i pro ei contro di lavorare oltre confine i pro ei contro

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i pro ei contro di lavorare oltre confine i pro ei contro
futuro in movimento
NOVEMBRE-DICEMBRE-GENNAIO 2013
NUMERO TREDICI
freepress di attualità e mondo del lavoro
INCHIESTA
INCHIESTA
www.walkonjob.it
I PRO E I CONTRO DI
LAVORARE OLTRE CONFINE
Prepararsi
al lavoro
CONTRATTI
Il part time secondo la riforma Fornero
YOUMPA
L'ospite
speciale
Il nuovo social network degli eventi
dal volto tutto italiano
START UP
Nuove
frontiere
Le storie di chi ne avvia una
e le dritte per provarci
«Io sono un pendolare. Vado dove c'è
del lavoro, come un raccoglitore di frutta.
Tutto ciò di cui ho bisogno sono un sorriso
d'incoraggiamento ed una proposta, ed arrivo
subito, col primo aereo».
Orson Welles
BUONI PROPOSITI?
NO, 4 PAROLE
Vi sarà capitato, nel
passaggio dal vecchio al
nuovo anno, di pensare…
a come fare. A come avviare
quella cosa, a sbarcare il
lunario, a trovare i soldi, il
lavoro. In poche parole: a essere felici. Se
siete di quelli che rispettano le tradizioni,
non solo avrete festeggiato «con il botto»,
ma l’avrete scritta. Cosa? La lista dei buoni
propositi, forse ora nascosta in un’agenda
o in una cartelletta di pc o iPad. Ma la vita
frenetica è iniziata, quell’esame è saltato
o siete lì su Internet a spulciare annunci
di lavoro e così i buoni propositi sono stati
dimenticati. Tranquilli, una ricerca dice che
già entro la prima settimana cominciano
a perdere la loro efficacia e che a febbraio
sono già bell’e sepolti.
O invece qualche proposito l’avete fatto
come l’avevate fatto a ottobre, dicembre. A
volte mantenendoli, a volte sfruttando gli
autoinganni della mente pensando «Ma sì,
mica mi importava davvero», altre che tra
l’anno vecchio e quello nuovo non cambia
poi molto.
Allora, forse meglio lasciare perdere quelle
promesse che non hanno a che fare con noi
(se vi piace mangiare non starete a dieta
10 mesi). Forse è meglio – restando in tema
– nutrirsi di poche parole. Quelle giuste. Le
mie: pazienza, lunga distanza, entusiasmo.
Perché paziente lo sono poco eppure,
pensateci, tutto alla fine in qualche modo
torna: i puntini di Steve Jobs, le parole che
vi ha detto vostra madre, quel sapere rubato
a un libro d’università. Torna a tempo debito
e senza avvertirci.
Lunga distanza: saper guardare avanti è
difficile mentre decidere cosa fare nell’hic et
nunc è più semplice, ma il nostro percorso
non si costruisce mica da solo. Qualche
metro più in là vale la pena di guardare,
magari cambiando strada, ma provando a
immaginarsi oltre.
E poi entusiasmo. Enthusiasmòs (dal greco)
vuol dire «avere il dio dentro». Niente a che
fare né con Allah o Dio, ma quella scintilla
che si può anche spegnere leggermente o
diventare più intensa ma, se la trovate,
resta sempre lì e vale più di qualsiasi
proposito o altro. Il dio… dentro. Buon anno.
Cristina Maccarrone/[email protected]
twitter @cristinamacca
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Inchiesta
Svizzera, Francia, San Marino & Co.
VIVERE IN ITALIA
E LAVORARE AL DI LÀ DEL CONFINE
*
di Giulia Cimpanelli
Il lavoro frontaliero è sempre stato considerato un eldorado da chi
vive ai confini ma anche dall’opinione pubblica in generale tanto
che, in passato, in molti si sono addirittura trasferiti intorno a
Svizzera, San Marino, Croazia o Principato di Monaco per lavorare
in paradisi fiscali e vivere con i costi della vita italiani.
M
a oggi è ancora così? La crisi ha smontato anche
questa certezza o fare la spola tra uno Stato e
l’altro conviene ancora? Andiamo a vedere quali sono i
pro e i contro, le regole del lavoro frontaliero e come è
cambiato in questi anni.
GLI ITALIANI PREFERISCONO LA SVIZZERA
I frontalieri italiani sono in tutto circa 80mila (dati Cgil
2011), di cui 65mila in Svizzera (quasi tutti dalle province
lombarde di confine: Como, Varese e Lecco), divisi tra
Canton Ticino (55mila) e Canton Grigioni - Engadina
(dove spesso si registrano aumenti di lavoratori stagionali
nel turismo, soprattutto dalla provincia di Sondrio).
Da Rimini e anche dalle Marche sono 5600 i lavoratori
italiani che decidono di andare a lavorare nella Repubblica di San Marino, in forte calo rispetto al 2011. I Liguri
invece preferiscono (giustamente, vista la vicinanza) la
Francia, oltre i confini del Principato di Monaco dove
lavorano circa 4 mila italiani (contro i 2mila in Francia). A scegliere l’Austria, tra gli italiani, sono invece
in pochi, un migliaio, mentre sono in crescita quelli
verso la Slovenia che a oggi sorpassano i 1500. Certo,
niente rispetto al flusso opposto che è di circa 10mila
sloveni verso l’Italia, ma il trend è in aumento soprattutto da quando il Paese è entrato nell’Unione Europea
e nell’Euro.
Ma la Svizzera non è solo la prima scelta per i lavoratori: è anche diventata l’Eden delle aziende italiane.
Basti citare il caso di Stabio, piccolo Comune ticinese a
due passi dal nostro confine: burocrazia svizzera, tasse
ticinesi e manodopera italiana. È su questi tre pilastri
che si fonda il suo successo. Poco più di 4mila abitanti e
quasi 5mila frontalieri che fanno del Comune una sorta
di azienda diffusa. Rappresentazione unica di ciò che
il Canton Ticino è diventato per le aziende nostrane:
un vero e proprio paradiso da raggiungere. Missione
tutt'altro che impossibile, anche perché da anni piovono gli inviti. Che tradotto significa: investimenti e
arricchimento tecnologico. A tutto danno dell'Italia e
del Varesotto, dove si assiste a un’emorragia continua di
imprese che se ne vanno oltreconfine, ma a due passi.
Senza dimenticare l'aspetto fiscale.
Tra dirette e indirette, le imposte a carico delle società
che hanno sede in Ticino si aggirano sul 25% degli utili,
mentre in Italia spesso superano il 50. In Canton Ticino
gli utili delle aziende sono tassati al 9%, a cui va aggiunta un'imposta comunale che a Stabio è il 65% di quel 9,
una delle più basse delle zona, che ha contribuito senza
ombra di dubbio a richiamare imprese e lavoro.
DALLE TASSE AGLI STIPENDI. PRO E CONTRO
Se di numeri parliamo, non possiamo non affrontare
l’argomento tasse. D’altra parte, chi decide di lavorare
oltreconfine lo fa sì per motivi occupazionali, ma anche
di guadagno. Come funziona il regime fiscale quindi per
i frontalieri? Rinvia quasi in tutti i casi alle convenzioni
fiscali bilaterali sottoscritte dagli Stati per evitare la
doppia imposizione sui redditi transnazionali. Le regole
e i criteri fissati variano da uno Stato all'altro. Gli accordi, infatti, possono considerare la tassazione del lavoratore frontaliero nello Stato di residenza, nello Stato del
luogo di lavoro o in entrambi.
Ogni Stato, infatti, conformemente alla propria legislazione
in materia, deve evitare che il reddito transnazionale
sia tassato due volte (doppia imposizione) e, quindi, arrivare alla stipula delle convenzioni fiscali bilaterali.
Se non esiste la convenzione o se la convenzione non
evita la doppia tassazione, il lavoratore può comunque
fruire del credito d’imposta per i tributi pagati all’estero.
Primo punto da mettere in luce è che la situazione fiscale,
ma anche previdenziale, del lavoratore frontaliero cambia a seconda del Paese estero in cui lavora.
La Svizzera, o meglio il Canton Ticino, rimane il caso
emblematico del lavoro oltreconfine e applica ai lavoratori italiani due diverse forme di tassazione: a chi abita
nella cosiddetta “fascia” (tutte le zone fino a 20 chilometri dal confine), le tasse vengono trattenute dallo
stipendio e la Svizzera si impegna a versare il 38% di
queste all’Italia per garantire al lavoratore il welfare
(in particolare il sistema sanitario) in patria. A chi abita
fuori dalla fascia, le stesse imposte vengono trattenute
dallo stipendio, ma il lavoratore deve pagarle anche in
Italia attraverso il modello unico. Ecco perché alcuni
anni fa c’è stato il boom di persone che trasferivano la
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testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano numero 257 del 3 maggio 2010
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WoJ
Direttore Responsabile
Cristina Maccarrone
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In redazione
Elisa Di Battista
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Progetto Grafico
e impaginazione
Jasmine Webster
Hanno collaborato
a questo numero:
Susanna Bagnoli
Giulia Cimpanelli
Camilla Golzi Saporiti
Floriana Riso
Ilaria Romano
Pubblicità
Rosanna Paiano
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il contratto a tempo indeterminato non viene fatto.
Questa è un'altra forma di penalizzazione: si tratta di
contratti che vengono rinnovati anno dopo anno, quindi
senza nessuna certezza. E ovviamente sono quelli che
saltano prima mentre i Sanmarinesi sono tutti a tempo
indeterminato e sono privilegiati. Anche se, per la prima
volta, la crisi ha condotto anche San Marino ad avere
una lista disoccupati».
OPPORTUNITÀ NEI SERVIZI E NEL TURISMO
residenza nei pressi del Canton Ticino. In ogni caso, in Chi è impiegato nel Principato di Monaco paga i conSvizzera la tassazione salariale è molto più bassa della tributi alle due casse, Inps e monegasca, e la pensione
nostra e gli stipendi molto più alti perché anche il costo sarà formata dalla somma delle due contribuzioni.
della vita oltreconfine lo è.
Un esempio? «Un addetto alle venPRIVILEGI? FINO A UN CERTO PUNTO…
dite all’outlet Foxtown di Mendrisio,
Ma i lavoratori frontalieri sono dav“Oltre frontiera c'è
l’ultimo arrivato, con il grado più baspiù lavoro e si guadagna di vero dei privilegiati? Se, fino a
so», spiega Carlo Maderna segretario
qualche anno fa, la risposta era
più, ma mancano
generale FeLSA CISL Como «peralcune tutele”
certamente positiva oggi le cose
cepisce 3.500 franchi lordi al mese
stanno cambiando. In Svizzera le
- Carlo Maderna,
(circa 2894 euro lordi, ndr)».
aziende offrono ai frontalieri stisegretario FeLSA CISL
A San Marino la situazione cambia: qui
pendi più bassi di quelli garantiti ai
Como tutti i lavoratori italiani sono soggetti a
residenti: «Non essendoci i contratti
doppia tassazione. Anzi, dal 2011 è stata incollettivi», prosegue Maderna, «non ci sono
trodotta dal governo locale una tassazione aggiuntiva tutele e le aziende possono contrattare il trattamento
del 9% in più per i transfrontalieri. Ma, finora, lo Stato salariale. Inoltre in Svizzera hanno il potere di licenitaliano ha garantito loro una franchigia fiscale di 6.700 ziare in qualunque momento senza giusta causa». E la
euro all’anno.
crisi non aiuta di certo. Insomma: c’è sì più lavoro e si
Ancora differente il caso del Principato di Monaco: guadagna di più, ma mancano anche certe tutele che in
«Paghiamo sia in Italia con il modello unico, sia a Mo- Italia sembriamo ancora avere.
naco direttamente dalla busta paga», commenta Simo- La condizione di lavoratore frontaliero è decisamente
netta Biazzi, direttore vendite Italia per il tour operator conveniente per chi risiede in fascia, ma dipende: «Chi
monegasco Qcns Cruise. «Non mi ritengo avvantaggiata viene da fuori», prosegue il sindacalista, «deve pagare
rispetto agli Italiani che lavorano in Italia visto la doppia le tasse in entrambi i Paesi. Quindi può avere un vantassazione e assolutamente nessun vantaggio fiscale, taggio solo se guadagna cifre molto alte».
ma neanche svantaggiata perché a Monaco gli stipendi I lavoratori di San Marino fino alla fine del 2012 tremasono mediamente molto più alti». In tutti i tre Paesi, vano: non era ancora certo che la franchigia fiscale di
comunque, la media del netto salariale è di gran lunga 6.700 euro sarebbe stata mantenuta. Se così non fosse
più alta di quella degli stipendi italiani.
stato avrebbero dovuto continuare a pagare le tasse in
Infine i conterranei che lavorano in Austria, Francia e entrambi i Paesi ma senza alcuno sgravio fiscale nel
Slovenia sono tassati in Italia per tutti i redditi pos- nostro e sarebbe arrivati a essere decisamente penalizseduti, compresi quelli percepiti oltreconfine. Occorre zati. Ma sembra proprio che, ancora per quest’anno, i
tener presente, tuttavia, che i redditi che derivano dal lavoratori oltreconfine riceveranno la suddetta franchilavoro dipendente prestato sono esclusi dalla base im- gia. Qualora essa dovesse l’anno prossimo o in futuro
ponibile fino all'importo di 8mila euro all’anno. In ag- venire depennata, il carico fiscale per i circa 5 mila
giunta a tale esenzione, il frontaliero è soggetto alla frontalieri subirebbe una vigorosa impennata. Basti
normale detrazione da lavoro dipendente. Questa am- pensare che il lavoratore che percepisce una busta
monta a 1.840 euro se il reddito è inferiore a 8mila paga di 1.500 euro, nel 2013 pagherà già 1.462 euro
euro. In questo modo la tassazione sul reddito pro- di tasse in più. Chi invece percepisce uno stipendio di
dotto all’estero scatta soltanto a partire da 16mila 1.800 euro, si ritroverà a dover versare 1.486 in più.
euro all’anno. Per i redditi di lavoro dipendente prestati Infine, il dipendente che si vede accreditare ogni mese
all’estero in zone di frontiera è fissata una franchigia di un compenso di 2.200 euro, dovrà sborsare ben 2.033
6.700 euro per il 2012. Franchigia ridotta rispetto agli euro in più rispetto all’anno precedente.
8mila e cinquecento euro previsti per gli anni precedenti.
Inoltre il governo di San Marino impone ai frontalieri
La situazione previdenziale dei frontalieri varia da un’imposta maggiorata: «Dal 2011 è stata introdotta
Paese a Paese. In Svizzera si pagano i contributi ob- dal governo di San Marino una tassazione solo per i
bligatori all’Avs, la cassa previdenziale statale del frontalieri che sono costretti a pagare il 9% in più rispetPaese e quelli, sempre obbligatori, al secondo pilastro: to ai residenti, noi la consideriamo una tassa etnica e
«Questo accade perché i contributi pagati all’AVS (As- stiamo cercando di combatterla», spiega Lora Parmiani
sicurazione vecchiaia e superstiti, ndr) sono solo l’11% della Cgil di Rimini.
del Ral (retribuzione annua lorda) annuo, molto meno di In più oggi i controlli sono decisamente più rigidi: anni
quelli che un italiano paga all’INPS», continua Maderna. fa chi non risiedeva nei paesi di fascia per pagare meno
«Quelli del secondo pilastro variano in base all’età del tasse, per esempio, vi trasferiva la residenza affittando
lavoratore». In Svizzera l’età utile per andare in pen- un appartamento ma rimanendo con la famiglia nella
sione è di 65 anni.
sua città. Ora questi “escamotage” non sono più così
Per quanto riguarda San Marino esiste un accordo tra semplici da attuare.
istituti previdenziali sanmarinesi e INPS per cui la pen- C’è da dire poi che «i lavoratori italiani a San Marino
sione verrà pagata dal nostro Istituto di Previdenza.
sono dei precari», commenta Parmiani «perché a loro
Ma in che settori lavorano i frontalieri? In Svizzera fino
a qualche anno fa il settore preponderante era quello
dell’edilizia che però oggi sta subendo, come ovunque,
una battuta d’arresto. Sono invece in aumento le opportunità nei servizi, nella grande distribuzione e anche
nella sanità dove vengono ricercati infermieri qualificati e medici.
Nel principato di Monaco continuano ad essere turismo
e commercio i settori trainanti mentre nella Repubblica di San Marino i frontalieri hanno sempre lavorato nell’industria, settore che però oggi sta vivendo le
prime difficoltà anche nel piccolo stato confinante con
la Romagna.
E quanto alla tutela dei propri diritti, a chi si rivolgono
i frontalieri? I loro sindacati, così come il loro lavoro,
sono oltrefrontiera. In Svizzera il sindacato principale
è l’Osct (www.ocst.com) il cui sito offre anche diverse
informazioni in merito al lavoro frontaliero.
Ma esistono in diversi casi accordi tra istituti locali e
italiani. È il caso del Csir, un consiglio sindacale formato dai due sindacati sanmarinesi e tre italiani o del
Fai (Frontalieri Autonomi Intemeli, sito internet www.
frontalieri.eu) un’associazione che rappresenta e
difende i lavoratori italiani a Monaco e che sta portando avanti una battaglia per garantire alcuni diritti essenziali per chi, vuoi per sfuggire a una crisi che sembra
non trovare vie d’uscita vuoi per fare carriera e avere
uno stipendio comunque più alto, ha deciso di varcare
ogni giorno il confine.
Frontalieri in crisi?
Menomale che
c'è la Rete
Non sembra vero ma la crisi
si sente anche nei…paradisi
fiscali. Due importanti aziende
monegasche, Mecaplast e Theromex, hanno
approvato un piano che prevede centinaia
di licenziamenti e modifiche di contratti.
A San Marino in meno di due anni un migliaio
di frontalieri ha perso il posto. In Svizzera la
crisi e il problema del lavoro frontaliero si sono
intrecciati dando origine a forti polemiche
dei ticinesi che accusano i lavoratori italiani di
accettare stipendi più bassi e “rubare” loro i
posti di lavoro.
Sono svariati i siti che trattano la
problematica:
www.blogdem.it/como/tag/frontalieri
per seguire gli sviluppi dei frontalieri comaschi;
www.smtvsanmarino.sm/blog-sondaggi/blogsui-frontalieri
è il blog dei frontalieri di San Marino;
www.facebook.com/
coordinamentofrontalieri.sanmarino
è la pagina del Coordinamento frontalieri di
San Marino;
www.frontalieriverbania.it
è il sito, costantemente aggiornato, dell’ufficio
Frontalieri della Città di Verbania. (G.C.)
3
WoJ
“OCCHIO AI PROBLEMI FISCALI
Intervista
E ALLE INDENNITÀ DI MOBILITÀ”
doppia
“HO SCELTO LA SVIZZERA
MA VIVO A COMO”
*
di Camilla Golzi Saporiti
Valerio Avagliano, 35 anni
vive a Como
lavora a Balerna, vicino Chiasso, in Svizzera
Valerio, quando e come hai scelto di lavorare oltre il confine?
«Nella primavera del 2011 ho deciso di lasciare il posto nell’azienda di Verona per
intraprendere una nuova esperienza in Svizzera, in una piccola multinazionale con
sede a Balerna, vicino a Chiasso, operativa nel settore ITC e sensor network».
Proposta cercata o arrivata?
«Direi arrivata: sono stato contattato da una recruiter che cercava un figura con il
mio profilo da inserire nell’azienda per la quale lavoro oggi. Dopo 4 colloqui, sono
stato selezionato e assunto a tempo indeterminato con un periodo di prova».
Perché hai scelto di vivere a Como e non a Chiasso?
«Como rientra nei comuni frontalieri per i quali sono previste agevolazioni economiche. In più dista 7 chilometri dalla dogana di Chiasso e 12 dalla mia sede lavorativa.
Il tragitto giornaliero è breve. In più è una città molto vivibile, nemmeno paragonabile alle alternative al di là del confine. Prima di trovare una città, cittadina o paese
con servizi e routine simili a quelli italiani, bisogna arrivare a Lugano».
Cosa implica fare la spola tra Como e Balerna?
«Attraversare la dogana 2 volte al giorno ed essere un frontaliere a brevissimo raggio».
Quali benefit contrattuali e agevolazioni economiche hai come frontaliere?
«Il mio stipendio lordo dipende dalla regolamentazione svizzera, che prevede una
tassa del 18% sul reddito, meno della metà di quella presente in Italia. Di questo
18%, circa il 10% sono imposte alla fonte, mentre il resto sono voci varie, come
previdenza (svizzera, non Inps) e assicurazioni (tipo Inail). Inoltre gli stipendi svizzeri
sono in media e in ogni settore più alti rispetto a quelli italiani, basti sapere che una
commessa del supermercato percepisce quasi 2mila euro...».
Esclusa la tassa sul reddito, paghi le imposte all’Italia, giusto?
«Esatto. E per fortuna. In Svizzera, ad esempio, il costo della sanità è altissimo».
Ci descrivi la tua routine lavorativa?
«Esco di casa ogni giorno verso le 8.15 del mattino; se non c’è coda in dogana, alle
8.45 sono in ufficio. Ho un’ora di pausa pranzo e stacco alle 18.30. Ogni settimana
lavoro, stando al contratto, 42 ore. Ma orari e ritmi sono flessibili: dipendono dalla
mole di lavoro da smaltire. Gli straordinari non incidono sullo stipendio, che è fisso,
ma vengono compensati nella pratica. Se un giorno lavoro più a lungo e un altro ho
bisogno di uscire prima, si compensano a vicenda».
A pari condizioni e distanza, lasceresti il tuo posto attuale per uno, ad esempio, a
Milano?
«Solo se avessi interessanti opportunità di carriera. E solo per questo motivo mi
sposterei a Milano, come a Parigi, New York e in una qualunque altra meta».
In sintesi, quali sono i pro del frontaliere?
«Nel mio caso stipendio più alto e tasse sul reddito più basse».
E i contro?
«La previdenza sociale in Svizzera è nettamente meno “generosa” di quella italiana.
Non esiste l’articolo 18 per cui io, come ogni dipendente, posso essere licenziato
senza giusta causa con 2 mesi di preavviso. Inoltre, se rimanessi disoccupato o se
la mia azienda chiudesse, non avrei la cassa integrazione. Né l’Italia né la Svizzera
sarebbero tenute a darmela».
4
WoJ
Noti delle diversità nell’approccio al lavoro svizzero?
«Due: mentalità pratica e conoscenze linguistiche. In Svizzera vige tacitamente la
regola secondo cui “se dai, hai”; e tutti parlano italiano, francese e tedesco. Hanno
una rapidità nel passare dall’una all’altra che noi italiani ci sogniamo».
*
di Ilaria Romano
Michele Berti, 42 anni
Consulente EURES della Uil Friuli Venezia Giulia e
presidente del Comitato di coordinamento europeo dei
Csir (Consigli sindacali interregionali)
Chi sono i frontalieri in Friuli Venezia Giulia?
«La regione è interessata da fenomeni di frontalierato con l'Austria, la Slovenia e
la Croazia, che non confina direttamente con l'Italia ma dista solo mezz'ora d'auto.
C'è prevalentemente un flusso in entrata da Croazia e Slovenia, ma non mancano
i frontalieri in uscita: da quando la Slovenia è entrata nell'UE il suo mercato del
lavoro è più appetibile. C'è anche chi lavora in Italia ma per convenienza economica
sposta la residenza nei paesi vicini».
In che settori sono impiegati i frontalieri?
«Quelli in entrata soprattutto nel lavoro domestico, nell'assistenza alle persone,
nell'agroalimentare, nel terziario, in edilizia e nella navalmeccanica. In Slovenia vanno lavoratori altamente specializzati: cuochi, chi si occupa di tecnologia industriale...».
Di quante persone parliamo?
«Difficile dirlo: la direttiva europea 38/2004, che disciplina la libera circolazione
nei paesi UE, impone di registrarsi nel paese di arrivo solo dopo 90 giorni, e per
definizione i transfrontalieri non sono in questa condizione. I lavoratori in entrata
sono sicuramente la maggioranza: nel 2002 l'Università di Trieste ne ha stimati
circa 10mila tra residenti in Slovenia e Croazia, ma probabilmente sono di più e la
maggior parte di loro lavora in nero».
Quali sono le principali problematiche che vi vengono segnalate dai frontalieri?
«Prima una premessa generale: in Europa vale il principio della lex labor loci, cioè
vige la legge del paese d'impiego, quindi i miei diritti di lavoratore non mutano,
a prescindere da dove io abbia la residenza. Bisogna invece osservare se i frontalieri subiscono discriminazioni in campo fiscale, della sicurezza sociale o delle leggi
sull'immigrazione: se ce ne sono, indicano problemi legislativi che vanno normati
adeguatamente».
E i frontalieri che si rivolgono a voi che discriminazioni lamentano?
«I residenti in Slovenia messi in mobilità da aziende italiane hanno problemi con
l'indennità di mobilità: l'Inps la equipara alla disoccupazione ordinaria, di competenza dell'ente sloveno, e la Slovenia eroga la sua indennità di disoccupazione
che è meno cospicua e lunga. In questo caso, ci sono fondati sospetti che l’Italia
applichi scorrettamente il regolamento europeo sulla sicurezza sociale».
E cosa succede a chi risiede in Italia ed è frontaliero con la Slovenia? Come funzionano, ad esempio, disoccupazione e maternità?
«La disoccupazione è erogata dall'ente previdenziale del paese di residenza, previa
iscrizione al centro per l'impiego. Dal 2010 il frontaliero in stato di disoccupazione
totale può tuttavia anche scegliere di iscriversi al cpi del paese di ultima occupazione e ricevere i servizi non economici previsti lì. Però in Italia e Slovenia i cpi
continuano a chiedere un domicilio sul loro territorio, e questo è incompatibile con
lo status di frontaliero. Della maternità invece si occupa la previdenza del paese di
lavoro».
Quali sono le problematiche fiscali?
«La convenzione bilaterale tra Italia e Slovenia non menziona i frontalieri: in questo
modo non si possono escludere del tutto fenomeni di doppia imposizione del loro
reddito, sia alla fonte che in denuncia dei redditi».
A chi si trova in questa condizione cosa consigliate di fare?
«Bisogna informare le agenzie delle entrate dei due Paesi che si sono già pagate le
tasse nell'uno o nell'altro posto. Però le due amministrazioni fiscali non si parlano,
quindi tocca al lavoratore fare da tramite e destreggiarsi fra i tempi delle dichiarazioni
dei redditi, che sono sfalsati».
Aspiranti scrittori, scaldate le
penne, ci sono concorsi letterari
per voi. E poi opportunità
che premiano i laureati più
meritevoli per tesi sullo sport,
sul credito e su territori locali.
E non mancano nemmeno
occasioni per i più creativi e un
contest per giornalisti dedicato
a Walter Tobagi.
Premi master e concorsi
PREMIO DI LETTERATURA NERI POZZA
PUBBLICAZIONE E 25MILA EURO AL VINCITORE
Il patrimonio artistico nazionale può creare occupazione
sociale, e l’idea per far sì che ciò accada può essere
la vostra e potrebbe premiarvi con 1 milione di euro.
L’iniziativa si chiama Ars ed è proposta da Fondazione
Italiana Accenture per valorizzare l’idea che crea lavoro nel
settore patrimoniale artistico ad esempio aumentando
le visite, incrementando i servizi culturali, rafforzando
il marketing territoriale. Al primo classificato andrà fino
a 1 milione di euro e la realizzazione del progetto sarà
affidata a un ente no profit da lui indicato o a un altro
competente. Alle idee che si classificano tra la seconda
e la quinta invece andranno da 7mila a 2mila euro. C’è
tempo fino al 25 marzo 2013 per inviare le proprie proposte. Info su www.ideatre60.it.
Avete un libro nel cassetto? Con Neri Pozza potreste
coronare il vostro sogno di pubblicarlo. Se il vostro testo
è inedito e non si tratta di romanzo poliziesco, giallo,
fantasy o memoir, potete sottoporlo all’attenzione della
casa editrice entro il 15 aprile 2013, spedendo il manoscritto in duplice copia (ognuna deve essere firmata
con nome e cognome o con pseudonimo) a Neri Pozza
Editore, via Fatebenefratelli, 4, 20121 Milano, con raccomandata postale con ricevuta di ritorno, specificando
che l’opera concorre al Premio Nazionale di Letteratura
Neri Pozza. Il vincitore del concorso vincerà un assegno
da 25mila euro e il diritto alla pubblicazione del libro.
Potete conoscere tutti i dettagli del concorso su www.
neripozza.it.
Il giornalismo è la vostra passione? Allora fa per voi il
concorso Una storia da raccontare Walter Tobagi ideato
da Il Filo di Arianna, che organizza il Festival del Giornalismo di Perugia. Potete partecipare raccontando la
storia del giornalista o il mondo del lavoro o la professione giornalistica. Due le sezioni del concorso: a)
articolo (massimo 6mila battute spazi inclusi); b) video
con durata massima di 6 minuti. Possono partecipare
giovani sotto i 30 anni che siano studenti universitari,
giornalisti, praticanti, iscritti alle scuole di giornalismo,
blogger o freelance. Per la sezione a) primo premio
1000 euro lordi, secondo 500. Per la b 2500 euro (sempre lordi) il primo, secondo 1000. Deadline 28 febbraio.
Per altre info vi rimandiamo al sito www.festivaldelgiornalismo.com.
CONCORSO “BERE IL TERRITORIO”
IN VINO VERITAS: LARGO AI RACCONTI
Il vino: quanto vi piace? Se vi ispira racconti, specialmente legati al territorio, alla società e all’ambiente che
abitate, alle culture che conoscete o alle tradizioni che
avete acquisito, cimentatevi nella stesura di un racconto
(o poesia o saggio breve) per il concorso letterario Bere
il Territorio promosso dall’Associazione GoWine. È possibile concorrere in due categorie: tra i 18 e i 30 anni;
per over 30. A latere, anche una categoria rivolta agli
studenti degli istituti agrari. La giuria selezionerà i due
testi migliori, uno per categoria, ed è previsto un premio da 800 euro l’uno. Il premio per gli istituti agrari,
invece, ammonta a 500 euro. Gli elaborati devono essere spediti entro il 15 febbraio 2013, in triplice copia
dattiloscritta e su supporto magnetico a Concorso “Bere
il territorio” - Go Wine
Via Vida, 6 – 12051 Alba (CN). Info su www.gowine.it.
notizie
QUASI QUASI
CI PROVO ANCH'IO
1 MILIONE DI EURO ALL’IDEA MIGLIORE
CHE CREA LAVORO NELL'ARTE TERRITORIALE
RACCONTARE LA STORIA DI TOBAGI.
CONCORSO PER GIORNALISTI E ASPIRANTI
Ultime
UNO SPOT DEDICATO ALLE DONNE E AI
LORO PERICOLI
Il titolo dice già tutto: Io Eva tu serpente. La consapevolezza è mezza salvezza è un concorso che ha l’obiettivo di
individuare le insidie della donna oggi e di diffondere il
messaggio che se conosci il pericolo lo eviti. A organizzarlo Soroptimist International, associazione femminile
che promuove i diritti umani delle donne e che premierà
i migliori spot (30 secondi) che racconteranno i rischi
e i pericoli delle donne. Potete partecipare da soli o
in gruppo purché abbiate tra 18 e 26 anni. Per lo spot
potete scegliere tra telecamera, telefonino, tablet, computer, grafica o disegni animati in formato mp4 o .mov.
Scadenza 28 febbraio. Inviate il tutto a [email protected] o tramite la pagina Facebook Io
Eva tu serpente. Primo premio: 1500 euro netti, secondo
1000, terzo 500. Info su www.soroptimist.it.
LO SPORT AL CENTRO DELLA TESI
PREMI DI LAUREA STEFANO BENETTON
Se vi siete laureati con una tesi sullo sport e la preparazione atletica, nell’anno accademico 2011/2012,
potete concorrere per aggiudicarvi uno dei 4 Premi di
laurea Stefano Benetton, dell’importo di 1500 euro l’uno.
Non importa in che corso di laurea o in che ateneo vi
siate laureati, l’importante è che l’argomento afferisca
all’ambito sportivo, e verrà data particolare attenzione
allo sviluppo senso-motorio e all’obesità nell’infanzia;
alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico
nello sport e nel tempo libero; al turismo sportivo. Per
concorrere al bando, bisogna fare domanda entro il 30
aprile 2013, inviando copia della tesi (anche digitale),
certificato di laurea, copia del documento d’identità e
abstract a Verde Sport-Premi di laurea Stefano Benetton, strada del Nascimben 1/B – 31100 Treviso, e via
mail a [email protected]. Info su www.
bibliotecastefanobenetton.it.
UNA TESI SUL TERRITORIO DI IMOLA?
PRIMOLA PREMIA LAUREATI E DOTTORATI
Se la zona di Imola ha ispirato una vostra tesi di laurea
o di dottorato, fa per voi il premio Idee per Imola, iniziativa del Centro di promozione culturale, turistica e di
ricerca Primola. Possono concorrere elaborati a carattere
scientifico, storico, economico, culturale, socio-sanitario,
educativo che abbiano messo al centro del lavoro avvenimenti, realtà, beni e luoghi del Nuovo Circondario
Imolese. Il bando prevede tre premi: il primo da 600
euro, il secondo da 500 e il terzo da 400. Per presentare
la domanda e partecipare a Idee per Imola, c’è tempo
fino al 15 aprile 2013 per inviare la domanda via email all’indirizzo [email protected] oppure in formato
cartaceo e busta chiusa alla sede di Primola (viale A.Saffi
50/A, 40026 Imola). Per info: 0542 27130. Tutte le
info su www.primola.it.
CIVITA PREMIA LE RICERCHE SU
CULTURA E GESTIONE DEL PATRIMONIO
Siete laureati in Economia, Scienze Sociali, Statistiche,
della Comunicazione, Museologia, Storia dell’arte o Archeologia? Segnatevi la data del 15 febbraio quando
scade il concorso Borsa di studio Gianfranco Imperatori
dell’Associazione Civita, in ricordo delle sue ricerche su
cultura, economia e gestione del patrimonio culturale.
La borsa è di 19500 euro e verrà assegnata a chi presenterà progetti che riguardano tecnologie digitali e
social media per la gestione e promozione di luoghi
ed istituzioni culturali o metodologie per la valutazione degli impatti sociali ed economici di siti, attività
ed eventi culturali o ancora modelli e buone pratiche di
partneriato pubblico/privato per la cultura. Importante
conoscere un’altra lingua tra inglese, francese, tedesco
e spagnolo. Per altre info www.civita.it.
DIECIMILA EURO ALLA MIGLIORE TESI SU
CREDITO E RAPPORTI DI LAVORO
Se i rapporti di lavoro nel settore del credito sono stati
argomento della vostra tesi, potete rispolverare il vostro
lavoro e concorrere al Premio Giorgio Vincenzi, istituito
dall’Associazione Bancaria Italiana e dedicato al vicedirettore di Assicredito che per anni fu anche redattore
capo del «Notiziario di Giurisprudenza del Lavoro». Potete partecipare sia che siate laureati qui che all’estero
purché abbiate discusso la tesi tra l’1 gennaio e il 31
dicembre del 2012. Il premio non è da sottovalutare:
10mila euro per la migliore tesi in materia giuridica
o socioeconomica. Da ricordare: dovete inviare tutto
entro il 28 febbraio e se volete maggiori precisazioni
scrivete a Dott. Giancarlo Durante - ABI, P.zza del Gesù,
49, 00186 Roma, tel. 06.6767783.
Per pubblicità:
[email protected]
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WoJ
Prepararsi
al lavoro
Ci metterei la firma
IL CONTRATTO
PART-TIME
DOPO LA RIFORMA
*
di Cristina Maccarrone
Da quando è entrata in vigore nel luglio scorso, la riforma del lavoro ha cambiato alcune cose, lo
sappiamo bene. E dato che è sempre difficile raccapezzarsi, eccoci ancora una volta a fare il punto sui
contratti anche alla luce dei recenti cambiamenti.
O
biettivo puntato sul contratto di lavoro part-time
o anche conosciuto come a tempo parziale. Prima
di vedere le novità introdotte dalla legge nr. 92/2012,
è bene fissare alcuni punti che caratterizzano questa
tipologia di contratto.
Non bisogna per forza masticare l’inglese per capire che
con part-time si intende un tipo di contratto individuale
che prevede un orario ridotto. Fin qui tutto normale, ma
è bene sapere che ci sono tre tipi di contratto parziale:
orizzontale, verticale o misto, determinati appunto dalla
modalità con cui si effettua il lavoro.
ORIZZONTALE, VERTICALE O MISTO
Per orizzontale, si intende un lavoro per cui si va in ufficio tutti i giorni previsti ma c’è una riduzione dell’orario
rispetto al tempo pieno. Esempio: se un lavoratore fulltime lavora 8 ore, un part-time ne potrà fare ad esempio 4. Il verticale invece prevede che l’attività sia svolta
a tempo pieno, ma in giorni fissati. Un esempio? Se è
previsto che vengano fatte 24 ore settimanali, si può
andare i primi 3 giorni della settimana o gli ultimi 3,
insomma quel che conta è che non si superino le ore
previste dal contratto. Un part-time misto prevede la
combinazione delle due modalità. Se dunque per chi
fa il tempo pieno sono previste 40 ore settimanali, nel
caso di un part-time misto di 24 ore, il lavoratore potrà
fare ad esempio 6 ore per 4 giorni, quindi meno giorni
e meno ore rispetto all’orario full-time. La modalità più
usata in Italia, lo saprete forse già, è quella orizzontale.
Queste le linee generiche, altre variazioni possono essere stabilite dai Contratti Collettivi di Lavoro. Il contratto part-time può essere sia a tempo determinato
che indeterminato ed è un tipo di contratto che ben si
combina con altri. Non solo si possono fare due parttime contemporaneamente (ma senza mai superare le
40 ore di lavoro settimanale previste dalla legge), ma
anche: avere un part-time e un contratto di apprendistato
o un part-time e una partita IVA (anche se bisogna prestare attenzione per quanto riguarda il versamento dei
contribuiti: da dipendente vanno all’INPS, se si lavora
come autonomi vanno alla Gestione Separata). Altra
cosa fondamentale perché sia valido è che venga redatto in forma scritta e siano riportate in maniera precisa
la durata della prestazione lavorativa e la collocazione
temporale dell’orario.
QUELLE CLAUSOLE CHE CONTANO
Precisati i vari aspetti, la riforma Fornero è intervenuta
sul contratto part-time con l’obiettivo di limitarne gli
abusi. Andiamo a vedere come. In ogni contratto parttime sono previste delle clausole flessibili e delle clausole variabili che possono essere inserite sia quando
viene sottoscritto il contratto che successivamente. Le
prime riguardano il cambiamento dell’orario di lavoro, le
Riforma Fornero/2
seconde (consentite solo nei contratti verticali o misti)
permettono la variazione in aumento della prestazione
lavorativa. La riforma prevede che queste modifiche
vengano incontro al lavoratore che da adesso potrà revocare o eliminare le clausole. Il lavoratore può farlo in
quanto lavoratore o rifacendosi ai contratti collettivi nazionali che danno indicazioni su modalità e condizioni
con cui revocare tali cambiamenti al contratto. Questo
diritto di revoca delle clausole (quindi sostanzialmente
se vi cambiano orario di lavoro o carico di lavoro) può
essere esercitato però solo da lavoratori studenti, genitori che hanno figli under 13, chi ha patologie oncologiche
e chi ha coniuge o figli con patologie oncologiche, chi
convive con familiari portatori di handicap. Insomma
tutte condizioni che di solito agevolano la sottoscrizione
di un contratto part-time.
Questa introduzione della riforma Fornero è importante
perché sebbene la legge fosse chiara in merito e dicesse
che cambiamenti di tipo di lavoro o di orari dovevano
essere comunicati al lavoratore almeno 5 giorni prima,
non sempre il preavviso veniva rispettato. Certo, c’è da
dire che ciò finora non ha portato le aziende – che così
si sentono meno libere di cambiare - ad assumere. Sulla
carta si va incontro al lavoratore, nella pratica ancora
una volta aziende e Stato fanno fatica ad intendersi e
sempre a danno del lavoratore. Peccato perché il parttime potrebbe essere a nostro avviso un’ottima soluzione
per creare più lavoro.
Per i disoccupati arriva l'ASPI
Ci siamo. Doveva arrivare nel 2013 ed eccola già ai nastri di partenza. Parliamo dell’ASPI
che, a partire dal primo gennaio, sostituisce la vecchia indennità di disoccupazione.
Ma non solo: l’Assicurazione Sociale Per l’Impiego riguarderà a partire dal 2017 anche i
lavoratori in mobilità (e la cosa non ha mancato di sollevare polemiche).
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COSA CAMBIA E A QUANTO AMMONTA
Il compenso sarà di massimo 1119 euro
lordi mensili (1050 netti circa), erogato per
massimo 8 mesi, si arriva a 12 nel caso degli
ultracinquantenni. L’ASPI va a sostituire sia la
vecchia indennità di disoccupazione ordinaria
che quella con termini ridotti oltre a quella di
disoccupazione edile in tutte le sue varianti.
Tra le novità: l’ASPI è prevista anche per gli
apprendisti e i soci di cooperativa con rapporto
di lavoro subordinato. Per ottenerla, bisogna
avere perso il posto di lavoro dopo l’inizio del
2013 per cause che siano indipendenti dal
lavoratore quindi non è destinata a chi si è
licenziato. A meno che il licenziamento non ci
sia stato per soluzione consensuale del rapporto
di lavoro (come previsto dalla conciliazione per
quanto riguarda i licenziamenti per giustificato
motivo che sia oggettivo). Spetta a chi ha
almeno 2 anni di anzianità lavorativa e un anno
di contributi versati nei 2 anni precedenti. La
domanda va inoltrata all’INPS entro e non oltre
i 2 mesi successivi al giorno in cui si è concluso il
lavoro.
L’importo sarà pari al 75% della retribuzione per
chi non superava i 1180 euro mensili, per chi
guadagnava di più c’è un ulteriore 25% per
la parte di stipendio che supera i 1180 euro.
Per capirci meglio: se avevate uno stipendio
medio di 1500 euro percepirete 885 euro (75%)
più 80 euro (che sono il 25% di 320 euro, quelli
eccedenti 1180) per un totale di 960 euro al
mese.
UN’ASPI IN MINIATURA
La riforma ha previsto anche una mini Aspi per
chi non ha 52 settimane di contributi negli ultimi 2
anni, ma almeno 13 nei 12 mesi che precedono
la perdita del lavoro. L’importo? Calcolato come
l’Aspi ma con una durata inferiore: massimo la
metà delle settimane di contribuzione. Per dire:
su 30 settimane di contributi, la mini Aspi sarà per
15, vale a dire quasi 4 mesi.
Novità anche per i collaboratori a progetto
o co. co. co che per la prima volta avranno
un’indennità. Ma in formula una tantum. Questi
i requisiti: essere iscritti alla Gestione separata,
disoccupati da almeno 2 mesi e avere lavorato
con un solo datore di lavoro (il che non viene
incontro ai precari che, visto che anche la
legge lo consente, quando possono hanno più
co.co.pro ma ciò non vuol dire che arrivino ad
avere stipendi decenti). E ancora: avere versato
almeno una mensilità di contribuiti nell’anno
di riferimento e 4 in quello precedente, anche
se per ora in via eccezionale ne bastano 3.
L’importo si basa sul 7% del minimo di reddito
annuo previsto per il versamento dei contribuiti
previdenziali moltiplicato per i mesi in cui non
avete lavorato e il massimo di mesi previsti (4)
dall’ASPI. Ad esempio, se percepivate circa
15 mila euro l’anno, il 7% sarà 1050. Se avete
lavorato 9 mesi e per 3 siete rimasti disoccupati,
l’indennità prevede il numero minimo tra i
mesi in cui non avete lavorato (3) e i 4 previsti
dallo stato come massimo erogabile. Quindi
1050 euro per 3 sono 3150 euro. Chiamatela
indennità. Anzi, assicurazione sociale per
l’impiego. (C.M.)
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Gestionale e delle Telecomunicazioni, fortemente interessati al mondo della consulenza direzionale, con
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esigenze di business, ridisegnando il processo e formalizzando i requisiti funzionali e tecnici della soluzione informatica di supporto.
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al raggiungimento dei risultati e ottime capacità di
relazione.
Sede di lavoro: Milano.
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Il Gruppo Goodyear Tire & Rubber Co., leader mondiale
nella produzione di pneumatici, per il programma inserimento Goodyear Dunlop "Start Up" cerca giovani neolaureati con la passione per il settore Automotive. Laurea
da meno di 12 mesi, preferibilmente in Economia o Ingegneria Gestionale e un’ottima conoscenza della lingua
inglese. Curiosità, proattività, capacità di lavorare in team
e disponibilità alla mobilità nazionale ed internazionale
competano il profilo.
I giovani selezionati inizieranno il loro percorso con un
inserimento in stage durante il quale matureranno
esperienza in diverse funzioni aziendali. Dopo una
prima fase di conoscenza del business, saranno valutati
per un inserimento definitivo in azienda a livello locale
(presso le sedi di Assago e Fiumicino) o seguendo un percorso di sviluppo internazionale.
Industrial Relation Assistant
Il/La candidato/a, inserito nella funzione Relazioni Industriali, presso la nostra sede di Milano, supporterà il
suo tutor nello svolgimento delle seguenti attività: aggiornare costantemente convenzioni e normative; raccogliere, monitorare e gestire i dati provenienti dalle Consociate Estere; contribuire alla diffusione delle principali
linee guida in materia normativa. I requisiti richiesti sono:
Laurea magistrale in Giurisprudenza; ottima conoscenza
della lingua inglese; conoscenza dello spagnolo/portoghese (preferibili); deve aver preferibilmente maturato
un’esperienza di studio all’estero sulle Relazioni Sindacali; conoscere il tema della Sostenibilità.
7
WoJ
L'ospite
speciale
“Dove andiamo stasera? Cosa
c’è di bello da fare?”. Quante
volte vi è capitato di farvi questa
domanda? Non sempre Internet
e giornali bastano per
organizzare il tempo libero,
per scoprire l’ultima mostra in
città, gli aperitivi in inglese di
un locale, un corso low cost di
cup cakes, lo spettacolo della
compagnia teatrale del quartiere.
Deve avere pensato questo,
Massimo Mauri (nella foto, il
primo a sinistra), 33enne di Erba
(Como) ora adottato da Milano,
quando ha ideato Youmpa, nuovo
social network made in Italy
dedicato agli eventi.
L
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WoJ
o abbiamo incontrato insieme al suo team negli
spazi in cui lavorano (in coworking) nel quartiere
meneghino di S.Ambrogio, per scoprire chi c’è dietro un
social che da maggio a dicembre 2012 ha raccolto oltre
3500 iscritti.
Innanzitutto, Massimo, dacci qualche dritta: come funziona Youmpa?
«Youmpa è una bacheca in cui compaiono eventi (dalla
cultura all’arte, dal teatro alla vita notturna, dai concerti
agli aperitivi e molto altro, ndr.) che vengono inseriti
direttamente dagli utenti, detti Youmpers, che si sono
registrati. Quindi è possibile “clippare” le iniziative
preferite mettendole in un’agenda virtuale e consigliarle
agli amici tramite Facebook e Twitter e anche spedirle
via mail».
Youmpa ti consente di avere un’idea sugli appuntamenti della zona in pochi minuti. Ma cos’ha in più rispetto a
un portale di eventi?
«Molto. Registrandoti, infatti, ti chiede i tuoi interessi e,
grazie a degli algoritmi, in bacheca ti compaiono solo
gli eventi che fanno al caso tuo per gusti, luogo e persone che segui, e anche in base agli eventi già clippati.
E una barra di ricerca consente di cercare utenti, eventi
e location».
E soprattutto è un social…
«Esatto, consente agli Youmpers di seguirsi a vicenda, di
scambiarsi messaggi diretti, e di condividere gli eventi
interessanti su Twitter e Facebook, con cui c’è un legame più forte. Facebook è imprescindibile, ce l’hanno
tutti ed è una risorsa. Magari in futuro ci rivolgeremo
anche a G+ e Foursquare».
Ma da dove siete partiti per crearlo?
«Io ho avuto l’idea e oggi mi occupo della gestione e
dell’area marketing e commerciale. Ho contattato Matteo Spreafico, mio ex compagno di banco di liceo, che è
informatico da 10 anni e segue la parte tecnologica, e
insieme abbiamo cercato un Web designer. Così abbiamo conosciuto Simon Laudati che adesso collabora con
noi. Inizialmente lavoravamo al progetto nel week end
perché ognuno aveva un proprio lavoro, poi abbiamo
vinto un bando organizzato dai giovani della Confindustria
di Arezzo».
Quanto avete vinto?
«150mila euro, che sono arrivati dopo un anno e ci han
consentito, lo scorso settembre, di installarci in questa
sede in condivisione con altre realtà. È stata una bella
sorpresa: il nostro progetto in quel momento non aveva
nulla di concreto, era solo un’idea, e poi c’eravamo noi,
con competenze ben assortite e tanto coraggio».
Massimo Mauri, ideatore di Youmpa
UN SOCIAL NETWORK PER EVENTI
TUTTO MADE IN ITALY
*
di Elisa Di Battista
E poi avete lasciato i vostri rispettivi lavori per dedicarvi
al progetto a tempo pieno?
«Sì, io prima ero consulente in azienda e poi sono venuto via, e anche Matteo ha lasciato un lavoro a tempo
pieno dedicandosi completamente al progetto. Adesso
ci aiutano in ufficio Claudia Bonfiglio, laureata in Sociologia con un passato nel mondo degli eventi e del food
ed Elisabetta Nicoli, neolaureata in Cultura e Storia del
Sistema Editoriale, che curano i contenuti controllando
gli eventi, sistemando gli errori e gestendo i social network».
Quali sono le difficoltà che state incontrando?
«La difficoltà maggiore è rendere Youmpa una realtà stabile, in generale inoltre c’è poca propensione al rischio
dal punto di vista degli investitori e dei fondi, che
solitamente si trovano solo se un’attività è già avviata
purtroppo. Avviare una start up vuol dire inoltre essere
un giorno al settimo cielo e quello dopo a terra: per
fortuna in questo anno ha prevalso l’entusiasmo».
Ci saranno anche soddisfazioni in questa avventura…
«Certo, quella di creare qualcosa mettendoci passione e capacità di portarla avanti, specialmente
per chi come me non aveva mai avuto l’ambizione di
fare l’imprenditore, anche se ho sempre avuto spirito
d’iniziativa. Finché non avrò visto che questo progetto
sta in piedi da solo, però, non sarò completamente soddisfatto».
E intanto il progetto cresce: esiste anche l’App per iPhone…
«Sì, e consente di trovare gli eventi “qui e ora”, selezionando
il raggio di km entro il quale scovarli e quelli selezionati apposta “per me” in base ai miei gusti. E poi si visualizzano
direttamente sulla mappa. Siamo sempre al lavoro per
migliorare il social e renderlo più fruibile e immediato
e tra le novità c’è anche la possibilità di acquistare coupon, corsi, cene direttamente su Youmpa, e di proporsi
per vendere iniziative, ovviamente».
Di recente è nato un concorrente, Plannify, che ne pensi?
«Rispetto a Youmpa sono meno social, puntano
sull’agenda e fungono da aggregatore di eventi, mentre noi siamo un social network e puntiamo a tenere in
contatto le persone con gusti simili».
Ultima ma doverosa domanda: da dove nasce il nome
Youmpa?
«Prima di trovarlo abbiamo “discusso” 3 mesi (ride,
ndr.): l’abbiamo scelto perché è corto e suona come
un’esclamazione. Un nostro amico, Davide, pronunciava
una parola simile quando esultava e così ci è piaciuto: è
immediato, giocoso e positivo».
Italiani
non solo users...
Twoorty – Chi si somiglia si piglia.
Siete d’accordo? Secondo Twoorty sì.
Nato da un anno, questo social collega
utenti con interessi simili, creando
community che si intersecano tra
loro rendendo visibili i contenuti più
apprezzati. Impossibile avere amici
senza qualcosa in comune, a differenza
di Facebook. Di Carlo Crudele e Alice
Cimini. www.twoorty.com
FlagaMoo – Se i film sono la vostra
passione e senza grande schermo non
potete stare, questo social fa per voi
cinefili: potrete crearvi una videoteca
e pubblicare recensioni. Attualmente in
fase Beta, richiede le segnalazioni degli
utenti per essere migliorato ed è dotato
anche di chat per comunicare con gli
iscritti. www.flagamoo.com
Link2Me – Siete freelance e vi occupate
di design, grafica, web, informatica,
editoria, marketing, architettura,
ingegneria, fotografia? Questo social vi
consente di tenervi in contatto, creare
rete e descrivere la vostra attività per
essere contattati da chi sta cercando un
professionista come voi. www.link2me.it
Rysto – Mette in contatto camerieri in
cerca di lavoro con ristoratori in cerca
di manodopera. Se anche voi state
cercando un lavoro nella ristorazione,
registratevi e completate il vostro profilo,
geolocalizzatevi e candidatevi alle
posizioni aperte nei ristoranti, hotel e pub
più vicini. Creato da Jacopo Chirici e
Massimo Fabrizio. it.rysto.com (E.D.)
Professioni
Tra i 20 lavori più richiesti
FISIOTERAPISTI:
ALTRO CHE CRISI
*
di Paola Floriana Riso
foto gentilmente concessa dall'AIFI
È uno dei lavori più ricercati del 2012. E vista la crisi, non potevamo
fare a meno di parlarne. Ecco tutto quello che c'è da sapere sul
fisioterapista: dall'accesso (a numero chiuso) al corso di laurea
all’abuso della professione, dall'inserimento vero e proprio nella
riabilitazione per finire poi con la diatriba con i laureati in Scienze
Motorie.
S
e pensate che il fisioterapista si «limiti» a fare
massaggi vi sbagliate. È un vero e proprio «professionista della salute», in possesso di laurea triennale
in Fisioterapia ed abilitato a svolgere la professione.
L'abilitazione viene conseguita già il giorno della
laurea, con la discussione della tesi e il superamento di una prova scritta ed una pratica, che equivale
all'esame di stato. Il suo lavoro consiste nel valutare
i deficit funzionali della persona e su questi elabora,
attua e verifica programmi di prevenzione, cura, recupero e riabilitazione. I suoi ambiti di intervento sono
molteplici e vanno da quello motorio a quello cardiorespiratorio, da quello cognitivo a quello neurologico
e uro-genitale.
Stando ai dati dell'AIFI, Associazione Italiana Fisioterapisti, nel nostro paese sono presenti circa
50mila fisioterapisti che operano in aziende pubbliche,
private e come liberi professionisti. Lo stipendio medio
da dipendente è circa 1400 euro mentre chi lavora nel
proprio studio fa riferimento ad un tariffario regionale,
stilato sempre dall'AIFI e consultabile al sito aifi.net,
che indica i costi minimi per ogni tipo di prestazione.
In questo periodo, in cui trovare lavoro non è facile, i fisioterapisti non possono certo lamentarsi. Un'indagine
di Unioncamere dello scorso novembre, vede il fisioterapista tra i venti lavori più ricercati del 2012
con 980 nuove assunzioni, di cui 76,5% sono neolaureati. Questo spiega i tanti giovani che tentano i
test di ammissione per accedere al corso di laurea. «In
Italia l'accesso è a numero chiuso», spiega il dottor
Filippo Cavallaro, docente del CdL (corso di laurea) di
Fisioterapia all'Università di Messina e Responsabile
dell'area internazionale dell'AIFI. Il numero dei posti
viene definito su base regionale, tenendo conto di
quanti professionisti il territorio avrà bisogno; in base
al numero dei fisioterapisti che andranno in pensione
e ai risultati di uno studio epidemiologico che mostra
le patologie più diffuse e pertanto il personale necessario alle cure».
Se da un lato il numero chiuso è garanzia di lavoro,
di contro, incoraggia il proliferare di abusivi. Sono
circa 100mila: per ogni fisioterapista ci sono 2 non
professionisti che svolgono l'attività in modo illegale.
«Spesso chi non riesce ad accedere al CdL, incappa
Marco Villari, 26 anni
o si crea percorsi illegittimi di titolarità, acquisendo
titoli non abilitanti e non validi per l’esercizio professionale del fisioterapista, giocando sul fatto che in
Italia, e solo in Italia, è assente l’Albo per le Professioni sanitarie e ritenendo per questo di restare impunito» precisa Antonio Bortone, presidente dell'AIFI. «È
dovere delle Istituzioni disporre l'obbligatoria costituzione dell’Ordine professionale, affinché il cittadino
possa accertarsi sulla veridicità del professionista a
cui intende affidarsi, come avviene già per medici, infermieri, ostetriche e tecnici radiologi».
Infine, parliamo della diatriba che vede coinvolti Fisioterapisti e laureati in Scienze motorie. Questi ultimi, a causa di piani di studi in parte simili e di una
legge che stabiliva l'equipollenza tra i due titoli, hanno
cercato di inserirsi nel mondo della riabilitazione, trovando però le porte chiuse. «Il Parlamento nel 2006
approvò una legge di equipollenza tra le due lauree,
prevedendo comunque una formazione aggiuntiva in
ambito clinico per i laureati in Scienze motorie», ci
spiega il Presidente Bortone. «Dopo cinque anni lo
stesso Parlamento rettificò la precedente norma, abrogando di fatto l'equipollenza, che non ha mai avuto
applicazione. La differenza tra le due figure è che il
laureato in Scienze Motorie opera sulla persona sana,
ne gestisce gli aspetti preventivi per il mantenimento
della buona salute e non ha alcuna competenza in
ambito sanitario mentre il fisioterapista ha competenze
esclusivamente sanitarie ed una formazione clinica».
SU WWW.WALKONJOB.IT ALTRI APPROFONDIMENTI
Salvatore Tavilla, 27 anni
"Ho trovato lavoro dopo soli 40 giorni"
"Sono tornato all'università per lavorare"
Marco si è specializzato da poco in Scienze e Tecniche delle attività
motorie, ma ha deciso di tornare all'università per diventare fisioterapista.
Salvatore si è laureato in Fisioterapia due anni fa ed ha trovato
lavoro dopo solo 40 giorni dalla laurea.
P
P
D
erché hai scelto il CdL in Scienze Motorie?
«Volevo diventare preparatore sportivo o professore di Educazione Fisica e
questa laurea era l'unica da scegliere. Non sono riuscito però a raggiungere questi
obiettivi: il settore dell'insegnamento è davvero complicato e ci sono tempi di
attesa troppo lunghi. Ho lavorato come istruttore di sala attrezzi in diverse palestre
ma a fine mese mi ritrovano con circa 400 euro in tasca e non ero soddisfatto».
D
a qui la scelta di tornare a studiare?
«Sì. Dopo la laurea specialistica avrei voluto trovare un'occupazione stabile
nel mio settore, ma non avendo ottenuto nulla, l'unica soluzione era una nuova
laurea: Fisioterapia, nel dettaglio».
E
-perché proprio Fisioterapia?
«Perché puoi inserirti sia nel settore pubblico, che nel privato, che lavorare da
libero professionista. Molti degli esami che ho già sostenuto, inoltre, sono presenti
anche nel piano di studi di questo corso e mi verranno convalidati».
Q
ual è la differenza tra fisioterapista e laureato in Scienze Motorie?
«Entrambi conoscono perfettamente l'anatomia e la fisiologia dell'uomo. I
fisioterapisti, però, hanno una preparazione maggiore, dovuta anche alle ore di
tirocinio fatte in strutture sanitarie, che a me mancano».
S
e tornassi indietro faresti scelte diverse?
«Proverei i test di ammissione in Fisioterapia o Infermieristica, due settori che
hanno un alto tasso di occupazione».
erché hai scelto la laurea in Fisioterapia?
«Perché mi ha sempre affascinato l'ambito medico e perché mi consente di
fare un lavoro che aiuta chi sta male, seguendolo durante la fase di recupero».
opo quanto tempo dalla laurea hai trovato lavoro?
«Quasi subito, per l'esattezza dopo 40 giorni. Ho iniziato in un centro di
riabilitazione, poi in una clinica privata e adesso lavoro nel reparto di riabilitazione
di un ambulatorio polispecialistico privato convenzionato. In tutti e tre i casi avevo
un contratto da libero professionista, con partita IVA».
C
redi che l'accesso a numero chiuso al CdL abbia favorito il tuo
rapido inserimento nel mondo del lavoro?
«Certamente e sono favorevole all'accesso programmato al corso di Fisioterapia,
non soltanto perché consente di tenere alto il livello di assunzione post laurea, ma
anche perché è garanzia di una preparazione accurata e di alto livello».
Q
uali sono le tue aspirazioni future?
«Il mio sogno è quello di aprire un centro di riabilitazione ma non in Italia,
preferirei in Australia. È un Paese che amo e che mi ha sempre affascinato ma per
realizzare questo progetto c'è un iter da seguire che prevede: la convalida del
titolo di studio, il sostenere l'esame di abilitazione in lingua inglese e tutta la parte
burocratica legata all'apertura della struttura in sé. Non è facile, come vedete, ma
è una strada che voglio intraprendere». (P.F.R.)
9
WoJ
Nuove
frontiere
Mondo start up
LE STORIE
DI CHI CI PROVA
*
Gabriele Ferraresi
30 e Christian
Micheletti 36 anni
ideatori di
Social Content Factory
Cos’è di preciso Social Content Factory? Il nome
rimanda a due cose molto in voga di questi tempi sul
Web: il contenuto e il mondo social, ma in concreto
cosa fate?
Gabriele: «Ci occupiamo di visual storytelling e branding
content (www.socialcontentfactory.it). Per essere più
chiari, il nostro lavoro consiste nel raccontare tramite
video (ma non solo) la storia e i valori di un marchio in modo diverso da quello che fa la pubblicità
tradizionale. Scriviamo i testi, cerchiamo le persone,
curiamo la fotografia, giriamo i video. Raccontiamo
storie create su misura. Produciamo dei video piacevoli da vedere e non che siano interruzioni fastidiose.
Per lo più destinati al Web e da condividere tramite i
social network».
Un esempio?
Cristian: «Uno degli ultimi che abbiamo girato riguarda un’azienda produttrice di biciclette. Abbiamo raccontato la storia della bici (il marchio non si vede quasi),
cosa c'è dietro la realizzazione, affidandoci alle parole
dei maestri costruttori e alla loro passione. Il concetto
di pubblicità sta cambiando, questa modalità in Italia
non è ancora diffusa, negli USA sì (basta cliccare su
www.aboutthefacemedia.com per vedere anche alcuni
esempi americani). Il vecchio modo di fare pubblicità
secondo noi è superato».
Siete una start up? Avete ottenuto dei finanziamenti
per avviare il vostro progetto?
G.: «No, abbiamo fatto tutto da noi. Abbiamo iniziato
a metà del 2012, ma ci conosciamo da tanto tempo e
forti delle nostre diverse esperienze (ho lavorato sia
come redattore a Maxim che come managing editor
a Populis, Cristian a Mtv e Virgin TV) abbiamo deciso
di metterci insieme. Al momento, lavoriamo entrambi
con partita IVA. Diciamo che siamo una start up… senza esserlo nel senso che oggi si dà a questa parola».
10
WoJ
Ma se in Italia siamo ancora agli albori, voi riuscite al
momento a vivere di questo vostro lavoro?
C.: «Sì, la richiesta comincia ad esserci e i video ad
avere un loro mercato. Riusciamo a vivere del nostro
lavoro anche se non è l’unica cosa che facciamo. In
più, noi ci divertiamo anche perché siamo amici».
di Cristina Maccarrone e Elisa Di Battista
Serve essere una start up nel senso tradizionale del termine per
iniziare un’attività? In alcuni casi no, in altri sì. Su questa pagina
potete leggere che, a volte prendendo ispirazione dagli States,
altre volte avendoli come destinazione, la creatività italiana non è
certo morta. E, nonostante tutto, la voglia di fare e innovare parla
ancora italiano.
Irene Lasorsa
29 anni
ideatrice di Fallarm
In cosa consiste Fallarm?
«Si tratta di un braccialetto elettronico che previene le
cadute grazie a dei sensori, trasmettendo un feedback
visivo. Nasce nel 2009 insieme a Nicholas Caporusso,
motore e ideatore di numerose soluzioni innovative
allo scopo di rispondere alle esigenze di ospedali e
privati, in particolar modo gli anziani».
In che senso siete start up?
«Oltre a sviluppare la tecnologia di Fallarm, abbiamo
lavorato sul modello di business per fare impresa nel
settore healthcare, basandoci su un approccio start up
tipicamente statunitense. Nel team, oltre a me, Nicholas e Michelantonio Trizio, soci fondatori, Intact si
avvarrà di professionisti come Gianluca Lattanzi, Andrea Signorile, Francesco Saverio Giordano e Simone
Spadino, per citarne alcuni. Mentre la Camera di Commercio di Bari ci ha supportato per le spese relative a
risorse umane, ricerca e sviluppo e certificazioni».
Come avete proceduto?
«Finora abbiamo portato avanti le attività di ricerca e
sviluppo autofinanziandoci. Dal 2009 siamo in contatto
con molte aziende con cui ora, terminata la progettazione, avvieremo partnership o su cui conteremo
per sviluppare il dispositivo in una versione commercializzabile. Intact conta di essere redditizia dal primo
anno, raggiungere il punto di pareggio (ovvero chiudere senza profitti né perdite, ndr) al terzo e generare
sufficiente traction da motivare un’early exit per M&A
al quarto (cioè passare da una fase di start up all’essere
un’azienda vera e propria, ndr.).
Qual è stato il tuo percorso di studi e di lavoro?
«Sono arrivata in Silicon Valley 3 mesi fa grazie a
un grant ricevuto dalla Fondazione Banca del Monte
di Lombardia. Al momento sto collaborando sia con
l'ospedale di Stanford, approfondendo il know-how
relativo alla prevenzione delle cadute, sia presso ExploraMed, un incubatore di dispositivi medici dove
sto imparando come fare business dai best-in-class
della Silicon Valley. A marzo discuterò la tesi di laurea specialistica in Ingegneria Clinica all'Università di
Trieste».
Francesca Romano
28 anni, Roma
CEO di Atooma
Cos’è Atooma?
«Atooma (A Touch Of magic, www.atooma.com) è
un’App per mobile che dà modo agli utenti di combinare insieme tutte le funzionalità già presenti sul
cellulare – sms, foto, e-mail, App - per crearne di nuove
personalizzate, in un’ottica di condizione (IF) e di azione
(DO). Per ora l’App è in Beta per Android, gratis, e da
febbraio-marzo sarà anche per iPhone. Stiamo pensando a una versione free e una premium».
Cosa consente nello specifico?
«Se sono in macchina e supero i 30 km/h, mi legge le
e-mail a voce; se esco di casa, mi disattiva il wi-fi (consuma batteria); se ricevo un’e-mail da un collega, salva
gli allegati in una specifica cartella in Dropbox; oppure posso decidere di inviare le foto che scatto direttamente a un gruppo di amici, o di collegare alcune
funzioni e mini applicazioni ai social network».
Atooma è anche start up: come nasce?
«Il progetto dell’App era nella mia tesi di laurea in
Industrial Design con lo scopo di ipotizzare l’uso del
mobile nel futuro. Ho presentato il progetto a Innovaction lab, corso per chi vuole avviare start up, lì ho
conosciuto Gioia Pistola che si è appassionata ed è diventata cofounder, poi abbiamo allargato il team con
Andrea Meriggioli e Fabrizio Cialdea. Abbiamo iniziato
a partecipare a pitch per farci conoscere e siamo arrivate a Enlabs, primo incubatore italiano su modello
di quelli della Silicon Valley, che ci ha finanziato con
60mila euro. Siamo giovani e vogliamo crescere velocemente».
Avete anche vinto dei concorsi…
«Sì, il Mind Bridge Competition, organizzato da
un’associazione che si occupa di portare nella Silicon
Valley le start up innovative. Questo ci ha portato 3
mesi negli USA, dove abbiamo seguito prima corsi e
coaching e poi fondato una società ricevendo un primo finanziamento. Presto tornerò a San Francisco per
avviare partnership e cercare altri finanziatori, sarà un
periodo decisivo».
Quasi quasi apro una start up
GLI INCUBATORI, I CONTATTI,
LE OCCASIONI PER FARE IMPRESA
*
di Elisa Di Battista
Un’ottima idea, un buon team, tanta determinazione sono gli
ingredienti fondamentali per creare una start up, ma per avviarla e
farla decollare spesso servono gli incubatori, che sono strutture che
facilitano le imprese, consigliano, favoriscono i contatti giusti.
DA
DOVE COMINCIO? ECCO ALCUNI INCUBATORI
ITALIANI
Tra gli incubatori italiani più noti c’è Digital Magics
(www.digitalmagics.com) che ha sede a Milano e dal
2008 ha favorito la nascita di oltre 30 start up e creato
oltre 300 posti di lavoro per un investimento di 10
milioni di euro, affiancando giovani talenti lungo il
percorso necessario a trasformare le idee in impresa.
A Salerno, invece, è presente 56Cube (www.56cube.it),
incubatore di startup nel settore internet e media,
e costola di Digital Magics, fondata con l’intento di
esportare a Sud lo stesso modello, e precisamente a
Fisciano, a pochi metri dall’Università degli Studi di
Salerno.
Lo scorso novembre, a Torino, è nato iStarter (www.
istarter.it), nuovo acceleratore d’impresa in cui gli aspiranti startupper potranno trovare consulenti per avviare
la propria impresa, in termini di finanziamenti e di rete.
Nato nel 2010, invece, Enlabs (www.enlabs.it) è un incubatore romano che ospita 20 postazioni di lavoro
per 50 start up e mira a favorire le realtà nostrane
facendole crescere su modello di quelle della Silicon
Valley. A raggruppare, invece, gli incubatori universitari, è Pni Cube (www.pnicube.it), che punta a far collaborare i soci, acquisire risorse e favorire il sorgere
di start up dall’attività di ricerca. Inserito nel mondo
universitario è anche Innovaction Lab (www.innovactionlab.org), corso interuniversitario che spiega agli
studenti le logiche di un investitore e dà modo agli
aspiranti startupper di presentare le proprie idee e
ricevere feedback attraverso gli investors-pitch. Per
chi ha già una start up e vuol vederla decollare, invece,
esiste anche Vodafone Xone (xone.vodafone.it), che ha
contatti diretti con Vodafone Xone in Silicon Valley.
MISSIONE STARTUPPER: BANDI E OPPORTUNITÀ
SeedLab, acceleratore di imprese di Milano, propone
un programma (su www.seedlab.com) per il 2013 che
prevede appuntamenti formativi tra aprile e maggio
a Trieste, Napoli e Bologna in preparazione ai pitch e
agli incontri con investitori, prima dei 3 mesi di incubazione e, per le start up migliori, un viaggio di 2 set-
timane in Silicon Valley per imparare sul campo.
È stato prorogato fino al 28 febbraio 2013, invece, il
bando Start Up Venture della Camera di Commercio di
Milano (www.mi.camcom.it) rivolto a società di capitali nate da meno di 48 mesi, con sede legale nella
provincia meneghina e con i 2/3 di persone under 40.
Per info sul bando: [email protected];
tel. 02.85154291 – 4184.
Le PMI e start up con sede nel Lazio e che hanno fatto
richiesta di una borsa di ricerca da non più di 4 anni
e hanno la maggior parte dei soci appartenenti al
mondo della ricerca, possono rispondere al bando Più
valore a chi innova-spin off e start up. La deadline è
fissata al 30 giugno 2013 e il bando su www.filas.it,
[email protected]. Se invece avete in mente di realizzare
un’idea imprenditoriale nella provincia dell’Ogliastra
(in Sardegna) e avete tra i 18 e i 35 anni, o se siete
giovani neoimprenditori, c’è tempo fino al 31 marzo
2013 per iscrivervi al concorso Start up Ogliastra
(regolamento su www.tortohelie.it).
Per giovani residenti in provincia di Novara, infine, c’è
il bando di Sm.art, che si propone di valutare business
plan di società e associazioni che potranno beneficiare di 3000 euro l’una e spazi in coworking. Bando
su www.novarasviluppo.it, info: 0321 697174; mail
[email protected].
11
WoJ
Formazione
Imparare gratis
WEB, PUBBLICITÀ
E TURISMO
CORSI PER LAVORATORI E NON SOLO
*
di Susanna Bagnoli
Formazione a tutto campo con corsi e workshop gratuiti, rivolti a
chi è in cerca di lavoro e non ha ancora maturato esperienze. Ma
anche a liberi professionisti o persone rimaste senza lavoro e in
cerca di formazione per riqualificarsi. Vediamo alcune proposte per
questo 2013.
P
er occupati, autonomi e liberi professionisti ma anche lavoratori dipendenti, lavoratori in cassa integrazione e con contratti di lavoro atipici, oppure soci
lavoratori di cooperative, segnaliamo due opportunità
gratuite a Firenze.
La prima è Il museo accessibile che è un corso aperto
a 15 persone, 40 ore di lezioni – dal 18 febbraio al
20 marzo – che hanno l’obiettivo di rafforzare le competenze professionali nel settore dei beni culturali, approfondendo gli aspetti che consentono di abbattere
le barriere architettoniche delle strutture museali, per
renderle accessibili ai disabili, fornendo un servizio
culturale all’altezza degli standard europei. Le iscrizioni
chiudono il 25 gennaio. Il bando lo trovate nel sito
www.ebtformazione.it, mail: [email protected],
tel. 055.2466161. La seconda, a cura dell’Istituto IdI
Informatica, è il corso CMS e siti web, di 40 ore con obbligo di frequenza. Un corso per capire come funziona
Internet, con quali strumenti e programmi lavora un
webmaster, come si realizzano siti Web. Ci sono 8 posti
disponibili, di cui 4 riservati a donne. Le iscrizioni chiudono il 4 febbraio e l’inizio del corso è previsto per il
23 febbraio. Per informazioni: www.idi-formazione.it,
[email protected], tel. 055.2398641.
Il vostro sogno è gestire un Bed and Breakfast? In Sicilia,
con sede da definire, è in partenza un corso gratuito,
della durata di 100 ore, rivolto sia a lavoratori che a
persone disoccupate. Affronta la normativa di settore, la
gestione aziendale, gli adempimenti fiscali e burocratici
per chi vuole aprire una struttura, ma anche le tecniche
di servizio e ricevimento e quelle di comunicazione. Per
parteciparvi non è necessario aver già avuto esperienze
di lavoro nel settore turismo. L’inizio è previsto per febbraio. Superato l’esame finale, sarà rilasciato un attestato
di frequenza. Per info www.labottegadellapprendimento.it,
tel.091.546010, [email protected].
Sempre nel turismo, a Rimini a febbraio prende il via un
corso gratuito per addetto al ricevimento alberghiero per
disoccupati, inoccupati iscritti al centro per l’impiego
della provincia di Rimini, lavoratori in cassa integrazione
o mobilità. Occorre conoscenza base della lingua inglese.
Per info e iscrizioni, entro l’8 febbraio, scrivere a [email protected], sito: www.irecoop.it/corsi.
Vi piacerebbe capirne di più su Google Adwords? A Roma
c’è un corso gratuito che aiuta a capirne di più su campagne pubblicitarie online sia future che già effettuate
aiutando a capire perché non hanno funzionato. Inizio
previsto: 22 gennaio. La società che organizza è Romaexplorer, per info: corsi-web-roma.com, tel 06.7005444,
[email protected] o [email protected].
La stessa società organizza anche seminari gratuiti, di
2 ore, per persone in cerca di occupazione. Il 29 gennaio e il 5 febbraio, appuntamento con il corso Il lavoro:
scopri come creartelo sul Web; per capire come sviluppare un progetto online, o un sito di e-commerce e quali
competenze sono richieste e quali sono le nuove figure
professionali del Web. Info e iscrizioni sempre a corsi@
romaexplorer.it.
Benvenuto
2013
13
WoJ
Facciocosevedogente
Focus
Italia
Rovereto (TN)
Fino al 26 ottobre
Mart
La magnifica ossessione
www.mart.tn.it
Ticket: 11 €; ridotto: 7 €
IN GIRO PER L'ITALIA
E NEL MONDO
*
Roma
Fino al 2 giugno 2013
Chiostro del Bramante
Udine
Brueghel. Meraviglie dell'arte
Fino all’1 aprile
fiamminga
Castello di Udine e Galleria d'Arte Antica www.brueghelroma.it
I colori della seduzione.
Ticket: 12 €; ridotto: 10 €
Gianbattista Tiepolo e Paolo Veronesi
www.udinecultura.it
Frascati (RM)
Ticket: 8 €; ridotto: 5 €
Fino al 7 aprile 2013
Scuderie Aldobrandini
Milano
About Caravaggio
Fino al 24 marzo
www.scuderiealdobrandini.org
Triennale di Milano
Ticket: 7 €; ridotto: 5 €
Dracula e il mito dei vampiri
www.triennale.it
Penne (PE)
Ticket: 8 €; ridotto: 6,50 €
Fino al 16 febbraio 2013
Museo d'Arte Moderna e
Ravenna
Contemporanea
Dal 17 febbraio al 16 giugno 2013
Arazzeria pennese, mostra-laboratorio
Museo d'Arte
www.musap.gov.it
Borderline. Artisti tra normalità e follia
Ticket: 5 €; ridotto: 2,50 €
www.museocitta.ra.it
Ticket: 9 €; ridotto 7 €
Bari
Fino al 30 aprile 2013
Firenze
Pinacoteca provinciale Corrado
Fino al 22 giugno 2013
Giaquinto
Biblioteca Medicea Laurenziana
Le seduzioni della pittura. Riccardo
Le vie delle lettere. La Tipografia Medicea Tota (1899-1998) tra Andria, Roma
tra Roma e l'Oriente
e Napoli
www.bmlonline.it
www.provincia.ba.it
Ticket: 3 €
Ticket: 2,58 €
Sassari
e
e Molis
o, Lazio e origini
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Fino al 5 aprile 2013
Pinacoteca Mus'a al Canopoleno
Visioni di Sardegna
www.pinacotecamusa.it
Ticket: 2 €, ridotto: 1 €
Catania
Dal 15 al 27 gennaio
Teatro Ambasciatori
Apriti cielo, scritto e diretto da
Ficarra e Picone
www.tickettando.it
Ticket: 25 €
No tengo dinero L’ANGOLO DEGLI... SQUATTRINATI
eventi gratis
Milano Marittima
12 febbraio 2013
Corso serale gratuito Giochi di intelligenza emotiva
Conoscere e gestire le proprie emozioni, costruire
relazioni di qualità, migliorare la comunicazione e
l'assertività: sono alcuni dei temi trattati, una volta al
mese, nei corsi serali dell'Accademia dell'Intelligenza
emotiva.
www.accademiaintelligenzaemotiva.it
Firenze
Fino al 27 gennaio 2013
La porti un bacione a Firenze. Gli anni Trenta tra moda,
riviste e caffè letterari
La Biblioteca Nazionale Centrale fiorentina
ricostruisce uno spaccato della Firenze anni ’30 (in
contemporanea con la mostra Anni Trenta. Arti in Italia
oltre il fascismo, a Palazzo Strozzi fino al 27 gennaio).
www.bncf.firenze.sbn.it
Roma
Fino al 31 gennaio 2013
Santi, sultani e gran capitani in camera mia
Scritti inediti e ritrovati dall'archivio di Elsa Morante,
in mostra in occasione del centenario della nascita
della scrittrice.
www.bncrm.librari.beniculturali.it
Roma
18 gennaio 2013
Decrescita vs crescita sostenibile
Giornalisti, esperti di ambiente, linguisti,
comunicatori scientifici si confrontano sul tema
caldo dell'essenzialità, tra ecologia ed economia.
Organizzano il progetto Giornalisti Nell'Erba e la
Commissione europea-Rappresentanza in Italia.
www.giornalistinellerba.org
Napoli
Fino al 25 maggio 2013
Guardare attraverso il disegno
Laboratori di disegno e colore con l'artista francese
Caroline Peyron, pensati anche per chi non ha mai
preso una matita in mano. Lo scopo, infatti, non è
imparare a disegnare, ma accostarsi con occhio diverso
alle opere d'arte. Necessaria la prenotazione. Gratis per
i visitatori del Museo di Capodimonte (ticket: 7,50 €;
ridotto: 6,50 e 3,75 €).
www.polomusealenapoli.beniculturali.it
Palermo
a cura di Ilaria Romano
Fino al 31 gennaio 2013
Un presepe di carta del '700
In mostra un'affascinante creazione del ‘700 artistico
palermitano: il presepe in cartone dipinto realizzato dal
pittore Vito D’Anna per i padri Filippini dell’Olivella, oggi
di proprietà privata e raramente esposto per intero.
www.palazzoajutamicristo.it
Non
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zia.a
t. (C.G . Info:
.S.)
Antigua low cost: andare in una delle più
esclusive isole caraibiche spendendo poco? È
possibile! Basta volare a Londra con EasyJet
poi prendere Virgin Atlantic per Antigua.Non ci
crederete ma si può affittare una casa carina e
vista mare a 300 dollari a settimana su
www.antiguahouserental.com come quella di
Karol e Merge (date un’occhiata a
www.stoneyhillstudioapartments.com). Potete
poi godervi, sempre in modalità economica,
molte delle 365 spiagge bianche,
il mare cristallino, i canti gospel
sulla spiaggia e le cene sul mare.
(G.C.)
PROVATI PER VOI. Un po’ alchimisti e un po’ “nonne”: fare il sapone…in casa
14
WoJ
Mia nonna l'ha imparato da sua nonna. A me l'hanno
insegnato Ilaria e Danilo dell'Accademia popolare
del Sapone, aperta dall'associazione Ex Lavanderia
nell'ex ospedale psichiatrico di Santa Maria della
Pietà, a Roma. Insegnano a fare il sapone a chi vuole
auto-produrlo, illustrando sia la teoria che la pratica
ossia dalle formule (per ottenere, ad esempio, sapone
idratante per la pelle o detergente da bucato) al
“come si fa”.
Già, come si fa? Servono una pentola, olio (d'oliva va
benissimo ed è a km zero), acqua, soda caustica (si
compra dal ferramenta), una bilancia elettronica, due
termometri da laboratorio o da arrosto, un frullatore a
immersione, qualche contenitore. E poi tanta pazienza
per pesare con cura gli ingredienti, mescolare soda e
acqua per ottenere la soluzione caustica (attenzione,
la reazione produce calore e vapori), scaldare l'olio
sul fornello. Quando soluzione caustica e olio sono alla
stessa temperatura bisogna mescolarli col frullatore a
immersione finché le due sostanze si addensano in una
crema morbida che a un certo punto “fa il nastro”, cioè
ricade sul resto del composto in onde ben visibili. A quel
punto si mette il sapone in uno stampo. Dopo un paio
di giorni, quando è solido, lo si taglia a pezzi e poi...
Pazienza, va fatto stagionare almeno 2 mesi prima di
usarlo. Un procedimento lungo ma non difficile. Il bello?
Per me, poter controllare qualità e provenienza degli
ingredienti del mio sapone e trasformarmi per qualche
ora in alchimista! Per saperne di più: www.exlavanderia.it,
Facebook: saponeria popolare. (I.R.)
Focus
Estero
Alessandro
QUI HELSINKI
Perché proprio la Finlandia? Per conoscere la cultura e l’organizzazione di un
paese profondamente nordico. E perché proprio di inverno? Perché rinvigorisce
la mente e lo spirito. Helsinki: una città incantevole, bei locali, pochi abitanti
e tutto a misura d’uomo. L’atmosfera sobria di una città nordica. Anche se a
volte i finlandesi tendono ad essere chiusi, non rifiuteranno di scambiare
due parole davanti ad una birra. Si, perché tutti i finlandesi, dal più giovane
al più anziano, parlano perfettamente inglese. L’università è il luogo del sapere: pochi studenti, scelti per merito e grandi aspettative di preparazione.
Lo studio teorico è lasciato quasi interamente allo studente, mentre in classe
attraverso dibattiti e lavori di gruppo si applica ciò che precedentemente si
è appreso sui libri. L’impegno richiesto è molto alto e l’organizzazione è semplicemente perfetta. D’altronde sono un’ora avanti rispetto a noi. Lo stile di
vita è abbastanza alto, ma adeguato ai loro stipendi. Le opportunità di lavoro
non mancano anche se ci si deve adeguare al clima invernale e all’umore
spesso «freddo» dei finlandesi. In tre parole: un’esperienza entusiasmante.
Marta
QUI ISTANBUL
Giulia
QUI DISNEYLAND
Ho 21 anni e da quasi uno vivo a Disneyland Paris, dove tutto profuma di
zucchero filato. Lavoro qui e abito in una delle residenze convenzionate per i
dipendenti del parco. Sono arrivata con un contratto a tempo determinato che
poi mi è stato rinnovato. A Disneyland Paris lavorano da 10mila a 17mila (in
estate) dipendenti, che esercitano più di 500 “mestieri”. La prima cosa che mi
ha colpito? L'organizzazione: tutto è curato nei dettagli, perché i visitatori si
possano immergere tranquillamente nella “magia Disney”. Noi rappresentiamo
una parte di questo mondo e dobbiamo essere sempre impeccabili e cortesi.
Lo staff è internazionale (che bello!) e l'impegno viene apprezzato: io dopo
9 mesi ho avuto un avanzamento e dalle pulizie sono passata al guest flow,
cioè all'accoglienza. Guadagno 1430 euro lordi al mese (lo stipendio base in
Francia, visto che ho poca anzianità ) e... tante cose su lavoro e contratti so
dirle solo in francese, perché in Italia non le avevo mai sperimentate.
A volte sento una voce che chiede a me stessa: “Ma chi me l’ha fatto fare!?!”
Ed eccomi ancora qui a Istanbul, non come turista, il cui tempo scorre piacevolmente tra passeggiate nella città storica e visite in qualche bel museo… ma
come lavoratrice alle prese con un traffico impensabile, il ritmo frenetico degli impegni giornalieri, una marea di gente in ogni angolo a ogni ora del
giorno e della notte, e soprattutto, una lingua piuttosto difficile da assimilare
che spesso mi fa sentire estremamente alienata e stanca. È già passato un
anno ormai, così in fretta da non rendersene conto, così velocemente che mi
sembra di aver assaggiato solamente una piccola parte di questa realtà così
complicata e affascinante. Senza dubbio vivere a Istanbul non è facile, ma
qui c’è tutto nel bene e nel male, per questo credo sia anche un’occasione per
capire meglio il mondo… e se stessi. Così, grazie alla magia dei tramonti sul
Bosforo, un tè bevuto in terrazza con gli amici, lo strano suono dei gabbiani
che inseguono i traghetti e la litania dei muezzin, di nuovo sento un’altra voce
sussurrare: “In quale altro luogo potrei vivere, se non qui?”.
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Ci scusia mo con i nostri affezionati lettori per il ritardo
nell'uscita di questo nu mero e vi informia mo anche
che per questo nu mero trovate solo la versione digitale...
Consideratelo per quello che e: un esperimento.
Per puntare sempre piu sul digitale che ritenia mo oggi
il punto focale dell’informazione e senza far mancare
quello che ci contraddistingue da sempre:
impegno, passione e voglia di verificare
ogni cosa che trovate su queste pagine e sul sito.
Appunta mento con Walk on Job (in formato web e
anche in versione cartacea) a meta marzo e ogni giorno
su www.walkonjob.it
,
Francesco
QUI SALAMANCA
,
Salamanca è una piccola città spagnola situata tra Madrid e il Portogallo
ingiustamente semisconosciuta ai più. Perché ingiustamente? Il fatto di essere stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1988, oltre
ad essere sede della più antica università spagnola (fondata nel XII secolo),
e capitale europea della cultura nell’anno 2002, può far intuire quanto Salamanca sia bellissima e a misura di studente. Qui, tra cattedrali enormi, piazze
barocche e un numero esorbitante di locali aperti tutta la notte ho vissuto
per 6 mesi. Ho imparato una nuova lingua e conosciuto una nuova cultura,
abbracciato lo stile di vita spagnolo, esplorato la gastronomia locale (ottima!)
e mi sono confrontata con la realtà dell’università e dell’ambiente Erasmus.
Salamanca è viva, frizzante e giovane, piena zeppa di studenti provenienti
da ogni parte della Spagna e del mondo, pronti a condividere con gli altri
il proprio tempo e le proprie esperienze. In questa città il nuovo si unisce
armoniosamente all’antico in un mix esplosivo, garantendo una crescita personale invidiabile e tanto divertimento!
La redazione di Walk on Job
vi dà appuntamento a
MARZO
15
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