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Michele Tavola
Picasso incisore
L’avventura del segno
© 2015 emuse
© 2015 Michele Tavola
© Succession Picasso by SIAE 2015
ISBN
978-88-98461-41-7 (mobi)
978-88-98461-42-4 (epub)
Direttore editoriale Grazia Dell’Oro
Curatore della collana Impronte Michele Tavola
Redazione, ebook designer Manuela Del Turco
Progetto e grafica di copertina Sara Munari
Impronte #3
[email protected]
www.emusebooks.com
Copertina
Morte di Orfeo
Pablo Picasso
Immagini digitali
Ringraziamo i collezionisti che ci hanno concesso la
riproduzione delle immagini delle opere.
emuse
emuse è una casa editrice digitale indipendente, che
sperimenta percorsi e prodotti innovativi mossa dal
desiderio di avventurarsi liberamente e con curiosità nel
panorama editoriale. Dalle scienze sociali alla psicologia,
dalla fotografia alla storia dell’arte, per difendere i pensieri
attraverso le parole e le immagini.
Catalogo
NO DRM
emuse ha scelto di non proteggere i suoi ebook con il DRM
Non solo badanti di Grazia Dell’Oro
(Migrazioni)
Di treni, di sassi e di vento di Sara Munari
(Portfolio)
Freud va all’Inferno di Mario Pigazzini, Volumi I-VI
(Psicologia)
Eolo. Pale eoliche e paesaggi di Giovanni Presutti
(Portfolio)
Joan Miró. La poesia della pittura di Michele Tavola
(Impronte)
Michelangelo La potenza della forma di Michele Tavola
(Impronte)
Un incantevole sogno di felicità di Lila Azam Zanganeh
(Mosaico)
Il portfolio fotografico. Istruzioni imperfette per l’uso di Sara Munari
(Fotografia)
Yourself di Roberto Massini, Roberto Ricca, Cristian Zambelli
(Portfolio)
Lo Stato Islamico. Origini e sviluppi di Umberto Profazio
(Prospettive)
Caccia ai tesori della provincia di Lecco. Guida per piccoli viaggiatori
di Maria Michela e Anna Sala
(Mappamondi)
Picasso incisore. L’avventura del segno di Michele Tavola
(Impronte)
(Digital Rights Management), per facilitare la lettura su
diversi dispositivi, resa faticosa dalle protezioni.
Essere editori, anche editori digitali, comporta comunque
uno sforzo notevole e, perché il prodotto del nostro impegno sia di buona qualità, è necessario parecchio lavoro.
Va da sé che non assecondiamo la pirateria e chiediamo
ai nostri lettori di sostenerci acquistando le nostre pubblicazioni e di non distribuirle senza il nostro esplicito
consenso.
Impronte
Monografie d’arte digitali
E
dutainment: imparare divertendosi e divertirsi imparando! È questa la filosofia di Impronte, la collana
di emuse dedicate all’arte. L’educational entertainment, il divertimento educativo, è il principio che ci ha
spinto a dare vita alla collana. Ancora oggi, troppo spesso,
il Museo incute timore, crea distanza verso il visitatore che
vorrebbe avvicinarsi all’arte ma si sente, del tutto ingiustificatamente, inadeguato. Siamo convinti che la visita a un
museo o a una mostra e, più semplicemente, la visione di
un’opera d’arte, sia un’esperienza unica e straordinaria che
nessuno si deve negare.
Per aiutare chi ama e chi vorrebbe amare l’arte senza
paura di non capire, abbiamo pensato a un modo agile e
veloce di incontrare i grandi artisti, attraverso monografie
snelle e dal prezzo decisamente contenuto, ma allo stesso
tempo complete e rigorose. La collana Impronte è inoltre
arricchita dalla biografia dell’artista e da una selezione dei
suoi più importanti capolavori con schede critiche e immagini di ottima qualità.
La portabilità del digitale coniugata a uno stile facile e fresco.
L’arte dà gioia, felicità, emozioni: le monografie di
Impronte vogliono comunicare con immediatezza tutte
queste sensazioni. Cercando, allo stesso tempo, di dare
al lettore un quadro storico chiaro, di farlo entrare nella
vita e nell’opera degli artisti, svelando i segreti dei maestri
attraverso le ‘impronte’ da loro lasciate, fornendo le chiavi
di lettura per capire pienamente la loro arte.
Grazia Dell’Oro
Editrice emuse
Michele Tavola
Curatore di Impronte
Indice
L’avventura del segno
Gli esordi tra bohème e avanguardie
Dopo il Cubismo: dal Neoclassicismo a
Guernica
Le infinite sperimentazioni di Picasso
Opere
Biografia
Dizionario minimo dei termini tecnici della
stampa d’arte
Bibliografia
Michele Tavola
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L’avventura del segno
Insieme a Dürer, Rembrandt e Goya,
Pablo Picasso è uno dei più grandi incisori di tutti i tempi. Come i suoi illustri predecessori è stato uno straordinario pittore, ma la sua produzione
grafica non è seconda alle creazioni
realizzate con altre tecniche e ha una
tale potenza espressiva da meritare di
essere presa in considerazione autonomamente. Si è dedicato alla stampa d’arte dagli anni giovanili fino alla fine dei suoi giorni, dando forma a migliaia di incisioni su rame e di litografie, senza dimenticare i
meno numerosi ma altrettanto spettacolari intagli su linoleum.
Alcuni suoi fogli, quali Il pasto frugale e la Minotauromachia, oltre a fare registrare record a ogni passaggio in
asta, sono annoverabili tra le opere più importanti e celebri della storia della grafica insieme a Il cavaliere, la morte
e il diavolo di Dürer, alla Stampa da cento fiorini di Rembrandt e a Il sonno della ragione genera mostri di Goya.
Parlare della grafica di Picasso significa intraprendere
un viaggio lungo settant’anni, attraverso tutto il Novecento, incrociando alcuni eventi epocali del secolo. E vuol
dire raccontare anche le vicende di alcuni dei più grandi
editori d’arte, quali Ambroise Vollard, Tériade e Albert
Skira, e dei più abili maestri incisori quali Roger Lacourière, i fratelli Aldo e Piero Crommelynck, Fernand Mourlot e Hidalgo Arnera, perché creare grafica è sempre un
atto collettivo. Il genio non è solo e ha accanto a sé i migliori specialisti della sua epoca, con i quali lavora gomito
a gomito, carpendo loro i segreti delle diverse tecniche di
stampa, costringendoli a seguire i suoi folli ritmi creativi
e portando, a sua volta, invenzioni che conferiscono vita
nuova ai tradizionali processi creativi.
Le opere grafiche, originali poiché l’artista incide direttamente le matrici dalle quali i fogli vengono stampati in
un numero definito di esemplari, sono il territorio del segno e rivelano l’intimità e il pensiero dell’autore. Picasso
non fa eccezione e nell’ambito dell’incisione si lascia andare a sperimentazioni inconsuete che la sua pittura non
ha conosciuto, talvolta sembra addirittura giocare e, in
diverse occasioni, rivelare lati inediti della sua personalità.
Gli esordi tra bohème e
avanguardie
Lo sbalorditivo virtuosismo di Picasso,
la sua incredibile abilità di disegnatore
e le sue doti di pittore predestinato a
un successo mondiale e incondizionato si manifestarono quando era ancora
un bambino. A soli quattordici anni
richiamò su di sé l’attenzione con La
prima comunione, grande quadro di
gusto ancora ottocentesco, magistralmente eseguito, che
riscosse notevole successo all’Esposizione di Belle Arti e
Industrie Artistiche di Barcellona, dove venne presentato
nel 1896. Il padre, José Ruiz y Blasco, insegnante di pittura
nel capoluogo catalano alla scuola d’arte La Lonja, immaginava una fulgida carriera artistica per il figlio negli ambienti accademici e istituzionali, senza sospettare quali
sconvolgenti rivoluzioni avrebbero avuto origine dalla sua
arte di lì a pochi anni. Curioso e beffardo il destino: la
storia dell’arte è costellata di biografie di artisti i cui padri
desideravano per loro carriere economicamente più solide
e sicure e che cercarono di ostacolare le vocazioni artistiche dei loro figli. Per una volta ci troviamo di fronte a un
genitore desideroso di avere un figlio pittore, ma comunque destinato a essere preso in contropiede dalle sue scelte
stilistiche imprevedibili e anticonvenzionali. Il nostro artista sintetizzò perfettamente la sua singolare parabola
umana dicendo: «Ho voluto essere pittore e sono diventato Picasso».
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Opere
Le repas frugal, 1904
acquaforte, 463×377 mm.
Il pasto frugale, se si esclude la poco convincente prova del
1899 intitolata El zurdo, può essere considerata l’esordio
di Picasso nel campo della grafica, oltre a essere il primo
foglio della straordinaria serie dei Saltimbanchi. Si tratta di uno dei capolavori dell’artista, nonché di una delle
incisioni più importanti della storia della grafica. Le articolazioni disossate, le anatomie tese e allungate, i tratti
graffianti e nervosi sono tipici del periodo blu, collocabile
tra il 1901 e il 1904, che mostra la raggiunta autonomia
linguistica e precede il periodo rosa. Il soggetto riflette i
tipici temi picassiani dei primi anni del secolo, che raccontano la vita urbana tra povertà e tormento interiore.
Le repas frugal richiama le forme di quadri celebri quali
La bevitrice d’assenzio e Arlecchino e la sua compagna, entrambi del 1901, ma ha una propria indipendenza stilistica
e una forza espressiva che lo rendono uno dei fogli più
impressionanti dell’artista.
Le repas frugal
Natura morta con la bottiglia di Marc, 1911
puntasecca, 500×306 mm.
Non sono molto numerose le incisioni in stile cubista di
Picasso, ma sono quasi tutte di qualità notevole, estremamente sorvegliate e capaci di restituire il senso profondo
della ricerca artistica di quegli anni. L’opera è un fulgido
esempio di cubismo analitico, fase collocabile tra il 1909
e il 1911, che fa seguito alla prima stagione sperimentale e
formativa della nuova avanguardia e precede il momento
sintetico. La realtà viene scomposta, vivisezionata, decostruita e quindi ricostruita sulla carta (o sulla tela, nel caso
dei dipinti), in maniera tale che il soggetto originale sia
rappresentato in ogni sua dimensione benché, ormai, praticamente non più decifrabile. Il soggetto di questo foglio
– uno tra i più grandi del periodo cubista, è la bottiglia di
Marc, una sorta di grappa francese molto forte e distillata
da vinacce. In un certo senso ritorna lo stesso tema spesso
affrontato nel periodo blu, ma con un approccio linguistico completamente mutato e rivoluzionario.
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Natura morta con la bottiglia di Marc
Biografia
Pablo Picasso (Malaga, 25 ottobre 1881 – Mougins, 8
aprile 1973)
Nato a Malaga nel 1881 da José Ruiz y Blasco e María Picasso López, nel 1891 si trasferì con la famiglia a La Coruña, nel cui Istituto d’Arte il padre era stato chiamato
a insegnare, e nel 1895 giunse a Barcellona poiché il padre aveva trovato lavoro come professore di disegno nella
Scuola d’Arte La Lonja.
A soli quattordici anni, nel 1895, dipinse La prima comunione che sarebbe stata presentata l’anno seguente all’Esposizione di Belle Arti e Industrie Artistiche di Barcellona, ottenendo recensioni favorevoli sulla stampa; al 1897
risale Scienza e carità, grande tela che gli valse il suo primo riconoscimento ufficiale: la menzione d’onore all’Esposizione Generale di Belle Arti di Madrid.
Trascorse gli ultimi anni dell’Ottocento immerso nel vitale ed esuberante clima culturale di Barcellona. In questo
periodo frequentò assiduamente Els Quatre Gats, ritrovo
di artisti ribelli e giovani letterati, dove conobbe Jaime Sabartés, amico e confidente di tutta una vita oltre che suo
biografo e segretario; Ramon Reventós, l’autore di Dos
Contes, racconti pubblicati nel 1947 per volontà di Picasso; Carlos Casagemas con il quale condivise casa e studio
nel 1900, morto suicida nel febbraio dell’anno successivo.
Nel 1900 inaugurò una sua personale al cabaret Els Quatre Gats, che ottenne una lunga recensione sul giornale
«La Vanguardia», e nel 1901 espose nella Sala Parés, la più
importante galleria di Barcellona. Tra il 1901 e il 1903 visse tra Parigi e Barcellona e solo nel 1904 si stabilì definitivamente nella capitale francese. Nel 1902 divenne amico
del poeta Max Jacob e conobbe il grande mercante d’arte
ed editore Ambroise Vollard, che gli organizzò una mostra nella propria galleria in rue Laffitte.
Sono gli anni del periodo blu, segnato da un disperato
pessimismo e da soggetti concernenti la solitudine,
la povertà e la vecchiaia: tra i quadri più significativi
meritano di essere citati Poveri in riva al mare e Il vecchio
chitarrista cieco, entrambi del 1903. Nel 1904 conobbe il
poeta Guillaume Apollinaire e Fernande Olivier, che fu la
sua compagna fino al 1912. Si trasferì a Montmartre, nel
Bateau-Lavoir che fu il suo studio fino all’ottobre del 1909.
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Dizionario minimo
dei termini tecnici della stampa
d’arte
Acquaforte: termine di origine medioevale, aqua fortis,
con il quale si indicava l’acido nitrico. È una tecnica di
incisione del rame (o di altre matrici metalliche adottate
per la →stampa calcografica). La →matrice viene ricoperta
con uno strato di cera d’api o vernice. Con una punta
acuminata l’artista asporta la cera, scoprendo nuovamente
il rame nelle parti che desidera vengano incise. Una
volta tracciato il disegno la lastra viene immersa, per la
→morsura, in una soluzione di acido nitrico e acqua che
incide il metallo nei punti in cui non è protetto dalla cera.
Successivamente lo strato di cera, o vernice, viene tolto
e la matrice è pronta per essere inchiostrata e stampata.
Prima ancora che per l’incisione, il procedimento veniva
utilizzato per la decorazione di armature.
Acquatinta: tecnica di incisione del rame (o di altre matrici
metalliche adottate per la →stampa calcografica). A
differenza dell’→acquaforte, che consente un segno netto
e grafico, l’acquatinta permette di ottenere aree tonali e
chiaroscuri. Produce effetti simili a quelli dell’→acquarello.
Sulla →matrice viene steso uno strato uniforme di bitume,
di origine minerale, o di colofonia, di origine vegetale,
fissato alla lastra mediante il calore. Sulla matrice si crea
un fondo ruvido, granuloso, che trattiene l’inchiostro
producendo tonalità di grigio che variano a seconda della
→morsura effettuata. Le parti che si vogliono bianche
devono essere coperte, prima della morsura, con la stessa
vernice utilizzata per l’acquaforte. Il procedimento,
già noto nel XVII secolo, viene sviluppato in maniera
soddisfacente a partire dal Settecento.
Biffatura: operazione che consiste nel tracciare sulla
→matrice calcografica segni che, di fatto, rovinano l’opera.
Viene effettuata una volta terminata la →tiratura, per
impedire che altri fogli vengano stampati contro la volontà
dell’artista. Nata per ragioni economiche, la biffatura si
diffonde a partire dal XX secolo, mentre in antico non
veniva praticata.
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Michele Tavola
Segui emuse
Michele Tavola, nato a Lecco il 2 ottobre 1973, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Storia dell’Arte presso l’Università di Torino dopo essersi laureato in Lettere all’Università Statale di Milano e dopo essere stato borsista alla
Fondazione Longhi di Firenze, città dove ha frequentato
anche la Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte.
In qualità di esperto d’arte ha collaborato con Radio Popolare di Milano e con il quotidiano «La Repubblica». Per
la casa editrice Alpha Test ha pubblicato un manuale di
storia dell’arte contemporanea e un glossario di storia
dell’arte. È nel comitato scientifico della rivista «Art App»
e del “Premio San Fedele”.
È direttore della collana Impronte. Monografie d’arte digitali, della casa editrice emuse, per la quale ha pubblicato
Joan Miró. La poesia della pittura, Michelangelo. La potenza della forma, Picasso. L’avventura del segno.
Ha curato mostre, tra gli altri, di Goya, Picasso, Matisse,
Miró, Chagall, Dubuffet e Rouault.
Dal 2010 al 2015 è stato assessore alla cultura del Comune
di Lecco.
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