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LA RIVISTA
on line
Anno
XXXVI
n. 6
1/28 febbraio
2015
DELLA SCUOLA
Periodico di cultura e di informazioni legislative
Direzione, Amm., Redaz. e Pubblicità: Viale Andrea Doria 10 - 20124 MILANO - Tel. 02/669.2195 - Fax. 02/6698.3333 - ccp 13554209 - Abb. annuo sostenitore: € 30,00.
Iscrizione presso il Tribunale di Milano n. 301 del 1° Ottobre 1979.
Editore: Girgenti Editore Srl - La Rivista esce solo via internet, collegandosi al sito: www.girgenti.it - www.rivistadellascuola.it - posta elettronica: [email protected]
Direttore responsabile: Salvatore Girgenti
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con le nostre proposte
NOTA ALLE ADOZIONI
di
ANDREA GIRGENTI
U
n importante documento sulle adozioni dei bambini è
stato diffuso dal
Ministero dell’Istruzione con
propria nota prot. 477, del 18
dicembre 2014.
Il documento si è reso necessario per la constatata realtà
dell’adozione che da anni si è
ampiamente diffusa nella nostra
società. In Italia, osserva il
documento, soltanto nel periodo
2010-2013, sono stati adottati
circa 14.000 bambini con l’adozione internazionale e oltre 4000
con quella nazionale. E pertanto
“la presenza dei minori adottati
nelle scuole italiane è divenuta
un fenomeno quantitativamente
rilevante”. Il fenomeno appare
più consistente soprattutto per i
bambini adottati internazionalmente è ciò rappresenta un
complesso problema per la loro
provenienza dai diversi paesi.
A livello scolastico occorre
intervenire urgentemente perché molti di loro vengono adottati nella fascia d’età prescolare
e scolare, e spesso con poche o
nulle esperienze alfabetico-culturali quanto non sufficienti
attenzioni nutritive e igieniche.
C’è però da osservare che non
è raro il caso di “incontrare soggetti che presentano benessere
psicologico e performance scolastiche nella media, se non addirittura superiori”, e quindi bisogna
essere capaci di “non avere pregiudizi e non dare per scontata la
presenza di problematicità nei
minori adottati”. Generalizzare
quindi è sbagliato. Il documento
ministeriale, alla luce della raccolta di varie esperienze di casi
assai diversi tra loro, avverte
che nel corso dell’inserimento
dei bambini nelle scuole occorre
particolare attenzione anche ai
passaggi da un ordine di scuola
all’altro.
segue a pagina 2
Legge n. 104/92
P er messi per assistenza
ai disa bili
Interventi
per la governance
del sistema scolastico
a pagina 4
a pagina 5
FONDI EUROPEI
EUROPEI
Provvedimenti sulle
nuove tecnologie a
favore del personale
Olimpiadi
Lingue e Ci viltà
Classic he
a pagina 7
a pagina 6
ESAMI DI MATURITÀ
Entro il 2020
Cittadinanza e Costituzione”
nelle scuole europee
Regolamento
per la seconda prova scritta
a pagina 8
pagine 3 e 10-12
ALUNNI ADOTTATI
LINEE DI INDIRIZZO PER IL DIRITT O ALLO STUDIO
pagine 14-20
La seconda pro v a scr itta
di
L
BRUNO MÀSTICA
a nota min. prot. 7354 del
26 nov. 2014 riporta uno
schema di Regolamento
che reca norme per lo
svolgimento della seconda prova
scritta negli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado.
Il regolamento intende apportare delle notevoli modifiche alla
legge 10 dicembre 1997, n. 425,
modificata dalla legge 11 gennaio
2007, n. l che fino ad oggi ha
disciplinato gli esami di stato
relativamente alla seconda prova
scritta.
E veniamo nello specifico a
quali sono le modifiche.
La nota ministeriale avverte
che “considerati i nuovi profili
culturali, educativi e professionali e i nuovi piani degli studi,
tenuto conto, inoltre, degli indirizzi, articolazioni e opzioni in
cui sia eventualmente strutturato
ciascun corso di studio, lo schema di regolamento individua ed
esplicita, per la prima volta, quali
sono le materie caratterizzanti”,
al fine di stabilire “con chiarezza” l’ambito entro il quale il
Ministro dell’istruzione potrà
intervenire. Il regolamento indica
le discipline caratterizzanti nelle
tabelle A, B e C e distinte per
istruzione liceale, tecnica e professionale.
La nota poi aggiunge che le
istituzioni scolastiche dovranno
porre attenzione alle discipline di
indirizzo e in particolare a quelle
caratterizzanti che potranno essere oggetto della seconda prova
scritta e quindi le scuole vengono
invitate, “pur nel rispetto della
loro autonomia didattica, a far
effettuare agli studenti delle classi dell’ultimo anno anche verifiche scritte nelle materie caratterizzanti i relativi indirizzi di studio, in coerenza con gli obiettivi
di apprendimento di linee guida e
indicazioni nazionali”.
segue a pagina 3
La quota annua
annua dell’ab
dell’ab bobonamento sostenitore
sostenitore é di
euro
euro 30.
Versamenti
ersamenti in ccp 13554209
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intestato a la Rivista
Rivista della
Scuola- Milano
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
2
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
DALLA PRIMA- DALLA PRIMA- DALLA PRIMA - DALL A PRIMA - DALLA PRIMA- DALLA PRIM
di situazioni di criticità, quali i danni da
esposizione prenatale a droghe o alcol, l’incuria e la deprivazione subite, l’abuso, il visvverte anche che “il documento suto traumatico dell’abbandono”. Tutte difè stato elaborato con l’obiettivo ficoltà che possono causare deficit nella condi fornire conoscenze e linee di centrazione, nell’attenzione, nella memorizindirizzo teorico-metodologico zazione, nella produzione verbale e scritta,
che aiutino a far sì che la scuola possa in alcune funzioni logiche, di cui la scuola e
garantire ai bambini e ai ragazzi adottati e le famiglie si devono far responsabilmente
alle loro famiglie ulteriori strumenti nel carico.
loro percorso di crescita”.
Il documento articola diverse ipotesi di scoIl documento, che il lettore può intera- larizzazione da cui provengono i bambini a
mente leggere nelle pagine interne della seconda dei paesi d’origine. In molti dei Paesi
Rivista, si dilunga nell’esame non solo delle di provenienza: ad esempio, Brasile, Bulgaria,
caratteristiche dell’adozione internazionale Etiopia, Federazione Russa, Lituania, Polonia,
ma anche sull’incidenza che il fenomeno Ucraina, Ungheria, ecc., il percorso scolastico
sempre più avrà all’interno della nostra è differente da quello italiano e ciò implica un
società e delle nostre famiglie. Esamina grosso problema di adattamento.
anche l’incidenza numerica che ha avuto ed
Un altro problema può essere rappresenha, affermando che “ogni anno si formano in tato dall’età presunta del bambino adottato
Italia circa 4000 nuove famiglie adottive, di internazionalmente. “In diversi Paesi di
cui tre su quattro si formano per adozione provenienza infatti i bambini non vengono
internazionale. Nel 2012 sono arrivati in Italia iscritti all’anagrafe al momento della nasci3.106 bambini e bambine, mentre nel 2013 la ta, nonostante tale atto rappresenti un diritCommissione Adozioni Internazionali ha rila- to sancito dall’art. 7 della Convenzione sui
sciato l’autorizzazione all’ingresso in Italia Diritti del Fanciullo del 1989. Di conseguenper 2.825 minori provenienti da 56 Paesi, za, può capitare che a molti bambini, che
adottati da 2.291 famiglie. Orientativamente, saranno poi adottati, venga attribuita una
dal 16 novembre 2000 al 31 dicembre 2012, i data di nascita e quindi un’età, presunte, ai
minori autorizzati all’ingresso in Italia in ado- soli fini della registrazione anagrafica e solo
zione sono stati oltre 39.0002”.
al momento dell’ingresso in istituto o quanMa qui il nostro interesse si rivolge prin- do viene formalizzato l’abbinamento con la
cipalmente alle difficoltà di apprendimento famiglia adottiva. Non è raro rilevare exche i bambini adottati incontrano a scuola. post discrepanze di oltre un anno fra l’età
In proposito vari sono gli studi che si sono reale dei bambini e quella loro attribuita,
occupati di tali difficoltà e disagi. Ad esem- anche perché i bambini possono essere, nel
pio tra i bambini adottati si è riscontrata periodo immediatamente precedente l’adouna notevole percentuale di Disturbi zione, in uno stato di denutrizione e di ritarSpecifici dell’Apprendimento (DSA) certa- do psico-motorio tali da rendere difficile
mente imputabile a causa di una “pluralità l’individuazione dell’età reale”.
Ci piace ora analizzare
Chiuso in Redazione alle ore 19 di venerdì 30 gennaio 2015
il rapporto che i bambini
adottati internazionalLA RIVISTA DELLA SCUOLA on line
mente hanno con la famiglia, con la scuola e con la
periodico di cultura e di informazioni legislative
nostra società. Il docuDirezione, Amministrazione, Redazione e Pubblicità: Viale Andrea Doria 10 - 20124
mento ministeriale osserMilano - Tel. 02 669.2195 - Fax 02 6698.3333 - ccp 13554209
va che “l’esperienza indiIscrizione presso il Tribunale di Milano n. 301 del 1° Ottobre 1979
ca come, generalmente, i
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bambini adottati internaVice Direttore: Grazia Casalini
zionalmente apprendano
Redattore capo: Bruno Girgenti
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sperienza e gli studi in
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materia, i bambini adotLa Rivista della Scuola - Girgenti Editore SrL e potranno essere utilizzati anche per proprie iniziative editoriali
tati internazionalmente
con esclusione di cessione a terzi. A semplice richiesta, anche telefonica, da parte degli interessati verranno
spesso presentano diffiaggiornati o cancellati.
NOTA ALLE ADOZIONI
A
coltà non tanto nell’imparare a “leggere”,
quanto nel comprendere il testo letto o nell’esporre i contenuti appresi, mentre più
avanti negli studi possono incontrare serie
difficoltà nel comprendere e usare i linguaggi specifici delle discipline e nell’intendere
concetti sempre più astratti”.
Osservazione importante riguarda la
modalità di apprendimento della lingua:
essa non è “additiva” (la nuova lingua si
aggiunge alla precedente), come nel caso
degli immigrati, bensì “sottrattiva” (la
nuova lingua sostituisce la precedente), e
implica pertanto maggiori difficoltà che in
alcuni momenti possono portare a sentirsi
“privi di vocaboli per esprimersi”. Questo
fatto “provoca rabbia ed una gamma di
emozioni negative che possono diventare di
disturbo all’apprendimento scolastico”.
Molti bambini adottati provengono da
persone di diversa etnia e spesso con tratti
somatici tipici e riconoscibili. L’opera di
integrazione con la tipicità della nostra
realtà sociale richiede un compito impegnativo che può assorbire molte energie cognitive ed emotive. Infine occorre rimarcare a
chiare lettere “che il bambino adottato è,
dal momento dell’adozione, cittadino italiano a tutti gli effetti e totale legittimazione gli
è dovuta dall’ambiente che lo accoglie,
senza, peraltro, imporgli alcuna rimozione
delle sue radici e della sua storia. Nel nostro
Paese tuttavia, ancora oggi, spesso scatta
automatico il criterio di considerare straniero chi è somaticamente differente: la
scuola è quindi chiamata a svolgere un
ruolo importante nel far crescere la consapevolezza che ci sono molti italiani con
caratteristiche somatiche tipiche di altre
aree geografiche. In questo senso, la presenza in classe di alunni adottati è un valore
aggiunto nel processo di inclusione e di
accettazione delle diversità”.
A.G.
Volume in omaggio a chi acquista 6 volumi della collana
“Aggiornarsi”
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
DALLA PRIMA- DALLA PRIM
La seconda pro v a scr itta
A
dir la verità le scuole si stanno
già adoperando a trarre ispirazione e ad operare secondo lo
spirito didattico introdotto dalle
“Indicazioni nazionali” per i licei e le Iinee
guida per gli istituti tecnici e professionali. In
particolare negli istituti tecnici e professionali, nei licei artistici e nei licei musicali e
coreutici, in cui la seconda prova scritta può
essere anche grafica o scrittografica, compositiva o esecutiva, musicale e coreutica, le
modalità di svolgimento della prova tengono
conto della dimensione tecnico-pratica e
laboratoriale. Tuttavia c’è da notare che tra le
novità, riguardanti la seconda prova, bisogna
segnalare che per il Liceo scientifico sono
materie caratterizzanti anche l’opzione scienze applicate e la sezione sportiva; per il Liceo
delle scienze umane la trattazione di alcuni
quesiti di approfondimento. Riguardo poi
l’opzione economico-sociale sarà possibile la
trattazione di problemi o temi disciplinari
oppure l’analisi di casi o situazioni sociopolitiche, giuridiche ed economiche.
Riguardo al Liceo artistico la prova consisterà nella elaborazione di un progetto attinente alle discipline pratiche o di laboratorio
trattate mentre per il Liceo linguistico la
prova consisterà nell’analisi e comprensione
testuale e nell’elaborazione di un testo narrativo o descrittivo.
Riguardo al Liceo musicale la prova si
svolgerà in due parti e in due giorni diversi.
La prima parte potrà riguardare l’analisi di
una composizione o la composizione di un
brano; la parte del secondo giorno riguarderà
la prova dello strumento. Anche per il Liceo
coreutico la prova si svolgerà in due parti e in
due giorni diversi. La prima parte riguarda
l’esibizione collettiva, su un tema specifico e
una relazione accompagnatoria, la seconda
parte consiste nella prova di esecuzione individuale.
La nota ministeriale affronta anche le
prove riservate agli Istituti tecnici dei Settore
economico. In questo caso la seconda prova
scritta riguarda casi specifici relativi all’ambito economico-aziendale oltre all’analisi, alle
scelte e alle soluzioni adottate. Per gli Istituti
tecnici del Settore tecnologico, per gli lstituti
Professionali del Settore servizi, per gli
Istituti Professionali dei Settore industria e
artigianato si procederà come per il precedente settore economico riguardo alle modalità e
i tempi, naturalmente nel rispetto degli specifici settori.
Si deve sottolineare che per lo svolgimento
della seconda prova relativa agli istituti tecnici e professionali gli studenti potranno eventualmente avvalersi anche delle conoscenze e
competenze maturate attraverso le esperienze
di alternanza scuola lavoro, stage e formazione in azienda, a cui sono stati avviati.
B.M.
3
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
SVOLGIMENTO DELLA SECONDA
PROVA SCRITTA DEGLI ESAMI
Circolare min. n. 1, Prot. n. 758 del 29/01/2015
(stralcio)
Materie e svolgimento della seconda prova
scritta degli esami di Stato conclusivi dei corsi di
studio di istruzione secondaria di secondo grado.
Materie affidate ai commissari esterni.
F
acendo seguito alla
nota di pari oggetto
n. 7354 del 26
novembre 2014 (cfr.
pag. 10, ndr), relativa allo schema di Regolamento recante
norme per lo svolgimento della
seconda prova scritta negli
esami di Stato conclusivi dei
corsi di studio di istruzione
secondaria di secondo grado, si
rende noto che il suddetto
Regolamento ha ricevuto il
parere favorevole della Sezione
consultiva per gli atti normativi
del Consiglio di Stato nell’adunanza del 4 dicembre 2014 ed è
ora in fase di perfezionamento
presso gli Organi di controllo
per la pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale.
Nelle more della definizione
del provvedimento regolamentare, si ritiene pertanto opportuno portare fin d’ora a conoscenza delle istituzioni scolastiche,
in termini più analitici rispetto a
quanto già comunicato con la
citata nota 7354, gli elementi
caratterizzanti la struttura della
seconda prova scritta. Inoltre si
trasmette il D.M. n. 39 del 29
gennaio 2015 inerente l’individuazione delle materie oggetto
della seconda prova scritta e
l’affidamento delle discipline ai
commissari esterni.
Premessa
Come è noto, la seconda prova
scritta ha per oggetto una delle
discipline caratterizzanti il corso
di studio ed è individuata annualmente con decreto del Ministro
dell’istruzione, dell’università e
della ricerca. Essa può essere
anche grafica o scrittografica,
compositivo/esecutiva musicale
e coreutica,
A questo proposito lo schema
di Regolamento individua, tenuto conto dei nuovi profili culturali, educativi e professionali, dei
nuovi piani degli studi e degli
indirizzi, articolazioni ed opzioni
in cui sia eventualmente strutturato ciascun corso di studio, le
materie caratterizzanti, allo
scopo di delineare con chiarezza
e preventivamente l’ambito entro
il quale può avvenire la scelta del
Ministro.
Con la presente si descrivono
può essere anche grafica/scrittografica o compositiva/esecutiva musicale e coreutica, le
modalità di svolgimento della
prova tengono conto della
dimensione tecnico-pratica e
laboratoriale.
La seconda prova si svolge
in un’unica giornata. La durata
complessiva è di sei ore, salva
diversa specifica previsione
fornita in calce alla prova.
Per i licei artistici la durata
massima della prova è di tre
giorni per 6 ore al giorno mentre per i licei musicali e coreutici la durata complessiva è di
due giorni secondo le modalità
più avanti specificate.
di seguito le diverse tipologie
e modalità con cui si svolgerà
la seconda prova scritta. Tali
tipologie e modalità sono
state individuate sulla base
degli elementi innovativi e
caratterizzanti introdotti con i
Decreti del Presidente della
Repubblica nn. 87, 88 e 89
del 2010 e quindi con le
“Indicazioni nazionali”, per i
licei, e le “Linee guida”, per i
tecnici e professionali, secondo quanto previsto nel citato
schema di Regolamento.
Negli istituti tecnici e professionali, nei licei artistici e
nei licei musicali e coreutici,
in cui la seconda prova scritta
Per il direttore gen.: C. Palumbo
Il coordinatore di struttura tecnica
esami di stato: Francesco Branca
----------------------------(per le altre disposizioni
sugli esami e le tabelle
allegate cfr pagg. 10-12)
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Doria 10 - 20124 MILANO
N.B.: Ai sensi della legge 675/96 i dati personali qui contenuti faranno
parte dell’archivio elettronico de “La Rivista della Scuola” - Girgenti
Editore srl, che li userà solo per proprie iniziative editoriali, escludendone quindi, la divulgazione a terzi. I dati verranno aggiornati o cancellati a
richiesta dell’interessato.
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
4
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
10 febbraio 2015
Giornata Internet
Nota min. n.629 del .22-01-2015
10 febbraio 2015 - Giornata Internet
L
Legge n. 104/92
P er messi per assistenza
ai disa bili
Nota min. prot.n. 943 del 13 gennaio 2015
Monitoraggio finalizzato alla rilevazione dei permessi
ex Legge 5 febbraio 1992 n. 104
L’
art.24 della legge
n. 183/2010 ha
introdotto l’obbligo della comunicazione al Dipartimento della
Funzione Pubblica, entro il 31
marzo di ogni anno, dei dati relativi ai permessi fruiti, in base alla
legge 5 febbraio 1992, n. 104
(l’assistenza alle persone disabili), dai dipendenti pubblici, ivi
compreso il personale scolastico.
In particolare è prevista la rilevazione dei dati di seguito indicati:
- i nominativi dei dipendenti
cui sono accordati i permessi di
cui all’articolo 33, commi 2 e 3,
della legge 5 febbraio 1992, n.
104, e successive modificazioni,
ivi compresi i nominativi dei
lavoratori padri e delle lavoratrici
madri, specificando se i permessi
sono fruiti dal lavoratore con handicap in situazione di gravità, dal
lavoratore o dalla lavoratrice per
assistenza al proprio figlio, per
assistenza al coniuge o per assistenza a parenti o affini;
- in relazione ai permessi fruiti
dai dipendenti per assistenza a persona con handicap in situazione di
gravità, il nominativo di quest’ultima, l’eventuale rapporto di dipendenza da un’amministrazione pubblica e la denominazione della
stessa, il comune di residenza dell’assistito;
- il rapporto di coniugio, il rapporto di maternità o paternità o il
grado di parentela o affinità intercorrente tra ciascun dipendente che
ha fruito dei permessi e la persona
assistita;
- per i permessi fruiti dal lavoratore padre o dalla lavoratrice madre,
la specificazione dell’età maggiore
o minore di tre anni del figlio;
- il contingente complessivo di
giorni e ore di permesso fruiti da
ciascun lavoratore nel corso dell’anno precedente per ciascun mese,
specificando, in particolare, le ore o
frazioni di ore fruite per ciascuna
giornata nel corso del mese di riferimento.
Al riguardo, si chiede alle SS.LL.
di volersi adoperare per agevolare il
tempestivo ed esatto adempimento
da parte delle istituzioni scolastiche,
che dovranno come di consueto
comunicare anche quest’anno i dati
di cui sopra, per il tramite della piattaforma PERLA PA.
Inoltre, si richiama l’attenzione
delle SS.LL. sulla necessità di
acquisire presso le istituzioni scolastiche del territorio, anticipatamente, il dato relativo al numero
complessivo del personale di
ruolo e non di ruolo - per supplenze di durata annuale e fino al termine delle attività didattiche - in
servizio presso le istituzioni scolastiche e che risulti titolare dei
benefici di cui alla Legge 104/92,
anche ove non abbia fruito dei
relativi permessi.
Il Direttore Gen.: M.Maddalena Novelli
a
Commissione
europea dal 2004 ha
istituito la giornata
della Sicurezza in
Internet, denominata “Safer
Internet Day” (SID) al fine di
promuovere un utilizzo più
responsabile delle tecnologie
legate ad internet, specialmente
tra i bambini e gli adolescenti.
Nel corso degli anni, il SID è
diventato un appuntamento di
riferimento nel calendario degli
eventi sulla sicurezza on-line. La
prima edizione si celebrava solo
in 14 nazioni, mentre ora si
festeggia in oltre 100 Paesi di
ogni parte del mondo. A partire
dal 2008 gli eventi sono stati
incentrati intorno ad un tema
particolare, ogni anno diverso.
Per il 2015 lo slogan della campagna è “Let’s create a better
internet togheter” e il Safer
Internet Day sarà celebrato il 10
febbraio 2015.
Il SID si inserisce nell’ambito
del programma Safer Internet,
che dal 1999 promuove strategie
finalizzate a rendere Internet un
“luogo” più sicuro per gli utenti
più giovani.
In occasione del prossimo
Safer Internet Day, tutte le scuole di ogni ordine e grado, sono
invitate ad organizzare, anche in
collaborazione con aziende
dell’ICT, organizzazioni no profit o Istituzioni che si occupano
delle tematiche connesse alla sicurezza in Rete, eventi e/o attività di
formazione e informazione destinate agli alunni e alle famiglie, al
fine di favorire una maggiore
conoscenza delle modalità di uso
sicuro della Rete.
L’obiettivo della giornata, infatti, è quello di utilizzare questo
momento per favorire il dialogo sui
temi della sicurezza on line e promuovere la conoscenza dei servizi
offerti dal Safer Internet Centre
Italiano, denominato Generazioni
Connesse, coordinato dal 2012 dal
Ministero
dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca, con
la partnership di Polizia di Stato,
l’Autorità Garante per l’Infanzia e
l’Adolescenza, Save The Children,
Telefono Azzurro, la cooperativa
E.D.I. e il Movimento Difesa del
Cittadino.
Tutte le scuole di ogni ordine e
grado, per la programmazione dell’attività della giornata, possono
consultare i siti web www.generazioniconnesse.it e www.saferinternetday.org, da dove sarà possibile
ricavare informazioni sul tema e
scaricare i kit didattici, le immagini
e le locandine relative alla campagna.
Il Dirigente Giuseppe Pierro
Info: Tel. 06/ 58.49. 3613
e-mai!: [email protected]
Viale Trastevere, 76/A - 00153 Roma
Tel.
06.584929953339
Fax.
06.58493959 e-mail: [email protected]
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LA RIVISTA DELLA SCUOLA
5
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
Pr o g r amma Oper a ti v o Nazionale
Interventi per la governance
del sistema scolastico
Nota min. prot.n. 514 del 22/01/2015
Programma Operativo Nazionale FSE 2007-2013 “Competenze per
lo Sviluppo” - Asse II “Capacità Istituzionale”
- Obiettivo H “Migliorare la governance e la valutazione del sistema
scolastico”
– Azione H.2 “Percorsi di formazione sulle procedure di acquisto
della PA in ottemperanza alle direttive europee e finalizzate a promuovere la trasparenza dell’azione amministrativa e la legalità”.
Accordo ex art. 15 Legge 7 agosto 1990, n. 241 tra Dipartimento per
la Programmazione del MIUR e Dipartimento della Funzione
Pubblica della Presidenza del Consiglio.
Progetto “Sviluppo delle competenze dei dirigenti scolastici e dei
DSGA nella programmazione e gestione di attività e progetti: formazione e social networking” nelle Regioni Obiettivo Convergenza.
Avvio di ulteriori attività seminariali di approfondimento nelle
Regioni Campania, Puglia e Sicilia e apertura iscrizioni sul sistema
informativo.
Premessa
N
ell’ambito dell’iniziativa e, in particolare, del progetto indicati in oggetto, volti
al rafforzamento della capacità
istituzionale
del
personale
dell’Amministrazione scolastica
centrale e periferica, nonché dei
Dirigenti Scolastici, dei Direttori
dei
Servizi
Generali
e
Amministrativi e degli Assistenti
Amministrativi delle istituzioni
scolastiche
autonome
delle
Regioni
dell’Obiettivo
Convergenza, con la presente si
forniscono informazioni sull’avvio
di ulteriori attività seminariali –
organizzate dal FormezPA, nell’ambito dell’Accordo DFP-MIUR
del 21/12/2010 – previste per tutte
le province delle Regioni
Campania, Puglia e Sicilia e sulle
modalità di iscrizione del personale scolastico interessato. Con successiva comunicazione, l’attività
sarà estesa anche a tutte le province della Regione Calabria.
Attività e fasi del progetto
Si richiamano brevemente i 3
ambiti di attività in cui è articolato il progetto:
- Attività formative, volte allo
sviluppo delle competenze dei
Dirigenti Scolastici (DS), dei
Direttori dei Servizi Generali e
Amministrativi (DSGA), degli
Assistenti Amministrativi, mediante
uno specifico programma formativo
di approfondimento degli strumenti
giuridici e amministrativi, articolato
in 3 moduli didattici (La programmazione annuale delle attività; La
gestione del programma annuale;
L’attività negoziale), della durata
complessiva di 40 ore.
- Attività seminariali, per accrescere ulteriormente l’innovazione
nelle prassi gestionali e amministrative delle istituzioni scolastiche
attraverso lo svolgimento di cicli di
workshop/seminari volti all’approfondimento di specifici temi individuati nelle precedenti attività formative. Saranno realizzati, complessivamente, 11 workshop e 4
seminari, articolati sui territori
delle Regioni dell’Obiettivo
Convergenza.
- Attività di e-learning e networking, dirette a sostenere e facilitare i
processi di rete (networking) tra i
DS,
DSGA
e
Assistenti
Amministrativi partecipanti alle
precedenti attività, rafforzandone
ulteriormente le competenze tecnico-professionali mediante la creazione di un ambiente di social networking (blog, segnalazioni, aree di
lavoro personalizzabili con la creazione di gruppi/comunità, wiki,
domande e risposte, messaggistica,
feed rss). In quest’ambito saranno
disponibili, inoltre, i materiali didattici, tutoriali, letture suggerite/raccomandate sugli argomenti trattati
durante le attività di aula svolte.
Le suddette attività, organizzate a
livello provinciale, sono rivolte ai
Dirigenti Scolastici, ai Direttori dei
Servizi Generali e Amministrativi e
ad un Assistente Amministrativo
individuato
dal
Dirigente
Scolastico. Possono partecipare alla
formazione anche i Dirigenti e i
Funzionari degli Uffici Scolastici
Regionali.
Le attività seminariali
A conclusione di una cospicua
parte delle attività riferibili al
primo dei precedenti punti (le
Attività formative) – e in prosecuzione del percorso didattico generale previsto – si forniscono, di seguito, alcuni dettagli circa l’avvio del
ciclo di incontri (seminari) volti
all’ulteriore accrescimento dell’innovazione gestionale e amministrativa delle istituzioni scolastiche
delle Regioni dell’Obiettivo
Convergenza.
L’attività va intesa, in generale,
come un aggiornamento sugli
ambiti tematici di riferimento svolti nelle precedenti fasi formative,
ampliandone i relativi contenuti
con argomenti di cui si è maggiormente avvertita l’esigenza nello
svolgimento delle attività sinora
concluse. Gli obiettivi didattici
mirano, quindi, ad accrescere ulteriormente competenze operative e
abilità consolidando le conoscenze
acquisite durante il percorso d’aula
svolto.
Il programma é annuale
Il completamento del singolo
seminario è previsto in 3 incontri,
della durata di 6 ore ciascuno
(9,30-13,00; 14,00-16,30), con
una cadenza media di un incontro
a settimana, eventualmente modificabile in funzione di specifiche
esigenze organizzative, per una
durata complessiva di 18 ore.
REGIONE CAMPANIA
25 febbraio 2015
NAPOLI - Hotel Ramada
Via Galileo Ferraris, 40
REGIONE SICILIANA
4 marzo 2015
PALERMO - Astoria Palace
Hotel -Via Monte Pellegrino, 62
REGIONE PUGLIA
13 marzo 2015
BARI - Palace Hotel Via Francesco Lombardi, 13
Ai suddetti incontri, curati da
esperti di gestione amministrativo-contabile, potranno intervenire
anche rappresentanti istituzionali
degli Uffici Scolastici Regionali,
dell’Autorità di Gestione dei PON
Istruzione (MIUR - D.G. Affari
Internazionali – Uff. IV), del
Dipartimento della Funzione
Pubblica, del FormezPA.
Sugli aspetti logistico-organizzativi delle attività e sul calendario delle successive giornate di
formazione delle precedenti edizioni saranno fornite apposite
indicazioni dai competenti Uffici
Scolastici Regionali, d’intesa con
il FormezPA.
Ulteriori informazioni sull’avvio delle altre edizioni della parte
formativa del progetto e sull’apertura delle relative iscrizioni saranno oggetto di successive note
emanate dal MIUR o dagli Uffici
Scolastici Regionali di competenza.
Si sottolinea la rilevanza strategica della presente iniziativa, che si
pone in linea di continuità ed in
stretta coerenza con la precedente
fase formativa, completandola ed
integrandola opportunamente, per
approfondire ulteriormente le conoscenze degli strumenti giuridici e
amministrativi necessari al rafforzamento delle competenze manageriali dei Dirigenti Scolastici, dei
Direttori dei Servizi Generali e
Amministrativi, degli Assistenti
Amministrativi, in un’ottica di
miglioramento complessivo del servizio erogato.
Attestazione di partecipazione
Il FormezPA rilascerà un attestato di partecipazione al seminario per le ore di formazione effettivamente svolte dal singolo partecipante. L’attestato sarà conferito, quindi, sulla base delle presenze rilevate giornalmente mediante
appositi registri e rilasciato solo
se, a conclusione dell’attività, la
frequenza di ciascun partecipante
risulterà non inferiore al 75%
(minimo 13,5 ore) del monte ore
previsto (18).
Modalità di partecipazione
Per partecipare alle attività previste è necessario iscriversi online sul Sistema Informativo
“Gestione della programmazione
Unitaria 2007/2013” dei fondi
strutturali europei, all’indirizzo
http://www.istruzione.it/web/istruzione/pon, accedendo alla sezione
“Gestione interventi”. Per entrare
nell’area di iscrizione contenuta
nella
sezione
“Bandi
e
Compilazione dei Piani” si dovrà
utilizzare l’utenza nominale istituzionale (Dirigenti Scolastici e
Direttori dei Servizi Generali e
Amministrativi).
Info a: Indire, tel. 055/2380396 o scrivere all’indirizzo di posta elettronica
[email protected]
A.Leuzzi
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
6
FONDI STRUTTURALI
STRUTTURALI EUROPEI
EUROPEI
Provvedimenti sulle nuove
tecnologie a favore del personale
Nota min. prot. 547 del 22/01/2015
Programmazione dei Fondi Strutturali Europei 2007-2013 –
Programma Operativo Nazionale “Competenze per lo sviluppo”- FSE- 2007-IT 05 1 PO 007 – Asse I – Obiettivo D –
Azione D.1 “Interventi formativi rivolti ai docenti e al personale della scuola, sulle nuove tecnologie della comunicazione” e
D.5 “Progetti Nazionali con F.A.D.” Avvio indagine sulle competenze digitali e rilevazione dei fabbisogni formativi.
C
on riferimento agli interventi citati in oggetto
finanziati
con
il
Programma Operativo
Nazionale
FSE
2007/2013
“Competenze per lo sviluppo” e realizzati nelle Regioni Obiettivo
Convergenza (Calabria, Campania,
Puglia e Sicilia), per il miglioramento
e lo sviluppo delle competenze digitali, tenuto conto della rilevanza delle
azioni condotte e considerato che le
stesse si sono concluse, questo Ufficio
intende avviare un’indagine nelle aree
territoriali che hanno beneficiato di
tali risorse, per analizzare i risultati
ottenuti con gli interventi e valutare le
possibili prospettive di sviluppo.
È stata, pertanto, predisposta una
prima rilevazione online, volta a
indagare le competenze digitali
degli studenti e dei docenti coinvolti negli interventi di formazione
(PON FSE 2007-2013) e a identificare i nuovi fabbisogni formativi.
La realizzazione dell’indagine è
stata affidata all’INDIRE (Istituto
Nazionale
Documentazione
Innovazione e Ricerca Educativa) e
sarà attivata a partire dal 20 gennaio
2015, fino al 20 marzo 2015, sul sito
http://pon.agenziascuola.it/questionariocompetenze.php
L’indagine è rivolta a tutti gli studenti e docenti delle scuole che hanno
partecipato agli interventi del PON
Istruzione attuati nel settennio 20072013, nelle Regioni del Sud appartenenti all’Obiettivo Convergenza.
Analoga indagine sarà avviata prossimamente anche nelle Regioni del
Centro-Nord.
L’obiettivo della rilevazione è
duplice, poiché è finalizzata sia a
fornire una fotografia dei comportamenti d’uso delle tecnologie dei
giovani e dei docenti, sia a raccogliere informazioni utili alla progettazione dei prossimi interventi, previsti nel Programma Operativo
Nazionale 2014/2020.
In allegato alla presente, è stato
inserito un breve vademecum di
guida per la compilazione dei questionari, contenente anche l’informativa sulla privacy dei dati prevista
dalla normativa vigente in materia.
Nel sottolineare che la suddetta
indagine risulta fondamentale per
misurare l’impatto degli investimenti
effettuati, valutare l’efficacia delle
scelte operate e orientare le nuove
linee di intervento, si chiede di
garantire la massima collaborazione
e partecipazione, fornendo un adeguato supporto alle attività di rilevazione e assicurare il coordinamento e
i contatti con l’INDIRE, soprattutto
attraverso il coinvolgimento del
Dirigente Scolastico, o del referente
eventualmente individuato.
A.Leuzzi
ALLEGATO 1
Vademecum Compilazione
L’indagine “Competenze digitali
e fabbisogni formativi” è composta
da due diversi questionari online:
1. Questionario docenti (rivolto a
studenti delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado che
hanno partecipato ad attività formative nell’ambito del PON 2007-2013)
2. Questionario studenti (rivolto a
docenti delle scuole secondarie di
primo e secondo grado che hanno
partecipato ad attività formative nell’ambito del PON 2007-2013)
I due questionari sono compilabili esclusivamente online, e sono
accessibili all’indirizzo http://pon.
agenziascuola.it/questionariocompetenze.php
I questionari sono accessibili dal
20 gennaio 2015 al 20 marzo 2015, e
i risultati verranno resi pubblici, con
apposita documentazione predisposta
da Indire, a partire da Aprile 2015.
Prima della compilazione è necessario che ogni rispondente si procuri il
codice fiscale, che sarà utilizzato come
login di accesso e permetterà al sistema di collegare i dati delle risposte alle
anagrafiche del corsista rilevate in fase
di partecipazione al PON 2007-2013.
Tutti i dati saranno raccolti e analizzati
in maniera anonima e aggregata, nel
rispetto del D.Lgs. n. 196 del 30 giugno 2003 (Codice in materia di protezione dati personali) e della normativa
vigente in tema di privacy.
È opportuno che il Dirigente
Scolastico individui un docente che
possa fungere da referente organizzativo e si occupi di individuare spazi e
tempi per la compilazione, nonché
costituire punto di contatto per eventuali successive comunicazioni.
Info: Staff Indire, Survey Competenze
Digitali e Fabbisogni Formativi Mail: [email protected]
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
Giur ispr udenza
a cura di BRUNO
I
nteressante sentenza del
Tribunale di Napoli a
favore di una docente precaria di Ischia assunta
come supplente oltre i 36 mesi.
La sentenza di Napoli è stata
pronunciata dopo la pronuncia
della Corte di Giustizia Europea
che vieta la reiterazione dei contratti di lavoro precari oltre i 36
mesi, avvenuta prima del 13 maggio 2011. In tal caso l’assunzione
va trasformata con la costituzione
del rapporto di lavoro a tempo
indeterminato. Ciò vale per tutto il
pubblico impiego e quindi anche
per i rapporti di lavoro nell’ambito della della scuola.
Prima del 13 maggio 2011 era
ancora in vigore l’articolo 5,
comma 4-bis, del decreto legislativo 368/2001 che disponeva la
stabilizzazione allorchè il periodo
di nomina a supplente superasse i
MÀSTICA
36 mesi. Dopo la predetta data il
decreto legge n.70 del 2011 dispone che il rapporto di lavoro
debba trasformarsi a tempo indeterminato dopo, appunto, i 36
mesi. La sentenza quindi accoglie e stabilisce tale principio
invocato dall’insegnante di
Ischia, che ora certamente verrà
applicato a favore di tutti coloro
che si trovano nell’identica
situazione della predetta insegnante. La sentenza del tribunale
di Napoli può definirsi storica, è
stata depositata il 21 gennaio
scorso, registro generale n.
57536/11. L’amministrazione è
stata condannata a pagare 5500
euro per spese legali sostenute
dalla ricorrente e, fatto particolare, dai sindacati Gilda-Unams,
Flc Cgil e Cgil, intervenuti
anch’essi in giudizio, per un
ammontare di circa 28mila euro.
CONCORSO
Scienze umane, naturali e religiose in dialogo. Dalla ‘cultura dello
scarto’ alla ‘cura dell’altro’: quale
speranza?
I
l Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con la
Fondazione “Cortile dei Gentili”, indice per l’a.s. 2014/2015
il II° Concorso Nazionale “Scienze umane, naturali e religiose in dialogo” rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Il concorso vuole promuovere, nell’ambito dei diversi insegnamenti (umanistici e scientifici), l’impegno volto a far maturare la
consapevolezza dell’importanza civile, culturale, educativa del dialogo tra persone credenti e non credenti, con particolare riferimento alla prevenzione e alla composizione delle contrapposizioni
ideologiche. Si vuole in tal modo valorizzare il contributo che le
diverse visioni del mondo (religiose e non religiose) hanno offerto,
offrono e possono offrire ad una più condivisa partecipazione alla
vita democratica secondo i principi della Costituzione italiana.
Info: “Cortile dei Gentili”:www.cortiledeigentili.com
(da Nota min. prot. n. 499 del 19 gennaio 2015).
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
7
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
Olimpiadi Nazionali
Lingue e Ci viltà Classic he
Quarta edizione Roma, 12-15 maggio 2015
Estratto - stralcio dal Bando zione preliminare distribuiti sul
territorio come indicato nella
del MIUR
La Direzione Generale per gli tabella.
Possono partecipare alla Gare
Ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di regionali di selezione preliminare
istruzione bandisce per l’anno sco- gli studenti degli ultimi due anni
lastico 2014/2015 la quarta edizio- dei Licei con i seguenti requisiti:
a. essere stati ammessi alla frene delle OlimpiadiNazionali delle
Lingue e Civiltà Classiche che si quenza dell’anno in corso con la
svolgeranno a Roma dal 12 al 15 media di otto decimi e aver riportato una valutazione non inferiore
maggio 2015.
Le Olimpiadi sono articolate in agli otto decimi sia in latino che in
tre sezioni: Lingua Greca, greco per il liceo classico e agli
Lingua Latina, Civiltà Classiche. otto decimi in latino per tutti gli
Le prove delle Olimpiadi nazio- altri licei;
b. avere conseguito le medesinali e delle Gare regionali consime valutazioni di cui al punto a)
stono:
- per la sezione Lingua Greca, all’ultima valutazione intermedia
nella traduzione di un testo poeti- dell’anno in corso.
I referenti dei Comitati Olimpici
co in lingua greca accompagnato
Regionali, presso gli Uffici
da un commento strutturato;
- per la sezione Lingua Latina, Scolastici Regionali, dovranno
nella traduzione di un testo poeti- provvedere a predisporre tutte le
co in lingua latina accompagnato procedure per consentire lo svolgimento delle Gare regionali di seleda un commento strutturato;
- per la sezione Civiltà zione preliminare.
Essi dovranno:
Classiche in un lavoro di interpre- raccogliere le iscrizioni dei
tazione, analisi e commento di
testimonianze della civiltà latina o candidati, in possesso dei requisiti per la partecipazione alle Gare
greco-latina.
I concorrenti devono indicare la regionali;
- individuare la sede per lo
sezione per la quale intendono
svolgimento delle Gare;
gareggiare. La scelta è libera.
- costituire un gruppo di esperti
La partecipazione alle Olimpiadi
è riservata agli studenti degli ultimi per la valutazione delle prove e
due anni dei Licei, iscritti nelle per la scelta dei vincitori nella
scuole italiane statali e paritarie. propria regione;
- provvedere all’iscrizione dei
Sono ammessi a partecipare alle
Olimpiadi nazionali, nel numero concorrenti alle Olimpiadi naziomassimo di 50, gli studenti vincito- nali entro e non oltre il 15 aprile
ri dei Certamina selezionati dal 2015, utilizzando l’apposita area
riservata sul sito
Comitato dei Garanti e,
nel numero massimo di Concorrenti selezionati http://www.olim100, gli studenti vincito- Abruzzo
3 piadiclassiche.it.
Ciascun referenri delle Gare regionali di Basilicata
1
selezione preliminare Calabria
5 te regionale riceveche si disputeranno in Campania
10 rà entro il mese di
tutte le regioni italiane il E. Romagna
7 febbraio la pas18 marzo 2015.
Friuli V.G.
2 sword per accedere
Saranno ammessi alle Lazio
10 all’area riservata.
La prova delle
Olimpiadi Nazionali Liguria
4
delle Lingue e Civiltà Lombardia
10 Gare regionali avrà
Classiche:
Marche
3 la durata di quattro
- il primo classificato Molise
1 ore e si svolgerà
in
ciascuno
dei Piemonte
6 nelle sedi prediCertamina selezionati Puglia
7 sposte dai Comitati
dal Comitato dei Garanti Sardegna
3 Olimpici regionali.
concorrenti
e conclusi entro il 30 Sicilia
10 I
aprile 2015;
Toscana
6 dovranno presentarove i certamina si arti- Umbria
2 si alla sede della
colassero in più sezioni, Valle d’Aosta
1 gara entro e non
il primo classificato per Veneto
7 oltre le ore 9.00 del
ogni sezione di gara;
Bolzano
1 18 marzo 2015 con
- i vincitori delle Trento
1 un documento di
Gare Regionali di sele- Totale
100 r i c o n o s c i m e n t o
valido. La prova avrà inizio per tutti
alle ore 9.30.
Ogni tentativo di plagio o di
ricorso a sussidi diversi dai vocabolari comporta l’immediata
esclusione dalle Gare regionali di
selezione preliminare.
L’iscrizione alle Olimpiadi è
gratuita.
La prova delle Olimpiadi
Nazionali delle Lingue e Civiltà
Classiche avrà la durata di quattro
ore e si svolgerà nella città di
Roma presso il Convitto Nazionale
Vittorio Emanuele II. I concorrenti
dovranno presentarsi alla sede
della gara entro e non oltre le ore
9.00 del 13 maggio 2015 con un
documento di riconoscimento valido, pena l’esclusione dalla prova.
I premi in danaro sono assegnati secondo quanto previsto dal
programma annuale per la
Valorizzazione delle eccellenze e
secondo le modalità dettate dall’art. 8 del Regolamento.
Inoltre ai vincitori per ciascuna
sezione di gara, primo, secondo e
terzo classificato, verranno consegnati nell’ordine il diploma e una
medaglia d’oro, d’argento e di
bronzo. Il quarto e il quinto classificato, per ciascuna sezione di
gara, riceveranno un diploma di
merito.
Ai vincitori di ogni sezione è
offerta la possibilità di compiere
un’esperienza significativa in un
centro o in una struttura prestigiosa e riconosciuta nel campo della
ricerca e della promozione della
cultura classica.
La scelta delle prove e le procedure di valutazione sono dettate
dagli artt.. 5, 6 e 7 del
Regolamento, consultabile sul sito
istituzionale del MIUR e nello
spazio www.olimpiadiclassiche.it .
Il giudizio espresso dai valutatori è definitivo e insindacabile.
L’accreditamento dei concorrenti sarà effettuato il 12 maggio,
a partire dalle ore 16.00 e non oltre
le ore 20.00, presso la struttura
alberghiera dove saranno ospitati i
concorrenti che devono essere
muniti di documento di riconoscimento valido.
Il pomeriggio del 13 maggio
(conclusa la prova) e il giorno 14
gli studenti saranno coinvolti in
attività culturali, come da programma che sarà diffuso nel mese
di aprile.
La Cerimonia di premiazione
avrà luogo la mattina del 15 maggio
e sarà accompagnata da un evento
dedicato alla cultura classica.
Tutti i concorrenti si assumono
l’impegno di partecipare alla cerimonia di premiazione.
Le spese di viaggio e di soggiorno dei partecipanti sono a carico dell’Amministrazione centrale,
quelle degli accompagnatori sono
a carico dell’Amministrazione
centrale solo per gli studenti minorenni partecipanti alla fase nazionale.
Gli studenti concorrenti viaggiano e soggiornano esclusivamente sotto la responsabilità propria, se maggiorenni, o degli
accompagnatori, se minorenni.
Con la presentazione della
domanda di iscrizione, lo studente accetta incondizionatamente
tutte le norme del Regolamento
del presente Bando.
Roma, 23/01/2015
Il Direttore Gen.: Carmela Palumbo
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
8
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
Entro il 2020
“Cittadinanza e Costituzione” nelle scuole
dei Paesi aderenti all’Unione Europea
di ANDREA GIRGENTI
P
ubblichiamo l’Accordo
di Programma relativo
ad un Partenariato
Strategico tra il
Governo italiano, la
Commissione Europea e il
Parlamento Europeo finalizzato
all’esecuzione di un Progetto
Pilota che potrà prevedere una
seconda fase operativa per l’insegnamento di “Cittadinanza e
Costituzione” nelle scuole di
ogni ordine e grado dell’Unione
Europea entro il 2020.
Firmatari dell’Accordo di
Programma sono i rappresentanti
dei seguenti:
- Ministero dell’Istruzione
- Presidenza del Consiglio dei
Ministri del Governo Italiano
- Commissione europea,
Rappresentanza in Italia
- Parlamento europeo, Ufficio
per l’Italia.
Preliminare dell’accordo è la
premessa che la Scuola è chiamata a svolgere un ruolo primario nello sviluppo delle competenze relative alla convivenza
civile, così come previsto dalla
normativa vigente nazionale,
europea ed internazionale.
Inoltre che la conoscenza dei
principi costituzionali dello Stato
Italiano e della Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione
Europea può essere promossa
principalmente dalla Scuola. Con
tali premesse viene offerto ai
docenti delle Scuole italiane un
idoneo programma di interventi
formativi per mezzo dei quali rafforzare e aggiornare le azioni
didattiche per l’educazione alla
cittadinanza europea.
Ed ecco i termini dell’accordo
Art. 1
(Obiettivi)
I firrnatari, in Accordo con i
rispettivi ruoli e responsabilità,
condividono l’obiettivo di fornire
agli insegnanti italiani la conoscenza e gli strumenti necessari
per sviluppare la dimensione dell’educazione civica europea nelle
scuole.
In particolare questo Accordo
di Programma riflette la volontà
dei fìrrnatari, senza pregiudicare i
principi dell'autonomia scolastica
e la libertà di scelta individuale,
di procedere all’esecuzione di un
Art. 3
(Ruolo del Ministero
Progetto Pilota che, sulla base dei dell’Istruzione,
dell’Università e della
risultati ottenuti, potrà prevedere
una seconda fase operativa per lo Ricerca)
sviluppo e la messa in atto della
dimensione europea dell’insegnamento di "Cittadinanza e
Costituzione" nelle scuole di ogni
ordine e grado entro il 2020.
Art. 2
(Oggetto del Partenariato)
L’oggetto del Partenariato
riguarda l’esecuzione del
Progetto Pilota e potrà prevedere
una seconda fase operativa.
I firmatari si impegnano in tale
Progetto Pilota attraverso un gruppo rappresentativo di insegnanti e
formatori, che si riuniranno due
giorni al mese, indicativamente da
gennaio a marzo 2015.
L’obiettivo del Progetto Pilota
è quello di:
- proporre indicazioni e linee
guida per la dimensione europea
della cittadinanza, inclusi gli
obiettivi e la conoscenza ritenuti
rilevanti per la formazione degli
insegnanti;
- definire nei dettagli e sperimentare una metodologia adeguata per svolgere le attività formative;
- validare o elaborare i contenuti degli strumenti didattici che
saranno utilizzati per trasmettere
la formazione necessaria agli insegnanti, tenendo presente, ove
necessario, la differenza tra i
materiali didattici per gli insegnanti delle scuole primarie,
secondarie e secondarie superiori.
Questo Accordo di Programma
potrebbe estendersi per un periodo
più lungo, qualora il governo italiano volesse usare i risultati del
Progetto Pilota per la prosecuzione della seconda fase operativa.
In questo caso i firmatari proseguiranno la Partnership
Strategica al fine di definire e
metter in atto un meccanismo
concreto, volto ad assicurare che,
entro il 2020, tutti i formatori
interessati avranno maggiore
dimestichezza e una conoscenza
approfondita dell’UE e la capacità di collocare gli argomenti legati all’UE nell’insegnamento dell’educazione civica e nel loro
lavoro quotidiano.
Il Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca si
impegna a:
- partecipare attivamente alla
fase del Progetto Pilota e alle
relative riunioni;
- individuare gli insegnanti che
fanno parte del Progetto Pilota;
- identificare il numero e il
profilo degli insegnanti referenti
per "Cittadinanza e Costituzione"
da coinvolgere nella fase a
regime entro il 2020;
- promuovere, nel contesto del
lavoro di cui sopra, proposte e
contenuti sui temi ritenuti essenziali per l’educazione alla cittadinanza europea;
- verificare, in rapporto allo
svolgimento del progetto, le evoluzioni normative in tema di
diritto-dovere alla formazione da
parte dei docenti;
- verificare il possibile utilizzo
del Programma Operativo
Nazionale 2014-2020 per la
scuola, ai fini del possibile finanziamento di una parte della fase a
regime del progetto, nonché assicurare la relativa gestione economico-finanziaria.
Art. 4
(Ruolo della Presidenza
del Consiglio - Dipartimento
Politiche Europee)
Il Dipartimento per le Politiche
Europee si impegna a:
- partecipare attivamente alla
fase del Progetto Pilota e alle
relative riunioni;
- mettere a disposizione i sussidi informativi relativi alla piattaforma multimediale
Europa=noi, predisposti ai fini
della formazione degli insegnanti
su materie europee,
- assicurare la coerenza degli
obiettivi specifici del progetto
con la politica generale del
Governo sulla comunicazione e
l’informazione riguardanti i temi
europei.
Art. 5
(Ruolo della
Rappresentanza della
Commissione europea in
Italia)
La Rappresentanza della
Commissione europea in Italia si
impegna a:
- promuovere il coordinamento
generale del Progetto Pilota e le
relative riunìonì-:
- partecipare attivamente ai
lavori del Progetto Pilota;
- veicolare le conoscenze di
base sul sistema Unione europea
e sulle sue relative politiche ai
partecipanti del Progetto Pilota;
- gestire le procedure di gara
previste per l’esecuzione del
Progetto Pilota.
In allegato al presente Accordo
le attività e il contributo dei
membri del Partenariato
Strategico
La Commissione Europea Rappresentanza in Italia gestirà
le gare secondo il Regolamento
Finanziario applicabile al budget
generale dell’Unione Europea.
Art. 6
(Ruolo del Parlamento
Europeo - Ufficio per
l’Italia)
Il Parlamento europeo Ufficio per l’Italia si impegna a:
- partecipare attivamente ai
lavori del Progetto Pilota,
- veicolare, in concorso con la
Commissione europea, le conoscenze di base sul sistema
Unione europea e sulle sue relative politiche ai partecipanti del
Progetto Pilota, con particolare
riguardo al tema della partecipazione democratica alla vita
dell’Unione europea.
Art. 7
(Comunicazione)
I firmatari si impegnano a diffondere i contenuti di questo
Accordo a un largo pubblico
attraverso le loro strutture centrali e periferiche, utilizzando tutti i
mezzi di comunicazione che considerano più efficaci.
Art. 8
(Durata)
Questo Accordo entrerà in
vigore alla data della firma da
parte di tutti i membri per un
periodo di un anno corrispondente al Progetto Pilota e sarà rinnovato per ulteriori tre anni, qualora i firmatari decidessero di continuare con la seconda fase operativa.
Il ministro: Giannini
Roma, 20 gennaio 2015
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
9
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
Cessazione dal servizio
Permessi per assistenza ai disabili Visualizzazione delle domande
presentate
Legge n. 104/92
Nota min. prot.n. 943 del 13 gennaio 2015
Monitoraggio finalizzato alla rilevazione dei permessi
ex Legge 5 febbraio 1992 n. 104
L’
art. 24 della legge n.
183/2010 ha introdotto l’obbligo della
comunicazione al
Dipartimento
della
Funzione
Pubblica, entro il 31 marzo di ogni
anno, dei dati relativi ai permessi
fruiti, in base alla legge 5 febbraio
1992, n. 104 (l’assistenza alle persone disabili), dai dipendenti pubblici,
ivi compreso il personale scolastico.
In particolare è prevista la rilevazione
dei dati di seguito indicati:
- i nominativi dei dipendenti cui
sono accordati i permessi di cui
all’articolo 33, commi 2 e 3, della
legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni, ivi compresi i
nominativi dei lavoratori padri e
delle lavoratrici madri, specificando
se i permessi sono fruiti dal lavoratore con handicap in situazione di
gravità, dal lavoratore o dalla lavoratrice per assistenza al proprio figlio,
per assistenza al coniuge o per assistenza a parenti o affini;
- in relazione ai permessi fruiti dai
dipendenti per assistenza a persona
con handicap in situazione di gravità,
il nominativo di quest’ultima, l’eventuale rapporto di dipendenza da
un’amministrazione pubblica e la
denominazione della stessa, il comune di residenza dell’assistito;
- il rapporto di coniugio, il rapporto di maternità o paternità o il grado
di parentela o affinità intercorrente
tra ciascun dipendente che ha fruito
dei permessi e la persona assistita;
- per i permessi fruiti dal lavoratore padre o dalla lavoratrice madre,
la specificazione dell’età maggiore o
minore di tre anni del figlio;
- il contingente complessivo di
giorni e ore di permesso fruiti da ciascun lavoratore nel corso dell’anno
precedente per ciascun mese, specificando, in particolare, le ore o frazioni di ore fruite per ciascuna giornata
nel corso del mese di riferimento.
Al riguardo, si chiede alle SS.LL.
di volersi adoperare per agevolare il
tempestivo ed esatto adempimento
da parte delle istituzioni scolastiche,
che dovranno come di consueto
comunicare anche quest’anno i dati
di cui sopra, per il tramite della piattaforma PERLA PA.
Inoltre, si richiama l’attenzione
delle SS.LL. sulla necessità di
acquisire presso le istituzioni scolastiche del territorio, anticipatamente, il dato relativo al numero complessivo del personale di ruolo e non
di ruolo - per supplenze di durata
annuale e fino al termine delle attività didattiche - in servizio presso le
istituzioni scolastiche e che risulti
titolare dei benefici di cui alla
Legge 104/92, anche ove non abbia
fruito dei relativi permessi.
Allo scopo si trasmette l’allegata
scheda di rilevazione con l’invito a
restituirla, debitamente compilata in
ogni sua parte, entro e non oltre il
24 gennaio p.v., agli indirizzi di
posta elettronica di seguito indicati:
[email protected] [email protected].
Al contempo si raccomanda il
costante aggiornamento dell’anagrafe delle istituzioni scolastiche.
Il Direttore Gen.: M. Maddalena Novelli
Allegati: Scheda di rilevazione docenti
Scheda di rilevazione ATA
(Le schede possono essere agevolmente
scaricate collegandosi al sito del Ministero)
Nota min. n.148 del 20-01-2015
Cessazione dal servizio – disponibilità delle funzioni per
la visualizzazione, la stampa e la convalida delle domande del Personale docente, educativo e ATA.
S
i comunica che sono
disponibili le funzioni
SIDI dell’area
“Personale Comparto
Scuola – Gestione Cessazioni” per
la convalida delle domande pervenute.
Gli Uffici Territoriali e le
segreterie scolastiche avranno a
disposizione la funzione
“Gestione Domande Inoltrate”
nella quale sarà presente l’elenco
delle domande del personale
docente e ATA pervenute per il
tramite di “Istanze on-line”. La
funzione consente anche la visualizzazione e la stampa delle suddette domande.
La medesima funzione consentirà la convalida delle domande,
mediante l’inserimento nel
Fascicolo Personale della data e
della causale di cessazione riportate nell’istanza.
Rimangono disponibili le consuete funzioni per inserire, modificare o cancellare le cessazioni,
attivabili con l’indicazione dei
dati anagrafici del dipendente;
mediante queste funzioni inoltre
possono essere acquisite le
domande che sono state formulate e inoltrate per le vie ordinarie.
Le operazioni di convalida e, in
caso di necessità, di cancellazione
delle cessazioni dovranno essere
effettuate entro il termine del 16
febbraio 2015 fissato dalla circolare
prot. n. 18851 dell’11 dicembre
2014.
In qualsiasi momento, purché
entro la suddetta data, gli Uffici
Territoriali possono chiedere, tra-
mite la funzione “AOL –
Abilitazione Funzioni per
Accesso Scuole”, la disabilitazione dell’area “Gestione
Cessazioni” alle utenze dell’insieme delle scuole della provincia, per riservare a sé il completamento delle operazioni di inserimento e cancellazione delle
cessazioni. Alla data odierna, le
funzioni sono comunque disponibili alle scuole di tutte le province.
Le operazioni concernenti la
trasformazione del rapporto di
lavoro a tempo parziale con contestuale trattamento di quiescenza, sono disposte, come di consueto, dai soli Uffici Territoriali
con le funzioni SIDI dell’area
“Gestione Posizioni di Stato”,
raggiungibile attraverso il percorso Personale Comparto Scuola ->
Gestione Posizioni di Stato >Trasformazione Rapporto di
Lavoro a Tempo Parziale.
Per l’inserimento delle cessazioni a seguito di cessazione d’ufficio possono operare direttamente
gli Uffici Territoriali o le
Istituzioni Scolastiche, utilizzando, secondo il caso, le causali
CS01 (collocamento a riposo per
raggiunti limiti di età) o CS10
(collocamento a riposo per compimento anzianità massima).
Per maggiori dettagli è possibile consultare la guida operativa
nell’area SIDI Procedimenti
amministrativi -> Fascicolo personale -> Guide operative ->
Cessazioni e quiescenza:Gestione
cessazioni.
Il Direttore gen.: Marco Ugo Filisetti
abbonamento sostenitore: euro 30,00
basta una telefonata al n. 02/669.2195
o un fax al n. 02/6698.3333
oppure una e-mail a: [email protected]
per comunicare di aver effettuato il versamento in
Posta di euro 30,00 su conto corrente postale
13554209 intestato a La Rivista della Scuola - Milano
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
10
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
ESAMI DI MATURITÀ
Regolamento per la seconda prova scritta
Nota min. prot. 7354 del 26 nov. 2014
Schema di Regolamento recante norme per lo svolgimento della seconda prova scritta negli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo
grado, a decorrere dall’anno scolastico 2014-2015
Premessa
C
ome è noto alle istituzioni scolastiche, a conclusione dell’anno scolastico 2014-2015 per la
prima volta sosterranno l’esame dì
Stato conclusivo del ciclo secondario
di istruzione studentesse e studenti
che stanno frequentando i percorsi
scolastici modificati o introdotti ex
novo a seguito del riordino avviato
nel 2010 con i decreti del Presidente
della Repubblica nn. 87, 88 e 89. Da
ciò consegue la necessità e l’urgenza di rendere conformi al nuovo
assetto normativo dell’istruzione
secondaria di secondo grado anche
le modalità di svolgimento dell’esame di stato e in particolare della
seconda prova scritta, tuttora disciplinata dalla legge 10 dicembre
1997, n. 425 come modificata dalla
legge 11 gennaio 2007, n. l.
Pertanto, tenendo conto del
vigente quadro normativo e nel contempo delle novità derivanti dal
riordino, si è proceduto alla predisposizione di uno schema di regolamento, che modifica l’articolo 2 del
decreto del Ministro dell’istruzione,
dell’università e della ricerca 23
aprile 2003, n. 41, con riguardo alla
seconda prova scritta.
Il decreto è di natura regolamentare e pertanto il relativo schema è
stato sottoposto al Consiglio di
Stato per il prescritto parere.
Considerate, tuttavia, le ragioni
di urgenza dettate dall’interesse
degli organi collegiali e dei futuri
candidati a conoscere quanto prima
le nuove modalità di svolgimento
della seconda prova scritta dell’esame di Stato, che si terrà al termine
dell’anno scolastico in corso, si è
ritenuto opportuno anticipare sin da
ora i principali contenuti alle scuole, al fine di consentire loro di conoscere le nuove disposizioni e,
soprattutto, di adattare la progettazione e il lavoro didattico da parte
dei consigli di classe.
Materie caratterizzanti
In particolare, la seconda prova
scritta, con riferimento alle già
ricordate vigenti disposizioni di
legge, ha per oggetto una delle
discipline caratterizzanti il corso di
studio, individuata ogni anno dal
Ministro dell’istruzione, dell’universítà e della ricerca, ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della citata
legge 10 dicembre 1997, n, 425,
entro la prima decade dei mese di
aprile. Tale scadenza è stata anticipata al 31 gennaio di ciascun anno
dall’articolo 2, comma 1, del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 17 gennaio 2007, n. 6.
Considerati i nuovi profili culturali, educativi e professionali e i
nuovi piani degli studi, tenuto
conto, inoltre, degli indirizzi, articolazioni e opzioni in cui sia eventualmente strutturato ciascun corso di
studio, lo schema di regolamento
individua ed esplicita, per la prima
volta, quali sono le materie caratterizzanti, allo scopo di delineare preventivamente e con chiarezza l’ambito entro il quale il Ministro dell’istruzione, dell’università e della
ricerca opererà la scelta. Le discipline caratterizzanti sono elencate
nelle tabelle A, B e C allegate allo
schema di regolamento e distinte,
nell’ordine, per istruzione liceale,
tecnica e professionale. Le suddette
tabelle si anticipano nel loro contenuto di massima alla presente nota.
Si fa presente in questa circostanza che, con riferimento alla scelta
delle tipologie delle prove di verifica, le istituzioni scolastiche dovranno porre attenzione alle discipline di
indirizzo e in particolare a quelle
caratterizzanti che potranno essere
oggetto della seconda prova scritta.
Del resto già la C.M. n.89 del 18
ottobre 2012 relativa alle valutazioni
periodiche aveva previsto che il voto
debba essere espressione di sintesi
valutativa e debba fondarsi su una
pluralità di prove di verifica riconducibili a diverse tipologie, coerenti
con le strategie metodologiche-didattiche adottate dai docenti.
Pertanto, si invitano le scuole,
pur nel rispetto della loro autonomia
didattica, a far effettuare agli studenti delle classi dell’ultimo anno
anche verifiche scritte nelle materie
caratterizzanti i relativi indirizzi di
studio, in coerenza con gli obiettivi
di apprendimento di linee guida e
indicazioni nazionali.
Modalità di svolgimento della seconda prova
scritta
Con la stesso schema di regolamento sono indicate, inoltre, le
diverse tipologie e modalità con cui
si svolgerà la seconda prova scritta,
individuate sulla base degli elementi innovativi e comunque caratterizzanti introdotti con le citate
“Indicazioni nazionali”, per i licei, e
Iinee guida, per i tecnici e professionali.
Negli istituti tecnici e professionali, nei licei artistici e nei licei
musicali e coreutici, in cui la
seconda prova scritta può essere
anche grafica o scrittografica, compositiva o esecutiva, musicale e
coreutica, le modalità di svolgimento della prova tengono conto
della dimensione tecnico-pratica e
laboratoriale.
Tra le novità, riguardo alle tipologie con cui si svolge la seconda
prova, si segnalano di seguito solo
le principali:
Liceo scientifico: sono individuate le materie caratterizzanti
anche per l’opzione scienze applicate e per la sezione sportiva;
Liceo delle scienze umane: la
trattazione di un argomento disciplinare può avvenire anche attraverso
alcuni quesiti di approfondimento.
Nell’opzione economico-sociale le
possibili modalità di svolgimento
comprendono, sia la trattazione di
problemi o temi disciplinari, sia, in
alternativa, l’analisi di casi o situazioni socio-politiche, giuridiche ed
economiche, oltre ad alcuni quesiti
di approfondimento.
Liceo artistico: la prova consiste
nella elaborazione di un progetto,
che tiene conto della dimensione
prafica e laboratoriale delle discipline coinvolte;
Liceo linguistico: la prova si
articola in due parti finalizzate
all’analisi e comprensione testuale
e all’elaborazione di un testo narrativo, descrittivo o argomentativo;
Liceo musicale: la prova si svolge in due parti e, quindi, in due
giorni diversi. la prima parte può
riguardare l’analisi di una composizione o la composizione di un
brano, la realizzazione e descrizione di un percorso digitale del suono
o la progettazione di un’applicazione musicale; la seconda parte, il
giorno successivo, consiste nella
prova di strumento;
Liceo coreutico: la prova si svolge in due parti e, quindi, in due giorni diversi. La prima parte prevede
l’esibizione collettiva, su un tema
specifico riferito agli ambiti della
sezione classica e contemporanea e
una relazione accompagnatoria; la
seconda parte, il giorno successivo,
consiste nella prova di esecuzione
individuale;
Istituti tecnici dei Settore economico: la seconda prova scritta
riguarda situazioni o casi specifici
tratti dall’ambito economicoaziendale e richiede, oltre all’analisi, anche l’individuazione di scelte
operative e la motivazione delle
soluzioni adottate;
Istituti tecnici dei Settore tecnologico: la prova riguarda situazioni
o casi specifici tratti dall’ambito
tecnologico-aziendale e richiede,
oltre all’analisi, anche l’individuazione di scelte e soluzioni motivate
a problemi concernenti i processi
produttivi, l’ideazione, la progettazione, il dimensionamento di prodotti, l’organizzazione e la gestione aziendale; la prova può svolgersi attraverso una pluralità di tipologie individuate dal regolamento.
lstituti Professionali del Settore
servizi: la prova fa riferimento a
situazioni operative, richiede un’attività di analisi, scelta e decisione
sullo svolgimento dei processi produttivi e dei servizi e può svolgersi
attraverso una fra quattro diverse
tipologie. Ognuna di esse è composta da due parti, la seconda parte è
caratterizzata da quesiti tra i quali i
candidati dovranno scegliere.
Istituti Professionali dei Settore
industria e artigianato: la prova fa
riferimento a situazioni operative,
richiede un’attività di analisi, scelta
e decisione sullo svolgimento dei
processi produttivi e dei servizi e
può svolgersi secondo una pluralità
di tipologie individuate dal regolamento. Ognuna di esse è composta
da due parti, la seconda parte è
caratterizzata da quesiti tra i quali i
candidati dovranno scegliere.
Per lo svolgimento della seconda
prova, in particolare negli istituti
tecnici e professionali, gli studenti
potranno eventualmente avvalersi
anche delle conoscenze e competenze maturate attraverso le esperienze di alternanza scuola lavoro,
stage e formazione in azienda.
Attività di informazione e formazione
Nelle more dei perfezionamento
dell’iter di approvazione del regolamento, saranno avviate, comunque, attività di informazione e formazione sulle nuove modalità di
svolgimento dell’esame e di formazione per i dirigenti scolastici e
i docenti. Tali attività saranno organizzate in stretta collaborazione tra
questa Direzione Generale e gli
Uffici scolastici regionali, ai quali
sono state già state attribuite apposite risorse, per consentire il più
ampio, tempestivo ed efficace
coinvolgimento delle comunità
scolastiche.
Il Direttore generale: Carmela Palumbo
Allegati: Tabelle A, B e C
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
11
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
TABELLE A, B, C
MATERIE DELLA SECONDA PROVA SCRITTA
DEI PERCORSI DI STUDIO LICEALI
TABELLA A
LICEO CLASSICO
1. Latino
2. Greco
LICEO SCIENTIFICO
LICEO SCIENTIFICO SEZIONE
SPORTIVA
1. Matematica
2. Fisica
LICEO SCIENTIFICO OPZIONE
SCIENZE APPLICATE
1. Matematica
2. Fisica
3. Scienze Naturali
LICEO DELLE SCIENZE
UMANE
1. Scienze Umane (Antropologia,
Pedagogia, Sociologia)
LICEO DELLE SCIENZE UMANE
OPZIONE ECONOMICO SOCIALE
1) Diritto ed economia politica
2) Scienze Umane (Sociologia,
Metodologia della ricerca)
LICEO ARTISTICO
1. Discipline pittoriche e/o discipline plastiche e scultoree per l’indirizzo Arti Figurative;
2. Discipline progettuali architettura e ambiente per l’indirizzo
Architettura e Ambiente;
3. Discipline progettuali design per
l’indirizzo Design;
4. Discipline audiovisive e multimediali per l’indirizzo Audiovisivo
e Multimediale;
5. Discipline grafiche per l’indirizzo
Grafica;
6. Discipline progettuali scenografiche per l’indirizzo Scenografia.
LICEO LINGUISTICO
1. Lingua e cultura straniera 1
2. Lingua e cultura straniera 2
3. Lingua e cultura straniera 3
LICEO MUSICALE E COREUTICO
SEZIONE MUSICALE
1. Teoria, analisi e composizione;
2. Tecnologie musicali
SEZIONE COREUTICA
1. Tecniche della danza
TABELLA B
MATERIE CARATTERIZZANTI
I SINGOLI CORSI DI STUDIO
DEI PERCORSI DI ISTRUZIONE
TECNICA OGGETTO DELLA
SECONDA PROVA SCRITTA
ISTITUTI TECNICI
Settore ECONOMICO
Indirizzo Articolazioni Opzioni
Discipline caratterizzanti
AMMINISTRAZIONE, FINANZA
e MARKETING
Economia aziendale
Relazioni internazionali per il marketing
Economia aziendale e geo-politica
Lingua inglese
Seconda lingua comunitaria
Sistemi informativi aziendali
Economia aziendale
Informatica
TURISMO
Discipline turistiche e aziendali
Lingua inglese
Seconda lingua comunitaria
ISTITUTI TECNICI
Settore TECNOLOGICO
Indirizzo Articolazioni Opzioni
Discipline caratterizzanti
MECCANICA, MECCATRONICA
ed ENERGIA
Meccanica e meccatronica
Disegno, progettazione e organizzazione industriale
Meccanica, macchine ed energia
Tecnologie dell’occhiale
Disegno, progettazione e organizzazione industriale
Tecnologie meccaniche di processo
e prodotto nell’industria dell’occhiale
Tecnologie delle materie plastiche
Tecnologie meccaniche e plasturgiche, disegno e organizzazione industriale
Energia Meccanica, macchine ed
energia
Impianti energetici, disegno e progettazione
TRASPORTI e LOGISTICA
Costruzione del mezzo
Struttura, costruzione, sistemi e
impianti del mezzo
Costruzioni Aeronautiche Struttura,
costruzione, sistemi e impianti del
mezzo aereo
Costruzioni Navali Struttura,
costruzione, sistemi e impianti del
mezzo navale
Conduzione del mezzo
Scienze della navigazione, struttura
e costruzione del mezzo
Meccanica e macchine (Per percorsi coerenti con la conduzione di
apparati ed impianti marittimi)
Conduzione del mezzo Aereo
Scienze della navigazione, struttura e
costruzione del mezzo aereo
Conduzione del mezzo Navale
Scienze della navigazione, struttura e
costruzione del mezzo navale
Conduzione di apparati ed impianti
marittimi
Meccanica e macchine
Logistica
ISTITUTI TECNICI
Settore TECNOLOGICO
Indirizzo Articolazioni Opzioni
Discipline caratterizzanti
ELETTRONICA ed ELETTROTECNICA
Elettronica
Tecnologie e progettazione di sistemi elettrici ed elettronici
Elettrotecnica ed Elettronica
Sistemi automatici
Elettrotecnica
Tecnologie e progettazione di sistemi elettrici ed elettronici
Elettrotecnica ed Elettronica
Sistemi automatici
Automazione
Tecnologie e progettazione di sistemi elettrici ed elettronici
Elettrotecnica ed Elettronica
Sistemi automatici
INFORMATICA e TELECOMUNICAZIONI
Informatica
Sistemi e reti
Tecnologie e progettazione di sistemi informatici e di telecomunicazioni
Telecomunicazioni
Telecomunicazioni
Sistemi e reti
Tecnologie e progettazione di sistemi informatici e di telecomunicazioni
GRAFICA e COMUNICAZIONI
Progettazione multimediale
Tecnologia dei processi di produzione
Laboratori tecnici
Tecnologie cartarie
Tecnologie dei processi di produzione e laboratorio
Impianti di cartiera e disegno
Laboratori tecnici
SISTEMA MODA
Tessile, abbigliamento e moda
Ideazione, progettazione e industrializzazione dei prodotti moda
Tecnologie dei materiali e dei processi produttivi e organizzativi della
moda
Calzature e moda
Ideazione, progettazione e industrializzazione dei prodotti moda
Tecnologie dei materiali e dei processi produttivi e organizzativi
della moda
ISTITUTI TECNICI
Settore TECNOLOGICO
Indirizzo Articolazioni Opzioni
Discipline caratterizzanti
CHIMICA, MATERIALI
e BIOTECNOLOGIE
Chimica e materiali
Chimica analitica e strumentale
Tecnologie chimiche industriali
Chimica organica e biochimica
Tecnologie del cuoio
Chimica analitica e analisi applicate
Chimica organica e biochimica
Tecnologie e biotecnologie conciarie
Biotecnologie ambientali
Biologia, microbiologia e tecnologie di controllo ambientale
Chimica analitica e strumentale
Chimica organica e biochimica
Biotecnologie sanitarie
Chimica organica e biochimica
Biologia, microbiologia e tecnologie di controllo sanitario
Igiene, anatomia, fisiologia, patologia
AGRARIA, AGROALIMENTARE
e AGROINDUSTRIA
Produzioni e trasformazioni
Produzioni vegetali
Trasformazione dei prodotti
Economia, estimo, marketing e
legislazione
Gestione dell’ambiente e del territorio
Produzioni vegetali
Gestione dell’ambiente e del territorio
Economia, estimo, marketing e
legislazione
Viticoltura ed enologia
Viticoltura e difesa della vite
Enologia
Biotecnologie vitivinicole
COSTRUZIONI, AMBIENTE
e TERRITORIO
Costruzione, ambiente e territorio
Progettazione, costruzioni e impianti
Geopedologia, economia ed estimo
Topografia
Tecnologie del legno nelle costruzioni
Progettazione, costruzioni e
impianti
Tecnologie del legno nelle costruzioni
Geotecnico
Geologia e geologia applicata
Tecnologie per la gestione del territorio e dell’ambiente
TABELLA C
MATERIE CARATTERIZZANTI I
SINGOLI CORSI DI STUDIO DEI
PERCORSI DI ISTRUZIONE
PROFESSIONALE DELLA
SECONDA PROVA SCRITTA
ISTITUTI PROFESSIONALI
Settore SERVIZI
Indirizzo Articolazioni Opzioni
Discipline caratterizzanti
SERVIZI per l’AGRICOLTURA e
lo SVILUPPO RURALE
Economia agraria e dello sviluppo
territoriale
Valorizzazione delle attività produttive e legislazione di settore
Gestione risorse forestali e montane
Agronomia del territorio montano e
sistemazioni idraulico-forestali
Economia agraria e legislazione di
settore
Silvicoltura e utilizzazioni forestali
Valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli del territorio
Tecniche di allevamento vegetale
ed animale
Economia agraria e dello sviluppo
territoriale
Valorizzazione delle attività produttive e legislazione nazionale e
comunitaria
SERVIZI SOCIO-SANITARI
Igiene e cultura medico-sanitaria
Psicologia generale ed applicata
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
TABELLE A, B, C
Arti ausiliarie delle professioni
sanitarie
Ottico
Discipline sanitarie (Anatomia,
fisiopatologia oculare e Igiene)
Ottica
Ottica applicata
Esercitazioni di optometria
Arti ausiliarie delle professioni
sanitarie Odontotecnico
Esercitazioni di laboratorio di
odontotecnica
Scienze dei materiali dentali e
laboratorio
SERVIZI per L’ENOGASTRONOMIA e L’OSPITALITÀ ALBERGHIERA
Enogastronomia
Scienza e Cultura
dell’Alimentazione
Laboratorio di Servizi enogastronomici
Settore Cucina
Prodotti dolciari artigianali ed
industriali
Scienza e cultura dell’alimentazione, analisi e controlli microbiologici dei prodotti alimentari
Laboratorio di servizi enogastronomici
Settore pasticceria
Tecniche di organizzazione e
gestione dei processi produttivi
Servizi di sala e di vendita
Scienza e Cultura
dell’Alimentazione
Laboratorio di Servizi enogastronomici
Settore Sala e Vendita
Accoglienza turistica
Diritto e tecniche amministrative
della struttura ricettiva
Laboratorio di servizi di accoglienza turistica
Lingua inglese o seconda lingua
straniera
SERVIZI COMMERCIALI
Tecniche professionali dei servizi
commerciali
Promozione commerciale e pubbli-
citaria
Tecniche professionali dei servizi
commerciali pubblicitari
ISTITUTI PROFESSIONALI
Settore INDUSTRIA E ARTIGIANATO
Indirizzo Articolazioni Opzioni
Discipline caratterizzanti
PRODUZIONI INDUSTRIALI e
ARTIGIANALI
Industria
Tecnologie applicate ai materiali e
ai processi produttivi
Tecniche di produzione e di organizzazione
Tecniche di gestione-conduzione di
macchine e impianti
Arredi e forniture di interni
Laboratori tecnologici ed esercitazioni
Tecniche di produzione e di organizzazione
Disegno professionale e visualizzazioni digitali
Produzioni audiovisive
Linguaggi e tecniche della progettazione e comunicazione audiovisiva
Artigianato
Progettazione e realizzazione del
prodotto
Produzioni tessili sartoriali
Laboratori tecnologici ed esercitazioni tessili - abbigliamento
Progettazione tessile -abbigliamento, moda e costume
Produzioni artigianali del territorio
Progettazione e realizzazione del
prodotto
MANUTENZIONE ed ASSISTENZA TECNICA
Tecnologie e tecniche di installazione e di manutenzione
Apparati, impianti e servizi tecnici
industriali e civili
Tecnologie e tecniche di installazione
e di manutenzione di apparati e
impianti civili e industriali
Manutenzione dei mezzi di trasporto
Tecnologie e tecniche di diagnostica e manutenzione dei mezzi di trasporto
Dirigenti di comunità - Quesito
Nota min. prot. 7692 del 5.12.2014
Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio d’istruzione
secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2014/2015 ono pervenuti alcuni quesiti intesi ad ottenere un chiarimento sulla circolare della scrivente prot.7316 del 25-112014, in particolare sulla possibilità dei candidati esterni
di partecipare, in via del tutto eccezionale, all’esame di
Stato 2015 per l’indirizzo di studio del previgente ordinamento
“Dirigente di comunità”.
A riguardo, si precisa che, riesaminata la questione, la circolare
deve essere intesa nel senso che possono essere ammessi, in via del
tutto eccezionale, a sostenere l’esame di Stato 2015 per il predetto
indirizzo di studio gli studenti appartenenti alle seguenti tipologie:
- candidati con esito negativo dell’esame di Stato (indirizzo di
studio del previgente ordinamento “Dirigente di comunità”) nell’anno scolastico 2013/2014;
- candidati in possesso di promozione o idoneità alla quinta classe o a classi intermedie dell’indirizzo di studio del previgente ordinamento “Dirigente di comunità”.
Il Direttore Generale:Carmela Palumbo
S
12
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
ECCELLENZE TRA GLI STUDENTI
Circ. min. n. 50 del 27/11/2014
Decreto ministeriale 8 agosto 2014 di definizione del programma nazionale di promozione delle eccellenze concernente gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado,
statali e paritarie, per l’a,s.2014/2015
S
i informano le SSLL. che
con decreto n. 615 dell’8
agosto 2014, registrato
dalla Corte dei Conti il 5
novembre 2014 (foglio 5015), il
Ministro ha definito il programma
nazionale di promozione delle
eccellenze per l’a.s.2014/2015 che
prevede il riconoscimento di incentivi per gli studenti delle scuole
secondarie di secondo grado che
raggiungono risultati elevati nelle
competizioni elencate nella relativa
tabella A e per gli studenti che
ottengono la votazione di 100 e lode
agli esami di Stato.
Le risorse finanziarie saranno
inviate alle scuole frequentate dai
ragazzi meritevoli affinché provvedano alla premiazione degli studenti con uno dei seguenti incentivi previsti dall’art. 4 del d.lgs. 29
dicembre 2007, n. 262:
a) benefit e accreditamenti per
l’accesso a biblioteche, musei,
istituti e luoghi della cultura; b)
ammissione a tirocini formativi;
c) partecipazione ad iniziative
formative organizzate da centri
scientifici nazionali con destinazione rivolta alla qualità della formazione scolastica;
d) viaggi di istruzione e visite
presso centri specialistici;
e) benefici di tipo economico;
f) altre forme di incentivo
secondo intese e accordi stabiliti
con soggetti pubblici e privati.
Gli incentivi di tipo economico
corrisposti a favore degli studenti
meritevoli non sono assoggettati
ad alcun regime fiscale in quanto
tali “incentivi perseguono la finalità di interesse generale di stimolare e accrescere in senso ampio
l’interesse degli studenti al conseguimento di un più elevato livello
di formazione culturale e professionale”, secondo quanto precisato dall’Agenzia delle Entrate con
Risoluzione n. 280/E/2009.
Gli studenti che sono riconosciuti
meritevoli, in attuazione del programma nazionale di promozione
delle eccellenze per l’a.s.2014/2015,
possono essere inseriti nell’Albo
Nazionale delle Eccellenze.
Si invitano i dirigenti scolastici ad
acquisire, previa informativa, il consenso per la pubblicazione nell’Albo
Nazionale delle Eccellenze dei dati
personali relativi agli studenti che
ottengono la votazione di 100 con
l’attribuzione della lode agli esami di
Stato, conclusivi dei corsi di studio
di istruzione secondaria di secondo
grado.
Nel caso degli studenti che con-
seguono risultati elevati nelle
competizioni riconosciute nel programma annuale di promozione
delle eccellenze, si invitano i dirigenti scolastici ad acquisire la relativa certificazione rilasciata dal
soggetto organizzatore, ai sensi
dell’art. 6 dei citato decreto legislativo n. 262 dei 2007.
Si invitano i soggetti organizzatori delle competizioni ad acquisire, previa informativa, il consenso
per la pubblicazione nell’Albo
Nazionale delle Eccellenze dei dati
personali relativi agli studenti che
raggiungono risultati elevati nelle
competizioni riconosciute nella
tabella A allegata al citato decreto
dei Ministro n. 615 del2014.
Al termine dell’anno scolastico
2014/2015 saranno fornite indicazioni alle istituzioni scolastiche e
ai soggetti organizzatori delle
competizioni sulle modalità e i termini di trasmissione alla Scrivente
dei nominativi degli studenti delle
scuole secondarie di secondo
grado che sono riconosciuti meritevoli, in attuazione dei programma nazionale di promozione delle
eccellenze. La comunicazione del
consenso o del dissenso degli studenti in merito alla pubblicazione
dei propri dati personali nell’Albo
Nazionale delle Eccellenze sul sito
dell’INDIRE può essere trasmessa
contestualmente alla trasmissione
dei dati degli studenti meritevoli,
tramite il portale SIDI del MIUR,
attraverso la selezione di una casella dedicata.
Al fine di sviluppare la promozione ed il sostegno attivo delle
eccellenze e di rafforzare il valore
educativo, scientifico e culturale
che scaturisce da processi virtuosi
di confronto e di competizione
con altre realtà scolastiche, nazionali e internazionali, è indispensabile che le istituzioni scolastiche
sappiano coinvolgere i propri studenti in percorsi di studio di elevata qualità ed offrire loro occasioni per approfondire la preparazione individuale.
Si invitano, pertanto, i dirigenti
scolastici delle scuole secondarie
di secondo grado ad informare i
docenti, gli studenti ed i loro genitori sulle iniziative individuate dal
Ministro, promuovendo la partecipazione dei soggetti interessati alle
competizioni riconosciute nella
tabella A allegata al citato decreto
del Ministro n. 615 del 2014.
Il Direttore Gen.: CarmeIa Palumbo
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
13
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
Collana “Aggiornarsi” Volume n. 1
DAL CATALOGO GENERALE
Teoria e prassi dell’azione educativa
Nozioni di Pedagogia per i corsi di specializzazione e di preparazione all’insegnamento
di Pinella Giuffrida
Pagine 128, formato cm 15 x 21 Euro 10,33
Presentazione
A
rmonizzare gli aspetti teorici e quelli applicativi delle scienze delI’educazione
non é facile, tanto più se l’attenzione viene centrata sulla particolare area che
viene definita “pedagogia speciale”. Occorre infatti integrare i fondamenti teorici ed epistemologici della pedagogia, i contributi della psicologia sperimentale e della neuropsichiatria infantile, le metodologie di valutazione didattica, tenendo
conto di complessi aspetti organizzativi “istituzionali” e di quadri normativi talvolta confusi e contradditori.
Di grande rilievo sono le forme di comunicazione intra-istituzionali (tra docenti) e interistituzionali (tra scuola e altre organizzazioni del mondo esterno), e all’interno di esse, il
tanto dibattuto ruolo dell’insegnante specializzato.
Particolare delicatezza assume inoltre nell’azione educativa l’aspetto “clinico”: termine da
non confondere con l’eccezione psichiatrica o psicologica che ha connotazioni profondamente diverse. Il volume della Dott.ssa Giuffrida offre una riuscita sintesi di questi molteplici elementi, destinata soprattutto agli insegnanti specializzati alla riabilitazione dell’handicap e a quanti si preparano all’insegnamento nella scuola di base.
L’esperienza dell’autrice traspare nella capacità di selezionare gli aspetti essenziali per la
utilizzazione nella pratica scolastica quotidiana.
La difficile materia è trattata con un linguaggio semplice e chiaro; le fonti bibliografiche
sono metabolizzate con cura e trasmesse al lettore in modo comprensibile e mirato, evitando di infarcire il testo di citazioni come purtroppo è prassi sempre più frequente.
Questa capacità di mediazione concettuale e linguistica è il pregio principale del volume
che ho il piacere di presentare.
Esso risulterà certamente utile a quanti si apprestano ad entrare nel difficile mondo della
“educazione speciale”.
Prof. Santo Di Nuovo
Direttore dell’lstituto di Scienze Pedagogiche e Psicologiche Università di Catania
AG/01 - euro 10,33 - richiedetelo
Collana “Aggiornarsi” Volume n. 2
Metodologie didattiche nell’età contemporanea
Orientamenti sul pensiero pedagogico e sui principali precorrimenti metodologici
di Grazia Casalini
Pagine 120, formato cm 15 x 21 Euro 10,33
Dall’Introduzione
ra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in Italia si viene sviluppando
un enorme interesse non solo per l’organizzazione delle scuole ma anche per la
ricerca di efficaci metodi didattici che potessero essere presi ad esempio da una
più ampia possibile fascia di educatori.
Il Positivismo, in particolare, aveva dato un notevole impulso a tale ricerca e, come abbiamo visto in precedenti volumi di questa collana, erano sorte parecchie scuole che avevano introdotto fortunate esperienze didattiche a cui guardavano con ammirazione e simpatia singole figure di pedagogisti e insegnanti ma anche organizzazioni e associazioni
filantropiche, sociali ed educative. Colpivano soprattutto la semplicità dei metodi e la
prontezza dei mezzi didattici usati (come, ad esempio, quelli delle sorelle Agazzi) e quindi la possibilità di istruire anche con poca spesa la gran massa di giovani e bambini il cui
tasso di analfabetismo era ancora altissimo (alla fine dell’Ottocento in Italia siamo all’85
per cento di popolazione analfabeta).
Necessaria appariva anche un’adeguata e celere preparazione di un maggior numero di
insegnanti, che fossero però spronati e incoraggiati da un unico filo conduttore formativo. In tal senso il pensiero fìlosofico di Giovanni Gentile e di Benedetto Croce dette un
fondamentale e deciso contributo, tuttora latente nella formazione intellettuale di moltissimi nostri professori e maestri.
L’attualismo del Gentile e il criticismo del Croce trovarono poi nella pratica attuazione
della pedagogia militante un notevole punto di forza sì da operare una vera e propria
rivoluzione nel campo dell’istruzione degli anni Venti in poi. Non a caso i due battaglieri filosofi sono anche stati ministri della pubblica istruzione. Il Gentile, poi, attuò
quella ormai famosissima riforma del 1923 che, sorta in pieno clima fascista, nessuno
ancora è riuscito a smantellare. Riforma che trovò in Giuseppe Lombardo Radice il più
convinto assertore e il più tenace divulgatore attraverso “lezioni” e conferenze a tutti i
maestri d’ltalia.
Grazia Casalini
T
AG/02 - euro 10,33 - richiedetelo
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
14
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
ALUNNI ADOTTATI
LINEE DI INDIRIZZO PER FAVORIRE
IL DIRITT O ALLO STUDIO
testo coordinato a cura di
ANDREA GIRGENTI
INDICE
INTRODUZIONE
Le caratteristiche dell’adozione internazionale
Il vissuto comune
Le aree critiche
Difficoltà di apprendimento
Difficoltà psico-emotive
Scolarizzazione nei paesi d’origine
Bambini segnalati con bisogni speciali
o particolari
Età presunta
Preadolescenza e adolescenza
Italiano come L2
Identità etnica
LE BUONE PRASSI
Ambito amministrativo-burocratico
L’iscrizione
Iscrizione alle prime classi di ciascun
grado scolastico
Tempi d’inserimento
Scelta della classe d’ingresso
La documentazione
Certificazioni scolastiche
Documenti sanitari
Ambito comunicativo-relazionale
Prima accoglienza
L’insegnante referente
Adozioni internazionali: il passaggio
dalla Lingua1 alla Lingua2
Continuità
Continuità nel percorso scolastico
Continuità con le risorse del territorio
RUOLI
Gli USR
I dirigenti scolastici
Gli insegnanti referenti d’istituto
I docenti
Le famiglie
Il MIUR
FORMAZIONE
Metodi e contenuti
ALLEGATI
Allegato 1 – Scheda di raccolta informazioni a integrazione dei moduli d’iscrizione
Allegato 2 – Traccia per il primo colloquio insegnanti-famiglia
Allegato 3 – Suggerimenti per un buon
inserimento di un minore adottato
internazionalmente
Il testo del documento é stato reso noto da
parte del Ministero dell’Istruzione nel gennaio 2015, tramite internet.
Se ne pubblica la parte più importante per la
grande rilevanza che riveste dal punto di
vista sociale e soprattutto didattica per la
delicatezza degli approcci che bisogna adottare nel corso della quotidianità scolastica.
La pubblicazione degli allegati 1 e 2 viene
omessa. Viene invece pubblicato l’allegato 3.
Nota min. prot. 477 del 18 dic. 2014
INTRODUZIONE
a realtà dell’adozione è, da tempo,
ampiamente diffusa nella nostra
società e chiaro è il suo valore quale
strumento a favore dell’Infanzia e
come contribuisca alla crescita culturale e sociale del nostro Paese. In Italia, soltanto nel periodo
2010-2013, sono stati adottati circa 14.000 bambini con l’adozione internazionale e oltre 4000
con quella nazionale. Conseguentemente, anche
la presenza dei minori adottati nelle scuole italiane è divenuta un fenomeno quantitativamente
rilevante. In molti casi, inoltre, soprattutto per i
bambini adottati internazionalmente, il tema del
confronto con il mondo della scuola si pone in
maniera urgente perché molti di loro vengono
adottati in età scolare o comunque prossima ai 6
anni.
Occorre considerare che alla condizione
adottiva non corrisponde un’uniformità di situazioni, e quindi di bisogni, e che i bambini adottati possono essere portatori di condizioni molto
differenti che, se poste lungo un continuum,
possono andare da un estremo di alta problematicità ad un altro di pieno e positivo adattamento. Non è raro, infatti, incontrare soggetti che
presentano benessere psicologico e performance scolastiche nella media, se non addirittura
superiori. È, pertanto, molto importante non
avere pregiudizi e non dare per scontata la presenza di problematicità nei minori adottati.
Ciò detto, è innegabile che all’essere adottato siano connessi alcuni fattori di rischio e di
vulnerabilità che devono essere conosciuti e
considerati, affinché sia possibile strutturare
una metodologia di accoglienza scolastica in
grado di garantire il benessere di questi alunni
sin dalle prime fasi di ingresso in classe, nella
convinzione che un buon avvio sia la migliore
premessa per una positiva esperienza scolastica negli anni a venire. In questo senso è necessario che la scuola sia preparata all’accoglienza dei minori adottati in Italia e all’estero e
costruisca strumenti utili, non solo per quanto
riguarda l’aspetto organizzativo, ma anche
didattico e relazionale, a beneficio dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie.
Naturalmente prassi e strumenti adeguati
dovranno essere garantiti anche nelle fasi successive all’inserimento, con particolare attenzione ai
passaggi da un ordine di scuola all’altro.
Il presente documento è stato elaborato con
l’obiettivo di fornire conoscenze e linee di
indirizzo teorico-metodologico che aiutino a
far sì che la scuola possa garantire ai bambini
e ai ragazzi adottati e alle loro famiglie ulteriori strumenti nel loro percorso di crescita.
L
Le caratteristiche dell’adozione internazionale
Ogni anno si formano in Italia circa 4000
nuove famiglie adottive, di cui tre su quattro si
formano per adozione internazionale. Nel
2012 sono arrivati in Italia 3.106 bambini e
bambine, mentre nel 2013 la Commissione
Adozioni Internazionali ha rilasciato l’autorizzazione all’ingresso in Italia per 2.825 minori
provenienti da 56 Paesi, adottati da 2.291
famiglie. Orientativamente, dal 16 novembre
2000 al 31 dicembre 2012, i minori autorizzati all’ingresso in Italia in adozione sono stati
oltre 39.0002. Nel 2012 l’età media dei bambini era di 5 anni e 11 mesi, di poco inferiore
al dato 2011 (6 anni e un mese). Appare subito evidente che l’età media d’ingresso è particolarmente critica rispetto al sistema di istruzione italiano che, quasi quotidianamente,
nelle diverse scuole deve far fronte alle richieste di iscrizione e inserimento di bambini e
ragazzi con bisogni specifici.
Infatti, nel 2012, si è registrata una media
mensile di 258 autorizzazioni all’ingresso. Più
nel dettaglio, nel triennio 2010-2012 sono stati
3246 i bambini adottati con un’età compresa
fra i 5 e i 7 anni e che, dunque, necessitavano
di essere inseriti nella scuola primaria. In particolare, sempre nel triennio 2010-2012, sono
stati autorizzati all’ingresso: 1.048 bambini di
5 anni di età, 1.096 bambini di 6 anni di età e
1.102 bambini di 7 anni di età.
Il vissuto comune
Come già affermato, pur nell’estrema varietà
di situazioni, vi sono alcune esperienze sfavorevoli che tutti i bambini adottati hanno sperimentato prima dell’adozione. Tutti hanno, infatti, vissuto la dolorosa realtà della separazione
dai genitori di nascita e, a volte, anche dai fratelli e, oltre questi difficili eventi, molti di loro
hanno sperimentato condizioni di solitudine,
lunghi periodi di istituzionalizzazione, esperienze di maltrattamento fisico e/o psicologico.
Taluni bambini vengono adottati dopo affidi o
precedenti esperienze di adozione non riuscite.
I bambini giunti per adozione internazionale, inoltre, vivono un’ulteriore complessità
poiché hanno dovuto confrontarsi con numerosi cambiamenti (linguistici, climatici, alimentari, ecc.) e sono stati inseriti in contesti
per loro completamente nuovi e sconosciuti. Si
tratta di un cambiamento esistenziale drastico
che viene affrontato, molto spesso, lasciandosi
alle spalle pezzi di storia difficili di cui si sa
poco (le informazioni sulla loro salute e vita
pregressa sono frequentemente esigue e frammentate). Infine, le differenze culturali e
somatiche che caratterizzano coloro che provengono da altri Paesi, ma anche un numero
significativo di minori adottati in Italia, contribuiscono a rendere ancora più complesso e
delicato il loro percorso di integrazione nel
nuovo contesto di vita.
Le aree critiche
Nello specifico, si evidenzia, in un numero
significativo di bambini adottati, la presenza di
aree critiche che devono essere attentamente
considerate. Di seguito si propone un’elenca-
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
zione delle maggiori peculiarità che possono
presentarsi, ricordando nuovamente che esse
non sono sempre presenti né, tanto meno, lo
sono in egual misura in tutti i soggetti.
Difficoltà di apprendimento
Vari sono gli studi che si sono occupati della
presenza, tra i bambini adottati, di una percentuale di Disturbi Specifici dell’Apprendimento
(DSA) superiore a quella mediamente presente
tra i coetanei non adottati. É da sottolineare che, tuttavia, pur in assenza
di disturbo specifico dell’apprendimento, a causa di una pluralità di
situazioni di criticità, quali i danni
da esposizione prenatale a droghe o alcol, l’istituzionalizzazione precoce, l’assunzione di psicofarmaci durante la permanenza in istituto,
l’incuria e la deprivazione subite, l’abuso, il vissuto traumatico dell’abbandono, molti bambini
adottati possono presentare problematiche nella
sfera psicoemotiva e cognitiva tali da interferire
sensibilmente con le capacità di apprendimento
(in particolare con le capacità che ci si aspetterebbe in base all’età anagrafica). Tali difficoltà
possono manifestarsi con deficit nella concentrazione, nell’attenzione, nella memorizzazione, nella produzione verbale e scritta, in alcune
funzioni logiche.
15
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
Italia. Va inoltre considerato che in molti dei
Paesi di provenienza dei bambini (ad esempio
in Brasile, Bulgaria, Etiopia, Federazione
Russa, Lituania, Polonia, Ucraina, Ungheria)
il percorso scolastico, differentemente da quello italiano, inizia a sette anni, a volte con un
ciclo di scuola primaria quadriennale. Il fatto
che in così tanti Paesi di origine la scuola inizi
a sette anni è un dato di particolare importanza, considerato che nel
naturale necessità di crescita e di indipendenza. Per i ragazzi adottati internazionalmente
tutto questo implica un vissuto più lungo e più
complesso e richiede, pertanto, ulteriori forme
di flessibilità nelle fasi di inserimento e di
accompagnamento scolastico. Anche per coloro che sono stati adottati nell’infanzia, inoltre,
il sopraggiungere della preadolescenza e dell’adolescenza può comportare
l’insorgere di significative problematiche connesse alla definizione della propria identità, ai
cambiamenti del corpo, alle
relazioni con i coetanei e, più in generale,
con il contesto sociale, che possono interferire
con le capacità di apprendimento.
AT I
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Difficoltà psico-emotive
Le esperienze sfavorevoli nel periodo precedente l’adozione possono, quindi, determinare
in molti casi conseguenze negative relativamente alla capacità di controllare ed esprimere le proprie emozioni. La difficoltà nel tollerare le frustrazioni, i comportamenti aggressivi, il mancato rispetto delle regole, le provocazioni, l’incontenibile bisogno di attenzione,
sono solo alcune delle manifestazioni evidenti
di un disagio interiore che può pervadere molti
bambini. La mancanza di figure di riferimento
stabili e capaci di offrire adeguate relazioni di
attaccamento può causare un senso d’insicurezza rispetto al proprio valore e di vulnerabilità nel rapporto con gli altri, portando il bambino a costruire una rappresentazione di sé
come soggetto indesiderabile, nonché dell’ambiente come ostile e pericoloso. Il bisogno di
sentirsi amati, di percepire la considerazione
degli altri, il timore di essere rifiutati e nuovamente abbandonati, la rabbia e il dolore per
quanto subito, sono i vissuti che albergano nell’animo di molti bambini rendendo loro difficile gestire con equilibrio e competenza le
relazioni con adulti e coetanei. Questi bambini
hanno bisogno solitamente di tempi mediolunghi per acquisire modalità di relazione adeguate, imparando a riconoscere ed esprimere
correttamente le proprie emozioni. Si tratta di
un percorso impegnativo che deve essere tenuto nella giusta considerazione, soprattutto per
quei bambini che sono adottati in età scolare
ed iniziano il loro percorso scolastico quasi in
concomitanza con l’inserimento nella nuova
famiglia.
Scolarizzazione nei Paesi d’origine
I bambini adottati internazionalmente possono provenire da Paesi prevalentemente rurali, con strutture sociali fragili, dove il tasso di
analfabetismo e/o di abbandono scolastico
precoce è rilevante. I bambini che provengono
da tali situazioni potrebbero aver ricevuto
un’esigua scolarizzazione, non averla ricevuta
affatto, o averla ricevuta con modalità piuttosto differenti da quelle attualmente adottate in
nostro Paese ciò avviene a
sei anni, talvolta anche a cinque. Per i bambini in arrivo in Italia per adozione internazionale, quindi, quella dei sei anni è sovente ancora
l’età della scuola dell’infanzia. A ciò si aggiunge il fatto che, in alcuni Paesi, i bambini affetti
da ritardi psico-fisici possono essere stati dirottati in percorsi di “istruzione speciale”.
Bambini segnalati con bisogni speciali o
particolari
Negli ultimi anni sono andate significativamente aumentando le cosiddette “adozioni di
bambini con bisogni speciali” (special needs
adoption). Con questa definizione, in senso
ampio, ci si riferisce alle adozioni:
- di due o più minori;
- di bambini di sette o più anni di età;
- di bambini con significative problematiche
di salute o di disabilità.
- di bambini reduci da esperienze particolarmente difficili e/o traumatiche.
Queste ultime due tipologie assumono particolare rilevanza in relazione all’inserimento
e alla frequenza scolastica. Infatti, come si
potrà ben comprendere, questi bambini possono più facilmente presentare specifiche problematiche sul piano degli apprendimenti e dell’adattamento al contesto scolastico. Va inoltre
segnalato che il dato globale, anche per la sola
salute, è sottostimato. Spesso nelle cartelle cliniche appaiono i sintomi piuttosto che le diagnosi e i diversi Paesi hanno standard valutativi differenti. Infine, in alcuni casi, i dossier
medici sono carenti o insufficienti e alcune
situazioni possono essere verificate o accertate
solo dopo l’arrivo in Italia.
Età presunta
In diversi Paesi di provenienza i bambini non
vengono iscritti all’anagrafe al momento della
nascita, nonostante tale atto rappresenti un diritto sancito dall’art. 7 della Convenzione sui
Diritti del Fanciullo del 1989. Di conseguenza,
può capitare che a molti bambini che saranno
poi adottati venga attribuita una data di nascita
e, quindi un’età, presunte, ai soli fini della registrazione anagrafica e solo al momento dell’ingresso in istituto o quando viene formalizzato
l’abbinamento con la famiglia adottiva. Non è
raro rilevare ex-post discrepanze di oltre un
anno fra l’età reale dei bambini e quella loro
attribuita, anche perché i bambini possono essere, nel periodo immediatamente precedente l’adozione, in uno stato di denutrizione e di ritardo psico-motorio tali da rendere difficile l’individuazione dell’età reale.
Preadolescenza e adolescenza
Un numero significativo di bambini e ragazzi arriva in Italia dopo i 10 anni, in un’età complessa di per sé in cui la strutturazione dei
legami affettivi e famigliari si scontra con la
Italiano come L2
L’esperienza indica come, generalmente, i
bambini adottati internazionalmente apprendano velocemente il vocabolario di base dell’italiano e le espressioni quotidiane utilizzate
nelle conversazioni comuni (le cosiddette
“basic interpersonal communicative skills”). Il
linguaggio più astratto, necessario per l’apprendimento scolastico avanzato (le cosiddette
“cognitive/academic linguistic abilities”,
costituite da conoscenze grammaticali e sintattiche complesse e da un vocabolario ampio),
viene invece appreso molto più lentamente.
Secondo l’esperienza e gli studi in materia, i
bambini adottati internazionalmente spesso
presentano difficoltà non tanto nell’imparare a
“leggere”, quanto nel comprendere il testo
letto o nell’esporre i contenuti appresi, mentre
più avanti negli studi possono incontrare serie
difficoltà nel comprendere e usare i linguaggi
specifici delle discipline e nell’intendere concetti sempre più astratti. Va anche ricordato
che le strutture linguistiche dei Paesi di provenienza sono spesso molto diverse, presentando
fonemi inesistenti nella lingua italiana e viceversa. In molti casi il riconoscimento e la produzione di suoni nuovi, non precedentemente
appresi, può essere estremamente difficile,
rendendo imprecisa l’esecuzione dei dettati
e/o l’esposizione. Queste difficoltà nell’uso
del linguaggio si intersecano con le difficoltà
di apprendimento già precedentemente evidenziate. Inoltre la modalità di apprendimento
della lingua non è “additiva” (la nuova lingua
si aggiunge alla precedente), come nel caso
degli immigrati, bensì “sottrattiva” (la nuova
lingua sostituisce la precedente), e implica
pertanto maggiori difficoltà che in alcuni
momenti possono portare a sentirsi “privi di
vocaboli per esprimersi”, provocando rabbia
ed una gamma di emozioni negative che possono diventare di disturbo all’apprendimento
scolastico.
Identità etnica
Un altro aspetto rilevante che caratterizza la
condizione di molti bambini adottati, sia in
Italia sia all’estero, è quello di essere nati da
persone di diversa etnia e, in molti casi, di
avere tratti somatici tipici e riconoscibili. Per
questi bambini si pone il compito di integrare
l’originaria appartenenza etnico-culturale con
quella della famiglia adottiva e del nuovo contesto di vita. Si tratta di un compito impegnativo che può assorbire molte energie cognitive
ed emotive.
Il bambino adottato è, dal momento dell’adozione, cittadino italiano a tutti gli effetti e
totale legittimazione gli è dovuta dall’ambiente che lo accoglie, senza, per altro, imporgli
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
alcuna rimozione delle sue radici e della sua
storia. Nel nostro Paese tuttavia, ancora oggi,
spesso scatta automatico il criterio di considerare straniero chi è somaticamente differente:
la scuola è quindi chiamata a svolgere un ruolo
importante nel far crescere la consapevolezza
che ci sono molti italiani con caratteristiche
somatiche tipiche di altre aree geografiche. In
questo senso, la presenza in classe di alunni
adottati è un valore aggiunto nel processo di
inclusione e di accettazione delle diversità.
É necessario evitare l’errore di equiparare
l’alunno adottato all’alunno straniero immigrato. In realtà il bambino adottato, anche se
proveniente da un altro Paese, non è un bambino immigrato.
É bensì un bambino che - pur differenziandosi nei tratti somatici dalla sua nuova famiglia - ha genitori italiani e vive in un ambiente
culturale italiano. A differenza dei minori
immigrati con la famiglia, che mantengono un
rapporto vitale con la cultura e la lingua d’origine, i bambini adottati perdono velocemente
la prima lingua e possono manifestare un’accentuata ambivalenza verso la cultura di provenienza, con alternanza di momenti di nostalgia/orgoglio a momenti di rimozione/rifiuto.
LE BUONE PRASSI
Ambito amministrativo-burocratico
In questa Sezione sarà affrontato il tema
dell’accoglienza nelle scuole delle bambine e
dei bambini adottati, riferendosi in particolare
all’insieme di quegli adempimenti e provvedimenti con cui si formalizza il rapporto dell’alunno e della sua famiglia con l’istituzione
scolastica.
L’iscrizione
L’iscrizione costituisce per tutte le famiglie
un importante momento per fare una scelta consapevole e pienamente rispondente alle esigenze formative dei figli. Come riportato nell’introduzione, nel caso delle adozioni nazionali e
internazionali le criticità e specificità possono
essere plurime e richiedere soluzioni mirate per
quanto riguarda le modalità e i tempi d’iscrizione, oltre che i tempi di inserimento e la scelta
delle classi in cui inserire gi alunni.
Iscrizione alle prime classi
Dall’anno scolastico 2013/2014, per le
scuole statali le procedure da seguire per l’iscrizione alle prime classi, fatta eccezione la
scuola dell’infanzia, avviene esclusivamente
online. Le famiglie dovranno registrarsi al portale www.iscrizioni.istruzione.it, quindi compilare e inoltrare la domanda di iscrizione alla
scuola prescelta. La medesima modalità potrà
essere utilizzata anche per le istituzioni scolastiche paritarie che abbiano aderito alla procedura informatizzata.
La famiglia che adotta internazionalmente,
tuttavia, può trovarsi ad iscrivere il bambino o
il ragazzo e in una fase in cui l’iter burocratico
che porta alla formalizzazione dell’adozione
non è ancora completato. La famiglia, pertanto, potrebbe non essere subito in possesso del
codice fiscale del minore o di tutta la documentazione definitiva.
La presentazione della domanda di iscrizione online è comunque consentita anche in
mancanza del suddetto codice fiscale9. Una
funzione di sistema, infatti, permette la creazione di un “codice provvisorio”, che, appena
possibile, l’istituzione scolastica cui è diretta
16
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
l’iscrizione on line dovrà sostituire sul portale
SIDI con il codice fiscale definitivo, avvalendosi dei documenti presentati dalla famiglia in
grado di certificare l’adozione avvenuta all’estero (Commissione Adozioni Internazionali,
Tribunale per i Minorenni).
In ogni caso, poiché non può essere possibile prevedere il momento di arrivo dei bambini
nei nuclei familiari adottivi, è comunque consentito alle famiglie - sia nei casi di adozione
nazionale che internazionale - di iscrivere ed
inserire i figli a scuola in qualsiasi momento
dell’anno, anche dopo la chiusura delle procedure online, presentando la domanda di iscrizione direttamente alla scuola prescelta.
Parimenti, la famiglia che adotta nazionalmente può dover affrontare lunghe fasi intermedie in cui i bambini e le bambine sono in
affidamento “provvisorio” (anche chiamato
affido o adozione a rischio giuridico) o in affidamento preadottivo. In tali passaggi, la modalità di iscrizione é online.
L’affidamento “a rischio giuridico” rappresenta una prassi giurisprudenziale che trova la
sua legittimità nella legge 184/83 (novellata
dalla legge 149/98) che consente al Tribunale
per i Minorenni di affidare provvisoriamente
ad una famiglia un minore per il quale sia stato
aperto o concluso un procedimento per la
dichiarazione di adottabilità.
Tale procedura trova la sua ratio nell’esigenza di evitare al bambino successivi cambiamenti di famiglia nel caso che i genitori o
altri parenti entro il quarto grado oppongano
ricorso all’adozione.
Considerati i tempi lunghi che il minore che
ancora mantiene i dati anagrafici originari, ma
risulta allo stesso tempo presso il domicilio
degli adottanti, pone un reale rischio di tracciabilità del minore stesso e della famiglia cui
è stato assegnato. Non è un caso che, per evidenti motivi di riservatezza, il Tribunale per i
Minorenni talvolta vieti espressamente di diffondere i dati del bambino. Pertanto, come evidenziato dal MIUR nelle FAQ sull’iscrizione
online 2014, anche in tali contesti “stante la
particolare situazione, al fine di garantire protezione e riservatezza ai minori, l’iscrizione
viene effettuata dalla famiglia affidataria
recandosi direttamente presso l’istituzione
scolastica prescelta”, quindi senza dover
obbligatoriamente usare la piattaforma delle
iscrizioni online.
Tempi d’inserimento
I bambini e i ragazzi arrivati per adozione
internazionale, qualsiasi sia la loro età, hanno
bisogno di essere accolti nel nuovo sistema
scolastico con modalità rispondenti alle loro
specifiche e personali esigenze legate alla
comprensione del nuovo contesto familiare
che si va formando e alla conoscenza dell’ambiente sociale che li sta accogliendo. Anche al
fine di facilitare e supportare la costruzione dei
legami affettivi con le nuove figure genitoriali,
sarà possibile, in casi particolari attentamente
valutati, procrastinare l’inizio del percorso
scolastico di alcuni mesi (informazioni a
riguardo sono fornite nell’Allegato 3).
Alla luce di tale necessità, le tempistiche
effettive di inserimento vengono, dunque,
decise dal Dirigente scolastico, sentito il Team
dei docenti, in accordo con la famiglia e con i
servizi pubblici e/o privati che sostengono ed
accompagnano la stessa nel percorso adottivo.
Particolare attenzione va prestata ai casi
riguardanti i bambini adottati, sia nazional-
mente che internazionalmente, aventi tra i cinque e i sei anni di età e che presentano particolari fattori di vulnerabilità. Per tali bambini,
e solo in casi circostanziati da documentazione che ne attesti la necessità, è prevista la possibilità di deroga dall’iscrizione alla prima
classe della primaria al compimento dei sei
anni e la possibilità di rimanere un anno in più
nella scuola dell’Infanzia, come già precisato
nella nota 547 del 21/2/2014.
A tale proposito sarebbe opportuno che,
nella fase di inserimento a scuola di un bambino adottato, oltre alla valutazione di specifici
fattori di rischio relativi alla sua storia preadottiva, venisse effettuata, a cura dei professionisti che accompagnano la famiglia nella
fase di primo ingresso, una valutazione dell’effettivo livello di competenze neuropsicologiche e funzionali raggiunto. Il principio è
quello di considerare necessario conoscere le
effettive risorse e le difficoltà procedimento
giudiziario impiega per giungere a termine, il
Tribunale, per evitare che il bambino resti molti
anni ad attendere una soluzione, con conseguenti gravi danni affettivi può affidare il minore ad una coppia scelta tra quelle che si sono
rese disponibili e già dichiarate idonee all’adozione. Il minore viene, pertanto, dato loro in
affidamento familiare (che non è ancora
quello preadottivo)
e viene mantenuto
(a differenza degli
affidamenti familiari temporanei “classici”) segreto alla famiglia di origine. In seguito, qualora la dichiarazione di adottabilità
diventi definitiva, l’affidamento familiare è trasformato in affidamento preadottivo, evitando
al minore nuovi traumi da separazione.
La nota MIUR Prot. n. 547 del 21/2/2014 Deroga all’obbligo scolastico di alunni adottati - invita i Dirigenti Scolastici, “qualora si trovino in presenza di situazioni riguardanti alunni che necessitano di una speciale attenzione, a
porre in essere gli strumenti e le più idonee
strategie affinché esaminino i singoli casi con
sensibilità e accuratezza, confrontandosi, laddove necessario, anche con specifiche professionalità di settore e con supporto dei Servizi
Territoriali, predisponendo percorsi individualizzati e personalizzati. Solo a conclusione dell’iter sopra descritto, inerente casi eccezionali
e debitamente documentati, e sempre in accordo con la famiglia, il Dirigente Scolastico –
sentito il Team dei docenti – potrà assumere la
decisione, in coerenza con quanto previsto con
l’articolo 114, comma 5, del d.lgs n. 297/1994,
di far permanere l’alunno nella scuola dell’infanzia per il tempo strettamente necessario
all’acquisizione dei pre-requisiti per la scuola
primaria, e comunque non superiore ad un
anno scolastico, anche attraverso un’attenta e
personalizzata progettazione educativa”.
Qualora sia possibile ed opportuno, si procederà effettuando la valutazione mediante gli
strumenti classici (prove e test appositi), privilegiando l’utilizzo di test non verbali per la
valutazione delle capacità cognitive, onde evitare che la ridotta conoscenza della lingua italiana vada ad influenzare negativamente le
performance del soggetto. Se, viceversa, si
considera non possibile e/o non opportuno sottoporre il bambino ad una valutazione strutturata ed impegnativa, si dovrà comunque procedere, in particolare nei casi di bambini in procinto di iniziare la scuola dell’obbligo, con una
rilevazione del livello di sviluppo, che consen-
ALUNNI
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
ta di stabilire se l’inserimento debba avvenire
nella classe scolastica corrispondente per età,
ovvero in quella precedente12. Occorre, pertanto, distinguere due diverse tipologie di
valutazione: quella informale e quella strutturata. La prima consiste nella raccolta di informazioni attraverso un’interazione “informale”
con il bambino (durante la visita domiciliare,
mediante il gioco, ecc.). La seconda è basata
sulla somministrazione di prove strutturate.
Scelta della classe di ingresso
La fase del primo ingresso a scuola e la scelta della classe d’inserimento sono ritenute cruciali per tutti i minori adottati. Dunque, come
evidenziato anche in altri contesti13, per quel
che riguarda i minori adottati internazionalmente che arrivano in Italia in età scolare, la
scelta della classe d’inserimento dovrà tener
conto delle informazioni raccolte nella fase di
dialogo Scuola - Famiglia, di cui si rimanda
alla sezione successiva, nonché delle relazioni
dei servizi pubblici e/o privati che accompagnano la fase post-adottiva. Il Dirigente deciderà la
classe d’inserimento in accordo con la famiglia,
recependo, se presenti, i pareri dei professionisti
che seguono il minore, considerando anche la
possibilità, in casi
particolari
(ad
es.
carente
scolarizzazione pregressa, lingua d’origine
molto diversa dall’italiano) di inserire il minore
in una classe inferiore di un anno a quella corrispondente all’età anagrafica.
TAT I
OT TA
A D OT
La documentazione
Iscrizione
Successivamente alla presentazione della
domanda di iscrizione, sia online sia in corso
d’anno, la segreteria scolastica richiede alla
famiglia copia dei documenti previsti dalla
normativa. Tuttavia, sia nel caso delle adozioni nazionali che internazionali, possono intervenire criticità legate alla mancanza di definizione nell’immediato della documentazione in
possesso delle famiglie che adottano all’estero, oppure alla riservatezza delle informazioni
relative ai bambini adottati all’interno del territorio nazionale e in affido preadottivo. Le
scuole sono tenute ad accettare la documentazione in possesso della famiglia (rilasciata dai
Paesi di provenienza, dalla Commissione delle
Adozioni Internazionali, dal Tribunale per i
Minorenni) anche quando la medesima è in
corso di definizione. La scuola usualmente
richiede la documentazione accertante gli
studi compiuti nel Paese di origine (pagelle,
attestati, dichiarazioni, ecc.); in mancanza di
tutto questo, richiede ai genitori le informazioni in loro possesso. Per quel che riguarda le
adozioni nazionali, la buona prassi è quella già
praticata in Piemonte a seguito della nota prot.
n. 4403 del 15-05-2011 dell’Ufficio Scolastico
Regionale. Le scuole si limitano a prendere
visione della documentazione, rilasciata dal
Tribunale per i Minorenni nel caso di affido a
fini adottivi, senza trattenerla nel fascicolo
personale del minore. Analoga procedura va
messa in atto per tutti gli altri documenti
necessari per l’iscrizione o per il trasferimento
ad altra scuola (ad es. nulla-osta). Il Dirigente
Scolastico inserisce dunque nel fascicolo del
minore una dichiarazione in cui attesta di aver
preso visione della documentazione necessaria
17
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
per l’iscrizione. Le segreterie, quindi, attivano
modalità per cui i nomi dei bambini e delle
bambine vengano trascritti nei registri di classe direttamente con i cognomi degli adottanti,
facendo attenzione che non compaia il cognome di origine in alcun contesto.
Certificazioni scolastiche
Quando si tratta di minori a rischio giuridico di adozione o in fase di affido preadottivo,
deve essere consegnata una scheda di valutazione in cui il minore possiede il cognome
degli adottanti. Il Dirigente provvede quindi a
sottoscrivere una dichiarazione in cui dà atto
che l’identità del minore – cui è stata rilasciata la scheda di valutazione – corrisponde a
quella effettiva15.
Documenti sanitari
La scuola è tenuta ad accertare se sono state
praticate agli alunni le vaccinazioni obbligatorie, richiedendo la presentazione della relativa
certificazione. Se il minore ne è privo, la famiglia può rivolgersi ai servizi sanitari perché
definiscano la situazione vaccinale ed eseguano gli opportuni interventi sanitari, se necessari. É importante che la scuola faciliti questo
passaggio decisivo in termini di diritto alla
salute. In ogni caso, la mancanza di vaccinazioni non può precludere l’ingresso a scuola,
né la regolare frequenza.
AMBITO COMUNICATIVO
RELAZIONALE
Prima accoglienza
Il momento dell’accoglienza e del primo
ingresso sono fondamentali per il benessere
scolastico di ogni bambino ed in particolare di
quelli adottati, sia nazionalmente che internazionalmente. La “buona accoglienza” può
svolgere un’azione preventiva rispetto all’eventuale disagio nelle tappe successive del
percorso scolastico. É per questi motivi che
assume grande importanza la relazione della
scuola con le famiglie degli alunni, famiglie in
questo caso portatrici di “storie differenti” ed
in grado di dare voce alle “storie differenti”
dei propri figli. L’accoglienza, l’integrazione e
il successo formativo del bambino adottivo a
scuola possono essere garantiti solo attraverso
un processo di collaborazione tra famiglia,
istituzione scolastica, équipes adozioni, Enti
Autorizzati e gli altri soggetti coinvolti tra cui
bisogna annoverare anche le associazioni cui
sovente le famiglie fanno riferimento. (Si sottolinea che l’Allegato 3 contiene approfondimenti in merito). Al fine di agevolare tale lavoro di rete, è auspicabile che ogni Istituzione
scolastica individui un insegnante referente sul
tema. Al primo contatto con la scuola, prima di
iscrivere il figlio o la figlia, i genitori potranno
ricevere informazioni riguardanti l’organizzazione scolastica, il POF adottato nella scuola, i
tempi di inserimento tramite un colloquio con
il docente referente e/o il Dirigente.
L’insegnante referente potrà essere d’ausilio
anche in fasi successive come di seguito
descritto.
L’insegnante referente
L’insegnante referente, formato sulle tematiche adottive, nella fase di prima accoglienza
precedente l’iscrizione porta a conoscenza
della famiglia:
- i progetti inseriti nel POF;
- le eventuali esperienze e conoscenze pregresse nel campo dell’adozione;
- le risorse e gli strumenti disponibili volti a
facilitare l’inserimento dei bambini e dei
ragazzi adottati.
Il docente referente (o il Dirigente scolastico) raccoglie inoltre le informazioni utili ai
fini del buon inserimento dei bambini e dei
ragazzi, avvalendosi anche di strumenti quali
quelli suggeriti nell’Allegato 1 per la scuola
Primaria. In ogni caso si ritiene possano essere importanti le seguenti informazioni da trattare come dati sensibili:
- Nome e cognome dei bambini e ragazzi (si
raccomanda la massima attenzione per i casi di
adozione nazionale).
- Tipo di adozione (nazionale o internazionale).
- Provenienza ed età di inizio della scolarizzazione nel paese di origine (nei casi di adozione internazionale).
- Precedente scolarizzazione dei bambini (o
assenza di scolarizzazione) ed eventuale documentazione pregressa (se presente).
- Eventuale valutazione degli operatori dei
servizi e/o degli Enti Autorizzati sulla situazione emotiva e affettiva del bambino.
Oltre ai suddetti dati, sarebbe auspicabile
che gli operatori scolastici diano rilevanza
anche alle seguenti specificità:
- Esperienza dei genitori rispetto all’inserimento in famiglia.
- Durata del periodo di ambientamento del
bambino nella nuova famiglia prima dell’entrata a scuola, con particolare attenzione al
tempo trascorso dall’arrivo in Italia.
- Potenziale situazione di età presunta.
Questi bambini, spesso con un’età dichiarata
di uno o più anni diversa da quella reale, possono presentare, dopo un primo periodo di
inserimento scolastico e sulla base delle capacità manifestate, il bisogno di passare ad una
classe inferiore o successiva. La scuola deve
pertanto prevedere la possibilità di consentire
il passaggio a classi diverse attraverso specifici percorsi di flessibilità.
Nella fase successiva al primo inserimento è
possibile prevedere, anche avvalendosi di strumenti quali quelli suggeriti nell’Allegato 2 e
cui è dovuto il trattamento riservato ai dati
sensibili, un secondo incontro specifico scuola-famiglia al fine di fare il punto della situazione e poter stabilire, se vi è la necessità di
elaborare un Piano Didattico Personalizzato
(PDP). La Direttiva Ministeriale del 27
Dicembre 2012 e la conseguente Circolare
applicativa n. 8 del 6 Marzo 2013 ben descrivono la complessa realtà delle nostre classi
evidenziando che “ogni alunno con continuità
o per determinati periodi, può evidenziare
bisogni educativi speciali: o per motivi fisici,
biologici o fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario
che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.” Bisogna dunque prevedere, nei
casi di alunni adottati, la possibile elaborazione del PDP in ogni momento dell’anno, fermo
restando che, se tra l’arrivo a scuola del minore e la chiusura dell’anno scolastico non vi è il
sufficiente tempo utile per l’osservazione e la
stesura del documento, la scuola dovrà comunque prevedere delle misure didattiche di
accompagnamento da formalizzare nel PDP
nell’anno scolastico successivo.
Al riguardo appare utile rammentare che
l’eventuale elaborazione di un PDP ha lo
scopo di attivare percorsi personalizzati che
tengano conto della speciale attenzione richiesta nei casi di alunni adottati, mettendo in
campo tutte le strategie educative e didattiche
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
ritenute opportune nella fase di accoglienza
e/o di transizione tra ordini e gradi di scuola.
In ogni caso, ciò non comporta l’adozione di
misure dispensative o di strumenti compensativi (tranne nel caso in cui siano diagnosticati
anche disturbi specifici dell’apprendimento),
con la conseguenza chela valutazione avviene
nelle forme e nei modi previsti dal D.P.R.
122/2009 per tutti gli alunni.
In tali fasi, il docente referente offre alla
famiglia:
- informazioni sul sostegno psicopedagogico (per le scuole dotate di apposito sportello);
- disponibilità a collaborare con altre risorse
e servizi del territorio, se necessario.
Collabora inoltre con gli insegnanti di riferimento del minore nelle fasi di accoglienza per:
- renderli partecipi delle specificità ed eventuali criticità;
- monitorare il percorso educativo/didattico in
accordo con la famiglia e i docenti di riferimento;
- partecipare, se richiesto, agli incontri di
rete con altri servizi sempre previo accordo
della famiglia e dei docenti di riferimento.
Adozioni internazionali: il passaggio dalla
Lingua1 alla Lingua2
Si è già detto che i minori adottati apprendono in tempi molto brevi la nuova lingua
familiare.
Questo dato potrebbe indurre a ritenere che
essi non incontreranno a scuola significative
difficoltà di ordine linguistico. In realtà, tuttavia, quella che essi apprendono in tempi molto
brevi è la lingua della quotidianità e non quella dell’apprendimento scolastico, carica di
polisemie, sfumature, nessi, inferenze e riferimenti culturali. Il rafforzamento della padronanza linguistica è pertanto fondamentale e va
portato avanti non solo all’inizio, ma anche
nelle fasi più avanzate del percorso scolastico,
che richiedono competenze linguistiche sempre più raffinate.
Nel caso di minori inseriti negli ultimi anni
della primaria o in classi successive, l’esperienza maturata in questo campo, indica quale
fattore facilitante l’affiancamento all’alunno
adottato, soprattutto se neo arrivato, di un
compagno tutor e, se possibile, di un facilitatore linguistico.
Questi potrebbe essere un insegnante di italiano, anche di altra sezione, che diventi figura
referente di un impianto didattico ed educativo
più ampio. Tale insegnante dovrebbe possedere un’esperienza e/o una formazione pregressa
dell’insegnamento dell’Italiano come Lingua
2 (soprattutto nella delicata fase dell’“interlingua”…) e curare in primis, nella fase d’accoglienza, l’alfabetizzazione comunicativa, e
successivamente l’approccio alla lingua specifica dello studio.
La necessità di un supporto linguistico,
soprattutto nel caso di alunni adottati in età
scolare, può, in alcuni casi, dover essere riconosciuta anche nel proseguimento del percorso
scolastico, in particolare negli ultimi anni della
scuola dell’obbligo e all’inizio delle superiori,
con l’attivazione – se necessario – delle stesse
attività di potenziamento linguistico (comprensione del testo, esposizione orale e scritta)
solitamente programmate per gli alunni italiani con difficoltà linguistiche.
Nelle Regioni e nelle Province bilingue a
statuto speciale (Valle d’Aosta e Provincia
Autonoma di Bolzano) i bambini e i ragazzi
adottati internazionalmente e giunti in Italia in
età scolare debbono confrontarsi anche con lo
18
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
studio della lingua francese o tedesca equiparata all’italiano. Attraverso un’azione sinergica
tra scuola e famiglia, e avvalendosi altresì dell’apporto professionale degli operatori dei servizi territoriali e degli Enti Autorizzati, in tali
situazioni è auspicabile che venga predisposto
un percorso didattico personalizzato per stabilire i carichi di lavoro sostenibili a scuola e a casa
nonché le modalità di verifica per quel che concerne la lingua francese e tedesca.
Continuità
Continuità nel percorso scolastico
Anche nelle scuole in cui sono prestate le
dovute attenzioni nei confronti degli alunni
adottati, può accadere che - superata la prima
fase di accoglienza e di inserimento - la loro
peculiare condizione sia considerata superata,
e non si presti pertanto più attenzione alle specificità di questi alunni. Occorre ricordare a tal
proposito che l’essere adottati rappresenta una
condizione esistenziale che dura tutta la vita, e
che in alcuni momenti del percorso scolastico
e della crescita possono emergere problematicità e insicurezze che vanno comprese alla
luce dell’adozione. Infatti, se il passaggio tra
ordini e gradi di scuola, con le discontinuità
che ciò comporta (cambiamenti delle figure di
riferimento, dei compagni, degli stili educativi
e delle prestazioni richieste) può essere temporaneamente destabilizzante per molti studenti, ciò può, alcune volte, valere ancor di più
per gli alunni adottati, a causa di una possibile
fragilità connessa ad una particolare reattività
ai cambiamenti, autostima precaria, difficoltà
di pensarsi capaci, timore di non essere accettati da compagni e insegnanti. Col procedere
del percorso di studi, inoltre, le richieste scolastiche si fanno sempre più complesse, richiedendo una buona organizzazione dello studio e
una continua integrazione di saperi molteplici
e complessi. Si tratta di una modalità di
apprendimento che spesso si scontra con difficoltà abbastanza comuni per molti studenti
adottati, quali la necessità di tempi più lunghi
per consolidare la comprensione e la memorizzazione dei contenuti scolastici, nonché la
fatica a mantenersi costanti su un’attività di
studio o ad impegnarsi. A ciò possono aggiungersi le difficoltà connesse a un’incompleta
padronanza delle abilità linguistiche necessarie per l’apprendimento superiore (linguaggio
astratto, sintassi complessa, lessico specialistico), retaggio della sostituzione della lingua italiana alla prima lingua materna. Anche i vissuti emotivi che caratterizzano la preadolescenza
e l’adolescenza, fasi della vita in cui si va definendo l’identità, possono manifestarsi in alcuni ragazzi adottati come un processo ancora
più complesso, poiché nel loro caso pensare
l’identità implica tentare una complessa ricucitura tra quanto si è vissuto nel passato e
quanto si vive nel presente. é un processo che
può durare a lungo ed essere accompagnato da
periodi di estrema turbolenza esistenziale, in
cui lo spazio mentale per gli apprendimenti
può essere ridotto, quando non completamente invaso dall’urgenza di altri pensieri.
Quanto detto può essere particolarmente
vero per chi viene adottato in preadolescenza.
É quindi auspicabile l’attivazione di buone
prassi che facilitino il progredire del percorso
scolastico di questi ragazzi, quali:
- un accurato scambio di informazioni (concordato con la famiglia) fra docenti dei diversi
gradi di scuola e la possibilità che i ragazzi
possano, se necessario, familiarizzare con il
nuovo ambiente tramite visite alla scuola e
incontri con gli insegnanti prima dell’inizio
dell’effettiva frequenza;
- una particolare cura dei rapporti scuolafamiglia, mediante la predisposizione di incontri iniziali e in itinere per favorire la comunicazione e monitorare i progressi nella maturazione personale e negli apprendimenti;
- l’individuazione di un insegnante all’interno del consiglio di classe che possa rappresentare un riferimento privilegiato per il ragazzo e
per la sua famiglia;
- l’attivazione tempestiva di interventi ad
hoc (potenziamento linguistico, acquisizione
del metodo di studio, percorsi individualizzati
consentiti dalla normativa), quando si ravvisino difficoltà nell’apprendimento all’inizio di
un nuovo ciclo scolastico;
- una particolare attenzione al clima relazionale di classe, attraverso attività che sensibilizzino gli studenti all’accoglienza, alla valorizzazione delle diversità e all’inclusione.
Attenzione va inoltre dedicata al percorso di
orientamento che prelude alla scelta della
scuola secondaria di secondo grado. Il successo scolastico dei ragazzi adottati varia da caso
a caso, ma può accadere che quanto insito nella
loro storia adottiva possa rendere difficoltoso il
raggiungimento di obiettivi di apprendimento
a cui, peraltro, genitori e ragazzi aspirerebbero.
Se l’orientamento scolastico è uno dei compiti
fondamentali della scuola secondaria di primo
grado, ciò vale maggiormente per gli
alunni con storie
differenti e piene di
criticità (tra cui
alcuni ragazzi adottati) per i quali va
curato con particolare attenzione attraverso un
iter che, snodandosi per l’intero triennio, aiuti
a comprendere quale percorso scolastico consentirà a ciascuno di sfruttare le proprie doti e
potenzialità. L’inserimento in un percorso scolastico rispondente alle proprie capacità e attitudini porta tutti gli adolescenti (e quindi
anche gli adolescenti adottati) a una corretta
riflessione su di sé e a un rafforzamento della
sicurezza personale. Aspettative troppo elevate
possono generare ansia e senso di inadeguatezza, che rischiano di esprimersi nell’isolamento
e nella chiusura rispetto al gruppo classe e agli
insegnanti, o in una spirale di atteggiamenti
provocatori e trasgressivi. Aspettative troppo
basse, d’altra parte, possono confermare i
ragazzi in una percezione di sé svalutata.
L’esperienza insegna che troppo spesso scelte
scolastiche non ben ponderate finiscono per
minare l’autostima ed esasperare le crisi adolescenziali.
ALUNNI
Continuità con le risorse del territorio
La multidimensionalità della condizione
adottiva richiede che l’inserimento scolastico
degli studenti adottati sia adeguatamente
accompagnato e sostenuto attraverso un lavoro
coordinato tra scuola, famiglia, servizi sociosanitari, Associazioni Familiari e altri soggetti
che si occupano di adozione sul territorio. Una
rete di coordinamento tra i diversi soggetti
potrà garantire, in un’ottica di collaborazione,
il confronto sulle problematiche che potrebbero eventualmente presentarsi, sia al momento
dell’accoglienza a scuola che successivamente,
nonché mettere a disposizione competenze e
professionalità diversificate, al fine di sostenere il benessere scolastico degli studenti adottati tramite un approccio multidisciplinare. A
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
livello delle singole scuole risulta, in particolare, opportuno che il personale scolastico abbia
chiari i diversi ruoli dei soggetti coinvolti e ne
possegga contatti e riferimenti utili. In ambito
provinciale e regionale si auspica che la stipula di protocolli d’intesa tra i diversi soggetti
territoriali (Ambito Territoriale Provinciale,
Aziende Sanitarie Locali, Enti Locali, Enti
Autorizzati, Associazioni Familiari), prassi già
consolidata negli ultimi anni, riceva un’ulteriore accelerazione che consenta la costituzione di una rete capillare di accordi diffusi su
tutto il territorio nazionale.
Si sottolinea come un rapporto preferenziale con un adulto che mostri un’attenzione personalizzata si riveli, anche nella scuola superiore, di particolare utilità per orientare e
sostenere i ragazzi adottati più fragili dal
punto di vista emotivo e relazionale.
RUOLI
Gli Uffici Scolastici Regionali
Il ruolo di indirizzo e di coordinamento proprio degli USR assegna loro la responsabilità
della messa a sistema delle azioni attivate dalle
scuole, allo scopo di uniformare comportamenti e procedure a livello nazionale. Pertanto
sarebbe opportuno che ciascun USR:
- individui al suo interno un referente per
l’adozione;
- predisponga protocolli per formalizzare procedure
e
comportamenti
da
assumere
(modalità di
accoglienza, assegnazione alla classe, adattamento dei contenuti didattici, individuazione dei
BES, predisposizione piani personalizzati...);
- stipuli accordi con il Sistema Sanitario
Nazionale, Enti locali, Servizi del territorio,
Associazioni Familiari;
- costituisca gruppi di coordinamento dei
referenti di istituto;
- promuova attività di formazione.
TAT I
OT TA
A D OT
I dirigenti scolastici
Il Dirigente, quale garante delle opportunità
formative offerte dalla scuola e della realizzazione del diritto allo studio di ciascuno, promuove e sostiene azioni finalizzate a favorire il
pieno inserimento nel contesto scolastico dell’alunno adottato. A tal fine:
- si avvale della collaborazione di un insegnante referente per l’adozione con compiti di
informazione, consulenza e coordinamento;
- garantisce che nel Piano dell’Offerta
Formativa della scuola siano indicate le modalità di accoglienza e le attenzioni specifiche
per gli alunni adottati;
- decide la classe di inserimento dei neoarrivati, sentiti i genitori e il referente, e presa
visione della documentazione fornita dalla
famiglia e dai servizi pubblici e/o privati che la
accompagnano;
- acquisisce le delibere dei Collegi dei
Docenti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria, nel caso in cui risulti opportuno data la documentazione acquisita - prevedere
la permanenza dell’alunno nella scuola dell’infanzia oltre i 6 anni;
- garantisce percorsi didattici personalizzati
finalizzati al raggiungimento di una adeguata
competenza linguistica per consentire l’uso
della lingua italiana nello studio delle varie
discipline;
- promuove e valorizza i progetti finalizzati
19
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
al benessere scolastico e all’inclusione;
- attiva il monitoraggio delle azioni messe in
atto per favorire la diffusione di buone pratiche;
- garantisce il raccordo tra tutti i soggetti coinvolti nel percorso post-adottivo (scuola, famiglia,
servizi pubblici e/o privati del territorio);
- promuove attività di formazione e aggiornamento, anche in rete.
L’insegnante referente d’istituto
La funzione del referente d’istituto si esplica principalmente nel supporto dei colleghi
che hanno alunni adottati nelle loro classi,
nella sensibilizzazione del Collegio dei docenti sulle tematiche dell’adozione, nell’accoglienza dei genitori. Nello specifico, svolge le
seguenti funzioni:
- informa gli insegnanti (compresi i supplenti) della eventuale presenza di alunni adottati nelle classi;
- accoglie i genitori, raccoglie da loro le
informazioni essenziali all’inserimento e alla
scelta della classe e li informa sulle azioni che
la scuola può mettere in atto;
- collabora a monitorare l’andamento dell’inserimento e del percorso formativo dell’alunno;
- collabora a curare il passaggio di informazioni tra i diversi gradi di scuola;
- nei casi più complessi, collabora a mantenere attivi i contatti con gli operatori che
seguono il minore nel post-adozione;
- mette a disposizione degli insegnanti la normativa esistente e materiali di approfondimento;
- promuove e pubblicizza iniziative di formazione;
- supporta i docenti nella realizzazione di
eventuali percorsi didattici personalizzati;
- attiva momenti di riflessione e progettazione su modalità di accoglienza, approccio
alla storia personale, su come parlare di adozione in classe e come affrontare le situazioni
di difficoltà.
I docenti
In presenza di alunni adottati in classe, i
docenti coinvolgono tutte le componenti scolastiche a vario titolo chiamate nel processo di
inclusione di alunni adottati al fine di attivare
prassi mirate a valorizzarne le specificità, a
sostenerne l’inclusione e a favorirne il benessere scolastico. Nello specifico, quindi:
- partecipano a momenti di formazione
mirata sulle tematiche adottive;
- propongono attività per sensibilizzare le
classi all’accoglienza e alla valorizzazione di
ogni individualità;
- mantengono in classe un atteggiamento
equilibrato, evitando sia di sovraesporre gli studenti adottati sia di dimenticarne le specificità;
- nell’ambito della libertà d’insegnamento
attribuita alla funzione docente e della conseguente libertà di scelta dei libri di testo e dei
contenuti didattici, pongono particolare attenzione ai modelli di famiglia in essi presentati;
- creano occasioni per parlare delle diverse
tipologie di famiglia esistenti nella società
odierna, proponendo un concetto di famiglia
fondato sui legami affettivi e relazionali;
- nel trattare tematiche “sensibili” (quali la
costruzione dei concetti temporali, la storia personale, l’albero genealogico, ecc.) informano
preventivamente i genitori e adattano i contenuti alle specificità degli alunni presenti in classe;
- se necessario, predispongono percorsi
didattici personalizzati calibrati sulle esigenze
di apprendimento dei singoli;
- tengono contatti costanti con le famiglie
ed eventualmente con i servizi pubblici e/o privati che accompagnano il percorso post-adottivo.
Le famiglie
Collaborano con la scuola al fine di favorire
il benessere e il successo scolastico dei propri
figli.
Pertanto:
- forniscono alla scuola tutte le informazioni
necessarie a una conoscenza del minore al fine
di garantirne un positivo inserimento scolastico;
- nel caso di minori già scolarizzati, raccolgono e comunicano, ove possibile, tutte le
informazioni disponibili sul percorso scolastico
pregresso;
- sollecitano la motivazione e l’impegno
nello studio del figlio con giusta misura, nel
rispetto quindi dei suoi tempi e delle sue possibilità di apprendimento;
- mantengono contatti costanti con i docenti,
rendendosi disponibili a momenti di confronto
sui risultati raggiunti in itinere dall’alunno.
Il MIUR
Attiva uno spazio all’interno del proprio sito
Internet con lo scopo di raccogliere e diffondere quanto è utile alla formazione continua
del personale scolastico sull’adozione: contributi scientifici, didattici e metodologici, schede di approfondimento, documentazione su
buone pratiche esportabili.
FORMAZIONE
La formazione di tutto il personale scolastico, relativamente all’inserimento dell’alunno
adottato nell’attuale sistema scolastico, è un
aspetto imprescindibile per garantire il successo formativo di questi alunni. È bene che tutte
le componenti scolastiche – nel rispetto delle
reciproche competenze – abbiano una conoscenza di base delle peculiarità dell’adozione e
delle attenzioni specifiche da riservare agli
studenti adottati e alle loro famiglie. A questo
scopo sarà compito degli Uffici Scolastici
Regionali attivare interventi di formazione
mirati, in sinergia con i Servizi sociosanitari
territoriali, le Università e gli altri soggetti che
si occupano di adozione sul territorio. Le
Istituzioni scolastiche, anche collegate in rete,
potranno a loro volta promuovere percorsi di
formazione finalizzati allo sviluppo di competenze specifiche di carattere organizzativo,
educativo e didattico del personale scolastico.
In una prima fase saranno destinatari della formazione i docenti referenti di istituto per l’adozione, chiamati a svolgere una fondamentale e delicata funzione di raccordo tra i diversi
soggetti che seguono il minore nel post-adozione e di supporto ai colleghi che accolgono
alunni adottati nelle loro classi.
Metodi e contenuti
La delicatezza e la multidimensionalità
della fase post-adottiva, all’interno della quale
il benessere scolastico rappresenta un fattore
di primaria importanza, rende opportuna una
formazione ad ampio raggio che non si limiti
all’aspetto didattico-educativo, ma comprenda
anche quello psico-sociale, e sia condotta da
esperti con una competenza specifica sulle
tematiche adottive. Oltre che fornire strumenti
teorico-pratici per agevolare l’inserimento
scolastico dei minori adottati, finalità della
formazione sarà quella di accrescere i livelli di
consapevolezza dei docenti, affinché possano
utilizzare le proprie competenze e sensibilità
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
per individuare di volta in volta le soluzioni
più adeguate al contesto. Soprattutto - ma non
solo - agli insegnanti che accolgono alunni
adottati nelle loro classi sarà opportuno proporre occasioni formative che si configurino
come spazi di riflessione e supporto, utilizzando una metodologia attiva che stimoli il confronto e la condivisione (progettazione in sottogruppi, discussione di casi, ecc.). A titolo
meramente esemplificativo, si elencano di
seguito le possibili tematiche a cui far riferimento per costruire percorsi formativi flessibili
e calibrati sui bisogni dei docenti e degli alunni
adottati:
1. La cornice contestuale di riferimento.
L’adozione nazionale e internazionale in Italia
oggi: dati quantitativi, l’iter adottivo, le caratteristiche dei minori adottati.
2. La complessità del fenomeno adottivo. Le
storie pregresse dei minori adottati, la fase dell’adozione, la costruzione delle relazioni nella
famiglia adottiva, le criticità dell’adolescenza
adottiva.
3. Il post-adozione. I ruoli e i compiti dei
diversi soggetti istitu-
20
dalle nuove tecnologie e dalla rete. Si segnala
inoltre che, come già esplicitato nel terzo capitolo, il MIUR predisporrà una specifica sezione
all’interno del proprio sito Internet per la segnalazione e divulgazione di contributi scientifici e
metodologico-didattici sul tema e per la condivisione delle buone prassi didattico-educative
realizzate dalle scuole.
Il Ministro: Stefania Giannini
------------------------Note
-Legge del 4 maggio 1983, n. 184 – Diritto del
minore a una famiglia
- La fonte di tutti i dati quantitativi relativi alle
adozioni internazionali è la Commissione per le
Adozioni Internazionali (Rapporti Statistici 2011,
2012 e 2013).
- Per quel che riguarda le analisi sviluppate in
Italia citiamo di C. Artoni Schlesinger e P. Gatti,
“Adozione e apprendimento scolastico” in “Richard
e Piggle” (2009), di M. Chistolini, “Scuola e adozione. Linee guida e strumenti per operatori, insegnanti
e
genitori”,
Milano, Franco Angeli
(2006) e di A. Molin, C.
Cazzola e C. Cornoldi,
“Le difficoltà di apprendimento di bambini stranieri adottati” in Psicologia
Clinica dello Sviluppo (2009).
- Istituto degli Innocenti, Insieme a scuola. Buone
pratiche per l’inserimento scolastico dei bambini adottati, Studi e Ricerche, Collana della Commissione per
le Adozioni Internazionali, giugno 2010.
- Secondo il rapporto della Commissione
Adozioni Internazionali, “special needs” (bisogni
speciali) segnala la presenza di patologie gravi e
irreversibili. Mentre la dicitura “bisogni particolari” indica la reversibilità nel tempo delle situazioni
indicate.
- Nel 2012 sono stati 429 i bambini arrivati in
Italia con segnalazione di bisogni speciali o particolari, corrispondenti al 13,4% del totale degli
ingressi. Di questi, il 43.1% aveva un’età compresa
fra i 5 e i 9 anni.
- Nel triennio 2009-2012 sono arrivati in Italia
742 minori di età tra gli 11 e i 13 anni, e 275 con 14
anni o più.
- A. Molin, S. Andrich, Il percorso scolastico dei
bambini stranieri adottati, Adozione e dintorni GSD
Informa, edito Genitori si diventa (http://www.genitorisidiventa.org).
- Circ.n.28 prot.206 del 10.1.2014 “Iscrizioni
alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine
e grado per l’anno scolastico 2014/2015”
- Linee Guida per l’accoglienza e l’integrazione
degli alunni stranieri - 2014
- Ricordiamo quanto specificato nelle Linee
guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri (Febbraio 2014): “in mancanza di documenti, la scuola iscrive comunque il minore straniero, poiché la posizione di irregolarità non influisce
sul diritto all’istruzione.”
- Nota prot. n. 4403 del 15-05-2011 della
Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale
per il Piemonte.
- G. Favaro “Il mondo in classe” - Nicola Milano
Editore, 2000.- Circolare MIUR Prot. n. 547 del
21/2/2014.
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zionali, le collaborazioni attivabili per sostenere il benessere scolastico degli studenti adottati in un’ottica di
rete.
4. Il minore adottivo e la scuola. I sistemi
scolastici e gli stili educativi nei Paesi di provenienza dei bambini adottati internazionalmente.
5. L’accoglienza nella scuola italiana.
L’avvio e il mantenimento della relazione scuolafamiglia, gli aspetti normativi e burocratici, la
questione critica della scelta della classe, i
tempi e i modi del primo inserimento a scuola.
6. Possibili difficoltà. Gli effetti di traumi e
perdite sullo sviluppo emotivo e sull’apprendimento. Come riconoscere i bisogni impliciti ed
espliciti dei minori adottati e saper leggere
eventuali segnali di disagio. Difficoltà che possono presentarsi nei diversi gradi di scuola, da
quella dell’infanzia alla secondaria di 2° grado.
Problemi connessi al passaggio da L1 a L2.
7. L’alunno adottato nella classe. Come
creare ambienti di apprendimento per sviluppare capacità collaborative, autostima, percezione di autoefficacia.
8. Strategie educative e didattiche. Percorsi
e strumenti didattici e normativi per far fronte
a eventuali difficoltà di apprendimento e/o
problemi di comportamento e relazione nei
diversi gradi di scuola.
9. Parlare a scuola di famiglia, di adozione,
della propria storia personale. Come farlo
rispettando i bisogni e la sensibilità dei minori
adottati.
10. La differenza etnica. Come valorizzare
le diversità etniche e culturali e impostare progetti di educazione interculturale nelle classi
in cui sono inseriti minori adottati internazionalmente.
La formazione del personale scolastico potrà
avvalersi anche delle modalità rese disponibili
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
Annata XXXVI - 2014-2015
sono usciti
- n. 1 settembre 2014
Supplenze al personale docente, educativo e ata
Trasferimenti di personale
Calendari scolastici
Educazione motoria
Da Condillac agli Ideologues
Il Manifesto di Ventotene
- n. 2 ottobre 2014
Anagrafe nazionale degli studenti
Programmazione fondi strutturali
Tirocinio formativo attivo
Offerta formativa AFAM
Sistema nazionale di valutazione
Filastrocche e tema della pace di
Gianni Rodari
- n. 3 novembre 2014
Piano “La buona scuola”
Valutazione sistema educativo
Il contesto narrativo nell’educaziobe
motoria
La Scuola per l’emancipazione
(Rodari)
La Comunicazione di massa, i giovani
e la scuola
Graduatorie nazionali e incarichi
- n. 4 dicembre 2014
Incarichi a tempo indeterminato e
determinato
Iniziative per la formazione del personale docente
Offerta formativa per le attività di
sostegno
Progetti per lo studio delle lingue delle
minoranze
Fondi per la digitalizzazione
- n. 5 gennaio 2015
Iscrizioni alle scuole dell’infanzia e
alle scuole di ogni ordine e grado
Fondi strutturali europei
Insegnamento della lingua inglese
Pensione: domande entro il 15 gennaio
Formazione in servizio dei dirigenti
L’abuso sui minori: la giurisprudenza
------------------Per l’abbonamento annuo sostenitore:
Versamenti in conto corrente postale
13554209 intestato a La Rivista della
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“Ag g ior nar si” e “Scuola Duemila”
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LA RIVISTA DELLA SCUOLA
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Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
ALLEGATO 3
Suggerimenti per un buon inserimento
di un minore adottato internazionalmente
L
a scelta di un tempo adeguato per
l’inserimento scolastico è fondamentale per permettere di recuperare e
costruire la sicurezza necessaria ad
affrontare in maniera serena le richieste prestazionali che i percorsi di apprendimento
richiedono; tale periodo varia in funzione dell’età del minore e della sua storia pregressa.
Un alunno adottato che si è trovato in un
tempo molto breve privato dei riferimenti
spaziali e comunicativi cui era abituato necessita, da parte di chi lo accoglie a scuola, cautela e rispetto dei tempi dell’adattamento personale alla nuova situazione. Le prime fasi
dell’accoglienza devono dunque sovente
basarsi sull’appianare le difficoltà che possono comparire in relazione alla necessità dei
bambini di esprimere i propri bisogni primari
personali.
É fondamentale, da parte dell’insegnante, la cura dell’aspetto affettivo-emotivo per arginare stati d’ansia e d’insicurezza che possono
comparire proprio in tale fase,
mediante l’instaurazione di un rapporto cooperativo che configuri l’insegnante
stesso come adulto di riferimento all’interno
del nuovo ambiente. Pertanto nella scelta
della classe e della sezione si suggerisce di
prediligere, nel limite del possibile, un team
di insegnanti stabili che possano garantire una
continuità di relazione interpersonale e un
clima rassicurante.
Per alcuni bambini nella fascia dei 3-10 anni
di età, è talvolta osservabile una cosiddetta
“fase del silenzio”: un periodo in cui l’alunno
osserva, valuta, cerca di comprendere l’ambiente. Questa fase può durare anche un tempo
considerevole e va profondamente rispettata
non confondendola precipitosamente con incapacità cognitive o non volontà di applicazione
o di collaborazione, soprattutto quando la condotta è alterata da momenti di eventuale agitazione e di oppositività.
Gli alunni adottati possono mettere in atto
strategie difensive come l’evasione, la seduzione e la ribellione: la prima modalità
riguarda l’alunno insicuro e timido, che tende
a sfuggire a qualunque tipo di relazione
comunicativa e affettiva; la seconda è quella
del seduttore che cerca di compiacere gli
adulti cercando di adeguarsi alle loro aspettative; la terza modalità è la ribellione nei confronti dell’autorità che diventa una sfida permanente contro tutto e tutti. Migliore è la
costruzione di un clima accogliente, più
attendibili e prevedibili le rassicurazioni degli
adulti, più facilmente si attiveranno negli
alunni strategie di resilienza. L’invito agli
insegnanti è dunque, specialmente nelle
prime fasi, di costruire opportunità volte
all’alfabetizzazione emotiva nella comunicazione per attivare solo dopo l’approccio alla
lingua specifica dello studio. Pur tenendo
inconsiderazione l’età degli alunni e l’ordine
di scuola, il metodo didattico, in queste prime
fasi, può giovarsi di un approccio iconico
(intelligenza visiva) ed orale (intelligenza
uditiva) per incentivare e mediare le caratteristiche affettive d’ingresso all’apprendimento.
L’esperienza evidenzia che i minori adottati
internazionalmente (soprattutto nella fascia di
età 3-10 anni) hanno necessità, una volta arrivati in Italia, di una fase di regressione sul
piano emotivo. Tale regressione è funzionale
al superamento dei grandi cambiamenti che
sono avvenuti nei pochi mesi dal loro arrivo
in Italia (dalla perdita dei riferimenti sociali,
culturali e linguistici del Paese di provenienza, alla tensione della nuova realtà adottiva).
Nello specifico, si riscontrano, talvolta,
immature
to all’ambiente scolastico deve essere mediato in modo concreto. Si suggerisce di curare
bene l’esperienza di contatto con gli spazi
della scuola; soprattutto per alunni della
scuola dell’infanzia e della primaria occorre
porgere attenzione negli spostamenti tra gli
spazi classe-corridoi, classe-mensa, classepalestra. Queste situazioni possono attivare
negli alunni adottati memorie sensopercettive
riferibili alla storia pregressa all’adozione.
Pertanto nelle prime settimane è bene essere
fisicamente vicini all’alunno e cercare di
mantenere ritualità rassicurative (stesso posto
in classe, in fila, possibilmente vicino all’insegnante). É poi importante assegnare azioni
cooperative perché il coinvolgimento al fare
aiuta l’alunno a mantenere l’attenzione su un compito che di
fatto lo gratifica, lo contiene
maggiormente e lo rende parte
del gruppo. Strutture definite e
il più possibile definitive di
orario scolastico, impiego del tempo
attraverso rituali (preferibilmente posti a
sedere
in classe sempre uguali nei primi tempi), possono aiutare a stabilire abitudini, grazie ad un
sistema di etichettatura dei luoghi e presenze
che migliorano il grado di rassicurazione.
Viceversa un quotidiano frammentato (cambi
frequenti di aule) o imprevedibile (frequenti
sostituzioni degli insegnanti ad esempio) possono riattivare frammentarietà già esperite ed alterare significativamente la condotta nell’alunno.
Una buona accoglienza e un buon andamento
scolastico del bambino adottato concorrono a
definire il successo dell’incontro adottivo e la
sua evoluzione futura.
L’adozione di un bambino, quindi, non interessa solo la sua famiglia, ma coinvolge
necessariamente gli insegnanti e i genitori
adottivi in un confronto costante.
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istanze emotive nella relazione
con il gruppo, in quanto alunni maggiormente
esposti alla naturale curiosità e soprattutto
alle critiche, che vengono interpretate dai
minori adottati come un segnale del loro non
sentirsi all’altezza, poiché la loro capacità di
adattamento dipende ancora principalmente
dal consenso degli altri. In tali circostanze
potrebbe acuirsi l’ansia da prestazione (ad
esempio nelle funzioni linguistiche), che talvolta contrasta con le loro reali potenzialità
cognitive.
S’intende per resilienza la capacità di mitigare le conseguenze delle esperienze sfavorevoli
vissute nel periodo precedente l’adozione. Tra
i fattori in grado di promuovere la resilienza
nei bambini cresciuti in contesti difficili risultano fondamentali gli ambiti di socializzazione e in primo luogo la scuola, in particolare
se essa valorizza le differenze, favorisce positive esperienze tra pari (studio, attività ludiche e sportive, amicizia) e promuove rapporti
di stima e fiducia tra insegnanti e allievi.
Apprendimento. Soprattutto per i bambini
della scuola primaria, si può fare ricorso alla
grafica, per fornire presentazioni accattivanti, o
a filmati e animazioni, per fini dimostrativi o
argomentativi.
Tutto ciò viene rafforzato sempre da un
approccio didattico che valorizza un’affettività direttamente collegata al successo che si
consegue nell’apprendere, affettività che stimola e rende più efficace la memorizzazione
delle informazioni da parte del cervello.
Dunque possiamo dire che i suoni, le illustrazioni e le animazioni e il contesto emotivo in
cui vengono veicolate aiutano ad imparare.
Per tutti i bambini, ma soprattutto per quelli
di 3-10 anni, il primo momento di adattamen-
Tempi e modalità d’inserimento
dei minori neo-arrivati
Le indicazioni e i suggerimenti che seguono
riguardano espressamente i minori adottati
internazionalmente che si trovano a dover
affrontare l’ingresso scolastico a ridosso dell’arrivo in Italia.
Scuola dell’infanzia
É auspicabile inserire nel gruppo classe un
alunno adottato internazionalmente non prima
di dodici settimane dal suo arrivo in Italia.
L’inizio della frequenza richiede altrettanta
attenzione ai tempi. É necessario evidenziare
che i bambini con vissuti di istituzionalizzazione possono percepire lo spazio scuola
come una situazione “familiare”:
Tuttavia, anche se il bambino può sembrare a
proprio agio, non appare opportuno accelera-
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
re le fasi di inserimento, ma è consigliabile,
in ogni caso, riservare il tempo necessario al
consolidamento dei rapporti affettivi in ambito familiare. Pertanto, anche le emozioni
hanno un ruolo fondamentale nella strutturazione della memoria.
Affermano G. Friedrich e G. Preiss: “Nel
complesso le emozioni possono favorire l’apprendimento, intensificando l’attività delle
reti neuronali e rafforzando così le loro connessioni sinaptiche. Le informazioni sulle
quali il sistema limbico ha impresso il proprio marchio emozionale si imprimono particolarmente in profondità nella memoria e in
maniera particolarmente duratura”. Friedrich
G., Preiss G., Insegnare con la testa, in
Mente & Cervello, n. 3, anno I, maggio-giugno 2003.
Attraverso il confronto di rete (scuola, famiglia, enti, servizi) occorre definire un progetto
che sia rispettoso dei tempi di adattamento
dei bambini; ad esempio, per le prime otto
settimane sarebbe auspicabile aumentare con
progressività (compatibilmente con i permessi
lavorativi della famiglia) la frequenza scolastica.
¸ Nelle prime quattro settimane attivare una
frequentazione di circa due
ore, possibilmente
in momenti di gioco e in
piccolo gruppo e ponendo
attenzione affinché ci sia
continuità con gli stessi
spazi e riti. Nella pratica si è visto che è facilitante attivare le prime frequentazioni non a
ridosso dell’avvio del tempo scuola e con preferenza nella mattinata. Può essere facilitante
prevedere la prima frequentazione con l’accoglienza durante una merenda a cui può seguire
il gioco. Per bambini di questa età è consigliabile l’esplorazione degli spazi scuola con gradualità, soprattutto nel passaggio dentro-fuori.
Nelle successive quattro settimane si può
cominciare ad alternare la frequentazione: un
giorno due ore al mattino e un giorno due ore al
pomeriggio. Il tempo mensa può essere introdotto in modo alterno anch’esso. Il tempo pieno
con fase riposo, se il minore è nel gruppo dei
piccoli, può essere così introdotto a partire dalla
dodicesima settimana di frequentazione.
22
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
scuola attaccando cartelli in italiano e cartelli
simbolo (ad esempio, per il bagno, per la
palestra, per le aule speciali ecc.).
Tutti gli alunni adottati al primo ingresso, in
particolare se arrivati in corso d’anno,
dovrebbero avere la possibilità di poter usufruire - solo per un limitato periodo iniziale di un orario flessibile, secondo un percorso
specifico di avvicinamento, sia alla classe che
alle attività (es. frequenza nelle ore in cui ci
sono laboratori/lezioni di musica/attività
espressive e grafiche, di motoria, laboratori
interculturali ecc…), in modo da favorire l’inserimento, valutando l’incremento di frequenza caso per caso; così come sembra possa
essere favorente prevedere, rispetto alla classe
di inserimento, la possibilità per l’alunno di
partecipare ad attività includenti e di alfabetizzazione esperienziale in classi inferiori.
Soprattutto dopo qualche mese dall’inserimento in classe, i minori potrebbero manifestare
stati di sofferenza emotiva, che hanno necessità di essere accolti. Potrebbero risultare utili,
se applicabili, le seguenti misure:
- una riduzione dell’orario di frequenza (esonero nei pomeriggi di rientro o in altri
momenti per permettere
con loro, alla ricerca di quell’identità di gruppo condivisa che permette il passaggio e l’evoluzione verso il riconoscimento del sé personale. Pertanto è indispensabile che i docenti
posseggano le opportune informazioni sulla
storia pregressa all’adozione, al fine di disporre di notizie relative alle abitudini ed
eventuali relazioni passate. Questa conoscenza è un processo dinamico e continuativo, che
richiede confronti assidui con la famiglia adottiva. Inizialmente quindi, proprio per agevolare
la conoscenza, i momenti di permanenza in
aula possono dover essere più finalizzati ad
agevolare la socializzazione e la partecipazione
degli alunni adottati alla vita di classe, da
alternare, se possibile, con momenti di lavoro
individuale o in piccoli gruppi dedicati all’alfabetizzazione e all’apprendimento del nuovo
codice linguistico senza tuttavia trascurare del
tutto la riflessione metalinguistica. A tal
riguardo l’alunno potrebbe essere inserito
provvisoriamente nella classe di competenza
per età, o nella classe inferiore rispetto a
quella che gli spetterebbe in base all’età anagrafica, in attesa di raccogliere gli elementi utili da valutare.
Sebbene le loro radici culturali sembrino, a volte, essersi confuse in quel terremoto emotivo che è stata la transizione adottiva, le relazioni distanti e perdute e quelle presenti (si fa riferimento agli
eventi e agli attaccamenti del periodo prima
dell’adozione e quelli affrontati ed incontrati
con l’inserimento nella famiglia adottiva)
devono trovare punti e luoghi di incontro che
contengano il “qui ed ora” e il “là ed allora”
in una logica di connessione. La scuola può
essere uno snodo rilevante per un alunno, in
questa fascia di età, che è alle prese con emozioni ambivalenti perché sta ri-costruendo
legami affettivi con il nucleo famigliare tra
affidamento e timori; vuole intrecciare relazioni con i pari, ma ne ha paura; ha un passato spesso segnato da sofferenze e solitudini
affettive e un presente carico di nuove sfide.
Lo smarrimento e la vulnerabilità iniziali, talvolta evidenti, devono essere riconosciuti e
supportati. La scuola può così contribuire ad
inaugurare quel cammino di apprendimento e
di “rinascita” che Cyrulnik definisce efficacemente neosviluppo resiliente e gli insegnanti e
gli educatori possono diventare “tutori di resilienza“, capaci di quell’ascolto empatico che si
traduce in azioni e proposte di compiti (con
un’attenzione particolare agli ambiti disciplinari che danno gratificazione) adeguati allo
sviluppo del minore.
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Scuola Primaria
É auspicabile inserire nel gruppo classe un
alunno adottato non prima di dodici settimane
dal suo arrivo in Italia. Nella prima accoglienza in classe di un alunno adottato, specialmente se arrivato in corso d’anno, al fine
di creare rapporti di collaborazione da parte
dei compagni, si consiglia di:
- realizzare una visita collettiva nella scuola
per conoscerla con la presenza del neo-alunno, dei genitori, dell’insegnante prevalente e
di un compagno/a;
- presentare all’alunno la sua futura classe, le
principali figure professionali (il collaboratore scolastico, gli insegnanti delle classi vicine, ecc.);
- preparare nella classe un cartellone/libretto
di BENVENUTO con saluti (anche nella sua
lingua di origine, se adottato internazionalmente). Predisporre un cartellone di classe
dove incollare con lui la sua foto, precedentemente fornita dai genitori adottivi;
- durante la visita attirare l’attenzione dell’alunno adottato sui locali più significativi della
la frequentazione di altre esperienze di cura - logopedia, psicomotricità ecc, che se esperite dopo la frequenza dell’intero orario scolastico potrebbero non portare ai risultati attesi);
- didattica a classi aperte;
- didattica in compresenza;
- l’utilizzo dei modelli di apprendimento
cooperativo e di tutoring.
Questo non significa che allo studente adottato non vadano rivolte proposte di attività o
studio, ma che siano adeguate in termini di
quantità e qualità, per lo meno nella fase iniziale, al fine di:
- promuovere condizioni di sviluppo resiliente;
- promuovere la relazione all’interno della
classe di appartenenza;
- favorire lo scambio ed il confronto delle
esperienze anche in ambito extrascolastico;
- sostenere e gratificare l’alunno al momento
del raggiungimento dei successi scolastici;
- permettere all’alunno di dedicarsi con serenità a tutte le altre richieste relative al processo
di integrazione anche famigliare e che sicuramente assorbono tanta della sua energia.
Le misure sopra elencate, attuate nella fase di
accoglienza in classe/a scuola, è auspicabile
che, laddove risulti necessario, siano formalizzate in sede di Consiglio di Classe all’interno di
un Piano Didattico Personalizzato, che risponda
agli effettivi bisogni specifici dell’alunno.
Scuola Secondaria
É auspicabile inserire nel gruppo classe un
alunno adottato non prima di quattro/sei settimane dal suo arrivo in Italia. Sono da evidenziare alcune possibili criticità. Gli anni passati prima dell’adozione e i ricordi legati alla
differente vita di prima fanno sì che questi
alunni possano dover confrontarsi con l’alterità ancor più di quanto non debbano fare gli
alunni adottati con età inferiore. Inoltre,
ragazzi di questa fascia di età vogliono generalmente essere come gli altri, mimetizzarsi
Le sue capacità relazionali, la sua velocità di
apprendimento della lingua italiana, le competenze specifiche e disciplinari.
L’esperienza indica come, generalmente, solo
dopo sei/otto settimane dall’inserimento, i
docenti siano in grado di raccogliere le informazioni necessarie per l’assegnazione dell’alunno alla classe definitiva. Nel caso della
presenza nella scuola di più sezioni di una
stessa classe, è auspicabile che la scelta ricada su quella meno numerosa. É auspicabile
anche che la programmazione didattica della
classe definitiva di accoglienza dell’alunno
adottato venga rivisitata, nelle prime settimane, per favorire un inserimento adeguato, privilegiando momenti di maggiore aggregazio-
LA RIVISTA DELLA SCUOLA
ne fra alunni quali quelli del gioco e dell’esercizio fisico attraverso i quali veicolare i
concetti di accettazione e rispetto della diversità e quelli, eventualmente con modalità di
gruppo e di laboratorio, della musica, dell’arte, e della tecnica.
Nella prima fase di frequentazione a scuola, i
docenti potranno avere bisogno di impegnarsi
nell’individuare la migliore e più idonea
modalità di approccio con l’alunno, prima
ancora di verificarne le competenze e gli
apprendimenti pregressi, elementi da cui non
si può certamente prescindere
ai fini di una opportuna programmazione didattica da
esprimere, se necessario, in un
PDP aderente agli effettivi
bisogni dell’alunno.
23
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
referenti interni della scuola.
L’integrazione e il benessere di tutti questi
alunni saranno facilitati se la scuola saprà
promuovere un’educazione ai rapporti familiari fondata sulla dimensione affettiva e progettuale, creando occasioni per parlare in
classe della famiglia complessa e articolata di
oggi e della sua funzione, intesa come capacità di saper vicendevolmente assolvere ai bisogni fondamentali delle persone (fisiologici, di
sicurezza, di appartenenza e di amore, di
stima
Per le stesse ragioni è necessario procedere
con cautela nel proporre interventi riferiti al
Paese d’origine del minore adottato consultando, soprattutto nella primaria, preventivamente i genitori e chiedendo eventualmente
la loro collaborazione. I bambini adottati,
infatti, sono inseriti non solo in una classe,
ma anche in una famiglia multiculturale, che
può trattare in modo diverso il loro precoce
patrimonio esperienziale. Del Paese di nascita
del minore sarà opportuno, naturalmente, sottolineare le caratteristiche
che costituiscono un arricchimento
per la cultura dell’umanità, senza
enfatizzare aspetti come la povertà
o il diverso grado di sviluppo, che
potrebbero veicolare un’immagine negativa e
stereotipata della sua terra d’origine.
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Temi sensibili
Alcuni degli argomenti e delle attività che si
svolgono usualmente a scuola richiedono di
essere affrontati con particolare cautela e sensibilità quando si hanno in classe alunni adottati. Quelle che seguono sono alcune indicazioni di massima, da adattare alle realtà delle
classi.
L’approccio alla storia personale
Accogliere un bambino adottato significa fondamentalmente accogliere la sua storia: dare
spazio per narrarla, acquisire strumenti per
ascoltarla, trovare e costruire dispositivi idonei a darle voce e significato. É quindi molto
importante, nei diversi gradi di scuola, non
sottovalutare tutti quei momenti che hanno a
che fare direttamente con un pensiero storico
su di sé (progetti sulla nascita, sulla storia
personale e famigliare, sulla raccolta dei dati
che permettono una storicizzazione). Spesso,
tuttavia, le proposte didattiche veicolate dai
libri di testo non considerano le tante diversità presenti nelle classi, proponendo attività
pensate solo per gli alunni che sono cresciuti
con la famiglia biologica. I progetti in questione vanno pertanto adattati per far sì che
tutti se ne possano avvalere, mentre sono da
evitare proposte che portino a una differenziazione degli alunni (per la classe uno strumento e per gli alunni adottati un altro).
Prima di attivare questi progetti è opportuno
parlarne con la famiglia. Ogni bambino o
bambina può essere portatore di storie o esigenze diverse, solo l’ascolto dei bambini e
delle loro famiglie può chiarire come meglio
comportarsi e quale può essere il momento
migliore per proporre queste attività, ben
sapendo che possono mancare ai bambini dati
sulla propria storia pregressa, motivazioni per
la scelta di un nome, fotografie di un passato
che può anche essere doloroso.
Famiglie di oggi
Quando a scuola si parla di famiglia si tende
a riferirsi allo stereotipo di una coppia con
uno o più figli biologici, anche se la realtà
attuale è mutata e nella classe sono presenti
molti alunni che vivono in famiglie con storie
differenti.
Bisogna considerare la situazione psicologica
del nuovo arrivato e adeguare gli interventi
alle sue esigenze per cui, ancor più per alunni
in questa fascia di età, si suggerisce di attivare la rete di confronto e sostegno concordata
con gli operatori delle relazioni di aiuto e i
e di autorealizzazione).
Potrebbe essere utile leggere testi o proiettare
filmati in cui siano presenti diverse declinazioni della genitorialità, in modo che tutti gli
alunni imparino a considerarle come naturali
e i bambini che vivono in famiglie non tradizionali non vedano veicolati dalla scuola
valori che contrastano con quelli trasmessi
dai genitori, con effetti positivi sia sul loro
benessere psicologico che sul senso di sicurezza e appartenenza.
Progetti di intercultura
Libri di testo
Ricerche sui libri di testo più usati nella primaria e sulle antologie di scuola media rivelano che l’adozione non vi è quasi mai citata,
e anche altre diversità presenti nella nostra
società non trovano ancora adeguate rappresentazioni nei testi o nelle immagini. La
famiglia di cui si parla è quasi esclusivamente quella biologica, le illustrazioni raffigurano
figli e genitori con gli stessi tratti somatici, i
bambini “colorati” sono assai meno presenti
nei libri che nelle classi, e spesso con sottolineature folkloristiche che non corrispondono
alla realtà. Nelle pagine dei testi della primaria che trattano la storia personale compaiono
ancora domande a cui i bambini adottati (ma
anche altri con una storie complesse) non
possono rispondere (“quanto pesavi alla
nascita?”) o richieste che non possono soddisfare (“porta una foto o un oggetto di quand’eri neonato”). Si suggerisce pertanto che gli
insegnanti, in occasione delle adozioni dei
libri di testo, prestino maggiore attenzione
alla questione.
Un’educazione alla valorizzazione delle differenze culturali e alla pluralità di appartenenze
che connota ciascuno è fondamentale per
ogni alunno e certamente lo è per gli alunni
adottati. Va tuttavia ricordato che, quando si
affronta in classe questo tema, bisogna fare
attenzione a non innescare, proprio negli
alunni adottati, percezioni di estraneità riportando la loro appartenenza ad una cultura che
forse non gli appartiene realmente, o che non
gli appartiene come ci si aspetterebbe. Chi ha
storie di lunga istituzionalizzazione ha un’esperienza del proprio
Paese di origine molto
Preghiamo gli Ab bona ti e Lettor i
particolare, come anche
chi è stato adottato in giodi ser vir si della posta elettronica:
vanissima età può non
avere ricordi coscienti di
inf o@g irg enti.it
dove è nato e vissuto solo
- per acquistare i volumi delle collane
pochi mesi. Certamente
bisogna non assimilare le
necessità degli alunni
adottati internazionalmente a quelle degli alunni
e
arrivati per immigrazione.
É dunque opportuno, in
progetti interculturali
attuati in classe, non porre
- per a b bonar si a
il minore adottato al centro dell’attenzione con
domande dirette, ma piutL a R iv i s ta de l la Sc uo la
tosto creare condizioni
facilitanti affinché egli si
- per inviare lettere e ar ticoli
senta libero di esporsi in
prima persona se e quando lo desidera. Bisogna
**************
tener presente che i minoPer la vostra corrispondenza:
ri adottati possono avere
un’accentuata ambivalen- sito internet: www.girgenti.it
za nei confronti del Paese
d’origine e della loro sto- La Rivista della Scuola: Viale Andrea
ria preadottiva, con alternanza di fasi di identificaDoria 10 - 20124 MILANO
zione e di rifiuto che
vanno rispettate.
tel. 02/669 2195 - fax 02/6698 3333
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La R iv i s ta de l la Sc uo la
RIVISTA DELLA SCUOLA
24
Anno XXXVI, 1-28 febbraio 2015, n. 6
Questa borsa contiene
tutti gli 11 volumi della
collana “Aggiornarsi”,
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