I ricordi di padre Perrin

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I ricordi di padre Perrin
S P EC I A L E - S . WEIL A 70 AN N I DA L LA M O RTE
L’esperienza mistica di S. Weil
I ricordi di padre Perrin
Domenico Canciani – Docente di lingua e letteratura francese, Università di Padova
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.ELLE NOSTRE CONVERSAZIONI IL PADRE 0ERRIN SI
RIFERISCE PER LO PIÂ AI COLLOQUI AVUTI CON 3IMONE
7EIL NEI MESI CHE VANNO DALLOTTOBRE AL
MAGGIO DELLANNO SUCCESSIVO DOPO IL PERIODO
da lei trascorso presso Gustave Thibon a Saint
-ARCEL D!RDÞCHE E DOPO LESPERIENZA DI LAVORO
agricolo a Saint-Julien-de-Peyrolas1. Alcune assenze del padre Perrin, per ragioni di ministero,
DURANTE I PRIMI MESI DEL SONO ALLORIGINE
delle lettere nella quali ella riprende e sviluppa
i temi dei colloqui avvenuti nel parlatorio del
convento dei Domenicani e più tardi nella casa
di Solange Beaumier, divenuta sua amica2.
Pur avendo accettato di seguire una traccia,
IL PADRE 0ERRIN HA PREFERITO LASCIARSI ANDARE AD
un flusso devoto, sovente interrotto da lunghe
citazioni a memoria dalle lettere e dai due testi maggiori3, verificate e completate sui grossi
VOLUMI IN BRAILLE INDIZIO DUNA AMOREVOLE CONSUETUDINE .ELLA SUA LUNGA AFFABULAZIONE UN
continuo va e vieni tra passato e presente, egli
ritorna sui temi del battesimo, della preghieRA DELLA #HIESA E SOPRATTUTTO SULLESPERIENZA
mistica, la grande illuminazione, integrando
e sovrapponendo quello che aveva intuito e
ancora ricorda dei colloqui di quei mesi con le
confidenze contenute nelle lettere4.
Spesso, poi, come ho già accennato, senza
UN EVIDENTE LEGAME CON LARGOMENTO CHE STAVA
trattando, il padre Perrin è ritornato, durante
le conversazioni, a rinnovare il suo cruccio, a
ridire la sua preoccupazione per quella che considera la chiusura di Simone Weil alla realtà del
MONDO FUTURO5.
I primi incontri
Fin dal primo incontro nel mese di giugno
– ricorda il padre Perrin – mi sono reso conto
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DI QUANTO 3IMONE FOSSE ATTRATTA DAL #RISTO HO
avvertito immediatamente la sua grande passione per la verità e al tempo stesso ho costatato
QUANTO FOSSE IGNORANTE DEI CONTENUTI RELIGIOSI
del cristianesimo.
Le ho parlato subito della mia simpatia, del
mio amore per il popolo ebraico, e prontamente, con molta determinazione, Simone mi ha
detto di non avere nessun legame con il popolo
ebraico6. Mi sono reso conto però che la sua era
una posizione antigiudaica, non antisemita. In
quel momento era mia preoccupazione salvare
materialmente gli ebrei. Durante gli anni precedenti la guerra avevo partecipato assiduamente
AGLI INCONTRI DELLh!MICIZIA GIUDEOCRISTIANAv
Avevo collaborato con il priore del convento
alla creazione della Libreria «Clairière»7, dove ci
riunivamo periodicamente, la domenica mattina, per trattare con alcuni ebrei, dai rispettivi
punti di vista, dei temi comuni. Per esempio,
il senso della vita dal punto di vista cristiano
E DAL PUNTO DI VISTA EBRAICO -ARIA NELLA FEDE
CRISTIANA E LORO IL POSTO DELLA DONNA IN )SRAELE
la preghiera cristiana e la preghiera chassidica,
ECCx &IN DALLINFANZIA HO AVUTO UNA PROFONDA
inclinazione verso Israele. Simone invece aveva
una specie di allergia verso tutto ciò che aveva
RELAZIONECONL!NTICO 4ESTAMENTO
Parlandomi della sua vocazione, di quella
che credeva essere la sua vocazione, mi ha detto
che non avrebbe potuto realizzarsi entrando
in convento, ma cercando di scoprire la verità
NELLAMBITO DEL MONDO8. La sua vocazione le
IMPEDIVA DI SOFFERMARSI SUGLI ASPETTI CONSOLANTI
DELLA FEDE PER ESEMPIO SU CIÏ CHE LA FEDE DICE DELLAL DI LÍ DEL MERITO 1UESTO Þ UN SEGNO
che era ancora in cammino, che non era arrivata ad una semplicità totale. Rifiutava ogni
indottrinamento, voleva salvaguardare la sua
indipendenza.
PROSPETTIVA
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SPECIALE S. WEIL
! QUESTO PROPOSITO MI FA PENSARE IL FATTO CHE
Simone sia morta nel sonno, quando sappiamo
quale importanza attribuisse al momento della
MORTE .ON SAPEVA ASCOLTARE LA PAROLA DI #RISTO
LA PAROLA DELL%VANGELO IN CUI SI STABILISCE UN
rapporto tra il nostro comportamento quaggiù
E LA VITA FUTURA MENTRE Þ #RISTO STESSO CHE IN
proposito non esita a parlare di «salario», per
DESIGNARE CIÏ CHE CI ATTENDE NELLA VITA FUTURA
Rifiutava tutto questo e un simile irrigidimento costituisce certamente uno dei suoi limiti.
Questo, sia chiaro, non diminuisce la mia amMIRAZIONE PIUTTOSTO DI FRONTE A QUESTE RISERve di Simone, mi domando se sono stato un
buon testimone, o se invece per incapacità non
ho saputo ripeterle con convinzione le parole
DELL%VANGELO
Durante i nostri incontri non era sua abitudine parlare delle diverse esperienze che anDAVA FACENDO CONTEMPORANEAMENTE CON ME
era la religione, con altri era la Resistenza, la
collaborazione ai «Cahiers du Sud». Allo stesso
modo, non ho quasi mai parlato di filosofia con
Simone. Ci è capitato di punzecchiarci a proPOSITO DELLA NOSTRA DIVERSA CONCEZIONE DELLAmicizia, contrapponendo Aristotele a Platone,
ma credo che sia stata la sola occasione in cui
abbiamo veramente parlato di filosofia.
.ON VOLEVO IN ALCUN MODO CHE IL NOSTRO DIAlogo si allontanasse dal comune ascolto della
PAROLA DEL 3IGNORE MI SFORZAVO DI CERCARE QUELLO
che il Signore voleva da lei. Mi ero imposto di
ATTENERMI A CIÏ CHE AVEVA RELAZIONE CON LA FEDE
E CON L%VANGELO E LA NOSTRA AMICIZIA Þ CRESCIUTA
E SI Þ APPROFONDITA IN QUESTA COMUNE VOLONTÍ
di ascoltare insieme la voce del Signore. Così
mi ha riempito di gioia scoprire che i passi
DELL%VANGELO RICORRENTI NEL NOSTRO DIALOGO
meditati insieme, si trovano sottolineati o indiCATI CON UN SEGNO CARATTERISTICO NEL SUO .UOVO
Testamento in greco9.
Al principio c’è la sua esperienza mistica
/CCORRE DIRE SUBITO CHE CÞ STATA IN 3IMONE
UNESPERIENZA MISTICA FOLGORANTE IL CONTATTO
con Dio e con il Cristo, di cui parla nelle lettere a me e a Joë Bousquet10. A questo proposito bisogna ricordare che Simone ha lasciato a
Thibon, insieme alle sue note, un testo molto
importante, una bella poesia, intitolata Prologo,
RACCOMANDANDOGLI DI METTERLA ALLINIZIO SE UN
giorno avesse pensato di pubblicare qualcosa
di lei. È una raccomandazione seria come un
PROSPETTIVA
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TESTAMENTO VOLEVA LASCIAR INTENDERE CHE ALLORIGINE DI SUOI SCRITTI CERA MOLTO PIÂ CHE LAVORO
ERUDIZIONE RImESSIONI PROFONDE 5NA 0RESENZA
misteriosa ha illuminato tutto, ha ispirato tutto.
.ON SI DEVE DIMENTICARE QUESTO RETROTERRA QUESTO SFONDO LARRICCHIMENTO CHE APPARE IN ALCUNI
momenti precisi della sua vita proviene da una
Realtà, da un dialogo con Dio, «da persona a
persona», come scrive lei stessa nelle lettere11.
Di questa presenza di Dio in lei, mi sono
reso conto fin dal primo incontro, nel mese di
giugno. La qualità della sua esperienza mistica appare evidente nella capacità di cogliere al
tempo stesso la divinità di Cristo e la salvezza
universale riservata a tutti gli uomini. E questo
è importante, perché è proprio ciò che si legge
nel Prologo DELL%VANGELO DI 'IOVANNI i%GLI ERA
la luce vera, quella che illumina ogni uomo»12.
3IMONE AVEVA UN LEGAME PROFONDO CON IL MIstero di Dio che si incarna, e in qualche modo
SANNIENTA SI SVUOTA COME DICE 3AN 0AOLO PER
raggiungere e salvare ogni uomo.
Sono convinto che Simone ha ricevuto suBITO QUESTA LUCE MA ESSA SÞ FATTA PIÂ INTENSA
nella riflessione, nella meditazione, soprattutto
DOPO LA SCOPERTA DEL i0ADRE .OSTROw A 3AINT
Marcel, presso Thibon. A partire da questa
scoperta si immerge in una vita mistica, nella
PREGHIERA NELLA RECITAZIONE DEL i0ADRE .OSTROw
rivive spesso questa esperienza autentica. Forse
NON SI Þ SOTTOLINEATO ABBASTANZA QUESTO FATTO
dopo la scoperta del «Padre nostro», Simone
SPERIMENTA OGNI GIORNO PER CIRCA UNORA LA
PRESENZA DI #RISTO #Þ STATO UN PROGRESSO NELla sua stessa esperienza del Cristo. Tutto queSTO MI PARE INDUBITABILE IL SEGNO DELLAZIONE
di Dio in lei è evidente. Occorre insistere sulla
quotidianità della sua esperienza mistica. Lo
AFFERMA LEI STESSA ESPLICITAMENTE NELLA i,ETTERA
autobiografica»:
,ESTATE SCORSA n MI SCRIVE NELLA LETTERA n FACENDO UN
PODIGRECO CON4;HIBON= GLIAVEVO RECITATO PAROLA
per parola il Pater in greco. Ci eravamo impegnati
AD IMPARARLO A MEMORIA #REDO CHE EGLI NON LABBIA FATTO .EMMENO IOLHOFATTO SUL MOMENTO -A
QUALCHESETTIMANADOPO SFOGLIANDO L%VANGELO MI
son detta che dal momento che me lo ero proposto
E CHE ERA UNA COSA BUONA DOVEVO FARLO ,A DOLCEZZA
infinita del testo greco allora mi ha presa a tal punto
CHE PER QUALCHE GIORNO NON POTEVO FARE A MENO DI
recitarlo continuamente. La settimana successiva ho
cominciato la vendemmia. Recitavo il Pater in greco,
OGNI GIORNO PRIMA DEL LAVORO E LHO RIPETUTO MOLTO
spesso nella vigna.
Dopo di allora mi sono imposta come unica pratica
di recitarlo ogni mattina con una attenzione assoluN. 85/13
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ta. Se durante la recitazione la mia attenzione divaga
O SAFlEVOLISCE FOSSE PURE PER UNA FRAZIONE INlNITEsimale, ricomincio fin tanto che non sia riuscita ad
OTTENERE ALMENO UNA VOLTA UNATTENZIONE ASSOLUTAmente pura. Mi capita allora talvolta di ricominciare
DA CAPO PER PURO PIACERE MA NON LO FACCIO SE NON
sono spinta dal desiderio.
La virtù di questa pratica è straordinaria e mi sorprende ogni volta poiché, nonostante la sperimenti
ogni giorno, essa supera ogni volta la mia attesa.
Talvolta già le prime parole strappano il mio penSIERO DAL CORPO E LO TRASPORTANO IN UN LUOGO FUORI
DELLO SPAZIO DA DOVE NON VÞ N£ PROSPETTIVA N£ PUNTO
DIVISTA ,OSPAZIO SI APRE ,INlNITÍDELLOSPAZIOORdinario della percezione è sostituita da una infinità
ALLA SECONDA O TALVOLTA ALLA TERZA POTENZA .ELLO STESso tempo questa infinità di infinità si riempie completamente di silenzio, un silenzio che non è assenza
DI SUONO MA Þ LOGGETTO DI UNA SENSAZIONE CONCRETA
più concreta di quella di un suono. I rumori, se ce
ne sono, non giungono a me se non dopo aver attraversato questo silenzio.
Talvolta, durante questa recitazione o in altri momenti,
anche il Cristo è presente di persona, ma con una presenza infinitamente più reale, più struggente, più luminosa
e piena d’amore della prima volta in cui mi ha presa13.
Le altre tradizioni religiose e il problema della
salvezza
)L LEGAME PROFONDO E RIBADITO CON IL #RISTO
mi pare parzialmente in contraddizione con le
FANTASIE DI 3IMONE SULLA PLURALITÍ DEI MEDIATORI
,IDEA DELLE MOLTEPLICI INCARNAZIONI Þ INCOMPATIBILE CON LA FEDE DELLA #HIESA 3OSTENERE CHE I
riti pagani, i riti misterici siano serviti a Dio per
toccare e convertire i cuori, questo non costituiSCE UNA DIFlCOLTÍ ,A FEDE ESPLICITA DELLA #HIESA
però, ritiene che ogni uomo, da Adamo in poi,
è entrato, in modi diversi, in contatto con la
salvezza a causa del Cristo che doveva venire.
Certamente non è più secondo lo spirito
DELLA #HIESA DISPREZZARE O CONSIDERARE CON SUFficienza le altre religioni. Oggi prevale il rispetto. Tuttavia, contrariamente a ciò che pensava
Simone, la presenza dei missionari rimane una
testimonianza della Chiesa per coloro la cui voCAZIONE Þ DI ENTRARVI ,ALTERNATIVA NON Þ PIÂ
se non saranno evangelizzati, i non cristiani
ANDRANNO NECESSARIAMENTE NEL FUOCO ETERNO
/GNUNO SI DEVE PORRE DI FRONTE ALLA PROPRIA
coscienza14.
Il dialogo interreligioso è certamente molto
importante e il Concilio ha parlato delle altre
religioni con grande rispetto. Tuttavia una conCEZIONE CONCILIABILE CON LA FEDE DELLA #HIESA DEve riconoscere che Cristo è il primogenito, il
solo mediatore tra Dio e gli uomini.
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Sì, è vero, Simone ha parlato della possibilità
DI ALTRE RIVELAZIONI DI ALTRI SALVATORI MA FORSE
intendeva parlare solo delle diverse incarnazioNI DELLUNICO MEDIATORE 0ERSONALMENTE HO DELLE PERPLESSITÍ DI FRONTE A QUESTE CONCEZIONI CHE
FORSE SONO DELLE COSTRUZIONI MENTALI DI 3IMONE
)N FONDO QUESTA CONCEZIONE EQUIVALE AD ALLARGARE ALLINlNITO IL RUOLO MEDIATORE DEL #RISTO ¥ UN
PO QUELLO CHE PENSAVA 4EILHARD DE #HARDIN CON
IL SUO PUNTO OMEGA IL SUO #RISTO5NIVERSALE15.
La questione del battesimo
È proprio in relazione al problema generale
della salvezza, e al ruolo di Cristo mediatore,
che si è posta la questione del battesimo. Ma
per Simone si trattava di un problema molto
più vasto, universale, riguardava la totalità della
Chiesa.
Io mi interessavo al problema come lei me
lo poneva. Mi era già capitato di occuparmi di
QUESTA MATERIA IN OCCASIONE DI CONFERENZE MA Þ
CERTO CHE LINCONTRO CON 3IMONE HA RESO ATTUALE
IL PROBLEMA ,EI VOLEVA FARMI TOCCARE CON MANO
UN CASO DI GRAZIAFUORIDELLA#HIESA
Il battesimo è voluto dal Cristo come acCESSO ALLA VITA SOPRANNATURALE .EL DIALOGO CON
.ICODEMO 'ESÂ RICORDA LA NECESSITÍ DI RINASCERE DALLACQUA E DALLO 3PIRITO ,A MISSIONE
degli apostoli, come è detto in san Marco, è
di battezzare tutti gli uomini e di ricondurli
NELLUNITÍ DELLA #HIESA 0ER QUESTO ABBIAMO
studiato attentamente e con grande serietà il
DIALOGO CON .ICODEMO 3ULLA CONCLUSIONE DI
Marco, invece, Simone nutriva dei dubbi16. È
allora che mi sono reso conto che la sua coNOSCENZA DELL%VANGELO ERA IN PARTE FALSATA DAL
FATTO CHE AVEVA SEGUITO LE LEZIONI DI 'UIGNEBERT
UNO DEI NEGATORI PIÂ VIGOROSI DELLA FEDE CRISTIAna, il quale trascura la vita pubblica e presenta il
Cristo come un ribelle alla conquista romana17.
Per aderire al Cristo è necessario il battesimo, è il Cristo stesso che ha voluto questo
mezzo. A partire da un certo momento, la questione teorica è diventata, con grande naturalezza, una questione pratica. Siamo ritornati
SULLARGOMENTO MI RICORDO CHE UN GIORNO DOpo aver riletto il passo di san Giovanni, mi ha
RACCONTATO CHE IL FRATELLO !NDR£ LE AVEVA SCRITTO
per domandarle consiglio a proposito del battesimo della figlia. Lei gli aveva risposto che
NELLEVENTUALITÍ DI UN MATRIMONIO CON UN CATtolico il battesimo poteva essere auspicabile18.
Penso che è stato proprio in quella occasione
PROSPETTIVA
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SPECIALE S. WEIL
che ho paragonato Simone alla campana che sta
ALLESTERNO DELLEDIlCIO MA CHE SUONANDO INVITA
gli altri ad entrare in chiesa. È Simone che ha
poi riportato divertita questa storia.
)L FATTO CHE UNAUTORITÍ POTESSE INSEGNARE
in nome di Dio costituiva per lei un grande
OSTACOLO ! CAUSA DELLASSOLUTA INDIPENDENZA
DELLINTELLIGENZA NON POTEVA CONCEPIRE CHE $IO
dovesse contare su dei messaggeri. Ma il Cristo,
CHE NON HA SCRITTO IL SUO MESSAGGIO LHA TUTTAVIA
depositato nella memoria degli apostoli. Per
san Tommaso, questo è il segno del vero maestro, il vero maestro non è colui che scrive nei
libri, ma nella mente dei discepoli.
.ON ACCETTAVA LOBBLIGO DI ADERIRE ALLA
Chiesa, depositaria del messaggio degli apostoli, per una ragione di imparzialità. Credeva
CHE PER RIMANERE FEDELE SIA A #RISTO SIA A $IO
dovesse rimanere libera da qualsiasi impegno
NEI CONFRONTI DI CHIUNQUE DI QUALSIASI AUTORITÍ
Bisogna dire che in realtà il problema della
incompatibilità tra il suo pensiero e alcuni punti della dottrina della Chiesa ha occupato poco
spazio nei nostri incontri. Così, ad esempio,
non mi è parso di scorgere in lei traccia di cataRISMO MALGRADO LA NOSTRA INTIMITÍ NULLA NELLE
NOSTRE CONVERSAZIONI MI HA FATTO SOSPETTARE IN
lei il catarismo. Per quello che sapevo allora del
catarismo, questo era una dottrina dualista, ora
NON CERA IN LEI OMBRA DI DUALISMO ,ALLUSIONE
alla bellezza del mondo di cui parla nella lettera inedita a Joë Bousquet, ad esempio, non mi
SEMBRA AFFATTO DI ORIGINE CATARA )L CATARISMO ATtribuiva la responsabilità della crea-zione della
natura e del mondo al Dio cattivo19.
.ON HO MAI INVITATO DIRETTAMENTE 3IMONE
A PREPARARSI AL BATTESIMO ,ONESTÍ PROFESSIONALE E LAMICIZIA MI AVREBBERO IMPEDITO DI FARE
una proposta esplicita. Lo desideravo per lei, lo
consideravo un gran bene20, ma lei pensava, direi con ostinazione, che ciò non la riguardasse,
perché la sua specifica vocazione non comportava il battesimo, come pure nessun legame che
potesse unirla alla Chiesa visibile.
#ERTO PER QUESTO HO UN PO SOFFERTO MA
ERAVAMO COMUNQUE DACCORDO CHE QUELLO CHE
CONTAVA ERA LA COSCIENZA LOBBEDIENZA ALLA COSCIENZA .ON LAVREI MAI SPINTA A FARSI BATTEZzare. Era la sua coscienza che doveva mettersi
DIFRONTEALLA CHIAMATA DI #RISTO21.
È vero, bisogna riconoscerlo, tutte le sue
AFFERMAZIONI SI SITUAVANO IN UN CONTESTO DI
ricerca, di disponibilità. Sono sicuro che
3IMONE AVREBBE RIVISTO MOLTE SUE AFFERMAzioni. Prendeva talvolta i suoi desideri, le sue
PROSPETTIVA
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INTUIZIONI PER REALTÍ 5N ESEMPIO DEL SUO MODO
DI INTERPRETARE I TESTI A PARTIRE DA UNINTUIZIONE
CAPACE DI FORNIRE ARGOMENTI A SOSTEGNO DELLE SUE
riflessioni, si può trovare nello scritto Les trois
fils de Noé et l’histoire de la civilisation méditerranéenne22: qui si tocca con mano il genio e il
LIMITE DI 3IMONE3E FOSSE VISSUTA NON AVREBBE
certamente pubblicato molte delle cose che sono state poi pubblicate23.
La grande illuminazione
!LLORIGINE DI TUTTO CÞ LA SUA SCOPERTA DEL
Cristo: «Il Cristo è disceso e mi ha presa». Si
tratta di un testo indiscutibile, che dice che
UNILLUMINAZIONE INTERIORE HA STABILITO IN LEI LA
certezza di Dio: del Dio che ama, del Dio che
SI DONA NEL #RISTO #ON LILLUMINAZIONE 3IMONE
HA RICEVUTO LA CERTEZZA DEL $IO FATTO UOMO IN
Gesù e la certezza del suo amore. Questo è detto
chiaramente nella sua «Lettera autobiografica»,
nella lettera che mi ha inviato nel mese di maggio, ma che io ho pututo leggere solo dopo la
sua partenza.
.ON HO AVUTO ALCUN DUBBIO SULLA QUALITÍ
della luce che abitava in lei. Già fin dal primo
INCONTRO DELLANNO PRECEDENTE MI ERO RESO CONto di questa presa del Cristo, ma non pensavo
CHE CIÏ FOSSE DOVUTO AD UNILLUMINAZIONE AVVEnuta già tre anni e mezzo prima, tre anni durante i quali ella non aveva cessato di aderire a
Cristo, così come le si era mostrato. Alla luce di
quella prima illuminazione andava ormai leggendo i testi del passato e la scrittura. Così, nei
testi di Omero, Eschilo e soprattutto di Platone,
trovava le tracce della contemplazione mistica.
.ELLE COSE GRECHE n COMINCIA A QUESTO PUNto, percorrendo lentamente le pagine rugose di
Pensée sans ordre concernant l’amour de Dieu –
ci sono molte indicazioni (di contemplazione
MISTICA 0ER ESEMPIO NELLIppolito di Euripide.
Il verso di Eschilo «Chiunque, con il pensiero
rivolto a Zeus, proclamerà la sua gloria, – costui
RICEVERÍ LA PIENEZZA DELLA SAGGEZZA n :EUS CHE
ha dato agli uomini la pienezza della saggezza – assegnando loro come legge sovrana che
MEDIANTE LA SOFFERENZA SI PERVIENE ALLA CONOscenza. – Si distilla nel sonno vicino al cuore,
n LA SOFFERENZA CHE Þ MEMORIA DOLENTE E ANche a colui che non la vuole arriva la saggezza. – da parte degli dei, è una grazia violenta».
,ESPRESSIONE iMEDIANTE LA SOFFERENZA LA CONOscenza», accostata alla vicenda di Prometeo, il
cui nome significa «per la conoscenza (o anche
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«Provvidenza»), sembra significare ciò che ha
voluto esprimere San Giovanni della Croce dicendo che occorre passare attraverso la Croce
di Cristo per entrare nella saggezza divina24.
Durante il mese di settembre del 1941, a
Saint-Marcel, nella casa di Thibon, traducendo
per lui il testo greco del Pater, è stata così colpita
dalla qualità del testo, dalla sua bellezza, che si
è detta che bisognava impararlo a memoria.
Qualche giorno dopo ha mantenuto la promesSA ED Þ ALLORA CHE HA AVUTO UNilluminazione più
profonda, più intensa di quella avvenuta tre anni
prima quando aveva scoperto il Cristo. Questo
SIGNIlCA CHE DOPO DIALLORA OGNIGIORNO CERA
un tempo di preghiera, mediante la quale ella
NUTRIVA E RAFFORZAVA LA SUA ADESIONE AL #RISTO
CON LE PAROLEDEL 0ADRE.OSTRO25.
In seguito ho saputo che non solo veniva
nella cappella del convento dei Domenicani
quando io ero assente, ma che si recava anche
NEL #ENACOLO DELLE RELIGIOSE CHE Þ DI FRONTE AL
NOSTRO CONVENTO n ALLANGOLO DELLA RUE 3AINTE
Victoire-Saint Sébastien – dove il Santissimo
3ACRAMENTO ERA ESPOSTO IN PERMANENZA (O
saputo che vi restava a pregare il Santissimo
Sacramento esposto durante lunghi momenti – nella sua lettera mi dice: «il mio cuore è
trasportato per sempre nel Santissimo sacraMENTO ESPOSTO SULLALTAREw n .ON SOLO DUNQUE
una adesione al Cristo, ma al Cristo nel mistero
DELL%UCARISTIA CHE Þ QUANTO DIRE UNADESIONE
alla dottrina nella sua espressione più cattolica
(né i protestanti né gli ortodossi hanno questo
TIPO DI DEVOZIONE ,A PROFONDITÍ E LAUTENTICITÍ
DELLA SUA FEDE SONO QUINDI FUORI DI DUBBIO
Gli incontri nella Cripta dei Domenicani
Ad ascoltare Simone, in uno spazio ricavato
nella cripta del convento, non eravamo molto numerosi, una decina di persone, di amici
in tutto. Leggeva i testi che ho poi raccolto e
INTITOLATO NON FELICEMENTE Þ VERO Intuitions
pré-chrétiennes. Volevo dire «Intuizioni cristiane prima della venuta del Cristo». Oggi potrei
intitolarle, per esempio, «Rivelazioni che hanno
preceduto la Rivelazione cristiana».
!VEVAMO LINTENZIONE IL DESIDERIO DI SCRIvere un libro sui mistici, sui mistici di tutte le
religioni. Pensavamo di raccogliere le testimoNIANZE SU $IO SULLAMORE CHE UNISCE A $IO
TESTI DI MISTICI GRECI MISTICI DELL)SLAM ECCx
0ENSAVAMO DI RACCOGLIERE ANCHE TESTI FRANCESI
Si è trattato di un sogno senza domani26.
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Riserve e critiche alla Chiesa
In relazione ai giudizi di Simone sulla
Chiesa, non credo che si possa parlare di orGOGLIO )NFATTI ACCETTAVA SENZA DIFlCOLTÍ DI ESSERE
CONTESTATA NON SE NE MOSTRAVA AFFATTO FERITA
Forse si potrebbe parlare di sovraestimazione
DELLA SUA INTELLLIGENZA E DELLE SUE INFORMAZIONI
ma anche di una sovraestimazione della sua
MISSIONE 5NIVERSALIZZAVA TROPPO FACILMENTE LE
SUE INFORMAZIONI 'IUDICARE TUTTA LAZIONE MISSIONARIA TUTTA LA VITA DELLA #HIESA SENZA LINFORMAZIONE NECESSARIA PER FARLO Þ PROBABILMENTE
UN PO ECCESSIVO
.ON ME LA SENTIREI COMUNQUE DI GIUDICARLA
su questo punto, tanto più che ha espresso le
SUE IDEE IN UNA FORMA PROVVISORIA NON DESTInata alla pubblicazione. Le sue sono delle note,
sia quelle consegnate a me, sia la lunga lettera
destinata al padre Couturier. Sono state pubblicate, commentate e perfino idolatrate da alcuni,
ma si tratta pur sempre di note27.
Prendiamo, ad esempio, la sua contestazioNE DELLA FRASE DI SAN 4OMMASO i#OLUI CHE NEGA
UNA SOLA VERITÍ DELLA FEDE ANCHE LA PIÂ PICCOLA
NON HA LA FEDEw )N ASTRATTO SAN 4OMMASO HA RAgione. Se si rifiuta con ostinazione una verità, si
RIlUTA LAUTORITÍ DELLA #HIESA28. Concretamente
però la questione non si pone in questi termini.
È evidente che Simone ha tendenza ad assolutizzare le cose, e questo in tutti gli ambiti,
in quello politico, in quello della letteratura,
IN QUELLO RELIGIOSO !LCUNE SUE OPINIONI ALLEpoca, potevano impressionare, ma oggi, dopo
gli avvenimenti che hanno segnato la vita della
Chiesa, si deve riconoscere che esse sono state
in parte accolte.
Bisogna dire che Simone ha sentito molto
PROFONDAMENTE LA DIFlCOLTÍ E PERlNO LIMPOSsibilità del dialogo tra la Chiesa e il mondo.
Prendiamo ad esempio il problema della salvezZA ESPRESSO NELLA FORMULA i&UORI DELLA #HIESA
NON CÞ SALVEZZAw 2ISPETTO A CIÏ LA MIA OPInione non è cambiata, solo che oggi sono più
CONSAPEVOLE DELLAZIONE DEL 3IGNORE FUORI DELLA
Chiesa. Aver incontrato Simone mi ha costretto
a considerare un certo numero di questioni,
MI HA CONDOTTO A RImETTERE ALLAPPLICAZIONE DEL
principio a situazioni a cui non pensavo. In
realtà il testo della «Gaudium et spes» esprime
quasi alla lettera il mio pensiero in materia nel
momento in cui ho incontrato Simone29.
,AMBIENTE TEOLOGICO IN CUI VIVEVO ERA INdubbiamente più avanzato rispetto a numerose altre situazioni nella Chiesa. A proposito
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SPECIALE S. WEIL
DELLECUMENISMO CERANO LE RICERCHE DEL PADRE
Congar. Da quattro, cinque anni, partecipavo
al dialogo tra cattolici e protestanti, ero assiduo
ALLE RIUNIONI DI CONFRONTO CON GLI %BREI ) TEMI
DELLUNIVERSALISMO E DELLECUMENISMO NON ERAno nuovi per me, ma è certo che la presenza di
Simone e le sue domande pressanti mi hanno
obbligato a riflettere meglio su questi punti della
DOTTRINA #OSÖ AD ESEMPIO LESPRESSIONE GIOVANnea: «Egli era la luce che illumina ogni uomo che
viene nel mondo», mi parla maggiormente oggi,
CHE ANCHE SOLO DIECI ANNI FA GUSTO TUTTO IL SAPORE CONTENUTO IN QUESTA FRASE Þ UNAFFERMAZIONE
che mi riempie sempre di stupore. Forse non ci
PENSAVO IN QUESTO MODO UN TEMPO i3I Þ FATTO
uomo per raggiungere ogni uomo».
.ON SI PUÏ NON RICONOSCERE CHE A PROPOsito del ruolo della Chiesa nella salvezza degli uomini, Simone esprime un giudizio che
NON Þ FONDATO CHE NON PUÏ ESSERE ACCETTATO
Certamente ogni uomo può ricongiungersi, per
vie misteriose, al mistero pasquale, e il Cristo
RAGGIUNGE NELLINTIMO DELLA COSCIENZA UN NUmero di uomini maggiore di quanti non ne
raggiunga esteriormente la Chiesa. Ma questo
NON INDEBOLISCE LA RAGION DESSERE DELLA #HIESA
)L PADRE #ONGAR HA USATO IN PROPOSITO UNESPRESSIONE MOLTO FELICE PER ILLUSTRARE QUESTA
SITUAZIONE i'ESÂ IL 6ERBO FATTO CARNE REGNA
SU UNA PICCOLA PORZIONE DELLUMANITÍ MA IN
QUANTO 3ACERDOTE SALVATORE HA UNINmUENZA INfinitamente più grande perché non è legato a
NESSUNA FRONTIERA VISIBILEw30.
Di nuovo a proposito della vita fututra
,IRRIGIDIMENTO CHE IMPEDIVA A 3IMONE DI
accogliere, con semplicità, come un bambino,
L%VANGELO DIPENDEVA DAL FATTO CHE RIlUTAVA
NELLA FEDE CIÏ CHE POTEVA APPARIRE COME UNA
consolazione, pensando che si trattasse di illusioni31 -E LO DICE CHIARAMENTE NELLA LETTERA AFFERMANDO CHE UN TALE ATTEGGIAMENTO NON Þ SOLO
un bene in sé, ma che si tratta della sua vocazioNE SPECIlCA .ON HO POTUTO RISPONDERE A QUELLA
obiezione, perché la lettera mi è stata recapitata
DOPO LA SUA PARTENZA E IN SEGUITO NON MÞ STATO
più possibile scriverle. Sapevo, fin dai nostri
primi incontri, che la sua posizione comporTAVA IL RIlUTO DI TUTTO CIÏ CHE Þ hCONSOLAZIONEv
credo che sia proprio la parola consolazione che
utilizzava, perché pensava che in questa materia
CI FOSSERO FACILMENTE DELLE ILLUSIONI DELLE DEFORmazioni e delle immaginazioni32.
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Eppure abbiamo più volte riflettuto insieme su questa dottrina, a proposito del merito.
2IlUTAVA LA STESSA IDEA DI MERITO (O VOLUTO
mostrarle che questa dottrina era qualcosa di
bello, perché Dio stesso vuole che ci sia la nostra collaborazione alla sua opera. Le ho citato
la parola «salario», che Gesù utilizza per parlare
della nostra ricompensa nei cieli. Ciò esprime
molto bene il legame esistente tra il nostro imPEGNO E LA RETRIBUZIONE NESSUNA PAROLA PUÏ
ESPRIMERE MEGLIO QUESTO RAPPORTO (O INSISTITO
SULLA TEOLOGIA DEL MERITO .ON SO SE LAVEVO VERAmente convinta: rifiutava di abbracciare questa
idea, rifiutava di pensare che le nostre azioni in
QUESTO MONDO POTESSERO AVERE UN VALORE NELLALtro mondo. Conosceva dunque la dottrina della
#HIESA IN PROPOSITO .ON RICORDO SE IN SEGUITO
sono ritornato a parlare di questo argomento.
Eppure lei ribadisce il suo convincimento nella lettera a Joë Bousquet, quando parla della
MORTE DELLULTIMO ISTANTE DELLA VITA 2IVEDO
ora la questione con occhi nuovi. La lettera a
Bousquet e quella inviata a me sono state scritte
FORSE NELLO STESSO GIORNO Þ UNA COINCIDENZA CHE
attira ancor più la mia attenzione.
Sulla base di questa concezione Simone
rifiuta tutto ciò che concerne la vita dopo la
morte, il mondo di Dio: sembra che ci sia incompatibilità, impossibilità di comunicazione,
CHE TUTTO SIA lNITO NELLULTIMO ISTANTE DELLA VITA
e che di ciò che viene dopo non sappiamo niente33. Penso che questa posizione ha influenzaTO RESO PIÂ DIFlCILE LA SUA COMPRENSIONE DELLA
VERITÍ CRISTIANA 3E NON CÞ ALCUN LEGAME TRA
la nostra vita quaggiù e la vita definitiva con
$IO EVIDENTEMENTE NON CÞ NESSUNA SPERANZA
e questa assenza di speranza potrebbe spiegare
la sua identificazione della virtù stoica e della
VIRTÂ CRISTIANA )N EFFETTI LA VITA CRISTIANA SENZA
speranza non può essere esplicitamente cristiana, essa deve essere colma della speranza che
saremo per sempre con Cristo, ciò che di gran
lunga è la cosa migliore, come dice san Paolo.
Questa assenza di speranza potrebbe spiegare il
SUO IRRIGIDIMENTO IL PREGIUDIZIO CHE FA DA OSTACOLO AL SUO ASCOLTO DELLA TOTALITÍ DELL%VANGELO
Poiché non voleva ascoltare il Signore discorrere della vita ultraterrena, – di cui, è vero, Egli
PARLA CON DISCREZIONE n NON VÞ DUBBIO CHE SU
questo punto almeno, si chiudesse alla verità,
non arrivasse a quella meravigliosa imparzialità, a quella trasparenza, che entrambi desiDERAVAMO PERESSERE VERI DI FRONTE ALLA 6ERITÍ
Il suo amore per la liturgia, le cui preghieRE FANNO CONTINUAMENTE RIFERIMENTO ALLA VITA
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SPECIALE S. WEIL
FUTURA LA SUA STESSA VITA MISTICA MI FANNO PENSARE CHE IN REALTÍ FOSSE UN PO MENO CHIUSA DI
QUANTO NON DIANO A VEDERELE SUEAFFEMAZIONI
Lo spero per lei, perché da questo punto di vista
non potrebbe costituire un modello, in quanto
vi sarebbe una mancanza di docilità alla Verità.
"ISOGNA RICEVERE L%VANGELO COME 'ESÂ CE LO
dona e sapere che ci vuole dare la Vita eterna.
Come dice S. Giovanni: «Saremo simili a Lui
perché lo vedremo così come Egli è».
I testi della grande rivelazione e le riflessioni
sull’esperienza mistica
3IMONE VOLEVA CHE LAMICIZIA PER LEI SI RIVERSASSE SULLE SUE IDEE AFlNCH£ NON ANDASSERO PERdute. Era consapevole di avere un messaggio.
Anche per questa ragione voleva portare a terMINE IL LIBRO SUI MISTICI NEL QUALE SI AFFERMA CHE
Dio è amore. Se nei disegni della Provvidenza
sono stato il primo sacerdote incontrato da
LEI Þ PERCH£ (£LÞNE (ONNORAT HA INTUITO CHE
3IMONE NON POTEVA CHE ESSERE SENSIBILE ALLIDEA
che mi stava maggiormente a cuore, vale a dire
che Dio è Amore.
Era importante che Simone incontrasse un
sacerdote che le parlasse del cristianesimo come
RIVELAZIONE DELLAMORE DI $IO IN #RISTO 'ESÂ
e che di conseguenza il mistero della Chiesa
LE FOSSE PRESENTATO SOPRATTUTTO COME MISTERO
DAMORE E NON SOLO NELLA FORMA DI SOCIETÍ
organizzata.
La realtà più importante è che Dio è amoRE ¥ QUESTO AMORE CHE MI SFORZO DI SERVIRE DA
quando sono sacerdote. Come ricordo nel mio
libro L’heure vient et c’est maintenant34, questa
IDEA HA TRASFORMATO E ISPIRATO TUTTA LA MIA VITA
A partire da questa intuizione ho cominciato
subito a domandarmi: «Perché Dio vuole essere
AMATOw (O CAPITO CHE $IO VUOLE ESSERE AMATO
perché ama, ho capito che il mistero cristiano
consiste in questo, che Dio è amore, amore che
VUOLE DONARSI E ATTIRARCI A ,UI .ON CI CHIAMA
ad un amore di mera conoscenza, ma ad una
vera comunione, ad una vera amicizia con Lui.
Il Signore ci chiede di amarci vicendevolmente
e attraverso questo amore reciproco ci unisce
A ,UI ,AMORE PER IL PROSSIMO PREPARA LAMOre personale, il rapporto da persona a persona
CON $IO !LLAMORE DI $IO SI ARRIVA MEDIANTE
LAMORE PER GLI UOMINI UN AMORE CHE SI PONE
al loro servizio: amare come ama Gesù vuol
DIRE SERVIRE CONDIVIDERE LAMORE DEL 3IGNORE
che ci attira a Lui.
12
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È questa luce che ha tutto cambiato in me,
QUANDO SONO ENTRATO A 3AINT-AXIMIN PER FARmi domenicano. Questa spiritualità ispirava la
mia vita e il mio ministero quando ho incontrato Simone. In quel periodo stavo scrivendo
UN LIBRO SULLAMORE DI $IO UN LIBRO IN QUATTRO
PARTI $IO CI AMA $IO CI FA IL DONO DI AMARLO COME AMARE $IO COME AMARE IL PROSSIMO
Anche la mia tesi di teologia trattava della volontà di Dio di essere amato. Simone ha letto
in parte il libro che stavo scrivendo35 (A LETTO
anche il libro Sous l’égide de Sainte Cathèrine
de Sienne36, che ho scritto nel 1937. Tutta la vita
apostolica di questa terziaria domenicana è una
RISPOSTA ALLAMORE DI $IO ¥ LAMORE DI #RISTO
'ESÂ CHE DEVE ANIMARE LAPOSTOLATO 3IMONE HA
letto anche questo libro e le è piaciuto, come ha
LETTO IL TRATTATO SULLAMORE DI $IO E LA MIA TESI
di teologia. È possibile che abbia trovato nella
MIA RImESSIONE TEOLOGICA LIDEA DI AMICIZIA CON
cui definisce la vita della Trinità, ma non me
LHA DETTO37.
4UTTO CIÏ HA FAVORITO TRA NOI UN VERO DIALOGO PERCH£ AL CUORE DELLESPERIENZA DI 3IMONE
CÞ IL MISTERO DELLAMORE DI $IO %LLA HA COLTO
immediatamente questa verità. È vero, talvolta
ELLA USA ESPRESSIONI ALLAPPARENZA MOLTO ASTRATTE
PER PARLARE DELLAMORE DI $IO MA Þ ANCHE VERO
che spesso lo descrive con parole così personali
CHE SOLO UNESPERIENZA DIRETTA INTIMA DI $IO
può giustificare.
,AMORE DI $IO CHE SI MANIFESTA NELLA COMpassione per il prossimo è il nucleo centrale
della sua esperienza mistica. Si può capire la
dimensione di questo amore attraverso le conlDENZE CHE MI HA FATTO 1UANDO PARLA DEI CONtatti avuti con il cattolicesimo, non li considera
ancora delle esperienze mistiche, anche se essi
LO SONO GIÍ IN QUALCHE MISURA )NFATTI IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DELLA FESTA DI -ARIA
Addolorata in Portogallo, tra i poveri pescatori del luogo, Simone va ben oltre la semplice
PARTECIPAZIONE A UNA CERIMONIA 3I TRATTA DUNA
chiamata diretta, perché in tutta la sua riflessione precedente posiamo scorgere una corrisponDENZA UNA RELAZIONE TRA LA SVENTURA E IL #RISTO
per questo trovandosi tra gli sventurati, tra gli
schiavi, si sente chiamata ad essere con il Cristo
CHE SI Þ FATTO SCHIAVO ED Þ STATO CROCIlSSO !LLO
STESSO MODO IN )TALIA LA FORZA MISTERIOSA CHE LA
costringe a mettersi in ginocchio nella chiesa
di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, è qualcosa di molto più grande di lei. Pur aprendosi
alla Verità, non capisce, rimane in una oscurità che non si esplicita. Qualche tempo dopo,
PROSPETTIVA
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SPECIALE S. WEIL
A 3OLESMES LINTENSITÍ CON CUI PARTECIPA ALLE
CERIMONIE DELLA 3ETTIMANA SANTA LO SFORZO DI
UNIRSI ALLA GIOIA DEL #RISTO NONOSTANTE LA SOFFErenza, la mettono in contatto con una luce che
VIENEDALLALTO 4UTTO QUESTO APRE LA STRADA ALLA
sua grande confidenza, quando racconta che,
recitando una bella poesia di un mistico ingleSE I VERSI IN QUALCHE MODO SI SONO TRASFORMATI
in preghiera, in conttatto con Dio: «Il Cristo è
sceso e mi ha presa».
1UESTO LE HA FATTO SALIRE UN NUOVO GRADINO
3Þ PRODOTTO IN LEI UNA TRASFORMAZIONE CHE Þ
visibile nel modo nuovo di leggere i poeti, la
Scrittura… Soprattutto si avverte in lei un legame personale con il Cristo, il Signore è presente ed agisce in lei. Quando poi durante il
soggiorno da Thibon scopre il Padre nostro, ha
INIZIO UNA NUOVA FASE DI ESPERIENZEMISTICHE
! QUESTO PUNTO OCCORRE FARE ALCUNE RImESSIONI ,A PRIMA RIGUARDA CIÏ CHE AFFERMA LEI STESsa della invasione, della quotidiana presenza
del Cristo durante la recita del Padre nostro:
OGNI VOLTA Þ UNA LUCE DIVINA CHE LAVVOLGE 3I
vorrebbe poter conoscere il contenuto del dialogo interiore, tra Dio e Simone… È possibile,
INDIRETTAMENTE RITROVARNE LECO NEGLI SCRITTI
CHE MI HA VOLUTO LASCIARE ,ESSENZIALE DELLA SUA
esperienza, in uno stile molto bello, si trova nel
grande testo L’amore di Dio e la sventura, per
esempio laddove dice:
$IO HA CREATO PER AMORE PER LAMORE n COMINCIA
il padre Perrin, citando a memoria –. Dio non ha
CREATO NIENTALTRO CHE LAMORE STESSO E I MEZZI DELLAMORE (A CREATO TUTTE LE FORME DELLAMORE (A CREATO
DEGLI ESSERI CAPACI DAMORE A TUTTE LE LATITUDINI POSSIBILI ,UI STESSO SI Þ SPINTO PERCH£ NESSUNALTRO POTEVA
FARLO lNO ALLA DISTANZA MASSIMA LA DISTANZA INlNITA
Questa distanza infinita tra Dio e Dio, lacerazione
SUPREMADOLORE CHE NON HA EGUALEMERAVIGLIA DELLAMORE Þ LA #ROCElSSIONE .IENTE PUÏ SPINGERSI PIÂ
LONTANO DA $IO DI CIÏCHEÞ STATO FATTO MALEDIZIONE
1UESTALACERAZIONE OLTRE LA QUALE LAMORE SUPREMO
STABILISCE IL LEGAME DELLUNIONE SUPEMA RISUONA PERPETUAMENTE NELLUNIVERSO NEL FONDO DEL SILENZIO
COME DUE NOTE DISTINTE E FUSE COME UNARMONIA
pura e lacerante. Questa è la Parola di Dio. Tutta
la creazione non ne è che la vibrazione. Quando la
musica umana nella sua purezza massima penetra
LANIMA Þ QUESTA VIBRAZIONE CHE ASCOLTIAMO PER IL
suo tramite. Quando abbiamo imparato ad ascoltare il silenzio, è questa vibrazione che percepiamo,
distintamente, attraverso di lui38.
Queste espressioni sono la prova di una
MEDITAZIONE PROFONDA DI UNASSIDUA CONTEMplazione del mistero della Croce, e tutto lo
scritto L’amore di Dio e la sventura esprime la
PROSPETTIVA
s0%23/.!s
CONVINZIONE CHE LA #ROCE Þ LESPRESSIONE MASSIMA DELLAMORE DI $IO ¥ IL CONTATTO CON IL #RISTO
crocifisso che produce in lei la compassione,
LAMORE PERILPROSSIMO39.
Penso proprio che la maniera in cui Simone
parla della sventura come via per andare a Dio,
derivi dalla sua esperienza mistica. Quando ha
avuto la rivelazione del Cristo, di cui parla nelle
SUE LETTERE AFFERMA CHIARAMENTE DI AVER CAPITO
che Cristo è Dio e che Dio è Amore. A questo
punto, in qualche maniera, abbandonava il Dio
della ragione, distante, per entrare nella comunione di un Dio totalmente vicino, compiva
UNESPERIENZA TOTALMENTE NUOVA 0ER UMILTÍ
per pudore, non voleva lasciarlo trapelare.
1UANDO PER ESEMPIO AFFERMA CHE $IO LE HA FATTO IL DONO DELLA SVENTURA NELLAMORE LINEFFABILE
dono della sventura, si tratta di una confidenza
che si spinge molto lontano: mai avrebbe voluto lasciarlo indovinare, ai suoi genitori e anche
agli altri. Se si presta attenzione a come descrive
la sventura, come applica a se stessa questa nozione di sventura, non si può non scorgervi un
segreto che vorrebbe tenere nascosto. Senza la
certezza di partire senza speranza di ritorno, mi
dice nella lettera di addio, non mi avrebbe mai
rivelato questa esperienza. Comunque, molti
passaggi di Forme dell’Amore implicito di Dio
E DELLAmore di Dio e la sventura sono la trasposizione appena velata della sua esperienza
MISTICA 1UESTULTIMO TESTO Þ STATO CERTAMENTE
scritto nei mesi di marzo e aprile del 1942, dopo
LILLUMINAZIONE AVUTA A 3AINT-ARCEL PRIMA DI
PARTIRE PER L!MERICA (A CONTINUATO QUESTA RIflessione durante la sosta a Casablanca, per cui
IL TESTO SÞ QUASI RADDOPPIATO ¥ POSSIBILE TOCCARE CON MANO LA SUA FEDE VIVISSIMA NEL #RISTO LA
SUA UNIONE CON $IO #I SONO DELLE AFFERMAZIONI MOLTO FORTI E MOLTO BELLE "ISOGNA LEGGERLO
riandando alla parte della lettera in cui parla
della compassione, che costituisce il culmine
DELLA SUA VITA MISTICA )L FATTO CHE TRA LA PRIMA E
la seconda parte di questo testo abbia scritto a
ME E A *OÔ "OUSQUET DOVREBBE FAR RImETTERE SI
TRATTA DELLA STESSA ESPERIENZA DI CUI OFFRE DIVERSE
APPLICAZIONI MOLTO BELLEEMOLTO PROFONDE40.
A proposito della preghiera
Devo precisare che curiosamente non abbiamo parlato in maniera esplicita della preghiera, anzi a questo proposito, fin dal princiPIO SÞ STABILITO FRA NOI UNA SORTA DI MALINTESO
0OICH£ ERO CONVINTO CHELA FEDE COMPORTA UNA
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13
SPECIALE S. WEIL
relazione da persona a persona con il Cristo,
tutte le volte che incontravo dei non-credenti
di qualsiasi tipo o dei non praticanti che ritorNAVANO ALLA FEDE MI PREOCCUPAVO DI MOSTRARE
LORO CHE NON SI CERCA LA FEDE COME SI CERCA UNIdea, solo con lo studio dei testi ecc., tutto ciò è
UTILEMAINSUFlCIENTE -I SFORZAVO E MI SFORZO
DI FAR LORO CAPIRE CHE LA SCOPERTA DELLA VERITÍ SI
TRASFORMA IN UNA RELAZIONE DA PERSONA A PERsona con il Signore: ciò implica naturalmente
la preghiera e la preghiera aumenta in ragione
della luce ricevuta.
Per questo, quando ho visto Simone così attratta dal Cristo, le ho immediatamente
DOMANDATO SE PREGAVA ,EI MI HA RISPOSTO AFFERMATIVAMENTE ED ALLORA SULLA BASE DELLA MIA
esperienza mi son detto: presto arriverà alla
pienezza, non ho alcun motivo di inquietarmi,
è sulla buona strada. Simone si è resa conto di
non potermi dire subito la verità, perché era già
stata illuminata dal Signore, il suo pensiero si
trovava già totalmente rivolto a Lui, ma tutto
questo si era avverato prima che lei osasse rivolgersi a Lui nella preghiera. Successivamente mi
HA SCRITTO DI AVERMI RISPOSTO AFFERMATIVAMENTE
perché altrimenti non avrei capito, non avrei
AFFERRATO LA SUA SITUAZIONE DAVVERO PARADOSSALE
Era dunque in contatto con Dio senza osare
PARLAR'LI SENZA RIVOLGERSI A ,UI ERA IN UNO
STATO DI MEDITAZIONE DI CONTEMPLAZIONE FORSE
anche di adorazione, il suo contatto era molTO PROFONDO SENZA CHE TUTTO CIÏ SI TRADUCESSE
esplicitamente in preghiera. Si è resa conto che
poteva indurmi in errore, per questo quando è
partita ha voluto spiegarmi come recitando il
Padre nostro $IO STESSO LAVEVA PRESA PER MANO
4RADUCENDONE IL TESTO Þ RIMASTA AFFASCINATA DALla bellezza delle parole. Solo ripetendolo, dopo
aver deciso di impararlo a memoria, il Signore
SI Þ FATTO PRESENTE IN LEI E IN QUEL MOMENTO HA
scoperto la preghiera.
)N SEGUITO TUTTI I GIORNI HA RIPETUTO QUELLEsperienza. Solo quando mi ha confidato la singolarità del suo caso, ho capito perché in un
primo tempo mi aveva detto, a torto, che preGAVA 1UESTA Þ LA PROVA DI QUANTO FOSSE LONTANA
DALLA IMMEDIATEZZA DELLA FEDE CRISTIANA PERCH£
non solo i cristiani, ma perfino i personaggi
delle tragedie greche, pregano, eppure Simone
non aveva mai pensato di avere lo stesso comPORTAMENTO !VEVA UNA CERTEZZA NELLANIMA CHE
la illuminava totalmente, e tuttavia non arrivava, non osava rivolgersi con delle parole a Dio,
compiere una cosa che per noi è totalmente
SPONTANEA NELLA VITA CRISTIANA lN DALLINFANZIA
14
N. 85/13
si impara a parlare a Dio. Questo mi sembra
MOLTO IMPORTANTE PERCH£ LESPERIENZA DI 3AINT
-ARCEL SEGNA UN PROGRESSO UNA FASE NUOVA NELla sua relazione con Dio. Successivamente, duRANTE LINVERNO HA FATTO LA SCOPERTA
della presenza eucaristica. Questa è la prova che
NON SI TRATTA DI UNA COSTRUZIONE DELLIMMAGINAZIONE DI 3IMONE MA DELLINIZIATIVA DI $IO
della reale presenza di Cristo in lei, presenza che
SÞ FATTA ANCORA PIÂ INTENSA DOPO 3AINT-ARCEL
.EL DOPO IL SOGGIORNO A 3OLESMES QUANdo ha cominciato a ripetere i versi di un poeta inglese, credeva semplicemente di recitare
un bel poema, ma si trattava di una preghiera
IMPLICITA E QUELLE PAROLE SI SON TRASFORMATE IN
una vera preghiera solo più tardi41. Per capire
LESPERIENZA DI 3IMONE OCCORRE TENERE CONTO DI
questo lungo cammino.
Un’avventura incompiuta
.ELLE RImESSIONI NEGLI SCRITTI DI 3IMONE CI
sono dei punti discutibili, permangono delle
questioni aperte: sui sacramenti, per esempio,
sul ruolo della Chiesa, ecc… Alcuni dei problemi da lei sollevati sono stati ripresi e discussi
DAI TEOLOGI ,A TEOLOGIA HA FATTO INDUBBIAMENTE
dei progressi. Simone ha dato prova di una cerTA CHIAROVEGGENZA TUTTAVIA LESSENZIALE DELLA SUA
TESTIMONIANZA NON STA QUI IL CUORE IL CENTRO
ciò su cui occorre insistere è la sua eccezionale
esperienza del Cristo, la sua esperienza mistica. Quello che sento di dover testimoniare è la
certezza che ha ricevuto, la certezza di Cristo
FATTO UOMO SALVATORE DI OGNI UOMO )N QUESTO
la sua esperienza è veramente cristiana: questa
Þ LAFEDE
Per il resto, giudicare e presentare la Chiesa
sulla base del comportamento dei pochi cristiani che aveva potuto conoscere costituisce il
LIMITE DI 3IMONE !FFERMARE DI AVER INCONTRATO
solo cinque o sei veri cristiani, quando aveva
AVUTO POCHISSIMI CONTATTI CON LAMBIENTE CATTOLICO Þ VERAMENTE TEMERARIO ¥ IL SUO DIFETTO
di generalizzare, di assolutizzare, non si può
non riconoscerlo. Ammirevole nel suo amore
della Verità, ella è talvolta preda di illusioni e di
pregiudizi, senza rendersene conto.
Il problema del ruolo della Chiesa nella
salvezza degli uomini deve essere comunque
AFFRONTATO E BISOGNA CAPIRE PERCH£ SI SENTIVA
COSÖ URTATA DALLUSO CHE LA #HIESA HA FATTO NEI
#ONCILI DELLA FORMULA anathema sit ! QUELLEpoca la consideravo piuttosto una clausola
PROSPETTIVA
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SPECIALE S. WEIL
stilistica, riservata solo agli errori che si opponevano direttamente al dogma. La critica di
Simone mi ha indotto a studiare e a riprendere
LA QUESTIONE 3ONO CONVINTO CHE QUESTA FORMULA
è stata spesso usata per punti della dottrina che
NON SONO CENTRALI PER LESPRESSIONE DELLA FEDE
Þ DIVENTATA UNABITUDINE RICORRERVI PER CONdannare qualsiasi opinione contraria. Credo
che la critica di Simone abbia colpito anche
Giovanni XXIII probabilmente ha contribuenDO ALLA SOPPRESSIONE DI TALE FORMULA -A GIÍ
0IO 8)) NON LUTILIZZA PIÂ NELLA PROCLAMAZIONE
DEL DOGMA DELL!SSUNZIONE NON CI SONO PIÂ
anatemi contro i negatori, come invece era
ANCORA AVVENUTO NELLA DElNIZIONE DELL)MMAcolata Concezione. Giovanni XXIII, che aveva
letto le lettere di Simone, non ha usato l’anathema sit nei documenti e nelle dichiarazioni
del Concilio Vaticano II. Purtroppo non è stata
RITROVATA LA LETTERA DEL #ARD 2ONCALLI ALLA FAmiglia di Simone, che potrebbe illuminarci su
questo punto.
,A NOVITÍ DELLULTIMO #ONCILIO CONSISTE NEL
FATTO CHE LA #HIESA NON MOSTRA SOLO PREOCCUpazione per i singoli ma anche vera attenzione
PER LE ALTRE RELIGIONI 1UESTO Þ DAVVERO NUOVO IL
MODO DI PARLARE DELL)SLAM DEL 'IUDAISMO MA
anche delle altre religioni è veramente molto
diverso rispetto al passato: vi traspare la convinzione che Dio agisce attraverso di loro.
Ma occorre andare più avanti e riconoscere
che il pensiero di Simone è ancora più radicale in proposito. È singolare per me costatare
che Simone, pur riconoscendo che su questo
PROBLEMA MI TROVAVO TEORICAMENTE DACCORDO
con lei, poi mi rimproverasse di non essere abbastanza attento nella pratica a tutto ciò che
STAVA FUORI DELLA #HIESA ! PROPOSITO DEI DUE
casi specifici che mi contesta nella lettera VI,
non cerco di giustificarmi, di domandarmi se
AVEVO RAGIONE PENSO CHE QUANTO ALLATTENZIONE
MI TROVAVO DACCORDO CON 3IMONE42.
Conversazione conclusiva
Occorre, dunque, dopo aver mostrato la
grandezza di ciò che la Grazia può compiere
IN UNANIMA ANCHE AL DI FUORI DELLA #HIESA NON
aver timore di riconoscere, di sottolineare il suo
IRRIGIDIMENTO IL SUO RIlUTO DELLA VITA FUTURA
DELLA VITA NELLALTRO MONDO /CCORRE FARLO PERCH£ QUESTO SUO ATTEGGIAMENTO FALSA UN PO LA
SUA CONCEZIONE DELLA FEDE CRISTIANA 3IMONE
non distingue tra virtù cristiana e virtù stoica,
PROSPETTIVA
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E QUESTO SI SPIEGA COL FATTO CHE IN LEI LA VIRTÂ
teologale della speranza sembra essere assente.
.ELLA SUA CONCEZIONE TROVIAMO TUTTO QUELLO CHE
RIGUARDA LA NOSTRA VITA IN QUESTO MONDO .ELLA
contemplazione della bellezza del mondo ella
entra in comunione con Dio, è attratta dal suo
AMORE SUBISCE PERlNO LA SEDUZIONE DELL%UCARIstia. E a questo proposito, bisogna riconoscerlo,
va ben oltre la semplice adesione ad un dogMA NELLA SUA FORMA CATTOLICA PER LEI SI TRATTA
DI UN MODO DESSERE DI UN MODO DI VIVERE )N
proposito è molto importante vedere come
presenta a Maurice Schumann la «teoria dei
Sacramenti»43 ,5LTIMO TESTO CHE CONTIENE LA
SUA PROFESSIONE DI FEDE NON CREDO CHE AGGIUNGA
qualcosa di essenziale. La sua posizione rispetto
AL BATTESIMO PERMANE LA STESSA AFFERMA CHE PER
poterlo accogliere è necessario che la Chiesa
PROCLAMI ESPLICITAMENTE DAVER CAMBIATO PARERE
sui punti criticati del suo insegnamento44.
In realtà, le cose sono andate diversamente:
ha chiesto il battesimo alla sua amica e poi soprattutto è morta dormendo, come se il Signore
non avesse voluto apporre un ultimo sigillo alla
concezione eroica, ma senza speranza, che aveVA DELLA MORTE #ONFESSO CHE QUESTO IN QUALCHE
modo mi sembra una smentita di quello che
pensava. Viveva, pensava che la sua vocazione
DOVESSE REALIZZARSI NELLISTANTE DELLA MORTE E
poi, ecco, che al posto di morire nella condizione, nel modo che desiderava, si addormenta…,
il Signore la prende mentre dorme. In un certo
senso, ciò mi sembra una smentita.
,ASPETTO INCOMPLETO DELLA SUA OPERA DERIVA
proprio questo rifiuto, per così dire, del disegno di Dio. Gesù ha voluto che la promessa
DELLA VITA ETERNA FOSSE UN ELEMENTO ESSENZIALE
DELLA FEDE NOI ADERIAMO A ,UI NEL TEMPO E PER
LETERNITÍ 3IMONE SI FERMAVA AL TEMPO MA IL
3IGNORE NON HA CONFERMATO LA SUA IDEA DELLA
morte, non ha accettato di limitare a ciò la sua
vocazione. A proposito della Risurrezione, nella
Lettera a un religioso 3IMONE AFFERMA DI NON
AVERNE BISOGNO COME PROVA DELLA FEDE DICE
i.ON Þ LA 2ISURREZIONE CHE MI FA CREDERE MA
la Croce»45. Ciò non di meno la Risurrezione
Þ LA REALTÍ LA SOSTANZA STESSA DELLA FEDE .ON
VÞ DUBBIO CHE QUESTO NASCESSE DAL FATTO CHE
NON AMMETTEVA NELLA FEDE ALCUN ELEMENTO DI
CONSOLAZIONE ALCUN MOTIVO DI INTERESSE .ON
accettava di cercare la consolazione, né la speranza46. Ma non è questo che il Signore ha
VOLUTO %GLI CI HA FATTO UNA PROMESSA LA PIÂ
bella promessa è questa: «Entra nella gioia del
tuo Signore!». Questo è ciò che attendiamo. So
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15
SPECIALE S. WEIL
che la mia vita, ad un certo momento comporterà questo invito: «Entra nella gioia del
tuo Signore!»47. È san Matteo che lo dice nella
PARABOLA DEI TALENTI 3IMONE NON CÞ DUBBIO
presenta questa lacuna, contro questa lacuna
HO LOTTATO INVANO #INQUANTANNI DOPO VEDO TUTTA LIMPORTANZA CHE HA PER ME LATTESA
DELLAURORA48. Ciò che caratterizza ora i miei
ANNI Þ PROPRIO Lattesa dell’aurora. Rileggendo
in questi giorni gli scritti e le lettere di Simone
HO SENTITO MOLTO ACUTAMENTE LINCONVENIENTE IL
LIMITE DELLA SUA CONCEZIONE !LLETÍ IN CUI SONO
giunto sento di dover testimoniare soprattutto
la gioia contenuta nel mistero di Cristo. È una
RISPOSTA A 3IMONE CINQUANTANNI DOPO IN ATTESA DI RITROVARLA CONFESSO NON AVER MAI SENTITO
COSÖ FORTEMENTE IL SUO RIlUTO 6OGLIO DIRE TUTTO
il mio cruccio in questo momento in cui sono
IN PROSSIMITÍ DELLAURORA ORA CHE SONO ABITATO
DALLAURORA
3BAGLIANO COLORO CHE VOGLIONO FARE DI
Simone una specie di dottore della Chiesa: lei
stessa aveva coscienza della sua incompiutezZA % QUESTO A FRONTE DI TUTTE LE MERAVIGLIE CHE
HA SAPUTO DIRE SULLAMORE DI $IO E SULLA COMpassione per il prossimo, per gli sventurati. È
veramente misteriosa la nostra Simone!
Nella verità di Dio
Alla fine di queste conversazioni, un pensiero si impone al mio spirito, e sento di non
doverlo tacere, sia per amicizia verso Simone
che per onestà verso il nostro lettore.
(O DUNQUE LETTO E MEDITATO ANCORA UNA
volta la lettera autobiografica, che rimane una
DELLE PIÂ BELLE MANIFESTAZIONI DI AMICIZIA CHE HO
ricevuto durante la mia vita. Questa lettera ha
accresciuto la mia ammirazione per Simone: la
NOSTRA AMICIZIA Þ VERAMENTE COMUNIONE CON LAmore che Dio ha per ciascuno di noi, un amore
che va fino alla fine (Gv. 13,1), fino alla Croce
E ALL%UCARISTIA -A ECCO lN DALLINIZIO ELLA MI
diceva il suo assoluto rifiuto di pensare alla vita
FUTURA .E AVEVAMO PARLATO PIÂ DUNA VOLTA MA
ella aveva mantenuto questa posizione che considerava come la sua vocazione specifica.
)L #RISTO HA PROCLAMATO LABBONDANZA DELLA
RICOMPENSA CHE CI ATTENDE NEI CIELI (A DETTO
ai suoi che partiva per preparare loro un posto
nella casa del Padre, perché potessero abitarvi
con Lui (Gv., 14, 2).
Oggi, a novantatre anni, ciò che predomiNA IN ME Þ DUNQUE LATTESA DELLAURORA ORMAI
16
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prossima, la quale comporta il mio ingresso
nella gioia del Signore. Questa situazione mi
FA SENTIRE IN MANIERA PIÂ VIVA CHE MAI IL LIMITE
presente nella posizione assunta da Simone.
.ON HO ALCUNA INTENZIONE DI MUOVERLE UN
rimprovero, poiché un cristiano deve piuttosto
CHIEDERSI COME HA PRESENTATO LA "UONA .OVELLA
La speranza cristiana, tuttavia, dice che ci inCONTREREMO ANCHE SE NON CONOSCIAMO NULLA
della realtà di questo incontro, sappiamo che
esso avverrà nella verità di Dio.
NOTE
1
Simone Weil incontra per la prima volta il padre
Perrin nel giugno del 1941, al suo rientro dal Sahara doVE AVEVA PREDICATO GLI ESERCIZI SPIRITUALI AI 0ICCOLI FRATELLI
del padre Foucauld. Sulla scorta di una sua breve lettera,
ritrovata tra le carte di Simone Weil, il padre ha potuto
precisare che si trattava precisamente del sabato 7 giugno
ALLE ORE CFR Mon dialogue avec Simone Weil, op. cit., p.
E SSGG ,A RAGIONE IMMEDIATA E PRATICA DELLINCONTRO Þ LA
possibilità che il giovane domenicano, già impegnato nel
SOCCORSO AGLI EBREI IN DIFlCOLTÍ LAIUTI NELLA REALIZZAZIONE
DEL SUO PROGETTO DI COMPIERE UNESPERIENZA DI LAVORO AGRICOLO (£LÞNE (ONNORAT LAMICA CHE HA FATTO DA TRAMITE
collaboratrice del padre Perrin nelle attività di assistenza
spirituale agli universitari, in realtà già da qualche tempo
è al corrente della ricerca religiosa di Simone Weil ed è
convinta che il giovane domenicano sia la persona più
idonea ad aiutarla.
2 Solange Beaumier (21 maggio 1911- 13 gennaio
1980), collaboratrice e solerte segretaria del padre Perrin,
viveva in quel periodo in una casa della rue Paradis, vicina
al convento dei Domenicani, dove Simone Weil, divenTATALE AMICA Þ A LEI TRA LALTRO CHE INDIRIZZA LA 6 LETTERA
contenuta in Attente de Dieu AVEVA LABITUDINE DI RITROvarsi con il padre Perrin e dove ha anche scritto alcuni
DEI SUOI GRANDI TESTI CFR IL RICORDO CHE I i#37w LE HANNO
consacrato sul numero di giugno del 1980, pp. 158-160.
3 Sono i due stupendi saggi, L’amour de Dieu et le
malheur e Formes de l’amour implicite de Dieu CHE FANNO
seguito alle lettere in Attente de Dieu. A proposito delle
lettere il padre Perrin mi ha scritto ancora recentemente:
i#ARATTERISTICA DELLAMICIZIA Þ LA PERFETTA TRASPARENZA LA
comunione totale che esclude ogni segreto, ogni atteggiamento chiuso. Per tutti gli altri si è un personaggio,
UNAPPARENZA PER LAMICO SI Þ SE STESSI PER QUESTO NULLA
è più importante, nulla più illuminante per conoscere
QUALCUNO DELLE SUE LETTEREALLAMICO
È con questo pensiero che bisogna avvicinare le lettere
che mi ha scritto Simone Weil, in particolare le ultime tre,
la quarta, la quinta e la sesta di Attente de Dieu )L FATTO CHE
SIANO INDIRIZZATE A UN PRETE NON NE DIMINUISCE LIMPORTANZA DAL MOMENTO CHE SI TRATTA DUNA VERA AMICIZIA ,E SI
scoprirà dopo di me. In questo momento, mi accontento
di ricordare che si tratta di lettere a un amico, al quale
PROSPETTIVA
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SPECIALE S. WEIL
PERTANTO SI AUGURA TUTTO IL BENE POSSIBILE E NEI CONFRONTI
DEL QUALE SI VUOLE LA PIÂ PERFETTA TRASPARENZA ,E COSE CHE
mi dice a proposito della presa da parte del Cristo, delLA SEDUZIONE PER L%UCARISTIA DELLA SUA ESPERIENZA DELLA
misericordia divina vanno prese come delle confidenze
amichevoli che parlano di realtà vissute» (Lettera del 14
settembre 1997).
4 Qui di seguito riporto soprattutto la parte centrale
delle nostre conversazioni, ma è ovvio che tutte le pagine
di questo volume ne hanno direttamente o indirettamente
tenuto conto.
5 5N MATTINO AD ESEMPIO HA INTERROTTO BRUSCAMENTE
LA CONVERSAZIONE PER COMUNICARE TELEFONICAMENTE A UN
CONFRATELLO IL PADRE !LAIN "IROU TEOLOGO STUDIOSO DEL
PENSIERO DI 3IMONE 7EIL IL SUO STUPORE DI FRONTE ALLA AFFERMAZIONE CONTENUTA NELLA LETTERA CITATA A *OÔ "OUSQUET
-A NEPPURE LE PAROLE DEL CONFRATELLO MENO STUPITO DI
una simile posizione, ricorrente nei Quaderni e da inTERPRETARSI NON COMEUNRIlUTO DELLAL DILÍQUANTO PIUTTOSTO DEL CONTENUTO CONSOLATORIO DELLA FEDE SONO VALSE A
tranquillizzarlo.
6 .ELLA LETTERA CON LA QUALE lSSAVA IL PRIMO APPUNTAMENTOLEAVEVAINFATTISCRITTO i-OLTOVOLENTIERI LAIUTERÏ
A REALIZZARE IL SUO PROGETTO ;DI LAVORARE COME CONTADINA=
,A SUA AMICA ;(£LÞNE (ONNORAT= LE AVRÍ PROBABILMENTE
parlato del mio amore per Israele e le sue sventure attuali
non possono che aumentare il mio desiderio di servirlo»
(Lettera del 3 giugno 1941, in Mon dialogue…, cit. p. 64).
7 h#LAIRIÞREv CHE IN FRANCESE SIGNIlCA hRADURAv LUOGO
di incontro in un bosco, allude evidentemente allo sprito
DELLINIZIATIVA
8 ,ACCENNO ALLA VOCAZIONE DA METTERE IN RAPPORTO CON
LE NUOVE FORME DI VITA RELIGIOSA AVVIATE DAL PADRE 0ERRIN IN
quegli anni, può essere illuminato da questa annotazione:
i5N ORDINE RELIGIOSO SENZA ABITO N£ SEGNO DISTINTIVO FORmato da uomini e donne (impegnati dal voto implicito,
piuttosto che esplicito, di povertà castità e obbedienza
nei limiti compatibili con gli ordini ricevuti attraverso
LINTERMEDIARIO DELLA COSCIENZA A CUI FOSSE IMPARTITA LA
più alta cultura estetica, filosofica, teologica, e che in seguito discendessero per degli anni, astenendosi da ogni
pratica religiosa appena le circostanze lo richiedano, nelle
PRIGIONI COME CRIMINALI NELLE OFlCINE COME OPERAI NEI
campi come contadini e così via» (III, p. 45, sottolineato
NELLORIGINALE
9 #F IN PROPOSITO Simone Weil et sa recherche profonde,
in «CSW», n. 3, settembre 1989, pp. 203-209. Il padre
0ERRIN HA FATTO IN MODO CHE AVESSI TRA LE MANI LE MANI
LESEMPLARE DI 3IMONE 7EIL CONSERVATO ORA NELLA "IBLIOTECA
del convento di Marsiglia.
10 Simone Weil, nelle rare occasioni in cui ne parla,
sottolinea la totale gratuità del suo primo contatto con
il divino di tipo mistico, avvenuto dopo il soggiorno a
Solesmes durante la settimana santa del 1938, in un peRIODO IN CUI SOFFRIVA DELLE FORTI EMICRANIE !L PARI DEGLI
altri due contatti con il cristianesimo già ricordati, anche questo avviene in un contesto di cerimonie religiose,
MA ANCORA AL DI FUORI DI UN VERO RAPPORTO DI ORAZIONE
di preghiera personale. Questo primo contatto mistico
CON IL DIVINO ESPLICITAMENTE CON IL #RISTO 5OMO$IO SI
PROSPETTIVA
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produce repentinamente in una situazione che si potrebbe
dire di tipo estetico, mentre ripete a memoria la poeSIA !MORE DEL POETA METAlSICO INGLESE 'EORGE (ERBERT
(1593-1633), conosciuto attraverso un giovane inglese
a Solesmes: «Spesso, nel momento culminante delle mie
violenti crisi di emicrania, mi sono esercitata a recitarla
(la poesia Amore) applicandovi tutta la mia attenzione e
ADERENDO CON TUTTA LANIMA ALLA TENEREZZA DI CUI Þ COLMA
Credevo di recitarla solo come una bella poesia ma, a mia
INSAPUTA QUESTA RECITAZIONE AVEVA LA VIRTÂ DUNA PREGHIEra. È stato durante una di queste recitazioni, che, come le
ho scritto, Cristo stesso è disceso e mi ha presa» (Lettera
IV, in AD, p. 76).
11 Il padre Perrin ha ragione di ricordare qui il solo
e misterioso scritto che può essere, che deve essere interpretato come la trasposizione nella lingua allegorica
dei mistici della sua esperienza del divino. Il Prologo o
Principio del libro, di cui possediamo tre manoscritti, i
due primi identici, il terzo con numerose correzioni, doveVA COSTITUIRE NELLINTENZIONE DI 3IMONE 7EIL PIÂ CHE UNINtroduzione, un orientamento interpretativo, del libro che
voleva scrivere e di cui ci sono rimasti nella Connaissaance
surnaturelle e negli altri Cahiers, «una massa non ordinata
DI FRAMMENTIw .EL 0ROLOGO ELLA CONDENSA IN UN SOLO TESTO
LINSIEME DELLA SUA ESPERIENZA MISTICA E LE TAPPE DEL SUO
itinerario, a partire dal contatto con il divino ad Assisi
fino al momento della sua stesura. Pur ispirandosi, al
poema AmoreDI 'EORGE(ERBERT NELQUALEÞEVIDENTE LA
TRADUZIONE DELLESPERIENZA MISTICA NELLA SUA DIMENSIONE
unitiva, gioiosa, amorosa, mentre, nel Prologo Simone
7EIL DESCRIVE SOPRATTUTTO IL PASSAGGIO DALLUNIONE MISTICA
ALLA NOTTE OSCURA DALLESPERIENZA FUGGITIVA DELLA GIOIA ALLO
STABILIRSI DElNITIVO NELLA SVENTURA !NCHE SE NON PUÏ FARE
MENO DI PENSARE NEL SUO INTIMO CHE L%SSERE MISTERIOSO
CHE LE SI Þ SVELATO PER UN MOMENTO NELLA SOFlTTA FACENDOLE
GUSTARE IL SAPORE VERO DEL PANE E DEL VINO IN FONDO LAMA
SA CHE LA SUA VOCAZIONE Þ DI RIMANERE NELLASSENZA NEL
vuoto. Riflettendo su ciò che va sperimentando, annota:
i.OTTE OSCURA )N OGNI COSA SOLO CIÏ CHE CI VIENE DAL DI
FUORI GRATUITAMENTE DI SORPRESA COME UN DONO DELLA SORte, senza averlo cercato, è gioia pura. Parallelamente, il
BENE REALE NON PUÏ VENIRE CHE DAL DI FUORI MAI DAL NOSTRO
SFORZO .ON POSSIAMO MAI IN ALCUN CASO FABBRICARE QUALCOSA CHE SIA MIGLIORE DI NOI $UNQUE LO SFORZO REALMENTE
TESO VERSO IL BENE DEVE FALLIRE Þ SOLO DOPO UNA TENSIONE
lunga e sterile in cui si finisce col disperare, quando non
CI SI ATTENDE PIÂ NIENTE CHE DAL DI FUORI DONO GRATUITO
MERAVIGLIOSA SORPRESA VIENE IL DONO 1UESTO SFORZO HA
DISTRUTTO UNA PARTE DELLA FALSA PIENEZZA CHE Þ IN NOI )L
vuoto divino più pieno della pienezza è venuto a installarsi
in noi» (Quaderni, III, p. 238).
12 Il versetto del Prologo del Vangelo di Giovanni (v.
A CUI SI RIFERISCE IL PADRE 0ERRIN Þ SPESSO RIPRESO E COMmentato da Simone Weil, la quale propone nei Quaderni
una traduzione-interpretazione che illumina il suo modo
di concepire il rapporto tra natura e grazia stabilendo
UNA CONTINUITÍ TRA LORDINE NATURALE E QUELLO SOPRANNAturale: «Il Verbo è la luce che viene con ogni uomo (II, p.
ih,A PAROLA DI $IO Þ COME UN SEMExv ,A PAROLA
si tratta del Verbo, la luce che nasce con ogni uomo» (III,
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SPECIALE S. WEIL
P i)L SEME CHE CADE IN TERRA !NCORA UN PARAGONE
TRA IL 6ERBO E IL SEME h,A LUCE CHE NASCE CON OGNI UOMOv
Ogni terra riceve questo seme (Ibidem, pp. 306-307). Il
FATTO CHE LINTERPRETAZIONE DI QUESTO VERSETTO GIOVANNEO
ritorni nella Lettera a un religioso CF N PP Þ
LA PROVA DELLIMPORTANZA CHE HA AVUTO IL DIALOGO CON IL
padre Perrin nello stimolarla a riflettere sul proprio caso
– la questione del suo battesimo – in una prospettiva di
salvezza universale, ipotizzando rivelazioni molteplici e
successive, riservate, con modalità diverse, ad ogni uomo,
dal momento che ognuno viene nel mondo portando in
sé la luce, il seme soprannaturale della grazia.
13 Lettera IV, in AD, pp. 78-79. Questa lettera è interamente riportata nel capitolo Le parole della camera nuziale,
PP .ELLE RIGHE EVIDENZIATE IN CORSIVO E NEL PASSAGGIO ANALOGO
della lettera a Joë Bousquet, si possono rinvenire i tratti
TIPICI DELLESPERIENZA MISTICA DELLA CUI ESISTENZA PERÏ Þ GArante solo chi la esperisce. In senso specifico – scrive Leszek
+OLAKOWSKI n iUNESPERIENZA Þ MISTICA SE LA PERSONA CHE LA FA
sente di essere in contatto diretto con Dio (non importa se
Dio è chiaramente e vividamente sperimentato come una
PRESENZA PERSONALE O PIUTTOSTO COME LINDElNIBILE FONDAmento spirituale di ogni essere. Questo contatto è di solito
– per lo meno tra i mistici cristiani e islamici – permeato
dal più intenso amore e accomunato al vivo desiderio sia
DI CONSEGUIRE UNA UNIONE PERFETTA CON $IO SIA DI DISSOLVERE
LA PROPRIA PERSONALITÍ NELLOCEANO SCONlNATO DEL DIVINO O
alla sensazione che si sia temporaneamente conseguita tale unione» (Se Dio non esiste, il Mulino, Bologna 1997, in
part. il capitolo Il Dio dei mistici: l’Eros nella religione, pp.
89-137, cit. p. 89). Marie-Madeleine Davy, studiosa di miSTICA E DI 3IMONE 7EIL NELLA SUA PREFAZIONE ALLA Encyclopédie
des mystiques (4 vol., Payot, Parigi, pp. VI-XXIX) ricorre ad
ESPRESSIONI DI 3IMONE 7EIL PER DELINEARE LE TAPPE DELLITINErario mistico (solitudine, preghiera, silenzio, ascolto, ascesi
COME VIA ALLAMORE DECREAZIONE DELLIO PER LASCIAR SPAZIO
alla discesa di Dio, attesa…) e le riserva poi un posto di
PRIVILEGIO ACCANTO A DUE SOLI ALTRI MISTICI DELLEPOCA CONTEMPORANEA 3šREN +IERKEGARD E .ICOLAS "ERDIAEV CFR IL CAPITOLO
La mystique du monde nouveau VOL )) PP .ON
Þ IL CASO DI SOFFERMARCI SULLA FENOMENOLOGIA DELLESPERIENZA
mistica, ma val pena sottolineare che Simone Weil stessa
CI FORNISCE COME SI VEDRÍ ANCHE PIÂ AVANTI IL CRITERIO PER
VERIlCARNE LAUTENTICITÍ i,ALBERO SI RICONOSCE DAI FRUTTIx
,A FOLLIA DAMORE QUANDOAFFERRAUN ESSERE UMANOTRASFORMA COMPLETAMENTE LE MODALITÍ DELLAGIRE E DEL PENSAREw
(Quaderni )6 P ,A DIMENSIONE PROFONDA DELLA MISTICA
iÞ LAVERITÍ TRASFORMATA IN VITAw
14 )L TEMA DELLADESIONE ALLA #HIESA RICORDA IL PADRE
Perrin, è stato abbordato fin dal primo incontro, e Simone
7EIL VI ACCENNA INFATTI IN UNA DELLE PRIME LETTERE NON CONservate, alla quale egli risponde brevemente il 26 settembre 1941 in questi termini: «Penso come lei che bisogna
aderire alla Chiesa solo quando se ne avverte in coscienza
LOBBLIGOw Mon dialogue avec Simone Weil, op. cit., p. 71).
15 ! PROPOSITO DI UNA POSSIBILE AFlNITÍ TRA LA CRISTOlogia di Simone Weil e quella elaborata da Teilhard de
#HARDIN CF 'UGLIELMO &ORNI *UDAÆSME ET CHRISTIANISME
L’essai d’une nouvelle christologie, in «CSW», n. 3, settembre 1995, pp. 241-256.
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16 Si tratta di Marco 16, 16: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e
sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato», che Simone Weil interpreta sia in relazione al
Verbo che in relazione al Cristo storico in alcuni passaggi
dei Quaderni COME QUESTO AD ESEMPIO ih#HI CREDE IN
ME xv E COSE DI QUESTO GENERE NEL 6ANGELO PUÏ ESSERE
interpretato in due modi. Innanzitutto del Verbo: non si
va al Padre che mediante il Verbo, la luce nata con ogni
uomo, e questo è vero sempre, per tutti gli uomini, senza
alcuna eccezione. (Ma questo non esige che si dia un nome
AL 6ERBO FORSE NEPPURE A $IO QUESTO RAPPORTO SI ESPRIME
IN MODO DIFFERENTE IN DIFFERENTI LINGUAGGI O SENZA LINGUAGGIO 1UINDI DELLUOMO CHE ERA O #RISTOS ;IL #RISTO=
CHIUNQUE LHA CONOSCIUTO IN CARNE SULLA TERRA E LHA UDITO
chiunque ha letto le sue parole nel testo dei Vangeli, e non
HA PENSATO hQUESTO VIENE DA $IO NON HA IL DISCERNIMENTO
DELLE COSE SANTEv -A SI TRATTA UNICAMENTE DEL DISCERNIMENTO DI UNISPIRAZIONE DIVINA NON DELLA NATURA PARTICOLARE DI
TALE ISPIRAZIONE 1UANTO AL LEGAME DIDENTITÍ TRA IL 6ERBO E
QUESTUOMO NULLA INDICA CHE LAFFERMAZIONE DI UN SIMILE
legame sia una condizione della salvezza, sarebbe una cosa
assurda» (Quaderni, II, p. 177).
17 )L PADRE 0ERRIN SI RIFERISCE QUI PROBABILMENTE ALLE
LEZIONI DI #HARLES 'UIGNEBERT CFR IL PRIMO CAPITOLO P LE
cui idee si ritrovano nel suo Jésus, pubblicato nel 1933 (La
Renaissance du Livre 0ARIGI ¥ TUTTAVIA DIFlCILE SCORRENDO
le pagine di questo libro, ripubblicato nel 1969 da Albin
Michel, capire la critica del padre, perché lo studioso delle
origini del cristianesimo si tiene a eguale distanza sia dalla
interpretazione razionalista o modernista che da quella
lDEISTA ) RICORDI DEL PADRE 0ERRIN SU 'UIGNEBERT SI RIFANNO
AL MAGISTERO DEL PADRE ,AGRANGE IL DOMENICANO FONDATORE
della Scuola biblica di Gerusalemme. In realtà la lettura
della Scrittura da parte di Simone Weil non è particolarmente segnata dalla critica storica e non ha avuto il tempo
DI BENElCIARE DEI PROGRESSI DELLESEGESI ANCHE SE DEVE AVER
tratto profitto dalla lettura dello splendido libro di Jean
Guitton, Portrait de Monsieur Pouget (Gallimard, Parigi
DI CUI MENZIONA LOSSERVAZIONE SIGNIlCATIVAi,A
scienza delle religioni non è ancora iniziata». (Quaderni,
II, p. 149).
Il padre Lagrange, che rimane nella sua memoria, e
DI CUI PROBABILMENTE HA FATTO PARTE A 3IMONE 7EIL Þ RIEVOCATO DAL PADRE 0ERRIN IN QUESTI TERMINI i.ON POSSO
ritornare agli anni lontani di Saint-Maximin (gli anni
della preparazione alla vita religiosa e al sacerdozio) e a
tutto quello che ho ricevuto a proposito della parola di
Dio, senza evocare la personalità del padre Lagrange il
quale, a dispetto della brevità delle nostre relazioni, mi
ha indubbiamente segnato per sempre. La sua modestia,
il suo amore scrupoloso della verità, il suo modo di rilegGERE LE PAROLE DELL%VANGELO ALLA LETTERA COME SONO SENZA
NULLA AGGIUNGERE SENZA ENFASI INSEGNAVANO A RITORNARE
quei bambini ai quali sono rivelati i segreti del Regno.
0ER CAPIRE LE PAROLE DELL%VANGELO CI DICEVA h1UALCHE
VOLTA SUONANO FALSE PERCH£ LE LEGGIAMO CON TONO SOLENne. Leggetele con naturalezza, vedrete che sono vere, è
SEMPLICEv ! PROPOSITO DEL SUO LIBRO L’Evangelo di Gesù
Cristo SPIEGAVA h,%VANGELO DI 'ESÂ #RISTO NON SI PERDE
PROSPETTIVA
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SPECIALE S. WEIL
in controversie. Ma, come Zenone provava il movimento
CAMMINANDO IO VORREI MOSTRARE CHE L%VANGELO Þ VERO
perché va da sé, è vero, è una cosa reale, per il modo in cui
Þ SCRITTOvw L’heure qui vient et c’est maintenant, Éditions
Saint Paul, Parigi 1989, pp. 20-21).
18 Curioso modo di prospettare un problema che in
QUEL PERIODO CERTAMENTE LANGUSTIAVA ED A CUI AL DI LÍ
DELLAPPARENTE DISINVOLTURA ELLA ANNETTEVA GRANDE IMportanza, come si rileva da Un témoignage en forme de
notes SCRITTO PROPRIO PER IL PADRE 0ERRIN DALLAMICO ,OUIS
Bercher, col quale Simone Weil ha avuto a Marsiglia, tra
il 1941 e il 1942, delle lunghe discussioni sulla religione e
IN PARTICOLARE SULLA QUESTIONE DEL BATTESIMO #FR i#37w
n. 1 marzo e n. 2 giugno 1986, pp. 1-14 e pp. 123-134).
19 3IMONE 7EIL NON INTENDEVA AFFATTO FARE PROFESSIONE
di catarismo, ma solo contestare alla Chiesa il diritto di
condannare i catari e con ciò stesso votare alla distruzioNE E ALLOBLIO LISPIRAZIONE PROFONDA CONTENUTA NELLA LORO
ESPERIENZA CAPACE DI OFFRIRE ANCORA OGGI NUTRIMENTO SPIRITUALE AGLI UOMINI i#IÏ CHE FA DEL CATARISMO UNA SPECIE
di miracolo – scriveva al già ricordato Déodat Roché – è
che si tratta di una religione e non semplicemente una
filosofia. Voglio dire che intorno a Tolosa nel XII secolo
il pensiero più elevato viveva in un ambiente umano e
non solo nello spirito di un certo numero di individui.
0OICH£ Þ QUESTA MI SEMBRA LUNICA DIFFERENZA TRA lLOsofia e religione, quando si tratta di una religione non
dogmatica» (Lettera a Déodat Roché, 23 gennaio 1941,
PUBBLICATA INSIEME AD UNALTRA PRECEDENTE IN i#AHIERS
D£TUDES CATHARESw N RIPRESE i#37w N DICEMBRE PP CITO PER LA TRADUZIONE DA ) CATARI E
la civiltà mediterranea, op. cit., p. 44). Sul problema più
SPECIlCO DELLINmUENZA CATARA NELLA RImESSIONE TEOLOGICA DI
3IMONE 7EIL CFR &RANCESCO :AMBON La douleur et le mal
dans la doctrine cathare et chez Simone Weil, in «CSW», n.
MARZO PP E L)NTRODUZIONE A La cena segreta.
Trattati e rituali catari, Adelphi, Milano 1997, pp. 13-92.
20 In una lettera del 14 ottobre 1941, rispondendo
a una lettera di Simone Weil non conservata, il padre
0ERRIN SCRIVEVA i,EI MI RINGRAZIA DI AVERLE hAPERTO LA TERRAv
FORNENDOLE LOPPORTUNITÍ DI LAVORARE COME CONTADINA
QUANDO AVRÏ LA GIOIA DI hAPRIRLE IL CIELOv "ADI CHE IN UNA
simile questione non bisogna ricercare nulla, desiderare
NULLA AL DI FUORI DELLA VOLONTÍ DI $IO IL NOSTRO COMPITO Þ
DI PREGARE DI CERCARE DI AIUTARCI FRATENAMENTE AFlNCH£ IL
Suo Regno arrivi in noi e per mezzo di noi» (Mon dialogue
avec Simone Weil, op. cit., p. 75).
.ONOSTANTE QUESTA PROFESSIONE DI RISPETTO DEL PADRE
Perrin, Simone Weil consegna alle sue note questa piccola
IMPERTINENZA i0;ERRIN= h(O BATTEZZZATO IL MO ADULTOxv -EDIANTE IL NUMERO IL TESORO DELLAVARO SINTRODUCE
in tutte le cose, comprese le più sante. Questo può, ad
esempio, rendere ciechi sulla qualità di un battesimo»
(Quaderni, II, p. 115)
21 ! QUESTO PUNTO IL PADRE 0ERRIN HA FATTO UNA LUNGA
DIGRESSIONE SUL BATTESIMO CHE SAREBBE STATO CONFERITO A
3IMONE 7EIL IN PUNTO DI MORTE NELLA CAMERA DELLOSPEDALE
DI !SHFORD DALLAMICA 3IMONE $EITZ EBREA CONVERTITA AL
cristianesimo. Questa confidenza, raccolta personalmente, è verosimile in quanto Simone Weil aveva più volte
PROSPETTIVA
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AFFERMATO CHE IL CONFERIMENTO DEL BATTESIMO NEL MOMENTO
estremo poteva essere per lei auspicabile. Alla questione
DEL BATTESIMO CONFERITO CON QUESTA MODALITÍ 'EORGES
(OURDIN CHE HA AVUTO FREQUENTI CONTATTI CON 3IMONE
Deitz, dedica un capitolo nel suo volume Simone Weil,
Éditions de la Découverte, Parigi 1989, pp. 223-231.
Il problema del battesimo va considerato molto seriamente perché è insieme un nodo e una chiave per capire
LA SUA VICENDA 3IMONE 7EIL RICONOSCE ALLINTELLIGENZA UNA
TOTALE AUTONOMIA E lNO A QUANDO LINTELLIGENZA NON HA
DETTO LULTIMA PAROLA lNO A QUANDO NON Þ STATA VINTA
CONVINTA RIMANE IN ATTESA E DALTRO CANTO ELLA ASSERISCE CHE
la mossa decisiva, la spinta suprema spetta a Dio. Come
CONCILIARE LAUTONOMIA DELLINTELLIGENZA CON LINIZIATIVA DI
$IO 5NINIZIATIVA CHE DOMANDA DESSERE AVVERTITA SPErimentata? Come mai il Cristo che è verità, che è disceso
E LHA PRESA NON HA VINTO QUESTULTIMA RESISTENZA 0ERCH£
LHA SPINTA DENTRO LA CAMERA NUZIALE PRIMA CHE FOSSE UFlCIALMENTE LA SPOSA -A L!MORE HA FORSE UN OBBLIGO DEVE
sottostare al segno, a un segno visibile, e il sacramento, il
battesimo non è un segno? Forse a questo punto conviene
TACERE IL SILENZIO IN FATTO DI FEDE HA LULTIMA PAROLA )L PADRE
Perrin, dopo aver sperimentato tutte le strade, alla fine
riconosce: «Se possiamo denunciare un pericolo, sarebbe
assai inopportuno pretendere di giudicare, perché qui
siamo nel pieno del segreto di Dio». Forse, questa contradDIZIONE FA PARTE DEL MISTERO DI UNESISTENZA COSÖ RADICALE
22 AD, pp. 223-236.
23 Più il tempo passa, più ci allontaniamo dai giorni in cui Simone Weil visse, più corriamo il pericolo di
fissare in una sorta di perentorietà, di definitività, molte
SUE AFFERMAZIONI QUANDO INVECE ESSE ERANO PER FORZA DI
cose, incomplete, dubitative, aperte. Il pericolo è tanto
PIÂ REALE PER IL FATTO CHE TALUNE SUE OSSERVAZIONI ALCUNI
suoi giudizi, ad una prima lettura, paiono corrispondere
a taluni sviluppi della riflessione teologica e religiosa, o
SEMPLICEMENTE AD UNA SENSIBILITÍ CHE VA DIFFONDENDOSI
.ON SI PUÏ DIMENTICARE CHE 3IMONE 7EIL ARRIVA SULLA SOglia della Chiesa, dove decide di sostare, portando con
S£ ALCUNI TICS CONTRATTI DURANTE GLI ANNI DI FORMAZIONE
NELLA 3CUOLA .ORMALE E NELL5NIVERSITÍ FRANCESE )L PADRE
Perrin ha qualche volta tendenza ad accentuare troppo
questi condizionamenti. Occorre solo prenderne atto,
COME SI FA PER OGNI ALTRO CONDIZIONAMENTE PER QUALSIASI
ALTRA PRECOMPRENSIONE SU CUI SÞ EDIlCATA LA SUA RImESSIONE
religiosa. Conservare alla sua vita e al suo pensiero il carattere di approssimazione, di incompiutezza, mi pare un
semplice, ineludibile dovere di obbiettività storica. Fare,
INVECE DELLINCOMPIUTEZZA A MANO A MANO CHE IL TEMPO
PASSA UNOPPORTUNITÍ SIGNIlCA CATTURARNE IL PENSIERO E
asservirlo.
24 #F Israel et les Gentils, in Pensées sans ordre concernant l’amour de Dieu, cit., p., 58. La lettura con il padre
Perrin, delle pagine di questo scritto, in cui Simone Weil
ESPRIME LA CONVINZIONE CHE LUMANITÍ PUÏ RITROVARE LE VEstigia di una autentica esperienza religiosa nella saggezza
greca, nei testi taoisti della Cina, nelle scritture indù ecc.,
mapiù raramente nella tradizione ebraica, in Israele, è
DURATA A LUNGO )NFATTI Þ IN QUESTO TESTO E NEGLI ALTRI DUE
già citati, L’amour de Dieu et le malheur e Les formes de
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SPECIALE S. WEIL
l’amour implicite de Dieu, scritti a Marsiglia, che, a suo avviso, Simone Weil ha riversato il succo della sua riflessione
religiosa dopo la sua esperienza mistica. Le annotazioni
registrate Quaderni V, VI e VIII, che sono dello stesso periodo, dove il nome di san Giovanni della Croce, di santa
4ERESA D!VILA RICORRE ACCANTO A QUELLO DI :EUS $EMETRA
#ORE LE 5PANISAD ECC ADOMBRANO UNESPERIENZA DIRETTAi,AGRAZIARAPISCE ESTASI POI SEDUCE ,ANIMA NON SI
DÍ Þ PRESAw ))) P i$IO SIMPADRONISCE DELLANIMA
in due operazioni. Dapprima mediante la trappola della
bellezza la rapisce di sorpresa e con pura violenza, del
tutto contro la sua volontà e senza che essa sappia dove
VA QUINDI CON UN MISCUGLIO DI SORPRESA COSTRIZIONE E
SEDUZIONE LE STRAPPA IL CONSENSO FACENDOLE GUSTARE PER UN
ISTANTE LA GIOIA DIVINA !LLORA Þ PRESA PER SEMPRE ;x= $UE
SOGLIE LUNA QUANDO $IO CI STRAPPA A QUESTO MONDO LALTRA
QUANDO FA ENTRARE NELLA NOSTRA ANIMA UN ATOMO DELLA GIOIA
DELLALTRO MONDO 3ALVO TRADIMENTO QUESTA SECONDA SOGLIA
è definitiva» (Ibidem, pp. 37 e 38).
25 La recita del Pater in greco è intimamente legata
ALLESPERIENZA MISTICA #OMMENTANDO UNA lABA OSSERVA
che qualcuno, attraverso di essa, «ha tentato di tradurre
UNESPERIENZA SPIRITUALEw E PARAGONA IL lLO LUNGO IL QUALE
il protagonista, un calzolaio, «avanza spostando le mani,
AL DI SOPRA DEL BARATRO DELLINFERNO AL lLO CHE Þ LA RECITA
quotidiana del Pater in greco» (Quaderni, IV, ppa 316 e
317, con adattamenti).
26 Simone Weil ha mostrato di prendere seriamente
questo progetto, e ancora da Casablanca durante il viaggio
VERSO L!MERICA HA INVIATO ALCUNI SCRITTI AL PADRE 0ERRIN
.ELLA SECONDA LETTERE RITROVATA INDIRIZZATA A *OÔ "OUSQUET
ne parla in questi termini: «Inoltre ho passato le giornate
(precedenti la partenza) a mettere per scritto dei pensieri
buoni o cattivi, ma che avevano bisogno di essere espressi,
TUTTI PIÂ O MENO RELATIVI ALLAMORE DI $IO #Þ UNA SINGOLARE COINCIDENZA DI CUI AVEVO OMESSO DI PARLARLE .ELLO
stesso momento in cui, nella sua lettera, mi consigliava
di scrivere su questo tema (le impressioni mistiche), ero
occupata a raccolgliere e a tradurre dei testi greci in proposito, su richiesta di un domenicano, quello di cui le ho
parlato, credo, in una lettera, per il quale nutro una granDE AMICIZIA E CHE STA PREPARANDO UN LIBRO SULLAMORE DI
Dio» (Deux lettres inédites de Simone Weil à Joë Bousquet,
in «CSW», cit. pp. 142-143). Questi testi sono confluiti
nelle Intuitions pré-chrétiennes (La Colombe, Parigi 1951)
e ne La source grecque (Gallimard, Parigi 1953). Il libro
del padre Perrin a cui allude, che Simone Weil ha potuto
LEGGERE IN DATTILOSCRITTO Þ ,E MYSTÞRE DE LA CHARIT£ .ON
è improbabile che per questo lavoro avviato con il padre
Perrin, Simone Weil abbia trovato qualche ispirazione
anche negli studi del domenicano André-Jean Festugière
(Parigi 1898-Poissons 1982), e in particolare nel suo
magistrale lavoro L’idéal religieux des grecs et l’Évangile,
,IBRAIRIE ,ECOFFRE * 'ABALDA ET #IE ›DITEURS 0ARIGI RISTAMPATO NEL 3IMONE 7EIL INFATTI NE MENZIONA
il nome nei Quaderni in relazione a Platone e a Ermete
Trismegisto, il mitico autore cui sono attribuiti gli «scritti
ermetici». Durante il soggiorno di Marsiglia può pure
AVERE LETTO ALCUNE CONFERENZE DEL PADRE &ESTUGIÞRE CFR
PER ESEMPIO ,H£RITAGE MORAL DE LANTIQUIT£ IN i2ENA¦TREw
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STAMPATO DIVERSAMENTE DALLE ALTRI FASCICOLI DELLA STESSA
serie proprio a Marsiglia, a cura di François Perroux e
9VES 5RVOY N PP DOVE Þ SVILUPPATO IL
tema della saggezza greca che ha come maestra il dolore,
tema da Simone Weil ripreso in Israel et les gentils, p. 58
E SSGG 1UESTE RICERCHE MIRAVANO A DIMOSTRARE LESISTENZA
di quella «grande Rivelazione» contenuta nei testi delle
GRANDI RELIGIONI AUTENTICHE LE QUALI IGNORANO LONNIPOTENZA DIVINA PER ESALTARNE SOLO LAMORE E LA COMPASSIONE
«Le religioni che hanno concepito questa rinuncia, questa
distanza volontaria, questo annullamento volontario di
Dio, la sua assenza apparente e la sua presenza segreta
quaggiù, queste religioni sono la vera religione, la traduZIONE IN LINGUAGGIO DIFFERENTE DELLA GRANDE 2IVELAZIONEw
&ORMES DE LAMOUR IMPLICITE DE $IEU IN !$ P 27 )L PADRE 0ERRIN SI RIFERISCE QUI IN PARTICOLAR MOdo, alle appena menzionate Intuitions pré-chrétiennes e a
La source grecque: le sue osservazioni valgono anche per
I 1UADERNI NEI QUALI 3IMONE SI PRODIGA IN UNO SFORZO
intellettuale per trovare nella filosofia antica e nella sagGEZZA DEI POPOLI NELLE LORO TRADIZIONI E NEL LORO FOLCLORE
ANTICIPAZIONI PROFEZIE FORME IMPLICITE DELLA RIVELAZIONE
storicamente apparsa nel cristianesimo: così, Archimede
OFFRE CON LE SUE LEGGI SUI mUIDI E CON LA SUA LEVA PIÂ CHE
MATERIA DI SEMPLICE RImESSIONE O UNIMMAGINE UNA VERA
illustrazione «scientifica» della Croce. A coloro che si sono
mostrati sorpresi, o persino irritati, dal suo modo spregiuDICATO DI LEGGERE MEDIANTE LANALOGIA I TESTI GRECI E DELLE
altre tradizioni religiose (tibetane, indiane…) insieme a
QUELLI DELLA TRADIZIONE EBRAICA E CRISTIANA OCCORRE FORSE
FAR NOTARE CHE LIMPORTANZA IL VALORE DELLE SUE RImESSIONI
è da ricercare nel metodo, nella scelta che le ispira, non
NELLE SINGOLE AFFERMAZIONI INTUIZIONI ACCOSTAMENTI TALvolta poco convincenti, storicamente contestabili o deludenti. Occorre pure non dimenticare ciò che invece il
PADRE 0ERRIN SPESSO SOTTOLINEA CHE SIAMO DI FRONTE A UN
pensiero in costruzione, allo stato nascente: «il deposito
DORO PUROw PRESENTE NELLE SUE INTUIZIONI SI TROVA TALVOLTA
FRAMMISTO A MATERIALE SPURIO 'LI SCRITTI REDATTI DOPO LA
GRANDE ILLUMINAZIONE FORMANO UN CANTIERE E IN UN CANtiere ci sono molti e disparati materiali, non tutti sono
destinati ad entrare, o ad entrarvi nella maniera che a noi
appare più ovvia, nella costruzione progettata, che non
ha avuto il tempo o non ha potuto edificare. Marguerite
9OURCENAR CON EVIDENTE SIMPATIA HA SCRITTO i)L BISOGNO
appassionato di trovare ovunque la rivelazione, spinge
spesso questa donna meravigliosa in una specie di delirio interpretativo, paragonabile a quello di certi eruditi
del Medioevo che si accanivano a trovare prefigurazioni
CRISTIANE NELLE &IABE DELL!NTICHITÍw La Couronne et la
Lyre, Gallimard, Parigi 1979, p. 41, nota). Meno benevolo,
TALVOLTA QUASI ASTIOSO NON DI RADO MALE INFORMATO SEMBRA
INVECE n MA PER FORTUNA IL SUO MODO DI LETTURACHE PROPONE
n IL SAGGIO DI -ONS 0ROF 'IUSEPPE 'RANERIS Le intuizioni
precristiane di Simona Weil, in «Divinitas», n. 3, 1971, pp.
385-404. La sensibilità per il dialogo interreligioso porta
oggi a valorizzare e a trarre spunti dal metodo praticato da
3IMONE 7EIL CFR IN QUESTA DIREZIONE 2OLF +ÓHN Le monde
comme texte. Perspectives heméneutiques chez Simone Weil,
in «Revue des Sciences Philosophiques et Théologiques»,
PROSPETTIVA
s0%23/.!s
SPECIALE S. WEIL
n. 64, ottobre 1980, pp. 509-530, e specialmente Giancarlo
Gaeta, Verità e linguaggio IN i!NNALI DI 3TORIA DELLESEGEsi», n. 8/1, 1991, pp. 277-293.
28 Ritornando a riflettere su questo argomento mentre
preparava la Lettera a un religioso ANNOTAVA i.ON SI DEVE
RICORRERE AD ESSA ALLA NOZIONE DI MISTERO DELLA FEDE OGNI
VOLTA IN CUI SI DICE UNA COSA QUALSIASI n COME FA SANT!GOstino. Perché allora questa nozione diventa lo strumento
di un potere totalitario. E di conseguenza si deve accettare tutto ciò che alla Chiesa garba dire in quanto verità
RICONOSCIUTA MEDIANTE LADESIONE DELLA RAGIONE OPPURE
come mistero. In altri termini adesione incondizionata
alla Chiesa. A questo san Tommaso, come pure il cateCHISMO DEL #ONCILIO DI 4RENTO DÍILNOME DIFEDE ;x=
,AMORE INCONDIZIONATO ALLA #HIESA Þ IDOLATRIA 3I HA
il diritto di amare incondizionatamente solo ciò che è inCONDIZIONATO 6ALE A DIRE $IO E LA PRESENZA INFUSA DI $IO n
sia essa in atto in un santo, o potenziale in ogni altra creaTURA PENSANTE n .ELLA #HIESA CÞ UNA COSA INCONDIZIONATA
MA Þ UNICAMENTE LA PRESENZA DEL #RISTO NELL%UCARISTIA ,A
Chiesa in quanto società che esprime delle opinioni è un
FENOMENO DI QUESTO MONDO CONDIZIONATO $IO HA MESSO
in ogni essere pensante la capacità di luce necessaria per
controllare la verità di ogni pensiero. Il Verbo è la luce che
illumina ogni uomo. Quale testo più categorico si potrebbe desiderare?» (Quaderni, IV, p. 164). E poco più avanti,
CON UNA SICUREZZA CHE SCONCERTA i,AUTORITÍ DELA #HIESA
COMANDA A BUON DIRITTO SOLO LATTENZIONE ,ADESIONE DEVE
procedere, per ogni verità in particolare, da una illumiNAZIONE INTERIORE DELLINTELLIGENZA E DELAMORE ,ADESIONE
incondizionata e globale a tutto ciò che la Chiesa insegna,
HA INSEGNATO E INSEGNERÍ CHE SAN 4OMMASO CHIAMA FEDE
NON Þ FEDE MA IDOLATRIA SOCIALE ¥ CERTO CHE UNA MOLTITUDINE DI UOMINI PER LA MAGGIOR PARE IMPERFETTI NON PUÏ
FORMULARE LA VERITÍ CHE$IOFA GIUNGERE NEL SEGRETO SOTTO
FORMA DI SILENZIO A UN ESSERE PERFETTO IN STATO DI CONTEMplazione» (Ibidem, p. 167).
29 (O DOVUTO NATURALMENTE ANDARE ALLA RICERCA NELLA
biblioteca del Pradier della raccolta dei documenti del
Concilio Vaticano II per verificare il passaggio che il padre
Perrin mi ha per altro recitato a memoria. È il seguente:
«E ciò vale non solamente per i cristiani, ma anche per
tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora
INVISIBILMENE LA GRAZIA #RISTO INFATTI Þ MORTO PER TUTTI E
LA VOCAZIONE ULTIMA DELLUOMO Þ EFFETTIVAMENTE UNA SOLA
QUELLA DIVINA PERCIÏ DOBBIAMO RITENERE CHE LO 3PIRITO
Santo dia a tutti la possibilità di venire associato, nel modo
che Dio conosce, al mistero pasquale» (I Documenti del
Concilio Vaticano II, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo
1976, cit. pp. 194-195).
30 Si lascia talvolta intendere che se Simone Weil
avesse avuto come interlocutore teologi della levatura del
padre Congar o del padre de Lubac non sarebbe giunTA A QUELLIRRIGIDIMENTO CHE TRASPARE DALLA ,ETTERA A UN
RELIGIOSO 1UESTO NON Þ DA ESCLUDERE INFATTI I SACERDOTI
o i teologi incontrati in America e in Inghilterra, probabilmente per mancanza di tempo, non hanno intuito,
COME IL PADRE 0ERRIN LA SINCERITÍ E LIMPORTANZA DELLA SUA
ricerca, scambiando talvolta la determinazione e caprBIETÍ UN PO GOFFA E IRRITANTE PER ORGOGLIO "ISOGNA PERÏ
PROSPETTIVA
s0%23/.!s
aggiungere che, se Simone Weil non ha avuto il tempo di
assimilare la ricchezza della riflessione teologica che pure
caratterizzava la ricerca in Francia durante quegli anni,
NON LHA NEPPURE DEL TUTTO TRASCURATA E NON CÞ MOTIVO DI
pensare che abbia completamente disatteso il consiglio del
padre Perrin di leggere Catholicisme. Les aspects sociaux
du dogme DEL PADRE (ENRI DE ,UBAC ,INTERESSE DI 3IMONE
7EIL LA SUA PREDILEZIONE PER LE FONTI E PER I TESTI DELLA
FEDE LINSOFFERENZA PER LE COSTRUZIONI E LE CRISTALLIZZAZIONI
teologiche, la sua attenzione alla lex orandi come matrice
della lex credendi – questo è il tratto della spiritualità del
padre Perrin – si ritrovano, insieme a considerazioni più
specificamente teologiche, nello scritto del padre MarieDominique Chenu sulla scuola teologica di Le Saulchoir,
CHE TANTO SCALPORE HA SUSCITATO NEL CFR ,E 3AULCHOIR
Una scuola di teologia, introduzione di Giuseppe Alberigo,
-ARIETTI #ASALE -ONFERRATO 31 A questo punto delle nostre conversazioni il padre
Perrin è di nuovo ritornato sul problema evocato nella
LETTERA INEDITA A *OÔ "OUSQUET IL RIlUTO DELLAL DI LÍ E DELLA
VITA FUTURA (A ANCHE SUGGERITO DI VEDERE NELLA lLOSOlA
DI 3PINOZA UNA POSSIBILE FONTE DEL PENSIERO DI 3IMONE
Weil su questo punto. Certamente Spinoza è stato uno dei
lLOSOl CON CUI ELLA SI Þ MAGGIORMENE CONFRONTATO ANCHE A
PROPOSITO DEL PROBLEMA RELIGIOSO CFR !LAIN 'OLDSCHLAGER
Quelques objections de Simone Weil à l’Église, in «Revue
DE L)NSTITUT DE 3OCIOLOGIEw N PP E
per un approccio più specifico, il volume, Simone Weil et
Spinoza .AAMAN 3CHERBROOKE 32 .EL QUADERNO 6) CHE Þ DELLO STESSO PERIODO DEI SUOI
incontri con il padre Perrin, si può leggere questa annoTAZIONE i,A RELIGIONE IN QUANTO FONTE DI CONSOLAZIONE Þ
UN OSTACOLO ALLA VERA FEDE E IN QUESTO SENSO LATEISMO Þ
una purificazione. Io debbo essere atea con la parte di
ME CHE NON Þ FATTA PER $IO 4RA GLI UOMINI LA CUI PARTE
soprannaturale non si è destata, hanno ragione gli atei»
(Quaderni, II, p. 165).
,INSISTENZA DI 3IMONE 7EIL NEL RIlUTARE OGNI CONSOlazione ha un corrispettivo negli scritti dei mistici, i quali
rifiutano ogni «proprietà» intesa come appropriazione di
BENI E DI MERITI SPIRITUALI .ON DESIDERARE NULLA FARE IN SE
stessi il vuoto, essere poveri in spirito, sono, nelle diverse
tradizioni spirituali, delle condizioni necessarie, hanno
LO STESSO SCOPO PREPARARE LANIMA FARE SPAZIO NELLANIMA
ALLILLUMINAZIONE
33 .ON CÞ DUBBIO CHE LA RImESSIONE DI 3IMONE 7EIL
SARRESTA AI PIEDI DELLA #ROCE LA 2ISURREZIONE LAL DI LÍ NON
sono esplicitamente negati, sono estranei alla sua elaborazione religiosa: nella Lettera a un religioso arriverà a dire
CHE SENZA LA 2ISURREZIONE LE SAREBBE PIÂ FACILE CREDERE
34 ´Éditions saint Paul, Parigi 1989. Il padre Perrin si
RIFERISCE IN PARTICOLARE AL CAPITOLO ))) E )6 DEL SUO LIBRO
L’école de l’amour divin e Demeurez dans mon amour, pp.
5NA COMMOSSA VARIAZIONE INTORNO AL TEMA DELLAMORE DI $IO Þ ANCHE LAUTOBIOGRAlA RECENTEMENTE APPARSA DI PADRE 0ERRIN #OMME UN VEILLEUR ATTEND LAURORE
›DITIONSDU#ERF 0ARIGI 35 (A CERTAMENTE LETTO IN DATTILOSCRITTO Le mystère de
la charité, il libro I, Le trop grand amour, S.L.M., Aix-enProvence 1947.
N. 85/13
21
SPECIALE S. WEIL
36 Éditions Publiroc, Marsiglia 1938. Le numerose
citazioni di questa grande mistica (1347-1380) che si incontrano nei Quaderni (in particolare nel VI) provengono
dal libro del padre Perrin.
37 )L PADRE 0ERRIN SI RIFERISCE PROBABILMENTE AL CAPITOLO
III: Le mystère de la Sainte Trinité, pp. 45-53, e in moDO PARTICOLARE AL LUNGO PARAGRAFO IN CUI DElNISCE LA VITA
INTRATRINITARIA MEDIANTE IL RAPPORTO DAMICIZIA i4UTTO
CIÏ CHE SI PUÏ DIRE O SCRIVERE DELLAMICIZIA SI TROVA REALIZzato in modo sovraeccellente e incomparabile nella vita
DAMICIZIA TRA LE DIVINE 0ERSONE 1UALI PERFETTE RELAZIONI
si stabiliscono tra le divine Persone, che opponendosi e
riflettendosi con tutto il loro essere, realizzano una stessa
NATURA UN SOLO E IDENTICO $IO h,ORO CHE NON SONO CHE
UNO SONO TUTTO LUNO PER LALTROv 3AN 4OMMASO $A QUI
QUALE AMICIZIA 5N AMORE INlNITO DALLUNA E DALLALTRA
parte, e però un identico amore! I Tre si amano, si amano infinitamente, si amano identicamente con lo stesso
AMORE E TUTTAVIA QUALE CORRELAZIONE SENZA INFERIORITÍ E
DIPENDENZA ALCUNA /GNUNA SI DEVE TOTALMENTE ALLALTRA
il Padre è Padre solo mediante il Figlio e nello stesso moDO IL &IGLIO E LO 3PIRITO 3ANTO E NON Þ MENO BELLO ESSERE
principiato che essere il principio, meno glorioso essere
il Padre di un simile Figlio che essere Figlio di un simile
0ADRE E NON Þ MENO GLORIOSO UNIRSI PER ISPIRARE UN SIMILE
amore che essere il sospiro e il bacio di una simile unione.
/GNI AMICO Þ DUNQUE TUTTO PER LALTRO E SONO AMICI SOLO
perché sono totalmente rapporto gli uni rispetto agli altri»
(cit. pp. 51-52).
38 L’Amour de Dieu et le malheur, in AD, cit. p. 130.
Simone Weil esprime in questo passaggio, con grande
intensità e purezza, uno dei temi più ardui trattati nei
Quaderni, i quali, talvolta, secondo il padre Perrin, obbliGANO A DELLE GINNASTICHE DELLO SPIRITO UN PO COMPLICATE
39 ,E PAGINE SUL RUOLO E SULLIMPORTANZA DELLA #ROCE
RAPPRESENTANO SENZALTRO IL NUCLEO PIÂ ORIGINALE DEL PENsiero religioso di Simone Weil, la sua theologia crucis:
i,INCARNAZIONE n ANNOTA NEI Quaderni – non avvicina Dio
A NOI ¥ PIÂ DIFlCILE ATTRAVERSARE LA CROCE CHE LA DISTANZA DAL
cielo alla terra. Essa è questa distanza. Egli ha reso maniFESTO CHE LA CROCE Þ TRA LUI E NOI 3OLO MEDIANTE LA CROCE SI
perde tutta la gravità. San Paolo: Il Cristo è stato realizzato
n O COMPIUTO n O RESO PERFETTO teteleiotai) – anche lui ne
aveva bisogno» (II, p. 250). E la via crucis – cammino, croCIlSSIONE E ABBANDONO n Þ LITINERARIO CHE HA ELETTO PER S£ E
CHE PROPONE i$OLORE CHE REDIME 1UANDO LESSERE UMANO
Þ NELLO STATO DI PERFEZIONE QUANDO MEDIANTE IL SOCCORSO
DELLA GRAZIA HA COMPLETAMENTE DISTRUTTO IN SE STESSO LIO
se allora egli cade in quel grado di sventura che in lui per
NATURA CORRISPONDEREBBE NEL CASO IN CUI LIO FOSSE INTATTO
ALLA DISTRUZIONE DELLIO DALLESTERNO QUESTA Þ LA PIENEZZA
della Croce. La sventura non può più distruggere in lui
LIO PERCH£ IN LUI LIO NON ESISTE PIÂ ESSENDO DEL TUTTO
scomparso e avendo lasciato il posto a Dio. Ma la sventura
PRODUCE SUL PIANO DELLA PERFEZIONE UN EFFETTO EQUIVALENTE
ALLA DISTRUZIONE ESTERIORE DELLIO 0RODUCE LASSENZA DI $IO
h-IO $IO PERCH£ MI HAI ABBANDONATAvw Ibidem, p. 302).
40 #Þ QUALCOSA CHE SFUGGE UN MISTERO NELLA SCELTA
dei due confidenti della sua esperienza mistica: tutto
sembra opporre il padre Perrin a Joë Bousquet, la loro
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N. 85/13
FORMAZIONE IL LORO PASSATO IL LORO MODO DI ESSERE NEL MONdo. Tuttavia, senza pretendere di sondare il mistero, in
cui può aver avuto qualche parte la tendenza di Simone
7EIL A PROIETTARE SULLALTRO SULLA BASE DI INDIZI LA PROPRIA
concezione della purezza, è possibile scorgere delle ragioni
o delle convenienze in questa scelta: essi incarnano le due
modalità dello stesso sacramento che realizza il possibile
contatto con Dio, quello che ha luogo prevalentemente
ATTRAVERSO LA GIOIA IN UN CASO E QUELLO CHE STA AL FONDO DI
UN PERCORSO DI SVENTURA NELLALTRO
41 ¥ IMPORTANTE RILEVARE CHE LESPERIENZA MISTICA DI
Simone Weil non ha immediatamente origine da una
precedente pratica di preghiera, ma compare improvvisa
e in maniera totalmente gratuita. Wanda Tommasi pensa invece che la pratica della preghiera abbia in qualche
MODO PREPARATO LA SUA ESPERIENZA MISTICA CFR Esperienza
religiosa, esperienza femminile ,IGUORI %DITORE .APOLI
1997, in particolare, nel saggio introduttivo Esperienza
religiosa, esperienza femminile: Simone Weil e Etty Hilesum,
pp. 1-39, e Mistica e filosofia, pp. 60-77. Di questo volume, purtroppo, ho potuto prendere visione solo a lavoro
ultimato.
42 )L PADRE 0ERRIN SI RIFERISCE A QUANTO 3IMONE 7EIL
gli scriveva nella lettera VI a proposito di Joë Bousquet e
di Antonio Atarès: «In teoria lei ammette pienamente la
NOZIONE DI FEDE IMPLICITA !NCHE NELLA PRATICA LEI HA UNA
larghezza di spirito e una probità intellettuale eccezionali.
-A A MIO PARERE ANCORA MOLTO INSUFlCIENTI 3OLO LA PERFEZIONE Þ SUFlCIENTE 3PESSO A TORTO O A RAGIONE HO CREDUTO
DI NOTARE IN ,EI DEGLI ATTEGGIAMENTI DI PARTE -I RIFERISCO
AD UNA CERTA DIFlCOLTÍ AD AMMETTERE DI FATTO IN ALCUNI CASI
PARTICOLARI LA POSSIBILITÍ DELLA FEDE IMPLICITA .E HO QUANTO MENO AVUTO LIMPRESSIONE PARLANDOLE DI ";OUSQUET=
E SOPRATTUTTO DUN CONTADINO SPAGNOLO CHE CONSIDERO
non molto lontano dalla santità. È stato probabilmente
PER COLPA MIA LAMIAGOFFAGGINE Þ COSÖ GRANDE CHE FACCIO
SEMPRE DEL MALE QUANDO PARLO ALLE PERSONE CHE AMO LHO
sperimentato spesso. Ma mi pare anche che, quando le
parlo di miscredenti che si trovano nella sventura e accetTANO LA LORO SVENTURA COME PARTE DELLORDINE DEL MONDO
QUESTO NON LE FACCIA LA STESSA IMPRESSIONE COME NEL CASO DI
cristiani o di sottomissione alla volontà di Dio. Eppure è la
stessa cosa. Quanto meno, se ho davvero diritto al nome
di cristiana, so per esperienza che la virtù stoica e la virtù
cristiana sono una sola e identica virtù. Parlo della virtù
STOICA AUTENTICA CHE Þ SOPRATTUTTO AMORE NON DELLA CARIcatura che ne hanno dato alcuni rozzi romani. Mi sembra che in teoria nemmeno lei potrebbe negarlo. Ma Le
RIESCE DIFlCILE RICONOSCERE DI FATTO IN ALCUNI CASI CONCRETI
E PRESENTI LA POSSIBILITÍ DI UNA EFlCACIA SOPRANNATURALE
della virtù stoica». Gli appunti che Simone Weil muove
al padre Perrin nelle righe che seguono sono la prova del
GRADO DI SINCERITÍ SU CUI POGGIAVA LA LORO AMICIZIA .ELLA
CONCLUSIONE TROVIAMO LA RAGIONE PROFONDA DI 3IMONE 7EIL
a proposito di questo argomento, perché ci consente di
CAPIRE MEGLIO LA RAGIONE PROFONDA DELLE RISERVE DI 3IMONE
7EIL NEI CONFRONTIDELLA #HIESAi-I PARE CERTO CHE CI SIA
IN ,EI A QUESTO PROPOSITO UNA SERIA IMPERFEZIONE -A PER
QUALE RAGIONE CI DOVREBBE ESSERE IN ,EI UNIMPERFEZIONE
.ON HA ALCUNA RAGIONE DESSERE IMPERFETTO ¥ COME UNA
PROSPETTIVA
s0%23/.!s
SPECIALE S. WEIL
NOTA FALSA IN UN BEL CANTO 1UESTA IMPERFEZIONE CREDO
CONSISTE NELLATTACCAMENTO ALLA #HIESA COME AD UNA PATRIA TERRESTRE %SSA COSTITUISCE INFATTI PER ,EI OLTRE CHE UN
legame con la patria celeste, una patria terrestre. Lei vive
NELLA #HIESA IN UNATMOSFERA UMANAMENTE PIENA DI CALORE
Questo rende pressoché inevitabile il suo attaccamento.
;x= ) lGLI DI $IO NON DEVONO AVERE NESSUNALTRA PATRIA
QUAGGIÂ AL DI FUORI DELLUNIVERSO STESSO CON LA TOTALITÍ
delle creature ragionevoli che ha compreso, comprende
e comprenderà. Questa è la città natale che ha diritto al
nostro amore» (AD, pp. 102 e 103).
43 ,%UCARISTIA INSIEME AL BATTESIMO Þ INFATTI IL SOLO
sacramento che entra nel conto della sua riflessione e della
SUA PRATICA DELLA FEDE CRISTIANA MA ANCHE PER L%UCARISTIA
va sottolineato, si tratta di un sacramento che è più ogGETTO DICONTEMPLAZIONE DI DESIDERIO CHE DI FRUIZIONE
44 Il Dernier texte, scritto a Londra (riportato in
Pensées sans ordre, pp. 149-158) è una sorta di estrema
CONFESSIONE DI FEDE IN CUI RIASSUME CIÏ IN CUI CREDE E IL
MODO IN CUI CREDE i)O CREDO IN $IO NELLA 4RINITÍ NELL)NCARNAZIONE NELLA 2EDENZIONENELL%UCARISTIA NEGLIINSEGNAMENTI DELL%VANGELO #REDO OVVERO NON FACCIO MIO
QUANTO LA #HIESA DICE AL RIGUARDO PER AFFERMARLO COME
SI AFFERMANO DATI DELLESPERIENZA O TEOREMI DI GEOMETRIA
MA ADERISCO CON LAMORE ALLA VERITÍ PERFETTA INAFFERRABILE
racchiusa in tali misteri, e cerco di aprirle la mia anima
AFlNCH£ LA SUA LUCE POSSA PENETRARE IN ME ;x= 3E MI
SI ACCORDASSE IL BATTESIMO MALGRADO LATTEGGIAMENTO IN
cui persevero, si romperebbe con una consuetudine che
dura almeno diciassette secoli. Se questa rottura è giusta
e desiderabile, se ci si rende conto che proprio oggi è di
una urgenza più che vitale per la salvezza del cristianesimo – cosa che mi pare evidente – bisognerebbe allora,
PER LA #HIESA E PER IL MONDO CHE SI VERIlCASSE IN FORMA
eclatante, e non per iniziativa isolata di un prete disposto
ad amministrare un battesimo oscuro e ignorato. Per tale
motivo e per molti altri analoghi, fino ad ora non ho mai
RIVOLTO A UN PRETE LA DOMANDA FORMALE DEL BATTESIMO %
NON INTENDO FARLO NEPPURE ORA % TUTTAVIA SEN TO IL BISOGNO
– non astratto, ma pratico, reale, urgente – di sapere se, nel
caso io lo domandassi, mi sarebbe accordato o rifiutato»
(cit. dalla traduzione di Giancarlo Gaeta in Lettera a un
religioso, Adelphi, Milano 1996, pp. 93-94).
45 .ELL%PILOGO QUESTO ASPETTO VIENE RIPRESO
esplicitamente.
46.EI Quaderni, quasi rispondendo al padre Perrin,
Simone Weil propone una sorta di uso ascetico di certe
VERITÍ DI FEDE i#I SONO VERITÍ CHE NON BISOGNA SAPERE
QUANTO MENO NON SAPERE TROPPO %S CHE IL lNE DELLOBbedienza a Dio è senza dubbio la beatitudine. Ci sono
cose che sono buone se pensate in un certo modo e non
IN UN ALTRO ;x= #OSÖ MOLTE RAPPRESENTAZIONI HANNO UN
VALORE DI VERITÍ MA UN VALORE DUSO CHE VARIAw )6 P 47 E Simone Weil annota sempre nei Quaderni:
i!LLA MORTE ALCUNI SPARISCONO NELLASSENZA DI $IO ALTRI
NELLA PRESENZA DI $IO .OI NON POSSIAMO CONCEPIRE TALE
DIFFERENZA 0ER QUESTO AFlNCH£ LIMMAGINAZIONE POSSA
COGLIERLA IN MODO APPROSSIMATIVO SONO STATE FORGIATE LE
RAPPRESENTAZIONI DEL PARADISO E DELLINFERNOw )6 P E qualche pagina più avanti, lasciando implicitamente
PROSPETTIVA
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INTUIRE CHE SI TRATTA DI iUN VALORE DUSO CHE VARIAw AGGIUNGE i3E SI DICESSE A SE STESSI QUANDANCHE QUESTO MOMENTO
DELLA MORTE NON DOVESSE PORTARE NIENTE DI NUOVO MA FOSSE
solo il termine della vita quaggiù e non il preludio di
UNALTRA VITA QUANDANCHE QUESTO MONDO FOSSE COMPLETAMENTE ABBANDONATO DA $IO E QUANDANCHE A QUESTA
parola, Dio, non corrispondesse assolutamente niente di
reale, ma solo delle illusioni puerili – ammesso che sia
COSÖ TUTTAVIA ANCHE IN QUESTO CASO PREFERISCO ESEGUIRE
ciò che mi sembra comandato da Dio, ne conseguissero
pure le più orribili sventure, piuttosto che compiere qualSIASI ALTRA COSA 3OLOUNFOLLE PUÏPENSARE COSÖ -ASESIÞ
CONTRATTA QUESTA FOLLIA SI PUÏ ESSERE DEL TUTTO CERTI DI NON
RIMPIANGERE MAI NESSUNA AZIONE COMPIUTA IN CONFORMITÍ
a questo pensiero» (Ibidem, pp. 187-188).
48 Come ho ricordato poco sopra, il libro autobiografico ribadisce anche nel titolo, Comme un veilleur attend
l’aurore, questa convinzione.
Particolare del “3° cielo di San Donato-Castelli”
N. 85/13
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