APAT-I Policlorobifenili

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APAT-I Policlorobifenili
I Policlorobifenili-Policlorotrifenili (PCB-PCT)
I PCB/PCT (Policlorobifenili e Policlorotrifenili) sono composti di sintesi clorurati estensivamente
impiegati, sin dagli anni ‘30, nel settore elettrotecnico in qualità di isolanti (nei condensatori a
partire dal 1931 e nei trasformatori dal 1933). Rispetto agli oli minerali presentarono il pregio
di una scarsa infiammabilità pur essendo “carenti” in altre caratteristiche chimico fisiche
(maggiore viscosità a bassa temperatura, calore specifico circa dimezzato, rigidità dielettrica
inferiore). Il loro utilizzo non è stato limitato, tuttavia, al comparto elettrotecnico: i PCB sono
stati impiegati anche come lubrificanti, in fluidi per impianti di condizionamento, nella
preparazione delle vernici, di carte impregnate per usi particolari (fra cui la comune carta
carbone) e, tra il 1955 ed il 1975, furono additivati ai sigillanti di giunti di edifici in calcestruzzo
allo scopo di incrementarne l’elasticità. Nel tempo la resistenza all’azione di agenti chimici e
biologici, nonché l’uso indiscriminato hanno reso i PCB inquinanti ambientali pressoché
ubiquitari. Sono stati inclusi (Protocollo UN/CEE di Stoccolma, Maggio 2001) nei cosiddetti
POPs (Persistent Organic Pollutants), Composti Organici Persistenti. Evidenze di accumulo e
tossicità a carico del biota hanno condotto gradualmente prima a restrizioni d’uso,
successivamente alla loro “messa al bando”.
Le prime direttive europee in materia di PCB, finalizzate ad evitarne la dispersione
nell’ambiente e ad assicurarne un corretto smaltimento, in linea con le disposizioni già previste
per altri preparati pericolosi, risalgono al 1976. Dopo una serie di ulteriori provvedimenti
normativi viene infine emanata la 96/59/CE, concernente lo smaltimento dei policlorobifenili e
dei policlorotrifenili (PCB/PCT) che abroga la precedente legislazione, riformulando la
definizione dei PCB e riclassificando impianti ed apparecchiature contenenti tali sostanze non
solo in base alla concentrazione del PCB ma anche in relazione al rischio di dispersione
nell’ambiente.
Aspetti salienti di questa direttiva sono:
introduzione di un limite temporale per l’eliminazione dei PCB (31/12/2010);
deroga alla scadenza del 2010 per gli apparecchi i cui fluidi contengano concentrazioni
di PCB inferio ri a 50 ppm (0,005%), consentendone lo smaltimento al termine della loro
vita operativa. Tale deroga si è resa necessaria per evitare un pericoloso eccesso nella
domanda di smaltimento;
introduzione di un censimento obbligatorio per gli apparecchi contenenti PCB in
percentuale superiore allo 0,005% e che abbiano un volume superiore ai 5 dm 3;
promozione della revisione e decontaminazione degli impianti e delle apparecchiature
contenenti PCB, ancora in esercizio.
La stessa ha inoltre stabilito:
il divieto di separazione dei PCB da altre sostanze a scopo di riutilizzo;
il divieto di impiego dei PCB anche nei trasformatori e nei sistemi chiusi;
il divieto di incenerimento dei PCB sulle navi.
In attuazione alla direttiva 96/59/CE, il legislatore italiano ha emanato in materia di PCB il
D.Lgs 209/99 con il quale ci si pone l’obiettivo, fissando precise scadenze temporali, della
definitiva eliminazione di tali sostanze attraverso lo smaltimento ovvero la decontaminazione
degli apparecchi elettrici ancora in esercizio, isolati in PCB o con altri oli da essi contaminati. Lo
stesso decreto impone a tutti i detentori di apparecchi contenenti PCB, per un volume
superiore a 5 dm3 (ovvero contenenti più di 5 l di olio contaminato), di darne comunicazione di
possesso alle Sezioni del Catasto Rifiuti di Regioni o Province Autonome di appartenenza. Si
opera inoltre un distinguo, in termini di scadenze di smaltimento o decontaminazione di
dispositivi contenenti PCB o da essi contaminati, come di seguito evidenziato:
- 31/12/2010 per apparecchi che contengono PCB in concentrazione superiore allo 0,05% (500
ppm);
- “fine vita operativa” per apparecchi che contengono PCB in concentrazioni comprese tra lo
0,005% e lo 0,05% (50500 ppm), fatta salva l’attestazione del “buono stato di funzionamento”
dei medesimi non meglio definita.
Il Decreto attuativo dell’11 ottobre 2001, emanato dal Ministero dell’Ambiente di concerto con
il Ministero delle Attività Produttive, ha successivamente stabilito le “Condizioni per l’utilizzo dei
trasformatori contenenti PCB in attesa della decontaminazione o dello smaltimento”. A questo
fa riferimento la Guida tecnica CEI 1038 per l’inventario, il controllo, la gestione, la
decontaminazione e/o lo smaltimento di apparecchiature elettriche e liquidi isolanti contenenti
PCB.
I dati relativi al primo inventario, inerente le comunicazioni pervenute negli anni 1999 e 2000,
elaborati da APAT a partire dalle dichiarazioni effettuate dai soggetti obbligati, vengono
riportati nella sottostante tabella.
Tabella - Numero di apparecchi contenenti PCB, distribuzione regionale
(Fonte: APAT )