un adolescente in casa mia - Assemblee di Dio in Italia

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un adolescente in casa mia - Assemblee di Dio in Italia
UN ADOLESCENTE IN CASA MIA
C’era una volta una famiglia felice. Accade però un giorno che mamma e papà, dopo aver messo a
letto il loro fanciullo, ritrovino in quello stesso letto un estraneo… State tranquilli, non è l’inizio
della trama di un thriller, ma piuttosto la considerazione di quello che avviene quando in una
famiglia irrompe la tanto temuta creatura, chiamata adolescente. Abbiamo messo a letto un bel
bambino, una tenera fanciullina, tesoro e delizia di mamma e papà; ora fatichiamo a svegliare un
tipo scorbutico e brufoloso, una tipetta ombrosa e “sa tutto lei”. Fino a ieri abbracciavamo il nostro
amato pargolo, lo abbiamo accudito con amore, a volte anche con sacrificio, ma sempre ampiamente
ripagati dalla gioia, dalla tenerezza che la sua presenza ci trasmetteva. Ora rifiuta infastidito le
nostre attenzioni. Fino a poco tempo fa ci stava sempre attorno con i suoi perché, con la sua
curiosità sul mondo dei grandi, sulle cose di mamma e papà; voleva sapere, ricevere da noi,
eravamo per lui importanti. Ora facciamo difficoltà ad avvicinarlo, non riusciamo più a capire come
intavolare con lui un discorso sereno, senza scontri, senza dissidi. C’erano giorni in cui papà era un
super-eroe invincibile che allontanava ogni paura e mamma un’instancabile macchina sfornacoccole che faceva dimenticare ogni lacrima. Ora papà è visto in certi momenti come una specie
evoluta di bancomat, in altri casi come il peggiore nemico della libertà individuale. Mamma poi,
non capisce nulla… Potrei continuare ad elencare “prima com’era, ma ora non più”, ma credo che
ogni genitore possa allungare da sé la lista. Forse avrò colorito leggermente la descrizione di come
dei genitori si trovino a confrontarsi con un figlio che entra nell’età dell’adolescenza ma, per
esperienza personale, credo di non aver esagerato troppo. Pensavamo di conoscere bene il nostro
ragazzo, la nostra ragazzina, ma d’impatto, quasi senza gradualità (forse anche noi eravamo troppo
distratti per accorgercene…), ecco che ci sembra veramente di aver a che fare con una persona
diversa. Qualcuno ha detto che “non si nasce pronti per essere genitori”. Questa realtà e le varie
complessità dell’essere genitori, sono però mitigate, aiutate dal sentimento tenero che suscita in noi
un fanciullino. Non potrò mai dimenticare le numerose volte che, tornando a casa dal lavoro, o da
qualche impegno; magari dopo una giornata pesante, dopo aver ricevuto qualche delusione o
aggravato da qualche preoccupazione, rivolgevo il pensiero al mio piccolo bambino o ad una delle
mie gioiose bambine che mi aspettavano a casa, che mi sarebbero venuti incontro con allegrezza. Il
mio umore mutava immediatamente e mi trovavo a ringraziare Dio, dimenticando i pesi e
pregustando la gioia di vederli. Posso però sottoscrivere che “non si nasce per niente pronti ad
essere genitori di adolescenti”. Cerco di interpretare ed esprimere i pensieri, i sentimenti che
affliggono tante mamme e papà che non sanno più “che pesci prendere”, cosa fare con i lori figli.
C’è molto disappunto, frustrazione, siamo preoccupati, quasi angosciati in certi momenti per loro.
Altre volte purtroppo si fa strada anche l’irritazione e ci porta ad agire o reagire in modo sbagliato.
Allora siamo anche schiacciati dai sensi di colpa, ci domandiamo dove abbiamo fallito?… Prima di
proseguire, mi preme dirti che non capita solo a te! Non capita solo ai cattivi genitori. Non capita
nemmeno solo alle famiglie che non sono fondate su sinceri valori cristiani. Anche tu che magari
non hai ancora affidato la tua vita interamente nelle mani di Dio, ma ti dibatti in queste difficoltà,
sappi che Dio ha a cuore il bene della tua famiglia, Egli può essere per te un aiuto prezioso. Dopo
aver brevemente esposto il problema, senza nessuna pretesa, mi permetto però di invitarvi a
riflettere su tre parole, tre consigli che ritengo importanti al riguardo: Immedesimarsi - Impegnarsi
- Affidarsi.
• Immedesimarsi
Pensiamo spesso alla crisi che il comportamento dell’adolescente crea in noi o nelle nostre famiglie
e sottovalutiamo la crisi che sta attraversando lui stesso. In realtà l’adolescente si trova a non essere
più il bimbo che era, ma a non essere ancora l’uomo o la donna che sarà. Molti adolescenti passano
una vera crisi di identità che spesse volte si esprime in arroganza, ribellione, violenza ed anche in
comportamenti autolesionisti. Camuffano la solitudine interiore trovando un “gruppo” col quale
identificarsi; alcuni peggio, divenendo parte del famigerato “branco”. Mascherano le loro timidezze
con comportamenti trasgressivi. Più o meno inconsapevolmente gridano aiuto, cercano riparo, veri
punti di riferimento, andando oltre ogni limite, ogni regola, ogni valore. Si trovano a confrontarsi da
soli con i nuovi fortissimi impulsi del desiderio sessuale, crescendo circondati da un mondo che
sembra prescrivere in ogni modo l’immoralità e l’impurità sessuale. Troppe volte noi genitori non ci
impegniamo abbastanza per capire quello che il figlio adolescente sta passando. Non dico questo per
associarmi a taluni che liquidano la questione asserendo: “Lascia che si divertano, lascia che fanno
le loro esperienze. Ti dimentichi che anche tu sei stato giovane!…” Certo mi ricordo che anch’io
sono stato adolescente. Certo ricordo le esperienze che ho fatto e quelle che mi sono anche state
offerte e grazie a Dio ho evitato. Certo ricordo anch’io le gioie e i mille pericoli tipici di quell’età.
Proprio per questo vogliamo seguire i nostri figli, interessarci a loro, alle loro esigenze, cercando
però di simpatizzare con loro. Cerchiamo da Dio la capacità di sentire, capire, interpretare i loro
sentimenti e i loro combattimenti. Alcune volte è anche la nostra paura ad allontanarci da loro. Con
il coraggio della fede avviciniamoci a loro. Dentro quello “strano involucro” c’è ancora nostro
figlio, dimostriamogli ancora il nostro amore!
• Impegnarsi
Un divertente adagio recita: “Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare!” Essere
genitori e confrontarsi con figli adolescenti non è affatto un gioco, una passeggiata. Ma chiediamoci
onestamente, nella vita cosa possiamo mai raggiungere senza un equilibrato ma costante impegno?
Anche come credenti nella realtà dell’Evangelo, cosa possiamo costruire sull’unico fondamento
della Grazia e della Provvidenza divine, se non seguitiamo nella costanza e nell’impegno? Se
l’impegno richiesto per seguire un figlio adolescente è certamente grande, quanto maggiore sarà poi
la ricompensa, la gioia di vederne i buoni frutti nella sua vita. Cari genitori, soprattutto genitori
cristiani, non possiamo permetterci di gettare la spugna! Non possiamo permetterci di abdicare ad
altri il nostro ruolo. Di amici ne troverà diversi, ma solo tu puoi essere il padre e la madre di tuo
figlio. L’impegno è grave e molteplice, composto da diverse componenti, le principali penso siano:
attenzione, educazione, correzione. Tutto questo dovrà essere trasmesso ogni giorno attraverso il
nostro esempio e la nostra coerenza.
• Affidarsi
Certo vi confesso che è più semplice dire che fare; è più semplice parlare di queste cose che
metterle in pratica ogni giorno tra le nostra mura domestiche. Certo siamo tutti noi genitori, una
schiera di “medici che dovrebbero curare prima se stessi”. Quanti errori abbiamo fatto… Dopo il
primo figlio abbiamo detto: “Ora ho capito, non rifarò gli stessi errori!”; confrontandoci con il
secondo abbiamo detto: “Beh, qualcosa non avevo ancora compreso”; al terzo abbiamo gridato:
“Signore aiutami, ho proprio bisogno di Te!” Malgrado i nostri errori vogliamo continuare ad alzare
la fronte; continuare a guardare con uno sguardo di speranza. Continuare ad alzare gli occhi del
nostro cuore ed imparare ad affidarci a Gesù, Colui che è la risposta ad ogni nostro affanno,
personale o familiare che sia. Preghiamo e preghiamo ancora, senza stancarci, affinché il Signore
tocchi il cuore di nostro figlio, affinché compia il miracolo più grande in lui, donandogli una vita
nuova e piena in Cristo Gesù!
Caro genitore, non trascurando di fare meglio ancora la nostra parte, affidiamo il nostro prezioso
figlio, la nostra preziosa figliola nelle mani di Dio! Dove io e te non arriviamo, la Sua potente mano
saprà arrivare. Dove io e te non capiamo, la Sua perfetta saggezza saprà come intervenire. Dove io e
te non vediamo, lo sguardo di Dio vedrà ogni cosa chiaramente.
“Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla
terra prende nome” (Lettera agli Efesini 3:14-15)
Mauro Stevanato
Cristiani Oggi - febbraio 2009