Sovrappeso e obesità in pazienti psichiatrici trattati con antipsicotici

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Sovrappeso e obesità in pazienti psichiatrici trattati con antipsicotici
Studi sperimentali
Sovrappeso e obesità in pazienti psichiatrici trattati con antipsicotici
Overweight and obesity in psychiatric patients treated with antipsychotics
FRANCO GARONNA, LUIGIA STIFANI
Unità Ospedaliera di Psichiatria, Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare, Ospedale di Bassano del Grappa (Vicenza)
RIASSUNTO. Introduzione. L’incremento del peso corporeo e le modificazioni nell’aspetto fisico dei malati psichiatrici trattati con psicofarmaci sono effetti iatrogeni di cui la farmacologia moderna si sta occupando con uguale attenzione rispetto
alla efficacia sulla sintomatologia principale.
Il sovrappeso e l’obesità sono anche fattori di rischio per importanti patologie cui i malati psichiatrici sono esposti a causa
dei protratti trattamenti farmacologici. I farmaci più coinvolti in questa dimensione patologica sono soprattutto gli antipsicotici, ma anche diversi antidepressivi.
In questo lavoro, presentiamo dati riguardanti l’utilizzo di farmaci antipsicotici in pazienti schizofrenici e bipolari ricoverati in un servizio psichiatrico ospedaliero, e il relativo differente effetto sul peso corporeo. Strumenti e metodo. In un campione di 124 soggetti ricoverati in un servizio psichiatrico ospedaliero, sono stati rilevati i valori di BMI all’ingresso e alla
dimissione. Le variazioni di BMI sono state correlate al trattamento farmacologico, in particolare all’uso di antipsicotici, e al
sesso. L’elaborazione dei dati è stata effettuata con strumento statistico SPSS 8.0. Risultati. I valori di BMI all’ingresso sono
mediamente in un range elevato (BMI = 25.1). L’effetto sul BMI è maggiore per gli antipsicotici tipici rispetto agli atipici, in
particolare nel confronto aloperidolo verso olanzapina, il primo incide in misura consistente sul peso corporeo. Nella categoria degli antipsicotici atipici non sono state rilevate differenze significative riguardo all’effetto sul BMI tra i farmaci assunti (clozapina, olanzapina, risperidone, quetiapina).
PAROLE CHIAVE: antipsicotici atipici, sovrappeso, obesità.
SUMMARY. Introduction. Excessive body weight in the physical appearance of psychiatric patients treated with psychodrugs
are iatrogenic conditions whose the modern pharmacology has to be interested with the same attention of the complex clinic
effect on the primary symptomatology. Furthermore, overweight and obesity represent a risk of important pathologies to
which the psychiatric patients are exposed cause the prolonged drug treatments. In this pathological dimension, the drugs
more involved are the neuroleptics or antipsychotics, but also some antidepressants. In this study, we present data about the
use of antipsychotic drugs in Schizophrenic and Bipolar patients admitted in a Hospital Psychiatric Unit and their different
effect on the body weight. Instruments and method. In a sample of 124 individuals admitted in a Hospital Psychiatric Unit,
the BMI values are measured at the admission and at the dishargement. The variations of BMI are correlated with the pharmacological treatment, in particular with the usage of antipsychotic drugs, and with the gender. The data are elaborated by
SPSS 8.0. Results. In our sample, the mean of BMI values at the admission is 25,1, into the range of overweighting. Typical
antipsychotics raise BMI values much more atypical ones. Particularly, haloperidol differently than olanzapine acts more
strongly on elevating BMI values. Among the atypical antipsychotics (clozapine, risperidone, quetiapine) significant differences are not found about the effect on BMI.
KEY WORDS: atypical antipsychotics, overweight, obesity.
E-mail: [email protected]
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INTRODUZIONE
ad essa correlate resta tuttora un argomento da esplorare, ricco in interrogativi le cui risposte si agganciano
fortemente con aspetti riguardanti il funzionamento
del Sistema Nervoso Centrale. Basti citare la leptina ed
il neuropeptide Y le cui azioni intervengono in maniera plurisistemica sul comportamento e sul metabolismo (3, 4).
Gran parte degli psicofarmaci determinano un
aumento ponderale, sebbene in misura diversificata
(5). I neurolettici tipici e gli antidepressivi triciclici
portano ad aumento di peso, anche se non in tutti i soggetti nella stessa entità. Si è anche sostenuto che il
miglioramento delle condizioni psicopatologiche induca un diverso atteggiamento nei confronti del cibo, e
un aumento di appetito con conseguente incremento
di peso possa rappresentare un indicatore di miglioramento clinico (6). Un aumento rilevante del peso corporeo si osserva in oltre il 50% di pazienti in trattamento con antipsicotici (7,8). La ricerca clinica e di
base ha dimostrato che gli antipsicotici, sia tradizionali che di recente acquisizione, producono effetti sull’aumento di peso attraverso diversi meccanismi. L’aumento di appetito dei soggetti trattati è probabilmente
in rapporto all’azione neurorecettoriale dei farmaci,
interessanti i sistemi della DA, 5-HT e H. In particolare sono stati visti implicati i recettori H1, 5HT1a, Alfa1,
5-HT2c, 5HT1b. Altri meccanismi riguardano l’effetto di
disregolazione endocrino-metabolica, attraverso l’aumento della prolattina plasmatica, le alterazioni degli
ormoni gonadici, le modificazioni nella sensibilità tessutale all’insulina.
L’attenzione per gli effetti iatrogeni sulla salute nei
malati psichiatrici è un aspetto solo da poco tempo
considerato. I trattamenti farmacologici prevalentemente usati con lo scopo di bloccare i fenomeni comportamentali legati alla malattia mentale, sia nei
disturbi affettivi che nei disturbi schizofrenici, non
sono privi di effetti collaterali su sistemi e funzioni dell’organismo (1).
La tendenza attuale nello sviluppo della farmacopea
psichiatrica tiene in giusto conto gli aspetti riguardanti anche la salute somatica e il benessere soggettivo,
condizioni importanti nel definire la qualità della vita.
Viene riconosciuto al malato psicotico non solo il diritto alla cura ma anche a modalità di funzionamento globale, somatico e psicosociale, che gli consentano una
piena integrazione nel contesto di vita. Pertanto, l’attenzione viene recentemente rivolta ai fenomeni di
aumento del peso corporeo nei pazienti psichiatrici in
trattamento, soprattutto malati psicotici che richiedono cure protratte e nei quali può essere più marcato
l’effetto iatrogeno dei farmaci specifici (2).
Il sovrappeso e l’obesità comportano un aumentato
rischio di morbilità per patologie cardiovascolari,
dismetaboliche e tumorali, oltre che determinare una
importante alterazione della funzione estetica che incide nei malati psichiatrici con sentimenti di emarginazione e autodisistima.
Certamente l’azione importante della psichiatria
attuale nei confronti dei malati psichiatrici più gravi è
la lotta allo stigma, e su questo incidono non poco gli
effetti collaterali dei farmaci, quali ad esempio quelli
relativi al movimento – effetti parkinsoniani –. Altra
considerazione riguarda la suscettibilità dei malati psichiatrici a contrarre altre malattie. Contrariamente
alla convinzione diffusa di una certa settorializzazione
della patologia psichiatrica, la clinica viene a mettere
sempre più spesso in evidenza fenomeni di co-morbilità, nel senso che malati psichiatrici spesso presentano
altre patologie non psichiatriche, la cui co-presenza è
di difficile interpretazione e di ancor più difficile trattamento. La complessità del malato psichiatrico non è
solo unicamente in senso psico-sociale, ma ancor più
nel senso di una comorbilità interessante più organi e
funzioni. Siamo ancora lontani da una auspicabile integrazione tra Medicina e Psichiatria, nella misura in cui
questa è chiamata tuttoggi quasi unicamente ad intervenire su aspetti comportamentali vistosi. I disturbi del
comportamento alimentare – anoressie, bulimie, obesità – costituiscono recenti emergenze sanitarie su cui
si concentra l’attenzione di epidemiologi e clinici. Lo
studio degli effetti dell’alimentazione e delle patologie
MATERIALI E METODO
In questo lavoro abbiamo voluto osservare gli effetti di
variazione del BMI (Indice di Massa Corporea) in un
campione di 124 soggetti ricoverati nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale di Bassano del
Grappa. Il BMI è stato misurato all’ingresso e alla dimissione.
Il BMI è calcolato come il rapporto tra peso espresso
in Kg con altezza espressa in m al quadrato (BMI =
Kg/m2) ed è considerato un affidabile indicatore delle
condizioni di normalità o anormalità, nella popolazione
adulta, del peso corporeo. I valori standards considerati (National Hearth, Lung, and Blood Institute – USA)
definiscono un soggetto sottopeso per BMI < 18,5; normale, per BMI = 18,5-24,9; sovrappeso, per BMI = 2529,9; obeso, per BMI =30-39,9; gravemente obeso, per
BMI =/> 40. Le variazioni di BMI dall’ingresso in reparto alla dimissione riguardano una frazione di tempo
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ugualmente frequente l’associazione di antidepressivi
e antipsicotici.
Per quanto riguarda l’analisi dell’intero campione
(124 pazienti), sono state evidenziate differenze nell’effetto sul peso corporeo tra le diverse classi di farmaci, e anche in rapporto al sesso. In particolare, si è
osservato un contenimento/riduzione del peso corporeo prodotto dagli SSRI, e soprattutto nei maschi, un
aumento del peso corporeo in rapporto a venlafaxina,
laddove nelle femmine l’effetto riduzione è analogo a
quello prodotto dagli SSRI; mirtazapina non ha dato
un rilevante aumento di peso comportandosi analogamente agli SSRI, senza differenze tra i sessi, almeno
per quanto osservabile nelle prime settimane di trattamento; consistente invece l’aumento del BMI nei soggetti trattati con reboxetina; non sono state trovate differenze di rilievo riguardo alle variazioni di BMI tra
Litio e altri stabilizzanti dell’umore.
Dei soggetti trattati con antipsicotici (N = 99), 52
maschi e 47 femmine, sono stati presi in considerazione i farmaci utilizzati suddivisi in neurolettici tipici e
atipici, e di quest’ultima categoria sono stati esaminati
i dati riguardanti singoli farmaci (clozapina, olanzapina, quetiapina, risperidone).
Il BMI corrispondente a peso normale (< 25) interessa 47 soggetti (47,5%), 30 soggetti (63,8%) usano
un antipsicotico atipico, 17 soggetti (36,2%) fanno uso
di neurolettico tipico.
I soggetti in sovrappeso (BMI=25 - 29,9) sono complessivamente 38 (38,4%), di cui 18 (47,4%) fanno uso
di antipsicotico atipico, 20 (52,6%%) usano un neurolettico tipico.
I soggetti con obesità (BMI =/> 30) sono 14 (14,1%),
di cui 6 (42,9%) usano un antipsicotico atipico e 8
(57,1%) fanno uso di neurolettico tipico. La Tabella 1
limitata alla degenza ospedaliera, della durata media
non superiore alle tre settimane (16,8 gg di degenza
media). Non è stato considerato l’effetto sul BMI prodotto dal dosaggio dei farmaci.
I dati sono stati elaborati effettuando correlazioni tra
tipi di farmaci e variazioni di BMI, anche in rapporto ad
eventuali differenze tra i sessi (9, 10). Infatti l’obesità in
generale interessa di più il sesso femminile che i maschi;
il genere rappresenterebbe quindi un fattore di rischio
per sovrappeso e obesità in pazienti trattati con antipsicotici.
I dati relativi all’uso di farmaci e la rilevazione del
peso corporeo riguardano N = 124 soggetti (65 maschi e
59 femmine) ricoverati in un reparto psichiatrico per
acuti nel periodo febbraio-agosto 2000. La maggioranza
dei pazienti è di età compresa tra 40-60 anni (41.9%),
38.7% di età compresa tra 21-40 anni, 17.7% di età superiore a 60 anni, 1.6% di età inferiore a 20 anni.
Il 40% dei soggetti presenta diagnosi di schizofrenia,
31% diagnosi di depressione, 19% diagnosi di disturbo
bipolare, 10% diagnosi di disturbo mentale organico.
Dell’intero campione esaminato, in questo report sono
presentati i dati relativi ai soggetti trattati con antipsicotici, N = 99 soggetti pari al 79,8% del campione.
RISULTATI
Il BMI (medio) dei soggetti maschi (52,4 %) è pari a
24,3, nelle femmine (47,6 %) è di 26,1.
Generalmente i soggetti assumevano polifarmacoterapia, molto frequente l’associazione di benzodiazepine, un discreto numero di soggetti assumeva stabilizzanti dell’umore (litio, valproato, carbamazepina), da
soli o in associazione con antipsicotici e/o antidepressivi,
numero dei soggetti
Tabella 1 - Effetto sul BMI di antipsicotici e atipici
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Tabella 2 - Effetto sul BMI di aloperidolo e olanzapina
Tabella 3 - BMI medio di pazienti trattati con antipsicotici tipici e atipici distinti per sesso
riassume i dati esposti, mettendo in evidenza come i
soggetti che assumono antipsicotico atipico presentino
valori di sovrappeso e obesità inferiori a quelli che
fanno uso di neurolettico tipico. Comunque, i valori
normali di BMI sono presenti soprattutto in soggetti
che fanno uso di antipsicotico atipico. Nella Tabella 2
consideriamo l’effetto sul BMI prodotto da aloperidolo e olanzapina, in cui risulta più marcata la differenza
di comportamento tra un antipsicotico tipico e un atipico rispetto alle modificazioni del peso corporeo.
Analizzando i singoli antipsicotici atipici non sono
state osservate differenze complessive tra loro nell’effetto sul BMI. Come è evidente nella Tabella 3 le differenze si esaltano allorché consideriamo separatamente i due sessi: il sesso femminile resta comunque
più penalizzato rispetto al maschile. Nel caso della clozapina, la differenza tra i valori medi di BMI nelle fem-
mine rispetto a quelli dei maschi è maggiore rispetto
agli altri antipsicotici atipici.
Dei 54 soggetti trattati con antipsicotici atipici, l’effetto sul BMI non si diversifica in relazione al tipo di
antipsicotico assunto. Tuttavia come si può osservare
nella Tabella 4, quetiapina e risperidone rispetto ad
olanzapina sembrano incidere di più sull’aumento del
BMI in termini di sovrappeso ed obesità.
DISCUSSIONE
L’attenzione che i malati psichiatrici in trattamento
prestano agli effetti indesiderati delle terapie non ha
avuto finora grande attenzione da parte dei clinici. In
uno studio di Weiden et al. (11) sono stati presentati i
risultati di una inchiesta rivolta a malati e operatori di
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Tabella 4 - Effetto sul BMI di antipsicotici atipici
creare discontinuità nell’assunzione di cura ed aumentare il rischio di ricadute. Sono stati considerati come
fattori di rischio, il sesso femminile, la presenza di
aspetti bipolari e schizoaffettivi, la tendenza ad iperalimentarsi sotto l’effetto di stressors, la presenza di
tratti narcisistici di personalità, una storia personale
premorbosa e/o familiare di obesità, la differenza tra
peso minimo e massimo durante la vita adulta superiore a 6,5 Kg (14).
I malati che necessitano di trattamento antipsicotico
costituiscono una popolazione a rischio di sovrappeso
e obesità. Anche nel breve termine, gli effetti sul peso
corporeo risultano evidenti. E il nostro studio dimostra
come già nelle prime settimane di trattamento si osservi un incremento del peso corporeo. Va aggiunto che
i BMI all’ingresso in reparto risultano comunque
mediamente al di sopra di valori normali, indipendentemente dalla diagnosi. I pazienti ammessi in un
reparto psichiatrico ospedaliero sono pazienti gravi, in
assistenza sulla percezione degli effetti indesiderati dei
farmaci antipsicotici. È interessante osservare la divergenza dei due gruppi nelle risposte, soprattutto su alcuni effetti indesiderati, quali la funzionalità sessuale ed
il peso corporeo. L’aumento di peso è il fattore considerato più negativo dai malati, prima ancora degli
effetti sulla funzionalità sessuale e sulle performances
motorie-cognitive.
Sovrappeso e obesità costituiscono fattori di rischio
di malattia (diabete, cardiovascolare, respiratoria, neoplastica) e riducono l’attesa di vita. Il sovrappeso è frequentemente associato ai disturbi psichiatrici (12). In
uno studio svolto sulla popolazione adulta (Figura 1),
i soggetti con malattia schizofrenica presentavano condizioni di sovrappeso e obesità in numero superiore a
soggetti sani. A ciò va aggiunto che i farmaci psichiatrici generalmente comportano negli effetti collaterali
un aumento del peso corporeo (13). Il sovrappeso e
l’obesità di pazienti trattati può ridurre la compliance,
Figura 1. Distribuzione del BMI in soggetti con malattia schizofrenica e in soggetti sani (National Health Interview
Survey - 1989)
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terapia da lungo tempo con farmaci, soprattutto antipsicotici (15). Neurolettici tradizionali (16) e antipsicotici di nuova generazione inducono un aumento del
peso corporeo (17). Il loro meccanismo di azione sull’aumento del peso, non è solo riconducibile ad una
azione neurorecettoriale, probabilmente intervengono
anche fattori di risposta individuale. Certo è che l’effetto sul peso corporeo non è in relazione all’efficacia
terapeutica. In letteratura sono da tempo noti gli effetti di incremento di peso corporeo prodotto da neurolettici, come noti sono quelli indotti dai nuovi antipsicotici (18, 19).
Lo studio svolto presso il reparto di Psichiatria dell’Ospedale di Bassano del Grappa ha i limiti dell’osservazione naturalistica di soggetti trattati da lungo
tempo, spesso con farmaci in associazione. Tuttavia, ha
consentito di confermare alcuni dati di letteratura,
quali quelli relativi alla popolazione psichiatrica, come
gruppo a rischio o già in condizioni di sovrappeso e
obesità; inoltre, conferma il dato dell’effetto sull’aumento di peso prodotto dai farmaci psicotropi, con particolare rifermento ai farmaci ad azione antipsicotica.
In questa categoria di farmaci, il gruppo dei neurolettici tipici ha mostrato avere il maggior effetto sull’aumento di peso, anche nel breve termine, rispetto agli
antipsicotici atipici, sebbene anche questa categoria sia
coinvolta nel meccanismo di aumento ponderale. Nel
nostro campione non abbiamo osservato differenze di
rilievo tra gli antipsicotici atipici prescritti: clozapina,
olanzapina, quetiapina, risperidone. Un maggior numero di soggetti in trattamento con atipici presentava
BMI < 25, e nel gruppo con sovrappeso e obesità risultavano dominanti per numero i soggetti che assumevano antipsicotici tipici. Nel confronto diretto tra aloperidolo, standard di antipsicotico tipico, e olanzapina,
assunto come esempio di antipsicotico atipico, venivano esaltate le differenze in termini di maggiore effetto
sul BMI dell’antipsicotico tipico rispetto all’atipico.
Nell’analisi delle differenze tra sessi, sempre relativamente all’azione indotta dagli antipsicotici sul peso corporeo, si è osservato un effetto rilevante prodotto più
sulle femmine che sui maschi dalla clozapina.
I dati, se da un lato confermano quanto già noto
riguardo all’incremento di peso prodotto dagli antipsicotici, sembrano tuttavia non evidenziare differenze
all’interno del gruppo degli antipsicotici atipici, e ciò in
contrasto con altre osservazioni riportate in letteratura. C’è dunque da considerare in primo luogo l’efficacia antipsicotica dei farmaci di cui noi oggi disponiamo, e la risposta individuale al trattamento, prima di
valutare pregiudizialmente l’effetto collaterale. Per
quanto riguarda l’aumento del peso corporeo, che
tende comunque nel tempo a stabilizzarsi, si deve con-
siderare la necessità e possibilità di intervenire sulla
condizione di sovrappeso e obesità con farmaci associati, e con altre misure specifiche appropriate.
CONCLUSIONI
L’aumento del peso corporeo nei malati psichiatrici
in trattamento, oltre a rappresentare un fattore di
rischio per altre patologie, condiziona la compliance e
la qualità di vita del malato.
Nella scelta del trattamento e nel monitoraggio del
decorso clinico, si deve porre attenzione alla problematica del soprappeso/obesità e introdurre misure idonee a contrastare tali condizioni.
Nel campione da noi esaminato, sia gli antipsicotici
tipici che gli atipici determinano un aumento di peso,
nei tipici questo aumento è più rilevante e statisticamente significativo, e tale significatività aumenta nel
caso di assunzione di più neurolettici.
Analizzando le differenze sull’effetto sul BMI da
parte dei singoli atipici, – clozapina, olanzapina, quetiapina e risperidone – non sono state osservate differenze di rilievo.
Nel confronto tra olanzapina e aloperidolo, l’aumento di peso è stato più importante nei soggetti trattati
con aloperidolo.
Per quanto riguarda pertanto la prevenzione del
sovrappeso e dell’obesità nel trattamento di soggetti
con patologia psicotica, l’uso di antipsicotici atipici è
consigliato. Il genere femminile è più esposto al rischio
di sovrappeso e obesità, come viene riportato da dati
epidemiologici internazionali. In uno studio epidemiologico condotto dall’Associazione Europea per lo Studio dell’Obesità in 13 Paesi Europei la percentuale di
obesi (BMI > 30) è tre volte maggiore nelle donne
rispetto agli uomini. Questo dato porterebbe a suggerire una maggiore attenzione ai soggetti di sesso femminile, quando si interviene con farmaci che tendono
ad aumentare il peso corporeo, ancor più se pensiamo
che in genere la popolazione femminile sembrerebbe
più esposta al rischio di malattie psichiatriche.
L’uso di antipsicotici atipici è raccomandato in
maniera particolare in quei soggetti con malattie a
rischio di obesità per malattie dismetaboliche, nei soggetti obesi (BMI =/>30) e nei soggetti in cui i neurolettici tipici hanno prodotto effetti di sovrappeso (BMI
=/> 25).
Sono necessari studi di lunga durata che permettano
di differenziare i farmaci antipsicotici rispetto al problema dell’aumento di peso. Nella pratica clinica va
privilegiata comunque, dovendo scegliere se mantenere o cambiare un farmaco, la valutazione della sua effi-
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cacia antipsicotica. Oggi, e lo sarà sempre più in futuro
è possibile correggere gli effetti sul peso corporeo,
dalle terapie, con strategie farmacologiche psico-comportamentali e dietetiche integrate (20). È necessario
sviluppare competenze specifiche riguardo a questa
materia, dato l’evolversi rapido e complesso di nuove
acquisizioni riguardanti i disturbi della alimentazione,
rispetto ai quali l’integrazione pluridisciplinare e una
attenzione clinica dedicata costituiscono le basi necessarie per fondare una efficace risposta sanitaria.
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