progetto 1 - Didattica per progetti

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progetto 1 - Didattica per progetti
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PROGETTO
TITOLO
AREA
SCUOLA
OBIETTIVO
5.3.1
Il ritmo dei segni.
Linguaggi non verbali (Educazione motoria)
Elementare - 1° ciclo
Riprodurre ritmi confrontabili tra loro con linguaggi diversi.
RIFLESSIONI METODOLOGICHE
Il ritmo è, nella nostra cultura, una successione di accenti, in genere regolare.
Esso è dunque un elemento costitutivo anche del linguaggio verbale, oltre
che di quello musicale, tanto che se spostiamo l’accento di una parola, non
se ne comprende più il significato. Anche le composizioni visive, i disegni, i
quadri, le planimetrie di un edificio, seguono un loro ritmo, paragonabile a
quello musicale e a quello verbale, pur in assenza di accenti in senso stretto.
Segni musicali scritti e suonati, segni grafico/pittorici, parole scritte e parlate
condividono così quest’elemento difficile da definire ma estremamente
presente e vivo nell’esperienza quotidiana dei nostri alunni.
Il ritmo ci servirà come filo rosso per svolgere attività interdisciplinari, per le
quali non sono richieste particolari attrezzature o spazi, e che soprattutto
sono rivolte a tutti i componenti del gruppo classe e ai bambini con problemi
di pronuncia, o lettura.
In questa unità didattica viene proposta una semplice attività articolata sul
ritmo, delle parole, dei movimenti, dei suoni. Ciò consente di modulare la
stessa in maniera differenziata per ogni alunno: il battito delle mani è
accessibile
a tutti; l’articolazione vocale può essere fatta con qualunque
fonema, in modo da facilitare chi ha problemi di linguaggio a livello fisico o
neurologico; il movimento nello spazio può non essere eseguito, o limitato ad
un gesto di una sola parte del corpo. Anche i non udenti possono partecipare
in special modo alla fase motoria, e da questa risalire all’articolazione
sillabica,
ovviamente rispetto alle specifiche possibilità. Tutte queste
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differenziazioni non solo non limitano il lavoro, ma creano anzi condizioni di
varietà stimolanti per tutti i partecipanti.
Si utilizzerà una parola senza senso come stimolo e pretesto per la
sperimentazione ritmica. Si inviteranno i bambini a muoversi nello spazio in
modo organizzato. Si progetteranno soluzioni operative ai singoli problemi
tutti insieme nel rispetto delle proposte e delle soluzioni di ognuno. Si
alterneranno i diversi ruoli dell’esperienza al fine di consentire la
sperimentazione diretta delle competenze richieste ad ogni partecipante.
L’approccio dell’insegnante, così, tende a favorire la reale esplorazione dei
campi di esperienza proposti, senza predefinirne i possibili esiti ma al
contrario valorizzando le scoperte di ognuno.
INDICAZIONI DI LAVORO
• Battiamo le mani con questo ritmo:
TA’ TA TA/TA’ TA TA/ ecc.
più volte, accentando il primo dei tre battiti, a velocità moderata. Poi, mentre i
bambini iniziano a ripetere il battito di mani, rinforziamo il gesto con la voce,
per esempio pronunciando la vocale ‘A’ : forte/piano piano/, chiedendo ai
bambini di imitarci anche in questo
TA’ TA TA/TA’ TA TA/
A
a a /A
a
a
Introduciamo adesso anche il movimento: ad ogni battito di mani, e ad ogni
vocalizzazione, muoviamo un passo, verso qualunque direzione. Non è
necessario che tutti vadano nello stesso senso di marcia, anzi è preferibile
che ognuno scelga un suo percorso indipendente; tutti dovrebbero però
cambiare direzione ad ogni accento, in modo da sottolinearne nel ritmo il suo
ciclico ripetersi.
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A questo punto, mentre i bambini continuano a muoversi in silenzio
più o meno allo stesso ritmo, chiediamo:
- ”Vi vengono in mente parole con questo ritmo?”
Aspettiamo a suggerire un esempio, facciamolo solo se dopo un po’ nessuno
si avvicina all’individuazione di un vocabolo sdrucciolo (accento sulla
terzultima sillaba); solitamente c’è sempre qualcuno in grado di offrire una o
più parole alternative.
Dalla semplice sillabazione (TA’ TA TA), i bambini passano alla scansione
ritmica di una parola, la prima che viene indicata da uno di loro, ad esempio
VO’ - LA – NO
AN’ – CO – RA
……………….
A questo punto invitiamo un bambino alla volta a trovare un’altra parola
caratterizzata dalla stessa accentuazione,
che, sempre continuando a
muoversi e a battere le mani, inviterà tutto il gruppo a ripeterla ritmicamente.
Se qualche parola non ha il “ritmo” giusto, ciò si evidenzierà dalla
discordanza con movimento e battito delle mani, e senza che l’insegnante
debba rilevarlo come errore, chi l’ha proposta in genere si accorgerà da solo
che qualcosa non funziona.
Invitiamo i bambini a riflettere sul significato delle parole
individuate e
proviamo insieme a cambiare l’accento:
VO - LA’ – NO
AN – CO’ - RA
……………….
Che cosa succede?
Ha lo stesso significato?
Una volta compreso come l’accento delle parole può cambiare il
loro
significato, nei giorni successivi, invitiamo i bambini a progettare semplici
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giochi come questo (da far eseguire in classe a tutti i compagni), partendo
dalla struttura sillabica e ritmica di una parola e abbinando a questa struttura
suoni e movimenti simili.
• Variante in coppia
I bambini sono sparsi per l’aula a coppie, uno di fronte all’altro. Ogni coppia
fa lo stesso movimento e dice la stessa parola scelta insieme. Ad ogni
esecuzione delle coppie tutti gli altri bambini osservano e rilevano problemi e
originalità.
Scopo di questa variante è di arricchire le competenze lessicali e motorie
attraverso il ritmo, ma soprattutto quello di facilitare la partecipazione di tutti
attraverso la libera scelta del proprio compagno, conosciuto e fidato.
• Variante in cerchio
I bambini si tengono per mano in cerchio, e dondolano ritmicamente le
braccia avanti e indietro. Un bambino dice una parola sdrucciola, che tutti
ripetono; il successivo dovrà dirne una diversa e così via. Non sono
ammesse parole già dette. Tra una parola e l’altra possono passare tre
oscillazioni di braccia, o multipli.
Quando tutti i bambini hanno detto una parola uno dopo l’altro, tutte le parole
verranno ripetute simultaneamente per tre volte, forte, per concludere il gioco
sottolineando gli aspetti ritmici più che semantici delle parole stesse.
• Variante grafica
- Insegante: “Siccome la potreste dimenticare la sequenza che
abbiamo eseguito, è opportuno che ognuno di voi trovi un modo per
scriverla”.
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Ogni coppia sceglie un movimento da rappresentare graficamente su un
foglio. Entrambi i bambini disegnano su un unico foglio, avendo a
disposizione tre matite o gessetti di un colore diverso, uno per ognuna delle
tre fasi del movimento. Se, ad esempio, si è scelto il movimento della testa
laterale,
TA’
TA
TA
destra – sinistra – sinistra,
un bambino lo può raffigurare con tre stanghette oblique di colore
diverso, mentre l’altro potrebbe disegnare, più analogicamente, tre facce,
due in un lato e una in un altro del foglio, sempre con libera scelta cromatica.
A turno ogni coppia di bambini affigge il proprio disegno alla lavagna e invita i
compagni ad analizzare il rapporto tra il movimento e la soluzione grafica per
la specifica riproduzione.
• A questo punto è possibile preparare una sequenza liberamente scelta
partendo da una rappresentazione grafica.
I bambini hanno ora il doppio problema di scrivere la sequenza in un modo
che descriva anche i movimenti.
Ecco alcune “tracce” realizzate dai bambini, raccolte in vari contesti, che
suggeriamo a livello orientativo.
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Esempio A
In questo caso il disegno oltre a rappresentare il ritmo con l’accento sulla
prima sillaba indica il movimento che è stato eseguito dal corpo nello spazio.
Esempio B
In questo secondo esempio insieme al ritmo è stata rappresentata la
direzione del movimento e il numero dei bambini coinvolti nel movimento
della seconda e terza sillaba.
Esempio C
TA
In questo esempio non è indicata la qualità e il tipo del movimento, ma la
successione è affidata ai colori e alle dimensioni. Si tiene evidentemente
conto anche dell’intensità con cui si deve pronunciare la
parola, cui
corrisponde un movimento più o meno ampio.
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• A questo punto invitiamo i bambini a realizzare delle composizioni
visive per rappresentare delle sequenze ritmiche abbinate alla
scomposizione sillabica delle parole. Utilizziamo semplicemente
elementi grafici come i seguenti, una linea, utilizzabile in orizzontale e
verticale, e una curva e dei disegni figurativi scelti liberamente:
Come utilizzare questi disegni per rappresentare un ritmo? E come rendere la
differente durata? Intervenendo su quali “parametri”, aspetti, dei segni
geometrici? E come rappresentare il movimento del corpo nello spazio?
Come sempre, non è l’insegnante a fornire le risposte, più o meno giuste o
sbagliate, ma il confronto tra le esperienze e competenze che i bambini
mettono o sono in grado di mettere in campo.
Ecco alcune trasformazioni grafiche del ritmo /η/εεεε/:
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A voi l’analisi di questi esempi, tenendo presente che gli elementi del progetto
sono assai semplici (molti altri se ne possono proporre), ma proprio per
questo più controllabili in fase compositiva e realizzativa, e facilmente
verificabili quanto al loro uso in fase analitica.
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