IL RITIRO DELLA SqUADRA A GENGA

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IL RITIRO DELLA SqUADRA A GENGA
biancorosso
C
ssmaceratese.it
uore
N° 0 Luglio 2015
il ritiro della
squadra a genga
cristian bucchi
così nasce la
mia maceratese
giulio spadoni
Se sei credibile ottieni
quello che vuoi
Il ristorante I Gelsi vi aspetta per l’estate 2015
per cenare nel suo giardino sotto le stelle.
Presentando questo giornale riceverai
il 5% di sconto.
editoriale
D
di
Alessandro
Savi
Una malattia
che non va
più via
opo tante palpitazioni, il grande Cuore Biancorosso torna a battere tra i professionisti. L’ultima volta fu nella stagione 2000/01 e la
dolorosissima retrocessione nei dilettanti si consumò a Faenza con
un 4-0 aprendo una fase drammatica della storia della Maceratese che
perdurò per circa un decennio e culminò con l’onta della retrocessione in
Promozione, fortunatamente evitata grazie al ripescaggio in Eccellenza.
Da quel giorno iniziava la vera gestione della dottoressa Maria Francesca Tardella che cancellò la Fulgor e riassunse la storica denominazione
di Società Sportiva Maceratese. Con Mariella al timone, la squadra ha
vinto un campionato di Eccellenza, ha raggiunto due volte i play-off di
serie D e, storia di ieri, è riapprodata in serie C vincendo un campionato
senza perdere una sola partita. A noi, meno giovani, piace chiamarla
così: serie C e non Lega Pro. La serie C unica, infatti, è esistita per più di
quarant’anni (dal 1935 al 1978) e la Rata ha recitato un ruolo da protagonista (tra le prime trenta società in Italia per numero di partecipazioni
al torneo). Poi ci siamo abituati a distinguere una serie C di alto livello
(la C1) da una di livello più basso (la C2) riunificate soltanto lo scorso
anno mediante l’accorpamento tra Prima e Seconda Divisione della Lega
Pro. L’ultima conquista della serie C risale al campionato 1969/70 poi
confermata brillantemente l’anno successivo quando l’undici di Giammarinaro si classificò all’ottavo posto battendo, tra le altre, anche il Genoa di Turone, Perotti e Simoni. Quella Maceratese riuscì a mantenere
la categoria per un’altra stagione poi, nel 1972/73, retrocesse in serie D
insieme a Viterbese e Anconitana. Sono trascorsi esattamente 42 anni
dall’ultima apparizione dei biancorossi nella serie C di una volta. Dolci
ricordi, certamente, ma anche tante amarezze che nel mondo del calcio,
si sa, fanno parte del gioco. Cuore Biancorosso nasce anche per questo:
per ricordare i momenti gloriosi ma anche quelli meno belli perché siamo
convinti che il futuro non possa prescindere dalla storia e dalla memoria. Nasce per accompagnare la città in questa nuova avventura perché
nella stagione che verrà ci saranno storie importanti da raccontare: le
nostre avversarie, tanto per citarne qualcuna, saranno Ascoli, Ancona,
Lucchese, Pisa, Pistoiese, Reggiana, Siena, Spal, compagini che hanno
fatto parte dell’Olimpo del calcio italiano. Cuore Biancorosso sarà, dunque, il vostro compagno di questo viaggio, anzi di questi viaggi. Sarà
con voi ogni quindici giorni, distribuito gratuitamente nelle edicole e
allo stadio, prima della partita. Sarà la voce ufficiale della società ma,
al tempo stesso, un house-organ pronto ad ospitare il contributo di tutti
gli sportivi, soprattutto quelli affetti da “Una malattia che non va più
via, che vorrebbero andar via di qua ma non resistono lontano da te.”
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biancorosso
Nuova, solida e determinata.
Così nasce la
mia Maceratese
A
l mister sono bastati pochi giorni nel ri­
tiro di Genga per capire che ha a disposi­
zione un gruppo che, pur essendo quasi del
tutto rinnovato rispetto allo scorso anno, possiede
quelle caratteristiche di solidità che lo stesso Buc­
chi cercava.
In occasione della conferenza stampa di presenta­
zione dello staff tecnico e dei programmi della so­
cietà tenutasi lo scorso 4 luglio, il nuovo allenatore
della Rata Cristian Bucchi, insieme al “secondo”
Mirko Savini ed al preparatore Carlo Pescosoli­
do, aveva insistito sulla necessità di dar vita ad una
squadra motivata, costruita attorno a “uomini” pri­
ma ancora che calciatori.
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primo piano
“Ringrazio il DS Spadoni e la dottoressa Tardella – sono
le sue prime parole – che stanno costruendo un’ottima
squadra, fatta di uomini che si sono messi in discus­
sione non sulle questioni economiche ma sulla voglia
di riscatto, di sfondare nel calcio che conta. Ho chiesto
motivazioni prima di tutto ed ho già capito di avere a
disposizione giocatori che hanno davvero fame.” Buc­
chi ha annunciato di voler puntare sul 4-4-2: “L’idea di
base è quella. Cercheremo di insistere su questo modu­
lo ma dedicheremo la preparazione anche alla cura di
soluzioni diverse. Ho giocatori piuttosto flessibili e vo­
glio avere più alternative a seconda delle caratteristiche
dell’avversario che ci troveremo di fronte”.
Dai giocatori più esperti come Faisca, D’Anna e Carotti
ai ragazzi più giovani provenienti anche da club impor­
tanti, il mister si aspetta un gruppo equilibrato: “L’espe­
rienza è fondamentale soprattutto per chi, come noi, ha
fatto un vero e proprio doppio salto nel mondo del pro­
fessionismo. C’è bisogno anche della freschezza, dell’en­
tusiasmo e della voglia di emergere dei ragazzi che, lo ga­
rantisco fin d’ora, avranno gli spazi che meritano. A loro
chiedo voglia di imparare e di crescere. Ai più esperti
chiedo grande professionalità ed esempio.”
Bucchi ha espresso piena soddisfazione anche nei con­
fronti dell’ambiente che li ospita: “Ci hanno accolto con
grande affetto e grande disponibilità: dal campo di al­
lenamento all’albergo, ci hanno messo nelle migliori
condizioni possibili. Abbiamo veramente tutto ciò che ci
serve per far bene”.
Questo entusiasmo, queste motivazioni, questo clima
positivo l’abbiamo toccato con mano fin dal primo
giorno di allenamento. La sensazione è quella di tro­
varsi di fronte ad un progetto importante in cui tutti
dovranno essere protagonisti: tecnici, giocatori, società
ma anche i tifosi e la città intera che finalmente ritorna
tra i professionisti.
Una squadra fatta di uomini
che si sono messi in discussione
non sulle questioni economiche, ma sulla voglia di riscatto
e di sfondare nel calcio che conta
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biancorosso
gli
invincibili
l’Amor che move il sole e l’altre stelle
ultimo verso del Paradiso di Dante esprime il vero senso
dell’intera opera di Dio, dell’universo, dell’amore come meccanismo del mondo e della vita. Non era la mezzanotte del
15 aprile del 1300 ma, più banalmente, circa le quattro del
pomeriggio del 3 maggio 2015. Non eravamo nell’Empireo ma allo
stadio Helvia Recina che, al momento del gol di Daniel Kouko, si era
trasformato nella sede di tutti i beati del Paradiso biancorosso.
Cosa ci faceva Dante allo stadio quel giorno? Semplicemente campeggiava in uno striscione esposto nella curva dei tifosi biancorossi,
uno striscione di rara bellezza e di altissimo valore simbolico. Quel
gol, infatti, ci riportava in Paradiso dopo decenni di inferno e purgatorio. Un Paradiso conquistato grazie all’amore di una squadra, di
una città, di una tifoseria, di una società capaci di muovere il sole e
tutte le altre stelle per abbandonare il dilettantismo e (ri)approdare
finalmente nel calcio che conta, nella Lega Pro, in quella vecchia
serie C che mancava a Macerata da 42 anni. Bellissimo vedere i ragazzi precipitarsi, al fischio finale, a togliere le casacche biancorosse per indossare le magliette con la scritta “Invincibili”, meraviglioso
quel bagno di folla, quelle urla liberatorie di migliaia di tifosi maceratesi che invadevano il campo, che finalmente potevano calcare la
stessa erba, sentirne il profumo, abbracciarsi l’uno con l’altro dopo
mesi di sofferenza.
Già, la sofferenza. Quel dolore sottile o intenso che necessariamente accompagna ogni passione. Le farfalle nello stomaco ma anche
il dolore alle reni e alla schiena dopo ogni partita vissuta sugli spalti.
Una stanchezza realmente “fisica”, un “dare l’anima” tutti insieme,
sia dentro che fuori dal campo di gioco. Lacrime, sì, ma stavolta di
felicità. Le stesse lacrime versate dalla presidente Maria Francesca
Tardella in quei fatidici minuti di recupero a Matelica quando Villanova trasformava l’incubo dell’ennesimo rigore sbagliato in un’estasi
collettiva. Nessuno riuscirà mai a dimenticare quella che passerà
alla storia come la “Stagione degli Invincibili”. Probabilmente, il mantra “Gabban, Santini, Marini…” sarà affiancato, nella memoria collettiva, da “Saitta, Cordova, D’Alessio…”, un mantra che reciteremo ai
nostri figli e nipoti con l’orgoglio di chi potrà dire “io c’ero”.
L’
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batticuore
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l’intervista
Se sei credibile ottieni
quello che vuoi
Giulio Spadoni: “Tutti sanno che la Maceratese
onora sempre gli impegni che assume”
di Alessandro Savi
I
l Protagonista assoluto di que­
sta estate è sicuramente Giulio
Spadoni, direttore sportivo della
Rata. Principalmente a lui va ascritta
la costruzione della squadra che sta
prendendo forma in questi giorni. Lo
abbiamo incontrato a Sassoferrato, in
occasione della prima amichevole vin­
ta per 6 a 1 dai biancorossi contro la
formazione locale che milita in prima
categoria.
luglio, infatti, quelli che un mese
fa erano obiettivi irraggiungibili
oggi stanno scendendo a più miti
consigli e sono maggiormen­
te alla portata. C’è comunque
grande soddisfazione per aver
portato in ritiro una base già
solida, un gruppo di giocato­
ri tale da consentire allo staff
tecnico un lavoro di prepa­
razione importante.”
Direttore, soddisfatto della campagna acquisti condotta fino a questo
momento?
“Direi di sì. Anche se il mercato non
è semplice, siamo riusciti a centrare
tutti gli obiettivi prioritari che aveva­
mo. Anche l’allenatore era tra questi,
ed è stata la prima scelta. Si tratta di
una squadra totalmente rinnovata e
me ne attribuisco in pieno la paterni­
tà perché, se da un lato dobbiamo dire
grazie ai giocatori e al tecnico dello
scorso anno per tutto ciò che hanno
fatto, dall’altro lato il “doppio” salto in
Lega Pro ci imponeva di costruire una
squadra con giocatori di categoria, con
un curriculum importante.”
La Maceratese è una società piccola che non può permettersi budget stratosferici ma, al
contrario, deve muoversi sempre in
maniera oculata e con grande attenzione ai bilanci. Eppure nella rosa
che stai costruendo ci sono giocatori
che hanno militato in categorie addirittura superiori. Come sei riuscito a
convincerli?
“Intanto li debbo ringraziare perché
hanno abbracciato il nostro progetto
rinunciando a prospettive economica­
mente più vantaggiose. In realtà il vero
merito è del recente passato della Ma­
ceratese perché la società gode di una
credibilità molto elevata addirittura
a livello nazionale. Il merito è decisamente della nostra presidente perché
ha dato sempre una dimensione di
correttezza e di serietà alla società; nel
calcio le voci girano velocemente e tutti
sanno che la Maceratese onora sempre
gli impegni che assume. Tutto ciò mi ha
Manca ancora qualcosa però…
“Sì, c’è ovviamente ancora spazio so­
prattutto in difesa dove manca alme­
no un centrale. Tuttavia ci eravamo
ripromessi, con la società e con il mi­
ster, di non avere fretta. Arrivati a fine
indubbiamente agevolato nelle trattati­
ve con alcuni giocatori perché di questi
tempi, credimi, non è cosa da poco con­
to per un professionista essere tesserato
da una società come la nostra.”
Tutte le squadre sono già in ritiro
con un’ossatura ben definita. Ti sei
fatto un’idea sul campionato che ci
aspetta?
“Sicuramente difficile, soprattutto
se dovesse diminuire il numero del­
le squadre partecipanti. Noi abbiamo
un obiettivo che è quello di mantenere
questa categoria conquistata con tanta
fatica e dopo tantissimi anni. Ancora
non è stata disegnata la geografia dei
gironi ma è probabile che dovremmo
confrontarci con squadre fortissime
come Spal, Ascoli, Reggiana e altre che
hanno budget diversi rispetto al nostro
però questo non ci spaventa, lotteremo
con tutti cercando di essere alla pari.”
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biancorosso
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M
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P
Marco Massei
01.09.93 difensore dall’Ascoli
Cristian Buonaiuto
29.12.92 esterno dalla Torres
10
Fabio Foglia
08.06.89 centrocampista dalla Torres
Francesco Orlando
01.10.96 esterno dal Vicenza
Giovanni Giuffrida
24.10.85 centrocampista dalla Torres
Matteo Di Piazza
01.01.88 attaccante dal Savoia
Matteo Cesca
02.07.97 centrocampista dal Pescara
Mattia Altobelli
14.01.95 difensore dal Pescara
Salvatore Moreno Saitta
20.01.96 portiere confermato
Francesco Karkalis
19.01.95 difensore dal Pescara
Vasco Faisca
27.08.80 difensore dal Matera
Yassine Belkaid
26.06.88 centrocampista confermato
Mattia Di Vincenzo
10.06.92 portiere confermato
Lorenzo Carotti
31.01.85 centrocampista dal Pavia
Badara Sarr
Stefano Addario
25.10.93 portiere dal Savona
Emanuele D’Anna
23.05.82 difensore dal Gubbio
Massimo Ganci
Nicolas Cantarini
19.12.98 portiere dalla Vigor Senigallia
Raffaele Imparato
03.09.86 difensore dalla Torres
Daniel Kouko
11.02.94 centrocampista dal Catanzaro
17.11.81 attaccante svincolato
28.12.89 attaccante confermato
Riccardo Calamita
Alessandro De Angelis
Gianluca Clemente
07.02.88 attaccante settore giovanile
14.02.96 difensore dall’Aquila
05.04.96 difensore dal Fano
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biancorosso
Scatta l’ora del ritiro
La Maceratese
a Genga
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an Vittore delle Chiuse è la
frazione più importante del
comune di Genga. Il verde
intenso spicca tra i tanti co­
lori della gola di Frasassi e l’abbazia
romanica edificata dai Longobardi
alla fine del X secolo, si erge maestosa,
splendida, protetta dalle montagne in
una cornice mozzafiato. La gente del
posto non ci fa più caso, guarda ma
non vede. Noi no, non siamo abituati
a tanta bellezza e non basteranno due
settimane per abituarci. Dall’hotel al
campo di gioco ci sono alcuni chilo­
metri da percorrere in pullman e Luca
guida sicuro in mezzo a quei tornanti,
proprio al centro di quell’affascinan­
te orrido. I ragazzi sono svegli già da
un paio d’ore, la colazione leggera ed
energetica è già digerita, qualcuno ap­
profitta del breve tragitto per augurare
una buona giornata a mogli, figli e fi­
danzate che non potranno più sentire
fino a sera. Prescia e Manuè stanno
già lavorando negli spogliatoi, il mas­
saggiatore Simone sta predisponendo
gli attrezzi, il team manager Massimo
vuole che tutto sia perfetto e pronto per
l’allenamento mattutino che inizia alle
9.30 e termina due ore più tardi con la
consueta passeggiata nelle fredde ac­
que del fiume per tonificare la musco­
latura. Ogni tanto quei monti scoscesi,
da stupenda cornice, si trasformano in
una sorta di grande palestra all’aperto
in cui il “professor” Pescosolido, per
nulla concentrato sul panorama, pra­
tica il faticosissimo “potenziamento”.
Bucchi osserva, incoraggia e lavora
anche lui, ripetendo come un mantra
“Quando gli altri inizieranno noi sa­
remo già a metà, quando gli altri sa­
ranno a metà noi avremo già vinto la
partita!”
I ragazzi ascoltano con attenzione il
mister e il preparatore ed eseguono
pedissequamente. C’è un clima stra­
no, qui a Genga. Ogni tanto l’istrio­
nico Giuffrida ne spara una delle sue
e gli altri ridono divertiti. Kouko, suo
compagno di stanza, sorride appena.
Bucchi li ha “accoppiati” bene, il pri­
S
titolo
primorubrica
piano
mo loquace ed estroverso, l’altro quasi
sempre in silenzio. Non sembrano una
banda di ragazzi, anzi, danno la sensa­
zione, tutti, di essere un gruppo già af­
fiatato ma serio, compunto, concentra­
to. Arrivano tutti puntuali, spesso in
anticipo e non lasciano cartacce e bot­
tigliette vuote in giro, né sul pullman.
Vasco Faisca, il capitano in pectore ne
è l’emblema: educato, cordiale, umi­
le così come lo sono gli altri veterani
D’Anna e Carotti. Tra i tanti che non
hanno nulla da dimostrare, qualcuno
deve riscattarsi da annate non propria­
mente felici, qualcun altro deve ripar­
tire da zero, come se i tanti gol realiz­
zati in categorie superiori fossero stati
cancellati da un colpo di spugna.
Dopo il pranzo tutti in camera a ripo­
sare. Sanno che al risveglio ci saranno
crostate e succhi di frutta ad attenderli.
Poi le fatiche del pomeriggio saranno
intense, soprattutto quando il sole, im­
petuoso di questi giorni, sparirà dietro
la montagna, che sovrasta il campo
da gioco, regalando un po’ d’ombra e
freschezza. Il fischietto di Pescosolido
scandisce le ripetute e Giuffrida non
ha più il fiato per le solite battute che
risparmierà per l’ora di cena, rigorosa­
mente alle 20.30.
La serata si conclude al bar tra le con­
suete telefonate a casa (“non ti preoc­
cupare amore, papà torna presto”), una
wi-fi che in questa gola va a singhiozzo,
Mirko Savini
secondo allenatore
luca gentili
preparatore portieri
Carotti e Ganci che giocano a scacchi,
Kouko che se ne sta in silenzio, quasi
meditabondo. Nel frattempo Bucchi,
Savini, Pescosolido e Gentili discuto­
no, organizzano il lavoro del giorno
dopo con una meticolosità, come dire?,
da professionisti.
Ogni tanto la gente del posto si avvi­
cina curiosa e saluta affettuosamente.
Che sorpresa Genga e la sua gente: il
vero valore aggiunto di questo riti­
ro. Ad iniziare dal sindaco, Giuseppe
Medardoni, e dall’amministrazione
co­­munale (che bello quello striscione
“Benvenuti a Genga” sotto la tribunet­
ta), dal personale dell’albergo, sempre
pronto a soddisfare qualsiasi richiesta,
fino ai tanti ragazzi, magari calciatori
in erba, che popolano sistematicamen­
te lo stadio per assaporare l’aria del cal­
cio che conta.
A.S.
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biancorosso
Sforzo, input positivi e cibo sano.
L’equazione perfetta di Carlo Pescosolido
Le dritte del preparatore atletico: “Prepararsi al meglio per
affrontare imprevisti e momenti di pressione”
di Nazzarena Luchetti
C
hissà se qualche giocatore in
piena notte lascia la propria
camera per saccheggiare la cu­
cina dell’albergo di Genga, cercando di
alleviare i morsi della fame. O se dormo­
no tutti beati per effetto pancia piena. Da
una prima occhiata al fisico dei ragazzi,
per la verità più per ammirazione che
per competenza, decido per la seconda
ipotesi. Carlo Pescosolido, neo prepara­
tore atletico della squadra biancorossa in
ritiro, non sembra infatti seguire il boe­
mo Zeman quando metteva i giocatori a
stecchetto per farli depurare dagli eccessi
pre-ritiro con quello che veniva chiama­
to wash out. Qui siamo a metà dell’opera:
la prestanza fisica c’è, ora bisogna impe­
gnarsi per la preparazione atletica. Cin­
quant’anni appena compiuti, cugino del
famoso ex tennista Stefano, una lunga
carriera come preparatore atletico, Carlo
Pescosolido viene dall’esperienza del Sas­
sari ma conosce bene le Marche dopo tre
anni con l’Ancona e altri tre con l’Asco­
li. Lo incontriamo per farci spiegare che
ciò che si mangia può fare la differenza
a dimostrazione del detto woolfiano che
“non si può pensare bene, dormire bene”
e giocare bene se prima non si è mangiato
bene.
Carlo, si vedono molti sorrisi e pochi bronci, segno che la dieta che stai
proponendo ai ragazzi non contempla
tanti divieti.
“Premesso che tutto può essere mangia­
to con moderazione, il divieto assoluto
è per i fritti. Per il resto seguiamo una
dieta varia e corretta per rendere al me­
glio e per recuperare più velocemente le
fatiche di questi giorni. Prima dell’allena­
mento o dopo cena sono ammessi persino
spuntini con succhi di frutta, una fetta di
crostata, un pezzetto di cioccolato fon­
dente. Mangiano bene, non vi preoccu­
pate!”.
Ne siamo certi, anche per sostenere certe prova di forza: il terzo giorno di ritiro
hai convocato tutti alle 6,45.
“Siamo andati a correre prima della co­
lazione. Il messaggio è quello di saper
affrontare momenti di disagio e piccoli
imprevisti per imparare a superare dif­
ficoltà più grandi. Essere preparati psi­
cologicamente conta quanto la prepara­
zione atletica. È importante trasmettere
quo­tidianamente input positivi. Se ca­
pita una situazione scomoda, il gioca­
tore deve trovare dentro di sé l’aspetto
positivo per affrontarla.”
Torniamo al cibo. Perché è così importante assumere quello giusto?
“Il cibo è il punto di partenza per
qualsiasi sportivo, parte integrante
di un progetto di lavoro. Una
alimentazione sbagliata può es­
14
l’intervista
sere la concausa di infortuni e stanchez­
za. Soprattutto in preparazione quando
c’è un overtraining in cui l’organismo ri­
chiede più energia. Si fanno due sedute di
allenamento al giorno, mattino e pome­
riggio, e il dispendio di energie è molto
elevato. Le entrate di cibo devono essere
proporzionali alle uscite: se l’allenamento
ha richiesto uno sforzo maggiore, l’ap­
porto calorico, di conseguenza, sarà più
elevato”.
a base di bresaola o petto di pollo, con­
torno di verdure fresche o bollite. Cena
più leggera con un primo piatto a base di
pesce e verdure a volontà. È concesso un
bicchiere di vino rosso anche se i giocato­
ri difficilmente lo richiedono: la bevanda
preferita rimane l’acqua naturale. Il pane
non è mai messo a tavola per evitare che
se ne consumi di più in attesa del primo o
secondo piatto. Per condire, solo olio ex­
travergine d’oliva.”
Il menù tipo
“Partiamo dalla colazione, fondamentale
perché permette di instaurare un buon
rapporto con l’allenamento mattutino.
Proponiamo due tipi di colazione: una
dolce e una salata. Cereali, pane, fette bi­
scottate, biscotti, crostate, torta di mele,
preferibilmente tutto con farine integrali,
che sono più nutritive. Nel buffet i ragazzi
trovano latte di soia, più leggero e dige­
ribile, spremuta fresca di arance e succhi
di frutta. Prosciutto, bresaola, fesa di tac­
chino, uova lesse, formaggi come il grana
padano o l’emmenthal: questa la variante
salata. La frutta è sempre presente, fresca
e di stagione, da mangiare a colazione e
poi lontano dai pasti e a fine allenamento.
Per il pranzo, il menù prevede pasta con
sugo di pomodoro e basilico, un secondo
Integratori alimentari sì o no
“In ritiro, gli integratori usati sono solo
quelli naturali: frutta e verdura!”
Conosci la frutta e la verdura di Oro della Terra?
“Conosco il marchio. I prodotti sono uni­
ci, le loro pesche le riconosci dal profumo.
Ci consegnano quotidianamente frutta e
verdura di primissima qualità, neanche
un prodotto che abbia un difetto o che
non sia buono.”
Concludiamo con un motto…
“Non c’’è gioia senza sacrificio. Le cose
bisogna guadagnarsele sempre, non bi­
sogna mai dare nulla per scontato. L’oc­
casione arriva sempre e guai farsi trovare
impreparati. Il consiglio che mi sento di
dare ai ragazzi è quello di vivere questi
anni, che poi sono pochi a livello calcisti­
co, a 360 gradi.”
Chi è
Carlo Pescosolido
(Frosinone 18-7-1965)
Lunga carriera da preparatore atletico. Viene dalla Torres di Sassari, è
stato preparatore atletico per Ancona e Ascoli. Ha lavorato per diversi
anni con il Mister Fabrizio Castori.
Oro della Terra
L’Azienda dal 1970 seleziona e
distribuisce solo frutta e verdura
di qualità. La sede dell’azienda è
a Macerata con sedi ad Ancona,
Foligno, Fabriano, San Benedetto
e Senigallia. Sceglie i produttori
più bravi previlegiando quelli locali.
Garantisce sicurezza e tracciabilità
di ogni prodotto nel rispetto dell’ambiente ispirandosi alla filiera corta.
Frutta e verdura raccolte nelle migliori zone di produzione arrivano
freschissime entro 24/48 ore sul
tavolo del consumatore. L’azienda,
scelta dalla Maceratese come partner tecnico, ha fornito frutta e verdura al team biancorosso per tutta
la durata del ritiro.
15
orario continuato
8.30 - 20.30
sabato
8.30 - 14.30
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PLANTAMEDICA
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uando senti qualcosa che ti vibrare il cuore, non domandarti mai cosa sia, ma
vivilo fino in fondo perché quel brivido, quella sensazione si chiama vita. Questa
di Alda Merini mi sembra la giusta citazione per iniziare un articolo che parla di
calcio. Nasce infatti il nostro “House-organ”, giornale della Rata, fatto per parlare di noi, per
rappresentare la nostra realtà a tutti i nostri tifosi e a coloro che lo diventeranno. Un giornale
in cui si parla di prima squadra ma che ha anche la pretesa di informare a 360 gradi delle
nostre iniziative, del settore giovanile, della scuola calcio. Parleremo dei nostri dirigenti, delle
loro attività, della grande passione che li muove e del sacrificio che affrontano tutti i giorni con i
nostri ragazzi. Abbiamo pensato ad un giornale che sappia anche riportare alla memoria i fasti di un tempo e faccia conoscere (o
riconoscere) giocatori, tecnici, dirigenti che hanno fatto grande la Rata; una memoria fotografica ed autobiografica che rimanga
impressa nella nostra vita di tifosi. Parleremo anche di Macerata e dei maceratesi con articoli legati ad eventi della nostra città,
daremo spazio alle altre società sportive che vorranno promuovere le loro attività. Sembra ieri quando, in un campetto di provincia, sprofondammo in Promozione per poi essere ripescati in Eccellenza! Fu la prima volta che mi sentii chiamare Presidente…
Di strada ne abbiamo fatta tanta e tanta ancora ne dobbiamo fare, tutti insieme: per certi versi, questo giornale fa parte del
cammino comune, rientra nel preciso obiettivo di vivere insieme quelle sensazioni che fanno parte del nostro impegno. Un giorno,
un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee Solle: come spiegherebbe ad un bambino che cos’è la felicità. “Non glielo
spiegherei, rispose, gli darei un pallone per farlo giocare”.
Buon campionato!
Maria Francesca Tardella
L
a tessera del tifoso (Supporter Card) è lo strumento essenziale per avere la garanzia di poter seguire sem­
pre la Maceratese, anche in trasferta e in presenza di restrizioni poste in essere dall’Osservatorio o dal­
le Questure. La S.S. Maceratese, in qualità di neopromossa, sta aspettando di essere autorizzata dalla Lega
Pro ma, in ogni caso, è già pronta ad assolvere questo compito importantissimo. Per ottenere la card, il tifoso bianco­
rosso può visitare il sito www.lega-pro.com, scaricare l’apposito modulo di richiesta tessera in PDF, compilarlo e spedir­
lo in busta chiusa alla società unitamente ad una foto formato tessera, ad una copia del documento di identità fronte/
retro e del codice fiscale. In questo modo la società può terminare la richiesta usando i mezzi che la Lega le metterà a
disposizione. Si consiglia, in ogni caso, di contattare la S.S. Maceratese per informarla della richiesta una volta spedita.
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in collaborazione con le più
importanti aziende enoga-
stronomiche del territorio,
prima della partita e durante l’intervallo;
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“Cuore Biancorosso”;
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gite turistiche che verranno
organizzate in occasione
delle trasferte più importanti
con visita della città, pranzo
e biglietto della partita.
Hanno già aderito: Romano Carancini, Giancarlo Nascimbeni e Massimo Nascimbeni, Maurizio Tosoroni, Gianfranco Formica,
Marco Nacciarriti, Marco Di Stefano, Luciano Montedoro, Maria Francesca Tardella, Domenico Intermesoli.
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settore giovanile
Un calcio alle dicerie
di Giovanni Ciarlantini
S
pesso sentiamo parlare di
“Progetto del settore giova­
nile” ma, quasi sempre, tutto si
vanifica in parole che, con il passare
dei giorni, non lasciano il segno.
Personalmente voglio di più, molto di
più. Voglio credere in qualcosa di dif­
ficile, certo, ma che, con le assunzioni
di tutte le responsabilità da parte di
ognuno, possa essere realizzato dav­
vero.
È un progetto da Lega Pro quello che
ho in mente per la stagione 2015/2016.
Si tratta, anzitutto, di definire la ge­
stione del settore giovanile che dovrà
articolarsi in tre aree ben precise:
• l’area marketing;
puntiamo
ai risultati
• lo staff medico che stiamo struttu­
rando mediante più figure profes­
sionali (medico, nutrizionista, psi­
cologo e osteopata) le quali predi­
sporranno schede per ogni allievo
finalizzate a monitorarne la crescita;
• lo scouting rivolto a cercare giovani
talenti in tutto il territorio.
Per quanto concerne la parte istruttiva,
ogni squadra del settore giovanile po­
trà contare su almeno due istruttori e,
in ogni caso, il rapporto tra istruttore e
allievi non sarà mai maggiore di 1 a 10.
Oltre al calcio, ai bambini nati nel
2007 e nel 2008, saranno propo­
ste altre attività come le arti mar­
ziali (per insegnare l’approccio fi­
sico con l’avversario) ed il nuoto.
È il caso di sottolineare che si tratterà
di un percorso duro, contrassegnato
da grandi difficoltà, reso magari ancor
più difficile dalle dicerie degli incre­
duli e dai detrattori ma la Maceratese
è una società professionistica ed il suo
settore giovanile non può essere da
meno.
Macerata e la sua principale società
sportiva hanno bisogno di tornare ad
essere un punto di riferimento calci­
stico dell’intera regione e, per far ciò,
sarà necessario il coinvolgimento di
tutti, comprese le altre realtà sportive
con le quali, già da tempo, abbiamo
iniziato a discutere.
ORGA N I GRA M M A
Responsabile settore giovanile e Allenatore Beretti Nazionali • Giovanni Ciarlantini
Allenatore Juniores Nazionali • Matteo Angeletti
Allenatore Allievi Nazionali • Gianluca Dottori
Allenatore Allievi Regionali • Adolfo Rossi
Allenatore Giovanissimi Nazionali e Responsabile Scuola Calcio • Giuseppe Antognozzi
Allenatore Giovanissimi Regionali • Luca Procaccini
Allenatore Esordienti 2003 • Enrico Zanconi
Allenatore Esordienti 2004 • Roberto De Pasquale
Allenatore Pulcini 2005 • Stefano De Stephanis
Allenatore Pulcini 2006 • Clyde Torresi
Allenatori Pulcini 2007 • Stefano Crucianelli, Andrea Crucianelli, Marco Gallucci
Allenatore Primi Calci 2008 • Michele Sperandio
Preparatori atletici settore giovanile • Daniele Brugiaferri, Marco Salvucci
Preparatore atletico Scuola Calcio • Lorenzo Scoppa
Preparatori dei portieri • Andrea Rocchi, Giuseppe Colasuonno
Come iscriversi (o iscrivere i propri figli) alla Scuola Calcio:
- contattare mister Giovanni Ciarlantini 338 9874636
- contattare mister Stefano Crucianelli 347 4950110
La Leva Calcio partirà dal 25 agosto presso lo stadio di Collevario dove saranno forniti i moduli da compilare
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Punto di vista
di
Giancarlo Nascimbeni
Raduno. Ritiro precampionato, che bello: è come il primo giorno di scuola
L
a settimana scorsa è ripre­
sa l’attività della Maceratese
in preparazione del prossimo
prestigioso campionato di serie C. Non
essendo stato presente al raduno, ma
avendo partecipato quale dirigente ad
una quindicina di simili appuntamenti,
posso immaginare l’emozione di tutti,
dirigenti, allenatori, calciatori, al mo­
mento del ritrovo allo stadio.
Ai miei tempi il raduno avveniva presso
la sede sociale di Palazzo De Vico ma
oso pensare che, pur a distanza di tanti
anni, nulla sia cambiato almeno nei sen­
timenti di chi vi ha partecipato.
Per questo motivo mi viene spontaneo
paragonare il giorno del raduno per
la nuova stagione agonistica a quello
dell’inizio dell’anno scolastico.
Nell’uno e nell’altro caso si avvertono la
stessa ansia e lo stesso piacere di ritro­
vare gli insegnanti (dirigenti e/o allena­
tori) e gli amici con i quali si è condiviso
l’anno precedente o, ancor di più, quello
di conoscere i nuovi.
Al raduno ed al primo giorno di scuo­
la non ricordo che nessuno sia mai ar­
rivato in ritardo, anzi tutti sono soliti
anticipare l’orario, me compreso, ben
noto, invece, per la cattiva abitudine
di ritardare gli appuntamenti non solo
quelli scolastici ma anche quelli, ben
più importanti, della vita quotidiana. In
entrambe le circostanze si avvertono nei
partecipanti le stesse reazioni emotive:
preoccupazione ed una sorta di delusio­
ne per chi aspirava ad un miglior con­
tratto (nel caso dei calciatori) o ad una
più adeguata collocazione scolastica
(nel caso degli studenti) ma anche, nella
maggior parte dei casi, tanta soddisfa­
zione per aver raggiunto lo scopo che ci
si era prefissi (la promozione nell’ambi­
to scolastico o la gratificazione, a volte
anche inaspettata, nell’ambito sportivo).
Tra i tanti raduni a cui ho partecipa­
to me ne vengono in mente alcuni che
sono poi proseguiti nella permanenza
per una quindicina di giorni in ritiro
precampionato a Camerino.
Ricordo perfettamente che la scelta del­
la località, a quell’epoca veniva effettua­
ta tenendo conto soprattutto del clima e
della temperatura che si prevedevano di
trovare nel luogo prescelto.
A detta del nostro direttore tecnico,
l’indimenticato maestro Tonino Seri,
Camerino era il luogo dove i calciatori,
dopo una giornata di fatica, avrebbero
riposato meglio di notte: questa scelta
si rivelò sempre azzeccata dovendosi
con ciò privilegiare le condizioni cli­
matiche a quelle del terreno di gioco,
all’epoca polveroso, perchè non ancora
disponibile l’impianto sportivo uni­
versitario intitolato al calciatore Livio
Luzi che giocò nella Maceratese degli
anni ’50, venuto a mancare giovane per
una malattia che non gli dette scampo.
Ai carichi di lavoro che gli allenatori
imponevano, non tutti reagivano allo
stesso modo ma, alla fine, prevalevano il
buon senso e lo spirito di appartenenza
di squadra che si stavano forgiando con
la convivenza del ritiro.
Questa è l’utilità della preparazione
precampionato: nell’occasione si crea
lo spirito di gruppo i cui benefici, uni­
tamente a quello di una buona prepara­
zione fisico-agonistica, si vedranno nel
corso del campionato.
Invito i calciatori, che stanno ora fati­
cando a Genga, a mettercela tutta per
poter poi godere, nel corso della stagio­
ne, sia dei rapporti che si consolidano
con i compagni di squadra (il periodo
del ritiro precampionato serve anche
a chiarire alcune eventuali passate in­
comprensioni o a formare nuove solide
amicizie) sia della preparazione atletica
a cui, pur con fatica, essi si sottopongo­
no in questo periodo. Sono sicuro che le
mie sensazioni, frutto di pregresse espe­
rienze, le ritroveranno identiche coloro
che stanno prendendo parte all’attuale
ritiro precampionato.
È questo il mio augurio insieme alla
certezza che se tutti remeranno verso la
stessa parte, il percorso per raggiungere
lo scopo, che ognuno deve prefiggersi
all’inizio dell’anno, potrà essere agevol­
mente raggiunto.
Registrazione Tribunale di Macerata
n. 626 del 23.07.2015
Direttore responsabile
Nazzarena Luchetti
Redazione
Alessandro Savi, Giovanni
Ciarlantini, Giancarlo Nascimbeni,
Maria Francesca Tardella
Impaginazione e realizzazione grafica
Andrea Raggi e Nazzarena Luchetti
Fotografie di
Fabiola Monachesi
Per la pubblicità
[email protected]
Stampa
Tipografia S. Giuseppe srl, Pollenza
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