi di scatto disse:
«Adesso cosa mi tocca sentire?»
«Jasmine!»
«Chi?!» rispose Poldo.
«Ha escogitato lei il mio rapimento perché sapeva che
avrei dovuto guidarti verso la Valle dei Fantasmi e non
poteva permettere che qualcun altro potesse giungervi
prima di lei perché…»
60
Missione salvataggio
Betty si interruppe, sapendo benissimo che Poldo
avrebbe voluto saperne di più.
Infatti l’insetto esclamò: «Porta a termine quello che hai
iniziato!»
Allora, la farfalla, approfittando delle ali che nascondevano il suo ghigno maligno, fingendo, scoppiò a
piangere e disse: «Jasmine sapeva della profezia e sapeva che soltanto un insetto avrebbe potuto accedere
alla valle per ottenere le risposte che cercava».
Il fragile corpicino di Poldo non riusciva più a reggere il
peso di quelle parole e quindi decise di allontanarsi da
tutti.
Non sapeva chi avesse ragione tra le due amiche ma in
quel momento credeva che lasciare la questione aperta
fosse la cosa migliore da fare.
Perché quello che si prospettava come un viaggio
pieno di incontri e di avventure fantastiche si era trasformato nel suo incubo più grande?
Cosa avrebbe fatto?
Chi era realmente Jasmine?
E Betty?
Capitolo sesto
61
Proprio quando sembrava che la Valle dei Fantasmi non
fosse più un semplice miraggio, tutte le sue speranze
crollavano come un castello di carte.
C’era solo una domanda che lo tormentava: sarebbe
riuscito a raggiungere da solo la meta?
In tutto ciò l’unione fa la forza non avrebbe avuto più
alcun significato.
Il mattino seguente, al sorgere del sole, ciò che restava
del gruppo venne svegliato da un forte abbaiare.
A quanto pare altri pericoli aspettavano i nostri piccoli
amici perché a pochi metri da loro c’era un bulldog che
aveva un’aria tutt’altro che amichevole.
Poldo sentì che i suoi amici erano in pericolo e, senza
farsi scoprire, escogitò un piano per far allontanare
dagli altri quel bestione e permettere che almeno loro
giungessero a destinazione.
Si lasciò cadere da un ramo e, fingendosi un rametto
secco, attirò l’attenzione del bulldog che si voltò immediatamente verso Poldo e con un balzo lo raggiunse,
lasciando che gli altri si allontanassero indisturbati.
L’insetto stecco sapeva che il bulldog, credendo che
62
Missione salvataggio
quello fosse semplicemente un bastoncino che gli era
stato lanciato, sarebbe corso per riprenderlo ma c’era
qualcosa che non aveva previsto…
A un tratto, ancora rigido, venne sollevato da una mano
che lo strinse forte.
«Su, bello! Andiamo!» disse una voce e, tenendo ancora
l’insetto tra le mani, continuò «Bravo Tok, ottimo recupero
ma adesso è arrivato il momento di tornare a casa».
Poi lasciò cadere l’insetto per terra e scomparve tra gli
alberi con il bulldog scodinzolante al seguito.
A chi apparteneva quella cosa che lo aveva stretto
così forte?
Senza pensarci iniziò a farsi strada nella radura finché
non sentì qualcuno piangere.
Era proprio il bambino che poco prima aveva visto saltellare allegramente. Adesso tutto era cambiato e Poldo
voleva conoscerne il motivo.
«Ciao, sono Poldo; perché piangi?»
Il bambino non si accorse dell’insetto che lentamente gli
si era avvicinato ed era saltato sulla mano che poco
prima lo aveva stretto.
Capitolo sesto
63
«Cosa sei?» gli chiese «Anche tu vuoi prenderti gioco
di me?»
Poldo a quelle parole capì che qualcosa in più di
una mano lo legava a quel bambino…
«So cosa si prova a essere sottovalutati da tutti!» rispose il piccolo stecco.
«Mi chiamo Cory e sono stanco di dover piangere
per colpa degli altri!
Perché nessuno mi capisce?»
L’insetto capì che Cory era come lui, soltanto più
grande, e che gli unici a capirlo erano stati i suoi
amici. Lasciarli era stato lo sbaglio più grande.
Mentre il bambino conduceva Poldo in casa, gli altri
che erano riusciti a mettersi in salvo, assistettero alla
scena e pensarono che il loro amico fosse in pericolo.
Allora, il geco chiamò il gruppo a raccolta per escogitare un piano per intrufolarsi in quella casa passando inosservati.
Nel frattempo Jasmine, ormai stanca, appoggiatasi
alla gattaiola della casa, la aprì dando la possibilità
agli altri di entrare; ma il cigolio svegliò Tok che in un
64
Missione salvataggio
attimo si drizzò su tutte e quattro le zampe e si preparò all’attacco.
Jasmine, Betty, Giuliano e Billy cercarono di trovare una
soluzione ma senza Poldo tutto sembrava più difficile e
forse quella sarebbe davvero stata la fine per loro.
Cory, sentendo Tok abbaiare, corse in giardino e
Poldo lo seguì.
Appena gli amici lo videro, iniziarono a gridare:
«Scappa, Poldo! Corri lontano da qui! Distraiamo noi
questa brutta bestiaccia!»
Il piccolo insetto stecco non poteva credere ai propri occhi: i suoi amici avevano messo a repentaglio la
propria vita pur di salvarlo!
Quindi lasciare gli altri non aveva fatto altro se non
rendere la loro unione ancora più salda e per questo
non poteva abbandonarli proprio adesso.
«Cory, dì a Tok di lasciare in pace i miei amici!» disse
in fretta Poldo, che in un lampo li raggiunse e li abbracciò.
Il bambino, in un batter d’occhio, lanciò una palla al
bulldog che scodinzolante corse a prenderla.
Capitolo sesto
65
Gli amici, dopo un lungo abbraccio, rivolgendosi a
Poldo, dissero: «Prometti di non abbandonarci mai più?
Senza di te questo viaggio non avrebbe senso perché
sei tu a darci la forza per continuare. E ora, mettiamoci
in salvo prima che quella strana cosa ci raggiunga!»
Quelle parole gli fecero riacquistare la fiducia persa e
capì che solo la loro unione avrebbe permesso che il
viaggio continuasse.
Ma c’era ancora qualcosa che gli altri dovevano sapere su Cory, che gli si avvicinava sempre più…
66
Missione salvataggio
CAPITOLO SETTIMO
Nel cammino della vita vince chi ci
mette il cuore
68
Cory non era né alto né grosso, anzi era così esile che
tutti i suoi compagni per deriderlo lo avevano soprannominato lo stecco.
Sarebbe stato l’amico perfetto se gli altri gli avessero
dato l’opportunità di dimostrarlo, ma erano tutti così impegnati a escogitare modi per poterlo escludere! Non
avevano mai pensato di invitarlo a giocare insieme a
loro.
Per questo motivo, trascorreva le sue giornate in solitudine in attesa che qualcuno finalmente si avvicinasse e
gli prendesse la mano per chiedergli di diventare suo
amico.
Nel frattempo, però, si chiedeva chi mai avesse deciso
che proprio lui dovesse essere diverso dagli altri.
In cuor suo sapeva che, prima o poi, sarebbe riuscito a
mostrare a tutti che il suo posto era tra gli altri e non lontano da loro.
Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore
Purtroppo, fino ad allora nessuno era stato disposto a
dargli quell’opportunità e quindi, mentre gli altri giocavano e si divertivano insieme, Cory era solito accoccolarsi in un angolo e, sperando che nessuno lo sentisse,
scoppiava in lacrime.
Tutto ciò che aveva era Tok che non lo aveva mai abbandonato ma che anzi gli era stato vicino in ogni avventura.
Ma adesso Cory non era più solo perché Poldo era
quell’amico che tanto aveva atteso.
L’insetto conosceva il significato dell’attesa e soprattutto quanto pesasse la sensazione di inadeguatezza
su due corpicini esili come i loro.
Anche gli amici del piccolo insetto, dopo aver ascoltato la sua storia, avevano capito che anche chi all’apparenza sembrava grande e grosso in realtà poteva
risultare invisibile per molti altri.
Poldo, senza pensarci due volte, chiese a Cory di unirsi
a loro perché aveva capito che spesso la meta più importante è il viaggio stesso.
Ma, prima di ripartire, Betty e Jasmine non avrebbero più
dovuto mettersi i bastoni tra le ruote ma…
Capitolo settimo
69
«Un attimo, dov’è finita Betty?» chiese Poldo.
La farfalla, cercando di farsi notare dall’amico, svolazzava facendo piroette e capriole nell’aria ma… i suoi
movimenti attirarono l’animale sbagliato!
Tok iniziò a rincorrerla e Jasmine, vedendo Betty in pericolo, capì che non c’era più un attimo da perdere e,
senza timore, escogitò un piano che si rivelò essere vincente.
Balzò nell’orecchio del cane e con il suo interminabile
CRI CRI fece confondere il povero bulldog che stordito
si addormentò.
Betty per la prima volta non sapeva bene come si sentiva.
Da un lato era felice perché si era messa in salvo ma
dall’altro avvertiva sensi di colpa perché a salvarla era
stata proprio colei che fin dall’inizio del viaggio lei
aveva cercato di ostacolare in ogni modo.
Jasmine però aveva dimostrato che l’amicizia, quella
vera, è disposta a superare mille e mille difficoltà e la
morale è una sola (e Betty l’aveva imparata a proprie
spese): nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore!
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Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore
Le due amiche, senza dirsi nulla, si strinsero in un forte
abbraccio che parlò più di qualsiasi parola.
Quando Poldo le trovò, capì che ciò che inizialmente
sarebbe potuto essere un ostacolo per il loro viaggio si
era rivelato uno dei maggiori punti di forza.
Tutto era pronto per partire e Cory, dopo un primo momento di indecisione, pensò che anche per lui fosse arrivato il momento di agire. Li seguì, malgrado gli occhi
tristi di Tok che non sembrava felice di intraprendere una
nuova avventura senza aver prima fatto un pisolino.
Il sole stava per tramontare e i piccoli esploratori accelerarono il passo perché la Valle dei Fantasmi era ancora lontana, ma avevano la certezza che prendendo
la strada di destra sarebbero giunti a destinazione.
Avevano proceduto così speditamente che tutti, nonostante sapessero quanto quella sosta avrebbe influito
sul loro viaggio, sentirono il bisogno di fermarsi.
Cory si appoggiò a un albero e la sua mano andò a
sfiorare qualcosa di appuntito.
Subito lanciò un urlo di dolore, richiamando l’attenzione
di tutti.
Capitolo settimo
71
Si guardò immediatamente le dita e notò che erano ricoperte di spine.
Mentre cercava di estrarre quella che si era conficcata
nell’indice, sentì una voce provenire dal dito stesso e
iniziò a credere che tutto fosse frutto di un sogno.
Capì di essere sveglio quando: «Guagliò, statt’ accorte.
Io nun song ‘na spina.
Sono Gennarino, l’insetto spina!
Sono velenoso e assai, assai insidioso.
Si da me te vuò liberà e alla valle vuò arrivà, o’ sole mio
avit’ cantà!»
Tutti rimasero sbigottiti e poi chi mai aveva parlato in
napoletano!
Gli amici decisero di mettere da parte l’orgoglio e di
pensare cosa sarebbe stato meglio per Cory. Provarono
così a canticchiare qualcosa.
Ascoltando il loro napoletano, Gennarino scoppiò in
una fragorosa risata.
«Era solo uno scherzo!» disse l’insetto spina «Non ho intenzione di farvi del male.
Noi napoletani siamo così, allegri e giocherelloni… ma
soprattutto abbiamo un gran cuore.
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Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore
E per dimostrarvelo ho deciso di offrirvi il mio aiuto.
Vi condurrò al lago dove troverete Rocchetta, la rana
imperfetta, che vi traghetterà all’altra sponda».
E così, in compagnia di Gennarino, la compagnia si rimise in viaggio in attesa di incontrare colei che li
avrebbe condotti alla Valle.
Giunti al lago ecco spuntare tra le ninfee la rana Rocchetta.
Era una splendida rana e dal suo aspetto regale gli
amici capirono che si trattava della regina dello stagno.
All’apparenza, sembrava una rana come tutte le altre,
anzi appariva perfino migliore delle altre, quindi tutti iniziarono a interrogarsi sul perché Gennarino l’avesse definita come imperfetta.
«Salve a tutti, miei cari amici.
Sono Rocchetta, la regina di questo splendido stagno
e sarò più che lieta di condurvi all’altra sponda».
La compagnia rimase un po’ stupita dalla presentazione
di Rocchetta, anche perché aveva omesso il motivo del
suo essere imperfetta.
Capitolo settimo
73
Lo era davvero?
Perché non lo aveva detto?
Agli amici non restava che scoprire cosa si nascondesse
dietro l’imponenza di questa rana che però sembrava
volesse nascondere qualcosa.
E poi le rane, si sa, sono molto ghiotte di insetti...
74
Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore
CAPITOLO OTTAVO
Un segreto svelato
76
Certo, si sa, le rane sono ghiotte d’insetti… quando riescono a catturarli!
Rocchetta non poteva credere che la cena le fosse
stata servita su un piatto d’argento e per di più erano
ben due giorni che non metteva qualcosa di consistente
sotto i denti!
“L’insetto stecco è un po’ magrolino” pensò la rana “ma
come stuzzichino potrebbe andare più che bene! Come
cucino il geco? Mai mangiata una simile pietanza! Essendo bello grassoccio potrei servirlo come portata
principale! Per non parlare della cicala… così croccante! La farfalla poi, privata di antenne e ali, mi si scioglierà in bocca! E l’insetto foglia? Sarà perfetto come
contorno!”
Con tono molto affabile, Rocchetta invitò il gruppo a
seguirla: «Cari amici, essendo ormai buio, è meglio che
passiate la notte nel mio castello. Nel lago si celano
molti pericoli!»
Un segreto svelato
Non poteva lasciarseli scappare, anche se ormai si era
abituata a sopportare il fastidioso languorino allo stomaco, ma le serviva un po’ di tempo per pensare a come
cucinare i creduloni.
Cory, da parte sua, era sicuro che i suoi amici fossero in
buone mani perché quella rana sembrava tutt’altro che
crudele. Prima di mettersi in cammino con il suo fedele
compagno di avventure Tok, il bambino disse ai compagni di viaggio che li avrebbe aspettati ai piedi del
salice piangente che si intravedeva alle spalle del canneto e, detto ciò, li lasciò.
Cory e Tok iniziarono a percorrere un lungo sentiero e
tutto sembrava stesse andando per il meglio finché una
fitta nebbiolina non scese all’improvviso, rendendo
quasi impossibile procedere.
Ma ciò non scoraggiò l’intrepido Cory che procedeva
con cautela ma senza fermarsi. L’inseparabile Tok, sempre al suo fianco, annusava a destra e a sinistra per scovare eventuali pericoli.
Intanto Poldo e gli altri, sotto lo sguardo sempre vigile
di Rocchetta, su una grande foglia di ninfea, venivano
Capitolo ottavo
77
78
accompagnati dal vento verso un angolo oscuro e recondito del lago.
La foglia passò attraverso una fitta distesa di canne che
nascondevano il sontuoso palazzo della rana.
Quest’ultimo si ergeva su una pietra di dimensioni esorbitanti su cui era posto un trono fatto con fili d’erba intrecciati tra di loro e davanti ad esso si stendeva un
tappeto di petali di ninfee.
La regina accompagnò i suoi ospiti nelle rispettive
stanze, che avevano ben poco di regale, anzi erano
dei piccoli buchi bui scavati nel terreno!
Poldo, nell’oscurità della sua stanzetta, pensava e ripensava: “Perché Gennarino ha chiamato imperfetta la
rana Rocchetta? Qui tutto sembra andare meglio di
come dovrebbe… Mah, chissà a cosa stava pensando!
Che ne sarà stato di Cory?”
Tra una pensiero e l’altro il piccolo Poldo non riusciva
proprio a chiudere occhio, a differenza degli altri che
erano piombati in un sonno profondo.
A un tratto sentì degli strani rumori, come se qualcuno
stesse tenendo il conto.
Un segreto svelato
«Un, due! Un, due!»
Si alzò e in punta di zampe andò in direzione del rumore.
Dalla stanza di Rocchetta proveniva una luce e, incuriosito, si avvicinò alla porta per sbirciare all’interno.
Lo spettacolo che si presentò davanti ai suoi occhi
era a dir poco… insolito!
Rocchetta, grondante di sudore, seguendo il ritmo di
Gennarino, era nel bel mezzo di una serie interminabile
di flessioni.
«VIA!» esclamò Gennarino e, terminate le flessioni, la
regina salì sulla punta di una grossa pietra e… si lanciò da essa con tutta l’energia che possedeva. Invece
di rimbalzare agilmente, come ci si poteva aspettare
da una rana, rotolò su se stessa varie volte e si ritrovò
a zampe all’aria!
Poldo non riusciva a trattenersi dal ridere ma, per
paura di essere scoperto, strinse quanto più forte poteva le labbra, serrandole l’una contro l’altra.
Dunque Rocchetta non sapeva saltare!
Ecco perché era imperfetta!
Capitolo ottavo
79
Per il piccolo insetto era inconcepibile che una regina
del calibro di Rocchetta non sapesse saltare e quindi
avrebbe escogitato un piano affinché potesse finalmente riuscirci.
Si precipitò a svegliare gli amici e raccontò loro ciò che
aveva visto.
Fu Jasmine ad avere l’idea più brillante.
Infatti la cicala conosceva l’insetto giusto che avrebbe
fatto proprio al caso loro e, senza esitare, servendosi
del battito delle sue ali, chiamò il suo amico fidato che,
in un battibaleno, si fiondò dinanzi a loro.
Il mattino seguente Gennarino, che da sempre aveva
tramato in segreto con Rocchetta, era pronto a entrare
in azione: avrebbe invitato Poldo e i suoi amici nella
stanza della rana a fare colazione o meglio a fare da
colazione.
Ma cosa assai strana… nelle stanze non c’era nessuno:
dov’erano finiti tutti?
Andò di corsa da Rocchetta che, con un fare da regina
capricciosa, urlò: «Si può sapere che fine ha fatto la mia
colazione?»
80
Un segreto svelato
Improvvisamente dietro di lei sbucò uno strano insetto
tutto verde che, con un potente balzo, atterrò sulla
testa di Rocchetta.
La rana per lo spavento spiccò un salto così alto che
la fece allontanare quanto la lunghezza di un millepiedi!
«Ho saltato? HO SALTATO!» esultò Rocchetta assalita
da una gioia incontenibile «Come ci sono riuscita?»
L’insetto verde, dopo essersi fatto avanti, si presentò:
«Hola, sóc el saltamartí Agustí, mig catalá i mig italiá,
el teu mestre per saltar! E io che volevo…»
Rocchetta non riusciva a pronunciare la parola mangiarvi perché provava un forte senso di colpa per quegli ospiti che si erano dimostrati così generosi da
permetterle di realizzare il suo sogno più grande.
Così continuò in tono commosso: «Vi ringrazio, amici.
Vi prometto che d’ora in poi mi impegnerò a regnare
come una vera regina e, con l’aiuto di Augustì, diventerò una provetta rana saltatrice! Ora salite sulla foglia
di ninfea che vi porterà sull’altra sponda. Il vento soffia a vostro favore».
Capitolo ottavo
81
E, dopo aver ascoltato quelle parole, gli amici si lasciarono alle spalle la rana Rocchetta che, tra un balzo
e l’altro, decise di governare nel suo regno.
«Cory e Tok ci staranno sicuramente aspettando!»
esclamò Poldo impaziente di riabbracciare i suoi due
amici e di continuare il viaggio.
Ma di Cory e Tok non c’era nemmeno l’ombra…
82
Un segreto svelato
CAPITOLO NONO
La compagnia si riunisce
Cory e Tok continuavano a camminare lungo il sentiero
all’interno del bosco.
Il bambino, assorto nei suoi pensieri, non si accorse che,
un passo dopo l’altro, insieme a loro avanzava l’oscurità.
Il sole era quasi al tramonto e con lui la calda luce dei
suoi raggi si andava a nascondere alle spalle degli alti
monti.
Tutto diventò più buio e la nebbia incalzava sempre più
fitta, facendosi sempre più densa.
Cory, non vedendo più uno spiraglio di luce, pensò che
gli alberi si fossero tutti segretamente messi d’accordo
per creare con i loro rami ispidi e intrecciati un labirinto
in cui difficilmente avrebbe potuto trovare una via
d’uscita.
I due amici allora decisero di affrontare quella selva
spaventosa e cercarono un rifugio dove avrebbero potuto trascorrere al sicuro la notte.
84
La compagnia si riunisce
Il giorno seguente, non appena videro fare capolino tra
le montagne quei raggi del sole che gli era sembrato
fossero stati divorati dalle tenebre si rimisero in viaggio
finché non giunsero in un prato meraviglioso.
Cory e Tok rimasero così estasiati da quella visione che,
in un batter d’occhio, erano già lì tra la soffice erbetta
e i candidi fiori a giocare e rincorrersi. Ma a un certo
punto…
«Che male!» esclamò il piccolo «Cos’è questo buco?»
Ebbene sì! Cory era inciampato nella tana di una talpa
che, svegliatasi per il gran clamore e uscita allo scoperto, inciampando tra le zampe di Tok, esclamò: «Ma
cosa succede? Chi osa disturbarmi?»
Il bambino e il suo piccolo amico si fecero avanti:
«Salve, signora talpa, io sono Cory e questo è il mio
cane Tok. Ci siamo persi nel bosco e stiamo cercando
un modo per raggiungere i nostri amici per proseguire il
nostro viaggio verso la Valle dei Fantasmi ma non sappiamo proprio come fare».
«Io mi chiamo Malpa» rispose la talpa «e vengo da
Malta. E ora, seguitemi miei cari amici, stavo proprio per
Capitolo nono
85
86
fare colazione e mi farebbe piacere che vi uniste a me».
Detto questo fece loro strada nelle profondità della sua
grande tana.
Quando Cory vide che il pasto di Malpa consisteva in
un vasto assortimento di insetti di tutti i tipi, pensò che gli
altri avrebbero di sicuro fatto venire l’acquolina in
bocca alla talpa!
Non appena capirono che non c’era più tempo da perdere e che bisognava continuare il viaggio, i due amici
salutarono la talpa e ritornarono in superficie dove ad
aspettarli c’era una sorpresa terrificante: una bestiaccia enorme e tutta nera. Mai nessuno poteva averla
vista prima d’allora.
«Cosa facciamo?» esclamò Cory «Se proviamo a scappare con un balzo di sicuro ci raggiungerà!»
Proprio quando i due amici stavano per perdere tutte le
speranze, ecco comparire qualcuno in lontananza.
«Ehi, AIUTOOO!» gridò Cory «SALVACI!»
Corse in loro aiuto Barry, un bambino paffutello, con gli
occhi azzurri, i capelli castani e il naso a patata che, in
un batter d’occhio, riuscì a far scappare a gambe levate quella bestiaccia.
La compagnia si riunisce
Cory e Tok, dopo averlo ringraziato, gli chiesero del salice piangente che si trovava ai piedi della Valle dei
Fantasmi e Barry, senza farselo ripetere nemmeno una
volta, disse: «Miei nuovi amici lasciate che vi conduca
lì! Ho sempre desiderato andarci ma non ho mai avuto
nessuno con cui farlo».
Ed ecco che anche Barry si unì al gruppo e, durante il
cammino, disse: «Sapete, era da tempo che cercavo
qualcuno che mi accompagnasse in questa avventura
senza deridermi per il mio aspetto... non è mica colpa
mia se mia madre prepara le torte migliori del mondo!»
E Cory: «Ho imparato che non è la sola apparenza a
rendere grande una persona perché è quello che hai
dentro che conta realmente».
«Finalmente siamo arrivati!» esclamarono in coro gli
amici che però vennero distratti da singhiozzi che sembrava provenissero proprio dal salice: «Ahimè, perché
sono sempre così triste?»
Cory, Barry e perfino Tok non sapevano davvero cosa
fare perché mai avevano sentito un albero parlare!
Allora il salice parlò:
Capitolo nono
87
«Mi chiamano Salice.
Anche se sono piangente
sono molto saggio
e aiuto tutti durante il viaggio.
Io vi dirò dove andare,
quindi continuate a camminare!
La meta è vicina,
ma dovrete attraversare una collina,
un fiume, una montagna,
e lì troverete anche una compagna
che vi aiuterà
e il viaggio vi divertirà!»
88
Gli amici, ancora sbigottiti, dopo aver ascoltato le parole del saggio salice, decisero di continuare il loro
viaggio e, mentre si dirigevano verso la meta, videro da
lontano Poldo insieme a tutti gli altri.
Erano così felici di essersi ritrovati dopo le numerose avventure che li avevano separati!
Cory decise di presentare a tutti Barry dicendo che
anche lui era in cerca della Valle dei Fantasmi.
La compagnia si riunisce
Tutti scrutarono il nuovo arrivato: Jasmine gli si infilò nell’orecchio con un ronzio, mentre Betty gli svolazzò intorno e lo stesso Poldo sembrava non fidarsi.
Ma Cory, notando lo strano comportamento degli amici,
intervenne dicendo: «Amici, Barry è esattamente come
noi e proprio perché lo è non deve rimanere solo! »
Gli insetti rimasero colpiti dalle parole di Cory e capirono che non avrebbe mai detto una cosa del genere
se non ci avesse creduto.
Allora Poldo disse: «Perché secondo voi la Valle dei
Fantasmi si chiama così?»
Quando sembrava che nessuno lo sapesse, il geco Giuliano diede la risposta che tutti cercavano.
Si diceva che la Valle dei Fantasmi fosse un giardino incantato dove era custodita la verità su ogni essere.
Ma l’insetto spina sbottò: «Adesso vi svelerò io il segreto!
Questi esseri di cui parla Giuliano non sono altro che i
compagni di Poldo, che per averlo preso così tanto in
giro sono stati puniti e trasformati in fantasmi!»
A questo punto Jasmine, che fino ad allora era stata ad
ascoltare, si spazientì: «Smettiamola con queste teorie
Capitolo nono
89
da strapazzo! Io dico che quei fantasmi non sono altro
che dei dinosauri che vogliono riprendersi il mondo!»
E Poldo concluse: «Cosa sono non lo so, ma una cosa
è certa… lo scopriremo non appena li raggiungeremo».
E detto ciò si rimisero in viaggio.
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La compagnia si riunisce
CAPITOLO DECIMO
La fine del viaggio
Gli amici si rimisero in viaggio pensando alle parole del
salice piangente e chiedendosi come avrebbero fatto
a trovare chi li avrebbe condotti alla Valle quando,
tutto d’un tratto, da una gola profonda sentirono risuonare queste parole:
«Sono l’albero fiorito ito ito ito
e so che sulla collina ina ina ina
c’è una bambina ina ina ina
sarà lei che guiderà rà rà rà
chi alla Valle dei Fantasmi vuole arrivar ar ar ar».
Senza esitare, i piccoli viaggiatori giunsero là dove
quella voce misteriosa li aveva condotti e videro che
ad aspettarli c’era proprio la guida promessa.
«Eccovi finalmente!» esclamò la bambina «Era un po’
che vi aspettavo… ma sapete come si dice… meglio
tardi che mai! quindi mettiamoci in cammino. Stavo quasi
92
La fine del viaggio
per dimenticare… il mio nome è Asia e, come avrete sicuramente capito, sarò io a guidarvi verso la Valle».
Da un lato non vedevano l’ora di poter toccare la destinazione, dall’altro avrebbero voluto sottrarre quella
mano che sapevano avrebbe messo fine a quella che
era stata l’avventura più bella di sempre dimostrando
che, per quanto gli amici credessero di essere diversi gli
uni dagli altri, era stato proprio questo a unirli.
Guidati dalla bambina, giunsero ai piedi di una montagna che, con voce cavernosa, disse:
«Sali la cima
trova la scia
scivola, scivola, scivola via.
Dall’alta vetta discenderai e
in tutta fretta ci riuscirai».
Allora Asia disse: «Avete sentito cosa ha detto la montagna? Mettiamoci in marcia!»
Non appena giunsero sulla cima della montagna Poldo
esclamò: «La NEVE!»
Capitolo decimo
93
Allora gli amici si fecero un cenno con la testa e, in
men che non si dica, scivolando su quella candida e
morbida distesa, si lasciarono trasportare lungo tutto il
pendio della montagna.
Non appena si adagiarono sul terreno, quella valanga
di neve che li aveva accompagnati magicamente si
dissolse e gli amici si ritrovarono davanti a un bivio.
Mentre Poldo si chiedeva quale fosse la strada da
prendere, un passerotto blu, becco giallo e vocetta
acuta, disse: «Uè uagliù, so’ Ronny, lu passer(e) abruzzes(e). Se vulet ì a la Vall de li Fantasm, avet venì nch
mè!»
Preceduti dal passero, l’insetto stecco e i suoi compagni si avviarono verso la collina quando a un certo
punto Barry urtò contro qualcosa: «Che dolore!»
«Fai attenzione a dove metti i piedi!» disse Betty, scoppiando a ridere.
«Amici, credo proprio che Barry abbia scelto il masso
giusto contro cui urtare!» esclamò Poldo che ancora
non credeva ai suoi piccoli occhi increduli: VALLE DEI
FANTASMI.
94
La fine del viaggio
Gli amici mai prima d’allora si erano sentiti così felici.
Se poco prima avevano creduto che a contare fosse il
viaggio e non la meta, in quel momento quella scritta a
caratteri cubitali aveva fatto in modo che quei pensieri
volassero via insieme a Ronny che, dopo aver salutato
i piccoli amici, scomparve improvvisamente.
«Non posso credere che sia proprio qui, davanti a noi!»
disse Jasmine.
«Immaginatevi se tutto questo fosse soltanto un’illusione?» chiese Cory ma non fece nemmeno in tempo a
dirlo che gli altri già si erano avventurati alla scoperta
della Valle.
La nebbia era così fitta che nessuno dei compagni capì
dove si trovava finché non si ritrovarono tutti in una
grande conca.
«Dove siamo e cosa sono quelle cose che fluttuano
sopra le nostre teste?» si chiesero all’unisono.
Tutti videro che in quelle nuvole erano racchiusi i loro
timori più grandi e, man mano che si allontanavano, al
posto di quella nebbia che sembrava volesse renderli
prigionieri, splendidi raggi di sole inondarono la Valle.
Capitolo decimo
95
96
«Tutto qui?!» esclamò Poldo, sopraffatto dalla delusione
«Quindi i fantasmi sarebbero soltanto le nostre paure?
Abbiamo fatto tutta questa strada per scoprire quello
che già sapevamo?»
Erano così delusi che niente avrebbe potuto tirar loro su
il morale ma… qualcosa li fece ricredere.
«Bruco, sei tu?» disse Poldo meravigliato «Allora sei diventato veramente una farfalla?»
Lorenzo non disse nulla e lasciò cadere una lettera.
Poldo corse a prenderla e la lesse ad alta voce:
«Caro Poldo, sapevo che saresti rimasto deluso da
quello che avresti scoperto nella Valle dei Fantasmi,
ma sappi che non sempre ciò che credi di conoscere
corrisponde alla realtà. In questo viaggio hai scoperto che spesso l’apparenza inganna e che anche il
più piccolo insetto è capace di grandi cose. Seguendo il sentiero, troverai un buco e lì troverai le risposte».
Per gli amici non era finita lì perché le parole di Lorenzo
avevano suscitato altri interrogativi a cui avrebbero dovuto dare delle risposte, una volta per tutte.
La fine del viaggio
Quindi, senza perdersi d’animo, si lasciarono guidare
dal sentiero che li condusse presso un buco così stretto
che soltanto l’insetto più piccolo avrebbe potuto attraversare.
«Poldo, tocca a te entrare, noi ti aspetteremo qui».
L’insetto si fece forza e non appena ebbe attraversato
la galleria si ritrovò in una stanzetta.
Lì c’era un vecchissimo insetto stecco, tutto rugoso e
con dei lunghissimi fili di barba bianca.
«Mi chiamo Romano» disse il vecchio «e sono l’antenato
più antico della tua specie, caro Poldo. Vedi, molti anni
fa la nostra foresta era meravigliosa: alberi rigogliosi, ruscelli dalle acque limpide, farfalle variopinte ma… il
progresso ha cambiato tutto.
«Gli alberi sono stati tagliati, i campi inondati di insetticidi e noi insetti stecco, insieme alle api e alle farfalle,
stiamo diventando una specie in via di estinzione.
Poldo, tu hai un dono: PUOI PARLARE AGLI UMANI. Raccomanda a tutti i bambini, anche a coloro che non leggeranno questa storia, di amare e preservare la natura.
Questa è la tua missione!»
Capitolo decimo
93
Poldo finalmente capì lo scopo di quel viaggio e seppe
che quello sarebbe stato l’inizio di qualcosa di ancora
più grande in cui non sarebbe stato solo.
Infatti sapeva che sarebbe stata l’amicizia a guidare sia
lui che gli altri in giro per il mondo a diffondere l’amore
per la natura.
Larga la foglia,
stretta la via
questa è la storia
che segue una scia.
98
La fine del viaggio
APPENDICE
1. L’inizio del viaggio
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa”- IV Circolo di Aversa - Classe IV B
Dirigente Scolastico
Cecilia Amodio
Docente referente della Staffetta
Angelina Marrone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Massimiliana Mazzarella
Gli studenti/scrittori della classe IV B
Simone Barone, Krystian Bogusz, Carlo Cafarelli, Ginevra Caterino, Gaia Cesaro,
Giada Coscione, Gioacchino De Vivo, Raffaele Della Volpe, Gaia Di Biase, Emmanuele Di Lucca, Almerinda Ferrante, Luigi Fervido, Lucrezia Gallo, Filomena
Gentile, Concetta Guadalupi, Antonia Miniero, Salvatore Motta, Giuseppe Puca,
Renato Romagnoli, Matteo Maria Rucco, Salvatore Silvestri, Davide Pio Stabile,
Giorgio Vicario, Elena Villano, Francesco Virgilio, Alessia Zucca
I disegni sono di Concetta Guadalupi, Ginevra Caterino, Giada Coscione, Elena
Villano, Salvatore Silvestri
Hanno scritto dell’esperienza:
“… L’entusiasmo e l’impegno profusi nella realizzazione del primo capitolo sono
stati notevoli, poiché gli alunni per la prima volta si sono sentiti coinvolti in
un’esperienza nuova ed affascinante. Subito dopo aver letto l’incipit, infatti,
hanno fatto ricerche per conoscere meglio l’insetto stecco, il protagonista della
storia, e successivamente si sono confrontati tra di loro facendo ipotesi su una
possibile evoluzione della vicenda. Ogni bambino, poi, ha elaborato un percorso personale per dare inizio al racconto, dopodiché sono stati esaminati e
scelti personaggi, luoghi, dialoghi e situazioni che hanno richiamato attenzione
particolare. Infine e’ stato costruito il primo capitolo. Tutti i bambini,ora, aspettano con ansia di leggere il seguito della storia”.
APPENDICE
2. Tra sogno e realtà
I.C. Statale “Vincenzo Mennella” di Lacco Ameno - Classe IV A
Dirigente Scolastico
Lucia Mattera Frallicciardi
Docente referente della Staffetta
Patrizia Ciaramella
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Patrizia Ciaramella
Gli studenti/scrittori della classe IV A
Martina Abbate, Giulia Abbruzzese, Rita Apetino, Francesca Jasmine Buono, Sara
Cacciapuoti, Francesca Castaldi, Michele De Siano, Sergio Di Massa, Mattia Impagliazzo, Scarlet Jmenez Conception, Ruslan Kudyk, Lorenzo Lombardi, Omarli
Luis Garcia, Rebeca Lupu, Mizar Magaldi, Maria Mattera, Marika Monti, Matteo
Monti, Francesco Pitone, Bianca Sumila
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Gli alunni si sono mostrati tanto entusiasti del lavoro, che vorrebbero continuare il racconto delle avventure di Poldo, l’insetto stecco, anche al di fuori
della staffetta, e sicuramente seguiremo con interesse gli ulteriori sviluppi della
storia che le altre scuole posteranno. Poldo si è dimostrato un personaggio molto
simpatico, ed il micromondo degli insetti un soggetto affascinante da trattare e
da conoscere”.
APPENDICE
3. La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni
Circolo Didattico “Ilaria Alpi” di Torino – Classe IV B
Dirigente Scolastico
Celestina Cielo
Docente referente della Staffetta
Silvia Lovino
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Maria Antonietta Petrarulo
Gli studenti/scrittori della classe IV B
Nicole Andrade, Alessio Barile, Diego Bertola, Sabrina Bruno, Alice Catanzano,
Federico Ciancia, Giorgia Cuoco, Fabrizio Di Dedda, Alice Frisa, Matteo Galati, Ismaele Iennaco, Simone Leonardi, Carlotta Mansella, Chiara Pascarella, Teresa Ricci, Edoardo Rizzieri, Alessia Rosina, Nicolo’ Ruggiero, Bilel Salem, Rocco
Sarlo, Sharon Speciale, Martina Todisco
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Siamo entusiasti dell’esperienza, non solo per il lavoro avvincente e interessante, ma anche perché, per la prima volta, abbiamo potuto lavorare in piccoli
gruppi per più giorni. Ci siamo confrontati ed abbiamo discusso divertendoci e
appassionandoci all’argomento. Siamo lontani fisicamente dalle classi che hanno
aderito all’iniziativa, ma ci sentiamo vicini perché il libro sarà di tutti noi!”.
APPENDICE
4. Quando le apparenze ingannano
Scuola Statale Italiana di Madrid - Classe IV C
Dirigente Scolastico
Cosimo Guarino
Docente referente della Staffetta
Marco Madaro
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Giuliana Collesei
Gli studenti/scrittori della classe IV C
Marina Anton Piolanti, Assia Avogadro Di Vigliano, Mauro Barrachina Torres, Lorena Bejar Schillaci, Martina Bermejo Mendez, Dante Bertucci, Allegra Cassinelli,
Matteo Cerioni Serret, Marta Concato Iraizoz, Chiara Dozza Lopez, Henar Duque
Escudero, Ana Entrena Bufalà, Daniela Fernandez Folgado, Jorge Fernandez Iruzubieta, Sebastian Galvez Villarruel, Vasco Giovagnoli, Paolo Guillen Caracciolo, Maria Jorro Linares, Giovanni Maserati, Miguel Munoz Moreno, Simone
Pallassini, Christian Panisello, Candela Piccioni Frias, Candela Quirante Grao
Candela, Marco Rodriguez Serafin, Luca Scotti
Hanno scritto dell’esperienza:
“…E’ stato molto bello scrivere questo capitolo perché ci piace molto inventare
storie. E' stato divertente e abbiamo partecipato tutti con entusiasmo.
La storia ci è piaciuta moltissimo e pensiamo che i personaggi siano divertenti e
originali.
Scrivere non è stato per niente difficile e siamo diventati molto veloci. Abbiamo
visto che dall’anno scorso siamo migliorati sia nella scrittura che nel raccogliere
le idee.
Per i nostri due compagni nuovi è stata un’esperienza molto emozionante ed interessante, ci hanno suggerito tante parole nuove.
Abbiamo inserito Felipe perché volevamo scrivere qualcosa di noi, del nostro
paese e nella nostra lingua”.
APPENDICE
5. Essere speciale
Direzione Didattica Statale I Circolo “E. De Amicis” di Comiso – Classe IV B
Dirigente Scolastico
Antonina Filingeri
Docente referente della Staffetta
Maria Giuseppa Sallemi
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Ornella Paiusco, Arcangela Sciortino
Gli studenti/scrittori della classe IV B
Nicoletta Alì, Benedetta Amato, Rebecca Amato, Alisea Andolina, Essia Ayed,
Kalifa Bettayeb, Melissa Bronzino, Alessia Cassano, Michelle Cubisino, Raffaele
Cubisino, Serena Ghiani, Alba Gulino, Desireè Gurrieri, Vittorio Guzzo, Niko Iacono, Carlo Lauretta, Salvatore Lombardino, Ikram Mabrouk, Alexandru Madinoaie, Erina Mamoci, Andrea Merlino, Anita Micieli, Maram Mraidi, Serena
Pizzardi, Fabiola Sudano, Gabriele Taranto
Il disegno è di Alba Gulino, Serena Pizzardi
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Abbiamo vissuto l’esperienza della scrittura come un momento di condivisione di idee, sentimenti ed emozioni. Per noi è stata una gioia scrivere, e ci siamo
sentiti protagonisti tanto quanto i personaggi della storia”.
APPENDICE
6. Missione salvataggio
Scuola Primaria “Astori” di Castelletto Monferrato I Circolo di Valenza – Classi
IV, V Scuola Primaria
Dirigente Scolastico
Maria Elena Dealessi
Docente referente della Staffetta
Katia Testini
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Katia Testini, Anna Maria Nembro
Gli studenti/scrittori delle classi
I V - Andrea Bazzi, Giovanni Bazzi, Giuseppe Bazzi, Gaia Cattaneo, Alice Fusco,
Lara Isaia, Albino Kulla, Martina Maimone Baronello, Elisa Praglia, Riccardo Praglia, Marco Ratta, Elisa Vincelli
V - Clelia Allemanni, Federico Aprea, Alice Barile, Elena Maria Borromeo, Elettra
Casanova, Lucrezia Colombo, Niccolò Costanzo, Sushani Jane Gunasekera, Giulio Isaia, Alessia Lucato, Alice Minetto, Giulia Mischiatti, Gaya Moscardini, Asia
Maria Nembro, Olga Stobalo, Maya Zillante
Il disegno è di Moscardini Gaya, Zillante Maya
Hanno scritto dell’esperienza:
“… I nostri alunni hanno così commentato: -La stesura del capitolo è stata divertente e abbiamo sperimentato veramente che “l’unione fa la forza”; -Abbiamo
potuto dare spazio alla fantasia e all’immaginazione; -Mentre si procedeva nello
scrivere il capitolo, abbiamo rivalutato il concetto di amicizia e l’importanza di
lavorare in gruppo; -Leggendo i capitoli precedenti abbiamo sentito l’influenza
regionale nel dialetto e nella descrizione dell’ambiente; -Ci siamo sentiti dei veri
scrittori; - È stato bello collaborare con altre scuole.
Questa esperienza ha risvegliato negli alunni l’amore per lo scrivere e noi insegnanti, come riflessione, ci sentiamo di dire che la condivisione rappresenta un
momento di crescita e di arricchimento per tutti!”.
APPENDICE
7. Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore
I.C. Castellabate di Perdifumo - Classi III, IV, V scuola primaria
Dirigente Scolastico
Luisa Sicignano
Docenti referenti della Staffetta
Antonella Fronzuti, Amalia Persico
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Antonella Fronzuti, Filomena Ripoli
Gli studenti/scrittori delle classi III, IV, V scuola primaria
Francesco Carrano, Eva Magno, Silvia Magno, Alessia Materazzi, Mattia Stirone,
Sara Amoresano, Vincenzo Carrano, Chiara Malandrino, Carmela Materazzi,
Chiara Lembo, Yonela Sebu
Il disegno è di Chiara Malandrino, Chiara Lembo
Hanno scritto dell’esperienza:
“… È la prima volta in assoluto che questi alunni svolgono un laboratorio di Scrittura creativa e si sono entusiasmati moltissimo, soprattutto sapendo che si tratta
di un libro che, alla fine, sarà scritto da tantissimi alunni di scuole diverse, sparse
in tutta Italia e non solo . I vari capitoli precedenti sono stati alla base della programmazione curricolare trasversale, creando l'occasione di stmolare la curiosità
e la creatività. Arrivato il nostro turno, scrivere il capitolo non è stato un mero
esercizio di composizione ma la naturale evoluzione del lavoro precedentemente svolto”.
APPENDICE
8. Un segreto svelato
Scuola Primaria “M. Montessori” di Barcellona – Classe IV A
Dirigente Scolastico
Cristino Cabria
Docente referente della Staffetta
Giuseppe Allocca
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Daniela Panzeri
Gli studenti/scrittori della classe IV A
Claudia Ara, Júlia Ascolese, Angela Berni, Giulia Cavallini, Clara Fundaró, Matteo Ghelardoni, Giulia Giuffrida, Johan Sebastian Gonzáles, Georgina Haag, Martina Lugarà, Alice Marangoni, Daniel Martin, Mercé Marucci, Lea Masterson,
Isabella Mateo, Augusto Miano, Emma Monaco, Bianca Morano, Blanca Chun
Pili, Massimo Pini, Sveva Recapito, Alberto Savio
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Quest’anno non vedevamo l’ora di partecipare ad una nuova staffetta letteraria visti i risultati dello scorso anno.
Quando è arrivato il momento di scrivere il nostro capitolo ci siamo messi all’opera con grande impegno ed entusiasmo. Tutti abbiamo dato il nostro contributo. È stato divertente.
Il fatto di aver partecipato alla scrittura di un altro vero libro ci rende molto orgogliosi e ci invoglia a continuare a scrivere”.
APPENDICE
9. La compagnia si riunisce
Direzione Didattica III Circolo “C. Collodi” di Pagani - Classe IV B
Dirigente Scolastico
Filomena Sannino
Docente referente della Staffetta
Giusi Cascone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Giuseppina Manzi
Gli studenti/scrittori della classe IV B
Luisa Ambrosio, Annarita Barbaria, Marika Califano, Claudio Casalino, Patrizia
Coppola, Chiara Costabile, Maria Ferraioli, Alessandro Fezza, Anna Forino, Silvana Forino, Davide Gallo, Gloria Giorgio, Vincenzo Granato, Francesca Pia
Latino, Emanuela Laudisio, Giuseppe Maiorino, Pietro Pepe, Maddalena Petrosino, Alessandra Ravano, Luigi Serao, Michele Spagna, Massimo Tortora, Vincenzo Tortora, Rita Vicidomini, Vincenzo Violante, Ilaria Visconti
Il disegno è della classe IV B
Hanno scritto dell’esperienza:
“… L’esperienza della staffetta di scrittura creativa è stata molto emozionante.
Abbiamo imparato a lavorare in gruppo, a scrivere, a descrivere e non solo ,ma
anche a capire il vero senso dell’amicizia e della diversità in quanto filo conduttore di tutto il racconto.
Noi della classe, abbiamo scritto il nono capitolo considerando questi due temi
centrali.
Tutti i capitoli sono interessanti perché in ognuno di essi sono presenti tanti personaggi bizzarri come Gennarino l’insetto spina, il geco Giuliano, la simpatica
rana Rocchetta, l’ospitale talpa Malpa.
Insomma, una miriade di personaggi che ci hanno fatto divertire e speriamo di
vivere questa esperienza interessante anche il prossimo anno.
APPENDICE
10. La fine del viaggio
Scuola Primaria “11 febbraio 1944” - Istituto Comprensivo “Pescara 7” di Pescara
- Classe IV B
Dirigente Scolastico
Assunta D' Emilio
Docente referente della Staffetta
Domenica Di Lello
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Domenica Di Lello, Agnese Iarussi
Gli studenti/scrittori della classe IV B
Alessandro Angelone, Nicolò Cagnetta, Chiara Canale, Nicolò Caniglia , Carmine Caprio, Pierpaolo Carbonaro, Camilla Corradi, Tiziano Daneluk, Fabio D'Artista, Alessia Del Gallo, Nina Di Fabio, Alessandro Di Nicola, Beatrice Di Persio,
Giammarco Donatelli, Giulia Eboli, Martina Minto, Lorenzo Piscione, Matteo Pompei, Concezio Spinelli, Federico Torlonio, Claudia Zuccarini
Il disegno è di Giulia Eboli
Hanno scritto dell’esperienza:
“… L'esperienza si è rivelata interessantissima e coinvolgente per i bambini e le
insegnanti. Noi insegnanti abbiamo fatto scrivere i bambini prima individualmente
e poi in gruppi e le idee sono state tantissime! I miei alunni hanno seguito i suggerimenti della tutor, e alla fine si sono inventati una missione per il protagonista
che a noi insegnanti è piaciuta molto.
Grazie per la bella opportunità”.
INDICE
Incipit di ANNACHIARA MONACO ..............................................................pag
16
Cap. 1 L’inizio del viaggio......................................................................................»
20
Cap. 2 Tra sogno e realtà......................................................................................»
28
Cap. 3 La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni ..........................»
36
Cap. 4 Quando le apparenze ingannano ......................................................»
44
Cap. 5 Essere speciale............................................................................................»
52
Cap. 6 Missione salvataggio ................................................................................»
60
Cap. 7 Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore ..........................»
68
Cap. 8 Un segreto svelato ....................................................................................»
76
Cap. 9 La compagnia si riunisce ..........................................................................»
84
Cap. 10 La fine del viaggio ..................................................................................»
92
Appendici ..................................................................................................................»
100
Finito di stampare nel mese di aprile 2014
da Industria Grafica Campana, Agropoli (SA)
L’inizio del viaggio
Tra sogno e realtà
La crescita di Poldo tra nuove idee ed emozioni
Quando le apparenze ingannano
Essere speciale
Missione salvataggio
Nel cammino della vita vince chi ci mette il cuore
Un segreto svelato
La compagnia si riunisce
La fine del viaggio