Roma, 27 febbraio / 21 marzo 2009 | Ex Mercato Ebraico del Pesce

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Roma, 27 febbraio / 21 marzo 2009 | Ex Mercato Ebraico del Pesce
Roma, 27 febbraio / 21 marzo 2009 | Ex Mercato Ebraico del Pesce
Via di San Teodoro 74
Laura Marsilio
Assessore alle Politiche Educative
Scolastiche, della Famiglia e della
Gioventù
Adrenalina è un nuovo strumento con cui l’Assessorato alle Politiche
Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù, del Comune di
Roma, intende rilanciare il protagonismo giovanile nell’arte. Un’occasione, dunque, per i giovani artisti di far emergere la propria creatività e
talento attraverso nuovi linguaggi dell’arte e della cultura.
La formazione e la crescita dei giovani passa anche attraverso i momenti
artistici e ricreativi: per questo motivo si vuole offrire ai ragazzi, attraverso Adrenalina, la possibilità di mettersi in gioco, di accrescere le proprie
motivazioni e soprattutto di investire sulle loro qualità.
Adrenalina si inserisce, infatti, in una dimensione progettuale più ampia
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che l’Assessorato intende sviluppare sui temi legati alla formazione dei
giovani attraverso la creazione di strumenti ed occasioni volti ad accrescere in loro una sensibilità maggiore per ogni forma d’arte.
Promuovere le capacità artistiche significa anche investire sulla socializzazione dei ragazzi. E in una città come Roma questo impegno ha una
valenza culturale importante, sia per la grande tradizione che la capitale
offre sia per il particolare fermento positivo che la città sta vivendo.
Con la scelta del nome Adrenalina si vuole inoltre trasmettere non solo un
messaggio positivo legato all’arte ma al contempo promuovere una campagna di prevenzione e contrasto alla diffusione dell’uso delle droghe tra
i giovani: Adrenalina come unica sostanza naturale in grado di liberare la
creatività e di sprigionare energie propulsive nei giovani. La campagna di
sensibilizzazione e prevenzione dall’uso di sostanze stupefacenti, spesso
legate anche alla ricerca dello sballo creativo, vuole così abbattere il falso
mito del connubio fra arte e droghe.
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Appunti per un nuovo percorso
Ferdinando Colloca
Direttore Artistico Adrenalina
Quando ho ricevuto questo importante incarico, ovvero la direzione artistica del progetto Adrenalina, la prima cosa che ho pensato è stato il trovare un percorso per dare
concretezza all’idea giusta, per un primo anno operativo. Nasce “l’Uomo al Centro”
come importante sviluppo di tematiche fondamentali che provengono dalla vita sociale di tutti i giorni. L’avvento di Internet, la cosiddetta “rete”, ha cambiato in maniera
radicale il modo di raccontare il mondo e di raccontarci. La tecnologia aiuta a diffondere parole, suoni e colori in “real time”, ma nello stesso tempo mistifica, allontana il
contatto umano, in qualche maniera fa perdere l’essenza dell’essere e, in questo caso
specifico, dell’opera e di tutto ciò che si muove intorno all’opera stessa.
La tecnologia, in poche parole, da una parte toglie, ossia diventa racconto scarno del
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concetto, e dall’altra dà la possibilità anche a chi non rientra in circuiti sponsorizzati di
promozionare il proprio fare. È questo il motivo per cui moltissimi giovani artisti hanno
partecipato alle prime selezioni di questo importante progetto. Oggi si usa la tecnologia per riposizionare l’Uomo al Centro: è proprio questa la spinta che ha portato ad
un successo insperato di partecipazione, frutto di una grande voglia di arte nel mondo
giovanile. Opere cariche ed intense così com’è il nostro tempo.
Ho voluto anche io, simbolicamente, da artista esprimere l’Adrenalina-pensiero con
un mio lavoro: un’immagine che rappresentasse l’“arte in nuove direzioni”, con l’identità di un passato unico e con la netta volontà di scoprire nuove terre, nuovi orizzonti. Questa la scelta che ha caratterizzato questa prima mostra-progetto. Far partire
questo evento, nella ricorrenza del centenario del Futurismo, ha un valore simbolico
enorme, mi offre la motivazione per sperare che un nuovo Rinascimento d’arte italiano
possa rinascere, nuovi movimenti culturali possano emergere. Il mio, il nostro progetto intende volare alto: si vogliono esportare nuovi talenti, fuori le mura dei confini
italiani, con esposizioni e anche con l’inserimento nel mercato internazionale dei lavori
presentati. Vuole riaffermare tutta la bellezza della nostra storia e della nostra cultura
ripartendo dai giovani talenti e da nuovi ed accattivanti linguaggi. Adrenalina è Adrenalina… la giusta tensione che ci deve aiutare a portare avanti le nostre idee, i nostri
progetti, e a farci giungere vincenti ai traguardi prefissati. Abbiamo bisogno di questa
forza, di questo spirito, di questi giovani per riaffermare importanti valori ed uscire da
un tunnel chiamato crisi… l’ARTE può essere il nostro motore propulsivo!
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Mvula Sungani
curatore di AdrenalinaDANZA
Creare un grande progetto innovativo rivolto alle giovani generazioni di “creativi”,
rappresenta un’importante risorsa messa a disposizione dal Comune di Roma
per tutti coloro vogliano confrontarsi, mettendo in rete ed in mostra le proprie
capacità artistiche. L’importanza che una città come Roma divenga fucina di
nuove idee e di nuove generazioni di artisti, è un elemento fondamentale in prospettiva per la crescita culturale di tutta la città. AdrenalinaDANZA è un nuovo
progetto di promozione e produzione della danza mediante la valorizzazione del
patrimonio artistico, rappresentato dai giovani, coreografi, operatori e danzatori.
L’ideazione di una strategia artistico-culturale sull’ arte di Tersicore come questa,
da la possibilità sia agli organizzatori che ai fruitori del progetto stesso di con-
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tinuare nel tempo un percorso culturale preciso e ricorrente. La proposizione di
spettacoli di qualità di giovani espressioni coreutiche, la riproposizione di eventi
volti a promuovere i luoghi e le persone mediante la danza, l’utilizzo della sede di
Adrenalina come open space, in cui gli studenti ed il pubblico possano assistere
alle prove dello spettacolo che verrà rappresentato di li a poco, vivendo in prima
persona il back stage, renderanno questo progetto unico e di grande impatto
sociale e culturale. La danza è un arte che forma le persone prima che gli artisti,
quindi riuscire a far vedere al più grande numero possibile di giovani quest’arte
da vicino, può rappresentare un grande strumento di motivazione e di impegno
per le nuove generazioni.
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Francesco Marcolini
Presidente Zètema Progetto Cultura
Le opere artistiche di qualsiasi genere, dal musicale, alle arti figurative, al
teatro sono generate dai talenti naturali, dalle doti dei singoli unite a percorsi
di studio accademici o scolastici, o come talvolta capita, nate dal genio
creativo di singoli particolarmente dotati. La funzione dei singoli artisti è
quindi quella di creare, di esprimersi, di lanciare sul palcoscenico della vita
opere, la cui fruizione è destinata inevitabilmente a tutti, al pubblico, ai posteri, a coloro che dovranno nascere.
La funzione di una società pubblica come Zètema è quella di creare occasioni di fruizione, spazi adeguati dove il genio possa esprimersi e il pubblico
possa fruire di queste opere. Il nostro compito è organizzare spazi, promuo-
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vere eventi e pubblicizzarli a tutta la popolazione cittadina, insomma creare
la scintilla attraverso la quale il genio creativo dei nuovi talenti si inneschi e
divenga un incendio di immagini, suoni, istallazioni, quadri... tutto questo è
Adrenalina, una manifestazione dedicata ai giovani talenti destinata a tutta
la città di Roma.
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Indice
14 Alessia Armeni
34 Carlo Costanzelli
54 Mauro Fattore
16 Maria Cristina Baldassarre
36 Fabio Cuttica
56 Alessandro Fornaci
18 Luca Baldassari
38 Hesam Daneshvar
58 Valerio Giacone
20 Luca Battistella
40 Manuel De Cicco
60 Veronica Giorgetti
www.alessiaarmeni.com
[email protected]
www.lucabaldassari.com
www.carlocostanzelli.it
www.h-daneshvar.com
10
www.sognidiautunno.it
www.valeriogiacone.com
www.avimago.com
22 Elena Boccoli
42 Mattia De Salve
62 Jessica Iapino
24 Simonetta Briganti
44 Angelica De Stefano
64 Carmen Iorio
26 Alessandra Carloni
46 Daniela Di Mase
66 Antonietta La Rocca
28 Pamela Cento
48 Stina Ekelund
68 Davide Lombardi
30 Rocco Cerchiara
50 Paola Fabiano
70 Leandro Lottici
32 Alice Corbetta
52 Daniele Faiola
72 Lucia Amalia Maggio
www.elenik.com
www.equilibriarte.org/carlona
www.myspace.com/1zerozero
www.pamelacento.com
www.liberamentepeople.com
Andrea Cardia
www.mastyle.it
www.stinaekelund.com
www.kenya37.spaces.live.com
www.jessicaiapino.com
www.antoniettalarocca.com
www.leandrolottici.eu
www.myspace.com/leandrolottici
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74 Emiliano Mancuso
94 Cristiano Petrucci
114 Delphine Valli
76 Frank Martinangeli
96 Micaela Petroni
116 Joseph Zicchinella
78 Jacopo Meucci
98 Lorenzo Poli
119 Programma eventi ospiti
www.martavalenti.com
www.jacopomeucci.org
80 Roger Nicotera
12
www.ivisual.com/rogernicotera
www.myspace.com/rogernicotera
www.micaelapetroni.it
100 Ilaria Rezzi
www.ilariarezzi.com
www.delphinevalli.dphoto.com
www.josephzicchinella.it
120 Amelie
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82 Serena Noto, Elena Botta,
102 Daniele Romani
121 Drama
84 Mauro Pace
104 Monica Scafatii
122 Max Durante
86 Jelena Panjkovic
106 Nunzio Sciscione
123 Frank sent us
88 Maria Pappalardi
108 Alessandro Trapani
124 Technophonic
90 Emanuela Passacantilli
110 Damiano Tullio
125 Sezione danza:
92 Fabrizio Perrini
112 Marta Valenti
Edoardo Ferrari, Ida Vinella
www.mastyle.it
www.martavalenti.com
www.ivisual.com/emanuelapassacantilli
www.photographers.it/free/
emanuelapassacantilli
www.flickr.com/pizio
www.myspace.com/pizio84
www.mastyle.it
www.myspace.com/failurememory
www.libecromano.com
www.myspace.com/libecromano
www.martavalenti.com
Indanza
Ritratto d’auore
Danzinprogress
Alessia Armeni
Pittura
Alessia Armeni, nasce nel 1975 a Roma, città in cui vive e lavora attualmente.
Studia all’Accademia di Brera di Milano: nel 1999 il diploma in Pittura. Nel testo
critico per la sua prima personale presso la Galleria d’Arte Contemporanea Il Sole
(Roma, 2007), Lauretta Colonnelli rintraccia nei suoi dipinti atmosfere rarefatte
mutuate dalla scuola americana di Edward Hopper dove la luce che avvolge le
figure isolate è degna della lezione di Jan Vermeer e dei fiamminghi.
La prossima personale di Alessia Armeni, dal titolo Urban Dreams, a cura di Marge
Paas, è prevista per la primavera 2009 presso la 008 Gallery di Tallinn, Estonia.
Tra le più recenti partecipazioni a progetti collettivi segnaliamo: Godart, a cura di
Enzo De Leonibus, Museo Laboratorio, Città Sant’Angelo (PE) (edizione 2008 e
prossimamente, edizione 2009); Sight, a cura di Enzo De Leonibus, Museo Laboratorio, Città Sant’Angelo (2008); Big/Small II (2008) e Big/Small (2007) Galleria
d’Arte Contemporanea Il Sole, Roma; “Che cos’è la pittura?” workshop tenuto
da Maria Morganti, svolto nell’ambito di Re-Enacted Painting; White Screen, progetto promosso da Viafarini con il Comune di Milano a cura di Milovan Farronato,
Milano; Premio Arti Visive San Fedele, Fondazione Culturale San Fedele, Milano
(2006); Su tela, Galleria d’Arte Contemporanea Il Sole, Roma (2006).
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Singlebell
Singlebell è un gioco di parole tra “single”-“ jinglebell”-“bell”.
Il progetto è una riflessione sulla società contemporanea, in particolare sulla
sempre più vasta classe dei “single”. Questa realtà tipica dei nostri tempi, tanto mitizzata dai media, basti pensare e fenomeni come “sex and the city”, ha
un’altra faccia della medaglia, ed è proprio quella che sollecita il mio interesse:
quando un sms ci avvisa che ahimé il nostro amico questa sera non può uscire,
oppure siamo noi, esausti, che decidiamo di rimanere a casa.
L’sms diventa il titolo del quadro, “Scusa cara ma questa sera rimango a casa”;
“Oggi non ce la faccio, ci sentiamo, a presto”.
Il progetto “Singlebell” celebra questi momenti di isolamento imposto, assurgendo a icona contemporanea l’uomo comune in atteggiamento dimesso, stanco,
vittima della frenesia quotidiana, un asceta in meditazione di fronte la TV, un
martire della solitudine.
Titolo: Singlebell
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Maria Cristina Baldassarre
Fotografia
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Tra il 1994 e il 2001 si laurea all’Accademia di Belle Arti di Roma nel corso di
scenografia e si diploma nel corso quadriennale di grafica dell’Istituto Europeo di
Design di Roma. Tra il 2002 e il 2004 approfondisce la tecnica dell’affresco nella
“Bottega del Bonfresco”, Borgo S. Niccolò, Firenze, Maestro d’arte Luigi Falai
e nel corso biennale della “Scuola delle Arti Ornamentali S. Giacomo” di Roma.
Nel 1999 frequenta un corso di quattro mesi presso la Loughborough University
School of Art and Design in Inghilterra per l’apprendimento della tecnica Litografica.
Tra le sue esposizioni: febbraio 2009 collettiva presso il csoa Brancaleone, Roma;
ottobre 2007 collettiva di pittura ed incisione “Passaggio/Ponte”, alla Torretta Valadier di Ponte Milvio a Roma; maggio 2007 collettiva di pittura curata dal prof.
F. Volo presso l’Accademia di Belle Arti di Roma; marzo 2005 videoproiezione di
illustrazioni e pitture presso il chiostro della chiesa di S. Oliva a Cori; nel 2005
collettiva ARTEARTE presso Palazzo Emme a Latina.
Ha curato tra il 2003 e il 2008 le selezioni per la mostra collettiva d’arte del “Maggio Sermonetano”.
La mancanza
L’opera nasce dal bisogno di riempire uno spazio vuoto, una mancanza fisica
e mentale. L’immagine “creata” è un ventre ligneo (vuoto), dotato di appendice
fallica (banana).
Auto-fellatio, come miserabile rimedio al vuoto esistenziale. Una reciprocità sessuata dove il fallo è desiderio di totalità, pienezza, a sottolineare quest’ansia le
forme che si ripetono: in un paesaggio di sol’atmosfera si materializza un ventre
rigido, contratto nel contenere un vuoto, un vuoto nel vuoto, fin troppo reale per
trovare conforto nella fantasia da cui scaturisce l’immagine fallica, un’immagine
indefinita dove l’inconsistenza si nasconde nell’ironia beffarda.
Dagli occhi chiusi si desume che si tratti di una fantasia, la bocca aperta allude al
movimento ripetitivo e perpetuo che si spegne con il silenzio del paesaggio.
Titolo: La mancanza
Tecnica: olio su tavola
Dimensioni: cm 80x120
Anno: 2008
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Luca Baldassari
Fotografia
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Nato nel 1972 si diploma presso Istituto di Stato per la Cinematografia e Televisione “Roberto Rossellini” sezione fotografia. Principali esposizioni: Casa d’aste
Bloomsbury Auction (Roma) - Galleria Eralov (Roma).
Luca Baldassari ha scelto di fotografare con il foro stenopeico, su apparecchi
autocostruiti: una fotografia da meditazione. Tempi lunghi. La luce (la radiazione,
l’energia) si posa lentamente sul materiale sensibile e, contemporaneamente, si
stratifica nella coscienza del fotografo: si tratta di una particolare forma di conoscenza che mira alla profondità delle cose, all’essenza.
Non è facile descrivere le sensazioni che si provano operando con il foro stenopeico. Si tratta di una fotografia “naturale” e, insieme, molto “tecnica”. Luca è un
costruttore: le macchine fotografiche escono dalle sue mani. È uno sperimentatore: ogni condizione di illuminazione, di colore, di forma richiede una modifica
del processo. È un viaggiatore: si porta dietro la sua strana attrezzatura e vede
quello che gli altri non possono vedere. È un artista: la tecnica costruttiva più
elementare e “leggera” si associa alla magia tecnologica della fotografia ”immediata” (polaroid, fuji) e stabilisce un metodo di lavoro che accetta l’imprevisto
come parte della ricerca. Il computer interviene alla fine, paradossalmente, per
dare “materialità” ad un processo per gran parte etereo, evanescente.
Tecnica e filosofia nella fotografia di Luca Baldassari
Uso prevalentemente la tecnica del foro stenopeico. Tecnica che utilizzo ormai
da oltre 20 anni. Le macchine fotografiche e fori sono costruiti artigianalmente
da me, questo è una dei motivi per cui ho deciso di usare questa tecnica che mi
permette di poter costruire il mio spazio visivo/fotografico in tutta libertà e poter
usare tutti i materiali sensibili a disposizione dalla carta fotografica, dalla polaroid
al digitale. Mi permette inoltre di usare tempi d’esposizione lunghi e vedere le
cose/la vita da un punto di vista altro, differente, con tempi diversi mi concedo
tempo per capire meglio per pensare.
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Luca Battistella
Fotografia
Vive e opera a Roma dove, dopo alcuni anni spesi a lavorare come fotografo
“normale” intraprende un percorso di sperimentazione su sue opere ed immagini elaborandole con tecniche manuali, lavorando direttamente sul supporto dia
senza alcun intervento digitale ma solo con l’utilizzo di materiali extra fotografici
in modo da stravolgere e modificare la realtà rappresentata con abrasioni, colorazioni e sovrapposizioni di materiali.
Inizia da qualche anno ad esporre in gallerie soprattutto in alcune collettive di
fotografi romani e non. La stessa opera presentata ha subito modifiche tramite l’utilizzo di scotch, abrasioni e colori naturali.
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Elena Boccoli
Pittura
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Elena Boccoli, in arte eLenik, nasce in una domenica, nel lontano 10 febbraio del
1980 a Roma. Un vero “Acquario”.
La data forse più importante della sua vita fu quella in cui fece la sua prima
esposizione sul frigorifero in cucina della zia Angela.
Da quell’esperienza nasce lo stile che attualmente ritroviamo nei suoi lavori,
uno stile che scivola tra i ricordi delle camerette, strade e spericolate corse in
bicicletta.
I suoi lavori rappresentano spesso donne dai grandi occhi e dalle espressioni
sorprese, che danzano su fondi colorati dall’aria naif, personaggi ironici e tristi, donne dalla femminilità sdrammatizzata che nascono in contrapposizione a
quella esasperata dell’autrice che, a suo dire, cela una consistente ironia.
Oggi eLenik espone in locali e gallerie e collabora con teen magazine e riviste.
Tutto questo la entusiasma e rende felice, ma non riuscirà mai ad eguagliare
quella soddisfazione della sua prima esposizione sul frigo della zia.
Le donne/muse di eLenik hanno sguardi persi nel vuoto, distratti e sognanti,
pensierosi e assenti, ma se è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima,
queste signorine ne hanno parecchia perchè gli occhi che sgranano di fronte alla
vita sono giganteschi e luminosissimi.
Non ci sono languide labbra e atteggiamenti da “femme fatale”.
Le sue Muse sono asciutte , dirette, intelligenti, non hanno bisogno di inutili trucchi per essere se stesse, tranne un unico piccolo vezzo: un tocco di ammiccante
rossetto rosso.
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Simonetta Briganti
Pittura
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Nasce a Orbetello (Gr) nel 1974, nipote del noto critico d’arte Giuliano Briganti.
Sin da piccola mostra un particolare interesse per l’arte e il disegno, ritraendo
su piccoli fogli di carta il profilo dei propri familiari. I suoi studi di maturità si
indirizzano verso il Liceo Artistico di Grosseto e proseguono poi all’Accademia
di Belle Arti di Roma, dove si diploma seguendo il corso del prof. Gino Marotta.
Attualmente vive e lavora a Roma.
La pittrice dà l’impressione di aver ereditato dagli artisti del passato la volontà di
imprimere su tela qualcosa che resista al tempo, immagini che viste dopo secoli
trasmettano inalterate sensazioni agli osservatori. È naturale che l’uomo si trovi
al centro del suo lavoro, che la figura umana determini lo stimolo e lo studio
che è alla base delle sue tele. L’uomo ha da sempre rappresentato se stesso
e generare quadri che riprendono il più antico e più dipinto tema senza cedere
alle tentazioni è cosa difficile; Briganti lo fa bene. Alla dicotomia accademiaavanguardia risponde con la forma che non è la semplice imitazione della realtà,
ma la genesi della rappresentazione, con la luce che pervade l’intera opera, che
si addensa e plasma la materia, con i suoi cromatismi equilibrati, che si impongono ora per accostamento, ora per contrasto.
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“Nei miei lavori cerco di carpire tutto ciò che è possibile dell’essere umano e
quindi, ritraendone il volto, trasmetterne le intime passioni, le angosce, le speranze, le emozioni che ci appartengono.
Il volto, per me trasparente messaggero, è quanto di più espressivo dell’umana
esistenza”.
Valérie
L’opera si incentra sull’esistenza della donna, sulla gravidanza, intesa come fonte di vita ma anche di sofferenza.
La luce che plasma il volto di questa donna provata nel corpo che sta cambiando in alternanti momenti di lumeggiature e ombre avvolgenti definisce tutto,
levigando drammaticamente questo viso, evidenziandone le caratteristiche, le
forme e i particolari.
Titolo: Valérie
Tecnica: olio su tela
Dimensioni: cm 50x50
Anno: 2008
Alessandra Carloni
Fotografia
Alessandra Carloni è nata nel 1984 a Roma. Diplomata all’Accademia di Belle Arti
di Roma nel 2008, è impegnata attualmente nel campo della decorazione.
Ha partecipato a numerose mostre nel 2006: collettiva “Il linguaggio della decorazione” a Roma, “Linoelumgrafie” collettiva d’incisioni a Formello, “Visibile e
Invisibile” collettiva a San Benedetto Po (MT) e una personale presso il Bastione
di Sant’Anna a Mondolfo (PU).
Inoltre è stata selezionata a svariati concorsi: Premio delle arti per il progetto
“Obelisco di Axum” (2005), “Camera Picta-Dipingere il Cielo” (2006), “Cartoline
d’Italia” per il Comune di Torre Canavese (TO); e infine la pubblicazione di fotografie sul tema del “Caos” e della “Paura” per la rivista letteraria “La Luna di
traverso” realizzata dall’Archivio dei Giovani Artisti di Parma.
Across the Universe
La foto digitale “Across the Universe” rispecchia visivamente, nella scelta del
soggetto, il tema trattato “L’uomo al centro”.
L’immagine, modificata con il computer, è la rappresentazione chiaramente simbolica del contrastato rapporto fra l’uomo e l’universo, che nei secoli della nostra
storia culturale ha subito varie trasformazioni per arrivare oggi ad una visione
distorta ed estraniata.
L’uomo dei nostri tempi ha perso il legame e la centralità con il mondo, la terra da
cui ha avuto origine, per chiudersi in una dimensione più introspettiva.
L’uomo è ora al centro delle sue complessità, vive il suo tempo e i suoi disagi esistenziali nel difficile rapporto con la società, perdendo ogni legame e ogni senso
d’appartenenza con il mondo.
Tuttavia la foto rappresenta un’idea di speranza, il volto dell’uomo che richiama
al pensiero e all’immaginazione, indicando l’unica strada per ritrovare la centralità
con l’universo.
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Titolo: Across the Universe
Tecnica: foto digitale
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Pamela Cento
Video installazione
Nasce nel 1971. Da anni lavora nell’ambito dell’Arte Sperimentale. Artista eclettica, è sempre orientata alla ricerca e all’utilizzo di nuove tecniche e modalità per
fare arte, spesso commissionando i vari linguaggi artistici.
Pittrice digitale e Videoartista, la Cento, tenta di andare nella profondità degli elementi della realtà, che sempre re-informa e ripropone in chiave creativa inusuale.
Espone in Italia e all’estero.
Dear Van Gogh
I quadri di De Chirco e Van Gogh diventano le scenografie di performances dove
la Cento racconta “storie” animate. La serie “100 2.0 Videopainting”, di cui “Dear
Van Gogh” fa parte, è un insieme di opere di new media che fonde il video, la
pittura, la fotografia ed il web design.
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Con un lavoro che si avvale di fusioni di tecnologie e linguaggi digitali, con l’utilizzo di effetti speciali e di ricostruzioni e montaggi di scenografie in 3d e Cromakey,
l’artista ci ri-propone delle opere amare e a volte al contempo ironiche come
“Dear Van Gogh” dove ogni corvo che volteggia sul campo di grano viene ucciso
a colpi di pistola.
“Campo di grano con corvi” è il penultimo quadro che l’artista olandese dipinse
prima del suicidio, “Non ho mai amato molto De Chirico”, afferma la Cento, “mentre ho sempre amato Van Gogh. Quando stavo realizzando “Dear Van Gogh”, in
cui io entro fisicamente all’interno dei suoi ultimi lavori prima del suicidio e uccido
con una pistola i corvi, presenze presagio di una tragedia, non ho dormito per
alcuni giorni. È stata un’emozione immensa entrare dentro un quadro che amo da
sempre e vivere, per lo spazio e il tempo di alcuni istanti, in una con-fusione tra il
mio divenire e quello di Van Gogh”.
La Cento ci affascina con il suo “Dear Van Gogh”. Lei, l’eroina con la pistola in
mano, che decide di sparare ai corvi ed aprire una strada che porti ad una via
d’uscita. Pamela Cento continua a giocare e giocando pensa e pensando inventa. Pamela Cento, dentro una piazza di De Chirico, o nel campo di grano di Van
Gogh si sente libera di esprimere qualsiasi cosa, si sente paradossalmente al
sicuro pur consapevole dei rischi in cui si incorre con rimaneggiamenti di ciò che
è storia dell’arte. L’artista produce una nuova pittura, statica e dinamica, creata
attraverso l’uso, e mai l’abuso, di animazioni.
Le opere del ciclo “100 2.0 Videopainting” sono quadri e non video, un modo
altro di pensare e guardare un’opera d’arte.
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Rocco Cerchiara, Andrea Cardia
Pittura
Rocco Cerchiara nasce a Cosenza nel 1980 e appena è in grado di tenere in
mano una penna si mette a disegnare.
Sostanzialmente autodidatta fa della penna bic il suo principale strumento artistico, salvo sperimentazioni che vanno dall’utilizzo dell’inchiostro (pelikan 4001)
diluito e alle tecniche miste con matite colorate, china e pennarelli. Nel 1999 si
trasferisce a Roma. Si appassiona nel 2000 alla fotografia e sempre da autodidatta da allora sperimenta in questo campo; frequenta attualmente il corso di
illustrazione alla Scuola internazionale di comix, con lo scopo di affinare le tecniche e conoscerne di nuove. Si accosta alla pittura nel 2006 e scopre nell’acrilico
uno strumento perfetto per esprimere il proprio potenziale, negli anni successivi
sperimenta con i colori ad olio e le vernici idustriali.
Nel 2007 comincia a collaborare con il pittore Andrea Cardia, collaborazione attualmente ancora in corso.
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Andrea Cardia si richiama esplicitamente, più che a quello italiano, al neoespressionismo tedesco dei cosiddetti “nuovi selvaggi”, Richter, Polke, Baselitz che
sono tornati alle fonti della loro tradizione proponendo un modo nuovo di rileggere
l’Espressionismo di inizio secolo, cosa che ora anche Cardia fa, ma con un ancoraggio alla tradizione classica della nostra arte che certo nei “nuovi selvaggi” non
era presente. Egli ha diviso la sua produzione in una serie di capitoli, quasi fosse
un romanzo col finale ancora aperto, Ominidi, Donne, Paesaggi umani, L’anima
scabra, in cui si racconta di un’umanità violentata e dolente, che emerge dostoevskijanamente dal sottosuolo dell’anima, ma che è perennemente alla ricerca di un
possibile riscatto. I suoi dipinti sono per lo più dominati da grandi figure quasi monocromatiche, spesso viste di spalle, color carne, grigio, ocra, appena ravvivate da
pochi inserti di rosso, di blu che accendono sonorità improvvise; molte volte esse
si flettono, addirittura si capovolgono, come in Racchiuso, che esprime una sua
tragica ma contenuta tensione dinamica con quel corpo maschile piegato all’ingiù,
carne contro ombra dello sfondo. In Dover essere Cardia recupera invece una più
morbida sensualità nella resa di spalle di un bel nudo femminile, questa volta scuro
su chiaro, con una pittura spessa, materica, ricca di una sua corposa vitalità.
L’uomo al centro
L’uomo al centro, l’illusorio centro della labirintica relatività del mondo.
Disorientati dalla propria piccolezza pur non ammettendola, esaltati dalle mille
proposte quotidiane per l’elevazione rispetto al puro stato animale, egoisticamente protesi a far prevaricare il proprio centro su quello degli altri o a difendere
con qualsiasi argomento la propria centralità, mille uomini al centro di un mondo
crudo nascono, si accavallano, susseguono, alternano, affannano, scontrano,
muoiono, uccidono... in una ripetizione infinita, pezzi infinitesimali di ogni pezzo
infinitesimale di un puzzle senza centro e senza perimetro.
Titolo: L’uomo al centro
Alice Corbetta
Scultura
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Al termine degli studi accademici si dedica al texil design lavorando per diversi
studi comaschi, progettando collezioni per gli stilisti Galtiero Sarli e Trussardi. Ha
disegnato per aziende tessili come Mantero, Ratti e Vidivi.
Nel 1986 realizza una serie di incisioni per il poeta Antonio Mercurio per il libro “Lunaria”
edito da Crocetti Editore. Nel 1994 instaura un rapporto di collaborazione con Osta
Cartpet e Sitap curando la progettazione di collezioni di tappeti meccanici.
Nel 1995 collabora con Natuzzi per la progettazione di imbottiti realizzati da
Divani&Divani. Ha collaborato con l’architetto Luca Scacchetti e con il designer
Carlo Forcolini. Nel ‘98 incontra Riccardo Saltini con cui fonda il laboratorio
Orkarts, definendo il concetto di Design Art, articolato nelle esperienze del duo
creativo, da una ricerca che nel tempo coinvolge sempre di più la dimensione
tridimensionale.
Dal 2000 ha curato la presentazione e l’allestimento di alcune collezioni di moda
per Emporio Armani, Armani Jeans, Valentino Red. Realizza nuovi progetti di tappeti per Sitap. Con la mostra Infiniti Intrecci presenta una serie di incisioni e di
tappeti artistici.
Insieme a Saltini realizza interventi decorativi nell’interior design avvalendosi di
materiali resilienti per interpretare le superfici dell’abitare. Nel loro laboratorio
artistico producono superfici di tavoli, pannelli, quadri approfondendo la ricerca
di nuovi materiali nella loro interpretazione decorativa. Kitch Fetish
Alice Corbetta, Riccardo Saltini
La relazione tra uomo e tecnologia è sempre più stretta, nel suo vivere quotidiano, nella sua sopravvivenza, nel suo vizio.
Una connessione necessaria al disquilibrio dei propri bisogni, dettati da un modello sociale perverso nel suo stesso meccanismo.
Tanto che il riflesso di noi stessi attraverso la visione metabolizzata dai sogni
indotti trascina la fruizione della realtà in un involucro sicuramente falso in cui
l’attore quotidiano nasconde il proprio essere, nella sola visione riciclata e distorta della propria natura… nella disperata ricerca di un rinnovamento nei liquami
miracolosi da cui attingere nuove energie, stimolate da chissà quali metaforiche
promesse.
La sola paura della propria ombra… cercando qualcuno o qualcosa che confermi
una speranza di futuro riscatto dalla inevitabile sconfitta temporale.
Ridotto alla propria auto immagine l’uomo modello si veste delle proprie debolezze, camuffa la propria ipocrisia, suggella le velleità dorate di un edonismo ormai
smunto, perché la paura è il solo passaggio per un domani inevitabilmente senza
conferme.
Titolo: Kitch Fetish
Tecnica: polistirolo, resina, led,
pellicole prismatiche.
Dimensioni: cm 170x30
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Carlo Costanzelli
Fumetti animati
Titolo: Ultimo giorno di scuola
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Carlo Costanzelli è nato a Ferrara il 10 settembre 1990.
Vive e studia a Bondeno (Fe).
Fin da piccolo manifesta una spiccata passione per il disegno: sono di Carlo le
illustrazioni di tutti i suoi racconti.
Nel settembre 2000 vince un concorso per giovani cartoonist indetto da Disney
Channel e dai suoi disegni è ricavato un cartone animato trasmesso sullo stesso
canale e su internet.
Il suo primo libro s’intitola Le Scatole Stregate, scritto a soli dieci anni.
Nel gennaio 2006 partecipa alla trasmissione Piazza Grande (Rai 2) dove è intervistato da Giancarlo Magalli.
Dopo la pubblicazione di alcune fiabe, nel 2007 si avventura per la prima volta
nella dimensione del romanzo con ERA BUIO (Ed. Pendragon) .
Nel 2008 realizza i disegni per le locandine delle mostre “Sposissimevolmente”
e “Vinum in Villa” che si tengono a Villa Foscarini Rossi di Stra. Disegna inoltre
le copertine dei libri che celebrano i 50 anni di AVIS a Bondeno (Fe) e i 40 anni
della Polisportiva di Sermide (Mn). Dal 4 al 26 ottobre 2008 espone a Bondeno i
disegni di copertina dei suoi libri e le opere di grafica realizzate per pubblicizzare
eventi organizzati da Ludoteca e Informagiovani.
Lo stesso anno partecipa, come autore esordiente, alla Fiera delle parole che si
svolge dal 9 al 12 ottobre a Rovigo.
Vincitore di molti premi letterari, in Italia e all’estero, i suoi racconti sono presenti
nelle relative Antologie.
Dal 1° al 28 febbraio sono in mostra presso i locali del Centro Culturale Auxing di
Bondeno le sue opere di grafica e i suoi dipinti ad acrilico.
Ultimo giorno di scuola
“Ultimo giorno di scuola” è il videoclip dell’omonima canzone del mio amico
cantautore Marcello Ubertone. È stato realizzato montando in sequenza disegni
realizzati a mano, colorati con matite acquerellabili e acrilici ed elaborati con
Photoshop. Il programma di montaggio è Windows Movie Maker, per mezzo del
quale sono stati realizzati anche i rari effetti speciali che compaiono nel video.
Nella realizzazione di questo filmato si è voluto porre l’accento sui criteri di semplicità tecnica che lo caratterizzano, cercando di fare dell’aspetto “artigianale” il
suo punto di forza. I disegni in stile fumettistico vogliono trovare armonia con la
realtà scolastica trattata nella canzone e allo stesso tempo allontanare la vicenda
narrata da qualsiasi inquadramento spazio-temporale preciso.
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Fabio Cuttica
Fotografia
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Nasce a Roma nel 1973. Dopo l’infanzia e parte dell’adolescenza trascorsa in
Sudamerica, torno a Roma dove studia fotografia presso l’istituto Europeo di Design. È il 1999 quando inizia “ufficialmente” la sua carriera percorrendo le strade
della sua città come fotografo di cronaca per alcuni giornali nazionali.
Nel 2001 entra a far parte dello staff dell’Agenzia Fotogiornalistica Contrasto.
Questa nuova situazione lo porta quasi naturalmente a viaggiare verso l’America
Latina dove si concentra la maggior parte del suo lavoro, sviluppando reportage prevalentemente su tematiche sociali. Collabora abitualmente con magazines
italiani e stranieri: L’Espresso, “Io Donna” Corriere delle Sera, “D” La Repubblica,
Internazionale, Geo, Stern, Courier Intenational. Non dimentica l’Italia e per due
anni porta avanti un progetto sull’emergenza abitativa intitolato “la prima cosa”,
che viene premiato al “Canon giovani fotografi 2006”. Attualmente vive a Bogotà
(Colombia), lavora sull’America Latina e sta portando avanti una serie di progetti
sui cambiamenti sociali durante il governo “bolivariano” di Hugo Chavez in Venezuela e sulla situazione politico-sociale in Colombia.
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El Barrio (Caracas, Venezuela)
Una delle sfide più urgenti che dovrà affrontare il “socialismo del ventunesimo
secolo” annunciato dal presidente Hugo Chavez subito dopo la sua rielezione
nel dicembre del 2006 era la grave e inarrestabile ondata di violenza e criminalità
nella quale si trova sommerso oggi il Venezuela.
Paradossalmente in questi ultimi 10 anni di governo “chavista”, e al di là delle
“missioni sociali” promosse nei quartieri più poveri del Venezuela (attraverso le
quali vengono promosse assistenza sanitaria, educazione ed alimentazione gratuite) il governo non è stato in grado di frenare questa ondata di violenza che colpisce il paese, in special modo la capitale Caracas, trasformandola nella capitale
più violenta dell’America Latina.
La violenza a Caracas si manifesta quotidianamente sotto forma di rapine a mano
armata, sequestri e omicidi senza una ragione. Nessuno si salva: 90.000 morti
violente accadute negli ultimi otto anni, nel 2006 una media di 130 persone colpite da armi da fuoco ogni weekend in città.
L’origine di questo vero e proprio “dramma urbano” bisogna cercarlo nei “barrios” (quartieri popolari) di Caracas come sono Petare, il Pinto Salinas, Catia,
Carapita e tanti altri delle vere e proprie città nella città (il solo barrio Petare conta
piu di 1.500.000 abitanti). Quartieri dove il benessere che avrebbe dovuto portare
il “petroleo chavista”, ancora non è riusciuto ad arrivare lasciando almeno per il
momento immutata quella cultura a delinquere impregnata nei giovani, circondati
da un ambiente nel quale la fanno da padroni la musica rap e le droghe, il cui traffico si sta trasformando nel maggior affare dei barrios. Nei barrios della capitale
venezuelana “los malandros” (i delinquenti) la fanno da padroni imponendo a tutti
le loro leggi senza che all’orizzonte si intravedano possibili soluzioni.
Titolo: El Barrio (Caracas, Venezuela)
Hesam Daneshvar
Pittura
Hesam Daneshvar è nato il 3 aprile 1981 a Tehran.
A soli 14 anni si aggiudica il suo primo premio, assegnato dal “Museo d’Arte
Contemporanea di Tehran” per “La città in rovina”.
Nel 1997 inizia la carriera artistica, realizzando illustrazioni e spot pubblicitari.
Due anni dopo si classifica al secondo posto al “Festival Internazionale d’Animazione” di Tehran ed inizia a collaborare come insegnante con l’istituto centrale
di arti figurative di Tehran, collaborazione che si protrarrà fino al 2004. È qui che
comincia le sue ricerche sulla percezione visiva e sonora, come collaboratore e
assistente del professor Hanid Shans.
Nel 2004 vince il primo premio del “Festival Internazionale di Animazione” di
Bombay e l’anno seguente è ospite d’eccellenza al “Lucania Film Festival” e
“Roma Doc Festival”.
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Dal 2005 ad oggi prosegue le sue ricerche di composizione e orchestrazione
presso il Saint Louis College of Music di Roma.
Tragedia in cinque atti – Atto I
Corpi nudi di donna, corpi dai volti severi. Tra il grigio muro dei sottosuoli e i rosa
e gli azzurri dei paesaggi emersi alla luce del sole c’è uno spazio intermedio il cui
colore è il viola.
Sono rappresentazioni ricche di figure, ci sono sempre i violoncelli a suonare.
Compaiono così uomini dalle vesti ormai perdute che fanno sprofondare lo spettatore nella storia e rievocano mitologie immaginarie tra il tedesco e il persiano,
sintesi tra l’orientale e l’occidentale con al centro il tema della musica.
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Titolo: Tragedia in cinque atti – Atto I
Manuel De Cicco
Installazione
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Manuel De Cicco nasce 32 anni fa a Terracina, nella provincia di Latina, dove
comincia i suoi studi artistici al Liceo Fabio Filzi.
Già nell’età adolescenziale inizia la sperimentazione di materiali nell’utilizzo di
tecniche miste.
La sua formazione si consolida durante gli anni accademici a Roma.
Proprio nella Capitale comincia ad esporre partecipando a personali e collettive
che lo iniziano a frequentazioni con altri artisti.
Sempre negli anni dell’Accademia (1999) partecipa all’esposizione per il 45° Anniversario della scuola Nazionale di Danza con un’opera pittorica sul tema “La
Danza” esposta presso la stessa scuola.
Nel 2000/2001 partecipa su selezione alla Mostra Itinerante per l’America Latina: “Segni di Roma - Incisioni Moderne”, patrocinata dal Ministero Affari EsteriFarnesina.
Nello stesso anno vince uno dei dodici posti per l’ammissione alla scuola dell’Ar
te Della Medaglia presso l’istituto Poligrafico Zecca di Stato (Roma).
È proprio in questo ambito che si perfeziona nelle diverse tecniche, dalla scultura
a rilievo, alla modellazione, alla progettazione, all’incisione.
Nel 2004 vince il premio nazionale “Medaglia Calendario” per l’anno 2006 esposta nella mostra Internazionale delle Medaglie a Basilea.
Lo stesso anno vince il “Concorso nazionale Chante Claire” di progettazione di
gioielli con il patrocinio dei Beni Culturali. L’anello realizzato è in esposizione permanente al Museo d’Arte Etrusca di Roma. Negli ultimi anni si dedica alla scultura e grazie a questa collabora con diversi scenografi (sculture scenografiche per
il film “Ti Straamo” 2008) e frequenta il mondo degli effetti speciali lavorando con
la Mag Special Effect.
La Vita in Gioco
Mentre il pubblico ascolta la storia, la ciurma inizia a giocare.
Un branco cieco senza orizzonte che gioca alla vita con un pugno di freccette.
È la polvere bianca che non lascia impronte… sottende la vita in una spirale
perversa.
La droga non è un gioco!
Ma la vita è un premio.
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Titolo: La Vita in Gioco
Mattia De Salve
Danza
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Inizia a studiare hip hop all’eta di 7 anni, dal 1996 al 1999 fa parte del corpo di
ballo dei bambini nelle trasmissioni dell’Antoniano di Bologna quali la Festa della
mamma e lo Zecchino D’oro con le coreografie di Roberto Croce. Perfeziona lo
studio dell’hip hop con i maestri Marco Stramacci, G. L. Colonnelli, Olivia Lucchini, Federica Loredan, Byron, B. Green, Dante e con Cristina Benedetti e Betty
Style, ballerine nei videoclip di Ludacris, Jamiroquai, Missy Elliot e Ciara.
Nel 2002 a soli 11 anni entra a far parte di uno dei gruppi leader del panorama hip
hop itialiano Delirium Tremens coreografato da G. Luca Colonnelli e nel quale vi
rimane fino al 2006 partecipando a numerose rassegne e contest ed aggiudicandosi molti premi e riconoscimenti.
Contestualmente allo studio dell’hip hop affianca lo studio della tecnica classica
e della tecnica modern jazz con la maestra Gisella Biondo, si perfeziona con
maestri quali F. Buccellato, R. Paganini, A. Fedotov, A. Molin, M. Raciti, V.
Litvinov, M. Trayanova, P. Vismara, P. Russo, V. Dina, R. Strainer, S. La Chance, V.
Richard, M. Astolfi, G. Peparini, J.A. Rizzi.
Nel 2003 entra a far parte della compagnia Giovani Danzatori di Gisella Biondo
partecipando e ricevendo numerosi premi e riconoscimenti a concorsi e rassegne.
Nell’Estate 2006 partecipa al tour estivo dello spettacolo Cattivi Pensieri con la
Free Dance Company diretta da Kledi Kadiu, con coreografie di Veronica Peparini
e Giuliano Peparini. Nell’Estate 2007 collabora in qualità di ballerino con la Free
Dance Company diretta da Kledi Kadiu per lo spettacolo Emozioni, prendendo
parte all’International Fitness Tour con coreografie di Veronica Peparini e Giuliano
Peparini. In TV partecipa come ballerino al programma televisivo “Amici” di Maria
de Filippi (2007), “I Migliori Anni” di RaiUno con coreografie di Fabrizio Mainini
e “E’ nata... una Stella Gemella” su Canale 5 con Lorella Cuccarini, coreografie
di Bill Goodson. Da maggio a settembre 2008 prende parte come danzatore alla
produzione di Balletto 90 “SAHARA” con coreografie di Walter Matteini, primo
ballerino Giuseppe Picone.
Compagnia “Giovani danzatori”
presentano “Rechercher”
Musiche: A. Amar, W. Mertens, A. Part, Y. Tiersen, Umebayashi, Lamb
Interpreti: Veronica Bracaccini, Mattia De Salve, Sara Ferrante, Kamila Klesch,
Manuel William Rapicano
Coreografia ispirata da una frase di Socrate:
“Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”
La routine e la frenesia della vita moderna, reprimono gli istinti naturali di ogni
uomo. Rechercher è la ricerca della naturalezza e dell’essenzialità che riconducono l’uomo alla madre terra, passando attraverso le fasi dell’ingenuità, la
spensieratezza, la semplicità, i sentimenti e le forti passioni.
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Angelica De Stefano
Scultura
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Nata a Rieti il 6 marzo 1976.
Si diploma come Tecnico del cinema e della televisione, con qualifica di Assistente Scenografia, conseguito presso l’Istituto di Stato per la Cinematografia e
Televisione “Roberto Rossellini” di Roma con votazione 58/60 nel 1995.
Successivamente segue dei corsi di formazione professionale alla scuola artistica di scultura e materie plastiche Nicola Zabaglia della Regione Lazio nel 1998.
Sempre nello stesso anno frequenta lo Stage di restauro della durata di sei mesi
nel periodo tra luglio e dicembre 1998 promosso dal Ministero del Lavoro, riguardante l’opera di restauro degli affreschi del medaglione della facciata del “Collegio Romano” di Roma; restauro di ori, marmi e affreschi della Chiesa di Santa
Maria della Scala in Siena; restauro degli affreschi della Chiesa di San Silvestro
in Roma.
Ha avuto una breve esperienza in campo teatrale e teatro da strada con la compagnia di Fiano Romano.
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Daniela Di Mase
Pittura
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Nasce a Roma nel 1971.
La sua cultura generale si costruisce passando da un liceo scientifico ad un paio
d’anni nella facoltà di architettura, ed un paio di anni nella facoltà di scienze politiche, dove in entrambe sostiene esami con buon esito.
Ha seguito un corso di cartoni animati (vecchia maniera) e un corso di grafica e
fotografia alla “San Giacomo” di Roma.
Si è diplomata all’Istituto Europeo del Design (illustrazione e grafica editoriale).
Allestisce mostre e ha esposto i suoi lavori in mostre collettive e personali.
È stata stagista alla J.W.T. (agenzia di pubblicità) come assistente art director, ha
disegnato copertine di libri per la “Di Renzo” editore, e collaborato con la rivista
di satira “Boxer”.
Ha pubblicato alcuni lavori con la rivista “Lettere”.
Operatore del sistema non lineare “Avid” (sistema per il montaggio televisivo cinematografico).
Lavora come freelance nel mondo della grafica.
Elabora immagini con il sistema operativo mac ed i programmi Photoshop, Indesign, Illustrator, i-movie, Xpress, Premiere ed il pacchetto Office.
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A Fuoco
L’uomo al centro.
Una conseguenza, una sfumatura rossa.
Rossa e cangiante come il fuoco, con le sue inaspettate reazioni.
E c’era vento?
Titolo: A Fuoco
Tecnica: mista con elaborazione al
computer
(fotografia, trielina, matite, acquarello)
Dimensioni: variabili
minimo cm 21x55
Stina Ekelund
Fotografia
Nasce a Jonkoping, una piccola città del sud della Svezia, nel 1981.
Il teatro la porta a trasferirsi a Roma nel 2005, dove lavora come modella e studia
la lingua italiana, ma solo dopo aver vissuto tre anni a Stoccolma.
E proprio con il teatro inizia la sua carriera artistica quando a soli dieci anni già si
esibiva con una compagnia specializzata in commedie per bambini, fino a completare gli studi nel teatro/danza.
Il lavoro da modella la farà invece avvicinare alla fotografia, vista dall’altra parte
dell’obbiettivo.
Ora studia fotografia a Roma presso l’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata.
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Paola Fabiano
Fotografia
Nata a Salerno nel 1983, si laurea all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2005 ed
inizia da subito a partecipare a diversi concorsi artistici.
Nel 2007 partecipa all’esposizione collettiva di fotografia, pittura e video, del festival “Kaibakh Arti” (BG).
Nel 2008 è stato selezionato e pubblicato un suo racconto per il concorso letterario ”Parole in Corsa” (RM).
La sua ricerca artistica oscilla tra pittura, fotografia ed installazioni.
Nel campo della fotografia, in particolare, affronta temi che collegano la sua visione del presente e dei piccoli particolari a ciò che accade nella società, con
risultati dal tono sarcastico.
Ultimamente i suoi lavori fotografici prendono forma da fusioni di immagini, tanto
reali quanto visionarie e fantastiche, che racchiudono e trasmettono concetti che
variano tra la critica, la riflessione e la provocazione.
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Pensiero in seppia
Palcoscenico, in stile filosofico-romano, delle proprie riflessioni sul mondo e sul
proprio destino, destino dell’uomo che si intreccia a quello del Pianeta Terra, in
cui lui si sente il principale protagonista.
Lo scorrimento lento e inarrestabile del tempo e del Cosmo si intreccia all’evoluzione della società Umana.
Titolo: Pensiero in seppia
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Daniele Faiola
Pittura
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Ha frequentato l’Istituto Europeo di Design di Roma dal 1994 al 1998. Diplomato
nel corso di Illustrazione con la votazione di 110 e lode (Tesi: ‘In Forme’, ritratti
realizzati con varie tecniche), ha pubblicato dal 1998 al 2000 su ‘Lettere, la rivista
degli italiani che scrivono’, (Pineider edizioni/ Lettere editrice s.r.l.) e nel 1998 su
‘Boxer’ (il manifesto Cooperativa editrice). Nel 2001 ha pubblicato su ‘Il Cuore’,
settimanale satirico diretto da Riccardo Mannelli. Nel 2007 ha pubblicato sul visual magazine ‘Fefè’ di Luigi Vernieri.
Ha partecipato alla mostra collettiva di pittura ed incisione “Passaggio/Ponte”,
nell’ottobre 2007 alla Torretta Valadier di Ponte Milvio a Roma e alla mostra collettiva “I muscoli della democrazia”, curata da Riccardo Mannelli, nell’aprile 2008
e alla mostra “Incontrarte”, collettiva di pittura a cura di Aktivamente & Artedì e
allestimento di Raffaella Aresu nel maggio 2008 presso il c.s. Brancaleone.
Ha vinto il Primo Premio nell’Estemporanea di Pittura della città di Sermoneta
2005 e il premio dell’Assessorato all’Urbanistica nella Terza Estemporanea di
Incisione della città di Formello 2005.
La sua ricerca artistica si è sviluppata partendo dall’interesse vivo nello studio
della figura dal vero. Ha indirizzato il suo percorso artistico prevalentemente verso
la ritrattistica maturando nel tempo tecnica e velocità di realizzazione. Lo studio
di composizioni inerenti i temi dell’attualità con personaggi presi in prestito dal
mondo della politica, della cronaca e dello spettacolo, la costruzione di immagini
visionarie che nascono dall’incoerenza dei vari soggetti rappresentati.
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Eventualmente la verità (L’ansia di Cherie Booth)
Corpo, immagine, percezione di essa, culture, diversità: cosa sappiamo della
guerra in Iraq?
Informazione o disinformazione? Guerre fatte da professionisti dell’informazione
falsa o vera che sia. Guerre fatte su premesse False (prove riguardanti ipotetiche
armi di distruzioni di massa calamorosamente falsificate). Informazione manipolata in quanto negata.
Oggetti e soggetti che interagiscono in un ambiente spaziale di rappresentazione
dinamica, uno spazio in cui eventualmente… la verità.
La mia ricerca artistica si è sviluppata partendo dall’interesse vivo nello studio
della figura dal vero. Ho indirizzato il mio percorso artistico prevalentemente verso
la ritrattistica maturando nel tempo tecnica e velocità di realizzazione. Lo studio
di composizioni inerenti i temi dell’attualità con personaggi presi in prestito dal
mondo della politica, della cronaca e dello spettacolo, la costruzione di immagini
visionarie che nascono dall’incoerenza dei vari soggetti rappresentati.
Titolo: Eventualmente la verità
(L’ansia di Cherie Booth)
Tecnica: olio su cartoncino
Dimensione: cm 100x70
Anno: 2008
Mauro Fattore
Fotografia
È un foto amatore da circa 5 anni. È particolarmente entusiasmante per lui riuscire a cogliere nelle sue opere dei momenti di strada. Espressioni, gesti e situazioni
riescono ad emozionare sia lui, che non resta un mero spettatore del momento
ma ne è pienamente coinvolto, sia l’osservatore dello scatto, che spesso viene
colpito dall’estrema naturalezza dell’opera che quasi sente viva.
Il suo nome d’arte è ormai da tempo “sognidiautunno”.
La sua etimologia si ispira alla filosofia orientale secondo la quale la vita è un sogno. “Viviamo nel torpore rincorrendo continuamente illusioni e perdiamo di vista
l’essenza della vita, la sacralità dell’attimo presente”.
Il richiamo all’autunno è dettato dal suo stato d’animo sempre molto meditativo,
infatti secondo lui l’autunno è tra le stagioni quella che più di tutte stimola riflessioni sull’esistenza.
La fotografia è per lui la trasmissione, in uno scatto di un istante, di un’emozione
che dura una vita e che ci scuote dal profondo; un veicolo per le emozioni più
intime, una simbiosi tra l’animo del fotografo e quello del fotografato; tutto il resto
è soltanto una sterile fotocopia dell’ambiente circostante.
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Frammenti di strada
È una piccola finestra su persone che spesso vivono ai margini della società, che
si esibiscono gratis o per una manciata di spiccioli.
Persone che riescono a regalare delle forti emozioni tra l’indifferenza dei passanti
e la curiosità dei bambini.
Titolo: Frammenti di strada
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Alessandro Fornaci
Grafica e incisione
Alessandro Fornaci (Vantiber) nasce a Roma il 5 Agosto del 1974.
Nel 1994 si diploma a pieni voti al 1° Istituto Statale d’Arte Silvio D’amico di Roma,
nella sezione Arte della Stampa, dove negli ultimi due anni diventa assistente di
laboratorio sotto le direttive del Maestro Carlo Venturi. Ha fondato nel 2000 insieme a Frank Martinangeli il Laboratorio Sperimentale di Incisione, “Stamperia
del Tevere” punto di incontro e di coesione di molti artisti Incisori internazionali.
Dal 2003 frequenta il Centro Internazionale della Grafica Incisa di Urbino dove nel
2008 è assistente nel corso tenuto sulla sperimentazione del metodo S. W. Hayter,
con Pasquale Santoro e Giovanna Martinelli; lo stesso anno è docente in alcuni
workshop alla California State University of Fullerton e alla Orange Coast College
in CA. Nel 2009 tiene un altro corso presso la Stamperia del Tevere a studenti della
Chapman University CA. Ha partecipato a numerose esposizioni collettive e personali tra le quali ricordiamo: Auditorium Parco della Musica, Roma, “La periferia
al centro della trasformazione della città” collettiva di arti contemporanee organizzata dal Comune di Roma; Galleria del Seminario, Roma, “100 opere dei Maestri
del ‘900”; Ambasciata d’Irlanda, Sala Capizucchi, Roma, “Liberté, Liberté Cherie”;
IIIa estemporanea del Centro per l’Incisione e la Grafica d’Arte, Museo dell’Agro
Veietano (Formello); Selezione alla VIa edizione del premio Fabio Bertoni, Galleria comunale di Fermignano (PU); Collettiva di Arti Grafiche “Materia Incisa” passeggiata dell’isola Tiberina, Roma; Mitreo Arte Contemporanea, “Mille artisti per
l’unità” collettiva di Arti Contemporanee, Roma; Collettiva “Percorsi dell’Incisione
contemporanea da Valencia a Urbino” Sala espositiva nella Biennale di arte grafica
contemporanea nel politecnico di Valencia (ES); Auditorium del Liceo “E. Montale”
in occasione della IV Stagione Concertistica “Invito alla Musica” espone incisioni
dal tema, “Paesaggi e Passaggi” insieme all’artista A. Consiglio; Personale Studio
RGB, Roma, “Come andamento: non avrai altro IO all’infuori del SÉ”; Collettiva “da
Urbino a Lodz” Galleria Municipale d’arte Contemporanea di Lodz (PL); Personale
“Amerika – Sumerika” Grand Central Art Center, Santa Ana (CA).
Hanno scritto delle sue opere: Stefano Pallagrosi, Giuseppe Selvaggi, Liliana Leopardi, Pasquale Santoro, Pino Reggiani e Eduardo Ciampi. Le sue grafiche incise
e i suoi disegni sono presenti in molte collezioni Pubbliche e Private, italiane ed
estere. Vive e lavora a Roma.
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Titolo: Civiltà post-atomiche
Tecnica: ceramolle, acquaforte,
acquatinta, bulino, fotoincisione su
polimero
Dimensione: cm 27,7 X 21,5
(stampata su Hahnemuhle
cm 40,5x50)
Anno: 2005
Edizione: (4 P. di Stato, 10 P.d’A.),
ed. XX esemplari
Civiltà post-atomiche
L’opera utilizza l’immagine di una delle tante sculture in diorite del III° millennio a.C.
del re-pontefice Gudea della città Sumera di Lagash. La culla della civiltà occidentale affonda le sue radici proprio in quei luoghi dove agli albori della storia si videro
affiorare le prime strutture urbane, come ad esempio la civiltà sumera che diede
le basi per la scrittura, per i primi poemi epici e resoconti amministrativi, politici,
sociali, giuridici, lo studio dell’astrologia, matematica, alchimia e molte altre scienze che si svilupparono poi nei secoli a venire. Proprio per i loro metodi di calcolo
che variavano dal decimale al dodecimale e sessagesimale, è stato inserito sulle
ginocchia del soggetto al posto della tavola votiva con la mappa del tempio e la
preghiera in cuneiforme, un computer e la stilizzazione di un desktop. L’impressione a rilievo dei lucidi delle tastiere digitali, che fa da contorno all’immagine del
“Gudea”, ricorda proprio la mappa del tempio di “Inanna”, al fine di mettere in luce
la società “moderna” che è andata a riassorbire, a “democratizzare” quello che è
l’odierno Iraq. “L’uomo al centro”, in questo caso (in una delle sue raffigurazioni
storiche primordiali), viene imprigionato da quella struttura “artificiale” che rappresenta la virtualità del mondo illusorio contemporaneo tecnologico e sintetico, che
lo allontana sempre più dalla sua natura vera ed essenziale.
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Valerio Giacone
Pittura
“Quattro ore nell’aldilà”, scritto da Mario Laterza ed edito da Progedit, rappresenta uno degli ultimi lavori a cui Valerio ha collaborato come illustratore
(copertina e illustrazioni interne).
Attualmente espone i suoi lavori a Roma, presso la Galleria d’arte Spazio 120,
in via Giulia, e presso lo spazio “Lubecca”, in via del Governo Vecchio.
Senza titolo
Valerio Giacone disegna, dipinge, illustra.
Si forma inizialmente a Roma, presso la bottega del pittore Luciano Beccaria e,
contestualmente, studia fumetto e illustrazione seguendo i corsi della Scuola Romana del Fumetto. Si trasferisce a Barcellona lavorando con la pittrice Carmen
de los Llanos Ochoa.
Dalla narrativa alla pittura, passando per il teatro e la graphic novel, trae costante
ispirazione dal quotidiano, guardando e osservando ciò che si muove intorno a lui.
Ha pubblicato, nell’ambito di un progetto realizzato da ASIA Onlus e co-finanziato dalla Commissione Europea, il racconto illustrato “C’era una volta il Tibet”,
che ripercorre gli anni decisivi della sofferta storia del popolo tibetano. Il fumetto
è stato tradotto in inglese e diffuso in Italia e in Europa.
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L’opera in questione appartiene alla serie nominata “Rottamati”.
I soggetti dipinti sono i prodotti della nostra società del consumo, i prodotti di
noi stessi. Se pur usurati dal tempo e deformati nello spazio, questi soggetti
riacquisiscono dignità, utilità e si ergono a testimoni di paesaggi in movimento, così come di eterne immobilità. L’uomo, al centro del processo produttivo,
crea questi mostri; d’altra parte, in qualità di essere distruttivo, abbandona,
destruttura, demolisce ciò che ha contribuito a far nascere.
Ogni rottamato porta con sé una storia, una lotta alla sopravvivenza, una spinta all’assoluto; io non faccio altro che togliere quella pellicola che nasconde
la verità, celata tra le venature di un legno o tra i grani di ferro scartavetrati
a forza, restituendo all’essere umano la sua funzione creativa che lo rende
in grado di reinventarsi e reinventare. Il supporto utilizzato riflette la scelta
dei soggetti dipinti. Si tratta di vecchie palanche o ante d’armadio di legno
dismesse, scarti di ferro o carta riciclati. È un lavoro simbiotico in cui non mi
fermo alla superficialità di una tela, ma scavo, incido e ricostruisco, seguendo
le indicazioni che la materia stessa mi propone.
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Titolo: Senza titolo
Tecnica: acrilico ed emulsioni su legno
riciclato
Dimensioni: cm 120x60
Veronica Giorgetti
Pittura
Nata il primo gennaio del 1977 consegue il Diploma di Belle Arti a Roma nell’anno
2002-03 con una valutazione di 110/lode. Segue diversi corsi di specializzazione
in decorazione e scenografia.
Dal 2002 collabora con Domenico Bianchi, artista di chiara fama. Ha insegnato
discipline pittoriche e dato lezioni private di moda e costume.
Le sue opere sono state esposte a Roma, Milano, in Sicilia ed in Toscana.
Caut servici
Quest’opera fa parte di un corpo più ampio di ritratti, la cui scelta è mossa prevalentemente da un interesse di carattere estetico, spesso collegata al contesto
a cui i soggetti appartengono.
La storia di questo ritratto risale ad un momento in cui la mia curiosità era orientata alla ricerca di volti espressivi ed intensi, carichi di una storia e di un vissuto
molto lontano dal mio.
Nel caso specifico, i volti che trovavo più interessanti erano quelli delle nomadi, le
cui espressioni unite alle loro azioni, hanno da sempre stimolato in me la curiosità
di svelare i retroscena delle loro vite.
Più che un volto, la cui estetica può risultare più o meno gradevole, ciò che ho
tentato di raccontare è la realtà di un mondo attraverso gesti ed espressioni, rielaborandoli come elementi strutturali utili alla composizione di un’opera.
Così avviene il secondo passaggio che si avvicina all’intento di trasformare un
soggetto in una “nuova” immagine la cui natura viene completamente stravolta e
in cui le “sue” origini passano immediatamente in secondo piano, per dare spazio
ad un’espressività di carattere più pittorica e meno descrittiva.
La collocazione del soggetto in uno spazio non-spazio tenta di rafforzare il concetto per cui una figura, di qualunque natura essa sia e in qualunque spazio
venga inserita, può raggiungere l’astrazione di se fondendosi con ciò che la circonda; senza pretendere alcun diritto di precedenza.
Forma e contenuto diventano una cosa sola.
L’ambizione dunque, di questo lavoro è di raggiungere quell’armonia cromatica e
strutturale che consenta ad un’immagine di parlare un linguaggio universale.
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Titolo: Caut servici
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Jessica Iapino
Video artist
Titolo: Bring me back_HIGH
Anno: 2007
single channel DVD video, 02:30” + sound
written and directed by Jessica Iapino
sound Alessandro Landi
editing Jessica Iapino & Domina
Colonna
music Alesandro Landi
A Bloomer Production © 2007
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Nata il 14 Ottobre 1979 a Roma dove vive e lavora. Artista dal curriculum interdisciplinare, con interessi che vanno dal video al cinema alla fotografia. La sua ricerca
consiste in un’indagine sociologica e culturale. Un’analisi introspettiva con uno
sguardo alla società contemporanea ritraendone gli aspetti più semplici, più umani, di una quotidianità e umanità che non vogliamo vedere. Un’operazione contro
un’ipocrisia generale. Attraverso una filosofia di pensiero in costante “costruzionecostrizione”. Diplomata alla Marymount International School continua i suoi studi
presso la A.U.R. American University in Rome. Tra le principali esposizioni personali e collettive istituzionali: “HERO” Arturarte Contemporanea Roma, 2004 a cura
di Paola D’Andrea / “EDEN” MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea
Roma, 2006 a cura di Micol Di Veroli / Gemine Muse “Le Jeu de l’Hombre” (lo sviluppo delle virtù cortesi) Museo Napoleonico Roma, 2007 a cura di Antonio Arèvalo
/ “bring me back_HIGH” L’Union arte contemporanea in co-produzione con la fondazione VOLUME! Roma, 2008 a cura di Alessandro Facente. Tra i principali Film &
Video Festivals: “The Berkeley Film and Video Festival 2006” dove vince il “Grand
Prize Award - Arts” Stati Uniti, 2006 / “Detroit’s 10th International Film, Video and
New Media Festival” Stati Uniti, 2006 / The Museum Of New Art (MONA) Stati
Uniti, 2007 / “Signale - Project “Ostrale” Ex –Mattatoio Dresda – Germania, 2007
/ “Project 59 seconds” Norvegia, Francia, Germania e Stati Uniti, 2008 / “ViDea 2”
FraC Fondo Regionale d’Arte Contemporanea, 2008 / Optica Festival Gijon 2008,
candidato al Optica Award per Artisti Indipendenti, Gijon, Madrid e Parigi.
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Bring me back HIGH
Nasce dall’idea di interpretare uno stato mentale e fisico di impotenza. Ciò può
avvenire nell’istante (lungo o breve) tra il distacco dal corpo. Uno stato di cui non
sappiamo molto fino a che non ci si arriva. Un qualcosa che sappiamo che avverrà
prima o poi ma non sappiamo cosa e qual è la sensazione che si proverà, se si
proverà qualcosa. Quindi è un interpretare, immaginare una parte di vita o dopo
vita… Tutto questo in senso più ampio può ritrarre anche un qualsiasi stato mentale vegetativo o momento di pazzia o schizofrenia. Per questo motivo la scelta dello
sdoppiamento dall’uomo alla donna e vice versa. Un conflitto psicologico. Un’indecisione, un trovarsi sempre di fronte ad una strada che davanti a noi si sdoppia.
Bring me back come fosse una preghiera (riportami indietro) HIGH in alto…
Street-game (HERO)
Miglior opera presentata sul tema della prevenzione all’uso delle sostanze stupefacenti.
Camera mossa, inquadrature dall’alto, immagini in bianco e nero che scorrono
con lo stesso ritmo energico della musica, impegnate a seguire i piedi di qualcuno che gioca “candidamente” a campana. Ma al posto della tradizionale campana, il gesso traccia la forma di una molecola: quella dell’eroina…
Titolo: Street-game (HERO)
Anno: 2004
single channel DVD video, 03:20” + sound
in collaborazione con Bomba Production
written and directed by Jessica Iapino
player Fabio Carcangiu
director of photography Gianluca
Bombardone
editing Federico Rosella
music Alessio Moncelsi
Carmen Iorio
Pittura
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Nasce in provincia di Salerno il 13 luglio del 1978, a Castelcivita. Nel Cilento
vive la sua adolescenza. Si appassiona fin da piccola al disegno e coltiva questa
passione frequentando il Liceo Artistico “C. Levi” di Eboli, sezione Architettura.
Conseguito il diploma, si iscrive all’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di
Perugia. Frequenta la sezione di pittura e si laurea con una tesi in Incisione Calcografica con una valutazione di 110/110. Negli anni universitari inizia una personale ricerca nei diversi linguaggi dell’arte, dai segni dell’incisione calcografica alle
sperimentazioni materiche. Contemporaneamente frequenta un corso di restauro
che le ha permesso di iniziare esperienze professionali in questo ambito. Ha continuato a mantenere parallele le due discipline iniziando a mutuare tecniche e
approcci dall’uno all’altro contenitore, realizzando su commissione di privati ed
enti pubblici numerose decorazioni e dipinti murali. Dopo l’accademia ha esposto e partecipato a premi numerose volte. Tra queste, “Progetto Passaggio a Sud
Ovest”, mostra collettiva, itinerante, in Africa nord accidentale, con esposizioni
e laboratori presso scuole ed istituzioni locali; “Libero libro”, mostra collettiva di
incisione e grafica contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti “P. Vannucci” di Perugia; “Intelligenza globale”, esposizione collettiva di pittura scultura e
grafica, Palazzo Genovesi, Salerno; V edizione internazionale del premio Agazzi,
Mapello, Bg., opera segnalata e ammessa all’esposizione collettiva per la sezione Grafica; “Luci colori e forme del III millennio”, città internazionale universitaria
Maison de l’Italie, Parigi; “È tenera è la luce”, esposizione permanente di dipinti
murali all’aperto; “Esponi e sovverti”, laboratorio di pittura gestuale e creativa
per bambini, Bellosguardo (Sa). Attualmente, insegna disegno e storia dell’arte
presso il Liceo Ginnasio Statale Virgilio di Roma.
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Pelle 3
Adrenalina come unica sostanza naturale in grado di sprigionare energie propulsive nei giovani, come nel resto del regno animale. Le pellicce, le pelli, le corazze
degli animali ne sono l’icona, l’immagine simbolo. Lavoro sulle loro linee, i loro
colori, il loro movimento. Lavoro sulla pelle come protezione e veicolo, tramite
e superficie di contatto. Sulla pelle come non-luogo, attraversamento, segno e
simbolo. Come luogo comune o pregiudizio. Come organo condiviso da tutti gli
animali vertebrati, matrice di affinità. Come motivo di discriminazione, attribuzione razziale. Lavoro sulla pelle nell’arte, con un’attenzione particolare a questo
“oggetto-concetto”. La pelle è il limite estremo rispetto al mondo: luogo di scambio, organo sensibile e superficie di contatto. Una metafora che ha sostanza fisica. Partendo dai miei ambiti tecnici, la pittura in primis, ho elaborato il concetto
di pelle ponendolo in una frizione creativa con lo stesso suo contenuto simbolico:
quello di non-luogo o luogo comune, protezione o confine, valore o pregiudizio.
Attraverso dei segni, una superficie bidimensionale, come una pelle, si connota,
acquista contenuti e profondità. L’opera “Pelle 3” fa parte di una serie di lavori
che esplorano questa direzione. Realizzati su cartoncino “murillo” martellato, su
cui intervengo con pastelli ad olio texturizzando il segno pittorico, rappresentano
la mia ricerca intorno al concetto-immagine di “pelle”. La pelle, infatti, è anche il
confine sensibile fra ciò che è il nostro universo interiore e il mondo esterno. Tra
la percezione, quindi, dell’opera d’arte e il suo esistere nella realtà.
Titolo: Pelle 3
Antonietta La Rocca
Pittura
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Nata a Roma, si diploma all’Istituto Statale d’Arte “Silvio D’Amico” nel 1983 e
all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1987.
Durante questi anni approfondirà i suoi studi sulle tecniche delle arti applicate:
dalla decorazione pittorica al mosaico, dall’affresco alla scultura.
È allieva di Achille Pace, Nato Frasca e Alessandro Trotti ed è proprio all’Accademia di Belle Arti che il suo rapporto con la pittura si salderà in modo definitivo.
Nel 1990 entra a far parte del gruppo di artisti della galleria G.F. di Roma, dove
conosce e collabora con diversi pittori del territorio, tra cui lo studio del pittore
Armando Farina.
L’esperienza artistica della pittrice romana con quella dell’artista salernitano la
porterà ad avvicinarsi molto di più a tematiche astratte-informali.
Sue mostre personali presso la Galleria “The society of European Artist” (Edimburgo), la Galleria “Solenelventre” (Marina d’Ugento – LE), “Barrique” (Roma), Teatro Affabulazione (Roma), Teatro del Lido (Roma), Galleria “Farinelli” (Terminillo),
Garden Grove (Borgo Pio, Roma), Performance “Riciclonda” (Ostia Lido, Roma),
Teatro S. Chiara (performance/spettacolo, Roma), Corpovivo - Art Gallery (Ostia
Lido, Roma), Arte Fiera (Padova), Expò Arte (Bari), Expò (Forlì), Vit-Arte (Viterbo).
Ha inoltre partecipato con le sue opere a varie collettive sul territorio nazionale.
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Paloma
L’ascendenza estetica dell’opera pittorica “PALOMA” è tendenzialmente d’impronta Espressionista - Astratta, dove per espressionismo intendo la liberazione
del colore che acquista significato espressivo e valore per se stesso.
La mia ricerca è nella forma tracciata e colorata, dando evidente espressività
nelle tessiture aggrovigliate che mostrano la spinta di una materialità dinamica.
“PALOMA” è un’opera pittorica aperta a soluzioni diverse, a linearità progressive
che si inseriscono nei labirinti delle strutture, sempre sostenuta dalla libertà del
segno.
La pittura per me diventa un modo di sentire ed esprimere il sentito, la traduzione
del parlato e del non detto, dove questo intrigo interiore trova spiragli per farsi
materia pittorica, per rappresentare l’indicibile.
Titolo: Paloma
Tecnica: mista su tela di juta
Dimensioni: cm 200x150
Davide Lombardi
Arte multimediale
Davide Lombardi, trentenne, artista multimediale, esordisce nel mondo dell’arte
componendo musica elettronica alla fine degli anni ottanta, realizzando diversi
album.
Titolo: Ghosts in Manhattan
Ghosts in Manhattan
Questa opera vuole avvicinarsi al sentimento d’impotenza e nello stesso tempo
di adrenalina scaturiti dalla paura avvenuta nel settembre 2001 quando due
aerei si abbatterono contro le Twin Towers di NYC. In quell’instante la mente
correva veloce e tutta la vita passava davanti all’uomo al centro.
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Leandro Lottici
Scultura e pittura
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È nato a Roma il 18 luglio 1979. Già finalista del Premio Nazionale delle Arti,
consegue il diploma accademico in scultura.
Mette a punto una personalissima tecnica pittorica che vede l’unione degli
smalti industriali al catrame e alla combustione plastica per rappresentare il
paesaggio urbano attraverso gli scarti che la metropoli stessa produce: grattacieli, gru e automobili ritratti in prospettive da capogiro, protagonisti solitari che
si materializzano anche plasticamente nelle sue sculture.
Partecipa a numerose mostre collettive (tra cui si ricordano gli spazi museali
della Galleria d’Arte del Teatro dell’Opera de Il Cairo - Egitto, il Museo Venanzo
Crocetti - Roma, Palazzo Valentini - Roma, Città Proibita e Villaggio Olimpico Pechino, Cina) e diverse sono le sue personali (tra cui Sinfonia urbana - echi
dalla città, Galleria Il Narciso - Roma, in occasione della quale è stata presentata la monografia Catrame e Plastica con un testo di Ida Mitrano e Una tartaruga
in città - sorpasso alla moviola, Rocca dei Terzi - Sissa - Parma, con catalogo
completo della mostra con un testo di Gabriele Bianconi e presentazione critica
di Lorenzo Canova).
Sue opere sono state acquistate da diversi enti pubblici (tra cui Stato Città del
Vaticano, “Agenzia delle Dogane - Ministero delle Finanze” e “Fondazione Catel”). Autore di monumenti ad Arrone (TR), Fontenuova (Rm) e Sissa (PR). Vive e
lavora a Roma, dove espone alla Galleria Il Narciso, sua esclusivista.
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Titolo: La torre del bianconiglio
Dimensione: cm 200 x 50 x 50
Tecnica: acciaio inox
Anno: 2009
Lucia Amalia Maggio
Installazione
Nasce a San Bonifacio (VR) il 22 Febbraio 1974.
Nel 2003 consegue la laurea in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti G. B.
Cignaroli di Verona; nel 2006 consegue la laurea Specialistica in Progettazione e
Produzione delle Arti Visive presso lo IUAV di Venezia. Nel 2008 consegue il titolo
per il Corso di Perfezionamento Interfacoltà in Economia e Management dei Musei e dei Servizi Culturali presso l’Università di Ferrara. Nel 2007 vince il Premio
di studio Paolo Grassi per tesi di laurea dedicata all’organizzazione, economia e
legislazione dello spettacolo e alla formazione del pubblico con la tesi “Il museo
allargato”.
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Attività espositiva
Nel 2008: MO>VI ARTE, Palazzo Spada, Vigonza; Decennale del Premio di Pittura
Paolo Parati, Società per le Belle Arti, Milano; Intervallo: Pausa, Installazioni e performance dall’Archivio Giovani Artisti Italiani, RistorESU, Padova; chora=spazio,
Sentieri nell’arte, un percorso nella Val del Tasso, Caprino Veronese; Dall’Accademia alla Fornace, arte per lo sviluppo del territorio, Fornace di Asolo; Nuovi
Segnali, a cura di GAI Padova, Palazzo del Liviano, Piazza Capitaniato, Padova;
The word is yours, Le parole più usate nella semiosfera dell’arte contemporanea,
Fabbrica Borroni, Bollate, Milano.
Nel 2007: Arte Laguna, Primo Premio Internazionale di Arte Fotografica, Mostra
Itinerante di Arte Fotografica, Centro Storico di Mogliano Veneto.
Nel 2006: Quaranta per Quaranta. Circa., PAD Pay and Display, Verona; Campo
Venezia, progetto collaterale alla 10ma Biennale di Architettura, Centro Zitelle,
Venezia; Sentieri nell’arte, un percorso nella Val del Tasso, Valle del Tasso, Caprino Veronese; Catalogazioni emozionali, personale, Spazio Espositivo Galleria
Testoni, Verona.
Nel 2005: CasTiNg, progetto per la 51ma Esposizione Internazionale d’Arte della
Biennale di Venezia, Palazzetto Tito, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia;
Mappening, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia.; Unbuilt Roads, partecipazione in Domus Circular, Milano.
Nel 2004: guardarsIntorno, a cura di Cesare Pietroiusti, Galleria A+A, Venezia; VII
Concorso di Arti Visive “Paolo Parati”, 3° Classificata, a cura di Roberto Mutti,
Vittuone (Mi); V° Concorso Nazionale “Gaetano Morgese”, Chiostro delle Clarisse, Terlizzi (Ba); Fuori registro, a cura di Marina Mojana, Gran Guardia, Verona;
Transmission, Bassano del Grappa (VI).
Nel 2003: Forma e Colore in Movimento, a cura di Giusy Caroppo, Istituto Cervantes, Roma; Il guerriero di Capestrano, II° Concorso Internazionale di Arte
Contemporanea, Museo Archeologico Nazionale, Chieti.
Nel 2002: EXTEMPORE 2002, Simposio Internazionale delle Accademie di Belle
Arti presso Suvereto, Livorno, con l’installazione “Qualcuno ci guarda”; Figure.
Tracce per una nuova iconografia, Pala De Andrè, Ravenna.
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Game
Un domino di 196 pezzi delle dimensioni di 50 x 30 x 10 mm ciascuno, realizzato
in plexiglass. Ad ogni pezzo corrisponde una delle 196 bandiere indipendenti del
mondo.
Bandiere come rappresentazione ed emanazione del sentirsi appartenenti ad una
comunità, che si differenzia da tutte le altre ma che si relaziona imprescindibilmente ad un sistema e da esso dipende: ogni singolo, nelle relazioni e nelle
competizioni, ricopre un ruolo autonomo e insostituibile, ma allo stesso tempo
interdipendente.
Come nel domino, se un anello manca la catena si spezza, se crolla una tessera
crolla il sistema intero.
Le relazioni e gli equilibri fra gli uomini e le nazioni, per quanto instabili, costituiscono una rete indissolubile, una piattaforma che si regge sulla condivisione di
valori comuni, sulla conoscenza ed il rispetto delle medesime regole.
Titolo: Game
Emiliano Mancuso
Fotografia
Emiliano Mancuso è nato a Roma nel 1971. Ha iniziato tardi a pensare alla fotografia come mezzo per raccontare storie e per ritrarre la realtà. Finchè all’età di
28 anni ha iniziato a lavorare come “free lance”. Nell’autunno del 2002 è entrato
a far parte dell’agenzia “Grazia Neri” ed i suoi reportage sono oggi pubblicati dai
più importanti magazine italiani e stranieri.
Nel 2004 vince il premio “Canon Giovani Fotografi” e nel 2005 il premio “Fnac,
Attenzione talento fotografico”. Partecipa, nel 2006, al volume fotografico “Made
in Italy”, un reportage sulla crisi economica dell’Italia agli inizi del nuovo millennio, edito dalla casa editrice Trolley Ltd.
Le immagini esposte fanno parte del libro fotografico di Emiliano “Terre di Sud”.
Terre di Sud
Scatti a colori per raccontare in modo efficace e suggestivo quel cuore unico,
fatto di dramma e commedia al tempo stesso, del Sud del nostro Paese, che
chiamiamo da più di un secolo “Questione Meridionale”. Le immagini, di forte
impatto emotivo, sorprendono e raccolgono in un’unica atmosfera, in un’unica
realtà la grande varietà di “Terre” del Sud d’Italia.
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Titolo: Terre di Sud
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Frank Martinangeli
Fotografia
Titolo: Atomo
Tecnica: stampa da 21 matrici con
tecniche acquaforte, craquelét,
morsura aperta e circuiti elettronici,
stampata con metodo Heyter
Dimensioni: cm 45 X 45 (stampata su
carta cm 50 x 70)
Anno: 2008
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Nasce a Melbourne nell’ottobre del 1973.
Trasferitosi in Italia in giovane età si iscriversi all’Istituto Statale d’Arte di Roma
Silvio D’amico. Negli ultimi due anni ‘93 e ‘94 diventerà assistente di laboratorio
sotto le direttive del maestro Carlo Venturi. Dopo il periodo scolastico continuerà
attraverso un percorso auto-formativo mirato alla scoperta e quindi alla sperimentazione di nuovi metodi e “maniere” nel 2008 è assistente ai corsi estivi organizzati dal KAUS di Urbino sulla sperimentazione del metodo S. W. Hayter, con
Pasquale Santoro e Giovanna Martinelli; in seguito tiene dei workshop alla California State University of Fullerton e alla Orange Coast College in CA. Nel 2009
tiene un altro corso presso la Stamperia del Tevere a studenti della Chapman
University CA. Ha esposto le sue opere in numerose mostre collettive e personali
tra le quali: Galleria S. Francesco a Ripa, Roma, espone Incisioni insieme a A. Fornaci; Galleria S. Francesco a Ripa, Aspetti d’arte contemporanea; Collettiva “5 in
Arte Tempo”, Studio de Cataldo, Roma. Galleria del Seminario, Roma, “100 opere dei Maestri del ‘900”; Ambasciata d’Irlanda, Sala Capizucchi, Roma, “Liberté,
Liberté Cherie” in occasione della campagna di Amnesty International contro le
donne oppresse nel mondo; IV Rassegna Internazionale di Arte Contemporanea
“Another world is possible” Museo Storico della Fanteria, Roma; Selezionato alla
VI edizione del premio Fabio Bertoni, Fermignano (PU). Collettiva di Arti Grafiche
“Materia Incisa” passeggiata dell’isola Tiberina, Roma; Mitreo Arte Contemporanea, Roma “Mille artisti per l’unità” collettiva di Arti Contemporanee; Collettiva
“Christmass” Studio CA Contemporary Art, Roma; Museo Orsini, Roma “Madre
Terra” Collettiva di arte contemporanea; Auditorium del Liceo “E. Montale” in
occasione della IV Stagione Concertistica “Invito alla Musica” espone incisioni
dal tema, “Nel segno della Materia” insieme all’artista A. Pacini; Personale “Creation…” Grand Central Art Center di Santa Ana (California); Centro per le arti e la
cultura Mocobo “Etching Signs” Collettiva di Grafica Incisa. E’ in programma per
marzo 2009 una mostra presso la Chapman University.
Vive e lavora a Roma dove ha fondato nel 2000 insieme ad Alessandro Fornaci
il Laboratorio Sperimentale di Incisione “Stamperia del Tevere” punto di incontro
e di coesione di molti artisti Incisori. Le sue opere sono presenti in numerose
collezioni pubbliche e private, italiane ed estere.
Atomo
Atomo è la terza fase d’una serie di lavori in costante crescita, un puzzle di matrici calcografiche e schede riciclate di computer. Nel opera appare una mano,
metà umana metà “computerizzata”, con al centro una foglia. Volevo rendere
l’idea di una origine di vita legata alla natura ma ormai mutata da un’evoluzione
tecnologica.
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Jacopo Meucci
Art design
Jacopo Meucci (Roma 1983) è un artista e web designer italiano che vive e lavora
a Roma.
Ecce Homo
L’opera è composta da sedici lastre di alluminio anodizzato su cui è adagiato il
fossile di un’octopus vulgaris. La superficie di alluminio è parzialmente coperta
da vernidas, plastica bruciata, terriccio, inchiostri. Su ogni singola lastra sono
applicati segni grafici per mezzo di trasferibili. All’estremità di ciascuno degli otto
tentacoli dell’octopus sono fissate delle piccole lastrine di rame che recano le
seguenti iscrizioni: “procreation”, “silence”, “beauty”, “nature”, “language”, “distruction”, “love”, “time”.
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Titolo: Ecce Homo
Roger Nicotera
Fotografia
Nato a Roma nel 1974, scrittore e fotografo di moda, ha esposto a Roma (Galleria
di Arte e Design Gard “Retrospettiva di arte contemporanea”; Casa d’Aste Bloomsbury Auction “One Image Day” evento a cura di Pamela Cento) e New York
(Onishi Gallery “XX Women made in south of Italy” a cura di Pamela Cento).
Ha pubblicato sul settimanale Ninja&Lab magazine “Carne in prestito” (Fabio
Croce Editore).
W&R#08
Il progetto fotografico “W&R#08” intende rappresentare l’uomo al centro, centro
che altro non è che “se stessi”, protetto da un unico e sottile abito di argilla bianca che lo avvolge nascondendolo e proteggendolo dalle tentazioni e dalle follie.
Un rifugio impalpabile che consente ad ogni uomo di muoversi in una società
che pone l’essere sempre meno come irripetibile ed unico elemento e sempre più
come una figura statisticamente atta al consumo.
Il progetto si articola in una serie di ritratti, una breve riflessione in un momento di totale distacco dall’obiettivo fotografico, consegnando allo spettatore uno
sguardo sincero e nudo liberando sensazioni che vanno oltre la composizione e
la luce dell’immagine stessa.
Le immagini prevedono la stampa lambda su alluminio formato cm 50x70.
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Titolo: Uomo al centro
Tecnica: stampa lambda su alluminio
Dimensioni: cm 50x70
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Serena Noto, Elena Botta,
Edoardo Ferrari, Ida Vinella
Performance
Elena Botta, attualmente iscritta al corso di Multimedia Web Design all’Istituto
Quasar University Rome, laureanda alla laurea magistrale in DAMS Teatro Musica
Danza. Ha realizzato per lo spettacolo “Eretiche Bisbetiche Profetiche” di Paola
Maffioletti un video di Backstage, proiettato al Teatro Palladium all’interno della
rassegna DAMS Film Festival e altri video-documento per laboratori all’interno
dell’Università.
Edoardo Ferrari, attualmente iscritto al Corso di Laurea in Architettura, ha studiato da autodidatta tecniche di composizione di musica mediante strumenti
elettronici. Ha realizzato le musiche e il montaggio per il cortometraggio di Giuseppe Bonifati dal titolo “Qui es tu tu me tu (es)”.
Ida Vinella, attualmente iscritta alla laurea magistrale in DAMS Teatro Musica
Danza, è impegnata in un lavoro di ricerca come attrice.
Ha studiato con alcuni allievi della Scuola d’Arte Drammatica di Mosca all’interno del gruppo Dinamo Teatro. Ha partecipato a laboratori formativi e di tecniche performative con Marco Martinelli, Riccardo Vannuccini, Paola Maffioletti
(teatro-danza) e come attrice ha partecipato al Napoli Teatro Festival Italia con
lo spettacolo “Affascinata” di Giuseppe Bonifati, al Vie Festival e al DAMS Teatro
Festival.
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Serena Noto, attualmente iscritta alla laurea magistrale in DAMS Teatro Musica
Danza, è impegnata in un lavoro di ricerca sulla scrittura e sulla voce.
Ha partecipato a laboratori di scrittura e di tecniche performative con Marco
Martinelli, Fabrizio Crisafulli, Paola Maffioletti. Ha relizzato la regia e la drammaturgia di un reading teatrale per la Casa dei Teatri di Roma all’interno del Festival
shakespeariano 2008.
Titolo: Metamorfosi dell’aria che si fa
materia
Dal 2007 Ida Vinella e Serena Noto hanno iniziato assieme un percorso di ricerca.
Nell’estate dello stesso anno hanno preso parte all’organizzazione di un laboratorio autogestito durante tutto il mese di Agosto in una frazione di paese in Sicilia,
insieme ad altri cinque ragazzi, tra cui Elena Botta, che ha curato le riprese-documento di tutto il mese di lavoro, che ha avuto come risultato una performance
dal titolo “Diario di bordo errante”.
Dal 2008 Serena Noto e Ida Vinella hanno creato il gruppo Mexxobrà, che con
“Metamorfosi dell’aria che si fa materia” è al suo primo lavoro. La nostra indagine, con l’entrata nel gruppo di Edoardo Ferrari ed Elena Botta ha iniziato
a muoversi sui binari dell’immagine e del suono. Suono inteso come sonorità
artificiale e come mezzo materiale della parola. Parola che è corpo e che traccia
nello spazio disegni agiti, nello stessa modalità in cui il corpo prende la parola e
indirizza lo sguardo al racconto.
Metamorfosi dell’aria che si fa materia
È un pensiero femminile. È il racconto di un passaggio sul paesaggio di un corpo.
La condizione dei lacci è la condizione storica del pensiero femminile e il tentativo di liberazione è inevitabilmente, nel nostro immaginario, una fuga di sangue.
Il nostro lavoro ha avuto inizio dalle suggestioni di due testi, “Orgia” di Pierpaolo
Pasolini e il V Canto dell’“Inferno” di Dante.
Due donne e la loro scoperta che il desiderio è tragedia. Incubo. Negazione
eterna. Ci siamo mossi su questi due binari per arrivare al disegno della nostra
donna e delle sue parole. Sul corpo della nostra performer abbiamo tentato di
rappresentare tre momenti di sviluppo della “passione”, Costrizione-LiberazioneScoperta. Il punto di arrivo è ambiguo, come ogni scoperta che se allarga lo
sguardo, trascina sempre un passo più indietro.
Il testo nasce dall’incontro di alcune mie poesie con i testi “Orgia” di Pasolini e
il V Canto dell’“Inferno” di Dante. Le suggestioni che ne sono nate sono state
rielaborate all’interno del mio immaginario sulla donna.
Ciò che ho cercato di fare con le parole è stato portare al limite dell’espressione
quello che il corpo conosce autenticamente.
Dare voce a un corpo è il tentativo di scrittura più difficile, presuppone l’abbandono dell’espressione pre-elaborata e la penetrazione cieca e indifesa nel caos e
dunque una ricerca puntualmente insoddisfatta e incompleta che però può raggiungere, con la trasposizione in suono, una certa distorsione, un nuovo punto
di arrivo.
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Mauro Pace
Video installazione
Nato ad Erice (TP) nel 1983, nel 2007 si laurea a Roma in Grafica e Progettazione
Multimediale. Attualmente frequenta il master “Digital Environment Design” alla
Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Con il suo primo cortometraggio “Mondi Simultanei” vince molti riconoscimenti a livello nazionale ed ottiene menzioni
speciali al Sicilian Film Festival 2008 di Miami (Florida, USA) ed al Roma Independent Film Festival 2008. “Proiezioni Reali” è la sua prima video installazione.
Proiezioni Reali
“... Straniero!... Who?!...”
Su due pareti volti di persone provenienti da tutto il mondo sono proiettate sulle
loro stesse sculture, creando una proiezione tridimensionale visibile a 180°.
Le sculture, in polistirolo, sono ricavate da scansioni tridimensionali dei visi degli
stessi attori e scavate per mezzo di uno scultorobot.
I volti parlano e discutono, coinvolgendo lo spettatore in un dialogo sull’identità
tra gente di lingue e culture diverse.
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Titolo: Proiezioni Reali
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Jelena Panjkovic
Scultura
quello che ci circonda. Dobbiamo prestare attenzione all’intera comunità, dobbiamo vedere il mondo come la comunità. Non è soltanto una comunità di esseri
umani, è una comunità di piante, animali ed elementi. La possiamo chiamare
spiritualità, ma il dato di fatto è che la gioia viene dalla beatitudine nella simbiosi
con l’esterno. Una volta capito che l’integrità delle nostre personali esistenze è
completamente dipendente dall’integrità di tutto il resto nel nostro mondo, noi
capiremmo il vero significato dell’amore incondizionato. Per amore intendo ampliamento e visione di tutto come te, e te come tutto non può avere dei condizionamenti, per il fatto che noi siamo tutt’uno.
È ora di aprire il “guscio” e di pretendere l’unità.
Jelena Panjkovic nasce il 29 giugno 1978 a Zagabria (Croazia). Nella stessa città
frequenta la scuola superiore d’Arte Applicata e Design, con l’indirizzo di Stilista
in Metallo, avvicinandosi così alla forma 3D intrecciando il gioiello con la scultura.
Nel 1999 si trasferisce a Perugia dove, volendo continuare a studiare i metalli,
ottiene una specializzazione in oreficeria.
Nel 2002 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Perugia, cattedra di scultura,
dove si laurea nel 2007 con la tesi in storia dell’arte “Microscultura da indossare”
unificando ancora una volta micro-macro scultura.
Partecipa a numerose mostre in tutta Italia e a numerosi concorsi ottenendo anche importanti riconoscimenti e premi. Vive e lavora a Perugia.
L’uomo come parte dell’unità
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Titolo: L’uomo come parte dell’unità
L’uomo come ogni forma del cosmo ha il suo centro ed è centro di qualcosa, e
come ogni forma ha un proprio sviluppo della coscienza.
Il corpo di un essere umano ha gli stessi elementi che ha una stella o un pianeta,
dunque fa parte di un tutt’uno. L’unica cosa che li differenzia è il livello di coscienza. L’allargamento della coscienza è l’essenza della procreazione che di seguito
dà la possibilità all’ascesa dell’uomo universale.
Le ricerche antropologiche dimostrano che i primi uomini compaiono in Africa
centrale due milioni di anni fa. Da allora l’uomo ha passato diversi livelli di coscienza sviluppandola sempre di più, come è ovvio che sia, perché anche l’uomo
è il risultato della creazione cosmica… Da cacciatori e raccoglitori, alla rivoluzione agricola ed alla rivoluzione industriale, il percorso è chiaro. È tempo per un
nuovo sistema sociale che rifletta le intenzioni che abbiamo oggi.
Con la scultura che qui propongo voglio dimostrare, con forme semplici, come
io vedo l’uomo al momento: come una sfera rossa (sfera perché fa parte di un
tutt’uno, rossa perché è in evoluzione che ovviamente non si ferma), all’interno
di un “guscio” che si è rotto e si sta aprendo, pensando all’uomo attuale che, rivolto soprattutto al materialismo, si è chiuso in se stesso dimenticandosi di valori
importanti come la spiritualità e quindi l’amore incondizionato.
Il “guscio” si sta aprendo perché una nuova consapevolezza si sta sviluppando.
Consapevolezza che vede la Terra come un singolo organismo e che riconosce
come un organismo in guerra con se stesso sia condannato alla rovina.
Le vecchie invocazioni all’estremismo razziale, sessuale e religioso, sino al rabbioso fervore nazionalistico, stanno iniziando a non funzionare più.
Questi decenni molto importanti hanno fatto emergere nella mente della gente la
passione verso le rivoluzioni radicali.
Elevandosi ad un nuovo livello di comprensione, si promuove la consapevolezza.
Non ci sono cose come l’indipendenza in natura. L’intera natura è un sistema unificato di variabili interdipendenti, ognuna causa e reazione, esistenti solo come
un tutt’uno concentrato. Il risultato dipende da come ci relazioniamo con tutto
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Maria Pappalardi
Scultura e pittura
Maria Pappalardi nasce nel 1985 ad Altamura (Bari). Già in età adolescenziale
partecipa a fiere e varie attività artistiche. A diciannove anni si trasferisce a Roma.
Qui frequenta l’Accademia di Belle Arti, dove ha la possibilità di sperimentare e
applicarsi in varie discipline artistiche.
Parallelamente agli studi partecipa a numerose iniziative d’arte anche fuori Roma,
con installazioni work in pogress ed estemporanee.
Nel 2008 vince il premio speciale dell’Assessore alla Cultura alla VI Estemporanea di Incisione del Comune di Formello (Roma).
Il lavoro di Pappalardi viene esportato anche all’estero, con un’opera grafica venduta in occasione della XVIII fiera Internazionale “ARTIST / Istanbul art fair” in
Turchia. Maria Pappalardi all’età di 24 anni continua il suo riflessivo cammino artistico, con una ricerca introspettiva di valori arcaici rivisitati in chiave moderna.
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Silenzio eloquente
Silenzio assordante
L’opera si presenta come una serie di pannelli in plexiglass lavorati e dipinti con
acrilico nero, le sei pareti sono inserite in un piano sfalsato in legno e stucco.
L’uomo al centro di un ossimoro, al centro di un’assordante eccesso o mancanza
di segnali.
Sono onde sonore che hanno perso il suono, ne rimane il segno stampato su una
superficie trasparente. L’uomo deve percorrere questo labirinto e uscire. Al contrario del normale labirinto, però, qui si può vedere il suo esterno stando dentro
e il suo interno stando fuori, poiché le sue pareti non sono spesse mura o folte
piante spinose ma leggeri e trasparenti pannelli di plexiglass.
Il percorso non ha un’uscita irraggiungibile, ma l’instabilità emotiva è data da una
fisica (oltre che visiva): confusione e disorientamento sono potenziati dai dislivelli
del piano.
L’uomo al centro del suo percorso è turbato, cammina su di un tragitto sfalsato.
La trasparenza del materiale gli permette di intravedere l’esterno ma è circondato
da segni assordanti. L’uomo dovrà quindi attraversare un percorso ondeggiante,
la conseguenza di ciò sarà un’instabilità sensoriale.
La mancanza totale di suono porterebbe ad uno stato di confusione assordante.
Confusione e disorientamento sono il risultato del silenzio eloquente.
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Titolo: Silenzio eloquente
Silenzio assordante
Emanuela Passacantilli
Fotografia
Emanuela nasce a Roma nel 1975. Nel 1995 si diploma in Fotografia presso l’Istituto di Cinematografia e Televisione R. Rossellini di Roma.
Le sue opere sono state esposte a Roma (Museo Arti e tradizioni Popolari, Galleria di Arte e Design Gard, Galleria Eralov, Teatro Furio Camillo, Chiostro della
Basilica dei S.S. Apostoli, Studio d’arte Artemia, Casa d’Aste Bloomsbury Auction) ed a New York (Onishy Gallery, all’interno del progetto “XX Women made in
South of Italy”).
In utero
Dal momento della nostra nascita al momento della nostra morte siamo al centro
del mondo. La nostra vita si svolge immersa nelle vite degli altri, che ci accolgono
e ci respingono, ci mettono alla prova e ci lasciano soli nel centro di noi stessi.
Il nostro centro ci assorbe e ci plasma nel divenire persone adulte, consapevoli.
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Titolo: In utero
Tecnica: stampa su carta fotografica,
montaggio in plexiglass
Dimensioni: cm 340x100
Il nostro centro è il nostro essere, in continuo modificarsi e interagire con gli elementi che lo circondano. Noi siamo ciò che abbiamo imparato ad essere. Ma la
ricerca della nostra vera natura ci sorprende e ci incuriosisce, come lo scorgere
qualcosa o qualcuno che crediamo di conoscere ma che non comprendiamo
pienamente. Possiamo intravedere figure a noi simili, che evocano anime a noi
simili, anime nostre, disperse tra le mille persone che saremmo potute essere e
non siamo state. Quanti cuori battono nel nostro petto? Quante anime abitano la
nostra? Di quanti elementi è composto il nostro “centro”?
Solo un vetro ci separa dalla verità, ci rivela quanto vicina e splendente essa sia.
La verità è nei nostri occhi, è nella luce che ci circonda, nell’acqua che ci bagna,
nel fuoco che ci brucia, nella terra che ci accoglie, nel cielo che ci invoca. Il mio
centro è l’Essere, essere nella gioia, essere nel dolore, essere nel sentire i miei
bisogni e contattare anche ciò che mi fa paura, l’essere un Essere Umano.
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Fabrizio Perrini
Fotografia
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Nasce a Roma. Case popolari. Siamo in una domenica mattina di marzo.11 marzo 1984.
Nel marzo 2007 partecipa al MarteLive con una serie fotografica di paesaggi
dedicata alla mia città. Arriverà in terza posizione.
In autunno collabora con la casa editrice Cooper per la realizzazione della copertina del libro “Diario di un ragazzaccio”.
Nello stesso periodo partecipa al concorso Word Photography Awards e una
delle sue foto presentate viene pubblicata sul Time di fine anno a scopo pubblicitario.
A gennaio 2008 comincia la collaborazione con i ragazzi di MediaDab per la realizzazione di book fotografici.
A marzo 2008 inizia a prendere parte alla programmazione del TeatroForte
(C.S.O.A. Forte Prenestino) come fotografo di scena.
La passione per la fotografia di scena lo porterà anche a collaborare con altre
compagnie al di la del Forte Prenestino.
Nel mese di novembre dello stesso anno, si troverà a lavorare per il Gruppo musicale -elettronoir-, in uscita con il loro nuovo album, utilizzeranno le immagini
scattate per la promozione e con il cantautore Alessandro Orlando Graziano.
In seguito alla collaborazione con Carta Giovani, una sua fotografia sarà la copertina della guida 2009.
Attualmente collabora con il Giornale online MarteMagazine come fotografo freelance e come aiuto responsabile nella sezione Fotografia del concorso MarteLive.
Il cielo sotto Roma
Da una libera interpretazione del film di Wim Wenders “Il Cielo sopra Berlino” ha
provato a ricreare gli spazi, i colori e le atmosfere del film, coinvolgendo i due
protagonisti nella scena più intensa a suo parere.
L’angelo vestito con il soprabito e la trapezista vestita da angelo.
Ognuno vorrebbe essere l’altro per riempire il vuoto creato.
Grazie alla collaborazione di Alessandro Orlando Graziano e di Francesca Lemma
di fronte l’obiettivo e di Giuliano Tabacco dietro la macchina fotografica, prende
forma la serie fotografica “il cielo sotto Roma.”
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Micaela Petroni
Installazione pittorica
Titolo: La Ruota del Mondo
Tecnica:
Dimensioni:
Anno:
Nata a Roma nel 1967 dopo aver seguito un corso biennale di Fotoreporter inizia
a lavorare come freelance nel campo della musica e dello spettacolo, realizzando
ritratti per diversi artisti italiani e stranieri e collaborando con le principali riviste
del settore (Ciao2001, Velvet, Mucchio Selvaggio), con case editrici (Stampa Alternativa) e discografiche (Contempo Records e Polygram).
Successivamente lavora per alcuni anni con il direttore del Museo dell’Immagine
Fotografica e delle Arti Visuali di Roma, per il quale cura le pubbliche relazioni e
collabora alla realizzazione delle mostre di fotografia.
Dal 2002 realizza servizi fotografici e copertine di cd per la Fandango, l’ultimo
realizzato nel 2007 per l’artista Nada, in occasione del 57° Festival di Sanremo.
Le sue opere sono state esposte in Italia, Francia e Spagna.
Oggi vive e lavora in Umbria.
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La Ruota del Mondo
Nella perfetta tradizione rinascimentale una dea della vita è al centro della Ruota
del Mondo di Micaela Petroni. Divinità animatrice senza riposo: braccia lungo i
fianchi, volto inclinato al cielo, mento, pelle, capelli, ombra prolissa che procede
nel silenzio, crede che un altro, altri, gli camminino accanto. Musa costretta in
un cono di luce, apre immensi spazi, un chiodo fallico la feconda e la trafigge. Il
mondo è un vortice, è una danza perpetua in cui nulla si ferma, tutto vi gira incessantemente perché è il movimento generatore delle cose.
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Cristiano Petrucci
Installazione
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È nato a Roma il 18 ottobre 1974. Le sue prime prove artistiche risalgono al 2005,
quando espose alcuni quadri al MO.C.A Studio di Architettura di Roma. Nel 2006
la Galleria Horti Lamiani Bettivo organizza la sua prima esposizione personale,
con dieci pitture realizzate su carta d’imballaggio di dimensioni di un metro per
un metro. Lo stesso anno Petrucci collabora con il gruppo musicale Faire at Work
(casa discografica Stirpe999) realizzando la copertina del loro album, ed partecipa all’evento romano Enzimi, proponendo un video.
Al 2007 risalgono diverse manifestazioni collettive, tra le quali S/AGO/ME.547,
Istallazione itinerante Farnesina indetta dal Ministero degli Affari Esteri Roma/Parigi. La sua produzione di video arte gli permette la partecipazione ad eventi quali
FestArteFestival 2008, concorso internazionale di VideoArte dedicato all’ambiente, RO.MI. arte contemporanea, A.I.R artisti indipendenti riuniti, “VIDEOARTCONTAMINAZIONI” e Amnesia Arts, arte contemporanea convergenze rassegna
video art.
Nel frattempo continua a dedicarsi alla pittura, esponendo presso il Museo Sperimentale di Arte contemporanea nell’Aquila.
Attualmente sta lavorando al progetto ‘Liberi di contare anche le nuvole’, tour che
attraversa la maggior parte delle carceri italiane, documentato dal regista Flavio
Parente e organizzato dall’associazione Liberi Onlus.
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Code
Code, 24 teghe di vetro che contengono 24 bambini. Uno specchio, e la terra.
Torna il dibattito ormai secolare sul potere della società sulla società stessa, sul
controllo spietato e generalizzato che non risparmia nessuno.
Una società inscatolata, una società fittizia e illusoria, messa in un contenitore
di vetro per essere analizzata ventiquattro ore su ventiquattro, trecentosessantacinque giorni l’anno.
Ogni attimo, ogni respiro e ogni battito cardiaco viene controllato come provette
in laboratorio.
E così la vita assume un carattere sempre più meccanico, informatizzato, inserito
in un habitat il quale, al posto della realtà, genera illusioni in sequenze binarie. Il
corpo è corpo e fantasma, il riflesso di sé stesso e il riflesso dell’altro.
L’opera di Cristiano Petrucci visualizza l’immaginario Axleiano del Mondo Nuovo, dove la malattia non deriva più dalla povertà, ma dal troppo benessere.
L’individuo non è persona, ma prodotto di un calcolo sofisticato.
Dalla prima infanzia sino alla fine dei suoi giorni è circondato da sistemi elettronici
che ne analizzano la consistenza, il sangue, le ossa e i rifiuti.
Nulla può avvenire per caso, perché ogni cosa viene rinchiusa in una sfera dove
tutto è già predeterminato. In un tale contesto anche il ruolo della famiglia viene
a modificarsi. Madre e padre perdono di autorità.
La performance eseguita da Noemi Valente attorno all’opera vuole mettere in
scena la presa di coscienza da parte dei genitori della perdita di un contatto con
il proprio figlio, e quindi l’esigenza di ristabilire un legame. La ricerca di un avvicinamento non rappresenta una necessità meramente affettiva, ma ingloba invece
il ruolo del genitore per intero, di insegnante, d’esempio e di autorità.
Titolo: Code
Lorenzo Poli
Fotografia
Lorenzo Poli è nato a Roma nel 1976. Fotografo free lance si occupa di editoria
e pubblicità parallelamente ad una ricerca artistica incentrata sull’uomo ed il
suo territorio.
New York
Una New York raccontata attraverso i ritratti della sua gente e dei suoi luoghi.
Emerge chiara una città senza anima che paga la sue profonde divergenze.
Estremi che non si attraggono, inconciliabilmente atomi, convinti che sia una
città di tutti e per tutti, accessibile, ricca e concessiva.
Gli scatti rivelano occhi che hanno l’opacità della solitudine, le porte chiuse il
sapore di indifferenza. Qui inizia la nuova America.
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Titolo: New York
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Ilaria Rezzi
Pittura
Nasce a Roma il 1° Agosto 1978. Dopo il diploma di maturità all’Istituto per la
Cinematografia e la Televisione “R.Rossellini” di Roma, segue per quattro anni
l’insegnamento del maestro Mauro Maugliani che la inizia all’arte del disegno,
della pittura e della decorazione.
Nel 1999 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma dove studia e lavora con
Gianpaolo Berto, Nato Frascà e Sandro Trotti. Consegue brillantemente il diploma di laurea nel 2004 con una tesi dal titolo “Alla maniera di Callot” riguardante il
simbiotico rapporto tra la pittura e il viaggio.
Continua a dipingere e lavorare tra Ciampino e Roma presso lo studio di Gianpaolo Berto, suo amico e maestro. Di lei hanno scritto: Berenice, Roberta Reali,
Stefania Missio, Nato Frascà, Sergio Garbato, Sandro Trotti, Gianpaolo Berto.
L’UOMO
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In questo dipinto sono raffigurate tre visioni spirituali della costituzione dell’Uomo, prese dall’opera “Theosophia Practica” di Johann Georg Gichtel, intrecciate
con una trama di disegni a china, ispirati alle vignette del fumetto Corto Maltese,
come emblema del viaggio, della vita, del vissuto, dell’uomo. Sotto compaiono
tre vignette a colori poste in corrispondenza delle figure soprastanti,raffiguranti
l’agire dell’uomo, la Volontà.
Tra china, acrilico, olio e diverse tecniche di rappresentazione figurativa, scelgo
di mettere insieme, assemblare e intrecciare, differenti tipologie di racconti, immagini e simboli che ci scorrono davanti e spesso ci coinvolgono e travolgono.
E come sempre creare un legame tra passato e presente in un’idea propositiva
basata sul concetto “Il futuro ha un cuore antico” (Carlo Levi).
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Titolo: L’UOMO
Tecnica: china, olio, acrilico su tela
Dimensioni: cm 60x80
Daniele Romani
Pittura
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Nasce a Roma nel 1977 dove vive e lavora.
Nel 2004 si laurea in architettura e dal 2003 partecipa a numerosi concorsi di
architettura e grafica.
Nel 2004 e nel 2005 partecipa al concorso “Lapis Tiburtinus” classificandosi
prima terzo e poi secondo rispettivamente con i progetti “N_Astro - Sistema di
allestimento museale” e “Le Torri sul fiume”. Sempre nel 2004 presenta il progetto “MMM – Museo Multiculturale del Mediterraneo” alla XII edizione della
“Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo”.
Nel 2005 vince in ex aequo il concorso di idee per la progettazione del marchio/logotipo del Nuovo Centro Civico.
Il lavoro di Daniele Romani si basa in modo particolare sull’utilizzo dei media
della fotografia e del video. Le immagini vengono elaborate, sintetizzate e riprodotte con colori e pennelli, sulla tela, sulla carta, sul legno, sulla plastica e
su tutti i materiali da riciclo.
Un punto rosso
Un punto rosso che galleggia nello spazio.
Un uomo allo stato embrionale, protetto dalla propria bolla naturale e impresso
come un timbro nel vasto vuoto della tela bianca.
Titolo: Un punto rosso
Tecnica: acrilico su tela
Dimensioni: cm 100x100
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Monica Scafati
Scultura
Nasce a L’Aquila nel 1983. Si laurea in Scultura presso la Fondazione Accademia
di Belle Arti di Perugia con tesi in Estetica e si diploma in Decorazione Pittorica
presso l’Istituto Statale d’Arte di L’Aquila. È docente di discipline plastiche presso l’Istituto Statale d’Arte di Spoleto.
Le sue opere sono state esposte in provincia di Perugia, Napoli, Rieti, Roma e
Brescia.
Intraprendenza
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... Intraprendenza, è questo l’elemento distintivo che pone “l’uomo al centro”,
al centro di uno spazio che sempre più lo descrive e lo rappresenta, oltre ad
accoglierlo.
L’uomo d’oggi non è più figlio dell’ambiente, ne è quasi genitore, ponendosi al
centro delle sue modificazioni.
Vivendo lo trasforma, lo adatta alle sue esigenze, lo ridefinisce a sua immagine e
somiglianza, oltre che a suo servizio!
E non è ancora chiaro in che misura ciò sia un bene o un male, considerando
anche che ormai l’uno quanto l’altro non possono più dirsi principi in assoluto,
ma solo aggettivi variabili in relazione al variare dei fini.
Sarebbe dunque importante poter ristabilire una direzione verso cui orientare il
pensiero e le azioni, per far sì che ciò che in essenza altro non è che un dono
prezioso, l’intraprendenza, non finisca col divenire un mero mezzo al servizio di
effimere ed egoistiche esigenze.
L’intraprendenza ci pone al centro, ma cosa fare da questo centro è un problema
tutt’altro che risolto.
Titolo: Intraprendenza
Tecnica: mista, (ferro elettrosaldato,
rete metallica, vetroresina, stucchi,
vernice)
Dimensioni: altezza cm 180 cm,
diametro circonferenza cm 60
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Nunzio Sciscione
Fotografia
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Questa è solo la mia momentanea metafora del soggetto, sempre passibile di
aggiornamenti…
In fondo, per permettere una vera e propria comunicazione, è necessario che altri
si coinvolgano ed intrattengano nella ricerca di altrettanti simboli e significati. Io
provo a partire dal rapporto che ho con le mie creazioni…il resto provate a metterlo voi!!!
In arte Lord Bow Jacques, nasce nel “lontano” 1982, vive a Priverno (LT) e si
descrive così: “Mi appassiono precocemente alla musica e tuttora suono il basso
elettrico nella punk-rock band “Floorshow”.
Sono cresciuto in un ambiente familiare difficile che mi ha spinto a crescere in
fretta e l’aver trovato delle forme di espressione creative mi permette di evadere e
tenermi in contatto con il lato ludico e passionale della vita. Probabilmente devo
il mio interesse per l’arte a mio fratello ed ai fumetti; qualche gita scolastica nei
musei deve pure aver avuto le sue influenze (Haring, Avanguardie nel XX secolo,
Kandinskjy, Warhol).
Benché la tendenza allo “scarabocchio” è da sempre un piacevole passatempo,
una vera e propria immersione avviene con il regalo di una fotocamera digitale e
la scoperta dell’arte moderna: impressionismo, dada, surrealismo, astrattismo,
pop art, espressionismo e…: BATMAN!
La fotografia è tuttora un mondo da scoprire (specialmente quella commerciale).
Mi piace divertirmi anche in collage e nell’invenzione di qualche “stranezza”.
Ultima ma non meno importante è la scoperta della scrittura come forma grafica
dello psichico: un esperienza da “brivido”!
Studio psicologia per capirci qualcosa e mi piacciono il caffè, le donne e i lunghi
sonni...”
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Perpetuo pensiero
È forse la prima foto con la quale ho dato avvio ad uno stile di ricerca/visione
personale nella fotografia. Risale al Gennaio del 2007 e avevo la fotocamera da
3 settimane.
Mentre provavo le diverse capacità di ripresa e, nel cercare di sperimentare tutte
le sue opzioni (questo è il mio punto di debolezza/forza!) mi sono divertito a fare
qualche scatto prima di andare a dormire. Il quartiere nel quale vivo era stato
allestito per una processione religiosa (folklore italiano per eccellenza!), di cui gli
ultimi resti erano alcuni ceri luminosi (quelli rossi, tipici del cimitero e delle chiese,
per intenderci) rimasti accesi in suffragio del santo (Abate Antonio).
Il caso volle che stavo scoprendo lo zoom e nel frattempo mi rattristavo per l’impossibilità di metterlo a fuoco, anche a causa del tremore per il freddo e…
…a questo punto credo di aver già spiegato tutta la mia tecnica!!!
Il vero lavoro dell’artista credo che risieda nella contemplazione personale
dell’estetica riflessa in una propria creazione, alla ricerca di un significato che
trascende i confini del mezzo che adopera per comunicare. Al centro torna sempre l’uomo.
La mia contemplazione davanti a questa foto è al momento arrivata solamente a
rivelare l’evidenza di volti che si riproducono più o meno brillantemente in serie,
secondo forme geometriche imperfette, rincorrendo sospese nel fuoco di una
notte un sospiro preoccupato verso il vuoto.
Titolo: Perpetuo pensiero
Anno: 2007
Alessandro Trapani
Video
Alessandro è un filmaker romano. Da venti anni è coinvolto a vari livelli nel mondo
del cinema e della televisione. È laureato in Storia e critica del cinema, ha lavorato
come casting director per il cinema e la pubblicità e per quindici anni si è anche
occupato di aiuto regia per il cinema, la televisione e la pubblicità, con lo scopo
primario di acquisire conoscenza sui meccanismi del set e della produzione.
Appassionato di cinema e di fotografia, il suo interesse principale risiede nella
regia. Come regista ha realizzato dei video musicali, alcuni cortometraggi (tra i
quali Lin Fei è stato in concorso al Medfilmfestival nel 2007) e dei documentari,
quasi sempre curandone anche il montaggio e la fotografia.
Alessandro crede nel potere dell’immagine filmata o fotografata di rivelare il mondo interiore e la sofferenza dei personaggi ritratti. Spesso oggetto del suo sguardo è un’umanità reietta e rifiutata dal mondo benestante ed egoista che di solito
fa finta di niente o volge quello sguardo altrove.
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Lentamente
Lentamente è un lavoro concepito intorno all’idea di una sonda visiva che s’insinua nelle viscere di una città, Genova, le cui strade più centrali brulicano di splendida vita sommersa. Il movimento, fluido e rallentato, quasi fosse la visione di un
essere da un altro mondo, pone lo spettatore in una condizione d’astrazione che
lo induce a stabilire con l’immagine ed il suo contenuto un altro rapporto, libero
dai condizionamenti tipici del montaggio tradizionale. Attraverso la lentezza, con
le donne e gli uomini qui ritratti, di solito semplicemente bollati come “immigrati”,
si può stabilire un rapporto scevro da pregiudizi, che porta a considerarli come
esseri umani e non come esseri alieni.
Titolo: Lentamente
Damiano Tullio
Scultura
Nasce a Roma il 9 marzo del 1979. Già dalla prima adolescenza, grazie all’influsso della madre scenografa, mostra interesse e sorprendente propensione
per l’arte, uno dei punti cardine costanti del suo percorso evolutivo. Laureato in
Lettere, con indirizzo demo-etno-antropologico, l’artista esperisce la vita e i colori del mondo, assorbe visioni, si inonda delle forme della passione, soprattutto
attraverso il viaggio con esperienze formative in città d’arte come Parigi, Londra,
Sydney. Di questi viaggi si riflette tutta la carica di vitalità, erotismo, sapere ed
esotismo, nell’arte che già da giovanissimo produce partecipando a numerose
esposizioni sia personali che collettive.
Una stretta relazione si palesa tra l’approccio al mondo, alla natura e alla cultura,
così concreto, positivo, reazionario, variegato, e la scelta dei materiali che usa
per le sue opere: oltre ad acrilici, paste-volume, gesso, cemento, legno e metallo,
Damiano Tullio fa largo uso di materiali riciclati, oggetti del mondo, dal mondo
dimenticati, a cui l’artista dona una nuova vita, riorganizzandoli in simboli, coloratissimi e materici, di una ribellione irruenta nei confronti di quello stesso sistema
culturale da cui gli oggetti provengono
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L’uomo e il tempo in una prospettiva diacronica
di Roberta Pucci
Titolo: L’uomo e il tempo in una
prospettiva diacronica
Un vecchio orologio in frantumi,una serie di chiavi antiche ed un bonsai ormai
senza vita: oggetti che appaiono privi di qualsiasi affinità finché non vengono
coinvolti nello stesso sistema simbolico. In questo caso si tratta di un’operatesto in cui l’artista Damiano Tullio svolge con successo, il suo compito di antropologo, oltre che di artista. Partendo dalla relazione strutturale e funzionale
che Levi-Strauss riconosce tra mito e musica, in particolare con la fuga, l’artista,
seleziona questi oggetti con profonda coscienza della loro forza emblematica.
Cinque chiavi di diverse grandezze sono poste ad intervalli regolari, su altrettante
linee immaginarie, quante quelle di un pentagramma e rimandano alle chiavi musicali e alla scansione ritmica.
Il giovane bonsai (l’uomo) ricoperto di gesso e posto all’interno di una nicchia
ricavata nella base lignea dell’opera, attraverso dei gesti quasi artigianali, diviene
quindi reliquia di una natura un tempo rigogliosa, ma che, in quanto essere vivente, deve sottostare alle leggi che lei stessa detta.
Infine l’orologio, diviso nelle sue unità fondamentali, sfugge a qualsiasi tentativo
di ri-assemblaggio e misurazione al quale l’artista lo sottopone ed innesca questa re(l)azione a catena con gli altri elementi dell’opera.
Diverse manifestazioni reali di una identica ossessione umana: il tempo.
Damiano Tullio ci pone così di fronte all’effetto del tempo che passa attraverso
simboli immediati e universali, con un intervento essenziale, povero, spogliato di
qualsiasi intento moraleggiante o meramente didattico.
111
Marta Valenti
Fotografia
112
Marta Valenti è nata nel 1977 a Roma. Vive e lavora tra l’Italia e la Spagna
come artista e fotografa, con suo marito e sua figlia.
Nel 2001 si diploma con un Master triennale in fotografia presso l’Istituto
Europeo di Design di Roma. Sempre nel 2001 partecipa ad Enzimi, vince
una borsa di studio del Comune di Roma per workshop fotografico presso il
TPW, Buonconvento(SI) ed ottiene una menzione speciale alla Biennale dei
Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo.
L’anno successivo pubblica “dreaminface”, immagini e testo, su Edge. Nel
2003 pubblica Pubblica “portaturchese”, redazionale di moda, su Kult, ottobre 2003. Nel 2004 interpreta Blanche Neige, progetto speciale per 10 performers, all’interno de La Notte Bianca, La Rinascente, Roma. Ottiene una
seconda segnalazione dalla commissione per le selezioni delle Arti Visive
della Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo per l’installazione dell’opera “stealin turquoise”.
La sua opera “Deep turquoise breathe
in yellow sun love” è stata acquistata
dalla Collezione Seat Paginebianche.
Ha esposto ed eseguito performance
pubbliche a Roma, Padova, Milano,
Viterbo, Torino, Bari, Ascoli, Venezia,
Napoli, Pesaro, Pordenone, Bologna,
in Spagna ed in Svizzera.
Puoi sentirmi?
(prova di trasmissione telepatica)
È un lavoro di autoritratto, composto da
3 stampe fotografiche.
Nella fotografia centrale il mio volto,
che si trova al centro della metà inferiore dell’immagine, domina nel mezzo
di una fuga prospettica di pilastri che
non sorreggono più nessuna struttura,
ma hanno sopra di sé soltanto il cielo.
Una metà del volto è illuminata, l’altra
è parzialmente in ombra. I pilastri, persa la loro funzione di struttura portante, si trovano a raffigurare con tutta la
loro materialità rigida ed ingombrante,
ora inutile, ciò che non solo è invisibile,
ma la cui esistenza suscita in molti totale scetticismo. La telepatia è in effetti
Titolo: Puoi sentirmi?
(prova di trasmissione telepatica)
considerata da molta scienza ufficiale ancora un fenomeno paranormale la
cui dimostrazione non ha mai abbastanza fondamenti scientifici. Eppure d’altra parte molti di noi la riconoscono nel proprio quotidiano, pur essendo un
fenomeno che ci accade e che non sappiamo controllare. Il titolo dell’opera
lo dichiara con chiarezza tale da essere quasi ironico.
Questa è una prova di trasmissione telepatica. L’andamento delle immagini
da sinistra a destra o viceversa, sembra essere un modulo che potrebbe ripetersi all’infinito, ha il ritmo di un’onda e si muove dall’ombra alla luce. Così
come il titolo dell’opera che domanda se può essere sentita, ricerca conferme dal buio di una lontananza apparentemente insormontabile, e allo stesso
tempo, intimamente, afferma, sicura di sé, illuminata di consapevolezza, che
sì, è possibile, tu puoi sentirmi, non importa quanto lontani possiamo essere,
non importa quanto diversi.
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Delphine Valli
Scultura
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Delphine Valli nasce in Francia il 17 gennaio 1972, trascorre l’infanzia e parte
dell’adolescenza in Algeria; rientrata in Francia si laurea in Letteratura e dal 1997
vive a Roma dove si è diplomata all’Accademia delle Belle Arti in Scultura nel
2002.
Tiene a Roma le sue prime personali, Jubilar a cura di Giuliana Stella agli Ex
Magazzini Generali (2006) e Sous vide a cura di Lydia Pribisova da Infissi (2008);
le sue principali collettive hanno luogo in Germania, al Museo Haus Ludwig di
Saarlouis (2008), all’Albornoz Palace Hotel di Spoleto dove ha realizzato una installazione permanente in una stanza (2007), alla Maison de l’Art et des Métiers a
Marsiglia (2007), e a Roma, Friends alla Galleria Spazio Blu (2007), Utopia a cura
di Giuliana Stella alla Biblioteca Casanatense (2003), Incontro a Roma a cura di
Giuliana Stella all’Accademia di Romania (2003). Segnaliamo anche una installazione permanente di opere all’Abitarthotel di Roma (dal 2004).
Le sue opere indagano tramite la declinazione di materiali industriali quali il ferro,
il legno ed il vetro le relazioni tra la geometria visibile e le dinamiche spaziali che
ne scaturiscono.
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Cristal
Un volume vuoto con base esagonale irregolare realizzato in listelli di legno si
sviluppa su un’altezza di 2 metri. Le sue misure complessive sono definite in
relazione con lo spazio dell’Ex Mercato Ebraico del Pesce.
La base della scultura si riferisce agli esagoni presenti nell’architettura del Mercato da cui si deriva una struttura simile a quella di un cristallo. La struttura vuota
della scultura allude alla sua trasparenza cristallina ma anche alla ricerca sul rapporto tra l’invisibile e il visibile. Pura geometria.
Titolo: Cristal
Tecnica: volume vuoto con base
esagonale irregolare realizzato in
listelli di legno
Dimensioni: altezza cm 200
Joseph Zicchinella
Pittura
È nato a Somma Lombardo (VA) nel 1975. Vive e lavora a San Pietro Magisano
(CZ). Ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Ha
discusso la sua tesi di laurea sull’artista Mimmo Rotella ed è considerato dalla
critica il suo erede artistico.
Nel 1998 presenta ufficialmente al pubblico i risultati delle sue nuove ricerche
e sperimentazioni pittoriche con una personale di pittura nel centro storico di
Roma (Studio Logos-Galleria D’arte e Design a cura di M.C. Simotti).
E’ ideatore di una particolare tecnica pittorica che denomina “transcollage”, una
fusione di pittura e materia inglobati in sottili lastre di plexiglas. Un mezzo espressivo che per le sue metodiche di realizzazione si può considerare unico nel suo
genere. Il “transcollage“ non è solo una continua sperimentazione tecnica e ricerca sui materiali, ma anche un percorso concettuale che viaggia di pari passo
con il “farsi” dell’opera.
Negli ultimi anni Zicchinella ha partecipato con le sue opere di “transcollage” ad
importanti manifestazioni di carattere nazionale ed internazionale; ha ricevuto
premi da qualificati critici d’arte (Vittorio Sgarbi - premio MorbidamenteDonna
2004, Luca Beatrice - Premio PagineBiancheD’autore 2005) ha allestito personali
e collettive nelle maggiori città italiane ed all’estero. Attualmente le sue opere
si trovano in diverse collezioni private, gallerie d’arte, musei ed enti pubblici. Si
sono occupati di lui quotidiani e riviste di settore, emittenti televisive regionali e
nazionali.
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Titolo: Rivoluzione Interiore
Tecnica: mista nel plexiglas
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Programma eventi ospiti
Venerdì 27 febbraio 2009 alle ore 19.00
INAUGURAZIONE
DRAMASCOPE 3.0 (musica eletronica, video arte)
INDANZA (spettacolo di danza contemporanea)
Sabato 28 febbraio 2009 alle ore 20.00
DRAMASCOPE 3.0 + dj set Freulein Amelie (musica eletronica, video arte)
Domenica 1 marzo 2009 alle ore 18.00
DRAMASCOPE 3.0 + dj set Fraulein Amelie (musica eletronica, video arte)
Giovedì 5 marzo 2009 alle ore 18.00
DA RUSSOLO ALLA TECHNO a cura di Andrea Benedetti e Max Durante (workshop dj culture)
Venerdì 6 marzo 2009 alle ore 20.00
FRANK SENT US (musica eletronica, video arte)
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Sabato 7 marzo 2009 alle ore 20.00
FRANK SENT US (musica eletronica, video arte)
Domenica 8 marzo 2009 alle ore 18.00
FRANK SENT US (musica eletronica, video arte)
Giovedì 12 marzo 2009 alle ore 18.00
RITRATTO D’AUTORE (spettacolo di danza contemporanea)
Sabato 14 marzo 2009 alle ore 19.30
LA TECNICA DEL MISSAGGIO: Teoria & Pratica a cura di Paolo Zerletti e
LA TECNICA DELLO SCRATCH: Teoria & Pratica a cura di Max durante e DJ Wasp
(workshop dj culture)
Domenica 15 marzo 2009 alle ore 18.00
I NUOVI SOFTWARE DEL MODERNO DJ E DEL DJ PRODUCER (workshop ed esibizione)
Giovedì 19 marzo 2009 alle ore 18.00
TECHNOPHONIC CHAMBER ORCHESTRAL (musica elettronica, video arte)
Venerdì 20 marzo 2009 alle ore 20.00
TECHNOPHONIC CHAMBER ORCHESTRAL (musica elettronica, video arte)
Sabato 21 marzo 2009 alle ore 20.00
TECHNOPHONIC CHAMBER ORCHESTRAL (musica elettronica, video arte)
DANZINPROGRESS (spettacolo di danza contemporanea)
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Amelie
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Drama
Drama è un media-project che combina musica, video e fotografia.
Il progetto creato nel 2000 fa il suo esordio con la presentazione al Fringe Festival di Firenze di
“Spoken dj set”, una performance incentrata sulla voce umana, voci di storica memoria (Salvador
Dalì, Jean Cocteau, Antonin Artaud ecc..) e attuali spoken word si combinano con sonorità elettroniche. La performance è accompagnata da “Four Acts” visual in 4 atti .
Nel 2002 alla 59° Mostra del Cinema di Venezia viene presentato “The Gramophone Selection”
performance incentrata sulla fusione di sonorità del passato e nuovi suoni digitali. Un grammofono usato dal vivo come strumento musicale si integra nella consueta consolle da dj. Gracchianti
dischi a 78 giri si fondono con sonorità minimali di derivazione tecnologica. Il set è accompagnato
da “Dramascope” un visual di animazione elaborato al computer.
Una seconda versione rivista ed ampliata di “The Gramophone Selection” viene presentata nel
2004 al Festival Kulturama di Leuven in Belgio, nella stessa occasione viene presentato anche
“Dramascope 2.0” ulteriore sviluppo del visual “Dramascope”. Seguirà un tour in Belgio ed in
Italia.
Nel 2006 all’interno della rassegna di musica elettronica “Electronism” all’Apolo di Barcellona
viene presentato “Dramascope 3.0” una performance di interazione tra musica e video.
“Dramascope 3.0” è il risultato della ricerca sulla suggestione ed emozione dell’immagine filmica
e fotografica del passato in accordo con sonorità attuali.
In “Dramascope 3.0” il suono assume la funzione di stimolatore, impulsi sonori fanno rivivere
ritagli fotografici e vecchie pellicole in una sorta di surreale sonnambulismo. Le immagini, come
sotto ipnosi, sono esortate al distacco dal fotografo che le ha immortalate, stimolate a liberare al
di là del tempo e delle circostanze le proprie emozioni.
Negli anni 2007 e 2008 “Dramascope 3.0” viene rappresentato in vari centri di cultura, teatri, e
locali in Italia.
http://www.myspace.com/dramasuiteinc
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Max Durante
Frank sent us
Inizia professionalmente la carriera di dj nel 1987 a Roma. Sono esattamente 22 anni che Max
Durante fa girare i dischi e ci fa sudare.
Apprezzato per la sua tecnica e per la capacità di mescolare groove e sperimentazione, è uno dei
più grandi esponenti di musica elettronica di qualità “Made in Italy’’; amato e rispettato sia in italia
che all’estero.
Nel 1991 insieme ai fratelli D’Arcangelo crea la prima band techno/sperimentale italiana e ha
prodotto i suoi primi progetti discografici sulla hot trax (acv sublabel), prima etichetta techno
italiana.
Rispettato per le sue produzioni discografiche e per la sua grande abilità nel missaggio, ha prodotto più di 25 dischi e ha realizzato circa 100 tracks nelle migliori labels internazionali.
È arrivato al primo posto nella classifica inglese con il suo progetto discografico parallelo MEKA
sulla Some Bizarre records, mitica label inglese che ha lanciato i Depeche Mode, Marc Almond,
Cabaret Voltaire, etc...
Nel 2003 ha prodotto con il suo amico Keith Tucker (AUX88) sotto lo pseudonimo di Fuzion un gran
disco sulla etichetta inglese di Billy Nasty la Electrix Records.
Questo disco è stato nominato miglior disco electro degli anni 2000 e rimarrà una hit del genere.
Il suo ultimo disco techno sulla TRUCKSTOP76th ha ricevuto ottime critiche, Dave Clarke lo ha
nominato tra i migliori dischi techno dell’anno invitando tutti coloro che facessero techno ha
prenderlo come esempio.
Max Durante è uno dei cardini degli anni ‘90, della rave generation.
Il suo suono e la sua presenza sono stati fondamentali per la scena techno/elettronica.
È considerato un pioniere e un precursore di questo suono. Oltre ad essere uno dei creatori della
scena elettronica italiana e un personaggio molto attivo nel mondo della club culture europea.
Ha lanciato i rave in Italia nel 1991 organizzandone uno il ‘’Plus ‘’8, con artisti come R. Hatwin,
Speddy j, etc…
Nel 1998 a Zurigo ha organizzato il piu’ grande Club Festival europeo, dedicato alla storia della
musica elettronica.
Ultimamente ha organizzato qui a Roma il ‘’Metroarea un Happenig di musica elettronica e arti
visive’’ nelle stazioni metro della Roma-Lido e nel giardino museo a San Paolo (Piramide).
FRANK SENT US e’ un progetto audio visivo intento a creare un’ interazione tra musica e arte visiva
secondo un approccio multisensoriale, nato dalla collaborazione tra Clichèvideo e System Error.
Il progetto nasce grazie all’abile utilizzo di arguzie elettroniche, strumenti classici e avanguardie
informatiche.
Un LIVE SHOW in cui la musica e il video si fondono completamente creando una miscela esplosiva.
Estratti video vengono “suonati dal vivo” elaborando la sonorizzazione originale del filmato in
una serie di loop ipnotici, armonizzati da tappeti sonori perfettamente in sintonia con l’immagine.
I temi possono essere infiniti. Ogni sequenza video dotata di una forte musicalità può essere
destrutturata e ricomposta secondo un approccio orchestrale. In particolare, l’ espressività delle
sequenze tratte da film culto caratterizzano e diventano le note stesse della composizione, creando un’ atmosfera unica nel suo genere. La musicalità dei suoni unita alla forte narratività delle
immagini danno vita a suggestioni di grande impatto emozionale, esaltate dalla unicità che caratterizza ogni performance dal vivo! Ed è proprio lo spettacolo live l’obiettivo finale del progetto,
e non certo la “semplice” produzione di un video finito.
Frank Sent Us ha una natura unica e poliedrica al tempo stesso, passando da performance audiovisive capaci di infuocare la platea di un affollato club metropolitano ad avveniristiche installazioni
audiovisuali in contesti artistici multisensoriali.
Uno Show dove ci si ritrova ad ascoltare le immagini e guardare il suono.
CLICHÈVIDEO
Clichèvideo nasce a Roma nel 2004 da una comune idea di 4 videomakers con differenti esperienze nel settore audiovisivo. La passione per il video espressa dal gruppo si traduce nella produzione
di materiale proprio come grafica animata, montaggio e show audiovisivi.
www.clichevideo.com
www.myspace.com/clichevisual
SYSTEM ERROR
System error inizia la sua attivita’ musicale nel 1998 da sempre attivo nella scena rock come
chitarrista, e come produttore si accosta da subito alla musica elettronica dove combina strumenti
analogici a macchinari d’avanguardia.
www.myspace.com/stratomastro
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Technophonic Chamber Orchestra
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La caratteristica prevalente di questa ensemble è la fusione fra due generi musicali apparentemente agli opposti: elettronica e classica.
Questa la chiave compositiva dell’album d’esordio del 1998 “Beats and Movements” (Suite inc.
6) e questa chiave caratterizza anche i brani del nuovo album di Technophonic Chamber Orchestra “Nemoretum Sonata” (Suite inc. 12) In questo lavoro sono contenuti 12 nuovi brani e due
remixes, uno affidato alle mani sapienti del messicano Murcof (Leaf - uk), l’altro alla poliedricità
e alle bizzarrie del californiano Daedelus (Plug Research - usa). In “nemoretum sonata” convergono le molte e diverse esperienze delle menti di altri progetti dell’etichetta quali Minox, Drama,
Spin Boldak, e molti sono i riferimenti culturali e storici a movimenti, personaggi e atmosfere che
aleggiano e si riconciliano tra pulsazioni ipnotiche e disegni musicali espressivi. Le trame sonore
sono tessute con delicatezza da melodie di clarinetto o piano che duettando con i flussi armonici
di archi, si legano senza alcuna particolare artificiosità con il digitale, con ritmiche techno minimali, con clicks che dettano con una autorità discreta lo scandire, il trapassare, il trascendere, il
tempo.
Il live set di “nemoretum sonata” è legato ad un video che accompagna i 3 musicisti sul palco,
infatti le 4 silhouettes del Technophonic Chamber Strings Quartet in sincrono eseguono la loro
performance miscelandosi e dissolvendosi con immagini e iconografie strettamente connesse
alle tematiche dell’album, il video prodotto da Suitevision, ideato e diretto da Marco Monfardini e
Mirco Magnani, ha una durata di 70 minuti circa.
http://www.myspace.com/technophonicchamberorchestra
La sezione danza dell’evento Adrenalina che vede la consulenza artistica del coreografo Mvula
Sungani prevede 3 appuntamenti atti al coinvolgimento di giovani coreografi che in questi anni
hanno orientato il loro lavoro verso la sperimentazione e la ricerca coreografica utilizzando più
linguaggi coreutici. I danzatori che parteciperanno all’iniziativa a loro volta sono ragazzi in età tra
i 18 e i 25 anni. Una giornata sarà dedicata all’incontro con un coreografo di fama internazionale
Micha Van Hoeke, in un confronto dibattito, atto al dialogo e il confronto fra generazioni. Gli eventi
di questa sezione di Adrenalina saranno tre:
Indanza
Giovani coreografi, e giovani danzatori si incontrano per creare uno spettacolo gala in cui la nuova
danza contemporanea darà vita ad un caleidoscopio di emozioni e nuovi linguaggi. La serata si divide in due momenti: “Ritmi Sotterranei” Coreografie Alessia Gatta e Caterina Felicioni e “Giovani
Danzatori” Coreografie Gisella Biondo
Ritratto d’autore
Conferenza spettacolo “MICHA” a cura della critica di danza Carmela Piccione che presenterà il
libro della straordinaria carriera di Micha Van Hoeke per tanti anni direttore del centro Mudra di
Maurice Bejart dove si sono formate diverse generazioni di grandi stelle della danza. In questa
iniziativa l’artista coadiuvato da Carmela Piccione e da alcuni artisti che lo conoscono, racconterà
ai convenuti, la storia, gli aneddoti, di una grande carriera fatta di danza, arte e giovani.
Danzinprogress
Sarà una serata di approfondimento in cui Alessandro Mezzetti coreografo e docente dello IUSM di
Roma con il suo gruppo gli “ARGONAUTI” presenterà un lavoro di ricerca inedito, basato su nuovi
linguaggi di danza e movimento frutto delle proprie esperienze e attività laboratoriali.
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Comune di Roma
Assessorato alle Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù
Giovanni Alemanno
Sindaco
Laura Marsilio
Assessore alle Politiche Educative Scolastiche, della Famiglia e della Gioventù
Federico Mollicone
Presidente Commissione Cultura, Sport, Politiche Giovanili del Comune di Roma
Mostra e catalogo a cura di Ferdinando Colloca, Federico Bonesi
Per l’allestimento
Architetto Andrea Proto Gruppo Gamma srl
Marco Lovato New Sound Service srl
Per il progetto grafico
Massimo De Maio e Stefania Giuseppetti 0508 srl
Organizzazione
Zètema Progetto Cultura
Francesco Marcolini Presidente
Albino Ruberti Amministratore delegato
Roberta Biglino Direttore generale
Coordinamento
Federico Bonesi
Promozione e comunicazione
Patrizia Morici, Fabiana Magrì Ufficio stampa
Amministrazione
Silvana Di Francesco
Elisabetta Giuliani PR eventi
Il curatore e il direttore artistico desiderano inoltre ringraziare
tutti gli artisti
Alfredo Antoniozzi
Assessore al Patrimonio, alla Casa e ai Progetti speciali per la concessione dello spazio
Roberta Sorace
XVII Dipartimento (Politiche di Promozione della Famiglia, dell’Infanzia e della Gioventù)
ARVUC Associazione Romana Polizia Municipale in Congedo
Finito di stampare febbraio 2009, Das Print srl