progetto 1 - Didattica per progetti
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www.didatticaperprogetti.it [email protected] PROGETTO TITOLO AREA SCUOLA OBIETTIVO 3. 2. 6 Le case dei viventi Scientifica (Biologia) Elementare: classi 3°- 4°- 5° Conoscere le case degli animali RIFLESSIONI METODOLOGICHE La parola e il concetto casa sono ovviamente una creazione degli uomini. Come molti altri concetti, gli uomini pensano di poterlo utilizzare anche per gli animali. Non sappiamo se questi ultimi dispongano di un pensiero concettuale, in ogni caso è assai improbabile che vi rientri qualcosa di simile al nostro concetto di casa. Ciononostante non sappiamo fare di meglio che umanizzare gli animali e le loro abitudini, se non altro per confrontarci con loro. E fin qui tutto bene. Ciò da cui ci dovremmo guardare è però ritenere oggettive le nostre umanizzazioni al punto di giudicare secondo il metro della morale umana. Soprattutto nel rapporto con i bambini è opportuno evitare questo arbitrio che spesso si imprime nella mente infantile come verità. Sarebbe bene quindi correggere le umanizzazioni troppo spinte mediante l’ironia, cosa che fanno assai spesso le favole classiche e che abbiamo cercato di fare anche nei nostri testi. Su che cosa sia e come vada usata l’ironia, più che una trattazione teorica pensiamo serva l’esemplificazione concreta e un graduale affinamento della ricettività verso le sue manifestazioni. LE CASE DEI VIVENTI 1. Dalla sua casa la chiocciola guardava il verme con aria di superiorità; “è vero, - disse il verme - tu hai una bella casa, comoda e sicura e sei tanto forte da portartela sempre dietro. Io però ho una casa così grande che non riusciresti a conoscerla tutta neppure se campassi mille anni.” © Centro di ricerca e sperimentazione Metaculturale-Ufficio del Registro di Rieti n.2142/3-22.07.05 www.didatticaperprogetti.it 2. Bernardo andava in cerca di casa. Ne trovò una che faceva al caso suo, non troppo grande né troppo piccola. Bussò alla porta, ma non ricevette risposta. “Che fortuna! – pensò - è disabitata!; e ci andò ad abitare. Dopo qualche tempo si presentò alla porta un signore: “Posso salire sul tetto?” chiese. “Prego” rispose Bernardo. Il signore si accomodò sul tetto e ci rimase. (Bernardo era un piccolo granchio, detto paguro, la sua casa una chiocciola marina, il signore un anemone di mare o attinia.) 3. In qualche parte dell’Africa un gabbiano stava intrattenendo un gruppo di amici con i suoi racconti di viaggio. “In America le case degli uomini sono altissime, sembrano toccare il cielo e vi stanno dentro anche 10.000 persone.” “E ti sembra gran che? – mormorò una termite di passaggio – la casa dove sto io tocca veramente il cielo e ci abitiamo dentro in un milione.” 4. “Ho lasciato casa il mese scorso; - disse una cincia ad un’ amica – capirai, mamma, papà, tre sorelle, due fratelli, non ci si entrava proprio più!” “E adesso che hai intenzione di fare?” domandò l’amica. “Voglio fare una casa, diamine, e metter su famiglia! Voglio almeno cinque figli!” 5. Franco a casa sua ci sta anche troppo bene. “Non vorrei mai uscirne” dice. “A entrare nella macchina di papà mi pare di stare già a casa” dice Franco. Franco ha una bambolina di stoffa. Quando esce se la porta sempre in tasca. “Così mi sembra di stare a casa” dice. Franco chiama la sua testa: “la casa dei miei pensieri”. Franco è un po’ fissato con la casa. INDICAZIONI DI LAVORO Dei cinque brevi testi qui presentati, quattro riguardano il mondo animale (ancorché umanizzato), uno – l’ultimo – il mondo umano. L’accostamento potrebbe essere casuale. Se non lo fosse, che interpretazione potremmo dargli? Discutetene. (Avvicinamento dei due mondi; anche l’uomo è un animale; rafforzamento del concetto di casa, valevole per gli uomini come per gli animali; parificazione di ambedue attraverso un comune stile umoristico ironico... ) © Centro di ricerca e sperimentazione Metaculturale-Ufficio del Registro di Rieti n.2142/3-22.07.05 espositivo www.didatticaperprogetti.it Per i primi quattro testi un abituale lavoro da fare è la ricerca di dati bioetologici ( comportamentali ) riguardanti gli animali citati. In particolare: testo 1°: qual è la casa che il verme ritiene sua? testo 2°: a integrazione dei dati contenuti in parentesi, quale vantaggio il paguro ricava dalla sua casa? (protezione per l’addome molliccio); che vantaggio reciproco ricavano il paguro e l’attinia dalla loro associazione? Il paguro assicura all’attinia gli spostamenti che lei non saprebbe fare e in cambio assicura a se stesso la difesa rappresentata dai tentacoli velenosi dell’attinia) testo 3°: perché l’uccello che parla è un gabbiano e non per esempio un passero? (perché il gabbiano è un formidabile viaggiatore e il passero è sedentario); perché la termite pensa che la sua casa tocchi veramente il cielo? (confrontare le dimensione di una termite operaia con quelle di un termitaio africano); testo 4°: la casa della cincia è ovviamente il suo nido; perché gli uccelli lasciano il nido dove sono nati, se poi ne costruiscono subito un altro? (confronta con ciò che accade tra gli uomini). Un diverso tipo di lavoro, che già abbiamo suggerito per molti altri testi, è l’osservazione del modo di esporre, in altre parole dello stile. Nelle riflessioni metodologiche abbiamo accennato al correttivo ironicoumoristico che fa da contrappeso a una descrizione troppo realistica. Questo correttivo è particolarmente evidente nel 5° testo, nella caratterizzazione del personaggio di Franco (in particolare con l’ultima frase), ma è presente anche negli altri. Rintracciare quanto c’è di ironico e umoristico nelle parole dei protagonisti (per esempio nella descrizione, in termini di correttezza borghese, del rapporto paguro-attinia, o nella contraddizione inconsapevole della cincia che lascia un nido per farsene un altro ). centro di ricerca e sperimentazione metaculturale © Centro di ricerca e sperimentazione Metaculturale-Ufficio del Registro di Rieti n.2142/3-22.07.05 www.didatticaperprogetti.it www.didatticaperprogetti.it © Centro di ricerca e sperimentazione Metaculturale-Ufficio del Registro di Rieti n.2142/3-22.07.05