Scarica la rivista

Transcript

Scarica la rivista
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:29 Pagina I
22015www.uilcom.it
Anno XXIII (138)
Poste Italiane SpA
Spedizione in abbonamento
postale 70% Roma – DCB Roma
Uilcom
Sindacato,
portare la sfida a Bruxelles
Settore Grafico – Cartario
Scripta manent
Settore Emittenza – Radio – Tv
Il gioco delle torri
Settore Telecomunicazioni
Le Telecomunicazioni:
le nuove tecnologie avanzano.
Fondo Telemaco
Un futuro possibile
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:29 Pagina II
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:29 Pagina 1
sommario
8
3
18
18 Pari Opportunità e Politiche di Genere
Editoriale
Roberta Musu
Salvatore Ugliarolo
4
Femminista? Si grazie!
Settore Grafico-Cartario-Cartotecnico
20 Fondo Telemaco
Roberto Di Francesco
Scripta manent
6
Rossella Manfrini
Un futuro possibile
Settore Telecomunicazioni
22 “Animula vagula blandula…”
Luciano Savant Levra
Le Telecomunicazioni:
le nuove tecnologie avanzano.
8
28
Elsa Gnata
Muoviti svelto
24 Solidarietà
Settore Sport e Tempo Libero
Fabio Benigni
Pangea Onlus
A che gioco giochiamo?
Donne dagli occhi grandi
10 Settore Emittenza – Radio – Televisione
27 Dossier
Pierpaolo Mischi
Milena Vireca
Il gioco delle Torri
“Allenare” la mente
12 RAI radiotelevisione italiana
28 UIL Confederale
Ammortizzatori Sociali NASPI:
luce e ombre
Maurizio Lepri
Che fine fa-RAI?
16 Uilcom
Giuseppe Fabio Gozzo
Sindacato, portare la sfida a Bruxelles
Direttore responsabile
Redazione
Amministratore delegato
Marco Trozzi
Rossella Manfrini
Bruno Di Cola
Fabio Benigni, Roberto Di Francesco,
Giuseppe Fabio Gozzo, Rossella Manfrini,
Pierpaolo Mischi, Roberta Musu, Salvatore Ugliarolo
Vice direttore
Hanno collaborato
Elsa Gnata
E-mail
Ottavio Bulletti, Maurizio Lepri,
Pangea Onlus, Milena Vireca
[email protected]
Redazione e amministrazione
Direttore Editoriale
Pubblicazione trimestrale dell’Unione Italiana
Lavoratori e Lavoratrici della Comunicazione
n. 2/2015, Anno XXIII (138)
Autorizzazione Trib. di Roma n. 118-93 - Reg. della Stampa 22-3-93, spedizione in abb. post. D. l. 353/2003 (Conv. L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1 Comma 1 - Dcb Roma
c/o Comunicazione Lavoro Srl
Servizi - Ricerche - Promozioni
00199 Roma, Via di Tor Fiorenza, 35
Tel. 06 8622421 - Fax 06 86326875
Sito web
www.uilcom.it
E-mail
[email protected]
Progetto grafico e impaginazione
Studio Ruggieri Poggi, www.ruggieripoggi.it
Stampa
C.S.R. srl
00158 Roma, Via di Pietralata, 157
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:29 Pagina 2
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:29 Pagina 3
editoriale
Apologia
di un diritto
In questi ultimi tempi fare sindacato è considerato anacronistico,
scontato ed anche un po’ impopolare e, come si suol dire, ce ne faremo una ragione ma i diritti, le tutele, il soddisfacimento dei bisogni
spesso primari delle persone non passano mai di moda anzi…
Il “mestiere” del sindacalista comporta quotidianamente il dover affrontare una miriade di problematiche, un carosello di volti, voci, gesti
e pensieri provenienti dalle persone che rappresentiamo, che ci mettono di fronte a scelte, anche molto difficili ma che affrontiamo sapendo di stare sempre dalla parte “giusta”.
Come è anche solo pensabile che non ci sia più “bisogno” di tutelare
chi lavora a fronte di una economia così fortemente instabile, tassi
di disoccupazione sempre più crescente, salari così bassi, politiche
sulla sicurezza nei posti di lavoro spesso inapplicate o semplicemente
ridotte al minimo indispensabile, insomma, un perenne stato di incertezza che ha raggiunto una dimensione, una consistenza pressoché fisica, materiale…
Cambiano i tempi, gli strumenti, le strategie ma i bisogni restano, i
diritti ed i doveri restano, i nostri obiettivi restano perché le persone
esistono.
Noi siamo sindacato.
Non una entità astratta, una sorta di cariatide in balia degli eventi
ma una presenza viva e vigile, un insieme di donne e uomini che lavorano, lottano per una vita migliore, per un futuro possibile.
Ecco perché fare sindacato ha ancora un senso, uno scopo, un progetto da condividere con chi possiede gli stessi nostri valori, gli stessi
obiettivi.
Noi riteniamo di essere sempre dalla parte giusta anche se non sempre abbiamo avuto ragione, non sempre ci siamo mossi adeguatamente, ma siamo consapevoli dei nostri errori dei quali ce ne
assumiamo le responsabilità, anche questo significa per noi fare sindacato, essere sindacato.
Questo non è un gioco, abbiamo a che fare con delle vite, vite sulle
quali contano altre vite e così via ed è per questo che noi siamo ancora qui, piaccia o no noi siamo qui con le nostre facce, con i nostri
nomi e cognomi, con il nostro impegno che potrebbe forse non dare
i frutti sperati ma c’è, è tangibile e se ne deve tenere conto.
Assistiamo quotidianamente a proclami e novità di ogni genere, tutti
promettono tutto, qualcosa si è fatto ma i frutti sono sotto gli occhi
di tutti ed intanto la vita va avanti, con le solite storie, i soliti problemi,
tutto scorre ma non tutto tace.
La nostra Organizzazione è sempre stata in prima linea nella lotta a
difesa del diritto al lavoro, dei posti di lavoro soprattutto in questo
momento nel quale il “sistema impresa” sta vivendo un periodo molto
difficile, forse il più critico dal dopoguerra; questo è il nostro scopo, il
nostro perseguire degli obiettivi immutati ed immutabili nel tempo
hanno fatto sì che i lavoratori e le lavoratrici fossero al centro del nostro agire.
Oggi assistiamo ad una sorta di tentativo di nostra esclusione dal
mondo del lavoro da parte di un Governo che forse crede e conta solo
su se stesso, peccato.
Peccato che la condivisione, la collaborazione, la socializzazione siano
considerate superflue, peccato che chi vuole governare non consideri
minimamente che i singoli passano ma gli italiani restano e noi, anche
noi restiamo.
Nonostante tutto noi siamo qui e ci crediamo ed ogni giorno lavoriamo affinché chi rappresentiamo possa sentirsi tutelato, protetto,
il tempo delle parole è terminato, vogliamo i fatti, facciamo i fatti.
Salvatore Ugliarolo
3
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 4
Settore Grafico•Cartario•Cartotecnico
Nei prossimi anni ci saranno,
ma già sono evidenti sin da oggi,
dei processi che hanno un riflesso
sulla qualità dell’occupazione
dei poligrafici
a cura di Roberto Di Francesco
Scripta manent
Il settore dell’editoria è impattato da una crisi
senza precedenti che sta mettendo a dura
prova l’esistenza sul mercato di numerose
aziende e a repentaglio migliaia di posti di lavoro.
La crisi di questo settore ha due cause principali:
La prima è imputabile alle condizioni economiche
in cui versa il nostro Paese. In soli tre anni, dal
2011 al 2014, il prodotto interno lordo è sceso
di 5 punti percentuali circa, il reddito medio
pro capite è calato di oltre mille euro all’anno,
il tasso di disoccupazione si è attestato sopra
4
22015
www.uilcom.it
il 12% (per non parlare della disoccupazione
giovanile, sopra il 40%), il debito pubblico ha
superato il 130% del Pil. La compressione dei
consumi delle famiglie italiane ha toccato
persino i prodotti alimentari e tutti i beni di
prima necessità, e quindi ha colpito in maniera
ancora più massiccia i prodotti culturali, soprattutto la lettura, che aveva dati non particolarmente brillanti, nel nostro Paese, nemmeno
in periodi economici più floridi.
La seconda causa è sicuramente rintracciabile
nella repentina e massiccia diffusione delle
notizie e dei contenuti attraverso il web, soprattutto da parte dei più giovani, con pc
portatili, tablet, smart phone.
Con queste premesse il settore dei quotidiani
ha visto scendere, per il settimo anno consecutivo, i dati diffusionali.
Consideriamo che oggi si vendono ogni giorno
non più di 3,7 milioni di copie, solo due anni fa
se ne vendevano circa 500.000 in più, e nel
2009 un milione in più.
In questi anni, poi, la stampa gratuita, la così
detta free press, è praticamente sparita.
La pubblicità su carta stampata,
negli ultimi sette anni,
si è praticamente dimezzata,
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 5
definitivamente il modello
che ha regolato l’industria editoriale
sino ad oggi.
arrivando a meno di sei miliardi
di euro complessivi.
Il calo degli investimenti pubblicitari su
carta appesantisce una situazione già precedentemente anomala del nostro paese.
C’è da considerare che in Italia, a differenza
di altri paesi europei e non solo, su dieci
euro totali investiti in pubblicità, sei vengono
investiti nelle televisioni, il resto è suddiviso
tra tutti gli altri mezzi.
La carta stampata assorbe meno del 20%
della “torta” pubblicitaria, circa la metà di
altri paesi europei.
A questo scenario bisogna aggiungere un
ulteriore fenomeno in forte espansione, la
diffusione di notizie attraverso siti web
che cannibalizzano i contenuti della carta
stampata.
Questo fenomeno mette a repentaglio la
qualità della notizia e la certezza e affidabilità
della fonte, e non remunerando chi “produce” i contenuti, rischia di distruggere il
settore.
Possiamo definirla una nuova e moderna
forma di pirateria “digitale”.
Una cosa è certa, tutti questi
fenomeni hanno messo in crisi
L’occupazione dei lavoratori poligrafici è al
minimo storico e oggi è a non più di 4300
addetti, di cui molti anche in contratto di
solidarietà o in cassa integrazione.
Il crollo del numero degli addetti e ancor di
più del montante salariale ha messo, ormai
da diversi anni, definitivamente in crisi lo
storico fondo di previdenza complementare
di settore “Fiorenzo Casella”, primo fondo
di previdenza complementare in Italia, che
si trova oggi a far fronte a 15.500 pensionati
potendo contare su 4300 lavoratori attivi.
Questo ha costretto la Uilcom, Fistel CISL
e Slc CGIL, ad intervenire con misure anche
impopolari pur di mantenere in vita il fondo
e non lasciarlo andare verso un default altrimenti inevitabile.
Le misure adottate, sino ad oggi, riguardano:
una forte riduzione dei costi di gestione di
più di un terzo, l’adeguamento dei coefficienti di conversione, nuovi e più stringenti
requisiti per la reversibilità, e la riduzione
del 50% della quota delle pensioni a ripartizione ante 1995.
La messa a regime del fondo Casella, che
oggi ha un’incidenza sul costo del lavoro
dei lavoratori poligrafici del 25.5% (di cui il
21,75% a solidarietà), ci dovrebbe permettere di arrivare a firmare, in tempi brevi, un
“contratto ponte”, dopo ben quattro anni
di assenza di rinnovo contrattuale, per poi
arrivare all’obiettivo politico che la Uilcom,
insieme a Fistel e a Slc si è data di un contratto unico di settore che raggruppi tutta
la filiera della carta.
La soluzione dei problemi del Casella, la
firma di un contratto ponte e poi, se possibile, la confluenza in un contratto di filiera,
sono obiettivi importanti ed imprescindibili,
ma sicuramente non sufficienti per il settore
dell’editoria.
Nei prossimi anni ci saranno, ma già sono
evidenti sin da oggi, dei processi che hanno
un riflesso sulla qualità dell’occupazione
dei poligrafici.
L’area di preparazione si sta già oggi ponendo il tema della qualità del lavoro e dei
nuovi contenuti del lavoro che le nuove
tecnologie hanno imposto.
Sino ad oggi le attività principali svolte all’interno dell’area di preparazione erano di
supporto alla preparazione delle pagine, e
andavano dalla battitura dei testi, all’impaginazione, al trattamento delle foto ecc.
Oggi, gran parte di queste competenze rischiano di diventare obsolete con l’introduzione di pacchetti di software sempre
più completi e integrati.
Le competenze utili sino a ieri oggi debbono
essere innovate ed indirizzate verso nuove
professionalità legate ai prodotti e ai servizi
digitali, da espletare in ambienti lavorativi
dove i confini tra attività svolte dai giornalisti
e dai poligrafici sono sempre più labili.
Per quanto riguarda
l’area di stampa,
c’è un grande problema
di sovra capacità produttiva.
La diminuzione sostanziale del numero
delle copie diffuse ha messo in evidenza
un processo che porterà, inevitabilmente,
ad una riduzione del numero degli stabilimenti e alla creazione di nuovi siti produttivi
di maggiori dimensioni.
Questi processi in atto, che non possiamo
certo pensare di fermare, ci consegnano
un settore in grande trasformazione, che
abbiamo il dovere di governare, anche con
scelte coraggiose, avendo come obiettivo
primario la tutela dell’occupazione attraverso un’evoluzione professionale nuova,
per transitarlo verso un “futuro nuovo”.
La tradizionale suddivisione
tra area di preparazione
e area di stampa è destinata
a modificarsi.
5
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 6
Settore Telecomunicazioni
Sarà sempre più naturale
lavorare in mobilità con “device”
che avremo con noi mentre
ci muoviamo e che indosseremo
molte ore nella nostra giornata
a cura di Luciano Savant Levra
Le Telecomunicazioni:
le nuove tecnologie avanzano
Varie tendenze tecnologiche che operatori delle
telecomunicazioni ma anche gli “Over the Top”,
sempre più integrati nel mondo delle comunicazioni, dovranno attuare, gestire e sviluppare.
Computing Cloud
e Mobile Computing
Affrontare un tema così evolutivo, non è certamente agevole ma essendo immersi in
questo grande settore strategico non possiamo esimerci dal cimentarci in una disamina
dei maggiori fenomeni tecnologici che avanzano con grande velocità in questi ultimi
tempi.
Secondo importanti società di ricerca che seguono con estrema attenzione gli sviluppi e le
“vision” tecnologiche nel comparto TLC molte
azioni innovative sono in atto, alcune ancora
con modalità embrionali, altre pronte per essere applicate altre già realizzate.
6
22015
www.uilcom.it
In origine il personal computer degli anni 50/60,
poi le enormi stanze dove erano allocati centinaia di grandi apparati negli anni 70/80, oggi
congegni molto più snelli, trasportabili e sempre
più potenti e software/applicativi innovativi.
Il “Computing cloud” (nuvola) arrivato negli anni
2010-2011 ha fortemente cambiato il mondo
dell’informatica, con i servizi di cloud computing,
i dati non vengono più memorizzati sul vostro pc,
ma in rete: nella “nuvola”, appunto. Se si guasta
il computer non rischiate di perdere i vostri documenti, perché questi sono conservati altrove.
Quindi una fantastica innovazione perché è un
ambiente composto da tecnologie, risorse e servizi in grado di mettere a disposizione degli utenti
una infrastruttura integrata fatta da reti, sistemi,
applicazioni e dati che supera la vecchia logica del
Client-Server molto più restrittiva e costosa. Il
cloud computing permette di rendere le informazioni facilmente accessibili ovunque e su qualsiasi
dispositivo. Il Web costituisce l'epicentro dell'in-
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 7
stica trasmetteranno tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con
persone dall'altra parte del globo, i vasetti
delle medicine avviseranno i familiari se si
dimentica di prendere il farmaco. La nostra
app di ricette potrà dire al nostro forno intelligente di accendersi alla temperatura desiderata. E lo stesso vale anche fuori casa: i
sistemi di trasporto potrebbero notificare ai
pendolari le modifiche agli orari, i sistemi di
irrigazione e mietitura delle fattorie potrebbero essere controllati dai telefoni. Tutti gli
oggetti possono acquisire un ruolo attivo
grazie al collegamento alla Rete.
Immaginate quindi l’enorme lavoro di realizzazione per questi applicativi e le quantità/qualità di connettività necessaria per
far funzionare il tutto.
Sicurezza
novazione e l'infrastruttura del cloud é progettata per offrire notevoli risparmi economici, non disponibili con reti private, in grado
di offrire nuove funzionalità appena vengono
sviluppate, un balzo in avanti rispetto ai cicli
di innovazione lenti e pluriennali tipici dei modelli software tradizionali.
I modelli di cloud computing condividono risorse con un’economia di scala simile a
quella delle utility per l'elettricità, il gas.
Quindi importanti vantaggi economici per gli
utenti derivanti da costi piu trasparenti e
calcolati in base all'uso effettivo. Pago
quello che consumo!
L’evoluzione però non si ferma perché la
mobilità diventerà ancora più “spinta”. Sarà
sempre più naturale lavorare in mobilità con
“device” che avremo con noi mentre ci muoviamo e che indosseremo molte ore nella
nostra giornata.
Ecco quindi il “Mobile Computing” che assumerà la definizione di “sempre connesso”,
mentre noi ci spostiamo contemporaneamente comunichiamo/lavoriamo con i nostri
apparati.
La novità vera unitamente al fenomeno delle
cosiddette APP una dinamica destinata a
cambiare profondamente il mondo delle TLC.
Con questi mezzi la connettività diventerà
un elemento fondamentale e la banda larga
dovrà velocemente essere integrata e poi
sostituita dalla ultra banda larga perché saranno necessarie connessioni iper performanti per sostenere la massima accessibilità e usufruibilità di servizi ed applicativi.
Un salto tecnologico enorme e una grande
sfida di mercato tra i vari competitor.
Internet delle cose
È una possibile evoluzione dell'uso della
Rete. Oggi siamo circondati da dispositivi
che esistono in maniera indipendente l’uno
dall’altro. La nostra vita potrà essere molto
più semplice quando queste tecnologie comunicheranno tra di loro. Questa è la filosofia dell’Internet delle cose che si tramuta
nella realtà facendo acquisire intelligenza
a dispositivi che, grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad
informazioni aggregate da parte di altri,
potranno facilitare il nostro vivere.
Alcuni esempi certamente avveniristici ma
alcuni già applicabili. Potremo far parlare,
connettendoli tra loro gli oggetti domestici,
dal frigo alla lavatrice. Le sveglie suoneranno
prima in caso di traffico, le scarpe da ginna-
L’adozione del Computing Cloud e Mobile
necessitano di ulteriori e maggiori standard di sicurezza molto di più rispetto a
prima perché ambienti più ampi sono certamente una opportunità ma anche una
tentazione forte di essere attaccati.
Gestione delle identità e degli accessi diventano primari, prevenzione delle intrusioni e scansione delle vulnerabilità della
rete e la sicurezza del database necessari.
Il mondo della sicurezza e coloro che vi
operano saranno sempre di più attori primari nell’ambito del sistema delle TLC.
Analytics
Grande importanza dei “big data” (raccolta
di dati enorme ed estesa): avendo milioni
di utenti sempre più connessi contemporaneamente e continuativamente ogni applicazione avrà bisogno di gestire e filtrare
gigantesche quantità di dati generati, in
modo da poter fornire l’informazione giusta alla persona giusta in modo mirato. Il
vero valore sarà nelle risposte, non nella
quantità di dati.
Abbiamo cercato di rappresentare, in questa sintetica “fotografia”, quali tendenze
tecnologiche sono in corso, speriamo di
esserci in parte riusciti perché riteniamo
utile socializzare temi non propriamente di
carattere sindacale presenti nel nostro
comparto ma che molto probabilmente ci
troveremo anche ad affrontare in futuro
non lontano a tavoli negoziali.
7
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 8
Settore Sport e Tempo Libero
CCNL per i Dipendenti
degli Impianti Sportivi
Uscire dall’ombra
a cura di Fabio Benigni
A che gioco
giochiamo?
Come UILCOM/UIL, siamo fortemente impegnati a contribuire significativamente nel dare
un forte segno di discontinuità politica, in occasione del rinnovo del CCNL per i Dipendenti
degli Impianti Sportivi.
Stiamo parlando di un Settore che da dati
fonte Coni annovera al suo interno, a fronte di
oltre 17,7 milioni di persone che dichiarano di
praticare Sport in Italia: 4.500.327 di Atleti
tesserati, 1.016.598 di Operatori Sportivi,
64.829 Società Sportive, 45 Federazioni Sportive Nazionali, 19 Discipline Sportive Associate,
15 Enti di Promozione Sportiva, 19 Associa-
8
22015
www.uilcom.it
zioni Benemerite, 21 Comitati Regionali e 107
Delegati Provinciali, di cui il ruolo del non profit
interviene nello Sport, per: 92.838 Istituzioni
non profit, 1.051.879 volontari, 88.614 di Lavoratori retribuiti impiegati con oltre 5 miliardi
di Euro di entrate complessive.
Tutto il volume sopra evidenziato produce
come si evince dai dati fonte Ex ENPALS 2011
posizioni previdenziali accese per soli: 30.577
da dipendenti di Impianti Sportivi e per soli
7.606 da Sportivi Professionisti afferenti alle
Federazioni Nazionali Sportive.
Essi sono così articolati: 6.687 dalla Federazione
Italiana Giuoco Calcio 8 (ai quali A.I.C. e la Federcalcio sottoscrivono un Contratto Collettivo per
le sole figure di atleti Professionisti), 106 dalla
Federazione Ciclistica Italiana, 108 dalla Federazione Italiana Golf, 532 dalla Federazione Italiana Pallacanestro e 2 da altre Federazioni.
Questi numeri sopra esposti,
la dicono tutta sull’alta elusione
contributiva esistente nel Settore
figlia anche di una legislazione
del tutto corporativa che esiste da
sempre nell’ambito del mondo sportivo,
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 9
la quale consente in modo legittimo
di eludere notevoli economie sia sul
fronte fiscale che previdenziale e
assistenziale.
Quasi tutto il non profit per esempio a cui
noi vorremmo estendere un riferimento
contrattuale, è allineato a retribuzioni al di
sotto dei 7.500 euro annui tali da non essere considerati emolumenti assoggettabili a imposizione fiscale come previsto dal
TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi ) che
sommati ad altri emolumenti erogati tramite benefit ( rimborsi pasti, benzina, pernottamenti ecc.) anch’essi esclusi dal
computo per il montante delle retribuzioni,
consentono alle imprese profit o non profit
del Settore Sportivo, di poter praticare
oltre che la elusione IRPEF, anche la possibilità di non essere assoggettati all’obbligo di contribuzione previdenziale,
assistenziale e infortunistica.
Ecco questa è la situazione che insieme
all’A.S.C. (Attività Sportive Confederate) Ente
di promozione Sportiva riconosciuta dal
CONI e associata alla Confcommercio e no-
stra controparte contrattuale, vorremmo
iniziare a modificare attraverso lo strumento contrattuale, che punta ad essere un
punto di riferimento normativo ed economico oltre che alle tradizionali Aziende profit
già contrattualizzate, anche a tutto quel
mondo di operatori (operai, tecnici, amministrativi, dirigenti, allenatori, istruttori ecc..)
impegnati nei settori sportivi del non profit.
È un impegno serio ed importante sul
piano economico e sociale sia a favore di
quelle Aziende sane che sono costrette
loro malgrado a competere giornalmente
con una competizione sleale, che per i Lavoratori ai quali finalmente viene offerta la
opportunità di uscire da un’ombra a loro
imposta e poter essere considerati cittadini a tutti gli effetti con i propri diritti e doveri e inseriti con dignità e pieno titolo nel
variegato mondo del lavoro.
9
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 10
Settore Emittenza•Radio•Televisione
La fotografia istantanea
conferma il buon momento
di mettere sul mercato
l’asset delle torri
a cura di Pierpaolo Mischi
Il gioco
delle Torri
La prima operazione, che ha aperto le danze è
stata l’acquisizione e successiva fusione tra
Elettronica Industriale, del gruppo Mediaset
con la DMT dell’ex Falciai operazione conclusa
nel 2013 con la nascita di E.I. Towers dopo la
definitiva approvazione dell’Autority e del Garante.
Subito dopo anche i grandi Gestori
di telefonia si svegliano di colpo
e il vero anno di svolta e di scoperta
del business è stato lo scorso 2014.
Non è un eufemismo definire come una vera
partita a scacchi ciò che sta accadendo nel
mondo delle infrastrutture e dei tralicci della
rete telefonica mobile e radio/ televisive, in Europa ed soprattutto in Italia.
Negli ultimi mesi si è sviluppato un vero nuovo
meccanismo di sistema, è stato riscoperto un
business che elargisce compensi minori più sicuri ma a lunga scadenza.
In Italia dopo anni avevano registrato una vera staticità nel mondo delle torri di trasmissione il cui unico
elemento di novità era stata la separazione dal
mondo Rai e la costituzione di Ray Way.
10
22015
www.uilcom.it
Ha iniziato Wind, scorporo dell’asset delle infrastrutture, costituzione della nuova società:
Galata successivamente venduta al Gruppo
Spagnolo Abertis, che vince sulla concorrenza
diretta di EI Towers.
In contemporanea TMI (gruppo Telecom) si
fonde con Rete A del gruppo l’espresso e si costituisce la new.co Persidera, al tempo stesso
e siamo già in autunno, Telecom Italia annuncia
e porta a conclusione, con la costituzione di
una ulteriore new.co, interamente controllata
dalla stessa Telecom, la nuova “Inwit” che gestirà la quasi totalità delle infrastrutture e delle
torri o tralicci di tutta le rete mobile e non solo
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 11
del grande gruppo italiano.
Cosa farà Telecom dopo la capitalizzazione
della nuova società, cui è ed prevista la
quotazione in borsa entro la prossima
estate, il cui valore viene stimato per circa
1,5 mld di euro?
Proprio in questi giorni si susseguono notizie di possibili cessioni del capitale azionario a fondi internazionali sovrani? O a
partner industriali, vedi Abertis?
Arriviamo quindi all‘ultima operazione in
ordine di tempo: la scalata, attraverso una
Opa di EI Towers inizialmente per l’acquisizione della maggioranza (66,7%) di RAI
Way, successivamente modificata in una
quota importante di minoranza (40 % circa).
L’obiettivo era quello di creare un operatore unico nazionale negli apparati di trasmissione televisiva e radiofonica da parte
dell’operatore del gruppo Mediaset. L’offerta è stata in questi giorni bocciata dalla
Consob ritenendo l’operazione “non procedibile” in quanto abbassando la soglia
dell’Opa a quote minoritarie fa venire
meno i presupposti e gli obiettivi dell’offerta stessa. Sulla stessa lunghezza d’onda
è anche il parere dell’Autority che ritiene
altresì non realizzabile l’offerta anche alla
luce della posizione espressa dalla RAI e
dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’ultima parola dell’estenuante
balletto spetta all’Antitrust.
Credo di ritenere, a meno di eclatanti
smentite dell’ultima ora, che questa operazione al momento è da ritenersi non matura e difficilmente realizzabile.
Ritengo invece ancora molto fluido l’intero
settore delle torri di trasmissione, il futuro
ci riserverà sicuramente ulteriori scossoni
e modifiche di assetti societari, insomma
siamo ancora al centro di una vera ricomposizione di un asset strategico nazionale
che potrebbe vedere l’inserimento anche
di operatori internazionali, fondi sovrani interessati ad investimenti più sicuri ma più
a lungo termine e chissà, forse un giorno
situazioni che oggi riteniamo improbabili o
impossibili si potranno realizzare con un
nuovo riassetto più stabile e dopo il classico “risiko”, composizioni e scomposizioni
di asset, di aziende nella costituzione di
uno vero ed unico operatore nazionale
delle torri di trasmissione.
Qualcuno afferma che il mercato
potrebbe andare in direzione
opposta.
Le antenne delle tv terrestri hanno già
concorrenti consolidati, satellite e cavo in
fibra, tutte le Telco a cominciare da Telecom stanno investendo molto sull’integrazione contenuti e trasmissione degli stessi
contenuti, anche se l’Italia oggi è molto indietro rispetto all’Europa sulla tv via cavo,
anzi direi praticamente all’anno zero.
Il valore in futuro tenderà a diminuire?
Sicuramente la fotografia istantanea conferma il buon momento di mettere sul
mercato l’asset delle torri, in particolare
quelle del mondo tv, per prolungarne la
redditività anche attraverso consolidamenti e razionalizzazioni delle strutture
stesse.
Il Grandi Gruppi Telco e Tv da sempre abituati a confrontarsi con le regole del mercato lo sanno bene… di qui il grande
fermento…
11
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 12
RAI radiotelevisione italiana
Indispensabile una riforma
del Servizio Pubblico seria,
ma se inquadrata in un contesto
più generale
a cura di Maurizio Lepri
Che fine
fa-RAI?
A piccoli passi, tra grandi proclami e parziali
smentite, ci stiamo avvicinando al giorno in
cui anche la RAI verrà presa sotto esame da
Matteo Renzi. Dal giorno in cui si è insediato
non ha fatto mistero delle intenzioni di mettere mano al Servizio Pubblico, giudicandolo
a più riprese come troppo farraginoso e impigliato nelle maglie dei partiti che ne hanno
deciso le sorti molte volte in totale autonomia
e lontane da qualsiasi logica industriale.
Le indiscrezioni si sono inseguite, ma la verità
è che sul tema ci si gioca molto più di quanto
non sembri, quindi è evidente che anche un
12
22015
www.uilcom.it
decisionista come il Presidente del Consiglio
stia procedendo con molta attenzione per
non rischiare di inciampare laddove in molti
prima di lui sono caduti.
A dire il vero non è che fino ad oggi il Governo
non abbia fatto nulla per il Servizio Pubblico
anzi, con il prelevamento di 150 mln del canone per l'anno 2014 e 85 per il 2015, l'ex
Sindaco di Firenze si è furbescamente rifatto
il trucco agli occhi dell'opinione pubblica, che,
in questo periodo storico vede la Rai come
un carrozzone inutile e pieno di privilegiati,
facendo passare questa decisione indispensabile per il contenimento degli sperperi Rai
e partecipare attivamente ai sacrifici che
tutto il paese sta facendo per uscire dalla
crisi, una misura del tutto inutile, a nostro
avviso, che non ha ridotto assolutamente il
ricorso alle consulenze esterne, il lavoro in
appalto ecc. , che sono il vero male della nostra Azienda.
Anche noi riteniamo indispensabile una riforma del Servizio Pubblico seria, ma se inquadrata in un contesto più generale e non
usarla come una trovata pubblicitaria per
trarne benefici elettorali.
Ancor di più, è difficile comprendere ad oggi,
la quotazione in borsa di Rai Way che,
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 13
avrebbe potuto avere una sua ragione di
esistere in un contesto più ampio, al momento ci appare incomprensibile in mancanza di un piano chiaro del Governo nel
suo complesso, quale è quello delle Telecomunicazioni, in un settore strategico e
così importante per il futuro del Paese.
Se la riforma che il Governo ha in mente è
quella che il Direttore Generale dovrebbe
trasformarsi in un Amministratore Delegato, sul modello delle più famose industrie mondiali con poteri maggiori e più libero di imprimere la sua visione alle rotte
aziendali, eletto da un CDA ridotto - 7
membri rispetto ai 9 di oggi - di cui 4 componenti sarebbero in carico al Governo, 2
al Ministero del Tesoro e 1 interno votato
dai lavoratori, ci sembra veramente riduttiva e non adeguata alle esigenze di cambiamento che il Sindacato, i lavoratori e
gli utenti chiedono da tempo.
Volendo soprassedere
su tutto quanto detto finora,
sarebbe utile concentrarsi
sulla presenza di un Rappresentante
aziendale votato dai dipendenti
nel CDA.
Se la RAI, Azienda che tra alti e bassi rappresenta una fetta importante del panorama industriale italiano, dovesse davvero
approdare ad una scelta del genere, le conseguenze a livello Sindacale sarebbero
enormi. Verrebbero stravolte le vecchie
convinzioni per cui Sindacati e Lavoratori
non possono partecipare attivamente al
bene dell'Azienda per cui lavorano se non
per quanto richiesto dal proprio inquadramento contrattuale, nonostante siano diversi gli esempi in cui proprio i dipendenti
hanno dato dimostrazione di arguzie più
consone a Manager e Dirigenti. Questa valorizzazione aprirebbe la strada ad un
nuovo modo di concepire il rapporto
Azienda/lavoratore e renderebbe meno distante la percezione che questi ultimi
hanno delle strategie industriali.
Ovvio che molto resta da capire riguardo il
metodo di scelta e le responsabilità cui andrebbe incontro questo componente, ma
di sicuro è un'ottima opportunità per le diverse sigle Sindacali per mostrare quanto
effettivamente siano in grado di cogliere il
cambiamento (qualora dovesse effettivamente presentarsi). Ad oggi, va detto, sono
ancora molti i rappresentanti che credono
di poter impostare le loro requisitorie soltanto su toni di scontro e mai in modo propositivo ritenendolo sostitutivo dell'altro.
Per una serie di motivi che vanno dal rinnovo della Concessione, alle scelte Editoriali, Produttive e Organizzative, quelle del
2015 devono essere trattative che richiedono capacità politiche prima che carismatiche, e il rischio che tutti quanti corriamo
è che la cattiva reputazione di pochi danneggi il lavoro di tutti.
Riteniamo vista la complessità
della materia, il tutto dovrà
essere analizzato e valutato
avendo un quadro chiaro
e complessivo della riforma.
La UILCOM, inizierà da subito a lavorare
affinché analoghe iniziative possano trovare riscontro in tutte le Aziende, perché
crediamo fortemente che la presenza di
uno o più componenti dei Lavoratori all’
interno dei CDA apra un nuovo scenario
nei rapporti Dipendenti/Azienda e crei
quelle condizioni migliori per i cambiamenti
che il mondo del Lavoro e la Globalizzazione ci impongono.
13
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 14
Estratto dell’intervento di Ottavio Bulletti
all’Assemblea degli Azionisti di RAIWAY
tenutasi in data 28 aprile 2015
Guardiamo al futuro
Egregi Azionisti, Sig Presidente
sono Ottavio Bulletti un ex dipendente che
per 35 anni ha vissuto la trasformazione della
Società da direzione tecnica, a divisione della
concessionaria del servizio pubblico, successivamente in società del gruppo e oggi di
azienda quotata in borsa.
Nelle 534 pagine del prospetto informativo
riferito all’offerta pubblica iniziale sono indicati 38 fattori di rischio nell’acquisto delle
azioni di RAI WAY.
Nonostante la lettura del prospetto non tranquillizzante ho investito una quota della mia
liquidazione, non solo per motivi affettivi, ma
anche perché ho creduto e credo che questa
società abbia un futuro e sia in grado di svolgere un ruolo nello sviluppo del sistema
Paese delle telecomunicazioni.
A dire il vero sono preoccupato in riferimento
ad uno in particolare dei 38 fattori di rischio
menzionati: ovvero al nuovo contratto di servizio fra RAI WAY e la capogruppo RAI.
Senza dubbio il citato contratto è stato strutturato in funzione delle decisioni che verranno prese in merito al rinnovo della concessione del servizio Pubblico radiotelevisivo;
rinnovo che potrebbe incidere pesantemente
sul futuro di RAI WAY.
Opportuno evidenziare che la
dipendenza di RAI WAY dalla RAI in
quanto concessionaria pesa sul
bilancio per l’83%.
Quanto detto viene evidenziato nel prospetto
informativo che riporta “…esiste un collegamento tra il rapporto contrattuale tra Stato
e RAI e il rapporto contrattuale tra RAI e RAI
WAY. Conseguentemente il venire meno del
primo ha effetti sul secondo in quanto il mancato rinnovo della concessione costituisce un
evento modificativo istituzionale che legittima la RAI a recedere dallo stesso…” è quindi
chiaro che anche solo la modifica della concessione in termini di canali o di reti di diffusione avrebbe comunque effetti in termini di
14
22015
www.uilcom.it
attività di diffusione e trasporto del segnale
radiotelevisivo e quindi sulla struttura della
società che svolge il servizio.
Il vero problema è che RAI WAY ha tarato
tutta l’organizzazione del lavoro in funzione
degli impegni con la capogruppo e non è in
grado di fare fronte ad altre attività aggiuntive, sostitutive o di particolare impegno oltre
a quelle riferite al contratto di servizio.
Unica eccezione la commercializzazione delle
ospitalità che peraltro nell’ultimo anno risultano in calo rispetto agli anni precedenti.
Apro una breve parentesi che conferma
quanto detto.
Il passaggio al digitale terrestre, oltre ad un
impegno economico non indifferente, ha
comportato l’introduzione di una serie di flessibilità temporali in termini contrattuali, peraltro concordate solo con alcune Organizzazioni Sindacali, che attraverso il pieno
utilizzo del personale interno e la valorizzazione delle professionalità hanno consentito
la funzionalità delle rete nei tempi previsti
senza il minimo ricorso ad appalti o utilizzo
di personale esterno ovvero costi aggiuntivi.
Senza questa iniziativa senza dubbio i costi
sarebbe stati molto più elevati con evidente
ripercussione sugli utili di bilancio degli ultimi
anni
Si parla molto della RAI in termini spesso negativi riferiti a costi esterni, utilizzo di costose
collaborazioni e si spendono fiumi di parole
in critiche mentre sui meriti di RAI WAY e del
personale che ha garantito la trasformazione
dell’intera rete del servizio pubblico non è
stata fatta parola.
Si parla della FIAT e degli accordi per la produttività, si parla di un nuovo modello di rapporto con il Sindacato: ebbene in RAI WAY
questo era già una realtà senza dubbio meno
eclatante visto che per renderla operativa
non è stata fatta nessuna iniziativa di sciopero.
Certamente vi è stato nel recente passato
un grande senso di responsabilità da parte
dell’Azienda e di quei sindacati che hanno
sottoscritto accordi innovativi legati alla produttività e al risultato.
Senza dubbio occorre garantire la massima
efficienza al servizio reso al cliente RAI che
se da un lato ha definito la qualità anche in
termini di ripristino e della continuità, di fatto
assorbe tutte le risorse operative e non lascia
spazio ad altre opportunità.
Ad incidere sulla operatività anche
l’incertezza relativa alla collocazione
o meno di RAI WAY in un contesto di
qualificazione giuridica dell’azienda
con riferimento all’obbligo di gara
pubblica di lavori, servizi e forniture.
Questa mancanza crea non poche difficoltà
nell’assegnazione di incarichi professionali
indispensabili per garantire le forniture e ogni
altra necessità legata all’operatività della rete.
Sul futuro pesa il venire meno delle motivazioni del personale che hanno, come detto,
permesso il passaggio al digitale terrestre in
quanto le aspettative per il lavoro svolto sono
state mortificate da una serie di iniziative
della capogruppo (blocco dei riconoscimenti
professionali e meritocratici, incentivazioni
etc.) con negative ripercussioni sul personale
di RAI WAY.
Queste situazioni sono alla base di una sempre più crescente contestazione del personale
e di conseguenza sindacale che non giova
certo alle attività.
Basti pensare alla contestazione riferita alla
scelta di collocazione in borsa di quote della
società sfociata in iniziative di sciopero parzialmente rientrate a seguito dell’apertura di
un confronto con alcune OO.SS. che con
senso di responsabilità si sono rese disponibili ad affrontare il tema della vendita di quote
in funzione delle possibilità collegate.
A preoccupare è il quadro odierno che vede
un’azienda muoversi lentamente con un progetto ancora in fase di definizione e guarda
al contenimento dei costi senza affrontare
concretamente il tema delle riorganizzazione
in funzione dei possibili sviluppi del mercato
riferito all’utilizzo delle infrastrutture che costituisce unitamente al personale un patrimonio unico e fondamentale per lo sviluppo
non solo del settore radiotelevisivo ma delle
telecomunicazioni in generale.
Non entro nella logica globale ma certamente
siamo in una fase delicata di passaggio in cui
occorre guardare avanti in ottica di futuro e
di valorizzazione della società, delle risorse
tecniche e professionali.
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 15
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 16
Di sicuro i tempi per il Sindacato
italiano non sono facili
ma le sfide si trasformano
in opportunità
a cura di Giuseppe Fabio Gozzo
Sindacato,
portare la sfida a Bruxelles
mese di settembre 2015.
Tra le tante, due le sfide con cui la CES deve
fare i conti: la creazione di posti di lavoro di
qualità e le difficoltà che la contrattazione collettiva ha sofferto in tutta Europa a causa della
crisi e delle chiusure dei governi, dovute anche
alle imposizioni dell'austerity dettata da Bruxelles. Secondo gli ultimi dati disponibili (fonte
Industrial Relations in Europe) il tasso di copertura dei contratti collettivi è sceso dal 68% dei
lavoratori del 2002 al 65% del 2007 fino al 61%
del 2012.
Luca Visentini, 46 anni, dirigente UIL di consolidata esperienza internazionale, è il candidato
unico a Segretario generale della CES - la Confederazione Sindacale Europea che raggruppa
88 sindacati e 10 Confederazioni di 37 Paesi destinato a succedere alla francese Bernadette Ségol. Proposto da Cgil, Cisl e Uil e sostenuto da altri sindacati europei, Visentini ha
ottenuto la maggioranza dei voti dell’Esecutivo, prevalendo su Peter Scherrer candidato
dei tedeschi della DGB proveniente dai metalmeccanici della IG Metall. La sua elezione verrà
sancita dal Congresso alla fine del prossimo
16
22015
www.uilcom.it
In quale contesto
si inquadrerà l’azione
di Visentini?
Lo scenario a livello europeo non sembra essere negativo anche per l’acquisita intenzione
della Commissione Europea, al fine di promuovere la crescita, di riavviare i rapporti con sindacati e datori di lavoro; a capo della Confederazione delle imprese europea (Business
Europe), naturale controparte di CES, c'è dal
luglio 2013 Emma Marcegaglia, ex presidente
di Confindustria.
In Italia però, come in diversi altri Paesi duramente provati dalla crisi, il dialogo sociale lan-
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 17
La radicalizzazione,
l’inseguimento
dei movimenti sociali,
nel tentativo di recuperare
visibilità e vigore tramite le piazze
quale quella proposta da Landini
non è l’arma vincente.
gue. In una recente lettera inviata dalle
Confederazioni all’esecutivo Renzi si denuncia che “mentre continua il blocco della
contrattazione, numerose leggi e provvedimenti adottati anche dal governo in carica hanno riguardato materie che da
sempre appartengono alla contrattazione,
sottraendole a questa e sempre di più
sono le amministrazioni che usano l'unilateralità per stravolgere istituti contrattuali
e corrette relazioni sindacali”.
Certo sarebbe buffo, come qualcuno ha già
fatto notare, se due italiani, rappresentanti
di lavoratori e datori di lavoro, dialogassero
a Bruxelles, magari anche con la Commissione Europea come terzo interlocutore,
mentre in Italia le vie del dialogo sono per
ora pressoché precluse da una miope politica governativa.
Di sicuro i tempi per il Sindacato italiano
non sono facili. C’è difficoltà a coinvolgere
i giovani, ad incidere fattivamente sulle decisioni dei governi, il raggio della contrattazione collettiva si è ristretto sia in termini
di contenuti che di imprese coinvolte, a
scapito del confronto, cresciuto a dismisura, volto alla gestione delle innumerevoli
crisi aziendali.
Nuovi modi di produrre, il minor peso del
lavoro industriale, la flessibilità contrattuale, la possibilità per le imprese di delocalizzare all’estero, sono tra le cause
determinanti delle attuali difficoltà. Il colpo
di grazia è però arrivato dal processo di integrazione europea.
L’Unione economica e monetaria ha centralizzato le principali decisioni di politica
fiscale, assoggettandole a regole semiautomatiche, espropriandole di fatto ai governi nazionali ed alla relativa contrattazione sindacale.
Sembrerebbe quindi necessario esercitare
in un contesto europeo quella “concertazione” un tempo realizzata in alcuni Paesi,
Italia compresa, dalle parti sociali. Ma per
il Sindacato esercitare influenza a Bruxelles è stato finora ancora più difficile che
farlo nelle capitali nazionali. E non soltanto
per oggettiva difficoltà, quanto piuttosto
per vera e proprio scelta.
Come non concordare con l’analisi del prof.
Maurizio Ferrera, apparsa nei giorni scorsi
in bella evidenza sul Corriere della Sera,
secondo la quale non pare ancora essere
questa l’agenda, almeno di una parte del
sindacato italiano.
Bene sarebbe lavorare ad un più paziente,
e più difficile, lavoro di progettazione istituzionale e ad una politica di alleanze transnazionali. Ed una strategia basata solo
sulla protesta e sull’attacco alle riforme
probabilmente non risolverà il problema
anche se la platea sociale sulla quale si
sono scaricati i costi della crisi è molto
vasta, dice Ferrera.
A suo giudizio una risposta efficace deve
essere cercata in Europa, il disagio va fatto
valere laddove si decidono le priorità UE: in
questa fase, ad esempio, il processo di revisione di «Europa 2020», soprattutto
negli obiettivi che riguardano la lotta alla
povertà, il rafforzamento della scuola, la
creazione di posti di lavoro.
Da parte nostra, come UIL, riteniamo che
la designazione di Visentini è una vittoria
del Sindacato italiano ed è di buon auspicio
per un cambiamento delle politiche economiche di rigore che hanno prevalso nell’Unione Europea. Con il sostegno dei
Sindacati nazionali, la CES saprà rappresentare gli interessi dei lavoratori, facendo
valere la propria forza contrattuale nelle
sedi in cui si determinano le scelte che influenzano la vita di milioni di cittadini europei.
17
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 18
Pari Opportunità e Politiche di Genere
Oggi, a distanza di decenni, lottare
per la parità economica, sociale
e politica tra i generi è ancora
un obiettivo importantissimo,
nonostante i risultati sinora ottenuti
a cura di Roberta Musu
Femminista?
Si grazie!
Tempo fa, discutendo di stereotipi di genere e
di pari opportunità con alcuni conoscenti, mi è
capitato di imbattermi nella domanda: “Ma
non sarai mica femminista?”.
Ciò che più mi ha colpito non è stata la domanda in se stessa, ma il modo e il tono con
cui mi è stata rivolta.
Femminista.
Una parola che troppo spesso viene pronunciata come un insulto o un accusa, ancorata a
18
22015
www.uilcom.it
vecchi slogan, evocativa di sentimenti di odio
nei confronti degli uomini.
Lo scorso 20 settembre, l’ONU ha presentato
a New York la Campagna HeForShe (LuiPerLei),
che si propone di sostenere la parità di genere
nel mondo, convincendo gli uomini ad esserne
i primi sostenitori.
In quell’occasione Emma Watson – Ambasciatrice per l’iniziativa – ha pronunciato un discorso
molto semplice, quanto efficace, dichiarandosi
femminista.
“Più ho parlato di femminismo, più ho capito che
lottare per i diritti delle donne è troppo spesso
diventato sinonimo di odiare gli uomini. Se c’è
una cosa di cui sono sicura è che questa cosa
deve finire”.
Queste parole di Emma Watson rappresentano
una reale situazione di pregiudizio rispetto a un
termine che è diventato “scomodo”, a cui si attribuiscono - più o meno strumentalmente –
significati che nulla hanno a che fare con il raggiungimento di pari opportunità tra uomini e
donne.
In qualsiasi gruppo o sistema sociale si possono sviluppare comportamenti estremisti che
rischiano di far passare in secondo piano valori
e importanza di obiettivi fondamentali.
D’altro canto, un metodo efficace per contra-
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 19
Se gli slogan “femministi” che evocano le
streghe o inneggiano l’autogestione dell’apparato riproduttivo, in qualche modo hanno
offeso qualcuno, ce ne dispiace. Pensate
alle donne stuprate, costrette a matrimoni
non voluti, ammazzate in quanto ree di aver
violato la “morale” che hanno costellato
anche la storia del nostro paese, non fermatevi agli slogan, dispiacetevi per loro!
Oggi, a distanza di decenni, lottare per la
parità economica, sociale e politica tra i generi è ancora un obiettivo importantissimo,
nonostante i risultati sinora ottenuti.
stare, bloccare e arginare alcuni fenomeni
sta proprio nello strumentalizzare e demonizzare il fenomeno stesso, senza rendersi
conto che in questo modo si producono
gravi danni e non si contribuisce ad un
reale progresso.
Per anni siamo stati bombardati da messaggi che hanno fatto “passare il femminismo” come un movimento composto da
donnette isteriche che al grido di “trematetremate-le-streghe-son-tornate” si proponevano l’eliminazione del genere maschile.
Ma parliamone per un attimo, seriamente.
In Italia, le attenuanti per il delitto d’onore
sono state abrogate nel 1981, e ancora
oggi in alcuni casi il femminicidio viene
chiamato “delitto passionale”.
Vorremmo che qualcuno ci spiegasse cosa
c’è di passionale nel massacrare una donna.
Sempre nel 1981, fu abrogato l’istituto del
“matrimonio riparatore”, che estingueva il
reato di violenza carnale qualora successivamente si convolasse a nozze; Francesca
Viola, donna siciliana di grande coraggio,
dopo essere stata rapita e stuprata, rifiutò
il matrimonio riparatore, destando grande
scandalo. Era il 1966.
È solo dal 1996 che lo stupro è diventato
un reato contro la persona, prima di tale
data, lo stupro era “solo” un reato contro la
morale.
Forse negli anni ’60 e ‘70, le donne che
scendevano in piazza per lottare a favore
di parità ed uguaglianza, avevano qualche
ragione per essere esasperate, ma soprattutto avevano la necessità di rompere alcuni tabù di lunga data, e di affermare
basilari diritti civili.
Divorzio, riforma del diritto della famiglia,
parità di trattamento salariale, diritti delle
lavoratrici madri, sono il frutto delle lotte
di quegli anni.
Se guardiamo in parallelo, anche l’emancipazione del mondo del lavoro è stata caratterizzata da momenti di forti conflitti
sociali, ai quali è seguita la conquista di
grandi diritti.
Il conflitto non deve mai essere il fine, ma
talvolta è l’unica strada per ottenere il riconoscimento di diritti primari, come la libertà,
ciò vale nel mondo del lavoro come nella società, conflitto che deve svilupparsi in modo
corretto, perché per rivendicare i propri diritti non è necessario ricorrere ad alcuna
forma di violenza, ma a volte, questo sì, bisogna alzare, semplicemente, la voce.
Il mondo è cambiato,
le donne e gli uomini sono cambiati.
Possiamo e dobbiamo fare di più,
proprio perché alcuni tabù
sono stati superati,
ma ne rimangono altri.
La conquista della parità sostanziale non
può che essere un obiettivo comune, e per
raggiungere questo obiettivo donne e uomini devono lavorare insieme, in modo
concreto non a slogan.
L’emancipazione di diritti non può che portare benessere a tutt* indistintamente,
donne e uomini!
Una società più equa sul piano dei diritti,
permette un progresso reale, elimina le disparità e le ingiustizie, offre maggiori opportunità, ci permette di guardare al futuro
con più serenità.
Noi alcuni strumenti li abbiamo, ed è ora che
le pari opportunità diventino un obiettivo
strategico anche per il sindacato in generale,
tema sul quale la UILCOM ha già investito e
continua ad investire molto, attraverso un
percorso che mira a coinvolgere uomini e
donne nella definizione di progetti mirati.
A proposito, alla domanda: “Ma non sarai
mica femminista?” ho risposto semplicemente: “Si sono femminista, e se ci pensi
con attenzione, dovresti esserlo un po’
anche tu”.
19
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 20
Previdenza Complementare
Fondo Telemaco: relazione
introduttiva al Bilancio 2014
presentata all’Assemblea dei Delegati
il 28 aprile 2015 dal Presidente
Rossella Manfrini
Un futuro
possibile
Al 31 dicembre 2014 il patrimonio del Fondo ha
raggiunto i 1.480 milioni di euro, con un incremento nell’anno di 183 milioni (+14%), e gli iscritti
sono 59.962, con una diminuzione di 552 unità
(-0,9%) rispetto alla fine del 2013. Da segnalare
l’ottimo andamento della gestione finanziaria,
con i comparti di Telemaco che hanno proseguito
nel trend di crescita facendo segnare nuovi massimi storici con le valorizzazioni di dicembre e
hanno registrato, per il terzo anno consecutivo,
rendimenti netti molto positivi: oltre il 4% per il
Garantito e l’8% per gli altri comparti.
20
22015
www.uilcom.it
Oltre ai numeri riteniamo doveroso fare alcune
considerazioni di natura non strettamente
economica.
Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti ed
anche noi, come del resto le Imprese ed i Cittadini stessi di questa Nazione non possiamo
che prenderne atto agendo di conseguenza;
questo non significa adeguarsi passivamente
agli eventi bensì essere sempre e comunque
protagonisti della nostra storia e della nostra
vita in termini sociali, economici e politici attraverso le nostre scelte.
Per quanto ci riguarda, considero fondamentali
due mutamenti:
• Un nuovo e rinnovato Consiglio di Amministrazione che nel giugno 2014 si è insediato
alla guida del Fondo con nuova e rinnovata
Assemblea dei Delegati;
• Nuovi provvedimenti legislativi in materia di
Previdenza e, nello specifico, quello emanato
dal Governo Renzi che sovverte, non solo
dal punto di vista economico – finanziario
ma, ed è molto più grave, culturale ciò che si
definisce Previdenza in senso stretto
Essenziale porre in evidenza questo ultimo
punto al fine di poter socializzare con voi una
riflessione.
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 21
quello che potremmo definire il RISCHIO
PREVIDENZIALE tra Pensione Pubblica e
Fondi Pensione, non rientra ancora nella
cultura di chi lavora, non esiste una conoscenza diffusa delle tematiche previdenziali
da parte dei Cittadini né, tanto meno, un
Governo che le appoggi anzi… proprio in
questo periodo stiamo assistendo attoniti
ad interventi da parte dell’Esecutivo finalizzati alla snaturalizzazione della cultura
previdenziale attraverso la gestione degli
accantonamenti asservita ad un mero principio di CASSA, una sorta di liquidità da poter utilizzare nell’immediato, come cita un
detto popolare, “pochi, maledetti e subito”,
una liquidità aggregata ai tradizionali componenti della retribuzione che, se nell’immediato potrebbe risolvere un problema
(importante sarebbe anche ragionare quali
cifre stiamo considerando), nel futuro potrebbe crearne uno sostanzialmente più
importante, oneroso e di impossibile o improbabile soluzione.
Partiamo da un concetto primario, partiamo da “lontano”.
L’articolo 38 della Costituzione Repubblicana entrata in vigore il 1° gennaio 1948
cita testualmente:
“I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro
esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e VECCHIAIA, disoccupazione involontaria… ai compiti previsti in
questo articolo provvedono Organi ed Istituti predisposti o integrati dallo Stato”.
La Carta fondamentale parla esplicitamente di “previsione di mezzi adeguati al
sostentamento dei Cittadini” nel momento
in cui non potranno più usufruire del reddito da lavoro, compito esercitato dalla
Previdenza Sociale che però, purtroppo, nel
nostro immediato futuro, non sarà più in
grado di sostenerci adeguatamente.
Nasce così la Previdenza Complementare
(sicuramente in forte ritardo rispetto ad
altri Paesi) che, senza dubbio, nonostante
un rilevante numero di Aderenti, ancora
non è riuscita in modo capillare, a coinvolgere tutti i lavoratori e le lavoratrici operanti in Italia.
Purtroppo, la diversificazione adeguata di
Sinceramente, praticare la strada
del “meglio l’uovo oggi che la gallina
domani” è un sentiero percorribile
ma che fondamentalmente
non porta da nessuna parte,
almeno quando si parla
di futuro sostenibile.
Sicuramente i Governi passano, e noi italiani ne abbiamo grande esperienza, ma le
persone restano anzi, invecchiano e che ne
sarà di loro? Dobbiamo agire con responsabilità. Le scelte fatte oggi condizioneranno il nostro futuro.
La crisi economica che ormai da qualche
anno attanaglia l’economia nazionale e, di
conseguenza, cittadini ed imprese, ha causato seri danni. Comprendiamo perfettamente la situazione finanziaria di molte
lavoratrici e lavoratori che, con le loro famiglie, faticano a “tirare la fine del mese”
ma attenzione, il previsto TFR in busta
paga rappresenta solo una chimera, un miraggio, una scatola vuota che ci ritroveremo tra alcuni anni sempre più vuota
pertanto inutilizzabile.
Aderire ad un fondo pensione
negoziale significa scegliere
un futuro possibile per noi stessi
da utilizzare proprio nel momento
della nostra vita in cui sicuramente
il bisogno di denaro sarà davvero
importante e discriminante
tra ciò che è possibile
e ciò che è fattibile.
Va ricordato inoltre che nella scelta di aderire alla Previdenza Complementare Negoziale, il contributo versato dall’Azienda
(1,2% della retribuzione lorda annua) rappresenta per tutti gli Aderenti a Telemaco
un rendimento aggiuntivo rispetto a qualsiasi altra forma di investimento di natura
finanziaria.
In virtù di quanto affermato in precedenza,
non dobbiamo dimenticare che, anche se
in contro tendenza con gli obiettivi legati
all’accantonamento di risorse per il futuro,
al fine di agevolare gli Associati nei loro bisogni, il Fondo contempla anche la possibilità di poter ottenere delle anticipazioni
delle somme versate, a seconda di specifiche modalità, per la soluzione di determinate esigenze del singolo o per il nucleo
famigliare.
Al di là degli slogan populisti e le frasi ad
effetto, il vero pilastro per un futuro sostenibile è la Previdenza Complementare Negoziale che affonda le sue basi su due
elementi:
• La lungimiranza dei nostri Associati;
• La gestione seria e scrupolosa di chi amministra.
È nostro compito mantenere gli impegni
facendo sì che coloro che ci affidano i loro
risparmi possano essere garantiti e soddisfatti; è nostro compito rispondere del nostro operato attraverso la trasparenza e
l’impegno al servizio degli Associati oltre
che porre in essere iniziative atte al raggiungimento di questi obiettivi; ed è proprio in quest’ottica che ritengo non più
rinviabile la realizzazione di un progetto di
formazione basato su diversi livelli che
dovrà coinvolgere i delegati stessi affinché
risulti fondamentale il loro ruolo ed il loro
coinvolgimento che, uniti alla conoscenza
ed all’esperienza personale, possano fornire non solo un valore aggiunto ma un valore primario.
Le idee sono tante, i progetti molto impegnativi sotto diversi punti di vista ma
l’obiettivo è imperante: diffondere cultura
previdenziale con la certezza di fare la cosa
giusta.
21
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 22
Animula vagula blandula…
a cura di Elsa Gnata
*Muoviti svelto…
La solitudine:
dove le persone
trovano
una dimensione
possibile
su misura
di chiunque
“… e muoviti svelto che passerà un treno senza fermare, scrivi sempre per dire che sei arrivato
e ricordati dove volevi andare…”
Oggi la vita è questa, come in una poesia futurista di Marinetti, muoversi veloci, pensare in fretta,
non perdere tempo, correre, con in fondo il bisogno di trovare anche “qualcuno con cui correre”.
La frenesia delle nostre vite, del nostro quotidiano divora giorni, ore, minuti preziosi che invece
dovremmo trascorrere anche con chi dovremmo conoscere meglio, rispettare di più, amare di
più: NOI stessi.
A volte siamo così preoccupati, così impegnati ad essere visibili agli occhi degli altri, così presi
più da ciò che dobbiamo avere che da ciò che dovremmo essere che ci dimentichiamo di noi, ci
scordiamo di essere individui, soggetti unici dalle vite irripetibili, di essere un io, prima persona
singolare dotato di un corpo, una mente e, per alcuni, anche di un’anima.
Questo non deve essere interpretato come un elogio dell’individualismo sterile o della solitudine
fine a se stessa ma, forse, trascorrere un po’ di tempo con noi ci fa solo che bene!
Sicuramente la tecnologia non aiuta questo status.
Siamo talmente fagocitati da telefonate, videochiamate, messaggi, e-mail, tweet (io che
all’inizio credevo che i tweet fossero i parenti di Tweety/Titti il canarino nemico-amico di Gatto
Silvestro…), per non parlare poi della trappola facebook, che ormai parlare di individui è diventato
anacronistico, ormai viviamo “nella rete”, non quella citata da Lucio Dalla, quella è dei più poveri
e più soli, viviamo nel mondo globalizzato che sicuramente avrà dei vantaggi ma a che prezzo?!
Non molto tempo fa sentii un “esperto”, di “cosa” non lo ho ancora capito, che serenamente
affermava che il grande freddo della solitudine, era scomparso grazie ai social network e che, grazie
a questi strumenti, le persone avevano trovato una dimensione possibile su misura di chiunque;
ma che cosa è davvero la solitudine?
Ma siamo certi che per sentirsi meno soli dobbiamo necessariamente socializzare? E se ci fosse
una altra ricetta?
22
52015
www.uilcom.it
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 23
E poi perché da questa solitudine dobbiamo per forza “guarire” come da una malattia? Ma gli
esseri umani sono solo animali sociali? Tutto qui?!
Ma non è proprio la solitudine la vera dimensione possibile su misura di chiunque?
Ma la solitudine è davvero, come direbbe mia madre, una così brutta bestia?
Dipende.
Forse se la scegli, la conosci, la cerchi, è una buona compagna, sempre fedele, magari da tradire
ogni tanto e si sa, i tradimenti hanno il loro fascino…
E poi è un investimento: non c’è nulla di meglio della solitudine per sviluppare l’empatia, la
creatività, l’ingegno.
Se non la hai scelta allora immagino possa sembrare una nemica, che, vissuta solo in termini
negativi, può farti perdere di vista la bellezza del tuo essere individuo, il tuo essere unico, il tuo
essere importante.
Muoviti svelto.
Anche perché la vita è un “brivido che vola via” pertanto, per antitesi, mi fermo e questo mio
muovermi svelta restando inspiegabilmente ferma, rappresenta anche il bisogno di vivere questa
vita guardandomi allo specchio per capire chi sono, cosa voglio, dove voglio andare e, solo alla
fine, forse e possibilmente, scegliendo chi camminerà con me perché la corsa, si sa, non è per
tutti.
Ma è solo un punto di vista…
*Da “muoviti svelto” Zibba e Almalibre
23
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 24
Solidarietà
Sono oltre 4.000 le donne disabili
di Calcutta che, come Lakshmi,
insieme a Fondazione Pangea
hanno cambiato vita
e oggi finalmente sorridono
a cura di Pangea Onlus
Donne
dagli occhi grandi
Lakshmi ha due occhioni grandi e un sorriso disarmante, emana tutta la bellezza di chi ama la
vita e considera ogni giorno un dono prezioso.
Lakshmi da molti anni ha una grave deformazione della spina dorsale che la costringe a
camminare curva.
È stata la malnutrizione,
quando ancora era piccina,
a ridurla così.
24
22015
www.uilcom.it
Tuttavia c’era qualcosa di più doloroso, nella
sua esistenza, di quella sua schiena che si contorceva come il tronco di una vite: per la sua
famiglia, la sua comunità, lei era solo un inutile
peso, un orrendo rifiuto, la causa della vergogna agli occhi del vicinato. Una maledizione che
si sarebbe interrotta quando, abbandonata a
se stessa – senza cibo, cure e senza amore –
si sarebbe finalmente decisa a fare la sola cosa
giusta: morire
E invece, un giorno di qualche anno fa, Lakshmi
incontra Fondazione Pangea negli slum di Calcutta dove è nata e cresciuta e la sua vita cambia.
Scopre di essere una persona come tutte le
altre, con la stessa dignità e gli stessi diritti.
Impara a leggere e a scrivere e poi un mestiere
che le permette una certa indipendenza economica.
Smette persino di indossare camicioni informi
che la facevano sembrare un fagotto perché
capisce che anche lei ha il diritto di sentirsi carina. Perché la bellezza può essere qualcosa di
veramente rivoluzionario.
Oggi Lakshmi ha 32 anni e lavora con noi:
parla con le donne disabili come lei che incontra lungo i binari della Città della Gioia
per dire loro “guardami! ce la puoi fare anche
tu!”
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 25
In India vivono più di 20 milioni
di disabili, il 43% dei quali
sono donne.
Le difficoltà nel reperire informazioni sul
numero e la tipologia delle disabilità presenti sul territorio nazionale, implicano la
possibilità che tale dato sia sottostimato e
impreciso per difetto.
Una donna disabile è condannata a vivere
una vita di isolamento e spesso violenza.
Esclusa da ogni possibilità di rendersi indipendente, e rappresentando soltanto un
peso per la famiglia, è costretta a svolgere
lavori umilianti, a subire la marginalizzazione sociale e a vivere relegata in casa,
senza cure adeguate.
Le donne disabili, nel contesto urbano di
una città come Calcutta, praticamente
«non esistono».
Le disabilità delle donne contattate da Lakshmi e dalle altre ragazze dallo staff indiano
di Pangea vanno dalle difficoltà motorie
(causate ad esempio da vari casi poliomielite in età infantile) a quelle visive/uditive,
fino a casi di disabilità mentale.
Il nostro progetto garantisce accesso alle
cure mediche, agli interventi chirurgici, ai
supporti ortopedici e a terapie riabilitative;
promozione della scolarizzazione formazione professionale ed educazione ai diritti
umani.
La formazione prevede corsi di sartoria,
creazione di bigiotteria, lavorazioni artigianali e giocattoli di pezza.
Diamo inoltre supporto alle famiglie per
l’espletamento delle procedure burocratiche per ottenere le agevolazioni statali e
per il miglioramento delle relazioni genitoriali con le proprie figlie.
Infine consentiamo alle donne
disabili l’accesso al microcredito
perché possano avviare attività
generatrici di reddito.
Le donne che partecipano al progetto possono quindi avviare attività remunerate
con le quali aiutare la famiglia e rendersi
più indipendenti uscendo dall’isolamento.
Riunioni mensili permettono una valutazione dell’impatto del progetto sulla vita di
ogni singola partecipante oltre a rappresentare un fondamentale momento di
condivisione e socialità.
Il lavoro di sensibilizzazione presso comu-
nità e istituzioni consente invece di garantire che le donne disabili ottengano il rispetto, la dignità e conoscano gli strumenti
per far valere il pieno riconoscimento dei
propri diritti.
Per saperne di più:
www.pangeaonlus.org
25
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 26
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 27
Dossier
Fare Coaching può risultare
un viaggio straordinario alla ricerca
di quella parte migliore di noi
che neanche immaginiamo
di possedere
a cura di Milena Vireca, Mental Coach
“Allenare”
la mente
Che Cos’è il Coaching?
Quando sentiamo parlare di Coach il primo personaggio che viene
in mente è l’Allenatore di una squadra. Cioè una persona che allena altre persone a dare il meglio delle proprie prestazioni fisiche.
Esiste però anche un altro tipo di Coach che ha il compito di allenare le Persone a dare le Migliori Prestazioni Mentali: il Mental
Coach.
Chi è il Mental Coach e cos’è il Coaching?
Il Mental Coach è un allenatore della mente. È colui che ti aiuta
a trovare dentro risorse che ancora non sono emerse e che permettono di raggiungere i risultati desiderati e una qualità di vita
più soddisfacente. Il Mental Coach si è preparato attraverso tecniche e strategie comportamentali con lo scopo di rendere le risorse del Coache (cliente) facilmente usufruibili nei vari ambiti
della vita.
In questi tempi complicati, le persone tendono a farsi sopraffare
dai pensieri negativi, dalle preoccupazioni, restando chiuse nella
propria “zona di comfort” che impedisce di migliorare, di sfidarsi
e raggiungere i propri obiettivi. Attraverso il Coaching, si può lavorare sulla propria identità, sui propri valori, sulle proprie convinzioni e su quello che desideriamo davvero dalla vita.
Correre rincorrendo qualcosa che non è chiaro dentro di noi, rischia di esaurire le nostre energie e la nostra autostima, poichè
ogni insuccesso ci lascia un po’ più demotivati e rassegnati.
Quando invece attraverso il Coaching si porta luce dentro di sé, la
strada da seguire diventa nitida, tutto è visto sotto un’altra luce;
gli ostacoli e le difficoltà vengono riconosciuti come normali pro-
cessi per arrivare all’obiettivo e in quanto tali, non più capaci di
scoraggiarci e portarci ad abbandonare.
Attraverso sessioni di Coaching, il Coach aiuta il Coache (cliente)
a fare chiarezza dentro, per far riaffiorare risorse e capacità inaspettate, alimentando la sua autostima ma soprattutto la consapevolezza e la responsabilità delle proprie scelte, per imparare ad
affrontare le sfide che la vita ci propone e che è impossibile evitare.
Fare Coaching può risultare un viaggio straordinario alla ricerca di
quella parte migliore di noi che neanche immaginiamo di possedere ma che fa parte di noi da sempre; dobbiamo solo farla riemergere.
27
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 28
Confederale
NASPI:
una nuova penalizzazione
sui futuri importi
pensionistici
Ammortizzatori Sociali NASPI:
luce e ombre
Dal 1° maggio con l’introduzione della NASPI 355 mila lavoratori
e lavoratrici stagionali rischiano di rimetterci da 29 euro a 2.925
euro, rispetto alla vecchia indennità di disoccupazione (ASPI).
Infatti, chi prima svolgeva un lavoro stagionale di 6 mesi, spiega
Guglielmo Loy - Segretario Confederale UIL - aveva diritto all’ASPI
per altri 6 mesi e, con uno stipendio lordo di 1.300 euro mensili,
avrebbe preso di sussidio 5.850 euro.
Ora, invece, con le nuove regole (si può usufruire del sussidio per
un periodo di tempo pari alla metà dei mesi lavorati) queste persone prenderanno il sussidio soltanto per 3 mesi, per un totale di
2.925 euro (la metà di quanto avrebbero percepito con l’ASPI).
Se il lavoro stagionale è di 8 mesi l’anno, la penalizzazione è di 29
euro; mentre se la chiamata è di 3 mesi, rispetto alla mini ASPI,
con la NASPI il conto è “pari”.
Ciò emerge da una simulazione del Servizio Politiche Territoriali e
del lavoro della Uil, che ha calcolato gli effetti della nuova NASPI su
4 ipotesi: il lavoro stagionale, il lavoro continuo svolto da coloro che
hanno un’età sotto i 50 anni, tra i 50 e i 55 anni e sopra i 55 anni.
I più penalizzati sono i lavoratori stagionali e i lavoratori sopra i 55
anni che perdono il posto di lavoro dopo 2 anni.
Infatti, chi perde il posto di lavoro e ha meno di 50 anni (considerando anche il calo del 3% dopo il terzo mese nel calcolo del sussidio) con 2 anni di lavoro, percepirà il sussidio per 12 mesi per un
28
22015
www.uilcom.it
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 29
totale di 10.484 euro (più 1.318 euro rispetto all’ASPI); se, invece,
si perde il posto di lavoro dopo 4 anni o più, si percepirà la NASPI
per un massimo di 24 mesi per un totale di 17.816 euro (più 8.650
euro rispetto all’ASPI).
Se, invece il lavoratore ha più di 55 anni, in caso di perdita di lavoro
dopo 2 anni, riceverà la NASPI per 12 mesi per un totale di 10.484
euro a fronte dei 16 mesi di ASPI per un totale di 13.644 euro (ci
rimetterà 3.160 euro); se, invece, perde il lavoro dopo 4 anni riceverà di NASPI (24 mesi), 17.816 euro a fronte dei 13.644 euro
dell’ASPI con un beneficio di 4.172 euro.
Il nuovo strumento risulta ancor più penalizzante, ricorda Loy, per
quelle centinaia di migliaia di persone che potevano essere protette dalla ”indennità di mobilità”, che invece, terminerà alla fine
del 2016 e che la NASPI potrà bilanciare solo in parte.
Infine, commenta Guglielmo Loy, con la NASPI viene introdotto un
tetto alla contribuzione figurativa (1.820 euro lordi mensili imponibile previdenziale) che corrisponde a uno stipendio netto di
1.300 euro mensili.
Il risultato è una nuova penalizzazione sui futuri importi pensionistici.
Decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori, che lavorano stagionalmente in importanti settori produttivi ed economici, turismo e
alimentare in primis, saranno le prime vittime delle innovazioni del
governo in tema di lavoro e ammortizzatori sociali.
Sono settori, con fortissima presenza femminile, che svolgono attività funzionali a produrre una parte importante del PIL in aree
all’avanguardia in termini di produzione della ricchezza nazionale
Se a questo danno si aggiunge la progressiva diminuzione di altri
strumenti di protezione sociale (come la cassa integrazione in deroga) emerge con chiarezza che siamo lontani dall’annunciata volontà del Governo di allargare le tutele ai lavoratori e alle lavoratrici
più deboli del paese.
Anche per questo il Governo, conclude Loy, deve riflettere sugli errori fatti e modificare in fretta una norma ingiusta e sbagliata.
Lavoratori stagionali
Un lavoratore stagionale con attività lavorativa di 6 mesi l’anno negli ultimi 4 anni,
stipendio 1.300 euro (991 euro netti) al mese (104 settimane discontinue)
ASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
NASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
975 euro per 6 mesi.
Totale 5.850 euro
975 euro per 3 mesi.
Totale 2.925 euro
Differenza NASPI/ASPI
- 2.925 euro
Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro
Un lavoratore stagionale con attività lavorativa di 8 mesi l’anno negli ultimi 4 anni,
stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese) (104 settimane discontinue)
ASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
NASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
975 euro per 4 mesi.
Totale 3.900 euro
975 euro per 4 mesi.
Totale 3.871 euro
Differenza NASPI/ASPI
- 29 euro
Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro
Un lavoratore stagionale con attività lavorativa di 3 mesi negli ultimi 4 anni,
stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese)
MINI-ASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione di
riferimento 75%)
NASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
975 euro per 1 mese e 1/2.
Totale 1.463 euro
975 euro per 1 mese e 1/2.
Totale 1.463 euro
Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro
29
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 30
Confederale
Lavoratori continui sotto i 50 anni
Un lavoratore con attività lavorativa di 24 mesi negli ultimi 4 anni,
stipendio 1.300 euro (991 euro netti) al mese (104 settimane discontinue)
ASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
NASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
916 euro per 10 mesi.
Totale 9.166 euro
874 euro per 12 mesi.
Totale 10.484 euro
Differenza NASPI/ASPI
+1.318 euro
Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro
Un lavoratore con attività lavorativa di 48 mesi negli ultimi 4 anni,
stipendio 1.300 euro (991 euro netti) al mese (208 settimane discontinue
ASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
NASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
916 euro per 10 mesi.
Totale 9.166 euro
742 euro per 24 mesi.
Totale 17.816 euro
Differenza NASPI/ASPI
+8.650 euro
Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro
Lavoratori continui sopra i 50 anni e sotto i 55
Un lavoratore con attività lavorativa di 24 mesi negli ultimi 4 anni,
stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese) (104 settimane discontinue)
ASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
NASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
902 euro per 10 mesi.
Totale 10.824 euro
874 euro per 12 mesi.
Totale 10.484 euro
Differenza NASPI/ASPI
-340 euro
Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro
Un lavoratore con attività lavorativa di 48 mesi negli ultimi 4 anni,
stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese) (208 settimane discontinue
ASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
NASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
902 euro per 10 mesi.
Totale 10.824 euro
742 euro per 24 mesi.
Totale 17.816 euro
Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro
30
22015
www.uilcom.it
Differenza NASPI/ASPI
+6.992 euro
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 31
Lavoratori continui sopra i 55 anni
Un lavoratore con attività lavorativa di 24 mesi negli ultimi 4 anni,
stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese) (104 settimane discontinue)
ASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
NASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
853 euro per 16 mesi.
Totale 13.644 euro
742 euro per 12 mesi.
Totale 10.484 euro
Differenza NASPI/ASPI
-3.160 euro
Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro
Un lavoratore con attività lavorativa di 48 mesi negli ultimi 4 anni,
stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese) (208 settimane discontinue
ASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
NASPI
(Percentuale di calcolo su retribuzione
di riferimento 75%)
853 euro per 16 mesi.
Totale 13.644 euro
742 euro per 24 mesi.
Totale 17.816 euro
Differenza NASPI/ASPI
+4.172 euro
Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro
31
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 32
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 33
UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 34