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UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:29 Pagina I 22015www.uilcom.it Anno XXIII (138) Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – DCB Roma Uilcom Sindacato, portare la sfida a Bruxelles Settore Grafico – Cartario Scripta manent Settore Emittenza – Radio – Tv Il gioco delle torri Settore Telecomunicazioni Le Telecomunicazioni: le nuove tecnologie avanzano. Fondo Telemaco Un futuro possibile UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:29 Pagina II UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:29 Pagina 1 sommario 8 3 18 18 Pari Opportunità e Politiche di Genere Editoriale Roberta Musu Salvatore Ugliarolo 4 Femminista? Si grazie! Settore Grafico-Cartario-Cartotecnico 20 Fondo Telemaco Roberto Di Francesco Scripta manent 6 Rossella Manfrini Un futuro possibile Settore Telecomunicazioni 22 “Animula vagula blandula…” Luciano Savant Levra Le Telecomunicazioni: le nuove tecnologie avanzano. 8 28 Elsa Gnata Muoviti svelto 24 Solidarietà Settore Sport e Tempo Libero Fabio Benigni Pangea Onlus A che gioco giochiamo? Donne dagli occhi grandi 10 Settore Emittenza – Radio – Televisione 27 Dossier Pierpaolo Mischi Milena Vireca Il gioco delle Torri “Allenare” la mente 12 RAI radiotelevisione italiana 28 UIL Confederale Ammortizzatori Sociali NASPI: luce e ombre Maurizio Lepri Che fine fa-RAI? 16 Uilcom Giuseppe Fabio Gozzo Sindacato, portare la sfida a Bruxelles Direttore responsabile Redazione Amministratore delegato Marco Trozzi Rossella Manfrini Bruno Di Cola Fabio Benigni, Roberto Di Francesco, Giuseppe Fabio Gozzo, Rossella Manfrini, Pierpaolo Mischi, Roberta Musu, Salvatore Ugliarolo Vice direttore Hanno collaborato Elsa Gnata E-mail Ottavio Bulletti, Maurizio Lepri, Pangea Onlus, Milena Vireca [email protected] Redazione e amministrazione Direttore Editoriale Pubblicazione trimestrale dell’Unione Italiana Lavoratori e Lavoratrici della Comunicazione n. 2/2015, Anno XXIII (138) Autorizzazione Trib. di Roma n. 118-93 - Reg. della Stampa 22-3-93, spedizione in abb. post. D. l. 353/2003 (Conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 Comma 1 - Dcb Roma c/o Comunicazione Lavoro Srl Servizi - Ricerche - Promozioni 00199 Roma, Via di Tor Fiorenza, 35 Tel. 06 8622421 - Fax 06 86326875 Sito web www.uilcom.it E-mail [email protected] Progetto grafico e impaginazione Studio Ruggieri Poggi, www.ruggieripoggi.it Stampa C.S.R. srl 00158 Roma, Via di Pietralata, 157 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:29 Pagina 2 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:29 Pagina 3 editoriale Apologia di un diritto In questi ultimi tempi fare sindacato è considerato anacronistico, scontato ed anche un po’ impopolare e, come si suol dire, ce ne faremo una ragione ma i diritti, le tutele, il soddisfacimento dei bisogni spesso primari delle persone non passano mai di moda anzi… Il “mestiere” del sindacalista comporta quotidianamente il dover affrontare una miriade di problematiche, un carosello di volti, voci, gesti e pensieri provenienti dalle persone che rappresentiamo, che ci mettono di fronte a scelte, anche molto difficili ma che affrontiamo sapendo di stare sempre dalla parte “giusta”. Come è anche solo pensabile che non ci sia più “bisogno” di tutelare chi lavora a fronte di una economia così fortemente instabile, tassi di disoccupazione sempre più crescente, salari così bassi, politiche sulla sicurezza nei posti di lavoro spesso inapplicate o semplicemente ridotte al minimo indispensabile, insomma, un perenne stato di incertezza che ha raggiunto una dimensione, una consistenza pressoché fisica, materiale… Cambiano i tempi, gli strumenti, le strategie ma i bisogni restano, i diritti ed i doveri restano, i nostri obiettivi restano perché le persone esistono. Noi siamo sindacato. Non una entità astratta, una sorta di cariatide in balia degli eventi ma una presenza viva e vigile, un insieme di donne e uomini che lavorano, lottano per una vita migliore, per un futuro possibile. Ecco perché fare sindacato ha ancora un senso, uno scopo, un progetto da condividere con chi possiede gli stessi nostri valori, gli stessi obiettivi. Noi riteniamo di essere sempre dalla parte giusta anche se non sempre abbiamo avuto ragione, non sempre ci siamo mossi adeguatamente, ma siamo consapevoli dei nostri errori dei quali ce ne assumiamo le responsabilità, anche questo significa per noi fare sindacato, essere sindacato. Questo non è un gioco, abbiamo a che fare con delle vite, vite sulle quali contano altre vite e così via ed è per questo che noi siamo ancora qui, piaccia o no noi siamo qui con le nostre facce, con i nostri nomi e cognomi, con il nostro impegno che potrebbe forse non dare i frutti sperati ma c’è, è tangibile e se ne deve tenere conto. Assistiamo quotidianamente a proclami e novità di ogni genere, tutti promettono tutto, qualcosa si è fatto ma i frutti sono sotto gli occhi di tutti ed intanto la vita va avanti, con le solite storie, i soliti problemi, tutto scorre ma non tutto tace. La nostra Organizzazione è sempre stata in prima linea nella lotta a difesa del diritto al lavoro, dei posti di lavoro soprattutto in questo momento nel quale il “sistema impresa” sta vivendo un periodo molto difficile, forse il più critico dal dopoguerra; questo è il nostro scopo, il nostro perseguire degli obiettivi immutati ed immutabili nel tempo hanno fatto sì che i lavoratori e le lavoratrici fossero al centro del nostro agire. Oggi assistiamo ad una sorta di tentativo di nostra esclusione dal mondo del lavoro da parte di un Governo che forse crede e conta solo su se stesso, peccato. Peccato che la condivisione, la collaborazione, la socializzazione siano considerate superflue, peccato che chi vuole governare non consideri minimamente che i singoli passano ma gli italiani restano e noi, anche noi restiamo. Nonostante tutto noi siamo qui e ci crediamo ed ogni giorno lavoriamo affinché chi rappresentiamo possa sentirsi tutelato, protetto, il tempo delle parole è terminato, vogliamo i fatti, facciamo i fatti. Salvatore Ugliarolo 3 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 4 Settore Grafico•Cartario•Cartotecnico Nei prossimi anni ci saranno, ma già sono evidenti sin da oggi, dei processi che hanno un riflesso sulla qualità dell’occupazione dei poligrafici a cura di Roberto Di Francesco Scripta manent Il settore dell’editoria è impattato da una crisi senza precedenti che sta mettendo a dura prova l’esistenza sul mercato di numerose aziende e a repentaglio migliaia di posti di lavoro. La crisi di questo settore ha due cause principali: La prima è imputabile alle condizioni economiche in cui versa il nostro Paese. In soli tre anni, dal 2011 al 2014, il prodotto interno lordo è sceso di 5 punti percentuali circa, il reddito medio pro capite è calato di oltre mille euro all’anno, il tasso di disoccupazione si è attestato sopra 4 22015 www.uilcom.it il 12% (per non parlare della disoccupazione giovanile, sopra il 40%), il debito pubblico ha superato il 130% del Pil. La compressione dei consumi delle famiglie italiane ha toccato persino i prodotti alimentari e tutti i beni di prima necessità, e quindi ha colpito in maniera ancora più massiccia i prodotti culturali, soprattutto la lettura, che aveva dati non particolarmente brillanti, nel nostro Paese, nemmeno in periodi economici più floridi. La seconda causa è sicuramente rintracciabile nella repentina e massiccia diffusione delle notizie e dei contenuti attraverso il web, soprattutto da parte dei più giovani, con pc portatili, tablet, smart phone. Con queste premesse il settore dei quotidiani ha visto scendere, per il settimo anno consecutivo, i dati diffusionali. Consideriamo che oggi si vendono ogni giorno non più di 3,7 milioni di copie, solo due anni fa se ne vendevano circa 500.000 in più, e nel 2009 un milione in più. In questi anni, poi, la stampa gratuita, la così detta free press, è praticamente sparita. La pubblicità su carta stampata, negli ultimi sette anni, si è praticamente dimezzata, UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 5 definitivamente il modello che ha regolato l’industria editoriale sino ad oggi. arrivando a meno di sei miliardi di euro complessivi. Il calo degli investimenti pubblicitari su carta appesantisce una situazione già precedentemente anomala del nostro paese. C’è da considerare che in Italia, a differenza di altri paesi europei e non solo, su dieci euro totali investiti in pubblicità, sei vengono investiti nelle televisioni, il resto è suddiviso tra tutti gli altri mezzi. La carta stampata assorbe meno del 20% della “torta” pubblicitaria, circa la metà di altri paesi europei. A questo scenario bisogna aggiungere un ulteriore fenomeno in forte espansione, la diffusione di notizie attraverso siti web che cannibalizzano i contenuti della carta stampata. Questo fenomeno mette a repentaglio la qualità della notizia e la certezza e affidabilità della fonte, e non remunerando chi “produce” i contenuti, rischia di distruggere il settore. Possiamo definirla una nuova e moderna forma di pirateria “digitale”. Una cosa è certa, tutti questi fenomeni hanno messo in crisi L’occupazione dei lavoratori poligrafici è al minimo storico e oggi è a non più di 4300 addetti, di cui molti anche in contratto di solidarietà o in cassa integrazione. Il crollo del numero degli addetti e ancor di più del montante salariale ha messo, ormai da diversi anni, definitivamente in crisi lo storico fondo di previdenza complementare di settore “Fiorenzo Casella”, primo fondo di previdenza complementare in Italia, che si trova oggi a far fronte a 15.500 pensionati potendo contare su 4300 lavoratori attivi. Questo ha costretto la Uilcom, Fistel CISL e Slc CGIL, ad intervenire con misure anche impopolari pur di mantenere in vita il fondo e non lasciarlo andare verso un default altrimenti inevitabile. Le misure adottate, sino ad oggi, riguardano: una forte riduzione dei costi di gestione di più di un terzo, l’adeguamento dei coefficienti di conversione, nuovi e più stringenti requisiti per la reversibilità, e la riduzione del 50% della quota delle pensioni a ripartizione ante 1995. La messa a regime del fondo Casella, che oggi ha un’incidenza sul costo del lavoro dei lavoratori poligrafici del 25.5% (di cui il 21,75% a solidarietà), ci dovrebbe permettere di arrivare a firmare, in tempi brevi, un “contratto ponte”, dopo ben quattro anni di assenza di rinnovo contrattuale, per poi arrivare all’obiettivo politico che la Uilcom, insieme a Fistel e a Slc si è data di un contratto unico di settore che raggruppi tutta la filiera della carta. La soluzione dei problemi del Casella, la firma di un contratto ponte e poi, se possibile, la confluenza in un contratto di filiera, sono obiettivi importanti ed imprescindibili, ma sicuramente non sufficienti per il settore dell’editoria. Nei prossimi anni ci saranno, ma già sono evidenti sin da oggi, dei processi che hanno un riflesso sulla qualità dell’occupazione dei poligrafici. L’area di preparazione si sta già oggi ponendo il tema della qualità del lavoro e dei nuovi contenuti del lavoro che le nuove tecnologie hanno imposto. Sino ad oggi le attività principali svolte all’interno dell’area di preparazione erano di supporto alla preparazione delle pagine, e andavano dalla battitura dei testi, all’impaginazione, al trattamento delle foto ecc. Oggi, gran parte di queste competenze rischiano di diventare obsolete con l’introduzione di pacchetti di software sempre più completi e integrati. Le competenze utili sino a ieri oggi debbono essere innovate ed indirizzate verso nuove professionalità legate ai prodotti e ai servizi digitali, da espletare in ambienti lavorativi dove i confini tra attività svolte dai giornalisti e dai poligrafici sono sempre più labili. Per quanto riguarda l’area di stampa, c’è un grande problema di sovra capacità produttiva. La diminuzione sostanziale del numero delle copie diffuse ha messo in evidenza un processo che porterà, inevitabilmente, ad una riduzione del numero degli stabilimenti e alla creazione di nuovi siti produttivi di maggiori dimensioni. Questi processi in atto, che non possiamo certo pensare di fermare, ci consegnano un settore in grande trasformazione, che abbiamo il dovere di governare, anche con scelte coraggiose, avendo come obiettivo primario la tutela dell’occupazione attraverso un’evoluzione professionale nuova, per transitarlo verso un “futuro nuovo”. La tradizionale suddivisione tra area di preparazione e area di stampa è destinata a modificarsi. 5 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 6 Settore Telecomunicazioni Sarà sempre più naturale lavorare in mobilità con “device” che avremo con noi mentre ci muoviamo e che indosseremo molte ore nella nostra giornata a cura di Luciano Savant Levra Le Telecomunicazioni: le nuove tecnologie avanzano Varie tendenze tecnologiche che operatori delle telecomunicazioni ma anche gli “Over the Top”, sempre più integrati nel mondo delle comunicazioni, dovranno attuare, gestire e sviluppare. Computing Cloud e Mobile Computing Affrontare un tema così evolutivo, non è certamente agevole ma essendo immersi in questo grande settore strategico non possiamo esimerci dal cimentarci in una disamina dei maggiori fenomeni tecnologici che avanzano con grande velocità in questi ultimi tempi. Secondo importanti società di ricerca che seguono con estrema attenzione gli sviluppi e le “vision” tecnologiche nel comparto TLC molte azioni innovative sono in atto, alcune ancora con modalità embrionali, altre pronte per essere applicate altre già realizzate. 6 22015 www.uilcom.it In origine il personal computer degli anni 50/60, poi le enormi stanze dove erano allocati centinaia di grandi apparati negli anni 70/80, oggi congegni molto più snelli, trasportabili e sempre più potenti e software/applicativi innovativi. Il “Computing cloud” (nuvola) arrivato negli anni 2010-2011 ha fortemente cambiato il mondo dell’informatica, con i servizi di cloud computing, i dati non vengono più memorizzati sul vostro pc, ma in rete: nella “nuvola”, appunto. Se si guasta il computer non rischiate di perdere i vostri documenti, perché questi sono conservati altrove. Quindi una fantastica innovazione perché è un ambiente composto da tecnologie, risorse e servizi in grado di mettere a disposizione degli utenti una infrastruttura integrata fatta da reti, sistemi, applicazioni e dati che supera la vecchia logica del Client-Server molto più restrittiva e costosa. Il cloud computing permette di rendere le informazioni facilmente accessibili ovunque e su qualsiasi dispositivo. Il Web costituisce l'epicentro dell'in- UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 7 stica trasmetteranno tempi, velocità e distanza per gareggiare in tempo reale con persone dall'altra parte del globo, i vasetti delle medicine avviseranno i familiari se si dimentica di prendere il farmaco. La nostra app di ricette potrà dire al nostro forno intelligente di accendersi alla temperatura desiderata. E lo stesso vale anche fuori casa: i sistemi di trasporto potrebbero notificare ai pendolari le modifiche agli orari, i sistemi di irrigazione e mietitura delle fattorie potrebbero essere controllati dai telefoni. Tutti gli oggetti possono acquisire un ruolo attivo grazie al collegamento alla Rete. Immaginate quindi l’enorme lavoro di realizzazione per questi applicativi e le quantità/qualità di connettività necessaria per far funzionare il tutto. Sicurezza novazione e l'infrastruttura del cloud é progettata per offrire notevoli risparmi economici, non disponibili con reti private, in grado di offrire nuove funzionalità appena vengono sviluppate, un balzo in avanti rispetto ai cicli di innovazione lenti e pluriennali tipici dei modelli software tradizionali. I modelli di cloud computing condividono risorse con un’economia di scala simile a quella delle utility per l'elettricità, il gas. Quindi importanti vantaggi economici per gli utenti derivanti da costi piu trasparenti e calcolati in base all'uso effettivo. Pago quello che consumo! L’evoluzione però non si ferma perché la mobilità diventerà ancora più “spinta”. Sarà sempre più naturale lavorare in mobilità con “device” che avremo con noi mentre ci muoviamo e che indosseremo molte ore nella nostra giornata. Ecco quindi il “Mobile Computing” che assumerà la definizione di “sempre connesso”, mentre noi ci spostiamo contemporaneamente comunichiamo/lavoriamo con i nostri apparati. La novità vera unitamente al fenomeno delle cosiddette APP una dinamica destinata a cambiare profondamente il mondo delle TLC. Con questi mezzi la connettività diventerà un elemento fondamentale e la banda larga dovrà velocemente essere integrata e poi sostituita dalla ultra banda larga perché saranno necessarie connessioni iper performanti per sostenere la massima accessibilità e usufruibilità di servizi ed applicativi. Un salto tecnologico enorme e una grande sfida di mercato tra i vari competitor. Internet delle cose È una possibile evoluzione dell'uso della Rete. Oggi siamo circondati da dispositivi che esistono in maniera indipendente l’uno dall’altro. La nostra vita potrà essere molto più semplice quando queste tecnologie comunicheranno tra di loro. Questa è la filosofia dell’Internet delle cose che si tramuta nella realtà facendo acquisire intelligenza a dispositivi che, grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere ad informazioni aggregate da parte di altri, potranno facilitare il nostro vivere. Alcuni esempi certamente avveniristici ma alcuni già applicabili. Potremo far parlare, connettendoli tra loro gli oggetti domestici, dal frigo alla lavatrice. Le sveglie suoneranno prima in caso di traffico, le scarpe da ginna- L’adozione del Computing Cloud e Mobile necessitano di ulteriori e maggiori standard di sicurezza molto di più rispetto a prima perché ambienti più ampi sono certamente una opportunità ma anche una tentazione forte di essere attaccati. Gestione delle identità e degli accessi diventano primari, prevenzione delle intrusioni e scansione delle vulnerabilità della rete e la sicurezza del database necessari. Il mondo della sicurezza e coloro che vi operano saranno sempre di più attori primari nell’ambito del sistema delle TLC. Analytics Grande importanza dei “big data” (raccolta di dati enorme ed estesa): avendo milioni di utenti sempre più connessi contemporaneamente e continuativamente ogni applicazione avrà bisogno di gestire e filtrare gigantesche quantità di dati generati, in modo da poter fornire l’informazione giusta alla persona giusta in modo mirato. Il vero valore sarà nelle risposte, non nella quantità di dati. Abbiamo cercato di rappresentare, in questa sintetica “fotografia”, quali tendenze tecnologiche sono in corso, speriamo di esserci in parte riusciti perché riteniamo utile socializzare temi non propriamente di carattere sindacale presenti nel nostro comparto ma che molto probabilmente ci troveremo anche ad affrontare in futuro non lontano a tavoli negoziali. 7 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 8 Settore Sport e Tempo Libero CCNL per i Dipendenti degli Impianti Sportivi Uscire dall’ombra a cura di Fabio Benigni A che gioco giochiamo? Come UILCOM/UIL, siamo fortemente impegnati a contribuire significativamente nel dare un forte segno di discontinuità politica, in occasione del rinnovo del CCNL per i Dipendenti degli Impianti Sportivi. Stiamo parlando di un Settore che da dati fonte Coni annovera al suo interno, a fronte di oltre 17,7 milioni di persone che dichiarano di praticare Sport in Italia: 4.500.327 di Atleti tesserati, 1.016.598 di Operatori Sportivi, 64.829 Società Sportive, 45 Federazioni Sportive Nazionali, 19 Discipline Sportive Associate, 15 Enti di Promozione Sportiva, 19 Associa- 8 22015 www.uilcom.it zioni Benemerite, 21 Comitati Regionali e 107 Delegati Provinciali, di cui il ruolo del non profit interviene nello Sport, per: 92.838 Istituzioni non profit, 1.051.879 volontari, 88.614 di Lavoratori retribuiti impiegati con oltre 5 miliardi di Euro di entrate complessive. Tutto il volume sopra evidenziato produce come si evince dai dati fonte Ex ENPALS 2011 posizioni previdenziali accese per soli: 30.577 da dipendenti di Impianti Sportivi e per soli 7.606 da Sportivi Professionisti afferenti alle Federazioni Nazionali Sportive. Essi sono così articolati: 6.687 dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio 8 (ai quali A.I.C. e la Federcalcio sottoscrivono un Contratto Collettivo per le sole figure di atleti Professionisti), 106 dalla Federazione Ciclistica Italiana, 108 dalla Federazione Italiana Golf, 532 dalla Federazione Italiana Pallacanestro e 2 da altre Federazioni. Questi numeri sopra esposti, la dicono tutta sull’alta elusione contributiva esistente nel Settore figlia anche di una legislazione del tutto corporativa che esiste da sempre nell’ambito del mondo sportivo, UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 9 la quale consente in modo legittimo di eludere notevoli economie sia sul fronte fiscale che previdenziale e assistenziale. Quasi tutto il non profit per esempio a cui noi vorremmo estendere un riferimento contrattuale, è allineato a retribuzioni al di sotto dei 7.500 euro annui tali da non essere considerati emolumenti assoggettabili a imposizione fiscale come previsto dal TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi ) che sommati ad altri emolumenti erogati tramite benefit ( rimborsi pasti, benzina, pernottamenti ecc.) anch’essi esclusi dal computo per il montante delle retribuzioni, consentono alle imprese profit o non profit del Settore Sportivo, di poter praticare oltre che la elusione IRPEF, anche la possibilità di non essere assoggettati all’obbligo di contribuzione previdenziale, assistenziale e infortunistica. Ecco questa è la situazione che insieme all’A.S.C. (Attività Sportive Confederate) Ente di promozione Sportiva riconosciuta dal CONI e associata alla Confcommercio e no- stra controparte contrattuale, vorremmo iniziare a modificare attraverso lo strumento contrattuale, che punta ad essere un punto di riferimento normativo ed economico oltre che alle tradizionali Aziende profit già contrattualizzate, anche a tutto quel mondo di operatori (operai, tecnici, amministrativi, dirigenti, allenatori, istruttori ecc..) impegnati nei settori sportivi del non profit. È un impegno serio ed importante sul piano economico e sociale sia a favore di quelle Aziende sane che sono costrette loro malgrado a competere giornalmente con una competizione sleale, che per i Lavoratori ai quali finalmente viene offerta la opportunità di uscire da un’ombra a loro imposta e poter essere considerati cittadini a tutti gli effetti con i propri diritti e doveri e inseriti con dignità e pieno titolo nel variegato mondo del lavoro. 9 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 10 Settore Emittenza•Radio•Televisione La fotografia istantanea conferma il buon momento di mettere sul mercato l’asset delle torri a cura di Pierpaolo Mischi Il gioco delle Torri La prima operazione, che ha aperto le danze è stata l’acquisizione e successiva fusione tra Elettronica Industriale, del gruppo Mediaset con la DMT dell’ex Falciai operazione conclusa nel 2013 con la nascita di E.I. Towers dopo la definitiva approvazione dell’Autority e del Garante. Subito dopo anche i grandi Gestori di telefonia si svegliano di colpo e il vero anno di svolta e di scoperta del business è stato lo scorso 2014. Non è un eufemismo definire come una vera partita a scacchi ciò che sta accadendo nel mondo delle infrastrutture e dei tralicci della rete telefonica mobile e radio/ televisive, in Europa ed soprattutto in Italia. Negli ultimi mesi si è sviluppato un vero nuovo meccanismo di sistema, è stato riscoperto un business che elargisce compensi minori più sicuri ma a lunga scadenza. In Italia dopo anni avevano registrato una vera staticità nel mondo delle torri di trasmissione il cui unico elemento di novità era stata la separazione dal mondo Rai e la costituzione di Ray Way. 10 22015 www.uilcom.it Ha iniziato Wind, scorporo dell’asset delle infrastrutture, costituzione della nuova società: Galata successivamente venduta al Gruppo Spagnolo Abertis, che vince sulla concorrenza diretta di EI Towers. In contemporanea TMI (gruppo Telecom) si fonde con Rete A del gruppo l’espresso e si costituisce la new.co Persidera, al tempo stesso e siamo già in autunno, Telecom Italia annuncia e porta a conclusione, con la costituzione di una ulteriore new.co, interamente controllata dalla stessa Telecom, la nuova “Inwit” che gestirà la quasi totalità delle infrastrutture e delle torri o tralicci di tutta le rete mobile e non solo UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 11 del grande gruppo italiano. Cosa farà Telecom dopo la capitalizzazione della nuova società, cui è ed prevista la quotazione in borsa entro la prossima estate, il cui valore viene stimato per circa 1,5 mld di euro? Proprio in questi giorni si susseguono notizie di possibili cessioni del capitale azionario a fondi internazionali sovrani? O a partner industriali, vedi Abertis? Arriviamo quindi all‘ultima operazione in ordine di tempo: la scalata, attraverso una Opa di EI Towers inizialmente per l’acquisizione della maggioranza (66,7%) di RAI Way, successivamente modificata in una quota importante di minoranza (40 % circa). L’obiettivo era quello di creare un operatore unico nazionale negli apparati di trasmissione televisiva e radiofonica da parte dell’operatore del gruppo Mediaset. L’offerta è stata in questi giorni bocciata dalla Consob ritenendo l’operazione “non procedibile” in quanto abbassando la soglia dell’Opa a quote minoritarie fa venire meno i presupposti e gli obiettivi dell’offerta stessa. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche il parere dell’Autority che ritiene altresì non realizzabile l’offerta anche alla luce della posizione espressa dalla RAI e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’ultima parola dell’estenuante balletto spetta all’Antitrust. Credo di ritenere, a meno di eclatanti smentite dell’ultima ora, che questa operazione al momento è da ritenersi non matura e difficilmente realizzabile. Ritengo invece ancora molto fluido l’intero settore delle torri di trasmissione, il futuro ci riserverà sicuramente ulteriori scossoni e modifiche di assetti societari, insomma siamo ancora al centro di una vera ricomposizione di un asset strategico nazionale che potrebbe vedere l’inserimento anche di operatori internazionali, fondi sovrani interessati ad investimenti più sicuri ma più a lungo termine e chissà, forse un giorno situazioni che oggi riteniamo improbabili o impossibili si potranno realizzare con un nuovo riassetto più stabile e dopo il classico “risiko”, composizioni e scomposizioni di asset, di aziende nella costituzione di uno vero ed unico operatore nazionale delle torri di trasmissione. Qualcuno afferma che il mercato potrebbe andare in direzione opposta. Le antenne delle tv terrestri hanno già concorrenti consolidati, satellite e cavo in fibra, tutte le Telco a cominciare da Telecom stanno investendo molto sull’integrazione contenuti e trasmissione degli stessi contenuti, anche se l’Italia oggi è molto indietro rispetto all’Europa sulla tv via cavo, anzi direi praticamente all’anno zero. Il valore in futuro tenderà a diminuire? Sicuramente la fotografia istantanea conferma il buon momento di mettere sul mercato l’asset delle torri, in particolare quelle del mondo tv, per prolungarne la redditività anche attraverso consolidamenti e razionalizzazioni delle strutture stesse. Il Grandi Gruppi Telco e Tv da sempre abituati a confrontarsi con le regole del mercato lo sanno bene… di qui il grande fermento… 11 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 12 RAI radiotelevisione italiana Indispensabile una riforma del Servizio Pubblico seria, ma se inquadrata in un contesto più generale a cura di Maurizio Lepri Che fine fa-RAI? A piccoli passi, tra grandi proclami e parziali smentite, ci stiamo avvicinando al giorno in cui anche la RAI verrà presa sotto esame da Matteo Renzi. Dal giorno in cui si è insediato non ha fatto mistero delle intenzioni di mettere mano al Servizio Pubblico, giudicandolo a più riprese come troppo farraginoso e impigliato nelle maglie dei partiti che ne hanno deciso le sorti molte volte in totale autonomia e lontane da qualsiasi logica industriale. Le indiscrezioni si sono inseguite, ma la verità è che sul tema ci si gioca molto più di quanto non sembri, quindi è evidente che anche un 12 22015 www.uilcom.it decisionista come il Presidente del Consiglio stia procedendo con molta attenzione per non rischiare di inciampare laddove in molti prima di lui sono caduti. A dire il vero non è che fino ad oggi il Governo non abbia fatto nulla per il Servizio Pubblico anzi, con il prelevamento di 150 mln del canone per l'anno 2014 e 85 per il 2015, l'ex Sindaco di Firenze si è furbescamente rifatto il trucco agli occhi dell'opinione pubblica, che, in questo periodo storico vede la Rai come un carrozzone inutile e pieno di privilegiati, facendo passare questa decisione indispensabile per il contenimento degli sperperi Rai e partecipare attivamente ai sacrifici che tutto il paese sta facendo per uscire dalla crisi, una misura del tutto inutile, a nostro avviso, che non ha ridotto assolutamente il ricorso alle consulenze esterne, il lavoro in appalto ecc. , che sono il vero male della nostra Azienda. Anche noi riteniamo indispensabile una riforma del Servizio Pubblico seria, ma se inquadrata in un contesto più generale e non usarla come una trovata pubblicitaria per trarne benefici elettorali. Ancor di più, è difficile comprendere ad oggi, la quotazione in borsa di Rai Way che, UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 13 avrebbe potuto avere una sua ragione di esistere in un contesto più ampio, al momento ci appare incomprensibile in mancanza di un piano chiaro del Governo nel suo complesso, quale è quello delle Telecomunicazioni, in un settore strategico e così importante per il futuro del Paese. Se la riforma che il Governo ha in mente è quella che il Direttore Generale dovrebbe trasformarsi in un Amministratore Delegato, sul modello delle più famose industrie mondiali con poteri maggiori e più libero di imprimere la sua visione alle rotte aziendali, eletto da un CDA ridotto - 7 membri rispetto ai 9 di oggi - di cui 4 componenti sarebbero in carico al Governo, 2 al Ministero del Tesoro e 1 interno votato dai lavoratori, ci sembra veramente riduttiva e non adeguata alle esigenze di cambiamento che il Sindacato, i lavoratori e gli utenti chiedono da tempo. Volendo soprassedere su tutto quanto detto finora, sarebbe utile concentrarsi sulla presenza di un Rappresentante aziendale votato dai dipendenti nel CDA. Se la RAI, Azienda che tra alti e bassi rappresenta una fetta importante del panorama industriale italiano, dovesse davvero approdare ad una scelta del genere, le conseguenze a livello Sindacale sarebbero enormi. Verrebbero stravolte le vecchie convinzioni per cui Sindacati e Lavoratori non possono partecipare attivamente al bene dell'Azienda per cui lavorano se non per quanto richiesto dal proprio inquadramento contrattuale, nonostante siano diversi gli esempi in cui proprio i dipendenti hanno dato dimostrazione di arguzie più consone a Manager e Dirigenti. Questa valorizzazione aprirebbe la strada ad un nuovo modo di concepire il rapporto Azienda/lavoratore e renderebbe meno distante la percezione che questi ultimi hanno delle strategie industriali. Ovvio che molto resta da capire riguardo il metodo di scelta e le responsabilità cui andrebbe incontro questo componente, ma di sicuro è un'ottima opportunità per le diverse sigle Sindacali per mostrare quanto effettivamente siano in grado di cogliere il cambiamento (qualora dovesse effettivamente presentarsi). Ad oggi, va detto, sono ancora molti i rappresentanti che credono di poter impostare le loro requisitorie soltanto su toni di scontro e mai in modo propositivo ritenendolo sostitutivo dell'altro. Per una serie di motivi che vanno dal rinnovo della Concessione, alle scelte Editoriali, Produttive e Organizzative, quelle del 2015 devono essere trattative che richiedono capacità politiche prima che carismatiche, e il rischio che tutti quanti corriamo è che la cattiva reputazione di pochi danneggi il lavoro di tutti. Riteniamo vista la complessità della materia, il tutto dovrà essere analizzato e valutato avendo un quadro chiaro e complessivo della riforma. La UILCOM, inizierà da subito a lavorare affinché analoghe iniziative possano trovare riscontro in tutte le Aziende, perché crediamo fortemente che la presenza di uno o più componenti dei Lavoratori all’ interno dei CDA apra un nuovo scenario nei rapporti Dipendenti/Azienda e crei quelle condizioni migliori per i cambiamenti che il mondo del Lavoro e la Globalizzazione ci impongono. 13 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 14 Estratto dell’intervento di Ottavio Bulletti all’Assemblea degli Azionisti di RAIWAY tenutasi in data 28 aprile 2015 Guardiamo al futuro Egregi Azionisti, Sig Presidente sono Ottavio Bulletti un ex dipendente che per 35 anni ha vissuto la trasformazione della Società da direzione tecnica, a divisione della concessionaria del servizio pubblico, successivamente in società del gruppo e oggi di azienda quotata in borsa. Nelle 534 pagine del prospetto informativo riferito all’offerta pubblica iniziale sono indicati 38 fattori di rischio nell’acquisto delle azioni di RAI WAY. Nonostante la lettura del prospetto non tranquillizzante ho investito una quota della mia liquidazione, non solo per motivi affettivi, ma anche perché ho creduto e credo che questa società abbia un futuro e sia in grado di svolgere un ruolo nello sviluppo del sistema Paese delle telecomunicazioni. A dire il vero sono preoccupato in riferimento ad uno in particolare dei 38 fattori di rischio menzionati: ovvero al nuovo contratto di servizio fra RAI WAY e la capogruppo RAI. Senza dubbio il citato contratto è stato strutturato in funzione delle decisioni che verranno prese in merito al rinnovo della concessione del servizio Pubblico radiotelevisivo; rinnovo che potrebbe incidere pesantemente sul futuro di RAI WAY. Opportuno evidenziare che la dipendenza di RAI WAY dalla RAI in quanto concessionaria pesa sul bilancio per l’83%. Quanto detto viene evidenziato nel prospetto informativo che riporta “…esiste un collegamento tra il rapporto contrattuale tra Stato e RAI e il rapporto contrattuale tra RAI e RAI WAY. Conseguentemente il venire meno del primo ha effetti sul secondo in quanto il mancato rinnovo della concessione costituisce un evento modificativo istituzionale che legittima la RAI a recedere dallo stesso…” è quindi chiaro che anche solo la modifica della concessione in termini di canali o di reti di diffusione avrebbe comunque effetti in termini di 14 22015 www.uilcom.it attività di diffusione e trasporto del segnale radiotelevisivo e quindi sulla struttura della società che svolge il servizio. Il vero problema è che RAI WAY ha tarato tutta l’organizzazione del lavoro in funzione degli impegni con la capogruppo e non è in grado di fare fronte ad altre attività aggiuntive, sostitutive o di particolare impegno oltre a quelle riferite al contratto di servizio. Unica eccezione la commercializzazione delle ospitalità che peraltro nell’ultimo anno risultano in calo rispetto agli anni precedenti. Apro una breve parentesi che conferma quanto detto. Il passaggio al digitale terrestre, oltre ad un impegno economico non indifferente, ha comportato l’introduzione di una serie di flessibilità temporali in termini contrattuali, peraltro concordate solo con alcune Organizzazioni Sindacali, che attraverso il pieno utilizzo del personale interno e la valorizzazione delle professionalità hanno consentito la funzionalità delle rete nei tempi previsti senza il minimo ricorso ad appalti o utilizzo di personale esterno ovvero costi aggiuntivi. Senza questa iniziativa senza dubbio i costi sarebbe stati molto più elevati con evidente ripercussione sugli utili di bilancio degli ultimi anni Si parla molto della RAI in termini spesso negativi riferiti a costi esterni, utilizzo di costose collaborazioni e si spendono fiumi di parole in critiche mentre sui meriti di RAI WAY e del personale che ha garantito la trasformazione dell’intera rete del servizio pubblico non è stata fatta parola. Si parla della FIAT e degli accordi per la produttività, si parla di un nuovo modello di rapporto con il Sindacato: ebbene in RAI WAY questo era già una realtà senza dubbio meno eclatante visto che per renderla operativa non è stata fatta nessuna iniziativa di sciopero. Certamente vi è stato nel recente passato un grande senso di responsabilità da parte dell’Azienda e di quei sindacati che hanno sottoscritto accordi innovativi legati alla produttività e al risultato. Senza dubbio occorre garantire la massima efficienza al servizio reso al cliente RAI che se da un lato ha definito la qualità anche in termini di ripristino e della continuità, di fatto assorbe tutte le risorse operative e non lascia spazio ad altre opportunità. Ad incidere sulla operatività anche l’incertezza relativa alla collocazione o meno di RAI WAY in un contesto di qualificazione giuridica dell’azienda con riferimento all’obbligo di gara pubblica di lavori, servizi e forniture. Questa mancanza crea non poche difficoltà nell’assegnazione di incarichi professionali indispensabili per garantire le forniture e ogni altra necessità legata all’operatività della rete. Sul futuro pesa il venire meno delle motivazioni del personale che hanno, come detto, permesso il passaggio al digitale terrestre in quanto le aspettative per il lavoro svolto sono state mortificate da una serie di iniziative della capogruppo (blocco dei riconoscimenti professionali e meritocratici, incentivazioni etc.) con negative ripercussioni sul personale di RAI WAY. Queste situazioni sono alla base di una sempre più crescente contestazione del personale e di conseguenza sindacale che non giova certo alle attività. Basti pensare alla contestazione riferita alla scelta di collocazione in borsa di quote della società sfociata in iniziative di sciopero parzialmente rientrate a seguito dell’apertura di un confronto con alcune OO.SS. che con senso di responsabilità si sono rese disponibili ad affrontare il tema della vendita di quote in funzione delle possibilità collegate. A preoccupare è il quadro odierno che vede un’azienda muoversi lentamente con un progetto ancora in fase di definizione e guarda al contenimento dei costi senza affrontare concretamente il tema delle riorganizzazione in funzione dei possibili sviluppi del mercato riferito all’utilizzo delle infrastrutture che costituisce unitamente al personale un patrimonio unico e fondamentale per lo sviluppo non solo del settore radiotelevisivo ma delle telecomunicazioni in generale. Non entro nella logica globale ma certamente siamo in una fase delicata di passaggio in cui occorre guardare avanti in ottica di futuro e di valorizzazione della società, delle risorse tecniche e professionali. UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 15 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 16 Di sicuro i tempi per il Sindacato italiano non sono facili ma le sfide si trasformano in opportunità a cura di Giuseppe Fabio Gozzo Sindacato, portare la sfida a Bruxelles mese di settembre 2015. Tra le tante, due le sfide con cui la CES deve fare i conti: la creazione di posti di lavoro di qualità e le difficoltà che la contrattazione collettiva ha sofferto in tutta Europa a causa della crisi e delle chiusure dei governi, dovute anche alle imposizioni dell'austerity dettata da Bruxelles. Secondo gli ultimi dati disponibili (fonte Industrial Relations in Europe) il tasso di copertura dei contratti collettivi è sceso dal 68% dei lavoratori del 2002 al 65% del 2007 fino al 61% del 2012. Luca Visentini, 46 anni, dirigente UIL di consolidata esperienza internazionale, è il candidato unico a Segretario generale della CES - la Confederazione Sindacale Europea che raggruppa 88 sindacati e 10 Confederazioni di 37 Paesi destinato a succedere alla francese Bernadette Ségol. Proposto da Cgil, Cisl e Uil e sostenuto da altri sindacati europei, Visentini ha ottenuto la maggioranza dei voti dell’Esecutivo, prevalendo su Peter Scherrer candidato dei tedeschi della DGB proveniente dai metalmeccanici della IG Metall. La sua elezione verrà sancita dal Congresso alla fine del prossimo 16 22015 www.uilcom.it In quale contesto si inquadrerà l’azione di Visentini? Lo scenario a livello europeo non sembra essere negativo anche per l’acquisita intenzione della Commissione Europea, al fine di promuovere la crescita, di riavviare i rapporti con sindacati e datori di lavoro; a capo della Confederazione delle imprese europea (Business Europe), naturale controparte di CES, c'è dal luglio 2013 Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria. In Italia però, come in diversi altri Paesi duramente provati dalla crisi, il dialogo sociale lan- UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 17 La radicalizzazione, l’inseguimento dei movimenti sociali, nel tentativo di recuperare visibilità e vigore tramite le piazze quale quella proposta da Landini non è l’arma vincente. gue. In una recente lettera inviata dalle Confederazioni all’esecutivo Renzi si denuncia che “mentre continua il blocco della contrattazione, numerose leggi e provvedimenti adottati anche dal governo in carica hanno riguardato materie che da sempre appartengono alla contrattazione, sottraendole a questa e sempre di più sono le amministrazioni che usano l'unilateralità per stravolgere istituti contrattuali e corrette relazioni sindacali”. Certo sarebbe buffo, come qualcuno ha già fatto notare, se due italiani, rappresentanti di lavoratori e datori di lavoro, dialogassero a Bruxelles, magari anche con la Commissione Europea come terzo interlocutore, mentre in Italia le vie del dialogo sono per ora pressoché precluse da una miope politica governativa. Di sicuro i tempi per il Sindacato italiano non sono facili. C’è difficoltà a coinvolgere i giovani, ad incidere fattivamente sulle decisioni dei governi, il raggio della contrattazione collettiva si è ristretto sia in termini di contenuti che di imprese coinvolte, a scapito del confronto, cresciuto a dismisura, volto alla gestione delle innumerevoli crisi aziendali. Nuovi modi di produrre, il minor peso del lavoro industriale, la flessibilità contrattuale, la possibilità per le imprese di delocalizzare all’estero, sono tra le cause determinanti delle attuali difficoltà. Il colpo di grazia è però arrivato dal processo di integrazione europea. L’Unione economica e monetaria ha centralizzato le principali decisioni di politica fiscale, assoggettandole a regole semiautomatiche, espropriandole di fatto ai governi nazionali ed alla relativa contrattazione sindacale. Sembrerebbe quindi necessario esercitare in un contesto europeo quella “concertazione” un tempo realizzata in alcuni Paesi, Italia compresa, dalle parti sociali. Ma per il Sindacato esercitare influenza a Bruxelles è stato finora ancora più difficile che farlo nelle capitali nazionali. E non soltanto per oggettiva difficoltà, quanto piuttosto per vera e proprio scelta. Come non concordare con l’analisi del prof. Maurizio Ferrera, apparsa nei giorni scorsi in bella evidenza sul Corriere della Sera, secondo la quale non pare ancora essere questa l’agenda, almeno di una parte del sindacato italiano. Bene sarebbe lavorare ad un più paziente, e più difficile, lavoro di progettazione istituzionale e ad una politica di alleanze transnazionali. Ed una strategia basata solo sulla protesta e sull’attacco alle riforme probabilmente non risolverà il problema anche se la platea sociale sulla quale si sono scaricati i costi della crisi è molto vasta, dice Ferrera. A suo giudizio una risposta efficace deve essere cercata in Europa, il disagio va fatto valere laddove si decidono le priorità UE: in questa fase, ad esempio, il processo di revisione di «Europa 2020», soprattutto negli obiettivi che riguardano la lotta alla povertà, il rafforzamento della scuola, la creazione di posti di lavoro. Da parte nostra, come UIL, riteniamo che la designazione di Visentini è una vittoria del Sindacato italiano ed è di buon auspicio per un cambiamento delle politiche economiche di rigore che hanno prevalso nell’Unione Europea. Con il sostegno dei Sindacati nazionali, la CES saprà rappresentare gli interessi dei lavoratori, facendo valere la propria forza contrattuale nelle sedi in cui si determinano le scelte che influenzano la vita di milioni di cittadini europei. 17 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 18 Pari Opportunità e Politiche di Genere Oggi, a distanza di decenni, lottare per la parità economica, sociale e politica tra i generi è ancora un obiettivo importantissimo, nonostante i risultati sinora ottenuti a cura di Roberta Musu Femminista? Si grazie! Tempo fa, discutendo di stereotipi di genere e di pari opportunità con alcuni conoscenti, mi è capitato di imbattermi nella domanda: “Ma non sarai mica femminista?”. Ciò che più mi ha colpito non è stata la domanda in se stessa, ma il modo e il tono con cui mi è stata rivolta. Femminista. Una parola che troppo spesso viene pronunciata come un insulto o un accusa, ancorata a 18 22015 www.uilcom.it vecchi slogan, evocativa di sentimenti di odio nei confronti degli uomini. Lo scorso 20 settembre, l’ONU ha presentato a New York la Campagna HeForShe (LuiPerLei), che si propone di sostenere la parità di genere nel mondo, convincendo gli uomini ad esserne i primi sostenitori. In quell’occasione Emma Watson – Ambasciatrice per l’iniziativa – ha pronunciato un discorso molto semplice, quanto efficace, dichiarandosi femminista. “Più ho parlato di femminismo, più ho capito che lottare per i diritti delle donne è troppo spesso diventato sinonimo di odiare gli uomini. Se c’è una cosa di cui sono sicura è che questa cosa deve finire”. Queste parole di Emma Watson rappresentano una reale situazione di pregiudizio rispetto a un termine che è diventato “scomodo”, a cui si attribuiscono - più o meno strumentalmente – significati che nulla hanno a che fare con il raggiungimento di pari opportunità tra uomini e donne. In qualsiasi gruppo o sistema sociale si possono sviluppare comportamenti estremisti che rischiano di far passare in secondo piano valori e importanza di obiettivi fondamentali. D’altro canto, un metodo efficace per contra- UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:30 Pagina 19 Se gli slogan “femministi” che evocano le streghe o inneggiano l’autogestione dell’apparato riproduttivo, in qualche modo hanno offeso qualcuno, ce ne dispiace. Pensate alle donne stuprate, costrette a matrimoni non voluti, ammazzate in quanto ree di aver violato la “morale” che hanno costellato anche la storia del nostro paese, non fermatevi agli slogan, dispiacetevi per loro! Oggi, a distanza di decenni, lottare per la parità economica, sociale e politica tra i generi è ancora un obiettivo importantissimo, nonostante i risultati sinora ottenuti. stare, bloccare e arginare alcuni fenomeni sta proprio nello strumentalizzare e demonizzare il fenomeno stesso, senza rendersi conto che in questo modo si producono gravi danni e non si contribuisce ad un reale progresso. Per anni siamo stati bombardati da messaggi che hanno fatto “passare il femminismo” come un movimento composto da donnette isteriche che al grido di “trematetremate-le-streghe-son-tornate” si proponevano l’eliminazione del genere maschile. Ma parliamone per un attimo, seriamente. In Italia, le attenuanti per il delitto d’onore sono state abrogate nel 1981, e ancora oggi in alcuni casi il femminicidio viene chiamato “delitto passionale”. Vorremmo che qualcuno ci spiegasse cosa c’è di passionale nel massacrare una donna. Sempre nel 1981, fu abrogato l’istituto del “matrimonio riparatore”, che estingueva il reato di violenza carnale qualora successivamente si convolasse a nozze; Francesca Viola, donna siciliana di grande coraggio, dopo essere stata rapita e stuprata, rifiutò il matrimonio riparatore, destando grande scandalo. Era il 1966. È solo dal 1996 che lo stupro è diventato un reato contro la persona, prima di tale data, lo stupro era “solo” un reato contro la morale. Forse negli anni ’60 e ‘70, le donne che scendevano in piazza per lottare a favore di parità ed uguaglianza, avevano qualche ragione per essere esasperate, ma soprattutto avevano la necessità di rompere alcuni tabù di lunga data, e di affermare basilari diritti civili. Divorzio, riforma del diritto della famiglia, parità di trattamento salariale, diritti delle lavoratrici madri, sono il frutto delle lotte di quegli anni. Se guardiamo in parallelo, anche l’emancipazione del mondo del lavoro è stata caratterizzata da momenti di forti conflitti sociali, ai quali è seguita la conquista di grandi diritti. Il conflitto non deve mai essere il fine, ma talvolta è l’unica strada per ottenere il riconoscimento di diritti primari, come la libertà, ciò vale nel mondo del lavoro come nella società, conflitto che deve svilupparsi in modo corretto, perché per rivendicare i propri diritti non è necessario ricorrere ad alcuna forma di violenza, ma a volte, questo sì, bisogna alzare, semplicemente, la voce. Il mondo è cambiato, le donne e gli uomini sono cambiati. Possiamo e dobbiamo fare di più, proprio perché alcuni tabù sono stati superati, ma ne rimangono altri. La conquista della parità sostanziale non può che essere un obiettivo comune, e per raggiungere questo obiettivo donne e uomini devono lavorare insieme, in modo concreto non a slogan. L’emancipazione di diritti non può che portare benessere a tutt* indistintamente, donne e uomini! Una società più equa sul piano dei diritti, permette un progresso reale, elimina le disparità e le ingiustizie, offre maggiori opportunità, ci permette di guardare al futuro con più serenità. Noi alcuni strumenti li abbiamo, ed è ora che le pari opportunità diventino un obiettivo strategico anche per il sindacato in generale, tema sul quale la UILCOM ha già investito e continua ad investire molto, attraverso un percorso che mira a coinvolgere uomini e donne nella definizione di progetti mirati. A proposito, alla domanda: “Ma non sarai mica femminista?” ho risposto semplicemente: “Si sono femminista, e se ci pensi con attenzione, dovresti esserlo un po’ anche tu”. 19 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 20 Previdenza Complementare Fondo Telemaco: relazione introduttiva al Bilancio 2014 presentata all’Assemblea dei Delegati il 28 aprile 2015 dal Presidente Rossella Manfrini Un futuro possibile Al 31 dicembre 2014 il patrimonio del Fondo ha raggiunto i 1.480 milioni di euro, con un incremento nell’anno di 183 milioni (+14%), e gli iscritti sono 59.962, con una diminuzione di 552 unità (-0,9%) rispetto alla fine del 2013. Da segnalare l’ottimo andamento della gestione finanziaria, con i comparti di Telemaco che hanno proseguito nel trend di crescita facendo segnare nuovi massimi storici con le valorizzazioni di dicembre e hanno registrato, per il terzo anno consecutivo, rendimenti netti molto positivi: oltre il 4% per il Garantito e l’8% per gli altri comparti. 20 22015 www.uilcom.it Oltre ai numeri riteniamo doveroso fare alcune considerazioni di natura non strettamente economica. Viviamo in un’epoca di grandi cambiamenti ed anche noi, come del resto le Imprese ed i Cittadini stessi di questa Nazione non possiamo che prenderne atto agendo di conseguenza; questo non significa adeguarsi passivamente agli eventi bensì essere sempre e comunque protagonisti della nostra storia e della nostra vita in termini sociali, economici e politici attraverso le nostre scelte. Per quanto ci riguarda, considero fondamentali due mutamenti: • Un nuovo e rinnovato Consiglio di Amministrazione che nel giugno 2014 si è insediato alla guida del Fondo con nuova e rinnovata Assemblea dei Delegati; • Nuovi provvedimenti legislativi in materia di Previdenza e, nello specifico, quello emanato dal Governo Renzi che sovverte, non solo dal punto di vista economico – finanziario ma, ed è molto più grave, culturale ciò che si definisce Previdenza in senso stretto Essenziale porre in evidenza questo ultimo punto al fine di poter socializzare con voi una riflessione. UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 21 quello che potremmo definire il RISCHIO PREVIDENZIALE tra Pensione Pubblica e Fondi Pensione, non rientra ancora nella cultura di chi lavora, non esiste una conoscenza diffusa delle tematiche previdenziali da parte dei Cittadini né, tanto meno, un Governo che le appoggi anzi… proprio in questo periodo stiamo assistendo attoniti ad interventi da parte dell’Esecutivo finalizzati alla snaturalizzazione della cultura previdenziale attraverso la gestione degli accantonamenti asservita ad un mero principio di CASSA, una sorta di liquidità da poter utilizzare nell’immediato, come cita un detto popolare, “pochi, maledetti e subito”, una liquidità aggregata ai tradizionali componenti della retribuzione che, se nell’immediato potrebbe risolvere un problema (importante sarebbe anche ragionare quali cifre stiamo considerando), nel futuro potrebbe crearne uno sostanzialmente più importante, oneroso e di impossibile o improbabile soluzione. Partiamo da un concetto primario, partiamo da “lontano”. L’articolo 38 della Costituzione Repubblicana entrata in vigore il 1° gennaio 1948 cita testualmente: “I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e VECCHIAIA, disoccupazione involontaria… ai compiti previsti in questo articolo provvedono Organi ed Istituti predisposti o integrati dallo Stato”. La Carta fondamentale parla esplicitamente di “previsione di mezzi adeguati al sostentamento dei Cittadini” nel momento in cui non potranno più usufruire del reddito da lavoro, compito esercitato dalla Previdenza Sociale che però, purtroppo, nel nostro immediato futuro, non sarà più in grado di sostenerci adeguatamente. Nasce così la Previdenza Complementare (sicuramente in forte ritardo rispetto ad altri Paesi) che, senza dubbio, nonostante un rilevante numero di Aderenti, ancora non è riuscita in modo capillare, a coinvolgere tutti i lavoratori e le lavoratrici operanti in Italia. Purtroppo, la diversificazione adeguata di Sinceramente, praticare la strada del “meglio l’uovo oggi che la gallina domani” è un sentiero percorribile ma che fondamentalmente non porta da nessuna parte, almeno quando si parla di futuro sostenibile. Sicuramente i Governi passano, e noi italiani ne abbiamo grande esperienza, ma le persone restano anzi, invecchiano e che ne sarà di loro? Dobbiamo agire con responsabilità. Le scelte fatte oggi condizioneranno il nostro futuro. La crisi economica che ormai da qualche anno attanaglia l’economia nazionale e, di conseguenza, cittadini ed imprese, ha causato seri danni. Comprendiamo perfettamente la situazione finanziaria di molte lavoratrici e lavoratori che, con le loro famiglie, faticano a “tirare la fine del mese” ma attenzione, il previsto TFR in busta paga rappresenta solo una chimera, un miraggio, una scatola vuota che ci ritroveremo tra alcuni anni sempre più vuota pertanto inutilizzabile. Aderire ad un fondo pensione negoziale significa scegliere un futuro possibile per noi stessi da utilizzare proprio nel momento della nostra vita in cui sicuramente il bisogno di denaro sarà davvero importante e discriminante tra ciò che è possibile e ciò che è fattibile. Va ricordato inoltre che nella scelta di aderire alla Previdenza Complementare Negoziale, il contributo versato dall’Azienda (1,2% della retribuzione lorda annua) rappresenta per tutti gli Aderenti a Telemaco un rendimento aggiuntivo rispetto a qualsiasi altra forma di investimento di natura finanziaria. In virtù di quanto affermato in precedenza, non dobbiamo dimenticare che, anche se in contro tendenza con gli obiettivi legati all’accantonamento di risorse per il futuro, al fine di agevolare gli Associati nei loro bisogni, il Fondo contempla anche la possibilità di poter ottenere delle anticipazioni delle somme versate, a seconda di specifiche modalità, per la soluzione di determinate esigenze del singolo o per il nucleo famigliare. Al di là degli slogan populisti e le frasi ad effetto, il vero pilastro per un futuro sostenibile è la Previdenza Complementare Negoziale che affonda le sue basi su due elementi: • La lungimiranza dei nostri Associati; • La gestione seria e scrupolosa di chi amministra. È nostro compito mantenere gli impegni facendo sì che coloro che ci affidano i loro risparmi possano essere garantiti e soddisfatti; è nostro compito rispondere del nostro operato attraverso la trasparenza e l’impegno al servizio degli Associati oltre che porre in essere iniziative atte al raggiungimento di questi obiettivi; ed è proprio in quest’ottica che ritengo non più rinviabile la realizzazione di un progetto di formazione basato su diversi livelli che dovrà coinvolgere i delegati stessi affinché risulti fondamentale il loro ruolo ed il loro coinvolgimento che, uniti alla conoscenza ed all’esperienza personale, possano fornire non solo un valore aggiunto ma un valore primario. Le idee sono tante, i progetti molto impegnativi sotto diversi punti di vista ma l’obiettivo è imperante: diffondere cultura previdenziale con la certezza di fare la cosa giusta. 21 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 22 Animula vagula blandula… a cura di Elsa Gnata *Muoviti svelto… La solitudine: dove le persone trovano una dimensione possibile su misura di chiunque “… e muoviti svelto che passerà un treno senza fermare, scrivi sempre per dire che sei arrivato e ricordati dove volevi andare…” Oggi la vita è questa, come in una poesia futurista di Marinetti, muoversi veloci, pensare in fretta, non perdere tempo, correre, con in fondo il bisogno di trovare anche “qualcuno con cui correre”. La frenesia delle nostre vite, del nostro quotidiano divora giorni, ore, minuti preziosi che invece dovremmo trascorrere anche con chi dovremmo conoscere meglio, rispettare di più, amare di più: NOI stessi. A volte siamo così preoccupati, così impegnati ad essere visibili agli occhi degli altri, così presi più da ciò che dobbiamo avere che da ciò che dovremmo essere che ci dimentichiamo di noi, ci scordiamo di essere individui, soggetti unici dalle vite irripetibili, di essere un io, prima persona singolare dotato di un corpo, una mente e, per alcuni, anche di un’anima. Questo non deve essere interpretato come un elogio dell’individualismo sterile o della solitudine fine a se stessa ma, forse, trascorrere un po’ di tempo con noi ci fa solo che bene! Sicuramente la tecnologia non aiuta questo status. Siamo talmente fagocitati da telefonate, videochiamate, messaggi, e-mail, tweet (io che all’inizio credevo che i tweet fossero i parenti di Tweety/Titti il canarino nemico-amico di Gatto Silvestro…), per non parlare poi della trappola facebook, che ormai parlare di individui è diventato anacronistico, ormai viviamo “nella rete”, non quella citata da Lucio Dalla, quella è dei più poveri e più soli, viviamo nel mondo globalizzato che sicuramente avrà dei vantaggi ma a che prezzo?! Non molto tempo fa sentii un “esperto”, di “cosa” non lo ho ancora capito, che serenamente affermava che il grande freddo della solitudine, era scomparso grazie ai social network e che, grazie a questi strumenti, le persone avevano trovato una dimensione possibile su misura di chiunque; ma che cosa è davvero la solitudine? Ma siamo certi che per sentirsi meno soli dobbiamo necessariamente socializzare? E se ci fosse una altra ricetta? 22 52015 www.uilcom.it UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 23 E poi perché da questa solitudine dobbiamo per forza “guarire” come da una malattia? Ma gli esseri umani sono solo animali sociali? Tutto qui?! Ma non è proprio la solitudine la vera dimensione possibile su misura di chiunque? Ma la solitudine è davvero, come direbbe mia madre, una così brutta bestia? Dipende. Forse se la scegli, la conosci, la cerchi, è una buona compagna, sempre fedele, magari da tradire ogni tanto e si sa, i tradimenti hanno il loro fascino… E poi è un investimento: non c’è nulla di meglio della solitudine per sviluppare l’empatia, la creatività, l’ingegno. Se non la hai scelta allora immagino possa sembrare una nemica, che, vissuta solo in termini negativi, può farti perdere di vista la bellezza del tuo essere individuo, il tuo essere unico, il tuo essere importante. Muoviti svelto. Anche perché la vita è un “brivido che vola via” pertanto, per antitesi, mi fermo e questo mio muovermi svelta restando inspiegabilmente ferma, rappresenta anche il bisogno di vivere questa vita guardandomi allo specchio per capire chi sono, cosa voglio, dove voglio andare e, solo alla fine, forse e possibilmente, scegliendo chi camminerà con me perché la corsa, si sa, non è per tutti. Ma è solo un punto di vista… *Da “muoviti svelto” Zibba e Almalibre 23 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 24 Solidarietà Sono oltre 4.000 le donne disabili di Calcutta che, come Lakshmi, insieme a Fondazione Pangea hanno cambiato vita e oggi finalmente sorridono a cura di Pangea Onlus Donne dagli occhi grandi Lakshmi ha due occhioni grandi e un sorriso disarmante, emana tutta la bellezza di chi ama la vita e considera ogni giorno un dono prezioso. Lakshmi da molti anni ha una grave deformazione della spina dorsale che la costringe a camminare curva. È stata la malnutrizione, quando ancora era piccina, a ridurla così. 24 22015 www.uilcom.it Tuttavia c’era qualcosa di più doloroso, nella sua esistenza, di quella sua schiena che si contorceva come il tronco di una vite: per la sua famiglia, la sua comunità, lei era solo un inutile peso, un orrendo rifiuto, la causa della vergogna agli occhi del vicinato. Una maledizione che si sarebbe interrotta quando, abbandonata a se stessa – senza cibo, cure e senza amore – si sarebbe finalmente decisa a fare la sola cosa giusta: morire E invece, un giorno di qualche anno fa, Lakshmi incontra Fondazione Pangea negli slum di Calcutta dove è nata e cresciuta e la sua vita cambia. Scopre di essere una persona come tutte le altre, con la stessa dignità e gli stessi diritti. Impara a leggere e a scrivere e poi un mestiere che le permette una certa indipendenza economica. Smette persino di indossare camicioni informi che la facevano sembrare un fagotto perché capisce che anche lei ha il diritto di sentirsi carina. Perché la bellezza può essere qualcosa di veramente rivoluzionario. Oggi Lakshmi ha 32 anni e lavora con noi: parla con le donne disabili come lei che incontra lungo i binari della Città della Gioia per dire loro “guardami! ce la puoi fare anche tu!” UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 25 In India vivono più di 20 milioni di disabili, il 43% dei quali sono donne. Le difficoltà nel reperire informazioni sul numero e la tipologia delle disabilità presenti sul territorio nazionale, implicano la possibilità che tale dato sia sottostimato e impreciso per difetto. Una donna disabile è condannata a vivere una vita di isolamento e spesso violenza. Esclusa da ogni possibilità di rendersi indipendente, e rappresentando soltanto un peso per la famiglia, è costretta a svolgere lavori umilianti, a subire la marginalizzazione sociale e a vivere relegata in casa, senza cure adeguate. Le donne disabili, nel contesto urbano di una città come Calcutta, praticamente «non esistono». Le disabilità delle donne contattate da Lakshmi e dalle altre ragazze dallo staff indiano di Pangea vanno dalle difficoltà motorie (causate ad esempio da vari casi poliomielite in età infantile) a quelle visive/uditive, fino a casi di disabilità mentale. Il nostro progetto garantisce accesso alle cure mediche, agli interventi chirurgici, ai supporti ortopedici e a terapie riabilitative; promozione della scolarizzazione formazione professionale ed educazione ai diritti umani. La formazione prevede corsi di sartoria, creazione di bigiotteria, lavorazioni artigianali e giocattoli di pezza. Diamo inoltre supporto alle famiglie per l’espletamento delle procedure burocratiche per ottenere le agevolazioni statali e per il miglioramento delle relazioni genitoriali con le proprie figlie. Infine consentiamo alle donne disabili l’accesso al microcredito perché possano avviare attività generatrici di reddito. Le donne che partecipano al progetto possono quindi avviare attività remunerate con le quali aiutare la famiglia e rendersi più indipendenti uscendo dall’isolamento. Riunioni mensili permettono una valutazione dell’impatto del progetto sulla vita di ogni singola partecipante oltre a rappresentare un fondamentale momento di condivisione e socialità. Il lavoro di sensibilizzazione presso comu- nità e istituzioni consente invece di garantire che le donne disabili ottengano il rispetto, la dignità e conoscano gli strumenti per far valere il pieno riconoscimento dei propri diritti. Per saperne di più: www.pangeaonlus.org 25 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 26 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 27 Dossier Fare Coaching può risultare un viaggio straordinario alla ricerca di quella parte migliore di noi che neanche immaginiamo di possedere a cura di Milena Vireca, Mental Coach “Allenare” la mente Che Cos’è il Coaching? Quando sentiamo parlare di Coach il primo personaggio che viene in mente è l’Allenatore di una squadra. Cioè una persona che allena altre persone a dare il meglio delle proprie prestazioni fisiche. Esiste però anche un altro tipo di Coach che ha il compito di allenare le Persone a dare le Migliori Prestazioni Mentali: il Mental Coach. Chi è il Mental Coach e cos’è il Coaching? Il Mental Coach è un allenatore della mente. È colui che ti aiuta a trovare dentro risorse che ancora non sono emerse e che permettono di raggiungere i risultati desiderati e una qualità di vita più soddisfacente. Il Mental Coach si è preparato attraverso tecniche e strategie comportamentali con lo scopo di rendere le risorse del Coache (cliente) facilmente usufruibili nei vari ambiti della vita. In questi tempi complicati, le persone tendono a farsi sopraffare dai pensieri negativi, dalle preoccupazioni, restando chiuse nella propria “zona di comfort” che impedisce di migliorare, di sfidarsi e raggiungere i propri obiettivi. Attraverso il Coaching, si può lavorare sulla propria identità, sui propri valori, sulle proprie convinzioni e su quello che desideriamo davvero dalla vita. Correre rincorrendo qualcosa che non è chiaro dentro di noi, rischia di esaurire le nostre energie e la nostra autostima, poichè ogni insuccesso ci lascia un po’ più demotivati e rassegnati. Quando invece attraverso il Coaching si porta luce dentro di sé, la strada da seguire diventa nitida, tutto è visto sotto un’altra luce; gli ostacoli e le difficoltà vengono riconosciuti come normali pro- cessi per arrivare all’obiettivo e in quanto tali, non più capaci di scoraggiarci e portarci ad abbandonare. Attraverso sessioni di Coaching, il Coach aiuta il Coache (cliente) a fare chiarezza dentro, per far riaffiorare risorse e capacità inaspettate, alimentando la sua autostima ma soprattutto la consapevolezza e la responsabilità delle proprie scelte, per imparare ad affrontare le sfide che la vita ci propone e che è impossibile evitare. Fare Coaching può risultare un viaggio straordinario alla ricerca di quella parte migliore di noi che neanche immaginiamo di possedere ma che fa parte di noi da sempre; dobbiamo solo farla riemergere. 27 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 28 Confederale NASPI: una nuova penalizzazione sui futuri importi pensionistici Ammortizzatori Sociali NASPI: luce e ombre Dal 1° maggio con l’introduzione della NASPI 355 mila lavoratori e lavoratrici stagionali rischiano di rimetterci da 29 euro a 2.925 euro, rispetto alla vecchia indennità di disoccupazione (ASPI). Infatti, chi prima svolgeva un lavoro stagionale di 6 mesi, spiega Guglielmo Loy - Segretario Confederale UIL - aveva diritto all’ASPI per altri 6 mesi e, con uno stipendio lordo di 1.300 euro mensili, avrebbe preso di sussidio 5.850 euro. Ora, invece, con le nuove regole (si può usufruire del sussidio per un periodo di tempo pari alla metà dei mesi lavorati) queste persone prenderanno il sussidio soltanto per 3 mesi, per un totale di 2.925 euro (la metà di quanto avrebbero percepito con l’ASPI). Se il lavoro stagionale è di 8 mesi l’anno, la penalizzazione è di 29 euro; mentre se la chiamata è di 3 mesi, rispetto alla mini ASPI, con la NASPI il conto è “pari”. Ciò emerge da una simulazione del Servizio Politiche Territoriali e del lavoro della Uil, che ha calcolato gli effetti della nuova NASPI su 4 ipotesi: il lavoro stagionale, il lavoro continuo svolto da coloro che hanno un’età sotto i 50 anni, tra i 50 e i 55 anni e sopra i 55 anni. I più penalizzati sono i lavoratori stagionali e i lavoratori sopra i 55 anni che perdono il posto di lavoro dopo 2 anni. Infatti, chi perde il posto di lavoro e ha meno di 50 anni (considerando anche il calo del 3% dopo il terzo mese nel calcolo del sussidio) con 2 anni di lavoro, percepirà il sussidio per 12 mesi per un 28 22015 www.uilcom.it UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 29 totale di 10.484 euro (più 1.318 euro rispetto all’ASPI); se, invece, si perde il posto di lavoro dopo 4 anni o più, si percepirà la NASPI per un massimo di 24 mesi per un totale di 17.816 euro (più 8.650 euro rispetto all’ASPI). Se, invece il lavoratore ha più di 55 anni, in caso di perdita di lavoro dopo 2 anni, riceverà la NASPI per 12 mesi per un totale di 10.484 euro a fronte dei 16 mesi di ASPI per un totale di 13.644 euro (ci rimetterà 3.160 euro); se, invece, perde il lavoro dopo 4 anni riceverà di NASPI (24 mesi), 17.816 euro a fronte dei 13.644 euro dell’ASPI con un beneficio di 4.172 euro. Il nuovo strumento risulta ancor più penalizzante, ricorda Loy, per quelle centinaia di migliaia di persone che potevano essere protette dalla ”indennità di mobilità”, che invece, terminerà alla fine del 2016 e che la NASPI potrà bilanciare solo in parte. Infine, commenta Guglielmo Loy, con la NASPI viene introdotto un tetto alla contribuzione figurativa (1.820 euro lordi mensili imponibile previdenziale) che corrisponde a uno stipendio netto di 1.300 euro mensili. Il risultato è una nuova penalizzazione sui futuri importi pensionistici. Decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori, che lavorano stagionalmente in importanti settori produttivi ed economici, turismo e alimentare in primis, saranno le prime vittime delle innovazioni del governo in tema di lavoro e ammortizzatori sociali. Sono settori, con fortissima presenza femminile, che svolgono attività funzionali a produrre una parte importante del PIL in aree all’avanguardia in termini di produzione della ricchezza nazionale Se a questo danno si aggiunge la progressiva diminuzione di altri strumenti di protezione sociale (come la cassa integrazione in deroga) emerge con chiarezza che siamo lontani dall’annunciata volontà del Governo di allargare le tutele ai lavoratori e alle lavoratrici più deboli del paese. Anche per questo il Governo, conclude Loy, deve riflettere sugli errori fatti e modificare in fretta una norma ingiusta e sbagliata. Lavoratori stagionali Un lavoratore stagionale con attività lavorativa di 6 mesi l’anno negli ultimi 4 anni, stipendio 1.300 euro (991 euro netti) al mese (104 settimane discontinue) ASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) NASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) 975 euro per 6 mesi. Totale 5.850 euro 975 euro per 3 mesi. Totale 2.925 euro Differenza NASPI/ASPI - 2.925 euro Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro Un lavoratore stagionale con attività lavorativa di 8 mesi l’anno negli ultimi 4 anni, stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese) (104 settimane discontinue) ASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) NASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) 975 euro per 4 mesi. Totale 3.900 euro 975 euro per 4 mesi. Totale 3.871 euro Differenza NASPI/ASPI - 29 euro Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro Un lavoratore stagionale con attività lavorativa di 3 mesi negli ultimi 4 anni, stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese) MINI-ASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) NASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) 975 euro per 1 mese e 1/2. Totale 1.463 euro 975 euro per 1 mese e 1/2. Totale 1.463 euro Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro 29 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 30 Confederale Lavoratori continui sotto i 50 anni Un lavoratore con attività lavorativa di 24 mesi negli ultimi 4 anni, stipendio 1.300 euro (991 euro netti) al mese (104 settimane discontinue) ASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) NASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) 916 euro per 10 mesi. Totale 9.166 euro 874 euro per 12 mesi. Totale 10.484 euro Differenza NASPI/ASPI +1.318 euro Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro Un lavoratore con attività lavorativa di 48 mesi negli ultimi 4 anni, stipendio 1.300 euro (991 euro netti) al mese (208 settimane discontinue ASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) NASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) 916 euro per 10 mesi. Totale 9.166 euro 742 euro per 24 mesi. Totale 17.816 euro Differenza NASPI/ASPI +8.650 euro Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro Lavoratori continui sopra i 50 anni e sotto i 55 Un lavoratore con attività lavorativa di 24 mesi negli ultimi 4 anni, stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese) (104 settimane discontinue) ASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) NASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) 902 euro per 10 mesi. Totale 10.824 euro 874 euro per 12 mesi. Totale 10.484 euro Differenza NASPI/ASPI -340 euro Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro Un lavoratore con attività lavorativa di 48 mesi negli ultimi 4 anni, stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese) (208 settimane discontinue ASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) NASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) 902 euro per 10 mesi. Totale 10.824 euro 742 euro per 24 mesi. Totale 17.816 euro Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro 30 22015 www.uilcom.it Differenza NASPI/ASPI +6.992 euro UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 31 Lavoratori continui sopra i 55 anni Un lavoratore con attività lavorativa di 24 mesi negli ultimi 4 anni, stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese) (104 settimane discontinue) ASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) NASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) 853 euro per 16 mesi. Totale 13.644 euro 742 euro per 12 mesi. Totale 10.484 euro Differenza NASPI/ASPI -3.160 euro Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro Un lavoratore con attività lavorativa di 48 mesi negli ultimi 4 anni, stipendio 1.300 euro (991 euro netti al mese) (208 settimane discontinue ASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) NASPI (Percentuale di calcolo su retribuzione di riferimento 75%) 853 euro per 16 mesi. Totale 13.644 euro 742 euro per 24 mesi. Totale 17.816 euro Differenza NASPI/ASPI +4.172 euro Elaborazione UIL Servizio Politiche Territoriali e del lavoro 31 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 32 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 33 UILCOM_Contatto 2015-2_imp:UILCOM 15/06/15 11:31 Pagina 34