Quando le articolazioni scricchiolano Quando le articolazioni

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Quando le articolazioni scricchiolano Quando le articolazioni
ORTOPEDIA
A cura di Maurizio Muratore *
Quando
le articolazioni
scricchiolano
l termine artrosi, formato dalle parole di origine greca
“artro” che significa articolazione e “osi” che significa
degenerazione, indica una malattia degenerativa delle
articolazioni. Le articolazioni sono strutture deputate a
collegare o “articolare” fra di loro le ossa e sono composte da
tessuto di diversa funzione, fra cui i più importanti sono la
membrana sinoviale e la
cartilagine (fig.1).
La prima permette la
pulizia dell’articolazione e la
sorveglianza immunitaria
contro agenti estranei e
produce alcune sostanze
necessarie per la nutrizione e
lo scorrimento delle superfici
articolari che versa nel liquido
sinoviale. La cartilagine, che
ricopre e protegge le ossa
articolari, serve soprattutto a
sopportare il carico esercitato
sulle articolazioni soprattutto
durante il movimento.
L’osteoartrosi è il tipo più
comune di patologia articolare, Fig. 1 - Schema di un articolazione
specialmente tra le persone normale ed attrosica
anziane. Qualche volta viene
chiamata malattia degenerativa delle articolazioni. L’OA è una
malattia delle articolazioni che colpisce soprattutto la cartilagine.
Una cartilagine sana permette lo scorrimento reciproco delle
superfici articolari. Essa è in grado di ammortizzare il carico
durante i movimenti. Nell’OA si nota una rottura della cartilagine
che denuda l’osso subcondrale così da rendere lo sfregamento
dei capi articolari doloroso e provocare tumefazione e impotenza
funzionale
pugliasalute
Le persone con OA di solito presentano dolore articolare
e limitazione durante i movimenti.
L’OA è una delle cause più frequenti
di disabilità fisica tra la popolazione
adulta. Più di 20 milioni di persone negli
USA soffrono di OA. Nel 2030, il20%
della popolazione americana – circa 70
milioni di persone – sarà ultra 65enne
e sarà a rischio di sviluppare
l’osteoartrosi. Alcuni giovani presentano
artrosi post-traumatica ma questa
patologia colpisce prevalentemente le
persone anziane. Infatti, più della metà
della popolazione 65enne mostrerebbe
alle radiografie la presenza di OA in
almeno un’articolazione. Sia gli uomini
che le donne soffrono di artrosi. Prima
300 mg di Ca (calcio) si trovano in:
• 25-30 g di formaggio a pasta dura (Emmental, Parmigiano,
Cheddar, ecc.)
• 50 g di formaggio a pasta molle (Camembert, Brie, ecc.)
• 200 g di latte scremato o yougurt
• 150 g di mandorle, fichi secchi
• 200 g di fagioli secchi
• 500 g di verdura verde (cavolo, porro, spinaci, broccoli),
pane integrale
• 0,7l di alcune acque minerali ricche di calcio (controllare
in etichetta)
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dei 45 anni sono più gli uomini che le donne a presentare
questa patologia, mentre dopo i 45 anni diventa più comune
nelle donne. L’osteoartrosi colpisce qualsiasi persona
indifferentemente; in alcune è progressiva ma lenta, in altre i
sintomi sono più seri. Gli scienziati non sanno ancora quale
sia la causa della malattia, ma essi sospettano una combinazione
di fattori, tra i quali il soprappeso, l’invecchiamento, i
traumatismi stressanti dovuti a determinati tipi di professione
o di attività sportiva. L’OA colpisce le persone non solo dal
punto di vista delle articolazioni, ma anche per quanto riguarda
le finanze e lo stile di vita.
Gli effetti sulle finanze riguardano il costo del trattamento,
stipendi perduti a causa della disabilità. Gli effetti sullo stile
di vita comprendono la depressione, l’ansia, la limitazione
nelle attività della vita quotidiana (AVQ), le limitazioni nel
lavoro, problemi di partecipazione ecc.
La maggior parte delle persone con OA possono avere una
vita attiva e produttiva.
l fatto è che il 76% delle donne
over 60 italiane assume poca
vitamina D La vitamina D
presiede all’assorbimento del
calcio e del fosforo ed è basilare
per la formazione del tessuto
osseo e dei denti. Viene
sintetizzata dalla cute durante
l’esposizione alla luce solare. La
migliore fonte alimentare è il
latte, ma anche lo yogurt, i
formaggi, il rosso d’uovo, i pesci
grassi ell’olio di fegato di pesce.
Una esposizione giornaliera di
almeno 15 minuti al sole e una
alimentazione sana sono
sufficienti per raggiungere una
quantità adeguata di vitamina D.
nell’artrosi della mano, il sovrappeso e le alterazioni del
menisco inclusa l’asportazione per l’artrosi progressiva e
proporzionale al danno cartilagineo, ma talvolta può comparire
solo negli stati più avanzati.
Fra i segni, l'espressione più rilevante è data dal gonfiore
o tumefazione articolare.
Essa è generalmente dura ed è dovuta agli osteofiti,
escrescenze ossee che si producono nell’articolazione artrosica,
ed alla riduzione dello spazio articolare. Può sovrapporsi una
tumefazione molle in caso di versamento articolare, dovuto
ad un’eccessiva e pertanto patologica produzione di liquido
sinoviale. Raramente la cute sovrastante l’articolazione si
dimostra calda ed arrossata come nelle artriti.
Può essere presente anche un dolore stimolato dalla pressione
sull’articolazione. Caratteristico segno dell'artrosi è il crepitio,
una sensazione che il paziente può anche ascoltare da solo e
si può avvertire dal punto di vista tattile con la palpazione
dell’articolazione durante il movimento attivo o passivo.
Un evento temibile è l’instaurarsi di
un’ipotrofia dei muscoli interessati dal
movimento dell’articolazione affetta,
L’importanza della vitamina D non
che in alcuni casi di coxartrosi o
si limita alle ossa.
gonartrosi
può
essere
L’attenzione dei ricercatori si sta
sorprendentemente rapida.
concentrando, infatti, su sclerosi
multipla e artrite reumatoide.
L’assunzione di supplementi di
vitamina D in pazienti anziane ha
dimezzato il rischio di artrite
reumatoide, per una probabile
azione sulle cellule immunitarie e
una ridotta azione infiammatoria.
L’azione sembr er ebbe, così,
concentrarsi sull’inibizione
dell’anormale crescita cellulare,
dunque, la vitamina D potrebbe
così essere anche un fattore
preventivo chemioterapico.
Le cause
Anche se le cause precise che portano all’insorgenza
dell’artrosi sono in gran parte ignote, si ritiene che nella maggior
parte dei casi intervengano contemporaneamente molti fattori
che alterano l’equilibrio articolare. Schematicamente, questo
può essere mantenuto se un carico normale viene esercitato
su una cartilagine normale. Quindi, tutti i fattori capaci di
modificare questo equilibrio, agendo o sul carico o modificando
le caratteristiche della cartilagine, possono
essere considerati fattori di rischio dell’artrosi.
I fattori di rischio
Come per molte altre malattie, nella maggior parte dei casi
si assiste ad una combinazione fra la predisposizione genetica
dell’individuo e l’influenza dei fattori ambientali, soprattutto
quelli che agiscono sul carico, quali le sollecitazioni meccaniche,
l’obesità, le malformazioni, i traumi ed i microtraumi. La
precocità dell’insorgenza ed il tipo di evoluzione possono poi
dipendere dal numero dei fattori che intervengono, dalla loro
entità e dalla durata della loro azione.
Dal punto di vista epidemiologico, fra i più importanti
fattori di rischio si ritrovano la predisposizione familiare
pugliasalute
Sintomi e segni dell’artrosi
Le manifestazioni principali che
si ritrovano in un paziente affetto da
artrosi si possono suddividere in
sintomi e segni. Schematicamente, i
sintomi sono avvertiti dal paziente,
perciò soggettivi, mentre i segni sono
osservabili anche dagli altri,
soprattutto il medico, e perciò obiettivi.
Il sintomo principale dell'artrosi è il dolore. Esso è definito
di tipo "meccanico", in quanto viene risvegliato dal
movimento, ed è alleviato dal riposo.
Il dolore è generalmente il primo sintomo nel paziente
con artrosi; all’inizio è sordo e si rivela solo dopo una
prolungata attività dell’articolazione colpita. Poi si aggrava
progressivamente, manifestandosi anche dopo movimenti
minimi o in seguito a particolari atteggiamenti del corpo o
posture.
Difficilmente è acuto e violento. Il dolore può
accompagnarsi ad altre manifestazioni soggettive, fra cui
le più frequenti e rilevanti per il paziente sono la rigidità
(una sensazione di impaccio) e la limitazione funzionale.
La rigidità è è soprattutto mattutina o insorge dopo prolungata
inattività ed è di breve durata, generalmente di 10-15 minuti,
senza comunque quasi mai superare la mezz'ora. Nelle
artriti invece è generalizzata e può durare anche alcune ore.
La limitazione funzionale, che è uno stato di difficoltà nel
compiere i movimenti, è nell’artrosi (tabella 1).
Di solito, l’OA insorge lentamente. All’esordio le
articolazioni dolgono dopo il lavoro fisico o l’esercizio.
L’OA può colpire tutte le articolazioni, ma la maggior parte
delle volte vengono colpite le mani, le ginocchia, le anche
e la colonna vertebrale.
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Mani
L’OA delle dita è un tipo di
artrosi che sembra essere correlato
con fattori ereditari, infatti è
frequente nella stessa famiglia. Più
donne che uomini ne soffrono ed
esse la sviluppano soprattutto dopo
la menopausa. Nell’OA, piccole
protuberanze compaiono
sull’estremità distale delle dita che si chiamano noduli
di Heberden. Simili noduli possono comparire alle
articolazioni interfalangee prossimali (noduli di Bouchard).
Le dita possono diventare grosse e nodose e provocano
dolore, rigidità o intorpidimento. La base dell’articolazione
del pollice è la più frequentemente colpita dall’artrosi
(trapezio-metacarpale) detta rizoartrosi.
Ginocchia
Le ginocchia sono le
articolazioni che sostengono il peso
corporeo. Per questa ragione esse
sono le articolazioni maggiormente
interessate dall’OA. Le ginocchia
possono essere rigide, tumefatte e
dolenti rendendo difficile la
deambulazione, l’alzarsi e sedersi
sulla sedia o entrare ed uscire dalla vasca. Se non trattata,
l’OA alle ginocchia può portare alla disabilità. Farmaci,
perdita di peso, esercizio fisico e cammino possono ridurre
il dolore e la disabilità. Nei casi più impegnativi, la
sostituzione protesica per via chirurgica del ginocchio
può essere l’unica soluzione.
Anche
L’OA delle anche causa dolore,
rigidità e disabilità severa. Le
persone avvertono dolore
localizzato all’anca, all’inguine,
alla superficie interna della coscia,
al gluteo ed al ginocchio. L’OA
delle anche potrebbe limitare i
movimenti e i piegamenti, rendere
difficoltosa l’effettuazione delle
AVQ come il vestirsi o la pedicure. Supporti per il
cammino, farmaci e l’esercizio possono alleviare il dolore
e migliorare il movimenti. Il medico potrebbe
raccomandare la sostituzione protesica se il dolore dovesse
diventare insopportabile e non alleviato dagli altri metodi.
Artrosi della colonna vertebrale.
Se valutata con l'esame radiologico, l'artrosi della colonna
(o spondiloartrosi dal greco “spondilos”= colonna) è
estremamente frequente.
Segni radiologici si osservano già a partire dai 30 anni
e dopo i 70 anni sono presenti nella maggior parte della
popolazione.
D'altro canto, sintomi dolorosi a carico della colonna
vertebrale e delle strutture ad essa collegate sono anch'essi
molto frequenti, anche se è del tutto improprio collegare ogni
pugliasalute
sintomo ai segni radiologici di spondiloartrosi. Le sedi più
frequentemente interessate sono quella cervicale e quella
lombare, mentre l’artrosi dorsale è praticamente insignificante
dal punto di vista patologico.
Artrosi della colonna cervicale
Sebbene i segni di artrosi cervicale (o cervicoartrosi) si
possono ritrovare nel 70-80 % delle radiografie di soggetti
anziani, la maggior parte di questi non avverte sintomi di
rilievo, al massimo presentando una limitata mobilità e
periodiche modeste cervicalgie (dolori cervicali). Però, l'elevata
frequenza delle alterazioni radiografiche porta ad
un’ipervalutazione della cervicoartrosi, che viene considerata
responsabile di qualsiasi dolore cervicale.
Fra le affezioni che possono essere causate dall’artrosi
cervicale, la più nota è la cervicobrachialgia, dovuta ad una
compressione delle radici dei nervi cervicali a livello vertebrale,
per formazione di osteofiti o di ernia discale. Il disturbo è in
genere monolaterale e si irradia nel territorio interessato dalla
radice colpita, che può interessare il braccio e/o la mano. I
sintomi sono rappresentati dal dolore, che si esacerba di notte,
con i colpi di tosse o gli starnuti, associato a disturbi sensitivi,
quali parestesie (formicolio) e/o alterazioni della sensibilità.
Giova però ricordare che la causa più frequente di parestesie
alle mani, soprattutto notturne, è la sindrome del tunnel carpale,
dovuta ad una compressione del nervo mediano al suo passaggio
nel polso.
Artrosi della colonna lombare
L'artrosi della colonna lombare (o lombartrosi) è molto
frequente. Tuttavia, come per le cervicalgie, la maggior parte
delle lombalgie non dipendono dall’artrosi, ma da stiramenti
o contratture muscolari o, soprattutto per le forme croniche,
da anomalie dei dischi posti fra le vertebre. Il ruolo delle
alterazioni artrosiche delle vertebre e delle articolazioni
intervertebrali non è comunque indifferente, visti gli stretti
rapporti che queste strutture hanno con il disco, la cui
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Un trattamento vincente comprende una
combinazione di terapie adattate alle necessità di
ogni singolo paziente, al suo stile di vita ed alla
sua salute generale.
Fig 2 - Articolazioni più frequentemente interessate dall'attrosi
degenerazione causa un minor scorrimento dei corpi vertebrali
e la conseguente formazione di osteofiti. Un'altra possibile
conseguenza può essere lo scivolamento, per lo più anteriore,
di una vertebra sulla sottostante (spondilolistesi), che può
essere dovuta anche alla frattura di una parte della vertebra
(spondilolisi).
Nessun test specifico è in grado di diagnosticare l’OA. La
maggior parte dei medici usa una combinazione di metodi per
diagnosticare questa malattia e di conseguenza eliminare altre
patologie. È una malattia in cui, non essendoci infiammazione
diffusa, non si notano quasi mai alterazione degli esami del
sangue, a differenza delle artriti.
Fra gli esami radiologici, la radiografia è senza dubbio la
più utile per la diagnosi e per la valutazione del grado dell’artrosi.
È bene però tener presente che molti soggetti, pur avendo dei
segni radiologici di artrosi, non hanno alcun disturbo. Nei
(pochi) casi dubbi, si può far ricorso ad altri
esami più sofisticati e costosi, quali
l’ecografia, la TAC o la Risonanza
Magnetica.
Il trattamento dell’OA ha 4 target:
1. migliorare l’attenzione verso le articolazioni
attraverso il riposo e l’esercizio
2. mantenere un accettabile peso corporeo
3. controllare il dolore con farmaci ed altri
metodi
4. promuovere uno stile di vita salutare
I piani di trattamento dell’OA comprendono
metodi per gestire il dolore e migliorare la
funzionalità; questi programmi comprendono
esercizi, riposo e attenzione alle articolazioni,
attenuazione del dolore, controllo del peso
corporeo, farmaci, chirurgia protesica ed approcci
terapeutici non convenzionali.
I farmaci impiegati nell’OA si possono
suddividere in sintomatici, di cui fanno parte gli
analgesici, i farmaci antinfiammatori non steroidei
(FANS) e i farmaci intra-articolari (steroidi ed
acido ialuronico), ed in farmaciagenti sulla
struttura, detti anche sintomaticia lenta azione
(SYSADOA) o condroprotettori.
Molte persone con OA hanno dolore persistente e trovano
sollievo assumendo FANS, ma l’assunzione a lungo termine
di essi possono comportare dolori gastrici, nausea e altri
effetti collaterali più gravi come le ulcere. Gli scienziati
stanno lavorando a testarne di nuovi.
Un esempio è la classe di FANS chiamati COX-2
inibitori. Recentemente le perplessità sollevate nell’impiego
dei Coxib, a causa di un possibile loro rischio cardiovascolare si sono in parte attenuate.
Recenti studi hanno in realtà dimostrato che è sempre
consigliato l’uso a breve termine per qualsiasi
antinfiammatorio e sono sempre controindicati nei soggetti
affetti da malattie cardiovascolari.
Il trattamento effettivo dell’OA comprende non solo la
terapia farmacologica ma anche quella chirurgica.
Trattamento dell’osteartrosi
Gli obiettivi essenziali della terapia
nell’OA possono essere definiti “a breve
termine”, rappresentati dal controllo del
dolore e della rigidità e dalla riduzione
dell’infiammazione, e “a medio-lungo
termine”, costituiti dall’arresto o
rallentamento della progressione, dalla
prevenzione delle deformità, e dal ripristino
della funzione.
Per il perseguimento di questi obiettivi
possono essere adoperati numerosi mezzi,
sia farmacologici che non farmacologici,
che spesso necessitano di essere coordinati
fra di loro per essere realmente efficaci.
pugliasalute
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che si possono prevenire.
In effetti, alcuni dei fattori di rischio di cui abbiamo già
discusso, sono modificabili.
Ciò vuol dire che se questi si evitano del tutto od almeno
parzialmente, si può cambiare il destino della persona,
evitando o ritardando l’insorgenza della malattia.
In altri casi, limitando questi fattori di rischio, si può
ritardare la progressione della malattia.
Esempio molto efficace di un fattore di rischio che è
possibile evitare è quello dell’obesità.
Possiamo agire su questa ottenendo risultati
circa i tre tipi di prevenzione conosciuti,
primaria secondaria o terziaria:
a) prevenzione primaria
(ovvero per evitare che la
malattia si verifichi): con un
peso corporeo inferiore, si
riduce la probabilità di essere
colpiti dall’artrosi del ginocchio
(in studi epidemiologici sulla
popolazione, suddividendo
questa in gruppi a seconda
del peso corporeo, basta far
parte del gruppo con 5 kg in
meno per avere una
probabilità del 50% inferiore di avere l’artrosi);
b) prevenzione secondaria (impedire che la malattia
progredisca): quando si è colpiti dall’artrosi del ginocchio
o dell’anca, un maggiore peso corporeo è associato con
una maggiore velocità di progressione;
c) prevenzione terziaria (evitare
o limitare i danni od i disturbi alla
persona derivanti dalla malattia):
la riduzione del peso corporeo
riduce i dolori articolari e migliora
la funzione nei pazienti affetti da
artrosi degli arti inferiori.
* Dirigente medico di II° livello
U.O. di Reumatologia Osp. “Galateo” San Cesario di Lecce
Bibliografia
SI sospetta che l’ereditarietà giochi un ruolo nel 2530% dei casi di OA, mentre il fattore genetico potrebbe
essere il responsabile della malattia nel 40-65% dei casi di
OA alle mani ed alle ginocchia.
Gli scienziati hanno identificato una mutazione (difetto
genetico) che colpisce il collagene della cartilagine
indebolendola. rendendola più fragile agli stress.
In futuro, un test che determini il portatore di difetti
genetici potrebbe aiutare le persone a ridurre il rischio di
OA con ridimensionamento delle proprie abitudini di vita
quotidiane.
Il vero aspetto importante, per concludere, è quello della
prevenzione. L’artrosi è fra le pochissime malattie reumatiche
pugliasalute
Marcolongo R.: L’Artrosi. Modern srl, Milano, 1996.
Punzi L.: Artrosi. In Todesco S e Gambari PF. Malattie reumatiche. Milano, Mc
Graw and Hill, 3a Ed 2002, pg 369-396.
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al. EULAR Recommendations
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Report of a task force of the Standing Committee for International Clinical Studies
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Consensus italiana sulle raccomandazioni EULAR 2003 per il trattamento della
gonartrosi. Reumatismo 2004; 56:190-201.
Gorla R. Bresciareumatologica
L'A.P.M.A.R. (Associazione Pugliese Malati Reumatici)
U.O. di reumatologia Ospedale A. Galateo
73016 San Cesario di Lecce (LE)
[email protected]
http://www.associazionepugliesemalatireumatici.it
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Curiosità
• Erodoto narra nella sua "Storia di Roma" che esisteva
un popolo stranamente più propenso di altri a non
ammalarsi; tale popolo usava mangiare le foglie di salice.
• Anche Ippocrate, considerato il padre della medicina,
descrisse nel V secolo AC una polvere amara estratta
dalla corteccia del salice che era utile per alleviare il
dolore ed abbassare la febbre. Un rimedio simile è citato
anche dai Sumeri, dagli antichi Egiziani e dagli Assiri.
Anche gli Indiani d'America lo conoscevano e lo usavano
per curare, febbre, muscoli doloranti, reumatismi.
• Applicato per uso esterno, il peperoncino è
rubefacente, cioè irrita la pelle e le mucose,ed è revulsivo,
perché attira il sangue verso la pelle e decongestiona
gli organi e i tessuti interni. Si consiglia in caso di:
reumatismi, lombaggine, torcicollo e dolori muscolari.
Anche le foglie sono usate in erboristeria per i reumatismi.
• Una buona notizia per le migliaia e migliaia di persone
che soffrono di artrite, malattia altamente degenerativa,
infiammatoria ed invalidante: alcuni ricercatori finlandesi
hanno trovato nella corteccia del pino scozzese (Pinus
sylvestris), usato comunemente come albero di Natale,
un gruppo di composti anti-infiammatori che potrebbero
essere usati per fabbricare supplementi alimentari o
farmaci per curare l'artrite e il dolore.
Autolinee
Noleggio
Autobus
• Sono circa 10 milioni gli italiani che si lamentano a
causa dei reumatismi. La regione che registra l'incidenza
di artrite e artrosi più elevata è la Sardegna (26%),
seguita dal Lazio (24%) e dalla Sicilia (22%). La regione
meno colpita è la Lombardia (9%).
• La magneto-terapia utilizza a scopo terapeutico i
campi elettromagnetici. Essa viene utilizzata
nell'osteoporosi, nei ritardi di consolidazione e nelle
pseudoartrosi, in affezioni con perdita di sostanza e negli
esiti dolorosi di traumi muscolari, tendinei ed articolari,
per reumatismi degenerativi e infiammatori, nella
fibromialgia.
Elenco delle Autolinee
Autolinee STATALI
BARI - FIUGGI
ROMA - GALLIPOLI
ROMA - GINOSA
ROMA - BRINDISI
ROMA - MANDURIA
ROMA - LUCERA
ROMA - OTRANTO
ROMA - METAPONTO
ROMA - BARI - TARANTO
MATERA - PISA
OTRANTO - PISA
MANDURIA – PISA
• Contro i Reumatismi un antico rimedio era quello di
scaldare della sabbia , metterla in un sacchetto di
tela e appoggiarlo sulla parte dolorante; oppure
stirare con ferro caldo una foglia di cavolo-verza e
applicarla sulla parte dolorante, specie il ginocchio.
• Per contrazioni muscolari, distorsioni, artrite,
reumatismi: massaggi con crema o olio di mandorle e
una goccia di olio essenziale di rosmarino¸oppure fare
degli impacchi con infuso caldo di rosmarino sulla parte
dolorante. Molto usato è anche l’artiglio del diavolo, che
è una pianta originaria dell' Africa( il nome deriva dal
fatto che i suoi frutti hanno la forma di uncini ricurvi che,
uscendo dal terreno, possono intrappolare zampe di
animale).
L'artiglio del diavolo agisce sul dolore e
sull'infiammazione. Migliora nettamente la mobilità
articolare riuscendo, nelle forme più lievi, a sostituire i
trattamenti classici antinfiammatori, non ha effetti
collaterali tipici degli antinfiammatori del mal di stomaco.
Gli sportivi lo utilizzano con successo per evitare le
tendiniti e i dolori articolari dovuti agli sforzi.La radice
dell'artiglio del diavolo favorisce anche l'eliminazione
dell'acido urico e a questo titolo è efficace anche nel
trattamento della gotta. Studi clinici confermano queste
proprietà
pugliasalute
Autolinee REGIONALI
ROMA - AVELLINO
ROMA - SORRENTO – AMALFI
Sito Internet: http://www.marozzivt.it
Sede Legale ed Uffici Operativi della
Società: Via Bruno Buozzi, 23 - 70123 BARI
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