VALUTAZIONE E PREVENZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO NEI
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VALUTAZIONE E PREVENZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO NEI
VALUTAZIONE E PREVENZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO NEI PRODOTTI ALIMENTARI: ATTIVITÀ DELL’EFSA Vittorio Silano II Università di Roma e EFSA/CEF Panel BOLZANO-OTTOBRE 2014 1 L’AUTORITA’ EUROPEA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE (EFSA) L’EFSA fu istituita nel 2002 dal Reg. (EC) 178/2002 con la missione di fornire pareri scientifici independenti, di elevata qualità e tempestivi sulla valutazione dei rischi nella catena alimentare dalla fattoria alla tavola in modo integrato e di comunicare le proprie valutazioni in modo aperto non solo a tutte le parti interessate, ma anche all’intera popolazione. PANEL BIOLOGICAL HAZARDS (BIOHAZ Panel) i pareri dell’EFSA sull’EFSA Journal divengono immediatamente acessibili 2 Una speciale funzione dell’ EFSA : self-tasking Oltre che ha a rispondere alle richieste della Commissione Europea, del Parlamento Europeo e degli Stati Membri, l’EFSA decide anche in modo autonomo alcune problematiche sulle quali intraprendere la propria attività, senza dovere necessariamente attendere le richiesta da parte delle Istituzioni Europee ; L’EFSA si è avvalsa di questa procedura in più di 100 occasioni principalmente per chiedere al Comitato Scientifico ed ai Panels di definire le metodologie per la valutazione del rischio. 3 I risultati dell’EFSA dopo 10 anni Since 2003 EFSA has published st the end of the first 9 years of activity about 3,000 scientific outputs: • 442 outputs for the provision of scientific opinions • 1875 outputs for the evaluation of products, substances and claims subject to authorisation by the EC. • 416 outputs concerning data collection, scientific cooperation and networking; • 250 outputs supporting publications. 4 Lotta alle salmonellosi La Salmonella è un batterio che causa una tipica malattia nell’uomo nota come salmonellosi, caratterizzata da sintomi più comuni quali febbre, diarrea e crampi addominali. Nell’Unione Europea sono registrati più 100 000 casi all’anno, con un onere economico complessivo per l’UE pari a circa 3 miliardi di euro all’anno. Fino al 2005 la Salmonellosi ha rappresentato la malattia di origine alimentare più comune nell’Unione europea, con quasi 200 000 casi segnalati nell’uomo in quell’anno. Gli esseri umani possono essere contagiati da uova e carne, più di frequente di pollame e di maiale, contaminate da Salmonella. Per combattere la salmonellosi è importante ridurre la presenza di Salmonella in particolare negli animali e nei prodotti derivati. 5 L’attività dell’EFSA per il contrasto delle salmonellosi Nel 2003 la Commissione, considerando la questione Salmonella una priorità, ha avviato misure di controllo ad ampio spettro per controbattere questa ed altre zoonosi. In tutti gli Stati membri sono stati messi in atto programmi potenziati per combattere la Salmonella nel pollame e sono stati stabiliti obiettivi per ridurre la presenza dei batteri responsabili negli allevamenti avicoli (specialmente galline ovaiole, polli da carne e tacchini). L’EFSA ha fornito consulenza sui rischi per la salute pubblica derivanti dagli animali infetti e ha fornito consulenza su (i) misure di controllo in diverse specie animali; e (ii) obiettivi negli animali vivi , nella carne di pollame e dei suini e nelle uova per il 6 Name, Organisation controllo della Salmonella. VALUTAZIONE QUANTITATIVA DEL RISCHIO MICROBIOLOGICO DERIVANTE DA SALMONELLA Alcune pubblicazioni EFSA sono: Quantitative estimation of the impact of setting a new target for the reduction of Salmonella in breeding hens of Gallus gallus (EFSA, 2009a); Salmonella in slaughter and breeding pigs (EFSA Panel on Biological Hazards (BIOHAZ), 2010b) ;and Salmonella in laying hens and broilers (EFSA Panel on Biological Hazards (BIOHAZ), 2010a, 2011a) . 7 VALUTAZIONE QUANTITATIVA DEL RISCHIO - VQR La valutazione quantitativa del rischio microbiologico (QMRA) dei patogeni alimentari si è dimostrato uno strumento utile per la valutazione della fattibilità e del costo-beneficio associati all’adozione di specifiche misure ed obiettivi di prevenzione. Si tratta di una metodologia grazie alla quale si cerca di quantificare la probabilità di un pericolo, attraverso tecniche di simulazione , elaborate attraverso le seguenti fasi : (i) Sviluppo del modello concettuale: bisogna decidere innanzitutto lo scopo dello studio e la struttura del modello attraverso un’analisi dello scenario e l’identificazione delle componenti principali. Andranno selezionate le variabili di interesse sia in entrata che in uscita e, nel caso del modello probabilistico, le specifiche distribuzioni dei loro valori, compresi anche i rapporti di dipendenza delle stesse. 8 VALUTAZIONE QUANTITATIVA DEL RISCHIO - VQR (ii) Sviluppo del modedllo deterministico: si ricorre ai calcoli matematici con l’approccio “che succederebbe se…?” Il modello dovrà essere convertito in una serie di equazioni collegate tra loro. Le diverse variabili sono rappresentate da valori singoli o stime puntuali che costituiscono il valore medio o valore che descrive il caso peggiore. (iii) Sviluppo del modello stocastico: i valori dei singoli parametri sono sostituiti da distribuzioni di probabilità che, loro volta, derivano dai dati a disposizione (database, letteratura) o dall’opinione di esperti. (iv) Verifica del modello-validazione: dall’interazione tra risk manager e risk assessor prende corpo gradualmente il modello che sarà sottoposto a revisioni e integrazione sulla base di dati nuovi dati o carenza degli stessi. 9 Lotta alle salmonellosi L’applicazione di questa metodologia al caso delle galline da ri-produzione , ad es., permise all’EFSA di concludere che la Sal-monella enteritidis e la Salmonella typhimurium sono i sierotipi che hanno il potenziale più elevato di trasmissione dalle galline alla loro progenie sia nella carne del pollame che nella catena di deposizione delle uova, mentre misure di controllo di altri sierotipi di salmonella avrebbero effetti marginali. Inoltre le misure di biosicurezza (ad es. Disinfectant Footdips, Disinfectant Wheel Wash, Vehicle Spray & Mobile Equipment, Hand Washing, Personnel & Visitors e Rodent Control) hanno effetti benefici sul controllo orizzontale della trasmissione di tutti i sierotipi. 10 Lotta alle salmonellosi Inoltre, l’incidenza di Salmonella negli esseri umani, negli animali e negli alimenti è oggetto di monitoraggio e analisi nelle relazioni di sintesi UE predisposte ogni anno dall’EFSA e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie per fornire informazioni aggiornate sulla situazione corrente in Europa. Grazie all’approccio coordinato adottato da tutti i protagonisti dell’Unione i casi di Salmonella umana si sono ridotti a quasi la metà nell’UE . Al contempo è calata notevolmente la prevalenza di Salmonella nel pollame, soprattutto negli allevamenti di galline ovaiole. La riduzione dei batteri nelle galline ovaiole rappresenta presumibilmente la ragione principale alla base della diminuzione dei casi di Salmonella nell’uomo, in quanto sono le uova ad essere considerate la più importante sorgente di infezioni umane nell’UE. 11 PARERE DELL’EFSA SUGLI EFFETTI DELL’ESTENSIONE DELLA CONSERVAZIONE DELLE UOVA SUL RISCHIO DI INFEZIONE Sono state stimate le conseguenze dell’estensione della “sellby date” (non riportata sulla confezione) entro la quale i negozi possono porre in mostra le uova per la vendita (da non confondere con quella “best before” ) per le uova consumate come tali o usate come ingredienti negli alimenti in relazione alla possibile presenza di Salmonella enteritidis. (EFSA Journal 2014;12(7):3782 [147 pp.]. Se la “sell-by date” per il consumo domestico viene esteso da 21 a 28 giorni per le uova, il rischio di infezioni aumenta del 40%-50% per uova crude e cotte in modo blando, rispettivamente. Nello scenario peggiore, quando la “sell-by date” diventa 42 giorni , il rischio risulta circa 3 volte più elevato di quello attuale sia per le uova crude che cotte in modo blando. Tenere le uova refrigerate è il solo modo per ridurre l’incremento del rischio di infezioni, ma dopo un’estensione maggiore di 3 settimane nemmeno la refrigerazine aiuta. 12 MANTENIMENTO DELLA CATENA DEL FREDDO DURANTE LA CONSERVAZIONE ED IL TRASPORTO DELLA CARNE MACINATA La carne fresca per la produzione di carne macinata può essere contaminata da diversi patogeni ivi inclusi la Salmonella e l’ Escherichia coli verocitotossigeno (VTEC) che possono moltiplicarsi se la temperatura non è mantenute sotto 5%°C dal raffreddamento alla triturazione della carcassa. Inoltre, anche Listeria monocytogenes e la Yersinia enterocolitica si moltiplicano , lentamente, ma in misura significativa durante una conservazione prolungata a queste temperature . L’attuale legislazion (Regulation (EC) 853/2004) prevede che le carcasse di carne rossa siano immediatamente raffreddate dopo l’ispezione post-mortem a temperature non superioria a 7 °C e che questa temperatura sia mantenuta fino alla triturazione che deve aver luogo entro non più di 6 or 15 (vacuum-packed meat) giorni dopo la macellazione dell’animale. Per il pollame , i dati corrispondenti sono 4 °C e 3 giorni. 13 MANTENIMENTO DELLA CATENA DEL FREDDO DURANTE LA CONSERVAZIONE ED IL TRASPORTO DELLA CARNE MACINATA L’ impatto del tempo intercorso fra la macellazione e la triturazione della carne sulla crescita dei patogeni citati è stato studiato dal’EFSA mediante un modello per determinare le combinazioni tempo-temperatura che permettono una crescita equivalente a quelle osservate sotto le condizioni definite dal Regolamento (EC) 853/2004 per gli scenari di pH e Aw corrispondenti al caso peggiore. Questa analisi ha indicato che la carne rossa, la carne bovina confezionata sotto vuoto ed il pollame potrebbero essere conservate at 2 °C per 14, 39 and 5 giorni, rispettivamente , senza che la crescita dei batteri patogeni superi quella che si verifica sotto le attuali condizioni normative (EFSA Journal 2014;12(7):3783). 14 Salmonella and Norovirus nelle bacche e nel pomodoro e della Salmonella nel cocomero Le bacche (quali fragole, lamponi, more selvatiche e mirtilli) ,alimenti degradabili che possono essere consumati freschi o dopo minime trasformazione nonchè come ingredienti congelati aggiunti a diversi alimenti nell’ UE, specialmente a causa della presenza di Norovirus nei lamponi e nelle fragole congelate, sono state associate ad eventi epidemici e costituiscono un rischio emergente per la salute pubblica. Non è noto se questi eventi epidemici si siano dovuti ad una contaminazione verificatasi prevalentemente durante la lavorazione o a livello della produzione primaria. a 15 Salmonella and Norovirus nelle bacche e nel pomodoro e della Salmonella nel cocomero Le contaminazioni del cocomero e dei pomodori, presentano, invece, frequenze probabilmente ancora basse. I fattori ambientali (quale pesanti precipitazioni, l’uso di acqua contaminata per l’irrigazione e di strumentazioni contaminati ) sono quelli maggiormente determinanti in tale contesto. In ogni caso, ciascun sito produttivo rappresenta un’ unica combinazione di fattori di rischio che possono determinare la presenza e la persistenza dei patogeni. L’adeguata attuazione dei sitemi di gestioni per la sicurezza degli alimenti ivi inclusi GAP, GHP e HACCP, è l’obiettivo primario nelle produzione vegetali citate. 16 Salmonella and Norovirus nelle bacche e nel pomodoro e della Salmonella nel cocomero Attualmente le conoscenze sono inadeguate per giustificare l’adozione di criteri microbiologici per la Salmonella per le bacche fresche o congelate. Nemmeno è possibile stabilire l’adeguatezza di un criterio di igiene, basato sull’analisi del rischio, per Norovirus da applicarsi alla produzione primaria di lamponi e fragole. Ulteriori dati ed indagini sono necessari a tal fine. Analoghe considerazioni si applicano all’utilità di criteri microbiologici da applicarsi durante la produzione primaria o la lavorazione di pomodoro e cocomero. In considerazione del fatto che la frequenza delle contaminazioni di pomodoro e cocomero è probabilmente bassa, l’EFSA concluse che il controllo microbiologico di questi alimenti potrebbe essere limitato ad i casi nei quali vi sia un’indicazione di interruzioni dei programmi di GAP, GHP, or HACCP (EFSA Journal 2014;12(10):3831 [77 pp.].) 17 L’attività dell’EFSA per il contrasto dellla campylobacteriosi Nel 2011, un modello QMRA fu sviluppato ed usato per esprimere un parere sul Campylobacter nella carne di pollo per valuare l’efficacia di diversi interventi dalla fattoria alla tavola sull’incidenza di campylobacteriosi umana. In quel parere fu stimato che i casi di campylobacteriosi umana nell’UE con 27 Stati determinavano 0.35 milioni di anni di attesa di vita corretta per disabilità (DALYs) perduti per anno ed un costo totale annuo di 2.4 miliardi di euro. 18 L’attività dell’EFSA per il contrasto della campylobacteriosi La carne del pollame fu ritenuto responsabile dal 20% al 30% di queste conseguenze, mentre dal 50% al 80% fu attribuita,oltre che ai polli, anche alle galline ovaiole. Fu anche concluso che fosse preferibile controllare il Campylobacter nella produzione primaria piuttosto che successivamente nella catena in quanto i batteri possono diffondersi dall’allevamento all’uomo anche attraverso altri meccanismi che la carne del pollame . Infine, diverse opzioni di controllo furono valutate rispetto alla loro efficacia nella riduzione dei problemi di salute pubblica associati alla presenza di Campylobacter nella carne di pollame. 19 L’attività dell’EFSA per il contrasto dellla campylobacteriosi Una stretta applicazione delle misure di biosicurezza durante la produzione primaria e delle regole di GAP/HACCP durante la macellazione possono ridurre la colonizzazione dei polli e la contaminazione delle carcasse. Dopo la macellazione, una riduzione del rischio al 100% può essere ottenuta con l’irradiazione o la cottura della carne di pollame su scala industriale. Una riduzione del rischio maggiore del 90 % può essere ottenuta mediante congelamento delle carcasse per 2-3 settimane, una riduzione dal 50 al 90 % mediante congelamento per 2-3 giorni, con acqua calda o decontaminazione chimica delle carcasse. 20 FOCOLAIO INFETTIVO DI E. COLI PRODUTTORE DELLA TOSSINA SHIGA (STEC). Tra l’inizio di maggio e la fine di luglio 2011, si sviluppò in Ger-mania un focolaio infettivo di Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC). Il 24 luglio 2011 anche le autorità francesi riferirono di un focolaio nell’area vicine a Bordeaux. In tutta l’UE, durante lo sviluppo dei due focolai infettivi, furono segnalati oltre 3 100 casi di diarrea emorragica e oltre 850 casi di sindrome emoliticouremica (SEU), una grave malattia che può condurre al blocco renale, con 53 decessi confermati. 21 FOCOLAIO INFETTIVO DI E. COLI PRODUTTORE DELLA TOSSINA SHIGA (STEC). All’inizio il focolaio di E. coli O104:H4, un ceppo raro, fu collegato, tramite indagini epidemiologiche, al consumo di verdure fresche da insalata. Indagini successive individuarono alcuni germo-gli di semi di fieno greco (Trigonella foenum-graecum L.) come la fonte più probabile. L’EFSA emanò una dichiarazione congiunta con l’ECDC per fornire informazioni sull’infezione da STEC e sulle sue modalità di trasmissione, oltre a raccomandazioni su come evitare l’infezione. 22 Focolaio infettivo di E. coli produttore della tossina Shiga (STEC). Assieme all’ECDC, EFSA predispose una valutazione congiunta rapida del rischio associato ai due focolai, nella quale si concluse che erano alcuni germogli di fieno greco il collegamento più probabile. Inoltre, in risposta a una richiesta urgente da parte della Commissione, l’EFSA istituì una task force per risalire, attraverso gli approvvigionamenti alimentari e la catena di distribuzione dell’UE, ai semi implicati nel caso. La task force, in data 5 luglio 2011, giunse alla conclusione che lotti di semi di fieno greco importato dall’Egitto e usato per pro-durre germogli era il probabile collegamento tra i due focolai. 23 INSPEZIONI DELLE CARNI BASATE SUL RISCHIO The Panel BIOHAZ ha anche completato opinioni relative all’ispezione delle carni nei suini (EFSA Panel on Biological Hazards (BIOHAZ), 2011c) e nel pollame (EFSA Panel on Biological Hazards (BIOHAZ), 2012e). Il parere è risultato molto critico rispetto alle attuali modalità usate per l’effettuazione delle ispezioni ante- e post-mortem. Nel caso dei suini le attuali procedure di ispezione non risultano focalizzate sui (e non riescono a proteggere il consumatore dai) più importanti nuovi pericoli ( cioè Salmonella, Yersi-nia enterocolitica, Toxoplasma). Pertanto, appropriate procedure devono essere sviluppate ex novo. -24 INSPEZIONI DELLE CARNI BASATE SUL RISCHIO Per l’ispezione della carne di pollame, Campylobacter spp e Salmonella spp sono considerate di elevata rilevanza per la salute pubblica. Il controllo effettivo dei principali pericoli nella ispezione della carne suina è possibile, secondo gli esperti EFSA, solo attraverso un programma complessivo di assicurazione della sicurezza della carcassa suina basato sulla combinazione di diverse misure di prevenzione e di controlli , applicati sia nell’allevamento che al macello in modo integrato longitudinalmente. 25 RISCHI ASSOCIATI ALLA BSE/TSE L’evoluzione favorevole delle epidemie connesse alla BSE ed alla vCJD negli anni recenti hanno modificato la natura delle domande poste all’EFSA in materia di rischi connessi alle TSE da quesiti più fondamentali sulla valutazione del rischio alle valutazioni degli effetti di eventuali riduzioni di misure molto costose di prevenzione ed il controllo della BSE, previste as Roadmap EU per le TSE. Inoltre, l’individuazione della notevole diversità di ceppi di prioni sul territorio, ivi inclusi le tre nuove forme di TSE animali (L-type Atypical BSE, H-type Atypical BSE and Atypical scrapie), ha complicato la diagnosi e la sorveglianza della malattia e la valutazione scientifica del rischio globale di TSE per l’uomo. 26 RISCHI ASSOCIATI ALLA BSE/TSE Nel parere congiunto dell’EFSA e dell’ ECDC sulle possibili associazioni epidemiologiche o molecolari fra le TSEs negli animali e nell’uomo (EFSA Panel on Biological Hazards (BIOHAZ) and BIOHAZ Risk assessments ECDC, 2011) è stato confermato che i prioni della BSE classica sono i soli agenti finora dimostrati essere zoonotici, ma la possibilità che una piccola proporzione di casi umani di CJD finora classificati come “sporadici” possa essere di origine zoonotica non può esere esclusa. Inoltre, gli esperimenti di trasmissione a primati non-umani suggeriscono che alcuni agenti TSE, cioè gli agenti della L-type Atypical BSE, Classical BSE in sheep, transmissible mink encephalopathy (TME) and chronic wasting disease (CWD), possano anch’essi avere un potenziale zoonotico. Efsa finalizzerà entro ottobre il parere sul ruolo della carne selvatica nella diffusione dell’ebola Efsa ha appena ricevuto un mandato dalla Commissione Europea, per verificare se la carne introdotta illegalmente in Europa da africani residenti nella UE possa costituire un potenziale vettore di Ebola o altre malattie. Nello specifico, si fa riferimento a carne cosiddetta sevatica, anche in forma di carogne e rinvenuta nella foresta (“bushmeat”) - come pipistrelli, scimmie o gorilla- che è considerata una prelibatezza e che viene importata in modo clandestino (in base alla letteratura, nel solo 2010 sono state introdotte tramite l’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi circa 270 tonnellate di questi tipi di carne). In base ai dati EU TRACES, non dovrebbero essere stati comunque importati animali vivi. Efsa finalizzerà entro ottobre il parere sul ruolo della carne selvatica nella diffusione dell’ebola Il virus Ebola si è diffuso inizialmente nell’uomo proprio tramite il contatto con carcasse di animali infetti o con i loro fluidi e solo in un secondo momento sarebbe avvenuta la trasmissione da uomo a uomo. Allo stato attuale delle cose, occorre allora verificare il livello di rischio posto da carne o sottoprodotti animali importati illegalmente in Europa. Già la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda la cottura completa di carcasse e sangue di pipistrelli , riconoscendo in tali mammiferi un vettore di diversi rischi (inclusa la rabbia, l’Hendra virus, il Nipah virus, nonché coronavirus e SARS). 29 Efsa finalizzerà entro di ottobre il parere sul ruolo della carne selvatica nella diffusione dell’ebola In base ad un primo parere di aprile 2014 dell’European Center for Disease Control (ECDC) il rischio di contagio di Ebola tramite carne infetta è considerato basso, anche se vi sono numerosi fattori di incertezza che rendono problematica tale stima. 30 Molte grazie per la vostra attenzione! 31