La tassazione delle attività finanziarie in Italia

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La tassazione delle attività finanziarie in Italia
La tassazione dei redditi da capitale
Massimo D’Antoni
Anno Accademico 2012-2013
Modalità di tassazione del risparmio
Modalità di tassazione del risparmio
Il risparmio può essere sottoposto a tassazione in tre momenti:
I
accantonamento (una parte del reddito è investita)
I
accumulazione (l’investimento produce rendimenti)
I
prelievo (il capitale e relativi rendimenti sono disinvestiti)
Vi sono diversi schemi di tassazione:
I TTE: il reddito risparmiato ha pagato l’imposta e paga imposte sui
rendimenti
I
I
TEt: il reddito risparmiato ha pagato l’imposta, i rendimenti sono
tassati al momento della percezione da parte del titolare del fondo
I
I
Esempio: è il modello più diffuso in Italia e non solo
Esempio: fondi comuni di investimento in Italia
EET: esenzione da imposta al momento dell’accantonamento, nessuna
tassazione dei rendimenti, sono tassati i prelievi
I
I
Esempio: fondi pensione americani (IRA) e fondi di risparmio britannici
(ISA)
l’EET è equivalente al TEE
La tassazione del risparmio in Italia
Nel nostro sistema, ai fini Irpef si distingue tra:
I
redditi da capitale (interessi e dividendi)
I
redditi diversi (plusvalenze e derivati)
Tuttavia, gli unici effettivamente assoggettati ad Irpef sono:
I
dividendi e plusvalenze da partecipazioni qualificate (per il 49,72%)
I
dividendi e plusvalenze da società residenti in paradiso fiscale (per il
100%)
In tutti gli altri casi, imposte sostitutive con aliquota proporzionale del 20%,
con alcune eccezioni
I
Titoli di Stato: 12,5% (anche le plusvalenze)
I
risparmio previdenziale: 11%
Tassazione delle plusvalenze: alla realizzazione o alla
maturazione
Alla realizzazione: al momento della vendita, sulla differenza tra prezzo
di vendita e di acquisto
I alla maturazione: differenza tra valore maturato a fine anno e valore a
inizio anno (o al momento dell’acquisto se acquistato durante l’anno)
A parità di aliquota, la tassazione alla realizzazione di una plusvalenza è più
vantaggiosa di quella alla maturazione. Comporta un differimento
dell’imposta.
I
Valore asset
Plusvalenza maturata
Plusvalenza realizzata
Imposta 20% maturazione
Imposta 20% realizzazione
I
I
0
1000
1
1100
100
2
1250
150
20
30
3
1400
150
400
30
80
Il valore capitalizzato (al 10%) di imposta alla maturazione è: 87.2
In passato (riforma Visco 1997) si utilizzava un equalizzatore: il valore
dell’imposta realizzata veniva “rivalutato” ai fini dell’imposta con un
coefficiente che lo rendeva pari al valore maturato
Tassazione alla realizzazione e lock-in
I
Titolo acquistato a 100
I
imposta su plusvalenze g = 20%
I
il titolo vale 200 nel periodo t e ci si aspetta per t + 1 ulteriore
rivalutazione del 6%
due possibilità:
I
I
I
Opzione 1: liquidare il titolo e acquistarne un altro
Opzione 2: mantenere il titolo
Confrontiamo:
Opzione 1 pago imposta di 20, reinvesto 180, rivendo il titolo a 190,8, pago
imposta di 0, 2 × (190, 8 − 180) = 2, 16, consumo 188,64
Opzione 2 vendo il titolo a 212, pago imposta 0, 2 × (212 − 180) = 22, 4,
consumo 189,6
Conviene l’opzione 2. Converrebbe anche se il rendimento ottenibile dal
titolo alternativo fosse superiore al 6% (es. 6,5%). La tassazione alla
realizzazione incentiva a non modificare il portafoglio corrente,
determinando un’allocazione inefficiente delle risorse.
Regimi di tassazione del risparmio in Italia
Regimi di tassazione, in funzione del rapporto tra risparmiatore e
intermediario finanziaio:
I
Regime della dichiarazione (risparmio individuale): contribuenti che
non ricorrono ad intermediari né per la gestione né per
l’amministrazione
I
Risparmio amministrato: contribuenti che ricorrono a intermediario per
custodia e amministrazione del risparmio
I
Risparmio gestito: gestioni patrimoniali individuali presso
intermediario; si applica anche ai fondi pensione (dal 2011 questo
regime non si applica ai fondi comuni)
I
Fondi comuni di investimento: gestioni patrimoniali collettive in cui
l’investitore è proprietario di una quota del fondo
Regime della dichiarazione
I
Redditi di capitale (escl. dividendi da partecipazioni qualificate)
I
I
I
Imposta sostitutiva con ritenute a titolo d’imposta operate
dall’intermediario (aliquota del 20%, 12,5% per titoli di stato)
Non c’è obbligo di dichiarazione annuale
Redditi diversi (plusvalenze)
I
I
I
I
Devono essere sempre analiticamente dichiarati (non è garantito
anonimato)
La tassazione è sulle plusvalenze realizzate, al momento della
dichiarazione (a fine anno)
Possibile compensazione (ma solo nell’ambito di redditi diversi tassati
con la stessa aliquota)
Saldo negativo riportabile in avanti per 4 anni
Risparmio amministrato
I
Redditi di capitale
I
I
come in regime di risparmio individuale
Redditi diversi, differenze rispetto al risparmio individuale:
I
I
I
l’imposta sostitutiva viene prelevata dall’intermediario su ogni singola
operazione (tassazione alla realizzazione)
non è necessaria la dichiarazione analitica, è garantito l’anonimato
La compensazione solo fra i redditi diversi all’interno dello stesso
rapporto di amministrazione, nello stesso periodo di imposta e nei 4
successivi;
N.B. rimane sempre l’obbligo di dichiarazione delle plusvalenze rientranti in
base imponibile IRPEF (qualificate)
Risparmio gestito
L’intermediario agisce da sostituto di imposta, applicando imposta
sostitutiva del 20% al risultato di gestione
Patrimonio finale
+ Prelievi e proventi distribuiti nell’anno
− Conferimenti e sottoscrizioni nell’anno
− Redditi esenti
− Patrimonio iniziale
= Risultato di gestione
N.B: interessi su titoli di Stato solo per il 62,5% del loro ammontare
La tassazione del risultato di gestione garantisce:
I
anonimato
I
compensazione tra redditi di capitale e redditi diversi
Uno svantaggio:
I
tassazione al momento della maturazione
Fondi comuni di investimento (risparmio gestito collettivo)
I
Prima del luglio 2011 per fondi di diritto italiano tassazione alla
maturazione (come risparmio gestito); dal luglio 2011 trattamento
fiscale uniformato agli analoghi fondi comunitari che con la
realizzazione godevano di un vantaggio fiscale
I
N.B. per fondi immobiliari e fondi pensione continua ad applicarsi il
sistema del risparmio gestito
I
Tassazione (aliquota del 20%) applicata ai proventi (cedole) distribuiti
al socio e alla differenza di valore della quota del fondo tra il momento
del disinvestimento (cessione, riscatto, trasferimento) e quello della
sottoscrizione (o il I luglio 2011): tassazione alla realizzazione
I
Implica compensazione di minusvalenze con redditi di capitale in fase
di accumulazione
I
I guadagni derivanti da plusvalenze sui titoli detenuti dal fondo non
possono essere però compensate con perdite su altri fondi o su altri titoli
Riassumendo
Regime
DICHIARAZIONE
Anon.
No
R. AMMINISTRATO
Sı̀
R. GESTITO
FONDI COMUNI
Sı̀
Sı̀
Tassazione alla
Realizzazione
(annuale)
Realizzazione
(per singola oper.)
Maturazione
Realizzazione
(prelievo)
Compensazione
Solo tra R. diversi
Solo tra R. diversi
Totale
Totale
Risparmio previdenziale
I
Previdenza complementare
I
I
fondi pensione chiusi da contrattazione collettiva
Previdenza individuale
I
fondi pensione aperti, contratti di assicurazione sulla vita
Vincolo a fronte del trattamento fiscale agevolato:
I Erogazione prestazione al raggiungimento dell’età pensionabile.
I La prestazione deve essere per almeno il 50% sotto forma di rendita
Trattamento fiscale (ETt):
I In fase di accantonamento contributi versati deducibili dall’imponibile
(entro limite 5.165C)
I In fase di accumulazione tassazione con aliquota 11% alla maturazione
(sul risultato di gestione, vedi risparmio gestito)
I In fase di prelievo sotto forma di rendita o capitale
I
I
I
Parte corrispondente ai rendimenti finanziari esente
Parte corrispondente ai contributi (max 50% del montante) soggetta a
tassazione separata con aliquota ridotta: aliquota max 15%, ridotta dello
0,3% per ogni anno di contribuzione oltre il 15°, minimo 9% (35 anni)
Ulteriori redditi maturati dopo il pensionamento: al 20%
Risparmio previdenziale: il TFR
È anch’esso una forma di risparmio previdenziale, corrisposto al dipendente
alla cessazione del suo rapporto di lavoro.
Trattamento fiscale:
I
In fase di accantonamento: accantonamenti non imponibili
I
In fase di accumulazione: rivalutazioni soggette tassazione sostitutiva
con aliquota 11% alla maturazione (vedi risparmio gestito)
In fase di prelievo
I
I
I
la parte finanziaria è esente.
la parte relativa agli accantonamenti è soggetta a tassazione separata
(aliquota media Irpef ultimi 5 anni);
Redditi percepiti da non residenti e redditi esteri
Redditi percepiti da non residenti
I Interessi e plusvalenze
I
I
Esenti se il paese di residenza del percettore partecipa a scambio di
informazioni (una convenzione per evitare la doppia tassazione del
reddito) e non è paradiso fiscale.
Dividendi
I
Ritenuta del 20%, rimborsabile fino ad 1/4 se si dimostra che sono state
pagate le imposte nello Stato di residenza dei percettori.
Redditi percepiti all’estero da residenti
I
Si applica (con difficoltà) il principio di residenza
Comportamenti elusivi relativi alla
tassazione dei capitali
Aggirare il problema del lock-in
I
La tassazione alla realizzazione incoraggia il mantenimento dell’attuale
portafoglio, con rinuncia ad utilizzi alternativi del capitale.
I
È tuttavia possibile fissare il guadagno conseguito senza cedere il titolo
e senza rinunciare al vantaggio fiscale vendendo allo scoperto
un’attività perfettamente correlata con quella in portafoglio (shorting
aginst the box)
Esempio: Azioni acquistate a 900 che ora valgono 1000;
I
I
I
I
I
I
vendendole ora pagherebbe l’imposta su plusvalenza di 100
può prendere a prestito somma equivalente al valore delle azioni oggi,
impegnandosi a restituire domani una somma pari al valore che avranno le
azioni (acquista posizione “corta” sulle sue azioni)
oggi ha a disposizione la somma per usi alternativi
domani compensa la plusvalenza sulle azioni con la minusvalenza sulla
posizione corta
Esempio: se domani le azioni valgono 1100, ha una plusvalenza di 200
sulle azioni da cui può dedurre una minusvalenza di 100 sulla posizione
corta (rimborsa 1100 a fronte di prestito di 1000): resta solo la
plusvalenza iniziale
Tax straddle per posticipare l’imposta su una plusvalenza
Tax straddle = salto fiscale. Significa avere in portafoglio
contemporaneamente una posizione lunga (acquisto) e una corta (vendita
allo scoperto) sullo stesso titolo e con la stessa scadenza
I la tax straddle non comporta rischi, non produce mai guadagni o perdite
I consente di creare una perdita fittizia in prossimità della fine
dell’esercizio per rinviare l’imposta all’esercizio successivo
Come funziona:
I il contribuente ha maturato una plusvalenza di 100 e vorrebbe rinviare il
pagamento della relativa imposta
I il 30/12 acquista N azioni al prezzo corrente (posizione lunga) e allo
stesso vende allo scoperto N azioni (posizione corta) con consegna 1/1
I il 31/12 il prezzo delle azioni acquistate è diminuito, il contribuente
vende una quota di azioni tale da realizzare una minusvalenza pari alla
plusvalenza iniziale
I realizzata la minusvalenza, riacquista le azioni appena vendute al
prezzo corrente
I il 1/1 realizza una plusvalenza netta corrispondente alla minusvalenza
del 31/12, che sarà tassata l’anno successivo (a meno di ulteriore tax
straddle)
Tax straddle per posticipare l’imposta su una plusvalenza /2
L’esempio nel dettaglio:
I
l’impresa realizza plusvalenza di 150C
I
il 30/12 acquista e vende (vendita e acquisto si compensano) futures per
80 azioni al prezzo di 10C con consegna 1/1
I
il 31/12 il prezzo dell’azione è calato a 7C: vende futures per 50 azioni
e realizza minusvalenza di 50 × (10 − 7) = 150C
I
immediatamente riacquista future 50 azioni a 7C
ai fini fiscali la minusvalenza (150C) compensa la plusvalenza
inizialmente realizzata (C150): non è dovuta imposta
il 1/12 il prezzo corrente dell’azione è di 9C e le posizioni sono
liquidate:
I
I
I
I
I
I
su 30 azioni acquistate il 30/12 minusvalenza 30 × (10 − 9) = 30C
su 80 azioni vendute il 30/12 plusvalenza 80 × (10 − 9) = 80C
su 50 azioni acquistate il 31/12 plusvalenza 50 × (9 − 7) = 100C
il 1/12 si manifesta una plusvalenza netta di 150C, simmetrica alla
minusvalenza ottenuta il 31/12; la plusvalenza verrà però tassata solo
alla fine del nuovo esercizio
Tax straddle per posticipare l’imposta su una plusvalenza /3
L’utilità del tax straddle dipende dall’effetto combinato di:
I
tassazione alla realizzazione
I
trattamento simmetrico delle plusvalenze e minusvalenze
Un tax straddle si può utilizzare anche per:
I
sfruttare vantaggi fiscali concessi e plusvalenze maturate su lungo
periodo (se aliquota più bassa a partire dalla scadenza T, conviene
realizzare la minusvalenza subito e rimandare la plusvalenza)
I
consentire riporto delle perdite oltre il 5° anno (in questo caso si
realizzerà una plusvalenza)
Perché tassazione differenziata tra breve e lungo periodo?
I tassate solo le plusvalenze per le quali si presume un movente
speculativo
I
esempio: plusvalenze su immobili in Italia sono tassate solo se acquisto e
rivendita entro 5 anni (e non abitazione principale)
I
tenere conto dell’inflazione
I
nei casi in cui la plusvalenza è assoggettata a tassazione progressiva,
per evitare che incide in modo abnorme sull’aliquota
Trasformare un reddito di capitale in capital gain
Con l’uso di derivati (titoli il cui valore dipende da un’attività sottostante)
posso sempre riprodurre il cash flow di un altro titolo.
Esempio: contratto forward (impegno a vendere a scadenza ad un prezzo
prefissato)
I il contribuente sottoscrive 2 contratti:
I
I
si impegna ad acquistare un titolo Y ad un prezzo Py in t + 1
si impegna a vendere un titolo Y ad un prezzo Py + R in t + 1
I
a scadenza, qualunque sia il prezzo Pz del titolo, il guadagno su un
titolo compenserà la perdita nell’altro titolo
I
il rendimento sarà in ogni caso R/Py
stesso risultato di un titolo con cedola di pare rendimento; quali
vantaggi?
I
I
I
aliquota inferiore sui capital gain
in Italia: possibile compensare capital gain, non redditi di capitale
Trasformare redditi tassati in redditi esenti
Il caso tipico è quello in cui si sfrutta la deducibilità degli interessi passivi.
I
Esempio: in Italia prima del 1986 titoli di Stato esenti da imposta
I
Conveniva alle imprese indebitarsi al tasso i per acquistare titoli di
Stato che davano rendimento r < i
I
L’impresa pagava in effetti i(1 − τ) e quindi poteva lucrare r − i(1 − τ)
Dividend washing
Possibilità di sfruttare il diverso trattamento fiscale di diversi soggetti:
I individui con diverse aliquote marginali
I società in utile o in perdita
I soggetti residenti e non residenti
Esempio: dividend washing tra società non residente e residente
I azionista non residente che percepisce utili da società italiana paga
ritenuta di imposta del 20% (se non soggetto a imposta su reddito UE)
I società italiana che percepisce gli utili paga 27,5% su 5%, cioè 1,375%
I azioni del residente all’estero valgono 1100 prima della distribuzione
dei dividendi (100) e 1000 subito dopo
I il residente all’estero vende a società italiana le azioni (a 1100) e le
riacquista (a 1000) subito dopo il dividendo
I il residente all’estero non paga la ritenuta sui dividendi e percepisce
plusvalenza 100, che non è tassata
I la società italiana compensa minusvalenza e dividendi: nessuna
maggiore imposta
I
N.B. Non è consentita deduzione integrale della minusvalenza, solo fino a
concorrenza dei dividendi nei 36 mesi precedenti (se fosse consentita
deduzione integrale anche la società italiana avrebbe un vantaggio)
Effetti dell’imposta sul risparmio e
l’assunzione del rischio
Bisogna tassare il capitale?
Argomenti contrari:
I
I
Argomento tradizionale: doppia tassazione del risparmio (J.S. Mill)
L’argomento “moderno”: la tassazione del capitale distorce
l’allocazione intertemporale delle risorse (scoraggia il risparmio)
I
I
ma quanto è “elastico” il risparmio rispetto al rendimento?
L’argomento pragmatico: la tassazione del capitale ha un gettito
effettivo vicino a zero perché tassa solo la componente riskless del
rendimento di un investimento (vedi oltre)
Argomenti a favore:
I
la possibilità di trasformare reddito da lavoro in reddito di capitale
rende necessario tassare il reddito di capitale
I
è un modo per tassare indirettamente i lasciti ereditari (penalizzare i
rentier); rispetto a tassazione delle successioni la tassazione del capitale
presenta dei vantaggi se eterogeneità dei rendimenti
La distorsione nelle decisioni di risparmio
C2
γ
α
β
Vincoli di bilancio:
α senza imposta sul
reddito di capitale
E2
E1
β con imposta sul reddito
di capitale
γ rimuovendo imposta sul
capitale e aumentando
imposta su reddito
iniziale, a parità di
gettito
C1
Tassare l’assunzione di rischio
I
I
Il reddito da capitale è in (buona) parte remunerazione dell’assunzione
di rischio
La tassazione riduce la varianza del reddito
I
I
I
I
Esempio: 50% di probabilità di guadagnare 100 o 20 (60 ± 40); con
tassazione del 40% il reddito netto sarà 60 oppure 12 con uguale
probabilità (36 ± 24)
Questo effetto si estende al caso di valori negativi se ammessa
deducibilità delle perdite e se minusvalenze e plusvalenze sono trattate
in modo simmetrico
Gli individui reagiranno aumentando l’assunzione di rischi, ma in tal
modo neutralizzeranno gli effetti della tassazione sulla componente
relativa al rischio
Quindi la maggior parte della rendimento del capitale non viene in
effetti tassata
Dunque:
I La tassazione dei capitali conta poco
I Il peso dell’inflazione è maggiore
I Possibile semplificare la tassazione del reddito di capitale
Tassare una lotteria con vincita media zero
I
Aliquota del 50%
I
Assumiamo che sia consentita la deduzione delle perdite
I
Senza imposte
I
I
I
un individuo scommette 100C su testa (50% possibilità)
vincita attesa nulla (chiude con +100C oppure -100C)
Con imposte
I
I
I
I
I
l’individuo “neutralizza” l’effetto dell’imposta raddoppiando la
scommessa (scommette 200C invece di 100C)
l’individuo non modifica la sua situazione (chiude con +100C oppure
-100C)
il governo partecipa alla scommessa: guadagna 100C se testa, perde
100C se croce
ha lo stesso gettito atteso che avrebbe senza imposta, ma sopporta un
rischio
può ridurre l’esposizione al rischio con una scommessa di segno opposto
(scommette 100C su croce)
Equivalenza tra due regimi fiscali
Definizione — due regimi sono equivalenti nel senso che:
I
gli individui hanno lo stesso reddito dopo le imposte in ogni circostanza
l’investimento netto totale in ciascuna attività (scommessa) deve essere
lo stesso
I
il governo deve ottenere lo stesso gettito in ogni circostanza
I
Nota che:
I
il fatto che il governo compensi la decisione degli individui
partecipando alla lotteria ristabilisce l’equilibrio del mercato
I
il governo potrebbe preferire non “aggiustare” il suo portafoglio; ma
allora dovremmo spiegarci perché non modifica il portafoglio nel caso
senza imposte
I
nulla cambierebbe con altre aliquote: se l’imposta fosse t = 40%, la
scommessa dell’individuo sarebbe 100/(1 − t) = 166, 6, e cosı̀ via
Tassare una lotteria con vincita positiva
I
Supponiamo ora che l’individuo ottenga 120C se vince (testa), e ne
perda 100 C se perde (croce) — il valore atteso della vincita è 10 C
(avversione al rischio: compensazione per convincerlo a scommettere)
I
Anche in questo caso, un’imposta del 50% dimezza tutti i valori
I
L’individuo può ristabilire la situazione iniziale raddoppiando la
scommessa
I
Il governo si trova nella stessa situazione e ha un gettito atteso di 10C
I
Tuttavia, se desidera neutralizzare tale esposizione al rischio (riducendo
la propria esposizione al rischio), dovrà compensare l’individuo che si
assume quel rischio: scommette su croce 100C contro 120C, a fronte di
analoga scommessa di segno opposto dell’individuo
I
Non cambia nulla!
Tassare un investimento rischioso
I
L’individuo investe 100C per un anno, e l’anno dopo l’investimento
vale 130C oppure 90C con la stessa probabilità (valore atteso 110C,
rendimento atteso 10%)
I
L’individuo avrebbe potuto investire in un’attività priva di rischio con
rendimento del 4% (si può indebitare allo stesso tasso)
Procediamo cosı̀:
I scomponiamo l’investimento in una componente priva di rischio +
scommessa:
I
I
I
investe 100C e riceve 104 C
scommette 26C (se vince) contro 14C (se perde) — vincita attesa 6C
pertanto:
I
I
se vince prende 100C + 4 C + 26C = 130C
se perde prende 100C + 4 C - 14C = 90 C
Tassare un investimento rischioso
I
Imposta del 50% sul rendimento
I
se vince prende 115C (=100+30/2), se perde prende 95C (=100-10/2),
ottenendo un rendimento atteso di 5C
la scomposizione divide tutte le quantità a metà:
I
I
I
se vince prende 100C + 2 C + 13C = 115C
se perde prende 100C + 2 C - 7C = 95 C
Se l’individuo vuole tornare alla situazione pre-imposta
I
deve investire 200C invece di 100 C
I
deve ottenere risorse addizionali per 100C prendendo a prestito al tasso
del 4% (data deducibilità degli interessi passivi, paga il 2% di interessi)
I
alla fine ottiene lo stesso che aveva senza imposte, ma deve pagare 2C
di interessi: l’effetto dell’imposta è quello di tassare il rendimento
risk-free
Il governo:
I
partecipa alla scommessa dell’individuo
I
effettua una scommessa di segno opposto, prestando 100C risk-free e
accettando di pagare 26C contro vincita di 14C
Tassare un investimento rischioso: riassumendo
La posizione del contribuente:
Investe
Debito
Risultato risk-free
Debito da restituire
Risultato lotteria
Risultato finale
No imposte
100
0
104
0
26/-14
130/90
Imposta 50%
200
100
204
102
26/-14
128/88
Investimenti “inframarginali”
I
Un individuo trova un’opportunità particolare di guadagno, non
accessibile agli altri (al mercato), per cui i guadagni futuri non si rifletto
nel prezzo
I
È un’opportunità unica, non si può investire di più
I
Esempio: investendo 100 posso ottenere 140 oppure 90, ma su ulteriore
investimento il rendimento è solo 130 contro 90.
Con l’imposta, l’individuo raddoppia la posta (200), ma ora la vincita
(lorda) è 270 oppure 180
I
I
I
I
I
l’imposta sul reddito di capitale sarà 35 oppure −10
la vincita al netto dell’imposta è 235 oppure 190
inoltre paga 2 di interessi (al netto di imposte) sul prestito di 100
conclude con 133 oppure 88, cosı̀ scomposto
I
I
2 (rendimento riskfree) + 26/14 (scommessa) + 5 (rendimento
inframarginale)
solo il rendimento riskfree e quello inframarginale sono ridotti
dall’imposta
Riassumendo
I
Le imposte sul capitale riducono la varianza dell’investimento
I
Se il contribuente può aumentare l’investimento/scommessa, egli
neutralizzerà l’effetto dell’imposta
I
Tassare un’attività rischiosa consentendo la compensazione delle
perdite equivale a non tassarne la componente legata al rischio
I
Sulla parte risk-free e sugli investimenti inframarginali l’individuo non
riuscirà a neutralizzare l’effetto dell’imposta
Conclusione
L’imposta sul capitale colpisce il rendimento risk-free e il rendimento
inframarginale, mentre non colpisce il puro rendimento derivante
dall’assunzione di rischio
Conseguenze
I
Un’imposta sulla ricchezza, in quanto indipendente dall’esito di un
investimento rischioso, è un’imposta sul rendimento risk-free
I
I
Nell’esempio precedente: un’imposta del 2% sulla ricchezza
C’è equivalenza tra un’imposta sul reddito di capitale (rischioso) con
un’imposta sulla ricchezza, a meno di un opportuno aggiustamento di
portafoglio
I
N.B. Una tassazione sulla ricchezza può essere intesa coma una
tassazione sulle opportunità di investimento, mentre una tassazione sul
reddito tassa il risultato dell’investimento (tassa di più i più fortunati).
Non c’è in realtà differenza
I
Esempio — La tassazione delle attività finanziarie in Olanda: il
contribuente paga le imposte su un rendimento imputato calcolato con
un tasso nozionale
I
Inoltre: ai fini dell’ACE dobbiamo considerare il rendimento risk-free o
quello comprensivo del rischio?
Imposte e scelte di portafoglio del governo
I
Il governo aggiusta il proprio portafoglio?
I
I
I
I
Se non lo aggiusta, l’aumento dell’assunzione di rischio dei contribuenti
non è bilanciato, non c’è equilibrio di mercato, il prezzo degli asset
aumenta e l’imposta ricade sugli investitori
In effetti, non osserviamo un’azione del governo nel mercato finanziario
della misura indicata dal modello
D’altra parte, una situazione in cui le entrate/uscita dello Stato fossero
incerte non è sostenibile per il bilancio pubblico: lo Stato aumenterà il suo
indebitamento in periodi di ridotte entrate fiscali e viceversa, il che è
equivalente ad acquisto di equity
Se non aggiusta il portafoglio?
Visto che:
I
Imposta r. capitale + Aggiust. portafoglio = Imposta ricchezza
allora:
I
Imposta r. capitale − Imposta ricchezza = Aggiust. portafoglio
passare da imposta sul reddito a imposta sulla ricchezza equivale a
modificare l’esposizione al rischio del governo e degli investitori
END