L`ATELIER D`ARGENTO - Studio Pedagogico Clinico

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L`ATELIER D`ARGENTO - Studio Pedagogico Clinico
“PRENDERSI CURA
DI CHI CURA”
PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
L’ATELIER D’ARGENTO
REALIZZATO CON GLI ANZIANI DELLA STRUTTURA
Incontro formativo ed informativo
rivolto a tutto il personale (operatori OSS, Infermieri, Educatori)
della Casa di Riposo “A. Rossi” di Arsero
Programma:
Prima parte:
La persona anziana tra bisogni ed emozioni.
Seconda parte:
Un bisogno, un progetto: “L’atelier d’argento”.
Video-Racconto del progetto realizzato con gli anziani
della struttura
Terza parte:
L’espressione di Sé (di chi cura).
Esperienza pratica: il personale della struttura si mette
in gioco e sperimenta “L’Atelier d’argento”
Relatore:
Dott.ssa Sabrina Germi, Pedagogista Clinico
“Se tratti un uomo quale è, rimarrà cosi come è.
Ma se lo tratti come se fosse quello che potrebbe o dovrebbe essere,
certamente diverrà ciò che potrebbe o dovrebbe essere”.
J. Wolfgang Goethe
Dispensa (a cura della dott.ssa Sabrina Germi)
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PRIMA PARTE
LA PERSONA ANZIANA
Tra bisogni ed emozioni
“Ognuno vorrebbe diventare vecchio, ma nessuno vorrebbe esserlo”
Jasper 1965
Dispensa (a cura della dott.ssa Sabrina Germi)
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L’ INVECCHIAMENTO
Riflessioni e argomentazioni tratte da Invecchiamento e vecchiaia,
Alberto Spagnoli, Bollati Boringhieri
La senescenza “è uno stato di essere” non un’alterazione di un precedente modo di
essere, è una fase naturale del ciclo di vita che tuttavia ha assunto le tinte di una
tragica pena accompagnata da una gigantesca opera di rimozione. La società di oggi,
teme la vecchiaia, la fugge, evita il più possibile di pensare ad essa, ma ciò
compromette la vita dell’anziano e quella di ciascuno di noi, che anziano diventerà.
Occuparsi di anziani non è facile.
E’ più desiderabile lavorare con il bambino, ci si identifica volentieri con le sue
possibilità di crescita, evoluzione, scoperta; è facile condividere le sue ansie e le sue
gioie e pensare “Vorrei essere come lui”. Ma chi ha mai pensato: “Vorrei essere come
quell’anziano”. A volte si dice: “Gli anziani sono come bambini”, ma non è così, non
si vivono come tali, e noi non li viviamo come bambini: desiderabili e amabili. Si può
dire che fino a quando un soggetto può essere oggetto di identificazione per altri,
può aderire al sentimento di accettazione del sé.
Ma come possiamo identificarci con una persona che porta i segni della decadenza?
Il giovane ha un corpo sano, bello, vigoroso, liscio. Nel giovane il corpo “è con lui”.
Nella persona che invecchia il corpo “è contro di lui” non sorregge più senza fatica la
mediazione con il mondo e con gli altri. Il corpo diviene sempre più ingombro e ha
sempre meno forza. L’anziano non “è” un corpo, “ha” un corpo; la percezione di un
corpo a disagio spinge la persona ad occuparsene come se abitasse un contenitore
danneggiato; a raccogliere energie psichiche residue da investire su di sé, nel
tentativo di conservarsi e recuperarsi, sottraendole agli affetti e alle relazioni. Chi
invecchia dedica al proprio corpo l’attenzione che non deve più impiegare nel suo
lavoro e si lagna di più dei suoi dolori…
E’ indiscutibile dunque nell’anziano una decadenza fisica, ma questa non giustifica la
convinzione di una decadenza delle emozioni e delle pulsioni che il corpo può
avvertire.
Allargando l’orizzonte, che cosa può rendere più infelice una persona anziana se non
il non essere riconosciuta come persona che sente, desidera, chiede. La vecchiaia
dovrebbe essere intesa come una fase evolutiva e come quella fase che, se ben
compresa, consente di comprendere e di completare ciò che si è stati e che infine si è.
I vecchi dovrebbero mantenere delle passioni, continuare ad aderire a valori in cui
riconoscersi per non ripiegarsi in sé stessi. La persona anziana, nonostante l’età,
continua come nella giovinezza e nell’età adulta a nutrirsi, a rigenerarsi attraverso
l’amore, l’amicizia, la solidarietà, ma anche la ribellione, l’ardore, emozioni e
sentimenti che non possono essere taciuti.
La vecchiaia rischia di essere pensata come l’età in cui nulla può accadere, per il
semplice fatto che tutto è già accaduto.
Ma non è così: la vecchiaia può invece rappresentare un’importante radice di
diversità e creatività. Chi invecchia vede rallentare tutte le sue prestazioni; è
certamente meno efficiente, ma può risultare prolungato il tempo dedicato alla
riflessione e non solo…. alla creatività, all’espressione di sé, alla scoperta di nuovi
desideri, valori… (seconda parte).
Dispensa (a cura della dott.ssa Sabrina Germi)
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SECONDA PARTE
UN BISOGNO, UN PROGETTO:
L’ATELIER D’ARGENTO
“Sono stanco e furioso di essere vecchio;
sono tutto ciò che ero e anche di più,
ma un nemico mi ha legato e contorto in tal modo che,
pur potendo fare progetti e pensare meglio che mai,
non posso più eseguire ciò che progetto e che penso”
Yeates (premio Nobel per la letteratura)
In collaborazione con:
Spazio Empatia
associazione socio-culturale per la promozione del benessere individuale e di gruppo
www.spazioempatia.it
e-mail: [email protected]
Dispensa (a cura della dott.ssa Sabrina Germi)
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L'ATELIER D'ARGENTO
La condizione anziana è accompagnata da una certa involuzione fisica, psichica,
affettiva e sessuale; al calo di efficienza e alla crisi di identità, si unisce
frequentemente nell'anziano la rottura dell'equilibrio emotivo, per cui si sviluppano
in lui stati di ansia, paure, insicurezze, che danno luogo a forme di narcisismo,
introversione, regressioni psicologiche. Da qui l’importanza dell’intervento
pedagogico clinico in ambito senile per ripristinare nell’anziano equilibri e abilità,
superare disagi socio-relazionali e psico-affettivi.
L'atelier d'argento è stato un progetto rivolto a un gruppo di circa 15 anziani della
Casa di Riposo “A. Rossi”, condotto dalla dott.ssa Germi Sabrina Pedagogista
Clinico, in collaborazione con l’Associazione “Spazio Empatia”.
Il progetto L'Atelier d'Argento è nato con l’obiettivo di promuovere all’interno del
gruppo anziani, della Casa di Riposo “A. Rossi” di Arsero, il superamento dei disagi
e delle personali difficoltà di relazione, e favorire una maggiore presa di coscienza
delle capacità e potenzialità di ciascun anziano. In particolare, il mio intervento ha
voluto sostenere gli anziani nel loro percorso interiore verso la scoperta e la
consapevolezza della propria integrità e saggezza.
E’ stato un percorso di conoscenza che, attraverso modalità e strumenti diversi, ha
portato alla scoperta del tempo, dello spazio e della forma, è entrato nel mondo
interno della persona promuovendo l'armonia del sé e dell'incontro con l’altro.
L'approccio è avvenuto con la voce, la poesia, la danza, il respiro, il disegno, il
movimento, nello specifico attraverso la sinergia di tecniche pedagogico cliniche,
quali edumovement, inter-art, educromo, discover-project declinate contestualmente
agli obiettivi di progetto.
Per promuovere il cambiamento personale e socio-relazionale il progetto si è
articolato attraverso una sequenzialità di esperienze.
Per rendere più facilmente comprensibile il progetto, lo suddividerò in tre momenti:
1. VIVERE LA CORPOREITA’
2. LA SCOPERTA DEL SÈ ATTRAVERSO L’ARTE
3. LA RELAZIONE COME TERZO
Dispensa (a cura della dott.ssa Sabrina Germi)
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1.
VIVERE LA CORPOREITÀ
ATTRAVERSO IL RESPIRO, IL MOVIMENTO, L’ASCOLTO…
“Chi Invecchia dedica al proprio corpo l’attenzione che non deve più impegnare nel suo
lavoro e si lagna dei suoi dolori per nascondere la perdita di potere e
di prestigio anche di fronte a sé stesso”
Simone de Beauvoir
All'origine sta l'uomo con il proprio corpo, il proprio modo di sentire, di
ascoltare, di esprimere la propria personalità e il proprio essere nel mondo, con la
voce, le mani, i piedi, il respiro, la danza e il movimento.
I primi incontri hanno offerto l’opportunità a ciascuno di parlare di sé agli altri, di
riflettere su se stessi; sono seguite esperienze corporee di contrazione e
decontrazione muscolare con il metodo Discover Project®.
Purtroppo, nella nostra cultura, ci ricordiamo del corpo soltanto quando non
funziona bene o non ci piace, proprio per questo il fine del metodo proposto è stato
quello di agire su tutto il corpo, inteso come centro coordinatore delle esperienze e
asse di un nuovo e più adatto orientamento verso la vita.
Il Discover Project® ha incoraggiato una maggiore presa di coscienza di sè, del
proprio corpo nella sua unità e nella sua rappresentazione spaziale e topografica.
Dispensa (a cura della dott.ssa Sabrina Germi)
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2.
LA SCOPERTA DEL SE’ ATTRAVERSO L’ARTE
L'ARTE è liberatoria perché evade dal reale, eleva dalle preoccupazioni e dalle
sofferenze materiali.
L'arte crea una zona di vita simbolica che permette alla persona di sperimentare idee
e sentimenti, di portare alla luce le complessità e le contraddizioni della vita, di
mostrare le capacità dell'essere umano di trascendere il conflitto creando ordine nel
caos.
Inoltre, l'arte dà piacere. Creare è come innamorarsi. Il valore artistico è sempre
un segno di sublimazione ben riuscita.
Al Discover Project®, sono seguite esperienze di creatività artistica attraverso
l’Inter-Art® che hanno permesso di aiutare la persona anziana sia sul piano
cognitivo che affettivo. Il canale espressivo-creativo-ideativo ha favorito nella
persona la scoperta e la riscoperta del proprio sé, attraverso la trasmissione del
proprio vissuto sul piano artistico.
Tutte le attività artistiche
sono manifestazioni proprie della personalità, autentiche ed originali,
tipiche espressioni globali dell'Io del soggetto,
che si manifestano nel contenuto degli elaborati artistici.
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Attraverso: il disegno, la scultura di creta e il lavoro con il filo di ferro, gli
anziani hanno potuto esprimere la propria personalità, il proprio Io in modo
autentico e originale.
Il canale espressivo ha consentito l’emergere di un interesse vivo ed attivo per la
vita in se stessa di fronte alla stessa morte, ha risvegliato in persone di 70/80 anni,
desideri nascosti, non svelati, quali: la felicità, la salute, la ricchezza o il desiderio di
avere un compagno accanto, desideri che suggeriscono di insistere nella sfida a
favore della vita.
L’Inter -Art® è un metodo che abbraccia tutte le forme espressive compresa la
poesia. Ciascun anziano ha avuto la possibilità di scrivere una propria ed originale
poesia, facendo cadere maschere e barriere. Sono stati cosi realizzati lavori poetici
importanti, rivelatori di una commossa sensibilità, ne sono un esempio alcune poesie
di seguito riportate:
La pace è un bene per tutti,
la pace è un dono di Dio.
B. Giustina
Ho cercato di fare un simile cielo,
con laterale un mare,
e dall’altro lato perle di collina con due personaggi
nei quali un giorno, unendosi, possano diventare un solo occhio,
con un solo sguardo che rimarrà nei nostri cuori per tutta la
vita.
G. Lino
Viva la pace in tutto il mondo, tutti più buoni.
Viva chi sa donare amore, luce di stelle.
Io sono triste perché ho perso l’amore,
la vita è come spenta per me.
F. Rosa
Le parole del poeta anche se disperate
sembrano sempre parole di amore, il mondo appare come creazione,
come una realtà affidata all’uomo per viverla fino in fondo.
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3. LA RELAZIONE COME TERZO
“Io non sono solo…”
“CHI MI STA VICINO E’ STATO CREATO IN DONO PER ME
ED IO SONO STATO CREATO
IN DONO PER CHI MI E’ VICINO”
Chiara Lubich
Sia l’Inter-Art® che il Discover Project® hanno favorito un abbattimento delle
tensioni interiori, delle difese, delle chiusure iniziali e contemporaneamente hanno
rafforzato l’Io. Gli anziani sicuri di sé e liberi da chiusure, verso la metà del percorso
hanno iniziato ad esprimere verbalmente i loro malesseri profondi: la difficoltà a
dialogare liberamente senza essere condizionati dal giudizio altrui; la sensazione di
non essere ascoltati e capiti: “non parlo perché non mi sento ascoltato”. Oltre, alla
difficoltà a vivere e sentire sulla propria pelle le emozioni, sia positive che negative,
ne sono espressione: “sono una foglia secca”, tutto mi scorre via”.
A seguito delle esperienze proposte, gli anziani si sono trovati ad essere forti nella
riscoperta delle proprie risorse e potenzialità, ma anche consapevoli delle proprie
difficoltà relazionali, per questo sono stati inviati a fare delle esperienze di “gioco”
attraverso il metodo Educromo®, per favorire scambi di fiducia l’uno verso l’altro,
conseguendo nuovi equilibri nei rapporti all’interno del gruppo in un ottica di
decondizionamento libero da formalismi e da comportamenti codificati.
L'Atelier d'Argento ha offerto alla persona anziana nuovi stimoli, permettendogli di
immettersi in un circuito propositivo con un insieme di opportunità per rinnovarsi e
crescere ancora, mantenendo entusiasmi, desideri e riscoprendo nuove capacità e
disponibilità, nell’attivare dinamiche espansive del sé.
Questo percorso ha dimostrato che è possibile impedire all’anziano di chiudersi in se
stesso, migliorando la comunicazione e la stima di sé; è possibile infondere fiducia,
sentimenti di autostima, sicurezza, dignità e disponibilità per invecchiare con
successo; attraverso un recupero della spontaneità di un corpo vissuto come
soggetto di esperienza, integrato e perfezionato da una dinamica naturale e
armoniosa con l’altro e la realtà esterna, dove l'anziano può trovare un "interesse
distaccato eppure attivo per la vita in se stessa, di fronte alla stessa morte".
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Ciascuno cresce solo se sognato
di Danilo Dolci
C'è chi insegna guidando gli altri come cavalli passo per passo:
forse c'è chi si sente soddisfatto così guidato.
C'è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo:
c'è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato.
C'è pure chi educa, senza nascondere l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando d'essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.
"L'universo cresce attraverso la diversità e l'unità.
L'evoluzione procede entro la comunicazione:
il comunicare delle parti incrementa dall'intimo l'insieme.
Occorre dunque imparare
a interpretarsi gli uni con gli altri
creando intime relazioni
in cui si scambino senso e significato,
ove chi si esprime e ascolta nella reciprocità si trasforma.
Questa è una sfida per l'educazione in primo luogo.
Il processo di comunicazione,
in cui ognuno risulta educatore-educando,
richiede che ognuno comprenda questo processo
permettendo a ognuno di crescere insieme ad ognuno,
formando gruppi e sistemi diversi ma
condividenti l'unità"
Dispensa (a cura della dott.ssa Sabrina Germi)
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