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Venite,Adoremus
Adoremus
QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA / B
25 MARZO 2012
Fammi giustizia, o Dio, e difendi la mia causa contro gente senza pietà;
salvami dall'uomo ingiusto e malvagio,
perché tu sei il mio Dio e la mia difesa. (Sal 42,1-2)
Colletta
Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre
in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi.
*****
Prima Lettura
Dal libro del profeta Geremìa (31, 31-34)
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con
la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho
concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra
d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del
Signore. Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei
giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro
cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: «Conoscete il Signore», perché tutti mi conosceranno,
dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro
iniquità e non ricorderò più il loro peccato. Parola di Dio.
*****
Salmo Responsoriale (dal Salmo 50)
Crea in me, o Dio, un cuore puro.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; / nella tua grande misericordia / cancella la mia
iniquità. / Lavami tutto dalla mia colpa, / dal mio peccato rendimi puro.
Crea in me, o Dio, un cuore puro, / rinnova in me uno spirito saldo. / Non scacciarmi dalla tua presenza / e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia della tua salvezza, / sostienimi con uno spirito generoso. / Insegnerò ai ribelli le tue vie / e i peccatori a te ritorneranno.
*****
Dalla lettera agli Ebrei (5,7-9)
Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e
lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui,
venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso
perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono. Parola di Dio
Canto al Vangelo (Gv 12,26)
Lode e onore a te, Signore Gesù! Se uno mi vuole servire, mi segua, dice il Signore, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Lode e onore a te, Signore
Gesù!
Dal vangelo secondo Giovanni (12,20-33)
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche
alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli
domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e
poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora
che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia
è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono
giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo:
«L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito,
diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse
Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo
mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva
morire. Parola del Signore.
*****
Le Domeniche di Quaresima dell'anno liturgico "B" ci invitano a meditare sulla Tua
Pasqua, Gesù, evento di Morte e Risurrezione e mistero di salvezza per noi. Ti abbiamo ascoltato, nei Vangeli passati, quando ci dicevi che il vero Tempio era il tuo
corpo che sarebbe risorto dopo tre giorni o quando indicavi nella tua crocifissione,
che tu chiami esaltazione, la fonte della salvezza per chi avrebbe creduto in te, così
come accadde agli antichi Israeliti quando trovarono la guarigione dal morso dei
serpenti velenosi guardando al serpente di bronzo innalzato da Mosé nel deserto.
Nel Vangelo di oggi paragoni, invece, la tua opera a quella del chicco di frumento il
quale, nel momento in cui sottoterra marcisce, apre a se stesso la possibilità di fiorire come spiga che porta un frutto abbondante. Senza questa morte il chicco rimarrebbe un seme inutile. In questo modo ci dici anche che la tua sofferenza è necessaria per la nostra salvezza, perché senza di essa non potresti realizzare il disegno di Dio e non mostreresti all'umanità fino a che punto il Padre la ama. Così la
Pasqua, che a breve celebreremo e che solennemente ripercorre la tua Passione,
diviene un gioioso ricordo di quell'amore che hai avuto per ciascuno di noi.
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Giovanni scrive che Tu, Gesù, spesso parli di una tua "ora" che deve giungere,
un'ora, o meglio il tempo, in cui si sarebbero realizzate le promesse antiche: è l'ora
in cui avresti manifestato al mondo la potenza dell'amore divino. In questo passo,
invece, affermi che quell'ora è finalmente giunta e dichiari questo dopo che alcuni
greci cercano di vederti. Ora i greci che sono a Gerusalemme per il culto rappresentano tutti i popoli, quelle genti che si erano avvicinate per vari motivi alla fede di
Israele. Quei greci chiedono a Filippo, forse per il suo nome greco, di poterti vedere. Ma vedere Te, secondo il Vangelo di Giovanni, significa credere in Te perché
non si vede solo con gi occhi del corpo, ma anche con quelli dell'anima grazie alla
luce della fede. Ebbene è così giunta l'ora in cui tutti gli uomini, e non solo i giudei,
se credono in Te, possono davvero gioire perché possono essere salvati dall'amore
di Dio che si è manifestato nella tua Passione, Morte e Risurrezione. Quest'evento
che agli occhi del mondo poteva sembrare un fallimento, in realtà è stato la tua glorificazione perché è il modo più sublime che hai trovato per manifestare al mondo
l'amore Tuo e del Padre che non si ferma di fronte al peccato, ma così lo annienta.
La tua dolorosa Passione e la tua Risurrezione porteranno un frutto di salvezza insperato per tutta l'umanità, anche se il mezzo appare come il meno idoneo, così
come avviene per il chicco di frumento che porta frutto solo quando marcisce nella
terra. È questa la dinamica dell'amore che aumenta e si moltiplica nella misura in
cui viene donato, mentre si raffredda e diviene sterile quando si chiude il cuore
all'altro, vivendo solo di se stesso, egoisticamente. Un cristiano che non ama l'altro
in maniera incondizionata, mettendo in conto anche di dover soffrire per questo
amore e quasi marcire, è destinato a rimanere nella sua solitudine.
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O Gesù, Tu sei per noi un esempio di vero amore che si dona all'altro e ci comandi
di fare come hai fatto Tu. Ci dici che se non orientiamo tutta la nostra vita nel Tuo
amore e in quello del prossimo, alla fine, per quanto ricchi di cose o azioni, rimarremo tristemente a mani vuote. Cosa porteremo con noi nel passaggio della morte
se non l'amore, quell'amore che proviene da te e che ci salva e che dobbiamo estendere al mondo? Per vivere di quest'amore a volte ci tocca odiare questa vita
che ci allontana da Te e con le sue strutture ci porta solo a privilegiare scelte egoistiche e di interesse, cercando il piacere e i propri interessi, dimenticando però che
tutto questo passa. Vivere mettendo al primo posto l'amore, il perdono e la misericordia, però, è un'impresa che da soli mai potremmo portare avanti. Ti confessiamo, Gesù, che le tentazioni sono molte e che la voglia di pensare a noi stessi
spesso è più forte del desiderio di farci prossimi. Circondati da preoccupazioni e
dubbi siamo turbati di fronte alla morte e alla sofferenza e alla prospettiva di rinunciare a tanti comforts solo per seguire Te. Ci consola, però, vedere che anche Tu
sei stato turbato di fronte alla sofferenza e alla morte, ma sei andato avanti per
amore, sapendo che affrontando questi nemici e vincendoli avresti salvato molti fratelli e molte sorelle. E la Lettera agli Ebrei ci dice che le tue suppliche e preghiere,
elevate nel momento della paura, sono state ascoltate dal Padre Tuo che, nella Risurrezione, non solo ti ha fatto ritornare in vita, ma ti ha reso causa di vita nuova
per tutti, quella vita che crea figli di Dio. Fa che anche noi, di fronte alla tentazione,
al peccato e allo sconforto, ci ricordiamo del fine per cui esistiamo ovvero quello di
vivere nella tua amicizia e nel tuo amore qui in terra ed eternamente nel cielo. Fa
che possiamo pregarti con le parole del Salmo 50 che ci invita a non scoraggiarci,
ma a sperare sempre nell'aiuto di Dio. Che questo pensiero ci dia la forza di dire di
no al peccato e all'egoismo che rende solitari. Fa che con la forza dell'amore possiamo portare frutti di salvezza e di gioia per noi e per tutto il mondo.
*****
Mentre eri turbato al pensiero della Passione, il Padre fa sentire la sua voce per dirti che ti stava vicino. Quella di Dio è una voce che viene interpretata in molti modi
dai presenti o come quella di un angelo o di un tuono. Il Padre parla anche a noi
nei momenti di oscurità e di dubbi, ma la sua voce non è sempre chiara per noi.
Quando un tuo discepolo si affida veramente a Dio, tuttavia, può star sicuro che
non è mai lasciato da solo. Agli occhi del mondo può sembrare che tutto vada storto, che Dio lo abbia abbandonato, perché vede che il suo modo di agire non è secondo le aspettative umane. Tu, però, indicando di quale morte dovevi morire e
parlando della tua crocifissione come di una glorificazione, ci ricordi che la vittoria
dell'amore sul diavolo, sul peccato e sulla morte non passa attraverso eventi portentosi, ma nell'amorosa obbedienza al Padre che diviene sacrificio di salvezza per
tutta l'umanità. In quest'umiltà, che il mondo non può accettare, viene sconfitta la
superbia del peccato e data a tutta l'umanità la vita eterna che realizza in pieno l'alleanza preannunciata da Geremia. Grazie al tuo sacrificio d'amore gli uomini e le
donne di ogni tempo possono vivere in pieno l'amicizia con Dio perché Lui stesso
da' la forza e la grazia per essere fedeli e vincere gli ostacoli che rendevano difficile
il vivere secondo i comandamenti di Dio.
*****
Il Signore ci esorta poi a seguire gli esempi che egli ci offre della sua passione: Chi
ama la propria anima, la perderà (Jn 12,25). Queste parole si possono intendere in
due modi: «Chi ama, perderà», cioè: se ami, non esitare a perdere, se desideri avere la vita in Cristo, non temere la morte per Cristo. E nel secondo modo: «Chi
ama l’anima sua, la perderà», cioè: non amare in questa vita, se non vuoi perderti
nella vita eterna. Questa seconda interpretazione ci sembra più conforme al senso
del brano evangelico che leggiamo. Il seguito infatti dice: "E chi odia la propria anima in questo mondo, la serberà per la vita eterna"("ibid."). Quindi, la frase di prima:
«Chi ama», sottintende: in questo mondo; cosi come poi dice: «Chi invece odia in
questo mondo», la conserverà per la vita eterna. Grande e mirabile verità,
nell’uomo c’è un amore per la sua anima che la perde, e un odio che la salva. Se
hai amato smodatamente, hai odiato; se hai odiato gli eccessi, allora hai amato.
Felici coloro che hanno odiato la loro anima salvandola, e non l’hanno perduta per
averla amata troppo. Ma guardati bene dal farti venire l’idea di ucciderti da te stesso, avendo inteso che devi odiare in questo mondo la tua anima. Così intendono
certi uomini perversi e male ispirati, crudeli e scellerati omicidi di sé stessi, che cercano la morte gettandosi nel fuoco, annegandosi in mare o precipitandosi da una
vetta. Non è questo che insegna Cristo. Quando il diavolo gli suggerì di gettarsi nel
precipizio, egli rispose: "Torna indietro, Satana; sta scritto: Non tenterai il Signore
Dio tuo" (Mt 4,7). E nello stesso senso disse a Pietro, per fargli intendere con quale
morte egli avrebbe glorificato Dio: "Quando eri più giovane, ti cingevi da te stesso e
andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, un altro ti cingerà e di condurrà dove
tu non vuoi" (Jn 21,18-19). Parole queste che chiaramente ci indicano che non da
sé ma da altri, deve essere ucciso colui che segue Cristo. Quando dunque un uomo si trova nell’alternativa, e deve scegliere tra infrangere un comandamento divino, oppure abbandonare questa vita perché il persecutore gli minaccia la morte,
ebbene egli scelga la morte per amore di Dio, piuttosto che la vita offendendo Dio;
così avrà giustamente odiato la sua anima in questo mondo per salvarla per la vita
eterna. (Sant'Agostino)

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