Quando costruiamo case parliamo, scriviamo

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Quando costruiamo case parliamo, scriviamo
(dalla Presentazione di Roberto De Rubertis)
Antonio Belvedere (Bagheria, 1955), architetto, insegna disegno e storia dell’arte presso il liceo
scientifico Cannizzaro di Palermo. All’attività di libero professionista in Italia e all’estero ha
sempre affiancato quella di studio e di ricerca. Master in restauro dei monumenti e dei centri
storici a Lovanio (1994), diplôme d’études approfondies in progettazione architettonica e urbana
a Parigi (2000), nel 2014 ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in storia dell’architettura
presso le università di Palermo e di Versailles Saint Quentin-en-Yvelines.
In copertina:
Vittorio Ugo, nella sua casa di Palermo.
foto di Keiko Kirishima-Ugo, 1979
Quando costruiamo case parliamo, scriviamo
L’esplorazione di Antonio Belvedere sul pensiero e sulle opere di Vittorio Ugo offre alla
storiografia architettonica contemporanea un’occasione preziosa, oltre che per conoscere il
ruolo di uno studioso di grande rilievo nel panorama della ricerca progettuale in Italia, anche
per fare il punto sui grandi mutamenti che l’hanno caratterizzata negli ultimi decenni. L’onestà
e la severa schiettezza intellettuale di Vittorio Ugo, insieme con la sua diffidenza per le facili
o improprie forme di divulgazione del pensiero, non hanno incentivato la conoscenza della
sua importante opera di teorico e di propulsore di idee; è dunque fondamentale il lavoro del
suo discepolo, amico e ora biografo, nel far luce su un lascito la cui attualità è continuamente
rinnovata dagli eventi. Dalla narrazione di Antonio Belvedere emerge infatti la figura di un
protagonista del suo tempo, ben consapevole dell’azione che la generazione cui appartiene
è stata chiamata a condurre in un periodo storico di particolare delicatezza. Un protagonista
cosciente del fatto che la sua attività di studioso, di docente e di progettista si colloca a cavallo
tra il concludersi dell’opera di ricostruzione postbellica italiana e il delinearsi delle difficili
strategie politiche imposte da una nuova programmazione territoriale. In ogni ambito Ugo
è stato interprete delle tensioni che andavano sviluppandosi e che lo chiamavano ad agire
con quel lucido impegno culturale che è certo il suo tratto più specifico e più saliente[…].
Rivivono in particolare i miti, le illusioni e i lasciti del ’68 che, per chi ne fu partecipe ma non
solo, rappresentano un’esperienza ineludibile per la vitalità e per i fallimenti che produssero.
Nella lettura di quelle pagine non si può non tornare alle accalorate discussioni sulle vicende
che infiammarono gli animi e che parvero essere sulla soglia di mutazioni culturali decisive:
temi che anche per me saldarono il legame con Vittorio e aprirono nuovi orizzonti. Accanto
all’emozione del rivivere torna però anche la consapevolezza di poter forse riannodare
brani di storia tutt’ora sospesa in un irrisolto passaggio di consegne. Perché è storia, storia
dell’architettura, quella che Belvedere ci consegna, con tutte le passioni che furono allora
prepotentemente lanciate all’assalto e che ora si ripresentano puntualmente ad un appello non
ancora convocato. Storia di una cultura che talora pare interrotta ma che è tutt’ora animata da
necessità non soddisfatte[…].
Antonio Belvedere
I LIBRI DI XY raccolgono gli studi e le ricerche che, in un ambito culturale molto vasto,
riguardano le questioni del disegno. Offrono pertanto al lettore una rassegna critica di saggi
orientati ad esplorare i problemi di rappresentazione dell’architettura e ad indagare le innumerevoli
dimensioni dell’immagine nella scienza, nella tecnica e nell’arte nella convinzione che il migliore
strumento di approfondimento della conoscenza sia il confronto intelligente tra saperi diversi.
Antonio Belvedere
Quando costruiamo case
parliamo, scriviamo
Vittorio Ugo architetto
12034
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Officina Edizioni