L`adolescenza - Società Medico Chirurgica Vicentina

Transcript

L`adolescenza - Società Medico Chirurgica Vicentina
_____________________________________________________________ la rivista della Società Medico-Chirurgica Vicentina
L'ADOLOSCENZA
Caratteristiche del disagio adolescenziale
Dott.ssa Anna Savegnago
Consultorio Familiare ULSS 4 “Alto Vicentino”
Mi è stato chiesto di portare a questo convegno la mia
esperienza di psicologa psicoterapeuta di Consultorio
Familiare: un servizio pubblico che per tradizione vede
afferire prevalentemente donne.
Nel nostro Consultorio, che opera in 14 Comuni
dell’Alto Vicentino, da una decina di anni circa è attivo
uno “Spazio Teen agers” : nato in collegamento ai
tradizionali corsi di educazione all’affettività e alla
sessualità rivolti alle scuole medie superiori, si
proponeva di fornire ai ragazzi dai 14 ai 20 anni un
servizio preventivo, totalmente gratuito e privo di
barriere burocratiche, finalizzato alla promozione di
uno sviluppo sessuale, affettivo e relazionale il più
possibile sano.
Il Servizio si è fatto conoscere velocemente e ha
incontrato ( probabilmente per merito anche delle
qualità personali degli operatori presenti) un grande
favore di utenza. Per “ catturare” gli adolescenti,
infatti,
non
è
assolutamente
sufficiente
la
professionalità:
sono piuttosto indispensabili
la
capacità di ascolto, l’empatia e la flessibilità, senza cui
qualsiasi relazione con l’adolescente rischia di
naufragare. Allo Spazio Teen agers si viene per
chiedere contraccezione, per parlare dei propri
problemi di cuore, di sessualità, ma anche di rapporti
familiari burrascosi, di fatiche scolastiche, di malinconie
e paure. E’ uno spazio protetto (gli adulti non possono
entrare), totalmente gratuito, dove viene garantito il
segreto e soprattutto la considerazione alla persona.
La frequenza al servizio è in continuo aumento e, cosa
assai positiva, spesso si vedono giovani coppie.
Quando mi è stato chiesto di portare un contributo al
convegno, ho dovuto superare la mia visione
tradizionale dell’adolescenza, datami dall’esperienza sul
campo, dagli studi compiuti e dalle teorie assimilate
nella partecipazione a seminari e convegni di
approfondimento, per pensare all’adolescenza al
femminile.
Con curiosità ho guardato
con
occhi diversi
“l’adolescente femmina” che arriva al nostro Spazio
Teen agers, riflettendo e cercando poi di capire come
viva la propria adolescenza una ragazza veneta o
comunque abitante nell’Alto Vicentino. Alcune
riflessioni sono ovviamente generali, collegate alla
fisiologia dell’adolescenza, intesa come fase di sviluppo
fisico, sessuale, intellettivo e affettivo.
A differenza di quanto succede nel maschio, in cui la
trasformazione fisica si definisce in un potenziamento
della struttura fisica, con un aumento delle dimensioni
e della forza, la femmina invece deve fare i conti con
nuove forme, arrotondamenti spesso vissuti come
inopportuni e imbarazzanti.
Ciò che spesso osserviamo è la difficoltà che le nostre
ragazze hanno di riconoscersi nelle nuove forme
femminili. Sembra che ne abbiano, anzi, un po’ timore.
E chi sembra sapersi riconoscere a volte non ha la
giusta misura: sono quelle ragazze che enfatizzano la
componente erotica del proprio corpo, per cui la
portano fuori con violenza, con prepotenza; sono le
ragazzine
quattordicenni
che
si
vestono
“sessosamente” da discoteca alle due del pomeriggio e
così se ne vanno a scuola o arrivano nello Spazio Teen
agers. All’opposto si assiste allo sforzo che a volte
viene fatto affinchè il corpo non cambi, rimanga
infantile, magro e piatto (a questo proposito sono
sempre più in aumento i disturbi dell’alimentazione, in
particolare dell’anoressia, di cui si parlerà più avanti).
Il corpo femminile nell’ adolescenza subisce dei
cambiamenti
visibilissimi,
oggettivi;
la
prima
mestruazione ne è un esempio indiscutibile.
Nel duemila viene da pensare che la prima
mestruazione non debba più portare drammi, perché
c’è una cultura, si fa educazione sessuale già dalla
scuola materna: eppure ancora arrivano ragazze che
raccontano della prima mestruazione con angoscia,
con rifiuto, con vergogna. La vergogna del proprio
segnale femminile è un indicatore importante che
deve sempre essere adeguatamente considerato, e
assolutamente mai banalizzato.
L’altra trasformazione grande è nel pensiero e nella
mente. Il pensiero in adolescenza sa compiere
operazioni sofisticate, ideali, molto teoriche, e
pertanto a volte conflittuali con una realtà che
mantiene dipendenze ancora infantili: questo porta la
ragazza a spaziare in teorie, non sempre riconoscibili,
applicabili nel suo quotidiano, che diviene pesante,
ansiogeno e a volte deprimente.
Altro cambiamento importante è correlato alla nuova
condizione sociale connessa al non essere più
bambine: qui si apre una parentesi relativamente al
ruolo dell’adulto, vicino all’adolescente, della mamma,
del papà, dell’insegnante, dell’allenatore sportivo.
Infatti il periodo dell’adolescenza è definibile oltre che
tempo della trasformazione, tempo anche della
separazione. L’adolescente si deve separare dal suo
corpo di bambina, e a volte questo non accade nella
maniera immaginata: il nuovo corpo quasi sempre
delude, non è armonico, giusto di curve come
l'immaginario della giovane lo vorrebbe.
Credo che non aiuti molto in questo senso, neanche il
come ci si veste: anni fa, c’erano dei riti di passaggio
relativamente al “diventare signorina”; un rito di
anno 2005 - Determinanti sociali della salute della donna nel Vicentino _______________________________________
1
_____________________________________________________________ la rivista della Società Medico-Chirurgica Vicentina
passaggio era quello delle “calze fine”, che non
esistono quasi più: oggi anche le neonate mettono le
“calze fine”, collants. Questo è solo un esempio di rito
perso; se ci pensiamo bene era un rito importante, che
permetteva per esempio alla giovane ragazzina di
avvicinarsi, riconoscersi nella
mamma /donna,
autorizzata ad indossare le calze trasparenti .
propria figlia, a volte non tanto per sapere che cosa fa
la figlia, quanto per confidare i propri comportamenti
sessuali. E’ fonte di sofferenza quando la mamma
nell’impeto del riconoscimento della figlia ormai adulta,
confida le proprie storie, le proprie avventure, le
proprie crisi coniugali, mettendo la giovane
adolescente in condizioni di grande fatica psicologica.
Una fatica in più credo sia quella della adolescente di
oggi che fatica molto a riconoscere differenze tra sé e
la propria mamma. Talvolta in Consultorio si invitano
insieme figlia e mamma, con il consenso ovviamente
della ragazza: ebbene spesso è difficile capire chi delle
due può essere più adolescente. E non si tratta solo di
look che confonde, ma sono proprio lo stile di vita,
l’uso del tempo libero, gli hobbies : entrambe vanno
nella stessa palestra, in piscina a fare acquagym,
dall’estetista a fare le cure per la cellulite, a ballare in
discoteca….
Nel nostro Consultorio in questi ultimi anni stiamo
assistendo a un aumento di richieste di sostegno da
parte di ragazzine che si definiscono “lesbiche”.
Hanno in realtà esperienze affettive e sessuali con
persone dello stesso sesso, a volte coetanee, a volte
decisamente più grandi.
Così si alimenta la confusione dei ruoli e spesso le
adolescenti lamentano di non trovare nella propria
mamma quegli elementi di genitorialità che
permetterebbe loro almeno di provare a combattere,
per conquistare libertà, autonomie, senso di
responsabilità.
Le mamme di ora invece si sentono meglio nei panni
di amiche e confidenti, al punto un po’ perverso di
avvallare addirittura trasgressioni. Il tempo delle
separazioni quindi si complica, poiché separarsi da
madri così collusive è difficilissimo, e in particolare
diviene
difficile
esercitare
un
altro
diritto
dell’adolescente che è quello di avere dei propri
segreti.
Il nostro Spazio Teen agers ha lavorato molto in
questo senso, ed è stato difficile soprattutto trovare
una autorizzazione da parte degli adulti per poter
garantire ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze questa
riservatezza.
I genitori delle minorenni faticano molto al pensiero
che la propria figlia possa gestirsi la sessualità in modo
autonomo, possa chiedere una visita ginecologica, la
prescrizione della pillola senza il loro consenso,
addirittura senza che loro lo sappiano, ma questo
poter fare “ in segreto” ha una valenza
importantissima di crescita personale.
La differenziazione che caratterizza l’adolescente dal
bambino che ancora appartiene ai suoi genitori, alla
sua realtà familiare e anche sociale, passa proprio
attraverso questo. Spesso le adolescenti che arrivano
al consultorio vengono proprio per partecipare a
qualcuno che non è né giudicante, né appartenente, né
dirigente, i propri segreti.
Quali possono essere i segreti di un adolescente?
Sicuramente
anche
la
sessualità
che
potrebbe/dovrebbe essere un segreto: ad alcune
adolescenti pesa ” l’emancipazione” della propria
mamma, che intrude nel segreto della sessualità della
E’ mia impressione che ci sia attualmente una
autorizzazione maggiore a esporsi rispetto a questa
fase di omoerotismo, che comunque non viene
neanche minimamente considerata come una fase
evolutiva. Sappiamo infatti che in adolescenza può
esserci qualche esperienza sessuale e affettiva con
persone dello stesso sesso, considerata come
percorso “normale” verso una condizione successiva
di eterosessualità.
Le ragazzine che arrivano al Consultorio pensano
invece di aver giocato già tutte le loro carte, di essere
“irrimediabilmente” omosessuali, con tutto il
corollario di sofferenza che ne segue.
Di frequente si focalizza l’elemento nascosto dietro la
scelta di investimenti omosessuali : la frustrazione che
scaturisce dalle relazioni con l’altro sesso; il maschio è
misconosciuto, stigmatizzato, a volte terribile a volte
insipido.
Le nostre adolescenti non riescono ad apprezzarlo, si
uniformano, lo prendono in giro; c’è la fatica di
differenziarsi da lui: l’adolescente femmina a volte si
traveste, non è in grado di rappresentare dentro di sé
una femminilità accettabile e semplice.
Certe ragazze ci fanno rimanere con il fiato sospeso: si
rasano i capelli, si trascurano, si vestono in qualche
maniera, inviando inequivocabili segnali di ostilità e
negazione totale del femminile tradizionalmente inteso.
I maschi fanno una fatica terribile a stare vicini a
queste femmine; pochissime sono le coppie alla pari.
Le ragazze che intendono investire in una relazione
eterosessuale vanno a caccia di maschi più grandi,
sfruttando spesso una eccessiva libertà.
Già a 14-15 anni possono passare notti fuori casa,
ottenendo spesso anche l’avvallo dei genitori; così
facendo spesso perdono importanza esperienze
fondamentali per lo sviluppo affettivo e sessuale. Il
confine con la trasgressione pare spostarsi sempre più
in là, in un’ottica di tutto concesso che a volte
produce e alimenta la noia.
E’
proprio
questo
“essere
annoiate”
che
frequentemente sostiene un mal-stare psicologico che
genera confusione mentale e depressione. Ricorrere
ad alcool e/o sostanze diviene allora una facile
anno 2005 - Determinanti sociali della salute della donna nel Vicentino _______________________________________
2
_____________________________________________________________ la rivista della Società Medico-Chirurgica Vicentina
soluzione, i cui pericoli non sono affatto avvertiti,
neppure se razionalmente conosciuti.
Le ragazze raccontano che non riescono a divertirsi;
fanno poco sport, spesso investendo in modo
sbagliato, adottando verso il proprio corpo
atteggiamenti e comportamenti ai limiti del
maltrattamento masochistico. Il concetto di piacere è
astruso, connesso purtroppo sempre più con l’uscire
dalla realtà. Appaiono allora sintomi che possono
apparire talora preoccupanti ma che, anche nelle
forme più gravi, possono collocarsi nella cosiddetta “
fisiologia dell’adolescenza”.
La sintomatologia in adolescenza ha carattere labile ed
è sostenuta da normali tendenze all’esternalizzazione
dei conflitti.
Difficilmente nel nostro Servizio arriva l’adolescente
patologica.
Da noi viene l’adolescente con un blocco evolutivo, il
cui star male è paradossalmente considerato “sano”.
La richiesta di consulenza di un adolescente è
prevalentemente sollecitata dalla capacità di
riconoscere la propria crisi.
Mi viene in mente che recentemente nella nostra
realtà ha fatto molto scalpore la morte per abuso di
sostanze di una ragazzina diciannovenne, definita dai
propri genitori e non solo come praticamente
perfetta.
Brava a scuola, inserita in parrocchia, sportiva, con
questa seconda vita mimetizzata. Le adolescenti spesso
imparano a saltare da un’identità all’altra rispetto a ciò
che conviene, nell’illusione di evitare conflitti con la
propria famiglia o con gli adulti in genere. Per i genitori
conoscere i propri figli diventa così ancora più arduo.
Queste riflessioni non hanno certo l’ambizione di
essere state esaustive; hanno piuttosto lo scopo di
portare i nostri pensieri di adulti verso quella quota di
adolescenza che sicuramente alberga in noi, per
permetterci di avvicinarci agli adolescenti di oggi con
meno pregiudizi e maggior empatia.
Non vengono perché spinti dalla famiglia o dalla scuola.
L’adolescente che usa il Servizio viene perché lo
decide lei, lo decide consapevolmente e ci investe
responsabilmente.
Poter disporre di ginecologo, psicologo, assistente
sociale diviene così un privilegio riconosciuto. La
richiesta di aiuto solitamente non è ben definita:
spesso le idee non sono chiare.
È compito di chi lavora con lei andare alla ricerca
insieme, per portare una focalizzazione del vero nodo
problematico della crisi in atto. Sono solo un 20, 25%
le ragazze che accedono ai nostri servizi consapevoli di
che cosa stanno venendo a chiedere.
Per riassumere: l’adolescenza è una fase di
cambiamento, di mutazione, caratterizzata dal trauma
di una seconda nascita: con il corpo nuovo spesso non
si sta affatto bene.
A ciò si aggiunge una caratteristica fluttuazione del
pensiero, degli atteggiamenti e dei comportamenti:
l’adolescente si contraddice spessissimo (ordinedisordine, mi piaccio-non mi piaccio, mi curo-non mi
curo, …).
”Obbedire e trasgredire” penso però che sia uno
degli conflitti più difficili da risolvere, al punto che la
soluzione
escogitata
può
passare
attraverso
l’assunzione di diverse “pseudo-identità”.
Possiamo allora avere le adolescenti attrici, che
recitano la parte della figlia obbediente a casa, della
brava studentessa a scuola, della trasgressiva con gli
amici….
anno 2005 - Determinanti sociali della salute della donna nel Vicentino _______________________________________
3